Storia Economica
Lezione 21
Il secolo degli
inseguitori
Sulle tracce dell’Inghilterra...
• Nel corso dell'Ottocento
l’industrializzazione è sempre di più
alla base della potenza economica e
militare delle nazioni.
• Per tutto il secolo è ancora la GB ad avere
la leadership, ma altri paesi stanno
crescendo, insidiando il suo primato.
Sino alla Prima
guerra mondiale
oltre il 70% del
prodotto industriale
è fornito da quattro
paesi: GB, USA,
Germania e Francia:
i G4 di questo
periodo.
Produzione di carbone in alcuni paesi europei (migliaia di tonnellate)
300000
250000
200000
G.Bretagna
Francia
Germania
Russia
150000
100000
50000
0
1860
1870
1880
1890
1900
1910
Produzione di acciaio – medie quinquennali migliaia di tonnellate
16000
14000
12000
10000
G.Bretagna
Francia
Germania
Russia
8000
6000
4000
2000
0
1880-84
1890-94
1900-04
1905-09
1910-14
Rallentamento della GB, accelerazione degli USA...
• Sul finire dell’Ottocento la GB conosce
un rallentamento, dovuto alla sua
precoce maturità.
• USA: grande sviluppo industriale,
dovuto a numerosi fattori.
Henry Ford e il suo modello T
• Elementi della ricchezza USA: grandi
ricchezze naturali, di un'agricoltura
molto produttiva e di un clima sociale
favorevole all'innovazione tecnica e
all'accumulazione di ricchezza
materiale.
• USA: carenza relativa manodopera
incentiva introduzione di macchine
industriali.
Piccolo è bello: il Belgio...
• Il Belgio è la prima nazione
dell'Europa continentale a
intraprendere il percorso di
industrializzazione.
• Dotato di notevoli risorse
minerarie, dà luogo a un sistema
economico dinamico e
fortemente integrato, che
comprende: tessile, siderurgia e
chimica.
• Il Belgio è un piccolo paese
con la vocazione a pensare in
grande: dall’inizio dell’800 grazie
all’opera di intraprendenti
imprenditori la regione della
Mosa diviene uno dei maggiori
poli dell’industria estrattiva,
siderurgica e meccanica; anche il
cotonificio che vanta radici
antiche conosce in questo secolo
un notevole sviluppo.
Francia: tra eredità colbertiana e problemi energetici...
• La Francia presenta un modello di crescita
contraddittorio: l’anomala dinamica
demografica, la pervasività di un settore
primario tradizionalista, la difficile accessibilità
di alcune risorse, la segmentazione del
mercato, sono tutti elementi che fanno
ipotizzare uno sviluppo industriale frenato.
• In questo senso depone anche la crescita del
PIL, che nel periodo 1871-1914 cresce a un
tasso medio annuo del 1,6% (contro un 2,1%
della Gran Bretagna); tuttavia, a livello pro
capite, la crescita è di 1,4 contro 1,2.
Francia: perché una crescita così lenta?
• La crescita lenta dell’economia francese si
spiega con una serie di fattori:
1) lenta dinamica demografica;
2) sfavorevole allocazione delle risorse;
3) tradizionalismo di un’agricoltura che nel
1913 occupa ancora il 40% degli addetti;
4) segmentazione del mercato ed esistenza
di due realtà contrapposte: una Francia
urbana incarnata da Parigi e una rurale
espressione di un mosaico di realtà
differenti per le quali la patrie si identifica
con il pays, il borgo, ma non certo con una
nazione di cui si ignorano storia, confini e
lingua.
• L’integrazione del mercato è rallentata
dalla lentezza dell’ampliamento delle
comunicazioni Rimangono ampie sacche di
autoconsumo la cui prova è costituita dalla
numerosità degli artigiani
• Ancora nel 1906 la Francia è un Pays de
patrons: il 71% delle imprese non ha
salariati e i proprietari e i famigliari
rappresentano il 27% degli addetti
dell’industria.
• Si consolida tuttavia la manifattura: tessile, siderurgia,
meccanica.
• Francia: grande potenza commerciale.
• Per consolidare il regime Napoleone III punta
sull’intervento dello Stato per svecchiare l’economia e
diffondere il benessere: costruzione telegrafo e ferrovia.
•Elementi di rallentamento della crescita: guerra francoprussiana, crisi agraria, insufficiente domanda interna.
Francia: la svolta del Secondo Impero...
• La Francia, grazie al contributo del Crédit Mobilier,
si dota di sistema ferroviario mentre è liberalizzata
la costituzione di SPA.
• Ha inizio la vera industrializzazione della Francia,
anche se il ruolo del settore primario resta
dominante e la concentrazione industriale resta
limitata ad alcune industrie.
• Debolezze strutturali del sistema industriale
francese saranno superate solo nel corso del
Novecento.
Napoleone III
Lo sviluppo italiano tra modernità e arretratezza…
• Alla metà dell'800 l’Italia
si compone di un mosaico
di realtà che, pur in diversa
misura, appaiono
socialmente e
economicamente
arretrate.
• Questa situazione è
aggravata dalla mancanza
di complementarietà tra le
economie del Nord e del
Sud della Penisola.
• Manca persino una
lingua comune: nel 1861
l’italiano è parlato da
meno di 600.000 individui,
il 2,5% circa della
popolazione.
Lo scrivano pubblico a Napoli (1873)
Fare l’Italia, fare gli italiani: la costruzione
del nuovo Stato
• Il problema di “fare gli Italiani” non rende
meno urgente quello di fare lo Stato italiano
ossia organizzare da un punto di vista politico,
giuridico, fiscale ecc. il mosaico di popolazioni
ora riunite entro un confine e un governo
comuni.
• Devono darsi fondamenta solide a un nuovo
Stato nazionale che, in conformità allo spirito
del tempo deve anche essere liberale e
borghese e inserito nel sistema internazionale
di mercato allora vigente basato sulla
concorrenza e sulla specializzazione
produttiva.
• L’operato dei governi della Destra ha
l’obiettivo di definire condizioni atte al
dispiegamento della libera iniziativa
individuale e alla creazione di capitale fisso
sociale nel rispetto della tradizionale
ortodossia finanziaria. Il problema è che nel
1862 le entrate coprono metà delle spese e il
debito pubblico ammonta a circa il 40% del
PIL.
• Generale arretratezza economica, con alcune punte avanzate: Lombardo-Veneto e Piemonte.
• L’allargarsi dei divari regionali avviene già in età preunitaria.
• Le difficoltà dell’Unificazione italiana: debito pubblico e infrastrutture.
• Le debolezze dell’economia italiana: risorse energetiche, materie prime, mercato interno,
sistema bancario.
• Il ruolo dello Stato.
• Dal liberismo della Destra Storica al protezionismo della Sinistra Storica.
Stabilimento Fiat Mirafiori
Acciaierie Terni, 1912
La rincorsa velocissima della Germania...
L’unione doganale tedesca…
• All’alba del XIX secolo l’area tedesca era politicamente polverizzata in oltre 300 stati
separati e 1476 feudi imperiali. Una prima “semplificazione dei confini” è realizzata da
Napoleone e confermata nel 1815.
• In seguito, la formazione e il consolidamento di un’area economica comune sono resi
possibili dall’iniziativa prussiana con la creazione dell’Unione Doganale (Zollverein).
Germania: le tappe della rivoluzione agraria
1830-1850
Emancipazione dei servi della gleba
1850-1875
Forte sviluppo dell’agricoltura tedesca,
in particolare delle regioni orientali,
trainata dall’aumento dei consumi
urbani e dalle esportazioni
1865
Adesione al liberoscambismo
1879
Crisi agraria e ritorno al protezionismo
Edizione per pianoforte della Bauern-Polka, J. Strauss figlio
Germania: il grande balzo...
Agricoltura
Industria
Servizi
1870-1874
37,8
31,7
30,5
1890-1894
32,1
36,8
31
1910-1913
23,4
44,6
32
sopra: variazioni della composizione della struttura produttiva
• Fino a metà Ottocento
l’area tedesca è una
regione in via di
sviluppo.
• Dopo Sedan (1870),
l’ Europa Occidentale è
dominata
dall’ininterrotta crescita
dell’economia tedesca: il
Second Wind vede come
indiscussa protagonista
la Germania Imperiale la
cui economia è
interessata da importanti
mutamenti strutturali.
Germania: il capitalismo finanziario...
• La creazione e l’estensione di industrie capital
intensive si accompagnano all’introduzione di politiche
protezionistiche e di innovazioni in ambito finanziario.
• La Germania subisce l’influenza del capitalismo
finanziario più di ogni altro Paese. E’ questo paese che
dà i natali alla banca mista, uno strumento capace di
superare i limiti operativi delle istituzioni creditizie
esistenti, consentendo la mobilitazione delle risorse
necessarie a sorreggere il processo di
industrializzazione del Paese.
• Le banche miste esercitano il credito commerciale e
il credito industriale, entrano nel capitale di rischi
delle imprese, inseriscono i loro uomini all’interno del
consiglio di amministrazione delle medesime e
contribuiscono a limitare la concorrenza nel mercato
interno sollecitando la creazione di cartelli.
Germania: la formazione del capitale umano...
• In area tedesca è sviluppata un’ampia rete di scuole commerciali e di istituti tecnici superiori e
si punta all’ampia diffusione dell’istruzione primaria.
• Puntare sull’istruzione formale per potenziare la conoscenza tecnico scientifica produce
risultati straordinari. Si acquisiscono e si consolidano saperi passibili di acquisire grande
importanza economica il cui ritorno sarà massimo nei settori elettrico e chimico.
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Slide 18 - Dipartimento di Economia