Sangiovanni Gianfranco
BIOGRAFIA DI BENITO MUSSOLINI
Benito Mussolini
Benito Andrea Amilcare Mussolini nasce a
Dovia di Predappio (Forlì) il 29 luglio del
1883. figlio di Alessandro, e Rosa Maltoni
maestra elementare. Studiò prima al
collegio salesiano, poi nel collegio Carducci
di Forlimpopoli. Nel 1900 si iscrisse al
partito socialista, si diploma maestro
l'anno dopo.
La vita del Duce
Mussolini mostrò subito un acceso
interesse per la politica attiva
stimolato tra l'altro dall'esempio
del padre, esponente di un certo
rilievo del socialismo anarcoide e
anticlericale di Romagna. Nel 1902
Emigrò in Svizzera per sottrarsi al
servizio militare, rientrò in Italia
nel 1904 approfittando di
un'amnistia che gli permise di
sottrarsi alla pena prevista per la
renitenza alla leva e compì il
servizio militare nel reggimento
bersaglieri di stanza a Verona.
Il popolo d’Italia
Esponente di spicco del
Partito Socialista Italiano,
direttore dell'"Avanti!" dal
1912, e convinto antiinterventista negli anni
immediatamente precedenti
la Prima guerra mondiale,
Mussolini nel 1914 cambiò
radicalmente opinione e si
dichiarò a favore
dell'intervento in guerra.
Espulso dal PSI, fondò un
proprio giornale, "Il Popolo
d'Italia", su posizioni
nazionaliste, vicine alla
piccola borghesia.
L’entrata in guerra

Un mese dopo, il 24 maggio,
quando l'Italia entrò in guerra,
definì questa giornata "la più
radiosa della nostra storia".
Richiamato alle armi
nell’agosto 1915, dopo essere
stato ferito durante
un'esercitazione (febbraio
1917), poté ritornare alla
direzione del suo giornale, dalle
colonne del quale, tra Caporetto
e i primi mesi del 1918, ruppe
gli ultimi legami ideologici con
l'originaria matrice socialista.
Fondazione fasci da combattimento
Finita la guerra Mussolini il 23 marzo 1919 fondò i
fasci di combattimento. Il nuovo movimento era
inizialmente noto come "sansepolcristi" (da Piazza
San Sepolcro a Milano,dove furono fondati i "fasci
italiani di combattimento"e fu emanato il
"programma di San Sepolcro") che non a caso
fece leva sul disagio diffuso soprattutto tra i ceti
medi, i militari e gli ex combattenti,per ottenere
un consenso sempre maggiore, rivendicando
inoltre la cosiddetta "vittoria mutilata" in cui
l'Italia non aveva ottenuto il giusto riconoscimento
ai suoi sacrifici, bellici e umani.
La marcia su Roma

Alle elezioni del maggio 1921 alla
Camera vennero eletti 36 deputati
fascisti. Il 24 ottobre del 1922, in
una riunione Mussolini e i suoi
collaboratori decisero di marciare
su Roma. Il 27 ottobre, quando i
fascisti erano alle porte della
capitale, il presidente del
Consiglio presentò le sue
dimissioni. Il 28 ottobre i fascisti
entrarono a Roma. Il Re rifiutò di
firmare il decreto per lo stato di
assedio e il 30 ottobre diede a
Mussolini l'incarico di costituire il
governo.
Il delitto Matteotti

Consolidato ulteriormente il potere
dopo le elezioni del 1924 (la lista
dei fascisti e liberali ottiene 356
deputati; i popolari conquistano
40 seggi, i socialisti 47, i comunisti
18, gli altri partiti 45), Mussolini fu
messo per qualche tempo in grave
difficoltà dall'assassinio del
deputato socialista G. Matteotti.
Nel discorso del 3 gennaio 1925
con cui egli rivendicò a sé ogni
responsabilità politica e morale
dell'accaduto segnò però la sua
controffensiva e la pratica
liquidazione del vecchio Stato
liberale.
Attentati al Duce

Alla fine di quello stesso anno Mussolini fu fatto
oggetto di una serie di attentati. Il primo venne
sventato dalle spie dell’ OVRA (Opera di
Vigilanza e di Repressione dell'Antifascismo). Il 7
aprile 1926 un'anziana signora irlandese, sparò a
Mussolini durante una cerimonia al Campidoglio,
ma il proiettile gli sfiorò appena il volto. Nel
settembre dello stesso anno l'anarchico G.
Lucetti lanciò una bomba contro l'auto del capo
del fascismo; l'ordigno scivolò sul tetto della
vettura ed esplose a terra ferendo lievemente
soltanto un passante.
I patti Lateranensi

Firmati dal cardinale Gasparri
per la Santa sede e da B.
Mussolini come capo del
governo italiano, posero fine
alla questione romana. Erano
costituiti da tre atti distinti: un
trattato, una convenzione
finanziaria e un concordato. Il
trattato garantiva alla Santa
sede un'assoluta indipendenza,
riaffermando che la religione
cattolica è la sola religione di
stato (articolo 1 dello Statuto),
e riconosceva la Santa sede
come soggetto del diritto
internazionale in quanto stato
della Città del Vaticano.
I patti Lateranensi consistevano in:




un trattato che riconosce l'indipendenza e la sovranità
della Santa Sede e che crea lo Stato della Città del
Vaticano; uno degli allegati a questo trattato è una
convenzione finanziaria per ricompensare la Santa Sede
delle perdite subite nel 1870.
un concordato che definisce le relazioni civili e religiose
in Italia tra la Chiesa ed il Governo (prima d'allora, cioè
dalla nascita del Regno d'Italia, sintetizzate nel motto:
"libera Chiesa in libero Stato").
l'esenzione, al nuovo Stato denominato «Città del
Vaticano», dalle tasse e dai dazi sulle merci importate
il risarcimento di «750 milioni di lire e di ulteriori azioni di
Stato consolidate al 5 per cento al portatore, per un
valore nominale di un miliardo di lire» per i danni
finanziari subiti dallo Stato pontificio in seguito alla fine
del potere temporale
QUESTIONE ROMANA

La Questione Romana è un problema politico
concernente la legittimità del potere temporale
dei papi e la sopravvivenza di uno stato
pontificio indipendente con piena sovranità sulla
città di Roma, dopo l'unificazione italiana.
Benché il problema fosse stato ampiamente
dibattuto anche nel Settecento, la questione
assunse una concreta rilevanza politica nel
momento in cui la formazione dello stato italiano
si compì a danno dello Stato della chiesa.
La propaganda Fascista

Un'incessante propaganda
cominciò a esaltare in maniera
spesso grottesca le doti di
"genio" del "duce supremo" (il
titolo Dux fu attribuito a
Mussolini dopo la marcia su
Roma), trasfigurandone la
personalità in una sorta di
semidio "insonne" che aveva
"sempre ragione" ed era
l'unico in grado di interpretare
i destini della patria.
La guerra d’Etiopia

il 3 ottobre 1935 le truppe
italiane varcarono il confine
con l'Abissinia; Il 9 maggio
1936 M. annunciò la fine
della guerra e la nascita
dell'Impero italiano
d'Etiopia. Ma l'impresa, se
da un lato segnò il punto
più alto della sua
popolarità in patria,
dall'altro lo inimicò con la
Gran Bretagna, la Francia e
la Società delle Nazioni,
costringendolo a un lento
ma fatale avvicinamento
alla Germania.
Asse Roma Berlino

Il 24 Ottobre 1936 nacque
l'Asse Roma-Berlino in cui le
due potenze, Italia e Germania,
si impegnavano nella lotta
contro il bolscevismo e a
sostegno dei militari spagnoli
ribellatisi al governo
democratico.
Da quel momento, i rapporti tra
le due potenze si fecero sempre
più stretti.
Nel Settembre 1937 Mussolini
fu accolto trionfalmente in
Germania e restò
profondamente impressionato
dalle cerimonie naziste, curate
nella regia da Joseph Goebbels
Il patto d’acciaio

Voluto da Mussolini a significare
"l'eterna solidarietà"del fascismo verso
il nazismo, il Patto d'Acciaio venne
firmato a Berlino il 22 maggio 1939 per
la durata di 10 anni. Il trattato di
alleanza era composto di sette articoli e
sanciva, tra l'altro, la rinuncia della
Germania a Sud Tirolo.
In più stabiliva che, qualora una delle
due potenze si trovasse impegnata in
"complicazioni belliche", l'altra doveva
"porsi immediatamente come alleato al
suo fianco e sostenerla con tutte le sue
forze militari, per terra, per mare e per
aria". Le due parti contraenti si
obbligavano, "nel caso d'una guerra
condotta insieme, a non concludere
armistizio o pace se non di pieno
accordo tra loro".
L’arresto del Duce

M. scelse di entrare in guerra benché impreparato e
contro le idee dei suoi più vicini collaboratori (Badoglio,
Grandi, Ciano), nell'illusione di un veloce e facile trionfo.
Egli stesso dirà in un discorso di considerare "la pace
perpetua come una catastrofe per la civiltà
umana". In realtà ottenne solo insuccessi che ridiedero
spazio a tutte le energie contrarie al fascismo
precedentemente represse. Dopo l'invasione angloamericana della Sicilia ebbe il suo ultimo colloquio con
Hitler (19 luglio 1943), fu sconfessato da un voto del
Gran Consiglio (24 luglio) e fatto arrestare dal re Vittorio
Emanuele III (25 luglio). Trasferito a Ponza, poi alla
Maddalena e infine a Campo Imperatore sul Gran Sasso.
Il 12 settembre fu liberato dai paracadutisti tedeschi al
comando del Maggiore della Luftwaffe
La repubblica di Salò

Ormai stanco e malato e in
completa balia delle decisioni di
Hitler, si insediò quindi a Salò,
capitale della nuova Repubblica
Sociale Italiana cercò inutilmente
di far rivivere le parole d'ordine
del fascismo della "prima ora".
Sempre più isolato e privo di
credibilità, quando le ultime
resistenze tedesche in Italia
furono fiaccate Mussolini,
trasferitosi a Milano, propose ai
capi del Comitato di Liberazione
Nazionale Alta Italia un assurdo
passaggio di poteri, che fu
respinto.
La morte del Duce

Travestito da militare tedesco,
tentò allora, insieme alla
compagna Claretta Petacci, la
fuga verso la Valtellina.
Riconosciuto a Dongo dai
partigiani, fu arrestato e il 28
aprile 1945 giustiziato insieme
alla Petacci, per ordine del
C.L.N., presso Giulino di
Mezzegra. Più tardi i loro
corpi, assieme a quelli degli
altri gerarchi, vennero esposti
nel Piazzale Loreto, a Milano.
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