POR CAMPANIA 2000/2006 - MISURA 4.24
LE TAPPE DELLA POLITICA
STRUTTURALE
2003:
Allargamento dell’UE
WTO
Riforma radicale della PAC:
Conferenza di
Salisburgo
- disaccoppiamento totale
- condizionalità
- modulazione
- Rafforzamento politica di sviluppo rurale
REG.1783/03
art.33 nuovo trattino “Strategie integrate di
sviluppo rurale gestite da Partenariati locali”
POR CAMPANIA 2000/2006 - MISURA 4.24
CARATTERISTICHE DEGLI STRUMENTI
PER LO SVILUPPO LOCALE
1 - VALORIZZAZIONE RISORSE ENDOGENE:
Programmazione incentrata su un’idea guida
2 - PROGRAMMAZIONE INTEGRATA
3 - PARTENARIATI LOCALI
PLETORA DI STRUMENTI
PLURALITA’ DI SOGGETTI
STESSO TERRITORIO
Aspetti innovativi introdotti dal regolamento 1783/03
Introduzione di una nuova misura (Art. 33 del Reg. CE 1257/99, 14°
trattino):
- “la gestione di strategie integrate di sviluppo rurale da parte
di partenariati locali”
Novità:
la progettazione integrata entra a far parte della programmazione
ordinaria;
non si introducono nuove tipologie di intervento, ma una nuova
modalità di intervento (integrato)
Applicazione in Italia:
misura complessa introdotta “a metà percorso”
tempi necessariamente lunghi di programmazione ed organizzazione
dell’intervento
Applicazione in Campania:
Misura 4.24 del POR Campania 2000-2006
La Misura 4.24 del POR Campania
Misura organizzativa, attraverso la quale si intende promuovere e
sostenere l’elaborazione e l’attuazione di Progetti Integrati Rurali (PIR)
da parte di Partenariati locali.
Aspetti chiave:
•Concentrazione territoriale e tematica;
•Integrazione tra misure e strumenti;
•Partenariato Istituzionale, Sociale e Locale
3 dimensioni:
Tematica
La Concentrazione
Territoriale
Concentrazione Tematica: Tema strategico, coerente con le potenzialità
territoriali.
I Partenariati locali dovranno concentrare le risorse su determinate misure
portanti (che concorrono direttamente alla realizzazione degli obiettivi strategici),
complementari (che concorrono ad incrementare il valore aggiunto della strategia) e
trasversali (la cui attuazione nell’ambito dei PIR è indipendente dal tema prescelto)
Concentrazione Territoriale: la misura si applica in aree ben delimitate,
individuate da ciascuna Provincia sulla scorta di indicazioni fornite dalla Regione.
Concentrazione Finanziaria: parte del budget disponibile sulle Misure del POR
Feoga è riservata ai territori interessati dai PIR.
Concentrazione tematica
I Temi strategici proposti:
1 - Valorizzazione commerciale della produzione di qualità
2 - Riconversione produttiva in aree di crisi
3 - Valorizzazione turistica delle aree rurali
4 - Azioni di sistema per migliorare il livello dei servizi e la competitività
Concentrazione territoriale
Fig. 1: aree montane
Ambito di applicazione: aree montane e svantaggiate. Alle
Province il compito di identificare i territori ammissibili. (Fig.
1)
Le Province, sulla scorta degli indirizzi regionali, hanno
individuato 15 aree. Costituzione di altrettanti Partenariati
Locali, che elaboreranno i Progetti Integrati Rurali. (Fig.
2)
Fig. 2: aree individuate
dalle Province
Procedura selettiva, solo 10 PIR potranno essere ammessi a
contributo.
La concentrazione territoriale si riassume nei seguenti numeri:
Comuni Campania: 551
Comuni Montani: 363
Comuni individuati dalle province: 150
Comuni ammessi: 100
Concentrazione finanziaria
Schema di
articolazione di un PIR
Misura 4.24
Mis.
Mis.
Trasversali Complementari
Mis.
Portanti
Progetti (10 Meuro)
Le risorse attualmente disponibili sulle
Misure Feoga del POR Campania,
sono pari a circa 474 Meuro
Altri strumenti di
sviluppo locale
La concentrazione finanziaria si riassume così:
Risorse pubbliche disponibili: 474 Meuro
Risorse riservate ai 10 PIR: 100 Meuro
Risorse riservate a ciascun PIR: 10 Meuro
Le risorse si concentreranno sulle Misure portanti
3 dimensioni:
Verticale
L’integrazione
Orizzontale
Verticale: tra le misure del POR Feoga
Orizzontale: con gli altri strumenti per lo sviluppo rurale (PSR, Leader+)
Inter-programmatica: con altri strumenti per lo sviluppo locale (Patti
Territoriali, Progetti Integrati, Accordi di Programma, ecc.)
Il Partenariato
Partenariato Istituzionale (verticale)
Regione
Provincia
Comunità Montane, Comuni
Soggetti rappresentativi di interessi (economici, professionali,
settoriali, sociali) diffusi nell’area, organismi di gestione di
programmi di sviluppo locale
Partenariato Locale (orizzontale)
Partenariato Istituzionale: Regione, Province, Comunità Montane, Comuni.
Partenariato Locale: Comunità Montane, Comuni, soggetti rappresentativi di
interessi economici, professionali e sociali diffusi nell’area, rappresentanti di
organismi di gestione di strumenti di sviluppo locale (Gal, Enti Gestori di PI,
Gestori di Patti Territoriali, ecc.)
Le finalità
I PIR sono strumenti di attivazione collettiva ed integrata delle Misure
FEOGA che puntano:
da un lato, a stimolare la creazione di un sistema di governance locale,
che vede organizzati tutti i soggetti interessati all’intervento;
dall’altro, a spostare l’attenzione degli attori dello sviluppo locale sulla
necessità di integrare e coordinare l’ampia gamma di strumenti finalizzati
allo sviluppo allo scopo di indirizzare gli interventi verso obiettivi comuni.
I PIR, stimolando la creazione di un sistema di governance locale,
contribuiscono alla diffusione di una cultura di partecipazione, di
collaborazione, di cooperazione, per la gestione di problematiche
economico-produttive e sociali, con effetti positivi sulle dinamiche di
sviluppo delle aree rurali
IL “PUZZLE TERRITORIALE”
Profonde tracce lasciate dai processi di disgregazione
 Il modello urbanocentrico
 Il modello di sviluppo esogeno
 La Politica Agricola Comunitaria
CULTURA
ATTENDISTA E
INDIVIDUALISTA
COMPLESSITÀ
RELAZIONALE
Le aree rurali …… una sorta di puzzle scomposto: difficoltà
ad affermare una cultura / approccio sistemico
RICOMPORRE
IL “PUZZLE TERRITORIALE”
Modelli locali di sviluppo integrato che creino
capitale di fiducia e di relazione, attraverso la
messa in rete delle interazioni complesse tra gli
attori istituzionali ed economici
LA TEORIA DEL PUZZLE TERRITORIALE
6. I rischi nella costruzione del “puzzle
territoriale”
Il termine “integrazione” oggi viene interpretato in modo non sempre convincente:
non basta prevedere la realizzazione di interventi tra loro complementari; non è
sufficiente assicurare interventi nei diversi settori chiave di un dato territorio. Fin
qui potremmo parlare di diversificazione, di multisettorialità, ma non certo di
integrazione: la sommatoria di progetti singoli, afferenti a settori diversi non
produce sviluppo duraturo poiché il sistema relazionale locale resterebbe,
comunque, disgregato. La metafora del puzzle rende bene l’idea di integrazione
che qui si intende trasmettere e spiega la necessità di interpretare in modo diverso
la progettazione integrata, favorendo la realizzazione di iniziative di natura
complessa che coinvolgano una molteplicità di soggetti in un progetto unico e
collettivo per il territorio di riferimento (l’immagine sulla scatola).
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n. 2