La regolamentazione come
strumento di politica dei
trasporti
Dipartimento di Economia Aziendale e di Studi Giusprivatistici,
Università degli Studi di Bari «Aldo Moro», sede di Brindisi, Dr. Angelo
Leogrande
Modelli teorici per la determinazione del
livello ottimale di regolamentazione
• Il settore dei trasporti, per il fatto di essere prevalentemente condizionato
alla produzione di servizi indivisibili, con notevoli contenuti di socialità,
risulta, influenzato dalla presenza dello Stato.
• Si è già visto che in questo settore i prezzi assumono il più delle volte la
natura di prezzi amministrati e che lo Stato influisce direttamente sul costo
di molte infrastrutture, fissa regolamenti e norme di comportamento che
danno luogo a costi.
• Tali regolamentazioni vanno dall’autorizzazione o concessione preventiva
per la gestione di un servizio di trasporto, a norme riguardanti: cinture di
sicurezza, limiti di velocità, tabelle di armamento sulle navi; ordinamenti
portuali ecc; l’elenco potrebbe allungarsi dando la netta sensazione della
massiccia presenza dello Stato in questo settore strategico dell’economia
nazionale.
Modelli teorici per la determinazione del
livello ottimale di regolamentazione
• Data l’importanza ella regolamentazione nel settore dei trasporti, il
dibattito che già da qualche anno si è sviluppato in sede teorica e politica
intorno all’opportunità o meno di deregolamentare, ossia eliminare i
vincoli giuridici all’azione dei privati, trova nel campo dei trasporto un
fertile terreno di confronto.
• Il dibattito sulla regolamentazione in altri termini ripropone l’alternativa tra
Stato e mercato e si riferisce a tutti quei casi in cui lo Stato, con la sua
presenza, finisce con l’alterare gli squilibri di mercato limitandone
l’efficienza.
• Nel suo processo storico la regolamentazione si consolida come strumento
di politica economica nell’ambito delle teorie keynesiane che riconoscono
allo Stato facoltà di intervenire nell’economia non solo per assicurare gli
equilibri, ma anche per stimolare l’attività economica e per eliminare
situazione di crisi.
Modelli teorici per la determinazione del
livello ottimale di regolamentazione
• La prospettiva di una riduzione dell’intervento pubblico in economia
in questi ultimi anni ha conquistato crescenti consensi e ha
caratterizzato la politica economica degli Stati Uniti nella prima parte
degli anni Ottanta.
• La filosofia della deregulation comincia ad affermarsi proprio negli
Stati Uniti e si estende all’Inghilterra, al Giappone, e ad altri paesi
capitalistici avanzati; essa di volta in volta può assumere connotazioni
specifiche diverse e può andare dalla semplice delegiferazione alla
privatizzazione di attività pubbliche, alla manovra di sovvenzioni e
contributi vari, alla limitazione delle funzioni di controllo dello Stato.
Modelli teorici per la determinazione del
livello ottimale di regolamentazione
• Esiste una letteratura vastissima sulle dimensioni e sulle modalità assunte
dalla regolamentazione delle attività economiche e sociali, il movimento di
riflessioni sul tema ha portato all’identificazione di una nuova corrente di
pensiero, nota come scuola delle scelte collettive, che analizza con
l’impiego di metodologie scientifiche l’intervento dell’operatore pubblico e
in particolare il suo processo decisionale e le sue mediazioni tra le parti
sociali.
• Secondo questa corrente di pensiero l’estensione di politiche
regolamentative non costituisce soltanto la risposta dei governi al
fallimento del mercato, ma si spiega anche in funzione di logiche di
comportamento della burocrazia che nella società contemporanea tende
ad assumere poteri e ruoli che ne aumentano influenza in tutti i settori
della vita economica e sociale.
Modelli teorici per la determinazione del
livello ottimale di regolamentazione
• Per alcuni il problema teorico della regolamentazione in un’economia
capitalistica non si pone in termini problematici perché la
regolamentazione è già implicita nella logica stessa del sistema
capitalistico; osserva in proposito L. Thurow, che un’economia fondata sulla
proprietà è per definizione un’economia regolamentata.
• Se dunque la regolamentazione è implicita nelle premesse stesse del
sistema, occorre vedere quali sono i limiti accettabili dell’intervento
regolamentativo nell’economia.
• Occorre a tal fine stabilire prioritariamente le premesse di valore rispetto
alle quali dare consistenza ai limiti stessi, se cioè i limiti vanno determinati
sulla base di gradi di libertà nell’autonomia decisionale degli individui,
ovvero sulla base di parametri di efficienza del mercato.
Modelli teorici per la determinazione del
livello ottimale di regolamentazione
• L’analisi economia neoclassica dà per scontato che in presenza di fallimento
del mercato l’intervento dell’operatore pubblico comporti
automaticamente dei benefici.
• Ciò posto, i benefici vengono determinati esogeneamente, nel senso che il
livello di intervento viene fissato in via politica e si calcola poi il costo
connesso al raggiungimento degli obbiettivi.
• In questo tipo di procedura l’opportunità dell’intervento vien decisa in linea
politica e solo successivamente si valuta l’aspetto economico ponendolo in
rapporto ai costi.
• Il limite dell’analisi costi-benefici nella quale si sostanzia il calcolo
economico sta proprio nel fatto che si valutano alternative già prefigurate,
lasciando al di fuori del calcolo tante altre alternative ugualmente possibili.
Modelli teorici per la determinazione del
livello ottimale di regolamentazione
• In altri termini l’operatore pubblico, secondo gli indirizzi neoclassici
della politica economica, decide di intervenire contro presunte
distorsioni di mercato sulla base di valutazioni politiche , relegando il
calcolo economico a momenti successivi.
• Volendo invece rimettere tutto in discussione, opportunità e
modalità dell’intervento regolamentativo, nell’ambito di una logica
economica generale bisogna applicare l’analisi economica alla fase
iniziale riguardante l’opportunità o meno di regolamentare il mercato.
• Il problema del limite vien definito dalla seguente espressione;
• Q=C_r+C_f
Modelli teorici per la determinazione del
livello ottimale di regolamentazione
• Dove
• Q= quantità ottimale di regolamentazione
• C_r= costi associati alla regolamentazione
• C_f=benefici derivanti dall’intervento dell’operatore pubblico, ossia il
costo del fallimento del mercato
Il calcolo di C_f e C_R comporta la valutazione di vari elementi di costo,
per esempio, C_R, comprende sia i costi del comportamento
dell’operatore pubblico, sia i costi che i privati devono sostenere per
adeguarsi alla regolamentazione.
C_f è una misura presenta del costo del non intervento.
Modelli teorici per la determinazione del
livello ottimale di regolamentazione
• La quantità ottimale di regolamentazione è data dalla minimizzazione
della funzione costituita dalla sommatoria delle due curve di costo
(fig. 23).
• Posto il grafico nel quale sull’ascissa viene riportata un’opportuna
misura della quantità di regolamentazione e sull’ordinata i relativi
costi, la regolamentazione ottimale si ha nel punto (Q_0). Di minimo
della curva sommatoria.
Modelli teorici per la determinazione del
livello ottimale di regolamentazione
Quantità ottimale di regolamentazione
C_f+C_r
Q_0
costi
C_f
C_r
Q_1
Quantità di regolamentazione
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• Sovrapponendo nel grafico le due curve di domanda di intervento pubblico
e di offerta di regolamentazione, l’equilibrio o punto di minimo della curva
si ha allorquando i costi marginali dell’intervento saranno uguali ai benefici
marginali equivalenti a loro volta ai costi marginali del non intervento.
• In questa impostazione analitica del problema il principale limite è
costituito dal fatto che i costi e i benefici vengono valutati sulla base dei
prezzi che spesso non hanno un mercato, come avviene nel campo dei
trasporti dove i prezzi sono fissati in via amministrativa.
• Alcuni autori per ovviare a questo inconveniente, hanno proposto di
valutare costi e benefici non in termini di valori economici, spesso arbitrari,
ma in termini di voti politici di consenso attribuito alle politiche di
regolamentazione.
Modelli teorici per la determinazione del
livello ottimale di regolamentazione
• Se riportiamo le precedenti impostazioni dottrinarie al campo dei
trasporti urbani, solo per fare qualche esemplificazione, poniamo un
divieto di circolare nell’area del centro storico, tra costi di questa
specifica regolamentazione dobbiamo includere: spese per la
vigilanza, spese per la segnaletica, per eventuali campagne
promozionali, costo sostenuti dai cittadini per la rinuncia all’ingresso
con mezzi proprio nell’area vietata ecc.: tra i benefici o costi del non
intervento si devono valutare tutti i costi connessi al
congestionamento in termini di spreco di tempo, di carburante,
logorio del mezzo, inquinamento, ecc.
Modelli teorici per la determinazione del
livello ottimale di regolamentazione
• Il livello ottimo di regolamentazione è quello corrispondente al punto nel
quale la somma del costo di intervento associato al costo del non
intervento corrispondente è minima.
• Spesso nelle realtà urbane, proprio a confermare il fatto che la valutazione
dei costi è inficiata da elementi di calcolo politico, gli amministratori locali
preferiscono prendere la decisione di regolamentare non tanto sulla base
di calcoli economici, ma sottoponendo le relative scelte a referendum
popolare.
• Il calcolo precedente introduce alla regolamentazione come obbiettivo di
politica economica; ma anche gli strumenti attraverso i quali
regolamentare possono essere sottoposti a valutazione economico-politica.
Modelli teorici per la determinazione del
livello ottimale di regolamentazione
• Accertato che bisogna correggere il fallimento del mercato, bisogna
scegliere gli strumenti più adatti in proposito.
• Considerato che a ogni strumento si associano costi diversi, sia di
manovra che di informazione, le curve precedenti vanno integrate con
un’altra curva che sommandosi alle due già esaminate consente di
ridefinire il punto di ottimo in relazione anche ai costi degli strumenti.
• Spesso si preferisce scegliere l’obbiettivo quantità di
regolamentazione esogeneamente e limitare il calcolo economico alla
scelta degli strumenti.
• Il campo del trasporto pubblico urbano offre molti esempi applicativi
di tali procedure di calcolo.
Modelli teorici per la determinazione del
livello ottimale di regolamentazione
• Una volta accolta per i referendum la proposta di limitare il transito di
automezzi nel centro urbano, il tipo di divieti da mettere in atto resta
affidato agli amministratori pubblici.
• L’obbiettivo, nell’esempio considerato, si potrebbe raggiungere sia
fissando un prezzo per l’uso della strada, sia ponendo dei divieti, sia
selezionando amministrativamente gli accessi, ecc.
• Queste impostazioni teoriche non sono esenti da critiche, ad
esempio, la scuola delle scelte pubbliche rimette in discussione il
concetto stesso di intervento ottimale e il calcolo economico che
conduce alla selezione di strumenti appropriati.
Modelli teorici per la determinazione del
livello ottimale di regolamentazione
• Le osservazioni si riferiscono pertanto sia alla natura che alla
posizione delle curve di domanda e di offerta di regolamentazione.
• Secondo i sostenitori del mercato si arriverebbe a una posizione di
equilibrio che sottovaluta i costi dal lato dell’offerta e li sopravvaluta
dal lato della domanda, cioè sulla spinta dei gruppi di pressione
interessati all’intervento dello Stato.
• Il fatto è che il punto di intervento ottimale risulta indeterminato,
almeno entro una fascia di oscillazione, per l’impossibilità di
individuare con esattezza tutti i costi connessi all’intervento stesso.
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