Evoluzione dell’Orientamento



Fase psicoattitudinale
Accentuazione della dimensione informativa
Orientamento diacronico formativo
Crescita della consapevolezza del soggetto
Fase diagnostico- attitudinale




• ricerca del rapporto tra attitudini
individuali e requisiti di una professione
• attitudine è definita come
disposizione naturale, ereditaria,
diversa da individuo a individuo
misurabile sttraverso appositi reattivi
(psicotecnica)
• ogni individuo possiede abilità e
capacità che lo rendono idoneo a specifici
lavori
• i test rilevano queste attitudini
Fase caratterologico- affettiva
















• Il precedente modello psico- attitudinale viene gradualmente
messo in crisi dall’importanza che, nella scelta e nello
svolgimento di un lavoro, risultano rivestire gli interessi
• per interesse si intende un costrutto che incide in modo
determinante sull’adattamento e sul rendimento di un individuo
• questa fase si caratterizza per una maggior attenzione al soggetto
e alle dinamiche di personalità
• conseguentemente l’azione orientativa si configura come un
intervento maggiormente attento alla componente interiore della
vita psichica dell’individuo
• dalla rilevazione psicotecnica delle attitudini si passa a
considerare le disponibilità affettive ed emozionali nei confronti
del lavoro
• si é, infatti, rilevato che prendendo in esame due individui con le
stesse attitudini, la riuscita è migliore in colui che mostra
maggior interesse.
Dal Memorandum sull’Istruzione e la formazione
permanente


Messaggio chiave n. 5: Ripensare
l’orientamento
Obiettivo: garantire a tutti un facile
accesso ad informazioni e ad un
orientamento di qualità sulle
opportunità d’istruzione e formazione
in tutta l’Europa e durante tutta la
vita
La svolta

Raccomandazione conclusiva del
Congresso dell’Unesco (Bratislava 1970):
“Orientare significa porre l’individuo in
grado di prendere coscienza di sé e di
progredire, con i suoi studi e la
professione, in relazione alle mutevoli
esigenze della vita, con il duplice scopo di
contribuire al progresso della società e di
raggiungere il pieno sviluppo della
persona umana”.
Sempre dal memorandum

è necessario adottare un nuovo
metodo che preveda
l’orientamento come un
servizio accessibile a tutti in
permanenza…
e ancora

Vivere e lavorare nella società della
conoscenza richiedono cittadini
attivi che vogliono gestire
autonomamente il loro percorso
personale e professionale. Ciò
significa che tali servizi devono
essere non più incentrati
sull’offerta, bensì sulla domanda,
focalizzando l’interesse sui bisogni e
le esigenze degli utenti.
Orientamento diacronico formativo
Elementi costitutivi del modello:



Una condizione di insegnamento e apprendimento che
garantisca a ciascuno e a tutti gli allievi un
accostamento reale a tutti gli ambiti disciplinari
Una rilevazione periodica, lungo tutto l’arco della
formazione …, dell’andamento tendenziale dei rapporti
reciproci tra sviluppo delle conoscenze (sfera cognitiva)
e … sfera emozionale e motivazionale
Una conoscenza complessiva del contesto storicoambientale, culturale, sociale, economico, politico, ecc.,
del mondo in cui oggi viviamo
Da G. Domenici, Manuale dell’orientamento e della didattica modulare
segue:




La promozione di condizioni favorevoli di sviluppo
in ciascun allievo di un proprio e autonomo
progetto di vita
L’offerta di pacchetti informativi su … opportunità
formative e di lavoro… oltre che sviluppo di
competenze per l’accesso alle fonti informative
Conoscenza diretta ed esperienze con il mondo del
lavoro
Una riflessione sui processi di strutturazione delle
decisioni ..(in contesti simulati e non)
Orientamento formativo e scuola


Il modello formativo di
orientamento implica un
profondo ripensamento nella
organizzazione didattica della
scuola
Metodologie di insegnamento e
apprendimento, valutazione,
rapporti con l’esterno….
Scuola e mondo del lavoro


Attività astratte, decontestualizzate,
individuali nella scuola
In contrasto con quanto richiesto
dal mondo del lavoro
Si apre
?
?
A chi serve la scuola?
A cosa serve la scuola?
Una prospettiva di separazione
fare – sapere
Una prospettiva di integrazione
Competenze (c. trasversali)
Competenze
…..le competenze non coincidono con le abilità, le
conoscenze, i saperi che pure devono essere
padroneggiati, ma rappresentano
essenzialmente le modalità di impiego di quelle
abilità, di quelle conoscenze di quei saperi in
contesti nuovi - rispetto a quelli che
probabilmente caratterizzeranno il processo di
formazione -, contesti che possono altrettanto
univocamente venir definiti e simulati nelle
prove di verifica.
da G. DOMENICI, da Progettare e governare l'autonomia scolastica, Tecnodid, 1999, pag. 133
..le competenze si esprimono

nella capacità di adottare strutture, piani, schemi
di azione capaci di integrare a livello
interdisciplinare le conoscenze, formali e
informali, teoriche, esperienziali e procedurali
possedute per risolvere un problema in un
contesto specifico; di adottare, inoltre, un
sistema di monitoraggio della validità del
programma nel contesto (meta-cognizione)
quindi di riadattarlo (meta-valutazionedecisione), costruttivamente, per porre in atto
comportamenti adatti al raggiungimento degli
scopi… (G.Domenici, 2000)
Competenze trasversali



Si distinguono dalle competenze di base
e quelle tecnico professionali e
riguardano:
Saper porre e risolvere problemi,
lavorare in gruppo, apprendere ad
apprendere in generale sono
caratterizzate da elementi di riflessività
e trasferibilità in ambiti diversi
Dimensione metacognitiva…..
Prospettive costruttiviste

Funzione attiva ed intenzionale
del soggetto nei processi di
costruzione-elaborazione della
conoscenza in contesti
d’apprendimento ricchi e
multiformi, formali ed informali,
in prospettiva sociale e
collaborativa
Le quattro C

Costruzione

Contesto

Collaborazione

Complessità
Ambienti costruttivisti
Dare enfasi alla costruzione della conoscenza e non alla sua
riproduzione
 Evitare eccessive semplificazioni rappresentando la naturale
complessità del reale, offrire rappresentazioni multiple
 Presentare compiti autentici (contestualizzare piuttosto che
astrarre)
 Alimentare pratiche riflessive (metacognitive)
 Favorire la costruzione cooperativa della conoscenza
attraverso la negoziazione sociale
Ad esempio
 Community of learners
 Apprendistato cognitivo

Organizzazione modulare della
didattica






È una vera e propria strategia formativa che
richiede un’analisi approfondita e una
rilettura
della struttura delle discipline
della definizione degli “obiettivi”
delle caratteristiche degli allievi
della composizione del gruppo classe
dell’organizzazione spazio-temporale
delle funzioni e degli strumenti valutativi
Modularità e competenze

Il modulo rappresenta una unità
formativa autosufficiente in grado di
promuovere saperi molari e competenze
che, per la loro alta rappresentatività
culturale, e perciò anche tecnico pratica,
nel settore specifico di riferimento, siano
capaci di modificare significativamente la
mappa cognitiva e la rete delle
conoscenze precedentemente possedute…
G.Domenici, 2002
Simulazione e nuove tecnologie

Le tecniche della “gaming
simulation” per l’apprendimento



Assunzione di ruolo, vincoli ed insieme
di regole, gioco
La simulazione nei processi di
decisione
Simulazione al computer per il
recupero dell’apprendimento
percettivo motorio
Informazione e orientamento


Informazione carente ed eccessiva
Una definizione d’informazione per
ridurre il rumore:


cura del messaggio e caratteristiche del
destinatario
Il difficile incontro tra domanda e
offerta d’informazione
Esigenza, domanda, offerta
Fonti di informazione
Informazione primaria
Informazione secondaria
Informazione elaborata
Affidabilità o leggibilità?
Accedere alle fonti
Adeguata alfabetizzazione
funzionale
Il ruolo delle tecnologie
La tecnologia come supporto
Quali fonti
La scuola come Centro di documentazione
•Raccolta, indicizzazione, archiviazione
dei documenti – Accordi di rete
Le altre strutture:
Informagiovani
Centri per l’impiego
Sistemi informativi formazione, lavoro
Scoprire o riscoprire l’Istat
Certificazioni e portfolio

Strumenti per l’autovalutazione e
per il confronto e trasferimento di
crediti e competenze
Con l’aiuto di programmi comunitari in materia di
educazione, formazione e gioventù, sono stati
messi a punto strumenti comuni di valutazione e
di riconoscimento delle competenze. Tra questi
figurano l’ECTS (European Credit Transfer
Scheme, Sistema europeo di trasferimento di
unità di corsi capitalizzabili), il Supplemento
europeo al diploma (European Diploma
Supplement) nell’istruzione superiore,
l’EUROPASSFormazione (riconoscimento della
formazione professionale in alternanza), la
patente informatica europea (ECDL European
Computer Driving Licence)
Certificazioni e Portfolio


certificazioni e portfoli integrano o sostituiscono le
forme tradizionali di valutazione, caratterizzate da
un giudizio sintetico espresso in codici diversi per
lo più numerici
la certificazione e/o l'autocertificazione consiste
sostanzialmente in una descrizione (spesso
organizzata su livelli) e da una documentazione
esplicitata dei contenuti di apprendimento e delle
abilità acquisite da parte di un soggetto
inoltre


la certificazione è caratterizzata dall’essere
sotto la responsabilità della scuola, riguardare
essenzialmente gli aspetti cognitivi e
comportamentali ed ha come finalità la
dichiarazione esplicitata dei livelli raggiunti
il portfolio è caratterizzato dall'essere
tendenzialmente autogestito, sia pure con un
forte tutorato, dal contenere prodotti, e
dall'avere come finalità la valorizzazione dei
soggetti e lo sviluppo delle loro capacità di
autoanalisi e di orientamento
Sono utili per:


permettere la mobilità dei soggetti nel sistema
sulla base di adeguate informazioni sulle loro
reali competenze
garantire il sistema della formazione (Istituti di
istruzione superiore o Centri di Formazione
Professionale cui passare, Università in cui
entrare) ed il sistema produttivo sui risultati
raggiunti dai singoli, dandone una descrizione
efficace che ne permetta un utile orientamento
Portfolio delle competenze
Commissione Bertagna
Dai 3 ai 18 anni, ogni allievo che frequenta il sistema
educativo di istruzione e di formazione è accompagnato da
un apposito portfolio delle competenze.
Esso comprende la scheda di valutazione e la scheda di
orientamento.
La prima è redatta sulla base delle indicazioni fornite dal
Ministero …..
La seconda è costruita dalle scuole e dai responsabili del
processo educativo seguito dagli allievi, ……
Nel portfolio, gli operatori scolastici, insieme alle
famiglie e ai ragazzi stessi, aggiornano indicazioni e
dati, raccolti in ordine ai seguenti aspetti:
prove scolastiche significative, capaci di descrivere le
più spiccate capacità e competenze dell’allievo, specie
su logico-scientifico-matematico, linguistico espressivo,
storico-sociale
osservazioni dei docenti sui metodi di apprendimento
del ragazzo, …caratteristiche originali….disciplinari e
interdisciplinari….
•commenti su lavori personali ed elaborati significativi, scelti dal
ragazzo in collaborazione con il docente, ritenuti esemplificativi
di attitudini e di risorse personali;
•indicazioni che emergono da un questionario attitudinale
compilato da ciascun studente;
•qualità e attitudini del ragazzo, individuate negli incontri
insegnanti-genitori, anche grazie all’aiuto di appositi questionari;
•indicazioni che emergono da un progetto personale di vita,
elaborato dallo studente e consegnato al docente, relativo alla
sua futura collocazione nella società e in una o più attività
professionali.
La scheda per l’orientamento assume un
particolare significato nei due anni terminali
della scuola media. Occorre mettere in
condizione il ragazzo di effettuare una scelta
tra istruzione e formazione secondarie sulla
base non solo delle competenze acquisite, ma
soprattutto delle capacità rimaste
impregiudicate o sottoutilizzate durante tutto il
periodo della scolarizzazione precedente (nelle
attività scolastiche e di laboratorio).
Le indicazioni che la scuola offre in ordine alla
prosecuzione degli studi non possono, perciò,
limitarsi ad indicare la tipologia degli indirizzi
dell’istruzione o della formazione secondarie più
adatti allo studente, ma dovranno soprattutto
argomentare precise indicazioni di percorso,
coerenti con quanto rilevato nelle varie voci del
portfolio e compatibili con gli interessi, le attitudini
e le capacità del ragazzo.
In tale modo, l’orientamento verso gli istituti
dell’istruzione e della formazione secondarie si
configura come una precisa assunzione di
responsabilità da parte della scuola. Essa
dovrà monitorare, negli anni successivi,
seguendola diacronicamente, in collaborazione
con le scuole successive, la carriera dell’allievo
e verificare se e fino a che punto il consiglio
orientativo espresso sia stato pertinente. Ogni
scuola secondaria di I grado potrà così
migliorare il proprio complessivo know how
orientativo
Lo stesso discorso, con gli adattamenti del caso, si deve
riproporre per i due anni terminali dell’istruzione e della
formazione secondarie, sia per i corsi di Qualifica, al 3°
anno, sia per quelli di Diploma, a tempo pieno o in
alternanza. Viste le caratteristiche di serietà e di rigore
degli accessi all’istruzione e alla formazione superiori, è
importante che i Licei e gli Istituti abbiano acquisito,
durante il percorso, credibilità orientativa agli occhi dei
giovani, cosicché il loro consiglio orientativo finale non sia
tanto percepito come un atto burocratico, ma come la
migliore corrispondenza possibile tra attese e capacità
personali e vincoli di realtà.
Sezione orientamento del Portfolio






materiali prodotti dall’allievo individualmente o in
gruppo, capaci di descrivere paradigmaticamente le più
spiccate competenze del soggetto;
– prove scolastiche significative;
– osservazioni dei docenti e della famiglia sui metodi di
apprendimento dell’allievo,
con la rilevazione delle sue caratteristiche originali nelle
diverse esperienze formative affrontate;
– commenti su lavori personali ed elaborati significativi,
sia scelti dall’allievo (è importante questo coinvolgimento
diretto) sia indicati dalla famiglia e dalla scuola, ritenuti
esemplificativi delle sue capacità e aspirazioni personali;
– indicazioni di sintesi che emergono dall’osservazione
sistematica, dai colloqui insegnanti-genitori, da colloqui
con lo studente e anche da questionari o test in ordine alle
personali attitudini e agli interessi più manifesti.
–
Le prove per l’accesso all’Università
È compito specifico dell’Università
identificare i prerequisiti orientativi che
meglio corrispondono alle esigenze e alle
caratteristiche dei corsi universitari.
È opportuno che l’elaborazione
metodologica e tecnica delle prove coinvolga
i docenti dell’istruzione e della formazione
secondaria.
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