FOCUS CLINICI
LINFEDEMA
Il linfedema è un edema permanente dei tessuti molli (specialmente degli arti),
dovuto ad accumulo di linfa nello spazio interstiziale, conseguente a stasi linfatica.
La stasi linfatica può essere congenita, dovuta a malformazioni fetali che
provocano alterazioni numeriche dei collettori linfatici (linfedemi primari), o
acquisita, cioè legata a un’ostruzione dei dotti linfatici o a una lesione dei linfonodi
distrettuali, che impediscono il drenaggio.
L’aumento della pressione, conseguente alla stasi cronica, determina un
incremento del calibro dei vasi linfatici, che a sua volta produce incontinenza
valvolare con accumulo di linfa nello spazio interstiziale.
Il liquido interstiziale che così si accumula ha un elevato contenuto proteico che,
stimolando un’intensa proliferazione fibroblastica, porta a iperplasia del derma e del
tessuto sottocutaneo, fino a quadri conclamati di edema indurativo, che possono
assumere entità gravemente deformanti (elefantiasi). Nei linfedemi di lunga durata
è frequente la comparsa di lesioni cutanee in forma di eczemi, di ulcerazioni o di
ipercheratosi.
I più frequenti sono i linfedemi secondari a lesioni flogistiche dei vasi linfatici, quale
conseguenza di flebopatie, o quelli provocati da uno ostacolo a livello linfonodale
(parassitario, neoplastico, infettivo).
segue
Elementi di Fisiologia e Scienza dell’Alimentazione – E. Battaglia, D. Noè
Copyright © 2008 – The McGraw-Hill Companies s.r.l.
Linfedema da filariasi (elefantiasi tropicale)
La filariasi è dovuta all’invasione del sistema linfatico, spesso dell’arto inferiore, da
parte di un verme nematode (filaria) che si localizza nelle stazioni linfatiche
distrettuali (Fig. 1).
FIGURA 1
Elefantiasi. (Da: Widmaier et al., 2006.)
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La trasmissione della malattia avviene attraverso varie specie di zanzare. La
filaria provoca linfadeniti distrettuali con sovrapposizione batterica; l’infezione
locale regredisce spesso spontaneamente, anche se le recidive sono
inevitabili. Il perpetuarsi di questi episodi e l’evoluzione verso la
cicatrizzazione provocano sclerosi, blocco linfonodale e comparsa di
linfedema, con interessamento degli arti e dei genitali esterni.
Linfedema traumatico
Si può osservare come conseguenza di ferite superficiali, fratture e contusioni,
che abbiano provocato direttamente o, come complicanza, danni a carico
delle stazioni linfonodali.
Linfedema di origine chirurgica
Rappresenta la conseguenza di interventi oncologici che implicano lo
svuotamento delle stazioni linfatiche drenanti una neoplasia e sono piuttosto
frequenti dopo svuotamento del cavo ascellare per tumori mammari. Con il
tempo, però, si instaurano dei circoli collaterali in grado di vicariare e di
effettuare un discreto drenaggio linfatico locale.
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FOCUS CLINICI
LINFANGITE
La linfangite è un processo infiammatorio acuto a carico dei vasi linfatici,
determinato da un’infezione batterica o dalla diffusione per via linfatica di un
processo neoplastico (linfangite carcinomatosa).
La diffusione batterica interessa anche le stazioni linfonodali, che si presentano
ingrossate, arrossate e dolenti (linfadenite). Sono presenti strie rosse cutanee,
che partono dalla sede d’infezione e proseguono lungo il decorso del vaso
linfatico. La terapia è antibiotica.
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FOCUS CLINICI
COMPLICANZE ASSOCIATE AD AMPUTAZIONE
E POSIZIONAMENTO DI ARTROPROTESI
In seguito all’amputazione di un arto vi può essere la rimozione della
rete linfatica presente a livello della fascia connettivale profonda. Ciò
implica stasi linfatica, linfedema e successiva impossibilità a posizionare
una protesi artificiale.
Per tale motivo è necessario conservare la fascia profonda e i vasi
linfatici in essa contenuti. Inoltre è possibile effettuare specifici massaggi
(linfodrenaggio) o sedute fisioterapiche atti alla riduzione dell’edema del
moncone.
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