I
S.I.C.I. SGR S.p.A.
Novembre 2009
S.I.C.I. Sgr S.p.A.
La Società
Mission
Sviluppo Imprese Centro Italia è la SGR
indipendente del sistema finanziario toscano.
Costituita nell’aprile del 1998, è iscritta
all’Albo tenuto dalla Banca d’Italia ai sensi
del D.Lgs. 58/98.
La società ha per oggetto la gestione di
Fondi Mobiliari Chiusi la cui sottoscrizione è
riservata esclusivamente ad investitori
cosiddetti qualificati.
Base Sociale
Fidi Toscana S.p.A.
MPS Capital Services S.p.A.
Banca CR Firenze S.p.A.
Cassa di Risparmio di Prato S.p.A.
Cassa di Risparmio di S. Miniato S.p.A.
BancaEtruria Scarl
31%
29%
15%
10%
10%
5%
SICI è attiva nel mercato del Private Equity
e del Venture Capital dal 1999 con
l’obiettivo di massimizzare il valore delle
imprese partecipate dai Fondi gestiti in
un’ottica di medio-lungo periodo.
Gli investimenti sono indirizzati a PMI non
quotate facenti parte del sistema economico
e produttivo dell’Italia centrale.
SICI ha effettuato 25 investimenti sia in
settori maturi, ma caratterizzati dal germe
dell’innovazione (moda, alimentare,
produzione agricola), sia in settori
fortemente innovativi (biotech e ICT).
Attualmente SICI gestisce 3 Fondi per un
valore complessivo di circa 134 milioni ed
ha in portafoglio 15 partecipazioni.
2
Venture Capital e Private Equity
L’attività di Venture Capital e Private Equity consiste nell'acquisizione di partecipazioni significative, o
nella sottoscrizione di titoli convertibili in azioni, in imprese non quotate e con elevato potenziale di
sviluppo in termini di nuovi prodotti o servizi, nuove tecnologie, nuove concezioni di mercato.
In un'ottica temporale di medio-lungo termine, l’operatore di VC/PE ha l’obiettivo di realizzare una
plusvalenza dalla cessione della partecipazione detenuta.
Da un punto di vista strettamente terminologico l’attività di private equity, è distinta in funzione della
natura dell’operazione posta in essere, tra venture capital e buy out
Avvio
Venture Capital
Sviluppo
Cambiamento
Private Equity
Buy Out
3
Il ruolo del Private Equity
Il ruolo che l'investimento in capitale di rischio ha in un moderno sistema finanziario è rilevante sotto
numerosi profili:
A) è rilevante per le imprese, in quanto consente di:
1.reperire capitale "paziente", che può essere utilizzato per sostenere la fase di start up, piuttosto che piani di
sviluppo, nuove strategie, nuovi prodotti e nuove tecnologie, acquisizioni aziendali, passaggi generazionali o
altri processi critici del loro ciclo di vita;
2.disporre di know how manageriale che l'investitore mette a disposizione dell'impresa per il raggiungimento
dei suoi obietti di sviluppo. Ciò si traduce, per esempio, nella possibilità di supporto alla crescita esterna
(fusioni e/o acquisizione), attraverso contatti, investimenti, collaborazioni ed altro, con imprenditori dello stesso
o di altri settori. Il socio istituzionale possiede una profonda esperienza basata su una moltitudine di realtà
imprenditoriali diverse ha solitamente esperienza anche in tema di accompagnamento alla quotazione, capacità
preziosa in tale delicato processo e che può essere d'aiuto nel definire il timing e le procedure interne ottimali.
B) rappresenta un elemento riconosciuto ed apprezzato dal mercato, perché, in seguito all’intervento
di un operatore istituzionale, le società partecipate:
 sono incentivate al raggiungimento di determinate performance reddituali a cui sono spesso legate le tranches
di investimento;
 sono stimolate ad integrare la propria struttura con risorse manageriali adeguate;
 si dotano o sviluppano sistemi di budgeting e controllo di gestione;
 producono relazioni periodiche sui risultati raggiunti;
 certificano i bilanci d’esercizio garantendo la correttezza delle informazioni aziendali.
C) contribuisce notevolmente al allo sviluppo del sistema industriale e dell'economia nel suo
complesso: è comprovato che alle imprese partecipate da investitori istituzionali siano riconducibili
performance economiche e finanziarie superiori rispetto alle altre realtà imprenditoriali.
4
La tipologia di operazioni
Seed
L’investitore istituzionale interviene quando non esiste ancora un prodotto ben definito, ma
solo un’idea o un progetto e la validità tecnica del prodotto/servizio è ancora da
dimostrare.
Generalmente non esiste un business plan adeguatamente strutturato e approfondito
Start Up
E’ stato realizzato un prototipo ed in alcuni casi di un brevetto. Esistono le premesse per
avviare un’attività di impresa su basi più solide rispetto al seed financing; la società
esiste, dispone di un management costituito, di un prodotto/servizio già sviluppato e
validato.
Capitale per lo
sviluppo
Investimento in capitale di rischio effettuato nelle fasi di sviluppo dell’impresa, realizzato
attraverso un aumento di capitale e l’acquisizione di quote generalmente di minoranza e
finalizzato ad espandere (geograficamente, merceologicamente, …) un’attività già
esistente.
Replacement
Investimento finalizzato alla ristrutturazione della compagine societaria di un'impresa, in
cui l'investitore nel capitale di rischio si sostituisce, temporaneamente, a uno o più soci
non più interessati a proseguire l'attività.
Buy Out
Turnaround
Investimento finalizzato all'acquisizione del controllo di un'impresa effettuato normalmente
mediante il ricorso prevalente al capitale di debito, che verrà per lo più rimborsato con
l'utilizzo dei flussi di cassa positivi generati dall'impresa stessa.
Operazione con la quale un investitore nel capitale di rischio acquisisce un’impresa in
temporanea difficoltà, al fine di riorganizzarla, ristrutturarla o ridurne l’ambito di attività
allo scopo di rendarla nuovamente profittevole.
5
Il mercato italiano del
Private Equity e del Venture Capital
Distribuzione delle operazioni per tipologia di intervento- evoluzione 2002/2008
(mnl di euro)
Seed / Start up
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
65
2,5%
59
1,9%
23
1,6%
30
1,0%
28
0,8%
66
1,6%
115
2,1%
Expansion
811
30,9%
572
18,9%
426
28,8%
385
12,6%
1.013
27,2%
641
15,3%
796
14,6%
Replacement
205
7,8%
133
4,4%
83
5,6%
221
7,2%
165
4,4%
50
1,2%
1.636
30,0%
1.534
58,4%
2.258
74,4%
916
61,9%
2.401
78,3%
2.444
65,5%
3.295
78,5%
2.869
52,6%
11
0,4%
11
0,4%
31
2,1%
28
0,9%
81
2,2%
145
3,5%
41
0,8%
Buyout
Turnaround
2.626
100,0%
3.033
100,0%
1.479
100,0%
3.065
100,0%
3.731
100,0%
4.197
100,0%
5.457
100,0%
Fonte: AIFI
6
Il mercato italiano:
Focus 2008
4000
145
3500
160
Numero
140
2.869
3000
2500
2000
A mmo ntare (mln)
120
100
113
88
1.636
1500
60
837
1000
500
80
40
115
26
0
20
0
Early stage
Expansion
Buy out
Replacement
Investimenti totali Italia 2008: € 5.457 mln
Fonte: AIFI
7
Fasi
di vita delle
imprese e
La società
di Gestione
del Risparmio
ammontare investimenti 2008 di PE e VC
EV
Replacement
Buyout
Sostegno al cambiamento
della compagine sociale
Acquisizione maggioranza
con ricorso alla leva
Expansion
Finanziamento dello
sviluppo
82,6%
Turnaround
Sostegno al rilancio delle
Imprese in crisi
’Seed – Start up
Finanziamento prime fasi
di avvio dell’impresa
14,6%
Fondo Rilancio e Sviluppo
Fondo Toscana Venture
Fondo Centroinvest
0,8%
2,1%
t
Fondo Toscana Innovazione
Fonte dati: AIFI
2
2 8
Il mercato italiano 2008:
Distribuzione geografica degli investimenti
2008 - distribuzione geografica del numero di investimenti.
Centro
23%
Sud e Isole
3%
Nord
65%
Estero
9%
2008 - distribuzione regionale del numero di investimenti
120
105
100
80
60
46
40
29
29
27
26
26
29
23
20
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rd
ia
0
Fonte: AIFI
9
PMI e Private Equity:
investimenti per classe
di fatturato e dipendenti
2008 - distribuzione % del num ero di investim enti per fatturato
35%
31%
30%
PMI 67%
25%
22%
20%
14%
15%
11%
11%
11%
10%
5%
0%
0-2
2 - 10
10 - 30
30 - 50
50 - 250
> 250
2008 - distribuzione % del numero di investimenti per classe di dipendenti
35%
30%
29%
26%
25%
PMI 71%
20%
15%
12%
10%
6%
4%
5%
Fonte: AIFI
12%
11%
0%
0 - 19
20 - 99
100 - 199
200 - 249
250 - 499
500 - 999
> 1.000
10
Il processo di investimento 1/2
Individuazione
opportunità
d’investimento
Le opportunità di investimento vengono presentate dal network dei nostri Soci o sono
individuate dalla struttura interna attraverso contatti con i consulenti delle PMI, mediante
i rapporti sviluppati con singoli imprenditori, attraverso i data base di istituzioni pubbliche
o private o mediante la partecipazione a fiere e manifestazioni di diversi settori industriali
Primo
contatto
L’impresa proponente si presenta tramite un company profile e un piano industriale di
sintesi. Illustra i propri programmi di sviluppo.
Analisi
preliminare
La struttura interna svolge le prime analisi finanziarie sui dati storici e prospettici, sul
mercato di riferimento, sulle forze competitive, sul modello di business adottato.
Lettera
d’intenti
In caso di interesse, viene stipulata una lettera di intenti non vincolante che definisce le
linee guida dell’intervento (struttura finanziaria, governance, valore di impresa). La
stipula della lettera di intenti consente al Fondo di ottenere un periodo di esclusiva.
Istruttoria
dell’operazione
La struttura interna, normalmente in collaborazione con una delle strutture dei Soci,
redige un investment memorandum.
Il documento contiene tutte le informazioni ritenute necessarie ad una consapevole
valutazione dell’investimento (descrizione dell’azienda, della sua organizzazione, swot
analisis, dati storici, piano industriale, descrizione del mercato e delle forze competitive,
struttura dell’operazione, governance, rendimento atteso dell’investimento).
11
Il processo di investimento 2/2
Giudizio di
merito
Giudizio del
C.d.A.
Il Comitato Tecnico, organismo costituito da 5 membri (DG della SGR e 4 membri
nominati dai Soci), sulla base dell’investment memorandum, formula un parere
obbligatorio, ma non vincolante sulla proposta di investimento a beneficio del CdA della
Sgr.
Nel caso degli investimenti proposti al Fondo Toscana Innovazione, il giudizio del Comitato
Tecnico è preceduto dal parere del Comitato Scientifico.
Il CdA delibera in merito all’opportunità di investimento sulla base dell’investment
memorandum, anche tenuto conto del parere dei Comitati Tecnici.
Due
Diligence
Oltre alle due diligence contabile, fiscale e legale, alcuni investimenti possono richiedere
l’espletamento di due diligence di business, tecnologiche e ambientali.
Closing
Nel caso in cui dall’attività di due diligence non emergano elementi tali da stravolgere le
considerazioni svolte nella fase istruttoria, l’investimento viene perfezionato con la stipula
del contratto di investimento. Tale contratto include i patti parasociali che, tra l’altro,
disciplinano la governance, i diritti di informativa del socio finanziario, le materie
sottoposte a veto e le modalità di way out.
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Il disinvestimento
Quotazione
La quotazione (IPO) su mercati regolamentati italiani o esteri rappresenta l’exit
preferenziale dell’investitore finanziario.
Per le PMI italiane, dal settembre del 2007 è attivo il Mercato Alternativo del Capitale,
mentre è recentemente nato l’AIM Italia “il mercato di borsa italiana per i leader di
domani”. Si tratta di un circuito particolarmente interessante per la PMI nato da
un’esperienza di successo del mercato londinese sul quale sono attualmente quotate
1.550 società.
Secondary
buy out
Cessione della partecipazione ad un altro investitore istituzionale quali fondi specializzati
(in particolare, in settori ad elevata tecnologia) o a fondi di maggiori dimensioni in grado
di alimentare ulteriori percorsi di sviluppo.
Buy Back
Trade Sale
Riacquisto di azioni proprie da parte di una società (esercizio del diritto di recesso).
Utilizzato comunemente anche per definire il riacquisto delle azioni possedute
dall'investitore nel capitale di rischio da parte degli altri soci.
Cessione della partecipazione ad un acquirente industriale, determinato all’acquisto in
virtù di una motivazione strategica
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Fondo Toscana Innovazione
Tipologia
Tipico fondo chiuso di Venture Capital
Obiettivo
Obiettivo del Fondo è quello di realizzare plusvalenze derivanti dall’investimento in
Piccole e Medie Imprese di cui esiste solo un'idea o che sono state appena avviate – la
cosiddetta fase dell'early stage, dal seed allo start up – ma anche in quelle imprese
che già esistono, che vogliono crescere e che decidono di dare vita a nuovi sviluppi
industriali.
Target
Il Fondo è destinato ad imprese:
attive in settori ad alto contenuto tecnologico e/o innovativo, o che stiano
sviluppando innovazioni di prodotto o processo;
operanti nel territorio della Toscana, o che abbiano in programma un investimento
finalizzato all’insediamento nella Regione;
che propongano progetti con un forte potenziale di crescita ed elevata redditività
prospettica.
Durata e
Dimensione
45 milioni / 12 anni
Sottoscrittori
40% Regione Toscana; 53% Fondazioni bancarie; 4% Fidi Toscana; 3% altri investitori
Dimensione
Investimenti
Da 0,5 a 4,5 mln (erogazioni massime per singolo investimento pari a 1,5 mln annui)
Durata
Investimento
Da 3 a 7 anni
14
Fondo Toscana Innovazione
le operazioni esaminate
e gli investimenti effettuati
Autorizzato da Banca d’Italia nel gennaio 2008, il Fondo Toscana Innovazione ha terminato
la raccolta ed è divenuto operativo nel secondo semestre dello stesso anno.
Sono stati esaminati circa 80 progetti proposti da imprese innovative toscane appartenenti
ai seguenti settori:
Altro
16
M eccanica
9
Life Sciences
28
ICT
Energie
rinnovabili
20
7
Il Fondo Toscana Innovazione ha già realizzato 4 investimenti (Digitart-domotica, Proterabiotecnologie, Toscana Biomarkers-diagnostica, Siena Solar Nanotech-fotovoltaico a film
sottile).
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Crisi d’impresa e
strumenti finanziari
La crisi globale che ha colpito in questi ultimi mesi il mondo economico e finanziario internazionale rischia di
impattare in modo preoccupante sull’economia italiana caratterizzata da un quadro molto fragile, dominato
da produzioni industriali tradizionali e a basso contenuto tecnologico e da imprese del terziario troppo
frammentate e de-specializzate.
Il quadro toscano sembra delineare profili di crisi ancora più marcati: la dimensione pulviscolare delle
imprese, gli assetti proprietari radicati nell’ambito familiare che impediscono capitalizzazione adeguata e
gestione manageriale delle aziende, costituiscono un ulteriore motivo di debolezza in questo contesto di
grande difficoltà. Sostenere il sistema delle PMI nell’attuale eccezionale fase congiunturale significa agire
sotto più profili di intervento:
1) incremento dei Fondi di Garanzia a sostegno delle fonti destinate a finanziare gli investimenti e,
soprattutto, l’attivo circolante, in considerazione delle scorte di magazzino accumulate e delle crescenti
difficoltà di incasso dei crediti verso clienti;
2) nascita di un Fondo Mobiliare che operi attraverso investimenti nel capitale di rischio di PMI locali, in
grado di agire anche in “situazioni speciali”.
Un Fondo con tali caratteristiche può rappresentare un’alternativa credibile e conveniente rispetto alla
liquidazione delle imprese in crisi; preservando l’azienda, la sua storia, il know-how accumulato, la sua
presenza locale ed internazionale, è possibile:
•un migliore e/o più rapido ricupero dei crediti vantati da parte di banche e fornitori;
•salvaguardare i livelli occupazionali e l’indotto;
•mantenere la continuità di fornitura del prodotto/servizio offerto a beneficio del mercato.
16
Il Turnaround in Italia:
lo scenario è maturo
Lo scenario italiano sembra essere ormai maturo per lo sviluppo su
larga scala di operazioni di Turnaround a causa della particolare
combinazione di situazioni favorevoli dal punto di vista sia del
contesto economico che di quello normativo.
Sotto il profilo economico, in Italia e in Toscana, esistono numerose
imprese che:
• hanno ottimi trascorsi industriali, ma hanno effettuato
investimenti eccessivi rispetto all’attuale situazione congiunturale;
• non dispongono di management adeguato;
• faticano a perfezionare il passaggio generazionale;
•hanno scarsa dotazione di capitale e ricorrono massicciamente a
forme di finanziamento a breve, anche per far fronte ad
investimenti di lungo periodo;
• operano in mercati interessanti e con modelli di business
convincenti, ma risultano orfane, perché non più stategiche
all’interno del gruppo di appartenenza, o in difficoltà, perché
coinvolte nel dissesto finanziario del gruppo stesso.
CRISI
“pericolo e opportunità”
Inoltre, i crediti in sofferenza detenuti dalle banche verso le
imprese sono in notevole crescita e spesso sono gestiti in un’ottica
inefficiente di realizzo.
17
Il Turnaround in Italia:
lo scenario è maturo
La legge sul fallimento del 1942 aveva adottato un modello di tipo “sanzionatorio-afflittivo” essendo concepita
come una procedura di soddisfazione dei creditori attraverso il sequestro e la vendita di capitali fisici con valore
stabile e oggettivamente accertabile.
Quel mondo non esiste più: i valori delle imprese sono in parte sempre maggiore costituiti da beni immateriali
(marchi e know how sul prodotto, logistica, organizzazione aziendale) che si disperdono rapidamente se
l’impresa si arresta; l’unico modo per salvare, almeno in parte, le stesse pretese dei creditori è di assicurare la
continuità dell’impresa e dei suoi valori.
La recente legislazione italiana ha mutato fortemente lo scenario adottando un modello “contrattualistico” volto
all'impresa ed al suo risanamento. Lo scopo è quello di intervenire in anticipo, e cioè, prima che la crisi
aziendale assuma caratteristiche patologiche ed irreversibili. Un ruolo sempre più importante assumono
l'imprenditore e gli organi societari, nonché tutti gli strumenti idonei ad attuare un'emersione tempestiva della
crisi e volti alla riconquista di normale gestione dell'azienda.
18
Fondo “Rilancio e Sviluppo”:
crisi aziendale e livello di interesse
Fattori che
generano la crisi
Livello di
interesse
Tipologie
Inadeguata capacità del management soprattutto
pianificare e mettere in atto le strategie aziendali
nell’elaborare,
Errate strategie commerciali e di vendita
Fattori
endogeni
Eccessiva struttura dei costi rispetto al volume di affari
Overtrading (crescita esponenziale del fatturato che genera squilibri
finanziari)
Big Project (operazioni straordinarie non attentamente valutate e
acquisizioni fallite)
Cambiamenti radicali nella struttura della domanda
Fattori
esogeni
Incremento del livello competitivo del settore
Variazioni nelle dinamiche dei prezzi
Cambiamenti radicali nella tecnologia
Alto
Basso
19
10
Fondo “Rilancio e Sviluppo”:
Il modello opertivo
Investitori
Banca
Depositaria
Mandato di gestione
Conferiment
dei fondi
o
Fondo
Rilancio e Sviluppo
Gestione
SICI SGR
Ricerca opportunità di
investimento
Check up iniziale
Parere vincolante Comitato
Tecnico
Mandato di gestione operativa
Task force
operativa
AZIENDA
Procedura
Concorsuale
Piano di risanamento
NEW Co.
OLD Co.
(liquidazione)
20
Contatti
Sviluppo Imprese Centro Italia sgr S.p.A.
Via A. Scialoia, 47 - 50136 FIRENZE
Tel 055-24.98.529 - Fax 055-24.98.597
www.fondisici.it
21
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