LA GROTTA DEI VALLICELLI (Monte San Giacomo, SA) M. Piperno
Scavi condotti in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica di Salerno, Avellino e Benevento
La Grotta dei Vallicelli si apre alle pendici del Monte Cervati, a
1200 m di quota, a pochi chilometri dal comune di Monte San
Giacomo (SA).
La scoperta di un deposito preistorico, conservato sul talus esterno e
all’interno
della cavità, è stata effettuata nel luglio 1999, nel corso delle
ricognizioni condotte dalla Cattedra di Paletnologia dell’Università
di Napoli “Federico II”. Il rinvenimento in superficie di alcuni
frammenti di ceramica di impasto, attribuibili all’età del Bronzo,
suggerì l’apertura di un sondaggio di limitata estensione, e di un
successivo scavo che venne condotto nel luglio del 2000.
La Grotta dei Vallicelli presenta un importante deposito
archeologico dello spessore di diversi metri e con un’estensione
valutabile in diversi metri cubi di sedimenti nell’area antistante la
cavità.
La porzione superiore della sequenza stratigrafica finora
individuata è caratterizzata da un deposito di circa 40 cm di
spessore di terreno scuro, misto ad abbondante pietrisco e blocchi di
frana provenienti dal disfacimento di parte della volta della cavità,
in cui sono stati rinvenuti abbondanti materiali fittili di impasto,
insieme a numerosi scarti e manufatti di selce riferibili all’età del
Bronzo antico, all’Eneolitico e ad una facies del Neolitico medio.
Al di sotto di questo livello si osserva la presenza di un deposito
argilloso, di colore giallo-bruno, privo di pietrisco, riferibile alla
fine del Pleistocene superiore. In esso è conservata, con frequenza
crescente verso la sua porzione inferiore, abbondante industria litica
riferibile ad un Musteriano di tecnica Levallois, associata a resti di
fauna (denti e frammenti di diafisi intenzionalmente scheggiate per
l’estrazione del midollo), rappresentata soprattutto da capriolo
(Capreolus capreolus) e cervo (Cervus elaphus).
Il Monte Cervati
La Grotta dei Vallicelli
LA GROTTA DEI VALLICELLI (Monte San Giacomo, SA)
M. Piperno
La serie olocenica si collega, con i suoi materiali più tardi, ai
resti del Bronzo antico della vicina Grotta del Pino nel comune
di Sassano (SA), mentre i materiali riferibili all’Eneolitico e al
Neolitico medio prolungano ad epoche assai più antiche del
previsto le testimonianze di presenza umana in quest’area del
Parco, fino ad un altitudine raramente interessata, in altre parti
d’Italia, da una simile evidenza archeologica. La presenza di
ossidiana, la cui origine non è stata ancora analizzata, indica
inoltre una ramificazione dei contatti tra aree interne e costiere
di questa parte dell’Italia centrale, assai più intensa di quanto
finora presumibile.
Altrettanto si può dire per il complesso musteriano di tecnica
Levallois rinvenuto nel deposito pleistocenico, che rappresenta
finora la prima segnalazione di industrie in stratigrafia e
associate ad un contesto paleontologico, riferibili al Paleolitico
medio nel versante più orientale del Parco.
L’insieme è attribuibile, soprattutto in considerazione della
quota piuttosto alta alla quale si apre la cavità (circa 1200 m),
ad una fase relativamente temperata del W rm antico, tra circa
50.000 e 40.000 anni fa. I suoi confronti più immediati possono
essere preliminarmente effettuati con i livelli più antichi della
Grotta di Castelcivita, con datazione Carbonio 14 a circa 40.000
anni.
Industria litica musteriana
Bibl.
Piperno M. (a cura di) 2001, La Preistoria alle falde del Monte
Cervati, Finiguerra Arti Grafiche, Lavello.
Ceramica della media età del Bronzo
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