LA RELAZIONE D’AIUTO
Incontro tra due persone di cui:
UNA
si trova in condizione di
sofferenza/conflitto/confusione/disabilità…
di bisogno
L’ALTRA
non è direttamente coinvolta, sul piano
emotivo e personale, rispetto allo stesso
problema ed è disposta a un’interazione
empatica.
(Rogers, 1970)
LA RELAZIONE PROFESSIONALE D’AIUTO
nell’assistenza infermieristica, medica, psicologica
Relazione professionale tra due persone di cui:
UNA
si trova in condizione di
sofferenza/conflitto/confusione/disabilità… di bisogno,
per il quale presenta e può esprimere necessità o
richiesta di aiuto
L’ALTRA
 Possiede competenze tecniche utili ad affrontare il problema
 Non è direttamente coinvolta, sul piano emotivo e personale,
rispetto allo stesso problema
 E’ disposta ad instaurare una interazione empatica, della quale
è in grado di governare con consapevolezza i processi essenziali
FRA LE DUE
si stabilisce un “contratto”, esplicito o implicito, di
aiuto professionale
Alcuni “distinguo” essenziali
 La necessità e la richiesta (Bisogno VS domanda espressa)
 Il contratto
 Il setting relazionale
 L’empatia (sintonia, risonanza, simbiosi)
 L’interazione e la fusione
 Relazioni personali e relazioni professionali
 I “sé” e il grado di consapevolezza
LA RELAZIONE D’AIUTO
NELLA PROSPETTIVA INFERMIERISTICA
Il contributo di Carl ROGERS
la relazione come potenzialità terapeutica che si manifesta in
un “caldo” interesse verso l’assistito attraverso:
• EMPATIA (comprensione dell’altro, di ciò che prova e come
vive l’esperienza di malattia)
• CONSIDERAZIONE POSITIVA (interesse verso il pz. e il
suo valore come persona)
• ACCETTAZIONE INCONDIZIONATA (atteggiamento
non valutativo, privo di qualsiasi giudizio, dell’operatore)
ELEMENTI PER UNA EFFICACE
RELAZIONE D’AIUTO
• analisi della disposizione personale
dell’operatore d’aiuto
Quali dimensioni del sé rendono
efficace colui che aiuta?
• articolazione di un apparato tecnicometodologico
Quali abilità si traducono in compiti di aiuto?
ELEMENTI PER UNA EFFICACE
RELAZIONE D’AIUTO: disposizioni dell’operatore
• GENUINITA’/SPONTANEITA’
(congruenza tra ciò che si pensa, si fa, si è)
• ACCETTAZIONE INCONDIZIONATA
• COMPRENSIONE EMPATICA
(contenuti e comp. non verbale)
l’operatore sviluppa la competenza responsiva, cioè la
capacità di accoglienza (ecologia relazionale, componente
femminile).
ELEMENTI PER UNA EFFICACE
RELAZIONE D’AIUTO: disposizioni dell’operatore
L’approccio di CARKHUFF:l’orientamento all’azione
Aggiunta, alla triade rogersiana, di “variabili” di blanda
iniziativa (componente maschile)
• CONFRONTO (atteggiamento di contrapposizione ad aspetti
del comportamento - incoerenze, distorsioni, giochi relazionali,
evasioni -)
• IMMEDIATEZZA o relazione mutuale (es. di modeling)
ELEMENTI PER UNA EFFICACE
RELAZIONE D’AIUTO: abilità di aiuto
PRESTARE ATTENZIONE PER COINVOLGERE
Attenzione fisica - Osservazione - Ascolto
RISPONDERE PER FACILITARE L’ESPLORAZIONE
al Contenuto - ai Sentimenti - ai Significati
PERSONALIZZARE PER FACILITARE LA
COMPRENSIONE E L’INTERIOPRIZZAZIONE
INIZIARE L’AZIONE
IL PROCESSO DI AIUTO: UNA SINTESI
Grazie alle abilità interpersonali di aiuto
(Attenzione, Rispondere, Personalizzare,
Iniziare - ARPI -)
gli operatori possono entrare in contatto con lo
schema di riferimento dei pazienti e fare in
modo che si impegnino nei processi
intrapersonali
attraverso i quali si realizza l’aiuto
(Esplorazione, Comprensione, Azione - ECA -)
LA COMPETENZA RELAZIONALE
La competenza comunicativa e relazionale nella medicina in
generale, nell’assistenza in particolare, consiste nella
capacità degli operatori di esplorare il vissuto dell’AGENDA
del paziente.
L’agenda (Levenstein e Brown, 1986) descrive il vissuto di
malattia portato dal paziente all’operatore. Non esiste al di
fuori della relazione con il curante, in quanto è ciò che il pz.
porta con sé nel momento in cui richiede l’intervento del
medico, dell’infermiere, dell’operatore.
INTERAZIONI OPERATORE-PAZIENTE
OPERATORE
Aspettative:
PAZIENTE
Aspettative:
•essere un buon genitore
•liberarsi dal dolore
•essere un missionario
•essere accettati e amati
•essere al di sopra delle parti
•poter condividere
Timori e paure:
Timori e paure:
sentirsi piccoli e impotenti
•
paura dell’errore e del dolore
•
paura di far male
•
essere criticati o puniti
•
essere abbandonati
•
RELAZIONE D’AIUTO E OBIETTIVO
AUTONOMIZZANTE NELL’ASSISTENZA
Attenzione ai meccanismi attraverso i quali funzionano
MOTIVAZIONI E AZIONI UMANE:
•LA PREVISIONE (controllo anticipatorio basato su
aspettative sulla situazione e sul risultato delle proprie
azioni)
•L’AUTOEFFICACIA (convinzione nelle proprie capacità
di organizzare e realizzare le azioni necessarie al
raggiungimento dei risultati prefissati)
IL COPING
Tentativo comportamentale e cognitivo messo in atto per far
fronte ad una particolare condizione percepita come stressante
(Lazarus e Folkman, 1984)
CORRELATO CON
• ANSIA
• BENESSERE PSICOLOGICO
> ansia
• PERCEZIONE DI CONTROLLO
(“Locus of control”)
< utilizzo di strategie
basate sull’analisi
della situazione
> benessere e controllo
> utilizzo di strategie di tipo
attivo
STRATEGIE DI COPING
Strategie indirizzate verso la soluzione del problema
(riconcettualizzazione, modifica della situazione, …
Strategie focalizzate sulle emozioni (preoccupazione
per se stessi, reazioni fantastiche, …)
Strategie di evitamento:
• distrazione con altre attività
• ricerca di rapporti con altre persone (diversione
sociale)
EMPOWERMENT
‘accrescere in potere'
con riferimento alla percezione di controllo sulla propria vita e
alla partecipazione piena alla vita della comunità.,
“Forza" della prospettiva teorica e pratica
dell'empowerment è
l’attenzione alle risorse personali del soggetto.
EMPOWERMENT
Un soggetto debole, dipendente, passivo, rassegnato, pessimista,
con scarsa fiducia nelle proprie capacità, caratterizzato da un
"locus of control" esterno (Rotter 1966; 1975) è disempowered.
Il sistema di valori della persona empowered, per converso,
include quelli tipici dell'assertività: la dignità personale, la
libertà e l'autonomia, il rispetto di sé e degli altri (che
contempla la possibilità di uno scambio critico e conflittuale).
Favorire l’empowerment ha a che fare con il conferimento di potere (il
potenziamento degli individui), con l'idea di mettere in grado, rafforzare il
soggetto che sta prendendo in mano la sua vita, favorendo la sua acquisizione
personale di potere (Rappaport 1977; 1981; Kiefer 1982; 1984; Francescato
1996) e di benessere psicologico.
EMPOWERMENT
Processo attraverso il quale una persona, in condizioni di vita
particolari, prende coscienza, attraverso azioni concrete
sostenute da una comunità organizzata, della sua possibilità di
esercitare un maggiore controllo sulla propria vita e sul contesto
sociale in cui è inserita”.
La coscienza di esercizio effettivo di controllo produce il sentimento
di autoefficacia, la percezione di sé come soggetto in grado di
produrre i propri obiettivi.
All'interno di un'azione, impegnata sulle caratteristiche interne dei
soggetti e contemporaneamente su quelle del loro contesto di vita
(Francescato 1996), possiamo precisare e articolare il processo di
empowerment del soggetto nei termini di un processo di
trasformazione e ristrutturazione della relazione del soggetto con
l'ambiente.
AUTOEFFICACIA
Il senso di autoefficacia riguarda le convinzioni
delle persone circa le proprie capacità di eseguire
il corso di azioni necessario a raggiungere un
risultato desiderato.
Le convinzioni di efficacia regolano il
funzionamento umano influenzando i processi
principali alla base dell’azione:
 i processi cognitivi
 i processi motivazionali
 i processi affettivi
 i processi di scelta
RUOLO DELL’AUTOEFFICACIA
Gestione degli stressor.
Attivazione di sistemi biologici che modulano il
benessere psicofisico.
Funzione di controllo diretto sugli aspetti
comportamentali modificabili della salute.
Le convinzioni di autoefficacia influiscono su:
• considerazione dell’idea di cambiare le proprie
abitudini rilevanti per la salute;
• disponibilità della motivazione e della perseveranza
richiesti per cambiare nel caso in cui si decidesse
di farlo;
• costanza con cui vengono mantenuti i cambiamenti
di abitudine ottenuti.
ALTA AUTOEFFICACIA
Chi ha un’autoefficacia alta:
- Persevera nei tentativi di raggiungere un
obiettivo
- Attribuisce l’insuccesso a scarso impegno o
a condizioni avverse
- E’ capace di affrontare gli stressors
ambientali
- Ha obiettivi ambiziosi
- Raggiunge successi personali
- Ha bassi livelli di stress
- E’ poco vulnerabile alla depressione
BASSA AUTOEFFICACIA
Chi invece ha una bassa autoefficacia:
-Tende ad evitare attività difficili
- Riduce il suo impegno e rinuncia
facilmente di fronte alle difficoltà
- E’ lento a recuperare il senso di
autoefficacia in seguito ai fallimenti e
alle delusioni
- Attribuisce alle sue scarse capacità la
mancanza di risultati
- E’ facile preda dello stress e della
depressione
AUTOREGOLAZIONE
La modificazione dei comportamenti richiede anche lo
sviluppo di abilità autoregolative.
L’autoregolazione opera attraverso un set di
sottofunzioni psicologiche che devono essere sviluppate
e mobilizzate:
 auto-osservazione e automonitoraggio delle attività
 definizione obiettivi intermedi realistici
 sviluppo strategie e incentivi automotivanti
L’autoregolazione è influenzata dall’autostima, dal
concetto di sé, dai valori e dalla self-efficacy.
Sviluppo dell’autoefficacia
* LA REGRESSIONE COMPORTA DIPENDENZA
-LA RINUNCIA ALLA POSIZIONE DI ADULTO
AUTOSUFFICIENTE
-LA RICERCA DI SOSTEGNO (PARENTI, FIGURE
SANITARIE …)
* LAVORARE SUL VISSUTO DI AUTOSUFFICIENZA
-RAFFORZARE LA CONVINZIONE CHE SI PUO’ FARE DA
SOLI
-VICARIARE IL CONTATTO DIRETTO CON L’AZIONE A
DISTANZA
L’ ASSISTENZA
CENTRATA SUL PAZIENTE
DIAGNOSI DI
MALATTIA
IMPOSTAZIONE DI
TRATTAMENTO
ASSISTENZA “DISEASE CENTRED”
Caratteri del paradigma:
alta predittività - efficacia
riduzione della varianza
obiettivazione semplificante
ASSISTENZA “PATIENT CENTRED”
DIAGNOSI DI MALATTIA
Segni e sintomi obiettivi
Confronto-integrazione
VISSUTO DI MALATTIA del paziente
Impostazione-valutazione
TRATTAMENTO TERAPEUTICO
Alleanza diagnostica, consenso informato, alleanza
terapeutica, compliance, qualità della cura
L’”AGENDA” DEL PAZIENTE
4 categorie all’interno dell’organizzazione
dell’agenda:
1. IDEE, INTERPRETAZIONI , FRAME DI
MALATTIA riguardo a ciò che non va
2. SENTIMENTI DEL PAZIENTE rispetto alla
malattia, soprattutto la PAURA di essere ammalato
3. CONTESTO E CONSEGUENZE della malattia e
della terapia rispetto alla vita del paziente
4. ASPETTATIVE E DESIDERI riguardo a ciò che
dovrebbe essere fatto nei suoi confronti
… il paziente lancia dei segnali
che rimandano alla sua agenda ...
• PROMPTS
• CUES
Suggerimenti
Indizi
TERMINI SU CUI IL PZ. MODIFICA
(ACCENTUA) IL TONO DI VOCE
ARGOMENTI INTRODOTTI DAL PZ. E
SVINCOLATI DAL CONTESTO
TEMI REITERATI SOPRATTUTTO AL
TERMINE DELLA VISITA
OBIETTIVI SPECIFICI
di un approccio “patient centred”:
• esplorare le idee, le interpretazioni, il
frame di malattia del paziente
• comprendere i sentimenti del paziente e
garantirgli il comfort
• conoscere il contesto e le conseguenze
della malattia per il paziente
• indagare le aspettative e i desideri
rispetto alla visita
SCOPI DELLA COMUNICAZIONE IN
MEDICINA:
RACCOGLIERE INFORMAZIONI
DAL PAZIENTE
EDUCARE IL PAZIENTE
COSTRUIRE UNA RELAZIONE
CON IL PAZIENTE
LE PRINCIPALI CAPACITA’ E
TECNICHE DI COMUNICAZIONE (1)
RACCOGLIERE INFORMAZIONI DAL PAZIENTE
Questioning skills:
• domande aperte dirette
Cosa ne pensa della malattia?
• domande aperte indirette
Mi dica di più di questo dolore ...
• domande stimolo
Da dove vogliamo partire?
• domande chiuse
Ha capogiri al mattino? Il dolore aumenta quando respira?
• tecniche di eco
Ero così spaventato … Spaventato?
• domande concatenate
Ha più un senso di vertigine o le girava la testa? diminuiva stando
a letto? e alzandosi come andava?
Active listening skills:
• silenzio
• facilitatori paraverbali (… sì, mmhh …)
LE PRINCIPALI CAPACITA’ E
TECNICHE DI COMUNICAZIONE (2)
RESTITUIRE INFORMAZIONI AL PAZIENTE
Reflection skills:
• espressioni empatiche
Credo che sia stata una giornata difficile per lei …
• interventi di legittimazione
Tutti sarebbero altrettanto spaventati
• interventi di supporto
Vorrei essere certo che sappia di poter contare su di me
Checking skills:
• “io ho capito questo”
- PARAFRASI
Se ho capito bene mi ha detto che il dolore al petto è
scomparso spontaneamente
- BREVI RICAPITOLAZIONI
dunque abbiamo detto del dolore opprimente, dopo
mangiato, proprio dietro allo sterno
• “io ho detto questo”
- BREVI RICAPITOLAZIONI
allora le ho detto: tre pastiglie al giorno, la prima a cena
LE PRINCIPALI CAPACITA’ E
TECNICHE DI COMUNICAZIONE (2 segue)
RESTITUIRE INFORMAZIONI AL PAZIENTE
Checking back skills:
• feedback
E’ tutto chiaro?
Mi segue?
• focusing
- CATEGORIZZAZIONI
Adesso le spiego come assumere la pastiglia
MODALITA’ COMUNICATIVE NELLA
RELAZIONE D’AIUTO (segue)
RISPOSTA DI VALUTAZIONE O DI GIUDIZIO MORALE
Consiste nel far riferimento a norme e valori. Si esprime
con: messa in guardia, approvazione, disapprovazione,
invito a pensare in questa o quell’altra maniera,
allusione a criteri considerati veri dall’intervistatore.
RISPOSTA INTERPRETATIVA
L’operatore pone l’accento su questo o quel punto da lui
giudicato essenziale. In questo modo l’operatore
proietta il proprio modo di comprendere, la sua scelta
personale, producendo necessariamente una distorsione
del pensiero del soggetto che ha parlato.
RISPOSTA INQUISITIVA
Consiste nel porre domande per ottenere ulteriori
risposte giudicate indispensabili per comprendere la
situazione.
MODALITA’ COMUNICATIVE NELLA
RELAZIONE D’AIUTO (continua)
RISPOSTA DI SUPPORTO
Apporta o vuole apportare incoraggiamento,
consolazione, comprensione. Si cerca di fornire
rassicurazioni, di consolare l’altro minimizzando
l’importanza della situazione, tentando di evitare
nell’altro reazioni eccessive (sdrammatizzare).
RISPOSTA “SOLUZIONE DEL PROBLEMA”
Consiste nel proporre un’idea per uscire dalla situazione.
In realtà ciò che viene proposta è la soluzione
dell’operatore se si fosse trovato in quella situazione.
RISPOSTA DI RIFORMULAZIONE
E’ un intervento dell’operatore che consiste nel ridire in
altre parole e in maniera più concisa e chiara ciò che
l’altro ha appena detto, in modo che l’operatore ottenga
l’accordo da parte di quest’ultimo.
Caso 1 - Ragazzo di 20 anni (voce scoraggiata, sommessa)
Anche oggi devo sopportare tutto questo; altra terapia, medicine e poi tanto sto male
lo stesso. I miei genitori sono molto premurosi, vengono a trovarmi un sacco di
amici, anche lei ed il medico siete sempre gentili, ma io sono stufo, non ne posso più.
Di notte non riesco a dormire perché sono tormentato da tanti pensieri; ma perché
doveva capitare proprio a me?
Risposte:
1. Nessuno sa perché. La causa della sua malattia è tuttora sconosciuta, ma la ricerca
fa molti progressi in questo campo.
2. Non si deve abbattere. Sapesse quanti casi come il suo ci sono; si faccia coraggio e
continui a lottare.
3. Riesce a spiegarmi cosa prova in questo momento? Forse potremmo avere un’idea
più chiara su quello che non va.
4. Questo momento deve essere proprio duro per lei; nonostante le attenzioni che
riceve da noi tutti la terapia sembra che non dia alcun beneficio e le notti insonni
devono essere un vero tormento.
5. Dovrebbe fidarsi un po’ di più delle persone che le stanno vicino; si rende conto
anche lei che stiamo cercando di fare il possibile per aiutarla.
6. Probabilmente ritiene che ci sia un motivo che chiarisca perché è capitato a lei.
Provi a parlarmene.
Caso 2 - Uomo di 60 anni (voce ingenua, rozza)
Ho proprio delle strane sensazioni: quando mi capita di stare meglio non sono capace
di crederci, faccio come se non fosse successo, mi da un fastidio! Volevo partecipare
al matrimonio di mia figlia ed ho parlato a lungo con il medico per avere dei farmaci
che mi facessero stare almeno 8 ore senza dolore. Quando è arrivato il giorno della
cerimonia e ho visto che veramente ero senza dolore con i farmaci, non riuscivo
talmente a crederci che non sono andato al matrimonio.
Caso 2 - Risposte
1. Bisogna essere equilibrati ed un po’ più realisti per quanto riguarda la malattia. E’
una situazione che bisogna affrontare con decisione come qualsiasi altra.
2. Così le sembra irreale quando le capita qualcosa di bello.
3. Si è talmente convinto che la sua malattia lo debba far soffrire che quando non ha
dolore le sembra impossibile che possa essere vero.
4. Forse questa situazione di irrealtà è collegata a qualche momento della sua vita.
Può spiegarmi meglio cosa intende con la frase “quando mi capita di stare
meglio”?
5. Ma le pare che sia il caso di prendersela tanto. Tutti abbiamo paure strane o
desideri che ci sembrano difficili da raggiungere. Sono convinto che dopo questa
esperienza farà le cose che desidera con più fiducia.
6. Penso che questa esperienza la farà riflettere. La prossima volta provi a sforzarsi di
accettare gli avvenimenti positivi così come vengono.
Caso 3 - Uomo di 35 anni (voce forte, scandita, aggressiva)
Sono deciso a fare qualcosa, non ho paura di fare tutto quello che è necessario, non
ho paura di ricevere colpi o delusioni pesanti, purché siano chiari gli obiettivi. Non
ho paura di fare viaggi anche all’estero, di farmi raccomandare per essere operato
prima degli altri, perché voglio guarire. Non mi accontento di quello che mi hanno
detto i medici dell’ospedale. Voglio essere ricoverato nell’ospedale migliore. Voglio
guarire.
Caso 3 - Risposte
1. Insomma, si comporta da persona decisa perché vuole dimostrare che tiene in
pugno la situazione.
2. Lei crede che comunque si debbano ottenere dei risultati, indipendentemente dagli
sforzi e dai mezzi che si devono impiegare per riuscirci?
3. Cos’è, secondo lei, che la spinge con così grande decisione a cercare di controllare
la sua situazione?
4. Non sarebbe meglio sottoporsi a qualche esame per rivalutare la sua situazione
clinica e stabilire in quale ospedale sarebbe meglio curato? Potrebbe essere di
grande aiuto, anche se con la sua decisione è certamente possibile che lei riesca
comunque ad andare dove vuole
5. Una grande decisione può essere veramente una situazione di vantaggio. Tuttavia è
certo che non le importerebbe nulla di passare davanti in una lista d’attesa? Non
pensa che ci sia la possibilità di un ricovero inutile per lei e che sottrae un posto
letto ad un malato che ne può avere veramente bisogno?
6. Le sue opinioni sono veramente decise. Credo che lei stia scontando gli effetti di
tante delusioni. Bisogna che si calmi, che rifletta e vedrà che riuscirà a trovare una
soluzione razionale senza perdere le sue speranze.
Caso 4 - Donna di 62 anni con figlio malato di Sclerosi Multipla.
Da tre anni mio figlio è malato, sono dieci anni che abito in questa città e sette che
vivo nello stesso appartamento, ma non conosco nessuno. In ufficio mi sembra che
non posso farmi degli amici. Mi sforzo di essere gentile con gli altri ma mi sento a
disagio; allora mi dico che non me ne importa niente. Non si può fare affidamento
sulle persone. Ognuno per sé. Non voglio amici e qualche volta finisco per esserne
veramente convinta.
Caso 4 - Risposte
1.
Lei è troppo pessimista. Non può mica andare sempre così. Vedrà che presto gli
altri verranno verso di lei.
2.
Conosco altre persone nella sua situazione. Loro sono riusciti a crearsi delle
buone relazioni partecipando alla vita dell'Associazione; l'importante è non
convincersi che si deve restare soli per forza.
3.
Forse se mi racconta qualcosa di più sulla maniera con la quale cerca di farsi
degli amici potremmo avere un'idea più chiara su quello che non va.
4.
Questa situazione dura da così tanto tempo che lei ha finito per esserne convinta.
E' questo che voleva dire?
5.
Forse non vuole farsi degli amici unicamente per proteggersi da qualche cosa
d'altro.
6.
Mi dice che non si può fare affidamento sulle persone; in realtà io sono qui
proprio per aiutarla, per starle vicina in questi brutti momenti.
Caso 5 - Donna di 35 anni (voce stanca)
Non so proprio cosa fare. Non so se devo tornare a casa. In ospedale sto bene, ma non
posso seguire le mie abitudini. Allora o accettare il disagio dell’ospedale e avere la
sicurezza di essere seguita bene, o andare a casa. Ma questo vorrebbe dire
ricominciare a vivere con tanti limiti dovuti alla malattia.
Risposte
1. Potrebbe dirmi anzitutto qual è il suo problema principale attualmente? E’ molto
importante che ci riflettiamo sopra.
2. Attenzione. Prima di cambiare bisogna che sia sicura che tornare a casa sia più
vantaggioso e che lei non lasci il certo per l’incerto.
3. Bene, via, non c’è da disperarsi, si tratta di sapere quali problemi pratici bisogna
affrontare; posso organizzarle un colloquio con l’assistente sociale.
4. La sua indecisione non potrebbe essere causata dal fatto che a casa si sentirebbe
abbandonata?
5. E’ proprio una decisione difficile, vero? O correre i rischi legati ad una situazione
completamente nuova a casa, oppure scegliere la sicurezza dell’ospedale, dove
però non le piace stare.
6. Vedrà che tutto finirà per sistemarsi; io la posso aiutare ed insieme faremo la scelta
migliore.
Caso 2 bis - Uomo di 60 anni (voce ingenua, rozza)
Ho proprio delle strane sensazioni: quando mi capita di stare meglio non sono capace
di crederci, faccio come se non fosse successo, mi da un fastidio! Volevo partecipare
al matrimonio di mia figlia ed ho parlato a lungo con il medico per avere dei farmaci
che mi facessero stare almeno 8 ore senza dolore. Quando è arrivato il giorno della
cerimonia e ho visto che veramente ero senza dolore con i farmaci, non riuscivo
talmente a crederci che non sono andato al matrimonio.
Caso 2 - Risposte
1. Sono cose che capitano; potrebbe ritentare andando a trovare sua figlia a casa
quando tornerà dal viaggio di nozze.
2. Così le sembra irreale quando le capita qualcosa di bello.
3. Si è talmente convinto che la sua malattia lo debba far soffrire che quando non ha
dolore le sembra impossibile che possa essere vero.
4. Forse questa situazione di irrealtà è collegata a qualche momento della sua vita.
Può spiegarmi meglio cosa intende con la frase “quando mi capita di stare
meglio”?
5. Ma le pare che sia il caso di prendersela tanto. Tutti abbiamo paure strane o
desideri che ci sembrano difficili da raggiungere. Sono convinto che dopo questa
esperienza farà le cose che desidera con più fiducia.
6. Penso che questa esperienza la farà riflettere. La prossima volta provi a sforzarsi di
accettare gli avvenimenti positivi così come vengono.
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