Corso di Scienza delle Finanze
Il Settore Pubblico in un’economia
mista
Sistemi ad economia mista
• Il ruolo dello Stato: si impegna in alcune
attività economiche e non in altre (perché?)
• L’ambito dell’attività pubblica è mutato nel
tempo (perché)
• Perché l’intervento pubblico è più ampio in
alcuni Paesi?
• E’ troppo diffuso l’intervento pubblico?
• L’intervento pubblico genera risultati positivi?
Sistemi ad economia mista
• In tale sistema alcune attività sono svolte dal
settore pubblico, altre da imprese private
• Lo Stato influenza il settore privato con
regolamenti, tasse e sussidi
• La maggior diffusione del settore pubblico si
ha nei paesi a socialismo reale
• Ma anche in Europa lo Stato negli anni ‘60 e
‘70 produceva direttamente automobili,
energia elettrica, aerei…
Il ruolo economico dello Stato nella
Costituzione italiana
•
•
•
•
•
•
La proprietà: art. 42
La regolazione dell’economia: art. 41
La produzione pubblica diretta: art. 43
Il potere impositivo: art.23
Il sistema tributario: art. 53
I programmi di spesa pubblica: art.3, art. 33,
art.32
• Nel tempo i confini tra settore pubblico e settore
privato sono mutati: ex: settore elettrico
Il ruolo dello Stato
• Il ruolo dello Stato nel XX° secolo è il frutto del passato
• Nel XVIII° secolo i mercantilisti sostenevano un ruolo attivo
dello Stato nel commercio e nell’industria
• Reazione al mercantilismoAdam Smith: limitare il ruolo
dello Statole motivazioni al profitto e la concorrenza
indirettamente servivano l’interesse pubblico: teorema della
mano invisibilesviluppo del laissez faire: lo Stato non deve
interferire con il funzionamento del mercato
• Altri intellettuali colpiti dalle disuguaglianze prodotte dal
capitalismo e dalla rivoluzione industriale proponevano di
contenere il ruolo del mercato e rifiutavano la proprietà
privata dei mezzi di produzione (capitale)
I fallimenti del mercato
• La crisi degli anni ‘30 modificò l’atteggiamento verso lo Stato: il mercato
aveva prodotto recessione e disoccupazioneLo Stato doveva intervenire
per favorire la piena occupazione (Keynes)funzione di stabilizzazione
dell’attività economica:1)politiche monetarie 2) politiche fiscali 3)
regolamentazione 3)Intervento diretto nel settore del credito 4)sistemi di
sicurezza sociale 5) finanziamento pubblico della spesa sanitaria
• Negli anni ‘70 la stagflazione rimette in discussione il ruolo dello Stato,
ponendo fine ad un’epoca di crescita economica aumenta ancora la
disoccupazione, difficoltà di stabilizzazione economicainizia la crisi
finanziaria dei sistemi di sicurezza e protezione sociale (pensioni e sussidi)
• Le politiche pubbliche per ridurre il divario nord-Sud hanno fallito
• All’inzio degli anni ‘80 è stato “riscoperto” il problema della povertà
• Molti programmi di spesa pubblica nati per correggere i limiti delle
economie di mercato hanno avuto effetti profondamente
diversifallimenti dello Stato
I fallimenti dello Stato: motivazioni
•
•
•
•
Informazione incompleta: come limitare la crescita della spesa sanitaria, come
discriminare nell’accesso ai programmi di assistenza pubblica?
Controllo limitato delle reazioni (impreviste) del settore privato: ad esempio lo
Stato può controllare il prezzo dei farmaci, ma non il livello di utilizzosono
medici e pazienti che determinano quantità e qualità dei servizi
Controllo limitato della burocrazia: specifica con i regolamenti tecnici i
programmi definiti dalle leggi l’interpretazione può essere poco “fedele”
alle intenzioni del legislatore /ambiguità nella formulazione delle leggi/
mancanza di incentivi a realizzare la volontà del legislatore (interesse
individuale a proteggere l’industria anziché il consumatore finale)
Limitazioni imposte dal processo politico: incentivi per i parlamentari a
proteggere i gruppi di interesse organizzatiraccolta fondi per i partiti e le
campagne elettorali/ offrire soluzioni semplici a problemi complessi per
accontentare gli elettori…
Cosa distingue il settore pubblico?
• Confini non sempre chiari. Esempio FS, ENI, ENEL
• Differenze importanti fra enti pubblici e privati:
• A) 1) Nelle democrazie i responsabili degli enti pubblici
derivano da un processo di elezione (legittimazione) 2) I
responsabili delle imprese sono scelti da un consiglio di
amministrazione (democrazia economica)
• B) lo Stato ha un potere d’imperio che non hanno i
privati: obbliga al pagamento delle imposte, può eseguire
espropri per pubblica utilità / al contrario tutte le
relazioni interne al settore privato sono volontarieLo
Stato può far cose che i privati non possono fare. (potere
coercitivo)
Come pensano gli economisti pubblici?
•
•
•
•
•
•
•
Problema fondamentale: scarsità delle risorse
Interrogativi:
Cosa produrre?
Come produrre?
Per chi produrre?
Come vengono prese queste decisioni?
Gli economisti pubblici si concentrano sulle scelte in
seno al settore pubblico e sulle conseguenze per il
settore privato
Cosa produrre?
• Quante risorse destinare ai beni forniti dal
settore pubblico e quante ai beni forniti dal
settore privato
Beni
privati
A
C
B
Beni pubblici
Come produrre
•
•
•
•
Cioè: con quale tecnologia?
Quale rapporto K/L?
Puntare alla piena occupazione: K/L
Le scelte pubbliche condizionano le tecnologie
adottate dal settore privato: politiche
ambientaliriduzione inquinamento: con
minor produzione o con tecnologie più
avanzate?
Per chi produrre?
• Problema distributivo!
• Le scelte di spesa pubblica e di prelievo fiscale
determinano il reddito reale disponibile per
consumare e risparmiare
• Il settore pubblico decide quali beni produrre e in
quale quantità ma diversi individui e diversi gruppi
sociali traggono beneficio diverso da un bene
pubblico
Come vengono prese le decisioni
collettive?
• Il processo di formazione delle decisioni collettive è
complesso ( se escludiamo la dittatura!)
• Gli individui hanno preferenze diverse anche in
merito alle decisioni collettive disaccordo sulle
scelte sociali
• Le scelte pubbliche possono essere dannose per
alcuni e vantaggiose per altri
• Come si definisce un ordinamento di preferenze a
livello collettivo (come aggregare le preferenze
individuali sulle scelte sociali ?)
Analisi positiva e analisi normativa
• La scienza delle finanze non si occupa solo degli effetti delle
politiche tributarie e di spesa adottate dallo Stato, ma cerca
anche di stabilire come queste politiche dovrebbero essere.
• Per questo si è soliti distinguere tra analisi positiva e
normativa.
L’analisi positiva ha come obiettivo quello di
individuare i nessi causali tra le variabili
economiche
e, quindi, di rispondere a quesiti di questo tipo:
qual è l’effetto di una riduzione dell’imposta sul
reddito da lavoro sull’offerta di lavoro?
O meglio, se non esistono limiti dal lato della
domanda di lavoro e se si riduce la tassazione sul
reddito, gli individui tendono a lavorare di più o di
meno?
E si comportano tutti alla stessa maniera,
indipendentemente dal reddito, dal sesso ecc...?
L’analisi normativa, invece,
cerca di fornire indicazioni circa
la relazione tra
1) strumenti specifici, per
esempio la tassazione del
reddito, e
2) possibili
obiettivi,
per
esempio
una
certa
distribuzione del reddito.
Scarica

Il settore pubblico in ec.mista_2003_esteso2013