L'
ANGELO INVISIBILE CHE
AIUTA
CHI RESTA INDIETRO.
OVVERO:
“ECCO COME TI SPIEGO L'UTILITÀ
DELL'
IMPOSTA NEGATIVA SUL REDDITO.”
Il mestiere dei poveri? E' quello di doversi arrangiare.
Ma se qualcuno ti aiuta il futuro fa meno paura. Si può ritrovare una
strada, e la dignità. E' per questo che per una persona che ha perso la
strada non vi può essere aiuto migliore di quello che un'altra persona gli
può offrire. Non ha prezzo il sostegno che il calore umano può offrire
per quel momento.
Sì, lo Stato è importante, può essere importante in quei momenti,
comunque si veda la questione. Ma ancora più importante è la
prossimità. Una persona che ti tende la mano, una persona che ti offre
un appoggio, e ti indica come fare quando perdi la strada, non può
essere sostituibile.
Eppure c'è chi ne discute ancora. C'è chi si pone ancora la
domanda, su cosa è meglio per combattere la povertà: dare più forza
all'uno o all'altra cosa, dare più forza allo Stato o alla Persona?
Il bello di questo progetto [Scaricare Tutto Tutti], del poter
scrivere tutte le proprie spese nella propria Dichiarazione dei Redditi, è
proprio questo: che in un sol colpo si riesce a dare senso tanto all'una
quanto all'altra tesi, più forza tanto alla Persona quanto allo Stato.
Alla persona, perché gli tende la mano: gli riconosce il valore di
poter scrivere, tra le proprie spese, tutto ciò che essa riesce a dare, a fare
o a comprare, oltre che per il bene di sé stessa anche per l'altro che è in
cerca di aiuto.
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Più forza allo Stato, perché in ultimo lo rende partecipe di quel
gesto. A modo suo, singolarmente, con ciascuno di noi. Per il valore,
totale che saprà riconoscere ad ogni nostra difficoltà, ad ogni nostra
anche più piccola spesa.
E' così che, semplicemente valorizzando quel proprio personale
particolare gesto di ciascuno, lo Stato assume una connotazione diversa:
di collante, di un modo nuovo di fare comunità.
E' così che, dando valore a ciò che le persone fanno, hanno fatto e
riusciranno a fare, attraverso ogni loro gesto di implicito ed esplicito
valore economico, lo Stato si fa garante di un nuovo, migliore e diverso,
modo di sostenere ed attivare i fattori di crescita di un Paese: il moto di
solidarietà fra le persone. Un moto che prende forza dalla relazione fra
persone, in economia ma non solo, perché prende forza dal loro
prendersi cura l'uno dell'altra.
Valorizzare i gesti di ciascuno, ogni singolo gesto?
E' un valore aggiunto di questo nostro progetto. Semplicemente
attraverso questo lo Stato [e quindi la politica] riesce a dare un diverso,
più alto, valore al proprio contributo al fare comunità. Stato e politica
che non si presentano più in in sostituzione, quando non addirittura in
opposizione, al fare di ciascuno. Con questo progetto la politica mostra
concretamente di mettere al primo posto ciò che è già nel proprio
ordinamento (1): “la valorizzazione del fare” di ogni essere umano.
Con tutto l'orgoglio e con tutto ciò che questo moto può suscitare
poi di risposta nel Paese, nei propri cittadini.
Un valore di per sé? Certo, basterebbe questo da solo a dare
significato a questo progetto, con quel suo valore di solidarietà attiva
che - per mezzo di Scaricare Tutto Tutti - si ripete, si moltiplica, e
moltiplica la sua forza, per infinite volte, per milioni di mani.
Le milioni di mani degli abitanti dell'intero Paese.
Ma che può produrre un cambiamento anche al modo di sentire di
ciascuno. Può perfino abbattere le barriere dell'egoismo.
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Costituzione art. 1 – L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro [di ciascuno].
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In che modo? Lo si può immaginare. Basterebbe osservare cosa
accade laddove si riesce a moltiplicare di mano in mano la forza di quei
tanti cittadini che già oggi in modo invisibile si fanno carico della
sofferenza e dei pesi del vicino. Oggi, a tutti loro, per quella loro
quotidiana preziosa tenace fatica, viene dato un ben magro
riconoscimento. Un riconoscimento che per loro certo non attende le
attenzioni dello Stato o della politica. Ma che, quando fosse valorizzato,
può essere esteso con tutta la sua forza a tutta la comunità. La forza
della solidarietà tra le persone che si estende in modo migliore in tutto il
Paese: è qui il punto.
Per fare solidarietà le persone, si sa, hanno tante buone ragioni.
Ragioni che vanno ben oltre la via del sentimento. Sentimento ch'è pure
importante perché ci lega, ci fa sentire parte di un'unica umanità, ma
che spesso non coinvolge, non può coinvolgere, tutti allo stesso modo e
nella stessa misura. La passione è una riflessione, un sentimento che si
può certamente largamente condividere. Come diceva quel vecchio
detto tibetano:
“Perché Lei si prende così cura degli altri?
Perché ogni infelicità inquina l'aria.”
Ma è una riflessione che a molti può pure non dire nulla. Sono
tutti quelli che spesso fanno solo peso, tutti quelli che per poter provare
il desiderio di vedere una comunità felice (o meno infelice di quanto non
lo sia oggi), devono prima sentire che dalla stessa comunità quel loro
sforzo gli viene riconosciuto come tale. A tutti quelli che per egoismo
devono poterne misurare la convenienza, anche a tutti loro, questo
progetto offre una risposta. Con questo progetto domani è possibile
immaginare come “anche loro” potranno pure percepirne l'utilità.
Perché anche a loro, ma non solo a loro, potremo finalmente dire che lo
strumento c'è che da' valore alla solidarietà umana, quello strumento
che ci fa riconoscere di appartenere a quella stessa comunità:
la dichiarazione dei redditi che dà valore ad ogni nostro gesto,
anche il più piccolo.
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Una misura economica oltre che politica che si rivolge, sì, agli
egoisti, ma che può rivolgersi anche a colui che spende pure più di
quanto guadagna, quando - con quel diario di bordo della propria
economia - gli fornisce uno strumento per ripensare a sé; quando - con
quella misura tutta personale dei propri movimenti in economia - rida'
le proprie coordinate anche a lui che ne ha perso ogni misura.
Si tratta solo di rafforzare uno strumento ed una forza positiva che
esiste già, che parte già da ciascuno di noi quando siamo attraversati da
quel desiderio di giustizia e di trasparenza che dentro ciascuno di noi
alberga. Quel desiderio che ci porta a desiderare di conoscere i pesi di
ciascuno, dell'uno e dell'altro, per conoscere i propri pesi e la loro
misura. E' quel desiderio che, grazie a questo progetto, riesce a portare
ciascuno a poter finalmente vedere, in modo naturale, anche i bisogni
dell'altro sotto un'altra luce: la deducibilità delle spese come gesto di
prossimità, di vicinanza tra le persone.
I bisogni dell'altro non più come un fastidio ma come una
possibilità per noi. Forse un'eresia? O forse più semplicemente una
strada mai usata. Di sicuro una strada mai usata prima in questa
misura: come strumento per rafforzare la democrazia, come misura
propria della democrazia economica.
Immaginatela: immaginate di vedere l'apertura di questa strada,
fuori da un paese democratico... No, la Cina sarà pure una grande
potenza economica, ma non è un Paese democratico, lì non la potrete
vedere. Dunque: come riuscire a vederla? Come fare a rappresentare
per intero quella possibile forza che è contenuta in questo progetto?
L'occasione ce la offre l'osservazione del quotidiano nel nostro
Paese. E' la storia dell'Angelo Invisibile di Milano apparsa sulle pagine
del Corriere della Sera del 29 giugno 2012:
“Gaspare Tumminello dormiva lì, con la barba sfatta, i
denti persi e una storia da disperato involontario: fino a 46
anni gestiva un bar, faceva su e giù, insomma se la cavava.
Poi i debiti, i prestiti, la malattia. Ha perso tutto. A 54 anni
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senza sussidio e con un tumore si fatica a mangiare e non si
riesce a pagare l'affitto. Si sprofonda sempre di più.
«Milano è dura e spietata, ma non si può vivere così», ha
esordito l'uomo arrivato con l'intenzione di dargli una
mano. L'uomo che fa vivere la speranza si è presentato così
nel quartiere Stadera quando ha bussato alla portiera
chiusa del disoccupato domiciliato da due anni in una
vecchia auto. In una settimana gli ha trovato casa e la
vecchia auto è finita in un box. Tumminello oggi dorme in
un letto: affitto pagato, spese comprese. Tumminello quasi
incredulo ha ringraziato; l'uomo gli ha messo in tasca un
assegno: «Se deve mangiare qui c'è il necessario. Faccia le
sue cure e speriamo bene. Una raccomandazione: non si
arrenda». Come non si sono arresi gli altri milanesi in
difficoltà sovvenzionati, aiutati, indirizzati dall'invisibile
signore che si materializza all'improvviso e poi sparisce
come Nembo Kid.
È stato così per Noemi, una pensionata finita nel girone dei
poveri, indebitata con la banca per tenere nel decoro uno
scalcinato alloggio popolare in viale Molise. Voleva un
frigorifero, ma non era in grado di pagarlo: così ha
raccontato al Corriere il suo problema, la vergogna di chi
deve lottare ogni giorno per non finire nel tunnel del
degrado: «Sono a un passo dal chiedere l'elemosina».
L'uomo della provvidenza si è presentato a casa sua:
«Andiamo in banca a mettere in salvo il conto», le ha detto.
Ecco il frigorifero. E gli occhiali nuovi, se servono. Tenga un
po' di contanti per le spese dei prossimi mesi. Mi faccia
sapere come va...
C'è una carità spontanea, quotidiana, che attraversa
Milano. Non cerca pubblicità e non vuole il suo nome sui
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giornali. È la carità che non conosce altra regola se non
quella di regalare un frammento di umanità e di speranza a
chi si è messo (o è stato messo) ai margini della società.
Bisogna far sapere che esiste. Ci dice che non tutto è peggio,
che non ci sono solo cattive notizie, pugni in faccia per i
cittadini.
Salvatore Jacono l'ha sperimentato coi suoi figli. Si
lamentava di essersi indebitato per farli studiare. E di
essere costretto a lavorare di giorno e di notte per evitare
l'incubo degli usurai. Niente cinema, niente pizzeria, niente
vacanze per qualche anno. Non è bastato. Prosciugato lo
stipendio da ferroviere e quello di portiere d'albergo ha
dovuto stendere la mano e chiedere l'elemosina. Il suo
angelo, lo stesso di Gaspare, lo stesso di Noemi, è arrivato
quando non se l'aspettava più. «Ci penso io a far studiare i
figli», gli ha detto. «Adagio adagio chiuderemo anche i
debiti. Mi tenga informato, con le pagelle del ragazzo e il
libretto dell'università...».
Se la vita significa cercare momenti felici è bello sapere che
c'è qualcuno che ci aiuta a trovarli. L'uomo della solidarietà
che appare e scompare dice che viviamo chiusi in troppi
egoismi. «Ho lavorato nel mondo delle grandi banche e
posso garantire che ci sono centinaia di manager con
entrate milionarie che potrebbero fare quel che ho fatto io:
ma forse voltano la pagina di cronaca, preferiscono quella
degli spettacoli...».
Anche il piccolo Mohamed fra qualche anno ringrazierà
questo anonimo signore. Per sopravvivere a una rara
malattia genetica che aveva distrutto le sue difese
immunitarie i suoi genitori hanno lasciato la Tunisia. I
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medici del Policlinico di Pavia erano pronti al trapianto: gli
unici in Europa. Ma serviva un donatore di midollo osseo
compatibile. Per tre anni sono stati lanciati appelli alle tv
italiane e arabe. Niente. Il padre di Mohamed, docente
universitario in Tunisia, per pagarsi le spese in Italia si è
adattato a fare la raccolta differenziata in ospedale. La
nascita di un fratellino ha permesso il trapianto. Ora il
bambino è fuori pericolo, ma la famiglia è al collasso: serve
aiuto. Tradotto: solidarietà economica. Ed è arrivato lui.
Ha trovato una casa decorosa, ha dato un aiuto al padre,
ha pagato una vacanza a Mohamed: la prima della sua
vita. Pagherà anche il viaggio di rientro della famiglia in
Tunisia, alle fine dei controlli medici.
Riuscite a vederla ora quella forza? La forza della deducibilità delle
spese come gesto di prossimità, di vicinanza tra le persone. I bisogni
dell'altro non più come un fastidio ma come una possibilità per noi.
Quella misura, utile per rafforzare la democrazia, continua ad essere
descritta per noi nell'articolo di Giangiacomo Schiavi:
C'è nel Paese una solidarietà che a volte non appare. La
povertà soffre in silenzio: chissà quanti altri casi sono stati
risolti così, con la generosità discreta di un anonimo vicino,
di un anonimo cittadino. Messe in fila le storie positive di
Milano però sono tante. Diventano notizie. Good news.
Anna e Virginia, per esempio. Madre e figlia impoverite
dalle malattie e dall'impossibilità di mantenere un posto di
lavoro per potersi curare. Si è presentato lui, stupito: come
mai nessuno si è offerto di aiutare due donne senza
stipendio e senza pensione? Così ha staccato un assegno,
per superare l'emergenza e affrontare la vita con un
sorriso. «L'anomalia non sono io», ha detto. «È chi volta le
spalle a chi è stato sconfitto dalla vita».
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L'anomalia? E' il fatto che lo Stato, la politica in un Paese democratico,
non riconosca il valore dei pesi, delle spese delle persone: ciò che i
cittadini fanno. Che un Uomo o una comunità possa sprofondare e la
politica arrivi poi, quando ormai sei già con la testa sommersa, è
normale. La politica e lo Stato, si sa', hanno altri tempi. Come è pure
normale che a quel punto le difficoltà che ciascuno dovrà superare per
risollevarsi, per consentire di tirarsi fuori da quella condizione, saranno
pure enormi, soprattutto se dovrà farlo da solo. E infatti difficilmente
c'è chi ci riesce da solo. Ma è proprio per ciò che è importante, più
importante, dare valore a ciò che fanno prima, ciò che possono fare le
persone. Tutte le persone, ogni persona nel quotidiano, con le proprie
spese, con le proprie risorse, può fare molto nell'aiuto dell'altro. In certi
casi molto prima e molto meglio di quanto potrà fare lo Stato con la
politica. La storia dell'Angelo Invisibile continua ancora, ed è tutta lì a
rappresentarcelo:
“Così ha dato una mano anche ad Aldo, pensionato che
accudisce i bambini di una coppia senza casa. Abita al
quartiere Calvairate e corre tutto il giorno in auto per
portare i bimbi a scuola nel centro di Milano. I genitori
rientrano la sera, poi vanno a dormire separati in attesa di
un alloggio popolare che da dieci anni non arriva mai: i
richiedenti a Milano sono 22 mila. Per Aldo il problema era
l'Ecopass: per le emissioni la sua vecchia auto doveva
pagare il pedaggio per entrare in città. Troppo per chi con
450 euro al mese vive accontentandosi di poco. L'uomo
della speranza gli ha regalato un'auto, bollo e assicurazione
pagati.
Perché fa tutto questo? «L'ho spiegato ai miei figli. Chi ha
deve aiutare chi non ha. Il valore dei nostri gesti è
direttamente proporzionale a quello di cui ci priviamo per
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aiutare gli altri. Credo abbia più peso il gesto di un
pensionato che rinuncia a venti euro che non quelli come
me, che non devono rinunciare a nulla. Nemmeno al
superfluo».”
Giangiacomo Schiavi – Corriere della Sera del 22 giugno 2012
Dopo il racconto l'articolo di Giangiacomo Schiavi si concludeva
con una affermazione che dà il senso anche al nostro progetto: “C'è
un'umanità di cui dobbiamo sentirci responsabili, dice il cardinal
Martini. Può essere utile parlare della solidarietà che risolve certi casi
disperati accontentandosi della gratitudine, quella che Emily
Dickinson chiamava «la timida ricchezza di coloro che non
posseggono nulla»”. Noi facciamo diventare quella affermazione una
domanda: Può essere utile parlare di quella solidarietà nella fiscalità, in
democrazia? Riusciamo ad immaginare cosa può voler dire per un
Paese, per le persone che in esso vivono, riconoscere alla declinazione
del “fare verso l'altro” un valore economico “democratico”?
E' un metodo.
Un metodo che cerca di restituire significato e fa diventare “momenti
felici” quegli eventi, quando qualcuno ti aiuta a ritrovarti anche nei
momenti più disperati. Forse proprio nei momenti più disperati se ne
può vedere il valore, con la generosità discreta di un anonimo cittadino.
Diamogli senso, significato politico, nel momento fiscale. Non è il caso
che si riconosca valore a quel gesto? L'intero valore a quel discreto
“fare” che già oggi in modo invisibile, dalle mani di milioni di cittadini,
si muove e protegge il Paese più di quanto non si possa immaginare.
C'è una carità spontanea, quotidiana, che attraversa il Paese. Non
cerca pubblicità e non vuole il suo nome sui giornali. È la carità che non
conosce altra regola se non quella di regalare un frammento di umanità
e di speranza a chi si è messo (o è stato messo) ai margini della società.
Bisogna far sapere che esiste! Bisogna dargli valore: è questo il progetto
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Scaricare Tutto Tutti. E' una carità che, se diventa valore economico, ci
rafforza e ci dice, ci dimostra, che non tutto è peggio. Che non ci sono
solo cattive notizie, pugni in faccia per i cittadini. Che ciascuno di noi
può fare molto per sé stesso e per l'altro. Che ciascuno di noi può fare
molto per l'altro in cui mi specchio, sempre.
E' vero, può anche essere una piccola cosa riconoscere il valore di
quella borsa della spesa della nonna che nel condominio, quando può,
accoglie e dà un pasto caldo ai bambini delle vicine del palazzo che
devono andare al lavoro e non possono permettersi di pagare una baby
sitter. Ma non sono poi, proprio per ciò, quei pochi euro ancora più
importanti? A chi deve essere data maggiore cura: a chi può o a chi è già
in maggiore difficoltà? E' la povertà che ci interroga. I poveri già lo
sanno: la povertà, prima di tutto, si misura proprio sulle piccole spese.
Ed adesso veniamo all'altra domanda:
Com'è possibile realizzare questo progetto, tecnicamente?
Si tratta ancora, semplicemente, di riconoscere e dare valore a ciò che
fanno le persone... per mezzo della loro dichiarazione dei redditi.
E' la teoria dell'Imposta negativa sul reddito (Negative income
tax), concetto teorico sviluppato inizialmente dal premio Nobel per
l'economia Milton Friedman e Lady Rhys-Williams e poi ripreso da J.
Tobin (Nobel per l'economia 1981) come strumento di politica fiscale
con lo scopo di ridurre il costo elevatissimo dell'assistenza sociale.
Imposta negativa intesa come un’imposta personale sul reddito
che, al di sotto di una determinata soglia, definita reddito minimo
imponibile o reddito minimo di base, si trasforma in “una aliquota
marginale negativa”: con lo Stato che restituisce un po' di soldi a chi,
come i poveri, ha troppe spese. Una soglia minima, in cui l'aliquota
fiscale scende oltre “l'aliquota zero” e si trasforma in “prelievo che
restituisce”. Aliquota fiscale negativa, dunque, che si applica al valore
del “reddito standard minimo di sopravvivenza”: al di sotto di quel
valore di reddito ogni acquisto ulteriore, portato in dichiarazione dei
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redditi, comporta che a fine anno per quel contribuente vi sia una
restituzione: una parte delle imposte indirette - che esso ha versato con
gli acquisti - gli viene restituita.
Un'aliquota negativa sul reddito dei più poveri che, per non
diventare negativa per lo Stato e per la comunità, e soprattutto per non
avere effetti distorsivi (acquisti fatti solo per recuperare l'Iva) dovrà
ovviamente avere valore di aliquota percentuale mai superiore a quello
dell'aliquota Iva normale (oggi da noi il 21%).
Dunque, tecnicamente, l'Angelo invisibile potrà provvedere alle
spese, tutte le spese, di ciascuno. Potrà perfino azzerare il proprio
reddito e avere un beneficio, un riconoscimento, che sarà pari a ciò che
la comunità, lo Stato, avrà trovato come sollievo da quella cura che lui si
sarà dato di prendere dell'altro.
Il principio postula, e soprattutto
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mette finalmente in chiara evidenza, che dentro ogni acquisto vi è un
valore [solitamente corrispondente a ben più della metà del prezzo di
acquisto dei beni] che va direttamente nelle casse dello Stato: sono le
imposte dirette sul venditore e le indirette sulle transazioni di vendita
(Iva, accise, ecc.). Restituendone una parte alle persone, lo Stato
combatte la povertà e fornisce un incentivo alla legalità.
L'imposta negativa sul reddito, come qui intesa, è inoltre un
sistema che disincentiva i comportamenti parassitari del sistema
sociale: al loro primo insorgere fa emergere tutte le situazioni di
disagio economico o sociale. La prima dichiarazione dei redditi
negativa - con spese che superano i ricavi - può essere nei fatti un
genitore che sta investendo sul proprio figlio, ma può anche essere
l'inizio di una reale situazione di difficoltà, la conseguenza di un
evento eccezionale e contingente o la prima grande rata pagata ad
un usuraio che va stendendo le sue prime reti. Con tale sistema di
riconoscimenti la solidarietà sociale si rafforza – chi meglio di un
familiare o di un genitore può aiutare economicamente un figlio? e l'assistenza sociale si alleggerisce, si riduce nei costi per lo Stato.
Non soltanto: ci sarebbero meno bisognosi a dover ricevere meno
sussidi. Ogni cittadino, sia esso single o famiglia, oltre a vedere già
riconosciuto il suo minimo vitale potrebbe trovare aiuto da ogni
suo prossimo vicino. Per vincere già al suo apparire la sua
condizione di povertà potrebbe ricorrere ad ogni aiuto,
diversamente da ciò che accade oggi quando molto spesso sono
proprio i primi poveri a scomparire dalle dichiarazioni dei redditi,
e vanno nelle mani di ogni genere di approfittatore. Soprattutto si
ridurrebbero le aree grige in cui si nascondono i falsi disabili, i
falsi disoccupati e le situazioni di falso disagio sociale. Gli
approfittatori? Non avrebbero più alcuna zona grigia dove
nascondersi: con Scaricare Tutto Tutti e l'Imposta negativa sul
reddito i loro consumi e tutti i loro redditi, ma soprattutto i loro
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prestiti, diventano valore emergente. Valore misurato, nel
riconoscimento del fare di ciascuno.
Per non dire poi del rafforzamento dei legami sociali: l'aiuto
economico di una persona ad un'altra diventa valore fiscale.
Quando l'aiuto tra persone giunge prima dell'intervento
dello Stato, e non ha bisogno del soccorso diretto della politica, è il
valore dello Stato e della solidarietà che si rafforza. La solidarietà
tra le persone emerge, e si moltiplica, con tutta la sua capacità propositiva. Una direzione che può trovare il suo esito ultimo, e la sua
più corretta messa in pratica, ovviamente soltanto attraverso
l’attuazione del progetto Scaricare Tutto Tutti: dare valore a ciò
che fanno le persone.
Questo è il nostro progetto:
Elevare a valore economico il fare diretto degli Angeli invisibili.
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