GAZZETTA DEGLI AURUNCI
PERIODICO DEL MONDO AURUNCO
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Anno XXI - n. 7
E NOI PAGHIAMO
di Giovanni Meschino
Il debito pubblico e le congetture internazionale negative hanno dato un duro
colpo alla nostra nazione. Poi il costo
dell'energia sommato alla mancanza di
materie prime e all'alto costo della
manodopera contribuiscono a rendere
molti prodotti italiani poco competitivi
sul mercato internazionale. Ci salviamo
solo grazie al turismo e la fantasia e
intraprendenza delle aziende italiane, in
particolare quelle piccole e medie.
Abbiamo letto e sentito che senza sacrifici e interventi di riduzione della spesa
rischiamo la bancarotta come nazione.
Il ministro dell'economia Giulio
Tremonti ci ha presentato una manovra
finanziaria di un tale rigore che tutti i
parlamentari l'hanno approvata senza
battere ciglio.
Manovra con la quale il Parlamento
presenta il conto al popolo per aver
sperperato denaro pubblico per decenni, per aver inventato carrozzoni di
ogni tipo solo per creare posti di lavoro
inutili ma ben pagati, potrei continuare
ma, sono convinto che chi legge non ha
bisogno di altro per capire che il popolo viene chiamato a pagare tutti i danni
fatti negli ultimi 50 anni da una classe
dirigente che a tutto ha pensato meno
che al bene ed al futuro della gente.
I parlamentari dovrebbero incominciare a vergognarsi: stipendi tra i più alti
del mondo, privilegi di ogni tipo senza
limite di mandati, doppi e tripli incarichi. Ci sono parlamentari che siedono
in parlamento da decenni, sono i primi
che dovrebbero dare le dimissioni,
visto i risultati che hanno ottenuto.
Invece presentano il conto a noi che
abbiamo avuto il solo torto di esserci
fidati di loro.
E' arrivata l'ora, tra le tante cose da fare,
di mettere un limite ai mandati dei parlamentari, dei consiglieri regionali e
provinciali.
LUGLIO 2011
MADONNA DELLA CIVITA
"CANTIERE FERMO DA MESI": DENUNCIANO I PELLEGRINI
di Orazio Ruggieri
Fedeli imbestialiti, la mattina del 20
luglio, per le condizioni in cui versa il
Santuario della Madonna della Civita
patrona di Itri e -non tutti lo sannodell'intera arcidiocesi di Gaeta. I lavori, iniziati da anni, al tempo della
giunta regionale retta da Piero
Marrazzo, sono rimasti fermi perchè
dalla Pisana, sia con la gestione
Marrazzo, sia con quella della
Polverini, non è più giunto un solo
soldo per il completamento del mera-
Padre Emiddio Petringa
viglioso restauro che pure sta registrando l'intervento tecnico, prezioso
e tanto apprezzato, dell'arch.
Francesco Paolo Mancini di Itri. Il
tecnico, che ha messo in cantiere un
processo ambizioso che farà del
restaurato Santuario un osservatorio a
360 gradi, che spazia dal fascinoso
orizzonte comprendente le isole partenopee di Ischia e Procida, quelle
pontine di Ponza, Palmarola,
segue a pag. 2
LA SPIAGGIA DI ITRI TORNA A BRILLARE
La spiaggia di Itri è di nuovo pulita.
Una squadra di operatori ecologici
Litorale di Itri
del Comune di Itri, insieme all'assessore Paola Ruggieri, si è recata di
prima mattina sul litorale di Itri ed ha
rimosso tutta l'immondizia che vi era
stata depositata. È la seconda volta,
quest'anno, che il tratto costiero
appartenente al territorio itrano (800
metri circa) è stato ripulito da
immondizia e altri materiali inquinanti.
Le operazioni di pulizia hanno fatto
seguito ai sopralluoghi che l'assessore Paola Ruggieri aveva effettuato
appena dopo la nomina. L'assessore che ha materialmente partecipato alle
operazioni di pulizia - ha dichiarato
che "l'intento non è quello di rendere
più agevole la permanenza sulla
spiaggia dei bagnanti, ma solo ed
“PERCHE’ ANCORA COMUNISTI”
a pag.2
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a pag. 6
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esclusivamente quello di rispettare
l'ambiente in quanto il litorale di Itri è
dal punto di vista
ambientale un sito
di sicuro interesse". Per questo
motivo nel prossimo periodo verranno intensificati
i controlli per contrastare l'abbandono di rifiuti da
parte dei passanti,
verificatosi troppo
spesso in passato.
Il sindaco De
Santis da parte sua ha ribadito che
"permane sulla spiaggia il divieto
assoluto di balneazione in quanto
grava su di essa un alto rischio idrogeologico con un serio pericolo di
caduta massi, con conseguente pericolo per tutti coloro che dovessero
soggiornarci. A breve saranno apposti
dei cartelli con il divieto assoluto di
balneazione a tutela della incolumità
delle persone".
A un anno dalle dichiarazioni della
Polverini - che a seguito del tragico
incidente di Ventotene aveva promesso lo stanziamento di consistenti
fondi per combattere il dissesto idrogeologico delle coste laziali - la situazione non sembra cambiata. La speranza è che presto la spiaggia di ciottoli di Itri, piccolo gioiello incastonato
tra i litorali di Sperlonga e Gaeta, torni
ad essere fruibile nei prossimi anni.
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Pag. 2
segue da pag. 1
Ventotene, Santo Stefano, Zannone e
Gavi, il promontorio del Circeo, il
golfo di Gaeta, la valle di Itri e tutta la
meravigliosa Piana di Fondi con la
cinta montana della catena aurunca,
attende che la Regione invii gli ulteriori contributi per porre fine a un'opera che definire grandiosa sarebbe
dir poco. Dopo il restauro del padiglione Pio IX, della sala pellegrini, di
quella per conferenze, e di altri locali,
c'è tutta un'ala (refettorio, cucina,
camere dei sacerdoti e quella del
Vescovo) che aspetta gli attesi interventi. Oltre a ciò, il santuario attende
l'attivazione di un'area museale che,
raccogliendo il meraviglioso tesoro
per ora affidato a Gaeta, faccia arricchire anche culturalmente le migliaia
di pellegrini che lo affollano ogni
anno. Ma, a quanto è dato sapere, i
tempi si stanno allungando, nè la
Polverini sta facendo nulla per accorciarli. Addirittura, dopo lo scandalo
Marrazzo, si era parlato di una scelta
eremita dell'ex governatore della
Pisana sul monte Civita, notizia rimasta senza conferma e senza smentita
dallo stesso padre Emiddio Petringa,
rettore del Santuario. Dovrà essere
l'arrivo di papa Benedetto XVI, per la
cui visita pastorale più di qualcuno si
sta adoperando, a far rimettere in
moto quella macchina che la mattina
del 20 luglio è stata criticata soprattutto da cinque o sei sacerdoti che, al
fianco dei pellegrini giunti sul sacro
monte mariano, già mèta di Pio IX e
di Giovanni Paolo II, e chiedendo di
restare anonimi, hanno denunciato
aspramente le ferite di un cantiere
ancora aperto perchè dalla Pisana i
soldi vengono utilizzati -e in che
misura!- solo per macchine blu, rappresentanza e ogni sorta di manifestazione mondana dove non si bada a
spese. Alla faccia della Madonna
della Civita, che viene tirata in ballo
solo quando è tempo di elezioni. E le
stelle, anche quelle della diocesi del
Golfo, restano a guardare!!!.
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Aut. n. 530 del 23 maggio 1991
Tribunale di Latina
edito a cura:
Edizioni Emme
Piazza Annunziata, 20 - ITRI (Latina)
Direttore Responsabile: Giovanni Spezzaferro
Stampa:
Tipografia Fabrizio - Itri (LT)
Attualità
GAETA
AENEAS’ LANDING SEMPRE SULLA CRESTA DELL'ONDA
Nel 2012 compirà trentanni, ed è
sempre sulla cresta dell'onda. Si tratta dell'Aeneas Landing di Gaeta una
struttura di culto della riviera di
Ulisse. Originale location per ricevimenti, albergo esclusivo per il relax,
l'Aeneas è da sempre la migliore
discoteca all'aperto della costa laziale.
Il club, come lo chiamano i clienti,
raccoglie intere generazioni nelle
due sale che lo compongono. Non è
solo la vista che lo caratterizza,
ricordiamo il locale e a picco sul
mare, ma soprattutto l'aver saputo
coniugare elementi naturali con la
mano dell'uomo. Intere oasi di verde
si stagliano tra le terrazze, adornate
da pavimenti di piastrelle e ringhiere
di ghisa. La pietra scolpita si mischia
al travertino e fa del legno la colonna portante. E poi, soprattutto, la
qualità della gente. La clientela rappresenta, da sempre, un target eleva-
to. In una delle due sale, infatti, si
balla solo al ritmo delle musiche del
passato. Manager e professionisti, in
genere, i tenutari dei tavoli a bordo
pista. Qui il cerimoniere e Max
Guadalaxara, da anni animatore
incontrastato di queste atmosfere
snob. Nella pista grande c'è il dancefloor dei giovani. Sono i figli dell'estate dell'amore che scelgono
ambienti più raffinati alle solite feste
commerciali. Il dj residente è Valerio
Roncone, nuovo acquisto di Gabriele
Gambini, alla direzione del locale,
tranne qualche parentesi, da dieci
anni. E lui che ha fortemente voluto
alcune innovazioni all'esterno e
all'interno della discoteca. Alcuni
cambiamenti per cercare di stupire,
come ogni stagione, l'attesa spasmodica dei clienti. Oltre alla parte artistica, le novità sono rappresentate
soprattutto dal servizio ai tavoli e
dalla struttura interna, ritorna infatti
il mitico 'cupolone', la pista che ha
rappresentato per anni il simbolo del
divertimento dell'intera riviera pontina.
Non resta che mettersi in ghingheri e
prenotare il posto in prima fila.
"PERCHE' ANCORA COMUNISTI":
LO HA SPIEGATO A ITRI L'ON. MARCO RIZZO
di Orazio Ruggieri
"Il comunismo può aver sbagliato,
ma non è sbagliato!". Questo il succo
del messaggio lanciato a Itri da
Marco Rizzo, 52enne ex europarlamentare, e convinto assertore della
bontà dell'ideologia propugnata da
Karl Marx e dal programma operativo che "ha visto i passi da gigante
compiuti dal più medioevale degli
stati, l'ex Russia zarista, sotto la
guida dei soviet e di colui che -come
lui asserisce in continuazione- ha
caratterizzato la catarsi e il decollo
socio-economico del popolo sovietico,
Iozif
Vissarijonovec
Dezugaesvili, meglio noto come
Stalin". Nell'aula consiliare del
comune di Itri, davanti a una platea
numerosa, attenta e anche dissenziente su qualche passaggio, nella
fase finale del dibattito seguito all'intervento dell'ex leader dei Comunisti
Italiani, Marco Rizzo ha ribadito la
validità della scelta di essere comunisti nel terzo millennio, così come
teorizzato nella sua opera "Perchè
ancora comunisti: le ragioni di una
scelta" di Baldini Castoldi, Dalai
editore. A presentare Marco Rizzo,
Fabio Bianchi, portavoce locale nel
nuovo movimento C.S.P. (Comunisti
Sinistra Popolare) creato dall'ex
docente di formazione professionale,
figlio di Armando, operaio alla Fiat
Mirafiori e, nell'ordine cronologico,
prima magazziniere, poi giornalista,
pubblicista e docente,
dopo la laurea in
Scienze
Politiche
all'Università
di
Torino conseguita in
qualità di studente
lavoratore e la cui tesi
illustrava l'innovazione tecnologica della
Fiat. Con Bianchi e
Rizzo, al tavolo dei
relatori, anche Luca
Meschino ed Erasmo Paone, (a
destra nella foto). Chiara, esauriente
e avvincente la disamina delle problematiche effettuata dall'on. Rizzo.
Chiusura netta e inequivocabile al
centrodestra, ma anche critiche serrate ai gruppi di sinistra che, sotto le
più variegate sigle, rincorrono principalmente visibilità, voti e, soprattutto, poltrone. Rizzo ha poi illustrato le tappe che hanno portato alla
costituzione del nuovo Movimento
(tornare tra la gente, ripartire dalle
lotte; per l'unità dei comunisti;
difendere la Costituzione) e si è soffermato soprattutto sul punto che
anticipa le strategie per "una vera
svolta". A questo proposito "l'enorme crisi strutturale da cui è attraversato il capitalismo -ha precisato l'on.
Rizzo- è segnata da un'egemonia
reazionaria e da una vera e propria
vandea padronale. Di fronte a questo
panorama il popolo del lavoro e
quello del non lavoro si trovano
senza riferimenti di classe credibili e
rimangono in balia della soluzione
individualista berlusconiana e del
populismo securitario alla Lega. I
grandi progetti di governo della crisi
socialdemocratici o liberalsocialisti
sono alla corda e l'unica opposizione
appare quella legalitaria e "antipolitica" di Di Pietro che però stenta a
offrire una prospettiva di cambiamento radicale alle classi subalterne.
Bisogna capire da dove ripartire per
compiere una vera svolta...I nostri
padri, quando tornavano la sera a
casa dopo una giornata di lavoro -ha
poi concluso l'ex docente presso il
Centro Orientamento Scolastico professionale di Torino- erano sicuri che
Togliatti, Secchia, Longo, Paietta, e
Berlinguer pensavano a come risolvere i loro problemi. Oggi, da tanto
tempo, non è più così. Bisogna ricominciare da lì..."
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Attualità
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Pag. 3
GAETA
ITRI: 24 LUGLIO - 4 AGOSTO
LA LEGA AURUNCA SI PROPONE ALLA GUIDA DELLA CITTA'
TORNEO DI
CALCIO TENNIS
Marcella Ceccanti
Lega Aurunca Gaeta. Il coordinatore
della città, Marcella Ceccanti, in piena
sintonia con la direzione e il presidente territoriale del movimento Giovanni
Meschino, si propone alla guida della
città di Gaeta, candidando un proprio
rappresentante a sindaco nella prossima tornata elettorale prevista per il
2012.
Lega Aurunca, associazione culturale
con l'obiettivo della rivalutazione delle
tradizioni, della cultura e della valorizzazione del territorio aurunco, si pone
alla guida della città con un proprio
candidato, personaggio di spiccata
levatura morale e culturale, che sicuramente saprà garantire quella imparzialità e quella dedizione al bene della cittadinanza gaetana, che ognuno si
auspica. Il bene della collettività e
della città di Gaeta inteso come unico
obiettivo al di fuori di ogni bega di partito.
La lista della Lega Aurunca sarà formata in parte da cittadini, professionisti onesti e laboriosi che avranno il
compito di portare la loro esperienza,
ma caratterizzata per gran parte da giovani candidati che hanno effettivamente e realmente la voglia di spendersi,
mettendosi al servizio della comunità
gaetana. In una parola: chi farà parte
della prossima amministrazione comunale dovrà dedicare molta parte del
proprio tempo all'amministrazione ed
agire soltanto per il bene della città.
Ha preso avvio il 24 luglio a Itri in
Piazza G. Rodari la seconda edizione dello spettacolare Torneo di
Calcio Tennis con squadre di coppia che si concluderà il prossimo
quattro agosto al termine delle
avvincenti sfide che vedranno
impegnate ogni sera a partire dalle
ore 21 le ben 28 squadre parteci-
PARCO NATURALE DEI MONTI AURUNCI
PASTORE ABRUZZESE CONTRO DANNI
PROVOCATI DALLA FAUNA SELVATICA
Cuccioli di pastore abruzzese consegnati dal Parco dei Monti
Aurunci alle aziende agricole del
territorio per arginare i danni provocati dalla fauna selvatica alle
produzioni agricole e zootecniche.
“La prima consegna gratuita dei
cani è avvenuta nel febbraio scorso - ha spiegato il Commissario
Iris Volante - e
l'obiettivo
è
quello di arginare i danni agli
agricoltori ed ai
pastori che subiscono scorrerie
ai loro poderi da
parte della fauna
selvatica. Altro
motivo non trascurabile è che
l'Ente nell'ottica
della razionalizzazione delle risorse intende progressivamente revisionare il sistema degli indennizzi per fronteggiare l'aumento delle richieste di
indennizzi. Una attività di prevenzione questa che fa seguito ad
altre che il Parco ha già avviato
con successo nei suoi comuni con
il sostegno della Regione Lazio.
L'iniziativa ha suscitato grande
interesse e l'auspicio è che in futuro si possano avviare altre iniziative di prevenzione con le
Amministrazioni
Provinciali
anche fuori dai confini dell'Area
Protetta”.
E' in tale ottica, quindi, che si colloca il progetto pluriennale denominato “Prevenzione danni causati dalla fauna selvatica ed inselvatichita alle produzioni agricole e
zootecniche”. Collabora all'intervento l'Associazione “Cane da
Gregge Abruzzese” che ha introdotto nell'area i cani da guardiania
opportunamente selezionati per
salvaguardare le specie ovi-caprine ed i grandi carnivori.
I cani consegnati sono circa 20 e
tutti risultano essere iscritti all'anagrafe canina.
I primi due cuccioli, provenienti
da Castel del Monte (Aq),
Morrone e Maiella sono stati consegnati all'Azienda di La Valle
Maria Grazia di Esperia.
Successivamente sono stati dati in
custodia ad altri allevatori del
comprensorio.
L'Ente intende promuovere la
conoscenza del progetto anche
ad altre aziende ed allevatori,
affinché si diffonda l'uso di cani
da gregge selezionati per limitare i danni derivanti dalla
fauna selvatica.
Lo staff nel pieno della fase organizzativa
panti. I vertici dell'organizzazione,
Giorgio Carnevale e Pasquale
Meschino, esprimono soddisfazione per il lavoro svolto da tutto lo
staff per assicurare all'evento un
successo di partecipazione e di
pubblico ancora maggiore di quello raccolto nella prima edizione e
annunciano per la serata conclusiva un superospite a sorpresa oltre
all'estrazione dei biglietti che si
aggiudicheranno i premi della lotteria collegata al torneo. Si registra
anche la partnership della locale
emittente televisiva “Itri tv”.
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Pag. 4
Cultura
CENTRO STUDI, RICERCHE, DOCUMENTAZIONE E DIVULGAZIONE DEL POPOLO AURUNCO
Itrani sang’ d'sierp’
di Antonio Masella
Risulta diffuso nelle nostre zone l'espressione che attribuisce agli itrani
la definizione di “sang d'sierp”.
Questo perché il moderno simbolo
della cittadina itrana è rappresentato
dal serpente che è possibile ancora
oggi osservare in bassorilievo nelle
adiacenze di una delle porte di accesso alla antica città fortificata. E' assolutamente ignota la provenienza del
bassorilievo così come non trova
spiegazione esaustiva il come e il
perché esso sia stato collocato nella
sua attuale posizione. Oggi, però il
serpente è divenuto simbolo di Itri e
i suoi abitanti possono essere apostrofati con l'appellativo di sangue di
serpente.
Questo modo di dire ci può far riflettere anche su un episodio da sempre
sospeso tra storia e mito quale quello della distruzione di Amiclae al cui
riguardo in “P. Virgilii Maronis
Opera omnia” si trova che la città
venne “a serpentibus delete”, vale a
dire che venne distrutta dai serpenti.
Ebbene, come con il termine Galli
non ci si riferisce concretamente agli
abitanti di un pollaio ma all'antico
popolo di Francia così è possibile
avanzare l'ipotesi che con il riferimento ai serpenti si volesse indicare
un popolo che si riconosceva nel
simbolo o forse nel culto del serpente la cui collocazione dobbiamo ritenere potrebbe non essere troppo lontana nel tempo e nello spazio rispetto al luogo in cui oggi è collocato il
bassorilievo del serpente itrano.
Stemma Comune di Itri
ITRI: OFFENSIVA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA SARDA
di Giuseppe Cece
Il noto giornalista Gian Antonio
Stella nel suo percorso di irresponsabile e populista delegittimazione
della classe politica italiana ha
pubblicato sul Corriere della Sera
del 7 luglio scorso un articolo di
autopromozione in cui si riporta la
sua prefazione al libro di tale
Antonio Budrini dal titolo “I
Giorni del Massacro. Itri 1911 la
Camorra contro gli operai sardi”.
Con una modalità storiografica del
tutto discutibile l'autore, con il
consenso del prefatore, formula un
parallelo tra l'episodio verificatosi
a Itri nel 1911 in occasione della
costruzione della linea ferroviaria
Roma -Napoli e altri episodi di
razzismo delle autorità e delle
popolazioni locali nei confronti dei
lavoratori immigrati come accaduto di recente a Rosarno: il linciaggio degli operai sardi, accusati di
sottrarre il lavoro alla gente del
luogo. Una pagina nera. Il sindaco
sobillò le azioni violente come
molti amministratori stranieri facevano contro i nostri immigrati. Il
ruolo della malavita. Siamo di
fronte a un precedente della sparatoria di Castel Volturno e dei gravi
incidenti di Rosarno. Siamo in presenza di un libro che diffonde una
visione offensiva nei confronti
degli itrani e completamente erro-
nea rispetto ai fatti realmente
accaduti. Il tentativo di equiparare
i cittadini itrani del 1911 a una
massa di razzisti inospitali e
camorristi con a capo il sindaco
della cittadina dimostra solo la
prosecuzione di un atteggiamento
“colonialistico” nei confronti delle
aurunche terre borboniche del
tutto fuori luogo specie nell'anno
del centocinquantesimo dell'unità
di Italia. Il paragone assolutamente improprio tra la Itri del 1911, in
un contesto sociale, economico e
culturale completamente diverso
dall'attuale, e i fatti di Rosarno del
2011 è una totale fantasia storio-
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grafica funzionale solo al tentativo
di perpetuare la leggenda risorgimentale con il vilipendio delle
popolazioni meridionali. Come si
permettono questi signori di considerare camorristi i nostri nonni e il
sindaco della cittadina itrana? Se
fossero incorsi in un errore in buonafede occorrerebbe spiegare loro
che la ricerca storica locale, condotta in particolare su questa
vicenda da Pino Pecchia con ben
due preziose pubblicazioni “1911
La rivolta di Itri” del 2011 e “I
Sardi a Itri” del 2003) ha dimostrato, documenti alla mano, che il
Sindaco di Itri si adoperò già due
mesi prima dei fatti per richiedere
al Governo Giolitti la forza militare sul posto per arginare “qualsiasi
funesto evento”. Ebbene nessun
intervento venne predisposto per
arginare la situazione, nessuna
protezione da parte del governo
centrale venne predisposta a favore delle masse di operai sardi in
pessime condizioni di lavoro. Il
considerare le istituzioni locali
colluse con la camorra o con il brigantaggio ha agevolato ieri le istituzioni nazionali a far proseguire
lo sfruttamento dei lavoratori sardi
e ha consentito oggi a Budrini e
Stella di perpetuare una vulgata
dei fatti che vuole per forza gli
itrani, come tutti meridionali, associati per delinquere contro il prossimo sardo o africano che sia. Lo
stesso Pecchia in occasione della
presentazione del suo “1911 La
rivolta di Itri” svoltasi a Fondi il 13
luglio scorso ha tenuto a precisare
“Ritengo che sardi e itrani siano
state vittime in ugual misura: un'analisi obiettiva, una lettura razionale, un giudizio storico con adeguato criterio di valutazione contribuirà, in qualche modo, a inquadrare e capire quella dolorosa
vicenda. Ho affidato alla passione
e all'intelligenza del lettore un possibile responso. Questi sono casi in
cui la ricerca non giunge a una sentenza, ma almeno si accosta il più
possibile allo svolgimento dei fatti.
Mi dissocio totalmente dai termini
e dallo spirito delle colonne del
Corsera perché lontani dai fatti
documentati e dallo stato d'animo
maturato a Itri e tra i sardi, valutando, non occultando, quella triste
vicenda di cento anni fa”.
Si tratta di una lezione di profondità umana e di equilibrio storiografico che è ben lontano da quello
dimostrato dagli autori di ribalta
nazionale molto più inclini per
ragioni di cassa alla deriva sensazionalistica e per formazione culturale alla faziosità militante.
Cultura/Attualità
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Pag. 5
MARINO PECCHIA: IL PASTORE DI CAMPODIMELE
di Aldo Lisetti
La sera di sabato, 30 aprile, mi chiama al telefono da Campodimele il
buon Carlo Sepe e, chiedendomi
Marino Pecchia
scusa per la tarda ora, mi preannunzia una brutta notizia: “ E' morto
improvvisamente Marino Pecchia
nella biblioteca comunale.
Salgo in paese e in piazza mi viene
incontro un'anziana donna, Maria,
la quale mi dice con un filo di voce,
quasi come se fosse in confessione:
“se così aveva deciso il Signore è
giusto che sia accaduto qui, nel suo
paese, nel municipio, tra le sue
pecorelle”. La donna evidentemente
considera Marino il “Pastore di
Campodimele”. Mi è piaciuto il
senso di quella spontanea espressio-
ne e mi ha fatto riflettere. Marino,
senza dubbio, è stato per oltre
mezzo secolo una guida per la
popolazione campomelana: deportato con la famiglia dai tedeschi nel
1944, ritornò in paese nel dopoguerra partecipando alla sua ricostruzione; entrato presto in politica,
divenne segretario di sezione della
Democrazia Cristiana, poi più volte
amministratore comunale e, alla
fine, per quasi trent'anni, presidente
della Proloco. Un “Pastore”, quindi,
della sua comunità, che merita di
essere ricordato per il grande impegno sociale e per il profondo amore
verso il suo paese, verso la sua gente.
Marino, quella sera del 30 aprile
presiedeva la riunione dei soci della
proloco, con il sindaco e con i rappresentanti delle altre associazioni
locali, per programmare le manifestazioni estive, come faceva da
trent'anni. Era sempre presente, attivo, promotore e a volte provocatore
affinché si facesse tutto e di più per
il suo amato paese. Viveva con la
moglie e i suoi tre figli a Formia,
ma frequentava assiduamente il
luogo che gli aveva dato i natali e
dove possedeva la casa per la villeggiatura e i brevi soggiorni di fine
settimana.
Lo conobbi circa quarant'anni
addietro, quando da Gaeta mi recavo a Campodimele per motivi di
servizio (il Comune era compreso
nel territorio della compagnia carabinieri, da me all'epoca comandata).
Appariva burbero, con volto truce e
accigliato, tono di voce forte e deciso; ma bastava avvicinarlo, rivolgergli la parola per vedere il suo
viso illuminarsi con un sorriso
buono e due grandi occhi azzurri
che invitavano alla comunicazione.
Era la premessa, per lo più, di conversazioni simpatiche e allegre, propositive. Lui, figlio dell'ultracentenario Gerardo, credo avesse diritto
a sperare nella prospettiva di una
lunga vita; ma il Signore lo ha convocato nel suo regno celeste a 78
anni appena compiuti. Non aveva
malanni,
né
preoccupazioni.
Guardava al futuro sereno.
Nell'incontrarlo più volte nelle ultime settimane, mi aveva sollecitato a
realizzare nuovi programmi socioculturali per Campodimele e, in particolare, una manifestazione di rilievo per la ricorrenza, nel 2012, del
quarantennale di fondazione della
Proloco. “Dobbiamo scrivere insieme - aveva affermato - una pubblicazione sulla storia della Proloco
che lasci una traccia significativa
nel futuro del nostro territorio.
Incomincia a pensarci!”.
Oltre alla frase della signora Maria,
un'altra circostanza mi ha colpito di
quella brutta sera: prima di salire in
Comune per la riunione, Marino,
vedendo transitare per la piazza
Armandino, un uomo che frequenta
la mia casa, gli aveva detto: “Ti
lascio i saluti per il Generale. Ti raccomando!” Avendomi incontrato
più volte nei giorni precedenti sembrerebbero superflui quei saluti. La
circostanza, quindi, induce a pensare che abbia potuto avere una premonizione. Ma, probabilmente, è
stata soltanto una coincidenza e un
ulteriore gesto di cortesia nei miei
riguardi, come sempre ne aveva
avuti. D'altra parte abbiamo lavorato insieme per oltre vent'anni al
rilancio turistico e socioeconomico
del paese, come ben sa chi ci ha
seguito ed ha letto i “Quaderni” e
gli
annuari
“Obiettivo
Campodimele” pubblicati dal 1987
al 2006. Dovrei ora citare le sue
mille idee, le proposte e le segnalazioni
che
hanno
portato
l'Amministrazione comunale e le
Associazioni locali ad iniziative di
grande importanza per la crescita e
l'evoluzione del paese; ma sarebbe
veramente lunga e onerosa l'elencazione in questa sede. Peraltro, - mi
piace sottolinearlo - egli rappresentava anche la memoria storica di
Campodimele e, pertanto, ha fornito
tanti spunti ai saggi e ai racconti che
io ed altri autori abbiamo sviluppato nei libri che hanno riguardato
quel piccolo, stupendo centro
aurunco che lui portava sempre nel
cuore e nella mente.
In conclusione, Marino ed io ci
siamo stimati e benvoluti per troppo
tempo, quindi non è retorica se
affermo che non lo dimenticherò
mai. E sono certo che non potranno
dimenticarlo mai i suoi concittadini!
FONDI: GRANDE SUCCESSO PER "IL FANTASMA
DEL CAROSELLO DELL'ALLEGRA BRIGATA"
Occhi che parlano al cuore delle
persone, sguardi
che ti rubano l'anima queste le
emozioni che si
sono respirate
durante lo spettacolo “Il fantasma
del
Carosello
dell'Allegra
Brigata”, messo
in scena sabato
23 Luglio, in
piazza Cesare Beccaria. I veri protagonisti, come meritano, sono stati
loro, i ragazzi dell'Allegra Brigata,
guidati da Angela Carnevale e da
operatori bravissimi per competenza e generosità. Donare e donarsi
agli altri: infatti, la serata è stata
finalizzata alla raccolta di fondi per
la Fondazione sulla ricerca Fibrosi
Cistica di Latina. Per l' occasione è
stata liberamente modificata un'opera di Oscar Wilde (Il fantasma di
Canterville) i cui personaggi vengono catapultati negli anni 60, nel
pieno boom economico, per ritrovarsi a dividere il palcoscenico con
salumi, brillantine, camomille e
altri prodotti fatti conoscere da
Carosello. Cosi antico e moderno
hanno convissuto piacevolmente
svelando l'anima pura di Virginia,
simbolo della purezza incontaminata del cuore, unico mezzo di
riscatto per diventare quel che
siamo, persone autentiche e non
fantasmi. Il sorriso e l'applauso di
tutti sono stati per loro la gioia più
grande.
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Attualità
GAZZETTA DEGLI AURUNCI
REGOLE DA RISPETTARE
PER PORTARE IL TUO AMICO
A QUATTRO ZAMPE IN VACANZA CON TE
di Mariagrazia Mazzaraco
Non lasciare il tuo amico a quattro
zampe a casa o abbandonarlo sul
ciglio della strada, portalo in vacanza
con te…potrebbe essere un buon
consiglio per gli amanti degli animali.
Il possessore dell'animale deve tener
conto, però, che non tutti gli alberghi
nonché dotato di un microchip o
tatuaggio: ai cuccioli con soli tre
mesi di vita, è precluso l'accesso. E'
buona norma, infatti sottoporre a
visita il proprio fedele amico presso
un veterinario ed eventualmente praticare la vaccinazione antirabbica.
o gli stabilimenti balneari li accettano; in Italia le regioni dotate di strutture idonee ad ospitare cani, gatti o
animali domestici sono l'Abruzzo,
l'Emilia Romagna, il Lazio, la
Liguria, le Marche, la Sardegna, la
Toscana, il Veneto; all'estero la fanno
da padrone l'isola di Corfù in Grecia
e l'isola della Corsica in Francia. È
opportuno, altresì, informarsi sulla
legislazione in vigore (anche l'animale domestico deve essere munito
di un passaporto che potrà rilasciarsi
a cura del veterinario) e sui regolamenti osservati dalla compagnia di
trasporto specie se il mezzo di locomozione optato è l'aereo.
Alcuni stabilimenti balneari dotati di
strutture idonee - dog sitter, ciotole e
snack alimentari, sacchetti e palette,
servizio veterinario, per i vacanzieri
a quattro zampe, ammettono esclusivamente cani ben addestrati e di piccola taglia. Per avere libero accesso
in spiaggia è necessario che il padrone abbia già provveduto a richiedere
il libretto sanitario attestante le avvenute vaccinazioni, lo stato di buona
salute favorito anche dall'ausilio di
guide on-line e di strutture pet
friendly e che l'animale sia regolarmente iscritto all'anagrafe canina
L'amico “Fido” può agevolmente
viaggiare in treno o in macchina ma
con opportuni accorgimenti.
Per il trasporto sui mezzi pubblici il
viaggio per l'animale di piccola
taglia, purchè deposto in apposito
trasportino è gratuito, sia in prima
che in seconda classe. Per il cane di
grossa taglia, ahimè, è previsto l'acquisto di un biglietto di seconda
classe ridotto del 50% del prezzo di
mercato ed il posto riservato, nell'apposita carrozza prenotata, non può
sostituirsi ai posti assegnati ai passeggeri-viaggiatori.
I cani di grossa taglia, invece, che
viaggiano nel vestibolo o sulla piattaforma dell'ultima carrozza del
treno, devono obbligatoriamente
indossare la museruola ed essere
tenuti al guinzaglio dal loro padrone.
I gatti, i cani e gli animali domestici
che viaggiano in auto devono essere
collocati nel vano posteriore al posto
di guida, separato da una rete o tenuti in un'apposita gabbia.
Se non puoi proprio portare il tuo
amico in vacanza, non lo abbandonare ma affidalo alle pensioni per
animali o alle associazioni di pet-sitter piuttosto che allo scambio alla
pari.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Precisazioni articolo-denuncia su “Gazzetta degli Aurunci” maggio 2011.
In merito all’articolo di cui sopra,
rivolgendomi al coraggioso difensore
del patrimonio boschivo demaniale,
che però preferisce restare anonimo ai
lettori della Gazzetta per motivi a me
non noti, intendo precisare quanto
segue:
Le foto allegate all'articolo evidenziano delle "insopportabili prevaricazioni" o abusi compiuti da operatori di
pascolo; fotografare è facile, capire le
ragioni non sembra interessante.
L'importante è informare assicurandosi consensi anche se si tratta di
disinformazione. Penso per un attimo
ai diritti che si vogliono far capire non
riconosciuti ad un onesto cittadino,
amante della natura, che guida un
gruppo di ragazze alla scoperta delle
bellezze naturali del nostro paesaggio
e che ancor prima di mettersi in cammino consulta le mappe di Google
Earth; come escursionista si sente
offeso nei suoi diritti da un "cancello
alto due metri che occludeva completamente la via": II cancello è posto in
proprietà privata, non c'è segno di filo
spinato, e anche se chiuso, ha le
foto: sbarramento di un sentiero. Un
sentièro è sbarrato quando impedisce
totalmente il passaggio. Nella foto
invece è ben visibile un varco, a
misura d'uomo, posto sulla destra,
che lascia intuire la possibilità di
aggirare l'ostacolo. La differenza tra
gli uomini e gli animali è nella
"ragione", che non ci sembra utilizzata appieno nella denuncia; tale sbarramento è per evitare, per quanto possibile, lo sconfinamento delle mandrie
con i rischi che ne conseguono,
(mescolanze, malattie ecc....) e per
questo obiettivo un piccolo disagio è
un pedaggio "sostenibile" anche per
escursionisti. Con tali doverose precisazioni credo di aver offerto la mia
testimonianza di rispetto per la natura
e per gli animali oltre che per le leggi
che regolano il vivere civile, li nostro
patrimonio naturale può e deve
diventare sempre più fruibile ad
escursionisti amanti della natura ma il
rispetto di essa è un dovere di tutti,
anche degli escursionisti. In riferimento ai lamentati abusi edilizi bisogna precisare che proprio la presenza
Immondizia lasciata nel Parco
necessarie autorizzazioni (comune,
Guardia forestale...) per poterlo essere. Le chiavi sono in dotazione agli
organi preposti al controllo delle zone
boschive. Inoltre quel sentiero è tale
per il quotidiano lavoro e sudore dei
proprietari e quindi non rientra nella
mappatura di sentiero turistico. (Il
turismo ha sentieri più comodi.....o
forse evita le spiegazione di sentiero
di lavoro). Motivo del cancello?
Contenere, per quanto possibile,
almeno in una proprietà privata, quel
degrado ambientale che stranamente
non viene denunciato con la stessa
solerzia dai visitatori turistici che
notano i cancelli ma non l’immondizia che avvelena la terra. Seconda
di noi allevatori garantisce che non si
verifichino situazioni di abuso limitandoci a riutilizzare le “mandre”,
cioè i ricoveri degli animali, per le
strette esigenze dei pastori. Prima di
concludere, rivolgendomi all'anonimo estensore, vorrei ricordargli che
Google Earth non offre mappe in
tempo reale.....sono aggiornate periodicamente. Questo solo per la preoccupazione di evitare che altre sorprese con "filo spinato" mettano a dura
prova le resistenze di chi deve "passarvi sotto". Peccato manchi una
documentazione fotografica di tale
sacrificio...... Ringrazio della disponibilità per tale precisazioni.
Aldo Masella
Attualità
GAZZETTA DEGLI AURUNCI
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ITRI - CALCE SAN PELLEGRINO:
QUANDO L'INFORMAZIONE DISTORCE LA REALTA'
di Orazio Ruggieri
Quando la prevaricazione della
verità giunge al massimo, verrebbe
la voglia di "non curarsi del fatto,
ma di guardare e passare oltre",
come recitava il sommo poeta. Ma
l'obbligo di tutelare la verità ci sorregge nell'impegno -dal quale non
ritorna allo scrivente alcun tornaconto- di non deludere le attese di
memoria dei trapassati (perchè lo
stesso comunicato non è stato inviato ad altri quotidiani, tra cui "Latina
oggi", che notoriamente passa nelle
mani dell'80% dei lettori pontini?).
In quel comunicato si affermava che
"la cava non produceva fumo ma
solo vapore acqueo. La nostra azienda -proseguiva la nota- cura con
to- qui non c'entra un bel niente, da
un punto di vista personale.
Terzo punto: ci ha sorpreso in positivo lo zelo dedicato dalla Filca Cisl
al problema, ma ci ha scandalizzato
il fatto che la stessa nota non sia
stata pubblicata da altri quotidiani
cartacei (Il Messaggero, Il Tempo,
Latina Oggi, La Provincia) e da
Itri - Cava calce “San Pellegrino”
centinaia di cittadini che hanno delegato la penna di chi non sta sul libro
paga di nessuno, tantomeno degli
industriali che a Nord interloquiscono con i governatori del Palazzone
Pirelli con ortoepìa "lumbarda" e al
sud non disdegnano di manifestare
simpatie per i Masaniello di turno, a
dire le cose come stanno. Ci riferiamo alla vicenda della cava di calce
"San Pellegrino", operante a Itri,
dove era nata più di cinquanta anni
fa come cava Corpolongo. Senza
entrare nel merito della querelle
elettoralistica da poco archiviata,
vogliamo, in questa puntualizzazione, rivolgerci a tre interlocutori: i
responsabili della cava, un quotidiano ("Corriere Pontino") vissuto "l'espace d'un matin" e la segreteria
provinciale della Filca Cisl. I
responsabili della cava hanno comunicato al comune di Itri di aver presentato ricorso legale contro il
"piano rumore", approvato due anni
fa all'unanimità dalla massima assise comunale e che stabilisce le regole cui la cava deve attenersi per non
provocare inquinamento acustico e
di altro genere. Questo atto legale
contraddice lo sproloquio di un quotidiano ormai consegnato alla
particolare attenzione tutte le problematiche che riguardano l'ambiente, la sicurezza e il rapporto con
tutta la cittadinanza". E, poi, giù,
con altri sperticati elogi della condizione operativa del gruppo
Unicalce. Come mai, allora, centinaia di abitanti delle zone San
Gennaro, Campoli, San Martino,
Sant'Angelo, Calabretto, e via
dicendo hanno raccolto una serie di
"perle" relative al fastidio che la
cava provoca in termini di rumori,
di polveri, di inquinamento in genere? Nelle assemblee pubbliche dove
si è parlato del problema, ci sono
stati medici, professionisti, casalinghe, operai, studenti, anziani, a evidenziare tutto questo. Ma nessun
affabulatore dell'ecologia collettiva
ha recepito il problema. Ci chiediamo, poi, perchè i responsabili non
hanno ritenuto di passare la nota al
cronista referente per il comune
interessato, ma hanno preferito farla
giungere alla redazione di un giornale dove una qualche componente
industriale ha sempre "consigliato"
l'edulcorazione dei toni, specie
quando l'interesse del servizio
riguardava
i
seguaci
della
Marcegaglia, che -ribadiamolo subi-
gran parte delle emittenti televisive
locali. Abbiamo subito compreso
che si è trattato di distrazione di una
sezione di un sindacato che forse
non ha troppa dimestichezza con il
settore industriale, a differenza di
quanto lo ha con altri settori, quali,
la Scuola, per esempio, essendo il
suo segretario provinciale, Pasquale
Verrengia, originario del casertano,
ottimamente preparato sulle problematiche scolastiche, provenendo
egli dalla Cisl scuola. E' noto a tutti,
infatti, che lo stesso brillante
Provveditore agli studi dell'epoca,
Paolo Norcia, si avvalesse in maniera quasi quotidiana della consulenza
di Verrengia, cui va tutta la nostra
stima per la preparazione nel
campo, preparazione che non trovava e non trova pari in altri sindacalisti del settore della formazione
pedagogica e umana. E allora, cara
Filca Cisl, se ti manca, nel settore
dell'industria quella dimestichezza
deontologica che, invece, non faceva difetto all'ex responsabile della
Cisl scuola, adesso promosso segretario provinciale della Cisl pontina,
evita per il futuro nuove brutte figure. Lascia che la Cisl, tradizionalmente meno addentrata della CGIL
nei problemi dei lavoratori che si
sporcano le mani di polvere e si
riempiono le parti terminali degli
arti superiori di calli, pensi ai problemi della scuola. Guarda, tu, Cisl,
lo sai fare molto bene che nessuno ti
supera. Lo sai fare per quanto
riguarda le problematiche attinenti
le assunzioni, i trasferimenti, i concorsi magistrali. In tutti questi
campi non c'è nessuno che possa
superarti. Nel garantire trasparenza,
visibilità e onestà di valutazione.
Naturalmente! Perchè, a che cosa di
diverso stavate pensando, voi lettori? Ai dirigenti della cava ribadiamo
che il popolo di Itri ha intelligentemente saputo scegliere amministratori che non rinunciano a monitorare sistematicamente eventuali conseguenze negative dell'inquinamento ecologico. Quindi, rispettate il
"Piano rumore", così come a questo
piano debbono sottostare tutte le
attività produttive operanti sul
nostro territorio secondo le attuali
disposizioni del suo regolamento.
Se poi volete far giungere personalmente allo scrivente qualche vostra
considerazione, che, per lo meno, su
questo giornale, troverà spazio in
quanto, a differenza degli Zombie
dell'editoria pontina, il "DIRITTO
DI REPLICA" viene concesso a
tutti, vi preghiamo di seguire un piccolo accorgimento. Date le manifeste carenze, da parte nostra, in materia glottologica (linguistica, n.d.r.),
vi saremmo grati di farci giungere
note o comunicati redatti in lingua
"tricolore". Noi, con il "lumbàrd",
che non solo non conosciamo, ma
che non sappiamo neanche interpretare, non abbiamo dimestichezza, in
quanto le scale del grattacielo
Pirellone, per contattare il
Governatore che fa della castità una
delle sue virtù primarie ("de gustibus...!") non le abbiamo mai salite.
Abbiamo sempre avuto paura di scivolare su gradini tirati sempre a lucido e lustrati molto bene. Rubando il
verso a un monumento poliedrico
dell'arte, Totò, "Napoletano", ci verrebbe da chiosare, "Noi siamo seri"
anche se ancora non apparteniamo
alla Morte, soprattutto quella dell'etica e dell'onestà!
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GAZZETTA DEGLI AURUNCI
“CHARGE SOUND T-SHIRT”
MAGLIETTA CHE RICARICA
IL CELLULARE CON I SUONI
Come ogni estate, in questo periodo ci si prepara a partire, zaino in
spalla, per i tanti festival musicali
sparsi per il mondo. Ma come fare
per ricaricare il proprio cellulare
nel bel mezzo di un concerto? Ci ha
CASTELFORTE
FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLE
TRE TORRI 22^ESIMA EDIZIONE
di Vincenzo Gagliardi
Come ogni anno nella terza settimana di Luglio, la cittadina di
Castelforte, vive per il Folklore.
Infatti dal 16 luglio al 19 luglio, il
paese ha ospitato la 22^esima
Edizione del Festival Internazionale
del Folklore, organizzato dal
Gruppo Folk “Glio Ventrisco”.
Molti i gruppi internazionali intervenuti da varie Nazioni del mondo,
come Brasile, Cile, Venezuela,
Indonesia e altri ancora.
Il giorno 18 luglio, si è entrati nel
vivo della manifestazione folk
lorica, si è svolta la sfilata con tutti
i gruppi partecipanti per le vie del
paese e a seguire l'entusiasmante
“corsa degli asini” che ha visto
presente ben quattro asini, appartenenti alle varie contrade.
Il Gruppo Folk “Glio Ventrisco” in
collaborazione con Radio Tirreno
Centrale hanno dato vita a questo
evento. E rinnovano l'appuntamento a tutti gli amanti del
Folklore al prossimo anno.
Per la pubblicità
su questo periodico
Tel. 348.3838906
pensato Orange: la compagnia
di telefonia mobile, in concomitanza col festival di
Glastonbury 2011, ha presentato la “Charge Sound T-shirt”,
ovvero la maglietta che ricarica
cellulari e dispositivi portatili
sfruttando l'energia della musica.
La t-shirt è dotata di una pellicola piezoelettrica grande come
un foglio A4 che capta le onde
sonore e li trasforma in energia
che infine va a una batteria. La
maglietta ha poi una tasca con
all'interno il cavo che dalla batteria
porta a diversi spinotti intercambiabili per alimentare cellulare, iPod o altro.
Scarica

la spiaggia di itri torna a brillare