Scrivere per
il Teatro, il Cinema, la Televisione
Paolo Fosso
Annamaria Magi Salima Balzerani
FILMATO
1’ 56’’
Il disordine
del cuore
Trailer
Scrivere emozioni
per un pubblico
Testo scritto, rappresentazione,
effetti, recitazione, luci, musica
http://www.youtube.com/watch?v=bvL80d0eeNA
2
SPETTACOLO AMBITI DELLO SCRIVERE
Attivita’ autoriale
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Attività Critica e Giornalistica
Idee – Soggetti
• Rubriche, articoli
Riduzioni – Adattamenti
di
Critica
teatrale,
Trasposizioni – Traduzioni
cinematografica,
Copioni teatrali - Dialoghi
televisiva,
Composizioni musicali e miste
Testi e monologhi per artisti
musicale
Testi trasmissioni e spettacoli
• Recensioni
Storyboard – Sceneggiature
Allestimenti, Coreografie, Regie • Presentazioni di
Scenografie, ambientazioni
eventi, mostre e
Scrittura serial tv e scrittura
rassegne
«work in progress»
Scrivere per
Televisione
Cinema
Teatro
Musica
Danza
Linguaggi espressivi
Letteratura Poesia, Prosa
Parole
Suoni
Teatro (tragedia, commedia,
musical), Cinema, Multivisione
Musica
Gesti
Gesti + suoni
Concerto-show
Operetta, Lirica
Mimica
Danza
Forme, immagini
Gala
Arti visive,
Pittura, scultura, moda
Cos’è lo spettacolo
gli Spettacoli dal vivo
• Spettacoli Teatrali
• Show, Concerti, esibizioni
Sono lavori complessi espressione di
talento o mimesi della realtà - con
funzione ludica, emozionale,
culturale ma anche
mediatica ed economica. Attingono
all’arte ed alla letteratura
FUNZIONE
EMOZIONALE
il teatro è «la comunione d'un
pubblico con uno spettacolo
vivente». (Silvio D'Amico)
Ispirazione
Cos’è
Come si inizia
a scrivere
FILMATO 1
7’ 03’’
Nanni Loy
Le idee
L’ispirazione dal
quotidiano
Telecamere nascoste
http://www.youtube.com/watch?v=DuI1hPfMM30
8
Preparazione Preparazione
e Retroterra linguistica e
dell’autore
culturale
Repertorio Attititudini e
classico e conoscenza dei
media e
moderno
linguaggi
espressivi
Fonti dell’ispirazione
1) Format
Internazionali
o rielaborazioni
2) Eventi ed
Attualità
L’idea o
ispirazione
3) Temi sociali,
vita quotidiana
mondo giovanile
4) Storia
o
letteratura
Il Percorso dell’idea
Teatro
Soggetto
Cinema
Soggetto
Televisione
Soggetto
Sceneggiatura – Dialoghi – Copione – Story Board
Scenografie, Coreografie, Luci, Musica, Effetti
Scelta compagnia
Teatro o luogo
Casting
Location
Modalità trasmiss.
Differita - Diretta
Adattamento
Allestimento
Ripresa
Montaggio
Doppiaggio
Film, spot, corto
Ripresa
Ripresa
Montaggio
Spettacolo
Programma
Sceneggiato, fiction
Scrivere il Soggetto
Come si fa
La prima stesura
La scelta del titolo
La trama – l’Intreccio
ed l’ambientazione
Le trasposizione
gli adattamenti
In funzione del mezzo espressivo
FILMATO
fino a 3’07
Trasposizione
dal romanzo
al film
L’amore ai tempi del
colera
Gabriel Garcia Marquez
http://www.youtube.com/watch?v=B6IFu-g9-H4
15
Differenze tra i canali espressivi
Scrivere per il
Teatro
Scrivere per il
cinema
Scrivere la Sceneggiatura
L’ambientazione
La trama e
l’intreccio
I Colpi di scena
Che cos'è una Sceneggiatura?
Una storia raccontata per immagini
con dialoghi e descrizioni
all'interno di un contesto drammatico
Salima Balzerani
Cos'è il Dramma?
Il DRAMMA è un CONFLITTO
●
Senza conflitto non c'è azione
●
Senza azione non c'è personaggio
●
Senza personaggio non c'è storia
●
Senza storia non c'è sceneggiatura
Come si scrive una Sceneggiatura?
Scrivere una sceneggiatura è dare vita a
un processo
in grado di svilupparsi in modo organico e
continuo.
E' un lavoro artigianale.
Il Cinema - processi
Romanzo
racconto
Adattamento
Regia
Film
Sceneggiatura
IDEA
Attività
Prodotto
Lancio
Promozione
Distribuzione
Girato
Riprese
Location
Casting
Scenografie
Coreografie
Costumi
Montaggio
Effetti
musiche
doppiaggio
Da dove si comincia?
●
SOGGETTO
●
STRUTTURA
IL SOGGETTO
Il Soggetto è la definizione in 3 frasi
dell'IDEA del film
e descrive a grandi
linee
l'argomento,
il personaggio principale
e lo svolgimento dell'azione.
Esempio di Soggetto
Una donna, sposata da 17 anni, con una figlia,
un lavoro part-time e una vita sociale
soddisfacente viene all'improvviso lasciata
dal marito per un'altra donna. Dopo il
divorzio si riorganizza la vita, decisa a
rimanere libera e senza legami, finché non
incontra un uomo che le fa cambiare idea e
con cui comincia a costruire una nuova
relazione sentimentale.
(“Una donna tutta sola” di Paul Mazursky)
LA STRUTTURA
La Struttura(dal lat. Struhere = costruire) è lo
scheletro, il contenitore, il contesto che fissa
il contenuto, la linea d'azione drammatica
che tiene insieme le parti della storia (inizio,
svolgimento, fine) con il tutto.
E' uno SVOLGIMENTO LINEARE DI FATTI
che portano a una soluzione drammatica.
Senza struttura non c'è storia né
sceneggiatura.
La Storia
La storia è costituita di 3 parti:
Inizio, Svolgimento, Fine
●
Il primo blocco (30 pp.) è l'IMPOSTAZIONE
●
Il secondo blocco (60 pp.) è il CONFRONTO
●
Il terzo blocco (30 pp.) è la RISOLUZIONE
IMPOSTAZIONE. Atto I
Nell' ATTO I si deve dare subito avvio alla
storia, presentando i personaggi
principali, la situazione e i presupposti
drammatici.
Prima della fine del I Atto si presenta il
Primo Colpo di Scena, un ostacolo o un
incidente che sconvolge la narrazione e le
fa prendere inaspettatamente un'altra
strada. La storia cambia.
CONFRONTO. Atto II
Nell'Atto II il protagonista deve affrontare e
risolvere l'imprevisto che si è presentato
alla fine del primo atto per cercare di
raggiungere i suoi obiettivi e soddisfare le
sue esigenze drammatiche.
Prima della fine del II Atto si verifica il
Secondo Colpo di Scena.
RISOLUZIONE. Atto III
L'Atto III conduce verso la soluzione finale.
Si tirano le fila della storia. E' l'epilogo che
può essere positivo o negativo.
Gli ostacoli (non) sono stati superati e il
personaggio (non) raggiunge ciò che si
era prefissato.
IL COLPO DI SCENA
E' un espediente necessario
a portare avanti la storia.
Poiché si tratta di una struttura drammatica,
rappresenterà sempre un elemento di
disturbo, con cui il protagonista dovrà
misurarsi per risolvere il conflitto che ha
prodotto e che lo costringerà a compiere
un'azione.
In una sceneggiatura possono esserci fino a 20
colpi di scena ma fondamentali sono 2:
quelli alla fine del I e del II atto.
Il PARADIGMA
Il PARADIGMA è un MODELLO
, uno schema concettuale che permette di
visualizzare la storia nella sua struttura
drammatica.
Per costruire la Struttura (e quindi il
Paradigma) è necessario decidere i
quattro punti fondamentali della storia: la
FINE, l'INIZIO, il PRIMO e il SECONDO
COLPO DI SCENA.
IL TRATTAMENTO
IL TRATTAMENTO e' una
sinossi narrativa (può anche
esserci qualche dialogo) in 4 pagine.
Serve a delineare lo svolgimento della storia
dall'inizio alla fine.
E' una TRACCIA a grandi linee per la scrittura
di un film. Il risultato finale (la sceneggiatura
definitiva) può anche discostarsi molto dalla
traccia iniziale ma ciò che conta in questo
momento è sapere COSA si scrive (fine,
inizio e i 2 colpi di scena) e scriverlo.
Come si scrive il Trattamento?
Prendere il Soggetto e collocarlo
all'interno del Paradigma.
Poi procedere così:
1) Definire come si apre il I Atto. Dove?
2) Cosa succede? Il personaggio cosa vuole?
3) Primo colpo di scena che sposta l'azione.
4) Superamento degli ostacoli che
impediscono al personaggio
di raggiungere la sua meta.
1) Secondo colpo di scena.
2) Come finisce il film?
La formula per il Trattamento
1) Mezza pagina - scena di apertura
2) Mezza pagina - azione del I Atto
3) Mezza pagina - Primo Colpo di Scena
4) Mezza pagina l'azione del II Atto
5) Mezza pagina Secondo Colpo di Scena
6) Mezza pagina per il III Atto
E' fondamentale non perdersi
nei dettagli e non essere autocritici:
sono le 4 pagine più difficili da
scrivere nell'intero processo della
stesura del film.
LA PREPARAZIONE
●
●
●
DEFINIZIONE PERSONAGGIO E
CONTESTO ANTECEDENTI
STRUTTURAZIONE PRIMO ATTO
SCRITTURA DELLE PRIME 10
PAGINE
Definizione e credibilità
dei personaggi
Come
rappresentarli
IL PERSONAGGIO
Cosa rende efficace
un personaggio?
L'AZIONE
Una persona è ciò che fa,
non quello che dice di essere.
Un personaggio deve essere credibile.
Per costruire un personaggio credibile è
necessario definirne:
le esigenze drammatiche, il punto di vista, il
cambiamento, l'atteggiamento.
I 4 ELEMENTI
PER LA CREDIBILITA'
●
Esigenze Drammatiche: COSA VUOLE?
●
Punto di Vista: COSA PENSA?
●
Cambiamento: IN COSA SI TRASFORMA?
●
Atteggiamento: COME SI COMPORTA?
Scrivere i dialoghi
Il copione
Il ritmo
Le tecniche
Le revisioni
Il lavoro di limatura
REGOLA AUREA
NON DIRE QUELLO
CHE FAI VEDERE
FILM vs SERIE TV
La televisione è uno spettacolo radiofonico con
l'aggiunta di immagini.
La tv non si vede, si guarda.
I personaggi sono teste che parlano (dei loro
sentimenti, di quello che vogliono o
intendono fare). La storia è detta.
In un film la storia è mostrata. I personaggi
vivono i loro sentimenti e compiono azioni.
Strutturazione del I Atto
Scrivere le prime 14 scene.
Una scena per scheda.
Partire dalla prima e proseguire per libera
associazione di idee.
Descrivere con poche parole, a grandi linee.
LE PRIME 10 PAGINE
Le prime 10 pagine sono un'unità a sé
stante. Occorre catturare subito
l'attenzione del lettore/spettatore.
Definire:
1)Chi è il protagonista
2)Di cosa parla la storia
3)Qual è la situazione drammatica
Anatomy of a Murder
Screenplay
By
Wendell Mayes
From the novel by Robert Traver
FINAL
February 25, 1959
Scrivere i monologhi
L’oggetto del monologo
Il monologo
Impegnato
Far ridere
Il monologo
umoristico
Il teatro classico, la prosa, gli
spazi alternativi e l’off
Differenze nella
scrittura
Le collaborazioni
Scrivere a
quattro mani
Interagire con
altri artisti o
figure dello
spettacolo
L’allestimento, la
messa in scena
Rapporti tra
l’autore,
regista, attori,
scenografi
Modifiche ai
testi
SCRIVERE PER IL
TEATRO
di Annamaria Magi
TESTO
Il testo, dal latino textus (con significato
originario di tessuto o trama),
indica un
insieme di segni quali: gesti, parole,
espressioni facciali, modo di esprimersi.
Il testo è dunque un sistema di segni
coerentemente organizzato.
Sono testi tutte le unità isolabili che possiamo
inferire come appartenenti ad un sistema
codificato dell’espressione (linguaggi differenti).
La comunicazione secondo
JAKOBSON
L'ARTE TEATRALE
IL TEATRO E’ IMITAZIONE O MIMESI DELLA REALTA'
ATTUATA ATTRAVERSO LA RECITAZIONE (CHE E’
FINZIONE) DEGLI ATTORI CHE SIMULANO DI
POSSEDERE UN’IDENTITA’ CHE NON E’ LA LORO (E’
DEI PERSONAGGI) E FANNO ACCADERE DAVANTI AD
UN PUBBLICO EVENTI FITTIZI COME SE FOSSERO
VERI
GENESI
Nei popoli primitivi alcuni rituali che sfociavano in vere e
proprie rappresentazioni erano presenti nel quotidiano di
molte culture.
Riti propiziatori con carattere di spettacolarità erano infatti
allestiti secondo il ciclo stagionale allo scopo di venerare,
pregare o ringraziare gli dei per la stagione futura.
RITUALI
l passaggio dall'adolescenza all'età adulta,
le nascite e le morti erano celebrate, in
maniera
differente,
con
caratteri
drammatici e pubblici che ne giustificano la
teatralità.
Soprattutto le
cerimonie
iniziatiche
comprendevano rituali e celebrazioni di
forte caratterizzazione drammatica. Anche
la caccia, la pesca o l'agricoltura offrivano
spunti per rappresentazioni teatrali.
Una componente importante per il teatro dei
primitivi era l'azione mimica, che poteva
essere sia stilizzata che naturalistica,
accompagnata da danze e musica.
Non meno importanti erano, inoltre, quelli che
oggi definiremmo trucco e costume:
molte culture sottolineavano l'estraneità
dell'avvenimento al mondo reale - e quindi la
finzione o il ribaltamento della realtà - tramite il
mascheramento e l'ornamento.
L'uso della maschera, tuttavia, non era pratica
comune a tutte le popolazioni: i pigmei ed i
boscimani non ne facevano uso. La maschera
era infatti simbolo di potere, di solito
prerogativa di personalità importanti della
comunità, come gli sciamani.
I Kono, popolazione primitiva dell'attuale Papua
Nuova Guinea, utilizzavano le maschere per
impersonare
gli
dei,
attribuendo
al
mascheramento da parte dell'attore anche il
conferimento, a quest'ultimo, dei poteri del
dio rappresentato.
NELLA STORIA DELLA CIVILTA' EUROPEA/OCCIDENTALE IL
TEATRO NASCE E SI DEFINISCE NELLA GRECIA ARCAICA (VIIIVI sec.):
● COME RITO RELIGIOSO
● COME RITO COLLETTIVO DELLA POLIS
● COME SCUOLA DEL DEMOS
● COME
ARTE, OVVERO COME CODICE ESPRESSIVO
ORGANICO E STRUTTURATO IN MODO COERENTE.
●CFR.
ARISTOTELE, POETICA, che testimonia la speciale
condizione del teatro greco inserito in un contesto dalle labili linee di
confine tra esperienza rituale e espressione artistica.
L’INVENZIONE DELL'ARTE DRAMMATICA COMPORTO' UNO
STRAVOLGIMENTO DEL RAPPORTO REALTA’/ FINZIONE CUI GLI
INDIVIDUI ERANO ABITUATI E CREO’ UNA CONOSCENZA DEL
FITTIZIO.
(Contesto storico-culturale della polis democratica e della
Sofistica)
CRATERE A VOLUTE DEL PITTORE DI PRONOMOS, MUSEO ARCHEOLOGICO DI
NAPOLI V SECOLO A.C. Raffigurazione di un Dramma satiresco
TEATRO E DRAMMA
TEATRO: DAL TERMINE GRECO THEATRON > GUARDARE,
ESSERE SPETTATORE
LUOGO IN CUI SI GUARDAVA, LUOGO IN CUI SI ASSISTEVA
AD UNA RAPPRESENTAZIONE.
A MANO A MANO CHE IL TEATRO DIVENNE UN’ATTIVITA’
CULTURALE SPECIALIZZATA E BASATA SU TESTI SCRITTI,
LA PAROLA TEATRO SI USO’ PER DESIGNARE ANCHE LA
RAPPRESENTAZIONE STESSA.
DRAMMA: AZIONE/VICENDA DESTINATA AD ESSERE
RAPPRESENTATA DINANZI AD UN PUBBLICO. LA PAROLA
DERIVA DAL GRECO DRAO = AGISCO.
ESSO CONTIENE NELLA SUA ETIMOLOGIA UN TRATTO
FONDAMENTALE DELL’OPERA TEATRALE. IL DRAMMA E’
SCRITTO DA UN AUTORE, IL DRAMMATURGO:
“uomo di scena o uomo di libro?” (Ferdinando Taviani)
LETTERATURA DRAMMATICA:
Insieme dei testi letterari scritti secondo i codici formali
del genere drammatico. E' destinata alla
rappresentazione, ma ha anche una funzionalità
autonoma e puramente letteraria. Esiste infatti una
storia della letteratura drammatica (o teatrale)
ARTE DELLO SPETTACOLO:
Disciplina empirica, tenica e pratica.
Si serve della letteratura drammatica, ma può anche
farne a meno. Si serve del testo scritto attraverso il
COPIONE. Esiste infatti una storia del teatro che tiene
conto della sua dimensione spettacolare.
UN RAPPORTO STRETTISSIMO MA NON FACILE
IL COPIONE. E’ LA COPIA DEL TESTO DRAMMATICO,
OGGETTO DELLA RAPPRESENTAZIONE TEATRALE,
MESSA A PUNTO DAL REGISTA (o capocomico, o
direttore: figura nata in età moderna).
VI SONO EVIDENZIATE LE PARTI CHE INTERESSANO A
CIASCUN ESECUTORE MA E’ ANCHE UN TESTO CHE
SI ARRICCHISCE VOLTA IN VOLTA DEGLI INTERVENTI
DEL REGISTA E DEGLI APPUNTI DEGLI ATTORI E DEI
TECNICI.
IL
REGISTA
PUO’
MODIFICARE
IL
TESTO
DRAMMATICO,
PUO’
ELIMINARE
BATTUTE,
PERSONAGGI,
SCENE,
SPOSTARE
DIALOGHI,
SOSTITUIRE ALCUNE PAROLE O ADATTARE INTERE
BATTUTE AL LINGUAGGIO ATTUALE.
IN TAL MODO REALIZZA UNA VERA E PROPRIA
RISCRITTURA DEL DRAMMA COMPATIBILE CON LA
PROPRIA PERSONALISSIMA INTERPRETAZIONE.
testo drammatico ( = opera letteraria scritta)
testo teatrale ( = messa in scena)
Testo drammatico e Testo teatrale non coincidono perchè:
gli attori sulla scena usano il codice linguistico (=parole del
testo letterario), ma anche elementi extraverbali: gesti,
movimenti, intonazione della voce
● l’allestimento scenico prevede costumi, luci, musica, danza,
pittura, tecniche recitative: SEMIOTICA PLURALE
● lo
spazio teatrale (=luogo fisico della rappresentazione)
influenza lo spettacolo e la fruizione da parte del pubblico
● lo spettacolo è effimero, cambia ogni volta, è fluido.
● il testo drammatico ha finalità estetiche ed utilizza le strategie
della comunicazione letteraria, ha una SEMIOTICA
SINGOLARE, è sempre uguale a se stesso, unico. Cambia
solo nel processo di lettura e interpretazione del destinatario.
●
LA RAPPRESENTAZIONE ovvero
IL DRAMMA TEATRALE COME OPERA APERTA:
IL TESTO DRAMMATICO NON PUO’ MAI COINCIDERE
CON LA MESSA IN SCENA ESATTA DELLA VOLONTA’
DELL’AUTORE PERCHE’ VI SONO COMPONENTI CHE
NON SONO CONTEMPLATE NEL TESTO SCRITTO:
ES. VOCE, PERSONALITA’, ASPETTO FISICO,
GESTUALITA’, LA PROSSEMICA ECC…
IL DRAMMA E’ PER SUA NATURA UN'OPERA
APERTA, OVVERO UN’OPERA SOGGETTA A UNA
SERIE INFINITA DI LETTURE POSSIBILI.
OGNI OPERA E’ INTERPRETATA DA CIASCUN
LETTORE
A
SECONDA
DELLA
PROPRIA
SENSIBILITA’, MENTALITA’, CULTURA. (U. ECO)
ELEMENTI COSTITUITIVI DEL TEATRO: I FATTORI CHE QUALIFICANO
IL TEATRO COME GENERE ARTISTICO SONO:
●LA PRESENZA DI PERSONAGGI INTERPRETATI DA ATTORI
● LA PRESENZA DI UNA STORIA, O FAVOLA DRAMMATICA. CHE
● SULLA SCENA DIVENTA RAPPRESENTAZIONE.
● IL TESTO DRAMMATICO NON IN TUTTE LE EPOCHE HA COSTITUITO LA
BASE NECESSARIA CUI GLI ATTORI DOVEVANO ATTENERSI PER ALLESTIRE
LA RAPPRESENTAZIONE:
POTEVA INFATTI BASARSI SU UN RACCONTO TRASMESSO
ORALMENTE O SU UN TESTO ABBOZZATO COME IL CANOVACCIO (ES:
LE COMMEDIE DELL’ARTE NEL ‘500)
● LA PRESENZA DI UN PUBBLICO CHE ASSISTE ALLA RAPPRESENTAZIONE
DI ATTORI CHE IMITANO QUANTO AVVIENE NEL MONDO REALE,
FEDELMENTE O ATTRAVERSO METAFORE.
IL PUBBLICO CONDIZIONA L’ANDAMENTO DELLA MESSINSCENA PERCHE’
REAGISCE IN TERMINI DI GRADIMENTO O RIFIUTO. . .
ALTRI ELEMENTI IMPORTANTI, MA NON INDISPENSABILI PER FAR SI' CHE
UNO SPETTACOLO SIA
IDENTIFICATO
COME TEATRALE SONO LA
PRESENZA DEL CORO, UN LUOGO FISICO APERTO O CHIUSO, LA MUSICA,
IL CANTO, LA DANZA, LA SCENOGRAFIA, I COSTUMI, LA REGIA.
VI E’ SPESSO LA COMPRESENZA DI DIVERSE ARTI = RECIPROCA
INTEGRAZIONE, ARTE TOTALE
SCRIVERE IL TESTO DRAMMATICO
I GENERI classici tra oralita' e scrittura:
TRAGEDIA E COMMEDIA
Gli autori del teatro antico erano prima di tutto cittadini impegnati
politicamente e militarmente nella polis; oltre che autori erano attori,
musicisti, allestitori del Coro, organizzatori e tecnici.
I testi drammatici antichi erano scritti in primo luogo per
l'allestimento, in secondo luogo come copioni per gli attori e in terzo
luogo per essere conservati, pubblicati e letti.
Il linguaggio dei testi drammatici antichi, anche se scritto, conserva
molti elementi dell'oralità: metrica, interventi lirici, dialoghi in diverse
forme e misure (sticomitie, antilabai, rhesis) indicazioni sceniche
implicite (non esistevano le didascalie), linguaggio performativo
(emotivo e conativo), uso dei deittici diretti, ecc.
TRAGEDIA: TEMI DI MITOLOGIA CLASSICA, STORIA, BIBBIA. INTRECCIO
DI STORIE DOLOROSE DI NORMA SEMPLICI, CHE DERIVANO DA
QUALCHE COLPA ORIGINARIA DEL PROTAGONISTA
E CHE SI
CONCLUDONO CON LA MORTE O CON LA DISFATTA MORALE
EPSICOLOGICA DEL PROTAGONISTA STESSO E DI ALTRI PERSONAGGI.
I PERSONAGGI SONO NOBILI E APPAIONO DOMINATI DA UN DESTINO
CHE INESORABILMENTE LI PORTA ALL' AUTODISTRUZIONE. LE LORO
AZIONI SONO DETERMINATE DAL DESTINO O DA UNA VOLONTA' DI
ANNULLAMENTO
CHE
LI
TRAVOLGE.
IL
LINGUAGGIO
TRADIZIONALMENTE IN VERSI E’ GENERALMENTE ELEVATO.
COMMEDIA: LA VICENDA SI BASA SU UN INTRECCIO COMPLESSO,CON
EQUIVOCI, IMPREVISTI E COLPI DI SCENA. GLI OSTACOLI VENGONO
SEMPRE RIMOSSI, SPESSOANCHE GRAZIE AD UN AIUTANTE, LA
COMMEDIA HA SEMPRE UN LIETO FINE. I PERSONAGGI SONO UOMINI
COMUNI CON LE LORO DEBOLEZZE. SPESSO SI PRESENTANO TIPI,
ESPONENTI DI UNA CATEGORIA SOCIALE E UMANA DEFINITA: L’AVARO, IL
RUFFIANO, LA SERVA, LO SCROCCONE … SPESSO HANNO LO SCOPO DI
DENUNCIARE IL MALCOSTUME O L’POCRISIA DIFFUSI. GLI AMBIENTI
SONO QUELLI DELLA QUOTIDIANITA’.
IL LINGUAGGIO E’ COLLOQUIALE E SPESSO CON PRESENZA DI
VOCABOLI SCURRILI.
La tragedia greca è strutturata secondo uno schema
rigido, di cui si possono definire le forme con precisione.
La tragedia inizia generalmente con un prologo (da prò e
logos, discorso preliminare), che ha la funzione di
introdurre il dramma; segue la parodo, che consiste
nell'entrata in scena del coro attraverso dei corridoi
laterali, le pàrodoi; l'azione scenica vera e propria si
dispiega quindi attraverso tre o più episodi (epeisòdia),
intervallati dagli stasimi, degli intermezzi in cui il coro
commenta, illustra o analizza la situazione che si sta
sviluppando sulla scena; la tragedia si conclude con
l'esodo (èxodos).
Già a partire da Euripide, diverse parti vengono
modificate o eliminate.
La commedia si divide in 5 parti (non
ordinate secondo uno schema preciso):
●
prologo
●
parodos, cioè l'ingresso nel coro
● agone, cioè l'introduzione del fulcro della
narrazione
● Episodi
● Intermezzi lirici corali e monodici
●
parabasi
●
Esodo
●Già a partire dalla fine del V sec., nelle
commedie di Aristofane, diverse parti
vengono modificate o eliminate.
Dall'età ellenistica e romana si distingue tra TESTO
DRAMMATICO e ARTE TEATRALE. Es.: le tragedie di Seneca
vennero scritte, pubblicate e recitate con letture pubbliche ma
non rappresentate
LA STRUTTURA TRADIZIONALE – GIA' A PARTIRE DALL'ETA'
ROMANA ANTICA – RIMASTA STABILE FINO ALL'ETA'
CONTEMPORANEA - DEL TESTO DRAMMATICO E' LA
SEGUENTE:
1- SUDDIVISIONE IN ATTI (in genere 5 o 3) > IMPRIMONO UN
ORDINE ALLO SVOLGIMENTO DELLA STORIA, CON FUNZIONE
SIMILE A QUELLA DEI CAPITOLI DI UN ROMANZO. OGNI ATTO
SI SVOLGE CONVENZIONALMENTE IN UN UNICO LUOGO E
RACCHIUDE UN’AZIONE UNICA, SENZA SCARTI TEMPORALI
RILEVANTI.
2- L’ATTO SI SUDDIVIDE IN SCENE. LA SCENA E’ UNA UNITA' DI
MISURA CONTENUTISTICA MINIMA; E' CARATTERIZZATA DAL
PERMANERE DEGLI STESSI PERSONAGGI SALVO CASI DI
ENTRATA E USCITA DI QUALCHE PERSONAGGIO A SCENA
APERTA.
APERTURA – ELENCO PERSONAGGI
IN APERTURA SI TROVA L’ELENCO DI TUTTI I
PERSONAGGI CHE HANNO UN RUOLO, E ACCANTO
A MOLTI NOMI E’ SPECIFICATA LA RELAZIONE
CHE LI LEGA AI PROTAGONISTI O AGLI ALTRI
PERSONAGGI.
UN ELENCO PARZIALE SI RIPETE ALL’INIZIO DI OGNI
SCENA.
ESEMPIO:
LA LOCANDIERA DI CARLO GOLDONI
Commedia in 3 atti
Personaggi:
Il Cavaliere di Ripafratta
Il Marchese di Forlipopoli
Il Conte d'Albafiorita
Mirandolina, locandiera
Ortensia, comica
Dejanira, comica
Fabrizio, cameriere di locanda
Servitore, del Cavaliere
Servitore, del Conte
La scena si rappresenta in Firenze, nella
locanda di Mirandolina
3. LE BATTUTE: LA MAGGIOR PARTE DEL TESTO
DRAMMATICO E’ OCCUPATA DALLE BATTUTE, CIOE’ LE
PAROLE SCRITTE PER ESSERE PRONUNCIATE DAI
VARI PERSONAGGI. IN BASE ALLA LORO DISPOSIZIONE
NEL TESTO, LE BATTUTE POSSONO DARE ORIGINE A:
- DIALOGHI: SCAMBI DI BATTUTE FRA DUE O PIU’
PERSONAGGI; SONO IL FATTORE MAGGIORMENTE
QUALIFICANTE DEL TESTO DRAMMATICO. LE BATTUTE
POSSONO ESSERE BREVI,LUNGHE, MEDITATIVE, ECC..
- MONOLOGHI SONO BATTUTE VISIBILMENTE PIU’
LUNGHE E CHE FANNO SI' CHE UN SOLO
PERSONAGGIO PARLI PER GRAN PARTE DELLA SCENA.
IL MONOLOGO METTE IN RISALTO IL PUNTO DI VISTA DI
UN PERSONAGGIO, RALLENTA IL RITMO O LO
INTERROMPE. I MONOLOGHI POSSONO AVERE
DIVERSE FUNZIONI:
FUNZIONI DEI MONOLOGHI
- METTONO A NUDO LA COSCIENZA DI UN PERSONAGGIO
CHE PARLA SOLO SULLA SCENA COME SE STESSE
RIFLETTENDO AD ALTA VOCE E SENZA ESSERE UDITO DAGLI
ALTRI PERSONAGGI. EGLI RIVELA I LATI NASCOSTI DEL
PROPRIO ANIMO E LE VERE RAGIONI DEL PROPRIO AGIRE.
- NELLA FORMA DELLA TIRATA, PARLANO A LUNGO DELLA
FILOSOFIA DI VITA DEL PERSONAGGIO, CHE SI ESPRIME A
SOLO O RIVOLGENDOSI AD ALTRI PERSONAGGI
- SERVONO A RIEVOCARE ANTEFATTI, A NARRARE EVENTI
CONTESTUALI ALLA NARRAZIONE DRAMMATICA O FUORI
SCENA.
RIPORTANO
I
COMMENTI
DEL
PERSONAGGIO
MONOLOGANTE RIGUARDO A CIO’ CHE IN QUEL MOMENTO
STA AVVENENDO. IL PERSONAGGIO PUO’ ESSERE SOLO O
CON ALTRI.
A-PARTE: SONO BATTUTE, DI NORMA BREVI, CHE UN
PERSONAGGIO DEVE PRONUNCIARE IN MODO TALE CHE GLI ALTRI
PERSONAGGI, PUR PRESENTI IN SCENA, NON LO SENTANO. IL
DRAMMATURGO
SEGNALA
QUESTE
BATTUTE
PONENDO
L’INDICAZIONE A PARTE O DA SE' OPPURE CON L’USO DELLE
PARENTESI.
GLI A-PARTE HANNO L’UTILITA’ DI FAR CONOSCERE AL PUBBLICO
UN’OPINIONE O UN PENSIERO RECONDITO CHE UN CERTO
PERSONAGGIO FORMULA FRA SE’ E SE’ E CHE NON ESPRIME
CHIARAMENTE AL SUO INTERLOCUTORE.…
Esempio:
C. GOLDONI, La locandiera, Atto I Scena seconda
CONTE: Vuoi vedere la differenza che passa fra il Marchese e me?
MARCHESE: Che vorreste dire?
CONTE: Tieni. Ti dono uno zecchino. Fa che anch'egli te ne doni un altro.
FABRIZIO: Grazie, illustrissimo. (Al Conte.) Eccellenza... (Al Marchese.)
MARCHESE: Non getto il mio, come i pazzi. Vattene.
FABRIZIO: Illustrissimo signore, il cielo la benedica. (Al Conte.)
Eccellenza. (Rifinito. Fuor del suo paese non vogliono esser titoli per farsi
stimare, vogliono esser quattrini). (Da sé, parte.)
4. LE DIDASCALIE: INDICAZIONI DI REGIA
NEL TESTO, TRA PARENTESI O IN
CORSIVO.
L’AUTORE NON INTERVIENE MAI IN VESTE
DI NARRATORE MA PUO’ INTERVENIRE
FORNENDO INDICAZIONI RIGUARDO ALLA
MESSINSCENA E ALLA RECITAZIONE DEGLI
ATTORI NELLE DIDASCALIE (ISTRUZIONE).
NEL TESTO COMPAIONO IN CORSIVO O
TRA PARENTESI, SONO DELLE VERE E
PROPRIE ISTRUZIONI DESTINANTE ALLA
REGIA E AGLI ATTORI (E AI LETTORI), IN
MERITO AL MODO IN CUI L'AUTORE
INTENDE CHE UNA CERTA AZIONE DEVE
ESSERE RAPPRESENTATA.
5. IL PERSONAGGIO
L'OPERA
DRAMMATURGICA
PREVEDE
SOLITAMENTE IL CONCORSO DI PIU' PERSONAGGI:
IN GENERE A UNO O POCHI PERSONAGGI
PRINCIPALI (PROTAGONISTI), IL CUI CARATTERE E
LA CUI VICENDA VIENE SOTTOPOSTA ALLA
MEDITAZIONE
DEL
PUBBLICO,
FANNO
DA
CONTORNO
VARI
PERSONAGGI
SECONDARI
(COMPRIMARI, COMPARSE).
ALLA
DEFINIZIONE
DI
UN
PERSONAGGIO
ALL'INTERNO DELL'OPERA CONCORRONO VARI
FATTORI:
●Contenuto delle battute che pronuncia;
● Tono della voce e gestualità;
● Costumi che indossa;
● Movimenti sulla scena.
PERSONAGGIO:
TRA AZIONE E CARATTERE
● Per gli antichi (Aristotele): il personaggio
deve principalmente AGIRE: l'azione e la
parola coincidono (scelta). Dall'azione
scaturisce il carattere.
● Per i moderni (dal teatro del Settecento):
conta il carattere, la psicologia.
● Dal
secondo Novecento: si ricerca di
nuovo l'azione, si aspira al ritorno alle
origini: corporeità, istinto, gesto, urlo.
IL
PERSONAGGIO
TEATRALE
DEVE
COMUNQUE REALIZZARE LA VICENDA: E'
IMPORTANTE CHE IL NUMERO E IL
CARATTERE DEI PERSONAGGI SIANO
FUNZIONALI ALLA VICENDA E CHE I LORO
DIALOGHI
NON
SI
LIMITINO
AD
INFORMARE, AL RESOCONTO,
MA CONTENGANO
APPROFONDIMENTO DIALETTICO
(SENTIMENTALE,
EMOTIVO
IDEOLOGICO) DEL TEMA DELL'OPERA
E
6. IL LINGUAGGIO DRAMMATURGICO. IL LINGUAGGIO
USATO SI ISPIRA AL LINGUAGGIO PARLATO, MA SI
ADEGUA AL GENERE E ALLA POETICA DI RIFERIMENTO.
RISPETTO ALLE OPERE NARRATIVE, USA UN
LINGUAGGIO
PERFORMATIVO,
FINALIZZATO
ALL’ESECUZIONE DI AZIONI E GESTI.
NEL LINGUAGGIO PERFORMATIVO VI SONO TRACCE DEI
GESTI… GRAZIE ALL’USO DELLE DIDASCALIE.
GLI ENUNCIATI CONATIVI (CHE MIRANO A INDURRE A
QUALCUNO
DI
ESEGUIRE
UN’AZIONE:
FORME
IMPERATIVE, ESORTATIVE, VOCATIVE) E GLI INDICATORI
DEITTICI (LE INDICAZIONI DEI LUOGHI, DEI PERSONAGGI,
DEGLI OGGETTI E DEI TEMPI COINVOLTI NEL TESSUTO
DELLA RAPPRESENTAZIONE SCENICA - I PRONOMI
DIMOSTRATIVI, PRONOMI PERSONALI, POSSESSIVI, GLI
AVVERBI DI TEMPO, DILUOGO) RENDONO VERE E
CONCRETE LE COSE RAPPRESENTATE AGLI OCCHI O
LETTE.
IL TESTO DRAMMATICO NEL TEMPO
MEDIOEVO: sacra rappresentazione (Testimonianze
scritte. Cfr. Jacopone da Todi), spettacoli comici
improvvisati.
● UMANESIMO.RINASCIMENTO: imitazione dei classici
(soprattutto
Terenzio).
TEORIZZAZIONE
DELLE
REGOLE: LE TRE UNITA' DI AZIONE, TEMPO, LUOGO
“ARISTOTELICHE”. ( Machiavelli, Ariosto, Tasso)
●SEICENTO
l'eta' del teatro per eccellenza: ETA'
ELISABETTIANA in Inghilterra, la rivoluzione di
Shakespeare (e Marlowe); TEATRO E SOGNO nel
secolo d'oro spagnolo (Lope de Vega e Calderon de la
Barca); la forza dei PERSONAGGI TRAGICI di Corneille
e Racine in Francia e i CARATTERI delle commedie di
Molière.
●
DUE GENERI NUOVI: COMMEDIA DELL'ARTE E
MELODRAMMA: la prima empirica e quasi senza
scrittura (canovacci e improvvisazione; attori
specializzati in tipi fissi); il secondo basato sulla
rigida separazione formale di LIBRETTO e MUSICA
(lo stesso libretto scritto da Metastasio è stato
musicato da compositori diversi), ma su anche
importanti sodalizi (Da Ponte/Mozart)
● IL SETTECENTO e la RIFORMA del teatro tra
ILLUMINISMO e ASCESA DELLA BORGHESIA:
nascita del dramma borghese, realistico, scritto.
Commedia di ambiente e di carattere (GOLDONI:
razionalità, semplicità, ordine e verosimiglianza)
●
L'OTTOCENTO ROMANTICO Il teatro europeo all'inizio
dell'Ottocento fu dominato dal dramma romantico in
contrapposizione a quello classicista (mitologico). Gli
ideali romantici vennero esaltati in modo particolare in
Germania con autori e teorici come: Johann Wolfgang von
Goethe e Friedrich Schiller, che videro nell'arte la via migliore
per ridare dignità all'uomo. Degli ideali romantici si nutrirono
molte tragedie di soggetto storico: conflitto tra sentimenti
e ragione, tra libertà e tirannide, tra genio e società.
●Al Romanticismo teatrale, approfondito sul piano patriottico e
risorgimentale, fecero riferimento anche gli autori italiani come
Alessandro Manzoni con tragedie come l'Adelchi e Il Conte di
Carmagnola, oltre a Silvio Pellico con la tragedia Francesca
da Rimini. Ambientazioni analoghe tornarono anche nel
melodramma (Verdi). Molto importante fu anche il teatro
romantico inglese: fra i maggiori rappresentanti ci furono
Percy Bysshe Shelley, John Keats e Lord Byron
●
DRAMMA BORGHESE In Inghilterra, in Francia ed in Italia, in
concomitanza con la nascita del naturalismo e del verismo
(perenne ricerca della realtà in maniera oggettiva), intorno alla
metà del secolo, le grandi tragedie cedettero il posto al
dramma borghese, caratterizzato da temi domestici,
intreccio ben costruito e abile uso degli espedienti
drammatici. Il maggiore esponente del teatro naturalista fu
Victor Hugo e del teatro verista Giovanni Verga.
● Introducono
in modo geniale e innovativo il teatro del
Novecento il norvegese Ibsen, con opere fondamentali come
“Casa di bambola” (1879) o “Spettri”(1881), e il russo Cecov,
con opere come “Zio Vania”, “Le tre sorelle”, “Il giardino dei
ciliegi”, scritte agli inzi del '900.
●Questi
autori indagano la complessità del mondo reale, il
male del vivere, l'enigmaticità sfuggente dei rapporti
interpersonali, l'irresolubilità dei conflitti sociali.
PRIMO
NOVECENTO,
tra
AVANGUARDIA
e
METATEATRO.
Luigi Pirandello:
- abolizione dei generi tradizionali. Commedia e tragedia
non più distinte e distinguibili
- individuo prigioniero dei ruoli sociali. Vita e Forma.
- identità multipla e smarrimento
- alienazione e incomprensibilità del reale
- metateatro e indagine sugli strumenti conoscitivi
dell'arte.
La
nascita
della
regia:
PSICANALISI
E
IMPERSONAZIONE nel METODO STANISLAWSKIJ
IL TEATRO DELL'ASSURDO: Beckett e la solitudine
orribile dell'uomo contemporaneo, esposto a un
oscuro destino di annientamento e insondabilità di una
realtà, che, probabilmente, non esiste.
Samuel Beckett, FINALE DI PARTITA
Incipit - Interno senza mobili. - Luce grigiastra. [...]
Clov (sguardo fisso, voce bianca). Finita, è finita, sta per finire,
sta forse per finire. (Pausa). I chicchi si aggiungono ai chicchi a
uno a uno, e un giorno, all'improvviso, c'è il mucchio, un
piccolo mucchio, l'impossibile mucchio. (Pausa). Non possono
più punirmi. (Pausa). Me ne vado nella mia cucina, tre metri
per tre metri, ad aspettare che mi faccia un fischio. (Pausa).
Sono dimensioni ideali, mi appoggerò alla tavola, guarderò il
muro, aspettando che mi faccia un fischio.
Citazioni
Clov (con angoscia, grattandosi): Ho una pulce.
Hamm: Una pulce? Ci sono ancora delle pulci?
Clov (grattandosi): A meno che non sia una piattola.
Hamm (molto preoccupato): Ma a partire di lì l'umanità
potrebbe ricostituirsi! Per amor del cielo, acchiappala!
TEATRO CONTEMPORANEO
●BRECHT e la VERFREMDUNG (straniamento):
distanza, oggettività e impegno sociale e politico.
Il
testo
è
tutto,
ma
recitato
senza
immedesimazione.
●LA
RAPPRESENTAZIONE SCENICA DEVE
CAUSARE LA RIFLESSIONE CRITICA E
RAZIONALE NON LA REAZIONE EMOTIVA
DEL PUBBLICO.
●ARTAUD: IL TEATRO COME LIBERAZIONE DI
ENERGIE INTERIORI E COME EVENTO DI
CREAZIONE COLLETTIVA (Testori, Grotowski,
Kantor). IL TESTO E' IMPULSO E FISICITA'
(separazione definitiva tra testo drammatico e
azione scenica e eliminazione del confine tra
scena e pubblico).
Grotowski, AKROPOLIS, 1964
B, BRECHT, L'opera da tre soldi, regia di G. Strelher
COME
LEGGERE
(analizzare
UN TESTO DRAMMATICO
e
interpretare)
1. Rintracciare il tema
2. Individuare la voce, cioè il punto di vista dell'autore, nelle battute
e nelle vicende dei personaggi
3. Ricostruire l' intreccio, la vicenda che può essere lineare (con un
chiaro punto di partenza, sia pure nell'antefatto o ricostruito tramite
ANALESSI), con uno sviluppo e una conclusione a cui si giunge per
nodi logici e cronologici precisi; oppure può essere complessa e
involuta, avanzare per passaggi bruschi, senza sbocchi chiari; può
alternare un ritmo lento o frenetico e accelerato, con suspence o
colpi di scena.
4. Evidenziare le FORME DELLO SPAZIO e la GESTIONE DEI TEMPI
DELLA VICENDA (ambientazione, costumi, rapporto tra durata
dell'azione e durata della vicenda)
5. Analizzare il LINGUAGGIO (tipologia delle battute, registri
espressivi, stile/codice letterario)
6. Rapportare il testo al CONTESTO, operare raccordi e confronti co
opere dello stesso autore o da autori e opere diversi.
Scarica

Scrivere per il teatro, cinema, tv