Anii. 111. Super. SanUU
Vol. 20. N. 4 (1984). pp. 373-376
R U O ~ ODELL9ASSISTENZA SANITARIA DI BASE
NEL CONTROLLO DEI RISCHI OCCUPAZIONALI CONNESSI
CON GLI ANIMALI DA LABORATORIO (*)
( a ) ad oratorio di Igiene degli Ambienti Confinati, Istituto Superiore di Sanità, Roma:
(h) Istiiuto di Igiene, Facoltà di Medicina e Chirurgia. Milano:
(C) ~er/izio
Stahulatorio, Istituto Superiore di Sanità, Roma
Riassunto. - Gli autori prendono in esame i problemi
dell'usskstenza sanitaria di base del personale che lavora
a contairto con gli animali da laboratorio. Viene sottolineata I~importanzadel ruolo del personale stesso dello
.stahulaltio nella prevenzione e controllo dei problemi
sanitari. Tra i punti principali vi sono il monitoraggio
.sunitariw e qualitalivo. di cibo. lettiera e attrezzature. il
controllo sanitario degli animali, la disponibilità di mezzi
e di personale qualificato da parte dello stabulatorio ed,
infine, !o scambio costante di informazioni con i servizi
medici e con chiunque faccia uso di animali. Anche nel
campo degli animali da laboratorio, la salute umana ed
nnimald sono strettamente connesse.
l
su&ary (Primary health care approach to the
control of occupational diseases connected with laboauthors examine the prohlems
health care qf personnel warking in conract with laboratory animals. Emphasis is
role of rhe stabulary personnel in prevention
of health problems. Amang the major
points kre monitoring o/ quality und wholesomeness o/
food, Eitter and facilities; health control of animals;
umple disponibility of materia1 and human resources
,for thd stabulory; finally the ronfinnou~e.xchange o/
informuition with the medica1 services und with other
users bf laboratory animals. Even in the laboratory
animo1 field. animal and human health ore strictly
connedted.
dono da due gruppi di fattori principali: a) la normale stabulazione degli animali e il funzionamento
delle strutture; b) I'utilizzazione di agenti microbici,
sostanze tossiche, trattamenti fisici. ecc. nelle sperimentazioni in vivo.
Evidentemente, il gruppo h ) è troppo ampio e
multiforme e non sarà quindi preso in considerazione
in questa sede: ci riferiremo. piuttosto, al complesso
di fattori di rischio presenti in ogni caso in uno
stabulario cercando di precisarne la natura, di identificare quali lavoratori, in particolare, vi sono esposti
e quali possono essere le più efficaci misure di controllo.
La particolarità di tale lavoro e anche la relativa
rarità, fa si che le strutture sanitarie pubbliche siano
impreparate a far fronte ai più immediati problemi di
controllo degli incidenti e delle malattie professionali
che vi possono essere connessi. Come in qualsiasi
altro ambiente di lavoro peraltro, è doveroso che chi
vi opera sia in grado di conoscere i rischi esistenti e
di attuare le misure di prevenzione più adatte. Per
questi motivi l'onere dell'assistenza sanitaria di base
(traduzione non perfetta di ~ p r i m a r yhealth care»)
deve essere considerato come appartenente ai compiti
del personale stesso dello stabulano, salvo ricorrere,
nei casi che si vedranno, a strutture sanitarie di
primo e secondo livello.
Fattori di rischio
Malattie trasmissihili
Il lhvoro con animali da laboratorio presenta
rischi phe possono essere anche elevati e che dipen-
1
(*) Tratto dal documento di lavoro VPH/PHC/WP/SI.IS G
presene l o alla «WHO Consultation an Veterinary Partecipation
in Primary Helilth Care,). Washington 13-15 aprile 1983.
Com'è noto gli animali da laboratorio possono
trasmettere numerose zoonosi [1-4].
I comuni roditori da laboratorio e. in genere, le
specie animali abitualmente usate (es. Marara spp.)
non dovrebbero di solito rappresentare un grave
fattore di rischio perché si tratta di animali standardizzati e ben controllati dal lato sanitario.
L'ingresso nello stabulario di artropodi, ratti. ecc.
va accuratamente prevenuto. poiché possono costituire un'importante fonte di infezioni, anche zoonosiche (es. coriomeningite linfocitaria, salmonellosi,
shigellosi). In alcuni casi. tuttavia, la cattura e I'uso
di animali selvatici può essere indispensabile. Tali
animali presentano potenziali agenti patogeni sovente
poco e mal conosciuti, per cui il loro impiego deve
essere seguito con particolare attenzione e. possibilmente. limitato ai casi di effettiva necessità. In particolare, l'impiego di cani e gatti randagi è notevolmente rischioso da un punto di vista sanitario per il
loro continuato contatto con agenti di zoonosi e con
i loro vettori.
Prodorti chimici
Disinfettanti (es. formaldeide. ipocloriti, ecc.),
pesticidi. prodotti anestetici ed eutanasici (es. cloroformio. etere etilico, ecc.) devono essere utilizzati
correttamente evitando, comunque ogni uso eccessivo e ogni inutile persistenza nell'ambiente. Tali prodotti vanno conservati in modo da evitare il deterioramento e la dispersione, ma anche la combustione o
reazioni chimiche impreviste.
Si segnala in particolare per i problemi connessi
con I'uso di gas anestetici, una recente rassegna della
letteratura pubblicata da Green [ 5 ] : ed è disponibile
un'ampia messe di dati derivati dalle esperienze di
camera operatoria [6].
Le reazioni di tipo allergico dovute all'esposizione,
a volte assai elevata, ad allergeni di origine organica
(es. lettiera, pelo. cibo, ecc.) costituiscono un problema diffuso, la cui prevalenza è spesso sottovalutata
171. La prevalenza di tali manifestazioni non risulterebbe significativamente maggiore tra gli individui
atopici, anche se in questi soggetti si manifesterebbero sintomi più gravi [8, 91.
Agenti firici
Radiazioni di vario tipo, caldo, freddo e umidità
eccessivi non dovrebbero essere presenti in uno stabulario razionalmente condotto.
Traumi e incidenti
La frequenza di morsi e graffi è in stretta relazione
con l'addestramento del personale, I'abiludine degli
animali alla manipolazione e il loro stato di stress.
I pavimenti, che devono essere costruiti con materiali non scivolosi, non devono essere mantenuti
bagnati per evitare cadute e il personale deve disporre di appropriate calzature. Va evitato il trasporto di
pesi eccessivi.
Particolare attenzione dovrà essere posta nell'uso e
nella conservazione di etere o altri composti combustibili o esplosivi.
Lavoratori esposti
Addetti alla stahulazione depli animali
Tutto il personale dello stabulario o, comunque.
quello addetto alla stabulazione, allevamento e controllo degli animali (veterinari, biologi, tecnici e
operai) è esposto a un contatto continuo e abituale
con gli animali, con i loro rifiuti e con le strutture e
le attrezzature degli ambienti di stabulazione e quindi
ai fattori di rischio elencati precedentemente.
Operatori che manipolano gli animali
Tutti coloro che adoperano animali da laboratorio
per scopi diricerca. controllo, produzione di sieri e
vaccini, diagnostica. ecc. si trovano a contatto con i
fattori di rischio elencati più saltuariamente e in
modo più irregolare degli addetti allo stabulario. Per
tali lavoratori. però, esistono dei rischi specifici più
rilevanti connessi con l'oggetto, lo scopo e le condizioni del lavoro che nell'introduzione sono stati
indicati come gruppo h) e che non vengono qui presi
in considerazione pur essendo, a volte, assai importanti [IO].
Addetti alle autopsie e all'allesrimenfo di colture cellu/ari
Gli addetti a queste attività possono rientrare
evidentemente nelle altre categorie. Si desidera sottolineare tuttavia la particolarità di queste mansioni
per il rischio che esse comportano di esposizione ad
agenti presenti ordinariamente negli animali come
infezioni latenti o «chiuse».
Altrc occupazioni
Gli addetti alle pulizie o. comunque, coloro che,
anche al di fuori dello stabulario, entrano in contatto
con i rifiuti degli animali o con le gabbie. sono
sottoposti a rischi occupazionali fondamentalmente
simili a quelli degli addetti alla stabulazione degli
animali: questa evenienza è spesso sottovalutata.
In uno stabulario che presenti i requisiti minimi di
razionalità, tra cui la separazione tra aree ((sporche))
e aree «pulite». il personale non specificamente
addetto al contatto con gli animali, con i loro rifiuti
o con gli ambienti di stabulazione (impiegati amministrativi, autisti, ecc.) non dovrebbe essere esposto a
particolari rischi.
Misure di controllo e di prevenzione
Sebbene alcuni criteri siano già stati esposti nel
corso dell'analisi dei fattori si rischio di cercherà, in
modo assai schematico. di fornire ora alcune indicazioni che permettono di ridurre l'entità dei rischi.
La hequente assenza di una preparazione specifica
del p e k n a l e che viene assunto per operare in uno
stabulario, e spesso anche I'insufficenza numerica,
enfatizzano l'importanza di questo punto. che implica unal particolare responsabilità per chi ha il compito di dirigerne le attività.
E' e$senziale rendere il personale in grado di conoscere i primi sintomi di malattia degli animali. di
eseguirle manipolazioni corrette e il meno stressanti
possibile. di utilizzare prodotti e attrezzature secondo
le istruzioni, ecc.
l
1
Tra le attrezzature dello stabulario devono essere
coinpr se quelle necessarie ai controlli sanitari ed agli
accertdmenti diagnostici sugli animali, alla corretta
pulizia e disinfezione e al controllo di artropodi o
altri a enti indesiderabili, alla conservazione e al
controllo delle lettiere e del mangime, alla verifica
delle cbndizioni ambientali e all'igiene personale.
Regolari attrezzature antincendio e appropriati
equipakgiamenti protettivi. sia dal punto di vista
qualidivo che quantitativo, dovranno essere a disposizihne degli operatori.
In pbrticolare dovranno essere previsti periodici e
standardizzati controlli sulla adeguatezza delle misure
di disinkezione e sulla qualità igienica (chimica e microbiologica) dei mangimi. Questi ultimi controlli dovranno essere eseguiti di routine a cura del produttore.
come controllo di partita: è però opportuno prevedere
dei controlli anche da parte degli acquirenti.
l
!b
~ o n t r o h osanirurio degli unimali
~pecialibarriere sanitarie sono richieste nel c:iso
che ve&ano usati animali gerrn+e.
gnotobiotici o
s p ~ r i f i c ' ~ p a r h o g r n ~ f rche.
e c peraltro, sono iiotevolmente /più costosi e hanno bisogno di attenzioni
particolari.
Anche l'uso di iinimali convenzionali, tuttavia. richiede opportune barriere sanitarie, quali la netta separarione tra a k e <<sporche))
e aree «pulite» I'efticace e regolare
pulizia (c/o sterili7zazione) delle attrezzature. dei locali,
degli indumenti da lavoro. periodici controlli microbiologici e ttossicologici su cibo e lettiere e un'accurara lotta
ad artrdpodi. ratti. ecc. Particolarmente consigliabile t il
metodo «tutto pienetutto vuoto» nella conduzione di
stabulan sperimentali e di allevamenti di animali da
csperimanro. Esso consiste nel periodico svuotnmento e
disinfezione delle attrezzature e delle stanze. alla fine di
un ciclo di allevamento o di sperimentazioni.
Kourinariamente dovrebbe essere effettuato il controllo s h o stato di salute degli animali, sttraverso
tsami &rassito~ogici. batteriologici e mitologici di
pelo. fedi e raschiati cutanei. Ove possibile. si dovrebbero sdcrificare. con una scelta casuale, animali
:ipparedtemeiitc sani ed effettuare esami ;inatom«:i:itol«gici 2 rnicrobiologici.
Lo stabulario dovrà disporre di adeguati locali di
quarantena, con personale specificamente addetto e
attrezzature proprie. tra cui quelle necessarie per gli
accertamenti diagnostici. Nel caso di normali animali
di laboratorio i periodi di quarantena potranno
anche essere brevi, mentre più lunghi e accurati
controlli saranno necessari per animali catturati o la
cui provenienza non sia caratterizzata da adeguale
garanzie.
T primati. in modo particolare, vanno controllati
per la possibile presenza di virus di Marburg ed
Herpes B [ I l , 121 e saggiati con la tubercolina, al
loro arrivo e poi successivamente ad intervalli bisettimandi, fino a che il gruppo risulti composto esclusivamente da animali negativi 1131.
Eventualmente di possono anche prendere in considerazione programmi vaccinali o di chemioterapia
precauzionale per gli animali (es. isioniazide nei pnmati), purché tali provvedimenti rappresentino un'integrazione, e non un sostituto. delle misure di profilassi
igienico-ambientali e, ovviamente. purché non interfenscano con l'uso sperimentale degli animali.
Conrrollu della salirre degli operofori
Oltre al completo ciclo di vaccinazione antitetanica
si dovrd prendere in considerazione l'opportunità di
altre vaccinazioni (es. rabbia).
Periodici controlli sanitari del personale mirati ai
rischi specifici andrebbero effettuati dai medici curanti
del personale o dalle stmtture pubbliche di prevenzione. Tali controlli dovrebbero essere guidati da un
protocollo stabilito in collaborazione con il locale
servizio di igiene e sicurezza del lavoro della Uniti
Sanitaria Locale e registrati in appositi strumenti di
famielia e libretto sanitario personale, in modo da
poter seguire le vicende p,ersonali del lavoratore e
fornire la base di corretti dati epidemiologici.
Questo procedimento. che si regge su uno stretto
scambio di informazioni tra personale dello stabulario addetto all'assistenza di base e strutture di controllo sanitario, risulta particolarmente utile per La
sorveglianza di questo tipo di rischi in quanto generalmente scarsa è la diffusione delle conoscenze su
molte zoonosi legate agli animali da laboratorio e
sugli altri rischi eventualmente presenti. Particolari
strumenti per la rapida informazione del medico
potranno essere adottati nel caso di problemi specifici. quali, per esempio, l'esposizione a possibili vettori
di Herpes B [12].
Pronro soccorso
Nrll'ambito d d o stabulario si dovri p o t a far fronte
incidenti quali piccoli traumi. contatto con sostanze
irritanti. ingestione di tossici (per i quali dovrebbe
essere disponibile una scrie di antidoti). icc.
Dovranno essere anche previsti i procedimenti per
i l trasporto urgentc di infortunati nelle strutture
unitarie appropriate.
:i
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L'IDENTIFICAZIONE ELETTROFORETICA
DEI SIMULIDI DEL COMPLESSO REPTANS (DIPTERA, NEMATOCERA)
NELLO STUDIO DEGLI ATTACCHI AL BESTIAME IN VAL D'ADIGE
L. RIVOSECCHI (n). R. CIANCHI ( h ) e L. BULLINI (h)
( a ) Laboratorio di Parussitologia, Istituto Sup(~riorrdi Sunitù, Roma:
( h ) Dipurriiiirnru di Genrficu r Biologio i d o l e ~ o l u r ~Univrrsitù
,
degli Studi L o Sapienza. Roma
Riassunto. - Ricerche sui simulidi del complesso
reptans (*) in va1 d'Adige hanno perrnesso di giungere
rill'identificozioiie elettroforrtica delle .specie genielle S.
reptans e S. voilense a rutti gli studi e in entrunihi i
sessi utilizzando una cliiave hiorhiniica hasuta w i dire
loci malaio deidrogenasi-2 (Mdh-2) r gliiraminico-ossalacefico rransuininasi-2 /Got-2). Il prinio
locus consente, da solo, una dia,posi corretta con irnu
probabilità di errore injrriore u l l ' l % , mentre per il
secondo locus la probabilità di errore 6 inferiore al
5 % . A livello ecologico è stato rii,no.struto che le
fiinmine adulte re.spoiisahili 11egli attacchi n1 hestiu~ne,
osservati anche in sraiioni od dtci qirota. provengono
tutte da ,focolrii lurvali siti nel fondoi~ulle, a quote
inferiori ai 300 metri. Nei cuinpioni di ,feriiniine adulte
raccolte su hovhi al pascolo iie1l'~~state
del 1983 in
varie locolitir della va1 <l'Ad& i. .stata osseri~rrtoim<r
nerto prevalenza di S. reptans rispetto a S. voilense in
tutte le stazioni esaniinare. tranne in quella a quota piii
elevata e più lontana dai principali.focolui Iuri'uli di S .
voilense (rifi~gioGraiiuni, m 1600). Sono .stutr nwsse
in evidenza d ( f 7 e r e r nel/'ecologiu r nel comportan~rnt o di S. voilense e S. reptans sia negli stadi prein?aginali (preferenza per rrcque vortirose P profonde da
parte della prima specie, per acqrre relativamente
calme e meno prqfonde da parte deliri secondiij, che
~ e l l ' u i i i l t o (iugilità. ritmo di uttività, ecc.). Solu
~rlrerioriricerche .sulle differenze ecologirhe e co~nportamentali tra i membri del coinple,s,so reptlins, re.w7
eiettrnfor@tico di indii~irliri
pos.sihi/i <Iull'idt~nrficri:ioi~~~
ui suri stadi ruccolri sul c u n ~ p o ,p~rrnetreraiiiio i o ~ u
miqliore comprensione dell'epiriL.inio/o,yiu &l10 siniuliotossico.si. ~ I J ~ I I P In ~ ~~ ~Ol ~ ~ n t w~,lenwnti
i / ~ i ~ utili per
prevril[~rr l'rinrlainrriro urinuule r per rtw1i::ure più
~>fI;cari
interventi di prevenzione e di lotta
Surnmary (Electroplioretic idsntificetioii of tlie
repruns complex (Diptcrii.
blackflies of tlie Sin~irlii~tn
Nematocera) in the study iif siinuliotouicosis i n tlie
Adige valley). - Eco10,~icalm7d elecrroplrorrtic srudies
were curried out in t11e Adige va1-i: (north-etistern
Ital)') oi? rhe h l n c ~ / l i e sqf' the Simulium reptans
con7ple.r. a ivell known catrle pesf in Europe. The
meinhers of this comp1e.r in tlte studi, area ore S.
reptans and S. voilense. Their adult ,femoles. direcrb
h7voliwi in rhe attacks to gruzing cattle, ore morphologicol(v undetntuble. Two diagnostic loci
(Mdh-2 and Got-2) huve heen found, allowing the
elcctropltoretic iiient~fìcutionq f t l ~ etwo sihling species
al un), life stage aiid N1 hoih sexes (prnhcrhility o/
correcr iùentificarion > 99O6 f o r Mdh-? und > 95%
for Got-2). T17e reptans complex breeding sites,
r(~presentrdin tlie sru& area inainli, h.v the Adige riwr
unii the Biffi c,liannel. ore located at IOW altirudes
nrver e.rccding 300 / n ahove .m-level. Adulr feniales
rrucli from tliere the iipper pustures. During 1983 S.
reptans lur,pe!v outnun?h~riviS. voilense in al1 t l ~ e
adult female saiiiples. e.~cept thar , f r o ~ nthe lii,yhrr
lucution. rifiigio Gruziani f i n IhOOj, heing al.sn the
fartliestfi~omtlie S. voilense hreerling sites. S. reptans
iriid S. voilense uppear rlifferoiitiated in their t~cologi,
rnid belioviour. The former species bret7ds m a i n k in
&per und idiir(v ia(iter.s. rhe lartt-r prefers calmer and
shnllui~~
hretding sites. Also the ahilts show diffrrences
in their disp(~rsa1 ahility nnd rli,vtlrm O/' acrisi-..
Firrrlier srudies on tlw rcolopi unii hehaviour qf rlie
Simulium reptans coii7pln are considered u.se/iil for a
inorr rffivrive contro1 o/' 1hi.s pe.st.
Introduzione
È iioto da tempo che i simulidi del complesso
rel~tmis(') attaccando in gran numero gli animali
Fig. I . - Parli del corpo di bovini deceduti per simuliotossicasi in Trenlino nel 1974: le puniurc risultano roncenlralc su mammelle ( A l
e orecchie ( B )
domestici al pascolo, esplicano direttamente una
azione patogena che a volte può determinarne la
morte. Questa è dovuta principalmente a emorragie
interne o a soffocamento conseguente agli edemi a
livello delle vie respiratorie. I l concetto oggi prevalente è che tali fenomeni morbosi siano da attribuirsi
ad una azione ipersensibilizzante da zootossine [l]
inoculate con la saliva dalle migliaia di simulidi che
assumono sangue dagli animali al pascolo. Il quadro
sintomatologico e anatomoistopatologico conseguente all'attacco ad opera di tali simulidi. ampiamente
illustrato da vari autori [ 2 4 ] è stato recentemente
indicato con il nome di «simuliotossicosi» [SI.
Una documentazione fotografica del fenomeno è
data dalla Fig. 1, che mostra parti del corpo di
bovini, uccisi in Trentino da simulidi del complesso
repruns. Si vede che le punture sono così numerose
che è quasi impossibile contarle, formando un'unica
escara sanguinolenta. L'incidenza della malattia è
direttamente correlata alle dimensioni delle popolazioni di simulidi implicate negli attacchi massivi al
bestiame. Ricerche ecologiche e tassonomiche su tali
popolazioni risultano, perciò. necessarie per una
migliore comprensione dell'epidemiologia della simuliotossicosi e per realizzare più efficaci interventi di
prevenzione e di lotta.
Un primo tentativo di affrontare l'eco-tassonomia
del complesso r e p ~ a n ssi deve a Baranov 161 che
distinse nel fiume Danubio due forme: Iittorrile (presumibilmente corrispondente a S . repra~isS.S.) e
profindale (corrispondente. forse. a S. rolomhuschnise). Secondo Baranov quest'ultima forma, dotata di
elevata dispersività. sarebbe responsabile delle morie
di bovini (21.000 capi uccisi nella regione danuhiana
nel solo 1923). La morfologia e la biologia di S.
reptans e S . colonihasrli~nsrnel fiume Danubio fu in
seguito accuratamente studiata da Zivkovic [7].
Un'altra specie del complesso reptans fu descritta da
Serban [E] nel fiume Voila, affluente del Danubio in
Romania, col nome di S. voilense. La validità di
quest'ultima specie è stata messa in dubbio da alcuni
autori, che l'hanno considerata una semplice varietà
di S. rolomhaschensc. S . voilcnse, segnalata per la
prima volta in Italia (Piemonte) da Rubzov [9], fu
successivamente rinvenuta in varie altre località italiane da Rivosecchi e Lipparoni [IO]. Questi autori
tentarono anche una revisione di tutte le specie
italiane del gruppo reprons; le loro conclusioni, formulate con qualche dubbio. sono state rimesse in
discussione in un recente lavoro di Zwick e Crosskey
[l l]. Infine Rivosecchi rr al. [12]. studiando su basc
elettroforetica la struttura genetica di popolazioni
Fig. 2. - A: Lwaliuariane geogralica delle stazioni di raccolta delle femmine del complesso repranr nel massiccio del Brentonico; nei cerchi
sono indicate le frequenze relative di S. replans e di S. uoilunse. B: mappa dell'area considerata nel presente studio
italiane simpatriche ed allopatriche del complesso
reptans rispettivamente con 8 e 10-14 rami pupali,
hanno potuto dimostrare sperimentalmente che si
tratta di due specie distinte. riproduttivamente isolate
(assensa di flusso genico tra popolazioni delle due
entità in condizioni di simpatria). Le popolazioni
della prima specie. in passato spesso riferite a S. a -
lerarum e S. pictum, vanno invece attribuite a S. reptans S.S.; per quelle della seconda è stato provvisoriamente utilizzato il nome di S. voilense, in quanto
esse, oltre a corrispondere bene alla descrizione che
Serban [X] dà di questa specie. sono morfologicamente del tutto simili alla popolazione del Piemonte
attribuita da Rubzov [9] a S. voilense. Il problema
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