VERBALE DELL’ADUNANZA
DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
DEL 20 LUGLIO 2012
L'anno duemiladodici, addì 20 del mese di luglio, alle ore 9,00, presso la sala riunioni del
Consiglio di amministrazione del Rettorato in piazza S. Marco, 4, si è riunito il Consiglio di
amministrazione dell'Università degli Studi di Firenze, convocato con nota prot. n. 81780 pos. II/4
del 13 luglio 2012 inviata per e-mail, per trattare il seguente ordine del giorno:
1) Comunicazioni del Presidente
2) Assegnazione al Sistema Bibliotecario di Ateneo di due locali all’interno del complesso
immobiliare di Piazza Brunelleschi
3) Determinazioni sulle consegne di diritto dei locali del complesso edilizio posto in via
Capponi, 9 - Assegnazione: ai Servizi di Polo e al Dipartimento di Storia delle Arti e dello
Spettacolo.
4) Progetto preliminare di adeguamento locali in via Gino Capponi, 9 per il trasferimento
delle segreterie studenti delle Facoltà di Architettura, Lettere e Filosofia e Scienze della
formazione. - Approvazione
5) Assegnazione ai Servizi di Polo dei locali dell’edificio denominato “ex Chiesa dei
Battilani” posto in via S. Reparata, 67 per le esigenze delle Organizzazioni Sindacali di
Ateneo e dell’Area Umanistica
6) Approvazione del nuovo Regolamento di Ateneo per la sicurezza e la salute dei lavoratori
nei luoghi di lavoro
7) Accordo tra l’Azienda Diritto allo Studio Universitario Toscana e l’Università degli Studi
di Firenze per lo svolgimento dei compiti del Servizio Prevenzione e Protezione previsti
all’art. 33 del D.Lgs. 81/08
8) Costituzione di servitù e di diritto di superficie in favore della Società Snam Rete Gas, sui
mappali 1198 e 1270 del F.M. 54 del Comune di Sesto Fiorentino in adiacenza al Polo
Scientifico Universitario
9) Regolamento di Ateneo dei Dipartimenti
10) Dipartimenti riorganizzati secondo la legge 30 dicembre 2010, n. 240: delibera conclusiva
per l’assegnazione delle afferenze dei docenti, delle referenze dei settori scientificodisciplinari e delle corrispondenze fra Corsi di studio e Dipartimenti promotori
11) Rinnovo convenzione Centro Interuniversitario per l’Etica Economica e la Responsabilità
Sociale di impresa (EconomEtica)
12) Rinnovo convenzione Centro Interuniversitario sulle Reazioni Pericicliche e sintesi dei
sistemi etero carbociclici
13) Nomina del rappresentante dell’Università degli Studi di Firenze nel Consorzio
Interuniversitario Nazionale la Chimica per l’Ambiente (INCA)
14) Attivazione della rivista “Il Colle di Galileo”
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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15) Disciplina per l’organizzazione di “Open Lab: una guida alla conoscenza scientifica”
nell’ambito dell’Area della Comunicazione e relazioni esterne dell’Università degli Studi
di Firenze
16) Centro Interuniversitario “Corpus and Language Variation in English Research”
(CLAVIER) – atto aggiuntivo alla convenzione istitutiva
17) Regolamento per la prima elezione dei rappresentanti degli studenti nel Senato
accademico e nel Consiglio di amministrazione e per la nomina dei rappresentanti degli
studenti nei Consigli dei Dipartimenti, in base allo Statuto dell’Ateneo emanato con D.R.
6 aprile 2012, n. 329
18) Regolamento per il primo insediamento del “Comitato unico di garanzia per le pari
opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni”, in
base allo Statuto dell’Ateneo emanato con decreto del Rettore 6 aprile 2012, n. 329
19) Dipartimenti riorganizzati secondo la legge 30 dicembre 2010, n. 240: assegnazione del
personale tecnico-amministrativo e individuazione del Responsabile Amministrativo di
Dipartimento
20) Integrazione per il 2012 al Piano delle performance 2011-2013 - la performance del
Direttore Amministrativo
20bis) Proposta di chiamata di Ricercatore a tempo determinato – Dipartimento di Scienze della
Terra
21) Regolamenti didattici dei corsi di studio ex D.M. 270/2004
22) Lifelong Learning Programme/ERASMUS a.a. 2012/2013 – Criteri di assegnazione
mensilità “con borsa” agli studenti selezionati
23) Conferimento di incarico esplorativo per valorizzazione brevettuale
24) Estensione internazionale di domanda di brevetto
25) Riconoscimento di spin off accademico “Laboratori Archeologici San Gallo – Soc.
Cooperativa”
26) Stipula di convenzione per attività di ricerca e sperimentazione sulle dinamiche
occupazionali dei laureati dell’Università degli Studi di Firenze con il Ministero del
Lavoro e delle Politiche Sociali
27) Approvazione accordo quadro di collaborazione tra gli Atenei di Firenze e Siena per lo
svolgimento di attività didattica e di ricerca ai sensi dell’art. 6, comma 11, della Legge n.
240 del 30 dicembre 2010
28) Approvazione accordo quadro tra l’Università degli Studi di Firenze, l’Azienda
Ospedaliero Universitaria Meyer e la Fondazione Stella Maris
29) Approvazione accordo quadro di collaborazione tra gli Atenei di Firenze e Trieste per lo
svolgimento di attività didattica e di ricerca ai sensi dell’art. 6, comma 11, della Legge n.
240 del 30 dicembre 2010
30) Dottorato di ricerca – Proposte per l’attivazione del XXVIII ciclo
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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31) Concessione dei contributi per la promozione delle attività internazionali dell’Ateneo –
Modifica della disciplina specifica
31)bis Mozione sui provvedimenti relativi al sistema universitario nazionale nell'ambito del D.L.
95/2012, approvata dal Senato Accademico del 19/7/2012
32) Relazione del Direttore Amministrativo sull'attività svolta – anno 2011 (ai sensi dell'art.
36 comma 2 dello Statuto, emanato con D.R. n. 577 del 20 giugno 1995)
Sono presenti:
 prof. Alberto Tesi, Rettore
 prof. Giacomo Poggi, pro-rettore vicario con funzioni di Vicepresidente
 prof. Gianni Forti, rappresentante dei professori di ruolo di prima fascia
 prof. Antonio Giusti, rappresentante dei professori di ruolo di prima fascia
 prof. Luigi Dei, rappresentante dei professori di ruolo di seconda fascia.
 prof.ssa Annalisa Tanini, rappresentante dei professori di ruolo di seconda fascia
 dott. Marco Biffi, rappresentante dei ricercatori
 dott. Stefano Cannicci, rappresentante dei ricercatori
 dott.ssa Alba Scarpellini, rappresentante del personale tecnico amministrativo
 dott. Alberto Giusti, rappresentante degli studenti
 dott. Tiziano Carducci, rappresentante degli studenti
 dott. Pietro Rossato, rappresentante degli studenti
 dott. Giovanni Colucci, Direttore Amministrativo
E’ assente giustificato:
 dott. Giovanni Gentile, rappresentante del Governo
E’ assente:
 sig. Pierluigi Parrini, rappresentante del personale tecnico amministrativo.
Assume le funzioni di Presidente il Rettore e quelle di Segretario il Direttore Amministrativo.
Assistono inoltre alla seduta Antonella Messeri e Patrizia Olmi dell’Ufficio Segreteria Organi e
Commissioni di Ateneo, per l’approntamento della documentazione inerente l’ordine del giorno e
per l’attività sussidiaria ai lavori del Consiglio di amministrazione.
Il Presidente, constatata l’esistenza del numero legale, dichiara aperta e valida la seduta.
 prof. Giacomo Poggi, esce ore 13,25 punto 19 O.D.G.;
 sig. Pierluigi Parrini, entra ore 9,25 punto 1 O.D.G.;
 dott. Pietro Rossato, esce ore 13,50 punto 30 O.D.G.
Il Rettore informa che si rende necessario ritirare dall’o.d.g. i seguenti punti:
 punto 23 “Conferimento di incarico esplorativo per valorizzazione brevettuale” – All. R/18;
 punto 24 “Estensione internazionale di domanda di brevetto” – All. R/19,
poiché necessitano di ulteriore istruttoria.
Il Consiglio di amministrazione ne prende atto.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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Prima dell’avvio della seduta, il Rettore comunica che si rende necessario convocare per il 12
settembre p.v. una seduta straordinaria del Consiglio di amministrazione, nel pomeriggio alle 15,00,
per questioni legate all’attivazione dei nuovi organi e delle nuove strutture.
Sul punto 1 dell’O.D.G. «COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE»
Il Rettore ricorda che in cartella condivisa sono stati inseriti i seguenti documenti:
1) Introduzione bilancio unico di Ateneo esercizio 2013
Il Rettore ricorda che, a partire dal 2013, verrà introdotto il bilancio unico di ateneo in vista del
passaggio alla contabilità economico-patrimoniale e analitica prevista dalla L. 240/2010 per il 2014.
In riferimento a ciò, comunica che è stato istituito un apposito ufficio di coordinamento.
2) Decreto legge 6 luglio 2012 n. 95
Nel corso dell’intervento del Rettore entra Parrini, alle ore 9,25.
Il Rettore informa che il Decreto legge 6 luglio 2012 n. 95 ha fissato le nuove regole per la
revisione della spesa delle pubbliche amministrazioni. Riferisce che è stato predisposto un
documento che illustra le norme applicabili alle università, su tematiche come la riduzione della
spesa di acquisto di beni e servizi, la riduzione delle dotazioni organiche delle pubbliche
amministrazioni, la razionalizzazione del patrimonio pubblico e la riduzione dei costi per locazioni
passive. In particolare, sottolinea che il comma 42 dell’art. 7 modifica il limite che impedisce alle
Università di incassare dalle tasse studentesche una somma superiore al 20% del Fondo
Finanziamento Ordinario, riferendo il nuovo limite alla contribuzione a carico degli studenti
regolari e rapportandolo alla somma dei finanziamenti ministeriali destinati alla realizzazione delle
attività di didattica e di ricerca. Inoltre, l’art. 14, relativo alla riduzione delle spese di personale,
fissa nella misura del 20% complessivo nazionale il turn over per il personale universitario fino a
tutto il 2014, nella misura del 50% per il 2015, e nella misura del 100% per il 2016. Legge quindi il
testo della mozione approvata dal Senato nella seduta del giorno precedente. Fa presente che la
CRUI ha approvato una mozione analoga nella quale veniva richiesto un innalzamento del turn over
al 40%, in linea con i valori risultanti dagli accordi precedenti. Infine, riferisce che la CRUI ha
richiesto il recupero del taglio di 400 milioni di euro previsto per il 2013.
Parrini concorda con le considerazioni svolte dal Rettore. Sostiene che le scelte politiche
dell’esecutivo sono improntate a una logica efficientistica che riflette uno scarso interesse per
l’istituzione universitaria. Giudica pertanto che esse debbano incontrare una ferma opposizione da
parte del sistema universitario. In particolare, sottolinea che l’Ateneo debba opporsi fermamente
all’idea di far leva sulle tasse studentesche per integrare il finanziamento statale.
Forti riferisce che secondo alcune anticipazioni anche gli stanziamenti per la ricerca saranno
drasticamente ridotti: i finanziamenti FIRB verranno aboliti e i PRIN tagliati del 30%. In relazione a
ciò domanda se la mozione della CRUI verrà diffusa presso le autorità o altrimenti pubblicata.
Il Rettore comunica che la CRUI ha richiesto un incontro con il Presidente della Repubblica per
rappresentare le proprie istanze. Ribadisce la gravità complessiva della situazione e argomenta che
essa costituisce il risultato di errori commessi nel corso degli anni da tutti i responsabili del sistema
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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universitario. Sostiene che le richieste di futuri investimenti nell’università devono essere motivate
sulla base delle esigenze di rinnovamento del sistema e di inserimento dei giovani ricercatori. Per
quanto riguarda la tassazione universitaria, ritiene che le forze politiche, in occasione delle prossime
consultazioni elettorali, dovrebbero esprimere con chiarezza quale percentuale della spesa per il
sostentamento degli Atenei deve ricadere sul finanziamento statale e quale deve essere invece
coperta dalla tassazione studentesca. Propone quindi che il Consiglio di amministrazione faccia
propria la mozione votata dal Senato accademico in un successivo punto da inserire all’o.d.g.
Il Consiglio di amministrazione accoglie la proposta del Rettore.
Il Rettore dà, inoltre, la seguente comunicazione a voce:
3) Impugnazione dello Statuto: udienza di fronte al TAR
Il Rettore comunica che il 25 luglio si terrà la seduta presso il TAR Toscana relativa
all’impugnazione dello Statuto da parte del Ministero.
Sul punto 2 dell’O.D.G. «ASSEGNAZIONE AL SISTEMA BIBLIOTECARIO DI ATENEO
DI DUE LOCALI ALL’INTERNO DEL COMPLESSO IMMOBILIARE DI PIAZZA
BRUNELLESCHI»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «La Biblioteca
“Luigi Crocetti” della Regione Toscana è la più importante struttura documentaria italiana
specializzata in biblioteconomia, bibliologia, archivistica e scienze della documentazione.
Essa è da più di trentacinque anni un servizio essenziale per tutti gli operatori del settore in Toscana
e anche in Italia, e costituisce un punto di riferimento insostituibile per la ricerca scientifica, per
l'aggiornamento e la formazione professionale, per le attività di programmazione, gestione e tutela.
La Regione Toscana, volendo garantire per la Biblioteca una sede funzionale capace di assicurare
un elevato livello di gestione tecnico-scientifica e la migliore valorizzazione della struttura per
studiosi, bibliotecari e studenti, ha avanzato la proposta all’Università degli Studi di Firenze di
trasferire la Biblioteca “Luigi Crocetti” all’interno del Sistema Bibliotecario di Ateneo (SBA),
aggregandola alla Biblioteca della Facoltà di Lettere e Filosofia.
In data 27/05/2011 il Consiglio di Amministrazione dell’Università degli Studi di Firenze, ha
approvato l’Accordo tra Regione Toscana ed Università degli Studi di Firenze per il trasferimento
della Biblioteca di biblioteconomia, archivistica e scienze della documentazione “Luigi Crocetti”
presso la sede della Biblioteca Umanistica del Sistema Bibliotecario di Ateneo (SBA).
In data 29/07/2011 è stato siglato l’accordo tra la Regione Toscana e l’Università degli Studi di
Firenze per il trasferimento della Biblioteca di biblioteconomia, archivistica e scienze della
documentazione “Luigi Crocetti” presso la sede della Biblioteca Umanistica dell’Università degli
Studi di Firenze, in locali appositamente destinati allo scopo.
In un primo tempo tali spazi erano stati individuati nel locale dell’attuale sede della Biblioteca di
Umanistica (denominato “Aula disegni e telai” sito al primo piano del plesso di P.za Brunelleschi),
che però si è rivelato insufficiente a tale scopo e si è dunque creata la necessità di liberare spazi
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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all’interno del deposito librario della Biblioteca Umanistica in P.zza Brunelleschi per collocarvi
parte del suddetto patrimonio.
Con la dismissione del laboratorio informatico situato nel locale denominato “Sala computers” al
piano interrato del Plesso di P.za Brunelleschi e la conseguente possibilità di collocare nel locale
stesso tesi non autorizzate alla consultazione ora situate nel deposito librario della Biblioteca
Umanistica, si sono liberati spazi nel deposito per trasferirvi la parte del patrimonio della Biblioteca
“Luigi Crocetti” non destinata alla consultazione a scaffale aperto.
In data 08/06/2012, con nota prot. n. 731 il Direttore della Biblioteca di Umanistica e il Dirigente
del Sistema Bibliotecario di Ateneo hanno chiesto l’assegnazione dei seguenti due locali:
1. locale sino ad ora denominato “Aula disegni e telai” e del locale ad esso antistante che ne
consente l’accesso, siti al primo piano del Plesso di P.za Brunelleschi;
2. locale sino ad ora denominato “Sala computers”, situato al piano interrato del Plesso di
P.zza Brunelleschi.
Peraltro, con nota del 31/05/2012, il Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia aveva dato il nulla
osta all’assegnazione alla Biblioteca Umanistica del locale sino ad ora denominato “Sala
computers”.
Si ritiene pertanto opportuno procedere in questo contesto alla formale assegnazione al Sistema
Bibliotecario di Ateneo del locale denominato “Aula disegni telai”, del locale ad esso antistante che
ne consente l’accesso e del locale denominato “Sala computers” nel complesso di P.zza
Brunelleschi, sottolineando la necessità ed urgenza di pervenire in tempi rapidi alla messa a norma
dei locali che dovranno ospitare la Biblioteca “Luigi Crocetti”, per evitare gli oneri derivanti da una
collocazione in una sede temporanea.»
Su invito del Rettore entra il dott. Gabriele Gentilini, Dirigente dell’Area Servizi Tecnici,
Sicurezza e Patrimonio, che rimarrà presente anche alla discussione dei successivi argomenti
all’ordine del giorno, punti 3, 4, 5, 6, 7 e 8, di pertinenza dell’Area Servizi Tecnici, per fornire
eventuali chiarimenti che si rendessero necessari in ordine alle pratica in esame, dopodiché esce.
Il Rettore invita il Dott. Gentilini a illustrare la pratica.
Gentilini illustra la pratica.
Il Rettore domanda se sono stati quantificati i costi dell’operazione.
Gentilini risponde che i costi dell’adeguamento e messa a norma delle sedi ammontano a circa
80.000 euro. Tuttavia, parte di queste spese – circa 35.000 euro – sarà coperta mediante una
convenzione stipulata nel 2011 con la regione Toscana.
Il Rettore ribadisce l’importanza dell’iniziativa.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 142
Il Consiglio di amministrazione,
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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visto l’accordo tra Regione Toscana e Università degli Studi di Firenze del 29.07.2011 per il
trasferimento della Biblioteca “Luigi Crocetti” presso la sede della Biblioteca Umanistica
dell’Università degli Studi di Firenze;
vista la richiesta prot. n. 731 dell’8/06/2012 della Biblioteca Umanistica con la quale la
medesima chiede di poter disporre dei locali denominati “Aula disegni e telai”, compreso il
locale antistante a tale aula, e “Sala computer”, siti nel plesso di P.za Brunelleschi;
preso atto delle precisazioni contenute nella richiesta citata;
visto il nulla osta del Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia per l’assegnazione alla
Biblioteca Umanistica del locale denominato “Sala computer”,
delibera
di assegnare in via temporanea i seguenti locali al Servizio Bibliotecario di Ateneo:
1.
locale sino ad ora denominato “Aula disegni e telai” e locale ad esso antistante che ne
consente l’accesso, siti al primo piano del Plesso di P.zza Brunelleschi;
2.
locale sino ad ora denominato “Sala computer”, situato al piano interrato del Plesso di P.zza
Brunelleschi,
come riportato nelle planimetrie allegate al presente verbale di cui formano parte integrante (All.
A);
Tale assegnazione è autorizzata per consentire il trasferimento della Biblioteca “Luigi Crocetti”
presso la sede della Biblioteca Umanistica dell’Università.
Sul punto 3 dell’O.D.G. «DETERMINAZIONI SULLE CONSEGNE DI DIRITTO DEI
LOCALI DEL COMPLESSO EDILIZIO POSTO IN VIA CAPPONI, 9 - ASSEGNAZIONE:
AI SERVIZI DI POLO E AL DIPARTIMENTO DI STORIA DELLE ARTI E DELLO
SPETTACOLO»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «Il complesso
immobiliare di Via Capponi n. 9, ex sede del Dipartimento di Chimica, oggetto di un intervento di
rifunzionalizzazione, potrà essere utilizzato a breve per le esigenze dell’Università di Firenze.
I locali che si renderanno disponibili a completamento dei lavori, si rivelano importanti per
risolvere l’urgente problema della razionalizzazione degli spazi del Centro Storico, più in
particolare per la sistemazione delle aule didattiche e spazi studenti da destinare alle esigenze
dell’Area Umanistica all’interno della quale, in via prioritaria, trova soluzione la logistica della
didattica della Facoltà di Lettere e Filosofia.
A tale proposito, infatti, l’attività didattica attualmente svolta nelle aule di ex architettura – Piazza
Brunelleschi – e in Via degli Alfani (La Spina, piano terreno) troverà una diversa collocazione, in
considerazione del fatto che l’edificio di Piazza Brunelleschi è destinato, nel Piano Edilizio
approvato, a diventare Polo Bibliotecario, presumibilmente e secondo orientamenti politicoamministrativi.
Oltre a quanto sopra indicato, in via Capponi 9 potranno reperire nuova collocazione le Segreterie
Studenti della Facoltà di Lettere e Filosofia provenienti da Via S. Gallo, di Scienze della
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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Formazione da Via Valori e di Architettura da Via della Mattonaia, fermo restando ad oggi la
necessità di disporre delle risorse finanziarie sufficienti per realizzare il progetto.
Inoltre, nell’edificio verrà trasferita quella parte del dipartimento di Storia delle Arti e dello
Spettacolo (d’ora in poi indicato con l’acronimo DISAS) che si trova attualmente in Via Capponi 7.
In tal modo, la sede di Via Capponi n. 7 sarà restituita alle disponibilità patrimoniali di Ateneo.
Per ciò che attiene la nuova dislocazione del DISAS, in occasione di un sopralluogo in via Capponi
9 del 21/06/2012, al quale erano presenti il Direttore Amministrativo, il Preside della Facoltà di
Lettere e Filosofia, il Direttore del Dipartimento di Storia delle Arti e dello Spettacolo, il Delegato
del Rettore per il Bilancio, il Dirigente dell’Area Servizi Tecnici, Sicurezza e Patrimonio e il
Responsabile dell’Ufficio Patrimonio Immobiliare, alla luce degli indirizzi politico-amministrativi
più volte indicati dagli Organi di Governo in ordine ai criteri di assegnazione degli spazi e in quella
sede ribaditi dal Delegato del Rettore al Bilancio, è emersa l’ipotesi di destinazione spazi per le
diverse esigenze del DISAS riassunta nel promemoria del direttore del dipartimento del 26/06/2012.
In sintesi, tale ipotesi prevede che al DISAS siano assegnati studi docenti e spazi per il personale
strutturato per una superficie complessiva di mq 500 per un totale di unità di personale strutturato
pari a 32.
La superficie così calcolata comprende anche quella delle stanze nn. 36-37-38 del piano secondo
che nel promemoria del DISAS non sono citate fra quelle da adibirsi a studi docenti; a tale
proposito infatti l’ufficio istruttore, contattato il Dipartimento, ha accertato che tale esclusione era
dovuta a mero errore materiale.
Si ottiene così un rapporto mq/persona pari a 15,60, in linea con gli standard di superficie
contemplati dalla normativa vigente in materia di igiene e sicurezza sul lavoro (Regolamento
Edilizio del Comune di Firenze del 29/11/2009 – art. 137/sexies) che prevede, se trattasi di
ufficio/studio singolo, 9 mq per persona, se uffici con più di un soggetto, 5 mq per ciascuna unità di
personale.
In quest’ottica, dunque, quanto indicato nel promemoria del Direttore del DISAS come
aule/laboratori, o spazi per biblioteche, diateche etc. non sono assegnate al dipartimento bensì ai
Servizi di Polo per le esigenze didattiche dell’Area Umanistica e per le esigenze del DISAS (spazi
biblioteca).
In questo ultimo caso preme ribadire che, dal momento che è previsto il trasferimento di parte del
materiale librario o documentale del DISAS in Piazza Brunelleschi (raccordandosi così
quest’assegnazione al più generale disegno del Piano edilizio che vede in Piazza Brunelleschi la
presumibile collocazione di un Polo Bibliotecario) o in sede ancora da definire, gli spazi individuati
una volta avvenuto il trasferimento, ritorneranno nella disponibilità dell’Amministrazione Centrale
che deciderà allora sulla loro nuova destinazione d’uso.
Infine, nell’immobile di Via Capponi 9 possono trovare allocazione, in via del tutto provvisoria e
nelle more del reperimento di una sede più appropriata, alcune funzioni attualmente dislocate in Via
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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del Parione 7 e in Villa Ruspoli; tale soluzione serve all’Amministrazione per contribuire a liberare
l’immobile di Via del Parione 7 in vista della sua definitiva restituzione al Comune.
Le funzioni da allocare provvisoriamente in Via Capponi 9 sono:
Delegato del Rettore per il Polo penitenziario: da via Parione a Via Capponi, piano 2° stanze 21 e
33;
Delegato del Rettore per le relazioni con i Paesi del mondo arabo: da via Parione a Via Capponi,
piano 2° stanza 22;
Sindacato Uspur: da via Parione 7 a Via Capponi, piano 2° stanza 20.
A tali fini dunque i locali indicati sono assegnati ai Servizi di Polo per le esigenze sopra riportate.
I rimanenti spazi a comune (corridoi, atri, servizi igienici, ecc.) sono assegnati ai Servizi di Polo per
la loro gestione.
Quanto agli spazi residuali non assegnati in questa seduta, si fa presente che saranno oggetto di una
prossima proposta di utilizzazione che verrà sottoposta a codesto Organo politico.
Viene fatto salvo il principio generale in base al quale l’assegnazione proposta sarà determinata, in
base agli indirizzi politico-amministrativi, secondo le strutturazioni organiche vigenti nel tempo. Di
conseguenza, l’unità consegnataria dipartimentale dovrà rendicontare all’Ufficio Patrimonio
Immobiliare ogni futura variazione di organico e di assetto organizzativo».
Il Rettore invita il Dott. Gentilini a illustrare la pratica.
Gentilini illustra la pratica.
Biffi domanda se nel plesso di via Capponi troveranno posto anche gli uffici della futura scuola
dell’area umanistica.
Il Rettore risponde affermativamente alla domanda di Biffi. Aggiunge che le aule del plesso
saranno messe a disposizione dell’attuale Facoltà di Lettere. Chiede inoltre a Gentilini se i locali di
via Capponi potranno ospitare attività didattiche sin dal prossimo autunno.
Gentilini risponde che gli uffici stanno operando in questa direzione. Per quanto riguarda
l’assegnazione degli spazi, conferma che gli uffici della futura scuola dell’area umanistica verranno
allocati nella sede di via Capponi, salvo il principio – ribadito nella pratica – in base al quale
l’assegnazione proposta sarà determinata, in base agli indirizzi politico-amministrativi, secondo le
strutturazioni organiche vigenti nel tempo.
Il Rettore evidenzia che le assegnazioni ai nuovi dipartimenti rispetteranno gli standard relativi al
rapporto metri quadri/persona già attuati nel caso delle strutture del Polo di Novoli.
Gentilini precisa che tali assegnazioni si conformano anche agli indirizzi contenuti nel Decreto
legge n. 95 del 2012 e soprattutto nella normativa di igiene e sicurezza del lavoro prevista, tra
l'altro, nel regolamento edilizio del Comune di Firenze.
Dei raccomanda, come già indicato dal Consiglio di amministrazione, che i servizi di Polo si dotino
tempestivamente di opportuni strumenti informatici, al fine di ottimizzare e massimizzare
l’efficienza nella gestione del plesso, a fronte delle rilevanti spese sostenute. Secondariamente,
segnala che il progetto originario di ristrutturazione della struttura prevedeva che la sede ospitasse
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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le attività didattiche di due corsi di laurea della Facoltà di Scienze, attualmente dislocati nelle aule
del Centro di cultura per stranieri. Rileva che tale circostanza contrasta con la dicitura contenuta
nella proposta di delibera: “per le esigenze didattiche dell’Area Umanistica”. Sottolinea, a questo
proposito, le ridotte esigenze di tali corsi.
Il Rettore, in relazione al primo punto, sottolinea che la dirigenza dei servizi di Polo ha posto come
proprio obiettivo l’adozione dei criteri di gestione amministrativa e informatica già invalsi presso il
Polo delle Scienze Sociali. Per quanto riguarda il secondo punto, sottolinea che tutti i corsi di studio
che sono collocati nel centro storico potranno usufruire degli spazi di questo plesso.
Gentilini propone di modificare la proposta di delibera come segue: “b) gli spazi contrassegnati con
colore arancione, per le esigenze didattiche prevalentemente dell’Area Umanistica”, in luogo di: “b)
gli spazi contrassegnati con colore arancione, per le esigenze didattiche dell’Area Umanistica”.
Il Rettore propone di modificare la proposta di delibera come segue: “b) gli spazi contrassegnati
con colore arancione, per le esigenze didattiche con particolare riferimento all’Area Umanistica”, in
luogo di: “b) gli spazi contrassegnati con colore arancione, per le esigenze didattiche dell’Area
Umanistica”. Ricorda che in prospettiva la sede di Piazza Brunelleschi sarà destinata interamente
alla Biblioteca umanistica e l’attività didattica ivi svolta sarà spostata in altra sede.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 143
Il Consiglio di amministrazione,

esaminata la relazione dell’Ufficio Patrimonio Immobiliare riportata in istruttoria;

preso atto che prossimamente saranno conclusi i collaudi in corso presso l’edificio di Via
Capponi, 9, per l’ottenimento dell’agibilità;

condividendo la proposta di accorpare i servizi di segreteria dell’Area Umanistica in
un’unica sede;

preso atto del progetto di trasferimento del Dipartimento di Storia delle Arti e dello
Spettacolo (DISAS) dalla sede provvisoria di Via Capponi, 7 a quella di via Capponi, 9;

tenuto conto che il Piano Edilizio universitario prevede la destinazione della sede di Piazza
Brunelleschi interamente alla Biblioteca umanistica;

ritenuto opportuno procedere ad un iniziale spostamento in altra sede dell’attività didattica
oggi svolta in piazza Brunelleschi;

richiamati gli indirizzi generali di contenimento della spesa corrente più volte ribaditi dagli
organi di Governo, nonché la necessità di razionalizzare la risorsa spazio;

ritenuto opportuno, a tal fine, razionalizzare l’utilizzo degli edifici che l’Amministrazione
detiene in locazione in modo da renderne più agevole la futura dismissione;

ritenuto opportuno, altresì, spostare una parte della didattica oggi svolta in Via degli Alfani,
di proprietà dell’Istituto degli Innocenti, in altra sede;

tenuto conto di quanto prevede il Regolamento Edilizio del Comune di Firenze del
29/11/2009 - art. 137/sexies in ordine alle superfici minime per i locali adibiti a studi/uffici e
________________________________________________________________________________
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
cioè se trattasi di ufficio/studio singolo, 9 mq per persona, se uffici con più di un soggetto, 5
mq per ciascuna unità di personale;

vista la nota del 26/06/2012 del direttore del DISAS che individua gli studi/uffici per una
superficie complessiva di mq 500, per un totale di 32 unità di personale strutturato;

considerato che tale ipotesi porta ad un rapporto mq/persona pari a 15,60 in linea con gli
standards di superficie contemplati dalla normativa vigente in materia di igiene e sicurezza
sul lavoro sopra richiamata;

preso atto della necessità di liberare in tempi brevi l’immobile di Via del Parione, 7 in vista
della sua restituzione al Comune di Firenze-proprietario;

preso atto, altresì, della necessità di allocare altrove le funzioni attualmente svolte in via del
Parione, 7 fra le quali la funzione del Delegato del Rettore per i rapporti con il Sistema
Penitenziario e la funzione del Delegato del Rettore per le relazioni con i Paesi del mondo
arabo;

preso atto, inoltre, della necessità di allocare altrove l’O.S. USPUR attualmente in Via del
Parione, 7;

giudicato opportuno effettuare un’assegnazione in via del tutto provvisoria e nelle more del
reperimento di una sede più appropriata ai Servizi di polo di alcuni locali di Via del Parione,
7 per soddisfare le esigenze riportate ai due punti precedenti;

visto l’art. 46 del Regolamento per l’Amministrazione, la Finanza e la Contabilità di Ateneo;

avuto riguardo di quanto emerso nel corso della discussione in ordine a possibili esigenze
didattiche di alcuni corsi di laurea della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali,
DELIBERA
La parziale assegnazione dell’edificio di Via Capponi, 9 così come risultante dalle planimetrie
allegate al presente verbale di cui formano parte integrante (All. B) e qui di seguito riportata:
1) Ai Servizi di Polo
a) gli spazi contrassegnati con colore giallo, da adibire a Segreterie Studenti delle Facoltà di
Lettere e Filosofia provenienti da Via S. Gallo, di Scienze della Formazione provenienti da Via
Valori e di Architettura provenienti da Via della Mattonaia;
b) gli spazi contrassegnati con colore arancione, per le esigenze didattiche con particolare
riferimento all’Area Umanistica; fra queste in particolare le stanze al piano primo nn. 4-5-6-1931-32 (aule/laboratori, o spazi per biblioteche, diateche etc.) per le esigenze del DISAS;
c) gli spazi contrassegnati con colore verde, per le esigenze del Delegato del Rettore per i
rapporti con il Sistema Penitenziario (piano 2° stanze 21 e 33) e del Delegato del Rettore per le
relazioni con i Paesi del mondo arabo (piano 2° stanza 22);
d) gli spazi contrassegnati con colore marrone, per le esigenze dell’organizzazione sindacale
USPUR;
e) i rimanenti spazi non evidenziati -spazi a comune (corridoi, atri, servizi igienici, ecc.)- per la
gestione.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
2) Al Dipartimento di Storia delle Arti e dello Spettacolo gli spazi contrassegnati con colore viola.
Ribadisce
1) il principio generale che qualsiasi assegnazione di spazi alle Unità Amministrative di didattica e
ricerca (UADR) rispecchia gli indirizzi politico amministrativi vigenti in materia di utilizzazione
delle risorse e rispecchia, altresì, la dotazione organica e l’assetto organizzativo della UADR
assegnataria, nel rispetto della legislazione in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro
per quanto riguarda gli standards minimi di superficie/persona.
Pertanto, qualsiasi mutamento negli indirizzi d’Ateneo politico patrimoniali, nelle disposizioni
legislative in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro, negli assetti organizzativi o nelle
dotazioni organiche, potrà consentire la rideterminazione delle consegne patrimoniali.
2) la necessità che le UADR collaborino con l’Amministrazione Centrale nella razionalizzazione
dell’uso delle risorse comunicando, ai fini di cui sopra, qualsiasi variazione nel proprio assetto
organico-organizzativo.
Sottolinea
l’assoluta provvisorietà delle assegnazioni di cui al punto 1 lettere c) e d) che viene disposta
esclusivamente nelle more del reperimento di una sede più appropriata.
Richiama
l’importanza della corretta interpretazione e applicazione dell’Art. 46 del Regolamento per
l’Amministrazione, la Finanza e la Contabilità.
A tal fine sottolinea che le assegnazioni disposte in questa sede ai Servizi di polo sono strettamente
legate e dipendenti dalle esigenze manifestate nella Relazione esplicativa dell’Ufficio Patrimonio;
pertanto qualsiasi mutamento nelle attività effettivamente svolte nei locali di Via Capponi 9 e
derivanti da mutate esigenze che dovessero manifestarsi nel corso del tempo, dovranno sempre e
comunque essere preventivamente autorizzate da questo Consiglio.
Rinvia
ad una successiva delibera l’assegnazione dei rimanenti spazi di Via Capponi 9 che restano,
pertanto, ad oggi, nella disponibilità dell’Amministrazione Centrale.
Sul punto 4 dell’O.D.G. «PROGETTO PRELIMINARE DI ADEGUAMENTO LOCALI IN
VIA GINO CAPPONI, 9 PER IL TRASFERIMENTO DELLE SEGRETERIE STUDENTI
DELLE FACOLTÀ DI ARCHITETTURA, LETTERE E FILOSOFIA E SCIENZE DELLA
FORMAZIONE – APPROVAZIONE»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «Nell’ambito della
riorganizzazione delle Segreterie studenti si sta sviluppando, anche d’intesa con l'Azienda per il
diritto allo studio, un progetto per riorganizzare le segreterie studenti delle facoltà che insistono nel
centro storico in parte del complesso edilizio di via Gino Capponi, 9.
Una parte interessa la segreteria studenti della Facoltà di Architettura attualmente ubicata in via
della Mattonaia, che è interessata in parte dai lavori di ristrutturazione già appaltati riguardanti il
complesso di Santa Teresa, le altre due segreterie sono situate attualmente in via San Gallo a
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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Palazzo Fenzi (lettere e filosofia) ed in via Valori, 9 al piano terra del complesso edilizio in
locazione (scienze della formazione).
Il progetto preliminare all’attenzione del Consiglio di Amministrazione prevede la sistemazione in
tre locali posti al piano terreno dell’immobile principale lato via Gino Capponi, 9, originariamente
ristrutturati ad aule e laboratorio di cartografia dove si prevede di sistemare le segreterie delle tre
facoltà in oggetto ed il corpo, attualmente e provvisoriamente utilizzato dal dipartimento di storia
delle arti e dello spettacolo che nel progetto di ristrutturazione prevedeva l'inserimento di quattro
aule, destinati nella attuale ristrutturazione alle segreterie di lettere e filosofia e scienze della
formazione.
Le opere necessarie alla risistemazione delle strutture delle segreterie studenti consistono
nell’adeguamento delle dotazioni impiantistiche attualmente presenti e nelle opere collaterali edili e
di assistenza, inoltre si prevede di sostituire cinque degli attuali armadi rotanti con nuovi modelli o
per obsolescenza degli attuali o per adeguarli alle dimensioni in altezza dei nuovi locali di via
Capponi, 9.
L’importo dei lavori ammonta ad € 144.000,00 comprensivi di oneri per la sicurezza, per uno
stanziamento totale pari ad € 296.520,00 in cui sono inseriti anche i costi di acquisto delle nuove
forniture (armadi rotanti) e dei traslochi.
Si propone, pertanto, al Consiglio di amministrazione l’approvazione del progetto preliminare di
cui in oggetto in tre locali al piano terra di via Gino Capponi 9, ed il rinvio ad una successiva
determinazione per l’imputazione dello stanziamento per un importo totale di lavori, oneri per la
sicurezza € 220.400,00 oltre a € 279.600,00 quali somme a disposizione dell’Amministrazione per
un totale di stanziamento pari ad € 500.000,00».
Il Rettore invita il Dott. Gentilini a illustrare la pratica.
Gentilini illustra la pratica. Evidenzia che, per quanto riguarda il finanziamento dei lavori, è stato
proposto di operare un rinvio a successive determinazioni. Fa presente che, a partire dal mese di
settembre, per il consolidamento di altre situazioni di gestione, sarà possibile verificare la copertura
finanziaria di questa spesa. Sottolinea che la proposta comporta una significativa razionalizzazione
in termini di logistica e di gestione del personale, agevolando altresì l’utenza da parte degli studenti.
Conclude segnalando che un analogo obiettivo di razionalizzazione verrà perseguito attraverso lo
spostamento delle segreterie degli studenti dei corsi afferenti al Polo delle Scienze sociali da via
Cittadella al plesso di Novoli, secondo una trattativa in ogni caso da definire ed in corso con
l'Ardsu.
Dei domanda per quale motivo non è prevista nella proposta di delibera alcuna copertura
finanziaria.
Gentilini risponde che il successivo progetto definitivo di ristrutturazione verrà successivamente
finanziato secondo le risorse che si renderanno effettivamente disponibili nel piano. Frattanto, è
possibile in seguito all’approvazione della proposta, percorrere alcuni steps preliminari, nella
definizione del progetto al momento allo stato preliminare.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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Il Rettore propone di autorizzare per il momento la proposta, avviando la fase progettuale
preliminare, salva la successiva approvazione da parte del Consiglio del progetto definitivo.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 144
Il Consiglio di Amministrazione,
 visto il progetto preliminare, la perizia di spesa e la relazione tecnica illustrativa dei lavori
necessari per l’esecuzione dell’intervento in oggetto per un importo di lavori ed oneri per la
sicurezza pari ad € 220.400,00 e ad € 279.600,00, quali somme a disposizione
dell’Amministrazione, per un importo complessivo dello stanziamento pari ad € 500.000,00,
APPROVA
il progetto preliminare e la perizia di spesa dei lavori necessari per il trasferimento delle Segreterie
studenti delle Facoltà di Architettura, Lettere e Filosofia e Scienze della Formazione per un importo
di lavori ed oneri per la sicurezza pari ad € 220.400,00 e ad € 279.600,00 quali somme a
disposizione dell’Amministrazione, per un importo complessivo dello stanziamento pari ad €
500.000,00, come meglio rappresentato nel quadro economico allegato al presente verbale di cui
forma parte integrante (All. C).
Il Consiglio di amministrazione, inoltre, tenuto conto che il finanziamento complessivo pari ad €
500.000,00 non è stanziato nel Piano Edilizio di Ateneo, rinvia il reperimento di tale somma ad una
successiva determinazione.
Sul punto 5 dell’O.D.G. «ASSEGNAZIONE AI SERVIZI DI POLO DEI LOCALI
DELL’EDIFICIO DENOMINATO “EX CHIESA DEI BATTILANI” POSTO IN VIA S.
REPARATA N. 67 PER LE ESIGENZE DELLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI DI
ATENEO E DELL’AREA UMANISTICA»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «Con contratto del
09/09/2005 il Comune di Firenze ha dato in concessione trentennale all’Università l’immobile
denominato ex Chiesa dei Battilani posto in via S. Reparata 67 facente parte del patrimonio
comunale; l’atto di concessione prevedeva che la concessionaria eseguisse nell’immobile tutti i
lavori di ordinaria e straordinaria manutenzione necessari per rendere l’immobile idoneo all’uso
convenuto.
Al termine dei lavori, con verbale dell’8/05/2012, l’ATI C.C.C. Consorzio Cooperative Costruttori
ha effettuato, ai sensi dell’art. 230 del DPR 207/2010, la consegna anticipata dell’immobile
all’Ateneo, che può pertanto deliberarne la formale assegnazione.
A tale proposito, negli spazi in oggetto è possibile trasferire gli uffici delle Organizzazioni Sindacali
CGIL e CISL, ad oggi allocate nella palazzina di Piazza Indipendenza n. 8.
È questo il primo passo per liberare completamente l’immobile di Piazza Indipendenza per
consentirne la rifunzionalizzazione nell’ottica della più generale razionalizzazione in Ateneo della
risorsa “spazio”.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
Si sottolinea, peraltro, che l’immobile di Via S. Reparata n. 67 mal si adatterebbe ad ospitare uffici
dell’Amministrazione centrale in quanto tali attività sarebbero isolate. L’immobile, si rivela, invece,
per le sue caratteristiche, uno spazio alternativo adeguato alle esigenze dei sindacati sopra citati.
Stante quanto sopra, si propone l’assegnazione dell’intero edificio ai Servizi di Polo, con le seguenti
precisazioni:
alcuni locali del piano I sono assegnati per le esigenze dell’organizzazione sindacale CISL;
alcuni locali del piano II sono assegnati per le esigenze dell’organizzazione sindacale CGIL;
l’Auditorum per le riunioni delle Organizzazioni Sindacali di Ateneo e per le esigenze di
didattica dell’Area Umanistica, fatto salvo il diritto del Comune di usufruire della sala
medesima, come da atto di concessione al punto 8;
il locale del piano terra n. 16 “ex Sagrestia” con funzione da definire in successive
determinazioni;
i rimanenti spazi a comune (corridoi, atri, servizi igienici, …ecc.) sono assegnati ai servizi di
Polo per la gestione.
Infine, per quanto riguarda l’Auditorium, si precisa che ai Servizi di Polo spetta l’onere di
ponderare di volta in volta le esigenze delle organizzazioni sindacali e della didattica dell’Area
Umanistica per un proficuo uso di tali spazi pubblici e di deciderne circa la programmazione
dell’uso dei medesimi.»
Il Rettore invita il Dott. Gentilini a illustrare la pratica.
Gentilini illustra la pratica. Espone in particolare le assegnazioni previste per le varie macroaree
dell’edificio, sottolineando che nel locale cosiddetto “Sagrestia” potranno trovare sede
l’Associazione degli orchestrali e il Coro dell’Università, come indicazione già determinata
dall'indirizzo politico amministrativo.
Dei ricorda che secondo il progetto originale l’Auditorium doveva essere destinato a ospitare
incontri e convegni e auspica che i futuri utenti abbiano particolare cura della sua conservazione.
Propone di modificare il dispositivo della delibera, nella parte in cui si richiede di ponderare le
esigenze didattiche con quelle delle organizzazioni sindacali per riunioni e convegni, sottolineando
il carattere prioritario delle attività didattiche, senza compromettere la possibilità e l’importanza di
un impiego da parte delle organizzazioni sindacali.
Il Rettore concorda con l’opinione espressa da Dei. Evidenzia che le riunioni sindacali si tengono
normalmente nella fascia serale, e pertanto appaiono perfettamente compatibili con lo svolgimento
dell’attività didattica. Propone quindi di modificare la proposta di delibera come segue: “c)
l’Auditorum del piano terra sarà destinato prioritariamente al soddisfacimento delle esigenze
didattiche dell’Area Umanistica. Le Organizzazioni Sindacali potranno usufruire di tale locale per
loro attività, ove il medesimo risulti non utilizzato per attività didattiche”.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 145
Il Consiglio di amministrazione,
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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vista la relazione dell’Ufficio Patrimonio Immobiliare riportata nell’istruttoria della pratica;
preso atto al termine dei lavori, con verbale dell’8/05/2012, che l’ATI C.C.C. Consorzio
Cooperative Costruttori ha effettuato, ai sensi dell’art. 230 del DPR 207/2010, la consegna
anticipata dell’immobile all’Ateneo, che può pertanto deliberarne la formale assegnazione;
condividendo la proposta di trasferimento delle OO.SS. CGIL e CISL nei nuovi locali
oggetto di ristrutturazione di Via S. Reparata n. 67;
preso atto che tale spostamento delle OO.SS. costituisce il primo passo per liberare
completamente l’immobile di Piazza Indipendenza, 8 e consentirne così la
rifunzionalizzazione nell’ottica della più generale razionalizzazione in Ateneo della risorsa
“spazio”.
richiamati gli indirizzi generali di contenimento della spesa corrente più volte ribaditi dagli
organi di Governo;
richiamato l’indirizzo politico più volte espresso della necessità di razionalizzare l’uso della
risorsa “spazio”;
visto l’art. 46 del Regolamento per l’Amministrazione, la Finanza e la Contabilità di Ateneo;
considerate le esigenze sia delle Organizzazioni Sindacali che della Facoltà di Lettere e
Filosofia di utilizzare un ampio spazio da dedicare, rispettivamente, a riunioni e ad attività
didattica;
tenuto conto altresì della necessità di soddisfare prioritariamente le esigenze didattiche,
DELIBERA
l’assegnazione dell’intero edificio denominato “Ex Chiesa dei Battilani” posto in via S. Reparata n.
67, ai Servizi di Polo, come risulta dalle planimetrie allegate al presente verbale di cui formano
parte integrante (All. D), da destinare al soddisfacimento delle esigenze di seguito dettagliate.
Conseguentemente:
a) i locali del piano I, evidenziati in colore arancione, sono destinati all’organizzazione sindacale
CISL e gli spazi di circolazione con tratteggio arancione saranno utilizzabili da CISL per
archivio;
b) i locali del piano II, evidenziati in colore verde, sono destinati all’organizzazione sindacale
CGIL e gli spazi di circolazione con tratteggio verde saranno utilizzabili da CGIL per archivio;
c) l’Auditorum del piano terra sarà destinato prioritariamente al soddisfacimento delle esigenze
didattiche dell’Area Umanistica. Le Organizzazioni Sindacali potranno usufruire di tale locale
per loro attività, ove il medesimo risulti non utilizzato per attività didattiche. Resta salvo il
diritto del Comune di usufruire della sala medesima, come previsto dall’atto di concessione
stipulato tra il Comune di Firenze e l’Università il 9/9/2005, punto 8;
d) il locale del piano terra n. 16 “ex Sagrestia”, resta nelle disponibilità dei Servizi di polo e
diverse funzioni daranno definite successivamente;
e) i rimanenti spazi sono da considerare quali spazi a comune (corridoi, atri, servizi igienici,
…ecc.).
-
________________________________________________________________________________
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
Il Consiglio di amministrazione, inoltre,
ribadisce
il principio generale che qualsiasi assegnazione di spazi deve rispecchiare gli indirizzi politico
amministrativi vigenti per l’utilizzo delle risorse, nel rispetto della legislazione in materia di igiene
e sicurezza sui luoghi di lavoro per quanto riguarda gli standard minimi di superficie/persona.
Pertanto, qualsiasi mutamento negli indirizzi d’Ateneo politico patrimoniali, nelle disposizioni
legislative in materia di igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro, negli assetti organizzativi o nelle
dotazioni organiche, potrà consentire la rideterminazione delle consegne patrimoniali;
richiama
l’importanza della corretta interpretazione e applicazione dell’Art. 46 del Regolamento per
l’Amministrazione, la Finanza e la Contabilità. A tal fine sottolinea che le assegnazioni disposte dal
Consiglio di amministrazione ai Servizi di polo sono strettamente legate e dipendenti dalle esigenze
manifestate nella Relazione esplicativa dell’Ufficio Patrimonio; pertanto qualsiasi mutamento nelle
attività effettivamente svolte nei locali di Via S. Reparata, 67 e derivanti da mutate esigenze che
dovessero manifestarsi nel corso del tempo, dovranno essere preventivamente autorizzate dal
Consiglio di amministrazione.
Sul punto 6 dell’O.D.G. «APPROVAZIONE DEL NUOVO “REGOLAMENTO DI ATENEO
PER LA SICUREZZA E LA SALUTE DEI LAVORATORI NEI LUOGHI DI LAVORO”»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «In
considerazione del fatto che il vigente “Regolamento di Ateneo per la Sicurezza e la Salute dei
Lavoratori nei luoghi di lavoro”, redatto ai sensi del D.Lgs. 05/05/1998 n. 363 in attuazione del
D.Lgs. 19/09/1994 n. 626 e s.m.i. e approvato con D.R. n. 1113 del 17 novembre 1999, risponde a
normative superate da una legislazione più recente in materia di sicurezza, si è reso necessario
procedere ad una sua revisione al fine di adeguarne il contenuto ai dettati normativi del nuovo Testo
Unico sulla Sicurezza di cui al D.Lgs. 09/04/2008 n. 81, aggiornato ed integrato dal D.Lgs.
03/08/2009 n. 106.
A tale scopo, con Decreto del D.A. n. 34966 (484) del 27/05/2011, è stato costituito un gruppo di
lavoro incaricato di procedere alla “revisione ed alla modifica del Regolamento di Ateneo per la
Sicurezza e la Salute dei Lavoratori” ai sensi del D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81 e successivo D.Lgs. del
03 agosto 2009 n. 106.
Tale gruppo di lavoro risulta costituito dal Prof. Franco Milano, afferente al Dipartimento di Sanità
Pubblica ed Esperto qualificato per la valutazione del rischio da radiazioni ionizzanti, dal Prof.
Renzo Capitani, Responsabile scientifico della Convenzione tra Università degli Studi di Firenze ed
il Dipartimento di Meccanica e Tecnologie Industriali per l’attività di supporto al Servizio
Prevenzione e Protezione di Ateneo in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, dalla Dott.ssa
Maria Paola Monaco delegata del Rettore per le Relazioni Sindacali, dal Per. Ind. Sandro Cambi del
Servizio Prevenzione e Protezione e dal RSPP di Ateneo Arch. Leonardo Martini.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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A seguito del lavoro svolto è stata dunque elaborata nei mesi scorsi la proposta di nuovo
Regolamento per la Sicurezza e la Salute dei Lavoratori nei luoghi di lavoro, che ha recepito il
dettato normativo del Testo Unico sulla Sicurezza, il D.Lgs. 81/08 e s.m.i..
La bozza di Regolamento è stata sottoposta in data 16 aprile 2012 al parere della
Commissione Affari Generali e Normativi, con parere positivo salvo alcune correzioni di carattere
testuale o precisazioni e successivamente, in occasione della seduta del 17 aprile 2012, è stata
sottoposta, ai sensi dell’art. 9 del Regolamento per l’Amministrazione, la Finanza e la Contabilità,
al parere obbligatorio del Comitato Tecnico Amministrativo, il quale ha espresso sulla stessa parere
favorevole, con un’unica eccezione in merito alla “opportunità di prevedere espressamente una
revisione del Regolamento a seguito dell’entrata in vigore del nuovo Statuto”.
Apportate dunque le correzioni indicate dalla Commissione Affari Generali e Normativi,
conformemente a quanto rilevato dal Comitato Tecnico Amministrativo, la bozza di Regolamento
oggetto della presente delibera dovrà essere modificata in modo da renderla coerente con le
variazioni nella struttura organizzativa previste dallo Statuto entrato in vigore in data 8 maggio
2012. Tali modifiche dovranno quindi essere oggetto di un ulteriore approfondimento da parte del
gruppo di lavoro e pertanto saranno successivamente portate all’attenzione di codesto Consiglio.
A conclusione dell’iter di adozione del citato Regolamento, si sottopone pertanto all’approvazione
di codesto Consiglio la bozza di “Regolamento di Ateneo per la Sicurezza e la Salute dei Lavoratori
nei luoghi di lavoro” elaborato ai sensi del D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81 e successivo D.Lgs. del 03
agosto 2009 n. 106, da applicarsi nell’ambito dell’Università degli Studi di Firenze.»
Su invito del Rettore entra l’Arch. Leonardo Martini, Responsabile del Servizio Prevenzione e
Protezione, per fornire eventuali chiarimenti che si rendessero necessari in ordine alle pratica in
esame.
Il Rettore invita il Dott. Gentilini e l’Arch. Martini a illustrare la pratica.
Gentilini ricorda che la materia è stata innovata dal decreto legislativo n. 81 del 2008, prevedendo
oneri speciali in capo al datore di lavoro universitario. Per adeguare la normativa di Ateneo alle
disposizioni statali già negli anni passati era stato costituito un gruppo ad hoc per l’elaborazione
della bozza di nuovo Regolamento di Ateneo per la Sicurezza e la Salute dei Lavoratori. Riferisce
che tale bozza è stata esaminata dalla Commissione Affari Generali e dal Comitato tecnico
amministrativo. Sottolinea la rilevanza del Regolamento e precisa che la materia dovrà essere
adattata alle realtà specifiche da apposite circolari esplicative.
Martini espone in primo luogo la storia recente della disciplina in materia di sicurezza,
dall’approvazione della legge n. 626 del 1994 e del decreto legislativo n. 363 del 1998, a seguito dei
quali l’Ateneo si dotò del “Regolamento di Ateneo per la Sicurezza e la Salute dei Lavoratori nei
luoghi di lavoro” attualmente vigente, fino all’emanazione del nuovo Testo Unico sulla Sicurezza di
cui al decreto legislativo n. 81 del 2008. Nelle more dell’attuazione regolamentare di tale ultimo
provvedimento normativo, l’Università ha costituito un proprio un gruppo di lavoro per
l’adeguamento della disciplina. Rileva che il decreto n. 81 non ha introdotto novità decisive. Per
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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tale motivo la revisione del regolamento è stata condotta tenendo presente soprattutto le esigenze
emerse durante gli anni di vigenza del regolamento attuale e si traduce in una rimodulazione degli
obblighi e delle attribuzioni delle singole figure deputate a gestire la sicurezza in Ateneo. Pertanto,
nell’art. 4, alla let. d del comma 2, è stata introdotto un esplicito richiamo affinché i dirigenti ai fini
della sicurezza si impegnino ad aggiornare il documento di valutazione dei rischi, mentre nella let. g
si prevede espressamente l’obbligo per i dirigenti e per tutte le figure chiamate a gestire la sicurezza
di partecipare ai corsi di formazione. Inoltre, al dirigente spetta l’obbligo di dotare le strutture
dirette di adeguati regolamenti interni e procedure o protocolli operativi, per garantire ai lavoratori
ottimali condizioni di sicurezza durante il lavoro, let. h, e di segnalare le variazioni significative che
possono verificarsi all’interno della struttura, con l’individuazione dei soggetti esposti a rischio, let.
i. L’art. 5 disciplina gli obblighi del preposto, mentre il successivo art. 6 norma, sulla falsariga
dell’art. 4, gli obblighi del responsabile dell’attività, che con il vecchio decreto si chiamava
responsabile dell’attività didattica e di ricerca in laboratorio. Infine, viene inserita tra gli obblighi
dei lavoratori una puntualizzazione relativa all’obbligo di sottoporsi ai controlli sanitari.
Esce Martini.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 146
Il Consiglio di Amministrazione:
- preso atto che la normativa vigente in materia di sicurezza è stata modificata dal D. Lgs. 81/08
e s.m.i.;
- preso atto che il vigente “Regolamento di Ateneo per la Sicurezza e la Salute dei Lavoratori nei
luoghi di lavoro”, approvato con D.R. n. 1113 del 17 novembre 1999, è redatto ai sensi del
D.Lgs. 5 Agosto 1998 n. 363 in attuazione del D.Lgs. 19/09/1994 n. 626 e s.m.i. e pertanto
risulta superato alla luce delle variazioni normative intervenute;
- visto il D.Lgs. 81/08 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro ed il
successivo D.Lgs. 106/09 emanato ad integrazione e parziale modifica;
- considerata dunque la necessità per l’Ateneo di procedere all’adozione di un nuovo
Regolamento in materia che rispecchi il mutato quadro normativo;
- visto il Decreto del Direttore Amministrativo n. 34966 (484) del 27/05/2011 con il quale è stato
costituito il gruppo di lavoro formato dal Prof. Franco Milano, dal Prof. Renzo Capitani, dalla
Dott.ssa Maria Paola Monaco, dal Per. Ind. Sandro Cambi e dal RSPP di Ateneo Arch.
Leonardo Martini, con il compito di procedere alla revisione del Regolamento per la Sicurezza
e la Salute dei Lavoratori nei luoghi di lavoro attualmente in vigore;
- vista la bozza di Regolamento elaborata dal citato gruppo di lavoro;
- visto il parere espresso dalla Commissione Affari Generali e Normativi nella seduta del 16
aprile 2012;
- visto il parere espresso dal Comitato Tecnico Amministrativo nella seduta del 17 aprile 2012;
- visti gli artt. 5 e 14 dello Statuto di Ateneo,
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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delibera
di approvare la bozza di “Regolamento di Ateneo per la Sicurezza e la Salute dei Lavoratori nei
luoghi di lavoro” elaborata dal gruppo di lavoro costituito con Decreto del Direttore Amministrativo
n. 34966 (484) del 27/05/2011 di seguito riportata.
Dà, inoltre, mandato al gruppo di lavoro di formulare le modifiche necessarie ad adeguare il
Regolamento alla mutata struttura organizzativa di cui allo Statuto in vigore dall’8 maggio 2012,
stabilendo che le modifiche apportate possano essere oggetto di successiva comunicazione al
Consiglio.
REGOLAMENTO DI ATENEO PER LA SICUREZZA E LA SALUTE DEI LAVORATORI
NEI LUOGHI DI LAVORO
Art.1
(Definizioni)
1. Ai sensi e per gli effetti di cui al D. Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 e successive modificazioni,
nell’ambito dell’Università degli Studi di Firenze si intendono per:
a. Datore di Lavoro: il Direttore Generale, in considerazione dei poteri gestionali di cui al D.
Lgs. 3 febbraio 1993, n. 29 e successive modificazioni ed integrazioni e dell’art. 34 dello
Statuto dell’Università di Firenze;
b. Dirigente (ai fini della sicurezza): ai sensi dell’art. 2 comma 1 lett. d) del D. Lgs. 9 aprile
2008, n. 81, il soggetto di vertice di strutture dotate di poteri di spesa e di gestione,
qualificabili quale unità produttiva. Essi sono, pertanto, i Presidi delle Facoltà, i Direttori di
Dipartimento, i Dirigenti di Polo, i Dirigenti Amministrativi dell’Amministrazione Centrale,
i Direttori dei Centri di cui all’art. 29 dello Statuto, i Direttori dei Centri Interdipartimentali,
i Direttori di Biblioteca;
c. Preposto: il lavoratore che coordina e sovrintende alle attività istituzionalmente svolte
nell’ambito dell’Università, ai sensi dell’art. 2 comma 1 lett. e) del D. Lgs. 81/2008 in
relazione alle rispettive attribuzioni e competenze;
d. Responsabile dell’Attività: il responsabile dell’attività didattica o di ricerca nei laboratori;
e. Lavoratore: è individuato come tale, oltre al personale docente, ricercatore, tecnico e
amministrativo dipendente dell'Università anche quello non organicamente strutturato e
quello degli enti convenzionati, sia pubblici che privati, che svolge l'attività presso le
strutture dell'Università, salva diversa determinazione convenzionalmente concordata,
nonché gli studenti dei corsi universitari, i dottorandi, gli specializzandi, i titolari di assegni
di ricerca, i tirocinanti, i borsisti, i ricercatori in visita ed i soggetti ad essi equiparati,
quando frequentino in modo continuativo e significativo laboratori didattici, di ricerca o di
servizio e, in ragione dell'attività specificamente svolta, siano esposti a rischi individuati nel
documento di valutazione;
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
f. strutture organizzative: strutture che, ai sensi dello Statuto e del Regolamento per
l’amministrazione, la finanza e la contabilità dell’Università degli Studi di Firenze, sono
dotate di poteri di spesa e di gestione. Esse sono:
1) i Dipartimenti;
2) l’Unità Amministrativa centrale e le Aree Dirigenziali;
3) i Centri;
4) i Centri Interdipartimentali;
5) le Biblioteche costituite ai sensi del Regolamento del sistema bibliotecario di Ateneo e
dei servizi;
6) il Museo di Storia Naturale;
7) le Facoltà;
8) i Poli.
g) luoghi di lavoro: tutti i luoghi destinati ad ospitare posti di lavoro,
all’interno delle
strutture organizzative, nonché in ogni altro luogo di loro pertinenza accessibile al
Lavoratore nell’esercizio abituale e continuativo delle proprie mansioni. Essi sono, ad
esempio e a titolo non esaustivo: gli uffici, gli studi, le aule, i laboratori, le biblioteche, le
sale di esposizione museale, gli stabulari, gli spin-off. Sono altresì considerati luoghi di
lavoro gli ambienti dove si svolgono attività al di fuori dell’area edificata della sede, quali
ad esempio, campagne archeologiche, geologiche, marittime.
Art.2
(Obblighi e attribuzioni del Datore di Lavoro)
1. Ai sensi e per gli effetti del D. Lgs. 81/2008 e successive modifiche ed integrazioni, il Datore di
Lavoro dell’Università degli Studi di Firenze è individuato nella figura del Direttore Generale.
Nell’esercizio delle funzioni di prevenzione ad esso attribuite per legge, il Direttore Generale, in
particolare:
a) valuta, avvalendosi della collaborazione del Responsabile del Servizio Prevenzione e
Protezione, e ove necessario del Medico Competente, i rischi per la salute e per la sicurezza
dei lavoratori;
b) elabora, avvalendosi della collaborazione dei medesimi soggetti di cui alla lettera
precedente, e previa consultazione dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, il
documento di valutazione dei rischi previsto dall’art. 28 del D. Lgs. 81/2008;
c) convoca, almeno una volta l’anno, la riunione periodica di prevenzione e protezione dai
rischi, di cui all’art. 35 del D. Lgs. 81/2008;
d) nomina, previa consultazione dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, il
Responsabile e gli Addetti del Servizio di Prevenzione e Protezione di cui al successivo art.
8;
e) nomina il Medico Competente di cui al successivo art. 9;
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
f) provvede alla informazione e formazione dei lavoratori ai sensi degli artt. 36, 37 del D. Lgs.
81/2008, avvalendosi del supporto tecnico-amministrativo del Servizio Prevenzione e
Protezione, nonché a dare indicazione ai lavoratori circa i rischi esistenti per la propria
salute e sicurezza e sulle correlate misure di prevenzione adottate;
g) adotta, ove necessario e in concorso con i soggetti di cui agli artt. 4, 5, 6, ordini di servizio
sugli obblighi di diligenza e di collaborazione che la normativa impone ai lavoratori;
h) verifica che nelle convenzioni e negli atti stipulati dall’Università con enti ed istituzioni
esterne per lo svolgimento di attività di ricerca, didattica, assistenza o servizio siano inserite
specifiche clausole mirate ad individuare i soggetti ai quali compete la responsabilità degli
obblighi previsti in materia di salute e sicurezza del personale impegnato;
i) cura l'aggiornamento della banca-dati relativa agli infortuni;
j) provvede, con apposito provvedimento, nel caso due o più strutture anche esterne all’Ateneo
necessitino di locali o attrezzature a comune, affinché siano individuati, di intesa tra le
stesse, i soggetti cui competono gli obblighi di garantire la sicurezza e la salute nel luogo di
lavoro.
Art.3
(Delega di funzioni)
1. Fatta eccezione delle funzioni che la normativa vigente gli attribuisce in via esclusiva, il Datore
di Lavoro, ai fini della migliore attuazione delle misure di prevenzione e protezione dai rischi, può
delegare ad altri soggetti (Dirigenti, Preposti, Lavoratori) dotati della necessaria competenza
tecnica, l’esercizio di specifiche funzioni.
2. La delega deve risultare, pena l’inefficacia, da atto scritto adeguatamente motivato e deve essere
comunicata per conoscenza ai rappresentati per la sicurezza.
Art.4
(Obblighi e attribuzioni del Dirigente)
1. Il Dirigente, nell’ambito della struttura organizzativa di cui rappresenta l’organo di vertice, è
responsabile dell’attuazione degli obblighi previsti dalla legge a tutela della salute dei lavoratori.
2. Al Dirigente, secondo le competenze ed attribuzioni conferite, spetta in particolare:
a) attivarsi al fine di eliminare o ridurre al minimo i rischi in relazione alle conoscenze del
progresso tecnico, dandone preventiva ed esauriente informazione al Datore di Lavoro;
b) concorrere assieme al Datore di Lavoro, al Servizio Prevenzione e Protezione ed al
Responsabile dell’Attività, in relazione alla propria struttura organizzativa ed ai propri
luoghi di lavoro, alla valutazione dei rischi ed alla redazione del relativo documento,
individuando le misure idonee ad eliminare ovvero a ridurre i rischi stessi;
c) curare l’attuazione delle misure di prevenzione individuate a seguito della valutazione dei
rischi e della elaborazione del relativo documento, predisponendo, in occasione del bilancio
di previsione, un piano di realizzazione degli adeguamenti previsti di cui alla lettera
precedente;
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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d) attivarsi, in occasione di modifiche delle attività significative per la salute e la sicurezza
degli operatori, affinché venga aggiornato il documento di valutazione dei rischi;
e) adottare le misure di prevenzione e protezione prima che le attività a rischio siano poste in
essere, informando i lavoratori circa i rischi per la propria salute e sicurezza e sulle relative
misure di prevenzione e protezione da adottare al riguardo;
f) dare disposizioni sulla osservanza e sulla corretta applicazione delle misure di prevenzione e
protezione previste, da parte dei responsabili, nell’ambito delle rispettive attività, segnalando
al Datore di Lavoro ed al Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione l’inosservanza
degli obblighi e la mancata adozione delle stesse;
g) frequentare i corsi di formazione ed aggiornamento organizzati dal Datore di Lavoro, con
riferimento alla propria attività e alle specifiche mansioni svolte;
h) dotare le strutture dirette di adeguati regolamenti interni e procedure o protocolli operativi,
per garantire ai lavoratori ottimali condizioni di sicurezza durante il lavoro;
i) collaborare all’identificazione, all’inizio di ogni anno accademico, prima dell’inizio di nuove
attività e/o in occasione di variazioni significative dell’organizzazione della didattica o della
ricerca, di tutti i soggetti esposti a rischio, dando opportuna comunicazione periodica al
Servizio Prevenzione e Protezione di tutti i nuovi soggetti operanti nella struttura;
j) individuare, previa adeguata valutazione, in presenza di qualsiasi attività lavorativa svolta
all’interno o all’esterno dei consueti luoghi di lavoro che non sia riconducibile a lavorazioni
previste nel documento di valutazione dei rischi, misure alternative e/o compensative in
modo da poter sempre garantire ai lavoratori condizioni di sicurezza equivalenti;
k) nominare, al termine del relativo corso di formazione, i lavoratori incaricati di attuare le
misure di prevenzione incendi, di evacuazione in caso di pericolo grave ed immediato e di
primo soccorso, tenuto conto delle esigenze numeriche espresse dal Servizio Prevenzione e
Protezione;
l) comunicare al Datore di lavoro le convenzioni stipulate dalla propria struttura al fine di poter
adottare tutte le misure di sicurezza necessarie.
Art.5
(Obblighi ed attribuzioni del Preposto)
1. Al Preposto, secondo le competenze ed attribuzioni conferite, spetta l’attuazione delle seguenti
misure:
a) vigilare sulla corretta osservanza degli obblighi di prevenzione, sull’effettiva applicazione
delle misure di prevenzione e sul corretto utilizzo dei dispositivi di protezione, garantendo
l’attuazione delle direttive ricevute;
b) esigere l’osservanza, da parte dei lavoratori, degli obblighi e delle misure di prevenzione;
c) segnalare ai propri superiori l’inosservanza degli obblighi e la mancata adozione delle
misure di prevenzione;
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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d) verificare affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni accedano alle
zone che li espongono ad un rischio specifico.
In caso di assenza di nomina specifica, da parte dei Dirigenti, della figura del Preposto, resta fermo
quanto disposto dall’art. 299 del D. Lgs. 81/2008.
Art.6
(Obblighi ed attribuzioni del Responsabile dell’Attività)
1. Il Responsabile dell’Attività, in collaborazione con il Servizio Prevenzione e Protezione e con i
docenti ed i ricercatori afferenti alla sua struttura organizzativa, individua le attività didattiche e di
ricerca che comportino rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori.
2. Il Responsabile dell’Attività didattica o di ricerca in laboratorio di cui al comma precedente
collabora con il Dirigente, nei limiti delle proprie attribuzioni e competenze, alla organizzazione
delle suddette attività in modo da garantire l’osservanza delle norme in materia di sicurezza. In
particolare:
a) si attiva al fine di eliminare o ridurre al minimo i rischi in relazione alle conoscenze del
progresso tecnico, dandone preventiva ed esauriente informazione al Datore di Lavoro;
b) concorre assieme al Datore di Lavoro, al Servizio Prevenzione e Protezione ed al Dirigente,
in relazione alla propria struttura organizzativa ed ai propri luoghi di lavoro, alla valutazione
dei rischi ed alla redazione del relativo documento, individuando le misure idonee ad
eliminare ovvero a ridurre i rischi stessi;
c) cura l’attuazione delle misure di prevenzione individuate a seguito della valutazione dei
rischi e della elaborazione del relativo documento, predisponendo, in occasione del bilancio
di previsione, un piano di realizzazione degli adeguamenti previsti di cui alla lettera
precedente;
d) si attiva, in occasione di modifiche delle attività significative per la salute e la sicurezza
degli operatori, affinché venga aggiornato il documento di valutazione dei rischi;
e) adotta le misure di prevenzione e protezione prima che le attività a rischio siano poste in
essere, informando i lavoratori circa i rischi per la propria salute e sicurezza e sulle relative
misure di prevenzione e protezione da adottare al riguardo;
f) dà disposizioni sulla osservanza e sulla corretta applicazione delle misure di prevenzione e
protezione previste, da parte dei responsabili, nell’ambito delle rispettive attività, segnalando
al Datore di Lavoro ed al Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione l’inosservanza
degli obblighi e la mancata adozione delle stesse;
g) frequenta i corsi di formazione ed aggiornamento organizzati dal Datore di Lavoro, con
riferimento alla propria attività e alle specifiche mansioni svolte;
h) dota la struttura da lui diretta di adeguati atti di regolazione interna, procedure o protocolli
operativi, per garantire ai lavoratori ottimali condizioni di sicurezza durante il lavoro;
i) collabora all’identificazione, all’inizio di ogni anno accademico, prima dell’inizio di nuove
attività e/o in occasione di variazioni significative dell’organizzazione della didattica o della
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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ricerca, di tutti i soggetti esposti a rischio, dando opportuna comunicazione periodica al
Servizio Prevenzione e Protezione di tutti i nuovi soggetti operanti nella struttura;
j) garantisce, per quanto di competenza, che, nell’impiego di prototipi di macchine, di
apparecchi ed attrezzature di lavoro, di impianti o di altri mezzi tecnici, nonché nella
produzione, detenzione ed impiego di nuovi agenti chimici, fisici o biologici, realizzati ed
utilizzati nelle attività di ricerca o didattica, sia assicurata la corretta protezione del
personale, mediante valutazione, in sede di progettazione, dei possibili rischi connessi con la
realizzazione del progetto e si accerta, altresì, che gli operatori siano adeguatamente formati
ed informati sui rischi e sulle misure di prevenzione;
k) elabora, per quanto necessario ai fini di una migliore attività di prevenzione, specifiche
procedure e protocolli operativi, nonché regolamenti interni del laboratorio di cui è
responsabile, dandone informazione a tutti i soggetti operanti all’interno dell’unità operativa
stessa; in particolare queste procedure saranno obbligatorie in caso di lavorazioni esterne in
luoghi diversi da quelli abituali di lavoro.
Art.7
(Obblighi dei lavoratori)
1. I lavoratori, così come individuati dall’art. 1, lettera d) del presente Regolamento, collaborano
alla corretta attuazione delle misure di sicurezza ed adempiono agli obblighi specificamente previsti
a loro carico dalla normativa vigente, in particolare osservando le disposizioni impartite dal
Direttore Generale, dai Dirigenti, dai Preposti e dai Responsabili delle Attività didattiche o di
ricerca.
2. Qualora i lavoratori dell’Università di Firenze siano ospitati, per motivi di servizio, di didattica o
di ricerca, presso Enti esterni, devono attenersi alle norme ivi vigenti in materia ed alle disposizioni
ed istruzioni dei responsabili per la sicurezza degli Enti medesimi.
3. È fatto obbligo ai lavoratori di partecipare ai corsi di informazione e formazione predisposti
dall’Ateneo.
4. È fatto obbligo ai lavoratori di sottoporsi ai controlli sanitari qualora previsti nelle disposizioni di
legge, nelle procedure e/o individuati dal Servizio Prevenzione e Protezione ed evidenziati nel
documento di valutazione dei rischi relativo alle loro strutture di appartenenza.
Art.8
(Servizio di Prevenzione e Protezione)
1. In ottemperanza all’art. 31 del D. Lgs. 81/2008 ed al fine di assicurare l’ottimale e coordinato
adempimento degli obblighi di legge in materia di sicurezza, è costituito un unico Servizio di
Prevenzione e Protezione competente per tutte le strutture dell’Ateneo.
2. Il Responsabile e gli addetti al Servizio sono individuati dal Direttore Generale ai sensi dell’art. 2
del presente Regolamento.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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3. Il Servizio è organizzato in modo da rispondere alle esigenze poste dalla articolazione delle
strutture universitarie in una pluralità di strutture organizzative, come individuate dall’art. 1 del
presente Regolamento.
4. Il Servizio Prevenzione e Protezione provvede allo svolgimento dei compiti indicati nell’art. 33
del D. Lgs. 81/2008.
5. Nel caso di assenza di particolari conoscenze professionali necessarie all’elaborazione dei
documenti di valutazione del rischio, il Servizio Prevenzione e Protezione, per integrare l’azione di
prevenzione, può ricorrere a competenze esterne.
Art.9
(Medico competente)
1. Al fine di garantire ed organizzare le attività di sorveglianza sanitaria previste dall’art. 41 del D.
Lgs. 81/2008 il Direttore Generale nomina il Medico Competente.
2. Al Medico Competente sono affidati i compiti previsti dall’art. 25 del D. Lgs. 81/2008.
3. Nel caso di nomina di più medici competenti, in relazione all’articolazione in più strutture
organizzative, il Direttore Generale attribuisce ad uno di essi funzioni di indirizzo e di
coordinamento.
4. I dati sanitari dei lavoratori di cui il Medico Competente venga a conoscenza nell’esercizio delle
proprie funzioni vengono utilizzati dal Datore di Lavoro nel rispetto delle disposizioni di cui alla
legge 31 dicembre 1996, n. 675 e successive modificazioni.
Art.10
(Rappresentanti per la Sicurezza)
1. Ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza competono le attribuzioni previste dal presente
Regolamento, dall’art. 50 del D. Lgs. 81/2008, nonché le ulteriori attribuzioni risultanti dalla
contrattazione collettiva nazionale e decentrata.
Art.11
(Formazione e informazione)
1. L’Università provvede a fornire a tutti i lavoratori, Dirigenti, Preposti e Responsabili
dell’Attività, così come definiti dall’art. 1 del presente Regolamento, un’adeguata informazione e
formazione riguardo la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro.
Art.12
(Norme di chiusura)
1. Per quanto non previsto espressamente dal presente Regolamento, si rinvia alle norme contenute
nel D. Lgs. n. 81/2008 e successive modificazioni ed integrazioni.
Sul punto 7 dell’O.D.G. «ACCORDO TRA L’AZIENDA DIRITTO ALLO STUDIO
UNIVERSITARIO TOSCANA E L’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FIRENZE PER LO
SVOLGIMENTO DEI COMPITI DEL SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
PREVISTI ALL’ART. 33 DEL D. LGS. 81/08»
________________________________________________________________________________
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «Considerato
quanto disposto dalla normativa in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro e nello specifico dal
D.Lgs. 81/08 e s.m.i. relativamente all’obbligo per il Datore di Lavoro di nominare un Responsabile
del Servizio Prevenzione e Protezione, l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio della Toscana,
constatato di non disporre tra i propri dipendenti di personale in possesso dei requisiti necessari per
ricoprire tale incarico, propone all’Università degli Studi di Firenze di avvalersi del Servizio
Prevenzione e Protezione di Ateneo, nello specifico del suo Responsabile, per lo svolgimento dei
compiti previsti dalla citata normativa all’interno delle proprie sedi.
L’accordo proposto prevede dunque che il Servizio Prevenzione e Protezione di Ateneo, istituito
con D.D. n. 117 del 05.02.2009, nello specifico il Responsabile S.P.P., provveda a mettere in atto,
all’interno delle sedi in cui l’Azienda DSU Toscana svolge la propria attività, quanto previsto
dall’art. 33 del D. Lgs. 81/08 e s.m.i.
In particolare il Responsabile S.P.P. di Ateneo, sulla base di tale accordo, verrà nominato
Responsabile S.P.P. anche per l’Azienda DSU, con il compito di individuare e programmare gli
interventi necessari a migliorare la sicurezza all’interno delle proprie sedi, avendo come struttura di
riferimento per l’attuazione degli adempimenti il Servizio Qualità e Sicurezza dell’Azienda DSU
Toscana.
L’accordo che si propone è previsto con validità dal 1° settembre 2012 al 31 agosto 2013, con
facoltà delle parti di recedere dallo stesso a mezzo di comunicazione scritta alla controparte, da
inviare almeno tre mesi prima della data di scadenza prevista.
Il corrispettivo previsto dall’Azienda DSU Toscana in favore dell’Università degli Studi di Firenze
in ragione del contributo professionale del RSPP e delle spese di supporto organizzativo, risulta pari
a € 15.000,00 (quindicimila/00) IVA inclusa, onnicomprensivo di ogni e qualsiasi onere anche
fiscale se dovuto, che verranno così suddivisi:
95% all’Arch. Leonardo Martini;
5% all’Università.
Il pagamento di tale compenso è previsto in due rate a cadenza semestrale (marzo 2013 e agosto
2013), previa presentazione di fattura redatta secondo le vigenti norme di legge ed attestazione della
regolare esecuzione da parte del responsabile dell’Esecuzione dell’Azienda DSU Toscana.»
Il Rettore invita il Dott. Gentilini a illustrare la pratica.
Gentilini illustra la pratica, rilevando che l’accordo in oggetto è stato redatto in osservanza delle
prescrizioni della legge n. 241 del 1990, art. 15.
Dei domanda in primo luogo se il corrispettivo pattuito sia congruo rispetto ai prezzi di mercato e,
nell’ipotesi che esso sia inferiore ai valori di riferimento, come la concessione su questo aspetto si
rifletta sulla prosecuzione dei rapporti con l’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio. Propone
inoltre di cassare dall’art. 7 della bozza di accordo ogni riferimento alla destinazione interna del
contributo e di variare le percentuali di ripartizione del corrispettivo erogato dal DSU come segue:
________________________________________________________________________________
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
85% all’Arch. Leonardo Martini, 15% all’Università, ritenendo tali valori più omogenei ai criteri
generali invalsi presso l’Ateneo.
Il Direttore Amministrativo concorda con l’opinione espressa da Dei relativamente alla modifica
dell’art. 7 e alla variazione delle percentuali di ripartizione del corrispettivo. Rileva che la
convenzione è stata stipulata per consentire all’Arch. Martini di accettare l’incarico proposto
dall’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio di ricoprire il ruolo di responsabile del proprio
Servizio Prevenzione e Protezione, incarico che espleterà al di fuori dell’orario di lavoro. Riguardo
al corrispettivo, ritiene congrua la cifra proposta.
Parrini ritiene che, in ragione della speciale complessità dei servizi attinenti la sicurezza
nell’ambito del sistema regionale del diritto allo studio, il corrispettivo pattuito sia inferiore ai reali
prezzi di mercato. Pertanto, propone di comunicare all’Azienda Regionale per il Diritto allo Studio
che la congruità della somma sarà verificata nuovamente in sede di rinnovo dell’accordo.
Il Rettore concorda con le proposte formulate da Dei e da Parrini. Propone di inserire una
raccomandazione al Direttore Amministrativo affinché verifichi che l’attività relativa all’incarico di
Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione per l’Azienda DSU Toscana sia svolta dal
Responsabile S.P.P. di Ateneo, Arch. Leonardo Martini, al di fuori dell’orario di lavoro.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 147
Il Consiglio di Amministrazione,
visto il D.Lgs. 81/08 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
ed il successivo D.Lgs. 106/09 emanato ad integrazione e parziale modifica;
considerati gli obblighi di cui agli artt. 17-18 del D.Lgs. 81/08 per il Datore di lavoro, in
particolare relativamente alla nomina del Responsabile del Servizio Prevenzione e
Protezione;
preso atto che all’interno dell’Azienda della Regione Toscana per il Diritto allo Studio
Universitario (Azienda DSU Toscana) non sono state ravvisate tra il personale interno le
competenze necessarie per lo svolgimento dei compiti previsti dall’art. 33 del D.Lgs. 81/08;
visto il Decreto del Direttore Amministrativo n. 117 del 5.02.2009 con il quale è stato
istituito il Servizio Prevenzione e Protezione di Ateneo;
considerato che all’interno di detto S.P.P. di Ateneo sono presenti le competenze richieste
per l’attuazione del dettato normativo in materia di sicurezza, nello specifico con riferimento
alla figura del Responsabile S.P.P. ;
preso atto della disponibilità data dal Responsabile S.P.P. di Ateneo, arch. Leonardo
Martini, a ricoprire detto incarico per l’Azienda DSU Toscana;
vista la bozza di Accordo elaborata dall’Azienda DSU Toscana;
visti gli artt. 10 e 14 dello Statuto di Ateneo;
visti gli artt. 48 e 63 del Regolamento per l’Amministrazione, la Finanza e la Contabilità;
________________________________________________________________________________
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
considerata la necessità di modificare le aliquote relative alla trattenuta dell’Università e al
compenso per l’Arch. Leonardo Martini rispetto al corrispettivo previsto dall’Azienda DSU
Toscana in favore dell’Università degli Studi di Firenze per lo svolgimento dei compiti del
Servizio Prevenzione e Protezione;
tenuto conto altresì dell’opportunità di non inserire nella convenzione alcun riferimento alla
ripartizione del suddetto corrispettivo;
avuto riguardo della necessità di verificare che l’attività che dovrà essere svolta dal
Responsabile del S.P.P. sia effettuata al di fuori dell’orario di lavoro,
delibera
1)
di approvare la bozza di Accordo tra l’Azienda della Regione Toscana per il Diritto allo
Studio Universitario (Azienda DSU Toscana) e l’Università degli Studi di Firenze per lo
svolgimento dei compiti del Servizio Prevenzione e Protezione previsti dall’art. 33 del D.Lgs.
81/08, nel testo allegato all’originale del presente verbale (All. 1), con validità dal 1°
settembre 2012 al 31 agosto 2013, cassando dall’art. 7 ogni riferimento alla ripartizione
interna del contributo;
2)
di suddividere il corrispettivo previsto dall’Azienda DSU Toscana in favore dell’Università
degli Studi di Firenze come segue:
85% all’Arch. Leonardo Martini;
15% all’Università.
Il Consiglio di Amministrazione, inoltre, raccomanda al Direttore Amministrativo di
verificare che l’attività relativa all’incarico di Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione
per l’Azienda DSU Toscana sia svolta dal Responsabile S.P.P. di Ateneo, Arch. Leonardo Martini,
al di fuori dell’orario di lavoro.
Sul punto 8 dell’O.D.G. «COSTITUZIONE DI SERVITÙ E DI DIRITTO DI SUPERFICIE IN
FAVORE DELLA SOCIETÀ SNAM RETE GAS, SUI MAPPALI 1198 E 1270 DEL F.M. 54
DEL COMUNE DI SESTO FIORENTINO IN ADIACENZA AL POLO SCIENTIFICO
UNIVERSITARIO»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «Con
raccomandata 1133 del 10/05/2012, la Società SNAM Rete Gas S.p.A., causa il rifacimento del
ponte pedonale di via dei Giunchi, sul Canale di Cinta Orientale a Sesto Fiorentino, e conseguente
realizzazione di modifiche necessarie all’adeguamento degli impianti a servizio del Comune di
Sesto Fiorentino, ha richiesto la costituzione di una servitù su di un terreno, di proprietà di questa
Università degli Studi, posto in adiacenza al Canale di Cinta Orientale, ed esterno al perimetro del
Polo Scientifico e Tecnologico di Sesto Fiorentino.
In realtà, dalla lettura della bozza di atto inviata da Snam, si rileva che il termine servitù è stato, in
parte, usato impropriamente.
Difatti la richiesta Snam ha come oggetto:
a) lo scavo e l’interramento di una tubazione trasportante idrocarburi,
-
________________________________________________________________________________
29
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
b) l’installazione di apparecchi di sfiato,
c) la costruzione di un manufatto accessorio fuori terra di circa 20 mq sul mappale 1270) ed il
relativo accesso alla viabilità ordinaria, con l’obbligo di non costruire opere di qualsiasi
genere a distanza inferiore a m. 8 dall’asse della tubazione, per un corrispettivo, una
tantum, di € 2.000,00.
Quest’ultimo punto non può essere qualificato come costituzione di un diritto di servitù bensì
impone la costituzione di un diritto di superficie.
L’offerta della Società SNAM Rete Gas S.p.A. a fronte della concessione, da parte dell’Università,
dei diritti reali necessari per la realizzazione degli interventi indicati è di € 2.000,00 una tantum e su
tale proposta il Comitato Tecnico Amministrativo si è espresso in modo favorevole nella seduta del
20/06/2012.
Si sottolinea che il CTA ha espresso parere favorevole sull’importo in relazione agli interventi da
realizzare; pertanto, senza stigmatizzare l’inesattezza del termine servitù relativamente
all’intervento sub c), l’analisi ha guardato alla sostanza della proposta, indipendentemente dal nome
iuris utilizzato.
In particolare, il mappale 1198 del F.M. 54 è stato acquisito in proprietà da questa Università con
atto del notaio Santoro di cessione volontaria in luogo di esproprio, del 15/06/2004, registrato a
Firenze il 18//06/2004 al n° 238151-T, mentre il mappale 1270 (ex 792, ex 133/b) del F.M. 54 era
stato precedentemente acquisito, sempre con atto di trasferimento consensuale, in luogo di
espropriazione, con rogito del notaio Bartoli del 12/11/1987, registrato a Firenze il 20/11/1987 al n°
11175.
Peraltro, sull’originaria particella 133 del F.M. 54 era stata precedentemente costituita la servitù di
metanodotto (Livorno/Firenze) con atto Aldo Carrara in data 03/06/1970, registrato a Pescia il
14/07/1970, al n° 3728, vol. 140, ove, all’art. 14, si cita che “Il presente contratto annulla e
sostituisce ogni altro precedente accordo od atto di proprietà ed opererà alle stesse condizioni
anche nei confronti di eventuali successori od aventi causa della Concedente e della
Concessionaria”.
Alla luce di quanto sopra esposto, pur nella considerazione del valore meramente simbolico del
corrispettivo proposto, quest’Ufficio ritiene opportuno aderire alla richiesta formulata da SNAM, in
quanto tali gravami sono funzionali alla realizzazione di un’opera di pubblico interesse, si
sovrappongono ad una precedente servitù già costituita, e insistono su un’area, di minime
dimensioni, adiacente al canale di Cinta orientale e al di fuori del perimetro edificabile del Polo
Scientifico Universitario.
Peraltro, si ritiene opportuno che la società SNAM Rete Gas S.p.A. esegua, a sue spese, il
frazionamento dell’area delle particelle interessate dalla servitù e dal diritto di superficie con
l’attribuzione di nuovi identificativi catastali, allo scopo di esattamente perimetrare le aree
interessate dai costituendi diritti reali e tenerle distinte dalle rimanenti porzioni dei mappali 1198 e
1270 del F.M. 54 ricadenti all’interno del perimetro del Polo Scientifico Universitario.»
________________________________________________________________________________
30
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
Il Rettore invita il Dott. Gentilini a illustrare la pratica.
Gentilini illustra la pratica.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 148
Il Consiglio di Amministrazione,

vista la relazione dell’Ufficio Patrimonio immobiliare;

preso atto che a causa del rifacimento del ponte pedonale di via dei Giunchi sul Canale di
Cinta Orientale a Sesto Fiorentino, la Società SNAM Rete Gas S.p.A. deve procedere
all’adeguamento degli impianti a servizio del Comune di Sesto Fiorentino;

vista la richiesta con cui la Società SNAM Rete Gas S.p.A. propone la costituzione, su
porzione di terreno universitario, di una servitù di gasdotto e la costruzione di un manufatto
accessorio al gasdotto necessari per adeguare gli impianti già esistenti e a servizio del
Comune di Sesto Fiorentino alle modifiche causate dal rifacimento del ponte pedonale su via
dei Giunchi;

vista l’offerta simbolica della Società SNAM Rete Gas S.p.A. di corrispondere all’Università,
una tantum, la cifra di € 2.000,00 a fronte della concessione dei diritti richiesti;

visto il parere favorevole espresso dal Comitato tecnico amministrativo nella seduta del 20
giugno 2012;

rilevato che erroneamente la Società SNAM Rete Gas S.p.A. ha qualificato come servitù
anche il diritto di costruzione del manufatto accessorio al gasdotto;

ritenuto, tuttavia, che tale inesattezza non possa generare alcuna confusione nella
identificazione del diritto da concedere in quanto nella bozza di atto inviata dalla suddetta
società sono analiticamente indicati gli interventi per i quali si richiede la concessione di
diritti reali;

ritenuto, per quanto sopra, non necessario sottoporre nuovamente la questione al CTA in
quanto l’organo di valutazione, nella seduta del 20/06/2012 ha ritenuto congrua l’offerta
economica della Società SNAM Rete Gas S.p.A. in relazione agli interventi proposti, al di là
della qualificazione giuridica utilizzata;

rilevato che i diritti reali dei quali si chiede la costituzione sono funzionali alla realizzazione
di un’opera di pubblico interesse;

rilevato che il tracciato della richiesta servitù si sovrappone ad una precedente servitù già
costituita;

preso atto che i gravami -servitù e diritto di superficie- interessano la porzione di un terreno di
proprietà dell’Università, esterno al perimetro del Polo Scientifico e Tecnologico di Sesto
Fiorentino identificato catastalmente nel f.m. 54 particelle 1270 e 1198, che pertanto non
riveste interesse per l’Ateneo;
________________________________________________________________________________
31
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________

ritenuto opportuno frazionare le aree interessate dai costituendi diritti reali per tenerle distinte
dalle rimanenti porzioni dei mappali 1198 e 1270 del F.M. 54 ricadenti all’interno del
perimetro del Polo Scientifico Universitario;

ritenuto opportuno che le spese di frazionamento siano sostenute dalla Società SNAM Rete
Gas S.p.A. in quanto diretta interessata all’ottenimento dei diritti reali di servitù e superficie,
delibera
a) a favore della Società SNAM Rete Gas S.p.A. la costituzione:
1) di una servitù di gasdotto
2) di un diritto di superficie per la realizzazione, su porzione della particella 1270 del f.m. 54,
di un manufatto accessorio fuori terra di circa 20 mq sul mappale 1270, ed il relativo accesso
alla viabilità ordinaria, il tutto secondo le specifiche che risultano dal preliminare costitutivo
di servitù, nel testo allegato al presente verbale (All. 2).
Il corrispettivo simbolico di tali diritti è fissato nel versamento, una tantum, di € 2.000,00 da
incassare sul cap. F.E. 1.05.03.
b) che la Società SNAM Rete Gas S.p.A. esegua, a sue spese, il frazionamento dell’area delle
particelle interessate dalla servitù, con l’attribuzione di nuovi identificativi catastali, allo scopo
di scorporare dalla costituenda servitù la porzione dei mappali 1198 e 1270 ricadenti all’interno
del perimetro del Polo Scientifico Universitario.
Sul punto 9 dell’O.D.G. «REGOLAMENTO DI ATENEO DEI DIPARTIMENTI»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «Il vigente
Regolamento dei Dipartimenti è stato adottato con decreto rettorale n. 647 del 5 maggio 2009 e
successivamente modificato con decreto rettorale, 14 gennaio 2010, n. 10 (prot. n. 2644) e con
decreto rettorale, 4 aprile 2011, n. 295 – prot. n. 22853. Con decreto rettorale 7 luglio 2011 n. 685
– prot. n. 48460 è stata apportata l’ultima modifica, contenente delle abrogazioni al vigente
Regolamento dei Dipartimenti, e contestualmente sono state introdotte alcune norme transitorie
necessarie per regolamentare il periodo intercorrente fino alla costituzione e poi l'entrata in funzione
dei nuovi dipartimenti.
Con decreto rettorale, 21 settembre 2011 n. 890 – prot. n. 57557, è stato emanato il “Regolamento
recante Disposizioni in materia di costituzione dei Dipartimenti” che disciplina le modalità per la
costituzione dei Dipartimenti con le funzioni e le prerogative loro attribuite dalla legge 30 Dicembre
2010 n. 240 e costituisce la traduzione operativa delle “Linee guida per la definizione della nuova
struttura dipartimentale” approvate dal SA e dal CdA nella seduta congiunta del 29 Aprile 2011.
Il testo contiene alcune norme a regime, nonché altre, di tipo transitorio, necessarie per definire la
procedura da adottare per la prima costituzione dei Dipartimenti.
La legge 240/2010 ha previsto l’obbligo per gli Atenei di modificare i propri statuti in conformità ai
principi e ai criteri direttivi prescritti dalla legge. In particolare, in materia di articolazione interna,
tale legge indica come criterio direttivo l’esigenza di semplificazione e di attribuzione al
Dipartimento “delle funzioni finalizzate allo svolgimento della ricerca scientifica, delle attività
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32
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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didattiche e formative, nonché delle attività rivolte all’esterno ad esse correlate o accessorie” (cfr
art. 2, comma 2, lett. a).
Il nuovo Statuto dell’Ateneo fiorentino è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Repubblica
Italiana n. 95 del 23 aprile 2012 ed è quindi entrato in vigore, come disposto dall’art. 59 dello
statuto stesso, in data 8 maggio 2012.
Il testo del nuovo Statuto prevede esplicitamente l'esistenza di un Regolamento dei Dipartimenti (si
vedano gli artt. 26, 27 e 55). In particolare l’art. 26, comma 4, prevede che il testo regolamentare
debba disciplinare “… le condizioni e le modalità di istituzione, modifica e scioglimento dei
Dipartimenti”; l’art. 26, comma 6, statuisce che “Il Dipartimento è centro di responsabilità
dotato di autonomia gestionale. Si dota di un Regolamento interno ai sensi dell'articolo 4 del
presente Statuto, disciplinando la propria articolazione nel rispetto dei principi di efficacia,
efficienza, economicità, funzionalità, trasparenza e partecipazione, in conformità con il
Regolamento dei Dipartimenti”; l’art. 27, comma 4, prevede che il regolamento deve indicare “…
le modalità di partecipazione di una rappresentanza degli studenti e dei dottorandi, nonché
degli assegnisti di ricerca al Consiglio di Dipartimento”, e all’art. 55, comma 1, si stabilisce che
“Spetta al Regolamento dei Dipartimenti disciplinare le modalità di afferenza di professori e
ricercatori in servizio alla data di entrata in vigore del presente Statuto”; il comma 3 del
medesimo articolo dispone infine che “Nel caso in cui singoli professori e ricercatori non abbiano
aderito alla nuova organizzazione dipartimentale, le rispettive posizioni sono valutate dal
Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione ai fini del loro inquadramento, entro
il termine stabilito nella delibera di cui all'articolo 54, comma 1, sulla base del Regolamento dei
Dipartimenti”.
Si precisa che le condizioni e le modalità di istituzione dei Dipartimenti (art. 26, comma 4) e le
modalità di afferenza di professori e ricercatori in servizio alla data di entrata in vigore dello
Statuto (art. 55, comma 1) sono già contenute nel regolamento recante “Disposizioni in materia di
costituzione dei Dipartimenti”.
Il Gruppo di lavoro, che ha elaborato il regolamento recante disposizioni in materia di costituzione
dei dipartimenti, coordinato dal Prof. Giacomo Poggi e composto dai Proff. Corrado Poggesi,
Rappresentante dell’Area Biomedica - Giovanni Tarli Barbieri, Rappresentante Area delle Scienze
Sociali - Nicola Casagli, Rappresentante dell’Area Scientifica - Marco Fioravanti, Rappresentante
dell’Area Tecnologica - Anna Benvenuti, Rappresentante dell’Area Umanistica, e Paolo
Cappellini, Presidente della Commissione Affari Generali, è stato incaricato anche di redigere il
Regolamento di ateneo dei dipartimenti coinvolgendo i rappresentanti del personale tecnico –
amministrativo e degli studenti, per quanto di loro spettanza.
Il gruppo di lavoro ha così elaborato una bozza di regolamento nel rispetto della previsione
statutaria. Tale fonte regolamentare contiene una normativa cornice con conseguente rinvio ai
singoli regolamenti dei dipartimenti per una regolamentazione più dettagliata.
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33
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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Un documento contenente i principi ispiratori e le principali innovazioni rispetto al Regolamento
pre-esistente è stato presentato al Collegio dei Direttori degli attuali Dipartimenti, aperto ai membri
del Senato e del Consiglio di Amministrazione. Successivamente è stata attivata una procedura di
consultazione delle strutture dipartimentali o delle Aree di Ricerca, al fine di raccogliere
osservazioni e proposte di modifiche o integrazioni. Il gruppo di lavoro ha esaminato le
osservazioni e i vari orientamenti al fine di redigere il testo del Regolamento da sottoporre agli
Organi. La bozza in parola è stata oggetto di esame anche da parte della Commissione Affari
Generali, presieduta dal Prof. Paolo Cappellini e riunitasi in data 21 giugno u.s.. I membri della
commissione hanno chiesto chiarimenti su alcune disposizioni del testo e suggerito lievi modifiche,
più formali che sostanziali.
Il testo è stato esaminato anche dal Comitato Tecnico Amministrativo che, ai sensi dell’art. 24 dello
Statuto, deve esprimere il proprio parere anche sugli atti normativi. Con nota del 2 luglio u.s. è stato
trasmesso il parere in questione che è risultato favorevole, salvo alcune lievi modifiche introdotte
per dare maggior chiarezza al testo.
Il testo che si sottopone a codesto Organo Accademico, è diviso in 4 capi: Capo I° Principi; Capo
II° Organizzazione; Capo III° Attivazione, soppressione, confluenza e accorpamento dei
Dipartimenti; Capo IV° Norme transitorie e finali. Il Capo I° disciplina le attività dei Dipartimenti,
l’autonomia gestionale e le risorse degli stessi, nonché la figura del Responsabile amministrativo. Il
Capo II° disciplina la composizione, l’accesso e la partecipazione alle attività dei Dipartimenti,
l’eventuale articolazione in Sezioni e le funzioni degli Organi dipartimentali con le relative
modalità di elezione delle rappresentanze. Il Capo III° prevede le modalità per l’attivazione, la
soppressione, la confluenza e l’accorpamento dei Dipartimenti e il Capo IV° rimanda ad un
successivo regolamento di ateneo per l’individuazione delle competenze dei Dipartimenti e Scuole
in ambito assistenziale, rinviando alla delibera di cui all’art. 54 dello Statuto per la disciplina delle
le modalità di attivazione dei Dipartimenti e per le elezioni delle rappresentanze nei Consigli di
dipartimento istituiti secondo la nuova normativa. Per le rappresentanze studentesche si rimanda ad
apposito regolamento elettorale transitorio di prossima emanazione.
Il Regolamento dei Dipartimenti in esame è stato sottoposto al Senato accademico nella seduta
dell’11 luglio scorso, nel corso della quale, sono state apportate al testo alcune modifiche formali; il
Senato ha inoltre preso atto della richiesta avanzata dai rappresentanti degli studenti, di modifica
della composizione della giunta di Dipartimento al fine di incrementare la rappresentanza degli
studenti e del personale tecnico amministrativo, ove la giunta risulti composta da un numero elevato
di professori e ricercatori, apportando conseguentemente le dovute modifiche all’art. 18 del
Regolamento.
Sulla base di quanto sopra menzionato, si sottopone al Consiglio di Amministrazione il testo del
Regolamento di Ateneo dei Dipartimenti così come è risultato dalle modifiche proposte dalla
Commissione Affari Generali e dal Comitato Tecnico Amministrativo, secondo il testo approvato
dal Senato accademico nella seduta dell’11 luglio u.s.»
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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Il Rettore invita il Prof. Poggi a illustrare la pratica.
Poggi illustra la pratica esponendo l’iter di redazione della bozza di regolamento proposta. Espone
quindi le principali novità del documento, soffermandosi in particolare sull’aumento di
responsabilità dei dipartimenti per quanto attiene la valutazione delle proprie attività e le procedure
di erogazione dei fondi; sulla previsione di una commissione di autovalutazione e di indirizzo, come
organo interno di supporto, deputato a coadiuvare l’attività del direttore e del consiglio di
dipartimento. Sottolinea, infine che le previsioni relative alla possibilità di costituire unità di ricerca
sono facoltative e possono servire da base per una formalizzazione delle attività interdipartimentali.
Giusti Antonio propone di cassare la seconda parte del comma 5 dell’art. 14, là dove prevede che,
in riferimento al documento di indirizzo e programmazione triennale delle risorse, “Gli organi di
governo dell’Ateneo, sentito il Nucleo di Valutazione, possono utilizzare tali indicazioni al fine di
integrare, con riferimento al Dipartimento interessato, i criteri generali per la ripartizione delle
risorse per posti di professore e ricercatore, nonché per assegni di ricerca e borse di dottorato”,
perché poco perspicua. Inoltre suggerisce che il presidente della commissione di autovalutazione e
di indirizzo sia indicato direttamente dal consiglio di dipartimento e non eletto dalla commissione
stessa. Per quanto riguarda la possibilità di approvare una mozione di sfiducia nei confronti del
direttore, ritiene che la disciplina proposta dovrebbe essere integrata, in analogia a quanto disposto
nel caso del Rettore, dalla previsione di un limite temporale pari a 18 mesi prima del quale la
mozione non può essere proposta e di una maggioranza qualificata, per esempio 3/5 degli aventi
diritto, per la sua approvazione. Infine, per quanto riguarda il comma 3 dell’art. 17, suggerisce che,
in caso di assenza, il direttore possa farsi sostituire anche da un docente diverso dal decano.
Poggi precisa che il significato del comma 5 dell’art. 14 è quello di prevedere che gli organi di
governo dell’Ateneo possano tenere conto, su proposta del consiglio di dipartimento, degli
indicatori elaborati dalla commissione di indirizzo e di autovalutazione per integrare i criteri che gli
organi utilizzeranno nella ripartizione delle risorse tra i dipartimenti. Pertanto, ritiene che la
disposizione non vada eliminata, perché una sua eventuale cassazione indebolirebbe la posizione
del dipartimento, salvo discutere in futuro, in sede di revisione del regolamento, se tale meccanismo
coglie gli obbiettivi voluti. Per quanto riguarda il comma 3 dell’art. 17, sostiene che la disposizione
attuale non preclude la possibilità che il direttore di dipartimento designi, in caso di assenza e
sempre se non è stato previsto un vicedirettore, un sostituto diverso dal decano.
Cannicci ritiene che il contenuto del comma 5 dell’art. 14 sia in linea con gli orientamenti maturati
in seno alla Commissione ricerca relativamente all’opportunità che i dipartimenti offrano un
contributo fattivo alla definizione dei criteri di ripartizione delle risorse in ragione delle loro
specifiche esigenze di ricerca.
Tanini si associa all’opinione espressa da Cannicci riguardo all’importanza della previsione
contenuta nel comma 5 dell’art. 14. Rileva che la disposizione in esame costituisce un importante
strumento per dare risalto alle specificità dei singoli dipartimenti e segnala che, in ogni caso, la
valutazione delle strutture sarà filtrata dal giudizio degli organi di governo.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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Forti esprime un giudizio favorevole alla bozza di regolamento in approvazione. Sostiene che
anche le scadenze future suggeriscono di procedere a una celere approvazione del regolamento.
Ricorda che, se necessario, il testo potrà essere convenientemente emendato dopo un periodo di
prima applicazione.
Giusti Antonio sostiene che la formulazione attuale del comma 5 dell’art. 14 dovrebbe essere resa
più chiara per rendere più esplicito il significato della disposizione. Propone di modificare il comma
3 dell’art. 17 come segue: “Qualora il Vicedirettore non sia stato designato il Direttore è sostituito
dal più anziano in ruolo dei professori a tempo pieno ordinari o, in caso di indisponibilità, associati
afferenti al Dipartimento”, lasciando non disciplinato il caso di assenza o impedimento temporaneo.
Biffi sostiene l’importanza dell’inclusione del comma 5 dell’articolo 14. Giudica che la bozza di
regolamento è stata adeguatamente presentata nel periodo precedente l’approvazione formale.
Ricorda inoltre che la bozza stessa era consultabile sul sito di Ateneo ove tutti gli interessati
potevano formulare i propri commenti.
Il Rettore si associa all’osservazione di Biffi. Precisa che sul sito dell’Università è stata resa
disponibile la documentazione completa dell’iter di stesura del regolamento. Ricorda che sarà
possibile modificare il testo del regolamento in sede di revisione dello stesso, sulla base degli esiti
del periodo di prima applicazione. Propone quindi di approvare il regolamento nel testo ce è stato
presentato.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 149
Il Consiglio di Amministrazione,
 visto il Regolamento dei dipartimenti adottato con decreto rettorale n. 647 del 5 maggio 2009,
prot. n. 33322 e successivamente modificato con decreto rettorale n. 10 del 14 gennaio 2010,
prot. n. 2644, con decreto rettorale n. 295 del 4 aprile 2011, prot. n. 22853, e con decreto
rettorale n. 685 del 7 luglio 2011, prot. n. 48460;
 visto decreto rettorale, 21 settembre 2011 n. 890 – prot. n. 57557, con cui si è emanato il
“Regolamento recante Disposizioni in materia di costituzione dei Dipartimenti;
 visto il parere della Commissione Affari Generali del 21 giugno 2012;
 visto il parere del Comitato Tecnico Amministrativo del 20 giugno 2012 e trasmesso con nota
del 2 luglio 2012 prot. n. 66831;
 ritenuto di conformarsi alle osservazioni del Comitato Tecnico Amministrativo, fatta eccezione
per:
o l’art. 6, comma 2, in quanto il Regolamento reca disposizioni a regime per le quali non
occorre fare riferimento alla qualificazione di “nuovi” membri; si ritiene invece opportuno
fare riferimento al fatto che i professori devono essere di ruolo, come disposto dalla legge;
o l’art. 16, comma 2, lettera c), in quanto la formulazione del testo in termini meno specifici
appare preferibile nelle more della revisione del Regolamento di Ateneo per
l’amministrazione, la finanza e la contabilità;
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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 visto il Regolamento per l’Amministrazione, la Finanza e la Contabilità;
 visto il vigente Statuto dell’Università degli Studi di Firenze;
 visto il testo del regolamento così come coordinato, contenente le integrazioni introdotte ai soli
fini di una miglior chiarezza, nonché le modifiche resesi necessarie per tener conto di quanto
emerso nel corso della seduta del Senato accademico dell’11 luglio 2012,
Delibera
l’approvazione del Regolamento di Ateneo dei Dipartimenti nel testo di seguito riportato.
“REGOLAMENTO DI ATENEO DEI DIPARTIMENTI”
CAPO I
Principi
Articolo 1
(Definizioni)
1. Ai fini del presente regolamento si intende:
a) per “Statuto”, il testo dello Statuto dell’Università degli studi di Firenze, emanato con
decreto rettorale 6 aprile 2012, n. 329 e pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Repubblica
italiana - serie generale – n. 95 del 23 aprile 2012;
b) per “Regolamento di Ateneo sulla costituzione dei Dipartimenti”, il Decreto del Rettore
dell’Università degli studi di Firenze 21 settembre 2011, n. 890 (prot. 57557)
«Regolamento recante Disposizioni in materia di costituzione dei Dipartimenti»;
c) per “corsi di studio” i corsi di laurea e laurea magistrale ai sensi dell’articolo 33 dello
Statuto;
d) per “Dipartimento referente”, il Dipartimento che esercita le funzioni stabilite nel
“Regolamento di Ateneo sulla costituzione dei Dipartimenti”;
e) per “Dipartimento promotore” il Dipartimento che contribuisce in maniera significativa
all’offerta formativa di un corso di studio secondo criteri stabiliti nel Regolamento generale
di Ateneo.
Articolo 2
(Attività)
1. I Dipartimenti, istituiti ai sensi dello Statuto e del Regolamento di Ateneo sulla costituzione
dei Dipartimenti, sono le strutture organizzative fondamentali per lo svolgimento della
ricerca scientifica, delle attività didattiche e formative, nonché per il trasferimento delle
conoscenze e dell’innovazione e per le attività rivolte all’esterno ad esse correlate o
accessorie. Tali funzioni possono essere esercitate anche in collaborazione con altre strutture
universitarie.
2. In particolare, ispirandosi al principio della libertà di ricerca e ai principi generali contenuti
nello Statuto, i Dipartimenti promuovono e organizzano:
________________________________________________________________________________
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
a) la ricerca scientifica, anche attraverso l’istituzione dei centri di ricerca di cui agli articoli
34 e 35 dello Statuto, nonché delle unità di ricerca di cui al successivo capo II del
presente regolamento;
b) i corsi di studio, nel rispetto di quanto previsto agli articoli 28 e seguenti dello Statuto;
c) i dottorati di ricerca, ai sensi dell’articolo 25 dello Statuto, le scuole di specializzazione,
i corsi di perfezionamento, i master, secondo quanto previsto dalla normativa vigente;
d) le attività di valorizzazione e trasferimento dei risultati della ricerca, anche in
coordinamento con altri centri e organismi dell’Ateneo o in collaborazione con altre
Università, enti pubblici e privati, nel rispetto di quanto previsto dallo Statuto.
e) le attività di consulenza scientifica o tecnologica, sulla base di contratti o convenzioni.
3. I Dipartimenti promuovono la collaborazione, da parte dei professori e ricercatori afferenti,
con enti di ricerca nazionali e internazionali, anche nell'ambito delle convenzioni con essi
stipulate dall'Ateneo.
4. I Dipartimenti promuovono altresì i processi di internazionalizzazione delle attività di
ricerca, anche attraverso il sostegno allo sviluppo degli scambi e delle iniziative di
cooperazione.
Articolo 3
(Autonomia)
1. Il Dipartimento è centro di responsabilità dotato di autonomia gestionale, ai sensi
dell’articolo 4 dello Statuto.
2. L’organizzazione e il funzionamento del Dipartimento sono disciplinati da un regolamento
interno nel rispetto delle disposizioni dello Statuto e, in particolare, dei principi di efficacia,
efficienza, economicità, funzionalità, trasparenza e partecipazione, e delle disposizioni del
presente regolamento.
3. Il Rettore, ai sensi dell’articolo 11, comma 2, lettera c), dello Statuto, può procedere
all’annullamento di ufficio di atti degli organi del Dipartimento, con le modalità e i limiti di
cui all’articolo 21-novies, comma 1, della legge 7 agosto 1990, n. 241.
4. Qualora gli organi del Dipartimento ritardino o omettano di compiere atti obbligatori,
previsti da disposizioni legislative o regolamentari, il Rettore, ai sensi dell’articolo 11,
comma 2, lettera c), dello Statuto, individua, tra i dirigenti dell’Ateneo, il soggetto cui
attribuire il potere sostitutivo.
Articolo 4
(Risorse)
1. Ai sensi dell’articolo 14, comma 1, lettere i), l) ed m) dello Statuto, il Consiglio di
amministrazione delibera modelli distributivi, elaborati sulla base di appositi indicatori,
mediante i quali ai Dipartimenti sono assegnate le risorse finanziarie per la chiamata di
professori e ricercatori, per i bandi di assegni di ricerca e di borse di dottorato, nonché le
risorse logistiche ed il personale tecnico amministrativo necessari per il loro funzionamento.
________________________________________________________________________________
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
2. Le risorse per le chiamate di professori e ricercatori sono attribuite ai Dipartimenti referenti
secondo quanto disposto agli articoli 3 e 4 del Regolamento di Ateneo sulla costituzione dei
Dipartimenti, anche valutando l'efficacia dell'utilizzo delle risorse assegnate nelle precedenti
attribuzioni nonché la loro congruità con i criteri di erogazione allora adottati, tenendo conto
di quanto previsto dal successivo articolo 14, comma 5.
3. La proposta agli organi di governo dell’Ateneo dell’utilizzo delle risorse di cui al comma
precedente è deliberata dal Consiglio di Dipartimento, previo parere della Commissione di
cui all’articolo 14 del presente regolamento. La proposta deve essere elaborata tenendo
conto dei criteri con cui è avvenuta l’attribuzione delle risorse al Dipartimento da parte
dell’Ateneo richiamata al comma 2, ferma restando la possibilità di richiedere la
destinazione delle risorse per chiamate di professori e ricercatori su settori scientifico
disciplinari ai quali non afferiscano docenti di Ateneo, ai sensi dell’articolo 3, comma 6, del
Regolamento di Ateneo sulla costituzione dei Dipartimenti.
4. La programmazione del personale docente e ricercatore del Dipartimento può avvenire
anche proponendo agli organi di governo dell’Ateneo l’utilizzo di risorse esterne, di cui il
Dipartimento stesso accerta la disponibilità, secondo quanto previsto dalla normativa vigente
in materia.
Articolo 5
(Responsabile Amministrativo)
a) Ai compiti di supporto degli organi dei Dipartimenti, di attuazione delle deliberazioni da
questi assunte, nonché alle attività gestionali e strumentali relative alle attribuzioni dei
Dipartimenti è preposto, quale responsabile amministrativo, un dipendente che, ove previsto
e secondo quanto disciplinato da apposito atto organizzativo, si avvale di strutture, centrali e
decentrate, comuni.
b) Al fine di garantire razionalità ed efficienza operativa, il responsabile amministrativo del
Dipartimento adotta, ove del caso su delega del Direttore generale e dei Dirigenti di area,
tutti gli atti, ivi compresi quelli che impegnano l'amministrazione verso l'esterno, e i
provvedimenti amministrativi relativi ai compiti cui è preposto. Il responsabile
amministrativo è componente del Consiglio di Dipartimento e partecipa alle sedute della
Giunta ai sensi dell’articolo 27 dello Statuto.
c) Nelle ipotesi di attivazione e riorganizzazione dipartimentale previste nel capo III del
presente regolamento, l’assegnazione del personale al Dipartimento è determinata dal
Direttore generale, sentito il Consiglio di amministrazione, tenendo anche conto di eventuali
indicazioni provenienti dai Dipartimenti interessati.
Capo II
Organizzazione
Articolo 6
(Composizione)
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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1. Ogni professore e ricercatore afferisce in maniera esclusiva a un Dipartimento dell’Ateneo,
nel rispetto di quanto previsto dal Regolamento di Ateneo sulla costituzione dei
Dipartimenti.
2. Professori di ruolo e ricercatori afferiscono al Dipartimento che ne ha effettuato la chiamata.
3. Le modalità di afferenza di professori e ricercatori in servizio alla data di entrata in vigore
del vigente Statuto sono disciplinate dal Regolamento di Ateneo sulla costituzione dei
Dipartimenti, fermo restando quanto disposto dall’articolo 55, commi 2 e 3, dello Statuto.
Lo stesso regolamento disciplina altresì le modalità di monitoraggio della consistenza dei
Dipartimenti e i conseguenti casi di disattivazione.
Articolo 7
(Partecipazione alle attività del Dipartimento e accesso)
a) Oltre ai professori e ricercatori afferenti, partecipano alle attività del Dipartimento
dottorandi di ricerca, specializzandi, assegnisti di ricerca, borsisti e altri studiosi che operino
nell’ambito di convenzioni o di programmi di ricerca attivati dal Dipartimento, nonché gli
studenti coinvolti in attività didattiche o di ricerca, secondo quanto previsto dal regolamento
interno del Dipartimento.
b) Con successivo provvedimento saranno disciplinate le procedure di selezione e permanenza
presso i Dipartimenti di esperti e studiosi italiani e stranieri di elevata qualificazione
scientifica appartenenti a istituzioni universitarie, di ricerca o di alta formazione non italiane
che, anche sulla base di specifici accordi internazionali stipulati dall’Ateneo, potranno
essere chiamati a svolgere nell’Ateneo stesso attività formativa, anche di tipo seminariale,
nell’ambito di un corso di studi, ovvero attività di ricerca.
c) Il regolamento interno, per specifiche esigenze, può consentire l’accesso al Dipartimento,
alle sue strutture e ai suoi servizi anche a soggetti che non rientrino nelle categorie indicate
nei commi precedenti.
Articolo 8
(Articolazione del Dipartimento in Sezioni)
1. Ai sensi dell’articolo 26, comma 7, dello Statuto, il regolamento interno del Dipartimento
disciplina l’eventuale organizzazione del Dipartimento in sezioni, esplicitando in un
apposito allegato la denominazione e i particolari ambiti tematici, disciplinari o funzionali a
specifiche esigenze organizzative e di ricerca che ne motivano l’istituzione. L’allegato
costituisce parte integrante e sostanziale del regolamento interno.
2. Ciascun professore e ricercatore può chiedere di aderire a non più di una sezione. La
afferenza alla Sezione è deliberata dal Consiglio di Dipartimento sulla base della congruenza
della attività del professore e ricercatore con gli ambiti tematici, disciplinari o funzionali
della Sezione stessa.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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3. La numerosità minima dei componenti di una Sezione è fissata dal regolamento interno e
può essere inferiore a dieci qualora sussistano giustificate e documentate esigenze di ricerca,
assistenziali o logistiche, da riportare nell’allegato di cui al comma 1.
4. Le sezioni esercitano funzioni consultive e propositive nei confronti del Consiglio e della
Giunta del Dipartimento, secondo quanto stabilito nel regolamento interno del Dipartimento.
5. Il regolamento interno del Dipartimento stabilisce le modalità di designazione del
coordinatore della Sezione, nel rispetto dei principi contenuti nell’articolo 47 dello Statuto, e
ne individua le competenze.
6. Il coordinatore della Sezione dura in carica quattro anni. Il regolamento interno del
Dipartimento può prevedere limiti alla rieleggibilità dei coordinatori che abbiano già
espletato una pluralità di mandati.
7. Il regolamento interno disciplina altresì i casi e le modalità di disattivazione, con delibera
del Consiglio di Dipartimento, delle Sezioni di cui al presente articolo.
Articolo 9
(Organi del Dipartimento)
1. Sono organi del Dipartimento il Consiglio, il Direttore e la Giunta.
Articolo 10
(Consiglio di Dipartimento: composizione e funzionamento)
1. Il Consiglio di Dipartimento è composto ai sensi dell’articolo 27, comma 4, dello Statuto.
2. Per il funzionamento del Consiglio del Dipartimento trovano applicazione, oltre a quanto
previsto dallo Statuto e dal presente regolamento, eventuali disposizioni attuative contenute
nel regolamento interno del Dipartimento.
3. Il Direttore convoca e presiede il Consiglio di Dipartimento. La convocazione è dovuta
qualora lo richieda per iscritto almeno un terzo dei componenti del Consiglio, con
l’indicazione delle questioni da inserire all’ordine del giorno.
4. La partecipazione al Consiglio di Dipartimento non può costituire oggetto di delega.
5. Le funzioni di segretario verbalizzante sono affidate dal Presidente, all’inizio della seduta,
ad un membro del Consiglio.
6. Le sedute del Consiglio sono valide se vi partecipi almeno la metà più uno degli aventi
diritto, salvo i casi in cui disposizioni di legge prevedano un quorum diverso. Nel computo
per determinare il numero legale per la validità delle sedute non sono considerati gli assenti
giustificati.
7. Le delibere sono assunte a maggioranza dei presenti, salvo che non sia diversamente
disposto nello Statuto o nella legge; in caso di parità prevale il voto del Presidente. Salvo
espressa disposizione di legge, le votazioni si effettuano a scrutinio palese.
8. Il regolamento interno può prevedere la costituzione, in seno al Consiglio di Dipartimento,
di commissioni temporanee o permanenti, con compiti istruttori o consultivi su materie
specifiche.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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Articolo 11
(Rappresentanza del personale tecnico-amministrativo e dei lettori e collaboratori esperti
linguistici)
1. Il personale tecnico-amministrativo e i lettori e collaboratori esperti linguistici eleggono al
loro interno la propria rappresentanza nel Consiglio di Dipartimento nella misura
complessiva del 15% di tali componenti, secondo quanto previsto dall’articolo 27, comma
4, dello Statuto.
2. Hanno diritto all’elettorato attivo e passivo il personale tecnico amministrativo, i lettori e
collaboratori esperti linguistici che risultano assegnati al Dipartimento. Ha diritto
all’elettorato attivo il personale tecnico amministrativo a tempo determinato che risulta
assegnato al Dipartimento
3. I componenti eletti durano in carica quattro anni. Essi sono rinnovabili una sola volta
consecutivamente. Il loro mandato decorre dalla data del decreto di proclamazione.
4. Salvo quanto previsto nell’articolo 26 del presente regolamento, l’elezione è indetta con
decreto del Direttore che ne fissa tempi e modalità. Il decreto viene pubblicato almeno venti
giorni prima della data prevista delle elezioni. Dell’esito delle elezioni viene data pubblicità
tramite affissione all’albo del Dipartimento del decreto di proclamazione degli eletti.
5. Per l’elezione della rappresentanza di cui al presente articolo trova applicazione l’articolo
47, commi 1, 2, 3 ed 8, dello Statuto. Qualora il numero degli eleggibili sia superiore ad una
unità, è garantita l’elezione di almeno un rappresentante per ognuna delle componenti di cui
al comma 1, se presenti nel Dipartimento.
Articolo 12
(Rappresentanza degli studenti e dei dottorandi, nonché degli assegnisti di ricerca)
1. Gli studenti iscritti ai corsi di studio di cui il Dipartimento è promotore eleggono al loro
interno, separatamente, le loro rappresentanze nel Consiglio di Dipartimento nella misura
del 15% del numero totale dei professori e ricercatori componenti del Consiglio, con
modalità previste da apposito Regolamento di Ateneo.
2. Gli studenti iscritti ai Corsi di dottorato di ricerca di cui il Dipartimento è sede
amministrativa eleggono una rappresentanza nel Consiglio di Dipartimento pari a uno
ovvero a due componenti a seconda che il numero dei dottorandi sia, rispettivamente,
inferiore ovvero pari o superiore a cinque. Il regolamento interno del Dipartimento può
prevedere che del Consiglio di Dipartimento faccia parte una rappresentanza degli
specializzandi entro il limite previsto per la rappresentanza dei dottorandi.
3. I titolari di un assegno di ricerca le cui attività di ricerca hanno come responsabile un
componente del Dipartimento eleggono al loro interno una rappresentanza nella stessa
misura di cui al comma 2.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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4. Per quanto attiene alla elezione delle rappresentanze dei dottorandi, degli assegnisti di
ricerca e degli specializzandi trova applicazione l’articolo 47, commi 1, 2, 3 ed 8, dello
Statuto e l’articolo 11 comma 4 del presente regolamento.
5. La durata del mandato dei rappresentanti di cui al presente articolo è fissata in due anni e
decorre dalla data della loro proclamazione.
Articolo 13
(Consiglio di Dipartimento: competenze)
1. Il Consiglio è l’organo di indirizzo e di governo del Dipartimento.
2. Ad esso competono la definizione delle linee strategiche del Dipartimento in riferimento alle
attività scientifiche e didattiche, nonché alle attività rivolte all’esterno ad esse correlate ed
accessorie, e le decisioni in merito alle attività di sviluppo e di programmazione.
3. In particolare, secondo quanto previsto dallo Statuto, il Consiglio:
a) delibera, a maggioranza assoluta dei componenti, la proposta di regolamento interno
del Dipartimento;
b) propone al Senato accademico l’afferenza del Dipartimento ad una delle aree
scientifico disciplinari di cui all’articolo 13, comma 5, dello Statuto;
c) presenta agli organi di governo dell’Ateneo proposte riguardanti lo sviluppo delle
attività di ricerca e delle attività didattiche, previo parere, per queste ultime, delle
Scuole interessate;
d) elabora e presenta al Consiglio di amministrazione la programmazione del personale,
sentiti, per quanto riguarda il personale docente, i Consigli dei Corsi di studio di cui è
promotore e in generale di quelli cui assicura la copertura degli insegnamenti e le
Scuole interessate;
e) propone la costituzione delle Scuole, ai sensi del successivo articolo 21;
f) propone, di concerto con gli altri Dipartimenti interessati, l’istituzione, attivazione,
modifica e soppressione dei Corsi di studio di cui, rispettivamente intende essere o è
promotore, da trasmettere alla Scuola per il parere di cui all’articolo 31, comma 6,
lettera a), dello Statuto;
g) delibera, a maggioranza assoluta dei componenti, nel caso di cui all’articolo 33,
comma 11, dello Statuto;
h) delibera, di concerto con il Consiglio della Scuola, il piano annuale delle attività
didattiche, proposto dai Consigli dei Corsi di studio di cui il Dipartimento è
promotore, secondo le modalità previste nel Regolamento delle Scuole di Ateneo;
i) delibera il piano di sviluppo dei Corsi di studio di cui il Dipartimento è promotore,
nonché le proposte per la destinazione e le modalità di copertura dei posti di ruolo di
professore e di ricercatore, previo parere delle Scuole interessate;
j) formula proposte al Senato accademico in ordine al regolamento didattico di Ateneo,
anche su iniziativa dei Consigli dei Corsi di studio di cui il Dipartimento è promotore;
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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k) propone al Senato accademico, previo parere della Scuola interessata, i regolamenti
didattici dei Corsi di studio di cui il Dipartimento è promotore;
l) assume le deliberazioni previste dai regolamenti di Ateneo in ordine ai corsi di
dottorato di ricerca, corsi di perfezionamento, corsi di specializzazione e master di cui
il Dipartimento è sede amministrativa;
m) propone la chiamata dei professori; la deliberazione deve essere approvata a
maggioranza assoluta dei professori di prima fascia in relazione alla chiamata dei
professori di prima fascia, e a maggioranza assoluta dei professori di prima e seconda
fascia, per la chiamata dei professori di seconda fascia;
n) propone la chiamata dei ricercatori a tempo determinato, con il voto favorevole della
maggioranza assoluta dei professori di prima e seconda fascia;
o) attribuisce i compiti didattici ai professori e ai ricercatori del Dipartimento, in modo
che ne sia assicurato il pieno e razionale impiego per la realizzazione dell’offerta
formativa programmata, nell’ambito del piano annuale delle attività didattiche, di cui
alla lettera h) del presente comma.
p) approva le relazioni triennali sull’attività scientifica e didattica dei docenti, ai sensi
dell’articolo 6, comma 14, della legge 30 dicembre 2010, n. 240, verificando il
rispetto dei doveri di ufficio da parte dei professori e ricercatori, con particolare
riferimento al loro complessivo impegno didattico, di ricerca e all’adempimento degli
altri compiti istituzionali;
q) propone l’istituzione e l’eventuale successiva disattivazione di centri di ricerca
dell’Ateneo;
r) propone l’istituzione di centri interuniversitari di ricerca e l’adesione dell’Università
di Firenze ad un centro interuniversitario già istituito e il successivo, eventuale
recesso;
s) esprime parere sulle proposte di revisione dello Statuto.
4. Il Consiglio di Dipartimento inoltre:
a) propone al Senato accademico ogni eventuale modifica della denominazione del
Dipartimento;
b) delibera l’eventuale disattivazione delle sezioni del Dipartimento, ai sensi
dell’articolo 8 del presente regolamento;
c) delibera l’istituzione della Commissione di indirizzo e autovalutazione del
Dipartimento di cui all’articolo 14 del presente regolamento;
d) delibera l’istituzione e la successiva disattivazione delle Unità di ricerca di cui
all’articolo 20 del presente regolamento;
e) delibera in ordine al piano annuale delle ricerche, sentita la Commissione di cui
all’articolo 14 del presente regolamento, con particolare attenzione al profilo
dell’internazionalizzazione e della valutazione dei risultati;
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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f) delibera sulle borse di studio e sugli assegni di ricerca da attivare nei settori
scientifico-disciplinari di cui il dipartimento è referente;
g) approva, per ciascun esercizio, i documenti e gli atti previsti dal ciclo di bilancio e di
rendicontazione in fase preventiva, in corso di esercizio ed in sede consuntiva, così
come definiti dal Regolamento di Ateneo per l’amministrazione, la finanza e la
contabilità;
h) approva i contratti e le convenzioni di propria competenza;
i) esprime parere in ordine alle richieste di afferenza di professori e ricercatori
successive alla costituzione del Dipartimento, secondo quanto previsto dal
Regolamento di Ateneo sulla costituzione dei Dipartimenti;
j) ha competenza per le questioni attinenti lo stato giuridico dei professori e dei
ricercatori per le quali è richiesta dalla legge o da altra fonte normativa la
deliberazione del Dipartimento;
k) esprime parere sulla stipula delle convenzioni di cui all’articolo 6, comma 11, della
legge 30 dicembre 2010, n. 240;
l) esprime parere sui congedi per ragioni di studio o di ricerca scientifica dei professori
e dei ricercatori;
m) conferisce i contratti di docenza di cui all’articolo 23 della legge 30 dicembre 2010, n.
240;
n) definisce, d’intesa con le Scuole coinvolte, il concorso del Dipartimento ad attività
didattiche al di fuori di quelle svolte nell’ambito dei Corsi di studio di cui il
Dipartimento è promotore;
o) prospetta al Consiglio di amministrazione le esigenze di personale tecnicoamministrativo;
p) fissa i criteri generali per l’utilizzazione coordinata del personale, dei mezzi e delle
attrezzature in dotazione al Dipartimento;
q) delibera, per quanto di competenza, sulla utilizzazione dei beni assegnati al
Dipartimento;
r) approva e sottopone al Senato accademico il documento di indirizzo e
programmazione triennale delle risorse, nonché di valutazione dei risultati di cui al
successivo articolo 14, commi 4 e 5;
s) formula agli organi di governo dell’Ateneo motivata richiesta di attribuzione al
Dipartimento della qualifica di Dipartimento referente, in deroga al Regolamento di
Ateneo sulla costituzione dei Dipartimenti; ai fini dell’esame da parte degli organi di
governo dell’Ateneo è richiesto il parere conforme del Dipartimento dell’Ateneo cui
tale qualifica è già stata attribuita all’atto della sua costituzione. Resta fermo che la
qualifica di Dipartimento referente per uno stesso settore scientifico-disciplinare può
essere attribuita a non più di due Dipartimenti.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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t) esercita ogni altra attribuzione demandata dalla legge, dallo Statuto, dai regolamenti
dell’Ateneo, dal regolamento interno di Dipartimento.
5. Il Dipartimento delibera sulle questioni relative alle persone dei professori di ruolo e dei
ricercatori nella composizione limitata alla fascia corrispondente ed a quelle superiori. Le
proposte motivate di chiamata diretta di studiosi italiani o stranieri di chiara fama, ai sensi
della normativa vigente, sono deliberate con la maggioranza dei due terzi dei membri del
Consiglio nella composizione di cui al primo periodo.
6. Con riferimento alle competenze di cui al comma 3, lettere i) ed o), nel caso in cui i docenti
del settore interessato siano distribuiti su due Dipartimenti referenti, il Consiglio di Settore,
di cui all’articolo 4, comma 2, del Regolamento di Ateneo sulla costituzione dei
Dipartimenti, deve trasmettere il parere ai due Dipartimenti interessati.
7. Qualora i pareri espressi da due Dipartimenti referenti dello stesso settore scientificodisciplinare, ai sensi del Regolamento di Ateneo sulla costituzione dei Dipartimenti, siano
contrastanti, l’organo cui tali pareri sono stati trasmessi, nell’assumere la relativa decisione,
tiene in considerazione anche la consistenza relativa dei componenti del settore nei due
Dipartimenti.
Articolo 14
(Commissione di indirizzo e autovalutazione del Dipartimento)
1. In attuazione di quanto previsto dall’articolo 7, comma 2 dello Statuto e dall’articolo 12 del
decreto legislativo 27 gennaio 2012, n. 19, ciascun Dipartimento istituisce, quale struttura
interna avente funzioni di consulenza e di proposta, una Commissione di indirizzo e
autovalutazione. Tale Commissione ha il compito di coadiuvare gli organi del Dipartimento
nelle politiche dell’impiego delle risorse e nell’indirizzo dell’attività scientifica di ricerca, di
trasferimento e di innovazione.
2. La Commissione è costituita da professori e ricercatori del Dipartimento. Le modalità di
designazione sono definite nel Regolamento interno il quale può altresì prevedere che la
Commissione sia integrata da esperti di enti di ricerca, nazionali, internazionali o esteri,
competenti ed attivi nei campi di ricerca riferibili ai settori scientifico-disciplinari di cui il
Dipartimento è referente.
3. Riguardo alla composizione della Commissione, il Regolamento Interno tiene conto della
eventuale articolazione del Dipartimento in sezioni, ove lo richiedano le specifiche funzioni
di ricerca attribuite alle stesse. La Commissione designa un presidente che la convoca e ne
dirige i lavori.
4. Il Consiglio di Dipartimento, attenendosi ai principi e agli indirizzi definiti dal Nucleo di
valutazione, approva, su proposta della Commissione, il documento di indirizzo e
programmazione triennale delle risorse, nonché di valutazione dei risultati, e lo trasmette
agli organi di governo di ateneo. Il documento ispira i criteri di valutazione della ricerca a
metodologie riconosciute in ambito nazionale e internazionale, avendo anche riguardo agli
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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indirizzi valutativi adottati dagli organi di governo dell’Ateneo per l’assegnazione delle
risorse ai Dipartimenti.
5. Il documento può contenere la definizione e la descrizione di specifici indicatori valutativi
delle attività di ricerca, di trasferimento e di innovazione del Dipartimento, e proporre
inoltre una opportuna ponderazione tra tali indicatori, nonché fra il loro complesso e quelli
relativi alla didattica. Gli organi di governo dell’Ateneo, sentito il Nucleo di Valutazione,
possono utilizzare tali indicazioni al fine di integrare, con riferimento al Dipartimento
interessato, i criteri generali per la ripartizione delle risorse per posti di professore e
ricercatore, nonché per assegni di ricerca e borse di dottorato.
6. La Commissione coadiuva il Direttore del Dipartimento nella predisposizione della relazione
di cui al successivo articolo 16, comma 2, lettera d). A tale scopo, essa redige un documento
sulle modalità di assegnazione dei fondi di ricerca e delle risorse deliberate dal Dipartimento
e sull’efficacia delle politiche di reclutamento effettuate dal Dipartimento stesso nell’ultimo
triennio, ai sensi dell’articolo 9 del decreto legislativo 29 marzo 2012, n. 49.
7. La Commissione, con cadenza almeno triennale ovvero su richiesta del Consiglio, presenta
una relazione sulle Unità di ricerca del Dipartimento, di cui al successivo articolo 20.
Articolo 15
(Elezione e cessazione dalla carica del Direttore del Dipartimento)
1. Il Direttore del Dipartimento è eletto con le modalità di cui all’articolo 27, comma 6, dello
Statuto.
2. Il Direttore del Dipartimento cessa dalla carica in caso di approvazione di una mozione di
sfiducia, votata dalla maggioranza assoluta dei componenti del Consiglio di Dipartimento.
La mozione di sfiducia deve essere motivata e sottoscritta da almeno due quinti dei
componenti del Consiglio e viene messa in discussione non prima di dieci giorni e non oltre
trenta giorni dalla sua presentazione.
3. In caso di approvazione della mozione di sfiducia, le funzioni di Direttore di Dipartimento
sono assunte dal più anziano dei professori di ruolo ordinari o, in caso di indisponibilità,
associati.
4. Nel caso di dimissioni presentate per motivi diversi da quelli di cui al comma 2, il Direttore
resta in carica fino all’avvenuta nomina del successore.
5. In ogni caso di cessazione anticipata dalla carica da parte del Direttore, il decano dei
professori ordinari provvede sollecitamente, e comunque entro il termine di quarantacinque
giorni, all’indizione delle elezioni del nuovo Direttore.
Articolo 16
(Attribuzioni del Direttore del Dipartimento)
1. Il Direttore rappresenta il Dipartimento e ne promuove e coordina le attività istituzionali.
2. In particolare, esercita le seguenti attribuzioni:
a) indice le elezioni delle rappresentanze per gli organi del Dipartimento;
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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b) convoca e presiede il Consiglio e la Giunta di Dipartimento, predisponendone l’ordine
del giorno e cura, coadiuvato dal Responsabile amministrativo, l’esecuzione delle
rispettive deliberazioni;
c) coadiuvato dal Responsabile amministrativo, predispone e presenta all’approvazione del
Consiglio di Dipartimento, per ciascun esercizio, i documenti e gli atti previsti dal ciclo
di bilancio in fase preventiva, nel coso dell’esercizio ed in sede consuntiva, così come
definiti dal Regolamento di Ateneo per l’amministrazione, la finanza e la contabilità;
d) propone al Consiglio all’inizio di ogni anno l’approvazione di una relazione sulle attività
del Dipartimento nell’anno precedente, e ne cura la trasmissione al Rettore;
e) cura la predisposizione, con cadenza biennale, di una pubblicazione sulle attività di
ricerca e trasferimento, da inserire nella pagina web del Dipartimento;
f) sottopone alla approvazione del Consiglio le convenzioni tra il Dipartimento e i soggetti
interessati e provvede alla stipula delle stesse;
g) vigila in generale sul regolare andamento delle attività didattiche e di ricerca;
h) esercita le competenze spettanti al Preside della Facoltà, in forza del Decreto del Rettore
dell’Università degli studi di Firenze 27 luglio 2011, n. 693 (prot. 48573) recante
«Regolamento in materia di incompatibilità e di autorizzazioni ad incarichi retribuiti per
il personale docente e ricercatore»;
i) vigila sul funzionamento delle strutture e dei servizi, anche al fine di assicurare il buon
andamento delle attività e l’individuazione delle responsabilità;
j) vigila in generale sull’osservanza, nell’ambito del Dipartimento, delle leggi, dello
Statuto e dei regolamenti;
k) stipula contratti ed autorizza pagamenti per quanto concerne strumenti, lavori, materiali
del Dipartimento, fatta salva, nella gestione dei fondi specificamente assegnati,
l’autonomia dei responsabili delle ricerche, dei gruppi di ricerca e delle sezioni, ove
costituite;
l) adotta atti urgenti e indifferibili, con espressa indicazione dei motivi di urgenza e di
indifferibilità, riferendone al Consiglio per la ratifica nella riunione immediatamente
successiva;
m) esercita ogni altra attribuzione che gli sia demandata dallo Statuto, dai regolamenti di
ateneo e dalle leggi vigenti.
3. Il regolamento interno del Dipartimento può prevedere che il Direttore affidi lo svolgimento
di particolari compiti a componenti del Consiglio di Dipartimento o della Giunta.
Articolo 17
(Vicedirettore)
1. Ai sensi dell’articolo 27, comma 7 dello Statuto, il Direttore del Dipartimento può
designare, tra i professori a tempo pieno afferenti al Dipartimento un vicedirettore che lo
coadiuva e lo sostituisce in caso di assenza o impedimento.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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2. Il mandato del Vicedirettore cessa in caso di revoca ovvero con l’entrata in carica del nuovo
Direttore.
3. Qualora il Vicedirettore non sia stato designato, ovvero nei casi di assenza o impedimento di
quest'ultimo, il Direttore è sostituito dal più anziano in ruolo dei professori a tempo pieno
ordinari o, in caso di indisponibilità, associati afferenti al Dipartimento.
Articolo 18
(Giunta di Dipartimento: composizione e modalità di designazione)
1. La Giunta di Dipartimento è composta:
a) dal Direttore che la presiede;
b) da una rappresentanza di professori e ricercatori;
c) da un rappresentante del personale tecnico-amministrativo, dei lettori e collaboratori
esperti linguistici eletto dal personale afferente al Dipartimento tra i rappresentanti del
Consiglio;
d) da un rappresentante degli studenti, dei dottorandi e degli assegnisti, eletto da e fra gli
studenti, dottorandi e assegnisti membri del Consiglio.
2. Il regolamento interno del Dipartimento definisce le modalità di elezione delle
rappresentanze di cui al comma 1, che sono indette dal Direttore, nel rispetto di quanto
previsto dall’articolo 47 dello Statuto.
3. Qualora, in applicazione del comma 1 lett. b), il numero dei rappresentanti dei professori e
ricercatori risulti pari o superiore a sei, il Regolamento interno del Dipartimento può
prevedere un incremento delle rappresentanze di cui al comma 1, lett. c) e d).
4. Alle riunioni della Giunta partecipa, senza diritto di voto, il Responsabile amministrativo.
5. Salvo quanto previsto nel successivo articolo 26, comma 9, per la prima costituzione della
Giunta, il numero dei professori e ricercatori di cui al comma 1, lettera b), è fissato dal
regolamento interno del Dipartimento nel rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi:
a) consistenza della rappresentanza in misura non inferiore ai tre quinti del totale dei
componenti della Giunta;
b) possibilità di prevedere che di tale rappresentanza facciano parte i coordinatori delle
Sezioni.
6. I membri della Giunta durano in carica quattro anni e possono essere nuovamente eletti una
sola volta consecutivamente. Fanno eccezione i componenti di cui al comma 1, lettera d),
che durano in carica due anni accademici.
Articolo 19
(Giunta di Dipartimento: competenze)
1. La Giunta del Dipartimento coadiuva il Direttore nell’esercizio delle sue funzioni ed è
competente in ordine a tutte le materie non espressamente riservate al Consiglio di
Dipartimento dallo Statuto, dal presente regolamento e dal regolamento interno del
Dipartimento.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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2. Con delibera assunta a maggioranza assoluta dei componenti, il Consiglio di Dipartimento
può delegare alla Giunta competenze proprie dello stesso Consiglio, fatta eccezione per
quelle di cui all’articolo 28, commi 1 e 2, dello Statuto, e per quelle di cui all’articolo 13,
comma 3 e comma 4, lettere da a) ad m), r), s) e t) del presente regolamento. Le modalità
attuative della presente disposizione sono contenute nel regolamento interno del
Dipartimento.
Articolo 20
(Unità di ricerca)
1. Al fine di valorizzare specifiche competenze disciplinari o interdisciplinari all’interno del
Dipartimento e tra Dipartimenti, ovvero per coordinare la stesura e la conduzione di progetti
di ricerca, trasferimento e innovazione, nazionali o internazionali, i Consigli di Dipartimento
possono deliberare l’istituzione di Unità di ricerca, senza oneri finanziari per l’Ateneo e ne
danno comunicazione al Rettore. Delle Unità di ricerca possono far parte professori e
ricercatori afferenti ai Dipartimenti nonché gli altri soggetti di cui all’articolo 7 del presente
regolamento.
2. Le Unità di ricerca sono prive di autonomia gestionale.
3. Con riferimento alle Unità di ricerca costituite all’interno di un Dipartimento, il
Regolamento interno definisce:
a) gli eventuali criteri di numerosità dei componenti;
b) l’esclusività o meno di appartenenza alle Unità dei suoi componenti;
c) i contenuti della delibera istitutiva della Unità, con particolare riguardo alla sua
denominazione, da utilizzare nelle pubblicazioni scientifiche dei membri, alla nomina
del coordinatore e alle forme e l’entità del supporto amministrativo e logistico da
destinare ad essa;
d) i casi e le modalità di disattivazione, avendo riguardo alla sopravvenuta cessazione delle
motivazioni alla base dell’istituzione dell’Unità, nonché alla mancanza di una
significativa produzione scientifica dell’Unità stessa.
4. Anche ai fini di quanto previsto dalla lettera d) del precedente comma 3, il Consiglio di
Dipartimento si avvale della relazione di cui all’articolo 14, comma 7, del presente
regolamento.
5. L’Unità di ricerca fra più Dipartimenti è costituita con una deliberazione comune approvata
separatamente dai Consigli dei Dipartimenti interessati, nel rispetto dei principi contenuti
nei commi precedenti.
Articolo 21
(Istituzione delle Scuole)
1. Sulla base di progetti motivati, fondati su esigenze di razionalizzazione e coordinamento
delle attività didattiche dei Corsi di laurea, di laurea magistrale, delle Scuole di
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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specializzazione, nonché per la gestione dei relativi servizi, due o più Dipartimenti
costituiscono una Scuola, ai sensi degli articoli 30 e seguenti dello Statuto.
2. Alla Scuola è in particolare affidato il coordinamento delle funzioni spettanti ai Dipartimenti
promotori di uno stesso corso di studio, secondo modalità definite dal Regolamento delle
Scuole di Ateneo.
3. La deliberazione comune di costituzione della Scuola è approvata separatamente dai
Dipartimenti interessati.
Capo III
Attivazione, soppressione, confluenza e accorpamento dei Dipartimenti
Articolo 22
(Attivazione)
1. Per la costituzione dei Dipartimenti trovano applicazione l’articolo 26 dello Statuto e le
disposizioni contenute nel Regolamento di Ateneo sulla costituzione dei Dipartimenti.
Articolo 23
(Soppressione)
1. Ai sensi dell’articolo 14, comma 1, lettera e), dello Statuto, il Consiglio di amministrazione,
previo parere del Senato accademico, delibera la soppressione di un Dipartimento:
a) nel caso in cui non sia portato a compimento il piano di reintegro della numerosità di cui
all’articolo 5 del Regolamento di Ateneo sulla costituzione dei Dipartimenti, fatta salva
la possibilità di ricorrere alle procedure previste all'articolo 24 del presente regolamento;
b) qualora il Consiglio di Dipartimento la proponga con delibera approvata con la
maggioranza dei due terzi dei componenti;
c) qualora siano riscontrate gravi e reiterate irregolarità nella gestione;
d) qualora si verifichino condizioni che determinino un’impossibilità di funzionamento
degli organi del Dipartimento di cui al precedente articolo 9.
2. Nei casi di cui al comma 1, lettere b) e c) il Rettore provvede alla nomina di un
Commissario incaricato di provvedere all’ordinaria amministrazione fino al termine di cui al
successivo comma 6.
3. Il Consiglio di amministrazione delibera la soppressione dopo aver acquisito i dati necessari
in relazione a quanto previsto dal precedente comma 1. Tuttavia, nel caso previsto dal
comma 1, lettera a), prima di deliberare la soppressione, il Consiglio di amministrazione può
fissare un termine entro il quale docenti o ricercatori dell’Ateneo, nel rispetto di quanto
previsto negli articoli 3 e 4 del Regolamento di Ateneo sulla costituzione dei Dipartimenti,
possono chiedere di essere trasferiti al Dipartimento, al fine di ripristinarne la numerosità
minima. In tale caso non trova applicazione l’articolo 6, comma 5, dello stesso
Regolamento.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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4. I professori e ricercatori del Dipartimento soppresso dichiarano la propria afferenza, entro il
termine stabilito nella delibera di cui al comma 1, ad un altro Dipartimento, nel rispetto delle
disposizioni contenute nel Regolamento di Ateneo sulla costituzione dei Dipartimenti.
5. La delibera di cui al comma 1 dispone in merito alla destinazione dei locali e dei mezzi del
Dipartimento soppresso. I fondi di ricerca del personale docente e ricercatore vengono
trasferiti alle strutture presso le quali sia perfezionato il loro trasferimento, cosicché i titolari
ne possano continuare a disporre.
6. Nei casi di cui al comma 1, lettere a) e b), la soppressione decorre di norma dal 1° gennaio
dell’anno successivo, salvo il più breve termine stabilito dal Consiglio di amministrazione.
Nei casi di cui al comma 1, lettere c) e d), il Consiglio di amministrazione delibera anche la
decorrenza della soppressione.
Articolo 24
(Fusione; confluenza)
1. Due o più Dipartimenti possono proporre, con delibera dei rispettivi Consigli a maggioranza
di due terzi degli aventi diritto, di fondersi per costituire un nuovo Dipartimento. La
proposta, da sottoporre all’approvazione degli organi di governo dell’Ateneo, deve essere
conforme ai requisiti stabiliti nel Regolamento di Ateneo sulla costituzione dei Dipartimenti
e deve prevedere la contestuale disattivazione dei Dipartimenti proponenti.
2. Un Dipartimento può proporre, contestualmente alla disattivazione, la propria confluenza in
un altro Dipartimento dell’Ateneo. I Consigli dei due Dipartimenti interessati deliberano
conformemente a tale proposta, a maggioranza di due terzi degli aventi diritto. La proposta,
da sottoporre all’approvazione degli organi di governo dell’Ateneo, deve essere conforme ai
requisiti stabiliti nel Regolamento di Ateneo sulla costituzione dei Dipartimenti.
3. I locali e i mezzi dei Dipartimenti coinvolti nell'accorpamento sono assegnati al nuovo
Dipartimento. Quelli del Dipartimento proponente la confluenza sono destinati al
Dipartimento risultante dalla fusione.
4. I fondi di ricerca del personale docente e ricercatore vengono trasferiti alle strutture
risultanti dall'accorpamento o dalla confluenza, cosicché i titolari ne possano continuare a
disporre.
5. Le proposte di cui al presente articolo devono essere avanzate, di norma, entro il 30 giugno.
Capo IV
Norme transitorie e finali
Articolo 25
(Funzioni assistenziali)
1. Con successivo regolamento di Ateneo saranno individuate le competenze dei Dipartimenti
e delle Scuole in materia assistenziale, nel rispetto di quanto previsto dagli articoli 2, comma
2, lettera c), della legge 30 dicembre 2010, n. 240 e dagli articoli 1, comma 10, 30, comma
2, 31, comma 7, dello Statuto.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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Articolo 26
(Prima costituzione dei Dipartimenti)
1. I Dipartimenti costituiti ai sensi del vigente Statuto sono attivati alla data e con le modalità
definite nella delibera di cui all’articolo 54, comma 1, dello Statuto.
2. La stessa delibera fissa il termine entro il quale sono indette le elezioni delle rappresentanze
nei Consigli dei Dipartimenti istituiti per la prima volta ai sensi della legge 30 dicembre
2010, n. 240.
3. La definizione del corpo elettorale e le modalità della prima elezione delle rappresentanze
studentesche nel Consiglio di Dipartimento sono definite in apposito Regolamento elettorale
transitorio di Ateneo.
4. La durata in carica dei rappresentanti di cui al comma 3 è fissata dalla delibera di cui
all’articolo 54, comma 1, dello Statuto.
5. La carica di rappresentante degli studenti in Consiglio di Dipartimento, ai sensi del comma 3
del presente articolo, non è incompatibile con altre cariche di rappresentanza negli organi
accademici dell’Ateneo.
6. L’assegnazione del personale ai Dipartimenti ai sensi del comma 1 è determinata dal
Direttore generale, entro il termine individuato dalla delibera di cui all’articolo 54, comma
1, dello Statuto.
7. Entro il termine fissato nella delibera di cui all’articolo 54, comma 1, dello Statuto, il decano
dei Professori ordinari del Dipartimento emana il decreto di indizione delle elezioni del
Direttore del Dipartimento.
8. Il Senato accademico, previo parere favorevole del Consiglio di amministrazione, può
deliberare uno schema-tipo di regolamento interno dei Dipartimenti. Fermo restando quanto
previsto nell’articolo 3, comma 2, del presente regolamento, tale schema-tipo non è in ogni
caso vincolante per i Dipartimenti.
9. Fino all’entrata in vigore del regolamento interno, la Giunta del Dipartimento, è composta
dal Direttore, da sei professori e ricercatori, da un rappresentante del personale, da un
rappresentante degli studenti, dottorandi e assegnisti. Le elezioni sono indette dal Direttore,
nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 47 dello Statuto.
Articolo 27
(Entrata in vigore).
1. Il presente regolamento entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino
ufficiale dell’Ateneo, ai sensi dell’articolo 51 dello Statuto. La sua applicazione nella fase
transitoria di istituzione dei nuovi dipartimenti è disciplinata dalla delibera di cui all’articolo
54 dello Statuto.
Sul punto 10 dell’O.D.G. «DIPARTIMENTI RIORGANIZZATI SECONDO LA LEGGE 30
DICEMBRE 2010, N. 240: DELIBERA CONCLUSIVA PER L’ASSEGNAZIONE DELLE
AFFERENZE DEI DOCENTI, DELLE REFERENZE DEI SETTORI SCIENTIFICO________________________________________________________________________________
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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DISCIPLINARI E DELLE CORRISPONDENZE FRA CORSI DI STUDIO E
DIPARTIMENTI PROMOTORI»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «Sulla base della
documentazione pervenuta e già esaminata dagli Organi Accademici, il Senato Accademico e il
Consiglio di Amministrazione, rispettivamente nelle sedute dell’11 e del 27 aprile 2012 e nella
seduta congiunta del 17 maggio scorso, hanno deliberato il nuovo assetto dei dipartimenti di
Ateneo, organizzati secondo la legge 30 dicembre 2010, n. 240, per un totale di 24 nuovi
Dipartimenti, che vengono qui sotto elencati:
1. Dipartimento di Architettura (DiDA)
2. Dipartimento di Biologia
3. Dipartimento di Chimica “Ugo Schiff”
4. Dipartimento di Chirurgia e Medicina Traslazionale (DCMT)
5. Dipartimento di Fisica e Astronomia
6. Dipartimento di Gestione dei Sistemi Agrari, Alimentari e Forestali (GESAAF)
7. Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale (DICEA)
8. Dipartimento di Ingegneria Industriale
9. Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione
10. Dipartimento di Lettere e Filosofia
11. Dipartimento di Lingue, Letterature e Studi Interculturali
12. Dipartimento di Matematica e Informatica “Ulisse Dini”
13. Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica
14. Dipartimento di Neuroscienze, dell’Area del Farmaco e della Salute del Bambino
(NEUROFARBA)
15. Dipartimento di Scienze Biomediche, Sperimentali e Cliniche
16. Dipartimento di Scienze per l’Economia e l’Impresa
17. Dipartimento di Scienze della Formazione e Psicologia
18. Dipartimento di Scienze Giuridiche (DSG)
19. Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali
20. Dipartimento di Scienze delle Produzioni Agroalimentari e dell’Ambiente (DISPAA)
21. Dipartimento di Scienze della Salute (DSS)
22. Dipartimento di Scienze delle Terra
23. Dipartimento di Statistica, Informatica, Applicazioni “G. Parenti” (DiSIA)
24. Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo (SAGAS).
Il Consiglio nella seduta odierna è tenuto a deliberare in via definitiva in merito alle proposte di
afferenza dei docenti e ricercatori, alla assegnazione di referenza dei settori scientifico-disciplinari
ai Dipartimenti, secondo quanto disposto dal Regolamento recante disposizioni in materia di
costituzione dei Dipartimenti, indicato nel seguito come “Regolamento per la costituzione dei
dipartimenti”. In particolare si deve provvedere alla deliberazione delle frammentazioni
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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“Transitorie” o “Sperimentali”, ai sensi dell’art. 6, comma 4, secondo periodo, del Regolamento per
la costituzione dei dipartimenti. Inoltre il Consiglio deve pronunciarsi in merito ai Corsi di Studio
dell’offerta formativa 2012/13 di cui i vari Dipartimenti sono disponibili a essere sede
amministrativa.
A norma dei commi 2 e 3 dell’art. 6 del Regolamento per la costituzione dei dipartimenti, tutti i
professori e ricercatori, che non si siano già espressi come garanti di una proposta, devono
manifestare una proposta di afferenza ai Dipartimenti approvati in via definitiva ai sensi del comma
2, nel rispetto delle disposizioni statutarie apportate ai sensi della legge 30 dicembre 2010, n. 240 e
del presente regolamento, entro un termine fissato dalla delibera di cui al comma 1.
Nella seduta congiunta del 17 maggio 2012 gli Organi Accademici hanno deliberato in via
definitiva in merito alla proposta di riorganizzazione dipartimentale e, a far data da tale
approvazione definitiva, sono decorsi, così come deliberato dagli Organi, i trenta giorni entro i
quali tutti i professori e ricercatori, che non avessero ancora presentato espressione di afferenza ai
dipartimenti, erano tenuti ad esprimersi in modo coerente con il Regolamento per la costituzione dei
dipartimenti. In caso contrario, a norma del comma 3 dell’art. 55 del vigente Statuto: Nel caso in cui
singoli professori e ricercatori non abbiano aderito alla nuova organizzazione dipartimentale, le
rispettive posizioni sono valutate dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione ai fini
del loro inquadramento, entro il termine stabilito nella delibera di cui all'articolo 54, comma 1,
sulla base del Regolamento dei dipartimenti.
La raccolta delle firme di proposta di afferenza è quindi terminata in data 18 Giugno us,
coerentemente con quanto deliberato dagli Organi, secondo il dettato del Regolamento per la
costituzione dei dipartimenti.
Prima di entrare nel dettaglio delle criticità emerse a seguito delle espressioni di afferenza, corre
l’obbligo di rimarcare che il processo di costituzione dei Dipartimenti è proceduto riscuotendo un
ampio e diffuso consenso da parte dei professori e ricercatori dell’Ateneo: basti pensare che il
numero di casi critici che il Consiglio è chiamato ad affrontare, in quanto non in linea con il
Regolamento per la costituzione dei Dipartimenti, riguarda nel complesso un numero di docenti
attorno a 45 unità, ovvero una frazione di professori e ricercatori un po’ superiore al 2% del totale.
Se si escludono poi le richieste di docenti prossimi al pensionamento che propongono afferenze non
coerenti con quanto previsto dal Regolamento per la costituzione dei Dipartimenti, la frazione di
casi realmente critici che richiedono decisioni non banali, scende decisamente al di sotto del 2%.
L’adesione di una così ampia frazione di docenti dell’Ateneo allo schema di costituzione proposto
dagli Organi costituisce da una parte motivo di conforto circa la solidità delle aggregazioni
dipartimentali emerse e da un’altra suggerisce agli Organi di rispondere alle poche criticità residue,
tenendo fermi i capisaldi delle Linee Guida e quindi del Regolamento per la costituzione dei
dipartimenti.
L’esame delle firme raccolte entro il 18 Giugno, evidenzia quanto segue: numerosi docenti, che
non si erano ancora espressi, hanno risposto alla sollecitazione dichiarando la loro intenzione di
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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afferire ai Dipartimenti referenti del settore, con ciò adeguandosi al Regolamento per la costituzione
dei dipartimenti; circa 40 professori e ricercatori in servizio non hanno espresso la loro adesione.
Tali casi non rientrano di fatto fra quelli critici in quanto per quasi tutti questi è possibile la
identificazione del Dipartimento di afferenza, ovvero quello già definito come referente del settore.
In un paio di casi, dove i Dipartimenti referenti già definiti erano due, l’attribuzione è avvenuta
assegnando il docente al Dipartimento in cui è presente il frammento più consistente (RTD Panunzi
L-LIN/01 e RTD Marchiani MED/13). Altri docenti, che avevano espresso adesione per
dipartimenti non dichiarati dagli Organi referenti del loro settore, pur sollecitati a rivedere la
proposta di afferenza, hanno confermato la loro intenzione; altri ancora hanno stabilito una
interlocuzione con il Rettore, talvolta sfociata in un loro adeguamento al Regolamento per la
costituzione dei dipartimenti, talvolta no. In alcuni casi i docenti hanno esplicitamente dichiarato,
pur esprimendo una preferenza per l’afferenza, di adeguarsi senza difficoltà alla decisione degli
Organi. Il prof. F. Romero, appartenente al settore SPS/05, attualmente fuori ruolo ex art. 17, DPR
382/80 fino al 30/9/2015, chiede di afferire al Dipartimento SAGAS. Considerato che l’assenza dal
servizio per i predetti motivi, ancorché temporanea, esclude il docente dal novero di coloro che
hanno l’elettorato attivo per le cariche accademiche, si propone di rimandare qualunque decisione in
proposito al momento in cui il prof. Romero rientrerà in servizio presso il nostro Ateneo.
Ricorrono altri casi particolari: si tratta di docenti che nei mesi trascorsi hanno provveduto alla
richiesta di cambiamento di settore scientifico disciplinare, hanno ricevuto parere favorevole da
parte del CUN e per i quali è già stato emanato il corrispondente Decreto Rettorale (con efficacia a
partire dall’1/11/2012); per altri l’iter non è ancora completo. In caso di avvenuta emanazione del
Decreto, l’assegnazione del docente al Dipartimento segue il nuovo settore scientifico-disciplinare
(A. Alessandri, A. Nigro, P. Tucker e E. Catarsi). Tali casi non risultano problematici né per le
afferenze, né per le referenze, stante la unicità di referenza dei Dipartimenti coinvolti. Negli altri
casi si procede utilizzando il settore attuale, ignorando cioè la presenza dell’iter in atto. Qualora
entro il 31/12/2012 pervengano pareri favorevoli del CUN e sia emanato il corrispondente decreto
rettorale, si rivedrà l’assegnazione.
Infine, si deve prendere atto che in queste ultime settimane si è verificato qualche ulteriore, sparuto
caso di richiesta di cambiamento di afferenza, ovvero di ritiro e modifica di firma precedentemente
apposta. Come più volte ribadito dagli Organi, tali ripensamenti sono esplicitamente esclusi dal
Regolamento per la costituzione dei dipartimenti, che attribuisce agli Organi la competenza di
chiedere un cambiamento di afferenza (art. 6, commi 1 e 2). Quasi tutti questi cambiamenti di
orientamento si concretizzano, più o meno esplicitamente, nella formulazione di proposte mirate al
raggiungimento del numero minimo di membri per costituire un frammento riconosciuto. Si trae il
convincimento che da parte di alcuni professori e ricercatori si identifichi erroneamente il
soddisfacimento di una delle condizioni necessarie per il riconoscimento del frammento con
l’acquisizione automatica della relativa referenza. Ciò è in manifesto contrasto con quanto previsto
dal Regolamento per la costituzione dei dipartimenti, che richiede il soddisfacimento contestuale di
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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altre condizioni (vedi più avanti). Come già anticipato dagli Organi, tutte queste richieste sono prese
in considerazione e accolte (in termini di possibile referenza) solo qualora determinino una
riduzione del numero delle frammentazioni riconosciute (in subordine: non abbiano effetto su tale
numero) e non ledano la stabilità dei dipartimenti coinvolti (nel seguito: “ripensamento che non
comporta frammentazione”).
Al fine di assumere le decisioni sulle afferenze dei professori e ricercatori e sulle referenze dei vari
settori scientifico-disciplinari, si deve tenere conto di quanto deliberato dagli Organi in seduta
congiunta il giorno 17/5/2012 e richiamare alcuni punti essenziali del Regolamento per la
costituzione dei dipartimenti:
Dal verbale del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione del 17/5/2012:
“Il Senato Accademico ed il Consiglio di Amministrazione, inoltre, in virtù di quanto disposto
dall'art. 55, comma 3, del nuovo Statuto, trascorso il termine di cui sopra, e quindi dopo il 16
giugno prossimo, provvederanno a deliberare, secondo la tempistica definita nella delibera di cui
all’art. 54 comma 1 del nuovo Statuto, l’inquadramento di docenti e ricercatori che non avranno
aderito all’architettura dipartimentale approvata, secondo i seguenti principi in ordine decrescente
di rilevanza e nel massimo rispetto del regolamento:
1. massimo contenimento delle frammentazioni;
2. ottimizzazione della stabilità dei dipartimenti di dimensioni prossime a quelle critiche;
3. attenzione a preservare le afferenze intere di macrosettori o sotto-aree negli stessi
dipartimenti;
4. riduzione delle dispersioni di settori o macrosettori o sotto-aree oggi comprese in uno
stesso dipartimento;
5. attenzione nei confronti di richieste da parte di professori e ricercatori che cessano dal
servizio nei primi tre anni di vita dei nuovi Dipartimenti.
Gli Organi, infine, ritengono opportuno come già delineato nelle precedenti sedute, che vengano
prese in considerazione le modificazioni di espressioni di afferenza solo alla fine della raccolta
conclusiva delle firme e che esse siano valutate nei casi in cui determinino riduzioni di
frammentazioni del settore interessato, senza ledere in alcun modo la stabilità dei dipartimenti
coinvolti e piuttosto contribuiscano alla loro stabilità.
Il citato Regolamento richiede, per il riconoscimento di una frammentazione di un settore
scientifico-disciplinare (art. 4 commi 1 e 2), il soddisfacimento di quattro condizioni, espresse dalle
lettere a), b), c) e d) del comma 1. Al di fuori di questo riconoscimento, che automaticamente
comporta l’esistenza di due Dipartimenti referenti e l’istituzione di un Consiglio di Settore, non
esistono frammentazioni (riconosciute, cioè), ma solo afferenze di singoli docenti ai Dipartimenti,
che gli Organi, a norma dell’art. 55, comma 3, dello Statuto, possono definire senza attribuire al
Dipartimento di destinazione la referenza del settore. In questo senso si interpreta la
raccomandazione già ricordata al punto 1, deliberata dagli organi il giorno 17 maggio us: ovvero
che gli Organi operino, appunto, nel massimo rispetto del Regolamento per la costituzione dei
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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dipartimenti, in modo da limitare il numero di frammentazioni riconosciute, cioè i casi di doppie
referenze di settore. A tal fine gli Organi devono valutare, ovviamente, non solo il raggiungimento
della soglia di tre membri (art. 4, comma 1, lettera c), ma anche -se non soprattutto- le
giustificazioni addotte per tale frammentazione in fase di proposta dipartimentale (art. 4, comma 1,
lettera b). Più esplicitamente, se la frammentazione non è stata richiesta e giustificata in fase di
proposta di costituzione del dipartimento e quindi coordinata dai Comitati di Area, essa non rientra
nello schema previsto dal Regolamento per la costituzione dei dipartimenti, ma si configura
esclusivamente come iniziativa di singoli e come tale deve essere valutata (nel seguito, casi come
questi saranno identificati come “frammentazioni non espresse in fase di proposta dipartimentale”).
Merita inoltre considerazione l’aspetto associato alla lettera d) del medesimo art. 4, comma 1, che
prevede, a regime, il soddisfacimento della condizione numerica del minimo di tre membri per
almeno i 5 anni successivi. Se è pur vero che in prima applicazione (art. 6, comma 4, primo
periodo) tale condizione non si applica, pare necessario che gli Organi valutino (alla luce del
Regolamento per la costituzione dei dipartimenti e delle Linee Guida cui esso si ispira) solo le
proposte di frammentazione per le quali la consistenza minima dimensionale (3 membri) sia
soddisfatta almeno per più di un anno accademico. Si ritiene pertanto opportuno considerare
soddisfatta la condizione espressa dalla lettera c) dell’art. 4 comma 1, solo qualora la consistenza
numerica di tre membri si estenda fino all’1/11/2014, almeno per quanto riguarda i docenti di ruolo.
Non si propone di applicare tale criterio ai ricercatori a tempo determinato perché essi hanno
strutturalmente scadenze su tempi più brevi e per essi il rinnovo o l’estensione del contratto sono
ipotesi più che plausibili. I casi per i quali si farà ricorso a tale criterio per non concedere la
referenza saranno identificati come “consistenza del frammento volatile nel primo anno”.
Quanto alla giustificazione della richiesta di frammentazione, di cui all’art. 4, comma 1, lettera b)
del Regolamento per la costituzione dei dipartimenti, anche alla luce delle raccomandazioni 3 e 4
espresse dagli Organi il giorno 17 Maggio us, si ritiene opportuno evidenziare quanto segue:
1. le richieste di frammentazioni da parte di settori scientifico-disciplinari precedentemente
raccolti in un unico dipartimento appaiono non immediatamente conciliabili con quanto
espresso all’art. 4, comma 1, lettera b) del Regolamento per la costituzione dei dipartimenti
laddove si fa riferimento a documentate motivazioni connesse all’attività scientifica, di
ricerca ovvero clinico assistenziali e a consolidati progetti didattici ad esse correlati; tali
richieste appaiono in controtendenza con le Linee Guida in quanto portano ad aumentare la
frammentazione attuale dei settori scientifico-disciplinari, che le stesse Linee Guida
intendevano prioritariamente eliminare o comunque contenere. Casi come questi saranno nel
seguito identificati come “richieste di frammentazioni in controtendenza rispetto alle Linee
Guida”.
2. Nella seduta dell’8 Febbraio us, il Senato Accademico e in data successiva il Consiglio di
Amministrazione hanno approvato due progetti dipartimentali allo scopo di chiudere il
lungo periodo di gestazione delle proposte, che non era approdato a soluzioni stabili per
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alcune importanti realtà dell’Ateneo. In quella fase, anche allo scopo di disegnare
compiutamente le strutture proposte, il Senato Accademico e il Consiglio di
Amministrazione hanno definito le referenze di alcuni settori scientifico-disciplinari,
strategici ed essenziali per il progetto. Lo scopo dell’attribuzione di tali referenze era anche
quello di dare robustezza alla proposta, che vedeva la consistenza numerica di uno dei due
Dipartimenti prossima al valore minimo di legge. La giustificazione della proposta è
riportata nella delibera del Senato, poi fatta propria dal Consiglio di Amministrazione; essa,
fra l’altro, si basava su una indagine delle afferenze dipartimentali dei settori interessati,
svolta esaminando il complesso degli Atenei italiani. Casi come questi sono identificati nel
seguito come “richieste di frammentazione contrarie alle referenze stabilite dagli Organi in
fase di definizione del Dipartimento”.
3. Ricorrono casi di settori scientifico-disciplinari i cui membri, in numero inferiore o uguale a
cinque, hanno espresso richieste di afferenza per due Dipartimenti diversi. Nei casi in cui
uno dei due frammenti abbia numerosità maggiore o uguale a 3 e sussista una giustificazione
accettabile alla base della proposta, la referenza è attribuita al dipartimento di questo
frammento. In altri casi, nessuno dei due frammenti ha numerosità superiore a 3. Per tali
casi, stante l’impossibilità di riconoscere la frammentazione del settore, occorre comunque
assegnare la referenza ad un dipartimento, in modo che ogni settore di Ateneo abbia un
dipartimento referente. L’orientamento suggerito è quindi il seguente: pur continuando gli
Organi a raccomandare l’afferenza ad un unico dipartimento di tutti i membri del settore, si
assegna la referenza transitoria al dipartimento che contiene il frammento di numerosità
superiore. La transitorietà comporta che, in linea con quanto previsto dal Regolamento per la
costituzione dei dipartimenti - art. 6, comma 4 - dopo tre anni tutti i membri si
ricompongano in un unico dipartimento (art. 6, comma 7, del medesimo Regolamento). Nel
seguito, i casi per i quali si farà ricorso a tale soluzione saranno identificati come
“frammentazione transitoria proposta per garantire almeno un dipartimento referente”.
Alla luce di quanto sopra esposto, occorre affrontare in maniera coerente i casi, fra loro simili in
termini di criticità, di richieste di afferenza di professori e ricercatori non in linea con il
Regolamento per la costituzione dei dipartimenti. A fronte di tali casi, le alternative che gli Organi
possono realisticamente considerare sono:
1. non accettazione della proposta e destinazione tout-court verso un Dipartimento referente;
2. accettazione dell’afferenza, ovviamente senza attribuzione al relativo dipartimento della
referenza del settore.
Il Consiglio, in linea con quanto stabilito dal Senato accademico in data 11 luglio, ritiene
giustificata la prima opzione nel caso di ricercatori a tempo determinato, in quanto per essi
l’afferenza ad un dipartimento non referente comporterebbe un nocumento certo nella prospettiva di
una loro progressione di carriera (proroghe, estensioni del contratto, accesso a posizioni di
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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ricercatore a tempo determinato di tipo b, chiamate ove in possesso di abilitazione), che può
realizzarsi solo nel dipartimento referente.
La seconda soluzione è peraltro quella implicitamente suggerita, al punto 5 della delibera della
seduta congiunta Senato-Consiglio di Amministrazione del 17 maggio us, per tutti coloro che sono
prossimi alla data di cessazione. Gli Organi, in realtà, potrebbero in tutti i casi considerati,
indipendentemente dalla distanza temporale dalla data di cessazione dell’interessato, ricorrere alla
seconda opzione, che ha il vantaggio di venire incontro, almeno parzialmente, alla richiesta
formulata; si potrebbe declinare la proposta tenendo comunque in considerazione la data di
cessazione, come illustrato successivamente. Infatti, gli Organi, nell’approvare le Linee Guida e il
Regolamento per la costituzione dei dipartimenti, hanno sempre ritenuto che l’“afferenza senza
referenza” costituisse una opzione molto poco interessante per qualunque professore o ricercatore di
Ateneo. Tuttavia occorre notare che le vicende, che in questi ultimi mesi hanno accompagnato il
processo di raccolta di firme, hanno in più di una occasione fatto sospettare una non sempre diffusa
conoscenza del Regolamento per la costituzione dei dipartimenti ed ancor meno delle conseguenze
che l’applicazione dei relativi articoli porteranno. Ciò vale in particolar modo per quanto attiene,
appunto, alle attribuzioni dei Dipartimenti referenti. Vale pertanto la pena di richiamare alcune
importanti previsioni dello Statuto e del Regolamento per la costituzione dei dipartimenti: solo i
dipartimenti referenti di un settore scientifico-disciplinare (definiti tali dagli Organi all’atto della
loro costituzione, ovvero proprio in questa seduta conclusiva dell’iter) possono, secondo quanto
previsto dallo Statuto, effettuare la programmazione del personale del settore, cioè la chiamata di
professori e ricercatori, nonché –come richiamato nel Regolamento di Ateneo dei Dipartimenti
esaminato in questa stessa seduta– l’emissione dei bandi per borse di studio e per assegni di ricerca;
poiché la programmazione dei posti del settore è solo in capo a tali dipartimenti, essi saranno gli
unici destinatari delle risorse associate agli indicatori di ricerca e didattica del settore, fermo
restando l’obbligo di tutti i docenti di contribuire in maniera organica e coordinata alla didattica di
Ateneo del loro settore, secondo quanto sarà disciplinato dal Regolamento di Ateneo delle Scuole.
Gli indicatori di ricerca e didattica del settore saranno cioè conteggiati per tutti i docenti del settore,
ma le corrispondenti risorse saranno attribuite esclusivamente ai dipartimenti referenti. Pertanto,
vista la rilevanza dell’attribuzione della referenza da parte degli Organi che viene oggi effettuata in
via definitiva, mentre si può comprendere che un docente prossimo al pensionamento possa avere
scarso interesse al riguardo, appare doveroso da parte dell’Ateneo verificare che il docente, cui
viene assegnata l’afferenza richiesta senza referenza del SSD al Dipartimento, sia consapevole di
tutte le conseguenze che tale decisione comporta per le prospettive del proprio settore. Pertanto non
si ritiene opportuno applicare la seconda opzione prima esposta (afferenze di professori e ricercatori
a dipartimenti non referenti) in via definitiva, ma gli Organi potrebbero piuttosto adottare una
soluzione che preveda una esplicita proposta di due alternative al professore o ricercatore
interessato: o l’afferenza senza referenza oppure una ultima possibilità per orientare la scelta verso
il dipartimento referente (o verso uno dei dipartimenti referenti). La risposta dell’interessato
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
dovrebbe pervenire nel breve lasso di tempo di non più di una settimana; l’assenza di risposta
significherà l’accettazione di afferenza senza referenza. I casi per i quali si propone una soluzione di
questo tipo saranno identificati con la dizione “afferenza senza referenza, con possibilità di
esprimere tempestivamente opzione verso un dipartimento referente”. Nei casi in cui si è certi che il
docente interessato abbia già piena consapevolezza delle conseguenze della sua decisione in quanto
è già stato esplicitamente sollecitato in tal senso e ha già negato interesse verso tale alternativa, si
potrà evitare di riproporre l’opzione di ripensamento. Si ritiene inoltre utile operare una distinzione
fra i casi in cui il docente cessa dal servizio in tempi brevi (per esempio entro il 2016) oppure no.
Nel primo caso si propone di assegnare l’afferenza senza referenza, omettendo di far riferimento
alla transitorietà visto che comunque in tempi dell’ordine del triennio tale afferenza si estingue; nel
secondo caso l’afferenza è comunque assegnata in via transitoria e alla fine del triennio il docente
sarà comunque invitato a formulare una opzione verso i dipartimenti referenti del suo settore.
Quanto all’associazione Corsi di Studio dell’offerta formativa 2012/2013 – Dipartimenti promotori
o referenti, occorre verificare e sancire, per tali Corsi di Studio, l’esistenza di almeno un
Dipartimento disposto ad esserne sede amministrativa. Infatti, a breve, il Ministero richiederà la
compilazione del Regolamento didattico di Ateneo, che richiede l’indicazione per ogni Corso di
Studio del Dipartimento cosiddetto “referente” o “capofila”. La delibera odierna non entra nel
merito di questa associazione definitiva, ma, come anticipato, verifica solo la disponibilità dei
Dipartimenti in tal senso.»
Il Rettore invita il Prof. Poggi a illustrare la pratica.
Poggi illustra sinteticamente il contenuto della pratica, rinviando a quanto esposto nella narrativa
per una ricognizione più completa dei casi presentati.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 150
La delibera è visibile al seguente link:
http://static.unifi.it/reserved/ca-sa/organi/determinazioni_ca/d200712_1.pdf
Sul punto 11 dell’O.D.G. «RINNOVO CONVENZIONE CENTRO INTERUNIVERSITARIO
PER L’ETICA ECONOMICA E LA RESPONSABILITÀ SOCIALE DI IMPRESA
(ECONOMETICA)»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «In data 25
novembre 2004 veniva sottoscritta fra le Università degli Studi di Milano-Bicocca, Commerciale
Luigi Bocconi, Verona, Trento, Bologna e Siena la convenzione istitutiva del Centro
Interuniversitario per l’Etica Economica e la Responsabilità Sociale di impresa (di seguito
EconomEtica). Successivamente hanno aderito al Centro anche gli Atenei Ca’ Foscari di Venezia,
Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Insubria, Parma, Genova, Piemonte Orientale Amedeo
Avogadro, Roma Tor Vergata, Bergamo, Carlo Cattaneo-Liuc, Napoli Federico II e Firenze, ed
inoltre: Statale di Milano, Torino, S. Anna di Pisa, Pavia, Padova, LUISS Roma, IUAV Venezia,
Chieti-Pescara e Catania.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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Ad oggi hanno manifestato la volontà di aderire ben 25 Atenei, elencati nelle prime pagine
della bozza di convenzione nonché nella relazione riassuntiva ad opera del Centro. Quest’ultima, fra
l’altro, descrive la struttura, gli obiettivi, le principali aree di attività, i progetti di ricerca sia
realizzati che in fase di svolgimento, le pubblicazioni e indica i componenti dei vari organi del
Centro.
Poiché l’art. 16 dell’accordo fissava la validità della convenzione in 6 anni, l’atto risulta
scaduto dal novembre 2010, pertanto in data 24 gennaio 2011 il Consiglio Direttivo aveva
deliberato di chiedere alle Università aderenti di rinnovare la convenzione del Centro.
Va premesso che in questa fase di transizione che sta coinvolgendo gli Atenei italiani per
l’adeguamento alla riforma introdotta dalla L. n. 240/2010, non sono stati ancora emanati i
regolamenti di Ateneo sui Centri, pertanto la sola norma di riferimento ai fini della valutazione della
convenzione proposta è l’art. 35 dello Statuto.
A seguito della scadenza dell’accordo istitutivo del Centro, il Presidente e il Direttore del
Centro, proff. Francesco Silva e Lorenzo Sacconi, nella nota del 29 luglio 2011, sottolineavano che
la bozza attualmente in esame è stata rivista solo per alcuni aspetti formali e contestualmente, nella
stessa, invitavano il Rettore a “..rinnovare l’adesione della Sua Università al Centro
interuniversitario EconomEtica sottoscrivendo la nuova convenzione previo parere favorevole della
struttura interna interessata e di valutare la possibilità di confermare la nomina del prof.
Pierangelo MORI .. a membro del Consiglio direttivo di EconomEtica per il triennio 2011-2013..”.
Come richiesto, si provvedeva ad acquisire le delibere del Consiglio di Dipartimento di
Scienze Economiche. La prima del 12 luglio 2011 approvava il rinnovo e riconfermava la nomina
del Prof. Mori quale rappresentante nel Consiglio direttivo del Centro. Ne seguiva una successiva,
in data 20 dicembre 2011 in cui il dipartimento, a seguito dei rilievi emersi dagli uffici del rettorato
circa il mancato inserimento di due clausole nel corpo dell’accordo, – la prima relativa alla
valutazione dell’attività del Centro a seguito di una relazione annuale da inviare al Rettore, e la
seconda sulla eventuale disattivazione – (peraltro argomenti che sono indicati dallo Statuto
dell’Università di Firenze quali contenuto obbligatorio dell’accordo), si rivedeva parzialmente la
delibera precedente ribadendo la volontà di aderire ma dando “..mandato al prof. Mori, quale
rappresentante del DSE nel Consiglio direttivo del Centro, di seguire direttamente l’iter
procedurale per l’inserimento di quanto fin qui richiesto e appena esposto..”.
A riguardo, seguiva la nota del 1° dicembre 2011 del direttore del Centro con cui si
puntualizza che essendo già avviato l’iter per la sottoscrizione della convenzione fra i tanti Atenei
coinvolti, vi è l’impossibilità di inserire nel testo dell’accordo le variazioni richieste da Firenze, pur
tuttavia si sottolinea che la facoltà di recedere anche a seguito della valutazione negativa della
relazione annuale operata dai singoli Atenei, è in parte recepita e prevista all’art. 15 comma 4 della
convenzione. Con riferimento all’obbligo di trasmettere una relazione annuale, il Direttore del
Centro si assume l’onere di procedere all’invio della “..relazione annuale delle attività svolte da
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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EconomEtica, come peraltro già effettuato da quando l’Università di Firenze ne ha fatto
richiesta..”.
Stante quanto detto e anche in considerazione del fatto che effettivamente la procedura per la
sottoscrizione della convenzione è già stata avviata per cui ad oggi è impossibile introdurre le
modifiche richieste dal nostro Ateneo, pare opportuno deliberare l’adesione al Centro da cui sarà
comunque possibile recedere anche a seguito della previsione dell’art. 15 (facoltà di recesso) ed
anche a seguito dell’onere assunto dal Prof. Sacconi di inviare la relazione annuale agli Atenei.»
Il Rettore illustra la pratica. Propone di nominare il Prof. Pier Angelo Mori quale rappresentante
dell’Università di Firenze nel Consiglio Direttivo del Centro Interuniversitario per l’Etica
Economica e la Responsabilità Sociale di impresa.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 151
Il Consiglio di Amministrazione,

vista la convenzione istitutiva del Centro Interuniversitario per l’Etica Economica e la
Responsabilità Sociale di impresa del 25 novembre 2004 e successivi rinnovi e
integrazioni;

vista la delibera del Consiglio direttivo del 24 gennaio 2011;

viste le delibere del Dipartimento di Scienze Economiche del 12 luglio 2011 e del 20
dicembre 2011;

visto il curriculum del prof. Pier Angelo Mori;

vista la nota del Direttore del Centro del 1° dicembre 2011;

visto il Regolamento per l’Amministrazione, la Finanza e la Contabilità dell’Università di
Firenze emanato con Decreto Rettorale n. 1041/93 e s.m.;

visto l’art. 35 del vigente Statuto dell’Università degli Studi di Firenze,
delibera
il rinnovo della convenzione istitutiva del Centro Interuniversitario per l’Etica Economica e la
Responsabilità Sociale di impresa invitando il Direttore del Centro e il rappresentante
dell’Università in Consiglio Direttivo a trasmettere al Rettore la relazione annuale delle attività
svolte da EconomEtica.
Il Consiglio di amministrazione contestualmente esprime parere favorevole alla nomina del Prof.
Pier Angelo Mori quale rappresentante dell’Università di Firenze nel Consiglio Direttivo del
suddetto Centro.
Sul punto 12 dell’O.D.G. «RINNOVO CONVENZIONE CENTRO INTERUNIVERSITARIO
SULLE REAZIONI PERICICLICHE E SINTESI DEI SISTEMI ETERO E
CARBOCICLICI»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «In data 27 aprile
1992 veniva sottoscritta fra gli Atenei di Catania, Ferrara, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Pavia,
Siena e il Politecnico di Milano, la convenzione istitutiva del Centro Interuniversitario sulle
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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Reazioni Pericicliche e sintesi dei sistemi etero e carbociclici (di seguito Centro). L’accordo, ai
sensi dell’art. 8, aveva validità di 9 anni, con possibilità di rinnovo.
Con atto aggiuntivo del 18 marzo 1994 aderiva al Centro anche l’Università di Perugia.
In data 20 febbraio 2003 fra le Università di Milano, Catania, Firenze, Messina, Pavia, Perugia,
Politecnico di Milano, Napoli Federico II e Siena veniva sottoscritto il rinnovo della convenzione e
ciò anche a seguito della delibera del Consiglio Direttivo del medesimo Centro del 24 settembre
2001. Anche in questo accordo la scadenza veniva fissata in 9 anni a partire dalla data dell’ultima
sottoscrizione, dunque con scadenza il 20 febbraio 2012.
Ai sensi dell’art. 2 della convenzione “il Centro ha sede ai soli fini organizzativi e amministrativi
presso l’Università di appartenenza del Direttore pro-tempore..”. Pertanto attualmente la sede si
trova presso l’Università degli Studi di Messina avendo nominato il Consiglio Direttivo nella seduta
del 15 settembre 2010 la Prof.ssa Maria Chiara Aversa dell’Ateneo messinese Direttore del Centro.
Lo stesso Ateneo, in data 23 giugno 2012, provvedeva a trasmettere alle Università aderenti la
bozza della nuova convenzione. Si premette che in questa fase di transizione che sta coinvolgendo
gli Atenei italiani per l’adeguamento alla riforma introdotta dalla L. n. 240/2010, non sono stati
ancora emanati i regolamenti di Ateneo sui Centri, pertanto la sola norma di riferimento ai fini della
valutazione della convenzione proposta è l’art. 35 dello Statuto. In data 4 luglio 2012 è stato
trasmesso il decreto n. 138/2012 del Direttore del Dipartimento di Chimica con il quale si esprime
la volontà della struttura di ricerca di rinnovare la convenzione relativa al Centro. Con lo stesso
decreto, considerato che il Prof. Francesco de Sarlo, referente del Dipartimento di Chimica presso il
centro e già direttore dello stesso, è stato collocato in pensione, si indica il prof. Andrea Goti,
professore ordinario - settore scientifico disciplinare CHIM/06, presso il Dipartimento stesso, quale
referente del Dipartimento nel Centro in questione.
Conformemente al vigente Statuto, la bozza prevede la durata dell’accordo (di 9 anni) e la modalità
di rinnovo dello stesso (per atto scritto). Allegato alla convenzione c’è l’elenco del personale,
docente e non, che partecipa all’attività del Centro. Riguardo alla struttura organizzativa ed al suo
funzionamento, gli artt. 3, 4 e 5 disciplinano gli organi (Consiglio Direttivo e Direttore del Centro)
e le loro competenze. L’art. 6 elenca le fonti di finanziamento su cui potrà contare il Centro per il
suo funzionamento.
Come accade frequentemente, l’accordo non prevede norme circa la valutazione dell’attività del
Centro né circa l’eventuale sua disattivazione. A norma dell’articolo 35 del vigente Statuto di
Ateneo, sarebbe opportuno introdurre relativamente alla valutazione, disposizioni che prevedano la
valutazione dell’attività del Centro da parte degli organi delle Università interessate con espresso
obbligo per il Centro di presentare agli Atenei aderenti una relazione annuale ed una relazione
triennale conclusiva di un ciclo della sua attività di ricerca. Riguardo, poi, alla sua disattivazione,
parrebbe utile prevedere che il Centro possa disattivarsi con delibera del Consiglio Direttivo anche a
seguito di una valutazione non positiva dell’attività del Centro, oltre a confermare il diritto di
recesso per gli aderenti.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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Nella seduta dell’11 luglio u.s. il Senato Accademico ha deliberato accogliendo il rinnovo della
convenzione.»
Il Rettore illustra la pratica. Propone di nominare il Prof. Andrea Goti quale rappresentante
dell’Università degli Studi di Firenze in seno al Consiglio Direttivo del Centro Interuniversitario
sulle Reazioni Pericicliche e sintesi dei sistemi etero e carbociclici.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 152
OMISSIS
Il Consiglio di Amministrazione,
 vista la convenzione istitutiva del Centro Interuniversitario sulle Reazioni Pericicliche e sintesi
dei sistemi etero e carbociclici del 27 aprile 1992 e successivi rinnovi e integrazioni;
 visto il decreto d’urgenza n. 138/2012 del Direttore del Dipartimento di Chimica Ugo Schiff;
 vista la delibera del Dipartimento Scienze Biochimiche del 20.12.2011;
 visto il curriculum presentato dal prof. Andrea Goti;
 vista la bozza di convenzione proposta dall’Università di Messina;
 vista la delibera del Senato Accademico dell’11 luglio u.s.;
 visto il Regolamento per l’Amministrazione, la Finanza e la Contabilità dell’Università di
Firenze emanato con Decreto Rettorale n.1041/93 e s.m.;
 visto l’art. 35 del vigente Statuto dell’Università degli Studi di Firenze,
delibera
1. il rinnovo della convenzione istitutiva del Centro Interuniversitario sulle Reazioni Pericicliche e
sintesi dei sistemi etero e carbociclici e conseguente sottoscrizione dell’atto da parte del
rappresentante dell’Università degli Studi di Firenze a condizione che siano introdotte nel testo
della convenzione:
a) disposizioni relative alla valutazione dell’attività del Centro da parte degli organi delle
Università interessate con espresso obbligo per il Centro di presentare agli Atenei aderenti
una relazione annuale ed una relazione triennale conclusiva di un ciclo della sua attività di
ricerca;
b) le modalità di disattivazione del Centro, oltre a confermare il diritto di recesso per gli
aderenti.
2. la nomina del Prof. Andrea Goti quale rappresentante dell’Università degli Studi di Firenze in
seno al Consiglio Direttivo del Centro Interuniversitario sulle Reazioni Pericicliche e sintesi dei
sistemi etero e carbociclici.
Sul punto 13 dell’O.D.G. «NOMINA DEL RAPPRESENTANTE DELL’UNIVERSITÀ DEGLI
STUDI DI FIRENZE NEL CONSORZIO INTERUNIVERSITARIO NAZIONALE LA
CHIMICA PER L’AMBIENTE (INCA)»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «Il Consorzio
INCA è stato costituito nel 1993 con lo scopo di promuovere e coordinare la partecipazione delle
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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Università consorziate alle attività scientifiche e di indirizzo tecnologico nel campo della Chimica per
l’Ambiente.
Attualmente fanno parte del Consorzio 31 Università italiane. Il Consorzio ha sede legale in
Marghera e non ha fini di lucro.
Lo Statuto indica quali organi del Consorzio: il Consiglio Direttivo, il Consiglio Scientifico, il
Direttore, il Collegio dei Revisori dei Conti e la Giunta.
Il governo del Consorzio è affidato al Consiglio Direttivo che, ai sensi dell’art. 7 dello Statuto, è
composto da un rappresentante di ciascuna delle Università consorziate.
Con Decreto del Rettore n. 749 del 17 giugno 2009 era stato nominato in rappresentanza dell’Ateneo
fiorentino il prof. Fabrizio Briganti per il quadriennio 2009-2013.
In data 22 giugno 2012 il Prof. Briganti decedeva e dunque vi è l’urgenza di provvedere alla nomina
di un sostituto.
Veniva trasmesso il decreto d’urgenza a firma del direttore del Dipartimento di Chimica –
successivamente portato a ratifica al consiglio di dipartimento – con cui si provvede ad indicare il
Prof. Roberto Bianchini in sostituzione del prof. Briganti.
Sulla nomina si è espresso favorevolmente il Senato Accademico nella seduta dell’11 luglio 2012.»
Il Rettore illustra la pratica. Propone di nominare il Prof. Roberto Bianchini quale rappresentante
dell’Università degli Studi di Firenze nel Consiglio Direttivo del Consorzio Interuniversitario
Nazionale La Chimica per l’Ambiente (INCA) in sostituzione del Prof. Briganti fino al termine del
quadriennio 2009-2013.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 153
Il Consiglio di Amministrazione,

visto l’art. 7 dello Statuto del Consorzio Interuniversitario Nazionale “La Chimica per
l’Ambiente” (INCA);

visto il parere favorevole del Senato Accademico dell’11 luglio 2012;

visto il D.R. 749 del 17 giugno 2009 con il quale era stato nominato il Prof. Fabrizio Briganti
quale rappresentante dell’Università di Firenze nel Consiglio Direttivo del Consorzio
Interuniversitario Nazionale “La Chimica per l’Ambiente” (INCA) per il quadriennio 2009–
2013;

vista la nota del 26.6.2012 dell’Ufficio Personale Docente e Ricercatore;

visto il decreto d’urgenza del Direttore del dipartimento di Chimica che indica quale nuovo
rappresentante il Prof. Roberto Bianchini in sostituzione del prof. Briganti;

visto il curriculum vitae del Prof. Roberto Bianchini;

visto l’art. 62 del Regolamento per l’Amministrazione, la Finanza e la Contabilità emanato
con Decreto Rettorale n.1041/93 e successive modifiche;

visto il vigente Statuto dell’Università degli Studi di Firenze,
esprime parere favorevole
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
alla nomina del Prof. Roberto Bianchini quale rappresentante dell’Università degli Studi di Firenze
nel Consiglio Direttivo del Consorzio Interuniversitario Nazionale La Chimica per l’Ambiente
(INCA) in sostituzione del Prof. Briganti fino al termine del quadriennio 2009-2013.
Sul punto 14 dell’O.D.G. «ATTIVAZIONE DELLA RIVISTA “IL COLLE DI GALILEO”»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «Il Consiglio di
Dipartimento di Fisica e Astronomia, nella seduta dell’11 giugno 2012, ha deliberato l’attivazione
della rivista “Il Colle di Galileo”.
Successivamente, con decreto n. 47 del 5 luglio 2012 il prof. Enrico Iacopini – quale Direttore del
Dipartimento di Fisica e Astronomia – ha modificato, accogliendo i suggerimenti dell’Ufficio
scrivente, la suddetta delibera.
L’opportunità di istituire la rivista in questione nasce anche da una convenzione, denominata
“Accordo per il Colle di Galileo”, sottoscritto il 16 giugno 2011 tra l’Ateneo fiorentino, il Consiglio
Nazionale delle Ricerche, l’Istituto Nazionale di Astrofisica e l’Istituto Nazionale di Fisica
Nucleare; tale accordo nasceva tra l’altro per raccogliere e coordinare sotto un’unica egida gli
incontri scientifici in programma sul colle di Arcetri, avvalendosi anche della possibilità di
utilizzare il prestigioso ed evocativo luogo di Villa il Gioiello.
Segnatamente, con il sopra citato decreto, il prof. Enrico Iacopini, in conformità agli articoli 1 e 2
del “Regolamento per le riviste universitarie” dell’Ateneo, approvato dal Consiglio di
Amministrazione nell’adunanza del 20 luglio 1984, sottopone all’esame del Senato Accademico la
proposta di attivazione della rivista scientifica avente la denominazione e le caratteristiche appresso
indicate:
denominazione: “Il Colle di Galileo”;
afferenza: Dipartimento di Fisica e Astronomia;
caratteristiche e periodicità: periodico semestrale con edizione elettronica e cartacea a cura
della Firenze University Press;
finalità: illustrazione delle attività svolte nell’ambito della collaborazione tra le Istituzioni
firmatarie della convenzione “Accordo per il Colle di Galileo”;
organi: è stato individuato quale Direttore della rivista il prof. Daniele Dominici.
Si rappresenta, infine, che tutti gli oneri finanziari conseguenti, relativi tra l’altro alle spese di
pubblicazione e di gestione amministrativa ed editoriale della rivista in questione, quantificabili in
circa diecimila euro all’anno, saranno equamente ripartiti tra il Dipartimento di Fisica e Astronomia
e gli altri Enti partecipanti, come si evince dal decreto del prof. Iacopini.
Nella seduta dell’11 luglio 2012 il Senato Accademico ha espresso parere favorevole in ordine alla
pubblicazione della rivista e alla nomina del prof. Daniele Dominici quale Direttore della rivista
stessa.»
Il Rettore invita il Prof. Poggi a illustrare la pratica.
Poggi illustra il contenuto della pratica.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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Scarpellini domanda se nella rivista verrà fatto riferimento anche alla funzione museale di Villa il
Gioiello e, in particolare, del suo impiego come spazio di divulgazione e accoglienza per il
pubblico.
Poggi risponde che anche il Presidente del Museo di Storia Naturale dell’Ateneo, che gestisce le
visite a Villa il Gioiello, farà parte del comitato editoriale della rivista.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 154
Il Consiglio di Amministrazione,
 vista la convenzione “Accordo per il Colle di Galileo” , del 16 giugno 2011, tra l’Ateneo
fiorentino, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Istituto Nazionale di Astrofisica e l’Istituto
Nazionale di Fisica Nucleare;
 vista la delibera del Consiglio del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’11 giugno 2012;
 preso atto delle modifiche apportate alla suddetta delibera dal Direttore del Dipartimento di
Fisica e Astronomia, prof. Iacopini, con decreto n. 47 del 5 luglio 2012;
 considerato l’interesse dell’Università degli Studi di Firenze di favorire e illustrare, attraverso
l’attivazione della rivista in questione, gli incontri e le iniziative scientifiche promosse dalle
Istituzioni aderenti all’Accordo per il Colle di Galileo;
 considerato che tutte le spese relative alla pubblicazione e alla gestione amministrativa ed
editoriale della rivista in questione saranno equamente ripartite tra il Dipartimento di Fisica e
Astronomia e gli altri Enti partecipanti;
 visto il Regolamento per le riviste universitarie, approvato con delibera del Consiglio di
Amministrazione del 20 luglio 1984, ed in particolare gli articoli 1, 2 e 3;
 visto il parere favorevole in merito all’attivazione della rivista espresso dal Senato Accademico
nella seduta dell’11 luglio 2012;
 visto l’art. 71 del “Regolamento per l’Amministrazione, la Finanza e la Contabilità
dell’Università di Firenze”;
 visto lo Statuto dell’Università degli Studi di Firenze,
autorizza
1) la pubblicazione della rivista “Il Colle di Galileo”, quale rivista di proprietà dell’Università
degli Studi di Firenze, avente sede presso il Dipartimento di Fisica e Astronomia;
2) la nomina del prof. Daniele Dominici quale Direttore della rivista sopra indicata.
Sul punto 15 dell’O.D.G. «DISCIPLINA PER L’ORGANIZZAZIONE DI “OPENLAB: UNA
GUIDA ALLA CONOSCENZA SCIENTIFICA” NELL’AMBITO DELL’AREA DELLA
COMUNICAZIONE E RELAZIONI ESTERNE DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI
FIRENZE»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «Ai sensi dell’art.
13 del Regolamento Didattico di Ateneo “1. Le strutture didattiche competenti promuovono attività
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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di orientamento in entrata, in itinere e in uscita anche con il supporto dei servizi decentrati di Polo
e con il coordinamento del Servizio Centrale.
2. L’Università, al fine di agevolare una scelta consapevole degli studi, fornisce ampia
pubblicità sui percorsi formativi delle varie strutture didattiche e diffonde, entro il 30 giugno di
ciascun anno, il manifesto generale degli studi con tutte le notizie utili per le immatricolazioni ed
iscrizioni all’anno accademico successivo.
3. In materia di orientamento alla scelta universitaria, le strutture didattiche predispongono
un piano di attività da svolgere in collaborazione con la Direzione scolastica regionale, gli Istituti
secondari superiori e altri Enti pubblici e privati.
4. In materia di orientamento in uscita, l'Ateneo e le sue strutture didattiche attivano servizi
di orientamento volti all’inserimento nel mondo del lavoro e delle professioni, di concerto con la
Regione, Enti pubblici e altri soggetti coinvolti nei Comitati di Indirizzo.”
Nell’ambito di tale funzione, nel 2002 nasce presso la facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e
Naturali, OpenLab, servizio destinato a promuovere attività di divulgazione e diffusione della
cultura scientifica. Le aree in cui opera OpenLab sono: didattico/orientativa, divulgativa e
formativa.
Per motivi di opportunità già dal 2006 la struttura si era dotata di un regolamento interno che, al
pari di altre strutture, individuava gli obiettivi da perseguire, gli organi e le risorse utilizzabili.
“A seguito della riorganizzazione delle strutture amministrativo/gestionali dell’Ateneo del 1
gennaio 2012, OpenLab è stato inserito all’interno dell’Area Comunicazione e Relazioni esterne
dell’Ateneo. A seguito di questo, si rende opportuno apporre delle variazioni al Regolamento
OpenLab, non facendo quest’ultimo più parte della Facoltà di S.M.F.N…” (verbale Consiglio
Direttivo OpenLab del 20/3/2012) ma divenendo una “struttura di Ateneo”, pur atipica in quanto
non rientrante nelle “.. altre strutture di ricerca e di servizio ..” di cui all’art. 4 dello Statuto ma
sostanzialmente assimilabile ad una di queste ultime.
In tal senso è stato modificato il Regolamento interno ad OpenLab: con delibera del 20 marzo 2012
il Consiglio Direttivo ha approvato le modifiche al testo che, a questo punto, devono essere
approvate dagli organi accademici, ex artt. 4 e 50 del vigente Statuto (D.R. 6 aprile 2012 n. 329).
Il testo del regolamento, analogamente a tutte le strutture di Ateneo, contiene disposizioni in ordine
alle finalità, l’indicazione della sede, gli organi, e delle norme sulle risorse finanziarie.
Il testo del regolamento è stato esaminato dal Comitato Tecnico Amministrativo nella seduta del 20
giugno u.s.. Il CTA ha espresso un parere complessivamente positivo accogliendo le modifiche
proposte dall’Ufficio Affari Generali e proponendone altre.
Le modifiche suggerite sono state nuovamente approvate dal Consiglio Direttivo della struttura in
data 09.07.2012 con una sola modifica formale all’art. 1 punto 1, mutando come segue la
disposizione: “Il presente Regolamento disciplina le modalità con cui viene offerto il servizio di
orientamento in ingresso e di promozione delle attività legate ai dipartimenti dell’Area scientifica
dell’Ateneo, denominato OpenLab” e dunque viene presentato agli organi accademici per la sua
________________________________________________________________________________
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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approvazione e conseguente emanazione. In data 11 luglio u.s. il Senato Accademico ha deliberato
l’approvazione del regolamento in esame.»
Il Rettore fa presente che a seguito della riorganizzazione in atto in Ateneo, Open Lab, struttura che
svolge attività di divulgazione e diffusione della cultura scientifica attraverso attività di
orientamento indirizzate specialmente verso studenti delle scuole superiori, è stato inserito
nell’Area della comunicazione e relazioni esterne dell’Ateneo, rendendo necessario apportare
alcune modifiche alla sua configurazione.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 155
Il Consiglio di Amministrazione,

vista la delibera del Consiglio Direttivo di OpenLab del 20 marzo 2012;

visto il parere favorevole del Comitato Tecnico Amministrativo del 20 giugno 2012,
trasmessa con nota del 2 luglio 2012;

vista la delibera del Senato Accademico dell’11 luglio 2012;

vista la delibera del Consiglio Direttivo di OpenLab di accoglimento delle modifiche
suggerite con data 9 luglio 2012;

visto il vigente Regolamento di Amministrazione, Finanza e Contabilità;

visto il vigente Statuto dell’Università degli Studi di Firenze,
approva
il Regolamento di OpenLab nel testo di seguito riportato, così come modificato sulla base dei
suggerimenti proposti dal Comitato Tecnico Amministrativo ed accolti dalla Struttura.
DISCIPLINA PER L’ORGANIZZAZIONE DI “OPENLAB: UNA GUIDA ALLA CONOSCENZA
SCIENTIFICA” NELL’AMBITO DELL’AREA DELLA COMUNICAZIONE E RELAZIONI
ESTERNE DI UNIFI
Art. 1 – FINALITA’ E OBIETTIVI
1. Il presente Regolamento disciplina le modalità con cui viene offerto il servizio di orientamento
in ingresso e d promozione delle attività legate ai dipartimenti dell’Area scientifica dell’Ateneo,
denominato OpenLab.
2. Le finalità di OpenLab per le attività di orientamento e di diffusione della cultura scientifica sono
le seguenti:
a) risvegliare e coltivare il bisogno di cultura scientifica presente in ciascun soggetto, attraverso
attività divulgative che possano mostrare al pubblico, ed in particolare ai giovani, fenomeni
scientifici al fine di renderne chiara la ricaduta sul mondo reale;
b) presentare i metodi e i risultati della cultura e della ricerca scientifica al fine di farle assumere un
ruolo rilevante nell’opinione pubblica e nell’immaginario collettivo;
c) avvicinare i giovani alla “Scienza”, contribuendo alla loro crescita culturale e formazione in
ambito scientifico, promuovendo azioni all’interno delle scuole rivolte agli studenti ed ai docenti;
________________________________________________________________________________
70
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
d) favorire e potenziare un orientamento universitario più consapevole, anche facendo conoscere la
realtà internazionale presente ed operante all’interno dell’ area scientifica di UNIFI ed in particolare
nell’ambito del Polo Scientifico e Tecnologico di Sesto Fiorentino;
e) favorire e potenziare l’orientamento post universitario promuovendo il collegamento con gli Enti,
le Istituzioni, le imprese del territorio;
f) creare opportunità di stages e favorire la formazione di nuove figure professionali;
g) promuovere il confronto ed il dialogo fra Scienza ed altri ambiti culturali tra cui, ad esempio, la
Letteratura, la Musica, il Teatro, la Danza e qualsiasi altra forma di cultura che richieda rigore e
disciplina scientifica, incoraggiando le interazioni interdisciplinari in senso trasversale e
mantenendo le singole specificità;
h) favorire il dialogo fra Università, Scuole, Istituzioni, Imprese, Mass media, Cittadini, sia a livello
nazionale che internazionale, anche attraverso lo scambio di reciproche esperienze, in modo da
aumentare la consapevolezza dell’importanza della Scienza nello sviluppo della società e per la vita
quotidiana;
i) far crescere una nuova cultura in cui la consapevolezza, l’accettazione, la valorizzazione e il
rispetto delle diversità contribuiscano allo sviluppo di una società multietnica che risponda a regole
che garantiscano libertà ed uguaglianza, al fine di innalzare la qualità della vita del cittadino.
Art. 2 – SEDE
OpenLab ha sede presso l’Ufficio di Coordinamento del Polo Scientifico e Tecnologico
dell’Università di Firenze, Viale delle Idee 26, 50019 Sesto Fiorentino (Firenze).
Art. 3 – ORGANI DI OPENLAB
1. Sono Organi di OpenLab:
a) il Presidente;
b) il Consiglio Scientifico;
c) Il Comitato di indirizzo.
Art. 4 – IL PRESIDENTE
1. Il Presidente di OpenLab è nominato dal Senato Accademico fra i membri del Consiglio
Scientifico su proposta motivata del Consiglio Scientifico stesso.
2. Il Presidente dura in carica quattro anni e può essere riconfermato una sola volta
consecutivamente.
3. Il Presidente ha la delega del Rettore a stipulare atti esterni utili al funzionamento delle attività
OpenLab.
Art. 5 - COMPITI DEL PRESIDENTE
1. Il Presidente svolge i seguenti compiti:
a) rappresenta OpenLab e ne promuove le attività;
b) convoca e presiede il Consiglio Scientifico ed il Comitato di Indirizzo e cura l’esecuzione delle
relative decisioni;
c) vigila sul funzionamento dei servizi;
________________________________________________________________________________
71
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
d) presenta all’approvazione del Consiglio Scientifico, tenendo conto dei criteri generali dettati dal
Consiglio stesso, le previsioni di entrata e di spesa annuali e pluriennali relative alle attività di
OpenLab, il consuntivo delle attività svolte nonché il consuntivo finanziario dettagliato; questi
documenti contabili vengono inseriti nel budget di Polo ai sensi del Regolamento per la finanza e
contabilità;
e) adotta atti urgenti ed indifferibili, con indicazione dei motivi di urgenza e di indifferibilità,
riferendone al Consiglio per la ratifica nella riunione immediatamente successiva;
f) ratifica le proposte del Consiglio Scientifico in merito alle azioni preventive, correttive e di
miglioramento della qualità dei servizi di OpenLab;
g) può nominare un Vice-Presidente con delega di firma.
Art. 6 - IL CONSIGLIO SCIENTIFICO
1. Il Consiglio Scientifico è composto da:
a) undici tra professori e ricercatori dell’Ateneo fiorentino, di cui 6 obbligatoriamente così ripartiti:
1 del settore Chimico, 1 del settore Fisico, 1 del settore Matematico/Informatico, 1 del settore
Biologico/Naturalistico , 1 del settore Geologico , 1 del settore Biotecnologico; tra questi è
nominato il Presidente, ai sensi dell’art.4. La sostituzione dei membri che decadono, o per fine
mandato o per altre cause contemplate nelle fonti normative, viene fatta dal Senato Accademico su
proposta motivata del Consiglio stesso
b) il Responsabile tecnico.
2. I membri del Consiglio durano in carica un quadriennio e possono essere riconfermati una sola
volta consecutivamente.
3. La partecipazione al Consiglio non può costituire oggetto di delega.
4. Il Consiglio Scientifico interagisce con l’ Area di Scienze di UNIFI dell’Università degli Studi di
Firenze, in particolare riunendosi in seduta plenaria almeno una volta l’anno con i delegati per
l’orientamento dei vari corsi di laurea che stanno all’interno dell’Area di Scienze.
5. Il Consiglio Scientifico si avvale della consulenza del Comitato di Indirizzo.
Art. 7 - COMPITI DEL CONSIGLIO SCIENTIFICO
1. Il Consiglio Scientifico:
a) decide sugli aspetti generali di sviluppo tecnico-organizzativi e su quelli scientifico-didattici di
pertinenza di OpenLab, tenuto conto delle indicazioni del Comitato di Indirizzo di cui all’art.10;
b) fissa gli obiettivi generali per l’utilizzazione coordinata delle risorse in uso a OpenLab;
c) approva il piano annuale e pluriennale delle entrate e delle spese di OpenLab, nonché il
consuntivo;
d) decide in materia di convenzioni e contratti, nel quadro delle finalità e degli obiettivi di
OpenLab;
e) esprime il proprio parere motivato sulla nomina del Responsabile tecnico di OpenLab;
f) decide in merito a tutte le iniziative che valgano a migliorare l’attività di OpenLab;
________________________________________________________________________________
72
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
g) assume iniziative in merito alla valutazione ed al monitoraggio delle attività di OpenLab,
proponendo eventuali azioni preventive, correttive e di miglioramento;
h) propone al Senato Accademico il Presidente di OpenLab, scelto tra i suoi membri.
Art. 8 - IL RESPONSABILE TECNICO
1. Il Responsabile tecnico è individuato dal Dirigente dell’Area delle Comunicazioni di UNIFI,
sentito il Consiglio Scientifico di OpenLab, fra il personale afferente al Polo.
2. L’incarico di Responsabile tecnico è attribuito per la durata di quattro anni e può essere
rinnovato.
Art. 9 - COMPITI DEL RESPONSABILE TECNICO
1. Il Responsabile tecnico ha competenza in relazione a:
a) coordinamento delle attività di OpenLab e dell’uso delle risorse ad esso assegnate nel quadro
degli obiettivi generali;
b) funzionamento tecnico di OpenLab e dei relativi servizi;
c) predisposizione del piano e dei programmi di sviluppo da sottoporre all’approvazione del
Consiglio, anche su indicazione del Comitato di Indirizzo di cui all’art. 10.
Art. 10 - COMITATO DI INDIRIZZO
1. Il Comitato di Indirizzo è composto, fino ad un massimo di 15 membri, da docenti, ricercatori e
personale tecnico con provate ed adeguate competenze, afferenti all’Università degli Studi di
Firenze e/o da personale di altre Istituzioni, Associazioni ed Enti di particolare valore in ambito
didattico-scientifico-culturale, nonché da personalità di comprovata competenza nel settore
dell’educazione e della divulgazione scientifica
2. I membri esterni all’Università di Firenze non possono essere in numero superiore al 30% del
numero totale dei componenti il Comitato.
3. I componenti il Comitato di Indirizzo sono nominati dal Senato Accademico su proposta del
Consiglio Scientifico; gli interessati a far parte del Comitato di Indirizzo avanzano espressa e
motivata richiesta al Consiglio Scientifico.
4. I membri del Comitato durano in carica cinque anni e non possono essere riconfermati.
5. Il Presidente riunisce il Comitato di Indirizzo almeno due volte l’anno per una relazione
sull’attività svolta e sulla programmazione delle attività future.
Art. 11 - COMPITI DEL COMITATO DI INDIRIZZO
1. Il Comitato di Indirizzo svolge i seguenti compiti:
a) svolge funzioni di indirizzo, coordinamento scientifico e di consulenza nei confronti del
Consiglio Scientifico;
b) individua le esigenze delle parti interessate alle attività interne ed esterne di OpenLab e propone
al Consiglio Scientifico i relativi obiettivi da perseguire.
Art. 12 - RISORSE
1. Le risorse a disposizione di OpenLab sono costituite da:
________________________________________________________________________________
73
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
a) docenti, ricercatori, assegnisti di ricerca e dottorandi dell’Università degli Studi di Firenze,
personale tecnico-amministrativo dipendente dall’Università ed afferente al Polo Scientifico e
Tecnologico o ad altre strutture dell’Ateneo interessate a partecipare, collaboratori interni ed esterni
selezionati nel rispetto della normativa nazionale ed internazionale in materia, sulla base di
condizioni stabilite dagli Organi di OpenLab;
b) infrastrutture individuate di volta in volta e previo accordo con i responsabili delle strutture che
partecipano all’iniziativa;
c) risorse finanziarie costituite da finanziamenti e corrispettivi di prestazioni su basi convenzionali e
da contributi da parte di soggetti pubblici e privati nazionali ed internazionali.
Art. 13 - GESTIONE FINANZIARIA
1. Gli impegni di spesa relativi alla gestione del Servizio sono di competenza del Consiglio
Scientifico di OpenLab, secondo il programma annuale di spesa e di incassi appositamente
approvato dallo stesso Organo.
2. La gestione amministrativo-contabile viene svolta dal Polo Scientifico e Tecnologico,
nell’ambito del proprio bilancio.
Art. 14 - NORME TRANSITORIE
1. I membri dell’attuale Consiglio Direttivo di OpenLab confluiscono automaticamente nel
Consiglio Scientifico previsto da questo documento, all’atto della sua approvazione da parte degli
Organi dell’Università.
2. I membri dell’attuale Comitato Scientifico di OpenLab confluiscono automaticamente, e fino
ad esaurimento del mandato in corso, nel Consiglio di Indirizzo previsto da questo documento,
all’atto della sua approvazione da parte degli Organi dell’Università.
Sul punto 16 dell’O.D.G. «CENTRO INTERUNIVERSITARIO “CORPUS AND LANGUAGE
VARIATION IN ENGLISH RESEARCH” (CLAVIER) – ATTO AGGIUNTIVO ALLA
CONVENZIONE ISTITUTIVA»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «In data 26 marzo
2009, conformemente alla previsione dell’art. 26 del previgente Statuto dell’Università di Firenze,
veniva sottoscritta la convenzione costitutiva del Centro Interuniversitario Corpus and Language
Variation in English Research tra le Università di Modena e Reggio Emilia, Bergamo, Firenze,
Siena e Roma La Sapienza.
L’attuale sede amministrativa del Centro è presso l’Ateneo di Modena e Reggio Emilia.
Nel rispetto dell’art. 2 della convenzione, l’Ateneo di Firenze ha istituito, presso il dipartimento di
Lingue, Letterature e Culture Comparate, l’Unità di Ricerca del Centro Interuniversitario
CLAVIER con l’adesione dei professori Gabriella Del Lungo, Nicholas Brownlees, Belinda
Crawford, Paul Tucker, Christina Samson, Ilona Cziraky.
Per quanto qui interessa, l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, con mail del 10 luglio
2012, ha anticipato l’Atto Aggiuntivo, per la sottoscrizione da parte del Rettore dell’Università di
Firenze, con oggetto l’adesione delle Università degli Studi di Milano e di Trieste al Centro
________________________________________________________________________________
74
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
CLAVIER. Ai sensi dell’art. 8 della convenzione istitutiva, infatti, al Centro “..possono aderire tutti
gli Atenei italiani con Istituti o Dipartimenti che svolgono attività di ricerca nel campo della
linguistica inglese sincronica e diacronica.. Le richieste di adesione sono presentate al Direttore
del Centro e su di esse delibera il Consiglio Direttivo. Le nuove adesioni sono formalizzate
mediante appositi atti aggiuntivi alla presente convenzione.. (cfr art. 8).
Il Consiglio Direttivo del Centro CLAVIER ha espresso la propria approvazione nella seduta del 3
novembre 2011. Contemporaneamente il Dipartimento fiorentino dove ha sede l’Unità Operativa ha
approvato l’adesione delle Università di Milano e di Trieste con decreto d’urgenza del Direttore,
Prof.ssa Rita Svandrlik, decreto n. 5 del 16 luglio 2012 che sarà portato a ratifica nella prossima
seduta del Consiglio di Dipartimento.»
Il Rettore illustra sinteticamente la pratica.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 156
Il Consiglio di Amministrazione,

vista la convenzione istitutiva del Corpus and Language Variation in English Research
(CLAVIER) del 26 marzo 2009;

vista l’approvazione del Consiglio Direttivo del Centro CLAVIER del 3 novembre 2011;

visto il Decreto d’urgenza n. 5 del 16 luglio 2012 del Direttore del Dipartimento di Lingue,
Letterature e Culture Comparate dell’Ateneo fiorentino;

visto il Regolamento per l’Amministrazione, la Finanza e la Contabilità dell’Università di
Firenze emanato con Decreto Rettorale n. 1041/93 e s.m.;

visto l’art. 35 del vigente Statuto dell’Università degli Studi di Firenze,
delibera
l’adesione delle Università degli Studi di Milano e di Trieste al Corpus and Language Variation in
English Research (CLAVIER), e la conseguente sottoscrizione dell’atto aggiuntivo.
Sul punto 17 dell’O.D.G. «REGOLAMENTO PER LA PRIMA ELEZIONE DEI
RAPPRESENTANTI DEGLI STUDENTI NEL SENATO ACCADEMICO E NEL
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE, E PER LA NOMINA DEI RAPPRESENTANTI
DEGLI STUDENTI NEI CONSIGLI DEI DIPARTIMENTI, IN BASE ALLO STATUTO
DELL’ATENEO EMANATO CON DECRETO DEL RETTORE 6 APRILE 2012, N. 329»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «A seguito della
emanazione del nuovo Statuto di Ateneo, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica
Italiana n. 95 del 23 aprile 2012, entrato in vigore in data 8 maggio 2012, gli Organi Accademici,
considerata la necessità di una transizione progressiva ed ordinata tra l’attuale modello
organizzativo ed il diverso disegno introdotto dal nuovo Statuto di Ateneo, per garantire l’assoluta
continuità delle funzioni e dei servizi esercitati sia a livello centrale che periferico, hanno dettato
modalità e tempi di costituzione degli Organi Centrali di Ateneo, dei Dipartimenti e delle Scuole, ai
sensi dell’articolo 54 comma 1 dello Statuto stesso.
________________________________________________________________________________
75
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
Tali modalità sono state stabilite con delibera della riunione congiunta di Senato Accademico e
Consiglio di Amministrazione del 17 maggio us.
Il punto 8 della citata delibera statuisce che le modalità della prima elezione del nuovo Senato
Accademico e del nuovo Consiglio di Amministrazione saranno definite da apposito Regolamento
elettorale transitorio “Le elezioni per le rappresentanze studentesche in Senato Accademico e
Consiglio di Amministrazione sono accorpate. Limitatamente a tale prima elezione, data la
necessità di procedere alla sollecita costituzione del nuovo Senato Accademico e del nuovo
Consiglio di Amministrazione e la difficoltà di garantire nel periodo di cui al precedente numero 7)
la più ampia e consapevole partecipazione ai momenti elettorali e la massima affluenza al voto, in
ossequio a quanto previsto dall’art. 35 dello Statuto dei diritti e dei doveri degli studenti
universitari, le prime elezioni delle rappresentanze studentesche in Senato Accademico e Consiglio
di Amministrazione hanno luogo come segue: hanno diritto di voto e possono essere eletti i
rappresentanti degli studenti in carica alla data di indizione delle elezioni nei Consigli di Facoltà,
nel Senato Accademico e nel Consiglio di Amministrazione. Le modalità di elezione saranno
definite in apposito Regolamento elettorale transitorio. Il mandato degli studenti così eletti ha
durata temporanea sino alla prossima tornata elettorale per il rinnovo delle rappresentanze
studentesche, che si terranno in conformità al nuovo Regolamento elettorale di cui all’art. 18 dello
Statuto. Il corpo elettorale per le successive elezioni delle rappresentanze studentesche negli organi
centrali sarà costituito da tutti gli studenti dell’Ateneo regolarmente iscritti.”
In conformità della citata delibera e di quanto contenuto nel nuovo Regolamento di Ateneo dei
Dipartimenti, già approvato dal Senato Accademico nella seduta dell’11 luglio u,s., è stato
predisposto un testo di Regolamento elettorale transitorio per la prima elezione dei rappresentanti
degli studenti nel Senato Accademico e nel Consiglio di Amministrazione, e per la nomina dei
rappresentanti degli studenti nei Consigli dei Dipartimenti.
Il Regolamento in esame consta di due capi: il Capo I disciplina l’elezione dei rappresentanti degli
studenti nel Senato Accademico e dei rappresentanti degli studenti nel Consiglio di
Amministrazione, stabilendo che l’elettorato attivo e passivo spetti ai rappresentanti degli studenti
in carica nel Senato Accademico, nel Consiglio di Amministrazione e nei Consigli di Facoltà.
Le elezioni si svolgono con il sistema proporzionale sulla base di liste concorrenti (art. 4).
Oltre alle modalità per la presentazione delle liste elettorali, i relativi controlli ed alle modalità di
voto (artt. 6-10), all’art. 11 si stabilisce la costituzione di un unico seggio elettorale presso una sala
del rettorato.
Per la validità della votazione, l’art. 14 prevede il raggiungimento di un quorum di partecipazione
del 10% degli aventi diritto al voto, come peraltro già stabilito dall’ancora vigente regolamento
elettorale per le rappresentanze studentesche.
L’art. 16 prevede la costituzione dell’Ufficio Elettorale presso cui vengono presentate le liste
elettorali; l’ufficio ne controlla la regolarità, ne cura la pubblicazione, ha il compito di pubblicare i
________________________________________________________________________________
76
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
risultati della votazione. Tale ufficio ha altresì il compito di decidere in via definitiva sui ricorsi
concernenti le operazioni elettorali.
Il Capo II disciplina l’individuazione dei rappresentanti degli studenti nei Consigli di Dipartimento,
per la cui entità si richiama il Regolamento di Ateneo dei Dipartimenti.
In questa prima fase i rappresentanti degli studenti sono individuati tra i rappresentanti degli
studenti nei Consigli di Corso di studio e eventualmente tra i rappresentanti degli studenti nei
Consigli di Facoltà, nel caso in cui il numero di tali rappresentanti destinati in ciascun Consiglio di
Dipartimento sia inferiore a quello previsto, ovvero inferiore al 15% del numero totale dei
professori e ricercatori, componenti il Consiglio stesso (cfr. art. 12 reg. dipp.).
Il sistema delineato dall’art. 18 consente di selezionare la rappresentanza studentesca all’interno del
dipartimento, in modo che gli studenti che andranno a far parte del Consiglio di quest’ultimo
provengano dai corsi di studio ai quali il dipartimento contribuisce fornendo i docenti afferenti ad
esso. I singoli corsi di studio sono rappresentati e pesati all’interno della rappresentanza studentesca
del Consiglio di dipartimento, sulla base del contributo alla didattica ad essi apportato da parte dei
docenti del dipartimento stesso.
In ogni caso, nell’ipotesi in cui, esperita la procedura descritta nel citato art. 18, il numero dei
rappresentanti degli studenti nei Consigli di Dipartimento, risulti inferiore a quanto previsto, trova
applicazione il comma 1 dell’art. 48 del vigente Statuto secondo cui “la mancata designazione od
elezione di membri di un organo collegiale non ne inficia il valido insediamento salvo che il
numero dei membri non designati o eletti sia superiore alla metà dei componenti dell’organo”.
Da tenere presente che l’art. 19 prevede in questa fase transitoria che i dottorandi e gli
specializzandi siano rappresentati dai rappresentanti degli studenti così come sopra individuati.
I rappresentanti degli studenti individuati secondo le procedure del regolamento che disciplina
questa fase transitoria, secondo quanto stabilito dalla delibera della riunione congiunta di Senato
Accademico e Consiglio di Amministrazione del 17 maggio us., restano in carica sino alla prossima
tornata elettorale per il rinnovo delle rappresentanze studentesche in tutti gli Organi dell’Ateneo,
che si terranno secondo la disciplina dettata da apposito regolamento approvato dal Senato
Accademico.
Il Testo del Regolamento è sottoposto all’esame del Comitato tecnico amministrativo del 18 luglio
2012 ed è stato, altresì, sottoposto all’esame del Senato accademico nella seduta straordinaria del 19
luglio 2012.»
Poggi informa che il Regolamento in esame si riferisce alla prima elezione dei rappresentanti degli
studenti nel Senato Accademico, nel Consiglio di amministrazione, e nei consigli dei dipartimenti,
in base al nuovo Statuto. Fa presente che il Senato ha approvato il testo del Regolamento dopo
avere recepito alcune proposte avanzate dai rappresentanti degli studenti e informa che fino al
prossimo mese di aprile gli attuali rappresentanti degli studenti nei consigli di facoltà e nei corsi di
studio eleggeranno, in un unico giorno, le rappresentanze studentesche nel Senato e nel Consiglio.
Più complessa sarà, invece, la procedura di elezione degli studenti nei dipartimenti: dal punto di
________________________________________________________________________________
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
vista numerico la rappresentanza sarà calcolata nella percentuale del 15% dei docenti, mentre la
rappresentanza dei corsi di studio sarà determinata sulla base dell’apporto di didattica in termini di
cfu apportato ai corsi di studio da parte dei docenti del dipartimento. Specifica che a regime la
soluzione illustrata potrebbe essere definitiva, mentre, nelle more dell’attuale periodo transitorio, il
sistema dovrà considerare in maniera privilegiata i rappresentanti nei consigli di facoltà che sono, di
norma, più attivi nella gestione dei problemi degli studenti nei vari organi. Informa, infine, che
anche se gli studenti rappresentanti nei corsi di studio e nelle facoltà non riusciranno a saturare le
rappresentanze nei consigli di dipartimento l’organo sarà ugualmente funzionante, in virtù del
vigente Statuto.
Giusti Alberto esprime soddisfazione per l’accoglimento dal parte del Senato delle modifiche
proposte dai rappresentanti degli studenti al testo del Regolamento, che non rende vano il lavoro di
collaborazione e confronto svolto per mesi. Auspica che il meccanismo individuato al comma 3
dell’art. 18 del Regolamento non vada sprecato quando dovrà essere individuato il regime definitivo
delle elezioni universitarie. E’ dell’idea, infine, che il regolamento in questione sarà utile per il
lavoro che i rappresentanti degli studenti e gli organi dovranno svolgere nel periodo transitorio.
Il Rettore mette in approvazione la proposta di delibera.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 157
Il Consiglio di Amministrazione,

visto il Regolamento per le elezioni studentesche emanato con decreto rettorale n. 123 del 26
gennaio 2009;

visto il Regolamento per le elezioni dei rappresentanti degli studenti nei Consigli di Corso di
studio emanato con decreto rettorale n. 303 del 18 febbraio 2009;

vista la legge 30 dicembre 2010, n. 240;

visto il vigente Statuto dell’Università degli Studi di Firenze emanato con decreto rettorale n.
329 del 6 aprile 2012;

vista la delibera degli Organi accademici adottata nella seduta congiunta del 17 maggio 2012,
secondo la quale sino alla costituzione dei nuovi organi, gli organi monocratici e collegiali di
Ateneo esercitano le competenze e le funzioni ad essi attribuite dallo Statuto approvato con
decreto rettorale n. 577 del 20 giugno 1995 e successive modifiche;

considerata la necessità di assicurare all’Ateneo una transizione progressiva ed ordinata tra
l’attuale modello organizzativo ed il diverso disegno introdotto dal nuovo Statuto di Ateneo,
in modo che sia garantita l’assoluta continuità delle funzioni e dei servizi esercitati sia a
livello centrale che periferico;

considerato, altresì, che la detta transizione deve avvenire per fasi e gradi successivi
investendo in primo luogo il Senato Accademico, come organo rappresentativo di Ateneo, e
quindi il Consiglio di Amministrazione come organo di governo, di indirizzo strategico e di
________________________________________________________________________________
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
controllo, per la cui procedura di formazione è indispensabile, ai sensi dell’art. 14 del nuovo
Statuto di Ateneo, l’avvenuta attivazione del nuovo Senato Accademico;

vista la delibera assunta dagli Organi accademici nella seduta congiunta del 17 maggio 2012,
con la quale sono stati definiti modalità e tempi di costituzione degli Organi centrali di
Ateneo, dei Dipartimenti e delle Scuole, ai sensi dell’art. 54 comma 1 dello Statuto;

ritenuto opportuno per quanto sopra premesso, dettare norme transitorie per la prima elezione
dei rappresentanti degli studenti nel Senato accademico e nel Consiglio di amministrazione e
per la nomina dei rappresentanti degli studenti nei Consigli dei Dipartimenti, in base allo
Statuto emanato con decreto rettorale n. 329 del 6 aprile 2012;

visto il parere favorevole espresso dal Comitato tecnico amministrativo nella seduta del 18
luglio 2012, e adeguato il testo alle osservazioni formulate;

preso atto della delibera del Senato accademico del 19 luglio u.s.,
approva
il Regolamento per la prima elezione dei rappresentanti degli studenti nel Senato Accademico e nel
Consiglio di Amministrazione, e per la nomina dei rappresentanti degli studenti nei Consigli dei
Dipartimenti, in base allo Statuto dell’Ateneo emanato con decreto del Rettore 6 aprile 2012, n.
329, nel testo di seguito riportato.
REGOLAMENTO PER LA PRIMA ELEZIONE DEI RAPPRESENTANTI DEGLI STUDENTI NEL
SENATO ACCADEMICO E NEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE, E PER LA NOMINA
DEI RAPPRESENTANTI DEGLI STUDENTI NEI CONSIGLI DEI DIPARTIMENTI, IN BASE
ALLO STATUTO DELL’ATENEO EMANATO CON DECRETO DEL RETTORE 6 APRILE 2012,
N. 329.
Capo I: elezioni dei rappresentanti degli studenti nel Senato accademico e nel Consiglio di
amministrazione
Articolo 1
Oggetto
1. Il presente capo disciplina le prime elezioni dei rappresentanti degli studenti nel Senato
Accademico e nel Consiglio di Amministrazione a seguito dell’entrata in vigore dello
Statuto dell’Ateneo, emanato con decreto del Rettore 6 aprile 2012, n. 329, ai sensi della
delibera di cui all’articolo 54, comma 1, dello Statuto dell’Ateneo, approvata dal Senato
accademico e dal Consiglio di amministrazione nella seduta congiunta del 17 maggio 2012.
Articolo 2
Indizione
1. Le prime elezioni dei rappresentanti degli studenti nel Senato Accademico e nel Consiglio di
Amministrazione sono accorpate e sono indette con decreto del Rettore da emanare almeno
venti giorni prima dello svolgimento delle votazioni e da pubblicare sul sito web
dell’Ateneo.
2. Le elezioni si svolgono in un unico giorno feriale.
________________________________________________________________________________
79
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
Articolo 3
Elettorato attivo e passivo
1. Hanno diritto al voto e sono eleggibili, purché risultino iscritti all’Università degli Studi di
Firenze, i rappresentanti degli studenti in carica nel giorno in cui si svolgono le elezioni,
componenti del Senato Accademico, del Consiglio di Amministrazione e dei Consigli di
Facoltà.
Articolo 4
Sistema elettorale
1. Le elezioni si svolgono con un sistema elettorale di tipo proporzionale, sulla base di liste
concorrenti, secondo quanto previsto dal successivo art. 17.
Articolo 5
Presentazione delle liste elettorali
1. La presentazione delle liste dei candidati avviene, entro i termini e con le modalità stabilite
dal decreto rettorale di cui all’articolo 2, comma 1, mediante il deposito della dichiarazione
di presentazione della lista di candidati nonché della dichiarazione di accettazione della
candidatura da parte di ciascun candidato.
2. Ogni dichiarazione di presentazione di una lista deve contenere:
a) una sigla o una breve denominazione atta ad identificare la lista dei candidati,
b) l’elenco dei candidati, in numero non superiore a quello dei rappresentanti da eleggere;
c) l’indicazione ed il recapito di due elettori, delegati a ricevere eventuali comunicazioni da
parte dell’Ufficio elettorale, e a designare i rappresentanti di lista; i delegati possono
essere gli stessi per le liste recanti la medesima denominazione anche se concorrenti alle
elezioni in entrambi gli organi;
d) l’indicazione e la sottoscrizione di almeno cinque elettori, non presenti tra i candidati.
Articolo 6
Controllo delle liste presentate
1. La regolarità della formazione delle liste presentate viene accertata dall’Ufficio elettorale, ai
sensi dell’articolo 16.
Articolo 7
Rappresentanti di lista
1. Entro e non oltre il decimo giorno antecedente le votazioni, possono essere depositate le
designazioni dei rappresentanti di lista presso l’Ufficio elettorale e nel seggio elettorale,
nonché le designazioni degli studenti disposti a svolgere le funzioni di scrutatore al seggio.
2. L’ufficio di rappresentante di lista può essere ricoperto esclusivamente da uno studente
elettore che non sia candidato o componente del seggio.
Articolo 8
Liste dei candidati
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
1. L’Ufficio elettorale, ultimato il controllo delle liste presentate, provvede, in una seduta
aperta ai delegati e ai rappresentanti di lista, ad assegnare mediante sorteggio il numero
d’ordine alle liste ammesse.
2. La pubblicazione ufficiale delle liste dei candidati, regolarmente costituite, viene effettuata,
a cura dell’Ufficio elettorale, sul sito web dell’Ateneo.
Articolo 9
Numero dei rappresentanti da eleggere
1. Il numero dei rappresentanti da eleggere in ciascun organo è indicato nel decreto rettorale di
indizione, in conformità alla normativa vigente.
Articolo 10
Modalità di voto
1. L’elezione dei rappresentanti degli studenti ha luogo a scrutinio segreto.
2. Per ciascuna elezione si può esprimere un solo voto di lista e un solo voto di preferenza.
3. Non sono validi i voti di preferenza per candidati compresi in una lista diversa da quella
votata.
4. Se l’elettore non ha prescelto alcuna lista, ma ha espresso la preferenza per un candidato
compreso in una lista, in corrispondenza del simbolo di questa, si intende che abbia votato la
lista alla quale appartiene il candidato prescelto. Diversamente, sono nulli sia il voto di lista
sia il voto di preferenza.
5. Qualora siano espressi voti di preferenza superiori al numero consentito, è valido il solo
voto di lista.
Articolo 11
Seggio elettorale
1. È costituito un unico seggio elettorale nel luogo individuato dal decreto rettorale di
indizione.
2. Il seggio è costituito con provvedimento del Rettore ed è composto dal Presidente e dal
Segretario, facenti parte del personale dell’Ateneo, e da tre scrutatori, sorteggiati tra gli
studenti elettori che abbiano comunicato personalmente la disponibilità all’Ufficio
elettorale. I candidati non possono far parte del seggio elettorale.
3. In caso di indisponibilità, le funzioni di scrutatore possono essere attribuite a personale
appartenente all’Amministrazione universitaria.
4. Per la validità delle operazioni elettorali debbono essere presenti almeno tre componenti del
seggio, tra i quali il Presidente o il Segretario.
5. Ogni lista ha diritto ad essere presente nel seggio con un proprio rappresentante.
Articolo 12
Orario del seggio elettorale
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
1. Il giorno fissato per l’inizio delle votazioni, i componenti del Seggio elettorale si riuniscono
alle ore 8.00 per acquisire la disponibilità del materiale necessario all’esercizio del diritto di
voto.
2. Il seggio si apre non appena le operazioni preparatorie sono concluse e, in ogni caso, entro le
ore 9.00, e si concludono alle ore 18.00.
Articolo 13
Operazioni di voto
1. Le operazioni di voto hanno luogo secondo le seguenti modalità:
a) consegna al Presidente o ad uno dei componenti del seggio, da parte dell’elettore, del
libretto-tessera universitario o di un valido documento di riconoscimento; chi ne è privo
non viene ammesso al voto, salvo che uno dei componenti del seggio elettorale sia in
grado di attestare l’identità dell’elettore;
b) accertamento dell’iscrizione del nominativo dell’elettore nel registro dei votanti;
c) consegna all’elettore, da parte del Presidente o di uno dei componenti del seggio, delle
schede elettorali;
d) apposizione della firma dell’elettore sull’elenco degli elettori votanti, comprovante
l’avvenuta consegna delle schede elettorali nel numero previsto;
e) ritiro dell’elettore nella cabina per esprimere il voto utilizzando la matita che gli viene
consegnata;
f) chiusura delle schede elettorali ad opera dell’elettore;
g) riconsegna delle medesime al Presidente o ad uno dei componenti del seggio che
provvede ad introdurle nelle apposite urne;
h) restituzione del documento di riconoscimento, a cura di un componente del seggio, dopo
averne annotato gli estremi sull’elenco dei votanti apponendovi anche la propria sigla.
Articolo 14
Quorum di validità delle elezioni
1. Le elezioni dei rappresentanti degli studenti nel Senato Accademico e nel Consiglio di
Amministrazione sono valide se ha partecipato alle votazioni, in ciascuna delle due elezioni,
almeno il 10% degli aventi diritto al voto.
Articolo 15
Scrutinio
1. Al termine delle operazioni di voto il Presidente del seggio comunica il numero dei votanti
all’Ufficio elettorale ai fini dell’accertamento dei quorum richiesti per la validità della
votazione per il Senato Accademico ed il Consiglio di Amministrazione; quindi dà inizio
alle operazioni di scrutinio.
2. Si procede a scrutinare le schede per il Senato Accademico, poi le schede per il Consiglio di
Amministrazione.
3. Nel caso non venga raggiunto il quorum non si procede allo scrutinio delle relative schede.
________________________________________________________________________________
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
4. Delle operazioni di scrutinio e dei risultati delle stesse fa fede il verbale delle operazioni del
seggio, sottoscritto dal Presidente e dai componenti del seggio.
5. Al termine dello scrutinio il Presidente del seggio trasmette all’Ufficio elettorale, in plichi
sigillati, il verbale delle operazioni del seggio con tutto il materiale utilizzato per le
operazioni di voto.
Articolo 16
Costituzione dell’Ufficio elettorale
1. Con decreto del Rettore viene costituito presso il Servizio Affari generali dell’Università
l’Ufficio elettorale.
2. Ai lavori dell’Ufficio può assistere un rappresentante per ogni lista contraddistinta dalla
medesima sigla o denominazione.
3. L’Ufficio verifica i dati elettorali pervenuti dall’unico seggio di cui all’articolo 11, assegna
in via definitiva i voti contestati e comunica i risultati al Rettore.
4. L’Ufficio ha altresì il compito di decidere in via definitiva sui ricorsi concernenti le
operazioni elettorali.
5. I ricorsi debbono essere presentati all’Ufficio elettorale entro il termine di due giorni dalla
conclusione della fase del procedimento elettorale cui si riferiscono.
Articolo 17
Eletti
1. L’Ufficio elettorale, acquisiti i plichi con i verbali e il materiale elettorale trasmessi dal
seggio alla chiusura delle operazioni di scrutinio, accerta la validità di ciascuna votazione, in
base al numero dei votanti.
2. L’Ufficio elettorale, per ciascuna elezione, determina la cifra elettorale di ciascuna lista e la
cifra individuale di ciascun candidato.
3. La cifra elettorale di una lista risulta dal numero delle schede valide nelle quali tale lista ha
riportato il voto; la cifra individuale di ciascun candidato è costituita dalla somma delle
preferenze ottenute.
4. Per l’attribuzione del numero dei rappresentanti a ciascuna lista, si divide ciascuna cifra
elettorale di lista prima per 1, poi per 2, 3, 4, … sino a concorrenza del numero dei
rappresentanti da eleggere. Fra i quozienti così ottenuti, disponendoli in una graduatoria
decrescente, si scelgono quindi i più alti, in numero eguale a quello dei rappresentanti da
eleggere.
5. Ciascuna lista ottiene tanti rappresentanti quanti sono i quozienti ad essa appartenenti,
compresi nella graduatoria. Se una lista è carente di candidati, i seggi non assegnati vengono
attribuiti alle altre liste secondo l’ordine dei quozienti scorrendo nella graduatoria suddetta.
6. A parità di quoziente nelle cifre intere e decimali, il seggio è attribuito alla lista che ha
ottenuto la maggiore cifra elettorale e, parità di quest’ultima, per sorteggio.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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7. L’Ufficio elettorale dichiara eletti quei candidati di ciascuna lista che abbiano riportato le
cifre elettorali individuali più elevate e, a parità di cifra, i candidati che precedono
nell’ordine di lista.
8. Il Rettore proclama gli eletti con decreto che viene pubblicato sul sito web dell’Ateneo.
Capo II: individuazione dei rappresentanti degli studenti nei Consigli di Dipartimento
Articolo 18
Nomina dei rappresentanti degli studenti nei Consigli di Dipartimento
1. Il presente capo disciplina le modalità della prima elezione delle rappresentanze
studentesche nel Consiglio di Dipartimento, ai sensi del regolamento di Ateneo dei
Dipartimenti e della delibera di cui all’articolo 54 dello Statuto dell’Ateneo, approvata dal
Senato accademico e dal Consiglio di amministrazione nella seduta congiunta del 17 maggio
2012.
2. Il numero dei rappresentanti degli studenti nei Consigli dei dipartimenti di cui al comma 1, è
determinato dal Regolamento di Ateneo dei Dipartimenti. Essi sono individuati tra i
rappresentanti degli studenti nei Consigli di Corso di studio e, eventualmente, tra i
rappresentanti degli studenti nei Consigli di Facoltà, secondo le modalità previste dai
successivi commi.
3. È preliminarmente determinato il contributo alla didattica nei singoli corsi di studio da parte
dei docenti di ogni Dipartimento. A tal fine, è calcolato, per ciascun Corso di studio e sulla
base dei dati riferiti alla programmazione didattica 2011/2012, il numero complessivo di
crediti di insegnamenti impartiti dai docenti raggruppati per afferenza a ciascun
Dipartimento. Tale numero, diviso per la somma dei crediti complessivi erogati dal
Dipartimento in esame, costituisce la cifra didattica del Corso di studio, riferita a tale
Dipartimento. Per ciascun Corso di studio sono calcolate tante cifre didattiche dipartimentali
quanti sono i Dipartimenti di afferenza dei docenti che vi insegnano.
4. Si procede quindi all’individuazione dei rappresentanti degli studenti nei Consigli di
Dipartimento da nominare tra i rappresentanti degli studenti nei Consigli di Corso di studio.
A tal fine si moltiplica la cifra didattica di Corso di studio riferita al Dipartimento in esame
per il numero totale dei rappresentanti degli studenti in tale Dipartimento; il numero di
rappresentanti con cui ogni Corso di studio contribuisce è determinato sulla base della parte
intera e dei resti più alti del quoziente, fino alla concorrenza del numero di rappresentanti
nel Dipartimento.
5. La procedura di cui al comma precedente si attua, per ciascun Corso di studio, assegnando il
primo degli eletti al Dipartimento, con il maggior numero di rappresentanti degli studenti da
individuare; per il Dipartimento al quale è assegnato il rappresentante si diminuisce di una
unità il numero di studenti da individuare; si prosegue con il secondo degli eletti
assegnandolo al Dipartimento, che, a seguito di tale sottrazione, ha il numero maggiore di
rappresentanti residui da coprire; a parità di rappresentanti residui per due o più
________________________________________________________________________________
84
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
6.
7.
8.
9.
dipartimenti, si procede per sorteggio; la procedura è reiterata fino ad esaurire il numero dei
rappresentanti degli studenti nel Corso di studio oppure fino alla copertura integrale delle
rappresentanze previste nei Dipartimenti e richiamate al comma 2. L’ordine di elezione è
quello stabilito in base ai risultati delle ultime elezioni delle rappresentanze studentesche nei
Consigli di Corsi di studio.
Qualora, a seguito delle operazioni di cui al comma precedente, il numero dei rappresentanti
degli studenti destinati in ciascun Consiglio di Dipartimento sia inferiore a quello di cui al
comma 2, si procede attingendo ai rappresentanti degli studenti nei Consigli di Facoltà,
individuando per ogni Dipartimento coloro che risultino essere iscritti ai Corsi di studio che
non sono stati in grado, sulla base della procedura di cui al comma precedente, di esprimere
la totalità di rappresentanti prevista. L’individuazione di tali rappresentanti avviene sulla
base delle cifre elettorali individuali di ciascun rappresentante. Trova applicazione la
disciplina di cui al comma precedente riguardo alla sequenza dei Dipartimenti cui destinare i
rappresentanti.
Nel caso in cui, a seguito dell’applicazione della procedura di cui ai commi precedenti, il
numero dei rappresentanti degli studenti in alcuni Consigli di Dipartimento risulti ancora
inferiore a quello previsto al comma 2, ma non siano esauriti tutti i rappresentati degli
studenti dei Corsi di Studio che, secondo quanto previsto dai commi precedenti,
contribuiscono a fornire la rappresentanza studentesca in detti Consigli, si procede come
segue: iniziando dai Corsi di Studio con il maggior numero di eletti ancora non assegnati, si
attribuiscono tali rappresentanti ai Consigli di Dipartimento, fra quelli per i quali tale Corso
di Studio ha, ai sensi del comma 3, una cifra didattica maggiore di zero, e che non hanno
ancora raggiunto il numero totale di rappresentanti previsto al comma 2; si procede
nell’ordine di elezione degli studenti e si assegnano ai Dipartimenti seguendo la procedura
di cui al comma 5, arrestandosi o quando sono esauriti gli studenti eletti nel Corso di Studio
ovvero quando è completata la rappresentanza del Dipartimento determinata al comma 2.
Analogamente si procede, ove ancora necessario dopo la procedura di recupero ora descritta,
utilizzando gli eventuali rappresentanti residui nei Consigli di Facoltà.
Il Rettore con proprio decreto nomina i rappresentanti nei Consigli di Dipartimento di cui al
presente articolo.
Nel caso in cui, a seguito dell’applicazione della procedura di cui ai commi precedenti, il
numero dei rappresentanti degli studenti nel Consiglio di Dipartimento risulti inferiore a
quello previsto al comma 1, trova applicazione l’articolo 48, comma 1, dello Statuto
dell’Ateneo.
Art. 19
Rappresentanza dei dottorandi e degli specializzandi
1. Nella fase transitoria di cui all’articolo 18, comma 1, i dottorandi e gli specializzandi sono
rappresentati dai rappresentanti degli studenti individuati ai sensi dello stesso articolo 18.
________________________________________________________________________________
85
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
Capo III: disposizioni finali
Art. 20
Durata in carica
1. Il mandato degli studenti così eletti di cui ai precedenti capi I e II ha durata temporanea sino
alla successive elezioni per il rinnovo delle rappresentanze studentesche, che si terranno in
conformità al nuovo Regolamento elettorale di cui all’art. 18 dello Statuto dell’Ateneo.
Art. 21
Entrata in vigore
Il presente regolamento entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino
ufficiale dell’Università degli studi di Firenze, ai sensi dell’articolo 51 dello Statuto dell’Ateneo.
Sul punto 18 dell’O.D.G. «REGOLAMENTO PER IL PRIMO INSEDIAMENTO DEL
“COMITATO UNICO DI GARANZIA PER LE PARI OPPORTUNITÀ, LA
VALORIZZAZIONE DEL BENESSERE DI CHI LAVORA E CONTRO LE
DISCRIMINAZIONI” , IN BASE ALLO STATUTO DELL’ATENEO EMANATO CON
DECRETO DEL RETTORE 6 APRILE 2012, N. 329»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «La legge
183/2010 (c.d. Collegato Lavoro) all’art. 21, comma 1, lett. c) nell’innovare l’art. 57 del d.lgs.
165/2001 ha previsto che “le pubbliche amministrazioni costituiscono al proprio interno, entro
centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione e senza nuovi o
maggiori oneri per la finanza pubblica, il “Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la
valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni” che sostituisce, unificando
le competenze in un solo organismo, i comitati per le pari opportunità e i comitati paritetici sul
fenomeno del mobbing, costituiti in applicazione della contrattazione collettiva, dei quali assume
tutte le funzioni previste dalla legge, dai contratti collettivi relativi al personale delle
amministrazioni pubbliche o da altre disposizioni”.
Tale legge ha previsto, altresì, che le modalità di funzionamento dei Comitati Unici di Garanzia
siano disciplinate da Linee Guida contenute in una Direttiva a firma congiunta del Ministro per la
Pubblica Amministrazione e dell’Innovazione e del Ministro per le Pari Opportunità,
successivamente emanata in data 4 marzo 2011.
Le predette Linee Guida stabiliscono che il Comitato unico di garanzia assorbe ed unifica le
precedenti funzioni e competenze dei Comitati per le pari opportunità e dei Comitati paritetici sul
fenomeno del mobbing, istituiti in questo Ateneo rispettivamente con D.R. n. 67455 del 25 ottobre
2010 e con nota a firma del Direttore Amministrativo prot. n. 37824 del 20 maggio 2005.
La stessa direttiva prevede che le Università disciplinino nei loro Statuti le modalità di
composizione e di funzionamento dei Comitati in esame.
Alla luce di ciò lo Statuto dell’Università degli studi di Firenze all’art. 22 (Comitato unico di
garanzia per le pari opportunità. 1. Il Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la
valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni ha compiti propositivi,
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
consultivi e di verifica. Contribuisce all’ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico,
migliorando l’efficienza delle prestazioni collegata alla garanzia di un ambiente di lavoro
caratterizzato dal rispetto dei principi di pari opportunità, di benessere organizzativo e dal
contrasto di qualsiasi forma di discriminazione e di violenza morale o psichica per i lavoratori.
2. Il Comitato promuove la cultura delle pari opportunità ed il rispetto della dignità della persona
nel contesto lavorativo, vigilando contro qualunque forma di discriminazione, diretta e indiretta,
determinata da qualsiasi causa o condizione. 3. La composizione, le modalità di formazione, quelle
di funzionamento, i compiti, nonché la durata del Comitato sono disciplinati dal Regolamento
Generale di Ateneo, in modo che sia assicurata la presenza paritaria di entrambi i generi, sia
garantito il possesso di conoscenze ed esperienze adeguate da parte dei membri del Comitato e sia
salvaguardato il rispetto della specifica composizione del personale dell’Università in regime di
diritto pubblico e contrattualizzato) ha previsto l’istituzione del Comitato unico di garanzia per le
pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni, rinviando
al Regolamento Generale di Ateneo la definizione della composizione, delle modalità di
formazione, del funzionamento, dei compiti, nonché della durata del Comitato.
Il presente schema di Regolamento, essendo destinato a confluire in un articolato del Regolamento
Generale di Ateneo, ha un’impostazione estremamente essenziale e generalista.
Lo schema di Regolamento consta di nove articoli.
L’art. 1, in considerazione del fatto che il CUG sostituisce - unificando le competenze in un unico
organismo - il Comitato per le pari opportunità e il Comitato paritetico sul fenomeno del mobbing,
dichiara la decadenza del Comitato per le pari opportunità, istituito con D.R. n. 67455 del 25 ottobre
2010 ed il Comitato paritetico sul fenomeno del mobbing, istituito con nota a firma del Direttore
Amministrativo prot. n. 37824 del 20 maggio 2005.
L’art. 2 prevede la composizione, riportandosi pedissequamente a quanto stabilito dalla legge – “ha
composizione paritetica ed è formato da un componente designato da ciascuna delle organizzazioni
sindacali maggiormente rappresentative a livello di amministrazione e da un pari numero di
rappresentanti dell’amministrazione” - e all’interpretazione che di tale frase ha dato il Ministero
nelle Linee Guida e che poi è stata ulteriormente ribadita nelle FAQ. Il punto 3.1.2. delle Linee
Guida, nell’affrontare il tema dei criteri di composizione del CUG, scioglie il nodo della
composizione della componente sindacale, prevedendo che tale designazione sia fatta ad opera di
“ciascuna delle organizzazioni sindacali rappresentative, ai sensi degli artt. 40 e 43 del d.lgs.
165/2001”.
In relazione alla nomina del Presidente del CUG – tema anche questo affrontato nell’art. 2 – lo
schema di regolamento si è attenuto ad una interpretazione del testo di legge rigorosa, escludendo
che il Presidente del CUG possa essere scelto dal Rettore al di fuori dei componenti designati
dall’amministrazione. L’amministrazione non ha voluto prendere in considerazione tale possibilità
al fine di non alterare la composizione paritetica del Comitato prevista dalla legge.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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L’art. 3 stabilisce la durata dell’incarico in anni quattro con la possibilità di un solo rinnovo
consecutivo.
L’art. 4 individua i compiti del Comitato in via indiretta tramite un rinvio al testo di legge e al testo
delle Linee Guida.
L’art. 5 prevede che il CUG rediga annualmente una relazione e che questa sia consegnata ai
massimi organi di Ateneo e resa consultabile da tutto il personale mediante il suo inserimento nel
sito web di Ateneo.
L’art. 6 regola le dimissioni dei componenti del CUG ovvero del Presidente, tenendo ferma, anche
nel caso di sostituzione di un componente, la composizione paritetica del Comitato.
L’art. 7 – in linea con quanto previsto dall’attuale regolamento sul CPO - attribuisce al CUG una
sede nonché la messa a disposizione dei servizi amministrativi di volta in volta necessari per lo
svolgimento delle sue attività.
L’art. 8 rinvia le determinazioni relative al funzionamento interno del CUG - anche in relazione alla
eventuale partecipazione ai lavori del CUG degli studenti e/o di esperti e/o di tutti quanti operano a
vario titolo all’interno delle strutture universitarie (cfr. punto 3.1.2. delle Linee Guida) - ad un
Regolamento interno che dovrà essere adottato dal Comitato stesso nella prima seduta utile e,
comunque, entro 60 gg. dalla sua costituzione (cfr. punto 3.4. delle Linee Guida).
L’art. 9 disciplina i tempi dell’entrata in vigore del regolamento.
Il Comitato tecnico amministrativo ha esaminato il testo del Regolamento in data 18 luglio 2012.
Il Senato accademico si è pronunciato in merito al Regolamento in esame, nella seduta straordinaria
del 19 luglio 2012.»
Il Rettore invita il Direttore Amministrativo ad illustrare la pratica.
Il Direttore Amministrativo fa presente che il testo del regolamento è particolarmente essenziale
nel contenuto per permettere al CUG di decidere le regole di funzionamento di cui dotarsi. Fa
presente, inoltre, che il numero dei componenti del CUG designati dalle organizzazioni sindacali
rappresentative di Ateneo è equivalente a quello dei componenti designati dall’amministrazione, e
tiene conto di un equo rapporto tra i generi. Per non alterare detta dimensione di pariteticità, il
regolamento prevede che il presidente sia nominato dal Rettore tra i componenti che
l’amministrazione ha già designato nel CUG.
Tanini esprime soddisfazione per la definizione del Regolamento dell’insediamento del CUG,
atteso da tempo, che riunisce in un unico organismo il Comitato per le pari opportunità e il
Comitato paritetico sul fenomeno del mobbing. Auspica, inoltre, che l’Ateneo riesca ad ottenere una
migliore espressione di pariteticità fra la componente di sesso diverso rispetto a quella del CUG di
Careggi, del quale fa parte, che su venti componenti ne ha solo due di sesso maschile.
Parrini si associa all’intervento di Tanini per manifestare soddisfazione per la costituzione di un
organismo deputato ad affrontare due questioni diverse ma collegate: le pari opportunità e il
mobbing. Ritiene, però, che l’università avrebbe potuto andare oltre all’indicazione legislativa, a
suo parere non vincolante, sostituendo la designazione da parte delle organizzazioni sindacali con
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
un sistema di elezione di più ampio coinvolgimento del personale universitario. Riterrebbe
opportuno, inoltre, valutare la possibilità di far filtrare dal Senato la componente che viene
nominata dall’amministrazione, in particolare dal Rettore, in modo da fornire al Rettore stesso una
rosa di candidati sui quali orientare la scelta. Fa presente che se la proposta fosse accolta, il
Regolamento potrebbe essere modificato senza difficoltà.
Il Rettore fa presente che il testo del Regolamento è stato ampiamente discusso in varie sedi, per
cui non riterrebbe appropriato apportare modifiche che, tra l’altro, potrebbero non essere
sufficientemente meditate. Assicura che i membri del CUG saranno designati con una procedura
trasparente che, comunque, se nel tempo saranno riscontrate possibilità di miglioramento, il
Regolamento potrà essere modificato.
Dei concorda con l’intervento del Rettore, ma, al fine di raccogliere il dibattito che si è sviluppato
sull’argomento, propone di approvare il Regolamento nella versione attuale e, al contempo,
manifestare l’auspicio che il Rettore, nella designazione della componente relativa
all’amministrazione, attui la più ampia consultazione.
Il Rettore si associa alla proposta di Dei. Mette, quindi, in approvazione la proposta di delibera
presentata dall’ufficio, integrata dalla proposta di Dei.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 158
Il Consiglio di Amministrazione,

vista la legge 183/2010 (c.d. Collegato Lavoro) all’art. 21, comma 1, lett. c) che
nell’innovare l’art. 57 del d.lgs. 165/2001 ha previsto che “le pubbliche amministrazioni
costituiscono al proprio interno, entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della
presente disposizione e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, il Comitato
unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e
contro le discriminazioni”;

visto che la citata legge 183/2010 ha previsto, altresì, che le modalità di funzionamento dei
Comitati Unici di Garanzia siano disciplinate da Linee Guida contenute in una Direttiva a
firma congiunta del Ministro per la Pubblica Amministrazione e dell’Innovazione e del
Ministro per le Pari Opportunità, successivamente emanata in data 4 marzo 2011;

visto inoltre che le predette Linee Guida stabiliscono che il Comitato unico di garanzia
assorbe ed unifica le precedenti funzioni e competenze dei Comitati per le pari opportunità e
dei Comitati paritetici sul fenomeno del mobbing;

visto che il Comitato pari opportunità ed il Comitato paritetico sul fenomeno del mobbing
sono stati istituiti in questo Ateneo rispettivamente con D.R. n. 67455 del 25 ottobre 2010 e
con nota a firma del Direttore Amministrativo prot. n. 37824 del 20 maggio 2005;

vista la legge 30 dicembre 2010, n. 240;

visto il vigente Statuto dell’Università degli Studi di Firenze emanato con decreto rettorale
n. 329 del 6 aprile 2012, ed in particolare l’art. 22 che ha previsto l’istituzione del Comitato
________________________________________________________________________________
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unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e
contro le discriminazioni, rinviando al Regolamento Generale di Ateneo la definizione della
composizione, delle modalità di formazione, del funzionamento, dei compiti, nonché della
durata del Comitato;

visto il testo del Regolamento per il primo insediamento del “Comitato unico di garanzia per
le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni”,
in base allo Statuto dell’Ateneo emanato con decreto del Rettore 6 aprile 2012, n. 329;

visto il parere favorevole espresso dal Comitato tecnico amministrativo nella seduta del 18
luglio 2012, e recepite le osservazioni formulate;

vista la delibera del Senato accademico del 19 luglio 2012;

tenuto conto che il presente schema di Regolamento, è destinato a confluire in un articolato
del Regolamento Generale di Ateneo, in fase di approvazione;

tenuto conto di quanto emerso nel corso della discussione in ordine all’esigenza, in sede di
designazione della componente dell’amministrazione, di coinvolgere i soggetti interessati,
approva
il Regolamento per il primo insediamento del “Comitato unico di garanzia per le pari opportunità,
la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni”, in base allo Statuto
dell’Ateneo emanato con decreto del Rettore 6 aprile 2012, n. 329 nel testo di seguito riportato.
Il Consiglio di amministrazione, inoltre, nel valutare positivamente il Regolamento per il
primo insediamento del “Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del
benessere di chi lavora e contro le discriminazioni” esprime l’auspicio che il Rettore, nella
designazione della componente relativa all’Amministrazione, attui la più ampia consultazione.
REGOLAMENTO PER IL PRIMO INSEDIAMENTO DEL “COMITATO UNICO DI GARANZIA
PER LE PARI OPPORTUNITÀ, LA VALORIZZAZIONE DEL BENESSERE DI CHI LAVORA E
CONTRO LE DISCRIMINAZIONI” , IN BASE ALLO STATUTO DELL’ATENEO EMANATO CON
DECRETO DEL RETTORE 6 APRILE 2012, N. 329
Art. 1
Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità
1. Il Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi
lavora e contro le discriminazioni - di seguito denominato “CUG” - ai sensi dell’articolo 57 del D.
Lgs. 165/2001, e successive modificazioni, e dell’art. 22 dello Statuto dell’Università degli Studi di
Firenze, sostituisce, unificando le competenze in un unico organismo, il Comitato per le pari
opportunità e il Comitato paritetico sul fenomeno del mobbing, dei quali assume tutte le funzioni
previste dalla legge, dai contratti collettivi relativi al personale delle amministrazioni pubbliche o da
altre disposizioni.
2. Il Comitato per le pari opportunità ed il Comitato paritetico sul fenomeno del mobbing decadono
con la costituzione del CUG.
Art. 2
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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Composizione
1. Il CUG è un organismo paritetico formato da componenti designati da ciascuna delle
organizzazioni sindacali rappresentative, a livello di Ateneo, ai sensi dell’ art. 43 del D. Lgs.
165/2001, e da un ugual numero di rappresentanti dell’Amministrazione designati dal Rettore,
nonché da altrettanti componenti supplenti, assicurando nel complesso la presenza tendenzialmente
paritaria di entrambi i generi ed una equilibrata presenza di tutte le componenti del personale
contrattualizzato e non.
2. Le/I componenti supplenti possono partecipare alle riunioni del CUG solo in caso di assenza o
impedimento dei rispettivi titolari.
3. Il/La Presidente del Comitato è scelto/a dal Rettore tra i/le rappresentanti designati/e
dall’Università e deve essere in possesso dei requisiti richiesti dalla normativa per lo specifico
ruolo.
Art. 3
Durata
1. Il CUG è rinnovato ogni quattro anni.
2. I componenti non possono svolgere più di due mandati consecutivi.
Art. 4
Compiti
1. Il Comitato esercita i compiti propositivi, consultivi e di verifica dettati dall'articolo 57, comma
3, del D. Lgs. 165/2001 ed individuati dalla Direttiva della Presidenza del Consiglio dei Ministri del
4 marzo 2001, che ha stabilito le Linee guida sulle modalità di funzionamento dei Comitati Unici di
Garanzia.
Art. 5
Relazione annuale
1. Il CUG redige entro il 30 marzo di ogni anno una dettagliata relazione sulla situazione del
personale dell’Università degli Studi di Firenze, riferita all'anno precedente, riguardante l'attuazione
dei principi di parità, pari opportunità, benessere organizzativo e di contrasto alle discriminazioni e
alle violenze morali e psicologiche nei luoghi di lavoro e al mobbing. La relazione deve essere
trasmessa al Rettore, al Direttore Amministrativo nonché al Senato Accademico e al Consiglio di
Amministrazione, e pubblicata sul sito web di Ateneo.
Art. 6
Dimissioni
1. In caso di dimissioni del/della Presidente, il Rettore provvederà ad una nuova nomina entro 30
giorni.
2. In caso di dimissioni di un componente effettivo subentrerà il supplente; in caso di dimissioni di
un componente supplente l’organizzazione di appartenenza, se di nomina sindacale, o
l’Amministrazione, se di sua nomina, provvederanno alla nuova designazione entro 30 giorni.
Art. 7
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Strumenti e risorse
1. L'amministrazione garantisce al CUG:
- una sede dove conservare il materiale informativo, la documentazione delle attività svolte e
poter svolgere le proprie attività organizzative;
- la messa a disposizione dei servizi amministrativi di volta in volta necessari per le attività del
CUG.
Art. 8
Regolamento interno
1. Il CUG nella prima seduta utile, e comunque, entro 60 gg. dalla sua costituzione, adotta a
maggioranza dei componenti, un Regolamento interno che, in attuazione della presente disciplina,
regola il funzionamento del Comitato stesso, anche in relazione all’eventuale partecipazione ai
lavori del CUG degli studenti e/o di esperti e/o di tutti quanti operano a vario titolo all’interno delle
strutture universitarie.
Art. 9
Entrata in vigore
1. Il presente regolamento entra in vigore il giorno successivo alla pubblicazione sul Bollettino
Ufficiale dell’Università degli Studi di Firenze, ai sensi dell’articolo 51 dello Statuto dell’Ateneo.
Sul punto 19 dell’O.D.G. «DIPARTIMENTI RIORGANIZZATI SECONDO LA LEGGE 30
DICEMBRE 2010, N. 240: ASSEGNAZIONE DEL PERSONALE TECNICOAMMINISTRATIVO E INDIVIDUAZIONE DEL RESPONSABILE AMMINISTRATIVO
DI DIPARTIMENTO»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «L’attuazione
della Legge 240/2010 impone una revisione profonda della struttura organizzativa dell’Ateneo,
anche con riguardo ai servizi amministrativi di supporto alle attività didattiche e di ricerca.
In particolare, l’attribuzione ai Dipartimenti delle funzioni didattiche in precedenza affidate alle
Facoltà, la nascita delle Scuole con compiti di coordinamento dei corsi di studio - le cui attività
dovranno essere attentamente calibrate onde trovare il giusto punto di equilibrio con i Dipartimenti
e le Aree dirigenziali - e, infine, l’introduzione del bilancio unico d’Ateneo, impattano in modo
sostanziale su alcuni macro-processi (principalmente didattica, ricerca e contabilità).
Il processo di riorganizzazione deve necessariamente partire dalle strutture dipartimentali di Ateneo,
destinate a diventare il centro propulsore dell’attività dell’Ateneo per effetto, da un lato, della loro
crescita in termini quantitativi (docenti e personale afferente) e, dall’altro, della loro crescita in
termini qualitativi, atteso che la c.d. Riforma Gelmini assegna loro nuove e diverse “funzioni
finalizzate allo svolgimento della ricerca scientifica, delle attività didattiche e formative, nonché
delle attività rivolte all’esterno ad esse correlate o accessorie”.
Alla diversa struttura formale e sostanziale del Dipartimento dovrà corrispondere, al vertice della
relativa organizzazione tecnico-amministrativa, una figura professionale in parte nuova rispetto al
tradizionale Segretario amministrativo di Dipartimento, in quanto dovrà risultare dotata sia di
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competenze tecniche (non solo in materia amministrativo-contabile, ma anche in ambito di gestione
delle attività inerenti la didattica e la ricerca), sia di competenze relazionali nei confronti, da un lato,
del Direttore generale e dei Dirigenti di Area e, dall’altro, del Direttore di Dipartimento.
Il processo di identificazione di persone dotate non solo di competenze adeguate su materie
eterogenee ma anche di abilità/skills differenziate e polimorfe nel settore delle relazioni e della
leadership, così da renderlo interlocutore maturo nei rapporti istituzionali e non, sia interni che
esterni, è un primo passaggio cruciale al quale dedicare la massima attenzione.
Al fine di caratterizzare tale figura in modo peculiare, la bozza di “Regolamento di ateneo dei
Dipartimenti” la identifica (Art. 5) come Responsabile amministrativo (RA): resta inteso che, in
ogni caso, essa assorbe in sé anche le funzioni di Segretario amministrativo di Dipartimento come
previste dalla normativa previgente.
Organizzazione amministrativa dei Dipartimenti:
Le attività amministrative del Dipartimento sono assicurate dal personale a ciò preposto in base al
modello organizzativo e gestionale assunto nel rispetto dei principi di cui all’Art. 1 del
“Regolamento per l’individuazione dei criteri di organizzazione, di valutazione e di conferimento
degli incarichi dell’Università degli Studi di Firenze” emanato con Decreto rettorale, 17 giugno
2011, n. 519 - prot. n. 39766.
L’ipotesi organizzativa di riferimento per i servizi amministrativi dei nascenti 24 dipartimenti,
coerentemente con il contenuto di tale Regolamento, è la seguente:
- Unità Organizzativa di II° livello:
a) Servizi amministrativi ed ausiliari del Dpt “X”
- Unità Organizzative di I° livello:
a) Unità Operativa di Supporto alla Didattica
b) Unità Operativa di Supporto alla Ricerca
c) Unità Operativa di Supporto alla Gestione
L’organico tecnico-amministrativo del Dipartimento dipenderà dalle sue peculiari caratteristiche e
dal conseguente carico di lavoro (misurato utilizzando indicatori oggettivi): l’articolazione proposta
verrà evidentemente implementata in modo integrale nelle varie realtà solo in presenza di
condizioni minime che la giustifichino.
Per le attività di competenza i Dipartimenti potranno anche avvalersi di strutture comuni.
Poiché i Servizi amministrativi ed ausiliari dei Dipartimenti sono a tutti gli effetti Unità
Organizzative di II° livello, per alcuni di essi si possono – in caso di necessità - stabilire punti di
coordinamento come previsto all’Art. 2, comma 3, del citato Regolamento.
In ogni caso, le Aree dirigenziali devono garantire l’unitarietà dei processi dei dipartimenti con
appropriati strumenti, anche di natura organizzativa.
Competenze e responsabilità del Responsabile amministrativo di Dipartimento:
Il Responsabile amministrativo (RA) di Dipartimento deve:
a) possedere competenze settoriali in materia di gestione amministrativa e di personale;
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b) possedere competenze relazionali e di leadership;
c) conoscere il flusso procedurale dei principali processi in materia di didattica e di ricerca;
d) avere la capacità di individuare ed adottare soluzioni di problemi complessi di carattere
organizzativo e/o professionale;
e) assumere la responsabilità in ordine alla qualità ed economicità dei risultati ottenuti, nonché
quelle di natura amministrativo-contabile connesse con la funzione.
La responsabilità della posizione di RA di Dipartimento, per la quale è necessaria la qualifica
apicale prevista dal CCNL del personale tecnico-amministrativo (cat. EP), comporta i seguenti
compiti e poteri:
a) assunzione delle responsabilità procedimentali che fanno capo direttamente al RA;
b) adozione, ove del caso su delega del Direttore generale e dei Dirigenti di area, di tutti gli atti, ivi
compresi quelli che impegnano l'amministrazione verso l'esterno, e di provvedimenti finali vincolati
relativi ai procedimenti amministrativi che fanno capo al Dipartimento; su delega specifica del
Direttore, la possibilità di adottare provvedimenti finali di natura discrezionale, anche comportanti
una spesa diretta aggiuntiva rispetto a quelle indirette di carattere generale e gestionale, sia che essi
riguardino la fase di impegno sia quella di autorizzazione alla liquidazione del corrispettivo;
c) gestione del personale e delle risorse strumentali assegnate;
d) sovrintendere, coordinare e controllare l'attività delle unità operative e dei responsabili dei
procedimenti amministrativi, anche con poteri sostitutivi in caso di inerzia;
Il RA è componente del Consiglio di Dipartimento e partecipa alle sedute della Giunta ai sensi
dell’articolo 27 dello Statuto di Ateneo.
Il RA può delegare alcune funzioni sue proprie a personale di Cat. D in possesso di idonea
qualificazione professionale, compresa la partecipazione in sua vece alle sedute di Consiglio e
Giunta, tenuto conto che egli in particolare deve:
1) provvedere annualmente alla redazione tecnica dei documenti contabili previsti (su base
preventiva, in itinere ed a consuntivo) dal Regolamento per l’Amministrazione, la Finanza e la
Contabilità, sulla base degli indirizzi espressi dal Direttore e dagli Organi del Dipartimento;
2) provvedere alla sottoscrizione dei singoli provvedimenti di pagamento e di incasso, attestandone
la correttezza sotto i profili amministrativi, contabili, giuridici, fiscali e previdenziali,
assicurativi, negoziali, patrimoniali, e procedendo infine alla loro trasmissione;
3) provvedere alla gestione del budget assegnato e procedere all’accertamento dei crediti e dei
debiti;
4) provvedere alla gestione del patrimonio del Dipartimento, verificando la corretta inventariazione
dei beni mobili, nel rispetto della normativa vigente;
5) provvedere alla corretta tenuta della contabilità, alle registrazioni di chiusura dei registri
inventariali ed ai relativi controlli amministrativi;
6) provvedere alla tenuta e gestione del fondo di cassa del Dipartimento, destinato al sostenimento
delle minute spese, provvedendo annualmente alla sua apertura, ricostituzione e chiusura;
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7) provvedere (se necessario, previa deliberazione del Consiglio di Dipartimento), alla gestione
delle attività negoziali della Struttura, ovvero alla predisposizione dei contratti passivi;
8) provvedere (se necessario, previa deliberazione del Consiglio di Dipartimento), alla
predisposizione ed attuazione amministrativo - contabile dei contratti attivi della Struttura
(contratti di ricerca, convenzioni, accordi quadro, protocolli d'intesa e richieste di contributi e
sovvenzioni) sottoscritti con l'Unione Europea, il MIUR, il CNR ed altri Enti pubblici e privati
nazionali ed internazionali;
9) sovrintendere al rispetto, in seno agli Uffici amministrativi del Dipartimento, degli adempimenti
previsti dalla disciplina sulla privacy, verificandone l'impatto sui singoli procedimenti
amministrativi e, quindi, adottando gli accorgimenti necessari al corretto trattamento dei dati
personali e/o sensibili ed ai relativi obblighi informativi e procedurali;
10) provvedere, d'intesa con il Direttore, alla stesura, all'aggiornamento annuale ed all'attuazione
del DPS - Documento Programmatico sulla Sicurezza del Dipartimento.
Modalità di selezione del Responsabile amministrativo:
In quanto unità organizzative di II° livello, i Servizi amministrativi ed ausiliari del Dpt devono
essere diretti da personale di Categoria EP.
Tenuto conto che la base di reclutamento “naturale” di queste nuove figure è l’insieme degli attuali
Segretari amministrativi, è utile partire da una ricognizione delle loro caratteristiche che evidenzi
categoria di inquadramento, età e titolo di studio.
La situazione ad oggi è la seguente:
Cat. EP
Età
< 40
40-44
45-49
50-54
54-59
> 59
Totale
Tot
Laureati
Totale ECO GIUR SPOL Uman Laur
0
0
2
2
1
1
4
4
3
1
1
1
1
2
2
1
1
0
0
9
6
1
1
1
9
Non
Laur
Cat. D
Età
< 40
40-44
45-49
50-54
54-59
> 59
Totale
Tot
Laureati
Totale ECO GIUR SPOL Uman Laur
2
2
2
2
2
1
1
8
11
4
2
1
1
9
19
2
2
1
4
6
20
1
5
1
1
1
55
7
5
3
13
28
Non
Laur
Totale
Età
< 40
Tot
Laureati
Totale ECO GIUR SPOL Uman Laur
2
2
2
Non
Laur
0
3
10
14
27
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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40-44
45-49
50-54
54-59
> 59
Totale
età Media =
50,7
4
15
20
22
1
64
2
7
3
1
1
3
2
1
1
1
1
13
6
4
1
4
6
1
14
4
12
10
8
1
37
3
10
14
27
Come si può vedere, solo 9 tra gli attuali 64 Segretari amministrativi risultano inquadrati nella Cat.
EP. Inoltre, dei 55 Segretari amministrativi inquadrati in Cat. D solo 28 risultano in possesso del
diploma di laurea e, come noto, con l’entrata in vigore della c.d. Riforma Brunetta della Pubblica
Amministrazione non è più possibile accedere per scorrimento interno ad una categoria superiore se
non si è in possesso del titolo di studio previsto per i concorsi esterni. Non esistono più, peraltro,
progressioni verticali con concorsi riservati al personale interno, poiché esso può godere oggi solo
di una riserva di posti del 50% all’interno di un procedimento concorsuale aperto anche agli esterni.
Provando ad allargare la base di reclutamento estendendola a tutto il personale inquadrato nella Cat.
EP, introducendo l’ulteriore caratterizzazione rappresentata dall’Area funzionale di appartenenza, la
situazione diventa la seguente:
CAT
EP
AREA
AMM
Età
< 40
40-44
45-49
50-54
54-59
> 59
ARC/ING
Gruppi di Laurea
SAN SCI SOC
1
9
6
6
3
AMM Totale
BIBL
25
45-49
50-54
54-59
> 59
2
1
3
2
5
7
1
15
1
2
6
1
3
5
23
34
6
72
1
1
2
7
2
13
1
4
6
25
41
8
85
26
26
117
17
134
BIBL Totale
TECN
< 40
40-44
45-49
50-54
54-59
> 59
2
1
1
5
13
28
2
50
2
50
1
TECN Totale
6
4
2
13
EP Totale
13
2
UMAN Totale NoLaurea Totale
1
1
9
1
10
6
6
3
9
9
3
6
6
2
2
2
8
33
1
34
2
5
5
2
5
5
12
12
4
1
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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Come si vede, con l’allargamento della base di reclutamento a tutto il personale inquadrato nella
Cat. EP le partecipazioni potenziali diventano 134; al contrario, se ci limitiamo a considerare il solo
personale appartenente all’Area Amministrativo-Gestionale, esse si riducono a 34.
Come noto, l’Amministrazione ha deciso per la soluzione più estesa, invitando le 134 unità di
personale di Cat. EP interessate ad avanzare la propria candidatura; alla scadenza, sono pervenute
12 domande, 3 delle quali si riferiscono a personale di area tecnico-scientifica.
Tali domande coprono solo il 50 % del fabbisogno (ma solo a condizione che tutti i candidati che si
sottopongono al processo di selezione risultino alla fine idonei).
Con l’intento di aumentare le possibilità di copertura delle strutture dipartimentali,
l’Amministrazione ha invitato il personale di Cat. EP di area amministrativo-gestionale oggi senza
incarico e quello che ricopre (o ha ricoperto in passato) il ruolo di segretario amministrativo a
partecipare al ciclo di formazione previsto (esentando quelli che si trovano in una situazione di
rapporto di lavoro part time, che potranno farlo solo su loro esplicita richiesta).
Le aspettative sono di 16-18 partecipanti ai corsi e di 12-14 persone idonee e disponibili a svolgere
con convinzione la funzione di RA di Dipartimento.
E’ a questo punto evidente che, risorse permettendo, si dovrà pensare ad un bando di reclutamento
per personale di Cat. EP che, in base all’attuale normativa, dovrà rivolgersi per il 50% dei posti a
personale esterno e, attraverso la previsione di posti riservati, per il 50% a personale interno di Cat.
D (in possesso degli stessi requisiti di accesso previsti per gli esterni).
In ogni caso, si è ritenuto comunque fondamentale delineare un percorso di selezione e di
formazione che consenta alle nascenti nuove strutture dipartimentali di poter disporre di una figura
apicale adeguata al nuovo scenario organizzativo.
Il processo di selezione seguirà le seguenti fasi:
1) Progettazione di un percorso formativo modulare di livello universitario da erogare
(orientativamente) nell’arco temporale di un biennio;
2) Somministrazione al personale di Cat. EP selezionato dei moduli relativi alla didattica, alla
ricerca e alla gestione (contabilità, attività contrattuale e reclutamento di personale) entro il
mese di ottobre 2012 (150-180 ore di impegno in aula);
3) Predisposizione di un elaborato scritto da parte di ciascuno dei partecipanti al corso da
consegnare entro il 18-11-2012;
4) Discussione dell’elaborato e valutazione finale (anche sui contenuti del corso) da parte di una
commissione composta da docenti universitari entro il 30-11-2012;
5) Verifica delle competenze e del potenziale del personale di categoria EP risultato idoneo e degli
eventuali vincitori del concorso;
6) Assegnazione dei RA ai Dipartimenti entro il 31-12-2012;
Soluzioni transitorie in caso di carenza di figure di RA di Dipartimento al 1° gennaio 2013:
Per le posizioni di RA che non dovessero risultare coperte al 1° gennaio 2013, si possono ipotizzare
le seguenti soluzioni transitorie:
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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1) Attribuzione di mansioni superiori al personale interno laureato inquadrato nella Cat. D, con le
modalità e per il periodo consentito dalla normativa vigente;
2) Attribuzione ad interim dell’incarico di RA a personale di Cat. EP;
3) Attribuzione ad interim dell’incarico di RA su un secondo Dipartimento ai selezionati;
4) Attribuzione di funzioni di coordinamento e tutoraggio di più Dipartimenti a Dirigenti
dell’Università di Firenze che, avvalendosi in particolare dell’apporto di chi oggi svolge
funzioni di Segretario amministrativo, possono esercitare pro tempore anche la funzione di RA.
La soluzione 1) non appare la più adatta all’attuale contesto, per i probabili contenziosi che
innescherebbe. Si tratterebbe infatti di scegliere un numero limitato di persone su una platea
potenziale – come abbiamo visto – abbastanza estesa.
La soluzione 2) è da escludere in quanto è palesemente in contraddizione con l’operazione di forte
investimento sulla nuova figura di RA di Dipartimento.
Restano a questo punto, come soluzioni perseguibili, solo la 3) e la 4).
Si potranno implementare entrambe tenendo conto delle situazioni di fatto che verranno a
determinarsi, ma allo stato è forse preferibile puntare più sulla soluzione 4); le situazioni attribuite
ad interim verrebbero infatti fatalmente messe in secondo piano dagli RA interessati.
Assegnazione del personale tecnico-amministrativo ai Dipartimenti:
Risolte le problematiche relative alla selezione del RA di Dipartimento, si pone il problema di come
redistribuire tra le nuove strutture dipartimentali il personale tecnico-amministrativo oggi assegnato
agli attuali dipartimenti, in particolare nel caso in cui i docenti oggi afferenti ad uno qualsiasi di
questi ultimi non siano approdati in blocco (o comunque con pochissime eccezioni) ad uno dei
nuovi dipartimenti; è evidente infatti che laddove questa circostanza si sia verificata, si può
ipotizzare il passaggio – altrettanto in blocco - del personale tecnico-amministrativo a quello stesso
dipartimento.
Tale problematica si pone, peraltro, prevalentemente nei confronti del personale che svolge funzioni
di natura amministrativa o che eroga servizi tecnici-ausiliari di carattere generale, non legati in
misura significativa alle peculiarità di un particolare settore di ricerca. In quest’ultimo caso appare
infatti evidente che l’assegnazione è di fatto quasi obbligata, nel senso che le risorse di personale
tecnico dovranno essere assegnata al nuovo Dipartimento in ragione delle apparecchiature e dei
settori/linee di ricerca “ereditati”, se non si vuole disperdere un patrimonio di esperienze e di
competenze acquisite nel tempo.
Il meccanismo di attribuzione partirà in questo caso dall’acquisizione di un’espressione di volontà
da parte del personale tecnico (pari oggi a 296 unità di personale FTE – Full Time Equivalent -)
che, se adeguatamente motivata, comporterà l’automatica assegnazione al Dipartimento richiesto, a
prescindere da ogni altra considerazione.
Più complesso si presenta invece il caso in cui uno degli attuali dipartimenti non sia confluito in
blocco (o quasi) in uno dei nuovi dipartimenti: appare ragionevole ipotizzare, in questo caso, che le
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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risorse di personale a-specifico debbano essere distribuite tra i vari dipartimenti sulla base di criteri
oggettivi.
A tal fine, l’utilizzazione della distribuzione percentuale dei docenti degli attuali dipartimenti sui
nuovi dipartimenti come driver per la redistribuzione appare la più plausibile, come da tabella di
seguito riportata.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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TABELLA A
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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(Soluzione 1)
Se costruiamo una matrice in cui evidenziamo sulle righe gli attuali dipartimenti e, sulle colonne, i
nuovi dipartimenti, applicando tale distribuzione sul numero (N) di unità di personale
amministrativo/di supporto oggi in servizio in ciascuno degli attuali dipartimenti otteniamo il
risultato – in termini di assegnazione delle 228,7 unità di personale non tecnico ai nuovi
dipartimenti (il dato tiene conto della % di part-time di alcune unità di personale oggi in servizio) –
come visualizzato nella tabella di seguito riportata.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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TABELLA B
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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(Soluzione 2)
Questo meccanismo può essere affiancato da un meccanismo analogo imperniato sull’Indicatore di
onerosità amministrativa (IOA) calcolato per gli attuali dipartimenti. L’IOA prende in
considerazione, come noto, le risorse umane (anche quelle non strutturate) e le risorse finanziarie
nella disponibilità del Dipartimento e le trasforma, attraverso l’assegnazione di tempi standard di
attività, in fabbisogno di unità amministrative espresso in anni-uomo.
Nella tabella di seguito riportata il fabbisogno di personale amministrativo (PA) secondo l’IOA
degli attuali dipartimenti (aggiornato al 2012) viene distribuito sui nuovi utilizzando come driver
ancora gli elementi contenuti nella Tab. A. Come si vede, in Tab. C vengono distribuite solo 171
unità di PA, a fronte delle 228,7 del caso precedente: è questo infatti il valore dell’organico
“teorico” dei Dipartimenti secondo l’IOA.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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TABELLA C
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104
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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(Soluzione 3)
Qualora si volesse mantenere comunque inalterato il volume di risorse umane nella disponibilità
degli attuali Dipartimenti distribuendolo alle nascenti nuove strutture dipartimentali senza
rinunciare all’effetto redistributivo conseguente all’applicazione dell’IOA, si può procedere
applicando l’aliquota percentuale della distribuzione delle 171 unità tra i nuovi dipartimenti su una
base di 228,7 (anziché di 171).
I tre meccanismi descritti sono accomunati dal fatto che utilizzano come base di partenza i dati
relativi agli attuali dipartimenti: non poteva essere diversamente, visto che i nuovi Dipartimenti non
sono ancora partiti.
(Soluzione 4)
L’unico dato conosciuto con certezza riferito ai nuovi Dipartimenti - e utilizzabile per i nostri fini è quello relativo alle afferenze dei docenti al 1° gennaio 2013: per ottenere una quarta modalità
distributiva è sufficiente applicare alla solita base di 228,7 il valore di tali afferenze
indipendentemente dai Dipartimenti di provenienza dei docenti stessi.
Senza considerare il “trascinamento” proporzionale degli amministrativi conseguente alla
migrazione dei docenti di riferimento, tale soluzione prevede la semplice divisione del numero
complessivo degli amministrativi per il numero complessivo dei docenti.
Riepilogando i quattro risultati ottenuti in un’unica tabella, abbiamo la seguente situazione per
ciascuno dei 24 nuovi dipartimenti.
Legenda:
PAdoc: numero di amministrativi per Dipartimento secondo la Soluzione 1
PAioa: numero di amministrativi per Dipartimento secondo la Soluzione 2
PAioa2: numero di amministrativi per Dipartimento secondo la Soluzione 3
PAaff: numero di amministrativi per Dipartimento secondo la Soluzione 4
newDip
PAdoc PAioa
PAioa2 docAffP
%
%
7,65
6,61 3,86%
8,84
5,11%
01 Matematica e Informatica
91,8
10,13
7,16 4,19%
9,57
3,89%
02 Fisica e Astronomia
69,8
8,89
9,10 5,32% 12,16
5,17%
03 Chimica
92
6,50
5,67 3,32%
7,58
2,33%
04 Scienze della Terra
41,6
5,94
5,09 2,98%
6,81
2,61%
05 Biologia
46,4
12,67
7,82
4,57%
10,45
4,89%
05 NEUROFARBA
86,4
13,05
6,08 3,55%
8,13
3,61%
06 Chirurgia e Med.Traslaz.
63,8
19,89 16,50 9,65% 22,07
06 Medicina Sperim. Clinica
154,6 8,62%
10,38
5,84 3,41%
7,81
3,56%
06 Sc. della Salute
60,4
13,25 11,34 6,63% 15,17
06 Scienze Biomed. Sperim. Clin.
101,4 5,84%
11,04
6,40 3,74%
8,55
4,28%
07 DISPAA
75,8
10,36
5,91 3,46%
7,90
3,11%
07 GESAAF
55,6
13,87
12,30
7,19%
16,45
08 Architettura DIDA
131,4 7,34%
6,09
4,11 2,40%
5,49
2,45%
08 Ing. Civile e Amb.
44,2
8,27
6,49 3,80%
8,68
3,39%
09 Ing. dell' Informazione
61
9,13
8,55 5,00% 11,43
3,39%
09 Ing. Industriale
58
9,22
6,45 3,77%
8,62
4,28%
10 Lettere e Filosofia
76,6
6,14
4,64 2,71%
6,20
3,06%
10 Lingue Letterature e Studi Intercult.li
54,6
PAaff
11,69
8,90
11,82
5,34
5,97
11,19
8,26
19,70
8,14
13,35
9,79
7,12
16,78
5,59
7,75
7,75
9,79
6,99
PAmd
8,70
8,94
10,49
6,27
5,95
10,53
8,88
19,54
8,04
13,28
8,95
7,82
14,85
5,32
7,80
9,22
8,52
5,99
________________________________________________________________________________
105
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
11 SAGAS
11 Sc. della Formazione e Psicologia
12 Sc. Giuridiche
13 Sc. dell' Economia e Impresa
13 Statistica DISIA
14 Sc. Politiche e Sociali
Totale complessivo
8,24
6,48 3,79%
8,66
4,90
4,29 2,51%
5,74
11,33
6,66 3,90%
8,91
10,33
9,01 5,27% 12,05
5,21
4,10 2,40%
5,48
6,17
4,42 2,58%
5,91
228,67 171,00 100% 228,67
91,6
43,8
92,6
112,2
48,2
52,6
1806,4
5,06% 11,57
8,74
2,33% 5,34
5,07
5,17% 11,82
9,68
6,11% 13,98 11,34
2,11% 4,83
4,91
2,28% 5,21
5,43
228,67
214,26
100%
Come si vede, accanto al risultato determinato dai quattro meccanismi di calcolo precedentemente
esaminati, nella tabella sopra riportata è stata introdotta una ulteriore colonna (PAmd): è proprio
questa la proposta conclusiva, ossia quella che definisce l’organico di PA dei nuovi Dipartimenti
come quello corrispondente alla media dei quattro valori ottenuti applicando i quattro differenti
sistemi.
Questo approccio appare al momento quello più equilibrato, nei termini in cui combina
opportunamente elementi storici con elementi di riequilibrio, senza trascurare l’effetto delle
economie di scala che si dovrebbero determinare nel momento in cui si accorpano funzioni
precedentemente parcellizzate che, pur attenuando il risultato ottenuto applicando l’IOA (che è stato
calcolato con riferimento ai Dipartimenti attuali e non a quelli futuri), conduce comunque ad un
risparmio di circa 15 unità di personale.
Possiamo assumere che questo sia il risultato a cui dobbiamo tendere nel breve periodo, ossia fino a
quando le attività delle nuove strutture dipartimentali non siano arrivate a regime (e come tali
suscettibili di apprezzamento con gli strumenti che saranno ritenuti più adeguati).
Nell’immediato, appare ragionevole ipotizzare una transizione che consenta di non radicalizzare le
situazioni ed offrire anche al PA la possibilità di una opzione, pur se meno estesa rispetto a quella
offerta al personale tecnico (PT).
L’ipotesi è quella di procedere ad una prima attribuzione di PA che tenga conto delle preferenze
espresse dal personale amministrativo, a condizione che esse conducano, per ciascuno dei nuovi
Dipartimenti, ad un risultato compreso entro un range predeterminato e fermo restando che,
attraverso le normali politiche di gestione del personale, si dovrà comunque tendere a riportare la
situazione al valore ottimale fissato (PAtend).
La situazione da gestire sarebbe in ultima analisi quella rappresentata dai dati contenuti nella tabella
seguente (il “minPA” corrisponde – per ciascun Dipartimento - al minore tra i valori risultanti
dall’applicazione di una delle quattro soluzioni suindicate; il “maxPA” è pari a: PAtend + (PAtend
– minPA):
newDip
01 Matematica e Informatica
02 Fisica e Astronomia
03 Chimica
04 Scienze della Terra
05 Biologia
05 NEUROFARBA
06 Chirurgia e Med.Traslaz.
minPA PAtend maxPA
9
6,62
11,38
9
7,17
10,83
10
8,89
11,11
6
5,27
6,73
6
5,10
6,90
11
7,91
14,09
9
5,99
12,01
________________________________________________________________________________
106
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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06 Medicina Sperim. Clinica
06 Sc. della Salute
06 Scienze Biomed. Sperim. Clin.
07 DISPAA
07 GESAAF
08 Architettura DIDA
08 Ing. Civile e Amb.
09 Ing. dell' Informazione
09 Ing. Industriale
10 Lettere e Filosofia
10 Lingue Letterature e Studi Intercult.li
11 SAGAS
11 Sc. della Formazione e Psicologia
12 Sc. Giuridiche
13 Sc. dell' Economia e Impresa
13 Statistica DISIA
14 Sc. Politiche e Sociali
Totale complessivo
16,43
5,70
11,34
6,48
5,93
12,21
4,10
6,48
7,34
6,54
4,59
6,48
4,42
6,67
9,03
4,01
4,46
19
8
13
9
8
15
5
8
9
9
6
9
5
10
11
5
6
215
21,57
10,30
14,66
11,52
10,07
17,79
5,90
9,52
10,66
11,46
7,41
11,52
5,58
13,33
12,97
5,99
7,54
Deve essere sottolineato come, in questa prima fase, non si tiene conto dei carichi di lavoro indotti
dall’attività didattica: per tali attività i nuovi Dipartimenti si avvarranno dei servizi che fanno capo
alle Segreterie di presidenza fino a quando, con la creazione delle Scuole, non si procederà al
riparto di competenze (e di risorse) fra le varie strutture organizzative coinvolte. Analogamente si
procederà nei confronti dei Servizi di Polo, nel momento in cui si deciderà di procedere alla
disattivazione di alcune unità organizzative ad essi afferenti.
Il Consiglio di Amministrazione è chiamato a deliberare.»
Il Rettore invita il Direttore amministrativo ad illustrare la pratica.
Il Direttore amministrativo fa presente che le attività complesse e le funzioni di interazione con i
vari organi dell’Università attribuite alle nuove strutture dipartimentali hanno reso necessario
individuare, al vertice dell’organizzazione tecnico-amministrativa della struttura, un responsabile
amministrativo corrispondente alla figura di categoria EP, che il CCNL del personale tecnicoamministrativo prevede come livello apicale. Le modalità di reclutamento del responsabile
amministrativo non potevano che rivolgersi al personale di categoria EP presente in Ateneo per
verificarne, intanto, la disponibilità numerica e, successivamente, le caratteristiche di tipo
manageriale. Informa che la presenza di EP inquadrati nell’area amministrativo-gestionale è
risultata essere ridotta, per cui è stata data la possibilità di concorrere alla nuova posizione di
responsabile amministrativo anche al personale pari categoria delle aree tecniche che, in passato, in
contesti similari, non avrebbe potuto partecipare. Nonostante ciò, sono pervenute
all’amministrazione soltanto dodici domande che, anche se tutti i candidati risultassero idonei dopo
il processo di selezione, coprirebbero il 50% del fabbisogno. Al fine di aumentare le possibilità di
coprire le strutture dipartimentali, l’amministrazione ha invitato il personale di categoria EP a
partecipare ai corsi di formazione che sono stati organizzati in modo da avere, alla scadenza del 1°
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107
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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gennaio 2013, una fascia di personale con una preparazione adeguata al ruolo da ricoprire. Dato il
carattere selettivo del percorso formativo, non tutti i partecipanti al corso supereranno la prova
finale: ipotizzando un numero di 16-18 partecipanti, l’aspettativa di idoneità è compresa tra 12/14
unità, quindi in quantità non adeguata ai bisogni. Per garantire una copertura dal 1° gennaio 2013
alle situazioni per le quali non è possibile avere un responsabile amministrativo inquadrato in cat.
EP, e nell’impossibilità, al momento, di indire concorsi rivolti all’esterno ai quali potrebbe
partecipare anche il personale interno di ctg. D in possesso di diploma di laurea, sono state
formulate alcune ipotesi: conferire incarichi ad interim ai soggetti che supereranno le selezioni,
oppure assegnare la responsabilità formale di responsabile amministrativo del dipartimento a un
dirigente dell’Ateneo. Nella seconda ipotesi il dirigente potrebbe avvalersi della collaborazione
degli attuali segretari amministrativi di dipartimento, con la modalità della delega di funzioni, fino a
raggiungere una condizione conforme alle necessità del dipartimento; ciò consentirebbe sia di
specializzare le persone in particolari ambiti, sia di dare incarichi di rilievo formale agli attuali
segretari amministrativi che altrimenti si vedrebbero esclusi dal nuovo processo. In ordine
all’assegnazione di personale ai nuovi dipartimenti, illustra i criteri utili a reperire sia il personale
tecnico che amministrativo, precisando che il personale tecnico, circa 300 unità, sarà chiamato ad
optare per il dipartimento al quale vorrà afferire perché, presumibilmente, dovrebbe seguire i gruppi
di ricerca oppure seguire le apparecchiature specialistiche che ne hanno giustificato l’assunzione. Il
criterio di assegnazione di personale amministrativo sarà necessariamente diverso. E’stata ipotizzata
l’allocazione di un numero di persone, 241 compresi i part-time, in base al numero di personale che
era assegnato al vecchio dipartimento, in funzione della distribuzione dei docenti nei nuovi
dipartimenti. Nel caso in cui i docenti abbiano aderito in blocco al nuovo dipartimento sarà
trasferito in blocco anche il personale amministrativo; nei casi di approdi diversificati di docenti,
saranno assegnati ai nuovi dipartimenti frazioni di personale. Un secondo approccio alla questione è
di natura diversa perché non tiene conto dell’esistente ma cerca di immaginare quale potrebbe
essere l’organico ottimale dei nuovi dipartimenti utilizzando l’indicatore di onerosità
amministrativa approvato dagli organi nel 2008. Spiega che per risolvere il problema dovuto dalla
collocazione del personale amministrativo che ha manifestato particolari necessità e aspettative, è
stato deciso di fare esprimere una scelta che, però, non potrà avere la stessa rilevanza delle scelte
del personale tecnico; è stato, comunque, calcolato un range entro il quale il personale potrà essere
assegnato alla sede rispondente all’opzione presentata, anche se non coincidente perfettamente con
l’organico teorico del dipartimento. Aggiunge che nell’attuale prima fase non sono state tenute in
considerazione le funzioni legate all’attività didattica perché il personale che se ne occupa resta al
momento assegnato alle presidenze e sarà allocato in base alle decisioni che saranno assunte per le
Scuole. Allo stesso modo, le persone che operano all’interno dei servizi di polo saranno riassegnate
anche qQuando sarà definito il nuovo contesto contabile. In ultimo, informa che i CEL e i lettori
potranno aderire a due sole strutture: il Centro linguistico di Ateneo oppure il Dipartimento di
Lingue che è l’unico dipartimento che contiene i settori scientifico disciplinari di lingue.
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108
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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Il Rettore richiama l’attenzione sulla definizione della figura del responsabile amministrativo per la
quale deve risultare chiaramente che deve avere una posizione apicale a livello amministrativo, così
come previsto dal modello di regime.
Dei legge il seguente intervento:
“Vorrei avanzare alcune riflessioni sull’organizzazione amministrativa dei Dipartimenti così come
viene disegnata nella documentazione del punto all’Ordine del Giorno che stiamo discutendo e che
il Direttore ci ha ora dettagliatamente illustrato. In particolare desidero esprimere alcune serie
perplessità sull’iter che si evince dalla pratica circa l’attribuzione delle posizioni di Responsabile
Amministrativo dei Dipartimenti. Premetto che sono assolutamente d’accordo che i 24
Dipartimenti, coerentemente al Regolamento per l'individuazione dei criteri di organizzazione, di
valutazione e di conferimento degli incarichi dell’Università degli Studi di Firenze, debbano
configurarsi come Unità Organizzative di II livello e che pertanto la figura del Responsabile
Amministrativo dovrà essere dotata di competenze adeguate su materie eterogenee, non solo di tipo
amministrativo-contabile, ma anche in ambito di gestione delle attività inerenti alla ricerca e alla
didattica, nonché di abilità differenziate e polimorfe nel settore delle relazioni e dei rapporti con le
varie altre articolazioni delle strutture di Ateneo. In questo senso, quindi, l’individuazione della
categoria EP per il Responsabile Amministrativo appare sicuramente la più consona. D’altra parte è
altrettanto evidente che una figura professionale oggettivamente nuova e fondamentalmente assai
più articolata dell’attuale Segretario Amministrativo, indipendentemente dalla qualifica apicale del
Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, non si costruisce con un decreto di nomina, ma richiede
tempo, lavoro e circostanziato processo di formazione. Vorrei quindi sottolineare e porre
all’attenzione di questo Consiglio che l’articolazione di Unità Organizzative di II livello, così come
prevista dall’articolo 2 comma 3 del suddetto Regolamento – Regolamento per altro molto giovane
essendo stato approvato da appena un anno –, richiede una modificazione del presente assetto di
non banale attuazione e che sicuramente necessita di procedure di rodaggio ed affinamento nel
tempo, per poi divenire, solo a regime, ben aderente e coerente con i profili e i livelli individuati dal
Regolamento medesimo. E questo vale a maggior ragione per i 24 Dipartimenti che nascono il 1°
gennaio prossimo in un quadro di grossi sconvolgimenti rispetto al passato essenzialmente per i
nuovi ed importantissimi poteri che la nuova Legge fornisce loro, nonché per il passaggio al
Bilancio unico d’Ateneo. Per altro, a pagina 2 del dossier che accompagna l’illustrazione del punto
all’Ordine del Giorno che stiamo discutendo, si parla di strutturazione dei nuovi Dipartimenti in tre
Unità Organizzative di I livello (Supporto alla Didattica, alla Ricerca e alla Gestione) ancora tutte
da costruire e delineare, di possibilità per i Dipartimenti di avvalersi di strutture comuni non ancora
ben identificate, nonché di stabilire punti di coordinamento fra Dipartimenti con procedure ancora
tutte da definire. Ossia l’applicazione concreta del Regolamento per l'individuazione dei criteri di
organizzazione, di valutazione e di conferimento degli incarichi è ben lungi dall’essere prassi
consolidata, bensì processo assolutamente in divenire. In questo quadro ritengo valga la pena
considerare, come in molti altri processi che stanno accompagnando la costruzione del nuovo
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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assetto dell’Ateneo, una situazione a regime a cui però si pervenga attraverso un periodo transitorio,
in cui gradualmente ed in itinere si aggiustino i vari ingranaggi di un meccanismo che risulta
oggettivamente complesso da assemblare e assolutamente non realizzabile con una semplice ed
automatica applicazione del modello di cui al Regolamento approvato un anno fa. Una prima
considerazione: possiamo noi affermare oggi che i 24 Dipartimenti avranno tutti le stesse
complessità organizzative e gestionali, indipendentemente da indicatori oggettivi quali numerosità
di docenti afferenti, l’entità dei flussi finanziari, l’impatto della gestione della didattica in termini di
numerosità degli studenti e dei Corsi di Studio di cui i Dipartimenti saranno referenti, nonché
dell’afferenza da parte dei Dipartimenti ad una o più Scuole? E’ oggettivamente impossibile operare
detta classificazione a priori senza l’acquisizione di dati derivanti dalla prassi operativa dei nuovi
Dipartimenti. Noi dovremo, nel periodo di transizione, individuare indicatori quantitativi nuovi e
differenziati rispetto all’attuale Indicatore di Onerosità Amministrativa volti a stabilire se
effettivamente tutti e 24 i Dipartimenti siano effettivamente ben confrontabili, o se invece, come
appare probabile ad una prima disamina solo qualitativa, vi siano quanto meno due categorie di
Dipartimenti, una ad elevato grado di complessità e l’altro a grado di complessità medio. Sarebbe
assolutamente irrazionale non perseguire una valutazione del genere e adottare come petizione di
principio che tutti e 24 i Dipartimenti abbiano la medesima complessità, perché quand’anche questa
dovesse essere la conclusione, dovrebbe comunque scaturire da una valutazione circostanziata e
documentata da indicatori quantitativi e non da un assioma svincolato da reale disamina razionale,
la quale può essere eseguita esclusivamente ex post, una volta terminato il periodo di rodaggio
transitorio. D’altra parte questo approccio di arrivare per gradi ad un regime definitivo è stata la
politica perseguita dal momento dell’entrata in vigore della nuova Legge: si pensi alla
programmazione didattica triennale impostata dalle Facoltà a poco più di un anno dal loro
scioglimento prefigurando pertanto un periodo di transizione fra l’avvento delle competenze
didattiche ai Dipartimenti e il reale loro ruolo direttivo nel contesto della didattica che si
manifesterà in pieno solo al termine del triennio; si ricordino le norme transitorie del Regolamento
per la retribuzione aggiuntiva ai ricercatori a tempo indeterminato che individuano anche in quel
caso un triennio come periodo di rodaggio al termine del quale si passi ad un sistema in cui il
ricercatore sia davvero impegnato massimamente nella ricerca. Per non parlare del Regolamento per
le elezioni delle rappresentanze studentesche nei Consigli di Dipartimento per il quale abbiamo
adottato una soluzione governata dal buon senso che ovviamente aggiusteremo previo opportuno
lasso di tempo, anche in questo caso in un’ottica di distinguere fra periodo transiente e situazione a
regime. Traslando questo tipo di approccio, che a me pare molto sensato e virtuoso, mi sentirei di
proporre che si soprassieda a classificare immediatamente i 24 Dipartimenti come strutture
organizzative di II livello tout court, fermo restando di mantenere saldo l’orizzonte prescelto della
attribuzione di strutture di II livello ai Dipartimenti, e si provveda pertanto all’assegnazione del
Responsabile Amministrativo senza il vincolo previsto appunto dal Regolamento, qualora la
struttura sia subito classificata come di II livello, di dovere ricorrere a personale inquadrato in
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110
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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categoria EP. Altre Università importanti si sono mosse in questa direzione con personale di
categoria D già designati Responsabili Amministrativi di Dipartimenti anche di notevole
consistenza e complessità. Stabilendo un periodo di rodaggio e transizione verso l’assetto definitivo
dei nuovi Dipartimenti, da concludersi in maniera perentoria non oltre 3 anni, durante il quale
provvedere a classificare gli oneri di gestione di ciascun Dipartimento con indicatori quantitativi,
potremmo oggi individuare Responsabili Amministrativi puntando sulle competenze acquisite, sulle
professionalità maturate in anni precedenti di gestione dei vecchi Dipartimenti, valorizzando
appieno risorse umane che hanno in questi anni contribuito proficuamente e con grande
professionalità alla gestione degli attuali Dipartimenti. Contestualmente potremmo individuare,
nella programmazione triennale del personale, un certo numero di profili di categoria EP per
sopperire alle eventuali carenze che si manifestassero e che in realtà il dossier della presente pratica
ci manifesta con chiarezza già oggi ed anche, credo, operare un’attenta ricognizione volta a
verificare se non vi siano oggettivamente attuali posizioni di categoria EP che possano
ragionevolmente essere impiegate nel nuovo assetto che nel triennio si andrà gradualmente
stabilizzando. Appaiono francamente deboli e poco condivisibili le quattro soluzioni prospettate nel
documento per la gestione del transitorio. L’attribuzione di mansioni superiori è manifestamente da
scartare e lo stesso documento lo evidenzia con chiarezza; d’altra parte entrambe le soluzioni 2) e 3)
prefiguranti l’interimato configgono fortemente con la conclamata complessità dei nuovi
Dipartimenti e con le oggettive difficoltà legate allo start up del nuovo sistema. Infine non è a mio
parere oggettivamente proponibile neppure la numero 4) con l’incarico pro tempore ad un Dirigente
che si avvarrebbe dell’apporto di chi oggi svolge le funzioni di Segretario Amministrativo. Mi
sembrerebbe davvero una soluzione mortificante per le risorse umane coinvolte ed assolutamente in
contrasto con la più volte dichiarata volontà di valorizzare dette risorse. Riepilogando credo che la
soluzione migliore, sia nell’ottica di una massimizzazione dell’efficienza della macchina
organizzativa in un momento così delicato di transizione, che nell’intento nobile di una doverosa e
trasparente valorizzazione di coloro che hanno dedicato in passato energie intellettuali ed umane,
nonché alte professionalità, alla gestione amministrativa degli attuali Dipartimenti, sia quello di
individuare un periodo di transizione quantificabile al massimo in un triennio, ma eventualmente
riducibile, qualora i processi vadano a regime in modo più fluido, in cui i 24 Dipartimenti non siano
ancora classificati in Unità Organizzative di II livello con l’obbligo conseguente di avere il
Responsabile Amministrativo inquadrato in categoria EP, bensì come strutture in attesa di
classificazione in relazione ai nuovi Indici di Onerosità Gestionale (intendendo con gestionale tutta
la complessità delle competenze sopra ricordate) che verranno determinati nel medesimo periodo
transitorio. Cadendo nel transitorio l’obbligo della categoria EP per il Responsabile
Amministrativo, la prima assegnazione potrà ricorrere anche a personale inquadrato in categoria D
che oggi già svolga funzioni di Segretario Amministrativo e che nel triennio di transizione opererà
nel pieno delle sue funzioni e non come supporto ad un Dirigente Responsabile Amministrativo pro
tempore. Ritengo con molta franchezza che ogni altra soluzione rischia di creare situazioni di
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111
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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oggettiva difficoltà, disparità di trattamento, possibile disaffezione, scollamento fra i vari ingranaggi
della macchina organizzativa, mettendo a serio repentaglio il meticoloso e difficile lavoro di
assemblaggio del nuovo che faticosamente stiamo costruendo. In conclusione credo che la
definizione di un periodo transitorio come ho cercato di delineare, spero con chiarezza, sia la
soluzione che ragione e buon senso ci indicano come quella potenzialmente più fruttuosa per
conseguire risultati di massima efficienza in un periodo così difficile dove di efficienza e buona
amministrazione abbiamo assolutamente e imprescindibilmente bisogno. Grazie.”
Giusti Antonio fa notare che dovrebbe essere eliminata l’indicazione dell’area CUN dalla tabella
che contiene i risultati dei quattro meccanismi di calcolo per la definizione dell’organico dei nuovi
dipartimenti. Ritiene che si tratti di un mero refuso che, auspica, non avrà influito nella
determinazione del calcolo. Fa presente, inoltre, che dovrebbero essere rivisti alcuni dati utilizzati
per calcolare le percentuali dei docenti presenti nei dipartimenti che, a suo avviso, potrebbero essere
inesatti. Comprende la difficoltà dell’operazione che l’amministrazione sta costruendo, e ritiene che
il documento presentato rappresenti una soluzione accettabile per gestire il periodo transitorio.
Forti condivide la posizione espressa dal Direttore di utilizzare al massimo possibile le competenze
esistenti per reclutare i Responsabili Amministrativi. E’ dell’idea che dovrebbe essere trovato il
modo per permettere ai segretari amministrativi che hanno dimostrato di svolgere in maniera
egregia il proprio lavoro, di sopperire all’eventuale assenza del requisito formale della laurea.
Concorda con la necessità di definire un periodo transitorio, in modo da avere il tempo per
verificare quale potrebbe essere l’assetto migliore per ciascuna struttura dipartimentale; ritiene,
però, che il periodo transitorio non dovrebbe superare i 12-18 mesi. Ringrazia il Direttore che da
tempo si sta occupando della complessa questione.
Parrini ritiene che la complessità dell’operazione affrontata dal Direttore amministrativo sia stata
determinata, fra l’altro, dallo sforzo di coniugare una logica di efficienza e di razionalizzazione
rispetto alla situazione attuale. Fa presente che, a suo parere, l’ipotesi proposta da Dei, appoggiata
in qualche modo da Forti, possa trovare spazio nel documento presentato, previa opportuna
valutazione dell’aspetto giuridico. Osserva che nel tempo è stata perpetrata una sorta di
sedimentazione nella programmazione del personale che ha portato a formare persone che oggi
perdono il ruolo dell’esperienza e della professionalità acquisita. Non condivide il contenuto del
documento nel punto in cui si ipotizza un periodo transitorio durante il quale verrebbe assegnata ad
interim la responsabilità formale di responsabile amministrativo del dipartimento, perché riterrebbe
utile mantenere la competenza e la capacità del segretario amministrativo già presente, anche se si
tratta di personale di cat. D. E’ dell’idea che dovrebbe essere creato un percorso di 12 – 18 mesi,
oppure al massimo di 3 anni, per permettere al sistema di andare a regime non solo con le strutture,
ma anche con le persone che in passato hanno dimostrato capacità e serietà nel lavoro. Fa notare,
infine, che tra le funzioni del Responsabile amministrativo, è indicata la “responsabilità del
personale”, ma ritiene improbabile che il personale tecnico possa dipendere dal RA del
dipartimento, per cui dovrebbe essere trovata una formulazione più idonea.
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112
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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Biffi esprime apprezzamento per il lavoro svolto e presentato dal Direttore, che ritiene sia
condivisibile. Fa presente, però, che la fase transitoria dovrebbe avere come obiettivo il
mantenimento dell’esperienza acquisita negli anni dal personale amministrativo dell’Ateneo, pur
rendendosi conto dei vincoli normativi che ostacolano l’operazione; osserva, infatti, che se il
personale amministrativo ad oggi in servizio è stato in grado di gestire dodici facoltà e sessanta
dipartimenti, dovrebbe poter gestire i ventiquattro nuovi dipartimenti. Ha apprezzato i parametri di
distribuzione del personale individuati dal Direttore anche se al momento sono condivisibili soltanto
a livello teorico, dato che nella fase attuale non è possibile conoscere il reale peso di lavoro che
graverà sui nuovi dipartimenti.
Cannicci ritiene che la nuova figura di Responsabile amministrativo sia necessaria e debba
corrispondere ad un alto profilo professionale, in modo da togliere ai direttori di dipartimento, che
sono figure accademiche e devono continuare ad esserlo, una gran parte del lavoro amministrativo
che attualmente sono costretti a svolgere. Nel periodo di indeterminatezza che l’Ateneo dovrà
affrontare considera di particolare rilevanza il problema della determinazione del carico dei nuovi
dipartimenti, sia in termini di quantità di personale che di competenze, che non potrà essere risolto
solo sulla base della numerosità ma sulla valutazione di molteplici fattori. Osserva, inoltre, che la
figura del responsabile amministrativo sarà così determinante per la nuova organizzazione che non
potrà essere individuata con concorsi oppure con il possesso di una laurea, bensì con un tempo di
assestamento adatto a testare il buon funzionamento della nuova organizzazione, così come è stato
necessario per altre operazioni che l’Ateneo ha dovuto assolvere per conformarsi alla “legge
Gelmini”. Dal punto dal punto di vista umano e personale ravvisa importanti problematiche se si
verificherà un accavallamento fra l’attuale segretario amministrativo, che gestisce da anni il
dipartimento, e la nuova figura del Responsabile amministrativo. Per le ragioni esposte ribadisce la
necessità di prevedere un periodo di assestamento di qualche mese oppure, se necessario, di qualche
anno.
Tanini sottolinea la complessità dell’argomento che risulta ancora maggiore per l’area Biomedica
che oltre ad abbracciare le aree della didattica e della ricerca comprende anche l’area assistenziale.
Fa presente che i programmi e le indicazioni generali che vengono trasmesse non sempre
coincidono con le realtà lavorative. Nel caso del personale ritiene, ad esempio, che sia difficile
ipotizzare le funzioni che i singoli sono in grado di svolgere; potrebbe essere necessario richiedere i
curricula delle persone e, sulla base delle funzioni svolte in passato, capire le potenzialità e le
caratteristiche che sono presenti nei dipartimenti. Alcuni dipartimenti hanno necessità diverse
rispetto agli altri: è il caso dei cinque dipartimenti dell’area biomedica che presentano una
particolare complessità di lavoro che è stata fino ad oggi supportata dal Polo biomedico, e,
successivamente, dal DIPINT. Nel caso specifico riterrebbe utile per l’organizzazione dei
dipartimenti capire se il supporto amministrativo continuerà ad essere fornito dal DIPINT oppure se
ognuno dei cinque dipartimenti dovrà provvedere singolarmente, e, conseguentemente, dotarsi di
personale in grado di svolgere quelle particolari funzioni. In ordine alla questione del personale di
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113
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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categoria EP e degli ex segretari amministrativi, con riferimento sempre al caso dell’area
biomedica, osserva che nell’ipotesi presentata dal Direttore relativa al conferimento della funzione
gestionale a un dirigente fa presente che il dirigente continuerebbe a svolgere gli stessi compiti che
svolge attualmente, mentre il “segretario amministrativo” avrebbe un tale carico di lavoro che
potrebbe indurlo a richiedere di afferire ad un diverso dipartimento. Infine, concorda con la
necessità di prevedere un periodo di sperimentazione anche di tre anni per poter ottenere
un’organizzazione funzionale, ma dovrebbe essere chiarito fin da subito se l’amministrazione
intende, entro tale periodo, reclutare le unità di personale EP mancanti con un concorso aperto
all’esterno.
Il Direttore Amministrativo fa presente che l’argomento è stato affrontato cercando soluzioni che
impattassero il meno possibile sul personale e che si coniugassero con una serie di richieste
pervenute dai dipartimenti, in particolare dall’esigenza dei Direttori di dipartimento di liberarsi dei
compiti impropri riconducibili alle attività di dirigenti amministrativi. Ritiene che il problema può
essere risolto solo con la costruzione di una nuova figura professionale, identificata con il
Responsabile amministrativo, e con la realizzazione di un sistema in grado di valorizzare le
professioni e di aprire uno sbocco al personale tecnico e amministrativo. Ribadisce che alla fine del
processo innescato l’Ateneo avrà a disposizione 12-14 soggetti di categoria EP idonei e disponibili
a svolgere la funzione di Responsabile amministrativo di dipartimento, pari alla metà del numero
dei dipartimenti; se l’amministrazione dovrà scegliere le dieci o dodici persone atte a svolgere detto
ruolo tra i segretari amministrativi rimanenti, dovrà ricorrere ad un procedimento concorsuale che
porterà a “scartare” circa quaranta persone. Ritiene che la procedura appena illustrata presenti
maggiori aspetti negativi rispetto alle ipotesi presentate nella pratica.
Il Rettore fa notare che il consiglio è chiamato a deliberare i criteri di riferimento per assegnare il
personale alle nuove strutture e non deve, al momento, esprimersi sulla figura del responsabile
amministrativo. Ritiene che sia necessario organizzare una fase transitoria, da ridurre, però, ad un
tempo inferiore rispetto ai tre anni ipotizzati. Mette, quindi, in approvazione la tabella contenente i
criteri di riferimento per l’assegnazione del personale amministrativo alle nuove strutture
dipartimentali, dalla quale saranno tolti i riferimenti alle aree CUN inseriti per mero errore
materiale, precisando che gli uffici potranno correggere i valori relativi al personale in base al
definitivo assestamento delle afferenze. Invita il Direttore ad aggiornare il Consiglio sull’andamento
del processo, alla luce delle problematiche emerse nel corso della discussione.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 159
Il Consiglio di amministrazione,

vista la legge n. 240/2010, recante Norme in materia di organizzazione delle università, di
personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e
l'efficienza del sistema universitario;
________________________________________________________________________________
114
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________

visto il nuovo Statuto di Ateneo, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana
n. 95 del 23 aprile 2012 ed entrato in vigore, come disposto dall’art. 59 dello Statuto stesso, in
data 8 maggio 2012;

richiamata la delibera del 17 maggio 2012, adottata in seduta congiunta da Senato
Accademico e Consiglio di Amministrazione, in particolare nella parte in cui si stabilisce che
sono predisposte a cura del Direttore Amministrativo, le assegnazioni definitive di personale
tecnico-amministrativo ai nuovi Dipartimenti;

vista, altresì, la delibera adottata dal Senato Accademico in data 11 luglio 2012 per la parte
relativa all’assegnazione delle afferenze dei docenti;

preso atto dell’opportunità di non far riferimento alle aree CUN, così come emerso nel corso
della discussione;

avuto riguardo altresì delle problematiche emerse in relazione alla figura del responsabile
amministrativo,
delibera
di approvare i criteri di riferimento, di seguito riportati, per l’assegnazione del personale
amministrativo alle nuove strutture dipartimentali così come risultanti dalla combinazione delle
quattro soluzioni proposte:
newDip
Matematica e Informatica
Fisica e Astronomia
Chimica
Scienze della Terra
Biologia
NEUROFARBA
Chirurgia e Med.Traslaz.
Medicina Sperim. Clinica
Sc. della Salute
Scienze Biomed. Sperim. Clin.
DISPAA
GESAAF
Architettura DIDA
Ing. Civile e Amb.
Ing. dell' Informazione
Ing. Industriale
Lettere e Filosofia
Lingue Letterature e Studi Intercult.li
SAGAS
Sc. della Formazione e Psicologia
Sc. Giuridiche
Sc. dell' Economia e Impresa
Statistica DISIA
Sc. Politiche e Sociali
Totale complessivo
minPA PAtend maxPA
9
6,62
11,38
9
7,17
10,83
10
8,89
11,11
6
5,27
6,73
6
5,10
6,90
11
7,91
14,09
9
5,99
12,01
19
16,43
21,57
8
5,70
10,30
13
11,34
14,66
9
6,48
11,52
8
5,93
10,07
15
12,21
17,79
5
4,10
5,90
8
6,48
9,52
9
7,34
10,66
9
6,54
11,46
6
4,59
7,41
9
6,48
11,52
5
4,42
5,58
10
6,67
13,33
11
9,03
12,97
5
4,01
5,99
6
4,46
7,54
215
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115
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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Il Consiglio di amministrazione, inoltre, invita l’Amministrazione a presentare nuovamente le
questioni connesse all’individuazione del responsabile amministrativo in una prossima seduta al
fine di consentire un esame più approfondito e circostanziato della situazione.
A questo punto sono le ore 13,25 esce Poggi.
Sul punto 20 dell’O.D.G. «INTEGRAZIONE PER IL 2012 AL PIANO DELLE
PERFORMANCE
2011-2013
–
LA
PERFORMANCE
DEL
DIRETTORE
AMMINISTRATIVO»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «Il Consiglio di
Amministrazione nella seduta del 16 dicembre 2011 ha approvato il Piano degli Obiettivi per il
biennio 2012-2013 dei dirigenti.
Si ritiene ora opportuno integrare il documento per la parte relativa al Direttore
Amministrativo/Direttore Generale.
1. Integrazione per il 2012 al piano della performance 2011-2013: note introduttive
L’attuale organizzazione prevede che l’Amministrazione Centrale sia strutturata, all’interno
della Direzione Generale/Amministrativa, in unità organizzative di soli due livelli gerarchici:
• Aree, attribuite alla responsabilità di un dirigente;
• Servizi/uffici, attribuiti alla responsabilità di un Capo Servizio/ufficio.
Il “Regolamento per l’individuazione dei criteri di organizzazione, di valutazione e di conferimento
degli incarichi dell’Università degli Studi di Firenze” offre in realtà la possibilità di strutturare
ulteriormente l’articolazione organizzativa attraverso l’introduzione di altri livelli (oltre ai due
precedenti): ma allo stato tale possibilità non è stata ancora sfruttata.
Il Direttore Generale/Amministrativo è responsabile della legittimità, dell’imparzialità, della
trasparenza e del buon andamento dell’attività amministrativa dell’Ateneo; egli provvede
all’organizzazione complessiva delle risorse e del personale tecnico-amministrativo dell’Ateneo e
ha la responsabilità della gestione organizzativa, amministrativa, finanziaria e tecnica esplicando
un’attività generale di direzione, coordinamento e controllo.
Ai Dirigenti rispondono i responsabili delle unità organizzative che con essi cooperano per il
conseguimento degli obiettivi secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità per
un'allocazione ottimale delle risorse disponibili, nel rispetto della normativa vigente.
Considerando quanto stabilito dal comma 2, lettera a) dell’art.7 e dal comma 4 dell’art. 14 del
D.lgs. 150/2009 e dall’art. 2, punto r), della legge di riforma del sistema universitario (L. 240/10), al
Nucleo di Valutazione è attribuita, oltre alla validazione della Relazione sulla performance, la
proposta della valutazione annuale del Direttore Generale/Amministrativo, cui è associata la relativa
remunerazione di risultato.
Tale proposta dovrà poi essere sottoposta al Rettore e al Consiglio di Amministrazione cui compete
il potere decisionale in merito.
Il Direttore Generale/Amministrativo, a sua volta, è il valutatore di tutti i Dirigenti, nonché di
eventuali funzioni poste direttamente in staff alla sua struttura. Il Dirigente valuta i Capi
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116
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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Servizio/Ufficio, i Responsabili delle funzioni di staff ed il personale in staff; valida, altresì, le
valutazioni effettuate dai Capi Servizio e dai Responsabili delle funzioni di staff.
Il ciclo della performance, a regime, deve prevedere uno stretto legame tra gli obiettivi
dell’organizzazione e quelli del personale. Qualsiasi valutazione dei risultati raggiunti dal personale
che opera nell’Amministrazione non potrà non essere correlata ai risultati ottenuti
dall’organizzazione nel suo complesso.
La valutazione delle performance individuali, pertanto, implica la definizione di un ciclo della
performance che si articola nelle seguenti fasi:
- definizione e assegnazione degli obiettivi;
- collegamento tra gli obiettivi e allocazione delle risorse;
- monitoraggio in corso;
- misurazione e valutazione della performance, organizzativa e individuale;
- premialità del merito;
- rendicontazione interna ed esterna dei risultati.
L’art. 9 del D.lgs. 150/09 definisce gli elementi cui collegare la valutazione della performance
del personale. In particolare, il comma 1 stabilisce che la valutazione della performance dei
dirigenti e del personale responsabile di un’unità organizzativa sia collegata ai seguenti elementi:
- indicatori di performance;
- raggiungimento di specifici obiettivi individuali;
- qualità del contributo assicurato alla performance della struttura;
- competenze professionali e manageriali dimostrate;
- capacità di valutazione dei propri collaboratori.
Il comma 2 stabilisce che la valutazione della performance per il resto del personale sia
collegata ai seguenti elementi:
- raggiungimento di specifici obiettivi di gruppo e individuali;
- qualità del contributo apportato all’unità organizzativa di appartenenza;
- competenze dimostrate.
In relazione a quanto sopra evidenziato, la valutazione delle performance individuali (a regime)
si baserà su una pluralità di aspetti, tra cui, senz’altro, i seguenti:
 obiettivi di innovazione/crescita;
 obiettivi di efficienza economico-finanziaria;
 obiettivi di impatto sugli stakeholder (efficacia percepita, soddisfazione, ecc.);
 obiettivi di miglioramento dei processi (efficacia oggettiva, livelli di servizio, ecc.);
 competenze professionali;
 comportamenti organizzativi (tra cui, obbligatorio ex Dlgs. 150/2009, la capacità di valutare i
propri collaboratori).
La complessità di un approccio valutativo completo ed efficace, tuttavia, deve essere
considerata in relazione all’obiettivo precipuo del processo stesso, ossia lo sviluppo e la crescita
________________________________________________________________________________
117
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
professionale del personale. La valutazione delle prestazioni deve portare ad un aumento di
motivazione e di responsabilizzazione che consenta la valorizzazione delle potenzialità e si traduca
in tensione verso un’efficace ed efficiente erogazione dei servizi. Si tratta di un obiettivo molto
ambizioso che può essere raggiunto solo se il processo valutativo si realizza attraverso un percorso
condiviso da parte dei diversi attori organizzativi.
La complessità del processo induce, tra l’altro, la necessità di un suo graduale avvio e di
un’articolazione in fasi connessa anche allo sviluppo del Sistema Informativo per la
Programmazione e il Controllo e alla relativa disponibilità di informazioni affidabili e adeguate.
Di conseguenza, per l’anno 2012, la valutazione delle performance riguarderà gli ambiti
specificatamente individuati, in relazione ai diversi ruoli, secondo i meccanismi già introdotti
nell’organizzazione e, in particolare, quelli previsti nel Piano Obiettivi 2012-13 approvato dal
Consiglio di amministrazione nella seduta di Dicembre 2011 per i Dirigenti e per il Direttore
Amministrativo (in relazione al Macro-obiettivo 2012-13) e quelli desumibili dalla Relazione sulla
Performance (e relativi Allegati) con riferimento al personale tecnico-amministrativo.
Se si esclude la più generale problematica del processo conclusivo di integrazione delle
performance delle diverse componenti in modo tale da renderle in alcuni tratti concatenate, talché il
successo/insuccesso di una di esse produca effetti anche sul risultato delle altre, in un sistema che
deve tendere sempre più a privilegiare il lavoro di squadra, possiamo dire che per completare
adeguatamente il quadro dei sistemi di valutazione delle performance del personale Dirigente e
Tecnico-Amministrativo è necessario stabilire un più puntuale meccanismo di verifica dei risultati
ottenuti anche per la figura di vertice dell’Amministrazione Universitaria.
Per la valutazione della performance del Direttore Generale/Amministrativo relativa all’anno
2012 si procederà, pertanto, secondo quanto stabilito nel paragrafo seguente.
2. La performance del Direttore Amministrativo nel 2012
A regime, la valutazione del Direttore Amministrativo/Generale verrà effettuata nel modo
seguente:
a. 40% in relazione ai risultati relativi agli obiettivi gestionali specifici contenuti nel piano triennale
approvato dal CdA ad inizio anno;
b. 20% in base alla soddisfazione espressa dagli utenti in relazione all’operato generale della
Direzione Amministrativa e dei servizi gestionali-amministrativi;
c. 20% considerando indicatori di efficacia ed efficienza dei servizi gestionali-amministrativi;
d. 20% in relazione agli obiettivi generali di Ateneo.
Per l’esercizio 2012, considerando che il perfezionamento del sistema di misurazione e
valutazione della performance è strettamente correlato allo sviluppo del sistema informativo per la
programmazione e il controllo che l’Ateneo si accinge ad implementare, la performance del
Direttore Amministrativo sarà espressa in relazione ai seguenti aspetti:
a) 60% risultati su obiettivi gestionali specifici;
________________________________________________________________________________
118
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
b) 20% soddisfazione espressa dagli utenti in relazione all’operato generale della Direzione
Amministrativa e dei servizi gestionali-amministrativi;
c) 20% risultati su obiettivi generali di Ateneo.
In relazione ai criteri di valutazione, viene stabilito che, quando gli obiettivi da raggiungere
sono misurabili con espressioni numeriche, i livelli di raggiungimento sono espressi a loro volta in
termini quantitativi; se invece la valutazione degli obiettivi si basa su elementi prevalentemente
qualitativi, i livelli di raggiungimento sono rappresentati utilizzando la seguente scala discreta a 5
valori:
1 – Insufficiente
2 – Minimo
3 – Accettabile
4 – Adeguato alle attese
5 – Superiore alle attese
Relativamente al punto a), gli obiettivi sono stati selezionati all’interno del più ampio
programma che la Direzione Amministrativa intende perseguire nel biennio 2011-13. Tale
programma, attraverso azioni e progetti specifici, è finalizzato ad assicurare:
1. una organizzazione dinamica ed al passo coi tempi;
2. una politica del personale organica e coerente con gli obiettivi di trasparenza nella gestione e di
valorizzazione delle professionalità, dell’impegno e dell’assunzione di responsabilità;
3. un investimento adeguato nell’innovazione.
In questa prospettiva si evidenziano, per maggiore chiarezza, le categorie di obiettivi che
verranno perseguiti nel corso del triennio 2011-13, ferma restando la possibilità di
integrazione/rimodulazione in corso d’opera:
1
1.1
1.2
1.3
MODELLO ORGANIZZATIVO
Disegno organizzativo
Definizione responsabilità e finalità (mission) di Aree e Servizi/Uffici
Attivazione e consolidamento del Dipartimento Interistituzionale Integrato (DIPINT)
1.4
1.5
1.6
Definizione competenze (attività) ed organici di Aree e Servizi/Uffici
Microanalisi organizzativa (processi, dotazioni organiche e carichi di lavoro)
Definizione profili di ruolo (profilo di ruolo atteso e ricoperto; analisi competenze;
verifica pesatura posizioni; valutazione prestazioni; valutazione potenziale).
Verifica del disegno organizzativo (esteso alla strutture decentrate)
***
PROGRAMMAZIONE E CONTROLLO
Definizione bilancio unico (finanziario) d’Ateneo e processo di budgeting
Sperimentazione contabilità analitica e gestione per centri di costo
Processo di introduzione della contabilità economico-patrimoniale e della contabilità
analitica
1.7
2
2.1
2.2
2.3
2011
2011
2011-1213
2012
2012
2013
2013
2012
2012
2013
________________________________________________________________________________
119
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
2.4
Revisione sistemi di controllo
2013
***
3
3.1
3.2
3.3
3.4
3.5
3.6
4
4.1
4.2
4.3
5
5.1
5.2
5.3
5.4
5.5
5.6
5.7
5.8
5.9
5.10
5.11
5.12
5.13
5.14
5.15
5.16
5.17
SISTEMA PERMANENTE DI VALUTAZIONE
Per dirigenti
Per EP (revisione)
Per Capi Servizio/Ufficio (revisione)
P.T.A. (studio di fattibilità)
Indagine customer satisfaction
Miglioramento delle relazioni sindacali e del clima aziendale
***
RAZIONALIZZAZIONE ED EFFICIENZA NELLA GESTIONE
Analisi ed ipotesi di razionalizzazione e contenimento dei costi nell’ambito dei Servizi
generali
Analisi ed ipotesi di programmazione, razionalizzazione e contenimento dei costi
nell’ambito della gestione del patrimonio edilizio
Razionalizzazione nella gestione degli acquisti di beni e servizi
***
REVISIONE (SOSTANZIALE) ASSETTO REGOLAMENTARE
Codice etico
Regolamento per la istituzione ed il funzionamento dei Corsi di Master universitari
Regolamento per la istituzione ed il funzionamento dei Corsi di Perfezionamento post
laurea e dei Corsi di Aggiornamento Professionale
Regolamento per il conferimento di assegni di ricerca (art. 22 L. 240/2010)
Regolamento per il conferimento di borse di studio e borse di ricerca
Regolamento per l’istituzione e il funzionamento dei Corsi di Dottorato di Ricerca e delle
Scuole di Dottorato dell’Università degli Studi di Firenze
Regolamento in materia di contratti per attività di insegnamento (art. 23 L. 240/2010)
Regolamento in materia di incompatibilità e di autorizzazioni ad incarichi retribuiti per il
personale docente e ricercatore
Regolamento per l’individuazione dei criteri di organizzazione, di valutazione e di
conferimento degli incarichi dell’Università degli Studi di Firenze
Regolamento su Laboratori di ricerca Università – Soggetti esterni
Regolamento Spin-off dell’Università di Firenze
Statuto dell’Università di Firenze
Regolamento per l’attribuzione della retribuzione aggiuntiva dei Ricercatori a tempo
indeterminato
Regolamento missioni e rimborsi spese
Regolamento incentivo art. 92 del D.Lgs. 12 aprile 2006, n. 163
Regolamento in materia di Ricercatori a tempo determinato (art. 24 L. 240/2010)
Regolamento per la disciplina della chiamata dei professori di prima e seconda fascia
2012
2013
2013
2013
2013
2011-1213
2012
2013
2013
2011
2011
2011
2011
2011
2011
2011
2011
2011
2011
2012
2012
2012
2012
2012
2012
2012
________________________________________________________________________________
120
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
5.18
5.19
5.20
5.21
5.22
5.23
5.24
5.25
6
6.1
6.2
6.3
6.4
7
7.1
7.2
7.3
7.4
7.5
7.6
7.7
7.8
(artt. 18 e 24 L. 240/2010)
Regolamento di Ateneo per la sicurezza e la salute dei lavoratori
Regolamento dei Dipartimenti
Regolamento delle Scuole
Regolamento Generale d’Ateneo
Regolamento CUG
Regolamento per l'amministrazione, la finanza e la contabilitá
Regolamento delle spese in economia
Regolamento in materia di accesso ai ruoli del personale tecnico amministrativo
dell’Università degli Studi di Firenze
***
MIGLIORAMENTO SERVIZI AGLI STUDENTI
Progetto sperimentale per l’apertura serale di alcune sedi didattiche
Attivazione Call center
Progetto Carta dello Studente (con servizi annessi)
Progetto “Nuove Segreterie”
***
INNOVAZIONE
Registrazione elettronica degli esami
Sportello APRE Toscana
CUD e cedolini stipendi on line
Gestione mobilità interna del PTA on line
Gestione PEO on line
Progetto tesi online: dematerializzazione delle tesi di laurea magistrale
Nuovo Sito Web
Manuale per l’immagine coordinata d’Ateneo
2012
2012
2012
2012
2012
2013
2013
2013
2011
2012
2012-13
2013
2011
2011
2012
2012
2012
2013
2013
2013
Per il 2012 vengono selezionati i seguenti 8 obiettivi [5 per la tipologia a), 1 per la tipologia b) e
2 per la tipologia c)]:
a1 - Implementazione nuovo modello organizzativo (ascrivibile alle categorie 1.4 ed 1.5)
Nel corso del 2011 si è provveduto a ridisegnare il modello organizzativo secondo le linee guida
espresse dal Consiglio di Amministrazione nella seduta di luglio dello stesso anno.
In questa prima fase, le modifiche dell’assetto hanno toccato le strutture che, attraverso una
puntuale ridefinizione delle funzioni (mission) e delle responsabilità, sono state riallocate all’interno
delle Aree secondo criteri di omogeneità. Si tratta ora di entrare nel merito della microorganizzazione per enucleare in maniera puntuale le competenze (attività) rilevate in ciascuna unità
organizzativa, anche al fine di far emergere duplicazioni e sovrapposizioni di funzioni, verificando
carichi di lavoro e congruità delle risorse umane assegnate.
Tale attività dovrà essere estesa anche alle nuove strutture dipartimentali che, per le attività
amministrative e di servizio, dovranno porsi in equilibrio sinergico con il resto dell’organizzazione.
________________________________________________________________________________
121
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
L’obiettivo atteso è che il nuovo modello organizzativo, tanto con riferimento alla Struttura
amministrativa quanto alle nuove strutture dipartimentali, risulti pienamente operante già a partire
dal 1° gennaio 2013.
a2 - Analisi e mappatura dei processi amministrativi e gestionali (ascrivibile alla Categoria 1.5)
Il Consiglio d’Amministrazione, nella seduta di Dicembre 2011, ha approvato all’interno del
Piano Obiettivi 2012-13 (consultabile alla pagina:
http://www.unifi.it/upload/sub/personale/trasparenza/pianoobiettivi_2012.pdf)
il
MacroObiettivo 2012-13, articolato in “Analisi e mappatura dei processi amministrativi e gestionali” e
“Ridefinizione dei processi contabili-amministrativi, didattica e ricerca (con riferimento agli aspetti
gestionali e amministrativi)”.
La tempistica del progetto prevede che entro il 31 dicembre 2012 sia stata svolta l’analisi AS IS e la
mappatura dei principali processi.
a3 - Analisi ed ipotesi di razionalizzazione e contenimento dei costi nell’ambito dei Servizi generali
(ascrivibile alla Categoria 4.1)
Il Consiglio di Amministrazione, nella seduta di giugno 2012, ha deliberato attribuendo al
Direttore Amministrativo il compito di verificare i margini per un intervento di razionalizzazione
nell’ambito dei servizi di portineria attivati (con personale interno e/o con personale “in appalto”
nell’Università di Firenze). In particolare, è stato rilevato come l’automatica sostituzione di
personale di ruolo con personale “in appalto”, se effettivamente avvenuta in maniera sistematica, ha
di fatto sottratto queste funzioni al rispetto delle stringenti regole di turn over valide per tutto il
resto del personale dell’Ateneo. Pur non escludendo a priori che tali servizi possano risultare alla
fine essenziali ed insopprimibili, per il Consiglio di Amministrazione è comunque necessario che il
riconoscimento di tali peculiarità sia esplicitato a valle di un processo decisionale consapevole e ben
documentato. E’ stato perciò richiesto al Direttore Amministrativo di predisporre – entro la fine del
2012 - un Rapporto contenente dati, analisi ed ipotesi di razionalizzazione e contenimento dei costi
delle attività affidate alle portinerie dell’Università di Firenze, con riguardo almeno alle strutture del
Centro Storico e di un altro Polo (da usare come termine di paragone).
a4 - Revisione assetto regolamentare (ascrivibile alla Categoria 5)
L’adeguamento della normativa dell’Università di Firenze al processo di riforma del Sistema
universitario innescato dall’emanazione della legge 240/2010, ha richiesto e richiederà un profondo
e capillare lavoro di revisione lungo tutto l’arco del periodo 2011-13.
Accanto a questo processo indotto da fattori esterni (e tralasciando il lavoro di frequente
aggiornamento della regolamentazione interna causato da modifiche nella legislazione di
riferimento o dalla necessità di adeguare le procedure per renderle più funzionali ed efficaci), vi è
poi l’attività di revisione sostanziale di norme non più adeguate ai tempi, promossa autonomamente
dello stesso Ateneo.
________________________________________________________________________________
122
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
L’elenco delle cose fatte e da fare è quello riportato all’interno della Categoria 5: ai fini della
verifica dei risultati, si assume che il singolo regolamento deve risultare approvato da almeno uno
degli organi competenti entro il 31-12-2012.
a5 - Relazioni sindacali e politiche per il personale (ascrivibile alle Categorie 3.6, 7.3 e 7.4)
Con il cambio di governance nell’Ateneo fiorentino, è emersa in modo evidente l’inadeguatezza
del sistema di relazioni e di comunicazione che si era fino a quell’epoca instaurato con le
organizzazioni sindacali e con il personale: questo aveva ingenerato un clima di sfiducia e di
sospetto, rendendo i comportamenti oscillanti tra la rassegnazione impotente e gli atteggiamenti
aggressivi.
Nel corso del 2011, particolare cura è stata dedicata a tutte quelle attività di relazione
(direttamente con il personale e/o attraverso le sue rappresentanze sindacali) finalizzate alla
ricostruzione di un clima aziendale collaborativo che, pur nella diversità dei ruoli e delle
prerogative, fosse fondato sulla fiducia reciproca.
Molte sono state le occasioni di confronto diretto con il PTA (tutto insieme, per specifiche categorie
professionali o individualmente): tutte le richieste di incontro da parte del personale tecnicoamministrativo sono state soddisfatte nel tempo più breve possibile e tutte le istanze poste hanno
trovato, se non risposte immediate, sicuramente un ascoltatore attento. Contemporaneamente, si è
molto lavorato per instaurare un dialogo costante con le organizzazioni sindacali su tutte le
tematiche ritenute di interesse, con incontri in una prima fase anche settimanali.
Queste attività sembrano aver prodotto risultati apprezzabili: nonostante il permanere di
condizioni molto difficili in termini di possibilità di offrire una prospettiva alle legittime aspettative
di crescita del personale (in termini retributivi, di possibilità di carriera e di formazione
professionale), il clima - almeno sul piano delle relazioni interpersonali fra i vari soggetti - sembra
essere migliorato.
Per continuare in questa direzione, appaiono fondamentali le iniziative - che si dovranno
concretizzare nel corso del 2012 - di Gestione della mobilità interna del PTA e della PEO on line,
nei termini in cui esse contribuiranno a rendere assolutamente trasparenti due processi molto sentiti
dal personale.
b1 - Soddisfazione degli utenti per operato generale Direzione Amministrativa e per Servizi
gestionali ed Amministrativi
Il filo conduttore che lega gli obiettivi precedentemente esaminati, è l’ambizione di realizzare
un apparato amministrativo che non dimentichi la tutela della regola, purché questo non diventi un
fine ultimo dell’attività; un rispetto della norma che diventi un punto di forza di un’azione ordinata
e corretta e che tuteli, attraverso le regole, tutti i soggetti coinvolti nei loro diritti. Bisogna, in
sostanza, che il rispetto della regola non prevalga sul servizio all’utente, che deve invece diventare
la bussola dell’agire e dei comportamenti di ogni persona, in un contesto in cui l’azione
amministrativa tenda sempre più a risolvere i problemi un attimo prima che essi vengano percepiti
come tali.
________________________________________________________________________________
123
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
La verifica della soddisfazione degli utenti diventa perciò un elemento imprescindibile di una
Amministrazione che si ponga in un’ottica di servizio e faccia propri i valori del cambiamento e
dell’innovazione: in questo senso le indagini di customer satisfaction dovranno diventare parte
integrante del sistema di valutazione.
Come anticipato, il modello di verifica della customer satisfaction sarà testato nel corso del 2013:
nel frattempo, il Nucleo di valutazione e gli Organi di governo procederanno alla valutazione con le
modalità che riterranno più opportune.
c1 - Miglioramento performance d’Ateneo
c2 - Miglioramento rapporto Spese fisse/FFO
La performance del Direttore Generale/Amministrativo non può essere considerata avulsa
dall’andamento generale dell’Ateneo. In questo senso, la scelta di alcuni elementi in grado di
rappresentare lo stato di “salute” e l’andamento dell’istituzione appare ineludibile.
Tra i molti indicatori che ormai vengono annualmente prodotti da vari organismi (istituzionali e
non), si propongono – per il loro elevato valore segnaletico - quelli relativi alla c.d. “quota
premiante” del FFO e al “tradizionale” rapporto Spese fisse / FFO “puro”.
Il primo indicatore, che misura la performance annuale dell’Ateneo sulla domanda (17%), sui
risultati (17%) e sulla ricerca (66%), pone in relazione la percentuale acquisita dall’Ateneo sul
totale distribuito a livello nazionale come quota premiante del FFO con la percentuale acquisita
dall’Ateneo come quota-base: l’assunto è che la performance è tanto più positiva quanto più è
elevata la prima percentuale rispetto alla seconda.
Il secondo indicatore confronta il valore del rapporto conseguito (in media) nell’ultimo triennio, con
l’analogo valore conseguito nel triennio precedente, in modo da evidenziare la tendenza al
miglioramento (o al peggioramento) di un indicatore cruciale per la vita dell’Ateneo, nei termini in
cui evidenzia la quota di risorse statali non vincolata da spese fisse ed obbligatorie.
Relativamente all’anno 2012, per ciascun obiettivo vengono definiti un peso relativo e tre livelli
di raggiungimento atteso, individuati secondo lo schema seguente:
• Apprezzabile: grado di raggiungimento minimo atteso per l’obiettivo/indicatore, tale da
cominciare a considerare positiva la prestazione (al di sotto di questo valore l’obiettivo non si
considera raggiunto);
• Target: livello per il quale l’obiettivo/indicatore si considera pienamente raggiunto
(corrispondente ad un livello sfidante ma sostenibile);
• Eccellenza: livello di raggiungimento dell’indicatore/obiettivo superiore alle attese (ambizioso ma
non impossibile).
La Tabella 1 mostra gli obiettivi specifici della Direzione Amministrativa con i relativi target
individuati per il 2012:
Tabella 1: obiettivi specifici e relativi target della Direzione Amministrativa per il 2012
Tipologia Obiettivo
Peso %
Apprezzabile
Target
Eccellenza
________________________________________________________________________________
124
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
a1
a2
a3
a4
a5
b1
c1
c2
Implementazione nuovo modello
organizzativo
Analisi e mappatura dei processi
amministrativi e gestionali
Razionalizzazione ed efficienza
Revisione assetto regolamentare
Relazioni sindacali e politiche per
il personale
Soddisfazione degli utenti per
operato generale Direzione
Amm.va e per Servizi gestionali
ed Amm.vi
20
3
4
5
10
3
4
5
10
10
10
3
3
3
4
4
4
5
5
5
20
2
3
4/5
Miglioramento performance
d’Ateneo espresso dalla
differenza (% quota premiale
UNIFI su TotNaz - % quota base
UNIFI su TotNaz)
Miglioramento rapporto Spese
fisse /FFO espresso dalla
differenza (% rapporto AF/FFO
puro medio ultimo triennio - %
rapporto AF/FFO puro medio
triennio precedente)
10
oltre - 0,1
da - 0,1 a
0,1
più di 0,1
10
più di 1
da 1 a - 1
oltre -1
Secondo il modello precedentemente definito, per ogni obiettivo viene individuata la
percentuale di raggiungimento, secondo quanto evidenziato dal seguente prospetto:
Punteggio
< Apprezzabile
Target
Eccellenza
% attribuita
0
100
125
La valutazione degli obiettivi di tipo a) e b) si basa su elementi prevalentemente qualitativi,
secondo la scala di valori precedentemente descritta, dove “Apprezzabile” sta per “superiore al
minimo ma ancora non adeguata al target”; l’obiettivo c) considera invece le ultime variazioni
numeriche rilevate da comunicazioni ministeriali e/o rinvenibili sui siti istituzionali.
La percentuale di raggiungimento verrà determinata linearmente in funzione della distanza tra il
valore numerico ottenuto ed il livello target fissato.
La media ponderata della percentuale di raggiungimento sui singoli obiettivi costituisce la quota di
premio variabile da attribuire al Direttore Amministrativo/Generale ai sensi del D.M. 23 maggio
2001, che può arrivare sino al 20% del trattamento economico complessivo. Il raggiungimento di
tutti gli obiettivi al livello del target darà origine all’erogazione dell’intera quota di risultato
variabile, mentre i risultati al di sopra del valore target andranno a bilanciare eventuali prestazioni
________________________________________________________________________________
125
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
meno performanti su altri obiettivi, ma non potranno in ogni caso generare un valore di premio
superiore al massimo consentito del 20%.
Tanto premesso il Consiglio è chiamato a deliberare.»
Il Rettore fa presente che si tratta di un’integrazione al Piano degli Obiettivi dei dirigenti per il
biennio 2012-2013, relativa all’attività del Direttore iniziata dal 2012. Fa notare che il documento
presenta gli indicatori che, in accordo con il Nucleo di valutazione, saranno utilizzati per valutare la
prestazione del Direttore Amministrativo. Sottolinea l’importanza di detto elemento che permette di
commisurare la retribuzione di risultato del Direttore e dei dirigenti, anche sulla base del
raggiungimento degli obiettivi.
Il Consiglio di amministrazione approva la seguente delibera con il voto di astensione del
Direttore amministrativo in quanto direttamente interessato, anche in osservanza del Codice Etico
dell’Ateneo.
Delibera n. 160
Il Consiglio di amministrazione,

visto il D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165, contenente “Norme generali sull'ordinamento del
lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche”, ed in particolare l’Art. 4;

visto il “Regolamento per l’individuazione dei criteri di organizzazione, di valutazione e di
conferimento degli incarichi dell’Università degli Studi di Firenze” emanato con D.R. N.
519 del 17 giugno 2011 ed in particolare gli Artt. 10, 11 e 12;

richiamato il documento “Piano obiettivi 2012-2013”, approvato nella seduta di questo
Consiglio del 16 dicembre 2011;

presa visione del documento “Integrazione per il 2012 al Piano obiettivi 2012-2013”
proposto dal Direttore amministrativo;

udita la relazione del Direttore Amministrativo;

visto lo Statuto dell’Università degli Studi di Firenze, ed in particolare l’Art. 19,
DELIBERA
di approvare il documento “Integrazione per il 2012 al Piano obiettivi 2012-2013” nel testo
allegato all’originale del presente verbale (All. 3).
Sul punto 20 bis dell’0.D.G. «PROPOSTA DI CHIAMATA DI RICERCATORE A TEMPO
DETERMINATO – DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «La legge 30
dicembre 2010, n. 240, recante Norme in materia di organizzazione delle università, di personale
accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del
sistema universitario, (cd. Legge Gelmini) ha novellato la disciplina del Ricercatore a tempo
determinato (art. 24), demandando alle Università l’adozione di regolamenti che stabiliscano le
procedure di reclutamento e di assunzione, oltre alle modalità di svolgimento delle attività di
didattica, di didattica integrativa e di servizio agli studenti, nonché delle attività di ricerca.
________________________________________________________________________________
126
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
L’Ateneo ha emanato il nuovo “Regolamento in materia di Ricercatori a tempo determinato, ai
sensi dell’art. 24 della legge 30 dicembre 2010, n. 240” con D.R. n. 327 del 5 aprile 2012, in vigore
dal 12 aprile 2012, che all’art. 14 prevede che la proposta di chiamata formulata dal Consiglio di
Dipartimento sia sottoposta all’approvazione del Consiglio di Amministrazione.
Il Direttore del Dipartimento di Scienze della Terra, con Decreto n. 63 del 17 maggio 2012, ha
indetto la selezione per il reclutamento di un Ricercatore a tempo determinato di tipologia a) di
durata triennale, prorogabile, in regime di impegno a tempo pieno per il settore concorsuale 04/A4
(Geofisica), settore scientifico disciplinare GEO/10 (Geofisica della Terra Solida).
La Commissione giudicatrice, nominata con Decreto n. 564 del 29 giugno 2012, ha concluso i
propri lavori in data 10 luglio 2012.
Il Direttore del Dipartimento ha approvato gli atti della Commissione con Decreto n. 83 del 13
luglio 2012.
Con delibera in data 13 luglio 2012 il Consiglio di Dipartimento ha proposto la chiamata del dott.
Emanuele Marchetti.
Il Consiglio di Amministrazione è chiamato a deliberare in ordine all’approvazione della suddetta
chiamata, ai sensi dell’art. 9, comma 3, del Regolamento di Ateneo.»
Il Rettore illustra sinteticamente la pratica.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 161
Il Consiglio di Amministrazione,

vista la legge 30 dicembre 2010, n. 240, ed in particolare l’articolo 24 “Ricercatori a tempo
determinato”;

visto il “Regolamento in materia di Ricercatori a tempo determinato, ai sensi dell’art. 24
della legge 30 dicembre 2010, n. 240” emanato con D.R. n. 327 del 12 aprile 2012;

visto il Decreto n. 63 del 17 maggio 2012 con il quale il Direttore del Dipartimento di
Scienze della Terra ha indetto la selezione per il reclutamento di un Ricercatore a tempo
determinato di tipologia a) di durata triennale, prorogabile, in regime di impegno a tempo
pieno per il settore concorsuale 04/A4 (Geofisica), settore scientifico disciplinare GEO/10
(Geofisica della Terra Solida);

visto il Decreto n. 564 del 29 giugno 2012 con il quale il Rettore ha nominato la
Commissione giudicatrice della suddetta selezione;

visto il Decreto n. 83 del 13 luglio 2012 con il quale il Direttore di Dipartimento ha
approvato gli atti della Commissione;

vista la delibera in data 13 luglio 2012 con la quale il Consiglio del citato Dipartimento ha
proposto di chiamare il dott. Emanuele Marchetti a ricoprire il posto di Ricercatore a tempo
determinato, di tipologia a) di durata triennale, prorogabile, in regime di impegno a tempo
pieno, per il settore concorsuale 04/A4 (Geofisica), settore scientifico disciplinare GEO/10
(Geofisica della Terra Solida);
________________________________________________________________________________
127
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________

attesa la necessità di sottoporre la suddetta chiamata all’approvazione del Consiglio di
Amministrazione, così come disposto dall’art. 24 della legge 240/2010 e dall’art. 9, comma
3, del Regolamento di Ateneo,
DELIBERA
di approvare la proposta di chiamata del dott. Emanuele Marchetti a ricoprire il posto di Ricercatore
a tempo determinato, di tipologia a) di durata triennale, prorogabile, in regime di impegno a tempo
pieno, per il settore concorsuale 04/A4 (Geofisica), settore scientifico disciplinare GEO/10
(Geofisica della Terra Solida).
Sul punto 21 dell’O.D.G. «REGOLAMENTI DIDATTICI DEI CORSI DI STUDIO EX D.M.
270/2004»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «A seguito di
modifiche agli ordinamenti di corsi già istituiti, approvate con DD.MM. del 12.4.2012 e del
29.5.2012, nonché di ulteriori richieste di modifiche di regolamenti già emanati, sono state adottate
dalle Facoltà le delibere di approvazione dei regolamenti.
Sui testi presentati l’ufficio ha formulato alcune osservazioni, che sono state esaminate e discusse in
seno alla Commissione Didattica nella riunione del 4 giugno u.s.
L’ufficio si è preoccupato di verificare che le Facoltà abbiano approvato le modifiche ai
regolamenti con la maggioranza assoluta degli aventi diritto dei componenti e previo parere delle
Commissioni Didattiche Paritetiche. Su questo punto si ricorda che il DM 270/04 all’art. 12 c. 3
prevede: “Le disposizioni dei regolamenti didattici dei corsi di studio concernenti la coerenza tra i
crediti assegnati alle attività formative e gli specifici obiettivi formativi programmati sono
deliberate dalle competenti strutture didattiche, previo parere favorevole di commissioni didattiche
paritetiche o di altre analoghe strutture di rappresentanza studentesca. Qualora il parere non sia
favorevole la deliberazione é assunta dal senato accademico. Il parere é reso entro trenta giorni
dalla richiesta. Decorso inutilmente tale termine la deliberazione é adottata prescindendosi dal
parere. Inoltre, il Regolamento didattico di Ateneo all’art. 6, p. a) prevede: “in sede di adozione o
modifica degli ordinamenti didattici e dei relativi regolamenti dei singoli corsi di studio fornisce
alle strutture didattiche entro trenta giorni dalla richiesta un parere circa la coerenza fra i crediti
assegnati alle attività formative e gli specifici obiettivi programmati per ciascun corso di studio;
qualora il parere non pervenga nel termine di cui sopra la struttura didattica delibera
prescindendo dal parere. Nel caso di parere sfavorevole la deliberazione è assunta dal Senato
Accademico”.
Peraltro, rispetto a quest’ultimo punto, si fa presente che la Facoltà di Psicologia ha ritenuto di non
sottoporre al parere della Commissione didattica paritetica la modifica all’art. 12 (Prova finale) del
regolamento già approvato del corso di laurea in Scienze e tecniche psicologiche. Si ricorda che,
conformemente a precedenti delibere assunte dagli Organi accademici, tale parere non risulta
obbligatorio nei casi di lievi modifiche ai regolamenti di corsi già approvati.
________________________________________________________________________________
128
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
Sono pervenute le note dei Presidi e le delibere delle Facoltà con le quali sono stati recepiti gli
adeguamenti e fornite le eventuali motivazioni/controdeduzioni. A riguardo si segnala quanto di
seguito indicato.
La Facoltà di Economia ha recepito le osservazioni della Commissione didattica ad eccezione di
quella relativa alla valutazione con voto delle attività di Laboratorio specificando “che le attività
sopra menzionate, avendo come modalità di verifica “voto”, rientrano nel calcolo dei 12 esami
massimi.”.
La Facoltà di Lettere e Filosofia, nel procedere all’adeguamento dei regolamenti esaminati dalla
Commissione didattica ha provveduto a modificare anche i regolamenti dei seguenti corsi: “Studi
geografici e antropologici” (LM-1&LM-80), Scienze archivistiche e biblioteconomiche (LM-5),
Logica, Filosofia e storia della scienza (LM-78) e Teorie della comunicazione (LM-92).
La Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali nel procedere all’adeguamento dei
regolamenti alle osservazioni della Commissione Didattica, ha ulteriormente riformulato per tutte le
lauree magistrali il paragrafo dell’articolo 3 relativo all’adeguata preparazione individuale per
renderlo omogeneo per tutti i corsi, rimuovendo difformità nell’indicazione di una votazione media
minima al di sotto della quale l’adeguata preparazione individuale viene accertata con un colloquio.
Sulla presente proposta, il Senato Accademico, nella seduta dell’11 luglio u.s., ha espresso parere
favorevole.»
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 162
Il Consiglio di Amministrazione,
- viste le seguenti delibere con le quali le Facoltà hanno approvato i nuovi regolamenti didattici
dei corsi di studio, modificando i regolamenti didattici già emanati:
o Agraria, delibera del 28.2.2012,
o Architettura, delibere del 28.3.2012 e del 16.5.2012,
o Economia, delibera del 21.2.2012, e note del Preside del 20.4.2012, prot. n. 1061, e del
29.5.2012, prot. n. 1386,
o Farmacia, delibera dell’11.4.2012,
o Giurisprudenza, delibera del 14.12.2012 e nota del Preside del 12.6.2012, prot. n. 8001,
o Ingegneria, delibera del 13.4.2012,
o Lettere e Filosofia, delibere del 7.12.2011, del 21.3.2012, del 18.4.2012 e nota del Preside
del 31.5.2012, prot. n. 39309,
o Medicina e Chirurgia, delibere del 29.2.2012 e del 13.3.2012,
o Psicologia, delibera del 14.12.2011 e nota del Preside del 19.12.2011, pr,ot. n. 1654,
o Scienze della Formazione, delibere del 14.12.2011, del 29.2.2012 e del 28.3.2012,
o Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, delibere del 2.2.2012, del 22.3.2012, del 10.5.2012
e nota del Preside del 4.4.2012 prot. n. 736,
o Scienze Politiche, delibera del 28.3.2012;
________________________________________________________________________________
129
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
-
visti i pareri espressi dalle competenti commissioni didattiche paritetiche sui regolamenti dei
nuovi corsi di studio;
- considerato che non risulta pervenuto il parere della Commissione Didattica Paritetica della
Facoltà di Psicologia e considerato che, conformemente a precedenti delibere assunte dagli
Organi accademici, tale parere non risulta obbligatorio nei casi di lievi modifiche ai regolamenti
di corsi già approvati;
- viste le osservazioni sui regolamenti didattici formulate dall’ufficio ed esaminate e discusse in
seno alla Commissione Didattica allargata ai Presidi di Facoltà, nella seduta del 4 giugno 2012;
- visti i testi dei regolamenti adeguati alle osservazioni formulate dalla Commissione Didattica
ripresentati dalle Facoltà di:
o Agraria, nota del Preside del 7.6.2012 prot. n. 1087,
o Architettura, nota del Preside dell’11.6.2012 prot. n. 837,
o Economia, delibera del 7.6.2012,
o Ingegneria, nota del Preside dell’11.6.2012 prot. n. 771,
o Lettere e Filosofia, nota del Preside del 12.6.2012 prot. n. 1180,
o Medicina e Chirurgia, delibera del 13.6.2012,
o Scienze della Formazione, delibera del 13.6.2012,
o Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, nota del Preside della Facoltà del 20.6.2012
prot. n. 1346,
o Scienze Politiche, nota del 18.6.2012 prot. n. 1268;
- visto il vigente Statuto dell’Università degli Studi di Firenze;
- visto l’art. 12 del D.M. 270 del 22.10.2004;
- visto il vigente Regolamento Didattico di Ateneo;
- letto quanto riportato in narrativa;
- vista la delibera del Senato Accademico dell’11.7.2012,
DELIBERA
A) di esprimere parere favorevole, subordinatamente alla ratifica dei Consigli di Facoltà che non
avessero ancora deliberato, sulle modifiche ai seguenti regolamenti didattici già emanati nei testi
allegati alle delibere delle Facoltà di cui in premesse e allegate all’originale del presente verbale
(All. 4).
FACOLTÀ DI AGRARIA:
- CL in Scienze forestali e ambientali (L-25)
- CL in Scienze vivaistiche, ambiente e gestione del verde (L-25)
- CLM in Rural tropical development – Sviluppo rurale e tropicale (LM-69)
- CLM in Scienze e tecnologie alimentari (LM-70)
- CLM in Scienze e gestione delle risorse faunistico-ambientali (LM-86)
FACOLTÀ DI ARCHITETTURA:
- CL in Disegno industriale (L-4 )
________________________________________________________________________________
130
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
- CL in Scienze dell’architettura (L-17)
- CL in Pianificazione della città, del territorio e del paesaggio (L-21) interfacoltà
- CLM in Architettura (LM-4 c.u.)
- CLM in Architettura (LM-4)
- CLM in Design (LM-12)
- CLM in Pianificazione e progettazione della città e del territorio (LM-48) interfacoltà
- CLM in Architettura del paesaggio (LM-3 & LM-69)
FACOLTÀ DI ECONOMIA:
- CL in Economia aziendale (L-18)
- CL in Economia e Commercio (L-33)
- CL in Sviluppo economico, cooperazione internazionale socio-sanitaria e gestione dei
conflitti (L-37) interfacoltà
- CL in Statistica (L-41)
- CLM Finance and risk management – Finanza e gestione del rischio (LM-16)
- CLM in Design of sustainable tourism system – Progettazione dei sistemi turistici (LM49)
- CLM in Scienze dell’Economia (LM-56)
- CLM in Accounting e libera professione (LM-77)
- CLM in Governo e direzione d’impresa (LM-77)
- CLM in Development economics – Economia dello sviluppo avanzata (LM-81)
- CLM in Statistica, scienze attuariali e finanziarie (LM-82)
FACOLTA’ DI FARMACIA:
- CL in Scienze Farmaceutiche Applicate - Controllo qualità (L-29)
FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZA:
- CL in Scienze dei servizi giuridici (L-14)
- CLM in Giurisprudenza (LMG-01)
FACOLTÀ DI INGEGNERIA:
- CL in Ingegneria Civile, Edile e Ambientale (L-7)
- CL in Ingegneria Elettronica e delle Telecomunicazioni (L-8)
- CL in Ingegneria Informatica (L-8)
- CL in Ingegneria meccanica (L-9)
- CLM in Ingegneria Biomedica (LM-21)
- CLM in Ingegneria Civile (LM-23)
- CLM in Ingegneria Edile (LM-24)
- CLM in Ingegneria Elettrica e dell’Automazione (LM-25)
- CLM in Ingegneria delle Telecomunicazioni (LM-27)
- CLM in Ingegneria Elettronica (LM-29)
- CLM in Ingegneria Energetica (LM-30)
________________________________________________________________________________
131
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
- CLM in Ingegneria Informatica (LM-32)
- CLM in Ingegneria Meccanica (LM-33)
- CLM in Ingegneria per la Tutela dell’Ambiente e del Territorio (LM-35)
FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA:
- CL in Storia e tutela dei beni archeologici, artistici, archivistici e librari (L-1)
- CL in Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo (DAMS) (L-3)
- CL in Progettazione e gestione di eventi e imprese dell’arte e dello spettacolo (L-3)
- CL in Filosofia (L-5)
- CL in Lettere (L-10)
- CL in Lingue e letterature straniere e Studi interculturali (L-11)
- CL in Scienze umanistiche per la comunicazione (L-20)
- CL in Storia (L-42)
- CLM in Archeologia (LM-2)
- CLM in Scienze archivistiche e biblioteconomiche (LM-5)
- CLM in Filologia moderna (LM-14)
- CLM in Filologia, Letteratura e Storia dell’Antichità (LM-15)
- CLM in Lingue e Civiltà dell’Oriente antico e moderno (LM-36)
- CLM in Lingue e letterature europee e americane (LM-37)
- CLM in Scienze dello spettacolo (LM-65)
- CLM in Logica, Filosofia e storia della scienza (LM-78)
- CLM in Scienze filosofiche (LM-78)
- CLM in Scienze storiche (LM-84)
- CLM in Storia dell’arte (LM-89)
- CLM in Teorie della comunicazione (LM-92)
- CLM in Studi geografici e antropologici (LM-1 & LM-80)
FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA:
- CL in Scienze motorie, sport e salute (L-22)
- CL in Infermieristica (L-SNT/1)
- CL in Ostetricia (L-SNT/1)
- CL in Educazione professionale (L-SNT/2)
- CL in Fisioterapia (L-SNT/2)
- CL in Logopedia (L-SNT/2)
- CL in Dietistica (L-SNT/3)
- CL in Tecniche di laboratorio biomedico (L-SNT/3)
- CL in Tecniche di neurofisiopatologia (L-SNT/3)
- CL in Tecniche di radiologia medica, per immagini e radioterapia (L-SNT/3)
- CL in Tecniche ortopediche (L-SNT/3)
- CL in Assistenza sanitaria (L-SNT/4)
________________________________________________________________________________
132
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
CL in Tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro (L-SNT/4)
CLM in Medicina e chirurgia (LM-41)
CLM in Scienze e tecniche dello sport e delle attività motorie preventive e adattate (LM67 & LM-68)
- CLM in Scienze infermieristiche e ostetriche (LM-SNT/1)
- CLM in Scienze riabilitative delle professioni sanitarie (LM-SNT/2)
- CLM in Scienze delle professioni sanitarie tecniche diagnostiche (LM-SNT/3)
- CLM in Scienze delle professioni sanitarie della prevenzione (LM-SNT/4)
FACOLTA’ DI PSICOLOGIA
- CL in Scienze e tecniche psicologiche (L-24)
FACOLTA’ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE:
- CL in Scienze dell'Educazione Sociale (L-19)
- CL in Scienze dell'Infanzia (L-19)
- CLM in Dirigenza scolastica e Pedagogia clinica (LM-50)
- CLM in Teorie della comunicazione (LM-92) (interfacoltà con Lettere e Filosofia)
- CLM in Scienze dell’educazione degli adulti, della formazione continua e scienze
pedagogiche (LM-57 & LM-85)
FACOLTA’ DI SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI:
- CL in Scienze biologiche (L-13)
- CL in Chimica (L-27)
- CL in Ottica e optometria (L-30)
- CL in Informatica (L-31)
- CL in Matematica (L-35)
- CL in Diagnostica e materiali per la conservazione e il restauro (L-43)
- CLM in Biologia (LM-6)
- CLM in Biotecnologie molecolari (LM-8)
- CLM in Scienze e materiali per la conservazione e il restauro (LM-11)
- CLM in Scienze fisiche e astrofisiche (LM-17)
- CLM in Informatica (LM-18)
- CLM in Matematica (LM-40)
- CLM in Scienze Chimiche (LM-54)
- CLM in Scienze della natura e dell’uomo (LM-60)
- CLM in Scienze e tecnologie geologiche (LM-74)
FACOLTA’ DI SCIENZE POLITICHE:
- CL in Scienze politiche (L-36)
- CL in Servizio sociale (L-39)
- CLM in Strategie della comunicazione pubblica e politica (LM-59)
- CLM in Scienze della politica e dei processi decisionali (LM-62)
-
________________________________________________________________________________
133
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
- CLM in Disegno e gestione degli interventi sociali (LM-87)
- CLM in Sociologia e ricerca del sociale (LM-88)
- CLM in Relazioni internazionali e studi europei (LM-52 & LM-90)
B) di esprimere parere favorevole sul regolamento didattico del corso di Laurea Magistrale in
Scienze dell’alimentazione (LM-61) (corso interfacoltà) – attivato con l’aa. 2012-2013 – nel testo
allegato alle delibere delle Facoltà di cui in premesse, e allegate all’originale del presente verbale
(All. 5).
Sul punto 22 dell’O.D.G. «LIFELONG LEARNING PROGRAMME/ERASMUS A.A.
2012/2013 – CRITERI DI ASSEGNAZIONE MENSILITÀ “CON BORSA” AGLI
STUDENTI SELEZIONATI»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «Com’è noto, con
la Decisione n. 1720 del 15 novembre 2006 il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno istituito il
programma di azione comunitaria nel campo dell’apprendimento permanente denominato Lifelong
Learning Programme (LLP) che sostituisce, integrandoli, i precedenti programmi SOCRATES e
LEONARDO DA VINCI.
All’interno del suddetto Programma, che avrà la durata di sette anni (2007-2013), sono previsti
quattro programmi settoriali (o sotto-programmi) uno dei quali è, appunto, ERASMUS.
Per partecipare alle attività previste nell’ambito di ERASMUS ciascun Ateneo è tenuto a presentare
annualmente all’Agenzia Nazionale LLP Italia la propria candidatura per concorrere
all’assegnazione delle risorse necessarie allo sviluppo e gestione dell’azione suddetta (borse di
mobilità docenti e studenti, fondi per il funzionamento e per l’organizzazione delle mobilità).
Per quanto riguarda le attività da realizzare nell’a.a. 2012/2013 la candidatura è stata presentata nel
mese di marzo 2012 e l’Agenzia Nazionale LLP/Erasmus ha comunicato, con nota del 30 maggio
2012, le risorse comunitarie a disposizione dell’Ateneo.
Per quanto riguarda gli studenti, il numero delle mensilità di borsa assegnate per le mobilità per lo
studio e per il placement ammonta, rispettivamente, a 4205 e 561 mentre il contributo previsto è
pari a € 230,00 al mese per lo studio e € 500,00 al mese per il placement.
Inoltre, con nota del 14 Febbraio 2012 il Miur ha comunicato l’assegnazione di un cofinanziamento,
ai sensi della legge 183/1987, pari a € 102.060,00 da destinarsi “esclusivamente per attività a
sostegno alla mobilità (placement) di studenti” mediante l’integrazione delle borse già bandite o
l’attivazione di nuove borse. Il suddetto finanziamento deve essere necessariamente utilizzato entro
il 31 dicembre 2013.
Com’è noto, con Decreto rettorale, 9 febbraio 2012, n. 91 – prot. n. 1079 e Decreto rettorale, 14
maggio 2012, n. 416 – prot. n. 33109 sono stati rispettivamente emanati i Bandi per la formazione
delle graduatorie di idoneità alla mobilità Erasmus per lo studio e alla mobilità Erasmus per il
placement. Ciò è avvenuto, come di consueto, nelle more dell’assegnazione da parte dell’Agenzia
Nazionale del finanziamento delle borse per dare modo alle Facoltà di sottoporre le candidature
________________________________________________________________________________
134
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
degli studenti agli Atenei o alle Aziende partner, nei tempi stabiliti per la definizione degli specifici
accordi.
Le procedure di selezione relative alle candidature per studio sono già terminate e, con Decreto
rettorale, 4 giugno 2012, n. 483 - prot. n. 38530 è stato pubblicato l’elenco definitivo degli studenti
idonei (art. 7 comma 2 del bando).
Le procedure di selezione relative alle candidature per placement sono, invece, ancora in corso e si
concluderanno, presumibilmente, intorno al 20 Luglio p.v..
A seguito di quanto sopra esposto, in riferimento agli esiti delle selezioni per studio effettuate da
parte delle Facoltà, risulta complessivamente una richiesta di 4532 mensilità corrispondenti a 651
studenti idonei, a fronte dell’assegnazione da parte dell’Agenzia Nazionale di 4205 mensilità.
Rispetto a quanto sopra esposto risulta evidente come anche per l’a.a. 2012/2013 l’Agenzia abbia
confermato un’assegnazione che, pur non risultando sufficiente a coprire l’intera richiesta degli
studenti, rappresenta comunque oltre il 90% delle previsioni.
Con riferimento, invece, alle selezioni in corso nelle Facoltà per la valutazione delle candidature per
placement, risulta stabilito il seguente calendario degli adempimenti (nota della Prof.ssa Anna
Nozzoli n. 36347 del 25 maggio 2012): come previsto nel bando di idoneità le Facoltà dovranno
inviare all’ufficio entro il 5 luglio le graduatorie di idoneità per la pubblicazione sul sito di Ateneo a
partire dal 10 luglio (art. 6 comma 6), gli studenti dovranno procedere all’accettazione delle
mobilità proposte entro il 12 luglio e, conseguentemente, le Facoltà trasmetteranno all’ufficio entro
il 17 luglio l’elenco degli studenti idonei in previsione della pubblicazione del Decreto Rettorale di
cui all’art. 7 comma 2 del Bando a partire dal 19 luglio. Dalla documentazione finora trasmessa
all’ufficio risultano essere stati selezionati quasi 170 studenti per un numero di mensilità di mobilità
proposte pari a circa 700.
Anche nel caso delle mobilità per placement, l’assegnazione ricevuta dall’Agenzia risulta
nettamente superiore a quella degli ultimi 2 anni e corrisponde a 561 mensilità.
Il forte incremento delle risorse comunitarie ottenuto per entrambe le tipologie di mobilità (studio e
placement) è il risultato di una mirata politica di Ateneo volta all’ottimizzazione del finanziamento
proveniente dalla Agenzia Nazionale, politica nell’ambito della quale l’ufficio ha intensificato lo
studio dei criteri e delle modalità di erogazione delle risorse mettendo quindi in atto, con la
collaborazione delle Facoltà, le opportune misure operative. Ciò ha suggerito, ad esempio, pur a
fronte di numeri alti in valore assoluto, il raggiungimento di performances massime di
rendicontazione dei fondi assegnati nel triennio precedente.
Per quanto riguarda le mobilità “per studio”, nonostante l’incremento nelle assegnazioni delle
mensilità da parte dell’Agenzia, queste (4205) non risultano tuttavia sufficienti a garantire la
copertura di tutte le mensilità previste al momento delle selezioni (4532), come risulta dalla tabella
sottostante.
Mesi
n.
TOT mesi
mobilità
studenti
previsti
________________________________________________________________________________
135
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
3
25
75
4
16
64
5
108
540
6
271
1626
7
3
21
8
2
16
9
108
972
10
99
990
11
0
0
12
19
228
651
4532
Tuttavia, in considerazione del fatto che, annualmente, rispetto alle selezioni effettuate, risulta tra la
fine del mese di luglio e il mese di settembre, ovvero prima delle partenze, una percentuale di
rinunce pari a circa il 13% degli idonei (80 studenti) e 10% di mensilità assegnate (500), si ritiene
opportuno garantire a tutti gli studenti selezionati la copertura dell’intero periodo di mobilità,
comprese le mensilità attualmente non coperte da contributo (4532 – 4205 = 327) per un importo
previsto di € 75.210,00. Tale somma, come avvenuto anche in passato, potrebbe non dover essere
utilizzata. In ogni caso, per la copertura di tale maggiore onere, arrotondato per sicurezza a €
80.000,00, nell’attesa del quadro complessivo delle risorse effettivamente utilizzate dagli studenti,
si potrebbe prevedere l’utilizzo di fondi sul capitolo F.S. 1.03.01.05 “Servizi a studenti e supporto
alla didattica” tramite una variazione di Bilancio per un ammontare pari a € 80.000,00 a favore del
capitolo F.S. 1.03.05.04 “Borse di studio Socrates/Erasmus”.
Per quanto riguarda, invece, le mobilità “per placement”, in attesa della conclusione delle procedure
di selezione e della verifica del numero esatto degli studenti idonei e della durata del periodo di
mobilità accordato, in considerazione della documentazione pervenuta fino a questo momento
all’ufficio, risulta possibile assicurare a tutti gli idonei un numero di mensilità di contributo
corrispondenti all’intero periodo di mobilità effettuato. Ciò anche grazie al cofinanziamento
ministeriale sopra menzionato attraverso il quale sarà possibile liquidare anche le mensilità (ad oggi
143 per un importo corrispondente a € 71.500,00) che non risultano coperte da contributo
comunitario.
Rispetto a quanto sopra descritto, si ritiene opportuno ricordare che mentre nell’a.a. 2010/2011 è
stato possibile garantire agli studenti in mobilità per studio un numero nettamente inferiore di
mensilità “con contributo” e che per quanto riguarda le mobilità per placement è stato possibile
garantire a tutti gli studenti 1 sola mensilità “con contributo”, nell’a.a. 2011/2012, le cui mobilità
sono ancora in corso di svolgimento, il contributo comunitario (a seguito di rinunce e/o rientri
anticipati ma anche grazie ad un’integrazione di mensilità da parte dell’Agenzia Nazionale) è
assicurato agli studenti per l’intero periodo di mobilità.
________________________________________________________________________________
136
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
La proposta sopra esposta è stata approvata dal Senato Accademico dell’11.07.2012 e viene
sottoposta al Consiglio di amministrazione per le determinazioni di competenza.»
Il Rettore illustra la pratica e sottolinea che per il corrente anno è prevista la completa copertura
delle richieste di mobilità degli studenti, essenzialmente dovuta alla maggiore quota di
cofinanziamento da parte dell’Agenzia Nazionale LLP/Erasmus e da un cofinanziamento pervenuto
dal Miur.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 163
Il Consiglio di amministrazione,

letto quanto riportato in narrativa;

visto il Bando di selezione per la formazione di graduatorie di idoneità alla mobilità
Erasmus per studio, a.a. 2012/2013 pubblicato con Decreto rettorale, 9 febbraio 2012, n. 91
– prot. n. 1079;

visto il Bando di selezione per la formazione di graduatorie di idoneità alla mobilità
Erasmus Placement a.a. 2012/2013 pubblicato con Decreto rettorale, 14 maggio 2012, n.
416 – prot. n. 33109;

visto il Decreto di approvazione dell’elenco definitivo degli studenti idonei alla mobilità per
studio pubblicato con Decreto rettorale, 4 giugno 2012, n. 483 - prot. n. 38530;

nelle more della conclusione delle procedure di selezione delle candidature per placement
prevista, presumibilmente, intorno al 20 luglio 2012 e della pubblicazione del Decreto
contenente l’elenco definitivo degli studenti idonei alla suddetta mobilità;

considerato che per gli studenti idonei alla mobilità per studio di cui al Decreto Rettorale
summenzionato risulta complessivamente una richiesta di mensilità pari a 4.532 (651
studenti) e che, sulla base della documentazione pervenuta all’ufficio relativa alle selezioni
per le mobilità per placement, risulterebbe una previsione complessiva di circa 700 mensilità
(circa 170 studenti);

vista la nota del 30 maggio 2012 con la quale l’Agenzia Nazionale LLP ERASMUS ha
assegnato all’Ateneo le risorse per la mobilità per studio e per placement degli studenti che
ammontano, rispettivamente, a 4.205 e 561 mensilità;

vista la nota del 14 febbraio 2012 con la quale il Miur ha comunicato l’assegnazione di un
cofinanziamento, ai sensi della legge 183/1987, pari a € 102.060,00 da destinarsi
“esclusivamente per attività a sostegno alla mobilità (placement) di studenti” mediante
l’integrazione delle borse già bandite o l’attivazione di nuove borse (scadenza per l’utilizzo
31 dicembre 2013);

considerato che il numero complessivo delle mensilità assegnate all’Ateneo risulta
insufficiente per la copertura di tutte le mensilità assegnate agli studenti idonei alla mobilità
per “studio” e per “placement”;
________________________________________________________________________________
137
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________

ritenuto opportuno, in accordo con la Prof.ssa Anna Nozzoli, garantire a tutti gli studenti
selezionati per “studio” la copertura dell’intero periodo di mobilità, comprese le mensilità
attualmente non coperte da contributo comunitario (4.532 – 4.205 = 327) attraverso
l’utilizzo di fondi sul capitolo F.S. 1.03.01.05 “Servizi a studenti e supporto alla didattica”
per un ammontare pari a € 80.000,00 tramite una variazione di Bilancio a favore del capitolo
F.S. 1.03.05.04 “Borse di studio Socrates/Erasmus”;

ritenuto opportuno altresì, in accordo con la Prof.ssa Anna Nozzoli, assicurare, grazie al
cofinanziamento del Miur ai sensi della legge 183/1987, l’integrazione necessaria per
garantire a tutti gli studenti selezionati per “placement” la copertura dell’intero periodo di
mobilità, anche nel caso in cui le eventuali risorse recuperate a causa di rientri anticipati o di
rinunce, nonché ulteriori assegnazioni da parte dell’Agenzia Nazionale non risultassero
sufficienti a coprire tutte le mensilità previste (attualmente l’esubero sembrerebbe
ammontare a 143 mensilità per un importo corrispondente a € 71.500,00);

vista la delibera del Senato Accademico dell’11.07.2012 di approvazione della presente
pratica;

visto il vigente Regolamento Didattico di Ateneo;

visto il vigente Statuto,
DELIBERA
di assicurare a tutti gli studenti idonei per “studio” e per “placement” la copertura dell’intero
periodo di mobilità procedendo, per quanto riguarda le mensilità per “studio” non coperte da
contributo comunitario (4.532 – 4.205 = 327), con una variazione di Bilancio, per un ammontare
pari a € 80.000,00, dal capitolo F.S. 1.03.01.05 “Servizi a studenti e supporto alla didattica” a
favore del capitolo F.S. 1.03.05.04 “Borse di studio Socrates/Erasmus”, attingendo invece, per
quanto riguarda le mensilità per “placement” che non dovessero risultare coperte dal contributo
comunitario (attualmente n. 143 per un importo pari a € 71.500,00), dal cofinanziamento del Miur
assegnato all’Ateneo ai sensi della legge 183/1987.
Tali risorse non sarebbero comunque utilizzate laddove, in caso di rinunce o di rientri anticipati,
nonché di un’ulteriore assegnazione da parte dell’Agenzia Nazionale, le risorse comunitarie
risultassero sufficienti.
Sul punto 25 dell’O.D.G. «RICONOSCIMENTO DI SPIN-OFF ACCADEMICO
“LABORATORI ARCHEOLOGICI SAN GALLO – SOC. COOPERATIVA”»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «A norma dell’art.
1 del Regolamento di Ateneo per Spin-off emanato con D.R. n. 7166 (53) del 30.01.2012, il Prof.
Guido Vannini, Professore Ordinario di Archeologia Medievale, afferente al Dipartimento di Studi
Storici e Geografici, ha chiesto al Rettore il riconoscimento della Società Laboratori Archeologici
San Gallo Soc. Coop., quale SPIN-OFF ACCADEMICO DELL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI
DI FIRENZE.
Descrizione del Progetto Laboratori Archeologici San Gallo Soc. Coop.
________________________________________________________________________________
138
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
La Laboratori Archeologici San Gallo (LASG) soc. coop.:
progetta piani integrati di Archeologia Pubblica, ovvero museologia e comunicazione e
governance per la messa in valore dei monumenti e dei siti storico-archeologici di un
territorio;
progetta pacchetti ed itinerari turistici per una fruizione sostenibile ed informata del
patrimonio storico-archeologico, che prevedono la partecipazione attiva alle esperienze
archeologiche ed il finanziamento alla ricerca attraverso attività di scavo e di laboratorio,
archeologia sperimentale, coinvolgimento delle piccole imprese artigianali locali;
offre consulenza e produzione di contenuti storico-archeologici ad alto valore scientifico nel
campo dell’editoria tradizionale e multimediale e della didattica per scuole di ogni ordine e
grado;
pianifica ed effettua interventi e consulenze di Archeologia Preventiva, ovvero di
valutazione del potenziale archeologico (VIArch), in aree aperte e complessi edilizi per
conto di enti pubblici e privati, secondo una prassi operativa consolidata.
LASG si propone di promuovere il rapporto tra l’archeologia e la società attraverso una innovazione
di prodotto e una innovazione di processo, la comunicazione efficace dei risultati raggiunti e una
migliore governance del territorio e delle sue risorse, attraverso la riscoperta delle produzioni
storiche e locali e la gestione ragionata del patrimonio artistico ed archeologico.
Statuto
Dallo statuto si evince che la Cooperativa ha per oggetto:
1.
Ricerca Archeologica
a) progettazione e sviluppo di progetti di ricerca negli ambiti dell’Archeologia Leggera,
Archeologia Territoriale, Archeologia Pubblica, Archeologia della Produzione,
Archeoinformatica;
b) collaborazione con Enti di Ricerca pubblici e privati;
c) progettazione, sviluppo e cura di pubblicazioni scientifiche;
d) scavo stratigrafico in estensione, sondaggi e saggi diagnostici;
e) archeologia degli elevati e dell'edilizia storica;
f) archeologia territoriale e dei paesaggi;
g) fotointerpretazione archeologica;
h) analisi e studio di beni mobili (reperti ceramici, archeobotanici, archeozoologici,
archeoantropologici, metallici, lapidei, vitrei e lignei);
i) restauro e consolidamento dei reperti mobili: reperticeramici, archeobotanici,
archeozoologici, archeoantropologici, metallici, lapidei, vitrei e lignei;
j) rilievo diretto e strumentale di manufatti architettonici ed archeologici, fotogrammetria,
modellazione 3D, fotogrammetria aerea con pallone/aquilone;
k) progettazione e realizzazione di archivi digitali e multimediali, basi di dati archeologiche,
GIS archeologico, elaborazioni in ambiente CAD).
________________________________________________________________________________
139
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
Analisi del Business plan
Il Business Plan, appare ben strutturato. I bilanci preventivi presentati indicano un fatturato
oscillante da euro 101.000,00 (primo anno) ad euro 170.000,00 (terzo anno) nei primi tre anni di
attività. Nel complesso l’utile è previsto dal primo anno.
Il costo maggiore è da considerarsi quello del lavoro dei soci. Il costo di ogni servizio è costituito
quasi interamente dal compenso del lavoro dei soci coinvolti nei singoli progetti e dagli oneri fiscali
e previdenziali.
La struttura presentata dovrebbe consentire di mantenere molto bassi i costi fissi.
Il dettaglio dei prospetti costi/ricavi è allegato al Business Plan.
Parere della Commissione Spin-off
La Commissione Spin-off, nominata con D.R. n. 12286 (117) del 15/02/2012, riunitasi il 26 giugno
2012 per l’esame del progetto di costituzione dello Spin-off, ha esaminato la richiesta pervenuta dal
Prof. Guido Vannini per il riconoscimento della società Laboratori Archeologici San Gallo Soc.
Coop., quale SPIN-OFF ACCADEMICO DELL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZE ed
ha rilevato che:
a)
Il Business plan appare ben strutturato;
b)
Il fatturato su prodotti e servizi previsto va da euro 101.000,00 a euro 170.000,00 nei primi
tre anni di attività. Nel complesso l’utile è previsto dal primo anno.
La Commissione ha approvato con parere favorevole la domanda di riconoscimento di Laboratori
Archeologici San Gallo Soc. Coop. quale spin-off approvato dell’Università degli studi di Firenze,
senza alcun onere a carico dell’Università, con la richiesta che venga stipulato apposito contratto
triennale di utilizzo del logo, ai sensi dell’articolo 4 del citato Regolamento in cui siano
formalizzate, oltre le normali modalità di utilizzo del logo:
1)
l’impegno da parte della società cooperativa, di corrispondere all’Università un corrispettivo
in servizi al fine di supportare i laboratori didattici della Cattedra di Archeologia Medievale
con circa 30 settimane di lavoro per un ammontare stimato di circa 10.000 euro annuali, per
tre anni, da attuarsi attraverso la stipula di una convenzione, da definirsi in accordo con
CSavri, che preveda l’impegno da parte della cooperativa a:
o contribuire a sviluppare i progetti di ricerca della Cattedra di Archeologia Medievale
o prendere in carico la gestione dei laboratori didattici della Cattedra di Archeologia
Medievale,
o avviare un’attività formativa sul campo degli studenti;
2)
il rispetto da parte della società del Regolamento di Ateneo per Spin-off, emanato con D.R.
n. 12286 (117) del 15/02/2012, ed in particolare dell’articolo 9;
3)
l’obbligo del socio proponente, dipendente dell’Università di Firenze di non cedere le
proprie partecipazioni durante il periodo di riconoscimento dello Spin off, salvo espressa
autorizzazione concessa dall’Università.»
________________________________________________________________________________
140
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
Il Rettore illustra la pratica. Fa notare, con soddisfazione, che per la prima volta viene richiesto un
riconoscimento di spin off accademico a un’attività proveniente dall’Area Umanistica, in particolare
dal Settore dell’Archeologia.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 164
Il Consiglio di amministrazione,
visto il Regolamento Spin-off emanato con D.R. n. 7166 (53) del 30.01.2012;
vista la richiesta del Prof. Guido Vannini, Professore Ordinario di Archeologia Medievale,
afferente al Dipartimento di Studi Storici e Geografici, inerente il riconoscimento della
Società laboratori Archeologici San Gallo, quale SPIN-OFF ACCADEMICO
DELL’UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI FIRENZE;
visto lo Statuto di Laboratori Archeologici San Gallo Soc. Coop.;
visto il progetto di Laboratori Archeologici San Gallo Soc. Coop.;
visto il Business Plan di Laboratori Archeologici San Gallo Soc. Coop.;
considerato che la Commissione Spin-off ha espresso in data 26 giugno 2012 parere positivo
alla richiesta di riconoscimento nei termini proposti dal proponente;
considerato l’interesse dell’Università degli Studi di Firenze ad approvare una Società che
abbia un oggetto sociale di rilevante interesse scientifico;
preso atto della delibera del Senato accademico dell’11 luglio 2012;
visto l’articolo 62 del Regolamento per l’Amministrazione, la Finanza e la Contabilità;
visto l’art. 8 comma 4 dello Statuto dell’Università di Firenze,
delibera
di esprimere parere positivo alla domanda di riconoscimento di Laboratori Archeologici San Gallo
Soc. Coop. quale spin-off accademico dell’Università degli Studi di Firenze, senza alcun onere a
carico dell’Università, con la richiesta che venga stipulato apposito contratto triennale di utilizzo del
logo, ai sensi dell’articolo 4 del citato Regolamento in cui siano formalizzate, oltre alle normali
modalità di utilizzo del logo:
1)
l’impegno da parte della società cooperativa di corrispondere all’Università un corrispettivo
in servizi, al fine di supportare i laboratori didattici della Cattedra di Archeologia Medievale
con circa 30 settimane di lavoro per un ammontare stimato di circa euro Euro 10.000,00
annuali, per tre anni, da attuarsi attraverso la stipula di una convenzione, da definirsi in
accordo con CSavri, che preveda l’impegno da parte della cooperativa a:
o contribuire a sviluppare i progetti di ricerca della Cattedra di Archeologia Medievale,
o prendere in carico la gestione dei laboratori didattici della Cattedra di Archeologia
Medievale,
o avviare un’attività formativa sul campo degli studenti;
2)
il rispetto da parte della società del Regolamento di Ateneo per Spin-off, emanato con D.R.
n. 12286 (117) del 15/02/2012, ed in particolare dell’articolo 9;
________________________________________________________________________________
141
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
l’obbligo del socio proponente, dipendente dell’Università di Firenze, di non cedere le
proprie partecipazioni durante il periodo di riconoscimento dello Spin off, salvo espressa
autorizzazione concessa dall’Università.
Sul punto 26 dell’O.D.G. «STIPULA DI CONVENZIONE PER ATTIVITÀ DI RICERCA E
SPERIMENTAZIONE SULLE DINAMICHE OCCUPAZIONALI DEI LAUREATI
DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI FIRENZE CON IL MINISTERO DEL LAVORO E
DELLE POLITICHE SOCIALI»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «Le istituzioni del
mondo del lavoro e della produzione sono interessate a comprendere i destini lavorativi e
professionali dei laureati, i quali sono le persone più qualificate per ricoprire posizioni elevate nella
gerarchia professionale. Pertanto, i laureati devono essere seguiti quanto più a lungo è possibile nel
sistema produttivo per potere mostrare, da una parte, la spendibilità del capitale umano nel lavoro e
nella società civile e per, d'altra parte, procedere nella ricerca di convergenze tra domanda e offerta
di lavoro qualificato.
Per poter seguire i laureati nel mondo del lavoro, è necessario creare un sistema informativo di dati
individuali, essenziale e mirato al raggiungimento di obiettivi, valido metodologicamente, a basso
costo e di facile accesso. I1 sistema informativo si dovrà basare sul collegamento longitudinale, per
più anni, di record inerenti ad un insieme di laureati di atenei italiani, selezionati a partire da una
data da definire, e compresenti in archivi amministrativi sul mercato del lavoro.
Esiste, dunque, la necessità di disporre di un sistema informativo sui laureati caratterizzato da:
continuità, o perlomeno annualità, della rilevazione dei dati,
copertura nazionale,
adeguatezza delle informazioni rispetto agli obiettivi descritti.
I record da legare possono essere tratti dal Sistema informativo che contiene le comunicazioni
obbligatorie effettuate dalle aziende e dagli enti pubblici localizzati in Italia. Il sistema, gestito al
livello nazionale dal Ministero del Lavoro, ha finalità di documentazione amministrativa, ma da
questo sistema è estratta periodicamente una base di dati finalizzata all'analisi statistica dei dati.
Le comunicazioni riguardano ogni nuova entrata e ogni cambiamento di posizione dei lavoratori
nelle aziende e negli enti dislocati in Italia. Le posizioni riguardano ogni attività lavorativa, anche
con contratto atipico; i percorsi professionali riguardano l'inizio del lavoro, la qualifica, i cambi di
lavoro e le tipologie contrattuali.
La quantità di informazioni inerenti ad un singolo lavoratore è dunque proporzionale al numero di
comunicazioni inviate al sistema dal suo datore di lavoro. A fini di documentazione statistica, la
base di dati va dunque normalizzata e, persino per l'analisi di dati individuali, ridotta ad indicatori di
fenomeni rilevanti statisticamente.
La convenzione permetterebbe di perseguire le seguenti opportunità:
3)
________________________________________________________________________________
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
a)
il comprendere quali informazioni - quantitativamente e qualitativamente convalidate possono essere tratte da un archivio definito a livello nazionale e possono quindi sostituire
gli archivi regionali;
b)
il complementare, con proprie informazioni, basi di dati regionali convalidate ed
eventualmente altre fonti (INPS, dichiarazioni dei redditi) sugli insiemi di laureati che
operano in contesti territoriali e produttivi alternativi a quelli descritti dalle comunicazioni
obbligatorie (lavoratori indipendenti, lavoratori all'estero);
c)
lo svolgimento di analisi autonome volte alla convalida delle informazioni che si possono
trarre dalle comunicazioni obbligatorie.
Descrizione:
Per facilitare la lettura si precisa quanto di seguito:
art. 2.1 l’archivio informatizzato cui si fa riferimento è il Sistema di gestione delle carriere degli
studenti GISS (Gestione Informatizzata della Segreteria Studenti) il cui aggiornamento
spetta alle Segreterie Studenti e di cui lo CSIAF, fra le altre cose, gestisce l'erogazione e
svolge funzione di interfaccia;
art. 3.1 gli eventuali costi necessari al raggiungimento degli obiettivi sono da considerarsi come
“costi indiretti di personale”;
art. 6.1 del Comitato di coordinamento devono far parte due rappresentanti dell’Università
nominati dal Rettore.
Inoltre la stipula di detta convenzione si trova in perfetta sinergia con i lavori promossi in sede di
Commissione Orientamento al Lavoro e Job Placement e le attività che ne deriveranno: un
coordinamento sul tema in oggetto teso a correlare tutti i possibili interventi relativi alle tematiche
dell’orientamento in uscita anche attinenti alla ricerca, si rivela strategicamente utile per la messa a
punto di servizi innovativi.
PROPOSTA NUOVO SCHEMA CONVENZIONE
Convenzione per attività di ricerca e sperimentazione
sulle dinamiche occupazionali dei laureati
dell’Università degli Studi di Firenze
tra
Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali (di seguito denominato Ministero) con sede legale
in Roma, via Flavia n.6, CF 800064802781, rappresentato dal Direttore Generale della direzione per
le Politiche dei Servizi per il Lavoro dott.ssa Grazia Strano, domiciliato per la carica presso la sede
di Roma, via Fornovo n. 8, autorizzato, in virtù del proprio incarico, alla stipula della presente
convenzione
e
l’Università degli Studi di Firenze…………….(di seguito denominata “Università”) con sede
legale in ……………………….rappresentata dal Rettore Prof…………………domiciliato per la
carica……………………………
________________________________________________________________________________
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
Premesso che

Il Ministero ha realizzato il sistema informativo statistico delle Comunicazioni Obbligatorie,
che i datori di lavoro sono obbligati a trasmettere al momento di
attivazioni/trasformazioni/proroghe e cessazioni di rapporti di lavoro;

L’informazione del collocamento nel mercato del lavoro dei laureati è strumento essenziale
per lo sviluppo delle politiche sul mercato del lavoro e per lo studio del mismatch tra
domanda e offerta di lavoro;

L’Università degli studi di Firenze ha avviato un processo di analisi e valutazione della
compatibilità tra le attitudini e competenze possedute dai propri laureati e quelle richieste
dal mercato del lavoro;

L’Università degli studi di Firenze si propone di creare un collegamento tra le informazioni
del percorso universitario del laureato e quelle dei suoi movimenti sul mercato del lavoro, in
grado di restituire un indicatore attendibile e valutabile delle capacità occupazionali dei
propri laureati;

L’Università degli studi di Firenze si propone di poter partecipare attivamente alla
progettazione e sperimentazione di politiche attive del lavoro mirate e specificamente rivolte
alla platea dei laureati, con particolare attenzione a quelli oltre 18 mesi dal conseguimento
del titolo;

Le Parti intendono collaborare per realizzare un efficace collegamento tra gli esistenti
archivi informatizzati dei laureati presso l’Università di Firenze e il sistema informativo
delle Comunicazioni Obbligatorie del Ministero,
Convengono e stipulano quanto segue
Art. 1 – Oggetto
1.1 La presente convenzione ha per oggetto la realizzazione congiunta delle attività di ricerca e
sperimentazione per la costruzione di un sistema informativo, di analisi e di monitoraggio
delle dinamiche occupazionali dei laureati dell’Università di Firenze in rapporto anche alla
sua offerta formativa.
1.2 La metodologia da utilizzare sarà quella correntemente adottata dal Ministero e seguirà a
grandi linee, quanto riportato nell’allegato A.
1.3 Il Ministero e l’Università si impegnano ad eseguire le attività di rispettiva competenza nel
pieno rispetto ed entro i limiti dei propri fini istituzionali.
Art. 2 – Impegni e attività specifica delle parti
2.1 L’Università condivide con il Ministero il proprio archivio informatizzato contenente i
dati individuali dei laureati presso i propri corsi di studio, impegnandosi a fornire la
collaborazione necessaria per realizzare le successive attività di collegamento.
2.2 Il Ministero esegue le operazioni di collegamento tra l’archivio condiviso con le Università
e il proprio sistema informativo statistico delle Comunicazioni Obbligatorie allo scopo di
________________________________________________________________________________
144
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
generare un nuovo archivio, reso anonimo, contenente le informazioni sulle posizioni e
storie lavorative dei laureati.
2.3 Le parti si impegnano a svolgere le attività di ricerca e analisi finalizzate alla conoscenza
della transizione università/lavoro, per una migliore definizione delle politiche per
l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, nel rispetto degli obiettivi, dei contenuti,
dei tempi, delle modalità organizzative e dei costi previsti dal progetto medesimo.
Art. 3 – Aspetti finanziari
3.1 Ciascuna delle parti provvederà a sostenere gli eventuali costi necessari per il
raggiungimento degli obiettivi.
Art. 4 – Risultati e pubblicazioni
4.1 I risultati che deriveranno dalle attività oggetto della presente convenzione saranno di
proprietà congiunta del Ministero e dell’Università.
4.2 Le parti si impegnano a rendere reciprocamente disponibili i propri esiti di ricerca prima
della loro pubblicazione, al fine di consentire un adeguato momento di verifica e
condivisione del percorso di analisi intrapreso.
4.3 La pubblicazione degli studi sui risultati ottenuti, o la divulgazione di varia natura degli
stessi, dovrà avvenire con la citazione della presente Convenzione.
Art. 5 – Trattamento dei dati personali
5.1 Le parti si impegnano ad osservare quanto disposto dal D. Lgs. n. 196 del 30 giugno 2003
in materia di protezione e comunicazione dei dati personali eventualmente acquisiti e/o
utilizzati per lo svolgimento della presente attività nonché a conformarsi alle disposizioni
del Codice di deontologia e di buona condotta per i trattamenti di dati personali a scopi
statistici e di ricerca scientifica.
5.2 In particolare le Parti si impegnano ad attuare le misure di tutela della riservatezza previste
dalla normativa sopra richiamata, con procedure di sicurezza idonee ad identificare e
registrare gli operatori e le operazioni effettuate. I responsabili del trattamento dei dati
personali sono per l’Università…………………. e per il Ministero la dott.ssa Grazia
Strano, Direttore Generale della direzione per le Politiche dei Servizi per il Lavoro.
Art. 6 – Comitato di Coordinamento
6.1 Il coordinamento delle attività previste dalla presente convenzione viene assicurato da un
Comitato di coordinamento, composto da due rappresentanti dell’Università designati dal
Rettore e da due rappresentanti del Ministero designati dal Direttore Generale della
direzione per le Politiche dei Servizi per il Lavoro.
Art. 7 – Durata
7.1 La convenzione avrà la durata di due anni a decorrere dalla data della sua sottoscrizione.
7.2 Le parti, in relazione alle esigenze delle attività, possono concordare una proroga con atto
scritto, tre mesi prima della scadenza prevista, con espresso richiamo al presente accordo e
fatte salve tutte le restanti disposizioni.
________________________________________________________________________________
145
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
Art. 8 – Recesso
8.1 Le parti potranno recedere dal presente accordo con comunicazione mediante
raccomandata con avviso di ricevimento da inviare all’altra parte con un preavviso di
almeno 3 mesi.
8.2 Il recesso dovrà essere esercitato in modo da non arrecare pregiudizio all’altra parte.
Art. 9 – Assicurazione e Sicurezza
9.1 Ai sensi dell’art. 10 del D.M. 363/98 gli obblighi previsti del D.Lgs. 626/94 in materia di
sicurezza sul lavoro gravano sull’ente ospitante, per quanto riguarda il personale, ivi
compresi gli studenti che si trovino presso di esso nell’espletamento di attività connesse
all’attuazione della presente convenzione.
9.2 L’Università garantisce che il personale universitario e gli studenti impegnati nelle attività
didattiche o scientifiche presso le strutture del Ministero sono assicurati per responsabilità
civile e contro gli infortuni.
9.3 Il Ministero analogamente garantisce che il proprio personale eventualmente impegnato
nelle attività scientifiche presso le strutture dell’Università è assicurato per responsabilità
civile e contro gli infortuni.
Art. 10 – Controversie
10.1 Qualunque controversia dovesse eventualmente insorgere tra le parti dovrà essere risolta
mediante ricorso al competente Foro di Roma.
Art. 11 – Disposizioni finali
11.1 Per quanto non specificamente previsto dalla presente convenzione, valgono le norme del
Codice Civile.
Il Direttore Generale della direzione
Il Rettore dell’Università
per le Politiche dei Servizi per il Lavoro
Prof.
Dott.ssa Grazia Strano
All. A-Progetto
Progetto:
Il progetto ha lo scopo di realizzare un Osservatorio che mira a studiare il fenomeno degli high
skilled che hanno difficoltà di inserimento lavorativo.
Obiettivi:
 Supportare le istituzioni nella messa a punto di politiche attive per il lavoro;
 Contribuire a ridurre il gap tra domanda e offerta di lavoro dando voce alle esigenze di
professionalità delle aziende e degli individui e orientando il sistema scolastico nella
progettazione dei percorsi formativi;
 Creare occasioni di diffusione di dati di ricerca e di dibattito tra gli stakeholder sul tema
dell’occupazione giovanile;
Azioni progettuali:
________________________________________________________________________________
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________

Realizzazione dell’Osservatorio attraverso l’incrocio dei dati dei giovani laureati con il
sistema informatico delle Comunicazioni Obbligatorie;
 Studio dei fenomeni di inserimento lavorativo (rapporto tra titolo di studio e tipologia del
rapporto di lavoro; transizione scuola/lavoro e analisi dei tempi di non lavoro; inserimento
dentro e fuori provincia);
 Divulgazione dei risultati;
 Analisi delle aspettative dei giovani e dei fabbisogni delle imprese del territorio;
 Proposta di politica attiva (formazione, stage e tirocini,…)».
Il Rettore illustra sinteticamente la pratica.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 165
Il Consiglio di amministrazione,
tenuto conto che il Senato Accademico nella seduta dell’11/11/2011 ha approvato la
pubblicazione dei curricula dei propri studenti e laureati in applicazione della L. n. 183 del
04/11/2010, art. 48 “Collegato al lavoro”;
tenuto conto che a seguito di quanto approvato nella seduta del Senato Accademico di cui al
precedente punto, in data 21/03/2012 è stata inviata comunicazione di avvio allo
svolgimento dell’attività di intermediazione in qualità di Università pubblica al Ministero
del Lavoro e delle Politiche Sociali, ai sensi e per gli effetti dell’art. 6 del D.L.vo n. 276 del
10/09/2003;
tenuto conto della necessità e dell’importanza di individuare forme di monitoraggio e analisi
relativamente agli sbocchi occupazionali dei propri laureati anche in termini di verifica
dell’efficacia esterna;
visto lo schema di convenzione proposto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali;
vista la delibera del Senato Accademico dell’11/07/2012;
tenuto conto che i costi richiamati all’art. 3 della predetta convenzione sono da considerarsi
come “costi indiretti di personale”;
visti gli artt. 1 e 9 bis dello Statuto dell’Università degli Studi di Firenze,
delibera
A.
di approvare lo schema di convenzione proposto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche
Sociali, nel testo allegato all’originale del presente verbale (All. 6), dando mandato al
Rettore di provvedere alla stipula della stessa;
B.
di autorizzare il Rettore a individuare due rappresentanti dell’Università che faranno parte
del Comitato di Coordinamento di cui all’art. 6 della convenzione stessa.
Sul
punto
27
dell’O.D.G.
«APPROVAZIONE
ACCORDO
QUADRO
DI
COLLABORAZIONE TRA GLI ATENEI DI FIRENZE E SIENA PER LO
SVOLGIMENTO DI ATTIVITÀ DIDATTICA E DI RICERCA AI SENSI DELL’ART. 6,
COMMA 11, DELLA LEGGE N. 240 DEL 30 DICEMBRE 2010»
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147
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
1) Prof. Guido Sani
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria:
«Premesso
L’art. 6, comma 11, della legge 30 dicembre 2010, n. 240, prevede che, per il conseguimento di
finalità di interesse comune, le università possono stipulare convenzioni con altri atenei per
consentire ai professori e ai ricercatori a tempo pieno di svolgere attività didattica e di ricerca presso
altro ateneo, stabilendo le modalità di ripartizione dei relativi oneri.
Il prof. Guido Sani, professore ordinario per il settore scientifico-disciplinare MED/23 –
CHIRURGIA CARDIACA - presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi
di Firenze, ha manifestato la propria disponibilità a svolgere l’attività didattica e di ricerca
nell’ambito delle discipline di propria competenza anche presso le strutture scientifiche
dell’Università degli Studi di Siena.
L’Università degli Studi di Firenze e l’Università degli Studi di Siena hanno ritenuto di comune
interesse promuovere la collaborazione nell’ambito del settore scientifico-disciplinare MED/23 –
CHIRURGIA CARDIACA - al fine di realizzare l’obiettivo comune di promuovere l’impegno alla
collaborazione e all’integrazione nei settori della didattica e della ricerca per mantenere elevati i
livelli complessivi di eccellenza, di attrazione e di qualità della ricerca e della formazione, e di
elevare il livello competitivo delle istituzioni anche in relazione all’attività di specifici centri di
ricerca clinico-scientifica dei sistemi regionali.
Anche il Comitato di Indirizzo del Dipint, riunitosi in data 11/07/2012, ha ravvisato l’opportunità,
già a partire dall’a.a. 2012/13, di valorizzare alcuni settori scientifico disciplinari tra i quali il
settore MED/23 – Chirurgia Cardiaca, auspicando la definizione dell’iter di approvazione di una
convenzione, ai sensi dell’art. 6 comma 11 della Legge 30/12/2010 n. 240, fra i due Atenei coinvolti
nella quale si prevede che il prof. Guido Sani in servizio presso l’Università di Firenze svolga la sua
attività didattica e di ricerca presso l’Ateneo di Siena e a cui farà seguito un percorso parallelo
presso l’Azienda di riferimento per l’attribuzione dell’attività assistenziale inscindibilmente
correlata all’attività didattica e di ricerca.
Il Consiglio di Facoltà di Medicina e Chirurgia di Firenze ha deliberato, nella seduta del 13 giugno
2012, l’approvazione della bozza di convenzione in oggetto.
Il Senato Accademico ha approvato la stipula della convenzione nella seduta del 19 luglio 2012.»
Il Rettore fa presente che il pensionamento di alcuni professori ordinari della Facoltà di Medicina
ha privato la facoltà stessa della funzione clinica-assistenziale che essi svolgevano, mentre altri
settori hanno, invece, una presenza di professori più numerosa. La pratica in discussione propone la
stipula di un accordo fra l’Università di Firenze e l’Università di Siena per lo scambio di due
docenti che svolgeranno per un tempo parziale attività didattica e di ricerca, e, per l’intero tempo,
attività assistenziale. Nello specifico fa presente che il collega Guido Sani, cardio-chirurgo della
Facoltà di Medicina dell’ateneo fiorentino, svolgerà presso l’Università di Siena parzialmente
attività di ricerca e didattica e per intero attività assistenziale. Fa notare che la convenzione riporta
________________________________________________________________________________
148
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
erroneamente al 90% lo svolgimento dell’attività presso l’ateneo senese, ma deve essere corretta
con la percentuale del 70%. Viceversa il collega Rossolini, attualmente Preside della Facoltà di
Medicina di Siena, svolgerà il 70% dell’attività di ricerca e didattica presso l’Ateneo fiorentino, il
30% presso l’Università di Siena, e il 100% dell’attività assistenziale presso l’Azienda Sanitaria
fiorentina. Informa che la firma della convenzione è vincolata alla firma dei due direttori generali
delle Aziende sanitarie per l’utilizzo del 100% della persona.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 166
Il Consiglio di Amministrazione,
visto il D.M. 26 aprile 2011, n. 167, recante le misure per l’attuazione dell’articolo 6, L. n.
240/2010;
vista la deliberazione 13 giugno 2012 della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università
degli Studi di Firenze;
vista la delibera del Senato Accademico del 19 luglio 2012;
preso atto che il Rettore ha precisato che la percentuale dell’attività di didattica e di ricerca
che il prof. Guido Sani svolgerà presso l’Università di Siena non sarà pari al 90%, ma al 70%,
così come deliberato dal Senato accademico;
preso atto altresì che l’accordo fra i due Atenei è subordinato alla firma di analogo atto da
stipularsi fra i Direttori generali delle Aziende Sanitarie coinvolte dal quale risulti che
l’attività assistenziale svolta dal prof. Guido Sani presso l’Università di Siena è pari al 100%;
visto lo Statuto dell’Università degli Studi di Siena;
visto lo Statuto dell’Università degli Studi di Firenze,
DELIBERA
l’approvazione della convenzione tra l’Università degli Studi di Firenze e l’Università degli Studi di
Siena, finalizzata al raggiungimento di obiettivi istituzionali di comune interesse secondo quanto
stabilito dall’art. 6, comma 11, della Legge 30/12/2010, n. 240, nel testo allegato all’originale del
presente verbale (All. 7), previa modifica della percentuale indicata al comma 3 dell’art. 1.
L’attività di didattica e di ricerca che il prof. Guido Sani svolgerà presso l’Università di Siena sarà,
infatti, pari al 70% e non al 90%.
La stipula della suddetta convenzione è inoltre subordinata alla firma di analogo atto da parte dei
Direttori Generali delle Aziende sanitarie coinvolte dal quale risulti che l’attività assistenziale svolta
dal suddetto Guido Sani presso l’Università di Siena sarà pari al 100%.
2) Prof. Gian Maria Rossolini
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria:
«Premesso
L’art. 6, comma 11, della legge 30 dicembre 2010, n. 240, prevede che, per il conseguimento di
finalità di interesse comune, le università possono stipulare convenzioni con altri atenei per
________________________________________________________________________________
149
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
consentire ai professori e ai ricercatori a tempo pieno di svolgere attività didattica e di ricerca presso
altro ateneo, stabilendo le modalità di ripartizione dei relativi oneri.
Il prof. Gian Maria Rossellini, professore ordinario per il settore scientifico-disciplinare MED/07 –
MICROBIOLOGIA E MICROBIOLOGIA CLINICA – presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia
dell’Università degli Studi di Siena, ha manifestato la propria disponibilità a svolgere l’attività
didattica e di ricerca nell’ambito delle discipline di propria competenza anche presso le strutture
scientifiche dell’Università degli Studi di Firenze.
L’Università degli Studi di Firenze e l’Università degli Studi di Siena hanno ritenuto di comune
interesse promuovere la collaborazione nell’ambito del settore scientifico-disciplinare MED/07 –
MICROBIOLOGIA E MICROBIOLOGIA CLINICA - al fine di realizzare l’obiettivo comune di
promuovere l’impegno alla collaborazione e all’integrazione nei settori della didattica e della
ricerca per mantenere elevati i livelli complessivi di eccellenza, di attrazione e di qualità della
ricerca e della formazione, e di elevare il livello competitivo delle istituzioni anche in relazione
all’attività di specifici centri di ricerca clinico-scientifica dei sistemi regionali.
Anche il Comitato di Indirizzo del Dipint, riunitosi in data 11/07/2012, ha ravvisato l’opportunità,
già a partire dall’a.a. 2012/13, di valorizzare alcuni settori scientifico disciplinari tra i quali il settore
MED/07 – Microbiologia e Microbiologia Clinica, auspicando la definizione dell’iter di
approvazione di una convenzione, ai sensi dell’art. 6 comma 11 della Legge 30/12/2010 n. 240, fra i
due Atenei coinvolti nella quale si prevede che il prof. Gian Maria Rossolini in servizio presso
l’Università di Siena svolga la sua attività didattica e di ricerca presso l’Ateneo Fiorentino e a cui
farà seguito un percorso parallelo presso l’Azienda di riferimento per l’attribuzione dell’attività
assistenziale inscindibilmente correlata all’attività didattica e di ricerca.
Il Consiglio di Facoltà di Medicina e Chirurgia di Firenze ha deliberato, nella seduta del 13 giugno
2012, l’approvazione della bozza di convenzione in oggetto.
Il Senato Accademico ha approvato la stipula della convenzione nella seduta del 19 luglio 2012.»
Delibera n. 167
Il Consiglio di Amministrazione,

visto il D.M. 26 aprile 2011, n. 167, recante le misure per l’attuazione dell’articolo 6, L. n.
240/2010;

vista la deliberazione 13 giugno 2012 della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università
degli Studi di Firenze;

vista la delibera del Senato Accademico del 19 luglio 2012;

preso atto che il Rettore ha precisato che la percentuale dell’attività di didattica e di ricerca
che il prof. Gian Maria Rossolini svolgerà presso l’Università di Firenze non sarà pari al 90%,
ma al 70%, così come deliberato dal Senato accademico;

preso atto altresì che l’accordo fra i due Atenei è subordinato alla firma di analogo atto da
stipularsi fra i Direttori generali delle Aziende Sanitarie coinvolte dal quale risulti che
________________________________________________________________________________
150
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
l’attività assistenziale svolta dal prof. G.M. Rossolini presso l’Università di Firenze è pari al
100%;

visto lo Statuto dell’Università degli Studi di Siena;

visto lo Statuto dell’Università degli Studi di Firenze,
DELIBERA
l’approvazione della convenzione tra l’Università degli Studi di Firenze e l’Università degli Studi di
Siena, finalizzata al raggiungimento di obiettivi istituzionali di comune interesse secondo quanto
stabilito dall’art. 6, comma 11, della Legge 30/12/2010, n. 240, nel testo allegato all’originale del
presente verbale (All. 8), previa modifica della percentuale indicata al comma 3 dell’art. 1.
L’attività di didattica e di ricerca che il prof. Gian Maria Rossolini svolgerà presso l’Università di
Firenze sarà, infatti, pari al 70% e non al 90%.
La stipula della suddetta convenzione è inoltre subordinata alla firma di analogo atto da parte dei
Direttori Generali delle Aziende sanitarie coinvolte dal quale risulti che l’attività assistenziale svolta
dal suddetto Gian Maria Rossolini presso l’Università di Firenze sarà pari al 100%.
Sul punto 28 dell’O.D.G. «APPROVAZIONE ACCORDO QUADRO TRA L’UNIVERSITÀ
DEGLI STUDI DI FIRENZE, L’ AZIENDA OSPEDALIERO UNIVERSITARIA MEYER E
LA FONDAZIONE STELLA MARIS»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «La Fondazione
Stella Maris IRCCS, di seguito IRCCS SM, è un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico,
cioè un Ospedale di Ricerca strettamente collegato all'Università di Pisa, all'Azienda UniversitarioOspedaliera Pisana ed a tutta la Regione Toscana ed opera da decenni nell’area della ricerca e
dell’assistenza nel delicato e difficile settore dei disturbi neurologici e psichiatrici dell’infanzia e
dell’adolescenza.
AOUM e IRCCS SM intendono sviluppare la collaborazione già esistente su attività di ricerca che
implichino lo sviluppo di innovazioni diagnostiche, tecnologiche e terapeutiche nei propri settori
specialistici con particolare rilevanza alla collaborazione nel campo delle innovazioni tecnologiche
a servizio della ricerca biomedica.
IRCCS SM è ente fondatore della Fondazione IMAGO 7 che a sua volta gestisce il primo
tomografo RM 7T italiano, il cui impiego nella ricerca in generale in età pediatrica appare
senz’altro prioritaria e una formalizzazione della collaborazione tra Università, AOUM e IRCCS
SM, in particolare nel settore della neuro genetica, può comportare il reciproco utilizzo di
apparecchiature la cui efficienza d’uso è direttamente proporzionale al grado di utilizzo, con
notevoli vantaggi e razionalità economica per il sistema.
Sulla base di queste premesse si propone di instaurare uno stabile rapporto di collaborazione
scientifica, reciprocamente vantaggioso, avente ad oggetto le attività di comune interesse e la
possibilità di utilizzare le proprie dotazioni di attrezzatura biomedica per i progetti di ricerca
comuni.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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Si propone inoltre di individuare come referente scientifico il Prof. Renzo Guerrini che negli ultimi
anni ha svolto una parte significativa della propria attività di ricercatore presso l’IRCCS SM nel
settore della neurogenetica e dell’epilettologia.
Il Consiglio di Facoltà di Medicina e Chirurgia di Firenze ha deliberato, nella seduta del 13 giugno
2012, l’approvazione della bozza di convenzione in oggetto.»
Il Rettore illustra la pratica.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 168
Il Consiglio di amministrazione,
- visto l’art. 32 della Costituzione;
- visto il D.Lgs. 517/99;
- vista la legge regionale n. 40 del 24 febbraio 2005 e ss.mm.;
- vista la delibera del Consiglio di Facoltà di Medicina e Chirurgia di Firenze del 13 giugno
2012;
- vista la delibera del Senato accademico del 19 luglio 2012;
- considerate le premesse e l’interesse comune delle parti ad una stabile collaborazione
scientifica;
- considerato, inoltre, che non sono previsti oneri a carico dell’Ateneo;
- visto il vigente Statuto dell’Università degli Studi di Firenze,
DELIBERA
1. l’approvazione dell’accordo quadro tra l’Università degli Studi di Firenze, l’Azienda
Ospedaliero-Universitaria Meyer e la Fondazione Stella Maris nel testo allegato all’originale
del presente verbale (All. 9);
2. l’individuazione del responsabile scientifico per l’Università nella persona del Prof. Renzo
Guerrini.
Sul
punto
29
dell’O.D.G.
«APPROVAZIONE
ACCORDO
QUADRO
DI
COLLABORAZIONE TRA GLI ATENEI DI FIRENZE E TRIESTE PER LO
SVOLGIMENTO DI ATTIVITÀ DIDATTICA E DI RICERCA AI SENSI DELL’ART. 6,
COMMA 11, DELLA LEGGE N. 240 DEL 30 DICEMBRE 2010»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «L’art. 6, comma
11, della legge 30 dicembre 2010, n. 240, prevede che, per il conseguimento di finalità di interesse
comune, le università possono stipulare convenzioni con altri atenei per consentire ai professori e ai
ricercatori a tempo pieno di svolgere attività didattica e di ricerca presso altro ateneo, stabilendo le
modalità di ripartizione dei relativi oneri.
Il prof. Secondo Guaschino, professore ordinario per il settore scientifico-disciplinare MED/40 –
GINECOLOGIA ED OSTETRICIA - presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università
degli Studi di Trieste, con nota del 9 luglio 2012 ha dichiarato la propria disponibilità a svolgere
________________________________________________________________________________
152
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
l’attività didattica e di ricerca nell’ambito delle discipline di propria competenza anche presso le
strutture scientifiche dell’Università degli Studi di Firenze.
L’Università degli Studi di Firenze e l’Università degli Studi di Trieste hanno ritenuto di comune
interesse promuovere la collaborazione nell’ambito del settore scientifico-disciplinare MED/40 –
GINECOLOGIA ED OSTETRICIA - al fine di realizzare l’obiettivo comune di promuovere
l’impegno alla collaborazione e all’integrazione nei settori della didattica e della ricerca per
mantenere elevati i livelli complessivi di eccellenza, di attrazione e di qualità della ricerca e della
formazione, e di elevare il livello competitivo delle istituzioni anche in relazione all’attività di
specifici centri di ricerca clinico-scientifica dei sistemi regionali.
Anche il Comitato di Indirizzo del Dipint, riunitosi in data 11/07/2012, ha ravvisato l’opportunità,
già a partire dall’a.a. 2012/13, di valorizzare alcuni settori scientifico disciplinari tra i quali il settore
MED/40 – GINECOLOGIA ED OSTETRICIA, auspicando la definizione dell’iter di approvazione
di una convenzione, ai sensi dell’art. 6 comma 11 della Legge 30/12/2010 n. 240, fra i due Atenei
coinvolti nella quale si prevede che il prof. Secondo Guaschino in servizio presso l’Università di
Trieste svolga la sua attività didattica e di ricerca presso l’Ateneo di Firenze e a cui farà seguito un
percorso parallelo presso l’Azienda di riferimento per l’attribuzione dell’attività assistenziale
inscindibilmente correlata all’attività didattica e di ricerca.
Il Consiglio di Facoltà di Medicina e Chirurgia di Firenze ha deliberato, nella seduta del 13 giugno
2012, l’approvazione della bozza di convenzione in oggetto.
Il Senato Accademico ha approvato la stipula della convenzione nella seduta del 19 luglio 2012.»
Il Rettore si riallaccia alla presentazione della pratica trattata al punto 27 dell’O.D.G.. Si tratta,
infatti, della stipula di un accordo con l’Università di Trieste per utilizzare, per un periodo di tre
anni prorogabile per ulteriori due, un docente di Ginecologia ed ostetricia, a fronte del
pensionamento del prof. Marchionni. Fa presente che per la stessa disciplina è imminente il
pensionamento del prof. Scarselli e, il prossimo anno, del professore ordinario La Penna. Fa
presente che nel caso specifico non si tratta di scambio, per cui sono presenti oneri da sostenere,
che, però, sono a carico del Dipartimento Interistituzionale e quindi gravano sul finanziamento della
Regione.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 169
Il Consiglio di Amministrazione,

visto il D.M. 26 aprile 2011, n. 167, recante le misure per l’attuazione dell’articolo 6, L. n.
240/2010;

vista la nota 9 luglio 2012, con la quale il prof. Secondo Guaschino, professore ordinario per
il settore scientifico-disciplinare MED/40 – GINECOLOGIA ED OSTETRICIA presso la
Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Trieste dichiara la propria
disponibilità a svolgere l’attività didattica e di ricerca nell’ambito delle discipline di propria
competenza anche presso le strutture scientifiche dell’Università degli Studi di Firenze;
________________________________________________________________________________
153
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________

vista la deliberazione del 13 giugno 2012 della Facoltà di Medicina e Chirurgia
dell’Università degli Studi di Firenze, nonché la deliberazione del 3 luglio 2012 della
Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Trieste;

vista la delibera del Senato Accademico del 19 luglio 2012;

preso atto che il Rettore ha precisato che la percentuale dell’attività di didattica e di ricerca
che il prof. Secondo Guaschino svolgerà presso l’Università di Firenze non sarà pari al 90%,
ma al 70%, così come deliberato dal Senato accademico;

preso atto altresì che l’accordo fra i due Atenei è subordinato alla firma di analogo atto da
stipularsi fra i Direttori generali delle Aziende Sanitarie coinvolte dal quale risulti che
l’attività assistenziale svolta dal prof. Secondo Guaschino presso l’Università di Firenze è
pari al 100%,

tenuto, inoltre, conto che gli oneri conseguenti alla convenzione sono a carico del
Dipartimento Interistituzionale Integrato (DIPINT);

visto lo Statuto dell’Università degli Studi di Trieste;

visto lo Statuto dell’Università degli Studi di Firenze,
DELIBERA
l’approvazione della convenzione tra l’Università degli Studi di Firenze e l’Università degli Studi di
Trieste, finalizzata al raggiungimento di obiettivi istituzionali di comune interesse secondo quanto
stabilito dall’art. 6 comma 11 della Legge 30/12/2010, n. 240, nel testo allegato all’originale del
presente verbale (All. 10), previa modifica della percentuale indicata al comma 3 dell’art. 1.
L’attività di didattica e di ricerca che il prof. Secondo Guaschino svolgerà presso l’Università di
Firenze sarà, infatti, pari al 70% e non al 90%.
La stipula della suddetta convenzione è inoltre subordinata alla firma di analogo atto da parte dei
Direttori Generali delle Aziende sanitarie coinvolte dal quale risulti che l’attività assistenziale svolta
dal suddetto Secondo Guaschino presso l’Università di Firenze sarà pari al 100%.
Gli oneri conseguenti all’operazione sono a carico del Dipartimento Interistituzionale Integrato
(DIPINT).
Sul punto 30 dell’O.D.G. «DOTTORATO DI RICERCA - PROPOSTE PER
L’ATTIVAZIONE DEL XXVIII CICLO»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria:
«1. Premessa
Ai fini dell’attivazione delle Scuole e dei corsi di Dottorato per il nuovo ciclo, ai sensi dell’art. 2 del
vigente Regolamento di Ateneo per l’istituzione e il funzionamento dei corsi di dottorato di ricerca,
nelle more dell’emanazione del Decreto Ministeriale di cui all’art. 19, comma 1, lett. a) della legge
n. 240 del 30 dicembre 2010, Norme in materia di organizzazione delle università, di personale
accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l’efficienza del
sistema universitario, con nota rettorale del 27 aprile 2012 prot. n. 30136, le strutture dipartimentali
________________________________________________________________________________
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
dell’Ateneo sono state invitate a far pervenire, entro il 18 maggio u.s., le proposte istitutive del
nuovo ciclo.
Precedentemente, la Regione Toscana, con Decreto Dirigenziale n. 1003 del 14 marzo 2012, aveva
pubblicato l’Avviso regionale per il finanziamento di attività “in rete” a sostegno di un maggiore e
migliore raccordo fra alta formazione e mercato del lavoro – Dottorati internazionali Borse di
Studio Pegaso – POR FSE 2007/2013 Asse IV, avente quale finalità la frequenza di giovani laureati
a dottorati di ricerca di livello internazionale, al fine di sviluppare specializzazione ed
accrescimento delle competenze e favorire l’inserimento nella ricerca e nel mercato del lavoro ad
alta qualificazione.
Il suddetto avviso regionale prevede la messa in rete delle Università, in particolare le domande di
finanziamento dei progetti di dottorato potevano essere presentate, entro il 10 maggio u.s, da
Associazioni Temporanee di Scopo (ATS) fra almeno tre Università statali pubbliche con sede
legale in Toscana oppure fra due sole Università statali pubbliche nel caso in cui i settori
scientifico-disciplinari oggetto del dottorato fossero rappresentati in Toscana solo in due Atenei.
Potevano inoltre far parte del partnerariato Istituti di istruzione universitaria a ordinamento speciale
e Istituzioni di formazione e ricerca avanzata, ivi inclusi i soggetti di cui all’art. 74 del D.P.R.
382/1980 con sede legale in Toscana, nonché Enti di ricerca pubblici nazionali operanti sul
territorio regionale, imprese pubbliche e private. Il capofila dell’ATS deve in ogni caso essere
individuato fra le Università statali pubbliche.
Tra i requisiti specifici dei corsi di dottorato ammissibili al finanziamento, erano indicati: una
determinata numerosità del collegio dei docenti del corso proposto, specifiche strutture operative e
scientifiche, adeguati finanziamenti per la ricerca, collaborazione stabile e fattiva con il sistema
imprenditoriale e/o pubblico, numero dei posti effettivamente disponibili per lo specifico corso del
dottorato non inferiore a 10, non ammissibilità di dottorandi senza borsa, realizzazione di almeno
una parte del corso in lingua inglese, previsione di permanenza all’estero di almeno 8 mesi,
valutazione finale con il coinvolgimento di studiosi esterni ai soggetti attuatori del corso individuati
sulla base della comprovata competenza nel tema affrontato nella tesi, con presenza di almeno un
docente straniero che possa costituire un veicolo di promozione e diffusione della ricerca realizzata.
Per ciascun corso di dottorato avente 10 posti, poteva essere richiesta l’assegnazione di un numero
massimo di borse Pegaso pari a 7. Pertanto il finanziamento di 3 borse dovrà essere a carico
dell’Ateneo.
Sono costi ammissibili a finanziamento esclusivamente i costi per borse di studio a favore di
dottorandi ammessi ai corsi di dottorato finanziati sull’avviso regionale. L’importo massimo per
ciascuna borsa assegnata, comprensivo di tutti gli oneri, compresa la maggiorazione per
permanenza all’estero, è pari ad euro 20.000,00 annui per un totale pari ad euro 60.000,00 per il
triennio di corso.
I corsi di dottorato finanziati dovranno essere avviati entro il termine del 30 novembre 2012.
________________________________________________________________________________
155
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
Alla scadenza del Bando regionale, stabilita per il giorno 10 maggio scorso, sono pervenuti al
competente Ufficio di Ateneo e conseguentemente presentati alla Regione, tre progetti con
rispettive domande di finanziamento, aventi capofila l’Università di Firenze:
 Area Biomedica – Dottorato Toscano di Neuroscienze – coordinatore Prof. R. Corradetti;
 Area Tecnologica – Dottorato Internazionale in Civil and Environmental Engineering –
coordinatore Prof. C. Borri;
 Area Umanistica – Dottorato in Storia dell’Arte e dello Spettacolo – coordinatore Prof.ssa S.
Mamone.
L’esito del finanziamento è stato reso noto da parte della Regione in data 4 luglio con la
pubblicazione del Decreto Dirigenziale n. 3022 del 19 giugno 2012 di approvazione dei tre progetti
di dottorato sopra menzionati.
Nel frattempo, con Decreto Dirigenziale n. 2449 del 6 giugno 2012, la Regione Toscana ha
pubblicato un secondo Avviso denominato “Dottorati Internazionali – Borse di studio Pegaso in
settori strategici. Azione sperimentale in collaborazione con l’Agenzia per la Valutazione del
Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR)” a valere sul POR FSE CRO 2007-2013, avente
scadenza il 16 luglio scorso.
L’Ateneo ha presentato, a seguito dei progetti predisposti dai rispettivi coordinatori di dottorato,
nove progetti il cui esito sarà reso noto dalla Regione entro il 7 settembre 2012.
I suddetti progetti sono relativi ai seguenti corsi di dottorato:
Area Biomedica:
Scienze Biomediche coord. Prof. P. dello Sbarba
Area del Farmaco e Trattamenti Innovativi coord. Prof. F. Moroni
Area Scientifica:
Etologia, Ecologia, Antropologia e Biosistematica coord. Prof. A. Ugolini
Atomic and Molecular Photonics coord. Prof. F. S. Pavone
Scienze Chimiche coord. Prof. A. Goti
Structural Biology coord. Prof.ssa R. Pierattelli
Area Tecnologica:
Informatica, Sistemi e Telecomunicazioni coord. Prof. G. Bucci
Area Umanistica:
Scienze della Formazione coord. Prof.ssa S. Ulivieri
Storia coord. Prof.ssa S. Soldani.
Anche per questo bando la Regione ha stabilito l’avvio dei corsi entro il 30 novembre 2012 e
l’importo della borsa di dottorato come sopra illustrato per il precedente bando regionale.
Per questo secondo bando regionale, le operazioni di valutazione sui progetti sono effettuate con il
supporto tecnico-scientifico dell’ANVUR. I criteri di valutazione attengono a:
a)
Qualità della ricerca svolta dai docenti membri del collegio del progetto di dottorato;
b)
Qualità e coerenza dell’offerta didattica;
________________________________________________________________________________
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________________________________________________________________________________
c)
Grado di internazionalizzazione;
d)
Grado di raccordo con il sistema economico-produttivo e della ricerca.
Le graduatorie dei progetti, con l’indicazione delle borse attribuite (massimo 2 borse per ciascun
dottorato), saranno predisposte dalla Regione entro il 7 settembre p.v. e pubblicate sul BURT e sul
sito internet della Regione www.regione.toscana.it/istruzioneericerca/universita/index.html.
Per entrambi i bandi regionali dovranno essere sottoscritte dal Rettore o suo Delegato apposite
convenzioni con la Regione Toscana relativamente alla gestione dei progetti finanziati.
Alla scadenza delle proposte di attivazione dei corsi sul sistema on line di Ateneo, stabilita dalla
suddetta nota del Rettore per il giorno 18 maggio 2012, sono pervenute n. 33 domande di istituzione
di corsi di dottorato, talvolta suddivisi in indirizzi.
Per quanto riguarda le proposte, si sintetizzano qui di seguito, evidenziando alcuni aspetti inerenti i
corsi e gli indirizzi.
Area Biomedica
Sono pervenute n. 6 proposte di attivazione di corsi, in particolare:
poiché viene istituito il Dottorato Toscano di Neuroscienze con le Università di Pisa e Siena,
approvato e cofinanziato dalla Regione mediante il progetto Pegaso, viene istituito il
Dottorato in Scienze Psicologiche, il cui omonimo indirizzo nello scorso ciclo era compreso
nel Dottorato in Neuroscienze;
per il corso di Scienze Biomediche, è stata variata la denominazione di un indirizzo (attuale
Biologia strutturale e funzionale di biomolecole e biosistemi);
è stato proposto il nuovo corso internazionale “Area del Farmaco e Trattamenti Innovativi”
in seguito all’accorpamento di due corsi del ciclo XXVII (“Farmacologia, Tossicologia e
Trattamenti innovativi”e “Scienze Farmaceutiche”);
è stato proposto il corso “Biotecnologie Odontostomatologiche” al quale non sarà assegnata
alcuna borsa di Ateneo in quanto due borse saranno finanziate da enti esterni.
Area Scientifica
Sono pervenute n. 8 proposte di attivazione di corsi, di cui due dottorati internazionali: “Structural
Biology”(variata denominazione rispetto allo scorso ciclo) e “Atomic and Molecular Photonics”.
Si evidenzia che il corso in “Scienze della Terra” non sarà attivato per il ciclo XXVIII presso
l’Ateneo in quanto sarà attivato presso l’Università di Pisa (progetto Pegaso cofinanziato dalla
Regione).
Inoltre il corso “Scienza per la conservazione dei beni culturali” potrà essere attivato in caso di
finanziamento, entro la data di scadenza del bando, di una ulteriore borsa di studio.
Area delle Scienze sociali
Sono pervenute n. 3 proposte di attivazione di corsi, in particolare:
il corso di “Economia” non comprende più l’indirizzo “Programmazione, controllo e
comunicazione ai mercati” in quanto è confluito in un dottorato dell’Università di Siena
cofinanziato dalla Regione mediante un progetto Pegaso;
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
il corso “Diritto Internazionale e dell’Unione Europea” confluisce, quale indirizzo, nel
corso di dottorato in “Scienze Giuridiche”, in quanto nel XXVII non era stato attivato per
mancanza del finanziamento esterno della seconda borsa di dottorato. Pertanto la borsa di
Ateneo, che non era stata assegnata lo scorso anno, viene assegnata quest’anno al suddetto
nuovo indirizzo;
l’indirizzo “Teoria e storia del diritto – Teoria e storia dei diritti umani” del corso “Scienze
Giuridiche” è internazionale.
Area Tecnologica
Sono pervenute n. 9 proposte di attivazione di corsi, in particolare:
è stata variata la denominazione del corso “Gestione sostenibile delle risorse agrarie,
forestali e alimentari” (denominazione attuale) che comprende il nuovo indirizzo “Scienza
e Tecnologia Alimentare”;
si evidenzia che, rispetto alla delibera del Senato Accademico sull’attivazione del ciclo
XXVII, il corso di dottorato in “Architettura” comprende l’indirizzo “Rilievo e
Rappresentazione dell’Architettura e dell’Ambiente”, già confluito quale indirizzo con D.R.
72434 (1080) del 18 novembre 2011, successivamente ratificato dal Senato Accademico, per
mancanza di finanziamento di una seconda borsa di dottorato da parte di un ente esterno;
è stata variata la denominazione del dottorato internazionale “Processes, Materials and
Constructions in Civil and Environmental Engineering and for the Protection of the
Historic-Monumental Heritage” in “Civil and Environmental Engineering” in seguito al
cofinanziamento della Regione Toscana del rispettivo progetto Pegaso presentato
unitamente all’Ateneo di Pisa e al CNR-ISTI di Pisa;
sono state variate le denominazioni di tre indirizzi del corso “Informatica, Sistemi e
Telecomunicazioni”: attuali denominazioni “Ingegneria Informatica”, “Automatica e
Ottimizzazione”, “Telecomunicazioni”;
il corso “Tecnologie Elettroniche per l’Ingegneria dell’Informazione” potrà essere attivato
in caso di finanziamento, entro la data di scadenza del bando, di una ulteriore borsa di
studio.
Area Umanistica
Sono pervenute n. 7 proposte di attivazione di corsi, in particolare:
è stato proposto il nuovo corso “Filologie del Medioevo e del Rinascimento e Linguistica” in
sostituzione del corso “Filologie e Linguistica” che comprendeva tre indirizzi. Si evidenzia
quindi che l’indirizzo “Filologia greca e latina” non sarà attivato presso l’Ateneo in quanto
attivato invece all’interno di un corso di dottorato dell’Università di Pisa a seguito del
cofinanziamento della Regione di un progetto Pegaso presentato da Pisa;
il corso “Letteratura e filologia italiana” non è più articolato negli indirizzi di
“Italianistica” e “Civiltà dell’Umanesimo e del Rinascimento” e inoltre ne è stata proposta
l’internazionalizzazione;
-
________________________________________________________________________________
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
sono previsti due indirizzi internazionali all’interno del corso “Lingue, letterature e culture
comparate”: “Germanistica Firenze-Bonn” e “Miti fondatori dell’Europa nelle arti e nella
letteratura”;
il corso in “Storia” non comprende più l’indirizzo in “Storia e archeologia del mondo
antico” che, a seguito del cofinanziamento da parte della Regione, è confluito, insieme
all’indirizzo “Filologia greca e latina” in un corso dell’Università di Pisa come sopra
specificato.
Come previsto dall’art. 2, comma 4, del vigente Regolamento di Ateneo sul dottorato di ricerca, le
suddette richieste sono state sottoposte alla valutazione da parte del Nucleo di valutazione interna
che ha espresso il proprio parere nella seduta del 3 luglio 2012.
I corsi di dottorato sono stati anche sottoposti alla valutazione di revisori esterni nominati nel 2011
dagli OO.GG. I giudizi espressi dai membri dei comitati scientifici sono stati presi in esame da parte
del Nucleo nel parere sopra menzionato e la valutazione è stata utilizzata anche ai fini della
ripartizione delle borse di Ateneo tra i vari corsi di dottorato.
2. Budget per l’attivazione del ciclo XXVIII.
Per quanto riguarda il budget per l’attivazione del XXVIII ciclo (anni 2013-2014-2015), è stato
predisposto uno schema dal quale risultano le previsioni di entrata e di spesa che di seguito si
illustrano.
Relativamente al budget dell’anno 2013, dal lato entrate, l’ultima assegnazione effettiva del MIUR
(nota prot. n. 901 del 19.04.2012) ammonta a 4.938.082,02 euro e il finanziamento MIUR per il
Fondo Giovani (nota prot. n. 339 del 16.02.2012) è pari ad euro 620.550,45. Inoltre vi sono i
finanziamenti Miur Fondo giovani per le borse relative agli altri cicli attivi.
Dal lato uscite, oltre alla copertura finanziaria delle borse di Ateneo e Fondo Giovani relative ai
cicli XXVI e XXVII, si prevede di coprire n° 103 borse d’Ateneo e n° 13 borse Fondo Giovani per
il XXVIII ciclo.
Inoltre, si prevede di stanziare l’importo di € 170.000,00 come fondo per l’organizzazione dei
dottorati ai fini del miglioramento della qualità del dottorato e € 200.000,00 per la maggiorazione
del soggiorno estero.
Per la copertura finanziaria di tali spese a carico del bilancio d’Ateneo, per una spesa complessiva
di € 436.509,91 si prevede di impegnare il contributo derivante dal 5 per mille 2010 (redditi 2009)
per € 191.347,87 e la somma di € 245.162,04 dal capitolo dell’incentivo PRIN 2009.
Si segnala inoltre che all’indirizzo “Diritto Internazionale e dell’Unione Europea” è stata assegnata
una borsa di studio che non era stata assegnata nel ciclo precedente in quanto il corso, come sopra
illustrato, non era stato attivato.
Il numero totale delle borse di studio finanziate sul bilancio dell’Ateneo ammonta pertanto a n. 103
che si sommano alle 13 borse di studio del Fondo Giovani, ripartite dalla Commissione Ricerca
nella riunione del 5 luglio u.s. secondo le indicazioni impartite dal Ministero stesso.
-
________________________________________________________________________________
159
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
Per il XXVIII ciclo è stato previsto lo stanziamento di un fondo per l’organizzazione dei dottorati ai
fini del miglioramento della qualità del dottorato e che può consentire spese inerenti la mobilità dei
dottorandi. Tale fondo ammonta a 170.000,00 euro e sarà successivamente ripartito tra i corsi di
dottorato da parte dei Rappresentanti d’Area.
3. Distribuzione delle borse ai Dottorati ed eventualmente agli indirizzi
La Commissione Ricerca, riunitasi in data 5 luglio 2012, ha presentato la proposta di attribuzione
delle borse di studio da bandire, comprensiva delle borse assegnate dal MIUR (n. 13 borse di
studio) nell’ambito del Fondo Giovani.
A seguito della riunione della Commissione ricerca, i Rappresentanti d’Area sono stati invitati a
proporre l’ipotesi di distribuzione definitiva delle borse d’Ateneo in base a quanto concordato in
riunione.
I Rappresentanti hanno fornito, per le vie brevi, le informazioni richieste.
Alle 103 borse d’Ateneo e alle 13 borse di studio assegnate dal MIUR nell’ambito del Fondo
Giovani, andranno ad aggiungersi le borse esterne indicate nel succitato prospetto; queste ultime da
confermare successivamente previa sottoscrizione delle relative convenzioni, oltre alle ulteriori
borse e ai correlati posti senza borsa previa sottoscrizione, anche in tali casi, della prevista
convenzione.
Il Senato, nella seduta del 19 luglio u.s., ha approvato l’attivazione dei corsi di dottorato per il ciclo
XXVIII, la distribuzione delle borse d’Ateneo e Fondo giovani e, nei casi indicati nel suddetto
schema, la previsione di sezioni concorsuali separate, corrispondenti a singoli indirizzi o a gruppi
di indirizzi. Il Senato Accademico, oltre ad esprimere parere favorevole allo stanziamento di
170.000 euro per l’organizzazione dei dottorati ai fini del miglioramento della qualità del dottorato
e che può consentire spese inerenti la mobilità dei dottorandi, ha rinviato alla Commissione Ricerca
la ripartizione di tale fondo tra i corsi di dottorato afferenti alle Aree di Ricerca. Su tale decisione
delibererà il Senato Accademico successivamente.
Il Consiglio di Amministrazione è chiamato a deliberare in ordine all’attivazione dei corsi di
dottorato per il ciclo XXVIII nonché sulla distribuzione delle borse di Ateneo.»
Su invito del Rettore entra il prof. Andrea Cantini, Delegato del Rettore per Dottorato e
formazione alla ricerca, per fornire eventuali chiarimenti che si rendessero necessari in ordine alla
pratica in esame.
Il Rettore ringrazia il Prorettore Cantini e la Commissione ricerca per il lavoro svolto per la
redazione del bando di Ateneo per il XXVIII ciclo del Dottorato di Ricerca, che permetterà
all’Ateneo di avere il bando pronto prima del mese di agosto in modo da iniziare le prove di
selezione nel mese di settembre/ottobre. Segnala che l’Ateneo ha stanziato un fondo d’Ateneo pari
a € 170.000,00 per il miglioramento della qualità dei dottorati, da ripartire fra i corsi di dottorato a
cura dei Rappresentanti di Area di ricerca. Fa presente, inoltre, che ormai da qualche anno l’Ateneo
fiorentino fa valutare i singoli dottorati da revisori esterni e che gli esiti di detta valutazione sono
________________________________________________________________________________
160
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
________________________________________________________________________________
stati utilizzati per assegnare alcune borse di dottorato. Segnala, infine, che Csiaf ha messo a punto la
procedura per il pagamento on line dell’iscrizione ai dottorati.
Forti esprime apprezzamento per l’operazione di valutazione dei dottorati che auspica si mantenga
anche per il futuro.
Cantini informa che le valutazioni dimostrano che i dottorati dell’Ateneo fiorentino sono
mediamente buoni. Sono presenti alcune oscillazioni sia verso il basso, sia verso l’eccellenza che
verso la scarsa sufficienza, a testimonianza del fatto che la valutazione è stata fatta
complessivamente in maniera soddisfacente. Sottolinea, comunque, l’importanza di possedere un
sistema informativo per la valutazione dei dottorati di base che, con il tempo e con l’esperienza,
potrà essere migliorato.
Esce Cantini.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 170
Il Consiglio di amministrazione,
letto quanto riportato in narrativa in ordine all’attivazione dei corsi di dottorato, ai due bandi
Pegaso della Regione Toscana ed in particolare la parte che evidenzia il budget per la
copertura delle borse d’Ateneo sia relativamente all’anno 2013 che al triennio 2013-2015;
viste le proposte dei Rappresentanti d’Area in ordine all’attivazione dei Corsi e delle Scuole
di Dottorato, eventualmente articolati in indirizzo, per il ciclo XXVIII che prevedono un
numero di borse a carico dell’Ateneo di 103, oltre alle 13 borse del Fondo Giovani, e lo
stanziamento di Euro 200.000,00 per la maggiorazione all’estero, nonché lo stanziamento di
un fondo d’Ateneo pari a € 170.000,00 per il miglioramento della qualità dei dottorati, da
ripartirsi fra i corsi di dottorato a cura dei Rappresentanti di Area di ricerca;
considerato che all’indirizzo “Diritto Internazionale e dell’Unione Europea” è stata
assegnata una borsa di studio che non era stata assegnata nel ciclo precedente;
visto il Decreto Dirigenziale della Regione Toscana n. 1003 del 14 marzo 2012 di
emanazione dell’Avviso regionale per il finanziamento di attività “in rete” a sostegno di un
maggiore e migliore raccordo fra alta formazione e mercato del lavoro – Dottorati
internazionali Borse di Studio Pegaso – POR FSE 2007/2013 Asse IV;
visto il Decreto Dirigenziale della Regione Toscana n. 2449 del 6 giugno 2012, di
emanazione del secondo Avviso denominato “Dottorati Internazionali – Borse di studio
Pegaso in settori strategici. Azione sperimentale in collaborazione con l’Agenzia per la
Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR)” a valere sul POR FSE
CRO 2007-2013;
considerato che i suddetti due Avvisi regionali stabiliscono che l’inizio dei corsi di dottorato
cofinanziati mediante i progetti Pegaso sia stabilita entro il 30 novembre 2012;
visto il parere del Nucleo di valutazione interna d’Ateneo, espresso nella seduta del 3 luglio
2012, che ha preso in esame anche la valutazione dei revisori esterni;
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161
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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-
-
-
-
a)
b)
c)
attesa la necessità di procedere all’emanazione di un bando d’Ateneo per l’attivazione del
XXVIII ciclo del Dottorato per un numero di borse d’Ateneo pari a 103 alle quali si
aggiungono le 13 borse di studio assegnate dal MIUR nell’ambito del Fondo Giovani;
fatta salva la necessità di verificare, a cura degli uffici, l’effettiva disponibilità dei
finanziamenti esterni, onde garantire la copertura delle borse non coperte dall’Ateneo, ai fini
del rispetto dei vincoli di cui al vigente Regolamento ministeriale in materia di dottorato;
ritenuto opportuno confermare anche per il ciclo XXVIII le modalità per il calcolo dei
contributi a carico dei dottorandi senza borsa seguite in occasione dell’ultimo bando nonché
l’importo del contributo non rimborsabile, pari a 30,00 euro, all’atto della presentazione
della domanda;
visto il Regolamento ministeriale in materia di dottorati di ricerca di cui al D.M. 30/4/1999,
n. 224;
vista la legge 30 dicembre 2010 n. 240, Norme in materia di organizzazione delle università,
di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la
qualità e l’efficienza del sistema universitario, e in particolare l’art. 19;
nelle more dell’emanazione del decreto ministeriale di cui all’art. 19, comma 1, lett. a) della
succitata legge;
visto il vigente Regolamento per l’istituzione e il funzionamento dei corsi di dottorato di
ricerca e delle Scuole di dottorato dell’Università degli Studi di Firenze;
vista la delibera del Senato Accademico del 19 luglio 2012;
visto il vigente Statuto,
DELIBERA
l’attivazione, alla luce di quanto precisato in premessa, del ciclo XXVIII del dottorato di
ricerca per un numero di borse d’Ateneo pari a 103 e per 13 borse di studio finanziate dal
MIUR nell’ambito del Fondo Giovani, assegnate ai singoli dottorati, ed eventualmente
anche agli indirizzi, come risulta dal prospetto allegato che forma parte integrante del
presente verbale (All. E), fatta salva la verifica dell’effettiva disponibilità a coprire le borse
con finanziamenti esterni necessarie per il raggiungimento del numero minimo di borse (2
borse) per l’attivazione di ciascun corso di dottorato;
di ribadire, in linea con quanto stabilito per l’emanazione del bando per il XXVII ciclo, che
il Bando di concorso per il XXVIII ciclo del Dottorato di Ricerca dovrà prevedere il
seguente articolo: “Il numero dei posti messi a concorso potrà essere aumentato qualora si
rendessero disponibili ulteriori borse di studio finanziate da altri Atenei, Enti pubblici o
privati; ciò a condizione che il relativo atto convenzionale che finanzia le borse aggiuntive
risulti stipulato perentoriamente entro il termine di scadenza del bando, pena il mancato
aumento dei relativi posti”;
lo stanziamento di un fondo, da ripartire tra i corsi di dottorato a cura dei Rappresentanti di
Area, per l’organizzazione dei dottorati ai fini del miglioramento della qualità del dottorato
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162
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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utilizzabile per coprire spese inerenti la mobilità dei dottorandi per un importo totale pari ad
euro 170.000,00;
d)
di confermare anche per il ciclo XXVIII le modalità per il calcolo dei contributi a carico dei
dottorandi senza borsa seguite in occasione dell’ultimo bando nonché l’importo del
contributo non rimborsabile, pari a 30,00 euro, all’atto della presentazione della domanda;
e)
di stabilire la data di inizio dei corsi del ciclo XXVIII, in considerazione dei due Avvisi
regionali Pegaso e di quanto illustrato in narrativa, in deroga al vigente Regolamento di
Ateneo sul dottorato, nel giorno 30 novembre 2012.
A questo punto sono le ore 13,50 esce Rossato.
Sul punto 31 dell’O.D.G. «CONCESSIONE DEI CONTRIBUTI PER LA PROMOZIONE
DELLE ATTIVITÀ INTERNAZIONALI DELL’ATENEO – MODIFICA DELLA
DISCIPLINA SPECIFICA»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame il seguente promemoria: «La promozione
delle attività internazionali rientra tra gli obiettivi prioritari dell’Ateneo, che da anni si adopera in
tale direzione, anche mettendo a disposizione appositi contributi di Ateneo.
In particolare i contributi per la promozione delle attività internazionali dell’Ateneo sono
disciplinati a partire dall’anno 2006 dal Regolamento relativo ai criteri per la concessione dei
contributi per la promozione delle attività internazionali dell'Ateneo, emanato con Decreto rettorale
n. 1097 del 9/12/2005, e dalla Disciplina specifica delle azioni relative ai contributi per la
promozione delle attività internazionali dell'Ateneo, contenente le modalità di presentazione delle
richieste e di utilizzazione dei fondi, le limitazioni e le esclusioni, gli obiettivi, i requisiti soggettivi,
le voci di spesa ammissibili, i criteri di ammissibilità e le priorità/criteri di merito relativi ad ogni
azione.
Le azioni previste dalla normativa sono:
Azione 1: Partecipazione a programmi comunitari di ricerca e/o di cooperazione
Azione 2: Permanenza presso le unità amministrative di studiosi stranieri di chiara fama
Azione 3: Scambi culturali e cooperazione interuniversitaria internazionale.
In occasione dell’ultima riunione della Commissione istruttoria, tenutasi il 16 marzo scorso per
l’esame delle richieste relative all’anno 2012, è emersa l’opportunità di rivedere la normativa
attualmente vigente, con riferimento alla disciplina specifica delle azioni, sulla base delle seguenti
considerazioni:
maggiore rispondenza a quanto previsto a livello ministeriale per i criteri di ripartizione del
Fondo di Finanziamento Ordinario;
adeguamento al nuovo assetto dipartimentale dell’Ateneo, in vigore dal 1° gennaio 2013;
adeguamento alla nuova organizzazione amministrativa avviata il 1° gennaio 2012, che ha
previsto un riassetto dei poli e dei servizi alle relazioni internazionali;
esigenza di snellimento delle procedure attuali nella presentazione delle richieste.
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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Resta invariato il testo del Regolamento, che non richiede la necessità di una revisione.
La Commissione si è riunita il giorno 18 giugno 2012 alle ore 14,30 nella sala del Senato
Accademico del Rettorato, nella seguente composizione:

Presidente: Prof.ssa Elisabetta Cerbai – Pro Rettore alla Ricerca scientifica

Prof.ssa Chiara Tesi - Area Biomedica

Prof. Paolo Marcellini - Area Scientifica

Prof.ssa Franca Alacevich - Area Scienze Sociali

Prof. Bruno Vecchio - Area Umanistica
Era assente giustificato il Prof. Marco Bindi - Area Tecnologica.
La Commissione ha elaborato una nuova versione della Disciplina specifica delle azioni relative ai
contributi per la promozione delle attività internazionali dell'Ateneo, già approvata dal Senato
Accademico nella seduta dell’11 luglio scorso.
In sintesi le modifiche rispetto alla versione attualmente vigente riguardano:
1) maggiore flessibilità per la spesa sull'azione 1 (partecipazione a programmi UE di ricerca
e/o cooperazione), purché un progetto UE sia presentato dall'Ateneo e quindi contribuisca
all’incremento degli indicatori ministeriali;
2) obiettivi più estesi per l'azione 2;
3) introduzione di criteri di merito per l'azione 3 legati all'attuazione della mobilità
studentesca che contribuisce all’incremento degli indicatori ministeriali;
4) eliminazione delle proroghe - salvo un caso specifico previsto per l'azione 1 - considerate
le precedenti esperienze di ricorrenti e molteplici proroghe richieste
5) concentrazione nell'Ufficio Relazioni Internazionali dell’Amministrazione Centrale della
ricezione delle domande e della procedura di rendicontazione/monitoraggio, alla luce del
nuovo assetto organizzativo in vigore dal 1° gennaio 2012.»
Il Rettore illustra sinteticamente la pratica.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 171
Il Consiglio di Amministrazione,
visto il Regolamento relativo ai criteri per la concessione dei contributi per la promozione
delle attività internazionali dell’Ateneo, approvato dal Senato Accademico e dal Consiglio di
Amministrazione rispettivamente il 9 ed il 29 novembre 2005, emanato con Decreto Rettorale
n. 1097 del 9/12/2005;
vista la vigente Disciplina specifica delle azioni relative ai contributi per la promozione delle
attività internazionali dell’Ateneo, contenente le modalità di presentazione delle richieste,
l’utilizzazione dei fondi e la disciplina specifica di ogni azione (obiettivi, requisiti soggettivi,
voci di spesa ammissibili, criteri di ammissibilità e priorità/criteri di merito, limitazioni ed
esclusioni);
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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considerata l’opportunità di rinnovare la suddetta Disciplina specifica da un lato per
rispondere maggiormente a quanto previsto a livello ministeriale per i criteri di ripartizione
del Fondo di Finanziamento Ordinario e dall’altro per adeguarla al nuovo assetto
dipartimentale dell’Ateneo, in vigore dal 1° gennaio 2013, nonché alla nuova organizzazione
amministrativa avviata il 1° gennaio 2012, che ha previsto un riassetto dei poli e dei servizi
alle relazioni internazionali;
considerata inoltre l’opportunità di uno snellimento delle procedure attualmente in vigore;
vista la proposta elaborata dalla Commissione istruttoria in data 18 giugno 2012;
vista la delibera del Senato Accademico dell’11 luglio 2012,
approva
la Disciplina specifica delle azioni relative ai contributi per la promozione delle attività
internazionali dell'Ateneo nel testo allegato al presente verbale di cui forma parte integrante (All.
F).
Sul punto 31 bis dell’O.D.G. «MOZIONE SUI PROVVEDIMENTI RELATIVI AL SISTEMA
UNIVERSITARIO NAZIONALE NELL’AMBITO DEL D.L. 95/2012, APPROVATA DAL
SENATO ACCADEMICO DEL 19/7/2012»
Il Consiglio di amministrazione prende in esame la seguente mozione sui provvedimenti
relativi al Sistema universitario nazionale nell’ambito del D.L. 95/2012, approvata dal Senato
accademico del 19/7/2012:
«Il Senato Accademico è consapevole della gravità dell'attuale fase economica del Paese che
richiede a tutte le Istituzioni pubbliche di fare responsabilmente ogni sforzo possibile nella
direzione della revisione della spesa. Allo stesso tempo non può non rilevare che il d.l. luglio 2012,
n. 95, in materia di revisione della spesa pubblica, prevede ulteriori provvedimenti relativi alle
Università e agli enti di Ricerca che si vanno a sommare ai molti interventi normativo-finanziari che
hanno colpito negli ultimi anni il sistema universitario nazionale.
Basti ricordare che il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) si è ridotto del 7% passando dai 7,5
mld del 2009 ai 7 mld del 2012 e che, nello stesso periodo, l'organico dei docenti e dei ricercatori
delle Università statali è sceso da oltre 60000 a meno di 54000 unità rendendo sempre più difficile
il mantenimento dell'offerta formativa. Inoltre per il 2013 è attualmente previsto un ulteriore taglio
di oltre 400 mln di euro al FFO che, se confermato, porterebbe le Università alla definitiva
impossibilità di far fronte ai propri compiti.
Il Senato esprime viva contrarietà riguardo alla riduzione al 20% del turn-over prevista dal d.l. 95
sorprendentemente già a partire dal 2012 – contrariamente a quanto in precedenza indicato dal
D.Lgs. 49/2012 –, poiché tale previsione restringe ulteriormente i già ridottissimi margini di
autonomia necessari per effettuare la programmazione e il reclutamento del personale.
Ritiene indispensabile, che in fase di conversione del decreto legge, i provvedimenti di riduzione
del turn-over siano spostati, in termini di applicazione, al 2013 e che sia altresì innalzata la
percentuale per consentire le assunzioni di giovani ricercatori, professori e personale tecnico-
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165
(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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amministrativo in un periodo in cui saranno per altro concluse le procedure di abilitazione nazionale
ai ruoli di professore associato e ordinario, procedure altrimenti ridotte al rango di mera e illusoria
esercitazione.
Il Senato esprime forte preoccupazione per le norme di cui all'art. 7, c. 42, che intervengono in
merito al cosiddetto limite al 20% della contribuzione studentesca, peraltro senza tenere conto dei
comportamenti passati, rispettosi o meno delle prescrizioni di legge a riguardo, e delle attuali
condizioni di partenza, anche di sottofinanziamento, dei singoli Atenei. Ritiene che, nell'attuale
quadro di riduzione progressiva del FFO, le norme previste porteranno ad aumenti generalizzati
delle tasse, che non solo non sono compatibili con un’idea di università pubblica, ma allontaneranno
sempre di più il raggiungimento degli obiettivi sottoscritti a livello europeo circa le politiche di
incentivo alla istruzione e la formazione dei giovani.
Chiede pertanto un ripensamento delle norme previste in materia di contribuzione studentesca,
che permetta di arrivare ad una proposta più organica che parta dalla definizione di un limite
massimo alle tasse sul singolo studente, anche con riferimento al costo standard per studente
possibilmente collegato ai diversi contesti regionali, e che non introduca forme di differenziazione
fra categorie di studenti.
Il Senato auspica infine la ripresa di scelte incisive di investimento nel sistema della formazione,
dell'Università e della ricerca pubbliche, a partire da un’adeguata politica complessiva sul tema del
diritto allo studio, e da una particolare attenzione agli eventuali casi di sottofinanziamento di singoli
Atenei.
Ribadisce l'assoluta necessità di evitare il taglio previsto per il 2013 al FFO, mantenendo almeno
l'attuale livello di finanziamento di 7 mld a cui è sceso progressivamente a partire dal 2009.
Peraltro la conferma di un tale taglio apparirebbe come una oggettiva e miope contraddizione in un
momento nel quale, per il superamento della grave crisi del Paese, il Governo punta giustamente
sulla crescita, di cui le stesse Università costituiscono e dovranno costituire sempre più un'asse
portante e indispensabile.».
Il Rettore propone, in assenza di osservazioni, di approvare la mozione nella forma deliberata dal
Senato.
Il Consiglio di amministrazione approva all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 172
Il Consiglio di amministrazione,

vista la mozione approvata dal Senato accademico del 19/7/2012, ne condivide i contenuti e
approva, a sua volta, la seguente mozione:
«Il Consiglio di amministrazione è consapevole della gravità dell'attuale fase economica del
Paese che richiede a tutte le Istituzioni pubbliche di fare responsabilmente ogni sforzo possibile
nella direzione della revisione della spesa. Allo stesso tempo non può non rilevare che il d.l. luglio
2012, n. 95, in materia di revisione della spesa pubblica, prevede ulteriori provvedimenti relativi
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(Consiglio di amministrazione del 20 luglio 2012)
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alle Università e agli enti di Ricerca che si vanno a sommare ai molti interventi normativofinanziari che hanno colpito negli ultimi anni il sistema universitario nazionale.
Basti ricordare che il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) si è ridotto del 7% passando dai 7,5
mld del 2009 ai 7 mld del 2012 e che, nello stesso periodo, l'organico dei docenti e dei ricercatori
delle Università statali è sceso da oltre 60000 a meno di 54000 unità rendendo sempre più difficile
il mantenimento dell'offerta formativa. Inoltre per il 2013 è attualmente previsto un ulteriore taglio
di oltre 400 mln di euro al FFO che, se confermato, porterebbe le Università alla definitiva
impossibilità di far fronte ai propri compiti.
Il Consiglio esprime viva contrarietà riguardo alla riduzione al 20% del turn-over prevista dal d.l.
95 sorprendentemente già a partire dal 2012 – contrariamente a quanto in precedenza indicato dal
D.Lgs. 49/2012 –, poiché tale previsione restringe ulteriormente i già ridottissimi margini di
autonomia necessari per effettuare la programmazione e il reclutamento del personale.
Ritiene indispensabile, che in fase di conversione del decreto legge, i provvedimenti di riduzione
del turn-over siano spostati, in termini di applicazione, al 2013 e che sia altresì innalzata la
percentuale per consentire le assunzioni di giovani ricercatori, professori e personale tecnicoamministrativo in un periodo in cui saranno per altro concluse le procedure di abilitazione nazionale
ai ruoli di professore associato e ordinario, procedure altrimenti ridotte al rango di mera e illusoria
esercitazione.
Il Consiglio esprime forte preoccupazione per le norme di cui all'art. 7, c. 42, che intervengono in
merito al cosiddetto limite al 20% della contribuzione studentesca, peraltro senza tenere conto dei
comportamenti passati, rispettosi o meno delle prescrizioni di legge a riguardo, e delle attuali
condizioni di partenza, anche di sottofinanziamento, dei singoli Atenei. Ritiene che, nell'attuale
quadro di riduzione progressiva del FFO, le norme previste porteranno ad aumenti generalizzati
delle tasse, che non solo non sono compatibili con un’idea di università pubblica, ma allontaneranno
sempre di più il raggiungimento degli obiettivi sottoscritti a livello europeo circa le politiche di
incentivo alla istruzione e la formazione dei giovani.
Chiede pertanto un ripensamento delle norme previste in materia di contribuzione studentesca,
che permetta di arrivare ad una proposta più organica che parta dalla definizione di un limite
massimo alle tasse sul singolo studente, anche con riferimento al costo standard per studente
possibilmente collegato ai diversi contesti regionali, e che non introduca forme di differenziazione
fra categorie di studenti.
Il Consiglio auspica infine la ripresa di scelte incisive di investimento nel sistema della
formazione, dell'Università e della ricerca pubbliche, a partire da un’adeguata politica complessiva
sul tema del diritto allo studio, e da una particolare attenzione agli eventuali casi di
sottofinanziamento di singoli Atenei.
Ribadisce l'assoluta necessità di evitare il taglio previsto per il 2013 al FFO, mantenendo almeno
l'attuale livello di finanziamento di 7 mld a cui è sceso progressivamente a partire dal 2009.
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Peraltro la conferma di un tale taglio apparirebbe come una oggettiva e miope contraddizione in un
momento nel quale, per il superamento della grave crisi del Paese, il Governo punta giustamente
sulla crescita, di cui le stesse Università costituiscono e dovranno costituire sempre più un'asse
portante e indispensabile.»
Sul punto 32 dell’O.D.G. «RELAZIONE DEL DIRETTORE AMMINISTRATIVO
SULL'ATTIVITÀ SVOLTA – ANNO 2011 (AI SENSI DELL'ART. 36 COMMA 2 DELLO
STATUTO, EMANATO CON D.R. N. 577 DEL 20 GIUGNO 1995)»
Esce il Direttore Amministrativo.
Il Consiglio di amministrazione, dopo una breve relazione del Rettore, approva
all’unanimità la seguente delibera.
Delibera n. 173
Il Consiglio di amministrazione prende atto dell’attività svolta dal Direttore amministrativo
nell’anno 2011, per la quale esprime apprezzamento ed auspica un intervento efficace per la
riorganizzazione in atto in Ateneo.
Il Consiglio di amministrazione, inoltre, tenendo conto dell’Integrazione per il 2012 al
Piano delle performance 2011-2013 – la performance del Direttore Amministrativo, approvata nel
corso della seduta odierna, si riserva di valutare in maniera più puntuale l’attività del Direttore
amministrativo nell’anno 2012 rispetto agli obiettivi allo stesso assegnati.
Alle ore 14,00 essendo esaurita la trattazione degli argomenti all’ordine del giorno, il Rettore
dichiara chiusa la seduta. Della medesima è redatto il presente verbale - approvato seduta stante
limitatamente alle delibere assunte - che viene confermato e sottoscritto come segue:
IL SEGRETARIO
IL PRESIDENTE
Dott. Giovanni Colucci
Prof. Alberto Tesi
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1 verbale dell`adunanza del consiglio di amm