Ottobre ’09
Periodico a cura della Presidenza dell’Azione Cattolica Italiana - Diocesi di Alba: Via Mandelli, 9 - Tel. 0173/290243
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L 353/2003 (conv. In L 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 2, DCB/CN
AUT. 615 /D.C./D.C.I./CN DELL’11/10/00 nr. 3 / anno XXXVIII - Periodico religioso Dir. Resp. Piero Reggio - Aut. Trib. Alba n. 423 del 29.12.84
Azione Cattolica Italiana - Diocesi di Alba
reportage dall’estate:
l saluto del PRESIDENTE diocesano
- NAIROBI, 4 MAGGIO 2009
foto dei- campiscuola
Quando, alla fine, la CRISIlearriva…
ALLA FACCIA! Dove ci porterà
acebook? adesione
- una chiacchierata
2009/2010: con don Daniele Mollo - FIOCCO
staccabile
con tutto
ROSAinserto
tra le colline
di Langa
- AC Alba: piccolissimi VS adultissim
quel che dovete sapere
tutte le date e
“lo accolse con gioia” (Lc 19,1-10) Anno
Associativo 2009-2010
gli appuntamenti
Ottobre 2009
1
Via Mandelli, 9: il ritorno - Adesione
- conosciamo..
del nuovo2009/2010
anno associativo
prima pagina
Il saluto del presidente diocesano
campiscuola
3
live!
Se i muri di quelle case
potessero parlare...
20
Campiscuola ACR
22
Quando, alla fine, la CRISI arriva…
4
“SONO IO” ...che ti parlo!
25
Nairobi, 4 maggio 2009
6
ALLA FACCIA! Dove ci porterà
facebook?
Senza di Lui non sarebbe stato
lo stesso
26
8
Non c’è tempo da perdere!
27
Una chiacchierata con
don Daniele Mollo
9
vita associativa
Fiocco rosa tra le colline di Langa
tempo libero
In libreria
10
lo sportello
AC Alba: piccolissimi VS adultissimi 11
“lo accolse con gioia”
Anno Associativo 2009-2010
13
Via Mandelli, 9: il ritorno
14
INSERTO STACCABILE:
Adesione 2009/2010
15
Conosciamo... Aci
19
28
Campiscuola inverno: informazioni 29
Campiscuola inverno: iscrizioni
30
DATE: tutti gli appuntamenti del
nuovo anno associativo
31
In copertina: le mani di Andrea che accordano
la chitarra al Campo Giovani diocesano di AC a
Varazze (21-23 agosto 2009)
Questo numero di “Ricerca e Dialogo” non può che essere dedicato a don Tablino,
sacerdote albese innamorato di Cristo e della Chiesa che ha servito
per tanti anni in Africa. Grande amico dell’Azione Cattolica, ci scriveva:
“...chiedo ogni giorno a Dio che il movente che li spinge sia il Vangelo, la presenza
cioè nel loro cuore di Gesù Cristo e del suo Spirito, che, una volta entrati in un
gruppo umano, sono capaci di produrre un vero progresso religioso, culturale,
artistico, sociale, economico e politico”
Presidente Diocesano: Wilma Berbotto 347 8732237 - [email protected]
Segretario: Anna Maria Bellis 333 3737712 - [email protected]
Amministratore: Sandra Tortore 339 5911323 - [email protected]
Vice-Presidente Adulti: Dario Mascarello 331 7579960 - [email protected]
Vice-Presidente Adulti: Pierangela Occhetti 339 8575846 - [email protected]
Vice-Presidente Giovani: Michael Isnardi 339 2248882 - [email protected]
Vice-Presidente Giovani: Daniele Promio 340 2384245 - [email protected]
Responsabile ACR: Massimiliano Costa 389 8151424 - [email protected]
Vice-Responsabile ACR: Maurizio Tibaldi 338 2026946 - [email protected]
2
Centro Diocesano
Via Mandelli, 9 - 12051 ALBA CN
aperto il sabato dalle 11 alle 12,30
[email protected] - www.acalba.it
Tel: 0173-290243
Sacerdoti assistenti
Unitario: don Gianpietro Ravagnolo 380 3183283
Adulti: don Alberto Mafiodo 338 6006473
Giovani: don Massimo Scotto 333 355340
& Dialogo
Acr: don Antonello PellisseriRicerca
339 5774522
Stampa: Grafiche Fassicomo - Genova
Azione Cattolica Italiana - Presidenza Diocesana di Alba
PRESIDENTEdiocesano
C’è sempre un tempo per
iniziare, c’è sempre un nuovo
inizio possibile per il nostro
tempo. L’inizio è anche nel
ripartire
(Franco Miano,
presidente nazionale)
S
prima pagina
Il saluto del
to desiderio che non è quello di una vacanza
perenne, ma quello di vivere in armonia con noi
stessi, di privilegiare il rapporto con gli altri, di
approfondire lo spazio per Dio. Contro venti e
maree, nelle settimane che vengono, bisognerà
tenere ferme queste convinzioni: correre, perché bisogna farlo! Ma non più di quello che ci
è necessario; abitare il quotidiano, ma non limitarsi ad esso; cercare l’efficacia, ma salvaguardare la gratuità, senza dimenticare un momento
di silenzio e di preghiera. Questo è l’augurio
che ci facciamo! E per riuscire nell’impresa il
settore adulti, quest’anno, propone una riflessione proprio sul tempo: per vivere in pienezza
è necessario un sano discernimento su come
impieghiamo il nostro tempo, che ci faccia comprendere più profondamente per cosa o per chi
stiamo spendendo la nostra vita.
Wilma Berbotto,
tiamo per ricominciare, dopo la papresidente diocesano
rentesi estiva delle vacanze, a vivere
le cose di sempre. Come scolari alla
vigilia del ritorno a scuola, abbiamo
forse rimpianti che graffiano l’anima e, sicuramente un po’ di nostalgia per le giornate dove
si è ritrovata la complicità tra genitori e figli, tra
nonni e nipoti, ma soprattutto ci troviamo a rimpiangere il tempo che improvvisamente sembra mancare…
Come ogni anno, in questa stagione, quando bisogna rompere gli indugi e decidersi a
riprendere, nasce in
noi la stessa domanda:
Ancora un giorno...
“Per che cosa ricominciare la corsa folle?”
Ancora un giorno e poi ritornerò in città.
Chi tra noi, quando
È finito il mio tempo di riposo e delle passeggiate
l’estate sta per conclunel silenzio profondo della montagna
dersi, non ha sognato
che invita alla contemplazione e semina nell’anima sentimenti nuovi.
per un po’ un’altra esiParto con la nostalgia del respiro del vento
stenza? Meno stress,
del gorgoglio dell’acqua dei fiumi
meno coinvolgimenti,
dei tramonti rosa all’orizzonte
meno futilità, più temdella notte delle stelle cadenti
po, più libertà… questa
dell’ultima luna d’agosto.
domanda viene a dirci
Ancora un giorno in questo luogo
qualcosa di importante
dove tutto è purificazione interiore.
su noi stessi. L’estate è
Ancora un giorno quassù
uno specchio: ci fa vedove la semplicità di un uomo, dal cuore di bambino,
consente l’incanto di tutte le cose create da Dio.
dere come noi siamo e
come vorremmo essere
(Andrea Rino Farolfi)
e rivela il nostro segre-
Ottobre 2009
3
Quando, alla fine,
live!
la CRISI arriva…
Restituire dignità a ciò che produciamo, compriamo,
sentiamo per affrontare la crisi e le sue conseguenze
Q
Maurizio Tibaldi,
vice-responsabile ACR
4
uando, alla fine, la Crisi arriva, un
brulicante capannello di persone
immediatamente si accalca intorno al corpo impotente della povera
vittima. I molti curiosi, tentando ciascuno una
propria ricostruzione dell’accaduto, esprimono
chi incredulità, chi panico, chi sospetto, chi indifferenza e chi ostentata tranquillità. Un tratto
tuttavia li accomuna: la rassicurante quanto
infondata consapevolezza della propria totale
estraneità al fatto. E ci si riempie istintivamente
la bocca di quel a-me-una-cosa-del-generenon-potrebbe-mai-succedere che stabilisce da
subito una distanza netta, indipendentemente
dal proprio reale coinvolgimento emotivo.
Una volta chiarita la posizione di estraneità ai fatti, al fine di rafforzarla, occorre formulare con urgenza una ricostruzione credibile
dell’accaduto: ergersi ad analisti e giudici di ciò
a cui assistiamo ci esclude automaticamente
dal novero delle vittime e, soprattutto, dei responsabili. Il silenzio, o una pur minima esitazione in questa circostanza equivarrebbe ad
ammettere quantomeno una tacita complicità,
ed in ogni caso un’inaccettabile debolezza. Ed
eccoli affrettarsi, ognuno al suo piccolo megafono, quelli che io-l’avevo-detto (ma, quando di
preciso?!), quelli che ma-cosa-volete-che-sia?-non-facciamo-dell’allarmismo-inutile, quelli
che se-tizio-avesse-previsto, quelli che se-caioavesse-fatto-questo, quelli che se-negli-anni80-sempronio-non-avesse-fatto-quello, quelli
che, quelli che, quelli che…
Ma poi, inevitabile, giunge il momento di trovare una soluzione, rispondere alla Crisi, e la
magia dell’iniziale stupore e clamore, così come
era cresciuta svanisce in un attimo. L’eccitante
allarmismo della prima ora si spegne insieme
In realtà quelli che si rassegnano al dubbio
o alla rinuncia totale sono forse meno di quanto
si possa pensare. Per lo più continuiamo a
cercare sapendo, magari inconsapevolmente,
di essere già afferrati: la risposta che
cerchiamo è nella vita che viviamo. Vivere con
consapevolezza e responsabilità richiede già
un grande atto di fede.
Lettera ai cercatori di Dio, C.E.I.
ai riflettori, e rimane quel retrogusto amaro che
distingue in modo netto una buona notizia da un
qualsiasi fatto di cronaca nera. Al febbrile (e in
fin dei conti entusiasmante) rimbalzare di ipotesi più o meno strampalate del primo momento si
sostituisce il peso della necessità di elaborare
una risposta plausibile, in vista del ventaglio di
conseguenze che si preannuncia.
Così è accaduto anche questa volta: strombazzamenti, allarmismo o minimizzazione, e
poi, il silenzio…tutto come da copione.
Intanto quel capannello radunatosi intorno al
nostro agonizzante sistema economico e produttivo si è ritirato con ordine, ciascuno nelle
proprie case, e le vittime sono rimaste lì. Si tratta delle decine di cassaintegrati derubati della
propria stabilità economica, personale e famigliare; delle piccole imprese costrette a chiudere; dei piccoli investitori ingannati dalle proprie
banche; e altri ce ne sarebbero.
In molti altri, per la verità, si sono interrogati
sulle cause e sulle possibili vie d’uscita da questa Crisi, al di fuori dello scoppiettante circo mediatico. Tra questi l’Azione Cattolica (regionale
e diocesana) che in due appuntamenti negli
Ricerca & Dialogo
Ottobre 2009
non ha avuto alcuna funzione riconoscibile,
ed un solo risultato: l’ingiusto e ingiustificato
aumento delle risorse di alcuni, a scapito delle
altrui, completamente prosciugate.
La gravità e la pervasività del problema, in
ogni singola città, azienda, supermercato indurrebbero alla resa: così fan tutti, in fondo. Ma nella reazione e nella risposta, personale e comunitaria, a questa amara constatazione risiedono
il coraggio e la forza richieste all’uomo ed al
cristiano di oggi. Questa risposta consiste in
un atto di responsabilità. Vivere ed educare
alla responsabilità in questo contesto significa
impegnarsi in prima persona per rintracciare
e valorizzare la giusta misura di cui si diceva
poco fa, rendendone chiara a tutti l’importanza,
attraverso una testimonianza quotidiana nei
propri ambienti di vita.
Il fatto di essere laici cristiani ed soci
dell’Azione Cattolica non è altra cosa rispetto
a questo impegno, ma anzi parte integrante di
esso. Illuminante in questo senso un passo tratto dal Progetto Formativo dell’AC, il documento
fondamentale che illustra la funzione le caratteristiche della formazione così come vengono
intese in Azione Cattolica. Al secondo paragrafo
dell’Introduzione si legge:
L’AC vive il proprio carisma nella semplicità
della vita di ogni giorno. […] Siamo consapevoli
che la frammentazione, la complessità, il ritmo frenetico delle nostre occupazioni rendono
difficile collegare la fede a queste situazioni di
vita: potrebbe sembrare più facile o addirittura
necessario separarsi da esse e vivere la fede
come il luogo della tranquillità. La formazione
vuole aiutare le persone a non pensare la
fede come lo spazio della consolazione e la
vita come quello del conflitto. Compito della
formazione è aiutare a fare incontrare l’una
e l’altra perché reciprocamente si illuminino.
Il mistero di Dio che si fa uomo dà all’esistenza un valore inedito da scoprire a poco
a poco; permette di acquisire di fronte alla
vita un atteggiamento di fortezza e di fiducia. Allora saremo riconciliati con la nostra
realtà quotidiana.
live!
scorsi mesi ha avuto modo di riflettere sui temi
della crisi e del lavoro. Si tratta del convegno
regionale “La Crisi, le crisi. Tempo di semina”, svoltosi a Castiglione Torinese, lo scorso 19 aprile, e del Campo Giovani del 21, 22,
e 23 agosto a Varazze.
Un filo conduttore unisce queste iniziative,
offrendo una prospettiva di riflessione ed azione
che evidentemente non risolve il problema, ma
mostra con franchezza la necessità di un cambio radicale di punto di vista. In entrambe le occasioni infatti è stata individuata (nel primo caso
in modo diretto, nel secondo in modo indiretto)
la causa originaria di una Crisi che non è soltanto economica, né passeggera, ma complessiva
e profonda. Senza che questa constatazione, si
badi bene, debba necessariamente suscitare
allarmi o allarmismi eccessivi. E sono state proprio la sobrietà e l’ordinarietà di quelle voci, volti, testimonianze a tracciare fin da subito il netto
confine che separa una discussione costruttiva
e lo sguaiato battibecco da talkshow.
La soluzione all’interrogativo sulla causa
profonda di questa crisi e, allo stesso tempo,
sulle possibili risposte ad essa risiede in una
semplice constatazione: l’espansione senza
limiti intesa come smisurata moltiplicazione di ricchezza, consumi, sensazioni non è
sostenibile. Da questo primo punto fermo, per
niente scontato, deriva la soluzione più ovvia ed
al tempo stesso più complessa (ed utopica?) a
questa situazione: recuperare il senso delle
giuste dimensioni e proporzioni. Fare questo significa non soltanto ridimensionare,
ma restituire dignità a ciò che facciamo, a
ciò che compriamo, a ciò che sentiamo.
Questo cambio di prospettiva va realizzato
nella vita di ogni giorno, da ciascun cittadino,
lavoratore e consumatore. Il senso e la necessità del limite devono forse diventare parte
integrante di una rinnovata etica del lavoro
e del consumo. E non si tratta di un generico
elogio della decrescita, molto in voga in questo
periodo, ma piuttosto della serena presa di coscienza del fatto che l’eccesso di questi ultimi
anni – inteso in senso non solo quantitativo -
5
live!
NAIROBI, 4 MAGGIO 2009
Oscar Barile,
consigliere diocesano
Ci chiese coerenza
e generosità, ci
chiese di essere
“cristiani nel
mondo”, al
servizio degli
uomini, amandoli
come sono
6
D
on Paolo Tablino è morto il 4 maggio
2009 a Nairobi, in ospedale, dove era
stato ricoverato da qualche settimana.
La sua presenza in Kenya datava dal
1959 quando, in risposta all’appello del Papa Pio
XII (enciclica “Fidei donum” del 21.04.1957), era
partito per raggiungere l’amico don Bartolomeo
Venturino, già in Kenya, primo sacerdote “fidei donum” della diocesi albese, dal 1958.
Mi è stato richiesto di scrivere questo breve
ricordo di don Tablino e non me ne sono stupito
più di tanto, nonostante io l’abbia personalmente
incontrato soltanto quattro volte ed abbia poi avuto con lui qualche scambio epistolare. Lo sentivo
infatti vicino, nonostante la lontananza geografica,
l’ho sempre sentito, anche e soprattutto nel periodo in cui sono stato presidente diocesano, come
un nostro assistente che pregava, che soffriva e
che gioiva con la sua Azione Cattolica Albese.
Della GIAC di allora era proprio assistente
quando partì per il Kenya e non smise mai di esserlo, amandola appassionatamente e seguendone anche da lontano i passi e le vicende. Faceva
sentire la sua vicinanza con lettere o brevi messaggi ai presidenti diocesani: ogni sua parola era
un incoraggiamento, un invito ad andare avanti
con speranza nel Signore, a sentirsi uniti nella
fede. In ogni suo biglietto, anche breve, c’era sempre un ricordo, magari tra le righe, di un testimone
o di un fatto che avevano contribuito alla crescita
dell’AC albese.
Mi è rimasto nella mente e nel cuore un incontro con don Tablino a Sampeyre (mi pare nel
1998); venne un mattino e parlò a noi partecipanti ad uno di quei campi scuola formativi di inizio
agosto. Eravamo forse una trentina e ci riunimmo
nella piccola cappella sopra la casa diocesana:
non ricordo precisamente che cosa ci disse, ma
la sua fede, la sua forza, la sua semplicità, il suo
coraggio, la sua testimonianza ci aprirono il cuore.
Ci chiese coerenza e generosità, ci chiese di essere “cristiani nel mondo”, al servizio degli uomini,
amandoli come sono, ci chiese di servire al bene
comune nella giustizia e nella verità, ci chiese di
non sottrarci a ciò che nella vita ci sarebbe stato
richiesto di fare, accampando la nostra pochezza
e i nostri limiti, ma anzi, facendoci forti proprio della nostra debolezza.
Devo confessare che ho pensato tante volte
a quelle parole e, quando mi è stato proposto di
diventare presidente diocesano, proprio quell’incontro con don Tablino di alcuni anni prima, ha fugato gli ultimi dubbi e le ultime incertezze, convincendomi ad avere fiducia nel Signore, nonostante
i già tanti impegni e le scarse capacità. Gli sono
debitore di questo, di un periodo sicuramente faticoso ma entusiasmante della mia vita, di un’esperienza che mi ha profondamente arricchito, che ha
dato a me molto più del poco servizio che io posso
aver fatto all’associazione.
Don Tablino gioiva della vicinanza dell’Azione
Cattolica Albese, leggeva avidamente “Ricerca e
dialogo” che Teresa Barbero gli spediva regolarmente insieme con altri giornali, fu felice di incontrare la presidenza diocesana a Marsabit nel 1998
e di averla al suo fianco nel momento del delicato
passaggio dai sacerdoti albesi ai missionari comboniani; rimase là a collaborare coi suoi nuovi fratelli della Consolata e continuando a pregare e a
sperare in una nuova presenza albese.
La lettera che ci scrisse in cui ci confidava il
suo sogno che anche i laici missionari diocesani
avessero un nome (quello di “Evangelii nuntiandi”) e la sua richiesta di essere veramente “laici
cristiani” nel mondo, è preziosa per tutti noi che ci
diciamo di Azione Cattolica e ci deve far riflettere
sul nostro ruolo e sulle nostre scelte.
Prima di morire ha avuto la gioia di vedere il
ritorno a Marsabit di un nostro prete diocesano,
don Rinino, e di Patrizia di Monforte, giovane da
anni impegnata nella formazione di altri giovani.
L’attuale consiglio diocesano ha deciso di dedicargli la sala incontro della ristrutturata sede in
Via Mandelli: è un segno importante del nostro
desiderio di averlo vicino (lui ci porta sicuramente
tutti nel cuore) e di riscoprirlo attraverso i suoli libri,
i suoi scritti, i tanti amici carissimi (sacerdoti, laici,
credenti e non credenti), per sentirci ancora una
volta incoraggiati nella nostra missione “qui ed
ora” ed aperti alla dimensione cattolica, universale
della Chiesa.
Ricerca & Dialogo
Carissimi amici “Evangelii Nuntiandi” di Alba,
innanzi tutto grazie delle numerose missive mandatemi da voi in queste
ultime settimane. Già in novembre il carissimo don Pellegrino, che finalmente
riuscirò ad incontrare la prossima settimana, mi aveva portato con i
graditissimi libri, le lettere di Maria Grazie, di Annamaria, di don Molino e
di Flavio. Poi, nella prossimità delle feste giunse il fax di don Dino, magnifico
regalo di Natale. Grazie a tutti di cuore.
Mai come nel trascorso Avvento ho pensato a voi, proprio a voi che vi trovate
ogni lunedì nella “Casa del popolo”. Beh – direte – che linguaggio è questo?
Cosa è questa “Casa del popolo” e perché ci chiami “Evangelii Nuntiandi”?
Mi spiego subito. La casa dove voi vi radunate è stata riedificata ex novo,
ad opera dell’Azione Cattolica, negli anni ’60; ma prima, assai più piccola, si
chiamava “Casa del popolo”. Nata a cavallo tra i due secoli, allorché il termine
popolo indicava l’impegno della Chiesa nelle opere sociali, era la casa delle
opere del laicato cattolico albese.
Nel salone al primo piano io diedi il mio addio alla Giac il 30 agosto 1959,
quando partii per il Kenya. Un anno prima, 20 agosto 1958, era partito don
Venturino, alla chetichella… ma quarant’anni dopo siete nati voi. Assieme
all’Altavilla, quella casa, nel cuore di Alba, è la casa del laicato cattolico albese.
Con il Seminario e, naturalmente con la casa della mia famiglia, è la casa di
Alba che amo di più e che suscita maggiori ricordi.
Quanto ad “Evangeli Nuntiandi” è solo un sogno, forse un pallino… Come
sapete, il titolo dell’enciclica di Pio XII “Fidei Donum” venne a poco a poco
usato per indicare quei preti diocesani che partirono dopo quell’enciclica per
le missioni. Orbene nel 1975 Paolo VI scrisse sulla collaborazione missionaria
tra le chiese una esortazione post-sinodale, che a mio avviso illustra bene
il concetto di missione come impegno di cooperazione tra chiese. In quel
documento, che sviluppò una delle grandi intuizioni del Concilio, le missioni
alle genti non sono più esclusivamente dirette da Propagande Fide, ma ogni
diocesi manda ormai direttamente i “suoi” in missione. I preti si chiamano
“Fidei donum” ed io sogno che anche i laici missionari diocesani abbiano un
nome e sarei contento che fossero chiamati “Evangelii nuntiandi”.
C’è un motivo che mi spinge a scegliere questo nome. Troppe volte si è pensato
ai laici come missionari di serie B, come entusiasti operatori di promozione
umana, o come semplici agenti di sviluppo, tutte cose che, come l’attuale
situazione in Africa dimostra ampiamente hanno contribuito purtroppo
ben poco ad un vero progresso del continente africano, dove c’è bisogno
soprattutto di persone oneste, e perciò dotate di quella carica spirituale che
spinge l’uomo a servire al bene comune nella giustizia e nella verità.
Alcuni di voi intendono venire qui ed io ne sono felicissimo, come vi dirà
don Pellegrino, ma chiedo ogni giorno a Dio che il movente che li spinge sia
il Vangelo, la presenza cioè nel loro cuore di Gesù Cristo e del suo Spirito,
che, una volta entrati in un gruppo umano, sono capaci di produrre un vero
progresso religioso, culturale, artistico, sociale, economico e politico. Senza
l’”amor Dei”, direbbe S. Agostino, non si costruisce la “civitas Dei”. Come con
la presenza di uomini e di donne innamorati di Cristo è nata, dopo l’impero
romano, l’Europa Cristiana, così il nostro piccolo gruppo di Alba potrà dare
un contributo, piccolo sia pure, ma genuino, alla nascita di una vera Chiesa
africana, base indispensabile per una nuova Africa veramente umana.
(…….)
Pregate per me. Io vi ricordo ogni giorno. Buon anno.
Vostro nel Signore
Ottobre 2009
live!
6 gennaio 1999, Epifania del Signore
Don Tablino
7
ALLA FACCIA!
live!
Dove ci porterà
Maurizio Tibaldi,
vice-responsabile ACR
8
I
tempi cambiano, almeno così si dice. Una
mutazione tanto radicale da aver fatto del
tradizionalissimo (e un po’ polveroso) annuario scolastico anglosassone – Facebook
letteralmente – un fenomeno planetario da 170
milioni di utenti, e della morbosa curiosità per
le storie di brufolosi, annoiati studenti all’ultimo
anno di liceo una sorta di nuovo stile di vita per
milioni di internauti.
170 milioni di persone rintracciabili per la prima volta semplicemente digitando il loro nome e
cognome, senz’altro in dotazione a tutti, ad esclusione di coloro i quali, peraltro, non ne hanno alcuna necessità... che so, Mal, Fiordaliso, Nek, i
Puffi… 170 milioni di potenziali “amici”, sì avete
letto bene. Si è conclusa la tanto condannata era della morte dei legami, rimpiazzati dai
cosiddetti “contatti”! E’ tornato in tutto il suo
genuino splendore quel nobile e nobilitante
sentimento che è l’amicizia. Basta saper suscitare l’altrui curiosità per indurre al desiderio
di avere altre preziose informazioni sul proprio
conto, accessibili soltanto tramite questa amicizia in versione aggiornata. Lascio immaginare le
conseguenze, vista la sproporzionata sincerità
con la quale l’era di internet ci ha insegnato a
confidarci con i nostri computer.
Per di più, temo, Facebook (ed il web interattivo in genere), non è e non riuscirà a diventare
effettivamente una risorsa dal punto di vista
della trasmissione di contenuti e dell’elaborazione di idee. Mi si dirà, “Chi ha mai preteso
nulla del genere?”. Certamente avete ragione
voi, ma mi viene un dubbio: la penseranno tutti
?
Ha attraccato un cargo di cori da stadio,
linguaggi da bar sport, fraseggi da spogliatoio,
idiomi e favelle da casini e caserme d’antico
stampo, promesse da marinai d’altri tempi,
interiezioni da carrettieri ormai scomparsi,
papiri goliardici, canti su varie “osterie
numero…” di neolaureati anche ad honorem,
mottetti e strambotti di classici guitti da
avanspettacolo, sinonimi ed eteronimi dei
rituali “va’ a…” nei varietà regionali e stagionali
da Lampedusa al Brennero. Batte bandiera
tricolore e luci rosse.
A. Arbasino, La vita bassa (2008)
quanti così? Anche chi da qualche anno osanna
con sperticati elogi la potenza comunicativa ed
aggregativa di questi strumenti? Ma soprattutto:
ammesso che questa potenza esista potremmo
stimolarla e gestirla?
La risposta non può che essere negativa
temo, considerata la parità assoluta garantita da
un sistema come quello del cosiddetto web 2.0,
che consente a tutti di scrivere e mostrare qualsiasi cosa, godendo dello stesso (scarso) credito
di chiunque altro, indipendentemente dal valore
personale e delle cose che scrive. Su Facebook,
per di più, si scrive molto poco: comunicare significa essenzialmente inoltrare messaggi, di
qualsiasi genere, con un semplice click, ad uno
smisurato numero di persone. Dall’elogio delle
caramelle alla menta, all’appello contro l’aborto
passando per il manifesto del fronte di liberazio-
Ricerca & Dialogo
località di mare o montagna; o di conoscere “personalmente” il vostro idolo.
Spazio di sincera condivisione, dunque, o
disordinato cumulo di pettegolezzi? Potente
strumento di comunicazione, o accozzaglia
di commenti più che di informazioni vere e
proprie? Rivoluzionaria forma di organizzazione sociale, o goffa caricatura di una società con la sua buona dose di tic e vizi? Ai
posteri, come si dice, l’ardua sentenza…
live!
ne dei nani da giardino, senza avere il tempo di
curarsi della portata effettiva del messaggio che
si sta inviando, o delle persone che lo riceveranno. Una gigantesca catena di S. Antonio che con
5 semplici domande vi permette di scoprire quale
grande statista del passato (indipendentemente
dal fatto che voi sapeste della sua stessa esistenza), animale esotico, scarpa col tacco, o tipo
di mutande sareste; che vi consente di ammirare
i vostri “amici” ritratti in 32 foto uguali in qualche
una chiacchierata con
don Daniele Mollo
(new entry nella diocesi di Alba)
dico e ai gesti che compio. Ho così avuto modo
di riflettere sul fatto che anche i gesti quotidiani
sono importanti per la testimonianza di Fede.
C
on questa intervista, abbiamo pensato di chiedere a Daniele come è cambiata la sua vita dopo l’ordinazione a
presbitero avvenuta a Bossolasco,
suo paese natale, lo scorso 23 maggio.
Ciao Daniele. Per iniziare, potresti dirci
quali cambiamenti significativi hai riscontrato nei rapporti con le persone dopo la tua
ordinazione?
Ho potuto notare che la figura del sacerdote
ha ancora un ruolo di responsabilità e si configura come punto di riferimento per la comunità.
Questo ha determinato un cambiamento nel
modo con cui le persone si avvicinano a me,
nella loro maggiore attenzione alle parole che
Ottobre 2009
Come hai reagito quando il Vescovo ti ha
dato il compito di collaborare, accanto a don
Filippo, alla gestione della Pastorale Giovanile Vocazionale, soprattutto rispetto alla
collaborazione con l’Azione Cattolica?
Si tratta di un impegno che ho assunto volentieri. Spero che possa rafforzare la collaborazione già esistente e che questa sinergia di
forze ci consenta di realizzare il comune obiettivo di avvicinare sempre più persone a Cristo.
Massimiliano Costa,
responsabile ACR
Quest’estate hai partecipato ad un campo ACR, per la prima volta in qualità di assistente. Come hai vissuto quest’esperienza?
È stata sicuramente una bellissima esperienza sia per il rapporto e per il dialogo instaurato con i ragazzi, sia per la collaborazione e
l’amicizia nata o rinnovata con gli educatori.
Un’esperienza che mi piacerebbe ripetere.
9
vita associativa
FIOCCO ROSA
tra le colline di Langa
U
Ezio Boasso,
Presidente parrocchiale
di Serralunga
na sera come tante, mentre ero di
fronte al computer sono capitato,
quasi per caso, sul sito dell’Azione
Cattolica della nostra diocesi. Mi ha
incuriosito l’articolo sulla festa diocesana e da
lì, poco alla volta, ha preso forma l’idea di rilanciare in parrocchia l’AC. In realtà, alcune famiglie di Serralunga avevano continuato a essere
presenti ai campi scuola estivi, ma in parrocchia
non esisteva più un’associazione che si sentisse parte viva di una realtà diocesana.
Dopo averne parlato con il nostro parroco, Don Pasquero, abbiamo deciso, insieme con alcune famiglie, di rifare il gruppo
dell’Azione Cattolica. Ci siamo trovati nel salone parrocchiale, invitando anche la presidente
diocesana, Wilma, e lì ci siamo lasciati andare a
ricordare le belle esperienze vissute da noi genitori con la maestra Boccalatte, per molti anni
referente per la nostra Parrocchia.
Il desiderio di far sì che anche i nostri figli potessero vivere moment forti e significativi come
quelli che avevamo trascorso noi, ci ha spinti a
offrire loro delle possibilità nuove e coinvolgenti.
Quest’anno abbiamo incominciato con i
campi scuola che sono stati molto belli e interessanti sia per i bambini sia per noi adulti. Speriamo di partecipare, magari anche con l’aiuto
delle catechiste, alle giornate di Altavilla, occasione da sempre di nuovi incontri e conoscenze.
…insomma… alla fine dell’incontro sono
stato eletto, all’unanimità, Presidente della neonata associazione… Che emozione!
Siamo ancora pochi ma contiamo di crescere magari con l’aiuto di qualche “intruso” dai paesi vicini e grazie anche alla preziosa guida del
nostro Parroco Don Pasquero che ci appoggia
e ci incoraggia ad andare avanti.
La Presidenza diocesana dà il benvenuto alla nuova associazione
parrocchiale… chissà che altri fiocchi rosa nascano in Diocesi!
Per informazioni o un aiuto non esitate a chiamarci!
Sapremo darvi una mano.
VOCI DA ALTAVILLA
10
Gianpaolo e Simona sono i nuovi gestori della Casa Diocesana di Altavilla. Hanno iniziato il loro mandato
nell’estate scorsa e si apprestano ad accogliere tutti coloro che vorranno usufruire della casa per ritiri
spirituali.
Gianpaolo e Simona appartengono alla Comunità Papa Giovanni XXIII da circa quattro anni, hanno
una bimba (Michela) in affidamento e uno in arrivo. Per loro la scelta di vivere nella comunità è stata
una vocazione, una scelta di vita, la scelta di mettersi al servizio degli altri. Così hanno detto “sì” anche
quando il Vescovo ha chiesto alla comunità di indicare una coppia che potesse occuparsi della casa di
Altavilla. Dall’esperienza si aspettano di poter dare qualcosa alla gente che conosceranno e, al tempo
stesso, sono sicuri di tornarne arricchiti, migliorati dall’incontro con le altre persone.
A Gianpaolo e Simona, e alla loro splendida famiglia, l’A.C. augura una proficua collaborazione e un “in
bocca al lupo” per il futuro.
Ricerca & Dialogo
Elisa Occhetti, consigliere diocesano
piccolissimi
VS
VSadultissimi
NOME?
Azzurra Teresa Delsanto
Riccardo Garelli
DATA DI NASCITA?
20 giugno 2007 (ho due anni!)
LUOGO DI NASCITA?
Alba, ma sono di Castellinaldo.
26 ottobre 1924
Carmagnola
PROFESSIONE?
Farmacista pensionato, ma lavoro ancora: mi piace il mio
lavoro.
Studentessa, se così si può dire…
TITOLO DI STUDIO?
Frequento il 3° anno di asilo nido, ma mamma dice che se
sto promossa l’anno prossimo andrò alla scuola materna.
Frequenti fasi di “mammite”
vita associativa
AC Alba
Laureato in Farmacia
SITUAZIONE SENTIMENTALE?
Sono felicemente sposato con Anna da 39 anni.
ORIENTAMENTO POLITICO?
Se è una cosa che si mangia, va bene con qualsiasi
condimento...
Del genere “Le tagliatelle di Nonna Pina”
Sono appassionato della Politica, quella vera, e in questo
momento soffro un po’: non vedo più passione per il
bene comune. Siccome la politica è sinonimo di interessi
personali questo mi fa dispiacere.
MUSICA PREFERITA?
Mi piace tutta la musica.
CITAZIONE PREFERITA?
“Resta di stucco è un barbatrucco”. Faccio anche la
capriola, volete vedere?
Coccole :-)
Ottobre 2009
“Se t’impegni a dare il buon esempio, difficilmente farai delle
cose che poi, un domani, ti faranno pentire di averle fatte!”
don Ilario Roatta, Parroco di San Pietro Mondovì.
IN CERCA DI…?
Semplicità, a dire il vero l’ho sempre trovata! Non è poi così
complicato vivere.
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vita associativa
ANNO IN CUI HAI SOTTOSCRITTO LA PRIMA TESSERA AC?
...mmm...2009!
Nel 1939, ero in collegio a Mondovì.
QUANTE TESSERE HAI?
Una! Questa è la prima, ma spero di averne tante come il
signor Garelli!
Da allora sono rimasto fedele. Forse in tempo di guerra
per un anno o due non ho avuto la tessera, ma non ho mai
smesso di aderire all’AC e ne sono fiero!
PER MEZZO DI CHI HAI CONOSCIUTO L’AC?
Grazie a mio padrino Michael che mi ha regalato la tessera
per Piccolissimi.
Mio zio faceva scuola in seminario, era l’unico laico, e mi
ha introdotto nel gruppo dei giovani, il gruppo era composto
da cinquanta studenti e una ventina di operai, ci si trovava
sovente e si stava insieme: il sabato sera c’erano i “corsi
formativi” dopo un momento tutti insieme ci si divideva
studenti e lavoratori. Ogni argomento era occasione di
riflessione e di discussione, si parlava di tutto: politica,
sport, religione, coscienza…
L’AC TI HA PERMESSO DI CONOSCERE…?
Conosco già qualcuno di significativo: Barba Iutin! Il
fratello di Risbaldo, mio nonno-bis: Fratel Luigi Bordino (al
secolo Andrea Bordino) è stato Presidente Parrocchiale di
Castellinaldo negli anni del fascismo e oggi è Venerabile
e spero che presto venga proclamato santo! (Nella
sua biografia si racconta che durante un Consiglio
Comunale il federale del paese gli strappò il distintivo
dell’AC dalla giacca buttandogliela a terra. Egli la
raccolse la ripose all’occhiello dicendogli “provati
un’altra volta!” - ndr) Sono anche nata il giorno della
Consolata alla quale lui aveva voluto dedicare un pilone
votivo e la sua vita entrando nei Fratelli Cottolenghini di
Torino.
La Pira, Ardirò, Casavola, il fratello di Moro, ho registrato le
loro conferenze con un registratore a bobine enorme!
CHE COSA TI HA DATO L’AC?
A parte la tessera? È un po’ presto, non saprei..
non c’è un campo estivo per i minori di 3 anni?
La consapevolezza che bisogna conoscere, informarsi,
fermarsi a pensare e vivere… non aver paura del mondo. Io
continuo a camminare in quel solco insieme ad Anna.
CHE COSA PENSI POSSA DARE L’AC OGGI?
Tanti nuovi amici
Le stesse cose di ieri: formare le coscienze, abituare a
pensare, a discutere, a stare nella Chiesa, ma anche nel
mondo. E lo deve fare perché non lo fa più nessuno.
SE TI DICO AC A CHE COSA PENSI?
Giocare e stare in compagnia
(e cosa potrei volere di più a 2 anni?)
Formazione, vita, gioia, coraggio, speranza.
POSSO FARE UN COMMENTO?
Grazie per questa simpatica intervista! Un bacino e un
grande abbraccio alla nonnina Elena che l’ha fatta insieme a
me! Chissà se fra 80 anni anch’io verrò intervistata, magari
con una nipotina piccola nuova tesserata?
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Ricerca & Dialogo
Anno Associativo 2009-2010
In quel tempo, 1Gesù entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, 2quand’ecco un uomo,
di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva
a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì
su un sicomòro, perché doveva passare di là.
5
Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché
oggi devo fermarmi a casa tua». 6Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7Vedendo ciò, tutti
mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
8
Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai
poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 9Gesù gli rispose: «Oggi per
questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. 10Il Figlio dell’uomo infatti è
venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
«Lo accolse con gioia»
Queste semplici parole sono tratte dall’episodio dell’incontro di Gesù con Zaccheo, riportato solo nel Vangelo di Luca. Questo Vangelo
ci accompagnerà nell’anno liturgico 2009-2010
(anno liturgico C). Queste parole, scelte come
slogan per l’Anno Associativo dell’AC che stiamo iniziando, racchiudono un significato profondo. Zaccheo è uno dei tanti che per le strade
della città di Gerico si accalcano per vedere
Gesù, ma, nello stesso tempo, è una persona
unica per il Maestro. Anche fra i rami dell’albero,
dove era salito, Gesù lo scorge, scorge il suo
desiderio di incontrarlo.
L’incontro tra Gesù e Zaccheo
nasce dal desiderio dell’uomo
e dalla risposta pronta e
disponibile del Signore, che
ci chiama per nome, che entra
nelle nostre case
Un incontro immagine di tanti altri
incontri
L’incontro tra Gesù e Zaccheo nasce, da un
lato, dalla domanda e dal desiderio dell’uomo di
Ottobre 2009
vita associativa
“lo accolse con gioia”
(Lc 19,1-10)
a cura di
don Antonello Pelisseri,
assistente ACR
cercare Dio, e, dall’altro, dalla risposta pronta
e disponibile del Signore Gesù, che sa vedere
nel nostro cuore, che
ci chiama per nome,
che entra nelle nostre
case. È un incontro
che avviene tra Gesù
e Zaccheo, ma che è
avvenuto e sempre
avverrà tra Gesù e
tanti uomini, donne,
giovani e ragazzi, colti
in mezzo a una folla
fatta di persone “guardate” da Gesù e tutte
chiamate per nome;
in mezzo a una folla
anonima che il Signore trasforma in un popolo: il popolo di Dio.
La relazione con
il Signore, personale
e comunitaria
Questo episodio
richiama il senso della relazione con Gesù, personale e allo stesso tempo comunitaria. Dalla
13
vita associativa
molteplicità degli incontri personali ha origine
quel popolo che cerca il Signore, fa esperienza
di Lui, lo riconosce,
ne accoglie la chiamata e si impegna
a prolungarne la
missione con generosità ed amore. Di
giorno in giorno, e in
particolare di domenica in domenica, il
Signore continua a
formare e radunare il
suo popolo e a creare una comunità di
discepoli.
La casa luogo dell’incontro e del dialogo
Zaccheo che accoglie con gioia Gesù in
casa sua rappresenta l’attenzione che quest’anno l’AC intende porre alla comunione e alla fraternità, realizzata attraverso le dimensioni della
casa, luogo di relazioni personali e non formali,
luogo dell’incontro e del dialogo, dell’edificazione della comunità. Una comunione che passa
attraverso l’ascolto delle persone e della condizione concreta che vivono; attraverso il conoscere le persone in modo autentico, con i loro
bisogni, desideri, progetti e sconfitte; attraverso
la presenza nella loro vita; attraverso l’ annullamento del distacco e della distanza. Siamo perciò chiamati, sull’esempio del Signore Gesù, a
“guardare” i nostri fratelli, a “recarci a casa” loro
e a costruire insieme una “casa” comune.
Via Mandelli, 9:
il ritorno
Inaugurazione di
via Mandelli rist
rutturata e arre
data
Benedizione di Mo
ns
. Vesc o dei nu
ed intitolazione
ovi locali
della Sala ov
Riunioni a do
n Tablino
VENERDI’ 11 DICE
MBRE ore 20,30
N
Daniele Promio,
vice-presidente giovani
14
ello scorso numero avevamo lasciato
la sede di via Mandelli dell’AC di Alba
“vittima” dei lavori di ristrutturazione.
In questo numero la ritroviamo completamente rinnovata: l’impianto elettrico sostituito in toto e messo a norma, l’illuminazione dei
locali più calda e vivace, le pareti – un tempo
grigio polvere – ora giallo ocra e bianco. Tuttavia la novità maggiore è rappresentata dalla
nuova sala riunioni, che sarà dedicata alla memoria di don Tablino, sala ottenuta dall’unione di
due salette contigue; altro passo importante è la
costituzione di un archivio dell’associazione che
contenga le memorie dell’AC albese al momento sparse in garage e soffitte di ex-presidenti e
consiglieri. Tutto ciò è volto a rendere la Sede
sempre più fruibile e adatta alle necessità della
nostra associazione. Inoltre, proprio in questi
giorni un “gruppo di lavoro” appositamente costituito sta lavorando per l’acquisto degli arredi
della sala riunioni e dell’archivio: l’obiettivo è di
terminare i lavori entro la seconda settimana
di dicembre, quando i locali saranno inaugurati alla presenza del Consiglio Diocesano e dei
presidenti parrocchiali. Non bisogna dimenticare l’opera degli amici dell’AC che hanno dato
una mano per l’allestimento dei singoli locali e
di don Antonio Tarabra che ha seguito il finanziamento e la realizzazione dei lavori.
Ricerca & Dialogo
Ottobre 2009
Ac
i
vita associativa
conosciamo
19
Se i muri di quelle case
Cara Nonnina!
È passata l’estate e devo dirti che è stata una stagione
fighissima!!! Sono ritornati i miei amici, tutti quanti! E in
più è venuto qualche nuovo amico, sai, mi facevano sorridere:
ntati
all’inizio erano un po’ spaesati, ma col tempo si sono ambie
benissimo e siamo diventati amici. Li vedevo tutti i giorni,
mi raccontavano di passeggiate in montagna, li sentivo ridere
allegri, esultare per le vittorie nei campi di pallavolo. Ah, sai
che quest’anno hanno anche giocato a bocce quadre, anche
a “quiddich”: il gioco che fa Harry Potter, te ne ho parlato,
ricordi? E poi li ho sentiti pregare, riflettere, discutere e
chiacchierare. Chiacchieravano tantissimo in camera, a volte
mi lasciavano sveglia di notte, ma non mi è pesato, perché con
ane
loro mi sono sentita così felice, come se per poche settim
potessi respirare a pieni polmoni, beh… a parte quando si
vano
toglievano le scarpe e le lasciavano nei corridoi, lì mi lascia
… senza fiato…
le
E poi, la magia delle preghiere sotto le stelle in mezzo al corti
e il falò finale… che serate!
Ora sono rimasta sola, mi annoio un bel po’, vedo solo le
montagne e i boschi, ma guardando le stelle mi ricordo di loro,
delle piccole litigate, dell’allegria, dei bei ragazzi che giravano
vestiti come “tronisti” delle belle ragazze, tanto belle da
che
sembrare bambole, delle bimbe con le trecce e dei ragazzini
o
parlavano solo della Play Station, di quelli che raccontavan
dei loro animali di casa, dei loro genitori e dei fratelli… al
solo pensiero mi salgono le lacrime, sento tantissimo la loro
e?
mancanza, come sento la tua di mancanza. Come va la salut
ie,
notiz
tue
Come hai trascorso l’estate? Spero di avere presto
ti mando un grandissimo bacio! TVB
la tua solida e serena nipote,
la Casa Diocesana di Sampeyre
20
ata
P.S. L’estate scorsa ho compiuto 15 anni! Ormai sono divent
Ricerca & Dialogo
grande!
potessero
parlare…
Adorata Nipotina,
ho atteso con ansia di ricevere tue notizie. Provo enorme piacere
nel comprendere dalla tua lettera che l’estate sia trascorsa in
compagnia degli amici, lasciando dentro di te ricordi indelebili
che, col trascorrere del tempo, diventeranno lievi e ti faranno
sorridere sommessamente. La mia salute è piuttosto buona, non mi
lamento, ogni tanto sento qualcosa cigolare, ma dopo gli ultimi
interventi di “ristrutturazione” mi sembra di essere ritornata al mio
antico splendore, quando frequentavo quegli alpini gagliardi, che
tornavano al paese cantando e portando stelle alpine! Vedi, anche
per me i ricordi sono lievi come i tuoi tra qualche decennio.
Ho trascorso l’estate come al solito, sai, per noi anziani la vita non
cambia spesso, ma, come te, anche io devo ammettere che ora che
sono sola mi mancano le grida in cortile dei bambini, il polverone
che alzavano in continuo con le loro scorribande. Di alcuni di
questi ragazzi ho visto crescere i fratelli, i genitori, di qualcuno
anche i nonni, e rivedo in ciascuno di loro la stessa spensieratezza
tipica della fanciullezza. Questa volta ti voglio stupire, non mi
lamenterò dicendoti che “Non esistono più i giovani di una volta”,
per forza, quei giovani sono diventati vecchi, come me! Ma i giovani,
i bambini che ho incontrato io la scorsa estate erano in gamba.
È vero, qualcuno è stato un po’ discolo, facendo allarmare gli
adulti, ma sono convinta che le esperienze che hanno vissuto da
me saranno per loro indimenticabili: non si ha spesso l’occasione
di imparare a cavarsela da soli, di riflettere su temi importanti che
riguardano la vita; qui da me, è come se il tempo fosse sospeso in
una parentesi di pace, di introspezione e di fertile quiete interiore,
quella quiete che fa crescere la consapevolezza di sé, dei propri sogni,
delle proprie capacità e responsabilità. Sono convinta che le belle
riflessioni che scaturiscono dai gruppi, i piccoli gesti di amicizia che
nascono spontanei siano la più bella ricompensa che i ragazzi mi
offrono e che mi fanno sentire più giovane, quasi come te. Ho dato
tanto a tutti, ormai, come ti dicevo, da generazioni, ma ogni anno
non riesco a rassegnarmi al pensiero di vederli partire, al silenzio.
Ora ti saluto, alcuni anziani del paese sono invitati a giocare a
bocce e tra poco attendo il loro arrivo.
Ti abbraccio con affetto e spero di avere tue notizie durante le
vacanze di Natale,
Ottobre 2009
la tua cara nonna,
la Casa Diocesana di Valdieri
21
Camposcuola: tempo di semina
“Il campo-scuola è una settimana in montagna in cui con la scusa
di trattare un tema formativo si gioca tantissimo” è la risposta che
mi aveva dato una bimba arrivata dal suo primo campo a Valdieri.
Di fatto, ciò che si ricorda di più del campo-scuola sono proprio i
giochi e le passeggiate, che non sono un “di più”, ma fanno parte
integrante della nostra proposta educativa.
Gli educatori e i sacerdoti assistenti, inoltre, propongono per ogni
campo un tema formativo, che viene svolto con l’aiuto del libretto,
che viene lasciato ad ogni ragazzo come ricordo, ed è tradotto ai
ragazzi con le preghiere, gli incontri di gruppo e le attività.
Ai ragazzi di quarta e quinta elementare ha fatto da guida il personaggio di Giuseppe il ragazzo dei sogni e dietro la figura di
Giuseppe abbiamo trovato la figura di Gesù.
I ragazzi di prima e seconda media hanno riscoperto la figura di
Giovanni Paolo II, in particolare i suoi messaggi e insegnamenti
rivolti ai giovani.
Ai ragazzi di terza media abbiamo proposto l’episodio evangelico
del Giovane Ricco, in particolare la domanda che egli fa a Gesù:
“Maestro, cosa devo fare per essere felice?”; abbiamo proposto
ai ragazzi le indicazioni che dà Gesù per essere felici con se stessi, nella propria famiglia, nel gruppo degli amici, nella comunità
parrocchiale, nel progettare il proprio futuro.
Noi sacerdoti ed educatori non pretendiamo di vedere subito i
frutti delle nostre proposte educative. Nei 7 giorni del camposcuola noi abbiamo solo seminato; dove andranno a finire i semi
solo il Signore lo sa.
22
don Antonello
Ricerca & Dialogo
assistente ACR e don del campo
ACR
campiscuola
LA TESTIMONIANZA DI UNA “VETERANA”
- il punto di vista di una ragazza Ciao, sono Matilda, vengo da Pocapaglia. Questo è il quarto anno ai campi scuola, ed io e i miei amici
“veterani” possiamo dirvi che l’emozione non diminuisce di volta in volta. Certo, magari non c’è la novità della
prima volta, ma tutti noi che abbiamo partecipato a questa divertentissima settimana sappiamo che le sorprese
di certo non scarseggiano. Un altro importante aspetto dei campi diocesani è l’amicizia, insomma, questi giorni
sono fatti anche per questo. Provate a stare una settimana con tante ragazze e ragazzi che ridono, scherzano,
parlano con voi e ogni volta avrete un’ottantina di nuovi amici. Fate il conto per quattro anni… E mancano
ancora le superiori! Ma lo stare con gli altri è solo uno dei tanti insegnamenti che questi momenti ci portano,
uno più prezioso dell’altro. Alcune di queste “perle” ci sono state donate dai Don, altre dagli educatori, ai quali
bisognerebbe dare una medaglia per pazienza e simpatia, e alcune le abbiamo scoperte da soli, mettendoci in
gioco e condividendo con gli altri ragazzi momenti ed esperienze…
Insomma i campi scuola sono un’occasione IMPERDIBILE!
Matilda Maunero
campo ACR - I e II media - 20.27 giugno
Ottobre 2009
23
“MAESTRO BUONO, CHE COSA DEVO FARE PER… ESSERE FELICE?”
- dal campo III media Un campo scuola è sempre un viaggio speciale in cui stringere la mano ai ragazzi per accompagnarli e
per essere accompagnati da loro nel cammino di crescita umana e cristiana. Questa affermazione è valida per
tutte le esperienze, ma in modo particolare per il campo di III media poiché educatori e ragazzi sono portati a
riflettere insieme sulla tematica della felicità.
Si instaura così un rapporto particolare, saldato dal comune obiettivo di provare a dare una risposta alla
domanda: “Maestro buono, cosa devo fare per essere felice?”. Durante la settimana, che trascorre tra tornei,
gruppi, preghiere, serate, canti, ci si accorge di essere uniti da un desiderio di felicità che spinge a non accontentarsi di essere sereni o appagati dal possesso dei beni materiali, limitati, ma a ricercare qualcosa che renda
davvero Felici. Ci si accorge di essere uniti nella speranza di trovare una risposta ad una domanda che sgorga
dal cuore, uniti nella gioia di rivolgere questa domanda a Gesù. Si scopre la bellezza della natura, l’importanza
dei sogni che accendono la luce negli occhi di futuri scienziati, avvocati, operai, ma soprattutto Uomini! Si scopre l’importanza dell’Amicizia vera, quella di e con Gesù, maestro nell’essere Amico del prossimo. Si scopre
la bellezza dell’Amore, del sentimento vero che arricchisce liberando dalla schiavitù della sola passione fisica
che spesso trasforma in oggetti.
Si scopre di essere tutti in cammino al seguito di Gesù sulla strada che porta alla Felicità!
Buon viaggio!
Marcello Delmondo
educatore ACR
24
Ricerca & Dialogo
...che ti parlo!
A
nche quest’anno l’AC ha permesso
ai giovanissimi di inserire nella pausa estiva – caratterizzata da svago,
divertimento, relax e sballo – una
settimana del tutto fuori dall’ordinario. Il campo,
infatti, permette di fare nuovi incontri, giocare,
ridere e scherzare ma anche riflettere e pregare insieme. Dal 25 luglio all’1 agosto scorso 56
ragazzi hanno imparato a conoscersi svolgendo diverse attività. Come ogni anno non sono
mancati i tornei e le camminate per temprare
il corpo. Durante le attività di gruppo abbiamo
approfondito la conoscenza di sé e di chi ci sta
accanto, la differenza tra il bene e il male e, con
l’aiuto di alcuni bravissimi ospiti, si è affrontato
il complesso argomento delle diverse vocazioni.
Le serate sono state varie e movimentate: balli
occitani con un gruppo di Sampeyre; ballo liscio
con i Fora d’tuva, intervento di Oscar Barile e
giochi “barotti”; incontri ravvicinati con gli alieni
durante il gioco notturno; una Serata Poliziesca
in collaborazione con gli amici dell’ACR, il gioco
Ottobre 2009
etico delle nazioni; “discowhite” una discoteca
tutta in bianco; uno spettacolo finale in cui i laboratori di canto, danza e recitazione si sono
esibiti con, a conclusione, il tradizionale falò. I
momenti di preghiera sono stati molto sentiti e
partecipati. Il filo conduttore era l’episodio della
Samaritana del Vangelo di Giovanni.
La settimana è volata e al suo termine si era
creato un ambiente idilliaco e straordinario che
ha dato la carica per affrontare un nuovo anno
scolastico e lavorativo in cui il campo dovrà far
vedere i suoi frutti.
ACG
(I-IV SUPERIORE)
campiscuola
“SONO IO”
-issimi
Arianna Molinaro,
educatrice ACG
25
ACG
campiscuola
GIOVANI
da 18 anni in su!
senza di Lui
non sarebbe stato
lo stesso
T
Cristina e Fabio Revello,
educatori ACG
26
utto è cominciato quasi come una
scommessa: un campo giovani al
mare. Inizialmente molti erano i dubbi
e le perplessità che accompagnavano
i nostri incontri di preparazione. Quanti saremo?
Ma la casa avrà i letti? La caffettiera ci sarà?
Alla fine non ci siamo fatti intimorire: ci abbiamo
creduto e siamo partiti. E abbiamo fatto bene.
Un gruppo di giovani frizzante, con una carica contagiosa, in un posto con un panorama
che ha lasciato tutti senza fiato (soprattutto
nell’arrivarci a piedi!). Sono bastate poche ore
Dio era in mezzo a noi,
era nel suono delle nostre
risate, nel silenzio
della nostra preghiera
insieme per diventare “gruppo”: le risate in cucina, i tiri a pallavolo in spiaggia, i tuffi in acqua
che hanno fatto invidia a Baywatch, la grigliata
sotto le stelle con sottofondo musicale…sono
solo alcuni dei momenti che abbiamo vissuto
insieme con la voglia e il desiderio di ritrovarsi
poi a pregare, a riflettere, a discutere. Sempre
con lo stesso entusiasmo, che mai è mancato.
In particolare ci siamo messi di fronte al tema
del valore del lavoro e della festa, tema che ci
ha fatto a lungo discutere, traendo un tesoro veramente immenso dalle esperienze altrui.
Un pensiero è sicuramente risuonato in
ognuno di noi: Dio era in mezzo a noi, era nel
suono delle nostre risate, nel silenzio della nostra preghiera, nel lavoro per la buona riuscita
del campo. Davvero ha reso questi giorni indimenticabili, ha avvicinato le nostre anime, ha
portato la gioia, quella autentica. Senza di Lui
non sarebbe stato lo stesso.
Ricerca & Dialogo
Non c’è tempo
da perdere!
A
nche quest’anno molti hanno accolto
l’invito di salire su per il campo adultissimi e per il campo famiglie. Salire su
non solo perché la casa di Sampeyre
è in montagna, ma perché un campo scuola
ti porta sempre un po’ più su… è la posizione
ideale di chi è disponibile a mettersi in gioco
per creare quel clima dove ogni momento della giornata ha lo stesso valore: la preghiera, il
confronto nel gruppo, i riposini del pomeriggio,
le passeggiate, i tornei (ma chi ha vinto? I genitori o i figli?), le serate (è vietato diffondere
foto o video!), le chiacchierate… Naturalmente
ci vuole uno strumento che aiuti a salire su…
senza dimenticare che poi si deve scendere!
Per noi è stato il testo proposto dall’AC per il
cammino degli adulti “Questo è il tempo” e con
l’aiuto di ottimi relatori abbiamo abbozzato alcune riflessioni. Vogliamo però continuare e
approfondire i temi che abbiamo affrontato: per
questo l’equipe adulti è disponibile a incontrare
i gruppi di adulti nelle parrocchie che desiderino
continuare o iniziare il cammino per sviluppare
un percorso aperto alla salvezza di Dio che si
realizza nell’oggi e che cambia la vita personale
e comunitaria.
Allora coraggio: non c’è tempo da perdere!
campiscuola
ADULTI & FAMIGLIE
Wilma Berbotto,
presidente diocesano
IN FAMIGLIA
L’Azione Cattolica Albese accoglie con gioia la piccola
Maria, nata il 29 marzo 2009! Le più vive felicitazioni
alla famiglia di Laura e Daniele Cane,
ex responsabile ACR e delegato regionale.
Il Consiglio e la Presidenza diocesana
Ottobre 2009
27
tempo libero
a cura della
Cooperativa Culturale
L’incontro
in libreria
B
entornati alla pagina della libreria
“L’incontro”.
Speriamo per voi che nelle vacanze
appena trascorse abbiate avuto la
possibilità di leggere qualche buon libro e vi
segnaliamo che martedì 15 settembre è stato ospite ad Alba il filosofo e teologo francese
Maurice Bellet.
Per chi non ha potuto ascoltarlo, vi diciamo
che Bellet è nato nel 1923, è stato professore
di filosofia ed ha scritto più di 40 libri. L’ultimo
uscito in Italia “L’assassinio della parola. O la
prova del dialogo” (edizioni Servitium 10 euro)
tocca un argomento fondamentale per il rapporto tra i popoli.
Per i cristiani dialogare con le altre religioni
pare quasi un indebolimento della fede, ma il
non dialogo è un vero e proprio assassinio della
parola.
Ne “Il pensiero che ascolta” (edizioni San
Paolo, 12 euro) Bellet parla della crisi provocata dal delirio economico che sta condizionando
sempre più pesantemente la nostra vita, pilotata
più dall’avere che dall’essere. Anche la filosofia
moderna e la psicanalisi sono entrate in crisi e il
Vangelo può ancora indicare una via da seguire.
Citiamo anche un romanzo di Bellet: “I viali del Lussemburgo” (edizioni Servitium 6,20
euro).
In libreria troverete anche l’ultima enciclica
di Benedetto XVI: “Caritas in veritate”, sullo
sviluppo umano integrale nella carità e nella
verità.
Piemme ha pubblicato di recente un romanzo di James A. Levine dal titolo “Il quaderno
azzurro” (17euro). Il libro racconta la storia di
Batuk, una ragazzina schiava a Mumbai che
raccoglie nel suo quaderno le sue storie: storie
vere come la sua e quelle dei suoi compagni
di schiavitù e storie di fantasia, grazie alle quali
riesce a dare un senso e una speranza alla sua
esistenza.
Con i proventi di questo libro l’autore ha
istituito una fondazione a favore dei bambini
sfruttati.
A proposito di bambini vi ricordiamo che
è uscito il “Quinto viaggio nel regno della fantasia” di Geronimo Stilton (Piemme,
23,50euro).
Segnaliamo inoltre il libro che ha vinto il
premio Andersen e il premio Bancarellino: “I
giorni della ruota” di Guido Sgardoli (Giunti, 13,90euro). La vicenda si svolge intorno
allo Spedale della Pietà, un palazzo storico
veneziano che nell’Ottocento ospitava bambini
deposti nella ruota. Proprio in questo luogo la
protagonista Rosapineta impara a conoscere e
ad amare Eligio, abbandonato ancora in fasce
dalla madre.
28
Ricerca & Dialogo
AZIONE CATTOLICA ITALIANA
DIOCESI DI ALBA
MODULO B – “AVVERTENZE PER L’USO”
CAMPI SCUOLA DIOCESANI - INVERNO 2009-2010
I campi scuola diocesani per giovanissimi e ragazzi a Sampeyre, sono stati organizzati allo scopo di
offrire un momento di crescita cristiana, di aggregazione, di riflessione e, quindi, ci teniamo a
sottolineare che non sono giorni di semplice vacanza o di solo divertimento.
Vogliamo proporre dei campi che siano davvero formativi e, quindi, chiediamo a chi vi parteciperà, la
capacità e il desiderio di lavorare e impegnarsi perché questo avvenga.
Riteniamo fondamentali, tra gli altri, i momenti di preghiera, di confronto con la Parola di Dio, i lavori di
gruppo, uno stile sobrio ed educato e il rispetto di alcune regole basilari.
lo sportello
via Mandelli, 9 – 12051 Alba CN – 0173.290243– www.acalba.it – [email protected]
Ci preme già sottolineare che la notte esigeremo il silenzio e il riposo, per poter affrontare
adeguatamente le attività dei giorni a seguire.
Informiamo i partecipanti che in base alla legge ed ai regolamenti interni:
non sarà possibile fumare nei locali delle Case diocesane;
non sarà inoltre consentito, nel campo alla III media, fumare e bere il vino ai pasti;
nel campo giovanissimi sarà consentito fumare solo in determinati momenti liberi. Sarà invece
consentito bere vino con moderazione ad ogni pasto;
ogni altro tipo di alcolico é categoricamente vietato;
PORTARE CON SE:
Documento d’identità, tessera dell’AC, lenzuola e federa o sacco a pelo (la casa dispone di coperte e
cuscini), asciugamani, maglione, k-way, effetti personali, berretto, scarponi, indumenti da neve, guanti,
sciarpa, quaderno per appunti, biro e se suoni uno strumento musicale… portalo! Può essere utile
portare almeno il Vangelo.
IMPORTANTE:
Chiediamo cortesemente ma con convinzione di NON PORTARE:
Somme di denaro spropositate (rischierebbero di essere spese per cose inutili);
Roba da mangiare o da bere (anche acquistata successivamente), che verrà ritirata e usufruita,
da parte di tutti, nella festa dell’ultima sera; gli alcolici saranno ritirati e restituiti ai genitori;
Stereo, radio, walk-man, lettore mp3, torcia, sveglie o simili (ci divertiremo anche senza);
Per quanto riguarda il telefonino, siamo convinti che possa essere elemento di disturbo per i
ragazzi in qualsiasi momento della giornata. L’uso del cellulare, sarà dunque consentito solo ed
esclusivamente in determinati e brevi momenti liberi della giornata (salvo casi particolari).
L’adesione al campo comporta l’accettazione consapevole di questa impostazione,
e l’impegno dei partecipanti a realizzarla con gioia e serietà!
Le case dispongono di telefono (Sampeyre: 0175.977493 – Valdieri: 0171.97370);
I ragazzi possono chiamare e ricevere, tendenzialmente, durante l’ora dei pasti.
Invitiamo i genitori a chiamare in casi di sola necessità.
Per quanto possibile, chiediamo di non ricevere visite che potrebbero disturbare l’andamento del campo.
Ricordiamo infine:
PARTENZA: ore 8.30 da Alba, presso piazza Medford (non si faranno fermate intermedie).
ARRIVO: è previsto nello stesso luogo verso le ore 18 circa.
ACG – Giovani e Giovanissimi
DANIELE Promio – 340/23.84.245
MICHAEL Isnardi – 339/22.48.882
DON MASSIMO Scotto – 333/35.55.340
Ottobre 2009
www.acalba.it - [email protected]
ACR – Ragazzi
BEPPE Fassino - 339/60.09.279
MAURIZIO Tibaldi – 338/20.26.946
MASSIMILIANO Costa – 389/81.51.424
[email protected] - www.acalba.it
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lo sportello
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Ricerca & Dialogo
DIOCESI DI ALBA
E - DATE - DATE - DAT
via Mandelli, 9 – 12051 Alba CN – 0173.290243– www.acalba.it – [email protected]
ATE - DATE - DATE - DATE - DATE - DATE
AZIONE CATTOLICA ITALIANA
TE - DATE - DATE - DATE CAMPI SCUOLA DIOCESANI - INVERNO 2009-2010
I campi scuola diocesani per giovanissimi e ragazzi a Sampeyre, sono stati organizzati allo scopo di
offrire un momento di crescita cristiana, di aggregazione, di riflessione e, quindi, ci teniamo a
sottolineare che non sono giorni di semplice vacanza o di solo divertimento.
ACR
(ALTAVILLA - dalle 9,00 alle 16,00)
Vogliamo proporre dei campi che siano davvero formativi e, quindi, chiediamo a chi vi parteciperà, la
IV-V elementare: 25/10/09
IV-V elementare: 14/02/10
capacità e il desiderio di lavorare e impegnarsi perché questo avvenga.
I-II
media:
8/11/09
I-II media:
14/03/10
Riteniamo fondamentali, tra gli altri, i momenti di preghiera,
di confronto
con
la Parola di Dio, i lavori di
III media:
III media:
gruppo,
uno stile sobrio 22/11/09
ed educato e il rispetto di alcune
regole basilari. 21/03/10
Campo Scuola Invernale III Media
lo sportello
DATE - DATE - DATE - DATE - DATE - DATE MODULO B – “AVVERTENZE PER L’USO”
Ci preme già sottolineare che la notte esigeremo il silenzio e il riposo, per poter affrontare
adeguatamente le attività dei giorni a seguire.
27-28-29 dicembre 2009 a Sampeyre
Informiamo i partecipanti che in base alla legge ed ai regolamenti interni:
non sarà possibile fumare nei locali delle Case diocesane;
non sarà inoltre consentito, nel campo alla III media, fumare e bere il vino ai pasti;
nel campo
giovanissimi
sarà consentito
fumare solo
in determinati momenti liberi. Sarà invece
CONVEGNO
Nazionale
EDUCATORI
- 8 dicembre
a ROMA
consentito bere vino con moderazione ad ogni pasto;
Domenica
27tipo
settembre:
giornatavietato;
della formazione degli educatori
ogni altro
di alcolico é prima
categoricamente
Varie ACR
(dalle 9,00 alle 17,00)
SE:
CONVEGNO Diocesano ACR –PORTARE
25 aprileCON
2010
Documento d’identità, tessera dell’AC, lenzuola e federa o sacco a pelo (la casa dispone di coperte e
cuscini), asciugamani, maglione, k-way, effetti personali, berretto, scarponi, indumenti da neve, guanti,
(ALTAVILLA dalle 20.30 alle 22.30)
sciarpa, quaderno per appunti, biro e se suoni uno strumento musicale… portalo! Può essere utile
portare almeno il Vangelo.
02 ottobre 2009 12 novembre 2009
CORSO FUTURI EDUCATORI
23 ottobre 2009 03 dicembre 2009
IMPORTANTE:
Le date per il nuovo anno sono ancora da decidere
Chiediamo cortesemente ma con convinzione di NON PORTARE:
8-9 MAGGIO 2010: CONCLUSIONE DEL CORSO IN UNA DUE GIORNI
Somme di denaro spropositate (rischierebbero di essere spese per cose inutili);
lunedì
21/12/09:
GIORNATA
AD (anche
ALTAVILLA
PER successivamente),
I FUTURI (dalle 9,00
alleritirata
17,00)
Roba
da mangiare
o da bere
acquistata
che verrà
e usufruita,
da parte di tutti, nella festa dell’ultima sera; gli alcolici saranno ritirati e restituiti ai genitori;
Stereo, radio, walk-man, lettore mp3, torcia, sveglie o simili (ci divertiremo anche senza);
(dai 18 anni in su!)
Per quanto riguarda il telefonino, siamo convinti che possa essere elemento di disturbo per i
ragazzi in qualsiasi momento della giornata. L’uso del cellulare,(I-IV
sarà dunque
consentito solo ed
superiore)
esclusivamente in determinati e brevi momenti liberi della giornata (salvo casi particolari).
GIOVANI
e GIOVANISSIMI
Giornata diocesana “issimi” - 29 novembre ’09, Piobesi d’Alba, ore 17-22
(Prenotazioni
entro il 26/11/09
al 340-2384245
- costo
8 euro)
L’adesione al campo
comporta l’accettazione
consapevole
di questa
impostazione,
eCampo
l’impegno
dei
partecipanti
a
realizzarla
con
gioia
e
serietà!
giovanissimi - 2-3-4 gennaio ’10 Sampeyre
Giornata
- 13 dicembre
’09,
sulla neve
della Val–di
Susa, ore
7-22
Le giovani
case dispongono
di telefono
(Sampeyre:
0175.977493
Valdieri:
0171.97370);
(Prenotazioni
al 339-2248882
costo circa 20 euro)
I ragazzi
possono chiamare
e ricevere,- tendenzialmente,
durante l’ora dei pasti.
Adulti
Invitiamo i genitori a chiamare in casi di sola necessità.
Giornata
adulti - 30 gennaio 2010
Per quanto possibile, chiediamo di non ricevere visite che potrebbero disturbare l’andamento del campo.
18 ottobre 2009 castagnata a Mombirone (Adulti e famiglie)
Ricordiamo
infine: 22 novembre ad Altavilla alle ore 15,30:
Domenica
: ore 8.30
da giovani
Alba, presso
piazza Medford
(non si faranno
intermedie).
PARTENZA
“In ascolto
delle
famiglie”,
un incontro
propriofermate
per loro
:
è
previsto
nello
stesso
luogo
verso
le
ore
18
circa.
ARRIVO
tutto da inventare, aspettiamo anche i bimbi...piccolissimi!
ACG – Giovani e Giovanissimi
ACR – Ragazzi
DANIELE Promio – 340/23.84.245
BEPPE Fassino - 339/60.09.279
MICHAEL Isnardi – 339/22.48.882
MAURIZIO Tibaldi – 338/20.26.946
Inaugurazione
locali
via
Mandelli
11
dicembre
’09, ore 20,30
DON MASSIMO Scotto – 333/35.55.340
MASSIMILIANO
Costa – 389/81.51.424
(Benedizione
di
Mons.
Vescovo
dei
nuovi
locali
ed
intitolazione
della Sala
Riunioni a don Tablino)
Ottobre 2009www.acalba.it - [email protected]
- www.acalba.it
[email protected]
UNITARIO
Festa 115° AC albese - 28 febbraio ’10 ad Altavilla, ore 15
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21 agosto 1894 - 21 agosto 2009
buon compleanno AC ALBA!
Inverno da non perdere...
Giornata Giovani
13 dicembre…
...sulla neve della Val di Susa!
28 febbraio 2010 ad Altavilla:
Grande festa diocesana dell’AC...
32
115 anni di AC in Diocesi di Alba!
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