Ottobre ’09 Periodico a cura della Presidenza dell’Azione Cattolica Italiana - Diocesi di Alba: Via Mandelli, 9 - Tel. 0173/290243 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L 353/2003 (conv. In L 27/02/2004 n° 46) art.1, comma 2, DCB/CN AUT. 615 /D.C./D.C.I./CN DELL’11/10/00 nr. 3 / anno XXXVIII - Periodico religioso Dir. Resp. Piero Reggio - Aut. Trib. Alba n. 423 del 29.12.84 Azione Cattolica Italiana - Diocesi di Alba reportage dall’estate: l saluto del PRESIDENTE diocesano - NAIROBI, 4 MAGGIO 2009 foto dei- campiscuola Quando, alla fine, la CRISIlearriva… ALLA FACCIA! Dove ci porterà acebook? adesione - una chiacchierata 2009/2010: con don Daniele Mollo - FIOCCO staccabile con tutto ROSAinserto tra le colline di Langa - AC Alba: piccolissimi VS adultissim quel che dovete sapere tutte le date e “lo accolse con gioia” (Lc 19,1-10) Anno Associativo 2009-2010 gli appuntamenti Ottobre 2009 1 Via Mandelli, 9: il ritorno - Adesione - conosciamo.. del nuovo2009/2010 anno associativo prima pagina Il saluto del presidente diocesano campiscuola 3 live! Se i muri di quelle case potessero parlare... 20 Campiscuola ACR 22 Quando, alla fine, la CRISI arriva… 4 “SONO IO” ...che ti parlo! 25 Nairobi, 4 maggio 2009 6 ALLA FACCIA! Dove ci porterà facebook? Senza di Lui non sarebbe stato lo stesso 26 8 Non c’è tempo da perdere! 27 Una chiacchierata con don Daniele Mollo 9 vita associativa Fiocco rosa tra le colline di Langa tempo libero In libreria 10 lo sportello AC Alba: piccolissimi VS adultissimi 11 “lo accolse con gioia” Anno Associativo 2009-2010 13 Via Mandelli, 9: il ritorno 14 INSERTO STACCABILE: Adesione 2009/2010 15 Conosciamo... Aci 19 28 Campiscuola inverno: informazioni 29 Campiscuola inverno: iscrizioni 30 DATE: tutti gli appuntamenti del nuovo anno associativo 31 In copertina: le mani di Andrea che accordano la chitarra al Campo Giovani diocesano di AC a Varazze (21-23 agosto 2009) Questo numero di “Ricerca e Dialogo” non può che essere dedicato a don Tablino, sacerdote albese innamorato di Cristo e della Chiesa che ha servito per tanti anni in Africa. Grande amico dell’Azione Cattolica, ci scriveva: “...chiedo ogni giorno a Dio che il movente che li spinge sia il Vangelo, la presenza cioè nel loro cuore di Gesù Cristo e del suo Spirito, che, una volta entrati in un gruppo umano, sono capaci di produrre un vero progresso religioso, culturale, artistico, sociale, economico e politico” Presidente Diocesano: Wilma Berbotto 347 8732237 - [email protected] Segretario: Anna Maria Bellis 333 3737712 - [email protected] Amministratore: Sandra Tortore 339 5911323 - [email protected] Vice-Presidente Adulti: Dario Mascarello 331 7579960 - [email protected] Vice-Presidente Adulti: Pierangela Occhetti 339 8575846 - [email protected] Vice-Presidente Giovani: Michael Isnardi 339 2248882 - [email protected] Vice-Presidente Giovani: Daniele Promio 340 2384245 - [email protected] Responsabile ACR: Massimiliano Costa 389 8151424 - [email protected] Vice-Responsabile ACR: Maurizio Tibaldi 338 2026946 - [email protected] 2 Centro Diocesano Via Mandelli, 9 - 12051 ALBA CN aperto il sabato dalle 11 alle 12,30 [email protected] - www.acalba.it Tel: 0173-290243 Sacerdoti assistenti Unitario: don Gianpietro Ravagnolo 380 3183283 Adulti: don Alberto Mafiodo 338 6006473 Giovani: don Massimo Scotto 333 355340 & Dialogo Acr: don Antonello PellisseriRicerca 339 5774522 Stampa: Grafiche Fassicomo - Genova Azione Cattolica Italiana - Presidenza Diocesana di Alba PRESIDENTEdiocesano C’è sempre un tempo per iniziare, c’è sempre un nuovo inizio possibile per il nostro tempo. L’inizio è anche nel ripartire (Franco Miano, presidente nazionale) S prima pagina Il saluto del to desiderio che non è quello di una vacanza perenne, ma quello di vivere in armonia con noi stessi, di privilegiare il rapporto con gli altri, di approfondire lo spazio per Dio. Contro venti e maree, nelle settimane che vengono, bisognerà tenere ferme queste convinzioni: correre, perché bisogna farlo! Ma non più di quello che ci è necessario; abitare il quotidiano, ma non limitarsi ad esso; cercare l’efficacia, ma salvaguardare la gratuità, senza dimenticare un momento di silenzio e di preghiera. Questo è l’augurio che ci facciamo! E per riuscire nell’impresa il settore adulti, quest’anno, propone una riflessione proprio sul tempo: per vivere in pienezza è necessario un sano discernimento su come impieghiamo il nostro tempo, che ci faccia comprendere più profondamente per cosa o per chi stiamo spendendo la nostra vita. Wilma Berbotto, tiamo per ricominciare, dopo la papresidente diocesano rentesi estiva delle vacanze, a vivere le cose di sempre. Come scolari alla vigilia del ritorno a scuola, abbiamo forse rimpianti che graffiano l’anima e, sicuramente un po’ di nostalgia per le giornate dove si è ritrovata la complicità tra genitori e figli, tra nonni e nipoti, ma soprattutto ci troviamo a rimpiangere il tempo che improvvisamente sembra mancare… Come ogni anno, in questa stagione, quando bisogna rompere gli indugi e decidersi a riprendere, nasce in noi la stessa domanda: Ancora un giorno... “Per che cosa ricominciare la corsa folle?” Ancora un giorno e poi ritornerò in città. Chi tra noi, quando È finito il mio tempo di riposo e delle passeggiate l’estate sta per conclunel silenzio profondo della montagna dersi, non ha sognato che invita alla contemplazione e semina nell’anima sentimenti nuovi. per un po’ un’altra esiParto con la nostalgia del respiro del vento stenza? Meno stress, del gorgoglio dell’acqua dei fiumi meno coinvolgimenti, dei tramonti rosa all’orizzonte meno futilità, più temdella notte delle stelle cadenti po, più libertà… questa dell’ultima luna d’agosto. domanda viene a dirci Ancora un giorno in questo luogo qualcosa di importante dove tutto è purificazione interiore. su noi stessi. L’estate è Ancora un giorno quassù uno specchio: ci fa vedove la semplicità di un uomo, dal cuore di bambino, consente l’incanto di tutte le cose create da Dio. dere come noi siamo e come vorremmo essere (Andrea Rino Farolfi) e rivela il nostro segre- Ottobre 2009 3 Quando, alla fine, live! la CRISI arriva… Restituire dignità a ciò che produciamo, compriamo, sentiamo per affrontare la crisi e le sue conseguenze Q Maurizio Tibaldi, vice-responsabile ACR 4 uando, alla fine, la Crisi arriva, un brulicante capannello di persone immediatamente si accalca intorno al corpo impotente della povera vittima. I molti curiosi, tentando ciascuno una propria ricostruzione dell’accaduto, esprimono chi incredulità, chi panico, chi sospetto, chi indifferenza e chi ostentata tranquillità. Un tratto tuttavia li accomuna: la rassicurante quanto infondata consapevolezza della propria totale estraneità al fatto. E ci si riempie istintivamente la bocca di quel a-me-una-cosa-del-generenon-potrebbe-mai-succedere che stabilisce da subito una distanza netta, indipendentemente dal proprio reale coinvolgimento emotivo. Una volta chiarita la posizione di estraneità ai fatti, al fine di rafforzarla, occorre formulare con urgenza una ricostruzione credibile dell’accaduto: ergersi ad analisti e giudici di ciò a cui assistiamo ci esclude automaticamente dal novero delle vittime e, soprattutto, dei responsabili. Il silenzio, o una pur minima esitazione in questa circostanza equivarrebbe ad ammettere quantomeno una tacita complicità, ed in ogni caso un’inaccettabile debolezza. Ed eccoli affrettarsi, ognuno al suo piccolo megafono, quelli che io-l’avevo-detto (ma, quando di preciso?!), quelli che ma-cosa-volete-che-sia?-non-facciamo-dell’allarmismo-inutile, quelli che se-tizio-avesse-previsto, quelli che se-caioavesse-fatto-questo, quelli che se-negli-anni80-sempronio-non-avesse-fatto-quello, quelli che, quelli che, quelli che… Ma poi, inevitabile, giunge il momento di trovare una soluzione, rispondere alla Crisi, e la magia dell’iniziale stupore e clamore, così come era cresciuta svanisce in un attimo. L’eccitante allarmismo della prima ora si spegne insieme In realtà quelli che si rassegnano al dubbio o alla rinuncia totale sono forse meno di quanto si possa pensare. Per lo più continuiamo a cercare sapendo, magari inconsapevolmente, di essere già afferrati: la risposta che cerchiamo è nella vita che viviamo. Vivere con consapevolezza e responsabilità richiede già un grande atto di fede. Lettera ai cercatori di Dio, C.E.I. ai riflettori, e rimane quel retrogusto amaro che distingue in modo netto una buona notizia da un qualsiasi fatto di cronaca nera. Al febbrile (e in fin dei conti entusiasmante) rimbalzare di ipotesi più o meno strampalate del primo momento si sostituisce il peso della necessità di elaborare una risposta plausibile, in vista del ventaglio di conseguenze che si preannuncia. Così è accaduto anche questa volta: strombazzamenti, allarmismo o minimizzazione, e poi, il silenzio…tutto come da copione. Intanto quel capannello radunatosi intorno al nostro agonizzante sistema economico e produttivo si è ritirato con ordine, ciascuno nelle proprie case, e le vittime sono rimaste lì. Si tratta delle decine di cassaintegrati derubati della propria stabilità economica, personale e famigliare; delle piccole imprese costrette a chiudere; dei piccoli investitori ingannati dalle proprie banche; e altri ce ne sarebbero. In molti altri, per la verità, si sono interrogati sulle cause e sulle possibili vie d’uscita da questa Crisi, al di fuori dello scoppiettante circo mediatico. Tra questi l’Azione Cattolica (regionale e diocesana) che in due appuntamenti negli Ricerca & Dialogo Ottobre 2009 non ha avuto alcuna funzione riconoscibile, ed un solo risultato: l’ingiusto e ingiustificato aumento delle risorse di alcuni, a scapito delle altrui, completamente prosciugate. La gravità e la pervasività del problema, in ogni singola città, azienda, supermercato indurrebbero alla resa: così fan tutti, in fondo. Ma nella reazione e nella risposta, personale e comunitaria, a questa amara constatazione risiedono il coraggio e la forza richieste all’uomo ed al cristiano di oggi. Questa risposta consiste in un atto di responsabilità. Vivere ed educare alla responsabilità in questo contesto significa impegnarsi in prima persona per rintracciare e valorizzare la giusta misura di cui si diceva poco fa, rendendone chiara a tutti l’importanza, attraverso una testimonianza quotidiana nei propri ambienti di vita. Il fatto di essere laici cristiani ed soci dell’Azione Cattolica non è altra cosa rispetto a questo impegno, ma anzi parte integrante di esso. Illuminante in questo senso un passo tratto dal Progetto Formativo dell’AC, il documento fondamentale che illustra la funzione le caratteristiche della formazione così come vengono intese in Azione Cattolica. Al secondo paragrafo dell’Introduzione si legge: L’AC vive il proprio carisma nella semplicità della vita di ogni giorno. […] Siamo consapevoli che la frammentazione, la complessità, il ritmo frenetico delle nostre occupazioni rendono difficile collegare la fede a queste situazioni di vita: potrebbe sembrare più facile o addirittura necessario separarsi da esse e vivere la fede come il luogo della tranquillità. La formazione vuole aiutare le persone a non pensare la fede come lo spazio della consolazione e la vita come quello del conflitto. Compito della formazione è aiutare a fare incontrare l’una e l’altra perché reciprocamente si illuminino. Il mistero di Dio che si fa uomo dà all’esistenza un valore inedito da scoprire a poco a poco; permette di acquisire di fronte alla vita un atteggiamento di fortezza e di fiducia. Allora saremo riconciliati con la nostra realtà quotidiana. live! scorsi mesi ha avuto modo di riflettere sui temi della crisi e del lavoro. Si tratta del convegno regionale “La Crisi, le crisi. Tempo di semina”, svoltosi a Castiglione Torinese, lo scorso 19 aprile, e del Campo Giovani del 21, 22, e 23 agosto a Varazze. Un filo conduttore unisce queste iniziative, offrendo una prospettiva di riflessione ed azione che evidentemente non risolve il problema, ma mostra con franchezza la necessità di un cambio radicale di punto di vista. In entrambe le occasioni infatti è stata individuata (nel primo caso in modo diretto, nel secondo in modo indiretto) la causa originaria di una Crisi che non è soltanto economica, né passeggera, ma complessiva e profonda. Senza che questa constatazione, si badi bene, debba necessariamente suscitare allarmi o allarmismi eccessivi. E sono state proprio la sobrietà e l’ordinarietà di quelle voci, volti, testimonianze a tracciare fin da subito il netto confine che separa una discussione costruttiva e lo sguaiato battibecco da talkshow. La soluzione all’interrogativo sulla causa profonda di questa crisi e, allo stesso tempo, sulle possibili risposte ad essa risiede in una semplice constatazione: l’espansione senza limiti intesa come smisurata moltiplicazione di ricchezza, consumi, sensazioni non è sostenibile. Da questo primo punto fermo, per niente scontato, deriva la soluzione più ovvia ed al tempo stesso più complessa (ed utopica?) a questa situazione: recuperare il senso delle giuste dimensioni e proporzioni. Fare questo significa non soltanto ridimensionare, ma restituire dignità a ciò che facciamo, a ciò che compriamo, a ciò che sentiamo. Questo cambio di prospettiva va realizzato nella vita di ogni giorno, da ciascun cittadino, lavoratore e consumatore. Il senso e la necessità del limite devono forse diventare parte integrante di una rinnovata etica del lavoro e del consumo. E non si tratta di un generico elogio della decrescita, molto in voga in questo periodo, ma piuttosto della serena presa di coscienza del fatto che l’eccesso di questi ultimi anni – inteso in senso non solo quantitativo - 5 live! NAIROBI, 4 MAGGIO 2009 Oscar Barile, consigliere diocesano Ci chiese coerenza e generosità, ci chiese di essere “cristiani nel mondo”, al servizio degli uomini, amandoli come sono 6 D on Paolo Tablino è morto il 4 maggio 2009 a Nairobi, in ospedale, dove era stato ricoverato da qualche settimana. La sua presenza in Kenya datava dal 1959 quando, in risposta all’appello del Papa Pio XII (enciclica “Fidei donum” del 21.04.1957), era partito per raggiungere l’amico don Bartolomeo Venturino, già in Kenya, primo sacerdote “fidei donum” della diocesi albese, dal 1958. Mi è stato richiesto di scrivere questo breve ricordo di don Tablino e non me ne sono stupito più di tanto, nonostante io l’abbia personalmente incontrato soltanto quattro volte ed abbia poi avuto con lui qualche scambio epistolare. Lo sentivo infatti vicino, nonostante la lontananza geografica, l’ho sempre sentito, anche e soprattutto nel periodo in cui sono stato presidente diocesano, come un nostro assistente che pregava, che soffriva e che gioiva con la sua Azione Cattolica Albese. Della GIAC di allora era proprio assistente quando partì per il Kenya e non smise mai di esserlo, amandola appassionatamente e seguendone anche da lontano i passi e le vicende. Faceva sentire la sua vicinanza con lettere o brevi messaggi ai presidenti diocesani: ogni sua parola era un incoraggiamento, un invito ad andare avanti con speranza nel Signore, a sentirsi uniti nella fede. In ogni suo biglietto, anche breve, c’era sempre un ricordo, magari tra le righe, di un testimone o di un fatto che avevano contribuito alla crescita dell’AC albese. Mi è rimasto nella mente e nel cuore un incontro con don Tablino a Sampeyre (mi pare nel 1998); venne un mattino e parlò a noi partecipanti ad uno di quei campi scuola formativi di inizio agosto. Eravamo forse una trentina e ci riunimmo nella piccola cappella sopra la casa diocesana: non ricordo precisamente che cosa ci disse, ma la sua fede, la sua forza, la sua semplicità, il suo coraggio, la sua testimonianza ci aprirono il cuore. Ci chiese coerenza e generosità, ci chiese di essere “cristiani nel mondo”, al servizio degli uomini, amandoli come sono, ci chiese di servire al bene comune nella giustizia e nella verità, ci chiese di non sottrarci a ciò che nella vita ci sarebbe stato richiesto di fare, accampando la nostra pochezza e i nostri limiti, ma anzi, facendoci forti proprio della nostra debolezza. Devo confessare che ho pensato tante volte a quelle parole e, quando mi è stato proposto di diventare presidente diocesano, proprio quell’incontro con don Tablino di alcuni anni prima, ha fugato gli ultimi dubbi e le ultime incertezze, convincendomi ad avere fiducia nel Signore, nonostante i già tanti impegni e le scarse capacità. Gli sono debitore di questo, di un periodo sicuramente faticoso ma entusiasmante della mia vita, di un’esperienza che mi ha profondamente arricchito, che ha dato a me molto più del poco servizio che io posso aver fatto all’associazione. Don Tablino gioiva della vicinanza dell’Azione Cattolica Albese, leggeva avidamente “Ricerca e dialogo” che Teresa Barbero gli spediva regolarmente insieme con altri giornali, fu felice di incontrare la presidenza diocesana a Marsabit nel 1998 e di averla al suo fianco nel momento del delicato passaggio dai sacerdoti albesi ai missionari comboniani; rimase là a collaborare coi suoi nuovi fratelli della Consolata e continuando a pregare e a sperare in una nuova presenza albese. La lettera che ci scrisse in cui ci confidava il suo sogno che anche i laici missionari diocesani avessero un nome (quello di “Evangelii nuntiandi”) e la sua richiesta di essere veramente “laici cristiani” nel mondo, è preziosa per tutti noi che ci diciamo di Azione Cattolica e ci deve far riflettere sul nostro ruolo e sulle nostre scelte. Prima di morire ha avuto la gioia di vedere il ritorno a Marsabit di un nostro prete diocesano, don Rinino, e di Patrizia di Monforte, giovane da anni impegnata nella formazione di altri giovani. L’attuale consiglio diocesano ha deciso di dedicargli la sala incontro della ristrutturata sede in Via Mandelli: è un segno importante del nostro desiderio di averlo vicino (lui ci porta sicuramente tutti nel cuore) e di riscoprirlo attraverso i suoli libri, i suoi scritti, i tanti amici carissimi (sacerdoti, laici, credenti e non credenti), per sentirci ancora una volta incoraggiati nella nostra missione “qui ed ora” ed aperti alla dimensione cattolica, universale della Chiesa. Ricerca & Dialogo Carissimi amici “Evangelii Nuntiandi” di Alba, innanzi tutto grazie delle numerose missive mandatemi da voi in queste ultime settimane. Già in novembre il carissimo don Pellegrino, che finalmente riuscirò ad incontrare la prossima settimana, mi aveva portato con i graditissimi libri, le lettere di Maria Grazie, di Annamaria, di don Molino e di Flavio. Poi, nella prossimità delle feste giunse il fax di don Dino, magnifico regalo di Natale. Grazie a tutti di cuore. Mai come nel trascorso Avvento ho pensato a voi, proprio a voi che vi trovate ogni lunedì nella “Casa del popolo”. Beh – direte – che linguaggio è questo? Cosa è questa “Casa del popolo” e perché ci chiami “Evangelii Nuntiandi”? Mi spiego subito. La casa dove voi vi radunate è stata riedificata ex novo, ad opera dell’Azione Cattolica, negli anni ’60; ma prima, assai più piccola, si chiamava “Casa del popolo”. Nata a cavallo tra i due secoli, allorché il termine popolo indicava l’impegno della Chiesa nelle opere sociali, era la casa delle opere del laicato cattolico albese. Nel salone al primo piano io diedi il mio addio alla Giac il 30 agosto 1959, quando partii per il Kenya. Un anno prima, 20 agosto 1958, era partito don Venturino, alla chetichella… ma quarant’anni dopo siete nati voi. Assieme all’Altavilla, quella casa, nel cuore di Alba, è la casa del laicato cattolico albese. Con il Seminario e, naturalmente con la casa della mia famiglia, è la casa di Alba che amo di più e che suscita maggiori ricordi. Quanto ad “Evangeli Nuntiandi” è solo un sogno, forse un pallino… Come sapete, il titolo dell’enciclica di Pio XII “Fidei Donum” venne a poco a poco usato per indicare quei preti diocesani che partirono dopo quell’enciclica per le missioni. Orbene nel 1975 Paolo VI scrisse sulla collaborazione missionaria tra le chiese una esortazione post-sinodale, che a mio avviso illustra bene il concetto di missione come impegno di cooperazione tra chiese. In quel documento, che sviluppò una delle grandi intuizioni del Concilio, le missioni alle genti non sono più esclusivamente dirette da Propagande Fide, ma ogni diocesi manda ormai direttamente i “suoi” in missione. I preti si chiamano “Fidei donum” ed io sogno che anche i laici missionari diocesani abbiano un nome e sarei contento che fossero chiamati “Evangelii nuntiandi”. C’è un motivo che mi spinge a scegliere questo nome. Troppe volte si è pensato ai laici come missionari di serie B, come entusiasti operatori di promozione umana, o come semplici agenti di sviluppo, tutte cose che, come l’attuale situazione in Africa dimostra ampiamente hanno contribuito purtroppo ben poco ad un vero progresso del continente africano, dove c’è bisogno soprattutto di persone oneste, e perciò dotate di quella carica spirituale che spinge l’uomo a servire al bene comune nella giustizia e nella verità. Alcuni di voi intendono venire qui ed io ne sono felicissimo, come vi dirà don Pellegrino, ma chiedo ogni giorno a Dio che il movente che li spinge sia il Vangelo, la presenza cioè nel loro cuore di Gesù Cristo e del suo Spirito, che, una volta entrati in un gruppo umano, sono capaci di produrre un vero progresso religioso, culturale, artistico, sociale, economico e politico. Senza l’”amor Dei”, direbbe S. Agostino, non si costruisce la “civitas Dei”. Come con la presenza di uomini e di donne innamorati di Cristo è nata, dopo l’impero romano, l’Europa Cristiana, così il nostro piccolo gruppo di Alba potrà dare un contributo, piccolo sia pure, ma genuino, alla nascita di una vera Chiesa africana, base indispensabile per una nuova Africa veramente umana. (…….) Pregate per me. Io vi ricordo ogni giorno. Buon anno. Vostro nel Signore Ottobre 2009 live! 6 gennaio 1999, Epifania del Signore Don Tablino 7 ALLA FACCIA! live! Dove ci porterà Maurizio Tibaldi, vice-responsabile ACR 8 I tempi cambiano, almeno così si dice. Una mutazione tanto radicale da aver fatto del tradizionalissimo (e un po’ polveroso) annuario scolastico anglosassone – Facebook letteralmente – un fenomeno planetario da 170 milioni di utenti, e della morbosa curiosità per le storie di brufolosi, annoiati studenti all’ultimo anno di liceo una sorta di nuovo stile di vita per milioni di internauti. 170 milioni di persone rintracciabili per la prima volta semplicemente digitando il loro nome e cognome, senz’altro in dotazione a tutti, ad esclusione di coloro i quali, peraltro, non ne hanno alcuna necessità... che so, Mal, Fiordaliso, Nek, i Puffi… 170 milioni di potenziali “amici”, sì avete letto bene. Si è conclusa la tanto condannata era della morte dei legami, rimpiazzati dai cosiddetti “contatti”! E’ tornato in tutto il suo genuino splendore quel nobile e nobilitante sentimento che è l’amicizia. Basta saper suscitare l’altrui curiosità per indurre al desiderio di avere altre preziose informazioni sul proprio conto, accessibili soltanto tramite questa amicizia in versione aggiornata. Lascio immaginare le conseguenze, vista la sproporzionata sincerità con la quale l’era di internet ci ha insegnato a confidarci con i nostri computer. Per di più, temo, Facebook (ed il web interattivo in genere), non è e non riuscirà a diventare effettivamente una risorsa dal punto di vista della trasmissione di contenuti e dell’elaborazione di idee. Mi si dirà, “Chi ha mai preteso nulla del genere?”. Certamente avete ragione voi, ma mi viene un dubbio: la penseranno tutti ? Ha attraccato un cargo di cori da stadio, linguaggi da bar sport, fraseggi da spogliatoio, idiomi e favelle da casini e caserme d’antico stampo, promesse da marinai d’altri tempi, interiezioni da carrettieri ormai scomparsi, papiri goliardici, canti su varie “osterie numero…” di neolaureati anche ad honorem, mottetti e strambotti di classici guitti da avanspettacolo, sinonimi ed eteronimi dei rituali “va’ a…” nei varietà regionali e stagionali da Lampedusa al Brennero. Batte bandiera tricolore e luci rosse. A. Arbasino, La vita bassa (2008) quanti così? Anche chi da qualche anno osanna con sperticati elogi la potenza comunicativa ed aggregativa di questi strumenti? Ma soprattutto: ammesso che questa potenza esista potremmo stimolarla e gestirla? La risposta non può che essere negativa temo, considerata la parità assoluta garantita da un sistema come quello del cosiddetto web 2.0, che consente a tutti di scrivere e mostrare qualsiasi cosa, godendo dello stesso (scarso) credito di chiunque altro, indipendentemente dal valore personale e delle cose che scrive. Su Facebook, per di più, si scrive molto poco: comunicare significa essenzialmente inoltrare messaggi, di qualsiasi genere, con un semplice click, ad uno smisurato numero di persone. Dall’elogio delle caramelle alla menta, all’appello contro l’aborto passando per il manifesto del fronte di liberazio- Ricerca & Dialogo località di mare o montagna; o di conoscere “personalmente” il vostro idolo. Spazio di sincera condivisione, dunque, o disordinato cumulo di pettegolezzi? Potente strumento di comunicazione, o accozzaglia di commenti più che di informazioni vere e proprie? Rivoluzionaria forma di organizzazione sociale, o goffa caricatura di una società con la sua buona dose di tic e vizi? Ai posteri, come si dice, l’ardua sentenza… live! ne dei nani da giardino, senza avere il tempo di curarsi della portata effettiva del messaggio che si sta inviando, o delle persone che lo riceveranno. Una gigantesca catena di S. Antonio che con 5 semplici domande vi permette di scoprire quale grande statista del passato (indipendentemente dal fatto che voi sapeste della sua stessa esistenza), animale esotico, scarpa col tacco, o tipo di mutande sareste; che vi consente di ammirare i vostri “amici” ritratti in 32 foto uguali in qualche una chiacchierata con don Daniele Mollo (new entry nella diocesi di Alba) dico e ai gesti che compio. Ho così avuto modo di riflettere sul fatto che anche i gesti quotidiani sono importanti per la testimonianza di Fede. C on questa intervista, abbiamo pensato di chiedere a Daniele come è cambiata la sua vita dopo l’ordinazione a presbitero avvenuta a Bossolasco, suo paese natale, lo scorso 23 maggio. Ciao Daniele. Per iniziare, potresti dirci quali cambiamenti significativi hai riscontrato nei rapporti con le persone dopo la tua ordinazione? Ho potuto notare che la figura del sacerdote ha ancora un ruolo di responsabilità e si configura come punto di riferimento per la comunità. Questo ha determinato un cambiamento nel modo con cui le persone si avvicinano a me, nella loro maggiore attenzione alle parole che Ottobre 2009 Come hai reagito quando il Vescovo ti ha dato il compito di collaborare, accanto a don Filippo, alla gestione della Pastorale Giovanile Vocazionale, soprattutto rispetto alla collaborazione con l’Azione Cattolica? Si tratta di un impegno che ho assunto volentieri. Spero che possa rafforzare la collaborazione già esistente e che questa sinergia di forze ci consenta di realizzare il comune obiettivo di avvicinare sempre più persone a Cristo. Massimiliano Costa, responsabile ACR Quest’estate hai partecipato ad un campo ACR, per la prima volta in qualità di assistente. Come hai vissuto quest’esperienza? È stata sicuramente una bellissima esperienza sia per il rapporto e per il dialogo instaurato con i ragazzi, sia per la collaborazione e l’amicizia nata o rinnovata con gli educatori. Un’esperienza che mi piacerebbe ripetere. 9 vita associativa FIOCCO ROSA tra le colline di Langa U Ezio Boasso, Presidente parrocchiale di Serralunga na sera come tante, mentre ero di fronte al computer sono capitato, quasi per caso, sul sito dell’Azione Cattolica della nostra diocesi. Mi ha incuriosito l’articolo sulla festa diocesana e da lì, poco alla volta, ha preso forma l’idea di rilanciare in parrocchia l’AC. In realtà, alcune famiglie di Serralunga avevano continuato a essere presenti ai campi scuola estivi, ma in parrocchia non esisteva più un’associazione che si sentisse parte viva di una realtà diocesana. Dopo averne parlato con il nostro parroco, Don Pasquero, abbiamo deciso, insieme con alcune famiglie, di rifare il gruppo dell’Azione Cattolica. Ci siamo trovati nel salone parrocchiale, invitando anche la presidente diocesana, Wilma, e lì ci siamo lasciati andare a ricordare le belle esperienze vissute da noi genitori con la maestra Boccalatte, per molti anni referente per la nostra Parrocchia. Il desiderio di far sì che anche i nostri figli potessero vivere moment forti e significativi come quelli che avevamo trascorso noi, ci ha spinti a offrire loro delle possibilità nuove e coinvolgenti. Quest’anno abbiamo incominciato con i campi scuola che sono stati molto belli e interessanti sia per i bambini sia per noi adulti. Speriamo di partecipare, magari anche con l’aiuto delle catechiste, alle giornate di Altavilla, occasione da sempre di nuovi incontri e conoscenze. …insomma… alla fine dell’incontro sono stato eletto, all’unanimità, Presidente della neonata associazione… Che emozione! Siamo ancora pochi ma contiamo di crescere magari con l’aiuto di qualche “intruso” dai paesi vicini e grazie anche alla preziosa guida del nostro Parroco Don Pasquero che ci appoggia e ci incoraggia ad andare avanti. La Presidenza diocesana dà il benvenuto alla nuova associazione parrocchiale… chissà che altri fiocchi rosa nascano in Diocesi! Per informazioni o un aiuto non esitate a chiamarci! Sapremo darvi una mano. VOCI DA ALTAVILLA 10 Gianpaolo e Simona sono i nuovi gestori della Casa Diocesana di Altavilla. Hanno iniziato il loro mandato nell’estate scorsa e si apprestano ad accogliere tutti coloro che vorranno usufruire della casa per ritiri spirituali. Gianpaolo e Simona appartengono alla Comunità Papa Giovanni XXIII da circa quattro anni, hanno una bimba (Michela) in affidamento e uno in arrivo. Per loro la scelta di vivere nella comunità è stata una vocazione, una scelta di vita, la scelta di mettersi al servizio degli altri. Così hanno detto “sì” anche quando il Vescovo ha chiesto alla comunità di indicare una coppia che potesse occuparsi della casa di Altavilla. Dall’esperienza si aspettano di poter dare qualcosa alla gente che conosceranno e, al tempo stesso, sono sicuri di tornarne arricchiti, migliorati dall’incontro con le altre persone. A Gianpaolo e Simona, e alla loro splendida famiglia, l’A.C. augura una proficua collaborazione e un “in bocca al lupo” per il futuro. Ricerca & Dialogo Elisa Occhetti, consigliere diocesano piccolissimi VS VSadultissimi NOME? Azzurra Teresa Delsanto Riccardo Garelli DATA DI NASCITA? 20 giugno 2007 (ho due anni!) LUOGO DI NASCITA? Alba, ma sono di Castellinaldo. 26 ottobre 1924 Carmagnola PROFESSIONE? Farmacista pensionato, ma lavoro ancora: mi piace il mio lavoro. Studentessa, se così si può dire… TITOLO DI STUDIO? Frequento il 3° anno di asilo nido, ma mamma dice che se sto promossa l’anno prossimo andrò alla scuola materna. Frequenti fasi di “mammite” vita associativa AC Alba Laureato in Farmacia SITUAZIONE SENTIMENTALE? Sono felicemente sposato con Anna da 39 anni. ORIENTAMENTO POLITICO? Se è una cosa che si mangia, va bene con qualsiasi condimento... Del genere “Le tagliatelle di Nonna Pina” Sono appassionato della Politica, quella vera, e in questo momento soffro un po’: non vedo più passione per il bene comune. Siccome la politica è sinonimo di interessi personali questo mi fa dispiacere. MUSICA PREFERITA? Mi piace tutta la musica. CITAZIONE PREFERITA? “Resta di stucco è un barbatrucco”. Faccio anche la capriola, volete vedere? Coccole :-) Ottobre 2009 “Se t’impegni a dare il buon esempio, difficilmente farai delle cose che poi, un domani, ti faranno pentire di averle fatte!” don Ilario Roatta, Parroco di San Pietro Mondovì. IN CERCA DI…? Semplicità, a dire il vero l’ho sempre trovata! Non è poi così complicato vivere. 11 vita associativa ANNO IN CUI HAI SOTTOSCRITTO LA PRIMA TESSERA AC? ...mmm...2009! Nel 1939, ero in collegio a Mondovì. QUANTE TESSERE HAI? Una! Questa è la prima, ma spero di averne tante come il signor Garelli! Da allora sono rimasto fedele. Forse in tempo di guerra per un anno o due non ho avuto la tessera, ma non ho mai smesso di aderire all’AC e ne sono fiero! PER MEZZO DI CHI HAI CONOSCIUTO L’AC? Grazie a mio padrino Michael che mi ha regalato la tessera per Piccolissimi. Mio zio faceva scuola in seminario, era l’unico laico, e mi ha introdotto nel gruppo dei giovani, il gruppo era composto da cinquanta studenti e una ventina di operai, ci si trovava sovente e si stava insieme: il sabato sera c’erano i “corsi formativi” dopo un momento tutti insieme ci si divideva studenti e lavoratori. Ogni argomento era occasione di riflessione e di discussione, si parlava di tutto: politica, sport, religione, coscienza… L’AC TI HA PERMESSO DI CONOSCERE…? Conosco già qualcuno di significativo: Barba Iutin! Il fratello di Risbaldo, mio nonno-bis: Fratel Luigi Bordino (al secolo Andrea Bordino) è stato Presidente Parrocchiale di Castellinaldo negli anni del fascismo e oggi è Venerabile e spero che presto venga proclamato santo! (Nella sua biografia si racconta che durante un Consiglio Comunale il federale del paese gli strappò il distintivo dell’AC dalla giacca buttandogliela a terra. Egli la raccolse la ripose all’occhiello dicendogli “provati un’altra volta!” - ndr) Sono anche nata il giorno della Consolata alla quale lui aveva voluto dedicare un pilone votivo e la sua vita entrando nei Fratelli Cottolenghini di Torino. La Pira, Ardirò, Casavola, il fratello di Moro, ho registrato le loro conferenze con un registratore a bobine enorme! CHE COSA TI HA DATO L’AC? A parte la tessera? È un po’ presto, non saprei.. non c’è un campo estivo per i minori di 3 anni? La consapevolezza che bisogna conoscere, informarsi, fermarsi a pensare e vivere… non aver paura del mondo. Io continuo a camminare in quel solco insieme ad Anna. CHE COSA PENSI POSSA DARE L’AC OGGI? Tanti nuovi amici Le stesse cose di ieri: formare le coscienze, abituare a pensare, a discutere, a stare nella Chiesa, ma anche nel mondo. E lo deve fare perché non lo fa più nessuno. SE TI DICO AC A CHE COSA PENSI? Giocare e stare in compagnia (e cosa potrei volere di più a 2 anni?) Formazione, vita, gioia, coraggio, speranza. POSSO FARE UN COMMENTO? Grazie per questa simpatica intervista! Un bacino e un grande abbraccio alla nonnina Elena che l’ha fatta insieme a me! Chissà se fra 80 anni anch’io verrò intervistata, magari con una nipotina piccola nuova tesserata? 12 Ricerca & Dialogo Anno Associativo 2009-2010 In quel tempo, 1Gesù entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, 2quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. 4Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. 5 Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». 6Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. 7Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». 8 Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». 9Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. 10Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». «Lo accolse con gioia» Queste semplici parole sono tratte dall’episodio dell’incontro di Gesù con Zaccheo, riportato solo nel Vangelo di Luca. Questo Vangelo ci accompagnerà nell’anno liturgico 2009-2010 (anno liturgico C). Queste parole, scelte come slogan per l’Anno Associativo dell’AC che stiamo iniziando, racchiudono un significato profondo. Zaccheo è uno dei tanti che per le strade della città di Gerico si accalcano per vedere Gesù, ma, nello stesso tempo, è una persona unica per il Maestro. Anche fra i rami dell’albero, dove era salito, Gesù lo scorge, scorge il suo desiderio di incontrarlo. L’incontro tra Gesù e Zaccheo nasce dal desiderio dell’uomo e dalla risposta pronta e disponibile del Signore, che ci chiama per nome, che entra nelle nostre case Un incontro immagine di tanti altri incontri L’incontro tra Gesù e Zaccheo nasce, da un lato, dalla domanda e dal desiderio dell’uomo di Ottobre 2009 vita associativa “lo accolse con gioia” (Lc 19,1-10) a cura di don Antonello Pelisseri, assistente ACR cercare Dio, e, dall’altro, dalla risposta pronta e disponibile del Signore Gesù, che sa vedere nel nostro cuore, che ci chiama per nome, che entra nelle nostre case. È un incontro che avviene tra Gesù e Zaccheo, ma che è avvenuto e sempre avverrà tra Gesù e tanti uomini, donne, giovani e ragazzi, colti in mezzo a una folla fatta di persone “guardate” da Gesù e tutte chiamate per nome; in mezzo a una folla anonima che il Signore trasforma in un popolo: il popolo di Dio. La relazione con il Signore, personale e comunitaria Questo episodio richiama il senso della relazione con Gesù, personale e allo stesso tempo comunitaria. Dalla 13 vita associativa molteplicità degli incontri personali ha origine quel popolo che cerca il Signore, fa esperienza di Lui, lo riconosce, ne accoglie la chiamata e si impegna a prolungarne la missione con generosità ed amore. Di giorno in giorno, e in particolare di domenica in domenica, il Signore continua a formare e radunare il suo popolo e a creare una comunità di discepoli. La casa luogo dell’incontro e del dialogo Zaccheo che accoglie con gioia Gesù in casa sua rappresenta l’attenzione che quest’anno l’AC intende porre alla comunione e alla fraternità, realizzata attraverso le dimensioni della casa, luogo di relazioni personali e non formali, luogo dell’incontro e del dialogo, dell’edificazione della comunità. Una comunione che passa attraverso l’ascolto delle persone e della condizione concreta che vivono; attraverso il conoscere le persone in modo autentico, con i loro bisogni, desideri, progetti e sconfitte; attraverso la presenza nella loro vita; attraverso l’ annullamento del distacco e della distanza. Siamo perciò chiamati, sull’esempio del Signore Gesù, a “guardare” i nostri fratelli, a “recarci a casa” loro e a costruire insieme una “casa” comune. Via Mandelli, 9: il ritorno Inaugurazione di via Mandelli rist rutturata e arre data Benedizione di Mo ns . Vesc o dei nu ed intitolazione ovi locali della Sala ov Riunioni a do n Tablino VENERDI’ 11 DICE MBRE ore 20,30 N Daniele Promio, vice-presidente giovani 14 ello scorso numero avevamo lasciato la sede di via Mandelli dell’AC di Alba “vittima” dei lavori di ristrutturazione. In questo numero la ritroviamo completamente rinnovata: l’impianto elettrico sostituito in toto e messo a norma, l’illuminazione dei locali più calda e vivace, le pareti – un tempo grigio polvere – ora giallo ocra e bianco. Tuttavia la novità maggiore è rappresentata dalla nuova sala riunioni, che sarà dedicata alla memoria di don Tablino, sala ottenuta dall’unione di due salette contigue; altro passo importante è la costituzione di un archivio dell’associazione che contenga le memorie dell’AC albese al momento sparse in garage e soffitte di ex-presidenti e consiglieri. Tutto ciò è volto a rendere la Sede sempre più fruibile e adatta alle necessità della nostra associazione. Inoltre, proprio in questi giorni un “gruppo di lavoro” appositamente costituito sta lavorando per l’acquisto degli arredi della sala riunioni e dell’archivio: l’obiettivo è di terminare i lavori entro la seconda settimana di dicembre, quando i locali saranno inaugurati alla presenza del Consiglio Diocesano e dei presidenti parrocchiali. Non bisogna dimenticare l’opera degli amici dell’AC che hanno dato una mano per l’allestimento dei singoli locali e di don Antonio Tarabra che ha seguito il finanziamento e la realizzazione dei lavori. Ricerca & Dialogo Ottobre 2009 Ac i vita associativa conosciamo 19 Se i muri di quelle case Cara Nonnina! È passata l’estate e devo dirti che è stata una stagione fighissima!!! Sono ritornati i miei amici, tutti quanti! E in più è venuto qualche nuovo amico, sai, mi facevano sorridere: ntati all’inizio erano un po’ spaesati, ma col tempo si sono ambie benissimo e siamo diventati amici. Li vedevo tutti i giorni, mi raccontavano di passeggiate in montagna, li sentivo ridere allegri, esultare per le vittorie nei campi di pallavolo. Ah, sai che quest’anno hanno anche giocato a bocce quadre, anche a “quiddich”: il gioco che fa Harry Potter, te ne ho parlato, ricordi? E poi li ho sentiti pregare, riflettere, discutere e chiacchierare. Chiacchieravano tantissimo in camera, a volte mi lasciavano sveglia di notte, ma non mi è pesato, perché con ane loro mi sono sentita così felice, come se per poche settim potessi respirare a pieni polmoni, beh… a parte quando si vano toglievano le scarpe e le lasciavano nei corridoi, lì mi lascia … senza fiato… le E poi, la magia delle preghiere sotto le stelle in mezzo al corti e il falò finale… che serate! Ora sono rimasta sola, mi annoio un bel po’, vedo solo le montagne e i boschi, ma guardando le stelle mi ricordo di loro, delle piccole litigate, dell’allegria, dei bei ragazzi che giravano vestiti come “tronisti” delle belle ragazze, tanto belle da che sembrare bambole, delle bimbe con le trecce e dei ragazzini o parlavano solo della Play Station, di quelli che raccontavan dei loro animali di casa, dei loro genitori e dei fratelli… al solo pensiero mi salgono le lacrime, sento tantissimo la loro e? mancanza, come sento la tua di mancanza. Come va la salut ie, notiz tue Come hai trascorso l’estate? Spero di avere presto ti mando un grandissimo bacio! TVB la tua solida e serena nipote, la Casa Diocesana di Sampeyre 20 ata P.S. L’estate scorsa ho compiuto 15 anni! Ormai sono divent Ricerca & Dialogo grande! potessero parlare… Adorata Nipotina, ho atteso con ansia di ricevere tue notizie. Provo enorme piacere nel comprendere dalla tua lettera che l’estate sia trascorsa in compagnia degli amici, lasciando dentro di te ricordi indelebili che, col trascorrere del tempo, diventeranno lievi e ti faranno sorridere sommessamente. La mia salute è piuttosto buona, non mi lamento, ogni tanto sento qualcosa cigolare, ma dopo gli ultimi interventi di “ristrutturazione” mi sembra di essere ritornata al mio antico splendore, quando frequentavo quegli alpini gagliardi, che tornavano al paese cantando e portando stelle alpine! Vedi, anche per me i ricordi sono lievi come i tuoi tra qualche decennio. Ho trascorso l’estate come al solito, sai, per noi anziani la vita non cambia spesso, ma, come te, anche io devo ammettere che ora che sono sola mi mancano le grida in cortile dei bambini, il polverone che alzavano in continuo con le loro scorribande. Di alcuni di questi ragazzi ho visto crescere i fratelli, i genitori, di qualcuno anche i nonni, e rivedo in ciascuno di loro la stessa spensieratezza tipica della fanciullezza. Questa volta ti voglio stupire, non mi lamenterò dicendoti che “Non esistono più i giovani di una volta”, per forza, quei giovani sono diventati vecchi, come me! Ma i giovani, i bambini che ho incontrato io la scorsa estate erano in gamba. È vero, qualcuno è stato un po’ discolo, facendo allarmare gli adulti, ma sono convinta che le esperienze che hanno vissuto da me saranno per loro indimenticabili: non si ha spesso l’occasione di imparare a cavarsela da soli, di riflettere su temi importanti che riguardano la vita; qui da me, è come se il tempo fosse sospeso in una parentesi di pace, di introspezione e di fertile quiete interiore, quella quiete che fa crescere la consapevolezza di sé, dei propri sogni, delle proprie capacità e responsabilità. Sono convinta che le belle riflessioni che scaturiscono dai gruppi, i piccoli gesti di amicizia che nascono spontanei siano la più bella ricompensa che i ragazzi mi offrono e che mi fanno sentire più giovane, quasi come te. Ho dato tanto a tutti, ormai, come ti dicevo, da generazioni, ma ogni anno non riesco a rassegnarmi al pensiero di vederli partire, al silenzio. Ora ti saluto, alcuni anziani del paese sono invitati a giocare a bocce e tra poco attendo il loro arrivo. Ti abbraccio con affetto e spero di avere tue notizie durante le vacanze di Natale, Ottobre 2009 la tua cara nonna, la Casa Diocesana di Valdieri 21 Camposcuola: tempo di semina “Il campo-scuola è una settimana in montagna in cui con la scusa di trattare un tema formativo si gioca tantissimo” è la risposta che mi aveva dato una bimba arrivata dal suo primo campo a Valdieri. Di fatto, ciò che si ricorda di più del campo-scuola sono proprio i giochi e le passeggiate, che non sono un “di più”, ma fanno parte integrante della nostra proposta educativa. Gli educatori e i sacerdoti assistenti, inoltre, propongono per ogni campo un tema formativo, che viene svolto con l’aiuto del libretto, che viene lasciato ad ogni ragazzo come ricordo, ed è tradotto ai ragazzi con le preghiere, gli incontri di gruppo e le attività. Ai ragazzi di quarta e quinta elementare ha fatto da guida il personaggio di Giuseppe il ragazzo dei sogni e dietro la figura di Giuseppe abbiamo trovato la figura di Gesù. I ragazzi di prima e seconda media hanno riscoperto la figura di Giovanni Paolo II, in particolare i suoi messaggi e insegnamenti rivolti ai giovani. Ai ragazzi di terza media abbiamo proposto l’episodio evangelico del Giovane Ricco, in particolare la domanda che egli fa a Gesù: “Maestro, cosa devo fare per essere felice?”; abbiamo proposto ai ragazzi le indicazioni che dà Gesù per essere felici con se stessi, nella propria famiglia, nel gruppo degli amici, nella comunità parrocchiale, nel progettare il proprio futuro. Noi sacerdoti ed educatori non pretendiamo di vedere subito i frutti delle nostre proposte educative. Nei 7 giorni del camposcuola noi abbiamo solo seminato; dove andranno a finire i semi solo il Signore lo sa. 22 don Antonello Ricerca & Dialogo assistente ACR e don del campo ACR campiscuola LA TESTIMONIANZA DI UNA “VETERANA” - il punto di vista di una ragazza Ciao, sono Matilda, vengo da Pocapaglia. Questo è il quarto anno ai campi scuola, ed io e i miei amici “veterani” possiamo dirvi che l’emozione non diminuisce di volta in volta. Certo, magari non c’è la novità della prima volta, ma tutti noi che abbiamo partecipato a questa divertentissima settimana sappiamo che le sorprese di certo non scarseggiano. Un altro importante aspetto dei campi diocesani è l’amicizia, insomma, questi giorni sono fatti anche per questo. Provate a stare una settimana con tante ragazze e ragazzi che ridono, scherzano, parlano con voi e ogni volta avrete un’ottantina di nuovi amici. Fate il conto per quattro anni… E mancano ancora le superiori! Ma lo stare con gli altri è solo uno dei tanti insegnamenti che questi momenti ci portano, uno più prezioso dell’altro. Alcune di queste “perle” ci sono state donate dai Don, altre dagli educatori, ai quali bisognerebbe dare una medaglia per pazienza e simpatia, e alcune le abbiamo scoperte da soli, mettendoci in gioco e condividendo con gli altri ragazzi momenti ed esperienze… Insomma i campi scuola sono un’occasione IMPERDIBILE! Matilda Maunero campo ACR - I e II media - 20.27 giugno Ottobre 2009 23 “MAESTRO BUONO, CHE COSA DEVO FARE PER… ESSERE FELICE?” - dal campo III media Un campo scuola è sempre un viaggio speciale in cui stringere la mano ai ragazzi per accompagnarli e per essere accompagnati da loro nel cammino di crescita umana e cristiana. Questa affermazione è valida per tutte le esperienze, ma in modo particolare per il campo di III media poiché educatori e ragazzi sono portati a riflettere insieme sulla tematica della felicità. Si instaura così un rapporto particolare, saldato dal comune obiettivo di provare a dare una risposta alla domanda: “Maestro buono, cosa devo fare per essere felice?”. Durante la settimana, che trascorre tra tornei, gruppi, preghiere, serate, canti, ci si accorge di essere uniti da un desiderio di felicità che spinge a non accontentarsi di essere sereni o appagati dal possesso dei beni materiali, limitati, ma a ricercare qualcosa che renda davvero Felici. Ci si accorge di essere uniti nella speranza di trovare una risposta ad una domanda che sgorga dal cuore, uniti nella gioia di rivolgere questa domanda a Gesù. Si scopre la bellezza della natura, l’importanza dei sogni che accendono la luce negli occhi di futuri scienziati, avvocati, operai, ma soprattutto Uomini! Si scopre l’importanza dell’Amicizia vera, quella di e con Gesù, maestro nell’essere Amico del prossimo. Si scopre la bellezza dell’Amore, del sentimento vero che arricchisce liberando dalla schiavitù della sola passione fisica che spesso trasforma in oggetti. Si scopre di essere tutti in cammino al seguito di Gesù sulla strada che porta alla Felicità! Buon viaggio! Marcello Delmondo educatore ACR 24 Ricerca & Dialogo ...che ti parlo! A nche quest’anno l’AC ha permesso ai giovanissimi di inserire nella pausa estiva – caratterizzata da svago, divertimento, relax e sballo – una settimana del tutto fuori dall’ordinario. Il campo, infatti, permette di fare nuovi incontri, giocare, ridere e scherzare ma anche riflettere e pregare insieme. Dal 25 luglio all’1 agosto scorso 56 ragazzi hanno imparato a conoscersi svolgendo diverse attività. Come ogni anno non sono mancati i tornei e le camminate per temprare il corpo. Durante le attività di gruppo abbiamo approfondito la conoscenza di sé e di chi ci sta accanto, la differenza tra il bene e il male e, con l’aiuto di alcuni bravissimi ospiti, si è affrontato il complesso argomento delle diverse vocazioni. Le serate sono state varie e movimentate: balli occitani con un gruppo di Sampeyre; ballo liscio con i Fora d’tuva, intervento di Oscar Barile e giochi “barotti”; incontri ravvicinati con gli alieni durante il gioco notturno; una Serata Poliziesca in collaborazione con gli amici dell’ACR, il gioco Ottobre 2009 etico delle nazioni; “discowhite” una discoteca tutta in bianco; uno spettacolo finale in cui i laboratori di canto, danza e recitazione si sono esibiti con, a conclusione, il tradizionale falò. I momenti di preghiera sono stati molto sentiti e partecipati. Il filo conduttore era l’episodio della Samaritana del Vangelo di Giovanni. La settimana è volata e al suo termine si era creato un ambiente idilliaco e straordinario che ha dato la carica per affrontare un nuovo anno scolastico e lavorativo in cui il campo dovrà far vedere i suoi frutti. ACG (I-IV SUPERIORE) campiscuola “SONO IO” -issimi Arianna Molinaro, educatrice ACG 25 ACG campiscuola GIOVANI da 18 anni in su! senza di Lui non sarebbe stato lo stesso T Cristina e Fabio Revello, educatori ACG 26 utto è cominciato quasi come una scommessa: un campo giovani al mare. Inizialmente molti erano i dubbi e le perplessità che accompagnavano i nostri incontri di preparazione. Quanti saremo? Ma la casa avrà i letti? La caffettiera ci sarà? Alla fine non ci siamo fatti intimorire: ci abbiamo creduto e siamo partiti. E abbiamo fatto bene. Un gruppo di giovani frizzante, con una carica contagiosa, in un posto con un panorama che ha lasciato tutti senza fiato (soprattutto nell’arrivarci a piedi!). Sono bastate poche ore Dio era in mezzo a noi, era nel suono delle nostre risate, nel silenzio della nostra preghiera insieme per diventare “gruppo”: le risate in cucina, i tiri a pallavolo in spiaggia, i tuffi in acqua che hanno fatto invidia a Baywatch, la grigliata sotto le stelle con sottofondo musicale…sono solo alcuni dei momenti che abbiamo vissuto insieme con la voglia e il desiderio di ritrovarsi poi a pregare, a riflettere, a discutere. Sempre con lo stesso entusiasmo, che mai è mancato. In particolare ci siamo messi di fronte al tema del valore del lavoro e della festa, tema che ci ha fatto a lungo discutere, traendo un tesoro veramente immenso dalle esperienze altrui. Un pensiero è sicuramente risuonato in ognuno di noi: Dio era in mezzo a noi, era nel suono delle nostre risate, nel silenzio della nostra preghiera, nel lavoro per la buona riuscita del campo. Davvero ha reso questi giorni indimenticabili, ha avvicinato le nostre anime, ha portato la gioia, quella autentica. Senza di Lui non sarebbe stato lo stesso. Ricerca & Dialogo Non c’è tempo da perdere! A nche quest’anno molti hanno accolto l’invito di salire su per il campo adultissimi e per il campo famiglie. Salire su non solo perché la casa di Sampeyre è in montagna, ma perché un campo scuola ti porta sempre un po’ più su… è la posizione ideale di chi è disponibile a mettersi in gioco per creare quel clima dove ogni momento della giornata ha lo stesso valore: la preghiera, il confronto nel gruppo, i riposini del pomeriggio, le passeggiate, i tornei (ma chi ha vinto? I genitori o i figli?), le serate (è vietato diffondere foto o video!), le chiacchierate… Naturalmente ci vuole uno strumento che aiuti a salire su… senza dimenticare che poi si deve scendere! Per noi è stato il testo proposto dall’AC per il cammino degli adulti “Questo è il tempo” e con l’aiuto di ottimi relatori abbiamo abbozzato alcune riflessioni. Vogliamo però continuare e approfondire i temi che abbiamo affrontato: per questo l’equipe adulti è disponibile a incontrare i gruppi di adulti nelle parrocchie che desiderino continuare o iniziare il cammino per sviluppare un percorso aperto alla salvezza di Dio che si realizza nell’oggi e che cambia la vita personale e comunitaria. Allora coraggio: non c’è tempo da perdere! campiscuola ADULTI & FAMIGLIE Wilma Berbotto, presidente diocesano IN FAMIGLIA L’Azione Cattolica Albese accoglie con gioia la piccola Maria, nata il 29 marzo 2009! Le più vive felicitazioni alla famiglia di Laura e Daniele Cane, ex responsabile ACR e delegato regionale. Il Consiglio e la Presidenza diocesana Ottobre 2009 27 tempo libero a cura della Cooperativa Culturale L’incontro in libreria B entornati alla pagina della libreria “L’incontro”. Speriamo per voi che nelle vacanze appena trascorse abbiate avuto la possibilità di leggere qualche buon libro e vi segnaliamo che martedì 15 settembre è stato ospite ad Alba il filosofo e teologo francese Maurice Bellet. Per chi non ha potuto ascoltarlo, vi diciamo che Bellet è nato nel 1923, è stato professore di filosofia ed ha scritto più di 40 libri. L’ultimo uscito in Italia “L’assassinio della parola. O la prova del dialogo” (edizioni Servitium 10 euro) tocca un argomento fondamentale per il rapporto tra i popoli. Per i cristiani dialogare con le altre religioni pare quasi un indebolimento della fede, ma il non dialogo è un vero e proprio assassinio della parola. Ne “Il pensiero che ascolta” (edizioni San Paolo, 12 euro) Bellet parla della crisi provocata dal delirio economico che sta condizionando sempre più pesantemente la nostra vita, pilotata più dall’avere che dall’essere. Anche la filosofia moderna e la psicanalisi sono entrate in crisi e il Vangelo può ancora indicare una via da seguire. Citiamo anche un romanzo di Bellet: “I viali del Lussemburgo” (edizioni Servitium 6,20 euro). In libreria troverete anche l’ultima enciclica di Benedetto XVI: “Caritas in veritate”, sullo sviluppo umano integrale nella carità e nella verità. Piemme ha pubblicato di recente un romanzo di James A. Levine dal titolo “Il quaderno azzurro” (17euro). Il libro racconta la storia di Batuk, una ragazzina schiava a Mumbai che raccoglie nel suo quaderno le sue storie: storie vere come la sua e quelle dei suoi compagni di schiavitù e storie di fantasia, grazie alle quali riesce a dare un senso e una speranza alla sua esistenza. Con i proventi di questo libro l’autore ha istituito una fondazione a favore dei bambini sfruttati. A proposito di bambini vi ricordiamo che è uscito il “Quinto viaggio nel regno della fantasia” di Geronimo Stilton (Piemme, 23,50euro). Segnaliamo inoltre il libro che ha vinto il premio Andersen e il premio Bancarellino: “I giorni della ruota” di Guido Sgardoli (Giunti, 13,90euro). La vicenda si svolge intorno allo Spedale della Pietà, un palazzo storico veneziano che nell’Ottocento ospitava bambini deposti nella ruota. Proprio in questo luogo la protagonista Rosapineta impara a conoscere e ad amare Eligio, abbandonato ancora in fasce dalla madre. 28 Ricerca & Dialogo AZIONE CATTOLICA ITALIANA DIOCESI DI ALBA MODULO B – “AVVERTENZE PER L’USO” CAMPI SCUOLA DIOCESANI - INVERNO 2009-2010 I campi scuola diocesani per giovanissimi e ragazzi a Sampeyre, sono stati organizzati allo scopo di offrire un momento di crescita cristiana, di aggregazione, di riflessione e, quindi, ci teniamo a sottolineare che non sono giorni di semplice vacanza o di solo divertimento. Vogliamo proporre dei campi che siano davvero formativi e, quindi, chiediamo a chi vi parteciperà, la capacità e il desiderio di lavorare e impegnarsi perché questo avvenga. Riteniamo fondamentali, tra gli altri, i momenti di preghiera, di confronto con la Parola di Dio, i lavori di gruppo, uno stile sobrio ed educato e il rispetto di alcune regole basilari. lo sportello via Mandelli, 9 – 12051 Alba CN – 0173.290243– www.acalba.it – [email protected] Ci preme già sottolineare che la notte esigeremo il silenzio e il riposo, per poter affrontare adeguatamente le attività dei giorni a seguire. Informiamo i partecipanti che in base alla legge ed ai regolamenti interni: non sarà possibile fumare nei locali delle Case diocesane; non sarà inoltre consentito, nel campo alla III media, fumare e bere il vino ai pasti; nel campo giovanissimi sarà consentito fumare solo in determinati momenti liberi. Sarà invece consentito bere vino con moderazione ad ogni pasto; ogni altro tipo di alcolico é categoricamente vietato; PORTARE CON SE: Documento d’identità, tessera dell’AC, lenzuola e federa o sacco a pelo (la casa dispone di coperte e cuscini), asciugamani, maglione, k-way, effetti personali, berretto, scarponi, indumenti da neve, guanti, sciarpa, quaderno per appunti, biro e se suoni uno strumento musicale… portalo! Può essere utile portare almeno il Vangelo. IMPORTANTE: Chiediamo cortesemente ma con convinzione di NON PORTARE: Somme di denaro spropositate (rischierebbero di essere spese per cose inutili); Roba da mangiare o da bere (anche acquistata successivamente), che verrà ritirata e usufruita, da parte di tutti, nella festa dell’ultima sera; gli alcolici saranno ritirati e restituiti ai genitori; Stereo, radio, walk-man, lettore mp3, torcia, sveglie o simili (ci divertiremo anche senza); Per quanto riguarda il telefonino, siamo convinti che possa essere elemento di disturbo per i ragazzi in qualsiasi momento della giornata. L’uso del cellulare, sarà dunque consentito solo ed esclusivamente in determinati e brevi momenti liberi della giornata (salvo casi particolari). L’adesione al campo comporta l’accettazione consapevole di questa impostazione, e l’impegno dei partecipanti a realizzarla con gioia e serietà! Le case dispongono di telefono (Sampeyre: 0175.977493 – Valdieri: 0171.97370); I ragazzi possono chiamare e ricevere, tendenzialmente, durante l’ora dei pasti. Invitiamo i genitori a chiamare in casi di sola necessità. Per quanto possibile, chiediamo di non ricevere visite che potrebbero disturbare l’andamento del campo. Ricordiamo infine: PARTENZA: ore 8.30 da Alba, presso piazza Medford (non si faranno fermate intermedie). ARRIVO: è previsto nello stesso luogo verso le ore 18 circa. ACG – Giovani e Giovanissimi DANIELE Promio – 340/23.84.245 MICHAEL Isnardi – 339/22.48.882 DON MASSIMO Scotto – 333/35.55.340 Ottobre 2009 www.acalba.it - [email protected] ACR – Ragazzi BEPPE Fassino - 339/60.09.279 MAURIZIO Tibaldi – 338/20.26.946 MASSIMILIANO Costa – 389/81.51.424 [email protected] - www.acalba.it 29 lo sportello 30 Ricerca & Dialogo DIOCESI DI ALBA E - DATE - DATE - DAT via Mandelli, 9 – 12051 Alba CN – 0173.290243– www.acalba.it – [email protected] ATE - DATE - DATE - DATE - DATE - DATE AZIONE CATTOLICA ITALIANA TE - DATE - DATE - DATE CAMPI SCUOLA DIOCESANI - INVERNO 2009-2010 I campi scuola diocesani per giovanissimi e ragazzi a Sampeyre, sono stati organizzati allo scopo di offrire un momento di crescita cristiana, di aggregazione, di riflessione e, quindi, ci teniamo a sottolineare che non sono giorni di semplice vacanza o di solo divertimento. ACR (ALTAVILLA - dalle 9,00 alle 16,00) Vogliamo proporre dei campi che siano davvero formativi e, quindi, chiediamo a chi vi parteciperà, la IV-V elementare: 25/10/09 IV-V elementare: 14/02/10 capacità e il desiderio di lavorare e impegnarsi perché questo avvenga. I-II media: 8/11/09 I-II media: 14/03/10 Riteniamo fondamentali, tra gli altri, i momenti di preghiera, di confronto con la Parola di Dio, i lavori di III media: III media: gruppo, uno stile sobrio 22/11/09 ed educato e il rispetto di alcune regole basilari. 21/03/10 Campo Scuola Invernale III Media lo sportello DATE - DATE - DATE - DATE - DATE - DATE MODULO B – “AVVERTENZE PER L’USO” Ci preme già sottolineare che la notte esigeremo il silenzio e il riposo, per poter affrontare adeguatamente le attività dei giorni a seguire. 27-28-29 dicembre 2009 a Sampeyre Informiamo i partecipanti che in base alla legge ed ai regolamenti interni: non sarà possibile fumare nei locali delle Case diocesane; non sarà inoltre consentito, nel campo alla III media, fumare e bere il vino ai pasti; nel campo giovanissimi sarà consentito fumare solo in determinati momenti liberi. Sarà invece CONVEGNO Nazionale EDUCATORI - 8 dicembre a ROMA consentito bere vino con moderazione ad ogni pasto; Domenica 27tipo settembre: giornatavietato; della formazione degli educatori ogni altro di alcolico é prima categoricamente Varie ACR (dalle 9,00 alle 17,00) SE: CONVEGNO Diocesano ACR –PORTARE 25 aprileCON 2010 Documento d’identità, tessera dell’AC, lenzuola e federa o sacco a pelo (la casa dispone di coperte e cuscini), asciugamani, maglione, k-way, effetti personali, berretto, scarponi, indumenti da neve, guanti, (ALTAVILLA dalle 20.30 alle 22.30) sciarpa, quaderno per appunti, biro e se suoni uno strumento musicale… portalo! Può essere utile portare almeno il Vangelo. 02 ottobre 2009 12 novembre 2009 CORSO FUTURI EDUCATORI 23 ottobre 2009 03 dicembre 2009 IMPORTANTE: Le date per il nuovo anno sono ancora da decidere Chiediamo cortesemente ma con convinzione di NON PORTARE: 8-9 MAGGIO 2010: CONCLUSIONE DEL CORSO IN UNA DUE GIORNI Somme di denaro spropositate (rischierebbero di essere spese per cose inutili); lunedì 21/12/09: GIORNATA AD (anche ALTAVILLA PER successivamente), I FUTURI (dalle 9,00 alleritirata 17,00) Roba da mangiare o da bere acquistata che verrà e usufruita, da parte di tutti, nella festa dell’ultima sera; gli alcolici saranno ritirati e restituiti ai genitori; Stereo, radio, walk-man, lettore mp3, torcia, sveglie o simili (ci divertiremo anche senza); (dai 18 anni in su!) Per quanto riguarda il telefonino, siamo convinti che possa essere elemento di disturbo per i ragazzi in qualsiasi momento della giornata. L’uso del cellulare,(I-IV sarà dunque consentito solo ed superiore) esclusivamente in determinati e brevi momenti liberi della giornata (salvo casi particolari). GIOVANI e GIOVANISSIMI Giornata diocesana “issimi” - 29 novembre ’09, Piobesi d’Alba, ore 17-22 (Prenotazioni entro il 26/11/09 al 340-2384245 - costo 8 euro) L’adesione al campo comporta l’accettazione consapevole di questa impostazione, eCampo l’impegno dei partecipanti a realizzarla con gioia e serietà! giovanissimi - 2-3-4 gennaio ’10 Sampeyre Giornata - 13 dicembre ’09, sulla neve della Val–di Susa, ore 7-22 Le giovani case dispongono di telefono (Sampeyre: 0175.977493 Valdieri: 0171.97370); (Prenotazioni al 339-2248882 costo circa 20 euro) I ragazzi possono chiamare e ricevere,- tendenzialmente, durante l’ora dei pasti. Adulti Invitiamo i genitori a chiamare in casi di sola necessità. Giornata adulti - 30 gennaio 2010 Per quanto possibile, chiediamo di non ricevere visite che potrebbero disturbare l’andamento del campo. 18 ottobre 2009 castagnata a Mombirone (Adulti e famiglie) Ricordiamo infine: 22 novembre ad Altavilla alle ore 15,30: Domenica : ore 8.30 da giovani Alba, presso piazza Medford (non si faranno intermedie). PARTENZA “In ascolto delle famiglie”, un incontro propriofermate per loro : è previsto nello stesso luogo verso le ore 18 circa. ARRIVO tutto da inventare, aspettiamo anche i bimbi...piccolissimi! ACG – Giovani e Giovanissimi ACR – Ragazzi DANIELE Promio – 340/23.84.245 BEPPE Fassino - 339/60.09.279 MICHAEL Isnardi – 339/22.48.882 MAURIZIO Tibaldi – 338/20.26.946 Inaugurazione locali via Mandelli 11 dicembre ’09, ore 20,30 DON MASSIMO Scotto – 333/35.55.340 MASSIMILIANO Costa – 389/81.51.424 (Benedizione di Mons. Vescovo dei nuovi locali ed intitolazione della Sala Riunioni a don Tablino) Ottobre 2009www.acalba.it - [email protected] - www.acalba.it [email protected] UNITARIO Festa 115° AC albese - 28 febbraio ’10 ad Altavilla, ore 15 31 21 agosto 1894 - 21 agosto 2009 buon compleanno AC ALBA! Inverno da non perdere... Giornata Giovani 13 dicembre… ...sulla neve della Val di Susa! 28 febbraio 2010 ad Altavilla: Grande festa diocesana dell’AC... 32 115 anni di AC in Diocesi di Alba! Ricerca & Dialogo