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Prospettiva
#01
www.dreweditorial.com
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"DREAM DAY"
Spring | Summer 2013 Collection
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www.leit-motiv.com
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Ogni nuvola ha una linea argento che ne disegna il contorno, ne cinge la sostanza
come a sollevare schiuma candida e profumata, collega la sua essenza al resto del
cielo, azzurro e infinito.
Così è la prospettiva: un’occhiata da un punto fermo e definito verso qualcosa di
indefinito che alcuni chiamano orizzonte, altri destino, altri vita e altri ancora non
classificano perché preferiscono viverlo.
Difficile è stare fermi in un punto e guardare solo avanti.
Rischioso è stare fermi in un punto e voltarsi indietro.
Coraggioso è vincere le vertigini e guardarsi intorno, come a cercare qualcosa.
A scrutare l’orizzonte, lasciarsi catturare da luci vicine o lontane, da profumi di casa
e famiglia o sconosciuti e di nuovo, evolversi.
Sembra semplice trovare motivi per cui chi è infelice cerca nuovi punti di vista.
Strano appare chi, nonostante sia soddisfatto e sereno, continua a cercare e
protendere verso l’infinito.
Per trovare nuove stelle polari a cui fare capo e aggrapparsi e da li, senza fermarsi,
con il vento in faccia, un ghigno sorridente e un po’ di incoscienza quanto basta,
andare nel mondo...
E tornare, e andare, e tornare di nuovo, così da creare da un punto solo, una linea che
continua, argento e dei colori del cielo.
Testo di Sara Maduzzi
Translated by Antonella Giannelli
Illustration by Antonio Colomboni
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Text by Sara Maduzzi
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Every cloud has a silver line that draws its outline, it surrounds the substance and
lifts the white and perfumed foam, linking its essence to the rest of the blue and
infinite sky.
So is the prospective: a look from a fixed point to something undefined that someone
call horizon, others fate, others life and others do not classify because they prefer
to live it.
It is difficult to stand still in one spot and just look forward.
It is risky to stay still in one place and looking back.
It is brave to win the dizziness and look around, as if looking for something.
Scanning the horizon, yielding to lights both near and far, to perfumes of home and
family or strangers and once again, evolve yourself.
It seems easy to find reasons why unhappy people look for new points of view.
Strange appears those that despite being happy and serene continue to try hard
searching for infinity.
Finding a new polar star to which refer, hanging on to there without stopping, with the
wind in your face, smiling a little, unconscious enough, go into the world ...
And come back and leave, and come back again, so as to create from a single point,
a line that continues, silver and full of colors of the sky.
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Illustrazione di Antonio Colomboni
Prospettiva
Perspective
Una nuova stagione, quella del rinnovamento.
A new season; a season of renovation.
The spring is in the air; it is invisible to
the eyes, but one can already feel it while
breathing. The spring has come accompanied by the sighs of relief of those
who could no longer stand the cruel
cold, or who just need a gentle push to
go out and embrace an ever more attractive perspective.
Una corrente che vede la trasparenza
come nuova chiave di comunicazione.
Tra l’altro, interessante collegamento
con le persone che ho potuto intervistare per questo numero, tutti con un’attenzione particolare a ciò che va al di là
dell’immagine, perché per proporre un
concetto di bellezza più convincente, è
necessario comprendere di fare un lavoro e non essere un lavoro.
Prospettiva come punto di vista che
cambia ed evolve, cresce e si adatta in
modo più sicuro.
Drew come il rapporto tra lettore e artista
che si crea nel momento in cui un supporto non rimane soltanto un insieme di
pagine ma uno spazio di espressione e
libertà, al tempo stesso, divulgativo.
A current that regards transparency as
a new key to communication. There is,
among other things, an interesting link
between the people I had a chance to interview in this issue; each of them pays
particular attention to what is there beyond the image, because to propose the
most compelling concept of beauty, it is
something necessary to realize in order
to do work and not becoming this work.
Perspective as a point of view changes
and evolves, grows and adapts itself in a
more confident way.
DREW represents the relationship between reader and artist, which creates
itself at the moment when a support is
no longer just a set of pages but a space
for expression and freedom, and, at the
same time, of an educational value.
Cesar Valdivieso
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In comparison with the pilot issue, new
subjects emerge here and the visual approach reaches a new certain yet not
exaggerated maturity. In-depth analysis
becomes nearly a religious prerogative.
Emotional changes see the revised logo
a logo rather more psychological than
purely aesthetical; a simple shape with
three angles representing three significant meanings of DREW. DREW with its
own personality, DREW as a draft of a
started drawing to be carried out, and
finally DREW as to represent attraction
towards the art of a new and headstrong
generation of visionaries.
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Rispetto a un pilot iniziale, spuntano
nuovi argomenti e l’approccio visivo vede una certa maturità ma senza
esagerare. L’approfondimento diventa
una prerogativa quasi religiosa. Anche
cambiamenti emotivi vedono un logo
rivisto più psicologico che puramente
estetico: figura semplice con tre angoli a
descrivere tre significati di Drew con una
propria personalità, Drew come bozza di
un disegno iniziato e da portare avanti,
e Drew a rappresentare l’attrazione per
l’arte di una nuova e cocciuta generazione di visionari.
All dressed up and with that perfect
smile like in a photo DREW is ready to
share its own personal Perspective – the
main theme of the #01 issue. Analyses
and observations were made to raise
awareness of what “perspective” actually is, in order to know where to go, by
presenting a point of view, young and
curious; and also whimsical, just like every person with many interests.
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Vestito di tutto punto e col miglior sorriso da fotografia, Drew è pronto per
condividere una sua personale Prospettiva, tema generale di questo numero
#01. Analisi e osservazioni per prendere
maggior consapevolezza di ciò che si è
per sapere dove andare, presentando un
punto di vista giovane e curioso. Anche
lunatico, come ogni persona piena d’interessi. Spring cleaning, Spring Ball, spring
hormones… A quite interesting overview. A season of winter inaction culminates and reinvents itself in a new
episode with different features and intentions, ready to lay the foundations for
a new chapter to be read, examined, and
understood. Exactly like this editorial.
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Pulizie di primavera, balli di primavera,
ormoni di primavera: una panoramica
davvero interessante. Una stagione di
fermo invernale che culmina e reinventa
se stessa in un nuovo episodio con nuove caratteristiche e intenzioni, pronta a
gettare le basi di un nuovo capitolo tutto
da leggere, vedere e interpretare. Come
questo progetto editoriale.
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Nell’aria, invisibile agli occhi ma che
puoi già respirare, ecco arrivata la primavera con i sospiri di sollievo di chi del
freddo crudele non ne poteva più o di
chi ha giusto bisogno di una spinta per
uscire e abbracciare una prospettiva un
po’ più allettante.
02 “Setting the mood” by Antonio Colomboni & Sara Maduzzi
04 EDITORIAL
06 INDEX
08 VISUAL SUMMARY
10 VISUAL SUMMARY
12 COVER
30 DREW MEANING
196 COLOPHON
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WARDROBE
LIFE IN TECHNICOLOUR
METALMARK
GET SPORTY
PRINT IT
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32 NOT AN ORDINARY NIGHT
42 PEAKING LIGHTS
60 HIJA DE LA LUNA
66 OUTLOOK
86 L’AMOUR FOU
99 EMPTY WHITE
104 HYSTERON PROTERON
112 VISION 2.0
128 WATERANDSTONE
136 YOUNG LIONS
166 AVANGUARDIA
176 CHASM GBM2000
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14 THE FASHION PERSPECTIVE: Condé Nast
190 GREEN: LA LEGGEREZZA DEL PRESENTE
18 ART: Prospettive Metropolitane. Paolo Leonardo
56 ART: Le preziose angolature di Manfred Bischop
94 ART: Itinere
122 ART: Unfolding by Alyssia Lazin
194 ART: Zhivago Duncan
52 INTERVIEW: David August
78 INTERVIEW: Paolo Zerbini
22 STORIES: Gabriele Verratti. The science of words.
26 STORIES: Antonio Colomboni. Smiling colours.
82 STORIES: Gnam Box. The strategy of success.
154 STORIES: Andrea Porro. A popaholic conversation.
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10
122
-Up to 60 characters“avvicinatevi all’orlo”
“non possiamo, abbiamo paura!”
“avvicinatevi all’orlo!”
“non possiamo, cadremo giù!”
“avvicinatevi all’orlo”
E si avvicinarono.
E lui li spinse.
E volarono.
Top by TIBI.
Photography by Gautier Pellegrin.
Styling by Sofia Hernandez Bombaci.
Make-up and Hair Styling by Rory Rice. Stylist assistant:
Paula Ortiz.
Milano.
cover
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Text by Sara Maduzzi.
Traslated by Antonella Giannelli.
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“come closer to the edge”
“We can not, we are afraid!”
“get close to the edge!”
“We can not, we will fall down!”
“come closer to the edge”
And they came.
And he pushed them.
And they flew.
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Testo di Sara Maduzzi
exhibition
Translated by Alisa Nikitina
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Written by Giovanni Celsi
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Giovanni Celsi
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In a magazine that features fashion and
talks about it, a reference to the fashion
Bible is perhaps inevitable. The occasion
is an exhibition “Fashion. Un secolo di
straordinarie fotografie di moda dagli
archivi Condé Nast” ongoing until 7th
April 2013 at Fondazione Forma per la
Fotografia, in Milan. The exhibition guarantees a deep aesthetic satisfaction.
The fathers of fashion photography
like Patrick Demarchelier, Bruce Weber,
Cecil Beaton, Man Ray, Mario Testino,
Helmut Newton, Terry Richardson, Tim
Walker, and Guy Bourdin were able to
get and realize the initial perspective
of Edward Steichen he once told to the
editor of “Vogue USA” Edna Woolman
Chase: «We have to make Vogue into
a Louvre». The decades have passed
since then, yet, sadly, art of fashion photography is still a challenge for minor
and undersold photographers.
This exhibition carried out by Nathalie
Herschdorfer demolishes this argument
by providing a build-up collection from
the Condé Nast archives in Paris, London, and Milan and shows a symbiosis
of talent and hard work of photographers, editors, stylists, models, and
makeup artists.
You will get lost in the eyes of Linda
Evangelista or somewhere in-between
Miles Aldridge’s colour-saturated photography and Albert Watson’s photography plasticity.
The exhibition is a project realized in
collaboration with La Fondazione Forma
per la Fotografia by Foundation for the
Exhibition of Photography (FEP), Minneapolis/Paris/Lausanne.
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Kim Ann Foxman
Return It
In un giornale che mostra la moda e
pretende di scriverne, il riferimento alla
sua Bibbia è forse inevitabile. Il pretesto
è la mostra Fashion. Un secolo di straordinarie fotografie di moda dagli archivi
Condé Nast, che fino al 7 aprile a Milano presso la Fondazione Forma per la
Fotografia, ci farà ammirare vere opere
d’arte.
Padri della fotografia quali Patrick Demarchelier, Bruce Weber, Cecil Beaton, Man Ray, Mario Testino, Helmut
Newton, Terry Richardson, Tim Walker
e Guy Bourdin, hanno saputo cogliere
e interpretare la prospettiva iniziale che
Edward Steichen dichiarò molti anni fa
alla capo-redattrice di “Vogue America”
Edna Woolman Chase: «Dobbiamo fare
di Vogue un Louvre». Da allora sono trascorsi decenni che hanno fatto arte della
fotografia di moda, una sfida che ancora
oggi vede, purtroppo, chi scatta la moda
come un fotografo secondario e svenduto. Questa mostra a cura di Nathalie
Herschdorfer demolisce questo pensiero e raccoglie gli archivi della rivista di
Parigi, Londra e Milano rappresentando
una vera summa di un lavoro fotografico, ma anche dei suoi fautori: redattori,
stylist, modelle e make-up artist.
La moda come non l’avete mai vista, una
vera cronistoria fatta di sequenze uniche
che vi faranno smarrire negli occhi di
Linda Evangelista, tra le saturazioni di
Miles Aldridge fino alla plasticità di Albert Watson.
La mostra è un progetto realizzato dalla
(FEP), Foundation for the Exhibition of
Photography, Minneapolis/Paris/Lausanne, in collaborazione con Forma.
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Fashion.
Dal 17 gennaio al 7 Aprile 2013
Tutti i giorni dalle 10 alle 20
Giovedì e Venerdì fino alle 22.
Chiuso il Lunedì
Costo biglietto: 7.50 euro Ridotto 6 euro
Scuole 4 euro
Per informazioni: 02 58118067
formafoto.it
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exhibition
Photo courtesy by Condé Nast
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Fondazione Forma per la Fotografia
Milano, Piazza Tito Lucrezio Caro, 1
formafoto.it
Black Lips
Modern Art
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Photo courtesy:
Paolo Leonardo foto Lorenzo Michelini Firenze
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Con lo spirito critico di chi sa bene che
la fotografia, ad oggi, condizionata da
modelli che edulcorano e ingannano
l’osservatore, non è più in grado di offrire una visione oggettiva della realtà,
e per tornare a possedere coscienza di
una percezione sensibile, finalmente più
autentica e “realistica”, è necessario fare
un passo indietro, senza dimenticare
ciò che siamo diventati. Come cavallo di battaglia di una tanto ardita sfida
esistenzialista a sostegno dell’uomo e
della sua individualità, nel suo ultimo
intervento urbano l’artista si sofferma
su 12 manifesti pubblicitari recuperati
clandestinamente per le strade di Parigi.
Immagini fotografiche dall’aspetto plastico e ingessato, vengono strappate dal
contesto metropolitano di origine, sfregiate e ridipinte, assumendo così una
O
18
di uso comune, quel freddo e ripetitivo
patrimonio di immagini globalizzate da
cui siamo quotidianamente martellati, per svelarne i difetti e le intrinseche
incongruenze, ma al contempo concedergli un’occasione di riscatto. Il più
romantico degli anarchici?
Più che altro un partigiano figurativo.
Looking at deceptive
limits of our society
with eyes full of
paternalism and
care, Paolo Leonardo
demonstrates how
possible it is to save
us from the oblivion of
technological approval
and its stereotypes
combining the past and
the present, without
denying the one and
mythologizing the
other, by virtue of
the independent and
responsible identity
that only art can offer.
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Rompere con gli schemi della tradizione non è mai stata esperienza dai docili risvolti. Difficile riscontrare ad oggi
una pratica artistica che si prefigga di
lanciare un messaggio davvero nuovo
sfruttando a pieno titolo il linguaggio
comunicativo contemporaneo, senza ricadere in un’inevitabile violenza
espressiva o velleità di stupire a tutti i
costi. Paolo Leonardo (Torino, 1973) è
una rara quanto piacevole eccezione a
questa moltitudine eterogenea di rivoluzionari incalliti: memore della lezione
di alcuni grandi che lo hanno preceduto,
Giacometti in primis, ma anche Bacon,
il suo lavoro parte abbracciando il progresso e i morbosi meccanismi che ne
muovono le fila, non per rompere ma
per ricostruire, sfidando le convenzioni
in modo positivo e propositivo, e sfuggendo così al rischio di una polemica
ripiegata su sé stessa, anzi guardando
al futuro attraverso quella prospettiva
“olistica” di commutazione artistica verso cui il mondo del contemporaneo da
tempo ormai sta volgendo. L’intento è
quello di riabilitare l’ormai “antica” arte
della pittura, accettando e facendo proprio il codice comunicativo mediatico e
Guardando con occhi
paternalistici e
premurosi agli
ingannevoli limiti
della nostra società,
Paolo Leonardo dimostra
come sia possibile
salvarci dall’oblio
dell’omologazione
tecnologica e dei suoi
stereotipi, conciliando
passato e presente,
senza rinnegare l’uno
né mitizzare l’altro,
in virtù di un’identità
finalmente autonoma e
responsabile che solo
l’arte può concedere.
Breaking with tradition has never been
experienced by obedient groups. It is
hard to rediscover such artistic activity
that would concentrate on expressing
brand new ideas utterly through contemporary communicative language
without getting plunged into the abyss
of inevitable expressive violence chasing
after universal attention.
Paolo Leonardo (Turin, 1973) is not only
rare but also a pleasant exception to this
miscellaneous crowd of hard-bitten revolutionaries. A tribute to the lessons of
some great predecessors – Giacometti
in the first place, and also Bacon – his
work starts by covering the progress
and the morbid mechanisms that pull
its strings mainly not to break, but reconstruct it by challenging conventionalities in a positive and proactive way. It
escapes, risking, from a self-contained
controversy; or rather, looks to the future through the same “holistic” perspective of the artistic change that the
world of contemporary, for some time
now, is turning to.
The intention is to rehabilitate the art
of painting, which is now considered
“antique”, by accepting and embrac-
ing the communicative code of media
and common use. The aim is to reveal
the flaws and internal contradictions of
the belonging to the cold and repetitive heritage globalized pictures we are
daily being hammered with. Yet, at the
same time, the intention is to give them
a chance to redeem. Is he the most romantic anarchist ever or rather a creative partisan?
The critics claim that photography today is no longer capable of offering an
objective vision of reality, since it is influenced by models that soften and deceive the observer. In order to get back
the awareness of a sensitive perception
eventually more genuine and “realistic”
it is necessary to take a step back without forgetting what we have become.
Like a war horse in a very daring existential challenge to support the man and
his or hers individuality the artist during
his last urban intervention focuses on
the 12 advertising hoardings that were
illegally recovered in the streets of Paris.
Photographic images, made of plastic
and plaster, were taken out of the metropolitan context. After being scarred
and repainted they have thus assumed
19
video by Alberto Momo, who documented the whole performance held on the
streets of Paris) the mission of Leonardo extends onto the urban fabric violating its stability and taking possession of
it in a conscious manner, with no effect
on the dynamics, and becomes an active and essential part of it. The message
of Leonardo is more than just a modest
art lesson. It rises to almost an ethical
mission level by acquiring a sacred and
philosophical meaning.
Photography gives back the artist the
potential for high emotional and sensual
communication that just needs to be released. What may seem like the process
of an almost paradoxical regression – to
return to the representation of the body,
negatively exploiting its extremes, and
to bring it back to the painting world
– becomes an opportunity not only to
re-enact the painting in a contemporary
way, but also and above all to bring us
back to reality.
Written by Sarah Venturini
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Translated by Alisa Nikitina
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Sarah Venturini
a new aesthetic appearance and a rediscovered identity. Where the system’s flat
perfectionism standardizes and levels
out everything, the painting intervenes
to redeem and release it by creating a
different abnormal and faulty entity, but
because of that, they are loaded with
soul and life of its own. Compared to his
previous works, Leonardo particularly
concentrates on feminine iconography
and dedicates himself exclusively to
fashion photography.
Particular attention is paid to empower
the role of women in today’s society. The
artist liberates a woman from the cliché
that a woman is a mere futile object of
collective desire and sublimes her from
the decorative serial furnishings to a
person with individual personality. The
creatures with almost elven, enigmatic,
and non-existent appearance that exudes mystery and allegorical force are
the result. It is emphasized by the skilful
use of a palette of acrylic colours that is
reduced to a minimum: red, silver, and
black. These abstract figurative portraits
are the echoes of the Symbolists and
Surrealists. But there is more.
After all the painted posters have been
returned to their place (as it is told in the
O
Ma c’è di più. Ricollocando i manifesti
truccati nel territorio di provenienza,
come racconta il video di Alberto Momo
che documenta il lavoro performativo
svolto in loco per le strade di Parigi, la
missione di Leonardo si allarga anche
al tessuto urbano, arrivando a destabilizzarlo e farlo suo in modo del tutto
consapevole, senza subirne le dinamiche, divenendo parte attiva e integrante.
Il messaggio di Leonardo è allora molto più di una modesta lezione artistica,
e assurge quasi ad una missione etica,
assumendo una veste sacrale e filosofica. La fotografia rimanda all’artista
un potenziale di forte comunicazione
emotiva e sensoriale, che ha soltanto
bisogno di essere svincolato. E quello
che può sembrare un processo di regressione quasi paradossale, ritornare
alla rappresentazione del corpo proprio
servendosi della sua estremizzazione in
negativo, riportandola sul terreno pittorico, diventa quindi un’opportunità non
solo per riattualizzare la pittura in chiave
contemporanea, ma anche e soprattutto
per riportarci alla realtà.
C
nuova apparenza estetica e una ritrovata
identità. Laddove la piatta perfezione
del sistema massifica e livella tutto, la
pittura interviene a redimere e affrancare, creando differenti entità, anomale e
difettose, ma per questo cariche di anima e di vita propria. Rispetto ai lavori
precedenti, Leonardo si concentra nello
specifico sull’iconografia femminile, dedicandosi esclusivamente a fotografie di
moda. Un’attenzione particolare volta ad
emancipare la figura della donna nella
società odierna, liberandola dal cliché
di mero e futile oggetto del desiderio
collettivo, ed elevandola, da suppellettile
decorativo seriale, a persona e personalità a sé stante. Il risultato, accentuato
dal sapiente uso di una tavolozza di
colori acrilici ridotta ai minimi termini,
(rosso, argento e nero), sono creature
dalle sembianze quasi elfiche, enigmatiche ed evanescenti, che trasudano
mistero e forza allegorica. Sono ritratti
figurativi astratti, dagli echi simbolisti e
surrealisti.
2
stories
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Graduated in Classical Humanities and
possessing initial intention to dedicate
himself to teaching Latin and Greek,
Gabriele surprises his interlocutor with
a profound knowledge of communicative skills typical of those who give due
weight to the words. Born in Abruzzi
but resident in Milan for many years
now, he tells us the history of rhetoric
with the enthusiasm characteristic of
someone who followed chosen route
being guided by love for its direction. A
devotee of writing, he has always been
fascinated by communication in general
and, although quietly, that of fashion.
Moreover, it is an inherent relationship
that was supported by Cicero himself:
clothes are the perfect metaphors. Just
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Laureato in lettere classiche e con la
volontà iniziale di dedicarsi all’insegnamento del latino e del greco, Gabriele
sorprende il suo interlocutore con una
proprietà comunicativa tipica di chi sa
dare il giusto peso alle parole. Abruzzese
di nascita ma cittadino milanese ormai
da diversi anni, ci racconta della storia
della retorica con l’entusiasmo caratteristico di chi ha seguito un percorso guidato dall’amore per il proprio indirizzo.
Amante della scrittura subisce il fascino
della comunicazione da sempre, anche
se sottovoce, insieme a quello della
moda. Del resto è una relazione intrinseca sostenuta già da Cicerone: i vestiti
sono delle perfette metafore. Come i
primi sono concepiti per aggraziare l’e-
O
Nowadays one of the less discussed
arts is probably the art of speaking and
speaking well, the knowledge of rhetoric. One might say that this discipline,
which studies methods of speech structure, is a school for less and less actual
generations, considering the constantly
emerging insignificant languages. Even
in this case there are some exceptions
that could save us from generalization.
One of these exceptions is made by a
young fashion editor, a master of words
– Gabriele Verratti.
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22
Cut Copy
Going Nowhere
Una delle arti forse meno chiacchierate
ai giorni nostri è l’arte del saper parlare, del parlar bene, la conoscenza della
retorica. Questa disciplina, che studia il
metodo di composizione dei discorsi, si
direbbe una scuola per generazioni sempre meno attuali visto la continua nascita di linguaggi trascurabili; ma anche in
questo caso a salvarci dalla prevedibilità
del generalizzare ci sono le eccezioni.
Eccezione fatta da un giovane fashion
editor, un Signore della parola: Gabriele
Verratti.
D
The science of words
stetica dell’uomo, così le metafore, abbelliscono un testo. Tutto a servizio di
una bellezza di base.
like clothes are intended to add grace to
a man, metaphors embellish a text. Everything is for beauty.
Figure retoriche, metafore e similitudini
come strumenti di una scienza esatta,
con metodi e sistemi a disposizione
per una descrizione ricercata, proprio
come per un altro degli interessi del nostro redattore: l’Astrologia Classica. Durante l’università approfondisce gli studi
di Tolomeo, la relazione tra aspettative
e prospettive e capisce che forse non è
più portato solo a osservare un passato
fermo ma può abbracciare un futuro in
continuo movimento evolutivo. Quale
settore migliore dell’arte della moda per
seguire prospettive in costante rinnovamento.
Figures of speech, metaphors and similes as instruments of an exact science
with its methods and systems at the
disposal of a refined description; exactly
like of another interest of our editor –
Classical Astrology. While at university,
Gabriele delves deeply into the treatises
of Ptolemy, a relationship between expectations and perspectives, and realizes that maybe it does not lead to observe the still past, but it can embrace
the future in continuous evolutionary
movement. What sector of art is better
than fashion to follow perspectives in
constant renovation?
Inizia a studiare il fashion system per
capirlo e analizzarlo con un approccio
nuovo attraverso corsi di formazione
e stage, esperienze di styling e cool
hunting, per un confronto diretto così
da toccare con mano il sistema. La sua
innata capacità descrittiva insieme a un
perspicato gusto lo portano a recensire
per diverse testate giornalistiche, sfilate
e collezioni, affermandosi come giovane
critico di moda e fashion editor.
He starts studying the fashion system
to understand and analyse it with a new
approach through training courses, internships, and work experience in styling and cool hunting in order to draw a
direct comparison of the system from
within. His innate descriptive ability
along with a sharp taste leads him to review for various newspapers and magazines fashion shows and collections;
he thus establishes himself as a young
23
stories
Gabriele dimostra il suo ormai inscindibile amore per la parola scritta e la moda
attraverso recensioni brillanti, puntualmente seguite dal pubblico. Il rapporto
con il mondo del web è di sicuro forte
anche se il suo animo da scrittore vorrebbe che ogni notizia venisse analizzata meglio e avesse un giusto tempo di
maturazione piuttosto che puntare sulla
velocità per il primato nell’erogare news,
colpa dell’enorme concorrenza creatasi
dalle innumerevoli piattaforme web,
purtroppo per lo più approssimative.
Insomma, una prospettiva chiara basata
sulla trasformazione come arricchimento. Dalle solide basi classiche alla meditazione per un continuo approfondimento intelletuale che proietta la felicità
come ricerca e conquista di una propria
personalità, mettendo di continuo in
gioco se stessi.
In short, a clear perspective equally
based on a change and fortification.
From the solid classical bases to meditation for a continual intellectual development, that displays happiness as a
research and conquest of personality
by constantly bringing themselves into
play.
Written by Cesar Valdivieso
Translated by Alisa Nikitina
stories
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Photo by
1- Alessia Campostrini 2- Massimo Bianchi 3- Monsieur Jerome
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Cesar Valdivieso
fashion critic and fashion editor.
Gabriele demonstrates his almost inseparable love for the written word and
fashion in his brilliant reviews that are
regularly followed by the public. The relationship with the World Wide Web is
definitely strong, even though his soul
of a true writer would prefer news to be
better analysed by giving them time to
maturate instead of focusing on setting
a record in news delivery.
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3
Smiling colours
Photo by
1- Chet Faker, Portrait “I’m into you” 2- Portrait by
Alessandro Omiccioli 3- Spring 4- New Shoes!
5- [INSPIRED by MUSIC] AMY WINEHOUSE - Tears dry on their own
stories
Grafico e Illustratore, Antonio fa dell’immagine la risposta giusta per dar vita al
suo estro. Disegna da quando riesce a
ricordare ed è sempre fortemente motivato da tutto ciò che riesce a entusiasmarlo sia questo un palazzo o una
canzone, un abito o un semplice gesto.
Meditativo, ama osservare le persone
focalizzando i loro tratti distintivi per
elaborare le sue sensazioni/reazioni in
immaginari piacevoli e ironici. Partendo già con un’idea chiara della palette
da usare, studia sempre le tonalità che
possano essere ogni volta interessanti,
sempre più con una volontà sperimentale. Volontà che vede anche un senso
di positività come concetto generale da
trasmettere con i suoi lavori, unendo
un messaggio implicito di sostanza alla
grazia dei disegni.
Classe 1983, è un ragazzo intraprendente ed energico che non soltanto partecipa
a diversi concorsi ma vince la maggior
parte di questi ancora prima di laurearsi
alla I.U.A.V. di San Marino come Visual
Designer. Il contest più significativo, la
cui vittoria lo vede cambiare anche cielo,
è quello organizzato dalla Giovane Grafica Italiana e che all’età di 26 anni lo
porta a vivere un’importante esperienza
lavorativa ad Amsterdam. E gli è servito
andare lontano per decidere di tornare
alla sua passione iniziale, quella del disegno a mano libera, professione che
A graphic designer and illustrator he
chooses a picture as the best way for his
inspiration to take form. He draws since
he can remember; he is always strongly
motivated by everything that can fire him
with enthusiasm, even it is a building or
a song, a dress or a simple gesture. As
a meditative person he loves to observe
people focusing on their distinctive features to express the feelings/reactions in
pleasantly ironic images. Starting with a
clear idea of the colour palette he then
studies its tonality, which always turns
out interesting, with an increasing desire
to experiment. The desire that sees a
sense of positivity as a general concept
to be transmitted in his works, combining an implicit message of essence with
the grace of the drawings.
TE
D
Be it love, career success, or simply his
infinite optimism, but the fact is that Antonio presents himself as a person who
leaves a lasting impression thanks to
his bright personality and a simplicity,
which reflects a mature interest towards
the nature of things being his personal
trademark. Visual philosophy expressed
in most of his works, the drafts of a
positive karma.
H
This is the very freedom of mind represented through lines, characters, and
stories with a seemingly naïve and basic
approach, yet with clear awareness. A
visual approach that deliberately embraces representative techniques in the
childish traits in order to help us to (re)
discover the world through the eyes of a
child, and to marvel over the beauty surrounding us, since, depending on one’s
point of view, it gains an entirely different and new colour.
IG
Ecco rappresentata la libertà mentale attraverso linee, personaggi e storie con
un approccio forse naïve ed elementare
ma con una chiara consapevolezza. Un
approccio visivo che abbraccia volutamente tecniche a tratti infantili per aiutarci a (ri)vedere il mondo con gli occhi
da bambino e stupirci della bellezza di
ciò che ci circonda perché a seconda dei
punti vista, essa assume tutto un altro e
nuovo colore.
R
Among these instruments that, in this
case, have also become the means of
study, are colours and shades that are
able to influence healthily body and
mind; exactly like the smile and positive
energy shared by such a charismatic
person as Antonio Colomboni.
Sarà proprio l’amore, i successi lavorativi o semplicemente il suo eterno
ottimismo, fatto sta che Antonio si
presenta come una persona che lascia
il segno grazie a un carattere brillante e
una semplicità che rispecchia un maturo interesse per l’essenza delle cose, un
nobile personale biglietto da visita. Filosofia visibile nella maggior parte dei suoi
lavori, bozze di un karma positivo.
PY
Tra gli strumenti, diventati a loro volta
anche strumenti di studio, ci sono i colori che con le loro cromie sono capaci
di influenzare anche in modo salutare il
corpo e la psiche, proprio come il sorriso e le energie positive trasmesse da
persone piene di carisma, come Antonio
Colomboni.
him several collaborations with magazines and well-known companies, what,
once again, proves the decision to move
to Milan, with his better half, to be the
right one.
riprende attivamente una volta ritornato
sul suolo italiano. Tutte queste esperienze arricchiscono la sua tecnica e visione
artistica portandolo a realizzare diverse
collaborazioni con testate giornalistiche
e aziende rinomate, confermando vincente anche la sua decisione di spostarsi
a Milano, sempre insieme alla sua dolce
metà.
O
The instruments that make possible to
perform our activities, our works, are
of a great variety and can also become
special when dealing with the materialisation of artistic perceptions. Means
through which visions and feelings take
the form of something more or less
recognisable, turning ourselves into the
most important instruments of the chain
of emotions. Those people, who either
with a pen, or violin, or a pair of scissors
are able to create parallel words in which
we can recognize ourselves by accepting the language of the author.
C
26
Hidegard Knef
Im Achtzigsten Stockwerk
Sono di una grande diversità gli strumenti che rendono possibile lo svolgere
delle nostre attività, dei nostri lavori, diventando anche speciali quando si tratta
di materializzare percezioni artistiche.
Mezzi attraverso i quali visioni e sensazioni prendono forme più o meno riconoscibili, facendo anche di noi stessi gli
strumenti più importanti di una catena di
emozioni. Chi con una penna, un violino
o un paio di forbici riesce a costruire dei
mondi paralleli in cui possiamo scegliere di riconoscerci, scegliendo di condividere il linguaggio dell’autore.
Cesar Valdivieso
Written by Cesar Valdivieso
27
4
Translated by Alisa Nikitina
2
Class 1983; an enterprising and energetic boy, who not only participates in
different contests long before his graduation in Visual Design from IUAV (University of Venice) of San Marino, but
wins in most of them. The most significant contest, the victory in which made
him think he can change his sky, was
organised by the Giovane Grafica Italiana; this offered him an important work
experience in Amsterdam. This influences him to go back to his initial passion – freehand drawing – a profession
that he enters right after he comes back
to Italy. All these experiences enrich his
artistic technique and vision, and bring
stories
C
O
PY
R
IG
H
TE
D
5
robertofragata
PY
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C
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C
not an
ordinary
night
photographer
Tania Alineri
stylist
Federica Migliazza
grooming
Sara del Re @ MKS
model
Charles Benoit @ Indipendent
A sleepless night; a hotel and its surroundings. A guy “at attention” is marching around in search of something, or someone.
Silk jacket ANGELOS FRENTZOS. Pants GIULIANO FUJIWARA. Boots ANGELOS FRENTZOS.
D
TE
H
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C
Shirt LEITMOTIV. Pants BORSALINO. Belt FABRIZIO MANCINI.
D
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C
Shirt LEITMOTIV. Pants BORSALINO. Belt FABRIZIO MANCINI.
Shirt BAND OF OUTSIDERS. Suspenders GIULIANO FUJIWARA. Pants ANGELOS FRENTZOS. Shoes GIULIANO FUJIWARA.
D
TE
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C
Jacket and pants BAND OF OUTSIDERS. Shirt LEITMOTIV. Boots ANGELOS FRENTZOS.
D
TE
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C
Jacket BAND OF OUTSIDERS. Shirt and pants GIULIANO FUJIWARA. Boots ANGELOS FRENTZOS
D
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C
PEAKING
LIGHTS
photographer
Gautier Pellegrin
stylist
Sofia Hernandez Bombaci
Make up and Hair Stylist
Rory Rice
Stylist Assistant
Paula Ortiz
Bodysuit AMERICAN APPAREL. Shirt MARCO DE VINCENZO.
D
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Top TIBI.
Crop top TIBI. Skirt JIL SANDER. Socks stylist’s own.
D
TE
H
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C
Bodysuit AMERICAN APPAREL. Sport bra NIKE. Shirt MARCO DE VINCENZO.
Dress MM6 MAISON MARTIN MARGIELA.
D
TE
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C
Crop top TIBI. Skirt JIL SANDER. Shoes MARCO DE VINCENZO. Socks stylist’s own.
Bodysuit AMERICAN APPAREL. Sport bra NIKE. Shirt MARCO DE VINCENZO.
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O
C
Top and shoes MARCO DE VINCENZO. Skirt DAKS. Socks stylist’s own.
D
TE
interview
Beh, ho avuto bisogno di tempo per l’università e per il mio prossimo album e
ho dovuto rinunciare ai concerti. Ho la
sensazione che non posso ancora permettermi di giudicare dove sono, ma la
cosa più importante per me è toccare e
raggiungere le persone con un linguaggio che tutti su questo pianeta capiscono: la musica.
In merito al progresso, le opinioni sono
contrastanti. C’è chi pensa che l’avvento
di programmi e mezzi sempre più evoluti rappresenti un ausilio non indifferente per chi si trovi ad affacciarsi ora
R
IG
H
The perspective of the Catcher
In The Rye of music.
Dando un’occhiata al sito della tua agenzia di booking, ho letto che nell’ultimo
periodo ti sei esibito pochissimo live,
così da poterti dedicare interamente allo
studio, oltre che alla produzione del primo Lp in uscita ad Aprile, “Times”. Quasi un modo per ricordarci che a vent’anni, sei ancora un ragazzo prima di tutto.
Ironia della sorte dei tempi che corrono
doverci sorprendere di una tale banalità.
Pensi di aver bruciato un po’ troppo le
tappe?
PY
A small man with so much experience
behind him, and a suitcase full of ideals.
Hard to listen and not be impressed
by his maturity of how he expresses
himself and how he speaks of his
“career.” Just twenty years old, he can
boast a musical evolution worthy of the
most experienced producers, a passage
trough luxury labels, from Stil Vor Talent,
foster mother of hits like “Trumpets
Victory” or “Sweden Roof”, to Dynamic,
and bold utterances in which the pupil
admits not to recognize himself today
in the work of the “beginning”. A drop
in the ocean? Yet David looks like he
is not afraid of the contraindications of
success, and he knows how to deal with
them. He does it with the unconditional
confidence in their own ability in music
that is something more than the wishful
thinking of those who came into life just
now.
It doesn’t matter if his first brand new
album, “Times”, anticipated by the
last EP “You Got To Love Me” is being
ushered in by that downtempo house,
that seems more an answer to the hype
of the moment, rather than a certificate
of identity of their own, already well
defined. The boy has clear ideas and
a good dose of noble boldness not to
follow the trends in the music industry,
and all its perverse mechanisms.
O
david
august
sfrontatezza per fregarsene delle tendenze del mercato discografico e di tutti
i suoi meccanismi perversi, in virtù di
un percorso votato alla continua sperimentazione verso sempre più molteplici
direzioni creative.
C
52
Un piccolo uomo con già tanta gavetta
alle spalle e una valigia di ideali. Difficile
ascoltarlo e non rimanere impressionati dalla composta maturità con cui si
esprime e parla della sua “carriera”. Ad
appena vent’anni, può vantare l’evoluzione musicale degna di un produttore
navigato, un passaggio di etichette di
lusso, dalla Stil Vor Talent, madre putativa di successi come “Trumpets Victory” o “Sweden Roof”, alla Dynamic,
condito da ardite esternazioni in cui il
pupillo ammette di non riconoscersi a
oggi nei lavori degli “esordi”, e aspettative su di lui che fioccano da ogni dove.
Una goccia in mezzo al mare? Eppure,
David sembra uno che non teme le controindicazioni del successo, e che sa
come affrontarle di petto, forte di quella
fiducia incondizionata nella musica e nei
propri mezzi che è qualcosa di più della
pia illusione di chi si affaccia or ora alla
vita. Poco importa se il suo primo album
di inediti, “Times”, anticipato dall’uscita dell’ultimo osannato Ep “You Got To
Love Me”, si preannuncia all’insegna di
quell’house downtempo tanto di moda
negli ambienti chic dell’elettronica di
nicchia, quanto un tantino inflazionata.
Che si tratti di una sussiegosa risposta
alla corrente del momento, piuttosto
che di un provvisorio attestato di stima
in previsione di probabili “futuristiche”
virate, il ragazzo dimostra di avere le
idee chiare e la giusta dose di gentile
Looking at the website of your booking
agency I have read you had decided to
drop your gigs in the last few months, so
you can take your time for studying and
produce your first LP, “Times”, coming
out on April. Nearly a way to remind us
that you are a twenty years old boy first.
Don’t you think you’ve shot to the top
a bit too fast?
Well, I needed some time for university
and for my album which I couldn’t
combine with playing gigs. I have the
feeling I don’t have the objectivity
to judge where I am. But the most
important thing for me is to touch and
reach people with a language everybody
on this planet understands: music.
53
David August
You Got To Love Me
About technological progress, opinions
are mixed. Some people think that the
advent of more and more sophisticated
software represents an aid for those who
are new in the world of electronic music,
an easy way to halve the difficulties. On
the other side some consider it a double
edged sword that helps the proliferation
of immature musicians most of the time
overrated.
What kind of software/hardware
do you use to produce? Modern
equipment or do you prefer vintage/
analog instruments?
I work with different Daw’s, but for my
electronic music I use Logic, as I figured
Portrait by Linn Kuhlmann - linnkuhlmann.de
interview
54
Il corso che sto facendo è sostanzialmente uno studio sull’audio engineering
che include anche un focus sulla musica
classica con tutte le materie più comuni
(teoria, composizione, teoria fonetica,
ecc.). Cerco giorno dopo giorno di essere sempre più in grado di produrre
qualsiasi tipo di stile musicale, non solo
per assicurarmi in futuro una sicurezza
finanziaria, ma per avere anche una certa varietà nella mia vita.
Tornando alla musica, non si può negare
che ti manchino le competenze tecniche
in materia, suoni il pianoforte dall’età di
cinque anni. E non si può dire che dalle
tue produzioni non traspaia un’evidente
familiarità con le strutture musicali tradizionali, così come una notevole padronanza melodica e armonica del resto.
Quanto è importante per uno del tuo
campo conoscere la musica classica e
interview
Sì, sicuramente. In effetti la registrazione è in realtà tutto ciò che riguarda il mio
studio attuale. Solo che proprio nel momento in cui abbiamo prodotto queste
canzoni stavo entrando all’università, il
che significa che non avevo avuto ancora tante esperienze in merito. Lavorando
con loro ho imparato alcune cose in anticipo che in futuro si sono rivelate veramente d’aiuto, è stato bello.
Ripercorrendo le tappe della tua, brevissima, carriera, sembra di rapportarsi
molto più con un giovane musicista in
erba, piuttosto che con un dj.
Cosa mi dici del dj set? Ti piace farlo o
è solo un palliativo d’obbligo per mantenere un contatto diretto con la pista?
Molti produttori lo considerano un passatempo disimpegnato per sfoggiare la
propria versatilità artistica senza mettersi troppo in gioco, sminuendone notevolmente il valore a livello tecnico però.
Pensi che un dj che non produce possa
definirsi uno che fa musica?
Forse non può definirsi in grado di comporre musica, ma rimane pur sempre un
artista. Penso che per essere un buon dj
si abbia bisogno più che altro di mettere,
molto semplicemente, le tracce a tempo.
“Stepping Through Myself”, onirico e
introspettivo B-side di “You Got To Love
Me”, ricorda molto lo stile di Nicolas
Jaar. Talmente tanto da farci credere
che tu ne abbia palesemente tratto
spunto. è così? Non saresti il solo in tal
caso...
È interessante che tu abbia citato quel
pezzo, ma non credo che questa traccia
sia simile al suo lavoro in realtà. Ma è
certamente eccitante quando un ragazzo, un anno più grande di me, entra nella
scena con un nuovo stile e ha tanto successo per questo. Naturalmente questo
mi ispira.
Ho letto che hai più volte definito Solomun il tuo mentore artistico per eccellenza, colui che ti ha condotto per mano
alla scoperta della vocazione per la musica house. Ma non ne soffri un po’ il
confronto? Non ti pesa essere additato come suo figlioccio? Il rischio è di
perderci in personalità.
No, non soffro per niente di questo. Non
posso che essere felice di avere una
grande persona così vicino a me, più
successo ottiene, più io sono felice per
lui. Nessuno nella nostra etichetta soffre
perché qualcuno ha più successo di un
altro, alla fine è la famiglia che ci rende
forti e fa sì che nessuno debba preoccuparsi di sè stesso. E da mezzo italiano è
molto bello essere in una squadra dove
Yes, definitely Johan Sebastian Bach.
A demonstration of how your work is
open to the most diverse influences, you
have recently driven yourself in other
genres, in addition to the classic. Thanks
to the sub-label of Dynamic, DIY4, you
have produced together with Stimming
a track (“Game Over”) of the Pool, a
young indie-rock band from Hamburg.
Tell us about this experience: is it
helpful for the further refinement of
your musical knowledge?
There are a lot of artists I admire, but
recently more artists from the past,
who are not active anymore/not alive.
By working all the time on my album, I
actually missed a little bit the movements
in the scene.
The course I am doing is basically an
audio engineering study which includes
also a focus on classical music with
all the common subjects (theory,
composition, aural theory…) . I try to
be able one day to produce any kind of
music style. Not only to have a financial
security but also to have variety in my
life.
Yes, definitely. But recording is actually
what my study is all about. Just at the
time we produced these songs I was
entering into university, what means I
didn’t have so many experiences yet.
By working with them I learned some
things in advance which was really cool
and helpful.
D
Is unique and commendable, despite the
success already widely reported, that
you have immediately demonstrated
a firm intention to progress and learn
more about music, symptomatic of your
humility as an artist and as a young
man. I know you’ve recently moved
from Hamburg, your hometown, to
Berlin, just to follow your music studies.
Technically, what is this course about?
You’ve chosen it to deepen your
path in electronic music or intend to
explore other styles?
TE
L’album è un long player, basato più su
canzoni vere e proprie che su tracce da
ballare, in cui tento di combinare tutte
le influenze musicali che ho avuto nella
mia vita fino ad ora, attraverso i generi
musicali più disparati, in modo da lavorare con un sacco di strumenti acustici differenti. La cassa in 4/4 è sempre
presente, ma anche in altri contesti non
propriamente abituali. Ci sono strutture
a base elettronica con tempi a partire
da 85 bpm fino a 116 bpm, e non tutti
composti con l’obiettivo di funzionare
sulla pista.
Sarah Venturini
Excluding your label mate at Dynamic
Records, which artists do you admire
most? There is some young talent
that you feel to recommend us as the
future “wunderkind” of house music,
as you’ve been often called?
Retracing the steps of your very brief
career, seems to relate more to a young
musician rather than a dj. What about
the dj set? Do you like it or it is just a
must to maintain direct contact with
the track? Many producers consider it
a disengaged hobby to show off their
versatility as artists without putting too
much at stake, diminishing considerably
the value on a technical level though.
Do you think that a DJ who doesn’t
produce can be called one who makes
music?
H
A dimostrazione di quanto i tuoi lavori
siano aperti alle più variegate influenze,
ti sei recentemente orientato alla scoperta di altri generi, oltre alla classica.
Grazie alla sotto etichetta della Dynamic,
DIY4, hai prodotto insieme a Stimming
un pezzo (“Game Over”) dei Pool, una
giovane indie-rock band di Amburgo.
Parlaci di quest’esperienza: è stata
utile ai fini di un ulteriore perfezionamento delle tue nozioni musicali?
Cosa ci dobbiamo aspettare dunque
dal nuovo album? Ulteriori cambiamenti o una linea coerente con questo
filone low-bpm?
Non così presto in realtà, dovrò studiare
ancora per altri 3 anni. Sto solo per avere il mio pre-diploma, che arriva dopo
2 anni di studi. Così spero di ottenere
la possibilità di continuare con il mio
percorso e portare avanti la mia carriera
come ho fatto negli ultimi 2 anni.
There is no doubt that classical music
has given birth to the most famous
composers of all time, a factor that
shouldn’t be underrated even for those
who like electronics.
Are there some of the greats of the
past that inspire you especially in your
production?
IG
È singolare e lodevole come, nonostante
il successo già ampiamente riscontrato,
tu abbia fin da subito dimostrato una
ferma intenzione di progredire e apprendere sempre nuove conoscenze più
specifiche, sintomatica della tua umiltà
come artista e come giovane uomo. So
che ti sei trasferito da poco da Amburgo, tua città natale, a Berlino, proprio
per poter seguire un ricercato corso di
musica nella capitale tedesca. Tecnicamente in cosa consiste il corso? Lo hai
scelto per approfondire il tuo percorso
nella musica elettronica o intendi spaziare con altro?
Si, senza dubbio Johan Sebastian Bach.
In realtà è stato solo un metodo per attirare l’attenzione, lo ammetto.
A breve quindi terminerai gli studi.
Come intendi applicare in concreto le
nuove conoscenze acquisite grazie al
corso? Programmi per il futuro, dove
ti vedi “da grande”? : )
out a kind of workflow, which makes me
working fast.
I am used to work more on software
plugins. Now with the time i am starting
to use also analog stuff although i
work with a lot of acoustic elements
by recording several types of sounds/
instruments.
R
Ci sono un sacco di artisti che ammiro,
ma recentemente più gli artisti del passato, che non sono attivi da tempo ormai o purtroppo morti. Lavorando tanto
sul mio album, in realtà ho perso un po’
il movimento della scena attuale.
È indubbio, a prescindere dal gusto
soggettivo, che la musica classica abbia
dato i natali ai più illustri compositori di
tutti i tempi, un fattore non di poco conto anche per chi si diletta di elettronica.
C’è qualcuno dei grandi del passato a
cui ti ispiri particolarmente per produrre?
Il tuo percorso nella musica house è
iniziato grazie alla Stil Vor Talent che ha
scommesso su di te, e a Oliver Koletzki
cui hai inviato, ancora pressochè sconosciuto, le tracce del tuo primissimo Ep
“Praha” con un’originale quanto audace
postilla: «Attenzione non è una demo».
Sembravi già molto sicuro dei tuoi
mezzi. O facevi solo finta?
la parola “famiglia” ha una grande importanza, cosi come quanta ne ha nella
patria di mia madre, ovvero la vostra. : )
PY
Escludendo i compagni di Dynamic
Records, la tua etichetta, quale collega
ammiri di più? C’è qualche giovane
talento che ti senti di raccomandare
come il futuro “wunderkind” della musica house, come sei stato più volte
definito tu?
Non è fondamentale. Potrebbe essere
utile e potrebbe aiutarti, ma i fattori che
contano di più sono il talento e l’intuizione. La cosa che ammiro di persone
senza alcun background è che hanno
saputo lasciarsi andare e non conoscono confini musicali. A volte sono seduto
alle tastiere, cercando di trovare un tema
per una nuova canzone e finisco per ricascare sempre in strutture musicali
classiche, quando in realtà non vorrei
averle in quel momento. Un sacco di
artisti senza alcun background musicale hanno così tanto successo perché
sono diversi. E sono così diversi, perché
non rientrano in strutture o temi musicali che le persone già conoscono, ma
ricadono in un mondo musicale del tutto
autentico che deriva dal loro interno.
Sto parlando di proporre qualcosa che
abbia un senso compiuto per la gente, la
posizione, il tempo, ecc. Un buon dj deve
tener conto di tanti molteplici aspetti, ed
un dj che sia in grado di gestire tutte
queste cose, è un Artista per me.
O
Di solito lavoro con diversi DAW (digital audio workstation n.d.r), ma nell’ultimo periodo per la musica elettronica
che produco uso LOGIC, da quando ho
trovato una sorta di flusso di continuità,
che mi fa ottenere ottimi risultati velocemente. Sono abituato a lavorare di più
sui plugin software. Ora con il tempo sto
iniziando ad utilizzare anche roba analogica, nonostante mi serva di un sacco
di elementi acustici registrando dal vivo
diversi tipi di suoni/strumenti.
saper suonare uno strumento?
Speaking about music again, you play the
piano since the age of five. And in your
production there is a clear familiarity
with traditional song structures, as well
as a remarkable mastery of melody and
harmony.
How important is, for one of your field,
to know classical music and to be able
to play an instrument?
C
al mondo della musica elettronica, utile
a dimezzarne le difficoltà, e chi invece lo
considera un’arma a doppio taglio che
favorisce la moltiplicazione di acerbi
quanto sprovveduti avventori dal talento
piuttosto sopravvalutato.
Tu cosa usi per produrre? Strumentazione all’avanguardia o supporti vintage/analogici?
It’s not such important, it might be
useful and might help you but the
things which count most are talent and
intuition. The thing I really admire about
people without any background is that
they let their selves go. They just don’t
know any musical boarders. Sometimes
I am sitting on my keys, trying to find
a theme for a new song and I fall into
musical/classical structures I actually
don’t want to have at that moment. A
lot of artists without any heavy musical
background are so successful because
they are different. and also different
because they don’t fall into structures
or musical themes people already know
but fall into a musical world from their
inside.
He maybe doesn’t compose music, but
he is still an artist. I think to be a good
dj means you really need more than just
beatmatching the tracks. I am talking
about having a sense for the people, the
location, the time etc. So many aspects
a good dj has to concern. And a dj who
can handle these things, is an artist to
me.
Your first appearance in the house
music started thanks to Stil Vor Talent
that has bet on you, and Oliver Koletzki
to who you sent, still almost unknown,
the tracks of your very first Ep “Praha”
with an original and daring remark,
“attention is not a demo”. You seemed
very sure of your means. Or did you
just pretend?
till now. I go through several musical
genres by working also with a lot of
different acoustic instruments. The 4/4
bassdrum is mostly there but also in
other contexts. There are electronica
based structures with tempi starting
from 85 bpm till 116 bpm and not all of
them composed to work on the dance
floor.
“Stepping Through Myself”, dreamlike
and introspective B-side of “You Got To
Love Me”, reminds the style of Nicolas
Jaar. So much to make us believe that
you clearly drawn inspiration from. Is
it right? You would not be the only one
in this case.
It’s interesting you name that song but
i don’t think this track is similar to his
work. But it’s of course exciting when a
boy, one year older than me, steps into
the scene with a new style and having
so much success with it. of course this
inspires.
I read that you often defined Solomun
your mentor for artistic excellence, the
one who led you to discover the vocation
for house music. Don’t you suffer a bit
the comparison with him? Don’t you
mind being heralded as his godson.
The risk is to lost personality.
I don’t suffer at all. I just can be more
than happy by having such a great
person near to me, the more he gets
successful the more I am happy for
him. But nobody suffers at our label
because somebody is more successful
than another. At the end it is the family
which makes us strong and why nobody
should worry about himself. And as
an half Italian it feels very good to be
in a team where the word “family” has
such a big importance as it has in my
mother’s homeland.
Soon you have just finished your
studies. How do you plan to apply in
practice the new knowledge gained from
the course? What are you plans for
the future, where do you see yourself
“grown up”? :)
55
Actually it will happen not so soon. I
have to study 3 years. I am just having
my pre-diploma, which comes after 2
years. so I hopefully will have the chance
to continue with my study and my career
as I have been doing for the last 2 years.
Written by Sarah Venturini
Translated by Antonella Giannelli
It was actually just a method to attract
attention.
So what can we expect from the new
album? Further changes or you’re
staying on the current of low-bpm?
The album is more a song based
longplayer where I try to combine all
the musical influences I had in my life
interview
Qualcosa di più di un’accessoria guarnizione, preziosa e appariscente, ma una
vera e propria opera d’arte che trascenda il valore concreto del materiale impiegato per parlare un linguaggio nuovo, quello di una creatività attiva, fino
al punto da prevaricare il portatore che
ne usufruisce, diventando esso stesso protagonista e codificatore di nuovi
metri di valutazione estetica. E se ci rapportiamo al mondo del contemporaneo
in funzione di questo orizzonte sempre
più multidisciplinare, all’insegna dello
art
It is something more than precious and
strikingly beautiful decoration accessories. It is a pure piece of art that transcends the real value of its material so it
could speak a whole new language – the
TE
H
IG
R
PY
The Ruby Suns
Closet Astrologer
O
56
Manfred Bischoff undermines the principles of deep-rooted decorative concepts and demonstrates how with a
simple piece of jewellery it is possible
not only to garnish our bodies, but, first
of all, to seal our lost souls in consolatory decorations. Our souls, abandoned
to a perspective of pleasant oblivion and
incredibly conscious and constructive
vanity. If we think about the traditional
role of ornament in the past, it may
seem that the task was to embellish the
female figure with a support of skilful
craftsmanship. A handicraft that seeks
to protect and emphasize the value of
the precious object, which is usually
considered as a distinctive element of
social class system, a status symbol
that guaranteed access to a particular
social class. This unbreakable bond between ornament and social ostentation
has vanished over the past centuries.
However, it has evolved a new concept
of jewellery based on plain decoration
corresponding to the aesthetic values of
mere appearance and the so-called superficiality, devoid of any metaphysical
content.
Besides breaking down the barriers between artistic disciplines in the recent
times, it has assumed an ever-increasing universal importance and a selfsufficient personality, up to the point
of becoming an object or a subject that
enjoys its own life, thus forming a contemporary conception of jewellery that
we all have today.
C
Se pensiamo al tradizionale ruolo dell’ornamento nel passato, appare inevitabile
ricondurne il compito essenziale a un’operazione di semplice abbellimento della
figura femminile, supportata spesso da
una sapiente lavorazione artigianale.
Una manualità volta alla tutela e al risalto
del valore dell’oggetto prezioso, generalmente considerato in qualità di elemento
distintivo del ceto di appartenenza, status symbol che garantiva l’adesione a
una particolare classe sociale. Nel corso
dei secoli, questo legame inscindibile
tra ornamento e ostentazione sociale,
si è andato perdendo, e al contempo è
andato via via evolvendosi il concetto di
gioiello inteso come sterile decorazione
funzionale a canoni estetici di mera apparenza e sedicente superficialità, privo
di contenuto metafisico autonomo. In
linea con l’abbattimento delle barriere
tra discipline artistiche proprio dei tempi recenti, esso ha assunto una valenza
sempre più universale, fino al punto da
diventare oggetto/soggetto che gode di
vita propria, e personalità autosufficiente, arrivando alla concezione di gioiello
contemporaneo che intendiamo tutt’oggi.
D
In un percorso che scardina i principi delle
concezioni decorative più radicate, Manfred
Bischoff dimostra come grazie a un semplice
gioiello possiamo non solo guarnire i nostri
corpi, ma prima di tutto suggellare, di
decori consolatori, le nostre anime smarrite,
abbandonati alla prospettiva di un piacevole
oblio e a una vanità incredibilmente consapevole
e costruttiva.
D
TE
H
IG
R
PY
O
C
scambio reciproco di risorse e possibilità creative, non si può allora non volgere
la dovuta attenzione agli esemplari lavori di un maestro come Manfred Bischoff
(Schömbrg/Calw, 1947). Designer ambivalente, un po’ artigiano, un po’ scrittore, un po’ scenografo se vogliamo. Un
orafo che allestisce teatri di metafore
oniriche, approfittando del nostro esibizionismo più recondito. In sostanza, un
filosofo del gioiello, dallo spirito machiavellico a tutti gli effetti. A dimostrazione
di quanto la manualità possa ancora
essere portatrice di inediti significati,
Bischoff lavora metalli e materiali dall’inestimabile valore, oro e corallo, come
fossero pezzi di pongo, imbrattandosi
grottescamente le mani di leghe preziose e imbrattandoci le coscienze di verità
inaspettate. Con la stessa sprovveduta
leggerezza di un bambino, forgia creature attinte dagli immaginari più diversificati (curiosi animali, personaggi fiabeschi, improbabili fiori), e incurante della
presunta resa trasandata che ne deriva,
sfrutta la semplicità dell’immediatezza
per lanciare un messaggio che metta
a proprio agio, e arrivi dritto al punto.
Non sfoggia né esibisce, ma sussurra e
accenna, fingendosi ingenuo e inattento.
Fingendosi appunto.
Ogni singolo oggetto, viene presentato
sopra a un cartoncino bianco, sul quale l’artista accompagna un messaggio
scritto e/o disegnato da lui, con una grafia che essa stessa ricorda lo stile dell’opera, distorta, asimmetrica, volutamente
scomposta. È attraverso questi titoli dal
sapore caustico e sibillino che l’opera
assume una nuova individualità (“Edipo
Re”, “Libido”, per citarne alcuni), e l’incompiuta disinvoltura delle forme, svela
il paradosso, l’ironia del tutto. E il gioiello si completa. Una poetica dell’allusione
che, lungi dall’essere totalmente rivoluzionaria, apporta di certo un elemento di
indiscussa novità: si serve dell’oggetto
prezioso, di norma considerato superficiale e sussidio di pochi eletti, per
innescare un pensiero filosofico senza
gridarlo con violenza, lasciandoci liberi
di interpretare, e al contempo incanalati,
ben lontano dall’omologazione conformistica che lo macchierebbe.
Le parole di Bischoff sono moniti per le
nostre coscienze spaesate e spersonalizzate, suggerimenti a renderci parte attiva, non più negando, ma abbracciando
l’indiscusso bisogno di apparenza che ci
contraddistingue. Le sue mani plasmano il futuro dell’arte: non dimenticano
l’estetica dell’esteriorità, ma la elevano
a disciplina finalmente nobile e positiva.
Scusate se è poco.
Sarah Venturini
one of the active creativity. People who
possess it become overpowered by this
piece of jewellery. It itself becomes the
protagonist and new aesthetical valuesetter. In this contemporary world in
the terms of this increasingly multidisciplinary horizon characterized by the mutual exchange of resources and creative
opportunities, it is impossible not to pay
attention to flawless works of a master
like Manfred Bischoff (Schömberg/Cawl,
1947). An ambivalent designer, who is
also a bit of a craftsman, a bit of a writer,
a bit of a set designer, as you please.
He is a goldsmith who furnishes the
theatres of dreamlike metaphors, taking
advantage of our innermost exhibitionism. Basically, he is a philosopher of
jewellery with the Machiavellian spirit in
all senses.
To give a demonstration of how manual
dexterity can still be a bearer of unique
meanings, Bischoff works with metals
and materials of great value, gold and
coral, as if they were pieces of dough,
getting his hands grotesquely dirty with
precious alloys, and smearing us with
the unexpected consciences of the truth.
With the same frivolity of a child he forges the creatures drawn from the most
diverse images, and indifferent to a presumed sloppy yield that derives from
these images, he leverages the ease
of immediacy, in order to send a message, which he puts to ease and would
go straight to the point. He is not boasting, nor is showing off; he whispers and
drops a hint pretending to be naïve and
inattentive. Pretending indeed.
59
Every single object is presented on top
of a white card, on which the artist adds
a message whether written or designed
by him and with handwriting that resembles the object’s style: distorted, asymmetrical, and deliberately displaced. It
is exactly through these titles of caustic and cryptic taste the work assumes
a new individuality and the unfinished
ease of forms reveals the paradox – the
irony of it all. And thus the jewel is completed.
Poetry of allusion which is far from being totally revolutionary certainly adds
an element of undoubted novelty. It is
about the use of a precious object, to
trigger a philosophical thinking without
violently shouting it out loud, that leaves
us free to interpret, yet at the same time,
channelled far away from conformist approval that would stain it.
The words of Bischoff are the warnings
for our bewildered and depersonalised
conscience, suggestions to make us
an active part by no longer denying but
embracing the unquestioned need of appearance that distinguishes us.
His hands shape the future of art. They
do not forget the aesthetics of exteriority; on the contrary, they elevate it to an
eventually noble and positive discipline.
Written by Sarah Venturini
Translated by Alisa Nikitina
art
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C
Hija de la
Luna
Photographer
Elena Soriano
elenasoriano.carbonmade.com
Stylist
Angela Patiño
Make up Artist
Angela P.
Model
Lorena O. @ NewIconMM
Mexico City
Total looks EVA URIAS.
Portraits of a girl with a dreamlike feeling created due to the fabrics and materials that mirror warm echoes of moonlight. Reflective effects on the
light-woven dresses highlight the design work of the two young emerging fashion designers: Alfredo Martinez and Eva Uria.
D
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Blouse EVA URIAS. Skirt ALFREDO VILLASEÑOR.
Blouse EVA URIAS. Skirt ALFREDO VILLASEÑOR.
D
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Top ALFREDO MARTINEZ.
Blouse ALFREDO MARTINEZ. Pants ZARA. Gloves vintage.
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OUTLOOK
photographers
Nocera&Ferri
noceraferri.com
stylist
Emma Pulbrook
Make up and Hair Stylist
Pace Chen, using Bumble and Bumble
Models
David Valensi @AMCK
Robert Monteiro @Select
London
Jacket JOHN SKELTON. Vest top QUICKSILVER. Shirt ZDDZ. Shorts JOHN SKELTON. Shoes SAINT LAURENT PARIS. / Cardigan TOPMAN. Shirt
MAISON MARTIN MARGIELA@Start Boutique. Trousers HARDY AMIES. Shoes TOPMAN.
“We shape our buildings; thereafter they shape us” - Churchill.
The geometric relationship between man, his environment and the influence they have on one another.
D
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C
Cardigan TOPMAN. Shirt MAISON MARTIN MARGIELA @Start Boutique. / Jacket JOHN SKELTON. Vest top QUICKSILVER. Shirt ZDDZ.
Jumper ACNE @Start Boutique. Shirt MAISON MARTIN MARGIELA @Start Boutique. Tie stylist’s own.
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Jumper ACNE @Start Boutique. Shirt MAISON MARTIN MARGIELA @Start Boutique. Tie stylist’s own. Chinos JAEWAN PARK. Shoes TOPMAN.
/ Double collared shirt JAEWAN PARK. Blazer HARDY AMIES. Blue trousers TOPMAN. Shoes SAINT LAURENT PARIS.
Blue printed jacket HARDY AMIES. White mesh vest AQUA by ACQUA. Shirt DENIM DEMON. Trousers HARDY AMIES. Shoes TOPMAN.
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Jumper JOSEPH TURVEY. Polo shirt HARDY AMIES. Black jeans NUDIE JEANS CO @Start Boutique.
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Jacket TOPMAN. Navy striped T-Shirt ACNE @Start Boutique. /
Shirt DENIM DEMON. Trousers HARDY AMIES.
Blue printed jacket HARDY AMIES. White mesh vest AQUA by AQUA.
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Up in this page: Jacket ACNE @Start Boutique. Trousers JOHN SKELTON. Belt HARDY AMIES. Hat stylist’s own. Shoes FALLEN. Down
this page and right: Jacket TOPMAN. Navy striped T-Shirt ACNE @Start Boutique.
Sperimentazione prospettica
Paolo
Craft Spells
Still Left With Me
D
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Name
PY
78
Paolo
O
Nome
When I think about perspective, I think
about future, of the “perfume” of novelty, and of the poplars along the river Po
a few steps away from my home, in the
heart of the Padan Plain. I think about
my past, how a small country can go
hand in hand with the great expectations
of the young dreamers. Sometimes a
perspective can become a salvation.
A way to look ahead, forgetting about
what you cannot see beyond the end of
your nose and thinking about exploring
how the world works a little further than
here. What to do? No one has the instruction manual; each one has to make
his own way. You can get help from
music, films, your friends, and photography.
And if you get lucky enough to be able
to combine two of these elements in a
single person, then something special
may occur. As if you see a perspective in
the world you are dreaming of, through
the eyes of someone who comes from
your world.
C
Se devo pensare alla prospettiva, penso al futuro, al “profumo” di nuovo e ai
pioppeti dietro il fiume Po a due passi
da casa mia nel cuore della Pianura Padana. Penso al mio passato, a quanto un
piccolo paese possa andare stretto alle
grandi aspettative di ogni giovane sognatore che si rispetti. A quanto la prospettiva diventi una salvezza, talvolta.
Un modo di guardare oltre, scordando
cosa si blocca all’altezza del proprio
naso per scoprire come gira il mondo
un po’ più in là. Come fare? Nessuno
ha il libretto di istruzioni, ognuno si farà
strada da sé. Ci si può aiutare però: con
la musica, le letture, i film, gli amici, la
fotografia.
Se poi si ha la fortuna di poter coniugare
due di questi elementi in una persona
sola, ecco che nasce qualcosa di speciale. Come vedere la prospettiva di un
mondo che sogni, attraverso gli occhi di
qualcuno che viene dal tuo.
Cognome
Surname
Zerbini
Zerbini
Professione
Profession
Fotografo
Photographer
Dove vivi attualmente?
Where do you live and where would
you like to live?
Nord-Est di Londra e sono esattamente
dove vorrei.
Com’è nata la tua passione per la fotografia?
Con la curiosità per il mondo e per le
persone. Per l’identità: mia e di chi incontravo in quel periodo… circa 17
anni. Ora resta questa curiosità che mi
spinge avanti, e sulla strada ho trovato
anche il piacere per il passato e ciò che
riesce a evocarlo con sincerità; l’irripetibilità della fotografia che adoro e un’ossessione per la luce.
Cosa ti viene in mente con la parola
“prospettiva”?
Una strada lunga e piena di pioppi. Per
l’esattezza la strada che dal mio paese
porta alla frazione di Bardelle (nel paese di San Benedetto Po, in provincia di
Mantova, ndr).
interview
79
North East London and I am exactly
where I want to be.
How was your passion for photography
discovered?
It started due to my curiosity about the
world and people. For the identity: mine
and of the people I met during that period… that is about 17 years from now.
This curiosity is what pushed me forward. In the process I have also found
enjoyment in dealing with the past and
with what evokes it with sincerity. The
uniqueness of photography I adore and
its obsession with the light.
What comes into your mind with the
word “perspective”?
A long road bordered by poplar trees.
To be precise, the road that leads to the
village of my home land in Bardelle (in
San Benedetto Po, in the Province of
interview
pre salutare. Per chi è abituato da anni
a vedere le immagini ferme sulla carta,
cercare tutto d’un tratto di farle muovere
può risultare qualcosa di superfluo.
Che cosa vuol dire per te sperimentare: è qualcosa di necessario e positivo?
TE
D
Per me il termine “sperimentare” significa provare a fare una cosa con un
approccio diverso da quello che si è
soliti usare. Io non sperimento molto, in
verità. Cerco di fare quello che sono capace di fare e cerco di raffinarlo sempre
di più. Sperimentare certo è un bene, il
problema sorge quando si confonde la
sperimentazione con il prodotto finito.
Ovvero si confonde il modo con l’opera.
La sperimentazione è qualcosa di intimo
e personale all’artista, deve appartenergli esclusivamente. Nell’atto della creazione in sé poi, non c’è spazio per la
sperimentazione. Bisogna fare cosa ci si
è ripromessi di fare, cosa si ha dentro,
trovare e creare l’emozione che si sente e non confidare che a parlare sia uno
sbaglio o un artificio del mezzo. Credo
che il punto di vista vincente sia quello
dettato dalla propria visione delle cose,
spudoratamente in sintonia con la “nostra” visione delle cose.
H
paolozerbini.com
Come vedi il cambiamento degli ultimi
anni nel mondo della comunicazione
visiva (l’utilizzo non solo di photoshooting, ma sempre più di videoshooting
o l’insieme dei due)?
La fotografia subisce costantemente
cambiamenti all’interno della maniera
di porsi nella moda e nella pubblicità. I
vecchi stili ritornano, poi vengono abbandonati; il ricambio è ciclico dato il
consumo delle immagini nel nostro periodo. Questo fa si che ci sia spazio per
tutti i fotografi dotati di una certa sensibilità e coerenti con il loro modo di vedere le cose. Per quanto riguarda il video
penso che il legame tra fotografia e cinema sia sempre stato molto forte, infatti
la fotografia è uno dei materiali grezzi
con cui si forma il cinema. Oggi l’era digitale ha aperto la porta dell’immagine in
movimento ai fotografi. È un’evoluzione
naturale, quasi obbligata, ma non sem-
interview
And “perspective” in terms of your
work? Is it frightening, isn’t it?
No. The idea of an uncertain future is
what gives me tickles. In the ideal, my
intention is to work harder with very
talented people. Reaching a complete
aesthetical freedom in what you do, is
probably the best possible perspective I
could ever wish for and focus on.
R
PY
No. Mi stuzzica l’idea di un futuro incerto. Nell’ideale, l’intenzione è comunque
quella di fare sempre più lavori che mi
appassionino e con persone di grande talento. Arrivare a una totale libertà
estetica all’interno del lavoro è forse la
migliore delle prospettive che potrei augurarmi e sulla quale puntare.
Mantua, ed.).
To me the term “to experiment” means
to try to do something with a different
approach from what it is usually done
with. To be honest, I don’t experiment
that much. I try to do what I can do,
each time getting closer to perfection.
Experimenting is definitely good. Difficulties come when the experimentation
itself is merged with the final product.
In other words, the method blends with
the result. Experimentation is something intimate and personal for the
artist, so it should remain. In the very
act of creation, there is no space for experimentation. What is promised to be
done must be done; one must feel what
is inside there and find the right emotions that would correspond to what is
actually felt. Although, it is wrong to
believe that speaking is a mistake or an
artificial method. I believe the key point
to be what is dictated by your own way
of seeing things, though shamelessly
keeping it in harmony with “our” way of
seeing things.
paolozerbini.com
Written by Sara Maduzzi
Translated by Alisa Nikitina
O
E la “prospettiva” nell’ambito del tuo
lavoro? Impaurisce?
What does experimenting mean to you:
is it something necessary and positive?
C
80
IG
Sara Maduzzi
moving picture. It is a natural evolution,
almost inevitable, but not always good.
For those who are used to see pictures
on paper, trying to make them move all
of a sudden can result something unnecessary.
81
Paolo Zerbini for i-D, VMan, Velvet, Vice UK.
What do you think about the recent
changes in the world of visual communications (the use of photo shooting
alongside with video shooting is getting more and more popular)?
Photography
undergoes
constant
changes in order to fit in with fashion
and advertising. Old styles come back,
and then become abandoned again.
The change is cyclical, according to the
image-consumption in our period. This
means that there is enough space for all
photographers with a certain sensibility,
consistent with their own perception of
the world. As for the video, I believe that
the link between photography and cinema has always been very strong, since
photography is one of the “raw materials” the cinema was made of. Nowadays, the digital age gives a chance for
photographers to enter the world of
interview
# tips from Riccardo and Stefano
Una scatola di sapori di successo nata
due anni fà senza particolari tattiche da
seguire. L’intenzione di sviluppare qualcosa che abbia come ingrediente principale la convivialità attorno a un tavolo
in cucina è più una conseguenza che un
piano di marketing. Amanti delle lunghe
cene tra amici in atmosfere cinematografiche che di reale però hanno tutta
l’intimità creatasi tra commensali, Stefano e Riccardo hanno pensato di spostare più in là quello che già facevano.
Naturalmente e senza artifici.
Due ragazzi di “buona forchetta” , cultori dei sapori e della cucina di stagione
hanno riscoperto il cibo come chiave per
mettere in relazione persone di diversi
ambienti, occasione ideale per mettere
in pentola provenienze e interessi diversi che congiungono in un ambiente
casalingo.
82
Blood Orange
Dinner
What do we believe in nowadays?
In a time of social transition like the
one we are currently going through,
our needs are being reduced by other
priorities. We are in need of situations
and actions that would help us to deal
peacefully with today’s climate to be
more serene and, why not, more happy.
Therefore, thinking about happiness
we have focused on what mostly does,
regularly, primarily, and (nine times out
of ten) on time, give us complete satisfaction: food. Good food.
First of all, the fulfilment of a primordial need and a joint effort in everyday
life, which if well-organized becomes
the creativity itself and the process of
true art, more actual than ever. Stefano
Paleari and Riccardo Casiraghi are well
aware of it being able to make us follow and fall in love with the cult of the
cuisine and believe in the power of food.
An exclamation of flavour and a box that
is what Gnambox is.
The box of flavours was formed two
years ago without any particular tactics
to follow. The intention of developing
something that would have a convivial
atmosphere around the kitchen table
as its main ingredient is sort of a consequence rather than a marketing plan.
Fans of long-lasting dinners among
friends held in cinematographic atmospheres, yet with the real intimacy created by the guests. Stefano and Riccardo have decided to go further with what
they were already doing: naturally. Two healthy eaters, two flavours and
seasonal cuisine lovers, they have rediscovered food as the key to make different people gather together. It is an ideal
opportunity to put in the pot entirely
different backgrounds and interests that
join up in the home environment.
Il secondo consiglio, nel limite del possibile, è quello di acquistare prevalentemente
prodotti locali e, quando possibile, farlo direttamente dai produttori.
Abbiamo la possibilità di farlo grazie alla Coldiretti (lombardia.coldiretti.it) che con
il progetto Campagna Amica (campagnamica.it) organizza mercati agricoli e punti
vendita su tutto il territorio nazionale.
Ecco alcune ricette per la primavera:
The second advice is whenever possible to purchase mostly local products and, if
possible, to buy them directly from the manufacturers.
We have a chance to do this thanks to Coldiretti (lombardia.coldiretti.it) who in collaboration with the project Campagna Amica (campagnamica.it) organise agricultural
markets and retail stores across the country.
Here you can find some spring recipes:
Spaghetti con asparagi e zafferano http://goo.gl/dzZuh
Asparagi saltati con pane tostato e mandorle http://goo.gl/eurb6
Farinata di ceci con foglie di papavero http://goo.gl/UbySL
Fusilli con spinaci freschi e pinoli http://goo.gl/12znC
Spaghetti with asparagus and saffron http://goo.gl/dzZuh
Salty asparagus with toast bread and almonds http://goo.gl/eurb6
Chick-pea farinata with poppy leaves http://goo.gl/UbySL
Fusilli with fresh spinach and pine nuts http://goo.gl/12znC
D
no
TE
have
H
to
IG
In che cosa crediamo al giorno d’oggi?
In un momento di transizione sociale
come quello che stiamo attraversando,
le nostre necessità vengono ridotte a
priorità. Abbiamo bisogno di situazioni e
azioni che ci aiutino ad affrontare il clima
odierno in tranquillità, per essere più sereni e perché no, felici. Pensando quindi
alla felicità ci siamo concentrati su ciò
che più di tutto, regolarmente, principalmente, e (quasi sempre) puntualmente
ci dà un senso di piena soddisfazione: il
mangiare. Il mangiare bene.
Prima di tutto appagamento di un bisogno primordiale e azione comune
nella quotidianità che però se studiata,
diventa creatività e processo di una e
vera propria arte, attuale più che mai. Lo
sanno bene Stefano Paleari e Riccardo
Casiraghi riuscendo a farci innamorare e
seguire il culto della cucina, per credere
nel potere del cibo. Una esclamazione di
gusto e un contenitore, ecco Gnam Box.
is
R
success
PY
a
O
of
As you know we are supporters of “seasonal food” and spring brings us some of the
flavors that we prefer the most: asparagus, strawberries, cherries, peas, spinach…
Eating seasonal food is a basic, but really important norm. First of all, because of
a simple fact that the products are tastier and more economical; secondly, to give
preference to seasonal food means also to support more natural, healthy, and environmentally friendly productions.
C
The strategy
strategy.
Come saprete siamo dei sostenitori del “mangiare di stagione” e la primavera ci
riporta alcuni dei sapori che più di tutti preferiamo: asparagi, fragole, albicocche,
ciliegie, piselli, spinaci...Mangiare i prodotti di stagione è una regola semplice ma
molto importante prima di tutto per il semplice fatto che i prodotti sono più gustosi
ed economici ma, in secondo luogo, preferire i prodotti di stagione significa anche
supportare produzioni più naturali e sane e rispettose dell’ambiente.
83
Cesar Valdivieso
A transparent approach in Milan,
which looks even more polluted because of the urban stress, seems to
be the right reply to believe again in
something genuine and in the sense
of confidence that is barely present in
everyday life. An example of spontaneity made up of people who decide
to meet up to flavour the time, to get
to know each other, and/or to gather
together to create something tasty to
share, while chatting in the kitchen.
Written by Sarah Venturini
Translated by Alisa Nikitina
D
TE
H
IG
R
PY
Un approccio trasparente in una Milano sempre più contaminata dallo
stress cittadino, sembra essere la
risposta giusta per credere ancora
in qualcosa di genuino e in un senso
di confidenza sempre meno presente
nel quotidiano. Un esempio di spontaneità fatta di persone che decidono
di incontrasi per insaporire il tempo,
per conoscersi e/o ritrovarsi creando
qualcosa di sfizioso, tra chiacchiere in
cucina, da condividere.
Gnambox is also the name and fashion. A real social phenomenon; they
have established themselves in the
Web as a brand, every product of
which becomes cult. Shopping bags,
gadgets, viral videos, continuous
brought out strikes and much copied
#hashtags are what makes Gnambox
a platform where winning ideas prove
to be only an appetizer.
O
Ma anche un nome e una moda. Vero
fenomeno social, nel web si affermano come brand facendo diventare
cult ogni iniziativa da loro firmata.
Shopping bags, gadgets, video virali
e un continuo sfornare di azzeccati
e copiatissimi #hashtags, rendono
Gnambox una piattaforma in cui le
idee vincenti dimostrano di essere
soltanto all’antipasto.
Stefano and Riccardo, both professional artists and chefs for leisure,
team up to bring to life an interesting project, which combines traditionalism and innovation. Stefano
(art director) and Riccardo (graphic
and interior designer) open their own
kitchen. They turn it into a true culinary laboratory where they create,
while preparing simple, delicious,
and also sophisticated and original
recipes, sometimes alongside with
the traditions and customs of invited
guest, a friendly atmosphere thanks
to their customization and personal
point of view. A successful dynamic
appreciated by an increasing number
of followers impatient to discover
which celebrity will be the next chef.
C
Tutti e due artisti di professione e
cuochi per diletto, mettono insieme le loro capacità per dar vita a un
interessante percorso che unisce
tradizionalità e innovazione. Stefano, art director, e Riccardo, grafico
e designer d’interni, aprono la loro
cucina facendola diventare un autentico laboratorio culinario dove, a volte
insieme alle esperienze e usanze dei
loro invitati, trasmettono un senso
di familiarità durante la preparazione
di ricette semplici e appetitose ma
anche ricercate e originali grazie alla
personalizzazione e al loro personale
punto di vista. Una dinamica vincente e apprezzata dai followers sempre
più in aumento, impazienti anche di
scoprire il prossimo personaggio ai
fornelli.
# infoodwetrust
D
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IG
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PY
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C
l’amour
fou
photographer
Federico Garibaldi
stylist
Alessandro Buzzi
Top MSGM. Fur P.A.R.O.S.H. Skirt GIANNI VERSACE.
Dress MASSIMO REBECCHI. Bangle CREART II.
D
TE
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IG
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O
C
Top SESSÙN. Skirt GIANNI VERSACE vintage. Foulard EMILIO PUCCI. Shoes CARLO PAZOLINI.
D
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O
C
Top P.A.R.O.S.H. Vintage ring.
Top SESSÙN. Skirt GIANNI VERSACE vintage. Foulard EMILIO PUCCI. Shoes CARLO PAZOLINI.
D
TE
H
IG
R
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O
C
Dress P.A.R.O.S.H.
« The stories I tell are simple. And are complicated. They are simple because only small things tend to happen in them. Like pouring milk. And they
are complicated because they tell about the small things. Like drinking milk. Daily moments that are, perhaps, dressed up. Acid facts and sweet
facts as seen through the plastic eyes of a baby doll. My stories are not stories at all.» F.G.
itinere
Mustafa Sabbagh - Drusil la Foer - Sara Bencini
O
C
Suuns
Up Past The Nursery
PY
R
IG
H
TE
D
Nell’ottica prospettica di una sempre
più diffusa impollinazione incrociata tra
le discipline, un collettivo di cavalieri
creativi senza macchia ci mostra come
elevare l’arte eso-terica, appannaggio
di pochi eletti, ad esso-terica e comunemente condivisa, senza per questo
intaccarne la valenza simbolica, interpretando stimoli di identità e sessualità
primordiali, che hanno nel corpo l’ossessivo comun denominatore.
Uno dei fattori che nel corso dei secoli
ha reso la società diffidente nei confronti
dell’artista è stato di certo il modo in cui
egli sia riuscito a testimoniare la libertà con la sua azione, il modo di vivere,
comportarsi e agire. L’opera d’arte è la
quintessenza di questo sentire esistenziale di rottura. C’erano una volta le invenzioni e i templi antichi. Erano opere
che illustravano una storia, una genesi,
un tracciato, un percorso; oggi invece è
grazie all’emancipazione da tutti questi
retaggi che ci è consentita un’esperienza
individuale davvero autentica, tra quello
che è visibile e quello che non lo è. Occupandosi dell’estetica fine a sé stessa
e trascendendola, l’arte ha reso tutti i
soggetti potenzialmente liberi, pensanti,
creativi e in grado di esprimere un’identità personale autonoma e svincolata dal
funzionalismo massificante in cui siamo
implosi. Lontana dalla logica che solo
la merce prodotta, l’oggetto di scambio, possa avere un reale valore di trasformazione sociale. E perciò vittima di
emarginazione, in quanto ritenuta inutile
e improduttiva.
Ebbene, in questo caso siamo di fronte
alla sublimazione massima di un simile pensiero: un lavoro a sei mani di tre
personalità (più una) che incarnano a
pieno titolo l’arte dell’effimero, tre ere-
In a scenario where there is a growing
cross contamination between disciplines,
a group of creative unblemished knights
show us how to elevate the eso-teric art,
adobe of select few, to esso-teric and
commonly-shared without losing the
symbolic meaning, interpreting identity
stimuli and primordial sexuality, which
both have the body their obsessive
common denominator.
Over the centuries one thing that made
the society wary of artists was certainly
the way they are able to witness freedom
with their actions, the way they live,
behavior and act. The piece of art is
the essence of this feeling of existential
rupture. Once upon a time there were
inventions and ancient temples. They
were works illustrating a story, a
genesis, a path. Today thanks to the
emancipation from all these legacies we
are allowed to an individual authentic
experience, between what is visible and
what is not. Dealing with the aesthetic
itself, and transcending it, art made all
people potentially free thinking, creative,
and able to express personal identity
self-released by the overpowering
functionalism we imploded. Distant
from the logic that only the goods
produced can have a real value of social
transformation. And therefore the victim
of marginalization as it is considered
unnecessary and unproductive.
Well, in this case we are facing the
sublimation of a similar thought: a piece
made by three people (plus one) that
fully embodies the art of the ephemeral,
three heretics of the appearance
and opulence. Mustafa Sabbagh
(Amman), Drusilla Foer (Florence,
1967) and Sara Bencini (Florence)
under the supervision of the expert
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tici dell’apparenza e dell’opulenza. Mustafa Sabbagh (Amman), Drusilla Foer
(Firenze, 1967) e Sara Bencini (Firenze)
sotto l’egida del sapiente stylist Simone
Valsecchi. Fotografia, moda e gioiello si
incontrano in un “Itinere” multi sfaccettato, un controverso viaggio di affermazione/negazione dell’inconscio in nome
del valore feticistico che, l’abito, inteso
come abitazione del corpo, ma anche
come habitus, abitudine/attitudine di
pensiero, rappresenta per le loro anime,
a dimostrazione di quanto tre differenti
discipline vittima di pregiudizi e velleitarie subordinazioni possano essere
vettori di un messaggio antropologico,
sociologico e filosofico molto profondo,
barometri di cambiamento di una società in crisi, espressioni di un desiderio
che da intimo si fa universale.
La prima impressione che emerge dai
dodici scatti in mostra (più due installazioni), aldilà dell’indiscussa resa tecnica,
è, infatti, proprio questa evanescente dimensione di ritorno all’ancestrale, quando creatività e spiritualità collimavano e
l’artista era considerato alla stregua di
un profeta, uno stregone quasi, capace
di rendere manifesto ciò che non era
percettibile, di svelare l’arcano altrimenti
impossibile da cogliere. E chi meglio di
una creatura fittizia poteva impersonificare alla perfezione un messaggio che in
fondo è ancora più rarefatto della stessa? Ecco allora una donna, Drusilla Foer
(al secolo Gianluca Gori), che non esiste, e che eppure è più palpabile e significante del corpo che la ospita. Drusilla
vive e comunica il disagio di noi tutti, sia
quando si divincola tra gabbie corvine
di lattice e corpetti neo-vittoriani, barocchi gioielli-gabbia e corone di piume
soffocanti, sullo sfondo di una natura
tanto silenziosa quanto connivente; sia
stylist Simone Valsecchi. Photography,
fashion and jewelry meet themselves
in an “Itinere” multifaceted ongoing,
a controversial trip of affirmation/
negation of the unconscious in the
name of the fetishistic value that, dress,
as the dwelling of the body. But also
as a habitus, habit/attitude of thought,
is for their souls, to demonstrate how
three different disciplines, victims of
prejudice and unrealistic subordination
can carry a very deep anthropological,
sociological and philosophical message,
barometers of a society in crisis
changing, expressions of an intimate
desire that becomes universal.
The first impression that emerges
from twelve shots displayed (plus two
installations), beyond the undisputed
technical performance, is just this
return to the ancestral dimension, when
creativity and spirituality fit together and
the artist was regarded as a prophet,
almost a sorcerer, able to make visible
what is not perceptible, to unravel
the mystery that would be impossible
to grasp. And who could perfectly
impersonate a lighter message at the
bottom better than a fictional creature?
Here it is a woman: Drusilla Foer (born
Gianluca Gori), which does not exist,
but is more palpable and significant
than the body that hosts it. Drusilla lives
and communicates the discomfort of
all of us, she struggles between black
latex cages and neo-Victorian corsets,
Baroque jewelry-cage and crowns of
suffocating feather. On the back the
nature is as quiet as conniving, and
she seems to seek shelter in deceptive
care bandages that ultimately imprison
her, and does not find peace even under
clothing, in the cozy warmth of the
nineteenth century embroidered lingerie.
Translated by Antonella Giannelli
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Sarah Venturini
Photographer
Alessandra Canteri
Stylist
Yosephine Melfi
Make-up
Serena Congiu
Drusilla Boldini
“Empty White” is a photography project that focuses on white colour; the suspension of the subject inside the buildings that surround the
model. The theme is therefore mainly related to the location, a modern and simple building, full of geometric spots and empty places, where
white is the dominant colour; it is also the colour of the outfits chosen to create a visual link between the subject and the location, along with
the cold and delicate face of the model.
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Written by Sarah Venturini
“Empty White” e’ un progetto fotografico che si focalizza sul colore bianco, la sospensione del soggetto all’interno delle architetture che
avvolgono la modella. Il tema è quindi legato soprattutto alla location, un edificio moderno ed essenziale, ricco di spunti geometrici, di spazi
vuoti, in cui il colore predominante rimane il bianco, colore scelto per gli outfit con lo scopo di creare un legame visivo tra il soggetto ed il
luogo, insieme alla fisionomia fredda e fragile della modella stessa.
She can be identified with a muse, a
nymph, a martyr, it does not matter.
Because Drusilla is primarily a symbol,
the Freud (alter) ego par excellence. She
is the austere and fragile ambassador
of our innermost impulses, the only
mediator able to control them without
suppressing them. Her appearance is
not an obstacle, but a bridge between
us and the world, leveraging on the
power of “different” be able to touch
the strings of the explicit, while not
compromising with the sad laws which
regulate it. So this is the time to leave
for this trip, in search of Drusilla who is
inside each of us.
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quando sembra cercare riparo tra ingannevoli cure di bende color cipria che
finiscono per imprigionarla, e non trova
quiete neppure sotto i vestiti, nell’accogliente tepore della ottocentesca lingerie
ricamata. La si può identificare con una
musa, una ninfa, una martire, poco importa. Perché Drusilla è prima di tutto
un simbolo, l’(alter) Ego freudiano per
eccellenza. è l’ambasciatrice austera e
fragile dei nostri impulsi più reconditi,
l’unica mediatrice in grado di controllarli senza reprimerli. Le sue sembianze
artefatte non sono un ostacolo, bensì
un ponte tra noi e il mondo, in virtù di
quel singolare potere caratteristico del
“diverso” di riuscire a toccare le corde
dell’esplicito, pur non scendendo a compromessi con le tristi leggi livellatrici
che lo regolano. Non resta che lasciarci
traghettare in questo viaggio allora, alla
ricerca della Drusilla che è in ognuno di
noi.
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Hat Vintage archive. Necklace H&M. Dress
Topshop. Total look stylist’s own.
Shirt Fosco. Skirt Yosephine Melfi. Bag Dior.
Sandals Cos.
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Earrings Yosephine Melfi. Bodysuit Vintage
archive. Fur Gentilini. Shoes Yves Saint
Laurent.
Hat Fosco. Earrings Yosephine Melfi. Pull and
skirt Glossynet. Shoes and ring Vintage archive.
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HYSTERON
PROTERON
PHOTOGRAPHER
Federico Garibaldi
STYLIST
Federica Migliazza
MAKE UP
Katja Wilhelmus @ W-MManagement
HAIR
Marco Minunno @ W-MManagement
MODEL
Rachel Mc Knight @D’Management Group
PH ASSISTANT
Antony Fesce
PHOTO EDITING
Federica Beffumo
«My low critical consciousness doesn’t like to speculate on the matters of light. I don’t like to disguise reality, though I love eye makeup. The eyes
certainly do look. Only sometimes do they see what is not there. Even when they pretend like nothing happened. There remains the irony of a little
trick from the outset.» F.G.
Headpiece KREISI COUTURE. Bodysuit FRANKIE MORELLO. Bracelet SHARRA PAGANO.
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Earrings UNGER. Dress RICOSTRU. Shoes UNITED NUDE.
Headpiece BENEDETTA BRUZZICHES. Culotte FIFI CHACHNIL.
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Headpiece VIOLA TESEI. Sunglasses LOTHO. Top NO.NU
Bodysuit FRANKIE MORELLO. Earrings UNGER.
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Earrings DE LIGUORO. Bra FIFI CHACHNIL.
Necklace TOI ET MOI. Dress stylist’s own.
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photographer
Tania Alineri
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vision 2.0
stylist
Federica Migliazza
model
Daan Broeze @ Why Not
Make up and Hair Stylist
Paolo de Vita @ MKS – Milano Using
Kiehl’s
Geometric visions blend with the human figure, creating a confusing optical effect rendering noticeable the intense and colourful rhythm,
heightened by multi-patterned clothes.
Trench SUZANNE SUSCEPTIBLE. Vest and pants C’N’C’ COSTUME NATIONAL. Shoes BYBLOS.
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Jacket A-LAB MILANO. T-shirt PAUL SMITH. Necklace SHOUROUK.
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Shirt ETRO.
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Top and skirt GAETANO NAVARRA. Rings and bracelet ETRO.
Dress KOONHOR. Necklace ETRO. Shoes AMEN_newvintageshoes.
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Top GENNY. Trousers SERGEI GRINKO. Headpieces STELLA JEAN. Necklace COLIAC. Shoes UNITED NUDE.
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Matthew Dear
Her Fantasy
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Nel momento in cui la tecnologia tende sempre
più ad accorciare le distanze tra pubblico e
artista, Alyssia Lazin e le sue fotografie ci
illustrano una lezione difficile da dimenticare,
dimostrando quanto, ancora oggi, non si
possa prescindere dalle infinite possibilità
dell’occhio umano e delle sue molteplici
capacità di osservazione, per fare della realtà
stessa, una vera e propria forma d’arte, oltre
i confini dell’apparenza sensibile.
L’importanza della prospettiva è alla
base di ogni disciplina artistica che si
rispetti, ma prima di tutto alla base del
nostro approccio visivo alla realtà sensibile. E se c’è un aspetto che ad oggi avvicina il pubblico comune alla fotografia,
è proprio l’agognata possibilità che essa
offre di usare gli occhi come non siamo
normalmente in grado di fare, contando su un potente alleato che ci aiuti a
contemplare il mondo da punti di vista
sempre nuovi e variegati. Attraverso lo
sguardo artificiale della macchina si può
infatti imparare ad osservarlo in maniera
diversa, coglierne ed enfatizzarne quegli
aspetti che sfuggono inevitabilmente
all’occhio umano, edonizzarlo e/o drammatizzarlo all’occorrenza. Ma c’è di più:
si può arrivare addirittura a distinguere
realtà fittizie, a creare dal niente creature
fantastiche, partorite esclusivamente attraverso uno zoom azzeccato, un’ottica
diversa, rilevate sotto forme nuove rispetto a quelle canoniche ed esperibili,
unicamente in base all’angolatura dalla
quale vengono riprese, all’attenzione
prospettica che scegliamo di dedicare a
questo o quel dettaglio specifico. Perchè lo studio del particolare ha in sé un
fascino estraniante, e soffermarcisi può
cambiare del tutto l’assetto di un panorama qualsiasi, permettendo di andare
oltre ciò che è percebile attraverso i
sensi, dando vita alle più sconvolgenti e
assurde evasioni.
Difficile oggi avvicinarsi a un tale livello
di allenamento visivo per affidarsi solo al
disarmante potere degli obiettivi di nuova generazione. Oltre a una certa attenzione e cura al dettaglio, è fondamentale
prima di tutto un’indiscussa sensibilità
estetica, una naturale attitudine alla bellezza che in pochi possono vantare di
possedere. Alyssia Lazin, passato da ex
modella e affermata graphic designer, ci
mostra come fare rivelando quanto siano flebili i confini tra apparenza e realtà
e quanto in fondo, gli occhi con la giusta
consapevolezza, possano bastare a stravolgere il senso naturale e logico delle
cose e a rendere la macchina fotografica
un mero strumento al loro servizio, in un
ritorno all’antico che è però una forma di
rinnovamento al tempo stesso.
While technology is shortening the
distance between audience and artists,
Alyssia Lazin and her photographs teach
us a lesson that we’ll never forget. She’s
showing us how it is impossible to leave
out of consideration the infinite abilities
of the human eyes and its multiple
observation capabilities, that turns
reality itself into pure art beyond the
sensitive appearance.
The perspective is the core of any artistic
discipline, but first of all the core of our
visual approach to sensitive reality. And
if there is one aspect which approaches
the general public to photography, is the
chance of using eyes beyond normal
capabilities, contemplating the world
from different and new points of view.
Through the eyes of the camera you can
learn to observe the world in a different
way, to grasp and emphasize those
aspects that the human eye cannot
catch, to hedonize and/or dramatize
it, if necessary. But in effect you can
even spot fake realities, create fantastic
creatures using the right zoom, different
from the canonical way, taken from a
particular angle, choosing perspective
for this or that detail. The particular
itself is charming, lingering on one
can change the entire structure of a
landscape, allowing to go beyond what
is perceptible through the senses, giving
life to the most shocking and absurd
evasion.
It is difficult to approach this level
of visual training, relying only on
capabilities of the new generation
lenses. Above a certain care and
attention to detail, it is important an
aesthetic sensibility, a natural aptitude
to beauty that few people can claim to
have. Alyssia Lazin, a former model and
a well-known graphic designer, shows
us how to do it, revealing how small are
the boundaries between appearance and
reality, and how only using the eyes with
the right knowledge, can be enough to
upset the natural and logical sense of
things, and to make the camera a mere
tool to serve them, back to the times but
at the same time a form of renewal.
La Lazin gioca con la nostra immaginazione attraverso prospettiva e forme,
materiali e colori. Senza dimenticare
l’uso della carta da acquarello come
supporto di stampa, una scelta di sicuro
non convenzionale e volta a conservare il carattere autentico e caldo dei suoi
lavori, così come il rifiuto di cedere ai
ritocchi digitali. Un connubio tra arte e
moda che abbraccia e culla la mente,
stuzzica la fantasia e allena gli occhi alla
bellezza racchiusa nel particolare, forte
di un unico, grande e meraviglioso paradosso: per una volta, è l’artificiale che
ricrea la natura. Con maggior autenticità
della natura stessa.
Sarah Venturini
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“Unfolding” è dunque prima di tutto un
processo, un’azione in continuo movimento attraverso cui le sue fotografie,
18 inedite per l’occasione, si allargano
e dispiegano in forme e concetti liberi e
originali, oltre il visibile, e da semplici
oggetti di uso comune diventano soggetti inediti, finalmente protagonisti. A
fare da tramite a questa trasformazione,
stoffe impalpabili e delicate, sete, tulles,
organze ma anche pesanti velluti e corposi lini che si schiudono dinanzi allo
spettatore come germogli disseminati in
una giungla di piante rigogliose e rampicanti (“Wave Surrender” e “Vegetable
Love”); o immacolati boccioli di variopinti fiori tropicali (“Floating Dreams”,
“Floral Deception”); talvolta addirittura
in veste di paesaggi che ricordano sperdute faune marine o improbabili candide
savane lunari (“Blue Embrace”, “Swirl
Dance”, “Winter Blossom”).
Photo courtesy:
Unfolding by Alisya Lazin
“Unfolding” is a process, an ongoing
movement
through
which
her
photographs, 18 unpublished, get wider
and deploy free and original forms
and concepts beyond the visible, and
simple and common objects become
finally protagonists. To mediate this
transformation, finer fabrics and delicate
silks, tulles, organzas but also velvets and
thick linen open to the viewer as seeds
scattered in a jungle of lush plants and
vines (“Wave Surrender” and “Vegetable
Love”), or delicate buds of colourful
tropical flowers (“Floating Dreams
“,”Floral Deception”), sometimes even
landscapes that resemble to marine
faunas or improbable white savannah
moon (“Blue Embrace”,”Swirl Dance”
“Winter Blossom”).
Lazin plays with our imagination, using
perspective and shapes, materials
and colors. Not to mention the use
of watercolor paper for printing, an
unconventional choice aimed to preserve
the authentic character and warmth of
her work, as well as it represents the
refusal to give in to digital retouching.
A marriage between art and fashion
that embraces and cradles the mind,
stimulates the imagination and training
your eyes to the beauty contained in
particular, a strong and unique paradox:
for once it is the artificial that recreates
nature with greater authenticity of the
nature itself.
Written by Sara Venturini
125
Translated by Antonella Giannelli
Alyssia Lazin
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La passione per la fotografia ha seguito
Alyssia Lazin per tutta la vita, portandola
a rapportarsi sia da un lato che dall’altro dell’obiettivo. Dopo aver completato
gli studi a Washington D.C., l’artista si
trasferì a New York City dove, scoperta
dalla prestigiosa Ford Model Agency,
iniziò la sua carriera da fotomodella lavorando a livello internazionale e posando per servizi fotografici di noti giornali
come “Vogue”, “Harper’s Bazaar”, “Elle”
e “Mademoiselle”. Nel frattempo, la frequentazione di numerosi corsi accese
in lei un incontenibile interesse verso la
fotografia e, grazie al suo nascente talento artistico, realizzò una prima serie
di riproduzioni di sue foto in serigrafia,
in seguito vendute in molte gallerie importanti negli Stati Uniti.
In costante fermento creativo, Alyssia
rimase affascinata anche da altri campi
artistici e di lì a poco venne selezionata
per il corso di grafica presso l’Art and
Architecture Department dell’Università
di Yale, assieme a solo altri dieci studenti. Ottenuto il diploma in Master Of
Fine Arts, tornò a Manhattan per fondare
insieme a un compagno di università il
Lazin e Katalani, affermato studio di
graphic design. Grazie al suo occhio
raffinato e attento, unito alla conoscenza
in ambito fotografico, l’artista è riuscita
a ottenere grandi risultati sia nel settore
del design che in quello del branding, realizzando col suo studio lavori ricercati e
di qualità, svariate pubblicazioni e mateThe passion for photography has followed Alyssia Lazin during her whole
life, bringing her from one side to another of the camera lens. After finishing
her studies in Washington DC, the artist
moves to New York City where she gets
scouted by the prestigious Ford Model
Agency and starts her modeling career
working on an international level and
posing for renowned magazine such
as Vogue, Harper’s Bazaar, Elle, and
Mademoiselle. In the meanwhile, the
attendance at the numerous courses
arouses great interest for photography,
and thanks to her on growing talent she
creates the first series of reproductions
of her photos in screen printing, that
were later sold out in the major galleries
of the USA.
In a continuous creative ferment Alyssia becomes fascinated by other artistic
fields; soon after she becomes one of
the 10 students selected for a Graphic
course at the Art and Architecture Department of the Yale University. After
having graduated in MA in Fine Arts she
returns to Manhattan and funds with her
university classmate a studio of graphic
design called Lazin and Katalani. Thanks
to her keen eye as well as great knowledge in the photography field, the artist managed to achieve high results in
both design and branding, by realizing
riale promozionale.
Tra i suoi clienti più rinomati spiccano realtà importanti come “American
Express”, “IBM”, “Sony”, “Goldman
Sachs”, “Tiffany & Co”, “the Museum
of Modern Art”, nonchè il servizio postale degli Stati Uniti e l’Università di
Harvard, e tra i suoi traguardi numerosi
riconoscimenti, tra cui il premio in Design conferitole dall’American Institute of
Graphic Arts.
Dopo 25 anni di gratificazioni in questo
settore, Alyssia decise allora di dedicarsi in particolare alla fotografia artistica,
attività di cui si occupa ancora oggi,
lavorando con suo marito, Pavel Kapic, pittore astratto nato a Praga, nei
loro rispettivi studi di Lucca e Sarasota
(Florida). I frequenti viaggi all’estero poi
hanno ulteriormente influenzato le sue
inimitabili rappresentazioni astratte della
realtà ordinaria e tramite un immaginario sempre più poliedrico e sofisticato,
si osservano così oggetti quotidiani,
costumi e ambienti architettonici, il mutuare in fotografie che toccano la resa
estetica e l’anima poetica della pittura.
Immagini che convergono in energia
visiva, che mirano sul mondo del particolare e catturano visioni dal raro misticismo, apprezzate da noti galleristi,
collezionisti, nonché semplici appassionati di tutto il mondo, dagli Stati Uniti
all’Europa.
well thought-through projects of good
quality, various publications, and promotional materials.
Among her important clients stand out
such companies like American Express,
IBM, Sony, Goldman Sachs, Tiffany &
Co, the Museum of Modern Art, U.S.
Postal Service, and Harvard University;
and the list of her numerous achievements includes an award in Design
presented by the American Institute of
Graphic Arts.
After 25 years of gratifications in this
field, Alyssia has then decided to specifically dedicate herself to artistic photography. Until today she occupies herself
in this activity working with her husband
Pavel Kapic, an abstract painter born in
Prague, in their studios in Lucca and
Sarasota (Florida). Everyday objects,
customs, and architectural environments are being observed through an
increasingly versatile and sophisticated
imagination and shown in photographs
that reach up to the aesthetic and poetic
soul of painting. These are the images
that converge in visual energy and aim
at a universe of particularity by capturing
the visions of mysticism; they are appreciated by famous art dealers, collectors,
and simple amateurs from around the
world, from the United States to Europe.
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waterandstone
photographer
Erica Fava
stylist
Carmel Imelda Walsh
make-up artist
Chiara Corsaletti
hair styling
Fulvia Tellone
stylist assistant
Indigo Millar
model
Michela d’Angelo @ NoLogo MGMT
location
STR S.p.A.
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Leggings MARTIN MARGIELA for H&M. Knitted feather vest BRENDA FORD. Mohair bulk knit collar with tape fringe BRENDA FORD.
Fringe neckpiece BRENDA FORD. Metal and rubber sleeve IDRISS GUELAI Atelier. Necklace WOODOO Jewels.
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Jacket PIEDI NUDI NEL PARCO. Stretch satin basque IKONOSTAS by Daniela Corcio. Stretch satin girdle IKONOSTAS by Daniela
Corcio. Crystal necklace and ring WOODOO Jewels.
Mohair cable-knit dress with fringe BRENDA FORD. Long fringe scarf BRENDA FORD. Stockings EMILIO CAVALLINI. Shoes PIEDI NUDI
NEL PARCO by Guidi. Turban stylist’s own.
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Metal mesh top IDRISS GUELAI Atelier. Overdyed leggings IKONOSTAS by Daniela Corcio. Top stylist’s own.
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young
lions
art director and fashion editor
Cesar Valdivieso
photographer
Giorgia Benazzo
models coach
Alias Nikitina
grooming
Valentina Ferrulli
model
Tadas @ 2morrowmodel
Jan S. @ 2morrowmodel
Milano
Your carbon makes a star, your carbon makes a star
And after all that’s all we are, after all that’s all we are
That’s all we are, that’s all we are
That’s all we are, that’s all we are, that’s all we are
All these young men, these young lions
All these young men, these young lions
The Maccabbes
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Suede and tulle t-shirt LAFRÈ.
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Printed silk bomber TOTHEM.
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Bicolour boots ANDREA INCONTRI. Printed silk bomber TOTHEM.
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Baseball cap OBEY. Net t-shirt ANDREA INCONTRI.
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Printed silk bomber TOTHEM. Shorts LEITMOTIV. Boots ANGELOS FRENTZOS.
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Printed silk k-ways and dark brown shorts ANGELOS FRENTZOS. Light colour shorts COMEFORBREAKFAST.
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Grey silk trench MOI MULTIPLE. Shirt LEITMOTIV. Light colour
shorts COMEFORBREAKFAST. Studded sandals DR. MARTENS. Shirt,
backpack and metallic sandals ANDREA INCONTRI. Dark brown
shorts ANGELOS FRENTZOS.
Linen t-shirts ANDREA INCONTRI. Long sleeve sport shirts by DECATHLON. Shorts TOTHEM. Shoes GAZZARRINI.
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Wool sweater ANGELOS FRENTZOS. Long sleeve sport shirt DECATHLON. Short LEITMOTIV. Boots DR.MARTENS.
Un ringraziamento a Idroscalo, il parco della Provincia di Milano.
Idroscalo è anche il parco dedicato all’arte con esposizioni di giovani artisti, un teatro all’aperto e una mostra scultorea
permanente all’aria aperta.
Un parco dove poter praticare oltre venti discipline sportive, sia di terra sia di acqua, grazie alle attrezzature e agli
impianti. Idroscalo è, infatti, riconosciuto come uno dei migliori parchi attrezzati a livello europeo, e, per questo, viene
scelto dagli organismi sportivi internazionali quale sede di prove assolute per i campionati del mondo dalla canoa al Dragon
Boat , allo sci nautico. idroscalo.info
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A popaholic conversation
in a easy funny sunny aftrenoon
Photo by
1- Michael Woolley 2- Monsieur Jerome 3- Gnam Box
stories
Come nelle storie più affascinanti, Andrea inizia la sua carriera in questo
settore quasi per caso. Lavorare come
giornalista di moda non è un desiderio
che porta con sè da sempre, anzi, ci si
ritrova grazie a un’esperienza di stage
e sa ricrearsi, unendo un nuovo campo
lavorativo con la sua innata curiosità, lasciando fare all’istinto.
26 anni, molti già dedicati alla sperimentazione tra settori creativi. Un primo approccio come account pubblicitario a 19
anni lo porta a considerare l’ambito della moda come mezzo per esprimere le
proprie idee. Sempre alla ricerca di nuovi stimoli, passa a svolgere il lavoro di
stylist di redazione iniziando soprattutto
a dar vita al suo immaginario visivo. In
parallelo scrive di tendenze, ritrova il
suo amore per la parola scritta e decide
di specializzarsi in moda uomo.
Professionista poliedrico, pensa e produce ogni singolo progetto e scrive di
musica, moda, arte e design, linguaggi diversi per esprimere il suo punto
Just like in the most fascinating stories, Andrea starts his career in fashion industry by a chance. Working as a
fashion journalist has not always been
his dream but he recreates it by following his innate curiosity to this new work
field, trusting his own instinct.
A 26 years old man, he spent the biggest part of his life dedicating himself to
experiment in different sectors of creativity. His experience as an Advertising
Account Executive at the age of 19 helps
him consider the fashion industry as a
medium for his own ideas. Always looking for new challenges, he switches his
job to the position of an editorial stylist to give life to his imagination. At the
same time, he writes about trends and
after finding love for written language,
he decides to specialize in men’s fashion. As a multifaceted professional he
personally thinks through and creates
every project, he writes about music,
fashion, art, design, and various languages by expressing his personal point
of view, focusing on scouting what he
first observed and studies personally
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before applying it to work (and not vice
versa). A brilliant personality and a child
of the POP culture of the 90s, he works
on strong visual imagination, as he also
works on his own trademark – a fusion
of different genres. His particular enthusiasm for communication is easily noticed in his work as well as in the enterprising approach to the world of social
network.
A globetrotter, a chef de cuisine and
a music fan, Mr. Porro is full of interests and cannot sit on his hands and
does nothing. A devotee of contrasts,
he is always open to innovation and is
not afraid of calling himself a xenophile
(who can blame him). With a personal
style – a result of different international
inspirations, yet adapted to Milanese
fashion taste – he offers interesting outfits that are being regularly highly appreciated by street style photographers and
bloggers through photos taken during
fashion weeks.
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I enter the cafe where I meet Andrea
Porro, a fashion editor, who despite his
young age has already collaborated with
several fashion magazines. A “vitaminic” smile and an exclusively designed by
Kenzo item available just in one store in
the world are two images that accompany me in the earliest moments of this
famous first impression and describe
the guest’s personality as anything but
conservative. We all probably have an
idea of an extravagant person of fashion
industry with all his or her oddities, but
what shocks me now at most, is his way
of living almost as an outsider.
di vista con un occhio di riguardo allo
scouting che vive e studia prima personalmente, per poi renderlo lavoro (e non
viceversa). Personalità brillante e figlio
della cultura pop degli anni 90, lavora
su un forte immaginario visivo, facendo
anche della contaminazione tra diversi
generi il suo marchio di fabbrica. Il suo
particolare entusiasmo per la comunicazione è tangibile sia nelle dinamiche
professionali, sia nel suo approccio
intraprendente con il mondo dei social
network.
Globe-trotter, cuoco provetto e appassionato di musica, Mr. Porro è pieno
d’interessi e non riesce a stare con le
mani in mano. Amante dei contrasti
è sempre attento alle novità e non ha
paura di dichiararsi esterofilo (come
dargli torto). Con un look personale dalle diverse inspirazioni internazionali ma
adattato a un gusto milanese, propone
degli outfit interessanti che puntualmente vengono molto apprezzati da fotografi
e blogger nelle recensioni fotografiche
durante le diverse fashion week.
O
154
Local Natives
Breakers
Entrato nella caffetteria, ho il piacere di
incontrare Andrea Porro, fashion editor che nonostate la giovane età vanta
già delle importanti collaborazioni con
diverse testate del settore moda. Un
sorriso vitaminico e un capo esclusivo
firmato Kenzo trovabile in un unico negozio al mondo, sono le immagini che
mi accompagnano nei primi secondi
di questo tête-à-tête e che già sembrano descrivere un carattere del tutto
non convenzionale. Abbiamo tutti più o
meno presente la figura stravagante di
chi lavora nel settore moda, ma in questo caso a colpirmi sarà il suo vivere
quasi da outsider.
This Monday promises to be tough and
busy. It is one of those Mondays when
public transport is always late and you
don’t even have time to drink a coffee.
A typical start of a week, that is to say.
I run out from the tube rushing to the
last meeting of the day. The moment I
enter the café where the appointment
with our guest was taken, I pause to admire the magnificent sun shining brightly over the city. In the moments like this
you realize that so many amazing things
are taken for granted. Pretty much what
will happen a few moments after.
La conversazione scorre in modo piacevole, quasi come mi fossi ritrovato con
un amico di vecchia data, mentre mi racconta della sua radicata passione per la
cultura nordica e le basse temperature,
del suo carattere schematico e del non
essere un tipico “party lover”. Il tè è
praticamente finito quando mi confessa
di non sopportare il brutto rumore del
silenzio e di stufarsi facilmente delle situazioni prevedibili , ma che allo stesso
tempo, sono proprio queste a spronarlo
a prendere l’iniziativa per essere sempre
in allenamento mentale, fisico e creativo.
Una conversazione inebriante e un interessante scambio di idee sono il sunto di
questo pomeriggio in cui il sole sembra
essere davvero gentile con noi. Un punto di vista eclettico con una filosofia ben
precisa e coerente, da persona che sa
perfettamente ciò che vuole soprattutto
dal punto di vista professionale. Meno
onnipresenza e più sostanza da comunicare nei propri lavori, tipico di chi
punta più sulle esperienze pratiche che
una perfezione teorica. Da qui progetti,
collaborazioni e consulenze lo portano
a essere uno dei giovani fashion editor
più richiesti tra i nuovi nomi del settore
moda.
C
È un lunedì che si preavvisa difficile e
pieno d’impegni. Uno di quei lunedì in
cui i mezzi pubblici sono sempre in ritardo e non hai nemmeno il tempo di
prenderti un caffè. Un tipico inizio di settimana, per intenderci. Uscendo di corsa
dalla metropolitana per l’ultimo appuntamento della giornata, subito prima di
entrare nel café in cui ci siamo dati appuntamento con il nostro ospite, mi soffermo ad ammirare il magnifico sole che
splende intenso sulla città e mi rendo
conto di dare molte volte per scontato
attimi che possono sorprendere. Più o
meno come accadrà da lì a poco.
Cesar Valdivieso
The conversation flows smoothly, almost like with an old friend, as Andrea
goes on talking about his deeply rooted
passion for the Nordic culture and their
low temperature, about his “schematic”
personality and about not being a typical
“party lover”. The tea is almost finished
when he confesses that he cannot stand
the terrible sound of silence and that he
easily gets bored with predictable situations. However, at the same time, these
are the very reasons that encourage
him to act and to be always working out
mentally, physically, and creatively.
A heady conversation, an interesting exchange of ideas is the summary of this
sunny afternoon, when the sun seemed
to be especially gentle with us. An eclectic point of view with a very clear and
precise philosophy of a person who
knows exactly what he wants from professional point of view. Less omnipresence and more essence to be reported in
our work, which is typical of those who
have chosen experience over theory.
This is where all projects, collaborations
and consultations come from and what
makes him one of the most required
young fashion editors among the new
names in the fashion industry.
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3
Written by Cesar Valdivieso
Translated by Alisa Nikitina
stories
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GUEST EDITOR
Andrea Porro
life in
technicolour
Left. In clockwise:
1, 2-Salvatore Ferragamo.
3-Jil Sander.
4,5-Salvatore Ferragamo.
6-Gucci.
2
Soft Powers
Just Like Tropica-L
In this page. In clockwise:
7-Jil Sander.
8-Salvatore Ferragamo.
9-Jil Sander.
10-Valentino.
11-Les Hommes.
12-Paul Smith.
13-Gucci.
14-Salvatore Ferragamo.
15-Moschino.
16-Gucci.
17-Paul Smith.
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Tinte unite, fantasia, abbinati o a contrasto questa stagione sarà un’esplosione
di colore, soprattutto per la moda uomo.
Total look, prints, colourblocking or
contrasting, this season will be a colour
explosion , especially for menswear.
Non solo moda sportiva ma molto abbigliamento formale per un uomo dalla
rinnovata eleganza, dallo stile moderno
e contemporaneo che non rinuncia ad
apparire ma con stile e glamour. Sempre
più narciso e vanesio preferisce puntare
su accessori rubati dal guardaroba femminile come borse “postino” o borselli,
che diventano la coperta di Linus del
moderno viaggiatore in tecnicolor.
Not only sportwear, but also the formal’s
one designed for a man with a renewed
elegance, modern and contemporary
that never gives up his appearance always aiming style and glamour. More
and more narcissist and vain he prefers
accessories such as handbags or messenger bags stolen from the female
wardrobe that become the security blanket of the modern traveler in technicolor.
Dopo un eccesso di colori accesi e fluorescenti tornano le tinte pastello, da
portare anche sull’abito da lavoro, riletto in chiave poetica da Paul Smith con
camicie in seta o dal sapore glam rock
di Gucci e Les Hommes. Immancabile il
tocco di colore di Jil che tinge di blu l’abito tre pezzi, grande ritorno di stagione!
After an overload of bright and fluorescent colors, pastels are back, also on
work suits, in a poetic way as seen by
Paul Smith with its silk shirts or glam
rock like Gucci and Les Hommes. The
touch of colour by Jil is inevitable that
turns into blue the three-piece suit, great
return of the season!
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metalmark
Bear in Heaven
Sinful Nature
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A quasi 20 anni dal video che rivoluzionò
il modo di concepire l’industria musicale, sembrano sfilare sulle passerelle modelli dalle futuristiche visioni di Scream
di Michael e Janet Jackson. Maglie, pantaloni e persino trench in pelle metallizzata, più o meno colorata, invadono ora
anche le vetrine con total look dal feeling
decisamente futuristico.
Nearly 20 years after the release of the
video that completed changed the way
we think about the music industry, on the
catwalks models seem to come from the
futuristic visions of Scream by Michael
and Janet Jackson. Shirts, trousers and
even metallic leather trench, colored or
not, are ready to invade windows with a
total look absolutely futuristic.
Non solo abbigliamento ma anche accessori, dalla cover per Ipad di Burberry
Prorsum alle stringate di L’F, dalla borsa
di Lanvin alle calze di Marc Jacobs.
Not only clothing but also accessories,
from Burberry Prorsum Ipad cover, to
laced shoes by L’F, from Lanvin backpack to Marc Jacobs stockings.
Specchiato o opaco la tendenza della
moda metallizzata conquista uomini e
donne, per un look che non passa di
certo inosservato.
Mirrored or opaque the Metallic fashion
trend wins over men and women, for a
look that will never be unnoticed.
Left. In clockwise:
1-Marni.
2-Alexander Wang.
3-Burberry Prorsum.
4-Frankie Morello.
In this page. In clockwise:
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5-Burberry Prorsum.
6-Versace.
7-Lanvin.
8-Burberry Prorsum.
9-Christian Dior.
10-Maison Martin Margiela.
11-Burberry Prorsum.
12-Lanvin.
13-Neil Barrett.
get sporty
Toro y Moi
Say That
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In this page.
In clockwise:
1,2,3-Alexander Wang.
4,5-Andrea Pompilio.
6-Dirk Bikkembergs.
7,8,9-Louis Vuitton.
10-Issey Miyake.
Right:
11,12-Valentino.
13-Dries Van Noten.
14-Valentino.
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La passata stagione di sfilate milanesi
così come parigine, ha visto in scena
un uomo che ama mixare sport e classico, dove tessuti tecnici si uniscono a
silhouette più formali per un look street
sofisticato.
During the last fashion season in Milan
and in Paris we noticed a man who likes
to mix sports and classic, where technical fabrics are combined with more formal silhouette for a sophisticated street
look.
Nappa e neoprene a bande colorate vestono l’uomo Valentino, con forme over
che conquistano stampa e pubblico. La
maison Vuitton porta in scena un moderno pescatore mentre Issey Miyake fa
sfilare, o meglio correre, un uomo metropolitano in sella alla sua bicicletta.
Nappa leather and neoprene with colored stripes dress Valentino man, with
forms that win over the press and public. Vuitton brings to the stage a modern
fisherman while Issey Miyake introduces a metropolitan man riding his bicycle.
Grande ricerca per i tessuti con un occhio al mondo eco, fatto di materiali riciclati ed eco sostenibili.
Huge research on fabrics and especially
to the eco’s one like recycled materials
or environmentally sustainable.
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The Velvet Illusions
Acid Head
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In this page.
In clockwise:
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1-John Galliano.
2-Band of Outsiders.
3-Paul Smith.
4-Carven.
5-Marc Jacobs.
6-Roberto Piqueras.
7-Dries Van Noten.
8-Marni. Right:
9-Bottega Veneta.
10-Thom Browne.
11-Dries Van Noten.
12-Katie Eary.
13-Agi & Sam.
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Spesso prerogativa di un guardaroba
prettamente femminile, la stampa all
over viene proposta ora anche per la
moda maschile.
Un total look dove patterns geometrici
o stampe digitali ricoprono giacche, camicie, pantaloni e persino gli accessori.
Marni, Carven e Marc Jacobs scelgono
grafismi più o meno netti, con stampe
colorate e a contrasto. Alexander McQueen veste un uomo a cavallo tra realtà
e fantascienza, con tessuti jacquard in
fili di oro. Thom Browne e Band of Outsider continuano a dissacrare la moda
maschile con tremp d’oeil o shape distorti.
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Ma tornando alla moda Italiana non possiamo dimenticare Roberto Cavalli, che
propone stampe e tessuti shining anche
per la sera.
Often characteristic of a women wardrobe, the all over print is now offered for
men’s wear too.
A total look where geometric patterns
or digital prints cover jackets, shirts,
trousers and even accessories. Marni,
Carven and Marc Jacobs choose graphic
elements more or less clear, with colorful and contrast prints . Alexander McQueen introduces a man between reality
and fiction wearing jacquard fabrics with
gold threads. Thom Browne and Band of
Outsiders still desecrating men’s fashion
with tremp d’oeil or distorted shape.
But back to the Italian fashion we cannot
forget Roberto Cavalli, who offers prints
and shining fabrics for the evening as
well.
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avanguardia
Photographer
Erica Fava
stylist
Gabriele Corbyons
make up and hair stylist
Chiara Corsaletti
assistant
Martina Cavaliere
location
Howtan Space
model
Alane Souza @ Icon
Shirt YOHJI YAMAMOTO. Skirt and belt CO/TE. Jacket AROMA 30. Shoes JEFFREY CAMPBELL. Bracelet LUCILLA PACI.
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Top, skirt and shorts RES NULLIUS. Leather strap LUCILLA PACI. Shoes JEFFREY CAMPBELL. Hat ILARIUSSS. Head HOWTAN RE.
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Jacket and pants YOHJI YAMAMOTO. Bracelets and belt LUCILLA PACI. Shoes JEFFREY CAMPBELL. Hat ILARIUSSS.
Top JEAN PAUL GAUTIER. Dress MISSONI. Black dress RES NULLIUS. Bracelets LUCILLA PACI. Shoes JEFFREY CAMPBELL. Hat ILARIUSSS.
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Top CO/TE. Bracelets LUCILLA PACI. Hat ILARIUSSS.
Dress YOHJI YAMAMOTO. Jacket LUIGI BORBONE. Necklace used as crown LUIGI BORBONE. Shoes JEFFREY CAMPBELL.
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Top CO/TE. Skirt MARIOS. Bracelets LUCILLA PACI. Shoes JEFFREY CAMPBELL. Hat ILARIUSSS.
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photographer
Giorgia Benazzo
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CHASM
GBM2000
stylist
Federica Migliazza
make-up ARTIST
Giuliana Intelisano
model
Ava @ Boom
The factory is a dark abyss flashed with pale light of a lamp. In front of the lamp, like in the deep sea, an observed creature looks motionless
between the oil and metal.
Dress (ES)* ARTISANAL by Fabrizio Talia.
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Dress (ES)* ARTISANAL by Fabrizio Talia.
Dress AVARO FIGLIO. Necklace TOI ET MOI.
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Dress MIRKO G di BRANDIMARTE.
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Mask COCO DE MER. Necklace TOI ET MOI.
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Headpieces ALESSANDRO MENGOZZI.
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The bearable lightness of the present time.
green
Precursore dell’onda lenta in Italia fu
Carlo Petrini, che fondò l’associazione
internazionale no-profit “Slow Food” in
risposta all’apertura nel 1986 di un McDonald’s in piazza di Spagna a Roma,
seguito nel 1989 dalla nascita del movimento internazionale per la Difesa e il
Diritto al Piacere, sorto per promuovere
un consumo consapevole della propria
vita, seguendo ritmi naturali, attraverso
lunghe sedute dedicate ai piaceri sensuali.
Basti pensare ai poli industriali postbellici disseminati lungo tutto lo Stivale, e in
particolare ai distretti tessili (Prato, Faenza, Biella, Gallarate, Empoli fra gli altri), che hanno contribuito non solo alla
crescita economica, ma anche allo sviluppo sociale della popolazione. Recuperando le abilità manuali inscritte nella
storia nazionale, creando un network fra
le infrastrutture, le medie imprese e i
singoli, e con l’aiuto di norme legislative
ad hoc, si può ben sperare in una rifioritura di un’economia sana che disponga di strutture preesistenti, innovazioni
tecniche e valori etici nella gestione delle
politiche aziendali.
Esempio luminoso di questo iter è il noto
imprenditore del cachemire Brunello Cucinelli, che ha restaurato l’antico borgo
medievale di Solomeo per ospitare la
nuova sede del brand, dotandolo di un
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Mentre il 900 si è fregiato del titolo di
“secolo della velocità”, distinto da innumerevoli progressi in campo sociale
e scientifico, il nuovo millennio, grazie
alla crisi economica e ai copiosi disastri
ambientali, ha dovuto arrestare la corsa
sfrenata verso accumuli di beni e poteri
terreni, favorendo una politica attenta
alle risorse del pianeta.
PY
How Paul Valery would say: “The trouble
with our times is that the future is not
was used to be.”
While in the past aware philosophers,
rigorous men of science and whimsical
fortune tellers used to resolve the
mysterious puzzle of the fate of men,
nowadays the focus is moving to the
present time.
O
Uno dei campi più interessanti e trasversalmente collegati allo Slow Movement
è la “Green Economy”, che coinvolge
tutti i settori occupazionali: energia,
edilizia, alimentazione, moda, design,
architettura e telecomunicazioni.
E in questo contesto l’Italia potrebbe
elevarsi a detentore d’eccellenza nella
moda sostenibile, in virtù della sua tradizione tessile, che contraddistingue il
nostro Paese e l’ha reso riconoscibile
nel resto del mondo.
C
Come direbbe Paul Valéry: «Il problema ai nostri tempi è che il futuro non è
com’è sempre stato».
Se in passato fila di edotti filosofi, rigorosi uomini di scienza ed estrosi indovini si adoperavano per sciogliere l’arcano
rebus che avvolgeva il destino dell’uomo, oggi assistiamo a un’inversione di
tendenza ove l’attenzione si sposta sul
tempo presente.
While the ‘900 was named “the
century of speed” for its successful
developments in social and scientific
fields, thanks to the economic crisis
and huge environmental disasters the
new millennium had to stop the frantic
race to accumulate goods and powers,
sustaining a more sensitive approach to
planet’s resources.
In Italy the precursor to the slow
thinking was Carlo Petrini, who founded
the international non-profit association
“Slow Food” in response to McDonald
opening in Piazza di Spagna in Rome in
1986 and then in 1989 the International
Movement for the Defense of and the
Right to Pleasure was established to
promote responsible consumption in
line to natural rhythms, through long
meetings focused on sensual pleasures.
One of the most interesting issue
related to the Slow Movement is the
“Green Economy”, which involves
all employment sectors: energy,
construction, food, fashion, design,
architecture and telecommunications.
In such scenario Italy could rise to
excellence in sustainable fashion
leveraging on its textile tradition that
distinguishes our country and has been
its hallmark in the rest of the world.
Just think about the post-war industrial
centers scattered throughout the boot,
and in particular the textile districts
(Prato, Faenza, Biella, Gallarate, Empoli
among others), which have contributed
not only to economic growth but also to
the social development of the population.
Recovering manual skills related to the
tradition, creating a network between
infrastructure, midsize companies
and entrepreneur and some ad hoc
legislation, we may hope of economic
revival that can rely on pre-existing
infrastructures, technical innovations
and ethical values in the management of
corporate policies.
A shining example of this is the wellknown Cashmere entrepreneur Brunello
Cucinelli, who restored the medieval
village of Solomeo to host the new
headquarters of the brand, a 200-seat
theater, providing daily meals prepared
in the morning in the canteen by
Umbrian housewives using regional
products (more local than this ...).
Beach Fossils
Generational Synthetic
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Photo courtesy Brunello Cucinelli - Skyline Solomeo
green
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Esiste un numero cospicuo di designer
italiani, molti under 3o, che con l’ausilio
di fibre naturali, riutilizzando scampoli di
green
Etichetta di rilievo è poi Altriluoghi, che
produce una linea di t-shirts in cotone
organico fairtrade (gli stilisti sono soci
di una cooperativa, che importa tramite
i canali del commercio equo le materie
prime dall’ India, nota per aver adottato
da decenni la coltivazione biologica nella
produzione del cotone). Una volta giunti
i filati, la tessitura e la confezione delle
magliette è affidata all’esperienza di artigiani qualificati; la stampa viene eseguita a mano con inchiostri vegetali a base
di spezie e verdure e talvolta si riesce
ancora a percepire l’aroma del caffè…
provare per credere!
Un altro progetto degno di nota è Regenesi, ideato da Maria Silvia Pazzi nel
Lo scenario appare decisamente confortante, soprattutto per il segmento d’età
15/25, per il quale il sentimento dell’
insicurezza viaggia di pari passo con la
speranza, e il desiderio di un’esistenza
rilassata prevale sulla naturale tensione
al “posto fisso” (mecca per i meno giovani), che, lontano dall’essere fucina di
certezze, ha determinato la comparsa di
un’instabilità emotiva endemica.
E dunque distaccandosi dalle vorticose
spirali delle avanguardie di inizio Novecento, dove la velocità si fa mito e mezzo per una vita migliore, si profila per le
nuove generazioni un insieme di linee/
occasioni che tagliano lo spazio/Terra su
un piano equo, costruendo così un’immagine che genera la “prospettiva”, una
volta chiamata futuro.
Sabrina De Mercurio
PY
Obviously Cucinelli has shared with its
employees, who already receive salaries
higher than their counterparts in similar
areas, the proceeds from the IPO of the
company up to € 5 million. Who would
have not done the same? Maybe it is
really possible an alternative system to
the models imposed by the speculative
capitalism. O
Alcune storie si differenziano per l’alto
tasso di eticità, come quella di Cangiari,
un marchio che si avvale della tradizionale tessitura calabrese a telaio, creando
così una filiera di produzione interamente italiana, formata dalle cooperative del
Gruppo Goel, che si dedicano attivamente al riscatto del territorio, troppo spesso invaso dalle ombre tentacolari della
‘ndrangheta.
2008, azienda italiana che crea oggetti
dal design innovativo con l’ausilio di
materiali di riciclo (vetro, plastica, pelle,
cartone…), collaborando con noti designers internazionali e giovani emergenti,
per dare vita non a una semplice tendenza ma a un vero e proprio lifestyle basato sul binomio: bellezza e sostenibiltà.
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A sostegno di questa realtà dai tratti fiabeschi, la teoria degli stakeholder, ideata
da E. Freeman, secondo cui la sostenibilità è il risultato della considerazione degli interessi di tutti gli stakeholder, che
si dividono in primari (coloro che sono
direttamente coinvolti nelle transazioni
economiche dell’ impresa: azionisti, creditori etc) e secondari (tutti coloro che
possono influenzare o essere influenzati
dall’impresa: le comunità, le generazioni
future, la pubblica amministrazione).
Dunque, se si rispetta e incentiva ogni
figura che collabora allo sviluppo di
un’impresa, allora si potrà definire
quest’ultima sostenibile.
tessuto di maison prestigiose o semplicemente lasciate in disuso nelle fabbriche, stampando con tinture vegetali o
producendo a Km 0, realizzano collezioni eco friendly.
C
teatro di 200 posti, fornendo ogni giorno alla mensa aziendale pasti preparati
la mattina dalle massaie umbre con prodotti tipici regionali (più local di così…).
Ovviamente Cucinelli ha condiviso con i
suoi dipendenti, che percepiscono stipendi maggiori rispetto ai loro colleghi
in ambiti simili, il ricavo della quotazione
in Borsa dell’azienda, pari a 5 milioni di
euro. Chi di questi tempi non avrebbe
fatto altrettanto? Forse è davvero possibile un sistema alternativo rispetto ai
modelli imposti dal capitalismo di stampo speculativo.
In support to this fairytale reality the
stakeholder theory by E. Freeman states
that sustainability is the result of all
stakeholders ‘interests which are split
into primary (those who are directly
involved in economic transactions:
shareholders, creditors, etc.) and
secondary (all those who can influence
or be influenced by the company: the
communities, future generations, public
administration).
So, if all the figures that collaborate
on the development of a company
are respected and fostered , then the
business is sustainable.
There is a large number of Italian
designers, many under 30, that produce
eco-friendly collections using natural
fibers or scraps of fabric of prestigious
fashion houses or simply unused
fabric, printing with vegetable dyes or
producing at Km 0.
Some stories are particularly noted
for their ethics, such as Cangiari, a
brand that uses traditional Calabrian
weaving frame creating a complete
Italian production chain including Goel
cooperatives, who are actively involved
in the redemption of ‘Ndrangheta lands.
An outstanding label is Altriluoghi,
which produces t-shirts made of
fairtrade organic cotton (the designers
are members of a cooperative, which
imports fair trade raw materials from
‘India that has adopted organic farming
in cotton production for decades). Once
the yarn is imported, the weaving and
the making of the shirts is assigned to
skilled artisans, while the printing is
done by hand with vegetable and spices
inks, and sometimes you still can feel
the aroma of coffee ... try it!
for which the feeling of insecurity goes
hand in hand with the hope, and the
desire of relaxed way of life prevails
over the “permanent job” (mecca for
older people), which far from being
source of certainty creates endemic
emotional instability.
Far from the swirling spirals of the early
twentieth century avant-garde, where
the speed becomes myth and means to
a better life, for the new generations is
ready a set of lines / opportunities that
cut the space / Earth on a fair base, thus
building an image that generates the
“perspective”, once called the future.
193
Written by Sabrina De Mercurio
Translated by Antonella Giannelli
Another project worth mentioning is
Regenesi, created by Maria Silvia Pazzi
in 2008, an Italian company that creates
objects with an innovative design using
recycled materials (glass, plastic,
leather, cardboard ...), working with
well-known international designers and
emerging young artists and giving life
not only to a mere trend but to a real
lifestyle based on the combination of:
Beauty and Sustainability.
The scenario is very comforting,
especially with the 15/25 age segment,
Regenesi oRegami mobile lamp by matali crasset
green
Photo courtesy
Galleria Poggiali e Forconi
art
All’intuito lungimirante dei Coen unisce
l’urgenza critica e il gusto del macabro
di Cronenberg, spingendosi ben oltre i
classici clichè del genere, e forte di un
alfabeto visivo dell’infanzia che assurge a qualcosa di più che un semplice
espediente neo-dada per avvicinare il
pubblico al significato coinvolto, non si
limita a ridicolizzare con fare sornione le
contraddizioni dell’esistenza; ma riesce
nel velleitario compito di conferire a tutto quel bagaglio di retaggi storici, politici
e religiosi della società odierna, comprensivo di abiezioni ed iniquità di ogni
sorta, un rinnovato e fascinoso allure di
finalità costruttiva, arrivando ad educare
la crisi, quasi ad addomesticarla, in una
democratica prospettiva di mediazione
col nemico che fa tanto strano di questi
tempi. A partire da uno status quo che è
denigrazione ai minimi termini della realtà, e da un concentrato di icone che ne
rappresentano la discesa verso l’abisso,
il risultato di dittature cadute, guerre
e quant’altro, Duncan demolisce allo
scopo di ricostruire, utilizzando proprio
questo patrimonio mitologico gretto ed
esasperato di globalizzazione consumistica come veicolo, non per compiangere un indefinito passato, quanto
He combines the far-sighted intuition of
the Coen with the urgency and the critical taste for the macabre of Cronenberg,
going well beyond the traditional clichés
of the genre, and on the strength of a
visual alphabet of the childhood that becomes something more than just a gimmick neo-dada to bring the audience to
the meaning involved; he does not only
make a fool of the existence’s contradictions with a sly smile, but he succeeds
in the unrealistic task of giving all that
baggage of historical, political, and religious legacies of contemporary society,
including vileness and wickedness of
all sorts, a renewed and fascinating allure of constructive purpose, getting to
educate the crisis, almost to tame it, in
the democratic perspective of mediation
with the enemy that looks so strange in
these days. From a status quo, which is
disparaging the reality on lowest terms,
and from a mix of icons that represent
the descent into the abyss, the result
of fallen dictatorships, wars and so on,
Duncan destroys in order to reconstruct,
using exactly this mythological and exasperated heritage of consumerist globalization as a vehicle, not to mourn an
indefinite past, but rather to warn of a
possible future, while not aiming at any
H
TE
D
The impeccable actors in this film are
basically readymade; from soulless
background actors become insolent
and bizarre characters: military vehicles,
cars, trucks, and tanks, richly repainted
and modified, on which the artist acts as
a cranky kid with irreverent graffiti from
propaganda slogans and colourful compositions of pins. But above all, they are
airplanes: Japanese Zero fighters and
German bombers that are instinctively
associated with the symbolism of war;
for Duncan they become “Papillon”, as
he himself called them, the butterflies,
graceful and, at the same time, powerful creatures: like of the animals they
represent, their wings’ beating is able
to affect the entire atmosphere. Similarly, they borrow the same significance
like in the Tarkvosky’s movie “Stalker”,
majestic God messengers capable of
illuminating the death before us, in order to prevent it with this “wing-beat”of
consciousness.
IG
R
PY
Venturing into Zhivago Duncan’s world
is like watching a film. A film of primitive feelings that comes straight from
the beginning to the consciousness of
the viewer, like many immediate frames
extrapolated to a comedy of the absurd’s
film editing, in which, in spite of appearances and dramatization, he prefers the
authenticity of genuineness’s playful
exasperation. Zhivago Duncan (Terre
Haute, Indiana, 1980) is the director of
this film, daring and amused. Reducing
the screenplay in a sterile raw canvas,
and expanding the set in the cotton
of a post-apocalyptic dimension, this
young chamberlain of anomaly directs
a grotesque Oscar-worthy film, paying
particular attention to the costumes very
similar to those of a circus.
Gli attori impeccabili di questo film
sono principalmente readymade, che
da comparse senz’anima si fanno insolenti e bizzarri protagonisti: mezzi
militari, macchine, camion, carri armati,
doviziosamente ridipinti e modificati, su
cui l’artista interviene come un bimbo
capriccioso con irriverenti graffiti dagli
slogan propagandistici e colorate composizioni di spilli. Ma soprattutto, sono
aereoplani: caccia Zero giapponesi,
bombardieri tedeschi, d’istinto associati alla simbologia bellica, per Duncan
diventano “Papillon”, come lui stesso li
ha definiti, farfalle appunto, creature leggiadre ma al contempo potenti, come gli
animali che rappresentano, il cui battito
d’ali può bastare ad influenzare l’intera
atmosfera. Analogamente, essi mutuano in Stalker di Tarkvoskijana memoria,
maestosi messi divini in grado di illuminare la morte dinanzi a noi, al fine di
prevenirla con il solo “battito d’ali” della
consapevolezza.
Modellini lillipuziani sospesi singolarmente o composti all’interno di enormi
croci bordate di luci al neon, si alternano allora ad imponenti quanto alienanti
dipinti ad olio su tela, fino ad arrivare
all’eccellenza comunicativa dei diorami: teche, mini-composizioni di resina
in movimento meccanico costante, che
mimano siparietti catastrofici dal sapore
di preziosi relitti e carcasse abbandonate, la cui visione isolata e decontestualizzata ne accresce ancor di più l’aura di
misticismo e l’efficacia espressiva.
L’artista lavora dunque sul divenire, sul
risultato in potenza della resa egoistica all’istinto, mostrandoci come siano
prima di tutto quei desideri e quegli
impulsi più reconditi, su vasta scala, a
fare la nostra storia evolutiva, e come
paradossalmente proprio in essi, nelle
scorie e nei rifiuti della società, risieda la
chiave risolutiva di una plausibile salvezza del mondo. D’altronde, “prima creiamo la spazzatura e dopo costruiamo un
sistema per riuscire a fronteggiarla”,
suggeriva Underworld. Duncan ci lascia
liberi di contemplarne in pace la bellezza
(auto)distruttiva del processo degenerativo, senza esortare al masochismo,
ma consapevole di quel che di perverso
e disumano che in fondo appartiene a
ciascuno di noi.
O
194
Kirin J Callinan
W II W / Thighs
Avventurarsi nel mondo di Zhivago Duncan è come assistere alla visione di un
film. Una pellicola di sensazioni primitive che arrivano fin da subito dritte alla
coscienza dello spettatore, al pari di tanti immediati fotogrammi estrapolati al
montaggio cinematografico di una commedia dell’assurdo, in cui, a dispetto
delle apparenze, ai toni drammatizzanti
si predilige la genuinità schietta dell’esasperazione ludica. Zhivago Duncan
(Terre Haute, Indiana, 1980), ne è il regista ardito e divertito. Riducendo la sceneggiatura a sterile e grezzo canovaccio,
e dilatando la scenografia nell’ovatta di
una dimensione post-apocalittica, questo giovane cerimoniere dell’anomalia
dirige un grottesco da Oscar, con un’attenzione ai costumi da circo tutta particolare.
power specifically, but speaking in universal terms to all humanity.
piuttosto per allertare su un possibile
avvenire, pur non mirando ad alcun potere nello specifico, ma rivolgendosi in
termini universali all’intera umanità.
C
Giocando con un’estetica della popdistruzione, Zhivago Duncan inscena con la
sua arte una commedia pirandelliana dalle
molteplici sfumature, che riflette sul
potere della memoria storica e sulla sua
attendibilità commemorativa, non demonizzando
il passato, bensì scendendo a compromessi
con i nostri demoni, edificando su di essi le
fondamenta di un futuro migliore.
Sarah Venturini
Lilliputians models suspended individually or compounded within huge, lined
with neon lights crosses, alternate with
massive, as well as alienating oil on canvas paintings, until achieving the communicative excellence of the dioramas:
display cases, mini-resin compositions
in constant mechanical motion, miming catastrophic gags with the flavour of
precious relics and abandoned carcasses, whose isolated and decontextualized
vision enhances even more the aura of
mysticism and the effectiveness of expression. Therefore the artist works on
the formation, on the possible results of
a selfish output to the instinct, showing
how, first of all, those desires and impulses innermost, on a large scale, are
able to make our evolutionary history,
and how paradoxically it is in them, in
waste, and the dregs of society, where
the key to resolving a plausible salvation of the world lies. On the other hand,
“firstly, we create the trash and only
then we build a system that would deal
with it,” suggests Underworld. Duncan
leaves us free to contemplate in peace
the beauty of (self-) destructive degenerative process without urging towards
masochism, but being aware of that kind
of perverse and inhuman, which basically belongs to each of us.
195
Written by Cesar Valdivieso
Translated by Alisa Nikitina
art
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