ALLEGATO B
PIANO DI MANUTENZIONE DEGLI IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE PUBBLICA
Relazione Tecnica Allegato B Piano di Manutenzione
SOMMARIO
1.1
CONDUZIONE DEGLI IMPIANTI – GENERALITA’
1.1.1
1.1.2
1.1.3
1.1.4
1.2
2
4
6
8
ESERCIZIO DEGLI IMPIANTI
1.2.1
1.2.2
1.2.3
1.2.4
1.2.5
1.3
10
ATTIVITA’ DI ESERCIZIO DEGLI IMPIANTI
ACCENSIONE/SPENGIMENTO DEGLI IMPIANTI E VERIFICA
RILEVAMENTO ED INDIVIDUAZIONE LAMPADE SPENTE
SERVIZIO DI CONTROLLO E PRONTO INTERVENTO
OBIETTIVI DI AFFIDABILITA’ E QUALITA’
10
11
12
12
13
MAUTENZIONE ORDINARIA E PREVENTIVA
1.3.1
1.3.2
1.3.3
1.3.4
1.3.5
1.3.6
1.3.7
1.3.8
1.3.9
1.3.10
1.4
14
CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
DEFINIZIONI
PROCEDURE DI MANUTENZIONE
MANUTENZIONE ORDINARIA
MANUTENZIONE PREVENTIVA
RICAMBIO A PROGRAMMA DELLE LAMPADE
CICLI DI PULIZIA DEGLI APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE
VERIFICA DEI SOSTEGNI
VERIFICHE E MISURE ELETTRICHE ED ILLUMINOTECNICHE
INDICAZIONI SULLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI
14
15
17
19
19
20
21
22
25
27
MAUTENZIONE STRAORDINARIA
1.4.1
1.5
28
COMMISSIONE DEI LAVORI
28
RISPARMIO ENERGETICO
1.5.1
1.5.2
1.5.3
1.5.4
1.5.5
1.5.6
2
LAVORI ELETTRICI
FORMAZIONE E PROFILI PROFESSIONALI
ATTIVITA’ OPERATIVE E RUOLI DELLE PERSONE
ORGANIZZAZIONE E PIANIFICAZIONE DEL LAVORO
29
STATO ATTUALE
POSSIBILI SVILUPPI – REGOLATORI DI TENSIONE
GENERALITA’
LA VECCHIA RETE DI TELECONTROLLO
LA RETE DI TELECONTROLLO ATTUALE
POSSIBILI SVILUPPI
29
30
32
33
34
36
CODICE PROGRESSIVO
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1.1
CONDUZIONE DEGLI IMPIANTI – GENERALITA’
1.1.1 LAVORI ELETTRICI
Normativa di riferimento: CEI 11-27
Nella conduzione degli impianti che utilizzano energia elettrica occorre attenersi
scrupolosamente alle prescrizioni ed alle modalità operative imposte dalla normativa vigente
in tema di sicurezza. Tali prescrizioni si applicano a tutte le procedure di esercizio, di lavoro
e di manutenzione, trovando applicazione sia nei lavori elettrici, sia nei lavori non elettrici
quali ad esempio lavori edili in prossimità di linee elettriche aeree od a cavi sotterranei, o
comunque ogni qual volta vi siano rischi di infortunio di tipo elettrico.
Il lavoro elettrico è definito nella terza edizione della norma CEI 11-27 come intervento su
impianti o apparecchi elettrici con accesso alle parti attive (sotto tensione o fuori tensione)
nell’ambito del quale se non si adottano misure di sicurezza si è in presenza di un rischio
elettrico. La parte attiva può essere sia in tensione che fuori tensione, in entrambi i casi si
tratta di un lavoro elettrico e si devono prendere precauzioni ai fini della sicurezza (è
necessario isolare e proteggere la persona oppure garantire che le parti fuori tensioni siano e
rimangano tali). In definitiva si distinguono quattro tipi di lavori elettrici:




lavoro fuori tensione;
lavoro sotto tensione a contatto;
lavoro sotto tensione a distanza;
lavoro di prossimità.
I provvedimenti da prendere per garantire la sicurezza dell’operatore cambiano secondo il
tipo di lavoro elettrico.
Nel lavoro fuori tensione la sicurezza consiste nel sezionare le parti attive, verificare
l’assenza di tensione, adottare provvedimenti contro la richiusura dei dispositivi di
sezionamento, in sintesi si deve rendere sicuro l’impianto su cui si opera mettendo fuori
tensione ed in sicurezza le parti attive interessate dal lavoro elettrico.
Nei lavori sotto tensione a contatto (bassa tensione), l’impianto rimane in tensione
pertanto si deve mettere in sicurezza l’operatore, che deve essere isolato dalle parti in
tensione per mezzo di attrezzi e vestiario isolanti. I guanti isolanti, l’elmetto con visiera e
gli altri accessori prendono il nome di dispositivi di protezione individuali (DPI).
Nei lavori sotto tensione a distanza (bassa tensione) si impiegano attrezzi quali aste
isolanti manovrate dall’operatore, il quale deve rimanere fuori dalla zona prossima (la
zona oltre la zona di lavoro sotto tensione).
Nei lavori in prossimità l’operatore effettua o entra con una parte del corpo nella zona
prossima di una parte in tensione ed in questo caso la sicurezza si ottiene evitando il contatto
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tramite l’impiego di barriere, involucri di protezione o adottando una distanza che impedisca
all’operatore di entrare involontariamente con una parte del corpo o con un attrezzo nella
zona di lavoro sotto tensione pur trovandosi nella zona prossima.
Nell’ambito di uno stesso lavoro possono ricorrere contemporaneamente più tipi di lavori
elettrici, ed in questo caso si ricorre a più procedure. In genere sono da preferire i lavori
fuori tensione, ma la sicurezza dei lavori elettrici dipende dalla formazione del personale e
dall’organizzazione del lavoro intesa come preparazione delle attività e valutazione dei rischi
che possono essere presenti.
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1.1.2 FORMAZIONE E PROFILI PROFESSIONALI
Normativa di riferimento: CEI 11-27
Nessun lavoro elettrico deve essere eseguito da persone prive di adeguata formazione,
dove per formazione si intende l’insieme di iniziative che conducono il soggetto a possedere
le conoscenze e le capacità da permettergli di compiere in piena sicurezza le attività
affidate. Oltre all’acquisizione delle conoscenze teoriche l’iter formativo deve prevedere lo
sviluppo di capacità organizzative (valutazioni, decisioni, interpretazioni) e l’acquisizione di
abilità esecutive.
In base alla norma CEI 11-27 la distinzione dei lavori in elettrici e non elettrici è dovuta al
fatto che i primi devono essere eseguiti da persone in possesso delle necessarie conoscenze
atte a controllare il rischio elettrico, ossia da persona esperta PES o persona avvertita PAV,
mentre i secondi possono essere eseguiti anche da persone comuni PEC (quindi non
necessariamente da PES o PAV).
La persona esperta (PES) ha un’adeguata istruzione in merito all’impiantistica elettrica, ha
esperienza di lavoro, è equilibrata e precisa, ha capacità di valutare i rischi connessi con i
lavori elettrici e quindi in grado di eseguire lavori elettrici fuori tensione e/o prossimità.
La persona avvertita (PAV) ha caratteristiche analoghe alla persona esperta, ma ad un livello
inferiore, infatti può eseguire solo lavori di una precisa tipologia seguendo le istruzioni fornite
da una PES o da procedure di lavoro prestabilite.
La persona comune (PEC) non esperta e non avvertita può eseguire lavori elettrici solo in
assenza di rischio elettrico oppure operare sotto la sorveglianza o la supervisione di una
persona PES/PAV. L’esecuzione di piccoli interventi come la sostituzione di lampade e fusibili
sono lavori elettrici e possono essere eseguiti in autonomia da persona comune purché siano
rispettate le condizioni di materiale conforme alle normative di prodotto e la persona sia
istruita sul corretto comportamento da tenere.
Per eseguire i lavori elettrici sotto tensione (bassa tensione) occorre una particolare idoneità,
infatti possono essere eseguiti soltanto da una persona idonea PEI. L’idoneità deve essere
formalizzata per iscritto dal datore di lavoro, tenuto conto della formazione ricevuta dalla
persona sulle misure di sicurezza da adottare nei lavori sotto tensione, dell’esperienza
maturata, dall’idoneità psicofisica, del comportamento tenuto ai fini della sicurezza
nell’attività lavorativa svolta.
La norma CEI 11-27 precisa i requisiti formativi minimi che devono essere posseduti dalle PES
e dalle PAV suddividendoli in:


conoscenze teoriche (leggi, norme tecniche relative a sicurezza ed impianti);
conoscenze e capacità relative all’operatività.
Per l’idoneità ai lavori sotto tensione (bassa tensione) i requisiti formativi previsti dalla
norme CEI 11-27 sono sempre suddivisi in conoscenze teoriche e conoscenze pratiche ma con
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particolare riferimento alla normativa dei lavori sotto tensione e all’attrezzatura da utilizzare
(DPI).
Quanto sopra si applica ai dipendenti sia di imprese installatrici abilitate, sia degli uffici
tecnici interne di imprese non installatrici che svolgono lavori elettrici. Il datore di lavoro o
chi per lui deve stabilire quali lavori elettrici il suo dipendente può eseguire in funzione delle
conoscenze e delle esperienze acquisite. Il personale che si appresta ad eseguire un lavoro
elettrico deve inoltre possedere un’adeguata idoneità psico-fisica.
Sui posti di lavoro dove si manifestano rischi non eliminabili che possono derivare dalla
complessità del lavoro, dall’ubicazione, dalla complessità dei fattori da tenere sotto
controllo, oltre all’operatore è necessaria la presenza di una seconda persona.
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1.1.3 ATTIVITA’ OPERATIVE E RUOLI DELLE PERSONE
Prima di poter eseguire un qualsiasi lavoro su un impianto elettrico è indispensabile
individuare le due figure fondamentali in relazione ai ruoli ed alle responsabilità loro
assegnati, quali:


la persona preposta alla conduzione dell’impianto elettrico (responsabile
dell’impianto – RI);
la persona preposta alla conduzione dell’attività lavorativa (preposto ai lavori – PL).
Il responsabile dell’impianto (RI) è la persona designata nella conduzione dell’impianto, ed i
suoi compiti principali sono i seguenti:







pianificazione e programmazione dei lavori;
redazione del piano di lavoro (nel caso di lavori complessi);
programmazione ed esecuzione delle eventuali modifiche gestionali necessarie per
mettere l’impianto elettrico in condizioni da poter eseguire il lavoro elettrico;
individuazione dell’impianto elettrico interessato dai lavori e della relativa zona dei
lavori;
sezionamento delle fonti di alimentazione e provvedimenti per impedire eventuali
richiusure intempestive;
informare il preposto ai lavori di eventuali rischi elettrici e ambientali specifici
dell’impianto oggetto dei lavori;
consegna dell’impianto al preposto ai lavori.
Per l’individuazione del RI nell’ambito di attività all’interno delle aziende, in dipendenza
della loro dimensione e struttura, la responsabilità dell’impianto elettrico può essere
demandata ad unità che possono essere specializzate (reparto manutenzione) o ad unità
operative (reparto produzione).
Il preposto ai lavori è la persona incaricata o responsabile dell’esecuzione del lavoro. Il
preposto ai lavori è una persona esperta la quale in base alle informazioni ricevute dal RI
deve:







pianificare ed organizzare il lavoro da seguire;
prendere in carico l’impianto elettrico dal RI e successiva riconsegna;
verificare l’assenza di tensione nell’impianto nel caso di lavori fuori tensione;
verificare le condizioni ambientali prima e durante l’esecuzione dei lavori;
informare gli operatori sul tipo di lavoro da eseguire e sugli aspetti della sicurezza;
verificare che le attrezzature da utilizzare siano efficienti;
accertare che gli operatori siano muniti ed utilizzino i DPI
Anche il ruolo complessivo del PL può articolarsi in figure diverse per organizzazioni
complesse.
Il preposto ai lavori deve essere presente sul posto dove vengono svolti i lavori, anche se non
partecipa direttamente all’esecuzione dei lavori stessi ed essere il punto di riferimento degli
operatori nel corso dei lavori elettrici. In molti casi il lavoro viene svolto da più persone o da
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una squadra, con un caposquadra che se presenzia i lavori è certamente il PL. Se la squadra è
suddivisa in più unità il PL e da individuare tra i componenti di ogni unità.
Per addetto ai lavori elettrici si intende ogni persona incaricata di svolgere un lavoro elettrico
sotto la direzione di un preposto ai lavori. Ogni addetto deve:



controllare l’efficienza e l’integrità dell’attrezzatura in dotazione (esame a vista);
attenersi alle prescrizioni ricevute ed alla normativa sui lavori elettrici;
segnalare al preposto ai lavori eventuali imprevisti durante il corso dei lavori.
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1.1.4 ORGANIZZAZIONE E PIANIFICAZIONE DEL LAVORO
E’ opportuno che i soggetti interessati responsabili della struttura sia quella che possiede
l’impianto, sia quella che esegue i lavori, traducano in procedure applicative i principi ed i
dettami della norme CEI 11-27, definendo almeno i criteri per l’individuazione dei ruoli e
delle relative responsabilità, le modalità di comunicazione tra le persone e la modulistica di
supporto. Quando la complessità del lavoro lo richiede devono essere trasmesse mediante
notifica tutte le informazioni necessarie per poter garantire la sicurezza. Le comunicazioni
possono essere dei seguenti tipi:



a una via: quando chi trasmette non può ricevere risposta contestuale da chi riceve
(segnalazioni con mezzi ottici o acustici);
a due vie: quando chi trasmette e chi riceve possono comunicare contestualmente (in
genere comunicazioni orali, dirette o telefoniche);
documentate: quando l’avvenuta comunicazione rimane documentata anche dopo la
conclusione della comunicazione stessa (qualunque messo scritto o registrazione
elettronica).
E’ opportuno definire nelle procedure le modalità da adottare per le comunicazioni durante i
lavori ed introdurre moduli, registri o altri sistemi di registrazione predisposti a sostegno
delle attività ripetitive. I cartelli o altre segnalazioni dio monito non rientrano nella categoria
delle comunicazioni.
Le comunicazioni documentate sono richiesti nei lavori complessi, quelli svolti su un impianto
complesso o in particolari situazioni di pericolo. Per impianto complesso si intende un
impianto, o una parte di impianto, i cui circuiti risultino fisicamente alquanto articolati o
poco controllabili visivamente per la particolare disposizione dei componenti stessi (un
impianto esteso non consente di avere il controllo dei componenti su cui si interviene
contemporaneamente). I documenti previsti in un lavoro complesso sono generalmente tre:



piano di lavoro;
piano di intervento;
consegna e restituzione dell’impianto.
Il piano di lavoro è il documento che individua l’assetto che l’impianto deve assumere
(modifiche da apportare all’impianto) e mantenere durante i lavori d’intervento, per ridurre
il rischio elettrico e garantire la sicurezza. Questo documento è normalmente predisposto dal
RI nei lavori complessi fuori tensione e consegnato al PL al fine di garantire che siano stati
presi i provvedimenti necessari per mettere in sicurezza l’impianto. Il piano di lavoro deve
contenere almeno i seguenti dati:






numero del piano di lavoro e data di emissione;
nome del RI e del PL;
individuazione del l’impianto su cui eseguire il lavoro;
breve descrizione del lavoro da eseguire;
data e ora prevista di inizio/fine lavoro;
descrizione dell’assetto da mantenere per la durata del lavoro;
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

altre informazioni necessarie (planimetrie, schemi elettrici, ecc.)
nome e firma di chi a redatto il documento e di chi riceve e riconsegna il documento.
Il piano di intervento deve essere compilato quando il lavoro è complesso e può essere
sostituito per lavori ripetitivi da schede di lavoro o simili che definiscano le metodologie di
esecuzione. Il piano di intervento è il documento che riporta le modalità di organizzazione ed
esecuzione del lavoro. In pratica il piano di intervento si riferisce ai lavori complessi sotto
tensione (bassa tensione) e ai lavori fuori tensione quando è necessario che il PL predisponga
misure di sicurezza, come ad esempio terre di lavoro o l’utilizzo di mezzi e attrezzature
speciali. Il piano di intervento deve contenere almeno i seguenti dati:
 numero del piano di intervento e data di emissione;
 individuazione dell’impianto su cui eseguire il lavoro e tensione di esercizio;
 descrizione dell’intervento e dell’organizzazione del lavoro;
 descrizione delle misure di sicurezza da adottare (utilizzo di DPI, attrezzature, ecc.).
Il preposto ai lavori sottoscrivendo il piano di intervento, si assume formalmente la
responsabilità di applicare le misure di sicurezza previste.
Nei lavori complessi fuori tensione anche la consegna e la restituzione dell’impianto fra il
responsabile dell’impianto e il preposto ai lavori devono essere documentate in modo da
avere un trasferimento di informazioni tra i vari soggetti. Il documento consegna-restituzione
dell’impianto deve contenere almeno le seguenti indicazioni:






numero del documento e data;
estremi del piano di lavoro se questo esiste;
denominazione dell’impianto;
eventuali modifiche dello schema dell’impianto ;
data e ora di consegna o restituzione;
firme che attestino l’avvenuta consegna o restituzione.
Qualora le figure del RI e del PL coincidano, la certificazione della consegna impianto può
essere omessa.
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1.2
ESERCIZIO DEGLI IMPIANTI
1.2.1 ATTIVITA’ DI ESERCIZIO DEGLI IMPIANTI
L’attività di esercizio degli impianti di illuminazione pubblica si applica attraverso il rispetto
delle seguenti prestazioni:




gestione degli impianti;
manutenzione ordinaria preventiva (programmata);
manutenzione correttiva (d’urgenza);
manutenzione straordinaria.
Per gestione degli impianti si intende quanto segue:




accensione/spegnimento degli impianti;
verifica dell’effettiva accensione/spegnimento degli impianti;
rilevamento ed individuazione delle lampade spente;
servizio di controllo e pronto intervento per verificare e mantenere gli impianti in
stato di costante e regola accensione.
Gli intereventi sopra descritti devono essere eseguiti, tutti i giorni dell’anno, sia feriali che
festivi, nessuno escluso.
Per manutenzione preventiva e correttiva, si intende tutto l’insieme delle prestazioni e
forniture occorrenti per mantenere gli impianti funzionanti, a norma ed in efficienza.
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1.2.2 ACCENSIONE/SPENGIMENTO DEGLI IMPIANTI E VERIFICA
L’accensione e lo spegnimento degli impianti di illuminazione pubblica della città deve
essere realizzato in conformità dell’orario giornaliero approvato dall’Amministrazione
Comunale. Per l’accensione e lo spegnimento deve essere previsto un anticipo della
accensione ed un posticipo dello spegnimento fino a 15 minuti, rispetto agli orari approvati
dall’Amministrazione Comunale, per condizione meteorologiche particolari o di tempo
nuvoloso. Per i quadri elettrici di zona equipaggiati di orologi che attivano i comandi di
accensione/spegnimento e pertanto non collegati alla rete pilota di controllo, devono essere
aggiornati periodicamente all’orario approvato dall’Amministrazione Comunale.
La verifica dell’effettiva accensione e dell’effettivo spegnimento di tutti gli impianti da
farsi a mezzo del sistema di rilevamento per tutti gli impianti collegati e mediante
verifica in loco per gli impianti regolati da orologi o interruttori crepuscolari.
Durante la verifica, nel caso vengano riscontrati impianti spenti, gli stessi devono essere
riattivati nel più breve tempo possibile. Qualora non sia possibile un immediato ripristino
dell’illuminazione, devono essere riaccesi manualmente tutti i comandi pilotati da quello
dove si è verificato il guasto, in modo da circoscrivere il disservizio. Nel caso di guasti limitati
a circuiti “tuttanotte” devono essere tenuti accesi i circuiti “mezzanotte” ed in genere
devono essere prese tutte le misure necessarie a ridurre al minimo i disservizi.
Qualora la riparazione dei guasti non possa essere completata nel giorno successivo, devono
essere realizzate delle linee elettriche provvisorie e ne deve essere data tempestivamente
comunicazione all’Ufficio Illuminazione Pubblica dell’Amministrazione Comunale.
L’eventuale modifica degli orari di accensione forniti dall’Amministrazione Comunale va
concordata con la stessa e giustificata con comprovati motivi legati alla razionalizzazione
dei costi di manutenzione e al risparmio energetico
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1.2.3 RILEVAMENTO ED INDIVIDUAZIONE LAMPADE SPENTE
Il rilevamento delle lampade spente, deve essere fatto dopo che è stata accertata
l’accensione di tutti gli impianti e deve essere eseguito in modo che ogni tre notti venga
completato il controllo di tutti i punti luce presenti sul territorio Comunale. La riaccensione
della singola lampada spenta deve avvenire nelle quarantotto ore successive al
rilevamento o alla eventuale segnalazione di privati cittadini o di dipendenti pubblici.
Per agevolare la segnalazione delle anomalie e/o dei guasti da parte della cittadinanza è già
attivo, e dovrà essere mantenuto, un Call Center raggiungibile h.24 mediante Numero Verde
800-865155, gestito dalla società di gestione degli impianti incaricata a mezzo di concessione
dall’Amministrazione Comunale.
Al Call Center risponde un operatore che identificherà il chiamante e il guasto e provvederà
ad attivare il servizio di riparazione.
1.2.4 SERVIZIO DI CONTROLLO E PRONTO INTERVENTO
Il personale di vigilanza in servizio nelle ore notturne, quindi in condizioni di impianti
accesi, deve controllare attraverso il sistema di rilevamento che gli impianti continuino a
rimanere funzionanti e si attiva per lo spegnimento dei circuiti “mezzanotte” secondo le
disposizioni dell’Amministrazione Comunale.
Nel caso si verifichino dei guasti il personale deve tenere un comportamento come descritto
nei precedenti paragrafi.
Nel caso dagli impianti possa derivare un pericolo, di qualsiasi genere e per qualsiasi motivo,
il personale provvede alla immediata eliminazione dello stesso e se ciò non è possibile con le
maestranze in servizio, deve mettere in opera segnaletica a pericolo come previsto dalla
vigente normativa ed allertare le maestranze reperibili.
Il personale in servizio durante il presidio diurno ed anche quello di vigilanza notturna,
deve prendere appunto delle segnalazioni e delle richieste che vengono fatte alla
Concessionaria del Servizio, provvedere ad allertare le maestranze per gli interventi di
urgenza e di manutenzione segnalati, deve inoltre indicare le persone e gli uffici a cui
rivolgersi, per ottenere informazioni sugli impianti e sul servizio di illuminazione pubblica che
vengono richiesti telefonicamente.
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1.2.5 OBIETTIVI DI AFFIDABILITA’ E QUALITA’
L’affidabilità è uno dei requisiti più importanti dell’illuminazione pubblica. Affidabilità vuol
dire che nel che nel corso di un esercizio di lunga durata, le funzioni dell’impianto si
svolgeranno col minor numero possibile di inconvenienti guasti. Valutarla significa
prevedere nel tempo il comportamento dei singoli componenti, dall’analisi delle cause di
cattivo funzionamento (temperatura di esercizio, deterioramento delle superfici ottiche,
mortalità delle lampade, ecc.) è possibile giungere ad una serie di provvedimenti tecnici atti
a garantire l’affidabilità degli impianti.
La probabilità che l’installazione risponda al compito assegnato dipende dalle misure adottate
in sede di progettazione, costruzione e manutenzione degli impianti stessi. La notevole
molteplicità di cause possono pregiudicare il corretto funzionamento dell’impianto e quindi la
sua affidabilità, impone una analisi dettagliata delle stesse. L’affidabilità è quindi frutto di
diversi provvedimenti tecnici quali la selezione dei materiali, le statistiche di esercizio e
l’adozione di buone tecniche impiantistiche.
L’illuminazione pubblica deve permettere agli utenti di circolare nelle ore notturne con
facilità e sicurezza. L’analisi delle esigenze visive delle diverse categorie di utenti costituisce
la premessa per fruire di un impianto di illuminazione di qualità.
Il concetto di funzionalità è diverso per l’automobilista e per il pedone. Per il primo si tratta
di percepire, localizzandoli con certezza ed in tempo utile i punti del percorso (incroci,
curve, ecc.) e gli ostacoli eventuali. Per il pedone sono essenziali la visibilità dei bordi del
marciapiede, dei veicoli e degli ostacoli, nonché l’assenza di zone d’ombra troppo marcate.
La determinazione degli adeguati livelli di luminanza ed uniformità, sufficienti ad
assicurare la visibilità nei diversi tipi di strada in considerazione di quanto riportato nelle
vigenti normative, il riferimento alla letteratura tecnica e ad eventuali pubblicazioni per
l’illuminazione in applicazioni particolari (incroci, gallerie, passaggi pedonali, luoghi d’arte,
ecc.) costituiscono la base per una illuminazione di qualità.
Gli impianti di illuminazione possono facilmente divenire fonte di pericolo, non solo per il
personale addetto all’esercizio ed alla manutenzione, ma anche per le persone che transitano
nella strada. Gli impianti di illuminazione sono installati in piena esposizione alle intemperie,
sono accessibili ad un numero elevato di persone, richiedono interventi ad altezze notevoli da
terra su strade a traffico veicolare; poiché sono collegati elettricamente è indispensabile che
tutte le parti in tensione, comunque accessibili o che per difetto possano andare in tensione
siano protette contro i contatti diretti e indiretti. Questi aspetti rendono particolarmente
stringenti la prevenzione degli infortuni e tutti i materiali e componenti devono essere
costruiti, installati e gestiti a regola d’arte.
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1.3
MAUTENZIONE ORDINARIA E PREVENTIVA
1.3.1 CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
Norma UNI 8364 Definizione di Manutenzione:
Combinazione di tutte le azioni tecniche e di quelle corrispondenti amministrative intese a
conservare o ripristinare un apparecchio o un impianto in uno stato nel quale può adempiere
alla funzione richiesta.
Per quanto riguarda la manutenzione di un impianto elettrico di illuminazione pubblica si
intende l’insieme di attività tecnico-gestionali e dei lavori necessari per conservare in
buono stato di efficienza, e soprattutto di sicurezza, l’impianto elettrico stesso. Una
costante attività di manutenzione è indispensabile per conservare gli impianti e le prestazioni
richieste. I principali obiettivi sono:



conservare le prestazioni e il livello di sicurezza dell’impianto contenendo il normale
degrado ed invecchiamento dei componenti e delle parti;
ridurre i costi di gestione, evitando disservizi;
rispettare le disposizioni di legge.
Negli impianti di illuminazione la possibilità di mantenere costanti le prestazioni dipendono
da diversi fattori, che possono essere suddivisi in due gruppi. Nel primo gruppo sono da
comprendere tutti gli elementi che determinano un calo delle prestazioni per cause
individuabili con sufficiente esattezza e possono essere così indicate:



decadimento del flusso luminoso emesso dalle lampada;
fuori esercizio delle sorgenti luminose per elevato numero ore di funzionamento;
decadimento dell’efficienza degli apparecchi di illuminazione.
Nel secondo gruppo sono invece da comprendere tutti quegli elementi che per cause
accidentali non prevedibili danno luogo ad un guasto ed a interruzioni del servizio. Tali cause
possono essere così raggruppate:




guasti accidentali per cause atmosferiche;
atti di vandalismo;
incidenti stradali che coinvolgono i centri luminosi degli impianti;
difetti congeniti di qualche componente.
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1.3.2 DEFINIZIONI
Sulla base di quanto esposto al precedente paragrafo si possono distinguere pertanto due
diversi tipi di manutenzione, la manutenzione preventiva (prima del guasto) e la
manutenzione correttiva (dopo il guasto).
La manutenzione preventiva è finalizzata a ridurre la probabilità di un guasto in un impianto
ed il degrado dei componenti, ed è intesa come organizzazione per prevenire situazioni di
emergenza che non potranno mai essere del tutto escluse. Nell’ambito della manutenzione
preventiva si distinguono a loro volta:

manutenzione programmata: eseguita in base ad un programma temporale, relativo al
numero di ore, interventi, ecc;

manutenzione ciclica: eseguita sulla base di interventi di tempo o cicli di utilizzo
senza indagare sullo stato dei componenti;

manutenzione secondo condizione: eseguita orientando la manutenzione solo sui
componenti che ne hanno effettivamente bisogno, monitorando le prestazioni dei
componenti o i relativi parametri di funzionamento;

manutenzione predittiva (controllata): eseguita sulla base di previsioni derivate
dall’analisi e dalla valutazione dei parametri dei componenti, in modo da determinare
il tempo residuo prima del guasto di un componente.
La manutenzione correttiva si attua per riparare guasti o danni dopo la rivelazione degli
stessi, in modo da ripristinare il corretto funzionamento dell’impianto. Nell’ambito della
manutenzione correttiva si distinguono a loro volta:

manutenzione d’urgenza: eseguita immediatamente dopo la rilevazione di un guasto;

manutenzione differita: ritardata in base a specifiche esigenze operative.
A tali guasti si deve poter far fronte con la massima rapidità, ed è perciò necessario
organizzare un servizio di intervento efficace ed immediato, legato ad un sistema di pronta
segnalazione guasti.
Ai fini della legge 37/08 si distinguono inoltre la manutenzione ordinaria e la manutenzione
straordinaria.
La manutenzione ordinaria comprende gli interventi finalizzati a:


contenere il normale degrado d’uso;
far fronte ad interventi che non modifichino la struttura essenziale dell’impianto e la
sua destinazione d’suo.
La manutenzione straordinaria riguarda:

gli interventi con rinnovo di parti dell’impianto che non modifichino in modo
sostanziale le prestazioni;
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
interventi che non possono essere ricondotti
trasformazione, ampliamento, nuovo impianto.
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manutenzione
ordinaria,
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1.3.3 PROCEDURE DI MANUTENZIONE
Le operazioni di manutenzione si compongono di una serie di fasi di lavoro, necessarie per
organizzare e predisporre i vari interventi e possono essere riepilogate come segue:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
fase di preparazione;
gestione della documentazione;
modalità esecutive e preparazione delle attrezzature necessarie;
autorizzazioni;
esecuzione degli interventi di manutenzione;
registrazione e riconsegna dell’impianto.
1. Nella fase di preparazione è necessario prendere in visione del calendario degli interventi
di manutenzione sul quale sono riportate le operazioni da eseguire in ordine cronologico,
individuare le schede di manutenzione ovvero il tipo di operazione da effettuare in
riferimento al calendario, consultare il registro degli interventi per poter ricostruire le
precedenti manutenzioni e i vari inconvenienti occorsi.
2. La corretta identificazione degli impianti non può prescindere da una documentazione
aggiornata. La documentazione necessaria si distingue in due parti:


la documentazione di impianto;
la documentazione specifica per la manutenzione.
La documentazione di impianto può essere composta da documenti funzionali (schemi
elettrici, circuitali, ecc.), da documenti topografici (disegni planimetrici), da documenti di
connessione (schemi o tabelle di cablaggio, interconnessioni, ecc.) da documenti con dettagli
di installazione e da specifiche tecniche delle apparecchiature.
La documentazione specifica per la manutenzione fornisce le istruzioni alle procedure di
manutenzione. I documenti di corredo sono gli elenchi degli impianti e componenti, le
schede dei componenti (contengono informazioni relative al componente), le schede di
manutenzione (descrizioni delle operazioni da eseguire), i manuali di istruzione (fornito dal
costruttore del componente), il calendario degli interventi (allegato alla scheda di
manutenzione), il registro degli interventi (dove segnare le operazioni effettuate) le norme
di sicurezza tecniche e le leggi vigenti per l’esecuzione della manutenzione.
La manutenzione necessita di una pianificazione e la base è costituita dal piano di
manutenzione, che riporta la programmazione degli interventi, la definizione delle modalità
di esecuzione e le risorse necessarie.
3. Le modalità esecutive vengono definite una volta esaminata la documentazione
necessaria, in modo da predisporre le attrezzature, utensili, strumenti di misura per
l’effettuazione delle operazioni ed elaborare un strategia per ridurre i tempi di
effettuazione.
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4. Prima di procedere all’esecuzione della manutenzione devono essere acquisite le
necessarie autorizzazioni, concordare tempi e modalità alle quali attenersi durante le fasi
operative.
5. L’esecuzione delle operazioni di manutenzione si compongono di manovre di esercizio (per
modificare lo stato elettrico dell’impianto e metterlo fuori servizio), di controlli funzionali
(prove, misure, ispezioni) e di lavori di pulizia, riparazione e sostituzione.
6. Al termine delle procedure di manutenzione si devono annotare nel registro degli
interventi di manutenzione le lavorazioni effettuate (tipo di lavoro svolto, parti di ricambio
installate, tempo impiegato, personale intervenuto, ecc.) si deve formalizzare la riconsegna
dell’impianto elettrico.
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1.3.4 MANUTENZIONE ORDINARIA
Gli interventi di manutenzione ordinaria consistono in:


la sostituzione delle lampade non più funzionanti, la sostituzione dei componenti
facenti parte degli impianti in esercizio, che è necessario ricambiare per
prevenire un guasto o ripristinare il servizio in modo che lo stesso continui a
svolgersi con efficienza e sicurezza (fusibili, reattori, condensatori, cavi , portelli,
ecc.);
interventi per la riparazione di guasti, eliminazione di pericoli di qualsiasi genere
che possono derivare dagli impianti o dai singoli componenti che ne fanno parte.
Gli interventi sopra descritti dovranno essere eseguiti in caso di guasti causati da normale
usura o invecchiamento, per cause accidentali, per danni causati da terzi, per danni
provocati da eventi atmosferici, escluso le calamità naturali.
In caso di segnalazione di pericolo, l’intervento dovrà essere immediato, sia in giorno feriale
che festivo, nessuno escluso, ventiquattro ore su ventiquattro.
1.3.5 MANUTENZIONE PREVENTIVA
La manutenzione preventiva si applica attraverso il rispetto delle seguenti prestazioni:






sostituzione periodica delle lampade a scarica (ricambio a programma);
cicli di pulizia degli apparecchi di illuminazione (armature stradali, lanterne,
globi, ecc.);
verifica dei sostegni con verniciatura e rifacimento della protezione alla base dei
pali;
sostituzione dei bracci esistenti a parete con bracci zincati compreso la
verniciatura del braccio e della piastra a parete (compreso il montaggio e lo
smontaggio dell’apparecchio di illuminazione);
verifica dell’equipotenzialità fra le masse metalliche dell’impianti;
misura della resistenza di terra ed eventuale intervento di ripristino dei valori
raccomandati dalle norme.
L’insieme delle prestazioni sopra descritte dovrà essere eseguito a regola d’arte e
comprende l’intervento per 3000 (tremila) fra pali, torri faro e bracci a parete, per ogni
anno.
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1.3.6 RICAMBIO A PROGRAMMA DELLE LAMPADE
Un sistema razionale di esercizio dell’impianto è quello di programmare il ricambio totale
delle lampade dopo un certo numero di ore di funzionamento, in relazione alla curva di
decadimento, della efficienza luminosa, del tipo di lampade utilizzate ed alla vita media
delle lampade stesse.
I metodi per stabilire l’intervallo di tempo fra un ricambio e l’altro sono diversi:



a periodo fisso;
a percentuale di mortalità;
a percentuale di decadimento.
Il metodo più seguito è quello del ricambio a periodo fisso. Nel ricambio a periodo fisso,
stabilita la effettuazione del ricambio totale delle lampade in corrispondenza di un
determinato numero di ore di funzionamento, dedotto dalla curva di mortalità delle lampade
fornito dalle case costruttrici per tipologia di lampada, può essere ricavato il numero medio
delle lampade che andranno fuori uso nel periodo intercorrente tra una operazione di
ricambio e la successiva. Tali lampade dovranno essere sostituite di volta in volta con
lampade nuove.
I vantaggi derivanti dalla applicazione di un ricambio a programma delle lampade sono i
seguenti:



economia di gestione;
conservazione dei livelli illuminotecnici assai più elevato in quanto si può far
coincidere la sostituzione delle lampade con la pulizia dell’apparecchio illuminante;
possibilità di organizzare il lavoro in periodi programmati.
Altra ragione è che l’adozione del ricambio a programma comporta un aumento
dell’efficienza dell’impianto e quindi un aumento della qualità del servizio per l’utente
finale.
La sostituzione periodica delle lampade deve avere indicativamente le seguenti modalità:



ogni 12.000h di funzionamento per le lampade ai vapori mercurio;
ogni 10.000h di funzionamento per le lampade ai vapori di sodio;
ogni 6.000h di funzionamento per le lampade ai vapori di alogenuri metallici.
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1.3.7 CICLI DI PULIZIA DEGLI APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE
Una buona manutenzione ed una accurata pulizia degli impianti evita di lasciare inutilizzata
una importante aliquota del flusso luminoso emesso dalle lampade, permette inoltre di
conservare una buona efficienza dell’impianto mantenendo in particolare i livelli ed i
parametri illuminotecnici a valori adeguati.
Le norme in sede di progetto indicano un fattore di manutenzione di 0,80. Ciò vuol dire che le
operazioni periodiche di manutenzione, di pulizia e di ricambio devono proporsi come scopo
finale di mantenere l’efficienza illuminante effettiva dell’impianto intorno al valore dell’ 80%
di quello che era al momento della messa in servizio. Mancando ogni manutenzione risulta
che l’efficienza dell’impianto si riduca notevolmente a causa della diminuzione del flusso
emesso dalle lampade, dello sporco che si deposita e si accumula sulle sorgenti e sulle parti
dell’apparecchio (riflettori, coppe, ecc.).
La determinazione degli intervalli di tempo più convenienti e del metodo migliore per
effettuare le operazioni di manutenzione si effettua in funzione della vita media utile delle
sorgenti, del tipo di apparecchio illuminate, dell’atmosfera più o meno inquinata.
Risulta inoltre importate effettuare la manutenzione nei modi raccomandati, evitando
interventi di personale non addestrato ed impiegato opportuni prodotti di pulizia che non
compromettino le superficie ottiche degli apparecchi. Le parti ottiche degli apparecchi di
illuminazione subiscono un decadimento quando le superfici metalliche, i trattamenti
superficiali invecchiano o sono soggette a cattiva manutenzione con detersivi non adatti.
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1.3.8 VERIFICA DEI SOSTEGNI
I sostegni degli apparecchi di illuminazione, sono costituti in genere da pali, provvisti o meno
di sbraccio, da piccoli sostegni, da sostegni in “stile”, da mensole a muro, mentre le linee
elettriche aeree sono sostenute in genere da corde di acciaio ammarrate ai fabbricati. I
sostegni in generale devono innanzitutto rispondere ai requisiti delle normative, criteri di
unificazione e delle raccomandazioni che derivano dall’esperienza della gestione degli
impianti, in particolare devono essere per quanto possibile poco appariscenti per non alterare
nelle ore diurne l’ambiente urbano. Gli stessi sostegni debbono presentare le seguenti
caratteristiche:



resistenza alla spinta del vento ed alle sollecitazioni meccaniche ordinarie;
resistenza alla corrosione;
minime esigenze di manutenzione.
I sostegni possono essere realizzati con i seguenti materiali:




acciaio;
leghe di alluminio;
calcestruzzo armato con tondini di ferro;
legno trattato.
I sostegni in acciaio sono molto impiegati e diffusi e offrono i vantaggi di avere un’ottima
resistenza alle sollecitazioni meccaniche, una buona resistenza alla corrosione, limitata
manutenzione, grande maneggevolezza e costi contenuti. Per la protezione contro la
corrosione viene comunemente adottata la zincatura a caldo per immersione in riferimento
alla normativa UNI. I sostegni possono essere anche non zincati con verniciatura antiruggine
esterna. I sostegni di questo tipo richiedono però ulteriori trattamenti ed impongono
periodiche operazioni di verniciatura ad intervalli non superiori a 5 anni.
Per la protezione del punto di incastro dei pali nei basamenti di fondazione è ancora in uso la
realizzazione di un collarino di calcestruzzo, anche se presenta ingombri elevati (si traduce in
un disturbo per i pedoni) con necessari rifacimenti periodici ed aggravio degli oneri di
manutenzione. Allo scopo di superare questi inconvenienti è attualmente in uso in
corrispondenza del punto di incastro una fasciatura, realizzata con una guaina in polietilene
termorestringente applicata a caldo dopo la zincatura, per una lunghezza di circa 400mm.
Questa soluzione non richiede la realizzazione del collarino di calcestruzzo, ma dei controlli
periodici sullo stato di conservazione. I sostegni in acciaio usati comunemente sono i
seguenti:



a sezione poligonale;
a sezione circolare a profilo conico saldati o trafilati (senza saldature);
a sezione circolare a profilo rastremato saldati o trafilati (senza saldature).
In alcune situazione particolari, quando il sottosuolo è occupato da altri sotto servizi
tecnologici, può risultare impossibile collocare i pali mediante infissione, quindi è prevista
l’alternativa del fissaggio del palo con piastra.
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I sostegni realizzati con lega di alluminio sono forniti normalmente allo stato naturale
(ossidazione anodica) ad eccezione della parte interrata che deve essere rivestita di uno
strato bituminoso o altro sistema equivalente di protezione. I sostegni in alluminio sono più
leggeri di quelli in acciaio normale, con trasporto e messa in opera meno onerosa, presentano
una maggiore resistenza alla corrosione ma un costo più elevato.
I pali in calcestruzzo ormai non più utilizzati ma presenti negli impianti non richiedono
manutenzione però presentano le seguenti problematiche:



aspetto pesante e poco estetico;
difficoltà di trasporto;
peso elevato che aggrava i costi di posa e di recupero.
I pali in legno anche questi non più utilizzati ma presenti negli impianti richiedono periodici
controlli per valutare lo stato di conservazione.
Per tutte le tipologie di sostegni è necessario realizzare delle verifiche di stabilità,
soprattutto per quanto concerne la sezione di incastro, tenendo conto delle sollecitazioni di
carico, quindi azione del vento, del peso proprio del palo, di eventuali mensole o sbracci e
dell’apparecchio illuminante. Le verifiche si estendono anche per i sostegni che sostengono le
linee di alimentazione aeree.
Periodicamente devono quindi essere effettuati controlli per valutare la stabilità dei sostegni
in considerazione dello stato in cui si trovano i sostegni stessi e della loro età, valutando con
esami a vista ed eventuali prove strumentali lo stato di conservazione del sostegno e la
presenza di corrosione.
Il termine generico di corrosione indica il complesso delle reazioni chimiche, spesso
spontanee, che alterano la superficie di un materiale metallico a contatto con l’ambiente
esterno. Come risultato di tali azioni il metallo si trasforma in ioni che passano in soluzione
e/o in composti chimici insolubili che ricoprono la superficie originale. Dal punto di vista
strutturale il risultato della corrosione è, nella quasi totalità dei casi, un degrado delle
caratteristiche meccaniche del metallo.
I processi di corrosione che avvengono in un metallo immerso in una soluzione sono
riconducibili al manifestarsi di celle galvaniche funzionanti come una pila e al conseguente
passaggio di correnti all’interno delle celle. Ciò significa che sulla superficie del metallo si
creano zone anodiche e zone catodiche, che possono migrare sulla superficie nel tempo,
dando luogo a corrosione diffusa, o restare localizzate dando luogo a corrosione localizzata.
Il meccanismo di corrosione per strutture sotterranee o parzialmente infisse nel terreno è del
tutto analogo a quello classico: la corrente fluisce dall’anodo attraverso il terreno per
conducibilità ionica e penetra nella struttura dalla zona catodica. All’interno della struttura
la corrente fluisce dal catodo all’anodo per conducibilità elettrica completando così la cella
di corrosione.
Le zone anodica e catodica possono essere tra loro prossime e spostarsi nel tempo sulla
superficie della struttura, dando luogo ad una corrosione uniforme, oppure una zona può
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diventare permanentemente anodica rispetto all’area circostante, producendo corrosione
localizzata.
Molteplici sono i fattori che influenzano la corrosione sotterranea, quasi tutti riconducibili
alle caratteristiche chimico-fisiche del terreno:







conducibilità (una elevata conducibilità favorisce la corrosione);
areazione e permeabilità (determinano l’umidità del terreno);
acidità (terreni più aggressivi con sostanze acidificanti);
umidità (contenuto d’acqua aumenta la conducibilità);
presenza di solfati e cloruri (elementi molto aggressivi);
presenza di specie biologiche (specie batteriche che acidificano il terreno);
presenza di correnti vaganti.
Sui pali che presentano effetti della corrosione si deve intervenire con la demolizione
meccanica della basetta in cemento posta alla base del palo fino a raggiungere una
profondità di 20cm dall’inizio del plinto di fondazione. Rimuovere la corrosione con apposito
utensile e con prodotti specifici, in modo da ripulire al meglio uno dei principali punti
d’attacco della corrosione passante. Successivamente si procederà alla applicazione del
guaina termorestringente ed alla richiusura del plinto di fondazione, con completa
verniciatura del sostegno.
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1.3.9 VERIFICHE E MISURE ELETTRICHE ED ILLUMINOTECNICHE
Per verifica si intende l’insieme delle operazioni necessarie per accertare la rispondenza di
un impianto elettrico ai requisiti prestabiliti. A seconda della tipologia di verifica si possono
distinguere i seguenti tipi di verifica:



la verifica ai fini della sicurezza;
la verifica ai fini della regola dell’arte;
la verifica ai fini del collaudo.
La verifica ai fini della sicurezza accerta che l’impianto ha i requisiti necessari per ridurre il
rischio elettrico al di sotto del limite accettabile. In questa verifica si fa riferimento alle
norme di legge ed alle norme CEI ed UNI, tralasciando quello che riguarda le prestazioni
dell’impianto stesso.
La verifica ai fini della regola dell’arte accerta se l’impianto elettrico è conforme alla regola
dell’arte in senso lato; include oltre alla sicurezza anche le prestazioni dell’impianto.
La verifica ai fini del collaudo riguarda le operazioni tecniche necessarie per accertare se
l’impianto elettrico è conforme alla regola dell’arte e al progetto, incluso l’eventuale
capitolato d’appalto. Se dalla verifica risulta che l’impianto non è conforme alla regola
dell’arte ed al progetto l’impianto non è collaudato.
In relazione al momento in cui la verifica viene effettuata, rispetto alla vita dell’impianto, si
distingue:



la verifica iniziale;
la verifica periodica;
la verifica straordinaria.
La verifica iniziale viene condotta prima della consegna, o della messa in servizio, di un
nuovo impianto o di una parte rinnovata, modificata o ampliata. La verifica iniziale può
riguardare la sicurezza, la regola dell’arte o il collaudo.
La verifica periodica viene effettuata su un impianto esistente ad intervalli regolari. La
verifica periodica riguarda in genere la sicurezza.
La verifica straordinaria viene condotta su un impianto esistente su richiesta dell’utente o
dell’autorità. La verifica straordinaria riguarda in genere la sicurezza ma può riferirsi anche
alla regola dell’arte.
Le operazioni necessarie per eseguire una verifica sono fondamentalmente di due tipi: esami
a vista e prove.
L’esame a vista consiste in una ispezione visiva dell’impianto più o meno approfondita
secondo il caso. L’esame a vista precede l’esecuzione delle prove e viene effettuato di regola
con l’impianto fuori tensione.
La prova consiste nell’effettuazione di misure condotte con appropriati strumenti per
accertare l’efficienza dell’impianto. Gli strumenti devono periodicamente essere tarati da un
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centro di taratura autorizzato per garantire il funzionamento ed il controllo sulle misure in
funzione della classe di precisione prevista per le misure da effettuare. I risultati ottenuti
devono essere registrati nella documentazione di esercizio e manutenzione.
Le principali misure e prove da eseguire sugli impianti elettrici di illuminazione pubblica sono
le seguenti:








misura della resistenza di isolamento dei circuiti;
continuità dei conduttori di protezione ed equipotenziali;
misura della resistenza di terra;
misure dell’impedenza dell’anello di guasto (per sistemi di tipo TN);
verifica della protezione contro i contatti indiretti (mediante interruzione automatica
dell’alimentazione tramite il dispositivo di protezione);
prove degli interruttori differenziali tramite strumento di prova;
misure di illuminamento e luminanza;
prove di funzionamento.
Le misure di illuminamento e luminanza andranno effettuate mediante strumenti dotati di
certificato di taratura rilasciato dalla casa costruttrice o da ente certificatore e dovranno
seguire le indicazioni della normativa illuminotecnica specifica (UNI EN 13201-4 “Metodi di
misurazione delle prestazioni fotometriche”).
Eventuali altri prove potranno essere necessarie a seconda delle esigenze che si
riscontreranno sugli impianti.
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1.3.10 INDICAZIONI SULLO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI
I rifiuti derivanti dall'attività di manutenzione ordinaria e straordinaria dovranno smaltiti in
ossequio ai dettami della legislazione vigente, secondo la classificazione dei materiali stessi,
suddivisi per tipologia, composizione e grado di pericolosità.
In particolare la gestione dei rifiuti e dei residui di lavorazione si deve alle leggi, ai
regolamenti ed alle prescrizioni emanate dalle competenti Autorità. L'impresa esecutrice dei
lavori di ricostruzione o rifacimento degli impianti, con oneri a suo esclusivo carico, dovrà
recuperare o smaltire i rifiuti ed i residui di lavorazione prodotti nell'osservanza delle
specifiche norme o degli ordini impartiti dal Committente e con l'obbligo di fornire su
richiesta alla stessa la relativa documentazione attestante l'avvenuto recupero o smaltimento
fino ai punti di raccolta e/o separazioni previsti dagli adempimenti di Legge.
Per quanto riguarda lo smaltimento delle lampade esauste, terminale ultimo del ciclo di vita
delle sorgenti luminose saranno aziende in possesso di tutte le autorizzazioni necessarie per il
trasporto, lo stoccaggio, il trattamento, il recupero ed il riciclaggio dei rifiuti pericolosi.
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1.4
MAUTENZIONE STRAORDINARIA
1.4.1 COMMISSIONE DEI LAVORI
Per manutenzione straordinaria si intendono tutti gli interventi con rinnovo o sostituzione di
parti dell’impianto atti al miglioramento delle prestazioni e/o dell'affidabilità.
Si considerano interventi di manutenzione straordinari le seguenti opere:

le prestazioni contingenti richieste dall’Amministrazione Comunale;

il potenziamento dell’illuminazione ed il risparmio energetico da ottenere mediante la
riqualificazione degli impianti e/o sostituzione della tipologia delle lampade e degli
apparecchi illuminanti;

la riqualificazione degli impianti necessaria ai fini della sicurezza.
I lavori di manutenzione straordinaria sono valutati in base ad un prezziario approvato
dall’Amministrazione Comunale, dove sono riportati i prezzi unitari delle manodopere, dei
noleggi e dei materiali ed i prezzi ad opere compiute formulati sulla base di analisi prezzi
facenti riferimento alle voci dei prezzi unitari.
I lavori di potenziamento e di riqualificazione degli impianti dovranno essere programmati e
concordati con l’Amministrazione Comunale.
Per quanto concerne il compito di progettazione ed esecuzione dei lavori di manutenzione
straordinaria, deve prevedersi una redazione di progetti e conseguenti realizzazioni di
impianti con caratteristiche e materiali che rispondano ai requisiti delle vigenti leggi e
normative ed alle disposizioni locali imposte dal disciplinare tecnico redatto
dall’Amministrazione Comunale.
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1.5
RISPARMIO ENERGETICO
1.5.1 STATO ATTUALE
Attualmente gli impianti di illuminazione pubblica presenti sul territorio comunale sono
strutturati con quadri elettrici di zona (comandati in cascata attraverso due circuiti definiti
“pilota”), che proteggono le linee di alimentazione delle lampade collegate su due tipologie
di circuiti elettrici trifasi:


il circuito definito convenzionalmente “permanente” o “tuttanotte” a cui
corrispondono circa 4000h annue di funzionamento ;
il circuito definito convenzionalmente “variabile” o “mezzanotte” a cui corrispondo
circa 1635h annue di funzionamento.
Le lampade collegate in
modo da consentire ad
spegnimento alternato.
spegnimento dei circuiti
impianti).
derivazione da questi circuiti sono alternate nelle sedi stradali in
una determinata ora della notte (intorno alle 23:15) l’eventuale
Il risparmio energetico viene quindi realizzato attraverso lo
definiti “variabile” (circa il 40% dei centri luminosi presenti sugli
Questa gestione degli impianti non risponde a quanto richiesto dalla normativa
illuminotecnica per quanto concerne i parametri di uniformità che devono essere mantenuti,
in quanto l’alternarsi lungo gli assi paralleli alla direzione di marcia, di zone di luce e zona di
ombra, costringono l’occhio a continui adattamenti causando affaticamento visivo. Inoltre la
presenza di coni d’ombra può determinare situazioni di pericolo riducendo da parte di chi è
alla guida la possibilità di percepire ostacoli presenti sulla carreggiata (come pedoni che
attraversano).
Esemplificazione grafica della situazione di
impianto tutto acceso (A), con spegnimento
alternato (B) e con sistema di regolazione
del flusso luminoso (C)
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1.5.2 POSSIBILI SVILUPPI – REGOLATORI DI TENSIONE
Una soluzione senza ricorrere allo spegnimento di parti dell’impianto e quella di adottare
sistemi che regolano il flusso luminoso emesso dalle lampade a cui corrisponde una
diminuzione dell’energia elettrica assorbita dall’impianto.
Si diminuisce l’intensità del flusso luminoso in base alle esigenze, evitando così inutili sprechi
e, soprattutto, mantenendo una completa uniformità della luce. Il regolatore di flusso
consente una regolazione della potenza erogata a circuiti di lampade mediante un’azione di
riduzione lineare della tensione di alimentazione secondo cicli programmabili in valore ed in
tempo, oltre ad assicurare la stabilizzazione di alimentazione delle lampade.
La vita utile delle lampade dipende da numerosi fattori: l’effetto specchio, la difficoltà di
smaltimento del calore, il gruppo di alimentazione non idoneo, i picchi della tensione di
alimentazione. La valutazione della durata media nominale è ottenuta dal costruttore in
laboratorio in condizioni costanti e controllate: il 50% delle lampade al sodio ad alta
pressione, ad esempio, presenta un decadimento del flusso luminoso del 30% dopo 23.000h. Il
dato, ricavato da lampade installate su impianti in esercizio, risulta assai differente,
richiedendo sovente la sostituzione programmata dopo 8.000h per decadimento del 30%. La
principale causa di tale disparità di rendimento risiede nelle variazioni in eccesso della
tensione di alimentazione.
Il regolatore, stabilizzando la tensione di rete, consente di prolungare la vita delle lampade,
riducendo i guasti non prevedibili (aumento della vita programmata delle lampade).
La tensione fornita dall’ente erogatore di energia è notevolmente variabile in funzione del
carico che il sistema elettrico è chiamato a supportare; ovviamente, nelle ore di forte
richiesta energetica la tensione media della rete elettrica tenderà a decrescere, viceversa
nelle ore di scarsa richiesta.
A questo andamento generale (variazione giornaliera e stagionale) si sovrappongono poi una
serie di oscillazioni più veloci dovute ad eventi discreti ed imprevedibili (l’apertura di un
interruttore, che porta ad una variazione significativa della configurazione topologica della
rete, la variazione del rapporto di trasformazione in cabine MT/bt ecc). Il risultato di questa
serie di fattori è una tensione notevolmente variabile nel corso della giornata (gli enti
distributori sono tenuti a mantenere la tensione entro oscillazioni del +/- 10% del valore
nominale).
E’ consigliabile l’alimentazione delle lampade con una tensione non superiore al 5% del
valore nominale, pena una limitazione della loro resa sia a livello di durata che di flusso
luminoso emesso nel tempo (i dati di esercizio degli impianti di pubblica illuminazione
dimostrano come un aumento del 5% della tensione di rete nominale provochi un aumento dei
consumi di circa il 10% ed una riduzione della vita media delle lampade che può arrivare al
30%); tale riduzione aumenta anche il tasso di guasto delle lampade.
Il riduttore di tensione consente innanzitutto di stabilizzare la tensione di alimentazione delle
lampade, rendendola di fatto indipendente dalle variazioni a monte del riduttore stesso. In
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COD. CLASS. 01 Rev. Allegato B
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secondo luogo permette di ottenere una riduzione della tensione di alimentazione continua
nel tempo (attenuazione graduale nelle ore di minor traffico) e nello spazio (livello di
illuminamento uniforme in ogni momento).
La tensione di rete tende ad essere superiore al valore nominale durante le ore notturne,
ossia durante le ore di funzionamento degli impianti di pubblica illuminazione. L’adozione dei
regolatori di tensione risulta quindi ottimale non solo per gestire l’impianto in condizioni di
tensione ridotta (ore vuote), ma anche in condizioni di tensione nominale (ore piene),
evitando sovratensioni.
Tramite i regolatori di tensione è possibile gestire delle rampe di accostamento, ossia lo
sfruttamento della luminosità naturale residua presente al momento dell’accensione o dello
spegnimento dell’impianto. Al momento dell’accensione dell’impianto si opera una forte
riduzione della tensione di alimentazione, garantendo l’illuminamento richiesto grazie al
contributo dato dalla luminosità naturale, successivamente, con il ridursi di tale contributo,
viene progressivamente innalzata la tensione, fino al valore nominale (viceversa al momento
dello spegnimento degli impianti).
In conclusione il regolatore elettronico del flusso luminoso assolve alle seguenti funzioni:







fornisce la tensione nominale necessaria per il funzionamento normale del gruppo
risonante e consente la stabilizzazione per il variare della tensione di alimentazione
+/- 2,5% (erogazione della potenza nominale, alla corrente nominale);
varia la tensione dal suo valore nominale al valore ridotto necessario per ottenere la
voluta riduzione della corrente del carico (funzionamento a flusso ridotto);
effettua un ritardo alla riaccensione, in caso di spegnimento delle lampade per
momentanea mancanza tensione; questo ritardo, consentendo alle lampade di
raffreddarsi, ne determina la successiva agevole riaccensione senza sollecitazioni
elettrodinamiche per le stesse lampade;
effettua una rampa di accensione della corrente al momento di accensione (meno 20%
circa) in modo di sottoporre le lampade ad una minore sollecitazione con conseguente
aumento della loro vita;
annulla istantaneamente la tensione, in caso di apertura del carico, per evitare la
sovracorrente dovuta alla risonanza delle due reattanze uguali in modulo e di segno
opposto;
verifica il valore della resistenza di isolamento verso terra che avviene con
monitoraggio continuo, con soglia di stacco impostabile;
mantiene la memorizzazione e la segnalazione visiva degli allarmi anche quando il
regolatore è spento (alimentazione 230 Vac separata).
Il piano regolatore di illuminazione pubblica indica tale strumento tecnico come la migliore
soluzione da adottare per tutti i lavori di rifacimento o installazione ex-novo degli impianti in
sostituzione del sistema di accensione e spegnimento alternato “tuttanotte-mezzanotte”.
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SISTEMI DI TELECONTROLLO
1.5.3 GENERALITA’
I guasti accidentali, dovute a cause non predeterminabili, provocano il temporaneo
annullamento del livello di illuminamento, rendendo inefficiente o solo parzialmente
utilizzato un impianto che può essere anche molto costoso. A tali guasti, per ragioni si
sicurezza, si deve far fronte con la massima rapidità ed è perciò necessario organizzare un
servizio d’intervento efficace ed immediato, che è a sua volta legato ad un altrettanto
sistema di pronta segnalazione dei guasti.
Diventano così rilevanti i problemi dell’efficienza delle installazioni e dei costi di esercizio. I
due problemi sono strettamente correlati: da una parte la necessità e la tendenza verso livelli
di illuminamento mantenuti, che comportano lo studio e la realizzazione di impianti più
efficienti, nuove e più complesse apparecchiature tecniche; dall’altra la necessità di
contenere gli oneri che possono lievitare per il costo dell’impiego di manodopera.
La diffusione dell’automazione ha permesso di mettere a punto numerosi sistemi
segnalazione di guasti, che utilizzano come supporto per la trasmissione delle informazioni
linee telefoniche. Questi dati, opportunamente trattati, permettono di sorvegliare
funzionamento di un impianto di illuminazione pubblica rilevando e visualizzando
cambiamento di stato ed altre indicazioni operative.
di
le
il
il
Per questa ragione si è sviluppato da tempo un programma di ricerca e sperimentazione
finalizzato ad individuare le migliori soluzioni da poter applicare al telecontrollo degli
impianti di illuminazione pubblica di Firenze. Il sistema attualmente in uso è in sostanza una
evoluzione, in un contesto tecnologico più avanzato, dell’esperienza avviata nel 1975,
allorché fu realizzata una rete dedicata Sip (oggi Telecom) di acquisizione dati per 50 degli
allora 580 quadri di illuminazione.
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1.5.4 LA VECCHIA RETE DI TELECONTROLLO
La vecchia rete di rilievo dati avviata nel 1975 sino al 2001 per controllare gli impianti di
illuminazione pubblica si basava su collegamenti mediante linee telefoniche dedicate. Il
sistema forniva informazioni sullo stato di funzionamento di 50 quadri di comando.
Considerato il tipo di accensione con comando in cascata, poiché il numero dei quadri
controllati era inferiore al numero totale dei quadri attivi (circa 600), si era cercato di
scegliere delle ubicazioni strategiche per controllare la maggior parte del territorio con
particolare riguardo a certe zone.
Il sistema attivo nelle ore di accensione degli impianti provvedeva ad allertare l’operatore di
turno in centrale tramite tre diverse segnalazioni distinte:



mancanza tensione da parte dell’ente erogatore di energia;
mancanza del pilotaggio nel circuito permanente (tuttanotte);
mancanza del pilotaggio nel circuito variabile (mezzanotte).
Presso ogni comando controllato definito “punto periferico”, era installato un dispositivo a
circuiti integrati che consentiva di rilevare le tre informazioni desiderate, convogliandole su
coppie della rete telefonica pubblica in modo da essere trasmesse alla centrale operativa.
Ogni punto periferico segnalava al centro mediante l’invio permanente di quattro toni.
L’assenza di toni su linea indicava che il doppino era interrotto oppure l’unità periferica era
guasta, la presenza di tutti i toni indicava il funzionamento normale, mentre l’assenza di uno
dei toni veniva associata ad uno dei tre allarmi. Il centro di convergenza raccoglieva le
informazioni provenienti dai vari posti periferici e dopo averle serializzate le trasmette al
centro di controllo.
La situazione dei punti periferici veniva riconosciuta dalla presenza o meno dei toni e
riportata in forma binaria all’ingresso di un convertitore parallelo-serie. Localmente veniva
generato un carattere di indirizzo che nell’impianto aveva lo scopo di indicare l’inizio del
messaggio che veniva trasmesso ciclicamente verso il centro di controllo. Per l’alimentazione
di riserva dei punti periferici in caso di black-out era prevista una batteria a 48Vcc installata
presso i centri di convergenza.
Il centro di controllo esplorava ciclicamente i doppini provenienti dai centri di convergenza
memorizzando le segnalazioni ricevute. In tal modo il centro di controllo era informato con
continuità delle condizioni di funzionamento. Un quadro sinottico collegato alle uscite del
ricevitore consentiva la visualizzazione di tutta la rete.
Per una maggiore sicurezza, ogni allarme veniva comunicato al quadro sinottico ed al
dispositivo acustico solo se si ripeteva per tre cicli consecutivi. Il tempo massimo che
intercorreva dal momento dei guasti al momento della segnalazione sul quadro era di circa 2
secondi. Da ciascun centro di convergenza si dipartivano i collegamenti verso i punti periferici
realizzati su coppie della rete di giunzione e di distribuzione per uno sviluppo complessivo di
circa 325 km.
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Il grosso svantaggio di questo sistema era dovuto dalla impossibilità di poter riattivare dalla
centrale di controllo le linee pilota. In altre parole si rendeva sempre necessario inviare dalla
centrale una squadra di tecnici nella zona dove si era verificato il disservizio per la ricerca
del guasto. Questo comportava la mancanza di illuminamento in determinate aree della città,
per il tempo che intercorreva dal rilevamento del guasto, fino al trasferimento del personale
nella zona interessata.
1.5.5 LA RETE DI TELECONTROLLO ATTUALE
Il sistema di telecontrollo attuale in uso a partire dal 2001 utilizza le più economiche linee
telefoniche commutate in sostituzione delle precedenti linee dedicate. Il sistema oltre a
mantenere le segnalazioni dal campo esistenti del precedente sistema, ha aumentato il
numero di segnalazioni d’allarme, aumentando la qualità del sistema informativo e di
conseguenza il servizio, ma in particolare ha consentito di comandare a distanza gli
interruttori e le linee pilota direttamente dalla centrale operativa, in modo da ridurre i tempi
di intervento ed i costi di manodopera.
Questo sistema di telecontrollo ha consentito di mantenere attivo il sistema di accensione
degli impianti in cascata conservandone i pregi quali l’accensione contemporanea di tutti gli
impianti del Comune di Firenze nello stesso momento da un unico punto di comando.
Per consentire la massima adattabilità del sistema di telecontrollo alla realtà del Comune di
Firenze, si è ricorso all’uso di controllori programmabili PLC installati all’interno dei quadri di
comando, abbinati a modem fonici in grado di comunicare attraverso le linee telefoniche
commutate con il PC di controllo ubicato nella centrale operativa. L’utilizzo dei PLC offre
notevoli vantaggi per quanto concerne la flessibilità degli impianti. Essendo un sistema di tipo
aperto tramite un appropriato linguaggio di programmazione è possibile modificare le logiche
di controllo ed i criteri di funzionamento, adattandoli conseguentemente alle nuove esigenze
operative, o a nuovi ampliamenti della rete di telecontrollo.
Il sistema di telecontrollo è realizzato con apparecchiature di base “SIEMENS” ed in
particolare con i seguenti componenti :



Unità centrale di interfaccia operatore: PC con tastiera, video 19” e stampante;
Unità periferiche : micro PLC d’automazione Simatic S7-200;
Modem per trasmissione dati.
I micro PLC Simatic S7-200 posti nei quadri controllati sono utilizzati come unità periferiche
gestire direttamente dalla unità centrale. La trasmissione degli “allarmi” e dei “comandi”
avviene su linee telefoniche commutate utilizzando i modem posti nelle unità periferiche e
presso la centrale operativa. L’utilizzo della rete avviene o su richiesta del centro, per l’invio
di comandi e di interrogazioni, o su richiesta dell’unità periferica per l’invio al centro di
allarmi rilevati sull’impianto controllato. Le informazioni meno importanti classificate come
“eventi” vengono memorizzate dal micro PLC periferico e inviate al centro in coda alla prima
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telefonata. Questo per permettere un risparmio di telefonate e un migliore utilizzo della
rete.
Il sistema permette di inviare/ricevere una serie di segnalazioni e una serie di comandi
suddivisi come segue:


14 possibilità di segnalazioni;
10 possibilità di comando.
Le segnalazioni (allarmi/eventi) previste in questo caso sono 13 ed in particolare le seguenti:













presenza rete – fase R;
presenza rete – fase S;
presenza rete – fase T;
posizione interruttore generale;
presenza linea pilota “circuito permanente”;
presenza linea pilota “circuito variabile”;
posizione contattore “circuito permanente”;
posizione contattore “circuito variabile”;
posizione interruttore by-pass “circuito permanente”;
posizione interruttore by-pass “circuito variabile”;
posizione interruttore parziale “pilota permanente”;
posizione interruttore parziale “pilota variabile”;
controllo apertura porta del quadro.
I comandi previsti in questo caso sono 6 ed in particolare i seguenti:






riarmo a distanza dell’interruttore generale;
riarmo interruttore differenziale;
comando pilota “circuito permanente”;
comando pilota “circuito variabile”;
riarmo interruttore parziale “pilota permanente”;
riarmo interruttore parziale “pilota variabile”.
Tutte le informazioni vengono catalogate dal centro ed archiviate in modo da essere reperibili
e controllate in qualsiasi momento.
Non è stato ritenuto utile acquisire la misurazione degli assorbimenti di corrente all’ingresso
dei quadri. Tale funzione è implementabile nella logica del PLC modificando il cablaggio del
quadro ed installando ulteriori componenti.
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1.5.6 POSSIBILI SVILUPPI
L’attuale sistema di telecontrollo è un sistema di tipo aperto che consente di ampliare la rete
in qualsiasi momento: aumentando infatti il numero di micro PLC S7-200 e le linee telefoniche
di comunicazione possono essere aumentati anche il numero dei quadri controllati. Il sistema
attuale progettato più per la gestione degli impianti manca della parte relativa al
monitoraggio dei componenti dell’impianto quali vita delle lampade e degli ausiliari elettrici
e della parte relativa al consumo di energia. Grazie comunque alla flessibilità del sistema,
mediante l’utilizzo di appositi trasduttori di segnali, il micro PLC potrebbe essere in grado di
monitorare anche altri parametri.
Un sistema di telecontrollo completo ha fondamentalmente lo scopo di svolgere le seguenti
funzioni:
concentrare la supervisione di uno o più impianti in una stazione remota di controllo;
conoscere in tempo reale gli stati principali delle apparecchiature degli impianti
attraverso la ricezione dal campo di una serie di segnali digitali o analogici provenienti
da dei trasduttori dedicati (supervisione remota);
intervenire sugli impianti dalla stazione remota di controllo, effettuando delle manovre
sulle apparecchiature mediante l’invio di segnali digitali o analogici a dispositivi in grado
di attuare i comandi (gestione remota).



Nel caso degli impianti di pubblica illuminazione l’adozione di un sistema di telecontrollo
consente di:
 regolare l’accensione e/o lo spegnimento a distanza di una o più linee di
illuminazione;
 utilizzare forme di risparmio energetico attraverso una opportuna regolazione del
flusso luminoso;
 monitorare continuamente la durata di vita effettiva delle lampade in modo da poter
sfruttare al massimo la vita intrinseca delle lampade;
 adattare l’illuminazione secondo gli spazi e i luoghi;
 comandare l’accensione e/o lo spegnimento a distanza di ogni singolo punto luce;
 riconoscere e segnalare immediatamente una lampada guasta, nonché individuarne il
tipo di guasto senza dover ricorrere a ispezioni notturne (da parte di vigili urbani o
imprese di sorveglianza notturne) o attendere la segnalazione di terzi;
 individuare eventuali malfunzionamenti della lampada (accenditori non temporizzati,
condensatori difettosi, ecc.);
 localizzare con precisione i guasti;
 conteggiare le ore di funzionamento di ciascun punto luce e segnalare
preventivamente l’esaurimento delle lampade.
A tale sistema si rende necessaria l’associazione di attività propedeutiche fondamentali:
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


suddivisione del patrimonio impiantistico in differenti “assets” completi di specifica
codifica
classificazione del patrimonio impiantistico secondo gli assets individuati e la loro
collocazione geografica univocamente determinata
identificazione della classe o famiglia del componente dell’impianto al quale associare
un protocollo manutentivo ottimizzato
Definizione dei livelli di criticità della manutenzione:



molto influenti: quelli che, per gli interventi di manutenzione, a seguito della loro
particolare dislocazione e complessità tecnica, comportano disagi consistenti e
pericoli per gli utenti, limitando la fruibilità degli spazi pubblici ai cittadini oltre
causare numerose e lunghe interruzioni del traffico;
influenti: quelli che, per gli interventi di manutenzione, a seguito della loro
particolare dislocazione e complessità tecnica, comportano disagi consistenti agli
utenti e limitano la fruibilità degli spazi pubblici ai cittadini oltre a causare numerose
e lunghe interruzioni del traffico;
poco influenti: quelli che comportano interventi manutentivi di modesta entità e non
causano particolari disagi o pericoli ai cittadini.
La classificazione per criticità sarà principalmente basata su parametri di tipo statistico,
derivati dall’esperienza quali:



effetto dei guasti sulla viabilità;
effetto dei guasti sulla sicurezza per gli utenti delle aree interessate;
continuità del servizio da garantire.
Le indicazioni del presente Piano di illuminazione pubblica fanno propendere per ricercare
soluzioni tecniche che adottino tali sistemi a partire dagli impianti a più elevato livello di
criticità manutentiva, ferma restando la compatibilità tecnica dei sistemi con le necessità e
le tecnologie disponibili.
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ALLEGATO DI PIANO - ORARI DI ACCENSIONE IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE PUBBLICA
spegnimento accensione permanente spegnimento delta delta variabile permanente variabile gennaio ora g1 17.05.00 7.10.00
23.15.00
14.05.00
6.10.00 g2 17.05.00 7.10.00
23.15.00
14.05.00
6.10.00 g3 17.05.00 7.10.00
23.15.00
14.05.00
6.10.00 g4 17.05.00 7.10.00
23.15.00
14.05.00
6.10.00 g5 17.05.00 7.10.00
23.15.00
14.05.00
6.10.00 g6 17.05.00 7.10.00
23.15.00
14.05.00
6.10.00 g7 17.05.00 7.10.00
23.15.00
14.05.00
6.10.00 g8 17.05.00 7.10.00
23.15.00
14.05.00
6.10.00 g9 17.05.00 7.10.00
23.15.00
14.05.00
6.10.00 g10 17.05.00 7.10.00
23.15.00
14.05.00
6.10.00 g11 17.05.00 7.10.00
23.15.00
14.05.00
6.10.00 g12 17.10.00 7.10.00
23.15.00
14.00.00
6.05.00 g13 17.10.00 7.10.00
23.15.00
14.00.00
6.05.00 g14 17.10.00 7.10.00
23.15.00
14.00.00
6.05.00 g15 17.10.00 7.10.00
23.15.00
14.00.00
6.05.00 g16 17.15.00 7.10.00
23.15.00
13.55.00
6.00.00 g17 17.15.00 7.10.00
23.15.00
13.55.00
6.00.00 g18 17.15.00 7.10.00
23.15.00
13.55.00
6.00.00 g19 17.15.00 7.10.00
23.15.00
13.55.00
6.00.00 g20 17.20.00 7.10.00
23.15.00
13.50.00
5.55.00 g21 17.20.00 7.10.00
23.15.00
13.50.00
5.55.00 g22 17.25.00 7.10.00
23.15.00
13.45.00
5.50.00 g23 17.25.00 7.10.00
23.15.00
13.45.00
5.50.00 g24 17.25.00 7.10.00
23.15.00
13.45.00
5.50.00 g25 17.30.00 7.10.00
23.15.00
13.40.00
5.45.00 g26 17.30.00 7.10.00
23.15.00
13.40.00
5.45.00 g27 17.30.00 7.10.00
23.15.00
13.40.00
5.45.00 g28 17.30.00 7.10.00
23.15.00
13.40.00
5.45.00 g29 17.35.00 7.10.00
23.15.00
13.35.00
5.40.00 g30 17.35.00 7.10.00
23.15.00
13.35.00
5.40.00 g31 17.35.00 7.10.00
23.15.00
13.35.00
5.40.00 CODICE PROGRESSIVO
PGF‐RT09
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accensione spegnimento permanente spegnimento variabile febbraio delta permanente delta variabile ora g1 17.35.00 7.05.00
23.15.00
13.30.00
5.40.00 g2 17.40.00 7.05.00
23.15.00
13.25.00
5.35.00 g3 17.40.00 7.05.00
23.15.00
13.25.00
5.35.00 g4 17.40.00 7.05.00
23.15.00
13.25.00
5.35.00 g5 17.40.00 7.05.00
23.15.00
13.25.00
5.35.00 g6 17.40.00 7.05.00
23.15.00
13.25.00
5.35.00 g7 17.45.00 6.55.00
23.15.00
13.10.00
5.30.00 g8 17.45.00 6.55.00
23.15.00
13.10.00
5.30.00 g9 17.45.00 6.55.00
23.15.00
13.10.00
5.30.00 g10 17.50.00 6.55.00
23.15.00
13.05.00
5.25.00 g11 17.50.00 6.50.00
23.15.00
13.00.00
5.25.00 g12 17.50.00 6.50.00
23.15.00
13.00.00
5.25.00 g13 17.55.00 6.50.00
23.15.00
12.55.00
5.20.00 g14 17.55.00 6.45.00
23.15.00
12.50.00
5.20.00 g15 17.55.00 6.45.00
23.15.00
12.50.00
5.20.00 g16 17.55.00 6.45.00
23.15.00
12.50.00
5.20.00 g17 18.00.00 6.40.00
23.15.00
12.40.00
5.15.00 g18 18.00.00 6.40.00
23.15.00
12.40.00
5.15.00 g19 18.00.00 6.40.00
23.15.00
12.40.00
5.15.00 g20 18.05.00 6.35.00
23.15.00
12.30.00
5.10.00 g21 18.05.00 6.35.00
23.15.00
12.30.00
5.10.00 g22 18.05.00 6.35.00
23.15.00
12.30.00
5.10.00 g23 18.10.00 6.30.00
23.15.00
12.20.00
5.05.00 g24 18.10.00 6.30.00
23.15.00
12.20.00
5.05.00 g25 18.10.00 6.30.00
23.15.00
12.20.00
5.05.00 g26 18.15.00 6.25.00
23.15.00
12.10.00
5.00.00 g27 18.15.00 6.25.00
23.15.00
12.10.00
5.00.00 g28 18.15.00 6.25.00
23.15.00
12.10.00
5.00.00 CODICE PROGRESSIVO
PGF‐RT09
COD. CLASS. 01 Rev. Allegato B
Piano Comunale dell’Illuminazione Pubblica DESCRIZIONE Il Comune di Firenze si riserva la proprietà di questo elaborato con la proibizione di riprodurlo o trasferirlo a terzi senza previa autorizzazione scritta Pagina 39 Relazione Tecnica Allegato B Piano di Manutenzione
accensione spegnimento permanente spegnimento variabile marzo delta permanente delta variabile ora g1 18.20.00 6.20.00
23.15.00
12.00.00
4.55.00 g2 18.20.00 6.20.00
23.15.00
12.00.00
4.55.00 g3 18.25.00 6.20.00
23.15.00
11.55.00
4.50.00 g4 18.25.00 6.15.00
23.15.00
11.50.00
4.50.00 g5 18.30.00 6.10.00
23.15.00
11.40.00
4.45.00 g6 18.30.00 6.10.00
23.15.00
11.40.00
4.45.00 g7 18.30.00 6.05.00
23.15.00
11.35.00
4.45.00 g8 18.30.00 6.05.00
23.15.00
11.35.00
4.45.00 g9 18.35.00 6.05.00
23.15.00
11.30.00
4.40.00 g10 18.35.00 6.00.00
23.15.00
11.25.00
4.40.00 g11 18.35.00 6.00.00
23.15.00
11.25.00
4.40.00 g12 18.35.00 6.00.00
23.15.00
11.25.00
4.40.00 g13 18.40.00 5.55.00
23.15.00
11.15.00
4.35.00 g14 18.40.00 5.55.00
23.15.00
11.15.00
4.35.00 g15 18.45.00 5.55.00
23.15.00
11.10.00
4.30.00 g16 18.45.00 5.50.00
23.15.00
11.05.00
4.30.00 g17 18.45.00 5.50.00
23.15.00
11.05.00
4.30.00 g18 18.45.00 5.50.00
23.15.00
11.05.00
4.30.00 g19 18.50.00 5.45.00
23.15.00
10.55.00
4.25.00 g20 18.50.00 5.45.00
23.15.00
10.55.00
4.25.00 g21 18.50.00 5.45.00
23.15.00
10.55.00
4.25.00 g22 18.55.00 5.40.00
23.15.00
10.45.00
4.20.00 g23 18.55.00 5.40.00
23.15.00
10.45.00
4.20.00 g24 18.55.00 5.40.00
23.15.00
10.45.00
4.20.00 g25 19.00.00 5.35.00
23.15.00
10.35.00
4.15.00 g26 19.00.00 5.35.00
23.15.00
10.35.00
4.15.00 g27 19.00.00 5.35.00
23.15.00
10.35.00
4.15.00 g28 19.05.00 5.30.00
23.15.00
10.25.00
4.10.00 g29 19.05.00 5.30.00
23.15.00
10.25.00
4.10.00 g30 19.05.00 5.30.00
23.15.00
10.25.00
4.10.00 g31 19.10.00 5.25.00
23.15.00
10.15.00
4.05.00 CODICE PROGRESSIVO
PGF‐RT09
COD. CLASS. 01 Rev. Allegato B
Piano Comunale dell’Illuminazione Pubblica DESCRIZIONE Il Comune di Firenze si riserva la proprietà di questo elaborato con la proibizione di riprodurlo o trasferirlo a terzi senza previa autorizzazione scritta Pagina 40 Relazione Tecnica Allegato B Piano di Manutenzione
accensione spegnimento permanente spegnimento variabile aprile delta permanente delta variabile ora g1 19.10.00 5.20.00
23.15.00
10.10.00
4.05.00 g2 19.10.00 5.20.00
23.15.00
10.10.00
4.05.00 g3 19.10.00 5.20.00
23.15.00
10.10.00
4.05.00 g4 19.10.00 5.20.00
23.15.00
10.10.00
4.05.00 g5 19.10.00 5.20.00
23.15.00
10.10.00
4.05.00 g6 19.10.00 5.15.00
23.15.00
10.05.00
4.05.00 g7 19.10.00 5.15.00
23.15.00
10.05.00
4.05.00 g8 19.15.00 5.15.00
23.15.00
10.00.00
4.00.00 g9 19.15.00 5.10.00
23.15.00
9.55.00
4.00.00 g10 19.15.00 5.10.00
23.15.00
9.55.00
4.00.00 g11 19.20.00 5.10.00
23.15.00
9.50.00
3.55.00 g12 19.20.00 5.05.00
23.15.00
9.45.00
3.55.00 g13 19.20.00 5.05.00
23.15.00
9.45.00
3.55.00 g14 19.25.00 5.05.00
23.15.00
9.40.00
3.50.00 g15 19.25.00 5.00.00
23.15.00
9.35.00
3.50.00 g16 19.25.00 5.00.00
23.15.00
9.35.00
3.50.00 g17 19.30.00 4.55.00
23.15.00
9.25.00
3.45.00 g18 19.30.00 4.55.00
23.15.00
9.25.00
3.45.00 g19 19.30.00 4.50.00
23.15.00
9.20.00
3.45.00 g20 19.30.00 4.50.00
23.15.00
9.20.00
3.45.00 g21 19.35.00 4.45.00
23.15.00
9.10.00
3.40.00 g22 19.35.00 4.45.00
23.15.00
9.10.00
3.40.00 g23 19.35.00 4.45.00
23.15.00
9.10.00
3.40.00 g24 19.35.00 4.40.00
23.15.00
9.05.00
3.40.00 g25 19.40.00 4.40.00
23.15.00
9.00.00
3.35.00 g26 19.40.00 4.40.00
23.15.00
9.00.00
3.35.00 g27 19.40.00 4.35.00
23.15.00
8.55.00
3.35.00 g28 19.40.00 4.35.00
23.15.00
8.55.00
3.35.00 g29 19.40.00 4.35.00
23.15.00
8.55.00
3.35.00 g30 19.40.00 4.30.00
23.15.00
8.50.00
3.35.00 CODICE PROGRESSIVO
PGF‐RT09
COD. CLASS. 01 Rev. Allegato B
Piano Comunale dell’Illuminazione Pubblica DESCRIZIONE Il Comune di Firenze si riserva la proprietà di questo elaborato con la proibizione di riprodurlo o trasferirlo a terzi senza previa autorizzazione scritta Pagina 41 Relazione Tecnica Allegato B Piano di Manutenzione
accensione spegnimento permanente spegnimento variabile maggio delta permanente delta variabile ora g1 19.40.00 4.30.00
23.15.00
8.50.00
3.35.00 g2 19.40.00 4.30.00
23.15.00
8.50.00
3.35.00 g3 19.40.00 4.25.00
23.15.00
8.45.00
3.35.00 g4 19.40.00 4.25.00
23.15.00
8.45.00
3.35.00 g5 19.40.00 4.25.00
23.15.00
8.45.00
3.35.00 g6 19.45.00 4.20.00
23.15.00
8.35.00
3.30.00 g7 19.45.00 4.20.00
23.15.00
8.35.00
3.30.00 g8 19.45.00 4.20.00
23.15.00
8.35.00
3.30.00 g9 19.45.00 4.15.00
23.15.00
8.30.00
3.30.00 g10 19.45.00 4.15.00
23.15.00
8.30.00
3.30.00 g11 19.50.00 4.15.00
23.15.00
8.25.00
3.25.00 g12 19.50.00 4.15.00
23.15.00
8.25.00
3.25.00 g13 19.50.00 4.15.00
23.15.00
8.25.00
3.25.00 g14 19.50.00 4.15.00
23.15.00
8.25.00
3.25.00 g15 19.55.00 4.10.00
23.15.00
8.15.00
3.20.00 g16 19.55.00 4.10.00
23.15.00
8.15.00
3.20.00 g17 19.55.00 4.10.00
23.15.00
8.15.00
3.20.00 g18 19.55.00 4.05.00
23.15.00
8.10.00
3.20.00 g19 19.55.00 4.05.00
23.15.00
8.10.00
3.20.00 g20 19.55.00 4.05.00
23.15.00
8.10.00
3.20.00 g21 20.00.00 4.00.00
23.15.00
8.00.00
3.15.00 g22 20.00.00 4.00.00
23.15.00
8.00.00
3.15.00 g23 20.00.00 4.00.00
23.15.00
8.00.00
3.15.00 g24 20.05.00 3.55.00
23.15.00
7.50.00
3.10.00 g25 20.05.00 3.55.00
23.15.00
7.50.00
3.10.00 g26 20.05.00 3.55.00
23.15.00
7.50.00
3.10.00 g27 20.10.00 3.50.00
23.15.00
7.40.00
3.05.00 g28 20.10.00 3.50.00
23.15.00
7.40.00
3.05.00 g29 20.10.00 3.50.00
23.15.00
7.40.00
3.05.00 g30 20.10.00 3.50.00
23.15.00
7.40.00
3.05.00 g31 20.15.00 3.45.00
23.15.00
7.30.00
3.00.00 CODICE PROGRESSIVO
PGF‐RT09
COD. CLASS. 01 Rev. Allegato B
Piano Comunale dell’Illuminazione Pubblica DESCRIZIONE Il Comune di Firenze si riserva la proprietà di questo elaborato con la proibizione di riprodurlo o trasferirlo a terzi senza previa autorizzazione scritta Pagina 42 Relazione Tecnica Allegato B Piano di Manutenzione
accensione spegnimento permanente
spegnimento variabile
giugno delta permanente
delta variabile ora g1 20.15.00 3.45.00
23.15.00
7.30.00
3.00.00 g2 20.15.00 3.45.00
23.15.00
7.30.00
3.00.00 g3 20.15.00 3.45.00
23.15.00
7.30.00
3.00.00 g4 20.15.00 3.45.00
23.15.00
7.30.00
3.00.00 g5 20.15.00 3.45.00
23.15.00
7.30.00
3.00.00 g6 20.15.00 3.45.00
23.15.00
7.30.00
3.00.00 g7 20.15.00 3.45.00
23.15.00
7.30.00
3.00.00 g8 20.15.00 3.45.00
23.15.00
7.30.00
3.00.00 g9 20.15.00 3.45.00
23.15.00
7.30.00
3.00.00 g10 20.15.00 3.45.00
23.15.00
7.30.00
3.00.00 g11 20.15.00 3.45.00
23.15.00
7.30.00
3.00.00 g12 20.15.00 3.45.00
23.15.00
7.30.00
3.00.00 g13 20.15.00 3.45.00
23.15.00
7.30.00
3.00.00 g14 20.15.00 3.45.00
23.15.00
7.30.00
3.00.00 g15 20.15.00 3.45.00
23.15.00
7.30.00
3.00.00 g16 20.15.00 3.45.00
23.15.00
7.30.00
3.00.00 g17 20.20.00 3.45.00
23.15.00
7.25.00
2.55.00 g18 20.20.00 3.45.00
23.15.00
7.25.00
2.55.00 g19 20.20.00 3.45.00
23.15.00
7.25.00
2.55.00 g20 20.20.00 3.45.00
23.15.00
7.25.00
2.55.00 g21 20.20.00 3.45.00
23.15.00
7.25.00
2.55.00 g22 20.20.00 3.45.00
23.15.00
7.25.00
2.55.00 g23 20.20.00 3.45.00
23.15.00
7.25.00
2.55.00 g24 20.20.00 3.45.00
23.15.00
7.25.00
2.55.00 g25 20.20.00 3.45.00
23.15.00
7.25.00
2.55.00 g26 20.20.00 3.45.00
23.15.00
7.25.00
2.55.00 g27 20.20.00 3.45.00
23.15.00
7.25.00
2.55.00 g28 20.20.00 3.45.00
23.15.00
7.25.00
2.55.00 g29 20.20.00 3.45.00
23.15.00
7.25.00
2.55.00 g30 20.20.00 3.45.00
23.15.00
7.25.00
2.55.00 CODICE PROGRESSIVO
PGF‐RT09
COD. CLASS. 01 Rev. Allegato B
Piano Comunale dell’Illuminazione Pubblica DESCRIZIONE Il Comune di Firenze si riserva la proprietà di questo elaborato con la proibizione di riprodurlo o trasferirlo a terzi senza previa autorizzazione scritta Pagina 43 Relazione Tecnica Allegato B Piano di Manutenzione
accensione spegnimento permanente spegnimento variabile luglio delta permanente delta variabile ora g1 20.25.00 3.45.00
23.15.00
7.20.00
2.50.00 g2 20.25.00 3.45.00
23.15.00
7.20.00
2.50.00 g3 20.25.00 3.45.00
23.15.00
7.20.00
2.50.00 g4 20.25.00 3.45.00
23.15.00
7.20.00
2.50.00 g5 20.25.00 3.45.00
23.15.00
7.20.00
2.50.00 g6 20.25.00 3.45.00
23.15.00
7.20.00
2.50.00 g7 20.25.00 3.45.00
23.15.00
7.20.00
2.50.00 g8 20.25.00 3.45.00
23.15.00
7.20.00
2.50.00 g9 20.25.00 3.45.00
23.15.00
7.20.00
2.50.00 g10 20.20.00 3.45.00
23.15.00
7.25.00
2.55.00 g11 20.20.00 3.45.00
23.15.00
7.25.00
2.55.00 g12 20.20.00 3.45.00
23.15.00
7.25.00
2.55.00 g13 20.15.00 3.45.00
23.15.00
7.30.00
3.00.00 g14 20.15.00 3.45.00
23.15.00
7.30.00
3.00.00 g15 20.15.00 3.45.00
23.15.00
7.30.00
3.00.00 g16 20.10.00 3.50.00
23.15.00
7.40.00
3.05.00 g17 20.10.00 3.50.00
23.15.00
7.40.00
3.05.00 g18 20.10.00 3.50.00
23.15.00
7.40.00
3.05.00 g19 20.05.00 3.55.00
23.15.00
7.50.00
3.10.00 g20 20.05.00 3.55.00
23.15.00
7.50.00
3.10.00 g21 20.05.00 3.55.00
23.15.00
7.50.00
3.10.00 g22 20.00.00 4.00.00
23.15.00
8.00.00
3.15.00 g23 20.00.00 4.00.00
23.15.00
8.00.00
3.15.00 g24 20.00.00 4.00.00
23.15.00
8.00.00
3.15.00 g25 19.55.00 4.05.00
23.15.00
8.10.00
3.20.00 g26 19.55.00 4.05.00
23.15.00
8.10.00
3.20.00 g27 19.55.00 4.05.00
23.15.00
8.10.00
3.20.00 g28 19.50.00 4.10.00
23.15.00
8.20.00
3.25.00 g29 19.50.00 4.10.00
23.15.00
8.20.00
3.25.00 g30 19.50.00 4.10.00
23.15.00
8.20.00
3.25.00 g31 19.50.00 4.15.00
23.15.00
8.25.00
3.25.00 CODICE PROGRESSIVO
PGF‐RT09
COD. CLASS. 01 Rev. Allegato B
Piano Comunale dell’Illuminazione Pubblica DESCRIZIONE Il Comune di Firenze si riserva la proprietà di questo elaborato con la proibizione di riprodurlo o trasferirlo a terzi senza previa autorizzazione scritta Pagina 44 Relazione Tecnica Allegato B Piano di Manutenzione
accensione spegnimento permanente spegnimento variabile agosto delta permanente delta variabile ora g1 19.50.00 4.15.00
23.15.00
8.25.00
3.25.00 g2 19.50.00 4.15.00
23.15.00
8.25.00
3.25.00 g3 19.50.00 4.20.00
23.15.00
8.30.00
3.25.00 g4 19.50.00 4.20.00
23.15.00
8.30.00
3.25.00 g5 19.45.00 4.20.00
23.15.00
8.35.00
3.30.00 g6 19.45.00 4.25.00
23.15.00
8.40.00
3.30.00 g7 19.45.00 4.25.00
23.15.00
8.40.00
3.30.00 g8 19.45.00 4.25.00
23.15.00
8.40.00
3.30.00 g9 19.45.00 4.30.00
23.15.00
8.45.00
3.30.00 g10 19.40.00 4.30.00
23.15.00
8.50.00
3.35.00 g11 19.40.00 4.30.00
23.15.00
8.50.00
3.35.00 g12 19.40.00 4.35.00
23.15.00
8.55.00
3.35.00 g13 19.35.00 4.35.00
23.15.00
9.00.00
3.40.00 g14 19.35.00 4.35.00
23.15.00
9.00.00
3.40.00 g15 19.35.00 4.40.00
23.15.00
9.05.00
3.40.00 g16 19.35.00 4.40.00
23.15.00
9.05.00
3.40.00 g17 19.30.00 4.40.00
23.15.00
9.10.00
3.45.00 g18 19.30.00 4.45.00
23.15.00
9.15.00
3.45.00 g19 19.30.00 4.45.00
23.15.00
9.15.00
3.45.00 g20 19.30.00 4.45.00
23.15.00
9.15.00
3.45.00 g21 19.30.00 4.50.00
23.15.00
9.20.00
3.45.00 g22 19.25.00 4.50.00
23.15.00
9.25.00
3.50.00 g23 19.25.00 4.50.00
23.15.00
9.25.00
3.50.00 g24 19.25.00 4.55.00
23.15.00
9.30.00
3.50.00 g25 19.25.00 4.55.00
23.15.00
9.30.00
3.50.00 g26 19.20.00 4.55.00
23.15.00
9.35.00
3.55.00 g27 19.20.00 4.55.00
23.15.00
9.35.00
3.55.00 g28 19.15.00 4.55.00
23.15.00
9.40.00
4.00.00 g29 19.15.00 4.55.00
23.15.00
9.40.00
4.00.00 g30 19.15.00 5.00.00
23.15.00
9.45.00
4.00.00 g31 19.15.00 5.00.00
23.15.00
9.45.00
4.00.00 CODICE PROGRESSIVO
PGF‐RT09
COD. CLASS. 01 Rev. Allegato B
Piano Comunale dell’Illuminazione Pubblica DESCRIZIONE Il Comune di Firenze si riserva la proprietà di questo elaborato con la proibizione di riprodurlo o trasferirlo a terzi senza previa autorizzazione scritta Pagina 45 Relazione Tecnica Allegato B Piano di Manutenzione
accensione spegnimento permanente spegnimento variabile settembre delta permanente delta variabile ora g1 19.10.00 5.00.00
23.15.00
9.50.00
4.05.00 g2 19.10.00 5.05.00
23.15.00
9.55.00
4.05.00 g3 19.10.00 5.05.00
23.15.00
9.55.00
4.05.00 g4 19.05.00 5.05.00
23.15.00
10.00.00
4.10.00 g5 19.05.00 5.10.00
23.15.00
10.05.00
4.10.00 g6 19.05.00 5.10.00
23.15.00
10.05.00
4.10.00 g7 19.00.00 5.10.00
23.15.00
10.10.00
4.15.00 g8 19.00.00 5.15.00
23.15.00
10.15.00
4.15.00 g9 19.00.00 5.15.00
23.15.00
10.15.00
4.15.00 g10 19.00.00 5.15.00
23.15.00
10.15.00
4.15.00 g11 18.55.00 5.20.00
23.15.00
10.25.00
4.20.00 g12 18.55.00 5.20.00
23.15.00
10.25.00
4.20.00 g13 18.55.00 5.20.00
23.15.00
10.25.00
4.20.00 g14 18.50.00 5.25.00
23.15.00
10.35.00
4.25.00 g15 18.50.00 5.25.00
23.15.00
10.35.00
4.25.00 g16 18.50.00 5.25.00
23.15.00
10.35.00
4.25.00 g17 18.45.00 5.30.00
23.15.00
10.45.00
4.30.00 g18 18.45.00 5.30.00
23.15.00
10.45.00
4.30.00 g19 18.40.00 5.30.00
23.15.00
10.50.00
4.35.00 g20 18.40.00 5.30.00
23.15.00
10.50.00
4.35.00 g21 18.35.00 5.30.00
23.15.00
10.55.00
4.40.00 g22 18.35.00 5.30.00
23.15.00
10.55.00
4.40.00 g23 18.30.00 5.35.00
23.15.00
11.05.00
4.45.00 g24 18.30.00 5.35.00
23.15.00
11.05.00
4.45.00 g25 18.25.00 5.35.00
23.15.00
11.10.00
4.50.00 g26 18.25.00 5.40.00
23.15.00
11.15.00
4.50.00 g27 18.25.00 5.40.00
23.15.00
11.15.00
4.50.00 g28 18.20.00 5.40.00
23.15.00
11.20.00
4.55.00 g29 18.20.00 5.45.00
23.15.00
11.25.00
4.55.00 g30 18.15.00 5.45.00
23.15.00
11.30.00
5.00.00 CODICE PROGRESSIVO
PGF‐RT09
COD. CLASS. 01 Rev. Allegato B
Piano Comunale dell’Illuminazione Pubblica DESCRIZIONE Il Comune di Firenze si riserva la proprietà di questo elaborato con la proibizione di riprodurlo o trasferirlo a terzi senza previa autorizzazione scritta Pagina 46 Relazione Tecnica Allegato B Piano di Manutenzione
accensione spegnimento permanente spegnimento variabile ottobre delta permanente delta variabile ora g1 18.15.00 5.45.00
23.15.00
11.30.00
5.00.00 g2 18.10.00 5.50.00
23.15.00
11.40.00
5.05.00 g3 18.10.00 5.50.00
23.15.00
11.40.00
5.05.00 g4 18.10.00 5.50.00
23.15.00
11.40.00
5.05.00 g5 18.05.00 5.55.00
23.15.00
11.50.00
5.10.00 g6 18.05.00 5.55.00
23.15.00
11.50.00
5.10.00 g7 18.05.00 5.55.00
23.15.00
11.50.00
5.10.00 g8 18.00.00 6.00.00
23.15.00
12.00.00
5.15.00 g9 18.00.00 6.00.00
23.15.00
12.00.00
5.15.00 g10 18.00.00 6.00.00
23.15.00
12.00.00
5.15.00 g11 17.55.00 6.05.00
23.15.00
12.10.00
5.20.00 g12 17.55.00 6.05.00
23.15.00
12.10.00
5.20.00 g13 17.55.00 6.05.00
23.15.00
12.10.00
5.20.00 g14 17.50.00 6.10.00
23.15.00
12.20.00
5.25.00 g15 17.50.00 6.10.00
23.15.00
12.20.00
5.25.00 g16 17.50.00 6.10.00
23.15.00
12.20.00
5.25.00 g17 17.50.00 6.15.00
23.15.00
12.25.00
5.25.00 g18 17.45.00 6.15.00
23.15.00
12.30.00
5.30.00 g19 17.45.00 6.15.00
23.15.00
12.30.00
5.30.00 g20 17.45.00 6.20.00
23.15.00
12.35.00
5.30.00 g21 17.45.00 6.20.00
23.15.00
12.35.00
5.30.00 g22 17.45.00 6.20.00
23.15.00
12.35.00
5.30.00 g23 17.40.00 6.25.00
23.15.00
12.45.00
5.35.00 g24 17.40.00 6.25.00
23.15.00
12.45.00
5.35.00 g25 17.40.00 6.25.00
23.15.00
12.45.00
5.35.00 g26 17.35.00 6.30.00
23.15.00
12.55.00
5.40.00 g27 17.35.00 6.30.00
23.15.00
12.55.00
5.40.00 g28 17.30.00 6.30.00
23.15.00
13.00.00
5.45.00 g29 17.30.00 6.30.00
23.15.00
13.00.00
5.45.00 g30 17.30.00 6.35.00
23.15.00
13.05.00
5.45.00 g31 17.30.00 6.35.00
23.15.00
13.05.00
5.45.00 CODICE PROGRESSIVO
PGF‐RT09
COD. CLASS. 01 Rev. Allegato B
Piano Comunale dell’Illuminazione Pubblica DESCRIZIONE Il Comune di Firenze si riserva la proprietà di questo elaborato con la proibizione di riprodurlo o trasferirlo a terzi senza previa autorizzazione scritta Pagina 47 Relazione Tecnica Allegato B Piano di Manutenzione
accensione spegnimento permanente spegnimento variabile novembre delta permanente delta variabile ora g1 17.25.00 6.35.00
23.15.00
13.10.00
5.50.00 g2 17.25.00 6.35.00
23.15.00
13.10.00
5.50.00 g3 17.20.00 6.35.00
23.15.00
13.15.00
5.55.00 g4 17.20.00 6.35.00
23.15.00
13.15.00
5.55.00 g5 17.15.00 6.40.00
23.15.00
13.25.00
6.00.00 g6 17.15.00 6.40.00
23.15.00
13.25.00
6.00.00 g7 17.15.00 6.40.00
23.15.00
13.25.00
6.00.00 g8 17.10.00 6.40.00
23.15.00
13.30.00
6.05.00 g9 17.10.00 6.40.00
23.15.00
13.30.00
6.05.00 g10 17.10.00 6.45.00
23.15.00
13.35.00
6.05.00 g11 17.10.00 6.45.00
23.15.00
13.35.00
6.05.00 g12 17.10.00 6.45.00
23.15.00
13.35.00
6.05.00 g13 17.10.00 6.45.00
23.15.00
13.35.00
6.05.00 g14 17.10.00 6.50.00
23.15.00
13.40.00
6.05.00 g15 17.05.00 6.50.00
23.15.00
13.45.00
6.10.00 g16 17.05.00 6.50.00
23.15.00
13.45.00
6.10.00 g17 17.05.00 6.50.00
23.15.00
13.45.00
6.10.00 g18 17.05.00 6.50.00
23.15.00
13.45.00
6.10.00 g19 17.00.00 6.55.00
23.15.00
13.55.00
6.15.00 g20 17.00.00 6.55.00
23.15.00
13.55.00
6.15.00 g21 17.00.00 6.55.00
23.15.00
13.55.00
6.15.00 g22 16.55.00 6.55.00
23.15.00
14.00.00
6.20.00 g23 16.55.00 7.00.00
23.15.00
14.05.00
6.20.00 g24 16.55.00 7.00.00
23.15.00
14.05.00
6.20.00 g25 16.55.00 7.00.00
23.15.00
14.05.00
6.20.00 g26 16.55.00 7.05.00
23.15.00
14.10.00
6.20.00 g27 16.55.00 7.05.00
23.15.00
14.10.00
6.20.00 g28 16.55.00 7.05.00
23.15.00
14.10.00
6.20.00 g29 16.55.00 7.05.00
23.15.00
14.10.00
6.20.00 g30 16.55.00 7.05.00
23.15.00
14.10.00
6.20.00 CODICE PROGRESSIVO
PGF‐RT09
COD. CLASS. 01 Rev. Allegato B
Piano Comunale dell’Illuminazione Pubblica DESCRIZIONE Il Comune di Firenze si riserva la proprietà di questo elaborato con la proibizione di riprodurlo o trasferirlo a terzi senza previa autorizzazione scritta Pagina 48 Relazione Tecnica Allegato B Piano di Manutenzione
accensione spegnimento permanente spegnimento variabile dicembre delta permanente delta variabile ora g1 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g2 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g3 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g4 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g5 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g6 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g7 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g8 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g9 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g10 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g11 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g12 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g13 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g14 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g15 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g16 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g17 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g18 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g19 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g20 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g21 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g22 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g23 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g24 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g25 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g26 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g27 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g28 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g29 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g30 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 g31 17.00.00 7.10.00
23.15.00
14.10.00
6.15.00 RIASSUNTIVO ORE ACCENSIONE
CODICE PROGRESSIVO
PGF‐RT09
COD. CLASS. 01 Rev. Allegato B
Piano Comunale dell’Illuminazione Pubblica DESCRIZIONE Il Comune di Firenze si riserva la proprietà di questo elaborato con la proibizione di riprodurlo o trasferirlo a terzi senza previa autorizzazione scritta Pagina 49 Relazione Tecnica Allegato B Piano di Manutenzione
Circuito permanente mesi Circuito variabile gennaio 430,92 185,50
febbraio 359,58 149,17
marzo 345,17 139,92
aprile 286,67 115,00
maggio 255,25 103,67
giugno 223,83 88,83
luglio 239,17 95,42
agosto 282,00 114,50
settembre 318,83 134,33
ottobre 382,92 167,75
novembre 411,92 184,50
dicembre 439,17 193,75
totale ore circuito 3975 permanente 1672 variabile CODICE PROGRESSIVO
PGF‐RT09
COD. CLASS. 01 Rev. Allegato B
Piano Comunale dell’Illuminazione Pubblica DESCRIZIONE Il Comune di Firenze si riserva la proprietà di questo elaborato con la proibizione di riprodurlo o trasferirlo a terzi senza previa autorizzazione scritta Pagina 50 
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allegato b piano di manutenzione degli impianti di illuminazione