:oiggaiv
ni acisuM“
”elorap e inous art
“Musica in
tra suoni e parole”
viaggio:
Sabato 27 agosto ore 21 - Auditorium “ Casa della gioventù” - PREDAZZO
EL TANGO
Testi di Luis Borges - Musica di Astor Piazzolla
Alessandro Haber, voce recitante
Quartetto d’archi Meridies
Pasquale Coviello, fisarmonica
Ingresso: €10 - Ridotto € 5 acquistabile la sera del concerto presso la cassa dell’Auditorium
a partire dalle ore 19
Mercoledì 31 agosto ore 21 - Auditorium Palacongressi - CAVALESE
EMOZIONI E INQUIETUDINI DI UN SUBLIME VIAGGIO
Testi di Dante Alighieri e Francesco Petrarca - Musica di Franz Liszt
Ugo Pagliai, voce recitante
Sergio Patria, violoncello
Elena Ballario, pianoforte
Ingresso: €10 - Ridotto € 5 acquistabile la sera del concerto presso la cassa dell’Auditorium
a partire dalle ore 19
progetto promosso da:
Centro Culturale “Pro Musica - Fiemme”
[email protected]
direzione artistica:
Enrico Dellantonio
Mauro Piazzi
Sabato 3 settembre ore 21 - Chiesa Parrocchiale SS. Filippo e Giacomo - PREDAZZO
S. TERESA D’AVILA: UNA BIOGRAFIA DELL’ANIMA
Testo di Marco Vacchetti - musiche di autori spagnoli del XVI secolo
Marco Vacchetti, voce recitante
Gruppo Vocale S. Bernardo
Lidia Basterretxea, soprano
Giulio Mercati, direttore al cembalo
in collaborazione con:
Amministrazione Comunale di Predazzo
Assessorato alle Attività Economiche del Comune di Cavalese
Ingresso libero
con il contributo di:
APT Val di Fiemme
Casse Rurali della Val di Fiemme,
Provincia Autonoma di Trento - Servizio Attività Culturali
FAÇADE - AN ENTERTAINMENT
progetto grafico:
area grafica - cavalese
Mercoledì 7 settembre ore 21 - Auditorium Palacongressi - CAVALESE
UN TÈ ALLE 5 PER PASQUITO E LE SUE NINFE
Testi di Edith Sitwell - musica di William Walton
Silvia Manfrini, Giacomo Anderle, voci recitanti
Modern Saxophone Quartet
Roberto Pangrazzi, percussioni
Ingresso libero
“Cetera d’oro,
comune dovizia d’Apolline
e de le Muse, che màmmole
han su le chiome, te ascoltano
i passi, spiccandosi a danza,
e seguon tuoi cenni i cantori,
quando con musiche spire
svolgi dei balli i preludi”
470 a.C., Sicilia, per la vittoria del tiranno Gerone di Etna.
C
osì comincia l’Ode pitica Ia del poeta greco Pindaro, con una
cetra divina che accompagna il canto e suggerisce i passi di
una danza per noi oggi solo nostalgicamente immaginabile,
ma al tempo azione autentica, “drama” di poesia, musica e
teatro, fuoco d’identità dell’intera cultura occidentale, grembo
materno in cui la parola si trasformava in verso raccogliendo
in un “unico impulso creativo” le “cadenze ritmiche, le
inflessioni melodiche, il fraseggio simmetrico” (Nino Pirrota,
Poesia e musica e altri saggi, 1994) insomma la musica, non disciplina specifica
bensì “armonia” di physis e logos, fusione ideale e “naturale” di tutte le arti. Poi il
peccato originale, la torre di Babele, il principio individuationis, il furto dell’oro
o più semplicemente l’umanissimo scorrere del tempo ed ecco le fratture, vere
o apparenti, l’organizzazione in discipline, in professioni, in botteghe, mai così
esplicita come nelle società moderne, orgogliosamente indirizzate allo specialismo
più raffinato. Pure quel remotissimo, mitico, intimo, rapporto tra parola, musica,
teatro tende costantemente l’agguato dietro la più banale delle proposizioni: la
comunicazione (la parola) si definisce attraverso percezioni sensoriali visive (il gesto
corporeo) e uditive (il suono della lingua) forme istintive e pregresse di teatro e di
musica, esplicitate consapevolmente attraverso la dimensione creativa dell’arte.
Tracciare dunque percorsi incrociati tra musica, letteratura, teatro, significa
seguire i tragitti naturali del fare artistico, gravido di atteggiamenti sinergici
diretti e indiretti, coscienti e istintivi, tanto da assumere carattere categoriale,
inattaccabile dai processi del divenire, descrivendo un unico arco tra S. Teresa
d’Avila ed Edith Sitwell, tra Tomas Luis da Victoria e Astor Piazzolla, per restare
nei confini temporali tracciati dal programma in oggetto, decisamente ampi, ma
significativamente concentrati sulle età di crisi e rivoluzione, ossia gli snodi più
autenticamente dinamici della storia artistica, caratterizzati da una permeabilità
totale agli stimoli più disparati.
Età di crisi lo scorcio del Cinquecento vissuto da Teresa Sanchez de Cepeda Avila y
Ahumada, (1515-1582), proclamata santa nel 1622, già in odore di etica (ed estetica)
controriformista, in cui vacillano i pilastri della religione medievale e la fede si
manifesta come esperienza affettiva e individuale. Le celeberrime affermazioni
della Santa, “Gli vedevo nelle mani un lungo dardo d’oro, che sulla punta di ferro
mi sembrava avere un po’ di fuoco. Pareva che me lo configgesse a più riprese nel
cuore, così profondamente che mi giungeva fino alle viscere, e quando lo estraeva
sembrava portarselo via lasciandomi tutta infiammata di grande amore di Dio”,
relative all’estasi mistica, discusse dalla psicanalisi laica – ma ben prima interpretate
con totale abbandono all’ambiguità dal gruppo marmoreo del Caravaggio – come
fantasie autoerotiche di una psiche adolenscenziale sovraeccitata, riflettono
piuttosto l’irruzione nel panorama musicale di “affetti e effetti” ossia di innovative
strategie intese a suscitare dalla parola poetica immagini ed emozioni sonore. A un
passo dall’irruzione del patetico segnata dal melodramma – guarda caso teorizzato
in ambito colto come ricostruzione della tragedia greca – Tomas Luis de Victoria
(1548-1611) si arroccava su posizioni “conservative”, facendosi alfiere di una musica
sacra di impronta palestriniana, scrivendo mottetti nel duttile quanto rigoroso
stile polifonico del maestro italiano, fiducioso nell’ultimo rimasuglio di sintesi
umanistica rinascimentale.
A carte ormai scoperte, cioè in un primo Settecento dominato dal teatro
musicale, era invece il motetto-cantata sul modello ancora italiano dei Vivaldi e
dei Bonporti a stregare lo spagnolo Josè Torres Y Martinez Bravo (1665-1738),
che tra recitativi e arie dedicate a “nuestra Señora” riprendeva il culto mariano
caro all’ordine carmelitano fondato dalla Santa. Non sappiamo se Franz Liszt,
voracissimo consumatore di letteratura, abbia avuto modo di leggere gli scritti di
Teresa o di ammirarne il composto ritratto di Rubens, dove la fanciulla innamorata
caravaggesca trasmigra nella scrittrice teologa, dichiarata nel 1970 Dottore della
Chiesa Cattolica e dunque tra le prime donne ad affermare un ruolo protagonistico
in campo teoretico. Una tipologia femminile che sicuramente non avrebbe
incontrato le simpatie del “divino ungherese” quando, invaghitosi di Dante, come
della bellissima e ventenne Contessa d’Agoult, mescolava cielo e inferno, sacro e
profano, nelle letture della Divina Commedia sotto i platani di Villa Melzi sul Lago
di Como, scrivendo:
“Devo confessarvi, tuttavia, che in questo poema immenso, incomparabile, una
cosa mi ha sempre singolarmente infastidito e cioè che il poeta abbia concepito
Beatrice, non come l’ideale dell’amore, ma come l’ideale della sapienza. Non amo
ritrovare in quel bel corpo trasfigurato lo spirito di una dotta teologa, che spiega
i dogmi, combatte l’eresia, discute sui misteri. Non è certo con il ragionamento
e la dimostrazione che la donna regna sul cuore dell’uomo; non sta a lei dargli la
prova dell’esistenza di Dio, ma a farglielo presentire attraverso l’amore e ad attirarlo
suo tramite verso le cose del cielo. Il suo potere risiede nel sentimento e non nella
sapienza: la donna che ama è sublime; essa è il vero angelo custode dell’uomo,
mentre la donna pedante è un controsenso, una dissonanza, non ha collocazione
alcuna nella gerarchia degli esseri....”.
Tanto maschilista naturalmente, ma soprattutto tanto ottocentesco che il bel
corpo trasfigurato non manca di sciogliersi nelle argentine (e sempre difficilissime)
figurazioni ornamentali che si contrappongono alle visioni infere (non senza
poderose sequenze virtuosistiche) nella Fantasia quasi Sonata “Aprés un lecture de
Dante”, monumentale omaggio al fiorentino, nonché all’egocentrismo romantico,
dove la letteratura diventa portatrice appunto, come la donna, del “sentimento”
dell’artista, totalmente abbandonato alle capacità della musica “pura”, ossia priva
di testo, di raccogliere dalla parola poetica l’”in se”, l’essenza stessa del sentimento,
verità ultima, superiore ad ogni saggezza e filosofia. Così Dante diventa “una
prodigiosa cattedra universale di idee, di passioni, di aspirazioni, di dolori, di
estasi, di peccati, di virtù, di religione, di filosofia, di teologia” (R. Maione, Il
poema sinfonico), esaltando una fantasia infuocata soprattutto dalle vicende
drammatiche raccontate nella Commedia. Dunque il Conte Ugolino, o l’amore
di Paolo e Francesca, storie a tinte fosche, gotiche, notturne: un gusto confermato
anche nel caso del Petrarca, altro mito della cultura romantica nordica imbevuta
di esotismo italico nonché medievale, attraverso la scelta di un Sonetto come
Pace non trovo, dominato dalla figura retorica dell’antitesi e da una rigorosa
struttura a chiasmo, ottimo appoggio per l’impostazione liederistica ternaria (ABA)
della scrittura musicale, stavolta quasi didascalicamente disposta all’assunto di
superiorità della musica strumentale, considerando le due versioni dei tre sonetti
proposte dall’autore, l’una in forma di Lied per voce e pianoforte, l’altra come
trascrizione per sola tastiera. Un modo pure per affermare una dimensione creativa
continuamente in ebollizione, sfuggendo la “ripetitività” dell’interpretazione:
musica sempre diversa ad ogni esecuzione (e Liszt – è noto – “interpretava”
molto liberamente anche Beethoven), come suonerà anche nel caso del presente
programma grazie alla riscrittura di Elena Ballario per violoncello e pianoforte.
Teresa, Francesca, la contessa D’Agoult, il monte Carmelo che in una delle possibili
etimologie riporta al colore carminio: il fuoco della passione, dell’amore totale e
inesorabile, suprema forma di dono ma anche di egoismo e di odio. Impossibile
che Dante non piacesse a Luis Borges (che con le opere del fiorentino studiava
l’italiano), il poeta del tango, sinonimo dei vicoli violenti di Buenos Aires: e con
Borges (1899-1986), Piazzolla, il musicista del tango. Sono trascorsi i secoli ma la
cetra torna a suggerire passi di danza al cantore, in parole che hanno il ritmo del
tango, e in musiche da cui sembrano uscire i personaggi dell’opera borgesiana:
uomini, come il caudillo Paredes, “dal petto gonfio di virilità , l’aspetto autoritario,
l’insolente ciuffo nero, i baffi fiammeggianti, l’abituale voce profonda, l’incedere
arrogante”, che non portano fiori all’occhiello ma “la carta truccata, il coltello, la
chitarra e l’ infinita prosopopea”. Ballo di uomini non di donne, che dimostrano
così la propria virilità, dove la conquista sessuale è solo un corollario: più
importante riesce definire un carattere, meglio una identità nazionale dell’uomo
argentino basata sulla stessa idea di forza – qui fisica lì morale – dell’italiano
di Dante: energia muscolare, di cui dice il tipico ritmo binario, come allegoria
patriottica di appartenenza, sconfinante dunque nella storia politica dell’Argentina.
E se di caratteri nazionali si tratta, la conclusione parla inglese, nel segno del
distacco ironico e, all’epoca, graffiante, attraverso le parole ancora di una donna,
la poetessa Edith Sitwell (1887-1964), autrice della raccolta Façade, trasformata in
un “best-seller” dalle musiche di William Walton (1902-1983). Lei – sicuramente
rivoluzionaria – sulle tracce dell’avanguardia futurista non solo si beava nel graffiare
il puritanesimo di marca vittoriana dei compatrioti ma infilava “parole in libertà”,
nonsense dal ritmo scatenato, lui – più inglesemente compassato, e inglesemente
attento alla soddisfazione di una comunicatività immediata – occhieggiava all’allora
recente (s’era negli anni Venti del Novecenteo) Histoire du Soldat di Strawinski,
disponendo un piccolo gruppo cameristico di fiati con cello e percussioni. E mentre
lui dirigeva le musiche scritte sul ritmo delle parole, lei dietro un paravento, recitava
i suoi testi sul ritmo delle musiche, utilizzando un megafono. Performance globale
con effetti speciali compresi.
Annely Zeni
Sabato 27 agosto ore 21 - Auditorium “ Casa della gioventù” - PREDAZZO
EL TANGO
Testi di Luis Borges - Musica di Astor Piazzolla
Alessandro Haber, voce recitante
Quartetto Meridies
Carmelo Andriani e Gennaro Minichello, violino
Giuseppe Pascucci, viola
Giovanna D’Amato, violoncello
Pasquale Coviello, fisarmonica
Cancion de las venusinas (musica) - Il tango (testo)
Adios nonino (musica)
Vicolo tango - Buenos Aires (testo)
Violentango (musica)
Milonga dei mori (testo)
Milonga de angel (musica)
La fortezza dei grandi perché (musica)
Che tango che (testo)
Meditango (musica)
Finale (testo)
Escualo (musica)
Lui Lui (testo)
New York tango (musica)
Borges ed io (testo)
Oblivion (musica)
Libertango (musica)
Cancion de las venusinas (musica) - Il tango (testo)
Alessandro Haber è in primo luogo un uomo di una forza straordinaria. Non solo fisica, non solo morale. È una
forza della natura umana nel senso più completo. Quindi
non possono essere esenti forti limiti, che però non sono
mai difetti. Sono umani, tanto più che, con forza, Alessandro ha scelto in età ancora infantile, di essere attore. Nessuna teorizzazione, nessuna sofisticazione intellettuale riguardano l’attore, ed Haber è fatto in questo modo. “…E’
come un torrente in piena che trascina con se tutto quello
che incontra nella sua corsa. Ricordi di donne, incontri,
amicizie folgoranti, innamoramenti o antipatie…pulsano
nel suo racconto che subito diventa cinema e teatro…
emerge una figura che forse non tutti si aspettano…dice
Haber di non sapere niente di arte ma poi scopri che è
un collezionista appassionato…e scopri che è un cantante…il movimento, il cambiamento, le sfide continue”.
E oggi scopriamo che questo uomo forte, questo attore, di
colpo si propone come regista cinematografico. È la forza
dell’onestà, che possiede naturalmente, che lo spinge ad
impegnarsi oltre la prima scelta, giocando sulla trasversatilità con la voglia di sorprendere e sorprendersi, non mai
sazio di emozionarsi ed emozionare, davanti alla macchina da presa o davanti ad un microfono cantando, dà tutto
ciò al pubblico con generosità, senza risparmiarsi. Haber
attore di oltre 60 films, attore di teatro, regista di “Scacco
Pazzo”, cantante, ha inciso 4 Cd, e pluripremiato: Nastro
d’argento come miglior attore non protagonista per il film
“Willy signori e vengo da lontano”, Nastro d’Argento e
Davide di Donatello come miglior attore non protagonista
per il film “Per amore solo per amore”, Nastro D’Argento
come migliore attore protagonista per il film “La vera vita
di Antonio H”, Premio IDI come migliore attore per lo spettacolo teatrale “Dialogo” di Natalia Ginzburg, Premio della
critica per lo spettacolo teatrale “Arlecchino”.
Il Quartetto Meridies si è costituito nel 1992 ed è
formato da musicisti che hanno studiato e si sono perfezionati sotto la guida di illustri docenti quali F. Ayo, R.
Brengola, B. Giuranna, P. Vernikov, I. Grubert, M. Varshavskij, e risultati vincitori di concorsi presso importanti Orchestre ed Enti Lirici. Numerosi sono i concorsi nei quali
il Quartetto si è affermato, tra gli altri: “A.M.A. Calabria”
di Lamezia Terme, “Aulos” di Rimini, “Barrasso” di Pescara, “Curci” di Barletta, “Di Martino” di Napoli. Fin dal suo
esordio il Quartetto si è distinto per la solidità dell’insieme
e le brillanti doti tecniche ed espressive; è stato invitato ad esibirsi presso importanti Istituzioni Concertistiche
in Europa e nel resto del mondo. Ha registrato per Rai
RadioTre presentando diverse prime esecuzioni e per RaiInternational un video live con il soprano Maria Dragoni
trasmesso su Rai 1 e successivamente via satellite in tutto il mondo. Il repertorio del Quartetto spazia dai classici
e romantici europei - Beethoven, Mozart, Brahms - agli
autori americani e sudamericani - Piazzolla, Villa-Lobos dai capisaldi della letteratura quartettistica a opere meno
conosciute. Ha inciso per l’etichetta discografica Niccolò,
la prima registrazione italiana dello Stabat Mater di Luigi
Boccherini nella versione originale, in collaborazione con
il soprano Elena Cecchi Fedi. Di recente è uscito il secondo CD interamente dedicato al Tango argentino di Astor
Piazzolla. Numerose le collaborazioni con personaggi del
mondo del cinema e del teatro da Giancarlo Giannini,
Riccardo Scamarcio, Michele Placido, Alessandro Haber,
Rocco Papaleo, Massimo Venturiello.
Pasquale Coviello fisarmonicista, compositore e arrangiatore, talento emergente dell’ultima generazione,
vincitore di numerosi concorsi tra cui: “Campione Italiano
1998”, Precampionato Mondiale di fisarmonica “Repubblica di San Marino 1999”, “Premio Nestor di Frosinone”.
Viene regolarmente invitato in Italia e all’estero a tenere
Seminari e Master Class sulle tecniche avanzate dello
strumento. Componente di giuria di numerosi concorsi
per fisarmonica che si svolgono in Italia, testimonial della
Beltuna, tra le più importanti case produttrici italiane di
fisarmonica e della Midi Musictech. Intensa l’attività concertistica sia solistica che da camera, in Italia e all’estero:
Musikmesse di Francoforte, Disma Music Show di Rimini,
Danimarca, Belgio, Olanda, Portogallo. Ha al suo attivo 3
CD che vanno dal Tango argentino al repertorio classico,
ha pubblicato diversi brani per la Berben, la Wurzburgen,
la Musicomania Editoriale e la Barvin.
Mercoledì 31 agosto ore 21 - Auditorium Palacongressi - CAVALESE
EMOZIONI E INQUIETUDINI DI UN SUBLIME VIAGGIO
Testi di Dante Alighieri e Francesco Petrarca - Musica di Franz Liszt
Ugo Pagliai, voce recitante
Sergio Patria, violoncello
Elena Ballario, pianoforte
Dante Alighieri
Dalla Divina Commedia
INFERNO
Canto primo
Canto terzo
Canto quinto
Canto ventesimosesto
Franz Liszt
Après une lecture de Dante (per Pf. Solo)
Seconda parte
Francesco Petrarca - dalle Epystole
Franz Liszt - *Consolazione nr.1
Francesco Petrarca - dal Canzoniere: Sonetto 47
Franz Liszt *Sonetto 47 del Petrarca
Francesco Petrarca - dal Canzoniere: Sonetto 104
Franz Liszt *Sonetto 104 del Petrarca
Francesco Petrarca - dal Canzoniere: Sonetto 123
Franz Liszt *Sonetto 123 del Petrarca
Francesco Petrarca
dalle Familiares, Epystole,
Rerum Vulgarium Fragmenta
Franz Liszt
*Consolazione nr.3
*Consolazione nr.4
*La Lugubre Gondola
(* elaborazioni per violoncello e pianoforte
di Elena Ballario)
Ugo Pagliai. Nato a Pistoia, Pagliai cominciò a frequentare il teatro da piccolo seguendo in particolare le programmazioni fiorentine. Già nella sua città natale ebbe
modo di avere esperienza come attore, ma in questa direzione si volse decisamente con l’iscrizione all’Accademia
Nazionale d’Arte Drammatica (1958). Dopo il diploma
fece parte della compagnia Randone Fortunato, dal 61 al
63 si legò alla Compagnia “I nuovi”, diretta da Guglielmo
Morandi per la TV. Negli anni 63/64 fu presso la Stabile
di Genova, diretta allora da Luigi Squarzina, partecipando
a “Ciascuno a suo modo” (Pirandello) e “Corte Savellla”
(Anna Banti). In questo periodo figurò nel cast de “Il Conte
di Montecristo”, elaborato per la TV da Edmo Fenoglio.
Tornato più assiduamente alla televisione, dopo “I Corvi”
di Beque e una “Maria Stuarda”, interpreterà nel 69 la
parte di Lawrence d’Arabia, ne l’ Aviere Ross, di Rattigan,
regia di Giuseppe Fina. Dal 73 tornò ad essere sempre più
presente sulla scena. Con Rossella Falk interpreta “Trovarsi” di Pirandello, con la regia di Giorgio De Lullo.
Nel 75/76 formò una compagnia in cui figurava anche
Lilla Brignone e due sono le rappresentazioni di rilievo:
“Spettri” di Ibsen e “Processo di famiglia” di Fabbri. Dal
1979 facendo compagnia con Paola Gassman, ha affrontato diversi testi teatrali tra i quali: “Il gatto in tasca” di
Feydeau, “Il bugiardo” di Goldoni, “Il piacere dell’onestà”
e “L’uomo la bestia e la virtù” di Pirandello, “Domino” di
M. Achard, “Scene da un matrimonio” di Italo Svevo, “Ma
non è una cosa seria” di Pirandello, “Sogno di una notte di
mezza estate” Shakespeare, “Ifigenia in Aulide” di Euripide, “Vita col Padre” di Crouse, “Harvey” di Mary Chase,
“Bugie sincere” di Vittorio Gassman, “Una donna di casa”
di Vitaliano Brancati. Nel 1988 è stato insignito del premio
speciale “Flaiano” per interprete teatrale. Pagliai ha lavorato in commedie e sceneggiati con ruoli primari, per la
TV italiana (Amico mio) per la TV francese “Arsenio Lupin”
e per la TV svizzera. Per il cinema numerose sono state
le partecipazioni, con registi che vanno da Giovanni Fago
e Luigi Comencini (con lui ha girato “Dio mio come sono
caduta in basso” e “Cuore” per la televisione italiana).
Estate 2000 “Giobbe” di Carol Woityla come protagonista
e regista.
Sergio Patria a sedici anni debutta in qualità di solista
con l’Orchestra della Radio Svizzera Italiana. Si è diplomato a pieni voti al Conservatorio di Alessandria con E.
Roveda, perfezionandosi successivamente con A. Navarra
all’Accademia Chigiana di Siena e A. Baldovino all’Accademia di Santa Cecilia di Roma. Ha collaborato con l’Or-
chestra di Santa Cecilia di Roma e come primo violoncello
allo Stadttheater di Lucerna, dove in seguito ogni anno è
stato invitato a far parte della prestigiosa orchestra del
Festival Internazionale Svizzero. Nel 1974 vince il premio “Migros” (Zurigo) per la musica da camera. E’ stato
docente di violoncello al Conservatorio di San Cristobal
(Venezuela), al Conservatorio dell’Università Nazionale
Colombiana, al Conservatorio ed alla Scuola Comunale
di Lucerna, al Conservatorio di Alessandria, alla Scuola
di Alto perfezionamento di Saluzzo, ai corsi orchestrali di
Lanciano e ai corsi di formazione professionale a cura
dell’I.R.Fo.P. Regione Friuli Venezia Giulia. Dal 1977 ha
insegnato al Conservatorio di Torino, città dove dal 1974
al giugno 1999 ha ricoperto il ruolo di primo violoncello
al Teatro Regio. Dal 2002 è nuovamente docente ai corsi
della Scuola di Alto perfezionamento musicale di Saluzzo.
È il fondatore del TRIO G. F. GHEDINI e del NUOVO INSIEME STRUMENTALE ITALIANO ai quali, parallelamente
al duo con la pianista Elena Ballario, dedica buona parte
della sua attività cameristica.
Elena Ballario oltre agli studi pianistici si è dedicata
per alcuni anni anche allo studio del Violino e della Composizione. Ha iniziato la carriera concertistica nel 1980
proponendosi al pubblico sia come solista che con varie
formazioni cameristiche. Ha ottenuto l’idoneità ai concorsi ministeriali per titoli ed esami per l’insegnamento di
Pianoforte Principale, Pianoforte Complementare, Musica
da Camera e Accompagnatore al Pianoforte. È docente
al Conservatorio di Torino. Dal 2000 ha iniziato l’attività
compositiva dedicandosi dapprima a trascrivere e ad elaborare per vari gruppi strumentali e vocali, brani orchestrali, pianistici e per canto e pianoforte di varie epoche
dando vita a programmi monografici dedicati a G. Rossini
e G. Verdi, all’operetta, alle favole (“Pinocchio” commedia
Musicale con musiche originali, trascrizione di Pierino e
il Lupo per quintetto ecc.) e all’opera lirica, eseguiti dal
NUOVO INSIEME STRUMENTALE ITALIANO del quale è la
pianista. Il Nuovo Insieme Strumentale Italiano ha prodotto tre CD di suoi lavori originali e trascrizioni. Sue composizioni sono state inserite in repertorio da vari solisti ed
ensemble ed eseguite regolarmente in Italia ed all’estero.
Numerosi i lavori per la didattica, di cui le nuove raccolte
per pianoforte intitolate “Suona con Camilla”. Di recente pubblicazione per la casa editrice Volontè di Milano e
distribuito dalla Carisch, il metodo di Scale e Arpeggi con
Introduzione teorica per i Conservatori di Musica.
Sabato 3 settembre ore 21 - Chiesa Parrocchiale SS. Filippo e Giacomo - PREDAZZO
S. TERESA D’AVILA: UNA BIOGRAFIA DELL’ANIMA
testo di Marco Vacchetti - musiche di autori spagnoli del XVI secolo
Marco Vacchetti, voce recitante
Gruppo Vocale S. Bernardo
Lidia Basterretxea, soprano
Giulio Mercati, direttore al cembalo
Tomas Luis de Victoria (1548-1611)
O Domine Jesu Christe
Mottetto a 6 voci
Anonimo spagnolo
A la nanita nana
per soprano coro femminile e 3 voci
Tomas Luis de Victoria (1548-1611)
Resplenduit facies ejus
Mottetto a 5 voci
José de Torres y Martínez Bravo (1665–1738)
“Cantada a Nuestra Señora”
per soprano e basso continuo – I parte:
- Aria: “Ay que favor”
- Recitativo: “Como centro feliz”
- Aria: “Gocese, que en tu altar”
José de Torres y Martínez Bravo (1665–1738)
“Cantada a Nuestra Señora”
per soprano e basso continuo – II parte:
- Recitativo: “Dulce mi cadencia”
- Aria: “Corra ligera”
- Recitativo: “Lo que logras”
- Coplas: “Ya logra amante el pecho”
Giulio Mercati
Nada te turbe
Lauda spirituale a 5 voci
Francisco Guerrero (1528-1599)
Al resplandor d’una estrella
Mottetto a 5 voci
Tomas Luis de Victoria (1548-1611)
Beatus vir
Mottetto a 4 voci
Marco Vacchetti (Scuola Holden, Torino)
Nasce a Torino e nel 1979 consegue il diploma di maturità classica presso il Liceo Massimo D’Azeglio di Torino.
Completa gli studi classici laureandosi all’Università di
Torino nel 1987 in Lettere con una tesi in Storia e critica
del cinema (punteggio: 110 e lode con dignità di stampa).
Dal 1987 al 1988 lavora in qualità di assistant producer
presso la ARDO FILM, società di cinematografia pubblicitaria dell’agenzia Armando Testa. Nel 1989, insieme al
prof. Paolo Bertetto e al dott. Gian Luca Trivero, svolge
un seminario sul cinema pubblicitario presso la Facoltà di
Lettere dell’Università di Torino. Dal 1990 è professore di
ruolo di latino e italiano al liceo. Dal 1995 insegna nel Master di Tecniche della Narrazione presso la Scuola Holden
di Torino. Nel 2000 ha pubblicato il libro “Storie dell’arte”
per l’editore Rizzoli. Dal 2000 al 2006 è direttore didattico
della Scuola Holden di Torino. Dal 2003 tiene corsi di narratologia e story editing presso lo IULM di Milano e lo IED
di Torino. Dal 2006 collabora con il quotidiano Repubblica
(redazione di Torino) per la rubrica “Pianeta scuola”.
Gruppo Vocale S. Bernardo
Il Gruppo Vocale S. Bernardo, nella sua veste attuale, è
stato fondato nel 1995, per volontà di Mons. Paolo Cortesi. Il coro è diretto, dal giorno della sua fondazione,
da Giulio Mercati. Il fine primario e fondamentale della
compagine è rappresentato dall’animazione liturgica. Dal
1999 la formazione ha cominciato ad esibirsi in concerto, mantenendo tuttavia, anche in tali occasioni, il proprio
compito elettivo di invito alla meditazione ed alla preghiera, attraverso la musica. Il repertorio della compagine è
oggi molto vasto, spaziando dall’innodia ambrosiana alla
polifonia rinascimentale, dalla letteratura ottocentesca
italiana ed europea al repertorio novecentesco.
Lidia Basterretxea
Nata a Caracas da famiglia basca e cresciuta nei Paesi
Baschi, ha studiato con il soprano M° Angeles Rodriguez,
diplomandosi presso il «Conservatorio de Musica» di San
Sebastian. Ha frequentato il corso biennale di Musica
vocale da camera, tenuto dal M° Maurizio Carnelli alla
Civica Scuola di Musica di Milano. Ha collaborato con
formazioni corali lirico-sinfoniche quali «Coro A.B.A.O.
dell’Opera di Bilbao», «Coro As.Li.Co.», «Madrigalisti Ambrosiani», «Cappella Mauriziana», «Camerata Polifonica di
Milano», sia come corista sia come solista. Svolge intensa
attività teatrale e concertistica, in formazioni diverse, quali
voce e archi, voce e chitarra, voce e pianoforte, quartetto
vocale, voce e organo e voce e clavicembalo. Si esibisce
stabilmente in duo con l’organista e clavicembalista Giulio Mercati. È collaboratrice del progetto Opera Domani e
direttrice del Coro di Voci Bianche del Teatro Sociale di
Como - As.Li.Co. È docente presso la Scuola di Musica
Jubilate di Legnano.
Giulio Mercati
Nato a Saronno, ha intrapreso lo studio del pianoforte all’età di sei anni sotto la guida del nonno materno,
il M° Lamberto Torrebruno, esponente di un’importante
famiglia di musicisti; si è quindi perfezionato, in organo,
composizione e clavicembalo. Musicista versatile, svolge
intensa attività concertistica in Italia e all’estero, soprattutto come solista all’organo e al clavicembalo e come
continuista di diverse importanti formazioni, quali – tra le
altre – “I Barocchisti” e l’Orchestra della Svizzera Italiana.
È organista titolare presso la Basilica Prepositurale di San
Vincenzo in Prato a Milano. Ha inciso per RTSI, Bottega
Discantica e Tactus: l’ultima registrazione – per Tactus – è
dedicata alle virtuosistiche trascrizioni per organo di note
pagine wagneriane, firmate da Edwin Lemare. Nel 1996
si è laureato con lode in filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Ha collaborato in veste
di musicologo con il Teatro alla Scala, l’Orchestra «Verdi», il Festival «Milano Musica» e con altri importanti cicli
concertistici. È direttore artistico di numerose e importanti
rassegne: Festival Organistico Lauretano, ciclo concertistico ospitato presso il celebre Santuario di Loreto (AN)
e presso le più importanti Basiliche nel mondo dedicate
alla Vergine Lauretana, Vespri d’Organo a S. Vincenzo in
Prato, Festival Organistico «La Fabbrica del Canto». Dal
giugno 2008 è Direttore della Scuola di Musica Jubilate
di Legnano. (www.giuliomercati.it)
Mercoledì 7 settembre ore 21 - Auditorium Palacongressi - CAVALESE
FAÇADE, an entertainment
UN TÈ ALLE 5 PER PASQUITO E LE SUE NINFE
Testi di Edith Sitwell - musica di William Walton
Silvia Manfrini, Giacomo Anderle, voci recitanti
Modern Saxophone Quartet
Enrico Dellantonio, sax soprano - Angel Ballester, sax contralto
Stefano Menato, sax tenore - Giorgio Beberi, sax baritono
Roberto Pangrazzi, percussioni
FANFARE
I II
III
HORNPIPE
EN FAMILLE
MARINER MAN
IV
V
VI
LONG STEEL GRASS
THROUGH GILDED TRELLISES
TANGO-PASODOBLE
VII LULLABY FOR JUMBO
VIII BLACK MRS.BEHEMOTH
IX TARANTELLA
X
XI
XII
A MAN FROM A FAR COUNTREE
BY THE LAKE
COUNTRY DANCE
XIII POLKA
XIV FOUR IN THE MORNING
XV SOMETHING LIES BEYOND THE SCENE
XVI VALSE
XVII JODELLING SONG
XVIII SCOTCH RHAPSODY
XIX POPULAR SONG
XX FOX-TROT “OLD SIR FAULK”
XXI SIR BEELZEBUB
Silvia Manfrini
Laureata in Lettere con una tesi in Storia del Teatro, ha studiato canto
presso i Conservatori di Verona e di Vicenza. Nel 2007 ha concluso
la formazione triennale in Funzionalità Vocale presso il Centro di Funzionalità vocale di S.Giustina (BL).Continua tuttora ad approfondire il
metodo. Canta in varie formazioni spaziando dalla musica antica a
quella moderna. Da anni si dedica con passione al teatro: ha lavorato
come attrice sia in spettacoli per ragazzi che nel teatro di prosa. Inoltre
affianca all’attività artistica l’insegnamento presso la Scuola Musicale
dell’Alto Garda (SMAG) di Riva del Garda e il CAM di San Giovanni
Lupatoto (Verona).
Giacomo Anderle
Attore, drammaturgo e regista. È autore di numerosi spettacoli per ragazzi e adulti. Ha collaborato con il Teatro Stabile di Bolzano; con la
sede regionale di Trento della RAI (come autore e attore); con il gruppo
norvegese Uendelig Teater; con l’artista spagnolo Jose Antonio Portillo;
con lo scrittore Carmine Abate; con il gruppo “Circus Bosch” di Napoli;
con i festival di teatro “Drodesera”, “Festival internazionale Mozart a Rovereto”, “Musica ‘900”, “Dinamismi museali” di Soveria Mannelli (CZ).
Assieme alla compagnia Finisterrae Teatri, di cui è fondatore, e all’associazione New Project, collabora da anni con i gruppi Tiger Dixie Band,
Saxophone Quartet e Walkin’ Brass, con cui ha realizzato gli spettacoli
“Basta solo un po’ di jazz”, “Andante mosso”, “Musikanten”. Ha partecipato inoltre, come drammaturgo e interprete, ai progetti “Mesi d’autore”
dell’ITC di Trento e “Vociferazioni” di Riva del Garda, collaborando tra gli
altri con gli scrittori Michele Mari, Giulio Mozzi, Maurizio Maggiani e con
il poeta Edoardo Sanguineti.
Il “Modern Saxophone Quartet” è composto da quattro sassofonisti che lavorano
insieme da alcuni anni cercando di conoscere ed evidenziare il sassofono in tutte le sue
enormi potenzialità espressive, spaziando
nel repertorio classico del ‘900 ed anche
contemporaneo sconfinando anche nelle sonorità etniche ed jazzistiche. La formazione,
avendo un vasto repertorio, ama dedicarsi a
progetti tematici collaborando e confrontandosi anche con altri strumentisti; da questa
idea sono nati i vari progetti che il quartetto
ha elaborato negli ultimi anni, alternando
periodi di studio ed elaborazione con cicli
di concerti, che hanno visto protagonista il
quartetto assieme a solisti come il fisarmonicista Simone Zanchini nel progetto “IMAGENES DE TANGO”, dedicato alla musica del
compositore italo-argentino Astor Piazzolla,
o con il pianista Paolo Zannini nel programma ”DUE AMERICANI A PARIGI” dedicato alle
musiche di G. Gershwin, D. Milhaud, A. Piazzolla, D. Ellington. Oltre all’attività concertistica il gruppo, nel maggio 2000, ha registrato
un CD dal titolo “Imagenes de tango” per
l’etichetta Velut Luna CVLD04200, nel 2008
ha registrato un Cd con libro e testo recitato
dal titolo Tras i “Chedres de na espojizion”
- libro con cd Istitut Cultural Ladin 2009.
[note al programma]
Il nuovo progetto proposto dal quartetto è una travolgente ondata di ironia: “Façade”, l’opera più geniale del compositore
inglese William Walton (1902-1983), uno dei protagonisti più importanti del Novecento inglese che ha portato avanti
un interessante tentativo di ampliamento degli orizzonti musicali. Esplorando i suoni del Mediterraneo, dalla musica
popolare spagnola alle fantasie arabe, ha cercato di attuare una originale integrazione con la tradizione anglosassone
ed il linguaggio musicale colto. Façade, opera per voce recitante ed ensemble del 1922, è una composizione permeata
da spirito giovanile composta su testi di Edith Sitwell. I suoi versi vanno inseriti all’interno dello sperimentalismo di inizio
secolo nel loro tentativo di evocare atmosfere attraverso l’onomatopea e la libera associazione di idee. Il linguaggio è
musicale per se stesso, motivo per il quale la partitura si preoccupa solo di fornire una scansione ritmica ben precisa
alla voce recitante che mai si abbandona al canto. Completamente a suo agio all’interno del mondo surreale, Walton
riesce a cogliere e valorizzare tutte le atmosfere descritte in questo viaggio, sottolineando gustosamente i sapori etnici
mediterranei e lasciandosi trasportare dagli echi del jazz.
L’ opera del musicista inglese viene proposta nell’arrangiamento per quartetto di saxofoni, percussioni e voce recitante.
La messinscena dialoga con la musica di Walton, in un gioco che non si limita all’aspetto musicale, ma che si sviluppa
nelle azioni e nella gestualità dell’attore in un divertito e surreale accostamento di elementi e situazioni assai distanti
tra loro, come, ad esempio, un distinto gentleman inglese in bombetta che prende il tè sulla Plaza de Toros di Siviglia
in compagnia di Ulisse.
[email protected]
Scarica

Musica in viaggio