Riferimenti normativi
Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2009 sull’istituzione di un
sistema europeo di crediti per l’istruzione e la formazione professionale (ECVET) (2009/C 155/02)
ECVET è una metodologia complementare a quella adottata ormai da oltre un decennio dal mondo
universitario (nata dal cosiddetto Processo di Bologna, che ha portato a uniformare i percorsi
accademici su scala europea, istituendo il famoso 3+2, e un sistema di crediti – ECTS – che
permettono di integrare in un unico percorso esami svolti presso diversi Atenei).
ECVET si articola in ECVET per i sistemi VET e il lifelong learning e ECVET per la mobilità.
ECVET, a differenza del sistema ECTS, si basa non sul carico di lavoro necessario a sostenere un
esame, ma su stime riferite all’impegno necessario a costruire una determinata “unità di
competenza”, indipendentemente dal modo e dal tempo effettivo impiegato per costruirla
(studiando, facendo esperienza, alternando scuola e lavoro, etc.). Il valore della competenza è
considerato dunque analogo, indipendentemente dal modo di acquisizione e dal tempo reale
impiegato per acquisirla. ECVET si basa sui medesimi principi di EQF e si fonda sul principio della
cumulabilità delle unità di apprendimento. Le qualifiche sono l'insieme di "unità di apprendimento"
descritte in forma di Knowledge, skills & competences. ECVET si propone di garantire la
trasferibilità dei crediti da un percorso formativo ad un altro, da un contesto geografico ad un altro.
ECVET mobilità è il sistema europeo di trasferimento di crediti per l’istruzione e la
formazione professionale. La sua finalità è quella di agevolare la mobilità degli studenti tra le
diverse istituzioni che erogano servizi di istruzione e formazione professionale sia nel loro paese
che all’estero.
Il sistema ECVET, che riguarda le qualifiche a tutti i livelli del quadro europeo delle qualifiche
(EQF):
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consente il trasferimento delle unità di risultati dell’apprendimento entro e tra i vari sistemi
d’istruzione e formazione e tra apprendimento formale, non-formale e informale;
si attua attraverso partenariati tra le istituzioni;
elimina l’esigenza di una seconda valutazione degli studenti in mobilità tra queste
istituzioni;
facilita la cooperazione transnazionale tra autorità, enti di formazione e istruzione,
insegnanti;
favorisce la trasparenza e il mutuo riconoscimento delle competenze;
promuove l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita.
ECVET assicurerà la documentazione, la conferma e il riconoscimento dei risultati di
apprendimento ottenuti all'estero, valutando sia l'istruzione professionale formale, sia contesti non
formali.
La descrizione dei risultati di apprendimento avverrà a cura delle cosiddette unità le quali,
incorporando vari elementi di conoscenze, capacità e competenze, perseguono un doppio obiettivo:
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la definizione delle unità contiene l'indicazione delle conoscenze, capacità e competenze
da ottenere (dimensione qualitativa).
Allo stesso tempo, a ciascuna unità verrà assegnato un certo numero di punti di credito
così da attribuirle un peso in relazione a “qualifiche massime” a dispetto della definizione di
queste ultime all'interno del rispettivo contesto nazionale (dimensione quantitativa).
Trattandosi di elementi soggetti al trasferimento e all’accumulo, rispettivamente, le unità
promuoveranno di conseguenza la mobilità.
ECVET è Il quadro di riferimento metodologico ECVET è finalizzato ad agevolare il trasferimento
dei crediti ed include principi e specifiche tecniche, ovvero:
ü un approccio basato su unità di risultati dell’apprendimento (ciascuna unità dovrebbe
essere costruita in termini di conoscenze, abilità e competenze e contenere alcuni elementi
descrittivi minimi);
ü la costituzione di partenariati e reti tra le autorità competenti per il rilascio delle
qualificazioni o il riconoscimento di parte dei percorsi di apprendimento e la
formalizzazione tra di essi di memorandum d’intesa;
ü la stipula di un learning agreement tra le diverse autorità coinvolte ed il discente; la
previsione di un sistema di punteggi (con relativi criteri di massima per l’assegnazione)
associati a ciascuna unità ed alla qualificazione nel suo complesso.
SPECIFICHE TECNICHE ECVET
ECVET è un quadro di riferimento metodologico finalizzato ad agevolare il trasferimento dei
crediti che include principi e specifiche tecniche, ovvero:
ü un approccio basato su unità di risultati dell’apprendimento (ciascuna unità dovrebbe
essere costruita in termini di conoscenze, abilità e competenze e contenere alcuni elementi
descrittivi minimi);
ü la costituzione di partenariati e reti tra le autorità competenti per il rilascio delle
qualificazioni o il riconoscimento di parte dei percorsi di apprendimento e la
formalizzazione tra di essi di memorandum d’intesa;
ü la stipula di un learning agreement tra le diverse autorità coinvolte ed il discente; la
previsione di un sistema di punteggi (con relativi criteri di massima per l’assegnazione)
associati a ciascuna unità ed alla qualificazione nel suo complesso.
La piena implementazione di EQF richiede un percorso di lavoro a livello prevalentemente
istituzionale (seppure con il possibile utile contributo di sperimentazioni).
L’attuazione di ECVET consente invece il coinvolgimento di più piani ed attori.
Le sperimentazioni possono articolarsi essenzialmente su due piste di intervento:
1. da un lato lo sviluppo di un lavoro concettuale e metodologico che consenta di calare le
specifiche tecniche di ECVET nella realtà di singole qualificazioni esistenti nei sistemi dei
Paesi membri;
2. dall’altro la concreta applicazione dei meccanismi di trasferimento ed accumulazione
dei learning outcome previsti da ECVET a percorsi di apprendimento “misti”, ovvero
che prevedano contesti diversi di acquisizione delle competenze (ad esempio: parte a
scuola/in formazione e parte in impresa; oppure: parte in un paese e parte in un altro).
Rispetto al punto 1, si tratta di disegnare unità di risultati di apprendimento riferibili a specifiche
qualificazioni settoriali o trasversali a più titoli/profili esistenti, secondo le componenti elencate e le
indicazioni fornite dall’Allegato II alla Raccomandazione ECVET (cfr. Figg. 3 e 4), di studiarne le
diverse modalità di acquisizione (formali, non formali) e le possibili procedure di valutazione, di
identificare meccanismi e strumenti per validare, riconoscere e registrare learning outcome che
l’individuo ha acquisito altrove, il tutto attraverso la costituzione di reti di cooperazione, la
formalizzazione di accordi tra gli organismi coinvolti (memoranda of understanding) e la
definizione di patti di apprendimento (learning agreement) con i discenti.
FIG.3
FIG.4
Rispetto al punto 2, si tratta invece di utilizzare direttamente la metodologia ECVET, per
riconoscere formalmente learning outcome acquisiti in una diversa realtà geografica
(essenzialmente in un altro Paese membro dell’Unione europea) oppure in un diverso contesto di
apprendimento (leggasi: sul luogo di lavoro).
A livello comunitario, pur riconoscendo la pari dignità di entrambi i possibili utilizzi di ECVET
(per la mobilità o per il lifelong learning), si è ritenuto di dover sostenere in prima battuta la
sperimentazione nella dimensione geografica, complessivamente meno problematica, poiché
concerne solitamente risultati acquisiti nel contesto formale e non richiede che i sistemi coinvolti
abbiano messo a punto meccanismi istituzionali di validazione dell’apprendimento non formale ed
informale.
Per applicare ECVET a progetti di mobilità (e in particolare di mobilità transnazionale a fini di
apprendimento), occorre che le iniziative in questione soddisfino più ampi criteri di qualità e
realizzino nuovi e più stringenti adempimenti (prima, durante e dopo lo spostamento fisico dei
discenti) rispetto al panorama attualmente esistente (Fig. 5).
Fig. 5 L’applicazione di ECVET nella Mobilità transnazionale
Perché il dispositivo sia utilizzato, è auspicabile che si realizzino alcune “condizioni”:
• una chiara e condivisa convinzione, da parte dei diversi attori coinvolti, del valore aggiunto
dello strumento. È necessario che ECVET sia percepito come un dispositivo utile, al servizio delle
strategie nazionali, e non come un meccanismo burocratico di complessa attuazione. Utili campagne
informative e promozionali nei diversi Stati membri, ma anche procedure applicative snelle e user
friendly ed elaborazione di strumenti di supporto (guide, manuali d’uso, toolbox) pratici ed
accessibili agli utenti;
• l’attivo coinvolgimento di tutti gli stakeholder rilevanti nel processo attuativo (sia al livello
strategico che a quello più immediatamente operativo);
• l’esistenza di mutual trust fra i diversi soggetti coinvolti, sia a livello orizzontale (tra sistemi)
che a livello verticale (nell’ambito di un singolo sistema); perché ECVET funzioni è necessario che
singoli partenariati, creati ad hoc per specifiche esperienze progettuali, si evolvano
progressivamente verso reti più stabili di stakeholder;
• l’identificazione di criteri funzionali e condivisi tra le parti per la progettazione delle
esperienze di mobilità transnazionale in termini di unità di risultati dell’apprendimento: ad
oggi, tranne che nei sistemi duali e per quelle qualificazioni che richiedono tirocini obbligatori,
l’esperienza di lavoro non è necessariamente parte integrante dei percorsi di apprendimento. La
mobilità transnazionale viene dunque progettata secondo criteri diversi, se non addirittura
confliggenti, con quelli che presiedono al disegno delle qualificazioni e solo raramente assume la
connotazione di una o più unità di risultati dell’apprendimento, come invece richiede ECVET;
• l’apertura ad una certa flessibilità applicativa, coniugata al contempo con la declinazione di
standard minimi di qualità che il processo attuativo deve garantire (ed ecco i possibili margini
di convergenza con il quadro EQAVET), a qualunque livello esso avvenga;
• la previsione di risorse specificamente dedicate a sostenere il processo di implementazione.
La Raccomandazione a dire il vero non ne fa menzione, ma è evidente che l’attuazione di ECVET
richiede diversi interventi (ad esempio, in termini di progettazione di unità di risultati
dell’apprendimento da utilizzarsi in esperienze di mobilità, di rafforzamento delle procedure di
valutazione, di formazione degli operatori, di sviluppo di guide e manuali d’uso) che non possono
avvenire a costo zero.
I CONCETTI CHIAVE DELL’ECVET
Qualificazione (qualification): risultato formale di un processo di valutazione e convalida,
acquisito quando l’autorità competente stabilisce che i risultati dell’apprendimento di una persona
corrispondono a standard definiti.
Risultati di apprendimento (Learning Outcomes): descrizione di ciò che un discente conosce,
capisce ed è in grado di realizzare al termine di un processo d’apprendimento. I risultati sono
definiti in termini di conoscenze, abilità e competenze.
Gli elementi fondamentali:
Unità di risultati dell’apprendimento: un elemento del titolo o della qualifica costituito da una serie
coerente di conoscenze, abilità e competenze che possono essere valutate e convalidate. Gli
elementi minimi dell’unità:
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il titolo generale dell’unità
il titolo generale della qualificazione (o delle qualificazioni) cui l’unità si riferisce
il riferimento della qualificazione al livello Eqf e al Quadro nazionale delle qualificazioni
(Nqf) nel caso in cui sia presente, con i punti Ecvet associati alla qualificazione
i risultati dell’apprendimento contenuti nell’unità
le procedure e i criteri di valutazione di tali risultati dell’apprendimento
i punti Ecvet associati all’unità
la validità in termini di tempo dell’unità (se del caso).
Il processo di valutazione-validazione-riconoscimento di LO:
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valutazione dei risultati dell’apprendimento: i metodi e i processi utilizzati per definire la
misura in cui una persona ha effettivamente conseguito una particolare conoscenza, abilità o
competenza
validazione dei risultati dell’apprendimento: il processo di conferma che determinati risultati
dell’apprendimento valutati, conseguiti da una persona, corrispondono ai risultati di un’unità
o di una qualificazione
riconoscimento dei risultati dell’apprendimento: il processo con cui sono attestati i risultati
dell’apprendimento ufficialmente conseguiti attraverso l’attribuzione di unità o
qualificazioni.
Istituzione competente:
Istituzione responsabile della progettazione e del rilascio di qualificazioni o del riconoscimento di
unità o altre funzioni connesse al sistema Ecvet, nel rispetto delle norme e delle prassi dei Paesi.
Il credito (da non confondere con i punti Ecvet):
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credito per i risultati dell’apprendimento: una serie di risultati dell’apprendimento conseguiti
da una persona che sono stati valutati e che sono accumulabili in vista di una qualificazione
o trasferibili ad altri programmi di apprendimento o ad altre qualificazioni
punti Ecvet: una rappresentazione numerica del peso complessivo dei risultati
dell’apprendimento in una qualificazione e del peso relativo delle unità in relazione alla
qualificazione.
I documenti a supporto del mutual trust e per la mobilità:
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il Protocollo d’Intesa (Memorandum of understanding)
l’Accordo di apprendimento (Learning agreement)
il Libretto personale (Personal transcript).
Di seguito presentiamo un excursus sul panorama normativo e documentale comunitario in
cui si inserisce ECVET.
EQF
Riferimenti normativi
Racc. del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008 sulla costituzione del Quadro
europeo delle qualifiche per l'apprendimento permanente
L’EQF, in inglese European Qualification Framework, è un dispositivo di traduzione (una griglia di
conversione e lettura) che consente di mettere in relazione e posizionare, in una struttura a otto
livelli, i diversi titoli (qualifiche, diplomi, certificati ecc.) rilasciati nei Paesi membri; il confronto si
basa sugli esiti dell’apprendimento. E’ un codice comune di riferimento su base volontaria.
In modo più specifico, l’EQF può:
ü semplificare la comunicazione fra gli attori coinvolti nei processi di istruzione e formazione
dei diversi Paesi e all’interno di ciascun Paese
ü permettere la traduzione, il posizionamento e il confronto tra differenti esiti
dell’apprendimento, consentendo il trasferimento e la spendibilità delle qualifiche e delle
competenze anche al di fuori del paese in cui sono state conseguite
ü facilitare il matching tra i bisogni espressi dal mercato del lavoro e le opportunità di
istruzione e formazione offerte nei diversi Paesi
ü sostenere i processi di validazione dell’apprendimento non formale e informale
ü fungere da riferimento comune per la qualità e lo sviluppo di istruzione e formazione
ü contribuire allo sviluppo di qualifiche a livello settoriale, fungendo da riferimento
ü stimolare e guidare riforme e sviluppo di nuove strutture nazionali di qualificazione
Gli elementi chiave del Quadro unico
Gli elementi chiave che caratterizzano la struttura sono essenzialmente tre:
Livelli comuni Il primo, fra gli elementi chiave che definiscono l’EQF è rappresentato dai livelli
comuni di riferimento, correlati ai risultati dell’apprendimento e collocati in una struttura di otto
livelli. La struttura a livelli permette di articolare secondo un ordine crescente - dalla minima alla
massima complessità - i risultati dell’apprendimento raggiungibili nell’arco di vita, attraverso
percorsi non solo formali, ma anche non formali e informali.
Principi comuni Il secondo elemento chiave è costituito dalla gamma di principi comuni
concordati a livello europeo sulla qualità dei sistemi di istruzione e formazione professionale, sulla
validazione dell’apprendimento non-formale, sulle competenze chiave, e punta alla realizzazione
del riconoscimento reciproco. Questo insieme di principi e di procedure forniscono le linee-guida
per la cooperazione ai diversi livelli.
Strumenti La terza componente è rappresentata dal set di strumenti finalizzati a rispondere ai
bisogni dei singoli cittadini:
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un sistema integrato europeo di trasferimento e accumulo dei crediti per l’apprendimento
lungo tutto l’arco della vita (ECVET)
il portfolio Europass
il database Ploteus sulle opportunità di apprendimento
EQF: quale rapporto con ECVET
Il sistema integrato europeo di trasferimento dei crediti (ECVET) fa parte del set di strumenti
inclusi nella strategia EQF. In pratica si tratta di un sistema in grado di attribuire dei crediti (credit
points) alle qualifiche e/o alle sue componenti (units). Una unit è definita come la parte “ più
piccola” di un curriculum, di un percorso di istruzione e formazione, di una qualificazione e
corrisponde ad una specifica combinazione di conoscenze, abilità e competenze.
I crediti sono attribuiti ai risultati di apprendimento raggiunti tenendo presente l’insieme delle
conoscenze, delle abilità e delle competenze richieste per una qualifica o per un’unità.
EQF: la relazione con Europass
Anche Europass, così come ECVET si colloca come strumento funzionale all’interno della strategia
EQF.
E’ del dicembre 2004 la Decisione della Commissione Ue che istituisce il Quadro unico per la
trasparenza delle qualifiche e delle competenze Europass. Il dispositivo inserisce le qualifiche e le
competenze in una prospettiva di apprendimento permanente, concentrandosi:
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sulle competenze personali (Europass curriculum vitae)
sull’apprendimento delle lingue straniere (Europass passaporto delle lingue)
sulle esperienze di mobilità (Europass mobilità)
sui titoli dell’istruzione superiore (Europass supplemento al diploma)
sulle qualifiche della formazione professionale (Europass supplemento al certificato)
Europass ha quindi raccolto all’interno di una cornice unitaria un set di documenti che possono
essere usati per mettere in trasparenza, rendendole più leggibili, le proprie qualifiche e competenze.
Europass però non consente la comparabilità fra i livelli, il suo sviluppo è quindi strettamente
connesso all’istituzione dell’EQF.
Riflessi dell’EQF in Italia
In funzione dell’istituzione dell’EQF le autorità nazionali di ogni Paese sono state chiamate a
stabilire le relazioni tra i propri sistemi di titoli e qualifiche e il Quadro unico stesso.
In Italia l’adesione alla richiesta dell’Europa si è concretizzata con l’avviamento, nel 2007, dei
lavori del Tavolo unico per la costruzione del sistema nazionale di standard minimi
professionali, di certificazione e formativi, promosso dal Ministero del lavoro. Il Tavolo ha
l’obiettivo di definire un sistema nazionale di standard, coerente con l’istituzione del Quadro
europeo delle qualifiche e delle competenze – EQF. Fanno parte del Tavolo: Ministero della
pubblica istruzione, Ministero dell’università e della ricerca, Regioni, Province autonome e parti
sociali.
EUROPASS
Riferimenti normativi/documentali
Riferimenti generali:
• Decisione del Parlamento Europeo e del Consiglio relativa ad un quadro comunitario unico per
la trasparenza delle qualifiche e delle competenze
– Europass (n. 2241/2005/CE del 15/12/2004)
Riferimenti specifici per il Portfolio europeo delle lingue:
• Raccomandazione sulle Lingue Moderne adottata dal Comitato dei Ministri presso il Consiglio
d’Europa (17/03/ 1998)
• Risoluzione sul Portfolio Europeo delle Lingue, adottata dalla 20esima Conferenza permanente
dei Ministri dell’Istruzione del Consiglio d’Europa,
(15-17/10/2000)
• Il Portfolio Europeo delle Lingue. Principi e Linee guida (DGIV/EDU/ LANG(2000)33)
Riferimenti specifici per il Supplemento al Diploma:
• Convenzione sul riconoscimento delle qualifiche nell’istruzione superiore nella regione europea,
adottata dal Consiglio d’Europa l’11/04/1997
• Decreto Ministeriale del 30/04/2004
• Decreto Ministeriale del 26/10/2005
EUROPASS è un Quadro comunitario unico per la trasparenza delle qualifiche e delle competenze.
Descrizione dello strumento
Il quadro EUROPASS si compone di cinque diversi strumenti:
• Europass – Curriculum Vitae è un documento personale che contiene autocertificazioni del
singolo individuo in merito alle proprie esperienze educative, formative e professionali ed alle
competenze possedute, da utilizzarsi per la ricerca di un lavoro o per candidarsi ad un percorso
formativo. Lo strumento ha carattere informativo ed è privo di valore legale o istituzionale; può
essere compilato direttamente dall’individuo, in autonomia o con il supporto di un esperto.
• Europass – Mobilità è un documento che descrive le competenze e le abilità acquisite da un
individuo nel corso di un’esperienza di mobilità realizzata in un altro Paese membro dell’Unione
Europea. Lo strumento deve essere compilato dagli organismi di provenienza e di accoglienza che
partecipano al progetto di mobilità e viene rilasciato dal Centro Nazionale Europass del paese di
provenienza del discente.
• Europass – Passaporto delle Lingue fa parte del Portfolio Europeo delle Lingue messo a punto
dal Consiglio d’Europa e si basa sui 6 livelli del Quadro europeo comune di riferimento per le
lingue (CEF) per registrare il livello di capacità linguistica. È un documento personale che contiene
autocertificazioni del singolo individuo in merito alle competenze linguistiche acquisite in contesti
di apprendimento sia formali che non formali ed informali. Lo strumento ha carattere informativo
ed è privo di valore legale o istituzionale; può essere compilato direttamente dall’interessato, in
autonomia o con il supporto di un esperto (ad esempio, insegnante di lingua).
• Europass – Supplemento al Diploma / Diploma Supplement è un documento che viene allegato
ai titoli ed alle certificazioni rilasciate a seguito di un corso di studi effettuato in un’Università o
istituto di Istruzione superiore, per consentire a terzi di capire che cosa il diploma significhi in
termini di conoscenze e competenze acquisite. Il documento non sostituisce il diploma originale, ma
lo integra. Viene rilasciato dall’organismo presso il quale si è conseguito il titolo originale
(segreteria dell’ateneo nel caso di percorso accademico, ufficio competente nel caso di percorso non
accademico).
• Europass – Supplemento al Certificato è un documento che viene allegato ai titoli ed alle
qualifiche acquisite a seguito di percorsi di istruzione e formazione professionale, per consentire a
terzi di capire che cosa il certificato professionale significhi in termini di abilità e competenze
acquisite. Il documento non sostituisce il certificato originale, ma lo integra. Viene rilasciato
dall’organismo presso il quale si è conseguito il certificato originale (in Italia, ad esempio: le
Regioni e le Province autonome per le qualifiche professionali, gli Istituti scolastici per i percorsi di
istruzione professionale, ma anche altri organismi pubblici o privati che erogano formazione).
EUROPASS MOBILITA’
Europass Mobilità è uno strumento che consente di documentare le competenze e le abilità acquisite
da un individuo durante un'esperienza di mobilità realizzata all'estero (Spazio Economico Europeo e
Paesi candidati) in esito a percorsi di apprendimento formale (corsi di istruzione e formazione) e
non formale (lavoro, volontariato, ecc.).
Europass Mobilità costituisce l'evoluzione del libretto Europass Formazione (istituito con la
Decisione del Consiglio del 21 dicembre 1998 (1999/51/CE), per favorire la formazione lungo tutto
l'arco della vita e la mobilità degli individui tra occupazioni, settori e paesi diversi.
I percorsi di apprendimento documentabili attraverso Europass Mobilità possono svolgersi nel
quadro di un qualsiasi programma o iniziativa in materia d'istruzione e formazione nazionale ed
europea (ad esempio, Leonardo, Socrates e Gioventù). Europass Mobilità è rivolto a tutti gli
individui, indipendentemente dall'età, dalla qualifica e dalla condizione professionale. La gestione
di Europass Mobilità è affidata al Centro Nazionale Europass (NEC)
Tra i diversi dispositivi comunitari a supporto della trasparenza, Europass è quello di più lontana
introduzione e l’unico istituito dalle autorità comunitarie con una decisione invece che con una
raccomandazione.
Si tratta di un insieme di tool esistenti più o meno da un decennio.
Le vere questioni chiave relative ad Europass restano a nostro avviso fondamentalmente due:
• da un lato la necessità di favorirne una piena leggibilità, comprensione e disponibilità all’uso da
parte dei datori di lavoro; in effetti, con l’eccezione del curriculum vitae, gli altri restano strumenti
essenzialmente noti ed applicati dagli operatori dei sistemi di orientamento, istruzione e formazione,
ma di limitato utilizzo da parte delle imprese e del mercato;
• in secondo luogo, l’esigenza di lavorare intensamente a raccordare Europass sia con i nuovi
dispositivi EQF ed ECVET, come peraltro sollecitato anche dalle relative Raccomandazioni
istitutive, sia, in prospettiva, con il futuro European Skills Passport preconizzato dall’iniziativa faro
New Skills for New Jobs nel quadro della strategia Europa 2020.
EQAVET
Riferimenti normativi/documentali
Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2009 sull’istituzione di un
quadro europeo di riferimento per la garanzia della qualità dell’istruzione e della formazione
professionale (2009/C 155/01)
EQAVET è il Quadro europeo di riferimento per la garanzia della qualità dell’istruzione e della
formazione professionale.
Descrizione dello strumento
• Il quadro comprende un ciclo di garanzia e di miglioramento della qualità articolato in quattro step
(pianificazione, attuazione, valutazione/ accertamento e revisione) sulla base di una serie di criteri
qualitativi, descrittori ed indicatori applicabili alla gestione della qualità a livello sia di sistema sia
di erogatori di istruzione e formazione professionale;
• Il quadro non introduce norme vincolanti per gli Stati membri, ma si propone piuttosto di
sostenerne l’impegno attraverso uno “strumentario” di descrittori ed indicatori che ciascun utente
può scegliere rispetto alle particolari condizioni del proprio sistema di qualità;
• I descrittori e gli indicatori possono essere applicati alla formazione professionale iniziale e/o
continua, in funzione delle specifiche caratteristiche del sistema di istruzione e formazione
professionale di ciascuno Stato membro e del tipo di erogatori di istruzione e formazione.
Tali descrittori ed indicatori devono essere usati su base esclusivamente volontaria, conformemente
alla legislazione ed alle prassi nazionali.
Come collegare concretamente e sinergicamente i diversi dispositivi (EQF ed ECVET da un lato,
EQAVET dall’altro) resta la vera questione chiave.
L’applicazione di principi e sistemi di qualità ai processi di disegno e rilascio delle qualificazioni e
di singole unità di apprendimento implica essenzialmente due aspetti:
• da un lato che questi processi siano auspicabilmente fondati su strategie realizzative esplicite,
trasparenti, formalizzate, in cui il ruolo e le responsabilità di ciascun attore, gli approcci adottati e
gli output attesi, nonché le risorse disponibili (umane, finanziarie, strutturali, temporali) vengano
chiaramente declinati;
• dall’altro, che i processi stessi siano concepiti in una prospettiva circolare, in cui alla fase della
pianificazione e della realizzazione seguano, ed è essenziale, momenti di sperimentazione e di
verifica delle metodologie adottate ed una periodica rivisitazione critica del lavoro svolto in
funzione del ridisegno futuro.
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