Storia dei Paesi islamici
Dallo scontro di civiltà alle primavere arabe
Corso di laurea magistrale in
Governance e sistema globale
Dipartimento di scienze sociali e delle
istituzioni
anno accademico 2013-2014
Prof. Patrizia Manduchi
Nozioni introduttive e metodologiche
(modulo 1.1)
La terminologia
La geografia umana e sociale
Le articolazioni interne
Cenni storici
La fotografia del presente
Cosa vuol dire islām
Islam in arabo vuol dire sottomissione
volontaria all’unico Dio (la parola deriva dalla
stessa radice - sa-la-ma - della parola salām,
pace).
Dio in arabo si dice Allāh.
Il termine musulmano (muslim/pl. muslimūn)
identifica “coloro che si sottomettono” a Dio.
Il dogma fondamentale della religione
islamica è l’unicità di Dio, il tawhīd.
L’islam
E’ l’ultima, in ordine cronologico, delle tre grandi religioni
monoteistiche (VII secolo).
E’ innanzitutto una religione*, ma anche un sistema politico
e culturale, una forma di organizzazione della società, in
altre parole una civiltà.
E’ una fede religiosa, ma anche un segno di identità
personale e collettiva.
Islam oggi viene comunemente associato ad una ideologia
politica, definibile più correttamente islamismo.
*Una religione non è solo un insieme di dogmi, ma è anche il modo con cui gli
individui, singolarmente o più spesso uniti da comuni intenti, contribuiscono al
processo storico di sviluppo di una cultura.
A questa religione/cultura afferisce circa
un miliardo e mezzo di persone, diffuse in
quasi tutti i Paesi del mondo (l’Islam è
religione predominante della popolazione
in circa 40 Stati).
I primi Paesi per numero di fedeli
musulmani sono l’Indonesia (205 milioni)
e il Pakistan (179 milioni).
Il mondo musulmano ha il tasso di crescita
più alto (1,5% contro lo 0,7% della media
nel resto del mondo).
Le
religioni
nel
mondo
Il mondo musulmano e le sue grandi aree geoculturali:
Maghreb e Mashreq; Vicino e Medioriente; Africa sub-sahariana, Turchia, Balcani;
Asia centrale; area indo-pakistana; Estremo Oriente.
Paesi con il maggior numero di musulmani
(fonte Pew Research Center, 2010)
Indonesia
Pakistan
India
Bangladesh
Egitto
Nigeria
Turchia
Iran
Algeria
Marocco
Cina
205.000.000
179.000.000
177.000.000
142.000.000
80.000.000
76.000.000
75.000.000
75.000.000
35.000.000
32.000.000
23.000.000
(88%)
(96%)
(15%)
(90%)
(95%)
(48%)
(99%)
(99%)
(99%)
(99%)
( 2%)
La umma e la dār al-islām
La comunità musulmana è definita da un vincolo di lealtà
transnazionale e interculturale, una comunità unica di fedeli,
nonostante un forte pluralismo di lingue, etnie,
interpretazioni e usanze.
Questa comunità è la umma, la “matria” per tutti i
musulmani.
Affinché essa si costituisse sono stati necessari molti secoli
(secc. VII-XIII, l’epoca considerata il periodo classico della
storia dell’Islam).
Oggi essa è suddivisa in decine di Stati e di comunità
minoritarie in Stati non musulmani, oltre che in diverse
confessioni (Sunniti, Sciiti*).
* seguaci di ‘Ali, cugino e genero del Profeta, per cui rivendicano la legittimità
del califfato subito dopo Muhammad. Oggi le comunità sciite più rilevanti (in
totale 10% dei musulmani) sono in Iran e in Iraq, in Oman, in Libano, in Yemen,
in Bahrein.
Per dār al-islām si intende la totalità dei territori
in cui l’Islam si è espanso sia militarmente che
con altre modalità (commerci, propaganda
religiosa etc.) e in cui l’Islam è predominante
(ovverosia dove la sharī‘a, la legge islamica
derivata dal Corano, la parola di Dio, è alla base
della legislazione e della vita dei fedeli).
La ricostituzione della umma unitaria delle
origini e quindi la conquista dei territori della
dār al-islām dell’epoca dell’apogeo dell’Islam
(secc. IX-XV), è l’obiettivo politico del
fondamentalismo islamico, corrente ideologica
sviluppatasi nel XX secolo.
Islam plurale
Circa trecento gruppi etnici e/o linguistici sono
completamente o in buona parte musulmani.
L’arabo (la lingua della Rivelazione) è parlato da circa
350 milioni di persone, ma non è l’unica lingua del m.m.
Le lingue più diffuse sono le lingue indoeuropee come il
persiano, l’urdu, le lingue turche e turco-tartare.
Il mondo arabo va dal Marocco all’Iraq incluso.
Dall’Iran verso est e nel resto del m.m. le etnie, le lingue
e le culture si differenziano, anche se la lingua araba
rimane la lingua della pratica religiosa.
Arabo, dunque, non vuol dire musulmano né
musulmano vuol dire arabo.
Il mondo arabo
Dīn-dunya-dawla
L’Islam nasce con la rivelazione al profeta Muhammad*
di un messaggio da diffondere all’umanità: la parola di
Dio (Allāh) diventerà il Corano, al Qur’ān, la
Recitazione.
Muhammad è l’unico fondatore di una religione che ha
contribuito personalmente alla sua espansione
vittoriosa.
Da ciò deriva la commistione fra sfera religioso-spirituale
(la parola di Dio) e la sfera temporale (giuridica) che
caratterizza la cultura-religione islamica.
Muhammad è una figura storica (si trovano cenni alla sua figura in
testi armeni, greci, bizantini del VII secolo, nonché in fonti arabe
risalenti al 680 circa).
Le grandi epoche della storia islamica
Il profeta Muhammad (622-632)
I califfi benguidati/rashidūn (632-661)
I califfi ommayadi a Damasco (661-750)
I califfi abbasidi a Baghdad (750-1258)
L’epoca postabbaside e la nascita delle dinastie locali:
L’epoca selgiuchide (XI-XIII secolo)
L’epoca mongola (1258-1517)
L’epoca dei grandi imperi sovranazionali:
Ottomani (1300-1923)
Safavidi (1501-1722)
Moghul (1526-1858)
L’epoca delle conquiste coloniali (dallo sbarco di Napoleone
ad Alessandria d’Egitto nel 1798 alla seconda metà del XX
secolo).
Le indipendenze e la creazione degli Stati nazionali.
Islam plurale
non solo geograficamente, ma anche perché è:
“una concezione della vita, del mondo, della società,
della natura, dell’uomo e di Dio, olistica e
onnicomprensiva”
(M. Campanini, Il pensiero islamico contemporaneo, 2005).
Le differenziazioni interne dunque sono molto marcate
e non si può parlare di un unico Islam.
Cfr. il survey sul mondo musulmano del Pew Research Center
all’indirizzo:
http://www.pewforum.org/Muslim/the-worlds-muslims-unity-anddiversity-infographic.aspx
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