La spesa per assistenza
Spiegazioni teoriche della
funzione di redistribuzione
del bilancio pubblico
Obiettivo della lezione
1. Definire le materie di competenza di quest'area di spesa del
welfare e illustrare le ragioni che motivano l’intervento pubblico
2. Studiare analiticamente un modello teorico di ispirazione
neoclassica molto importante che spiega la presenza di questo tipo
di spese nei bilanci pubblici (Metzler-Richard 1981)
La spesa per assistenza riguarda un nucleo importante ma
eterogeneo di interventi pubblici
•Contrasto della povertà
•Solidarietà nei confronti di chi si trovi in condizioni di disagio
personale (handicap) o sociale (es. dipendenze)
•Sostegno delle responsabilità familiari
Contrasto della povertà
•Il contrasto alla povertà discende dall’accettazione di una visione in cui
la redistribuzione delle risorse monetarie rappresenti un motivo di
intervento pubblico apprezzabile.
•Questo aspetto, che è già stato toccato nell’analisi delle imposte e nella
spiegazione delle ragioni della progressività dell’imposta, verrà qui
ulteriormente approfondito mettendo al centro dell’attenzione anche altre
motivazioni teoriche
Solidarietà nei confronti di chi si trovi in condizioni di disagio
personale (handicap) o sociale (es. dipendenze)
•Il sostegno a portatori di handicap e più in generale per la non
autosufficienza appare pienamente giustificato se si aderisce alla tesi
che la società deve cercare di garantire a tutti gli individui diritti primari,
fra cui la salute, soprattutto nei casi in cui la condizione di disagio non
sia imputabile alla responsabilità del soggetto stesso.
•Si tratta in definitiva dell’accettazione del principio dell’egualitarismo
specifico già incontrato a proposito della spesa per la sanità
Sostegno delle responsabilità familiari
Può essere giustificato sulla base di principi abbastanza diversi
1
Famiglie con molti figli hanno una probabilità o un rischio
maggiore di essere povere.
Questa motivazione introduce anche un punto di vista connesso a
principi di equità generazionale: se la correlazione indicata è
vera, i minori hanno una probabilità di essere poveri più alta dei
soggetti adulti.
Sostegno delle responsabilità familiari
2. allevare figli richiede sacrifici, di tempo e di denaro, e quindi chi
ha figli dovrebbe essere compensato rispetto a chi non ne ha.
Motivazione poco convincente :
-anche se vera, andrebbe inquadrata all’interno del concetto di
equità orizzontale, discusso nell’ambito della teoria dell’imposta
personale e progressiva. E’ in quella sede infatti che la diversa
capacità contributiva di contribuenti con diversi carichi familiari e
gli strumenti, come si è già studiato, sono la scelta dell’unità
impositiva, le detrazioni per carichi familiari, ecc.
-nella moderna società la nascita di un figlio non è più “un dono di
Dio”, ma è di solito il frutto di scelte consapevoli e responsabili da
parte dei genitori, che liberamente valutano i costi con i grandi
benefici e motivi di gioia che derivano dall’avere e allevare figli.
Sostegno delle responsabilità familiari
L’intervento dello stato dovrebbe essere richiesto solo se le
condizioni economico-sociali fossero tali da comportare vincoli
all’esplicazione di questa libera scelta o per sanare situazioni di
disagio che derivassero da difficoltà dei rapporti familiari. Si pensi
ad esempio al fenomeno delle madri sole, molto sentito nei paesi
anglosassoni.
Ma anche in tal caso gli interventi più appropriati sono di natura
specifica
Sostegno delle responsabilità familiari
3. l’allevamento e l’educazione dei minori sia associato un valore
sociale, che per questa ragione meriterebbe attenzione e supporto
da parte dello stato. Il tema, molto “sensibile” nel dibattito politico,
merita di essere approfondito con cura. Crescere ed educare
minori produrrebbe secondo questo punto di vista benefici ulteriori
rispetto a quelli valutati dai genitori: ai figli sarebbe cioè associata
un’esternalità positiva che va compensata al fine di evitare esiti
sociali caratterizzati da sottoproduzione.
Sostegno delle responsabilità familiari
Anche questa motivazione è poco convincente
Quale è la natura di questa esternalità?
Per essere tale, essa deve essere collegata a motivi che i genitori
non sono in grado di apprezzare e quindi di internalizzare nelle
loro decisioni e che quindi viene affidata all’apprezzamento dello
stato. Secondo alcuni il beneficio addizionale è collegabile alla
dimensione della popolazione, considerata rappresentativa della
forza di una nazione. Si tratta di ragione che storicamente hanno
avuto accoglienza in regimi politici in cui i valori della supremazia
rispetto ad altri popoli erano posti in primo piano. Questo modo di
argomentare solleva però molti dubbi: nella visione
individualistica e democratica viene da domandarsi quale sia la
legittimità di questo punto di vista dello stato che può essere
associato alle forme più estreme di paternalismo politico.
L’accettazione di questa motivazione ci porrebbe in un contesto
molto caratterizzato dal punto di vista ideologico.
Sostegno delle responsabilità familiari
Nella stessa linea è l’idea che il sostegno alla natalità sia
importante e debba quindi essere sollecitata dallo stato in una fase
storica di grandi migrazioni internazionali, che comportano la non
facile integrazione di popolazioni con diverse abitudini e stili di
vita con riguardo alla natalità. Il sostegno ai figli (ma dovrebbero
essere solo quelli della popolazione autoctona) sarebbe giustificato
allo scopo di “riequilibrare” la composizione etnica della
popolazione. Anche in questo caso i connotati ideologici appaiono
molto chiari e poco condivisibili.
Sostegno delle responsabilità familiari
4.
Ancora una motivazione demografica: una forte dinamica e quindi
un ringiovanimento dell’età media della popolazione può
contrastare l’invecchiamento della popolazione prodotto
dall’allungamento della vita. Il sostegno dello stato alla natalità
contribuisce a rendere più sostenibili i sistemi pensionistici.
Anche questo argomento, diffuso e apparentemente convincente,
appare debole. Portandolo al limite la soluzione ottimale sarebbe
una natalità che cresce all’infinito.
Esso è comunque debole perché prende in considerazione solo una
fase, ancorché lunga, della vita di una società. Da altro punto di vista,
l’argomento presuppone che la società e i suoi governanti abbiano
un’idea ben chiara del livello ottimale della popolazione di una
nazione. A questo quesito nessun serio demografo può fornire ad
esso risposte così definite da costituire la base per suggerimenti di
politiche sociali.
Sostegno delle responsabilità familiari
5. Valore che l’attività di procreazione ed educazione hanno per il
•
•
•
sostegno della possibilità di “riproduzione sociale”.
In questa prospettiva interessa non l’incentivo alla natalità, ma
la sua funzione all’interno della società, in un’ottica estranea
alla teoria neoclassica che di norma assume come dati i fattori
della produzione, in questo caso il lavoro. La teoria economica
tradizionale della produzione inizia infatti il proprio percorso
analitico partendo da dotazioni già date di capitale e lavoro
l’intervento pubblico di sostegno delle responsabilità familiari
è visto come come compenso ad attività che hanno un valore
sociale, anche se non di mercato.
Se si accetta questa impostazione le modalità di intervento
pubblico devono essere orientate non solo a compensare il
costo dell’allevamento dei figli, ma avere più in generale
attenzione anche ad altri aspetti, tipicamente di genere,
dell’attività di riproduzione sociale come elemento
caratterizzante di uno standard decoroso di vita.
Obiettivo della lezione
Sostegno delle responsabilità familiari
L’argomentazione ci pare rilevante. In questa prospettiva però il
compenso per il lavoro di riproduzione sociale non dovrebbe tanto
trovare soluzione all’interno di meccanismi redistributivi
nell’ambito delle politiche del welfare state, ma essere realizzato
all’interno delle regole economiche e istituzionali che presiedono
alla distribuzione primaria del prodotto sociale (orari di lavoro,
livelli salariali, politiche di conciliazione,ecc.).
Se adottate attraverso l’intervento pubblico, le finalità suddette
trovano forse più efficace realizzazione in politiche di
riconoscimento del lavoro di cura in tutte le forme e nelle politiche
di riequilibrio tra i sessi delle attività svolte nel mercato e le attività
svolte nella sfera familiare.
Non dovrebbe sfuggire come questo tipo di motivazione risulti molto
in sintonia con il filone della filosofia morale accennato nel capitolo
secondo indicato come approccio dello Sviluppo umano, associato ai
nomi di studiosi come Amartya Sen e Martha Nussbaum.
Obiettivo della lezione
•Dopo queste premesse ..ci concentreremo sulle motivazioni teroiche
che cercano di spiegare gli interventi di redistribuzione veri e propri
(ad es. contrasto della povertà) mediante strumenti monetari
Le domande
Ridistribuire significa trasferire risorse da un soggetto ad un altro.
Come è possibile, nel quadro dell’economia del benessere
neoclassica, che questo fatto venga accettato da chi deve contribuire?
Significa che la redistribuzione è necessariamente il frutto di una
prevaricazione?
Oppure la redistribuzione trova motivo nell’altruismo degli individui?
Ma se è così, come mai gli economisti ipotizzano sempre individui
razionali ed egoisti?
Fattori esplicativi
Le spiegazioni che troveremo dipendono molto dalle ipotesi su:
- Regola di decisione politica (stato paternalista, decisioni
all’unanimità. decisioni a maggioranza)
- Grado di informazione dei cittadini sulla propria posizione nella
distribuzione del reddito
- Caratteristiche delle preferenze individuali (altruistiche o selfinterested)
Stato paternalista
La redistribuzione può trovare giustificazione sulla base di principi
di equità (giudizi di valore) perseguiti da uno
stato paternalista/benevolente.
Lo stato impone le proprie preferenze a quelle dei cittadini e
realizza gli obiettivi distribuitivi desiderati. Secondo teorema
dell’economia del benessere. Eventuale presenza di second best
(rinvio al corso di SdF).
Informazione sulla distribuzione
L’ipotesi di stato paternalista è scientificamente poco
soddisfacente. Se si vuole mantenere un punto di vista
individualistico, la spiegazione della redistribuzione dipende
crucialmente dal fatto che i cittadini abbiano
Informazione completa
della propria posizione nella scala della distribuzione del reddito
prima
che venga presa la decisione di attuare un certo programma
redistributivo.
Se hanno questa informazione l’approvazione unanime o coerente
con il principio di Pareto di un programma distributivo non
potrebbe mai verificarsi.
Informazione sulla distribuzione
La redistribuzione può essere compatibile
- con regole unanimi o col principio di Pareto e
- punto di vista individualistico
se i cittadini non hanno informazione sulla propria posizione nella
distribuzione del reddito
La redistribuzione potrebbe essere una forma di assicurazione
(rinvio a Rawls)
“Dietro il velo dell’ignoranza” i cittadini potrebbero votare a favore
di un programma redistributivo
Preferenze altruistiche
La redistribuzione potrebbe essere compatibile
- con regole unanimi o col principio di Pareto e
- punto di vista individualistico
supponendo che gli individui non siano self-interested, ma
caratterizzati da altruismo.
Ua=Ua(Xa, Ub(Xb))
L’utilità di a dipende non solo dai beni a propria disposizione,
ma anche dal benessere di b (Ub) e quindi dai beni a
disposizione di b (Xb).
In questo caso la redistribuzione potrebbe essere il risultato
di preferenze individuali. Resterebbe da giustificare perché
questa attività sia delegata allo stato e non svolta
direttamente dai cittadini.
Esternalità
La redistribuzione potrebbe essere giustificata sulla base di
considerazioni di efficienza economica se essa viene vista come
un bene pubblico, ovvero se alla maggiore equità nella
distribuzione del reddito di associano esternalità positive (vita
sociale più coesa, minore delinquenza, ecc.).
Se si resta legati alla nozione rigorosa di esternalità non è però
facile elaborare questa motivazione come ragione indipendente
dalle altre. L’utilità di un cittadino (a) dovrebbe essere influenzata
da una decisione di consumo o di produzione di un altro cittadino
(b, che produce appunto redistribuzione) e lo fa sulla base di criteri
che non tengono conto dell’effetto esterno.
Se b è un consumatore, la sua azione è spiegata solo se è
altruista. L’esternalità sarebbe quindi un elemento aggiuntivo
presente solo nel caso in cui almeno una parte dei soggetti della
collettività sia altruista.
Dominio della maggioranza
Se si rinuncia a meccanismi di decisione unanimi o paretiani, la
redistribuzione può trovare spiegazione come forma di
dominio della maggioranza.
Una coalizione di maggioranza vota programmi che
ridistribuiscono le risorse a proprio vantaggio imponendolo alla
minoranza.
In modo evolutivo ci si dovrebbe attendere che la redistribuzione
che alla fine emerge è quella che massimizza il vantaggio della
coalizione di interessi in grado di costituirsi come la maggioranza
più ristretta possibile (51%).
(Restano aperti i problemi di come si viene formando la coalizione
vincente)
Qui si vuole però indagare se esistono spiegazioni della
redistribuzione in un contesto in cui:
- gli individui sono self-interested
- hanno conoscenza della loro posizione nella distribuzione del reddito
- la distribuzione sia un bene privato (non ci sono esternalità)
- il meccanismo di decisione della spesa e della tassazione avviene
mediante strumenti di rappresentanza democratica e sono coerenti
con il modello dell’elettore mediano
Modello Meltzer-Richard
Il modello che ha queste caratteristiche è stato elaborato da:
Meltzer, A., Richard, S.,
A Rational Theory of the Size of Government
Journal of Political Economy, 1981
Altri testi di riferimento:
Drazen, A., 2000, Political Economy in Macroeconomics, Princeton
Univ. Presso, Princeton, p.309-315
Mueller, D., 2003, Public Choice III, Cambridge Univeristy Press,
Cambridge, p.512-514
Modello Meltzer-Richard
In particolare si assume che:
-la redistribuzione sia di tipo monetario
- sia finanziata in pareggio
- i trasferimenti monetari non possano essere utilizzati in modo
discriminatorio, ma siano universali
- le uniche differenze che ci sono nei cittadini riguardino il livello del
loro reddito ( e non, ad esempio, le ideologie).
Modello Meltzer-Richard
I cittadini devono decidere se approvare o no un
programma redistributivo
caratterizzato da:


un trasferimento universale dato a tutti pari a n,
finanziato con un’imposta sul reddito di tipo
proporzionale con aliquota t.
Un programma di questo corrisponde ad una
Negative Flat Income tax.
Modello Meltzer-Richard
Il processo decisionale avviene in tre step
1. Il cittadino, sulla base delle informazioni disponibili e dei vincoli,
decide la sua offerta di lavoro
2. Successivamente esprime le proprie preferenze riguardo al
programma redistributivo
3. Le preferenze dei cittadini sono aggregate sulla base di un
processo di scelta collettiva che utilizza la teoria dell’elettore
mediano.
Modello Meltzer-Richard
Ogni individuo ha una funzione di utilità egoistica
U=U(c,l)
che dipende da
c , consumo
l, frazione del tempo destinata a leisure
L=1-l, frazione del tempo destinata al lavoro
Gli individui si differenziano per un fattore di produttività (=salario), w,
variabile da individuo ad individuo, che è alla base delle differenze
nel reddito di ciascuno.
Si immagina che lo stato non conosca la distribuzione dei coefficienti
di produttività individuali, ma che ciascuno sappia a che punto è
nella distribuzione del reddito
Modello Meltzer-Richard
Il programma redistributivo reddito di ciascun individuo è costituito da
r, sussidio destinato a tutti
t, aliquota costante dell’imposta proporzionale al reddito da lavoro
Il programma è in pareggio:
r = t ym
Ove ym è il reddito medio
Sostanzialmente si tratta di uno schema di imposta negativa
La funzione di utilità Stone Geary
La funzione di utilità utilizzata da M-R, per agevolare i calcoli e
l’esposizione, è particolare:
U= log(c+g) + a log(l+l)
Ove a, g e l sono parametri
Si noti che nel caso in cui g=l=0 tale funzione corrisponde alla
versione logaritmica di una Cobb-Douglas
Esercizio: mostrare che nel caso Cobb Douglas
(g=l=0)
U= log c + alog l
dU = dc/c+cl/l=0
da cui
dc/dl= -ac/l
Per c=l, le curve di indifferenza hanno inclinazione –a
Se a=1, le curve sono simmetriche
a regola la preferenza relativa tra c e l.
Il vincolo di bilancio
C = w(1-l)(1-t) + r
Se r=t=0, il vincolo è semplicemente
C= w(1-l)
Studiato in microeconomia per derivare l’offerta di
lavoro
Vincolo di bilancio rettilineare con r=t=0
c= w(1-l)= w -wl
Vincolo di bilancio ad angolo con t e r>0
c= w(1-l)(1-t)+r = w(1-t)+r- w(1-t)l
c
w
w(1-t)+r
°
°
w(1-t)
r
(w)
0
l*
l**
1
l
Modello Meltzer-Richard: primo stadio
L’individuo massimizza, rispetto a c e l,
U(c,l) = log(c+g) + a log(l+l)
con il vincolo: c= (1-l)w(1-t)+r
Il Lagrangiano è
Max L = log(c+g)+a log(l+l) + b[c - (1-l)w(1-t)-r]
clb
Calcoliamo le derivate parziali:
Lc = 1/ (c+g) + b
= 0
Ll = a/(l+l) + bw(1-t) = 0
Lb = c- (1-l)w(1-t)-r
= 0
Modello Meltzer-Richard: primo stadio
Da cui si hanno le condizioni di primo ordine
1/(c+g) =-b
a/(l+l)= -bw(1-t)
c= (1-l)w(1-t)+r
sostituisco -b nella seconda, ricavo c e lo eguaglio al vincolo
di bilancio e ottengo i valori ottimali di L e l
Riposo:
l = [w(1-t)(a-l) +a(r+g)]/w(1-t)(1+a)
Offerta di lavoro:
L=1-l= [w(1-t)(1+l) -a(r+g)]/w(1-t)(1+a)
Modello Meltzer-Richard: primo stadio
L’offerta di lavoro
L= [w(1-t)(1+l) - a(r+g)]/w(1-t)(1+a) = f(w, t,r)
Se g=l=0, l’offerta di lavoro sarebbe:
L= [w(1-t)-ar]/w(1-t)(1+a)= f(w,r,t)
con dL/dw >0
Se r=t=0 l’offerta di lavoro sarebbe
L=[w(1+l)-ag]/w(1+a) = f(w)
con dL/dw >0
Se g=l=0 e anche t=r=0 l’offerta di lavoro sarebbe rigida e indipendente da w:
L= 1/(1+a)
Se g=r=0 anche in questo caso l’offerta di lavoro è rigida e indipendente da w:
L= (1+l)/(1+a)
Quindi molta attenzione alle implicazioni della funzione di offerta che si adotta!!!
La funzione di offerta di lavoro
U= log (c+g) + alog (l+l)
(g = l=0 a=1, r=0.2, t=0.2)
Asintoto in 1+l/1+a
Modello Meltzer-Richard: primo stadio
L= [(1-t)(1+l)w –a(r+g)]/w(1-t)(1+a)
Esistono valori di w ≥ 0 in corrispondenza al quale L=0
w0 = a(r+g)/(1-t)(1+l)
Osserviamo ancora che se g=0 e r=0
(non sono quindi rilevanti l e t)
w0 = 0
E quindi il modello perde senso
La probabilità di un equilibrio ad angolo
è maggiore quanto più basso è il salario
c
Individuo con w=wa>wb
wa(1-t)+r
Individuo con w=wb<wa
wb(1-t)+r
r
°
°
0
1
l
Se aumentano r e t è probabile che l’equilibrio passi da A a B
(offerta di lavoro nulla)
c
A
r1
r0
0
°
B
°
1
l
Modello Meltzer-Richard: secondo stadio
•
Scelta del programma redistributivo ottimale.
Una volta scelto c e l, per dati t e r, il cittadino può domandarsi quale
sia la coppia (r,t) coerente con il vincolo r=ty(t) con y’<0, che
massimizza la sua funzione di utilità.
Dopo aver sostituito in U i valori ottimali di c e l, la funzione di utilità
dipende solo da t, r e dal vincolo r=ty(t).
•
Per l’individuo t e r sono esogeni, ma la loro misura dipende dai
comportamenti (offerta di lavoro) e dai redditi di tutti gli individui della
società.
•
Al variare di t si riduce l’offerta di lavoro (per un dato r) e quindi il
reddito. Ciò crea un trade off tra livello del sussidio e aliquota fiscale:
una sorta di curva di Laffer. Questo aspetto per essere studiato
rigorosamente richiede di esplicitare il reddito medio come
sommatoria dei redditi di tutti i cittadini e vedere l’andamento del
vincolo di bilancio r=t*y(t).
Modello Meltzer-Richard: secondo stadio
Possiamo dare una spiegazione grafica e intuitiva
•
•
Se t=0, r=0 lo stato non ha entrate e non può spendere
Ma anche se t=1, y=0 e quindi r=0
•
All’aumentare di t, y cala perché aumenta il numero di coloro
che, (per l’effetto prodotto su w0) rinunciano a lavorare.
Essendo fisse le produttività, cala y. In generale l’offerta di
lavoro dovrebbe diminuire all’aumentare di t, anche per chi
ha w>wo
Se y fosse fisso la relazione tra r e t sarebbe semplicemente
una retta che passa per l’origine. La diminuzione di y impone
l’andamento a campana e un massimo nel punto in cui
t=y(t)/y’(t) (sarà spiegato più avanti).
Secondo stadio: scelta del programma ottimale
r
r=ty
r*
°
°
0
r=ty(t)
t*=-y/y’
1
t
Possiamo fare un esempio numerico con cui si ricava la curva a campana
Poniamo per semplicità b=g=0 e a=1. L’offerta di lavoro ottimale è in
questo caso:
L = 0.5*(1+r/(x1*(1-t))
Consideriamo 5 individui con 5 diversi livelli salariali xi
Possiamo immaginare di partire con un dato valore di r e con un dato
valore di t. Sulla base di queste grandezze si può calcolare l’offerta di
lavoro di 5 individui e verificare se il vincolo di bilancio pubblico r=tym è
verificato. Si modifica t fino a che tale risultato non è raggiunto.
Abbiamo così definito una coppia di valori (r.t) coerente con il vincolo
di bilancio pubblico.
Possiamo poi ripetere l’esercizio partendo da un valore di r iniziale più
elevato e ottenere un nuovo valore di t, ecc.
Ripetendo infinite volte si ottiene la curva di Laffer detta.
Qui un esempio di programmazione con Matematica dei calcoli necessari.
•
•
•
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•
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•
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•
•
•
•
•
syms x1 x2 x3 x4 x5 n1 n2 n3 n4 n5 T ym
r=0.1
T=0
t=0.01;
while T < r
x1=1;
x2=2;
x3=3;
x4=4;
x5=5;
% i valori 0.5*(1+r/(x1*(1-t)) rappresenta l'offerta di lavoro ottimale
n1=max(1-0.5*(1+r/(x1*(1-t))),0);
n2=max(1-0.5*(1+r/(x2*(1-t))),0);
n3=max(1-0.5*(1+r/(x3*(1-t))),0);
n4=max(1-0.5*(1+r/(x4*(1-t))),0);
n5=max(1-0.5*(1+r/(x5*(1-t))),0);
ym=0.2*(x1*n1+ x2*n2+ x3*n3+ x4*n4+ x5*n5);
T=t*ym;
t=t+0.00001;
end
Relazione tra r t nel caso di 5 individui compatibili con r=tym
r
0,6
0,5
0,4
0,3
0,2
0,1
0
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1
Modello Meltzer-Richard: secondo stadio
•
Le funzioni di utilità hanno caratteristiche diverse a
seconda che il cittadino sia worker o no worker.
•
Se ha un w<w0 (no worker) la sua utilità sarà indipendente
da t (curve orizzontali nella figura) e quindi sceglierà la
combinazione (t*,r*) nel punto A.
•
Se invece ha w>w0, le sue curve di indifferenza nel piano
r,t sono crescenti e concave nel modo descritto dalla
figura. Crescenti perché un aumento di t deve essere
compensato da un aumento di r e tale compensazione
deve essere più che proporzionale, dato che c’è l’effetto di
riduzione di y
Secondo stadio: scelta del programma ottimale
r
A
r*
rw*
0
°
°B
tw*
U no work
r=ty(t)
t*=-y/y’
1
t
Modello Meltzer-Richard: terzo stadio
• Aggregazione delle preferenze dei cittadini: si
applica la teoria dell’elettore mediano.
• Tutti i cittadini sono ordinati per livello di reddito e
per quanto detto all’aumentare del reddito
diminuisce t e r ottimale.
• Diventa importante sapere come è la distribuzione
del reddito.
• Se un cittadino ha un reddito superiore a quello
medio, non voterà a favore di un programma
redistributivo perché ci rimette: le imposte da pagare
superano il beneficio del trasferimento. Se la
maggioranza dei cittadini ha reddito maggiore della
media, non ci sarà alcuna politica redistributiva. In
una società di ricchi i poveri non hanno scampo.
Terzo stadio: teoria dell’elettore mediano
f
Curva della distribuzione del reddito: media, moda, mediana
Distribuzione di frequenza
effettiva (mediana < media)
°
°
°
Curva normale
ymediana ymedia
0
ymedio= ymediano= ymoda
y
Modello Meltzer-Richard: terzo stadio
• Ma la distribuzione del reddito è di solito
asimmetrica con skewness a sinistra
• In altre parole il reddito mediano è inferiore a
quello medio.
Allora la preferenza decisiva è quella del cittadino
che ha una produttività del lavoro pari a quella
dell’elettore mediano. Se le curve di indifferenza
Uw corrispondono a quelle dell’elettore mediano il
programma definito dal punto B sarà quello scelta
dalla società.
Secondo stadio: scelta del programma ottimale
Curve di indifferenza
dell’elettore mediano
r
A
r*
rw*
0
°
°B
tw*
U no work
r=ty(t)
t*=-y/y’
1
t
Modello Meltzer-Richard: conclusioni
Abbiamo così dimostrato che nelle ipotesi di:
- cittadini egoisti
- consapevoli del proprio posto nella distribuzione del
reddito
- in assenza di esternalità attribuibili alla redistribuzione
- in una società in cui le decisioni collettive non sono
basate su una funzione di benessere sociale
paternalistica, ma realizzate sulla base del principio della
maggioranza,
è possibile spiegare l’esistenza di programmi redistributivi.
La soluzione è quella preferita dall’elettore mediano.
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Modello Meltzer