ACTA ORDINIS FRATRUM MINORUM VEL AD ORDINEM QUOQUO MODO PERTINENTIA Fr. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO IUSSU ET AUCTORITATE TOTIUS ORD. FR. MIN. MINISTRI GENERALIS IN COMMODUM PRAESERTIM RELIGIOSORUM SIBI SUBDITORUM IN LUCEM AEDITA Veritatem facientes in caritate (Eph. 4,15). Peculiari prorsus laude dignum putavimus, dilecte Fili, consilium quo horum Actorum collectio atque editio suscepta est. (Ex Epist. L EONIS P P. XIII ad Min. Gen.) ROMA CURIA GENERALIS ORDINIS CUM APPROBATIONE ECCLESIASTICA FR. JOSÉ R. CARBALLO, ofm, Min. Gen. Fr. LUIGI PERUGINI Director Fr. GINO CONCETTI Director responsabilis Autoriz. N. 10240 del Trib. di Roma, 8-3-1965 Impaginazione e grafica Ufficio Comunicazioni OFM – Roma Stampato dalla TIPOGRAFIA MANCINI S.A.S. – Tivoli (Roma) nel mese di maggio dell’anno 2008 EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 1. Omelia di Benedetto XVI in occasione della conclusione della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani Roma, Basilica di San Paolo fuori le Mura, 25 gennaio 2008 Cari fratelli e sorelle, la festa della Conversione di San Paolo ci pone nuovamente alla presenza di questo grande Apostolo, scelto da Dio per essere il suo «testimone davanti a tutti gli uomini» (At 22,15). Per Saulo di Tarso, il momento dell’incontro con Cristo risorto sulla via di Damasco segnò la svolta decisiva della vita. Si attuò allora la sua completa trasformazione, una vera e propria conversione spirituale. In un istante, per intervento divino, l’accanito persecutore della Chiesa di Dio si ritrovò cieco brancolante nel buio, ma con nel cuore ormai una grande luce che lo avrebbe portato, di lì a poco, ad essere un ardente apostolo del Vangelo. La consapevolezza che solo la grazia divina aveva potuto realizzare una simile conversione non abbandonò mai Paolo. Quando egli aveva già dato il meglio di sé, consacrandosi instancabilmente alla predicazione del Vangelo, scrisse con rinnovato fervore: «Ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me» (1Cor 15,10). Infaticabile come se l’opera della missione dipendesse interamente dai suoi sforzi, San Paolo fu tuttavia animato sempre dalla profonda persuasione che tutta la sua forza proveniva dalla grazia di Dio operante in lui. Questa sera, le parole dell’Apostolo sul rapporto tra sforzo umano e grazia divina risuonano colme di un significato del tutto particolare. A conclusione della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, siamo ancor più coscienti di quanto l’opera della ricomposizione dell’unità, che richiede ogni nostra energia e sforzo, sia comun- que infinitamente superiore alle nostre possibilità. L’unità con Dio e con i nostri fratelli e sorelle è un dono che viene dall’Alto, che scaturisce dalla comunione d’amore tra Padre, Figlio e Spirito Santo e che in essa si accresce e si perfeziona. Non è in nostro potere decidere quando o come questa unità si realizzerà pienamente. Solo Dio potrà farlo! Come San Paolo, anche noi riponiamo la nostra speranza e fiducia “nella grazia di Dio che è con noi”. Cari fratelli e sorelle, questo vuole implorare la preghiera che insieme eleviamo al Signore, affinché sia Lui a illuminarci e sostenerci nella costante nostra ricerca di unità. Ed ecco allora assumere il suo valore più pieno l’esortazione di Paolo ai cristiani di Tessalonica: «Pregate continuamente» (1Ts 5,17), che è stata scelta come tema della Settimana di preghiera di quest’anno. L’Apostolo conosce bene quella comunità nata dalla sua attività missionaria, e nutre per essa grandi speranze. Ne conosce sia i meriti che le debolezze. Tra i suoi membri, infatti, non mancano comportamenti, atteggiamenti e dibattiti suscettibili di creare tensioni e conflitti, e Paolo interviene per aiutare la comunità a camminare nell’unità e nella pace. Alla conclusione dell’epistola, con una bontà quasi paterna, egli aggiunge una serie di esortazioni molto concrete, invitando i cristiani a favorire la partecipazione di tutti, a sostenere i deboli, ad essere pazienti, a non rendere male per male ad alcuno, a cercare sempre il bene, ad essere sempre lieti e a rendere grazie in ogni circostanza (cfr 1Ts 5,12-22). Al centro di queste esortazioni, pone l’imperativo “pregate continuamente”. Gli altri ammonimenti perderebbero infatti forza e coerenza, se non fossero sostenuti dalla preghiera. L’unità con Dio e con gli altri si costruisce innanzitutto mediante una vita di preghiera, nella costante ricerca della «volontà di Dio in Cristo Gesù verso di noi» (cfr 1Ts 5,18). 4 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 L’invito rivolto da San Paolo ai Tessalonicesi è sempre attuale. Davanti alle debolezze ed ai peccati che impediscono ancora la piena comunione dei cristiani, ognuna di queste esortazioni ha mantenuto la sua pertinenza, ma ciò è particolarmente vero per l’imperativo «pregate continuamente». Che cosa diventerebbe il movimento ecumenico senza la preghiera personale o comune, affinché «tutti siano una cosa sola, come tu, Padre, sei in me ed io in te» (Gv 17,21)? Dove trovare lo “slancio supplementare” di fede, di carità e di speranza di cui ha oggi un particolare bisogno la nostra ricerca dell’unità? Il nostro desiderio di unità non dovrebbe limitarsi ad occasioni sporadiche, ma divenire parte integrante di tutta la nostra vita di preghiera. Sono stati uomini e donne formati nella Parola di Dio e nella preghiera gli artigiani della riconciliazione e dell’unità in ogni fase della storia. È il cammino della preghiera che ha aperto la strada al movimento ecumenico, così come lo conosciamo oggi. A partire dalla metà del XVIII secolo, sono emersi difatti vari movimenti di rinnovamento spirituale, desiderosi di contribuire per mezzo della preghiera alla promozione dell’unità dei cristiani. Fin dall’inizio, gruppi di cattolici, animati da personalità religiose di spicco, hanno partecipato attivamente a simili iniziative. La preghiera per l’unità è stata sostenuta anche da miei venerati Predecessori, come Papa Leone XIII, il quale, già nel 1895, raccomandava l’introduzione di una novena di preghiera per l’unità dei cristiani. Questi sforzi, compiuti secondo le possibilità della Chiesa del tempo, intendevano attuare la preghiera pronunciata da Gesù stesso nel Cenacolo «perché tutti siano una cosa sola» (Gv 17,21). Non esiste pertanto un ecumenismo genuino che non affondi le sue radici nella preghiera. Quest’anno celebriamo il centesimo anniversario dell’”Ottavario per l’unità della Chiesa”, divenuto in seguito “Settimana di Preghiera per l’unità dei Cristiani”. Cento anni fa, Padre Paul Wattson, all’epoca ancora ministro episcopaliano, ideò un ottavario di preghiera per l’unità, che fu cele- brato per la prima volta a Graymoor (New York) dal 18 al 25 gennaio 1908. Questa sera, è con grande gioia che rivolgo il mio saluto al Ministro Generale e alla delegazione internazionale dei Fratelli e delle Sorelle francescani dell’Atonement, Congregazione fondata da Padre Paul Wattson e promotrice della sua eredità spirituale. Negli anni trenta del secolo scorso, l’ottavario di preghiera conobbe importanti adattamenti dietro impulso soprattutto dell’Abbé Paul Couturier di Lione, anch’egli grande promotore dell’ecumenismo spirituale. Il suo invito a “pregare per l’unità della Chiesa così come Cristo la vuole e secondo i mezzi che Lui vuole”, permise a cristiani di tutte le tradizioni di unirsi in una sola preghiera per l’unità. Rendiamo grazie a Dio per il grande movimento di preghiera che, da cento anni, accompagna e sostiene i credenti in Cristo nella loro ricerca di unità. La barca dell’ecumenismo non sarebbe mai uscita dal porto se non fosse stata mossa da quest’ampia corrente di preghiera e spinta dal soffio dello Spirito Santo. Congiuntamente alla Settimana di preghiera, molte comunità religiose e monastiche hanno invitato ed aiutato i loro membri a “pregare continuamente” per l’unità dei cristiani. In questa occasione che ci vede riuniti, ricordiamo in particolare la vita e la testimonianza di Suor Maria Gabriella dell’Unità (1914-1936), suora trappista del monastero di Grottaferrata (attualmente a Vitorchiano). Quando la sua superiora, incoraggiata dall’Abbé Paul Couturier, invitò le sorelle a pregare e a fare dono di sé per l’unità dei cristiani, Suor Maria Gabriella si sentì immediatamente coinvolta e non esitò a dedicare la sua giovane esistenza a questa grande causa. Oggi stesso ricorre il venticinquesimo anniversario della sua beatificazione da parte del mio predecessore, Papa Giovanni Paolo II. Quell’evento ebbe luogo in questa Basilica precisamente il 25 gennaio 1983, durante la celebrazione di chiusura della Settimana di Preghiera per l’Unità. Nella sua omelia, il Servo di Dio ebbe a sottolineare i tre elementi su cui si costruisce la ricerca dell’unità: la conversione, la croce e la preghiera. Su questi tre EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS elementi si fondarono anche la vita e la testimonianza di Suor Maria Gabriella. L’ecumenismo ha un forte bisogno, oggi come ieri, del grande “monastero invisibile” di cui parlava l’Abbé Paul Couturier, di quella vasta comunità di cristiani di tutte le tradizioni che, senza clamore, pregano ed offrono la loro vita affinché si realizzi l’unità. Inoltre, da quarant’anni esatti, le comunità cristiane di tutto il mondo ricevono per la Settimana meditazioni e preghiere preparate congiuntamente dalla Commissione “Fede e Costituzione” del Consiglio Ecumenico delle Chiese e dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Questa felice collaborazione ha permesso di ampliare il vasto circolo di preghiera e preparare i suoi contenuti in maniera più adeguata. Questa sera, saluto cordialmente il Rev. Dott. Samuel Kobia, Segretario Generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese, che è venuto a Roma per unirsi a noi nel centenario della Settimana di preghiera. Sono lieto per la presenza dei membri del “Gruppo Misto di Lavoro”, che saluto con affetto. Il Gruppo Misto è lo strumento di cooperazione tra la Chiesa cattolica ed il Consiglio Ecumenico delle Chiese nella nostra ricerca comune di unità. E, come ogni anno, rivolgo il mio saluto fraterno anche ai vescovi, ai sacerdoti, ai pastori delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali che hanno qui a Roma i loro rappresentanti. La vostra partecipazione a questa preghiera è espressione tangibile dei legami che ci uniscono in Cristo Gesù: «Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt 18,20). In questa storica Basilica, il 28 giugno prossimo, si aprirà l’anno consacrato alla testimonianza e all’insegnamento dell’apostolo Paolo. Che il suo instancabile fervore nel costruire il Corpo di Cristo nell’unità ci aiuti a pregare incessantemente per la piena unità di tutti i cristiani! Amen! BENEDETTO XVI © Copyright 2008 - Libreria Editrice Vaticana 5 2. Discorso di Benedetto XVI in occasione della XII Giornata della Vita Consacrata Basilica Vaticana, 2 febbraio 2008 CON FRANCESCO E CHIARA SEGUIRE CRISTO SENZA COMPROMESSI Cari fratelli e sorelle! Sono molto lieto di incontrarvi in occasione della Giornata della Vita consacrata, tradizionale appuntamento reso ancor più significativo dal contesto liturgico della festa della Presentazione del Signore. Ringrazio il Signor Cardinale Franc Rodé, che ha celebrato per voi l’Eucaristia, e con lui il Segretario e gli altri collaboratori della Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di Vita apostolica. Con grande affetto saluto i Superiori Generali presenti e tutti voi, che formate questa singolare assemblea, espressione della multiforme ricchezza della Vita consacrata nella Chiesa. Narrando la presentazione di Gesù al tempio, l’evangelista Luca per ben tre volte sottolinea che Maria e Giuseppe agirono secondo «la Legge del Signore» (cfr Lc 2,22.23.39), e del resto essi appaiono sempre in attento ascolto della Parola di Dio. Questo loro atteggiamento costituisce un esempio eloquente per voi, religiosi e religiose; per voi, membri degli Istituti Secolari e delle altre forme di Vita Consacrata. Alla Parola di Dio nella vita della Chiesa sarà dedicata la prossima sessione ordinaria del Sinodo dei Vescovi: vi chiedo, cari fratelli e sorelle, di offrire a questo impegno ecclesiale il vostro contributo, testimoniando quanto sia importante porre al centro di tutto la Parola di Dio, in special modo per quanti, come voi, il Signore chiama a una più intima sua sequela. La Vita consacrata, infatti, è radicata nel Vangelo; ad esso, come alla sua regola suprema, ha continuato ad ispirarsi lungo i secoli ed ad esso è chiamata a tornare costantemente per mantenersi viva e feconda portando frutto per la salvezza delle anime. 6 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 Agli inizi delle diverse espressioni di Vita consacrata c’è sempre una forte ispirazione evangelica. Penso a sant’Antonio Abate, mosso dall’ascolto delle parole di Cristo: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi» (Mt 19,21) (cfr Vita Antonii, 2, 4). San Francesco d’Assisi, a sua volta, afferma che fu Dio a rivelargli che doveva vivere secondo la forma del santo Vangelo (Testamento, 17: FF 116). «Francesco – scrive Tommaso da Celano – udendo che i discepoli di Cristo non devono possedere né oro, né argento, né denaro, né portare bisaccia, né pane, né bastone per via, né avere calzari, né due tuniche … subito, esultante di Spirito Santo, esclamò: Questo voglio, questo chiedo, questo bramo di fare con tutto il cuore!» (1Celano, 83: FF 670. 672). «È stato lo Spirito Santo – ricorda l’Istruzione Ripartire da Cristo – ad illuminare di luce nuova la Parola di Dio ai fondatori e alle fondatrici. Da essa è sgorgato ogni carisma e di essa ogni Regola vuole essere espressione» (n. 24). Ed in effetti, lo Spirito Santo attira alcune persone a vivere il Vangelo in modo radicale e a tradurlo in uno stile di sequela più generosa. Ne nasce così un’opera, una famiglia religiosa che, con la sua stessa presenza, diventa a sua volta “esegesi” vivente della Parola di Dio. Il succedersi dei carismi della Vita consacrata, dice il Concilio Vaticano II, può dunque essere letto come un dispiegarsi di Cristo nei secoli, come un Vangelo vivo che si attualizza in sempre nuove forme (cfr Conc. Vat. II, Cost. Lumen gentium, 46). Nelle opere delle Fondatrici e dei Fondatori si rispecchia un mistero di Cristo, una sua parola, si rifrange un raggio della luce che emana dal suo volto, splendore del Padre (cfr Esort. Ap. postsinod. Vita consecrata, 16). Seguire Cristo senza compromessi, come viene proposto nel Vangelo, ha dunque costituito lungo i secoli la norma ultima e suprema della vita religiosa (cfr Perfectae caritatis, 2). San Benedetto, nella sua Regola, rimanda alla Scrittura quale «norma rettissima per la vita dell’uomo» (n. 73,25). San Domenico «dovunque si manifesta- va come un uomo evangelico, nelle parole come nelle opere» (Libellus, 104: in P. Lippini, San Domenico visto dai suoi contemporanei, Ed. Studio Dom., Bologna, 1982, 110) e tali voleva che fossero anche i suoi frati predicatori, «uomini evangelici» (Prime Costituzioni o Consuetudines, 31). Santa Chiara d’Assisi ricalca appieno l’esperienza di Francesco: «La forma di vita dell’Ordine delle Sorelle povere – scrive – è questo: osservare il santo Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo» (Regola, I, 1-2: FF 2750). San Vincenzo Pallotti afferma: «La regola fondamentale della nostra minima Congregazione è la vita di nostro Signore Gesù Cristo per imitarla con tutta la perfezione possibile» (cfr Opere complete, II, 541-546; VIII, 63, 67, 253, 254, 466). E San Luigi Orione scrive: «Nostra prima Regola e vita sia di osservare, in umiltà grande e amore dolcissimo e affocato di Dio, il Santo Vangelo» (Lettere di Don Orione, Roma 1969, vol. II, 278). Questa ricchissima tradizione attesta che la Vita consacrata è «profondamente radicata negli esempi e negli insegnamenti di Cristo Signore» (Vita consecrata, 1), e si presenta «come una pianta dai molti rami, che affonda le sue radici nel Vangelo e produce frutti copiosi in ogni stagione della Chiesa» (ivi, 5). Sua missione è ricordare che tutti i cristiani sono convocati dalla Parola per vivere della Parola e restare sotto la sua signoria. Spetta pertanto in particolare ai religiosi e alle religiose «tener viva nei battezzati la consapevolezza dei valori fondamentali del Vangelo» (Vita consecrata, 33). Così facendo, la loro testimonianza infonde alla Chiesa «un prezioso impulso verso una sempre maggiore coerenza evangelica» (ivi, 3) ed anzi, potremmo dire, è una «eloquente, anche se spesso silenziosa, predicazione del Vangelo» (ivi, 25). Per questo nelle mie due Encicliche, così come in altre occasioni, non ho mancato di additare l’esempio di santi e beati appartenenti a Istituti di Vita consacrata. Cari fratelli e sorelle, nutrite la vostra giornata di preghiera, di meditazione e di ascolto della Parola di Dio. Voi, che avete familiarità con l’antica pratica della lectio EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS divina, aiutate anche i fedeli a valorizzarla nella loro quotidiana esistenza. E sappiate tradurre in testimonianza quanto la Parola indica, lasciandovi plasmare da essa che, come seme accolto in terreno buono, porta frutti abbondanti. Sarete così sempre docili allo Spirito e crescerete nell’unione con Dio, coltiverete la comunione fraterna fra voi e sarete pronti a servire generosamente i fratelli, soprattutto quelli che si trovano nel bisogno. Che gli uomini possano vedere le vostre opere buone, frutto della Parola di Dio che vive in voi, e diano gloria al Padre vostro celeste (cfr Mt 5,16)! Nell’affidarvi queste riflessioni, vi ringrazio per il servizio prezioso che rendete alla Chiesa e, mentre invoco la protezione di Maria e dei santi e beati Fondatori dei vostri Istituti, imparto di cuore la Benedizione Apostolica a voi ed alle vostre rispettive Famiglie religiose, con un pensiero speciale per i giovani e le giovani in formazione, e per i vostri confratelli e le vostre consorelle che sono ammalati, o anziani o in difficoltà. A tutti assicuro un ricordo nella mia preghiera. BENEDETTO XVI [L’Osservatore Romano, 4-5 febbraio 2008, p. 8] 3. Discorso al Consiglio esecutivo delle unioni internazionali dei superiori e delle superiore generali Sala del Concistoro, 18 febbraio 2008 POVERTÀ RADICALE, FEDELTÀ E COERENZA PER ESSERE TESTIMONI DEL VANGELO Cari fratelli e sorelle, al termine di questa mattinata di comune riflessione su alcuni aspetti particolarmente attuali e importanti della Vita Consacrata in questo nostro tempo, vorrei anzitutto ringraziare il Signore che ci ha offerto la possibilità di questo incontro molto proficuo per tutti. Abbiamo avuto modo di analizzare insieme le potenzialità e le attese, le spe- 7 ranze e le difficoltà che incontrano oggi gli Istituti di Vita Consacrata. Ho ascoltato con grande attenzione ed interesse le vostre testimonianze, le vostre esperienze ed ho preso nota delle vostre domande. Avvertiamo tutti come nella moderna società globalizzato divenga sempre più difficile annunciare e testimoniare il Vangelo. Se questo vale per tutti i battezzati, a più forte ragione è vero per le persone che Gesù chiama alla sua sequela in modo più radicale attraverso la consacrazione religiosa. Il processo di secolarizzazione che avanza nella cultura contemporanea non risparmia infatti purtroppo nemmeno le comunità religiose. Non bisogna tuttavia lasciarsi prendere dallo scoraggiamento perché se oggi, come è stato opportunamente ricordato, non poche nubi si addensano all’orizzonte della vita religiosa, stanno emergendo,ed anzi sono in costante crescita, segnali di un provvidenziale risveglio, che suscita motivi di consolante speranza. Lo Spirito Santo soffia potentemente dappertutto nella Chiesa suscitando un nuovo impegno di fedeltà negli Istituti storici ed insieme a nuove forme di consacrazione religiosa in consonanza con le esigenze dei tempi. Oggi, come in ogni epoca, non mancano anime generose disposte ad abbandonare tutti e tutto per abbracciare Cristo e il suo Vangelo, consacrando al suo servizio la loro esistenza entro comunità segnate da entusiasmo, generosità e gioia. Quel che contraddistingue queste nuove esperienze di Vita Consacrata è il desiderio comune, condiviso con pronta adesione, di povertà evangelica praticata in modo radicale, di amore fedele alla Chiesa, di generosa dedizione verso il prossimo bisognoso, con speciale attenzione per quelle povertà spirituali che contraddistinguono in maniera marcata l’epoca contemporanea. Più volte anch’io, come già i miei venerati Predecessori, ho voluto ribadire che gli uomini d’oggi avvertono un forte richiamo religioso e spirituale, ma sono pronti ad ascoltare e seguire solo chi testimonia con coerenza la propria adesione a Cristo. Ed è interessante notare che sono ricchi di vocazioni proprio quegli Istituti che hanno conservato o hanno scelto un tenore di vita, 8 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 spesso molto austero, e comunque fedele al Vangelo vissuto “sine glossa”. Penso alle tante comunità fedeli ed alle nuove esperienze di Vita Consacrata che voi ben conoscete; penso al lavoro missionario di molti gruppi e movimenti ecclesiali da cui scaturiscono non poche vocazioni sacerdotali e religiose; penso alle ragazze e ai giovani che abbandonano tutto per entrare in monasteri e conventi di clausura. E’ vero – lo possiamo dire con gioia - anche oggi il Signore continua a mandare operai nella sua vigna e ad arricchire il suo popolo di tante e sante vocazioni. Di questo lo ringraziamo e lo preghiamo perché all’entusiasmo delle scelte iniziali - molti giovani infatti intraprendono il sentiero della perfezione evangelica ed entrano in nuove forme di Vita Consacrata a seguito di commoventi conversioni -, perché, dicevo, all’entusiasmo delle scelte iniziali segua l’impegno della perseveranza in un autentico cammino di perfezione ascetica e spirituale, in un cammino di vera santità. Per quanto riguarda gli Ordini e le Congregazioni con una lunga tradizione nella Chiesa, non si può non notare, come voi stessi avete sottolineato, che negli ultimi decenni hanno attraversato quasi tutti quelli maschili come quelli femminili - una difficile crisi dovuta all’invecchiamento dei membri, a una più o meno accentuata diminuzione delle vocazioni, e talora anche a una “stanchezza” spirituale e carismatica. Questa crisi, in certi casi, si è fatta persino preoccupante. Accanto però a situazioni difficili, che è bene guardare con coraggio e verità, vanno tuttavia registrati segni di positiva ripresa, specialmente quando le comunità hanno scelto di tornare alle origini per vivere in maniera più consona lo spirito del Fondatore. In quasi tutti i recenti Capitoli Generali degli Istituti religiosi il tema ricorrente è stato proprio la riscoperta del carisma fondazionale da incarnare ed attuare in modo rinnovato nel tempo presente. Riscoprire lo spirito delle origini, approfondire la conoscenza del Fondatore o della Fondatrice, ha aiutato ad imprimere agli Istituti un promettente nuovo impulso ascetico, apostolico e missionario. Ci sono opere ed attività secolari che sono state così rivitalizzante da nuova linfa; ci sono nuove iniziative di autentica attuazione del carisma dei Fondatori. È su questa strada che occorre continuare a camminare, pregando il Signore perché porti a pieno compimento l’opera da Lui iniziata. Entrando nel terzo millennio, il mio venerato predecessore, il Servo di Dio Giovanni Paolo II, ha invitato l’intera comunità ecclesiale a “ripartire da Cristo” (Lett. ap. Novo millennio ineunte, nn. 29 ss.). Sì! Anche gli Istituti di Vita Consacrata, se vogliono mantenere o ritrovare la loro vitalità ed efficacia apostolica, devono continuamente “ripartire da Cristo”. È Lui la salda roccia su cui dovete costruire le vostre comunità e ogni vostro progetto di rinnovamento comunitario ed apostolico. Cari fratelli e sorelle, grazie di cuore per la cura che voi ponete nel compiere il vostro gravoso servizio di guida delle vostre famiglie religiose. Il Papa vi è accanto, vi incoraggia ed assicura per ogni vostra comunità un quotidiano ricordo nella preghiera. Terminando questo nostro incontro, vorrei ancora una volta salutare con affetto il Cardinale Segretario di Stato e il Cardinale Franc Rodé, come pure ciascuno di voi. A voi chiedo inoltre di recare il mio saluto a tutti i vostri confratelli e vostre consorelle, con un pensiero speciale per gli anziani che hanno servito a lungo i vostri Istituti, gli ammalati che contribuiscono all’opera della redenzione con le loro sofferenze, i giovani che sono la speranza delle vostre diverse Famiglie religiose e della Chiesa. Tutti vi affido alla materna protezione di Maria, modello eccelso di vita consacrata, mentre cordialmente vi benedico. BENEDETTO XVI [L’Osservatore Romano, 20 febbraio 2008] 4. Discorso ai partecipanti al corso annuale promosso dalla Penitenzieria Apostolica Città del Vaticano, Aula delle Benedizioni, 7 marzo 2008 EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS Signor Cardinale, Venerati fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio, cari Penitenzieri delle Basiliche Romane! Sono lieto di accogliervi, mentre volge al termine il corso sul foro interno che la Penitenzieria Apostolica promuove da diversi anni durante la Quaresima. Con un programma accuratamente preparato, questo annuale incontro rende un prezioso servizio alla Chiesa e contribuisce a mantenere vivo il senso della santità del sacramento della Riconciliazione. Rivolgo, pertanto, un cordiale ringraziamento a chi lo organizza e, in particolare, al Penitenziere Maggiore, il Cardinale James Francis Stafford, che saluto ringraziandolo per le cortesi parole da lui rivoltemi. Insieme a lui saluto e ringrazio il Reggente e il personale della Penitenzieria, come pure i benemeriti Religiosi di diversi Ordini che amministrano il sacramento della Penitenza nelle Basiliche Papali dell’Urbe. Saluto inoltre tutti i partecipanti al corso. La Quaresima è un tempo quanto mai propizio per meditare sulla realtà del peccato alla luce dell’infinita misericordia di Dio, che il sacramento della Penitenza manifesta nella sua forma più alta. Colgo, pertanto, volentieri l’occasione per proporre alla vostra attenzione alcune riflessioni sull’amministrazione di questo Sacramento nella nostra epoca, che purtroppo va sempre più smarrendo il senso del peccato. Occorre oggi far sperimentare a chi si confessa quella tenerezza divina verso i peccatori pentiti che tanti episodi evangelici mostrano con accenti di intensa commozione. Prendiamo ad esempio la pagina famosa del Vangelo di Luca che presenta la peccatrice perdonata (cfr Lc 7,36-50). Simone, fariseo e ricco “notabile” della città, tiene in casa sua un banchetto in onore di Gesù. Inaspettatamente dal fondo della sala entra un’ospite non invitata né prevista: una nota prostituta. Comprensibile il disagio dei presenti, di cui tuttavia la donna non pare preoccuparsi. Essa avanza e, in modo piuttosto furtivo, si ferma ai piedi di Gesù. Le sono giunte all’orecchio le sue parole di perdono e di speranza per tutti, anche 9 per le prostitute; è commossa e se ne sta lì silenziosa. Bagna con le lacrime i piedi di Gesù, li asciuga con i capelli, li bacia e li unge di un soave profumo. Così facendo la peccatrice vuole esprimere l’affetto e la riconoscenza che nutre verso il Signore con gesti a lei familiari, anche se socialmente censurati. Di fronte all’imbarazzo generale, è proprio Gesù ad affrontare la situazione: “Simone, ho una cosa da dirti”. “Parla pure, Maestro”, gli risponde il padrone di casa. Conosciamo tutti la risposta di Gesù con una parabola che potremmo riassumere nelle seguenti parole che il Signore sostanzialmente dice a Simone: “Vedi? Questa donna sa di essere peccatrice e, mossa dall’amore, chiede comprensione e perdono. Tu, invece, presumi di essere giusto e sei forse convinto di non aver nulla di grave da farti perdonare”. Eloquente il messaggio che traspare dal brano evangelico: a chi molto ama, Iddio tutto perdona. Chi confida in se stesso e nei propri meriti è come accecato dal suo io e il suo cuore si indurisce nel peccato. Chi invece si riconosce debole e peccatore si affida a Dio e da Lui ottiene grazia e perdono. E’ proprio questo il messaggio che occorre trasmettere: ciò che più conta è di far comprendere che nel sacramento della Riconciliazione, qualsiasi peccato si sia commesso, se lo si riconosce umilmente e ci si accosta fiduciosi al sacerdote confessore, si sperimenta sempre la gioia pacificatrice del perdono di Dio. In questa prospettiva, assume notevole importanza il vostro Corso, che mira a preparare confessori ben formati dal punto di vista dottrinale e capaci di far sperimentare ai penitenti l’amore misericordioso del Padre celeste. Non è forse vero che oggi si assiste ad una certa disaffezione nei confronti di questo Sacramento? Quando si insiste solo sull’accusa dei peccati, che pure deve esserci e occorre aiutare i fedeli a comprenderne l’importanza, si rischia di relegare in secondo piano ciò che in esso è centrale, e cioè l’incontro personale con Dio, Padre di bontà e di misericordia. Nel cuore della celebrazione sacramentale non sta il peccato, ma la misericordia di Dio, che è infinitamente più grande di ogni nostra colpa. 10 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 L’impegno dei Pastori, e specialmente dei confessori, deve essere anche quello di porre in evidenza il legame stretto che esiste tra il sacramento della Riconciliazione e un’esistenza orientata decisamente alla conversione. Occorre che tra la pratica del sacramento della Confessione e una vita tesa a seguire sinceramente il Cristo si instauri una sorta di “circolo virtuoso” inarrestabile, nel quale la grazia del Sacramento sostenga ed alimenti l’impegno ad essere fedeli discepoli del Signore. Il tempo quaresimale, nel quale ci troviamo, ci ricorda che la nostra vita cristiana deve tendere sempre alla conversione e quando ci si accosta frequentemente al sacramento della Riconciliazione resta vivo nel credente l’anelito alla perfezione evangelica. Se viene meno quest’anelito incessante, la celebrazione del Sacramento rischia purtroppo di diventare qualche cosa di formale che non incide nel tessuto della vita quotidiana. D’altra parte, se, pur essendo animati dal desiderio di seguire Gesù, non ci si confessa regolarmente, si rischia poco a poco di rallentare il ritmo spirituale sino a indebolirlo sempre di più e forse anche spegnerlo. Cari fratelli, non è difficile comprendere il valore che ha nella Chiesa il vostro ministero di dispensatori della misericordia divina per la salvezza delle anime. Seguite ed imitate l’esempio di tanti santi confessori, che, con il loro intuito spirituale, aiutavano i penitenti a rendersi conto che la celebrazione regolare del sacramento della Penitenza e la vita cristiana tesa alla santità sono componenti inscindibili d’uno stesso itinerario spirituale per ogni battezzato. E non dimenticate di essere voi stessi esempi di autentica vita cristiana. La Vergine Maria, Madre di misericordia e di speranza, aiuti voi qui presenti, e tutti i confessori a svolgere con zelo e gioia questo grande servizio da cui dipende così intensamente la vita della Chiesa. Io vi assicuro un ricordo nella preghiera e con affetto vi benedico. BENEDETTO XVI [L’Osservatore Romano, 8 marzo 2008] EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 1. Omelia in occasione della Messa di suffragio per i Frati Seán Collins, Aloísio Lorscheider, Sebastião Assis De Figueiredo e José Gómez Roma, Curia generale, 14.01.2008 1Sam 1,1-18l; Sal 115,12ss; Mc 1,14-20 Cari fratelli e sorelle, il Signore vi dia pace! Risuona ancora nel più profondo del nostro cuore l’annuncio del Natale: per voi è nato nella città di Davide il Messia; è ancora viva l’immagine dei Magi che, “avvisati” da una stella, si mettono in cammino per adorare il Bimbo che è appena nato; i nostri cuori sono ancora ricolmi della gioia della nascita che si è manifestata nelle nostre celebrazioni, così liturgiche e familiari, tutte piene di musiche e di luce ed è in questo clima, quasi natalizio, che ci siamo riuniti intorno all’altare, per offrire il sacrificio di lode per eccellenza, l’eucaristia, e per invocare il nome del Signore, ricordando quattro nostri fratelli che ci hanno lasciato recentemente: Fr. Seán Collins, Segretario generale dell’Ordine, passato alla casa del Padre, dopo una dolorosa malattia, a 62 anni; il Cardinale Aloísio Lorscheider, Arcivescovo emerito di Aparecida in Brasile, scomparso dopo una lunga infermità ad 83 anni; Monsignor Sebastião Assis de Figueiredo, Vescovo di Guarantinga, Brasile, morto in un incidente automobilistico a 53 anni, e Fr. José Gómez González, Vescovo emerito di Lugo in Spagna, morto a 75 anni. Quattro Frati che il Signore ci aveva donato e che ora ha chiamato a sé. Nel nostro cuore si mescolano insieme sentimenti di tristezza e di gioia: tristezza perché, umanamente parlando, abbiamo perso quattro fratelli molto validi e perché ci hanno lasciato quando noi pensavamo che fosse troppo presto, mentre la Chiesa e l’Ordine aveva- no ancora bisogno di loro. In questi giorni, soprattutto per la morte di Fr. Seán, vi confesso di essermi sentito molto triste. Era un sentimento normale e naturale e, tuttavia, non privo di dolore. Con la morte di Fr. Seán, con cui ho condiviso sette anni della mia vita a Roma, come ho detto in diverse occasioni, non ho solo perso l’efficiente, amabile e discreto Segretario generale dell’Ordine, ma ho anche sentito lo strazio per l’addio a un amico, a un fratello e a un fedele collaboratore. Tutti conosciamo il fragile stato di salute in cui si trovava, ma quando il Ministro provinciale d’Irlanda mi ha comunicato la notizia della sua morte, alle prime ore del 24 dicembre, sono rimasto senza parole. Non riuscivo a credere a ciò che ascoltavo all’altro capo del telefono e ho cominciato a piangere. Nel più profondo del cuore mi chiedevo: perché, Signore, prima ti sei preso improvvisamente Fr. Antonio Franjiç, Vicario generale, e ora Fr. Seán Collins, Segretario generale? Perché? Ma, mentre mi facevo questa domanda, mi è capitato tra le mani il testo che oggi abbiamo letto come prima lettura e ho sentito rivolte proprio a me le parole di Elkana a sua moglie Anna: «Perché è triste il tuo cuore?» (1Sam 1,8). Così, nei giorni seguenti, ho ripercorso la vita dei quattro Frati che ci hanno lasciato in così poco tempo e ho scoperto che c’erano molti motivi per ringraziare Dio e per rallegrarsi. Di Fr. Seán Collins mi tornò in mente, tra le altre cose, la fede con cui affrontò la sua malattia così inaspettata. Come non ricordare la lezione che impartì nella cappella della Fraternità il giorno in cui, alla presenza di tutti i Frati, ricevette il sacramento dell’Unzione! Senza dubbio come professore di liturgia e come Frate Minore quella fu la lezione magistrale della sua vita. Uomo di profonde convinzioni che seppe rinnovare il suo sì al Signore nel dolore e nella sofferenza, soprattutto quando, 12 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 alcuni giorni prima di morire, gli comunicarono che ormai non c’era più niente da fare e che sorella morte si avvicinava. Di Fr. Aloísio Lorscheider mi venne in mente la semplicità, il suo profondo amore all’Ordine, la povertà, l’amore per i poveri. Avevo potuto apprezzare queste sue doti soprattutto durante la visita che ho fatto alla Provincia francescana di San Francesco di Porto Alegre, in Brasile, alla quale apparteneva e nella quale era voluto tornare al termine del suo ministero episcopale ad Aparecida. L’avevo incontrato nell’infermeria provinciale, dove conduceva una vita esemplare da Frate Minore. Parlare con lui, non era solo interessante, faceva riflettere. Il suo Ministro provinciale e il suo Guardiano mi dicevano: «È il miglior Frate della Fraternità». Di Fr. Sebastião Assis de Figueiredo mi ricordai del sorriso, della gioia e della positività di fronte alla vita, che ci aveva trasmesso ogni volta che passava in Curia e, soprattutto, durante il recente incontro dei Vescovi OFM svoltosi ad Assisi. Al suo fianco uno ci si sentiva bene. Di Fr. José Gómez, che fu mio Guardiamo e Vicario provinciale negli anni in cui ero studente a Santiago, ricorderò sempre la capacità di relazionarsi con tutti, la grande intelligenza e cultura, la capacità di governo, il profondo amore alla Chiesa e alla vita religiosa, soprattutto a quella francescana. È significativo che tutti avessero conosciuto queste doti e le ricordassero e che, nella celebrazione eucaristica, il suo nome da vescovo venisse pronunciato Fr. José. Come Frate passerà alla storia dell’antica diocesi di Lugo. Cari fratelli e sorelle, la scomparsa di questi quattro Frati in così pochi giorni ci lascia un po’ sconcertati, ma il Signore trasforma le ombre della morte in aurora di vita e, guardandoci con amore, ci dice: Perché è triste il vostro cuore? E anche: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me» (Gv 14,1). I nostri occhi, come quelli dei discepoli di Emmaus, in questi momenti non sono pronti a riconoscere il Signore che cammina accanto a noi e, allora, è il Signore che prende l’iniziativa e si fa presente sul nostro cammino per dirci: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?» (Lc 24,17). Di cosa parlate? Perché il vostro cuore dubita? Non sapete che «se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv 12,24)? Come Maria, la sorella di Lazzaro, anche noi proviamo la tentazione di dirgli: se tu fossi stato qui i nostri Fratelli non sarebbero morti (cf Gv 11,32). Ma Gesù, ancor prima che glielo si dica, ci risponde: «Io sono la risurrezione e la vita; … chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno» (Gv 11,25s). «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?» (Gv 11,40). Spesso ci comportiamo come se questa fosse la nostra patria definitiva e come se dovessimo vivere per sempre in questo corpo mortale, allora Gesù per bocca dell’Apostolo ci ricorda che «finché abitiamo nel corpo» siamo ospiti e pellegrini, «in esilio, lontano dal Signore» (2Cor 5,6) e che solo quando sarà distrutto il corpo in cui abitiamo «riceveremo una dimora eterna nei cieli (cf 2Cor 5,1). In circostanze come questa può sembrarci, come al Profeta, che la morte spezzi le nostre vite (cf Is 38,10), ma la Parola di Dio ci dona luce, perché «sia che viviamo, sia che moriamo, siamo del Signore» (Rom 14,8). Vorremmo chiedere al Signore che la morte non ci colga distratti o mentre dormiamo, ma Gesù anticipa quella che potrebbe sembrare una giusta richiesta: «Siate pronti …, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa … tenetevi pronti, perché il Figlio dell’uomo verrà nell’ora che non pensate» (Lc 12,35-36.40); e anche: «convertitevi», cioè «credete al vangelo» (cf Mc 1,14). Quindi, cari fratelli e sorelle, dopo questa “catechesi” e “purificazione” da parte del Signore della vita, illuminati i cuori e asciugate le lacrime, ripetendo le parole del serafico padre san Francesco, anche noi osiamo cantare: «laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra Morte corporale, da la quale nullu homo vivente po’ skappare» (Cant EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 20). Anche se ci sanguina il cuore, facciamo festa. Il Signore, oggi come sempre, è buono con noi e non possiamo fare a meno di proclamare: «Se moriamo con lui, vivremo anche con lui» (2Tim 2,11). Sì, non possiamo non gridare e confessare la nostra fede: «Noi crediamo infatti che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con lui» (1Tes 4,14). Mossi dalla fede in Cristo risorto, non possiamo che sfidare la morte: «Dov’è, o morte, la tua vittoria? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione? Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la legge. Siano rese grazie a Dio che ci dà la vittoria per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo» (1Cor 15,55ss). Benediciamo il Signore, perché sappiamo, con la certezza che ci viene dalla fede, che «le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento le toccherà» (Sap 3,1). E mentre diciamo ai nostri Fratelli addio, perché a Dio li consegniamo, preghiamo: Signore, tu che sei nostro rifugio e nostra fortezza, fa che dal pianto e dal dolore giungiamo alla pace della tua presenza. Signore, tu che hai chiamato i nostri Fratelli Seán, Aloísio, Sebastião e José a seguirti nella vita francescana, sii per loro, come già fosti per Francesco, loro custode e difensore, loro sicurezza, loro gioia e letizia, loro vita eterna. Cari Fratelli Seán, Aloísio, Sebastião e José riposate nella pace del Signore, con Lui cantate per sempre la sua lode e davanti a Lui non smettete di intercedere per noi, vostri Fratelli. Amen. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 2. Intervento conclusivo nell’Incontro dei nuovi Ministri provinciali e Custodi Roma, Curia generale, 22.01.2008 PER CRESCERE E FAR CRESCERE Cari Fratelli, con la grazia di Dio siamo giunti al termine di questo incontro del Definitorio generale con i nuovi Ministri pro- 13 vinciali e Custodi. Grazie della vostra partecipazione. All’inizio dell’incontro vi chiedevo di sentirvi a casa e tra fratelli. Spero sia stato così, ma se ho mancato in qualcosa, vi chiedo scusa. Citando la Regola (cf. Rb 6,7-8), vi chiedevo anche di manifestare con fiducia le vostre necessità e i vostri problemi e di condividere le gioie e le preoccupazioni. Alla fine dell’incontro sento il bisogno di ringraziarvi per l’apertura nel dialogo personale. Avete condiviso con me le vostre gioie e le sofferenze. Grazie e da questo momento sappiate che nelle mie preghiere sarete molto presenti, perché il Signore aumenti le gioie e diminuisca le pene. Desidero ora concludere questo incontro sottolineando alcuni punti che credo meritino particolare attenzione da parte vostra e che, in un modo o nell’altro, sono emersi durante l’incontro. 1. Siate animatori e non solo amministratori. Nell’animazione della vita dei Frati ricordate sempre che, in stretta collaborazione con il Definitorio, i vostri principali obiettivi devono essere: animare spiritualmente la vita dei Frati; creare comunione; saper prendere decisioni e vigilare, perché vengano attuate; progettare e preparare il futuro con “lucidità e coraggio”, il che, tra l’altro, comporta anche di vivere, e aiutare i Frati a vivere, in atteggiamento di processo e di progetto, come ci chiedono il progetto La grazia degli origini, il documento finale del Capitolo 2003, Il Signore ti dia pace, le priorità dell’Ordine, come vengono proposte dal documento Seguaci di Cristo per un mondo fraterno, e il documento finale del Capitolo generale straordinario 2006, Il Signore ci parla lungo il cammino. 2. Per essere animatori e non solo amministratori, date la precedenza alle persone dei Frati rispetto alle strutture, mostrando verso di loro una cura materna, come chiedeva san Francesco e come ci ha chiesto l’ultimo Capitolo generale straordinario. Ricordate che vi è stata affidata l’anima dei Frati (cf Rnb 4,6). 14 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 3. Abbiate una cura particolare dei Frati in difficoltà. Parlando con me mi avete reso partecipe, tra le altre cose, delle vostre sofferenze per Frati con problemi. Sappiate che vi sono molto vicino. Nell’affrontare questi problemi vi chiedo molta carità. San Francesco ci chiede di trattare gli altri come desidereremmo essere trattati noi stessi, se venissimo a trovarci in una situazione simile. Ciò che ci dice san Francesco nella Lettera a un Ministro deve essere sempre presente nella nostra mente e nel nostro cuore quando ci troviamo ad avere a che fare con questi Frati in difficoltà. Allo stesso tempo, però, vi chiedo chiarezza. Solo così sarà possibile aiutarli adeguatamente e solo in questo modo difenderemo le nostre Entità. In tutto quello che abbia relazione con i delicta graviora, seguite le Normae servandae in casibus aliqua graviora delicata tractandis, elaborate dalla Curia generale. 4. Lavorate senza fatica per assicurare l’unità organica e armoniosa tra vocazione-vita fraterna-missione. Solo così saremo Frati Minori e combatteremo alla radice la frammentazione e l’indivi-dualismo nella vita dei Frati. 5. Nel campo della formazione vi chiedo di dare priorità alla formazione permanente; di essere scrupolosi nel discernimento dei nostri candidati ed esigenti nella formazione dei nostri giovani; di assicurare ai Frati in formazione iniziale e nei primi anni dopo la professione solenne un adeguato accompagnamento personalizzato; di garantire formatori preparati che sappiano trasmettere la bellezza della sequela di Cristo; di offrire una formazione intellettuale rispondente alle esigenze di oggi. 6. In stretta collaborazione con la formazione vi chiedo di prestare particolare attenzione alla formazione nell’uso corretto e responsabile dei mezzi di comunicazione, specialmente internet; di accompagnare adeguatamente i Frati che si isolano dalla Fraternità e passano ore e ore davanti al computer. Non aspettiamo che i problemi sorgano, per poi correre ai ripari. 7. Nel settore dell’evangelizzazione sento il bisogno di ricordarvi la necessità di un progetto specificamente francescano, che ci porti a vivere la vita fraterna come «nostra prima testimonianza per il mondo» (Spc 34); a lasciarci «sedurre dai chiostri dimenticati, dai chiostri inumani» (Sdp 37); a «scegliere con maggior decisione i luoghi di frontiera e la marginalità, come peculiarità della nostra identità francescana» (Spc 33); ad essere minori tra i minori. D’altra parte dobbiamo ricordare di essere un Ordine missionario ad gentes. Nessuna Entità, per quanto piccola, può ignorare questa dimensione essenziale del nostro carisma. Tutti dobbiamo garantire il futuro dei progetti missionari (cf Spc 34). Sempre in questo campo dell’evangelizzazione, curate che il dialogo e la GPIC siano valori trasversali in tutta l’attività evangelizzatrice. Sempre in questo campo dell’Evangelizzazione, lavorate affinché i valori del dialogo e della GPIC siano valori trasversali in tutto l’attività evangelizzatrice. 8. Nel campo economico vi chiedo di assicurare ed esigere trasparenza, solidarietà e austerità. Un’economia fondata sul lavoro dei Frati, da considerare come una grazia (cf Rb 5,1). Impegnatevi per il raggiungimento di un “fondo comune”, frutto della solidarietà di tutte le Fraternità e di tutti i Frati. 9. Nell’assistenza delle Sorelle contemplative del Secondo Ordine e nell’assistenza ai Fratelli e alle Sorelle dell’OFS vi chiedo molta vicinanza e attenzione fraterna, per aiutarli soprattutto nella formazione, sempre però ricordando che sono Ordini autonomi. 10. Come chiedeva il Capitolo generale straordinario, come Ministri e Custodi, dovete avere una particolare cura della vita fraterna, migliorando la comunicazione, superando ogni tipo di divisione e facendo in modo che gli strumenti di sempre (formazione permanente, capitoli locali...), ci aiutino a raggiungere la piena maturità umana, cristiana e religiosa (cf CCGG 39). EX ACTIS MINISTRI GENERALIS Fratelli, so bene che l’animazione, e tutto quello che questa comporta, non è per niente facile, però non siete soli. Ci sono molti Frati disposti a dare il meglio di sé e a collaborare attivamente per passare dal buono al meglio. Contate su tutti i Frati che lavorano in Curia generale. Siamo al vostro servizio. Servirvi e aiutarvi è la nostra migliore ricompensa. Contate, soprattutto, sull’aiuto del Signore, per il quale nulla è impossibile (cf Lc 1,37). Egli è con noi in questo duro ma bel compito di “far crescere” i Frati che il Signore ci ha affidato. Salutate i Frati delle vostre Entità, soprattutto gli anziani e quelli con maggiori difficoltà, da parte del Ministro, del Definitorio e di tutti i Frati della Curia. Che il Signore doni a tutti noi la grazia di vivere il Vangelo come regola e vita. Questo è il mio ardente desiderio per me e per tutti voi. Fratelli, osiamo vivere il Vangelo! FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO Ministro generale 3. Omelia nell’Eucaristia alla conclusione dell’incontro con i nuovi Ministri e Custodi Roma, Curia generale, 22.01.2008 1Sam 16, 1-13; Sal 88, 20-22.27-28; Mc 2, 23-28 Fari Fratelli Ministri, il Signore vi dia pace. Durante questi giorni abbiamo condiviso alcune riflessioni sul ministeri a cui siete stati chiamati come Ministri e Custodi. Abbiamo condiviso anche inquietudini, speranze, dubbi, timori, gioie e preoccupazioni. Sono stati giorni di incontro e di vera fraternità. Rendiamo grazie a Dio, datore di ogni bene. Quanto abbiamo riflettuto e condiviso lo poniamo ora sull’altare, perché il Signore trasformi le nostre paure, debolezze e stanchezze in forza, coraggio e audacia evangeliche e, allo stesso tempo, rafforzi tutto il bene presente nelle nostre Entità e nei Frati che vi sono stati affidati. 15 Dalle letture che la Chiesa oggi ci propone ricaviamo delle indicazioni importanti per il nostro ministero di servizio ai Frati. In primo luogo chi è stato chiamato ad esercitare il ministero dell’autorità deve mettersi completamente al servizio della volontà del Signore. Come Francesco, il Ministro deve sempre chiedersi: «Signore, cosa vuoi che io faccia?» e, come Samuele, deve fare ciò che il Signore gli ordina (cf. 1Sam 16,4). Obbedire alla volontà del Signore, sempre e in ogni momento, deve essere l’obiettivo prioritario della sua vita, anche se questo non gli eviterà di provare timore, come accadde a Samuele (cf. 1Sam 16,2), o di fare domande, come accadde a Maria (cf. Lc 1,29). Ma il Ministro e il Custode, come Pietro, deve poter dire: dobbiamo obbedire a Dio piuttosto che agli uomini (cf. At 4,19). Questo atteggiamento di obbedienza al progetto di Dio darà ai Ministri e ai Custodi una gran libertà e serenità nel loro ministero (cf. Am 7,14). Come abbiamo detto nel salmo responsoriale, la paura nelle situazioni difficili e di conflitto sarà vinta dalla certezza, che viene solo dalla fede, che la mano del Signore sostiene il suo servo, che nel suo braccio è la nostra forza e che il Signore è la roccia di salvezza (cf. Sal 88, 2022. 27-28). Solo così si potrà avere lucidità per l’analisi e la diagnosi della situazione e coraggio per vivere e aiutare a vivere il presente con passione, abbracciando il futuro con speranza. Solo così si potrà avere uno sguardo diverso da quello degli altri, lo sguardo di Dio, sugli avvenimenti e sulle persone. Il Ministro, come Samuel, non può avere solo uno sguardo umano, superficiale, e non può lasciarsi condizionare solo dalle apparenze. «Le vostre vie non sono le mie vie» (Is 55,8), i miei criteri non sono i vostri criteri, dice chiaramente il Signore a Samuele, e anche a noi ripete: «il Signore non bada a ciò che colpisce lo sguardo dell’uomo: l’uomo guarda all’apparenza, ma il Signore guarda al cuore» (1Sam 16,7). Il Ministro, in piena comunione con il Signore, deve imparare a guardare con gli occhi di Dio: in profondità, al cuore, dove veramente si annida il bene e il male (cf. Mt 16 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 15,11ss). Questo porterà ad agire secondo i criteri di Dio e non secondo quelli umani. Dalle letture di oggi ci viene un’altra importante indicazione per il nostro ministero: la necessità di anteporre l’amore a qualsiasi altra “mediazione”, per quanto importante, come nel caso della legge. Il Ministro e il Custode nella loro missione di governo devono tener presente la legge e farla rispettare, ma questa non può mai sostituire la legge dell’amore, del perdono, della misericordia, senza le quali è impossibile la missione di animazione che è stata loro affidata. Come abbiamo ascoltato nel Vangelo, «il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato» (Mc 2,28). Dare il primato alla legge dell’amore può sembrare meno efficace ma, senza dubbio, col tempo è l’unica cosa che cambia il cuore. Come, poi, ci chiede il padre san Francesco nella sua Lettera a un ministro, nessuno si allontani da voi, cari Ministri e Custodi, senza aver contemplato in voi il volto misericordioso di Dio, senza aver ottenuto da voi misericordia, se l’ha chiesta, o senza avergliela offerta, se non l’ha chiesta. Non abbiate paura di perdonare. Solo il perdono compie il miracolo di una doppia conversione: quella di chi è perdonato e quella di chi perdona. Seguendo il cammino proposto dal progetto La grazia delle origini, elaborato dal Definitorio generale per celebrare l’VIII Centenario della fondazione del nostro Ordine, siamo giunti alla terza tappa: Celebrare, restituendo, il dono della nostra vocazione. In questo momento di grazia, sentiamo il bisogno di celebrare, cioè di far festa, perché il Signore è stato grande con noi, chiamandoci a far parte della famiglia dei Frati Minori e per questo ci rallegriamo. Celebrare, cioè rinnovare il nostro stupore, la nostra meraviglia e la nostra sorpresa di fronte a questo gesto d’amore straordinario del Signore per ciascuno di noi quando, senza alcun merito, ci disse: seguimi! Celebrare, cioè ringraziare il Signore per il dono della nostra vocazione, dono stupendo, per il quale «dobbiamo maggiormente rendere grazie allo stesso glorioso Padre» (TestsC 2). Celebrare, cioè rinnovare in ciascuno di noi la gioia di appartenere a Colui che è tut- ta la nostra ricchezza a sufficienza (cf. LodAl 4). Celebrare, cioè restituire, con le parole e le opere, al mondo, alla Chiesa e ai fratelli tutto ciò che abbiamo ricevuto dal Signore, vivendo con generosità le esigenze della nostra vocazione. Dopo esserci messi in atteggiamento di discernimento (anno 2006) e aver riflettuto sul posto centrale che il Vangelo occupa nella nostra vita di Frati Minori (anno 2007), ora, nel 2008-2009, siamo invitati a dare una risposta concreta, individuale e comunitaria, a questo cammino di ricerca della volontà del Signore per tutti e ciascuno dei Frati, così che, tornando all’essenziale della nostra forma di vita (cf. Sdp 2), possiamo meglio rispondere alle sfide che oggi ci presenta la società, la Chiesa e il mondo, in modo da poter «nascere di nuovo» (Gv 3,3). Siamo invitati ad approfittare di questo tempo di grazia per confrontarci con la nostra forma vitae, in «fedeltà creativa» (VC 37); a dare una risposta significativa alla vocazione e missione che abbiamo ricevuto, «senza addomesticare le parole profetiche del Vangelo per accomodarle ad un comodo stile di vita» (Sdp 2). Siamo chiamati alla conversione (cf. Mc 1, 14). Il progetto La grazia delle origini ci propone alcune scelte concrete in questo cammino che non possiamo non tener presenti: cercare in ciascuna Entità forme concrete di espropriazione e restituzione dei nostri beni ai poveri, che sono nostri maestri e signori; verificare in ogni Fraternità locale l’uso dei nostri spazi, cercando di realizzare scelte solidali e generose di condivisione; verificare l’uso che facciamo dei mezzi per l’evangelizzazione, perché siano veramente in consonanza con la nostra vocazione di minori; scegliere per l’evangelizzazione in chiave missionaria; riprendere la formula della professione, perché diventi occasione per fare memoria grata del dono della vocazione, per una revisione di vita e per un rinnovato impegno. Fratelli, questo è il cammino che siamo chiamati a fare in questi due anni che abbiamo davanti. Apriamoci allo Spirito e preghiamo: Signore Gesù, custode e difensore nostro, EX ACTIS MINISTRI GENERALIS riempi i nostri cuori con la tua grazia, perché non cediamo alla tentazione della stanchezza, della routine e della rassegnazione. Signore Gesù, speranza nostra, trasforma i nostri cuori perché possiamo gustare, celebrare e “restituire” il dono della nostra vocazione. Signore Gesù, nostro refrigerio, dacci i doni del tuo Spirito e la generosità di condividerli con i Fratelli, la Chiesa e i poveri. Signore Gesù, nostra ricchezza a sufficienza, illumina i nostri cuori perché possiamo camminare con “passo leggero” verso la grazia delle origini. Signore Gesù, nostra letizia e gioia, purificaci interiormente, perché, accesi dal fuoco dello Spirito, possiamo seguire le tue orme. Fiat, fiat. Amen, amen. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 4. Omelia in occasione della conclusione del 1° centenario della nascita e del 32° anniversario della morte del SD Gabriele Allegra Acireale, 26.01.08 Carissimi fratelli e sorelle, il Signore vi dia pace! Ancora una volta il Signore ci convoca attorno al suo altare nell’annuale ricorrenza del “dies natalis” del nostro carissimo confratello e Venerabile Servo di Dio, Fr. Gabriele Maria Allegra, figlio illustre di San Giovanni La Punta, devoto figlio della Chiesa, gloria di questa fortunata e accogliente terra della Sicilia e dell’Ordine dei Frati Minori. Con Voi rendo grazie all’Altissimo che ci raduna nella gioia e illumina il nostro cammino con la luce splendida delle virtù 17 dell’intrepido Apostolo della Parola, Fr. Gabriele Maria Allegra. Quest’anno, la “memoria” di questo singolare figlio di san Francesco si celebra nel clima del prossimo Anno Paolino, voluto dal Santo Padre Benedetto XVI per celebrare il bimillenario della nascita del Apostolo Paolo, e nell’attesa della XII Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che nel prossimo mese di ottobre approfondirà un tema tanto caro a Fr. Allegra: La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. Ma partiamo della Parola appena ascoltata, con la quale il Signore ci viene incontro, con la volontà di essere luce e salvezza (cf. Sal 26), per tutti e ciascuno di noi, a condizione, però, che apriamo i nostri cuore alle esigenze della Parola proclamata, anche se sembrano particolarmente radicali e difficili per la nostra mentalità. Nel Vangelo di questa celebrazione Gesù si presenta a noi camminando lungo il mare di Galilea (cf. Mt 4,18), e percorrendo tutta quella regione (cf. Mt 4,23). Gesù è una persona in movimento, in cammino, ed il suo passo tra la gente, predicando e curando ogni sorta di infermità (cf. Mt 4, 23), diventa «luce per un popolo che vive nelle tenebre e nell’ombra di morte» (Is 9,1). Sempre nel Vangelo di questa domenica ascoltiamo un invito che diventa urgente: «Convertitevi, perché il regno dei celi è vicino» (Mt 4,17). Convertitevi, cioè: cambiate la vostra mente, cambiate i vostri cuori, fate una sosta nel cammino per vedere verso dove state andando e verso dove dovreste camminare. Questo è quanto si vuole esprimere con i termini metanoia, in greco, e shub, in ebraico, che stanno alla base del termine conversione. Finalmente abbiamo ascoltato l’invito rivolto da Gesù ai suoi discepoli: «seguitemi» (Mt 4,19; cf. 4, 21). Seguire Gesù, seguire le sue orme: questa è la vocazione fondamentale della nostra vita, e, come conseguenza, quanto darà senso autentico alla nostra esistenza. Seguire significa, prima di tutto, lasciarsi fare: «… vi farò pescatori di uomini» (Mt 4,19). Seguire Gesù significa disponibilità totale, affinché in noi si compia il progetto di Dio. Seguire Gesù 18 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 significa, anche, lasciare le reti, le barche, il padre (cf. Mt 4,19.22), lasciare qualunque sicurezza, fidarsi unicamente della sua parola (cf. Lc 5,5), fare di Lui l’unica ricchezza, l’unico rifugio, come nel caso di Francesco (cf. LodAl 4). Alla luce di tutto questo tentiamo di vedere la vita di Allegra e, quindi, anche la nostra. Anche Fr. Gabriele Maria, come buon Frate Minore, è stato un uomo in cammino. Dalla terra che lo vide nascere, la Sicilia, partì per Roma, per poi andare in Terra Santa, in Cina, la sua terra amata, a Singapore, e da Hong Kong, tornare qui ad Acireale, dove dal suo venerabile sepolcro continua a illuminarci con il suo esempio di vita evangelica. Uomo in cammino, Fr. Allegra, che fece della Sacra Scrittura lo strumento privilegiato per essere anche lui luce delle genti. Avendo ascoltato fin dalla sua giovinezza, come gli Apostoli, l’invito a seguire Gesù per predicare il Vangelo (cf. Mc 4,13), Fr. Gabriele Maria, acceso di passione per il Vangelo e di sollecitudine per tutte le Chiese, in modo particolare per quella che vive in Cina, e sfidando ogni ostacolo che avrebbe potuto dissuaderlo da quello che era diventato l’unico scopo della sua vita, giurò a se stesso: «io tradurrò la Parola di Dio in cinese». Difficile e arduo lavoro, anzi impossibile, se il Servo di Dio non fosse mosso da una grande fede nella Parola di Dio, da un grande amore per la sua terra di adozione, la Cina, e se lo studio e il lavoro non fossero accompagnati, alimentati e illuminati dalla costante preghiera. «Nihil impossibile est oranti laboranti et studenti», dirà lui stesso a Mons. Raffaele Palazzi l’8 marzo 1938, come ci ricorda nelle Memorie, facendo riferimento a quanto si faceva nella piccola Fraternità francescana di Pechino, che condivideva in pieno il “sogno” e le “fatiche” di Allegra. Profondamente convinto che «Gesù, inviato dal Padre ad annunciare il Vangelo, vuole raggiungere ogni epoca della storia, ogni luogo della terra ed ogni ambito della società per arrivare ad ogni persona» (CDF, Nota dottrinale su alcuni aspetti dell’evangelizzazione, 2007, 1), che «rivelare Gesù Cristo e il suo Vangelo» è «il programma fondamentale che la Chiesa ha assunto come ricevuto dal suo Fondatore» (Evangelii nuntiandi 56), e che, come confessa nelle sue Memorie, la Chiesa deve offrire di nuovo la Sacra Scrittura ad ogni uomo, quale lettera del Padre celeste all’umanità (cf. Memorie, pg 174), Fr. Gabriele maturò la decisione di andare in Cina e di tradurre l’intera Bibbia in cinese, aprendo l’Istituto Biblico di Pechino. Figlio devoto della Chiesa, si lasciò consumare dall’ansia di evangelizzare la Cina. Nel cuore di questo grande francescano siciliano, del quale ricordiamo oggi il XXXII anniversario del beato transito, non ardeva altro fuoco che non fosse l’amore per il Vangelo e la salvezza delle anime (cf. 1Tim 2,4), l’amore per la Cina, che lui vedeva come la terra della speranza e sentiva come seconda patria, e l’amore per i cinesi, che considerava suoi veri fratelli e sorelle, poiché, come scriverà il Servo di Dio Giovanni Paolo II nell’Esortazione Apostolica Vita consacrata nel 1996, «chi ama Dio, Padre di tutti, non può non amare i suoi simili, nei quali riconosce altrettanti fratelli e sorelle» (VC 77). Chiamato dal Signore ad essere suo discepolo e apostolo, questo francescano di San Giovanni La Punta, ascoltando e prendendo sul serio l’invito evangelico alla conversione, rese poi «più credibile e attraente la parola del Vangelo e la missione della Chiesa» (cf. Benedetto XVI alla Congregazione delle Cause dei Santi e al Collegio dei Postulatori, OR 17-18 /12/2007) con la sua santità di vita, con «la testimonianza di una vita totalmente donata a Dio e ai fratelli, a imitazione del Salvatore che, per amore dell’uomo, si è fatto servo» (cf. VC 76). Di lui ben si può dire, prendendo a prestito una felice espressione di Benedetto XVI, che, nel suo ministero di testimone della Parola, «ha aperto davanti a noi il Vangelo e ne ha sfogliato le pagine con la forza persuasiva della sua santità». Uno dei Consultori chiamati il 10 maggio 1994 ad esprimere il suo giudizio sull’esercizio eroico delle virtù di P. Gabriele, affermava testualmente: «Egli apparve come un modello di vita santa, non soltanto EX ACTIS MINISTRI GENERALIS come meritevole esegeta, ma anche e soprattutto come un santo ed efficace apostolo con l’esempio di vita nel lavoro, nell’umiltà e nell’amore a Dio e al prossimo» (Relatio et Vota, pg 73). Un altro Consultore scriveva: «Mi distacco a malincuore dal Servo di Dio: un personaggio affascinante sotto ogni punto di vista, una grande anima che non solo studiò e commentò il Vangelo, ma lo visse giorno per giorno con evidente eroismo» (Relatio et Vota, pg 59). Sta proprio in questa sua capacità di vivere il Vangelo il segreto dell’attualità di Fr. Allegra. Come il Vangelo rimane in eterno ed è sempre attuale, così colui che si affida al Vangelo e vive in pienezza il dinamismo del Vangelo, non conosce tramonto ma vive per sempre la vita dello spirito scaturita dall’eterna Parola di salvezza. Fr. Allegra, come tutti i Santi, non appartiene al “museo” delle cose passate, ma esprime l’eterna attualità dello Spirito che lo ha generato. Con l’eloquente testimonianza della sua vita, totalmente immersa in Dio e vivificata dalla Spirito del Risorto, Fr. Gabriele non fu soltanto «un figlio di San Francesco, umile e disponibile, impegnato nella preghiera e nella penitenza, innamorato della Croce e un autentico apostolo» (cf. Relatio et Vota, pg 103), ma resta ancora un “autentico maestro di vita”, capace di accompagnare, con la coerenza delle sue scelte di vita e con la fedeltà generosa alla sua vocazione francescana, anche noi tutti Frati Minori e quanti trovano in lui un vero realizzatore della eterna Parola di Dio. Alla luce degli esempi di vita di Fr. Allegra noi perciò vogliamo camminare “con lucidità ed audacia” verso quella novità di vita che attinge il suo vigore e si alimenta della Parola del Signore. Mentre il SD Allegra accompagna i nostri passi di pellegrini stanchi, ricordandoci che la Parola di Dio «nel rivelarsi illumina, e dona saggezza ai semplici» (Sal 119,30), si presenta a noi come l’uomo e il fratello che si è lasciato illuminare dalla fiaccola della Parola e per questo, pur camminando in una valle oscura, come ci ricorda il Decreto Super virtutibus, non ha smarrito il sentiero della vita, ma si è ritrovato in Colui che ha detto: «Chi segue me, avrà la luce 19 della vita» (Gv 8,12). D’altra parte ci lascia un esempio da seguire: amare la Parola, fare della Parola l’alimento quotidiano della nostra vita, credere alla Parola come Buona Notizia, aprirci al Vangelo, tornare al Vangelo, affinché nella nostra vita risplenda, con nuovo fulgore, la bellezza, la poesia e la grazia degli origini. Cari fratelli e sorelle: è arrivato il momento di “riconciliarci” con la Parola di Dio, di far tornare la Parola dell’esilio, cui l’avevamo costretta. La Vergine di Nazaret, così cara al cuore di Fr. Gabriele, e che insegnò al nostro Venerabile a credere alla forza della Parola, aiuti tutti noi a fare della Parola alimento e sostegno della nostra vita. Con Fr. Gabriele Maria Allegra, apostolo della Parola e testimone di speranza, alziamoci e mettiamoci in cammino con l’aiuto del Signore. FR. JOSÉ RODRIGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 5. Lettre à tous les Ministres et Assistants de l’OSC Rome, 16 février 2008. Chers Frères Ministres, Chers Frères Assistants des Sœurs pauvres de sainte Claire, vous tous, frères bien-aimés: Que le Seigneur vous donne la paix ! Comme vous en êtes informé, du 27 janvier au 6 février nous avons réuni le premier Congrès international de Présidentes OSC. Cette rencontre a eu lieu à Sainte Marie des Anges, à Assise. La totalité des Présidentes des Fédérations OSC et quelques sœurs invitées à ce Congrès y ont assisté. Le Congrès fut un moment fort de rencontre, de réflexion, de prière et de fraternité, vécu dans la joie et en profonde communion. On a pu s’en convaincre aussi dans le vivre ensemble quotidien; ce fut mis en évidence au moment de l’évaluation, et c’est ce dont témoignent de nombreuses lettres de participantes que j’ai reçues depuis. Il fut facile et beau de constater que peu à peu les barrières linguistiques s’effondraient tout comme les barrières de type idéologique – 20 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 élevées presque toujours en raison de la méconnaissance réciproque et du manque de communication-, et de percevoir que la communication ouverte et la joie d’être ensemble les remplaçaient progressivement. C’était la première fois, au cours de ces huit cents ans d’histoire franciscaine/clarienne, que des sœurs provenant de toutes les parties du monde se rencontraient. Pour nombre d’entre elles c’était en outre la première fois, et peut-être l’occasion unique d’un pèlerinage aux principaux lieux franciscains/clariens : la tombe de sainte Claire et de saint François, la Portioncule, saint Damien et le mont Alverne. Pour toutes ces raisons, ces jours de Congrès resteront vivaces dans la mémoire et le cœur d’un grand nombre. Elles s’en souviendront comme d’un moment de grâce, comme d’une occasion unique dans leur vie. Les Sœurs elles-mêmes l’ont reconnu comme elles le confirment dans le Message final: Cette rencontre a été un don précieux pour nous toutes. Parmi d’autres aspects, le Congrès a servi de lieu de partage des expériences, des joies et des préoccupations, mais, surtout, d’approfondissement des éléments essentiels du charisme franciscain-clarien: le radicalisme évangélique, la vie de foi et la vie fraternelle, la contemplation et la suite du Christ pauvre et crucifié. La rencontre a permis de manifester la profonde unité qui existe entre les Frères Mineurs et les Sœurs pauvres de sainte Claire, et la ferme volonté de cheminer ensemble, dans une réciprocité qui soit complémentaire. Je ne vous cacherai pas, mes frères bienaimés, que tous les frères participants à cette rencontre ont fait l’expérience, avec profonde émotion, du grand amour que les Sœurs Clarisses ont pour nous ; nous avons aussi constaté l’ardent désir des Sœurs de poursuivre la route jusqu’à 2012 – l’année où nous célèbrerons le 8ème Centenaire de la Fondation de l’Ordre de sainte Claire -, avec le ferme propos de revenir à l’essentiel de leur charisme, ouvertes sur l’avenir, avec courage et espérance. Tout cela nous comble d’une immense joie et pour ce motif, nous devons continuellement rendre grâces au Père des miséricordes. En me faisant l’écho du désir manifesté par les Sœurs qui ont participé à ce Congrès, et très certainement du désir de toutes les Clarisses présentes dans le monde entier, tandis que je vous remercie pour l’amour fraternel que vous leur témoignez et pour tout ce que vous faîtes pour elles, que cette lettre nous serve de rappel à la responsabilité que nous avons envers les sœurs, comme nous nous le redit sainte Claire dans son Testament: « Et ému de pitié à notre égard, il s’obligea vis-à-vis de nous à avoir toujours, par lui et par sa religion, un soin affectueux et une sollicitude spéciale pour nous, comme pour ses frères. » (TestCl 29) « C’est pourquoi, je vous supplie tous, chers frères, en vous baisant les pieds et avec toute la charité que je puis » (LOr 12), que vous manifestiez un grand amour pour les Sœurs pauvres de sainte Claire et que vous en soyez toujours proches, en respectant à tout moment la forme de vie qu’elles ont choisie pour elles. Je vous prie, également de leur prêter l’assistance spirituelle que réclament nos Constitutions (cf. CCGG 58), et de les aider surtout dans le domaine de la formation permanente et initiale. Je vous demande aussi que, dans le projet de formation des Frères, aussi bien permanente qu’initiale, la dimension clarienne de notre charisme soit toujours présente. Finalement je vous demande, de tout cœur, que vous les accompagniez dans la forme radicale de vie évangélique que leur a laissée sainte Claire, pour qu’elles ne s’éloignent pas du propos de vie qu’elles ont embrassé. C’est une responsabilité dont aucun parmi nous ne peut se croire exempté, si nous voulons être fidèles à la promesse faire par le Frère François à la Sœur Claire. Tout cela, sans oublier que comme il s’agit d’un charisme que nous devons vivre dans la complémentarité, l’aide doit être réciproque. Par conséquent, laissons-nous aussi aider par les Sœurs pauvres de sainte Claire. Dans peu de temps, vous recevrez les Actes du Congrès avec tout le matériel qu’on y a travaillé. J’ajoute aussi à cette Lettre le Message que les Sœurs présidentes ont adressé à la fin du Congrès. J’espère que EX ACTIS MINISTRI GENERALIS toute cette documentation vous servira pour une meilleure connaissance du charisme franciscain/clarien, et pour aider les Sœurs à garder toujours vivace le feu allumé par sainte Claire, la flamme de la suite du Christ pauvre et crucifié. Chers frères, je termine en faisant miennes, car je les partage pleinement, quelques phrases du Message des Sœurs Présidentes: Si nous faisons en sorte que la vie et le souffle de l’Esprit de Dieu non seulement nous animent mais soient vraiment notre respiration vitale ; si nous permettons que le feu de Dieu nous brûle et nous transforme ; si nous ouvrons les yeux sur la réalité qui nous entoure, nous ne regarderons pas tellement le passé pour l’exalter comme un temps toujours meilleur, mais au sein de notre histoire présente, nous ferons l’expérience du besoin, urgent et immédiat, de nous engager à chercher avec passion et liberté créatrice la vie que nous n’avons peut-être pas rêvée, mais que le Seigneur nous demande de vivre avec passion, ouvertes sur l’avenir, avec courage et espérance. Que François et Claire nous aident sur ce chemin ! Fraternellement. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministre général Prot. N. 098695 6. Carta con ocasión de Pentecostés 2008 MENDICANTES DE SENTIDO, DE LA MANO DE LA PALABRA 1. Queridos hermanos y hermanas: Salud en Aquel que nos redimió y lavó en su preciosísima sangre1. Como es habitual, también este año, con motivo de las fiestas pascuales me acerco a todos vosotros para saludaros y desearos que la luz del Resucitado ilumine vuestro 21 camino, en cualquier parte del mundo donde os encontréis y en cualquier situación por la que estéis atravesando. Pido al Señor de la Vida que ilumine también el camino de la Fraternidad universal que se prepara a vivir, como momento de gracia, los 800 años de su fundación. Al mismo tiempo, como en años anteriores, deseo compartir con vosotros algunas reflexiones sobre un tema que considero importante para nuestra vida y misión. En esta ocasión deseo haceros partícipes de algunas reflexiones sobre la Palabra de Dios en nuestra vida, y, más concretamente, sobre la lectura orante de la Palabra. El nuestro es el tiempo de las palabras, ¡ojalá lo fuera también de la Palabra! Nos regalaría su consejo y su luz, su consuelo y su esperanza, que tanto necesitamos. 2. Dos importantes acontecimientos eclesiales me llevan a elegir este tema: la apertura del Año paulino, querido por el Papa Benedicto XVI para conmemorar el bimilenario del nacimiento de San Pablo, que iniciará el 28 de junio del 2008, y la XIIª Asamblea General Ordinaria del Sínodo de los Obispos, que tendrá como tema: La Palabra de Dios en la vida y en la misión de la Iglesia. Este Sínodo, en el que tendré la dicha de participar, se celebrará en el Vaticano del 5 al 26 de octubre del 2008. Ambos acontecimientos hacen que este año haya sido bautizado por muchos, y con razón, como el año de la Palabra. Cuantos hemos abrazado la forma de vida que el Altísimo reveló a Francisco hace ahora 800 años, y cuyo núcleo central es el Evangelio2, no podemos menos de reflexionar sobre la importancia de la Palabra de Dios en nuestras vidas, así como sobre lo que nos pide el año de la Palabra en el camino que estamos recorriendo como Fraternidad universal, dentro del proyecto la gracia de los orígenes3. 3. La vida franciscana, como la vida consagrada en general, tiene que ponerse a la escucha de la Palabra. En nuestro mundo hay demasiadas palabras y poco silencio para que pueda oírse con nitidez la Palabra. Este 22 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 año de la Palabra será un año de gracia si, desde ahora, el corazón de los hijos de la Iglesia, y, con ella y en ella, el corazón de los hijos e hijas de Francisco se vuelven a la Palabra del Señor para acogerla y obedecerla, para amarla, venerarla y vivirla, para buscarla, guardarla y anunciarla. Este tiempo será tiempo de gracia si sabemos mirarnos en el espejo de la Palabra y, fiándonos de ella, remar mar adentro (cf. Lc 5, 4-5), en esta patera que es la vida consagrada y la vida franciscana en los umbrales del siglo XXI. Llamado y obligado, también yo, a servir y administrar las fragantes Palabras de mi Señor…, y las Palabras del Espíritu Santo, que son espíritu y vida4, ¡cómo quisiera, mis queridos hermanos y hermanas, a través de esta carta, poder transmitiros, al modo de Francisco, la veneración y el amor por las Palabras divinas, y cómo desearía ardientemente trasmitiros el gusto por la Palabra! ¡Cómo me gustaría que juntos redescubriéramos con estupor la Palabra, y nos dejáramos acompañar por ella, unas veces para subrayar nuestra convicción de que hemos sabido elegir bien, otras veces para consolar nuestras sequedades y nuestras frustraciones! Que lo que no logren mis palabras, a causa de mis limitaciones, os lo enseñe el Espíritu del Señor, bajo cuyo impulso se escribió la Sagrada Escritura y cuya luz nos da la gracia de entenderlas. TU PALABRA ME DA VIDA Nuestro Dios, un Dios que habla 4. Contrariamente a los ídolos que tienen boca y no hablan (Sal 115, 5) nuestro Dios es un Dios que habla. Así lo confiesan los autores sagrados cuando dicen oráculo del Señor, y así lo confesamos también nosotros cada vez que, después de leer o escuchar una página bíblica, proclamamos: Palabra de Dios, Palabra del Señor. Dios habla. Pero, ¿cómo habla? Cuando un semita dice que Dios habla no lo dice en el sentido restrictivo en que lo decimos nosotros. Mientras en muchas de nuestras lenguas la palabra se reduce a una locución verbal, para el semita el término dabar, que ordinariamente traducimos por palabra, es mucho más rico, pues indica al mismo tiempo palabra, hecho o acontecimiento. La Palabra de Dios es, por tanto, un acto, un mensaje, y un signo. Y en ella es Dios que se revela a sí mismo con obras y palabras intrínsecamente ligadas5. Hechos y palabras forman la economía de la revelación que mira a la salvación del hombre y, con él, de toda la creación. 5. Esta Palabra es siempre viva y eficaz (Hb 4, 12), dinámica y creadora: Y dijo Dios: haya luz; y hubo luz (Gn 1, 3). Por la Palabra del Señor fueron hechos los cielos (Sal 33, 6), con su Palabra fueron hechas todas las cosas (cf. Sb 9, 1), la creación entera narra la gloria de Dios (Sal 19, 1), y todo hace resonar su voz (cf. Sir 46, 17; Sal 68, 34). La creación, tal y como la presenta la Biblia, es un verdadero discurso de Dios y a la vez un discurso sobre Dios. Pero no sólo la creación, también la historia del Pueblo de Dios es Palabra de Dios y Palabra sobre Dios: Acuérdate de los días remotos, considera las edades pretéritas, pregunta a tu padre, y te lo contará, a tus ancianos, y te lo dirán (Dt 32, 7). A Dios le podemos conocer por las maravillas operadas a favor de su Pueblo (cf. Ex 3, 6), y por eso lo podemos llamar: el Dios de nuestros padres (cf. Ex 3, 16; 6, 7) Nuestro Dios es un Dios que se revela y se entrega en lo que dice y hace: Dios dice lo que hace y hace lo que dice. Su Palabra, animada por su amor salvífico hacia los hombres, es diálogo y alianza de amor, y manifiesta el don de sí mismo, en cuanto expresión de un amor que crea amando y amando da su vida. La revelación de Dios al mundo por medio de la Palabra, no tiene como meta informar al hombre sobre el amor que es Dios, sino que mira a realizar la unidad del hombre con Dios en el amor. 6. Pero no sólo por obras se nos ha revelado el Señor, sino por palabras intrínsecamente unidas a las obras. Si las obras confirman las palabras, también las palabras proclaman las obras y las explican6. Quiere ello decir que mientras buscamos y encontramos EX ACTIS MINISTRI GENERALIS a Dios en la creación, pues del Altísimo lleva significación7, hemos de buscarlo y encontrarlo también en su Palabra. Si madrugamos por Dios, si estamos sedientos de él, y si nuestra tierra está reseca, agostada y sin agua (cf. Sal 62, 2), busquémoslo y encontrémoslo en la humildad de la Escritura santa: ella es forma solemne e irrevocable de la Palabra de Dios, Palabra viva, enérgica, tajante como espada de doble filo (cf. Heb 4, 12). Escúchala, recuérdala y trasmítela (cf. Dt 6, 4-9), y de nuevo será primavera en tu vida. De este modo, la Palabra de Dios nacida del encuentro entre el Dios que actúa y el hombre que, inspirado por el Espíritu del Señor, lee e interpreta dicho acontecimiento, nos llevará de la mano a Cristo, el Verbo de la Vida que fijó su Morada entre nosotros, pues esa Palabra en la que Dios se nos revela y se nos entrega, se nos manifiesta y se nos esconde, lleva en su entraña noticia del Ungido de Dios, del Mesías Jesús. Él nos habla en toda la Escritura, de él habla toda la Escritura, Palabra de Dios en cuanto escrita por inspiración del Espíritu Santo8. Jesús la última Palabra de Dios a la humanidad 7. Jesucristo, el Verbo hecho carne, es la Palabra que existía desde el principio y estaba junto a Dios (cf. Gn 1, 1), y que, al cumplirse la plenitud de los tiempos (Gal 4, 4), en el seno de la santa y gloriosa Virgen María, en el que recibió la carne verdadera de nuestra humanidad y fragilidad9, se hizo carne y puso su Morada entre nosotros (cf. Jn 1,1ss). A través de la encarnación, la Palabra del Padre, tan digna, tan santa y gloriosa,10se hace hombre, el hombre de Jesucristo, y nuestro Dios se hace diálogo en carne viva. La Palabra abundante del Antiguo Testamento se abrevia ahora en Jesucristo, que se convierte, al mismo tiempo, en mediador y plenitud de toda la revelación11. De él escribió Moisés (cf. Jn 5, 46-47), y si la Ley fue dada por Moisés, la gracia y la verdad nos han llegado por medio de Jesucristo (Jn 1, 17). De este modo Jesucristo es el corazón de 23 la Palabra de Dios, el Evangelio de Dios para el hombre (cf. Mc 1, 1), y todas las palabras del hombre son asumidas como Palabra de Dios al servicio de la única Palabra, la de Jesucristo, que resuena en el anuncio de los Profetas y de los Apóstoles12. 8. De este modo, la Palabra pronunciada en Jesús es la última Palabra de Dios a la humanidad. Así lo afirma la Carta a los Hebreos: Muchas veces y en muchas maneras habló Dios en otro tiempo a nuestros padres por ministerio de los profetas, últimamente, en estos días, nos habló por su Hijo (Hb 1, 1s). Así lo confirma también el Catecismo de la Iglesia Católica: Cristo, el Hijo de Dios hecho hombre, es la Palabra única, perfecta y definitiva del Padre, quien en él lo dice todo y no habrá otra palabra que aquella13. Jesús, en cuanto habla las palabras de Dios (Jn 3, 34), cuenta la intimidad de Dios, y es la revelación plena del Padre: Nadie conoce al Padre sino el Hijo y aquel a quien el Hijo quisiere revelárselo (Mt 11, 27). En Jesucristo, Dios envió a su Hijo, la Palabra eterna, que alumbra a todo hombre, para que habitara entre los hombres y les contara la intimidad de Dios14: A Dios nadie lo ha visto jamás: el unigénito Hijo, que está en el seno del padre, él le ha dado a conocer (Jn 1, 18). Desde que el Verbo se hizo carne (cf. Jn 1, 14), la Palabra de Dios tiene su centro en Cristo Jesús. Son muchas las palabras escritas, pero único es el Verbo de Dios que sintetiza toda la Escritura15. Ésta no es algo, ni siquiera un libro, sino una persona viva, y esta persona es el Señor Jesús, presente bajo el velo de las palabras de las Escrituras, como presente está bajo los velos del pan y del vino16. La encarnación de la Palabra revela todo lo que el hombre puede conocer de Dios. La revelación última de Dios en Cristo Jesús descubre la verdad plena de la revelación primera de Dios en la voz de la creación y en la luz de la Palabra inspirada. 9. Por otra parte, si de Cristo decimos con verdad que él es la Palabra encarnada, también decimos con verdad que en él encuentra cumplimiento la Palabra de la Es- 24 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 critura (cf. Lc 4, 21): Toda la Escritura divina constituye un único libro y este único libro es Cristo, porque toda la Escritura habla de Cristo y encuentra en Cristo su cumplimiento17. Jesús de Nazaret aparece así como un acontecimiento nuevo y último de la Historia de la salvación, acontecimiento revelador de lo que Dios es para los pobres, para los cautivos, para los ciegos, para los oprimidos, para todos los que esperan un año de gracia del Señor (cf. Lc 4, 18-19). Acercarnos a la Palabra, mis queridos hermanos y hermanas, es, por tanto, acercarse a Cristo, que habla cuando se lee la Sagrada Escritura. Acercarse a la Palabra es acercarse al Verbo de la Vida. Si cierto es que ignorar las Escrituras es ignorar a Cristo18, también es cierto que, para nosotros, las Santas Escrituras no se pueden leer sino desde Cristo Jesús. Palabra de Dios y Pueblo de Dios 10. El pueblo de Dios que ha nacido de la Pascua, la comunidad que por la fe ha entrado en alianza de amor con su Dios, está llamada a expresar, mediante la obediencia a la Palabra del Señor, la fidelidad a la alianza sellada. Su vocación será escuchar la Palabra y guardarla, escuchar la Palabra y seguirla, escuchar la Palabra y cumplir la voluntad del Señor (cf. Dt 6, 20-25). El pueblo de Dios habrá de aprender, no sin grave dificultad en el discernimiento, que la obediencia a la Palabra vale más que sacrificios y holocaustos (cf. 1S 15, 22). Hay una relación, tan manifiesta como misteriosa, entre Pueblo de Dios y Palabra de Dios, entre vida del Pueblo de Dios y obediencia a la Palabra de Dios (cf. Dt 4, 1; 5, 32-33; 32, 46-47), entre fuerza de la fe y apego a la Palabra del Señor, entre discernimiento de la voluntad de Dios y meditación asidua de la Palabra de Dios. Intuimos que no puede haber Pueblo de Dios, no puede haber Iglesia, sin Palabra de Dios, que no puede haber libertad sin obediencia a la Palabra, que no puede haber dicha sin fidelidad a la alianza sellada con su Dios; como intuimos, también, que no puede darse una fraternidad, como familia uni- da en Cristo19, que sea viva y operante, sin que la Palabra ocupe un lugar importante en la vida de los hermanos y de las hermanas. 11. Tampoco se nos oculta que hay una relación íntima, tan estrecha como profunda, entre abandono de la Palabra de Dios y deterioro de la fe, entre desinterés por la Palabra y enfriamiento de las relaciones fraternas, y sospechamos que el actual decaimiento de la experiencia cristiana en amplios sectores de nuestras sociedades tiene que ver con la dificultad, experimentada también por muchos de aquellos que todavía se consideran creyentes, para acoger, valorar, contemplar y gustar la Palabra de Dios. Y nos preguntamos: ¿No estará aquí también la raíz del cansancio, rutina y resignación, que tantas veces nos asfixia? ¿No estará en el abandono de la lectura asidua de la Escritura la causa de nuestro pesimismo de cara al mañana, y de la falta de lucidez en nuestros análisis de la situación presente, y de audacia en nuestras opciones de futuro? Pensémoslo, hermanos y hermanas, y seamos coherentes, si de verdad queremos ponernos en camino, gustar la gracia de los orígenes, y recobrar el frescor de nuestros orígenes. En la Palabra, el Señor se nos revela y se nos entrega, con su Palabra nos ilumina y nos transforma, por su Palabra nos libera y nos guía, nos interpela y nos denuncia, nos amonesta, nos consuela y nos salva. Somos un pueblo que cree en un Dios que habla y se revela, una fraternidad que vive a la escucha de la Palabra. Para el Pueblo de Dios acoger la Palabra es acoger a Dios mismo, y acoger a Dios es acoger la Vida. Para el Pueblo de Dios la Palabra es la fuente de la Vida. Somos una fraternidad fundada en la Palabra, que ha de dejarse refundar por ella, pues sólo en ella y desde ella encontrará su profunda razón de ser y la fuerza para enfrentarse a los desafíos del presente. Palabra de Dios y oración 12. La Palabra de Dios nace de la experiencia de fe de un pueblo, una experiencia EX ACTIS MINISTRI GENERALIS rica en acontecimientos, que alcanza su punto culminante en el misterio pascual de Cristo. De este modo, la Palabra de Dios es lugar de una cita y de un encuentro con la persona de Cristo, y, en cuanto tal, para un cristiano, y mucho más para un consagrado, es sustento, alimento, fuente límpida y perenne de vida espiritual20, nutrimento incorruptible bajado del cielo para el alma sedienta de la contemplación21. Si orar es entrar en una relación personal con Dios, escucharle, hablarle, y obrar según Dios, en la Escritura Santa el Padre que está en el cielo, sale amorosamente al encuentro de sus hijos para conversar con ellos22. Si orar es responder a Dios después de haberle escuchado, en la proclamación o lectura de la Palabra le escuchamos23, y a él respondemos cuando volvemos a Dios la Palabra que él mismo nos ha entregado. Si orar es hacer experiencia de encuentro con el Señor, la Sagrada Escritura es toda ella una historia de encuentros: la gran epopeya del encuentro de Dios con el hombre y del hombre con Dios En la Sagrada Escritura no sólo encontramos bellos modelos de oración, como los salmos, el Magnificat (cf. Lc 1, 46ss), la oración del cristiano (cf. Mt 6, 9- 13) o la oración de Jesús (cf. Mc 14, 36- 39), sino que toda ella se vuelve oración cuando, después de escuchar o leer la Palabra, nos implicamos en los sentimientos que el texto nos sugiere y suscita en nuestro interior, volviéndose alabanza, agradecimiento, súplica, confianza, arrepentimiento, bendición. Decía San Agustín: Si el texto es oración, orad, si es gemido, gemid; si es reconocimiento, estad en la alegría; si es un texto de esperanza, esperad; si expresa el temor, temed24. De este modo la oración del creyente, nuestra oración, será un grito que brota desde lo profundo del corazón que arde por la Palabra de Dios. Sólo Dios habla bien a Dios, afirmaba Pascal. La Palabra de Dios es el mejor manual de oración en cuanto nos ayuda a transformar en oración todas las realidades que llenan la vida. ¿La entiendo así? ¿Es usada la Palabra, tanto personalmente como en fra- 25 ternidad, como texto de oración o simplemente como información sobre Dios? ¿Cómo vivo y cómo celebra mi fraternidad la Liturgia de las Horas? ¿Qué cambios necesito dar en mi vida a fin que la lectura de la Palabra se convierta en oración? Palabra de Dios y liturgia 13. Como bien sabemos, mis queridos hermanos y hermanas, la liturgia es el lugar privilegiado en el cual la Escritura se transforma en Palabra (cf. Neh 8, 1ss; Lc 4, 1621). En la liturgia, la Palabra se revela como potencia de Dios en toda su capacidad creativa y salvífica (cf. 1Ts 2, 13), en cuanto signo sacramental y signo profético. En cuanto signo sacramental, en la Palabra es Cristo mismo que se hace presente y habla al Pueblo de Dios: Cristo está presente en su Palabra, pues cuando se lee en la iglesia la Sagrada Escritura, es Él quien habla25. Por ello, precisamente, en la proclamación litúrgica, la Palabra es plenamente eficaz, en cuanto actualización de la economía de la salvación que en ella se nos revela. Por otra parte, en cuanto signo profético, la Palabra anuncia y revela a la comunidad eclesial lo que se realiza en la acción sacramental. Esta es la novedad de la celebración cristiana. Ya no somos hijos de la antigua Alianza en la cual se miraba al futuro esperando el cumplimiento de las promesas. Somos hijos del Evangelio, y cuando escuchamos la Palabra podemos decir en verdad: hoy se cumple, pues entre nosotros está realmente el que es cumplimiento de todas las promesas (cf. Lc 4, 16-21; 24, 15-35. 44-49). Si es cierto que la celebración litúrgica se sostiene y apoya principalmente en la Palabra de Dios26, pues, en efecto, en la celebración litúrgica la Palabra es proclamada y explicada, de tal modo que quienes en ella participan puedan acceder al misterio de la Palabra realizada en la acción sacramental, también es bien cierto que la liturgia es el espacio óptimo para la comprensión de la Palabra (cf. Lc 24, 13ss). No hay otro espacio más apropiado para dejarse agarrar por la Palabra, que no sea el espacio litúrgico y sustancialmente eucarístico, en el cual la 26 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 epiclesi o invocación unánime de la comunidad de los creyentes puede estar segura que será atendida, gracias, una vez más, a la promesa hecha por el Señor (cf. Mt 18, 19; Lc 11, 13). ¡El mismo don del Espíritu que hace reconocer en el pan y en el vino el cuerpo del Señor, permite también reconocer, según la enseñanza común de los padres de la Iglesia y del mismo San Francisco27, la Palabra de Dios en la letra de la Escritura inspirada! 14. La Palabra pronunciada por Jesús no se limita a obrar y a realizar su obra salvífica durante el ministerio público del Redentor: su Palabra continúa su actividad y su fecundidad dentro de la Iglesia, particularmente cuando se lee o escucha en la celebración litúrgica. En ella el en aquel tiempo, ocurre en este tiempo, hoy. De este modo, la asamblea litúrgica es mucho más que una simple manifestación de la unidad del pueblo de Dios: es sacramento visible del Verbo, según una expresión de San Agustín, es el sacramento del Verbo que se hace oír particularmente durante las celebraciones litúrgicas, en las que la Palabra adquiere un sentido nuevo y más fuerte. La proclamación de la Palabra en las celebraciones litúrgicas tiene, por tanto, un primado absoluto sobre cualquier otra forma de lectura. Si al rito litúrgico le quitásemos la proclamación de la Palabra, le habríamos quitado al mismo tiempo su conexión con las maravillas obradas por Dios en la Historia de la Salvación y, de este modo, lo habríamos privado también de su capacidad para configurar al pueblo de Dios, para darle la identidad que nace de los acontecimientos de esa Historia. Si queremos adentrarnos en el misterio de la celebración litúrgica, busquemos en la Palabra la luz que nos ha de iluminar, pues celebración y Palabra tienen su centro en Cristo Jesús, una y otra recuerdan el misterio de Cristo, una y otra lo perpetúan, cada una a su manera. Teniendo en cuenta cuando acabamos de afirmar, la lectura orante de la Palabra ha de considerarse como preparación o prolongación de cuanto se da en la celebración litúrgica. Nuestra liturgia tiene que hacerse cada día más vida, y para ello hemos de declararle la guerra a la monotonía. Esa monotonía que nos hace pasar de puntillas por la Palabra, y no por respeto. ¿Cómo logar que la Palabra tenga el protagonismo que le pertenece en nuestras celebraciones litúrgicas? ¿Cómo abrir cauces para comentar la Palabra, aplicarla a la vida y dejarnos iluminar por ella? LÁMPARA ES TU PALABRA PARA MIS PASOS, LUZ EN MI CAMINO La Palabra de Dios en la vida de Francisco 15. En la época en que vivió san Francisco la Biblia era difícilmente asequible a los cristianos de a pie y, en general, a los laicos. Dos eran las barreras principales para acceder al texto sagrado: el elevado coste de los manuscritos, y la lengua, ya que muchos eran iletrados, o, cuando menos, no dominaban el latín, lengua común para acceder al texto bíblico. Sólo una élite intelectual y rica podía permitirse el lujo de tener una Biblia. Francisco no formaba parte de esa élite, y sin embargo llama la atención el constatar el gran conocimiento que tenía de la Escritura sagrada y el gran amor que nutría por la Palabra. Su vida, en efecto, estuvo marcada toda ella por la Palabra. Al inicio de su andadura evangélica fue la Palabra la que le mostró lo que debía hacer28, y al final de sus días sería, también, la Palabra la que le acompañaría en su glorioso tránsito29. La Palabra fue para él compañera de camino en todo momento, hasta dejarse penetrar totalmente por ella: Estoy tan penetrado de las Escrituras que me basta, y con mucho, para meditar y contemplar. No necesito de muchas cosas, hijo: sé a Cristo pobre y crucificado30. Nada extraño que todos sus Escritos, desde las Oraciones a las Reglas, pasando por las Cartas y las Admoniciones, estén llenos de citas bíblicas, hasta presentarse como verdaderos y propios mosaicos escri- EX ACTIS MINISTRI GENERALIS turísticos. La Palabra del Señor está perfumada y Francisco está embriagado de su fragancia31. El simple e idiota Francisco, como él mismo se solía presentar32, sin mayor instrucción, es decir, sin una formación propia del clérigo o del letrado de entonces, tenía un conocimiento tal de la Palabra que penetraba la oscuridad de los misterios, y aquello que permanecía inaccesible a la ciencia de los maestros se abría al afecto del amante33. Él, sin ser maestro en el hablar, resolvía cuestiones dudosas, y, como Job (cf. Job 28, 11), hacía luz en los puntos oscuros, logrando desentrañar cuanto el texto escriturístico escondía a los estudiosos. 16. ¿Cómo era posible todo esto? La respuesta nos la ofrece el mismo san Buenaventura: Nada extraño que el Santo recibiera de Dios la inteligencia de las Escrituras, ya que por la perfecta imitación de Cristo llevaba impresa en sus obras la verdad de las mismas, y por la plenitud de la unción del Espíritu Santo poseía dentro de su corazón al Maestro de las sagradas letras34. Si a Dios sólo se le conoce amándole35, Francisco conoce a Dios y los secretos de Dios ocultos en la Palabra porque ama. Si el Padre revela sus secretos a los sencillos (cf. Lc 10, 21-22; Dn 2, 22; Si 4, 18), Francisco conoce esos secretos porque escucha la Palabra con corazón pobre y disponible, como María (cf. Lc 2, 19. 51). Si se conoce la Palabra en la medida en que se pone en práctica, Francisco la conoce porque no era oyente sordo de la Palabra, sino que se apresura a vivirla sin tardanza: Esto es lo que ansío cumplir con todas mis fuerzas36. Su conocimiento de la Escritura no era un conocimiento especulativo, sino sapiencial. Para él, la Palabra no era un texto de ayer, sino de hoy, y para el hoy de Francisco, como lo demuestra cuando dice: el Señor dice en el Evangelio ..., y no en aquel tiempo dijo Jesús, como era normal citar los dichos de Jesús. Francisco no ha estudiado, si no que ha vivido la Palabra, con simplicidad y pureza, tal como declara haber escrito su Regla, que quiere ser sólo un eco del Evangelio37. 27 Pero Francisco creció en la comprensión de la Palabra gracias a la meditación asidua de cuanto había escuchado. Era tan fiel a esta práctica que no podía renunciar a la escucha de la Palabra ni en los días de su enfermedad. Lo demuestra de especial modo el hecho de haber mandado escribir un evangeliario (escribir toda la Biblia costaba demasiado) para su uso. De este modo la Palabra, escrita en la Antigua Alianza sobre piedra (cf. Es 31, 18), se iba gravando ahora en su corazón38, gracias, también, a la memorización de cuanto escuchaba. Esto le permitía meditar y saborear constantemente la Palabra, aún sin tener delante el texto, y permitía a la Palabra germinar y fructificar cotidianamente en la vida de Francisco. No es de extrañar, por tanto, que en la Palabra, Francisco encontrase el dinamismo más profundo de su vida evangélica, el motor de arranque de su camino espiritual. Él, al igual que los Padres de la Iglesia, leyendo la Biblia no leía simplemente los textos escritos con mano de hombre, sino a Cristo viviente, y Cristo le hablaba. Encontrándose con la Palabra, el Poverello no se encontraba con un texto para ser interpretado, sino ante Cristo mismo, que pide ser escuchado. Para él, escuchar la Palabra no era leer un libro, sino acoger al Cristo vivo, participar en el Banquete de la vida donde es Cristo mismo quien se hace nuestro alimento. Dios se ha hecho hombre, Dios se ha hecho Eucaristía, Dios se ha hecho Palabra. Por eso Francisco se nutría de la Palabra, como del Pan y del Vino eucarísticos, y la Palabra se le ofrecía con la profundidad de Cristo: Entremos de madrugada en la iglesia –dirá a Bernardo-, y pidamos consejo a Cristo, con el Evangelio en la mano39. Esta verdad explica tantas cosas en la vida de Francisco. 17. Para Francisco las Santas Palabras son signos sensibles de la Presencia real –corporaliter-, actual y vivificante de Cristo, como lo son el Pan y el Vino eucarísticos. Para él, la Palabra, como la Eucaristía, son una prolongación de la encarnación40. En la Palabra, como en la Eucaristía, Dios se revela y actúa; la Palabra, como la Euca- 28 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 ristía, nos acerca al corazón de Dios y nos salva. Acoger la Palabra es acoger la Vida, rechazar la Palabra es rechazar la Vida que se nos ofrece también, y sobre todo, en la Eucaristía41. Hasta a nosotros, acostumbrados a leer esta verdad en los documentos del Vaticano II42, no deja de sorprendernos tal parangón. Para Francisco es una evidencia de fe: Y a nadie de nosotros quepa la menor duda de que ninguno puede ser salvado sino por las santas palabras y la sangre de nuestro Señor Jesucristo, que los clérigos pronuncian, proclaman y administran43. Esta fe en la presencia real de Cristo en su Palabra es la que explica la profunda veneración de Francisco por la Palabra: Amonesto por eso a todos mis hermanos y les animo en Cristo a que, donde encuentren palabras divinas escritas, las veneren como puedan, y por lo que a ellos toca, si no están bien colocadas o en algún lugar están desparramadas indecorosamente por el suelo, las recojan y las pongan en su sitio, honrando al Señor en las palabras que él pronunció44. Y lo que pidió a sus hermanos lo hizo el mismo, como lo anota el hermano León de su puño y letra en el breviario que se conserva en el protomonasterio de Santa Clara en Asís: Oído o leído el Evangelio, el bienaventurado Francisco besaba siempre el Evangelio con la máxima reverencia del Señor. Y no veamos en esta actitud de profunda veneración del texto sagrado un signo de fundamentalismo o de integralismo. Es la expresión exterior de una actitud profundamente creyente ante la Palabra de Dios. 18. Por otra parte, para Francisco el acontecimiento de la Palabra permanece siempre profundamente radicado en su dimensión eclesial. De la Iglesia, Francisco recibe la Palabra y de la Iglesia la luz para interpretarla45. Para el Poverello la Palabra es dada a la Iglesia y en ella crece por la fe y la comunión de los creyentes. La convicción de la eclesialidad de la Palabra le lleva también a honrar y venerar a todos los teólogos y a los que nos administran las santísimas palabras divinas, como a quienes nos administran espíritu y vida46. La comprensión de la Palabra queda así inserta en la vida de la Iglesia. Francisco vivió en clima de escucha atenta de la Palabra y ésta transformó su vida. Nada extraño que en las últimas exhortaciones a los hermanos recomendó el Evangelio por encima de todas las demás disposiciones47. Era el más bello regalo que había recibido del Señor, y el mejor regalo que podía dejar a sus hermanos. A la luz de lo dicho es bueno que nos preguntemos: ¿cómo me comporto ante el texto de la Escritura sagrada? ¿Qué actitudes interiores y qué comportamientos exteriores tengo hacia la Palabra de Dios? ¿Cómo entiendo la relación entre Palabra de Dios e Iglesia? En mí y en mi fraternidad, ¿hay una escucha genuina de fe de la Palabra de Dios? ¿Qué aspectos tendré que aclarar y reforzar en mi relación con la Palabra? La Palabra de Dios en nuestras vidas 19. Hoy en día, después del largo y forzado exilio al que fue sometida la Palabra, y gracias particularmente al Concilio Vaticano II, se advierte siempre más hambre y sed de la Palabra de Dios, como ya profetizara el Profeta (cf. Am 8, 11- 12), y hasta podemos decir que asistimos en la iglesia a una verdadera primavera de la Palabra; basta constatar el interés que la Sagrada Escritura suscita entre clérigos, religiosos, y laicos. Seguro que se trata de una necesidad vital a la que hay que dar una respuesta, pues es Dios mismo quien la suscita. A esta primavera de la Palabra son muchos los hermanos y hermanas que están contribuyendo activamente. Cada vez son más entre nosotros los que, junto con los sacramentos de la Eucaristía y de la Reconciliación, hacen de la Palabra el verdadero alimento de sus vidas, viático en su caminar, estímulo primario para su conversión, fuerza para la misión, luz en sus búsquedas de sentido, guía para un recto discernimiento sapiencial de la realidad que están viviendo y de las opciones de futuro, solicitación a hacer, es decir, a poner en práctica, la Palabra (cf. Lc 8, 21), y fuente de perenne consolación y esperanza. Cada vez son más los hermanos y hermanas que encuentran deleite y alegría en las santísimas Palabras EX ACTIS MINISTRI GENERALIS y obras del Señor, y con ellas mueven a los hombres al amor de Dios, con gozo y alegría48. Cada vez son más los hermanos y hermanas que reconocen y aseguran el primado de la Palabra en sus propias vidas y en la misión que les ha sido encomendada, empeñándose frecuentemente en la lectura orante de la Palabra, en la creación y animación de grupos bíblicos entre los laicos y religiosos, así como en una predicación que sabe a Palabra y la hace gustar a los fieles. Todos estos son de Dios, porque escuchan la Palabra de Dios (cf. Jn 8, 47)49. Quiero agradecer aquí la labor de tantos profesores de Sagrada Escritura que parten el pan de la Palabra en las aulas. Por propia experiencia conozco la preparación asidua y, por tanto, el duro trabajo que ello comporta, pero también el gozo y el provecho que uno mismo experimenta. Particular mención se merecen los hermanos que trabajan incansablemente en nuestra Facultad de Ciencias Bíblicas y Arqueología de Jerusalén. A ellos mi personal gratitud, pues es mucho lo que debo a ese Centro, y el agradecimiento en nombre de toda la Orden por su labor a favor de la Palabra. Gratitud y agradecimiento, también, a los Estudios Bíblicos Franciscanos de Hong Kong y de Tokio por el monumental trabajo que han realizado al traducir los textos bíblicos al chino y al japonés, respectivamente, y hoy por la gran difusión bíblica que hacen en China y Japón. Finalmente, mi gratitud se extiende a todos aquellos que se esfuerzan por ser tierra buena y acogen dócilmente la semilla de la Palabra en sus corazones; y a cuantos, a través de la predicación y o cualquier otra actividad apostólica o intelectual, que siempre apostólica deberá ser, dicen, anuncian y administran las santas palabras50 a los demás. 20. A cuantos viven sumergidos en esa corriente de encuentro con la Palabra y de difusión de la misma, llegue mi palabra de aliento para que su compromiso a favor de la Palabra no venga a menos. A cuantos no están todavía en ella, mi palabra quiere ser de exhortación e invitación, fraterna y apremiante a la vez, a fin que, como María de Na- 29 zaret, modelo viviente del encuentro con la Palabra (cf. Lc 1, 38; 2, 19. 51) se abran a ella y la engendren en sus vidas; y a ejemplo de Francisco, modelo de escucha operante y sin glosa51, acepten la Palabra de todo corazón y diariamente escudriñen las Escrituras, como los cristianos de Berea (Hch 17, 11). Oíd, señores hijos y hermanos míos, y escuchad mis palabras (Hch 2, 14). Inclinad el oído de vuestro corazón (cf. Is 55, 3) y obedeced a la voz del Hijo de Dios52, nos exhorta el padre y hermano Francisco. Si hoy como ayer es urgente conocer mejor al hombre Jesús, reconocido como Cristo y confesado como el Señor, no tenemos otro camino para alcanzar este objetivo que no sea tomar en las manos el libro de las Escrituras, abrirle las puertas de nuestros corazones, y ofrecerle escucha y acogida a la Palabra. Si arde nuestro corazón por el deseo de salir de lo insignificante o de la postración de nuestros cotidianos fracasos, no tenemos otro camino que el de dejarnos agarrar por la Palabra y darle un amplio espacio en nuestras vidas. Ser agarrados por la Palabra y por Cristo son una única y misma cosa. Si queremos re-crear y re-fundar nuestra vida y misión, no nos queda otra salida que la de abrir espacio a la Palabra, releerla, estudiarla, meditarla, acogerla desde un corazón vacío y pobre, susurrarla día y noche (cf. Sal 1, 2), para luego vivirla y celebrarla. Frecuentar la Palabra, acercarnos a ella, rondarla y cortejarla, hacerle silencio, escucharla, familiarizarnos con ella, guardar como un tesoro en el arca de la memoria esa Palabra que en algún momento hizo arder nuestro corazón (cf. Lc 24, 32), dejarnos sorprender por ella, nos permitirá movernos al ritmo de la música de Dios, como Francisco, y nuestra vida recobrará juventud y el cansancio quedará atrás, y nuestro ir al encuentro con Cristo y hacia los hombres y mujeres, nuestros hermanos, será con andar apresurado y con paso ligero53, sin que nos dejemos envolver por tiniebla alguna ni amargura 54, y podemos avanzar con mayor seguridad en el camino de los mandatos del Señor55. La Palabra de Dios es fuente de vida consagrada –se afirmó en el Congreso In- 30 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 ternacional de la vida Consagrada celebrado en Roma, en el 2004-. Crecer en la vida de fe y crear comunidad es el resultado de oír la Palabra. Alimentados por la Palabra nos trasformamos en siervos de la Palabra en la tarea de la evangelización. La pasión por la Palabra nos lleva a la pasión por la humanidad. Oír la Palabra estimula un clima de relaciones interpersonales. En la medida en que nos acerquemos a la Palabra y la hagamos vida, nuestras visiones distintas de la realidad irán convergiendo hasta encontrarse en la comunión profunda. La razón última de nuestro estilo de vida llamado consagración no es otra que haber escuchado, de una manera o de otra, la Palabra. Todos los fundadores, pero bien podemos decir especialmente Francisco y Clara, han sido vigías de la Palabra, oyentes incansables de la Palabra, y han hecho de sus vidas una respuesta firme y profética a la Palabra. La vida consagrada y, con ella, la vida franciscana de hoy necesitan mirarse en la Palabra y acicalarse con ella. Sólo desde la Palabra podrán nacer de nuevo (Jn 3, 3) y ganar en significatividad, caminar con lucidez y audacia con los ojos puestos en el futuro56, y, de este modo, ser no sólo memoria sino también profecía de futuro57, vivir el presente con pasión y abrazar el futuro con esperanza58. La vida consagrada y, con ella, la vida franciscana, están llamadas a recorrer un largo éxodo de búsqueda y de renovación que ya no tiene marcha atrás. Somos, junto a tantos hombres y mujeres, nuestros contemporáneos, mendicantes de sentido59. Desde la escucha de la Palabra nuestra vida será, en el presente y en el futuro, como lo ha sido en el pasado, propuesta alternativa y de frontera. La Palabra nos invita a ello, nos urge y nos convoca. Desde y con la Palabra nuestras vidas serán testimonio de una palabra que no podemos callar, de una razón que no se puede ocultar, de una convicción que necesitamos compartir. Con el fuego de la Palabra nuestro corazón arderá y nuestra vida encontrará el ritmo de Dios que es siempre joven y actual, que no pasa nunca. La Palabra tiene una fuerza transformadora impresionante, y si nuestra vida se de- ja tocar por la Palabra se transformará sin duda alguna: la rutina dejará paso a la novedad evangélica, el cansancio a la osadía, la resignación a la lucidez y audacia, los miedos a la libertad. Cuando somos capaces de abandonarnos a la Palabra, de fiarnos de ella, de apostarlo todo a una sola carta, pase lo que pase, nos queda un sabor intenso que nos asegura que somos de Dios y para Dios, que no estamos solos. Si nuestra vida se pone a la escucha de la Palabra, y se deja llevar de la mano por ella, encontrará nuevos parajes y nuevas sendas para hacer el camino más llevadero y gozoso. Es necesario abrir espacios personales y comunitarios a la Palabra. Nuestro futuro, como el futuro de toda vida consagrada, está en dejarnos hacer por la Palabra. 21. La gracia del VIII centenario de la fundación de nuestra Orden y del carisma franciscano será una fiesta, una acción de gracias de la Fraternidad universal y de toda la Familia Franciscana si, como nos invita el Padre y Hermano Francisco, abrimos los oídos de nuestro corazón, para escuchar atentamente la voz del Hijo de Dios60, que hace resonar la alegre noticia del amor de Dios por la humanidad. La gracia de los orígenes será gustada por los hermanos y hermanas sólo si nos comprometemos con la Palabra, y permanecemos fieles a las palabras, vida y doctrina y al santo Evangelio de Jesucristo61. Nosotros que hemos prometido observar el Evangelio62, somos llamados a ser habitación y morada del Espíritu del Señor (cf. Jn 14, 23), esposos, hermanos y madres de nuestro Señor Jesucristo (cf. Mt 12, 50), acogiendo el mensaje de Jesús, y custodiando su Palabra en nuestros corazones, para luego engendrarla y darla a luz en nuestras vidas63, pues sólo así sobre nosotros descansará el Espíritu (cf. Is 11, 2). Si guardamos su Palabra y seguimos sus caminos, entonces viviremos y creceremos, pero si nuestro corazón se aparta de ella, entonces, moriremos sin remedio (cf. Dt 30, 15-18). No podemos dejarnos matar por la letra, sino que hemos de seguir el espíritu de la Palabra divina y dejarnos vivificar EX ACTIS MINISTRI GENERALIS por ella64. Sin la Palabra, guardada en el corazón y dada a luz en la cotidianidad de nuestra vida, habrán muerto el encanto y la canción de nuestra existencia, se habrá apagado la vida en la mirada y en el corazón, se habrán petrificado los sentimientos, se habrá secado el manantial de la esperanza. Sin la Palabra ¡habrá, oh desgracia, muerte sin remedio! La Palabra, por la que hemos sido hechos y redimidos, todavía hoy sigue llevándonos de la muerte a la vida (1Jn 3, 14)65. El milagro obrado en la vida de san Agustín por el que se vio curado de la esclavitud de la carne al escuchar un texto de la carta a los Romanos (cf. Rm 13, 11ss), sigue realizándose en tantos hombres y mujeres de nuestros días. Si los siete sacramentos son signos que se ven, la Palabra es un sacramento que se oye, un signo que, a través de palabras humanas, nos permite entrar misteriosamente en contacto con la viva verdad y voluntad de Dios, y oir la voz misma de Cristo, que, como al paralítico, nos cura de nuestra parálisis y nos posibilita caminar (Jn 5, 1ss), o, como al ciego de nacimiento, abre nuestros ojos para que podamos ver (cf Jn 9, 7). La aguas de Israel que curaron la lepra de Naamán el sirio (cf. 2R 12. 14) son para los santos Padres las divinas Escrituras. Ellas continúan a sanarnos de nuestras enfermedades, como atestigua la misma Escritura: No los curó hierba ni emoliente alguno –se dice de Israel en el desierto-, sino tu palabra, Señor, que todo lo sana (Sb 16, 12). 22. Queridos hermanos y hermanas: el Amén, el testigo fiel, que está fuera y llama nos invita a abrirle la puerta que le separa de los que estamos dentro: Mira que estoy a la puerta llamando: si uno me oye y me abre, entraré en su casa y cenaremos juntos (Ap 3, 20). Tenemos secretas resistencias a creer que somos deseados por el Señor, y que es él quien busca nuestra presencia (cf. Gn 3, 8-9). Abramos la puerta a la Palabra, dejémonos habitar por ella, y con ella entrará y habitará en nuestra casa mucha gente herida por experiencias de fracaso, soledad, fragilidad y desamor. Y entonces serán ellos mismos los que nos ayudarán, cuales exper- 31 tos escribas, a traducir, comprender, discernir, intuir y des-codificar la Palabra que llega a nosotros cifrada detrás de gritos silenciosos de la humanidad sufriente. Demos, queridos hermanos y hermanas, primacía a la Palabra en nuestras vidas, de tal modo que sea Él, Cristo el Señor, y sólo Él, el Señor absoluto de nuestras vidas, como lo fue en la vida de Francisco y de Clara66. Y entonces seremos dichosos: Dichoso el hombre que… en la Ley del Señor pone su delicia y en ella medita día y noche. Será como un árbol plantado junto a corrientes de aguas, que da su fruto a su tiempo y cuya hoja no cae (Sal 1, 1-3). Veneremos y acojamos cuidadosamente las Escrituras como lo que son Palabra de Dios, tal y como nos enseña Francisco, siguiendo en esto a los Padres. Uno de ellos, Orígenes dice a los cristianos de su tiempo y hoy a nosotros: Vosotros que estáis acostumbrados a tomar parte en los divinos misterios, cuando recibís el cuerpo del Señor lo conserváis con todo cuidado y toda veneración para que ni una partícula caiga al suelo, para que nada se pierda del don consagrado. Estáis convencidos, justamente, de que es una culpa dejar caer sus fragmentos por descuido. Si por conserva su cuerpo sois tan cautos –y es justo que lo seáis-, sabed que descuidar la Palabra de Dios no es culpa menor que descuidar su cuerpo67. ¿Qué importancia tiene la Palabra de Dios en mi vida? ¿Qué lugar ocupa en mi jornada? Que el Señor despierte nuestros oídos cada mañana, para escuchar como discípulos y así poder decir una palabra de aliento al que está cansado (cf. Is 50, 4). HABLA, SEÑOR, QUE TU SIERVO ESCUCHA La lectura orante de la Palabra 23. En esta tercera parte de la carta deseo, mis queridos hermanos y hermanas, presentaros un método que nos lleva a ver la Escritura sagrada como un organismo vivo y que nos interpela; una lectura que nos lle- 32 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 va a establecer una relación personal con el texto. Se trata, como bien habéis intuido, de la lectura orante de la Palabra. Sé muy bien que no es el único método para orar con la Palabra de Dios, pero os comunico el que yo, desde hace tiempo, vengo practicando, y que tiene el aval de haber alimentando la espiritualidad de muchos hombres y mujeres desde hace siglos. La lectura orante de la Palabra es el arte que busca actuar el paso del texto bíblico a la vida y se presenta como un precioso instrumento que puede ayudarnos a superar el abismo que tantas veces constatamos entre fe y vida, entre espiritualidad y cotidianeidad. La lectura orante de la Palabra no es una simple práctica de piedad, es un método que mira a la puesta en práctica de la Palabra escuchada; es una hermenéutica existencial de la Escritura que lleva al creyente a buscar en la página bíblica, ante todo, a Cristo, a poner en diálogo la propia vida con la persona de Cristo que se nos revela, y, finalmente, a ver iluminada con nueva luz la propia vida cotidiana. La lectura orante de la Palabra es esencial e indispensable para el crecimiento de la fe de cuantos nos decimos discípulos y misioneros del Verbo del Padre, y muy particularmente de cuantos hemos profesado el Evangelio como nuestra regla y vida68. De hecho, si es verdad que es en la celebración litúrgica, como ya hemos dicho, donde el en aquel tiempo se transforma en hoy, también es verdad que es particularmente a través de la lectura orante de la Palabra donde nos apropiamos de ella y donde la personalizamos, dejándonos instruir por Dios mismo (cf. Jn 6, 45). En la liturgia Dios habla al pueblo, en la lectura orante de la Palabra Dios me habla a mí directamente, y lo que en la liturgia es diálogo con el pueblo, en la lectura orante de la Palabra ese diálogo se hace único y personal. Si la liturgia manifiesta visiblemente a la Iglesia, la lectura orante de la Palabra permite a cada uno de nosotros sentirse Iglesia: Yo iglesia, decía San Bernardo69. 24. Algunos de entre nosotros se resisten a adoptar como método de oración la lectura orante de la Palabra por pensar que es un método propio y exclusivo de los monjes. Nada más falso, mis queridos hermanos y hermanas. El método de la lectura orante de la Palabra ya estaba en uso en el judaísmo (cf. Neh 8, 1ss), fue luego utilizado por Jesús en la sinagoga de Cafarnaúm (cf. Jn 6, 26ss), y de Nazaret (Lc 4, 17ss), así como en la liturgia celebrada con los discípulos de Emaús (cf. Lc 24, 13ss), y desde un principio fue heredado por la iglesia primitiva (cf. 2Tm 3, 14-16). Desde entonces, generaciones de cristianos han orado con este método, nutriendo sólidamente su fe con una profunda espiritualidad bíblica. Uno de estos cristianos que dio un primado claro en su vida a la Palabra de Dios, y que oró con el método de la lectura orante de la Palabra, como ya hemos visto, fue nuestro padre y hermano Francisco. Los santos Padres no cesaron de invitar a los cristianos a adoptar este método de oración. Baste citar entre todos ellos a san Juan Crisóstomo quien recomendaba al pueblo que le había sido confiado dicho método de oración. Sus palabras me parecen muy apropiadas en el contexto al que hice referencia anteriormente: Algunos decís que no sois monjes... Pero en esto os equivocáis –dice el Crisóstomo-, porque pensáis que la Escritura es sólo para los monjes, mientras, en cambio, es todavía más necesaria a vosotros, queridos fieles, que estáis en el mundo. ¿Hay algo más grave y pecaminoso que no leer la Escritura y el creer que la lectura sea inútil y no sirva para nada?70. Y es siempre el Crisóstomo quien recomienda a sus fieles: Volved a casa y preparad dos mesas: una con los platos de la comida, otra con los platos de la Escritura71. Y todavía: Cuando volváis a casa –dirá en otra ocasión-, tomad la Escritura y... releed y repetid lo que habéis escuchado72. Si esto, queridos hermanos y hermanas, es válido para todos los fieles que ansían convertirse en cristianos adultos, pasando de lo bueno a lo mejor ¿qué decir de quienes hemos profesado vivir según el santo Evangelio? Es verdad que este método entró en crisis en el medioevo a causa de una lectura EX ACTIS MINISTRI GENERALIS que tendía más a la quaestio y a la disputatio que a la meditación y a la oración, pero hoy, gracias al Vaticano II, después de un exilio forzado de la Palabra y del método de la lectura orante de la Palabra en la vida de muchos cristianos, la Palabra ha sido liberada y asistimos a una nueva epifanía de la Palabra de Dios en la comunidad cristiana. Por otra parte, es el mismo Concilio en proponer a todos los creyentes el método de la lectura orante de la Palabra: El Santo Sínodo recomienda insistentemente a todos los fieles, especialmente a los religiosos, la lectura asidua de la Escritura para que adquieran la ciencia suprema de Jesucristo (Fil 3, 8)73. Los Lineamenta propuestos a nuestra atención con vistas al próximo Sínodo afirman: Se ha de alentar vivamente sobre todo esa praxis de la Biblia que se remonta a los orígenes cristianos y que ha acompañado a la iglesia en su historia. Se llama tradicionalmente Lectio Divina con sus diversos momentos (lectio, meditatio, oratio, contemplatio)74. Mientras animo a todos los hermanos y hermanas a asumir la lectura orante de la Palabra como método primario de la iniciación a la vida espiritual y de su continuidad, invito también a preguntarse: ¿Qué resonancia tienen estas palabras del Concilio y de los Lineamenta en mi vida y en la vida de nuestras fraternidades? Son muchos los laicos, por no hablar de los religiosos, que han tomado muy en serio esta apremiante invitación por parte de la Iglesia, ¿y nosotros? Método de la lectura orante de la Palabra 25. Como ya hemos visto por el texto citado de los Lineamenta, la lectura orante de la Palabra tradicionalmente tiene cuatro momentos: lectura, meditación, oración, y contemplación. Estos cuatro momentos tienen como finalidad la de llevar al creyente a una profundización progresiva del texto bíblico, de tal forma que la lectura lleve al encuentro con el Señor y, de este modo, a realizar una verdadera transformación de la propia vida. La lectura orante de la Palabra sitúa la vida del creyente en la tensión evangélicamente fecunda de la conversión, 33 en cuanto que el proceso que en ella se realiza es un itinerario que de la lectura y escucha de la Palabra lleva al conocimiento y del conocimiento lleva al amor y a una vida nueva, en conformidad con la voluntad del Señor. De este modo, la lectura del texto bíblico se transforma en martyría, en testimonio de la Presencia, que encuentra su cumplimiento más elevado en el don de la propia vida por amor. Cuanto diremos sobre el método de la lectura orante de la Palabra no pretende ser un esquema rígido. La lectura orante de la Palabra es un camino hacia Dios y, como todo camino, también ella ha de ser proporcionada al paso, fuerzas y ritmos del caminante. El resultado hacia el cual se ha de tender no es la realización de un esquema, sino la utilización libre de él para conseguir el encuentro con Dios a través de la Palabra leída, escuchada, acogida, orada, contemplada y vivida en los días feriales de nuestra existencia. Por motivos de practicidad, señalo como momentos de la lectura orante de la Palabra los siguientes: Lectura/escucha, meditación/asimilación, oración/contemplación, práctica/anuncio. Lee / escucha: ¿qué dice el texto? 26. La lectura no sólo es el primer paso de la lectura orante de la Palabra, sino que es la puerta que nos abre a la inteligencia, y a la comprensión de la Palabra, así como a la oración con la misma. La lectura no tiene su fin en sí misma, sino que debe orientar hacia la interiorización de la Palabra y el diálogo de meditación. Pero para que cumpla esa misión es necesario saber leer. Una lectura inteligente y provechosa, entre otras cosas comporta: a. Lectura programada. La lectura de la Palabra exige dedicarle un tiempo determinado, que favorezca la calma, el silencio, la soledad. La lectura, como la oración a la cual tiende, no puede hacerse en tiempos sobrantes, en tiempos a rellenar. Para que la lectura sea eficaz es necesario reservarse un tiempo considerado importante, y ser fiel a él. ¿Qué espacio ocupa en tu jornada la lectura orante de la Palabra? ¿Por qué? 34 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 b. Lectura atenta y en el silencio. En nuestros días la disciplina de la vigilancia y la atención se ha vuelto un arte difícil, también entre nosotros, asediados como estamos por mil llamadas a la extroversión, distraídos por tantos ruidos que nos vienen de fuera o que nos resuenan dentro. En vez de ser porteros vigilantes (cf. Mc 13,34) para acoger la Palabra, formamos parte de una generación de somnolientos, sordos, ciegos y mudos, prisioneros en las redes vacías de la trivialidad, embotados para la interioridad, que pisan constantemente el acelerador para huir de la realidad. Las palabras se van acumulando en las estanterías de nuestro corazón, las ideas, discursos, razonamientos, opiniones y comentarios van ocupando todos sus rincones, y devoran ese espacio de desierto y silencio al que Dios está queriendo atraernos, y su Palabra se queda en el umbral de nuestra casa, porque la puerta está cerrada y no hay respuesta a su llamada. Si perdemos el hábito de la atención, leeremos el texto, pero no nos sorprenderá la Palabra; creceremos probablemente en la ilustración, pero no en la sabiduría del corazón; nos consultarán como a peritos, pero no habrá en nuestras respuestas esa vibración que hace intuir bajo ellas un corazón deslumbrado y habitado por la Palabra. Por otra parte, una lectura sin silencio exterior no nos llevará a la comprensión del texto y a la oración (cf. Mt 6, 6). El conocimiento de Dios, objetivo último de la lectura, exige tiempo y, como dice Guillermo de Saint-Thierry, silencio y secreto75. La lectura orante de la Palabra exige una cura de silencio. En una sociedad como la nuestra somos llamados a recuperar espacios de silencio, a hacer desierto, para asegurar nuestro equilibrio interior y psicológico, para contemplar el mundo y los otros con los ojos del corazón, los únicos que pueden penetrar en las profundidades, y, sobre todo, para escuchar la voz de Dios que habla y que a todos tiene algo nuevo que decirnos. ¿Estamos dispuestos a ello? c. Lectura asidua. Leer con provecho exige también asiduidad. Una lectura ocasional no edifica, más bien nos hace inestables. En la lectura de la Palabra es necesaria la asiduidad, pues sólo ésta produce la familiaridad y la familiaridad produce y aumenta la fe, como dice el gran conocedor de la Palabra San Jerónimo76. Sólo la asiduidad en la lectura nos llevará a la asimilación de la Palabra hasta hacerla parte de uno mismo. Sólo una lectura asidua nos llevará a la oración, robustecerá la fe, y transformará nuestra vida a imagen y semejanza de la Palabra. Lee con mucha frecuencia la divinas Escrituras, ... el Libro Santo no se te caiga nunca de tus manos, aconsejará San Jerónimo77, y San Isidoro de Sevilla advierte: Quien desea estar siempre unido a Dios debe leer frecuentemente las Escrituras78. Sólo quien lee asiduamente puede entrar en la intimidad de la Palabra y descubrir sus secretos. Tal vez por este motivo Francisco después de pedir a todos los hermanos que acojan benignamente con amor divino las fragantes palabras de nuestros Señor Jesucristo, amonesta: Y los que no saben leer, háganselas leer con frecuencia79. ¿Con qué frecuencia te dedicas a la lectura orante de la Palabra? ¿Estás satisfecho? d. Lectura creyente. No se trata de una lectura de carácter intelectual, sino sapiencial, espiritual, es decir: una lectura que parte de la certeza que es el Espíritu quien inspira la Palabra y quien la explica. No se trata de leer y acercarnos a una palabra humana, sino a una Palabra que confesamos ser Palabra de Dios. Con la lectura no se trata de saciar nuestra curiosidad intelectual, sino de encontrarse con la Palabra, de saborear la Palabra que es Cristo. Ello presupone la fe, la única que nos lleva a descubrir, tras las palabras, la Palabra de la vida. Sin la fe la lectura será una lectura muerta y estéril, por erudita que sea. Leer la Palabra sin fe sería, en expresión de Kierkegaard, como contemplar el espejo sin mirarse en él. Sin la fe, la sola lectura no nos manifestará lo más recóndito de EX ACTIS MINISTRI GENERALIS nuestro ser, no cuestionará nuestra vida y, por tanto, no podrá transformarnos. Una lectura de la Palabra que no sea creyente no sólo no dará los frutos que sería de esperar, sino que producirá la muerte: La letra mata, pero el espíritu da vida80. Sólo una lectura hecha con los ojos de la fe nos dispondrá a escuchar y a acoger el mensaje de la Palabra, por difícil y radical que parezca, con un corazón abierto y disponible. En este contexto es sumamente importante recordar que lectura orante de la Palabra, o lectio divina, es una lectura hecha a dos: el Espíritu que la ha inspirado y la hace verdaderamente Palabra viva en quien la lee, y nosotros. Sin el Espíritu, y seguimos hablando de fe, no encontraremos en la Palabra el Verbo de Dios. Una lectura hecha con fe nos lleva a una lectura epiclética, que producirá en nosotros la comprensión, la iluminación, la docilidad y el vacío necesario para dejarnos habitar por la Palabra y, como María, engendrarla en nuestra vida. ¿Cómo andamos de fe cuando leemos la Escritura sagrada? ¿Cómo nos situamos ante la Palabra, como palabra humana o como Palabra de Dios? ¿Acojo o domestico las exigencias radicales del Evangelio? e. Lectura continua. Buscar textos según el propio gusto es reducir la Escritura a un libro en el que se busca lo que se quiere encontrar. Por ello es recomendable hacer la lectura orante de la Palabra basándose en el leccionario o haciendo una lectura continuada de la Sangrada Escritura o de uno de sus libros. Sólo así se podrá evitar caer en un puro subjetivismo. La comprensión del texto exigida por la lectura orante de la Palabra depende de la familiaridad con todo el texto bíblico, de tal modo que un texto sea comprendido y comentado con otro texto. Es necesario leer la Biblia con la Biblia. Para ello podemos y, en la medida de lo posible es necesario, servirse de los instrumentos a nuestro alcance que nos ayuden a una mejor comprensión del texto, como puede ser un buen comentario, sin olvidar, sin embargo, que la Pala- 35 bra de Dios nos ha sido dada para la unción espiritual y para la caridad, no para la simple erudición o la simple cultura. ¿Me dejo iluminar y enjuiciar por la Palabra o soy de los que buscan ser justificados por ella en todo lo que hacen y dicen? f. Lectura eclesial. La iglesia es el cuerpo donde la Palabra puede resonar verdaderamente como lo que es: Palabra de Vida. La Iglesia, que no es dueña de la Palabra, sin embargo la custodia e interpreta auténticamente, gracias a la acción del Espíritu que la asiste. Sólo la comunión con ella, vivida en plena docilidad al Espíritu, único verdadero exegeta de la Palabra, nos puede librar del subjetivismo interpretativo, del arbitrio, y del consumismo privado de la Palabra. Francisco, como ya hemos recordado, nos pone en guardia contra todo ello y nos enseña a leer la Palabra en comunión con la Iglesia. La lectura orante de la Palabra sólo es posible en el contexto eclesial y, por ello, comunitario, aun cuando se haga individualmente. La Palabra, nacida en la comunidad de fe, se comprende en la comunidad, por eso la vida fraterna en comunidad favorece el redescubrimiento de la dimensión eclesial de la Palabra: acogerla, meditarla, vivirla juntos, comunicar las experiencias que de elle florecen y así adentrarse en una auténtica espiritualidad de comunión81. La lectura de la Palabra, con todos los requisitos de los que hemos hablando, ha de ir acompañada de la voluntad de escucharla. Escucha Israel (Dt 4, 1; 5, 1; 6, 4-9), es la invitación que resuena constantemente en los oídos del Pueblo de Dios. Escucha, es el estribillo constante en la boca de los profetas, y el imperativo para todo aquel que se dispone a entrar en la lectura orante de la Palabra. A la Palabra corresponde la escucha, la sola que permite aceptarla, acogerla, y abrirle el corazón de uno mismo, para luego obedecerla sin tardanza, inmediatamente (cf. Mc 1, 18. 20)82. La escucha exige hacer silencio, que permite que el 36 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 mundo del otro, en este caso de la Palabra, entre en uno; exige prestar atención, que permite gestar la Palabra en el corazón, hospedarla; exige disponibilidad, es decir, que entre en uno mismo y haga morada en uno. Se entiende así que sin la escucha, la lectura es superficial, la Palabra se pierde, la comunicación se rompe, y el encuentro no se da. Medita/asimila: ¿Qué te dice hoy la Palabra? 27. No basta leer la Palabra, es necesario guardarla, custodiarla en el corazón (cf. Ez 3, 10), para que pueda producir los frutos esperados. No basta el encuentro material con la Palabra, es necesario asimilarla, acogerla con fe, hacerla nuestra. A esto mira precisamente este segundo momento de la lectura orante de la Palabra: la meditación/asimilación. Para la Biblia meditar significa susurrar, pronunciar en voz baja. Es por ello que la meditación a la que nos referimos se conoce, también, como rumiación de la Palabra. Es a través de ese susurro o rumiación del texto bíblico como se llega al conocimiento del texto, es decir, al conocimiento de la voluntad de Dios, para poder luego ponerla en práctica, vivirla, obedecerla. De este modo, la meditación lleva a la asimilación y de ésta se pasa a la captación del hoy de la Palabra que permite la confrontación de la vida, personal o comunitaria, con la Palabra escuchada. La meditación no es una elucubración, sino un diálogo, un encuentro personal con el tú que se nos ha revelado como él durante la lectura. La meditación no es, por tanto, una técnica que tiene como finalidad el propio sujeto, sino un camino que busca abrir el sujeto a la alteridad y a la comunión con el Verbo, a fin de llegar a tener los mismos sentimientos de Cristo (cf. Fil 2, 5). Esto, sin embargo, no se alcanza sin trabajo, sin rumiarla, lo cual comportará también, y según las propias posibilidades, el estudio de la Palabra. La meditación es una operación espiritual que de la lectura y de la escucha del texto bíblico lleva a una respuesta de ora- ción y contemplación, y a una respuesta de vida: la meditación mira a vivir y encarnar la Palabra. No por casualidad, la tradición bíblica habla de masticar y comer la Palabra: Hijo de hombre, aliméntate y sáciate de este rollo que te doy. Lo comí y fue en mi boca dulce como la miel (Ez 3, 3). Jeremías, por su pare, habla de devorar la Palabra con avidez. Tanta era la alegría que le inundaba al comerla (cf. Jr 15, 16), la dulzura que le proporcionaba (cf. Sal 119, 103. 105). La meditación/asimilación nos permite dejarnos habitar por la Palabra, acogerla en la propia intimidad, por eso sólo quien come la Palabra, puede luego comunicarla a los demás: Come este rollo y ve luego a hablar a la casa de Israel (Ez 3, 1). En este segundo momento de la lectura orante de la Palabra debe darse la simultaneidad necesaria entre la comprensión de la Palabra de Dios a través de la mente y la acogida generosa del corazón. En la meditación, precisamente porque se trata de asimilar el texto, debe involucrarse todo el hombre, sintetizado en el binomio tradicional de mente y corazón. Este momento es sumamente importante, pues se trata de dejarse transformar por la Palabra para ser Palabra viva de Cristo mismo, Palabra misma de Jesús, hecha visible y hecha carne en quien la recibe con amor. 28. En la primera Regla83 Francisco, basándose en la parábola del sembrador (cf. Mt 13, 3- 23), presenta cuatro tipos de encuentro con la Palabra. En el primer caso la Palabra no es entendida y pronto viene el maligno para llevarse lo que ha sido depositado en el corazón. En el segundo caso la Palabra es abandonada a causa de las persecuciones o tentaciones. En el tercer caso la Palabra es sofocada por las preocupaciones del mundo. En el cuarto caso –es el de quien la escucha con corazón bueno, es decir, con buenas disposiciones-, la Palabra es comprendida, custodiada, y da fruto. La Palabra si no es escuchada con corazón bueno se pierde, es sofocada, no puede producir fruto. Quien no acoge la Palabra con unas determinadas disposiciones es tierra a lo largo del camino, tierra entre rocas y EX ACTIS MINISTRI GENERALIS entre zarzas, donde la Palabra no puede crecer y menos, todavía, dar fruto. Francisco nos pone en guardia contra esta posibilidad diciéndonos: Y guardémonos mucho de la malicia y de las sutilezas de Satanás, que quiere que el hombre no tenga su mente y su corazón vueltos a Dios84. El maligno quiere que la Palabra no encuentre tierra buena, es decir, que no permanezca en el corazón. Y es que la Palabra pone al corazón en estrecha relación con el Señor, que es lo que el espíritu del mal no quiere en absoluto. Pera evitar esta relación, el maligno, con astucia, intenta ir a la causa del corazón vuelto hacia el Señor: la Palabra custodiada en el corazón del hombre. El corazón del hombre es presentado por Francisco, siguiendo las Escrituras, como una casa, una habitación, de la cual el maligno ha sido echado fuera por el poder de la Palabra. Es necesario vigilar, estar en guardia, a fin de que no regrese con mayor fuerza, so pretexto de una recompensa. Perder la Palabra del corazón significaría perder al Señor, mientras que guardarla y custodiarla en el corazón posibilita servir, amar, adorar y honrar al Señor Dios con corazón puro y mente pura85.Es la permanencia de la Palabra la que transforma el corazón de piedra en corazón de carne, el inmundo en corazón puro: Vosotros estáis limpios gracias a Palabra que os he anunciado (Jn 15, 3). En la meditación/asimilación nos jugamos el fruto de la lectura orante de la Palabra. Es necesario, por tanto, prepararla con atención, tanto en la disposición del corazón, como en los aspectos exteriores: tiempo, lugar, silencio…Y aquí resuena también la Palabra del Señor: La atraeré a mí, la llevaré al desierto y le hablaré al corazón (Os 2, 16). Hemos de disponer el corazón para la palabra como un campo reservado y protegido, recordando que la Palabra resuena sólo en un corazón disponible y en el silencio. Entonces el desierto se transforma en lugar habitado por la Palabra, en memoria del amor primero (cf. Jr 2, 2), en lugar de la fidelidad (cf. Dt 32, 10-12). ¿Con cuáles medios custodio la Palabra en el corazón? 37 Ora/contempla: ¿Qué le dices al Señor con la Palabra? 29. Una vez asimilada la Palabra gracias a la meditación, ahora es el momento de orar con la Palabra. Una vez que sabemos lo que el Señor nos dice, ahora es el momento de preguntarnos ¿qué le digo al Señor? Orar es responder a Dios después de haberle escuchado, es decirle sí a su proyecto sobre nosotros, y, en cierto sentido, es restituirle la Palabra escuchada. En este tercer paso de la lectura orante de la Palabra es el momento de hablarle al Señor, de manifestarle lo que sentimos en nuestro corazón, llevados de la mano de la Palabra. El padre san Francisco es un buen ejemplo de ello en sus Oraciones. La Palabra ha llegado a nosotros, anida en nuestro corazón, y ahora vuelve a Dios en forma de oración. Así lo vemos en las grandes oraciones del Nuevo Testamento: Magnificat (cf. Lc 1, 46ss), Benedictus (cf. Lc 2, 67ss), y Nunc dimitis (cf. Lc 2, 29-32). La oración en el contexto de la lectura orante de la Palabra es un grito que brota desde lo más profundo del corazón que arde por la Palabra de Dios. Transformar la Palabra en oración es mirarnos al Espejo, presente en ella, para dejarnos transformar por él, interior y exteriormente, y luego ser también nosotros espejo para los demás86. El cuando escuchas, Dios te habla; cuando oras, tú hablas a Dios, de Ambrosio se cumple. El círculo se cierra, es completo. La oración, por tanto, no es un medio para la lectura orante de la Palabra, sino el resultado de ella, como resultado de la oración es la contemplación: momento pasivo de la intimidad, momento en que la Palabra es saboreada en el corazón, conocimiento de Dios con la experiencia del corazón, concentración en el misterio de Dios (cf. Jn 17, 3). Tras una prolongada oración uno experimenta la presencia del Señor que suscita en nosotros: estupor, maravilla, mirada limpia de la realidad con los ojos de los sencillos, de los pobres en el espíritu. En este contexto, la contemplación es la que sale de un corazón habitado y tocado por la Palabra. Si la oración nos lleva a lo concreto de la vida, pues la oración nunca se puede separar 38 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 de la vida: oramos lo que vivimos y amamos a Dios a través de nuestras situaciones y de las cosas concretas que vivimos; la contemplación, en cambio, nos lleva a concentrarnos en lo esencial: mirar únicamente a Jesús, reposar en él, acoger su amor por nosotros (cf. Lc 10, 39)87. De este modo la contemplación nos lleva de los acontecimientos y situaciones de la vida, a descubrir y saborear en ellos la presencia activa y creadora de la Palabra, y el encuentro sobre Ella es sustituido por el encuentro con Ella. Entonces la Palabra habitará por la fe en nuestros corazones y, finalmente, conoceremos el amor de Cristo (cf. Ef 3, 17-19). Pon en práctica/anuncia: ¿Qué hacer con la palabra? 30. La conclusión natural de la lectura orante de la Palabra es ésta: poner en práctica la Palabra y dar testimonio del Señor. En la Escritura sagrada una misma palabra, shemá, significa escuchar, obedecer, poner en práctica. Escuchar no es sólo adquirir información sobre Dios, sino adherirse a una Palabra que compromete el modo de vivir. Si escuchar es la respuesta natural del hombre a un Dios que habla, la obediencia de la fe (cf. Rm 1, 5; 10, 14-17) es la meta de toda escucha. La lectura orante de la Palabra no es, por tanto, solamente una escuela de oración, es también una escuela de vida. No todo el que dice Señor, Señor, entrará en el Reino de los cielos. Sino el que escucha y pone en práctica la Palabra (Mt 7, 21). Nuestra comunión con el Señor expresada en términos humanos usados por el Evangelio –madre, hermanos, hermanas-, depende del hacer vida en nuestras vidas la Palabra de Dios (cf. Mt 12, 48-50). Quien acoge la Palabra en la fe y en la obediencia, y la deja obrar, experimenta una fuerza transformadora, pues es habitado por Cristo, como dice el Apóstol: Es Cristo quien vive en mi (Ga 2, 20). La obediencia a la Palabra ilumina cualquier otra obediencia. La Palabra acogida con un corazón puro nunca es ineficaz, pues como dice el profeta: como descienden la lluvia y la nieve de los cielos y no vuelven allá, sino que empapan la tierra y la hace germinar, dando la simiente para sembrar y el pan para comer, así la palabra que sale de mi boca no vuelve a mi vacía, sino que hace lo que yo quiero y cumple su misión (Is 55, 10-11). Cuando, como María, se acoge la Palabra y se conserva en el corazón (cf. Lc 1, 38; 2, 19. 51), la Palabra nos pone en camino hacia quienes nos necesitan (cf. Lc 1, 39- 45). La Palabra escuchada y acogida se transforma en vida. Francisco se esmeró constantemente por pasar de la vida a la Palabra y de la Palabra a la vida, encarnando en propuestas concretas de vida cada fragmento que leía o escuchaba de la Palabra. Según él, la Palabra de Dios si sólo se oye es palabra muerta, que produce la muerte. A quienes, privados de sabiduría espiritual, se limitan a oír la Palabra bien se les puede aplicar las palabras que Francisco escribe en una de sus Cartas: ven, conocen, saben y hacen el mal, y a sabiendas pierden sus almas88. Por eso pone gran cuidado en preservar a los hermanos de una escucha de la Palabra descomprometida y desencarnada de la vida. Ya hemos hecho referencia a la explicación que da de la parábola del sembrador en la primera Regla89. Ese texto muestra la preocupación de Francisco de que sus hermanos sean tierra buena, a fin que la Palabra sembrada en sus corazones pueda germinar, crecer y dar fruto. La misma preocupación la muestra Francisco en dos de sus Admoniciones. Para Francisco, la Palabra de Dios no puede permanecer ineficaz. La Palabra escuchada está llamada a producir fruto en la vida, y quiere, además, ser restituida al Señor, de quien es todo bien, con la palabra y el ejemplo90. Las santísimas palabras no se pueden separar de las obras del Señor. La actividad pastoral de los hermanos y de las hermanas, que consiste en mover a los hombres al amor de Dios con gozo y alegría, está ligada a la escucha atenta y a la puesta en práctica de la Palabra. Francisco no puede soportar la superficialidad91. El punto de llegada de la lectura orante de la Palabra es la evangelización. Y esto es importante no olvidarlo. El fruto de la lectura orante de la Palabra se obtiene sólo cuando se rompe la caparazón del tibio EX ACTIS MINISTRI GENERALIS seno materno y se permite a los demás poder beber en aquella misma Palabra que por fin nos ha transformado el corazón. Nos decía recientemente Benedicto XVI: Nutrid vuestra jornada de oración, de meditación y de escucha de la Palabra de Dios. Vosotros, que tenéis familiaridad con la angina práctica de la lectio divina, ayudad también a los fieles a valorizarla en su existencia cotidiana. Y sabed traducir en testimonio cuanto la Palabra indica, dejándoos plasmar por ella que, como semilla acogida en un buen terreno, da frutos abundantes. Seréis, de este modo, dóciles al Espíritu y creceréis en la unión con Dios, cultivaréis la comunión fraterna entre vosotros y estaréis prontos a servir con generosidad los hermanos, sobre todo los que se encuentran en necesidad92. Llamados a anunciar la Palabra a los demás, sólo saciando nuestra sed en el encuentro con la Palabra, como la Samaritana, podremos convertirnos en mensajeros Palabra93. CONCLUSIÓN 31. La muchacha de Nazaret, la Virgen hecha Iglesia, ella, palacio, casa y tabernáculo de la Palabra94, que está atenta a la Palabra y es capaz de guardarla y meditarla en su corazón, es paradigma de todos nosotros que queremos escuchar, acoger y vivir la Palabra. Llamados a caminar desde Cristo, Palabra del Padre a la humanidad, sentimos la necesidad de mirar a María, oyente atenta de la Palabra, a fin que la escucha de la Palabra, en la antigua y siempre válida tradición de la lectura orante de la Palabra, nos interpele, oriente y modele nuestra existencia95. Es el único camino para lograr que se impregnen en nosotros los rasgos del Verbo Encarnado96. Queridos hermanos y hermanas: Francisco y Clara, y con ellos tantos hermanos y hermanas nuestros a lo largo de estos 800 años de historia de nuestra Fraternidad, han constatado que la Palabra de Dios es una Palabra viva y eficaz. Ellos se dejaron agarrar, interpelar, cuestionar, e iluminar por esta Palabra liberadora y creativa, y sus vidas cambiaron. Ellos también nos han mos- 39 trado cómo la Palabra sólo es eficaz si la encarnamos en la vida cotidiana, y que no la podemos ofrecer enlatada o precintada, sino que ha de ser expuesta desde la vida, porque no es ideología sino propuesta de vida. Urge leer nuestra vida desde la Palabra y la Palabra desde la vida. Y en esto también los pobres pueden ser nuestros maestros. Llamados a anunciar la Palabra, los hermanos y hermanas de hoy y de mañana, en un mundo profundamente secularizado no podremos testimoniar a Cristo si no somos contemplativos que se dejan, en el silencio de la lectura orante de la Palabra, reengendrar por medio de la Palabra de Dios viva y permanente (1P 1, 23). Si de Dios sólo podemos hablar si antes hablamos con él, la Palabra sólo se puede comunicar a los demás si antes hemos saciado nuestra sed de plenitud en el manantial de la Palabra. Siguiendo el ejemplo de cuantos nos precedieron en el seguimiento de Cristo según la forma de vida evangélica que nos trasmitieron Francisco y Clara, seamos diligentes en la escucha de la Palabra y recibámosla con docilidad. No nos contentemos sólo con oír la Palabra, engañándonos a nosotros mismos, más bien pongámosla por obra, pues sólo así podrá salvar nuestras vidas y será para nosotros fuente de felicidad, gozo y alegría (cf. Sant 1, 19. 21. 25; Jr 15, 16.). Estamos en camino, un camino que queremos nos lleve a lo esencial de nuestra experiencia de fe, un camino que nos aleje de la tentación de domesticar las palabras proféticas del Evangelio para adaptarlas a un estilo de vida cómodo97. Y en este camino necesitamos fortalecernos con el alimento de la Palabra. La forma de vida que nos dejaron Francisco y Clara vive de la Palabra, bebe de la Palabra y encuentra su descanso en la Palabra. El deseo de servicio y de misión que nos lleva a ser menores entre los menores de la tierra98, se mantiene encendido gracias a la Palabra. La fidelidad que anida en el corazón de tantos hermanos y hermanas se repone todos los días en la meditación asidua de la Palabra. La comunión entre nosotros, desde la lógica del don99, se mantiene viva gracias a la Palabra que nos convoca. Sólo la Palabra nos pone en cami- 40 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 no y nos empuja a la misión, capacitándonos, al mismo tiempo, para llevar a cabo una seria revisión de nuestra misión e iniciar, con osadía, caminos inéditos de presencia y de testimonio100. Dejémonos acariciar por la brisa de la Palabra. Sea ella lámpara para nuestros pasos, luz en nuestro camino (cf. Sal 118, 105). ¡ Habla, Señor, que tu siervo escucha! Habla, Señor… ¡No te quedes callado! tu silencio es terrible. Necesitamos oír tu voz más que del pan y del vino, más que del amor y de la vida. Necesitamos oír esa voz que nos haga compañía en nuestro trabajo y en nuestra peregrinación. Habla, Señor… ¡No te quedes callado! tu silencio es terrible. ¡Habla, aunque no te escuchemos! ¡Habla, aunque nuestro ruido interior ahogue tu voz! ¡Habla, aunque tu palabra nos queme! Habla, Señor… ¡No te quedes callado! tu silencio es terrible. Señor: Danos hambre y sed, no de pan o de agua, sino de escuchar tu Palabra. Señor: Tú que te acercas al hombre en el aquí y en el ahora, concédenos el favor de escuchar hoy tu voz María, Madre y Sierva de la Palabra alcánzanos la gracia de descubrir su belleza, de tal modo que, custodiándola en nuestro corazón, sea nuestro gozo y alegría. Fiat, fiat. Roma, 23 de marzo, solemnidad de la Resurección del Señor, de 2008. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro general ABREVIATURAS Sagrada Escritura Am Amós. Ap Apocalipsis. Dn Daniel. Dt Deuteronomio. Ef Efesios. Es Esdras. Ex Éxodo. Ez Ezequiel. Ga Gálatas. Gn Génesis. Hb Hebreos. Hch Hechos de los Apóstoles. Is Isaías. Jb Job. Jn Evangelio de Juan. 1Jn Primera de Juan. Jr Jeremías. Lc Evangelio de Lucas. Mc Evangelio de Marcos. Mt Evangelio de Mateo. Neh Nehemías. Os Oseas. 1P Primera de Pedro. 2Re Segunda Reyes. Rm Romanos. Sal Salmos. 1S Primera Samuel. Sant Santiago. Si Sirácida. 2Tm Segunda Timoteo. 1Ts Primera Tesalonicenses. Escritos de San Francisco de Asís Adm Admoniciones. AlD Alabanzas al Dios Altísimo. Cant Cántico de las criaturas. CtaO Carta a toda la Orden. CtaCle Carta a los clérigos. 1CtaCusPrimera carta a los custodios. 1CtaF Primera Carta a los fieles. 2CtaF Segunda Carta a los fieles. FVCl Forma de vida para Clara y sus hermanas. 1R Primera Regla. 2R Segunda Regla. SalVM Saludo a la bienaventurada Virgen María. Test Testamento. EX ACTIS MINISTRI GENERALIS Otros textos franciscanos 1Cel Vida Primera de Tomás de Celano. 2Cel Vida Segunda de Tomás de Celano. 2CtaCl Segunda carta de santa Clara a Inés de Praga. 3CtaCl Tercera carta de santa Clara a Inés de Praga. 4CtaCl Cuarta carta de santa Clara a Inés de Praga. LM Leyenda mayor de San Buenaventura. RCl Regla de santa Clara. TC Leyenda de los Tres Compañeros. Otras abreviaturas CdC Congregación para los Institutos de Vida Consagrada y las Sociedades de Vida Apostólica, Caminar desde Cristo, un renovado compromiso de la Vida Consagrada en el Tercer Milenio (14 junio 2002). DV Concilio Vaticano II, Constitución Dogmática Dei Verbum sobre la divina revelación (18 noviembre 1965). ES Pablo VI, Carta Apostólica Motu propio Ecclesiae Sanctae (6 agosto 1966). NMI Juan Pablo II, Novo Millennio Ineunte, Carta apostólica al concluir el gran jubileo del año 2000 (6 enero 2001). PG Jacques-Paul Migne, Patrologiæ Graecæ. PL Jacques-Paul Migne, Patrologiæ Latinæ. sc Colección Sources Chrétiennes, sobre los textos de los Padres de la Iglesia e Historia del cristianismo antiguo y medieval. SC Concilio Vaticano II, Constitución Sacrosanctum Concilium sobre la divina liturgia (4 diciembre 1963). Sdp El Señor os dé la paz, Documento Capítulo General, 2003. Shc El Señor nos habla en el camino, Documento Capítulo General Extraordinario, 2006. SO Sinodo de los Obispos, XII Asamblea General Ordinaria: La Pala- VC 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 41 bra de Dios en la vida y en la misión de la Iglesia. Lineamenta (25 de marzo de 2007). Juan Pablo II, Vita consecrata, Exhortación apostólica postsinodal sobre la vida consagrada y su misión en la Iglesia y en el mundo (25 marzo 1996). NOTAS CtaO 3. Cf. Test 14. La gracia de los orígenes. VIII Centenario de la fundación de la OFM, Roma, 8 de diciembre de 2004. 2CtaF 2-3. DV 2. Cf. DV 2. Cf. Cánt 4. DV 9; cf. 24. 2CtaF 4. 2CtaF 3. DV 2. SO, Lineamenta 10d. Catecismo de la Iglesia Católica, n. 65. DV 4. Cf. RUPERTUS ABBAS TUITIENSIS, De operibus Spiritus Sancti, 1, 6; en sc 131, 72- 74. Cf. DV 21. HUGO DE SAN VICTOR, De arca Noe mor., II. 8; en PL 176, 642. SAN JERÓNIMO, Com. in Is. Pról.; en PL 24, 17. ES 2, 25. Cf. DV 21. FILÓN DE ALEJANDRÍA, Quis rerum 79. DV 21. Cf. SAN AMBROSIO, De officiis ministrorum, I, 20, 88; en PL 16, 50. SAN AGUSTÍN, Enarr. in Ps. 29, 16; en PL 36, 224. SC 7. Leccionario promulgado por PABLO VI, Prenotandos 3. Cf. 1CtaCle 1-3. 6.11-12; 2CtaF 33-34; 1CtaCus 2-7; CtaO 34- 37; Test 4- 5.10.12. Cf. 1Cel 22. Cf. 1Cel 110. 2Cel 105. Cf. 2CtaF 2-3. Cf. CtaO 39. 2Cel 102. LM 11, 2. Cf. SAN GREGORIO MAGNO, Commento mora- 42 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 le a Giobbe 2, II, X, 13, Ed. Città Nuova, vol I-2, Roma 1994, 144. TC 25; cf. 1Cel 22. Cf. 2Cel 208. Cf. 2Cel 102. 2Cel 15. CtaCl 1-3. Cf. 2Cel 209. Cf. DV 21. Cf. 2CtaF 34. CtaO 34. Cf. 1Cel 22. Test 13. 2Cel 216. Adm 20, 1-2. Cf. CtaO 34. Cf. 2CtaF 33-34; 2CtaCl 4-6 Cf. 1Cel 22. CtaO 5-6. 2CtaCl 12. 3CtaCl 11. 2CtaCl 15. Cf. VC 110. Cf. NMI 3. Cf. NMI 1. Shc 6. CtaO 6. Cf. 1R 22, 41; 2CtaF 39. Cf. 1R, Prol 2; 1, 1; 2R 1, 1; FVCl 1; RCl 1, 2. Cf. 1CtaF 6- 10. Cf. Adm 7, 3- 4. Cf. 2CtaCle 3. Cf. ALD. ORÍGENES, In Exod. hom. 13, 3. 2R 1, 1. Cf. SAN BERNARDO, In Canticum Serm. 57, 3; en PL 183, 105, cf. ORÍGENES, In Canticum Canticorum Hom. 1, 7; en sc 37, 95. SAN JUAN CRISÓSTOMO, In Matheum 2, 5; en PG 57, 30. SAN JUAN CRISÓSTOMO, In Matheum 5, 1; en 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 PG 57, 55. SAN JUAN CRISÓSTOMO, In Genesim 6, 2; en PG 54, 607. DV 25. SO, Lineamenta 25. Cf. GUILLERMO DE SAINT-THIERRY, Super Cantica Canticorum, 1, 28, en sc 82, 109. Cf. SAN JERÓNIMO, Epistola ad Eustochium, 22, 17, en PL 22, 404. SAN JERÓNIMO, Epistola ad Nepotianum, 52,7, en PL 22, 527. SAN ISIDORO DE SEVILLA, Sententiae 3, 8,2-3, en PL 83, 679B 1CtaF 2,19-20. Cf. Adm 7. CdC 24. Cf. 1Cel 22. 1R 22, 11-18. 1R 22, 20. 1R 22, 26. Cf. 3CtaCl 12- 13. Esto es lo que Francisco siente y manifiesta en las Alabanzas al Dios Altísimo, después de haber orado largamente en el monte Alvernia. El Señor lo es todo para él: el bien, el todo bien, el sumo bien (cf. AlD 3). Es la experiencia que aparece en la 4CtaCl 9-14. 2CtaF 68. Cf. 1R 23, 10-17. Cf. Adm 7. Cf. Adm 20. BENEDICTO XVI, Discurso en ocasión de la Jornada de la Vida consagrada, 2008. Shc 17. SalVM 1. 4. Cf. NMI 39. CdC 24. Cf. Sdp 2. Shc 33. Cf. Shc 19-25. Shc 33. E SECRETARIA GENERALI 1. Capitulum Prov. Fluvii Platensis Assumptionis BMV in Argentina El Capítulo Provincial intermedio de la Provincia de la Asunción de la Santísima Virgen María del Río de la Plata, en Argentina, celebrado conforme a Derecho en la Casa de San Antonio de Arredondo, en Villa Carlos Paz, Córdoba, presidido por BUNADER JALIL FR. JULIO CÉSAR, Ministro provincial, el 20 de octubre de 2007 eligió legítimamente los Definidores provinciales: CATALÁN CERDA FR. JORGE DAVID MOREA AYARAGARAY FR. DIEGO JOSÉ PICO ROVALETTI FR. JUAN ALBERTO ZATTI DE MATTIA FR. EDUARDO JOSÉ. El Definitorio General, en su Sesión del 11 de enero de 2008, después de examinar las Actas auténticas, aprobó estas elecciones. Prot. 098585/S8-08 2. De trasitu ad aliud Institum Das Generaldefinitorium des Minderbrüderordens beriet beim Kongress am 16. Januar 2008 unter meinem Vorsitz über die Bitte des Bruders Daniel Kistner um Übertritt in die Ordensgemeinschaft der Frati Francescani dell’Immacolata. Die Bitte des Br. Kistner, Ordensmann mit feierlicher Profess im Minderbrüderorden und Mitglied der Provinz vom Hl. Kreuz in Deutschland, war eingereicht durch seinen Provinzialminister im Brief von 8 Dezember 2007. Im Besitz der Befürwortung des Provinzialministers und seines Definitoriums, sowie der Befürwortung des Generalministers der Frati Francescani dell’Immacolata (1 November 2007) und nach Erhalt der Zustimmung des Generaldefinitoriums, erteile ich Br. Daniel Kistner, ofm, die Erlaubnis, die Probezeit zu beginnen, wie vorge- legt im Brief des Generalministers der Frati Francescani dell’Immacolata, P. Stefano M. Manelli, in Sicht des Übertritts in die genannte Ordensgemeinschaft gemäβ can. 684. § 2. Das vorliegende Dekret tritt am 1. Juli 2008 in Kraft, wie vom Provinzdefinitorium vorgeschlagen. Gegeben in Rom, am Sitz der Generalkurie des Ordens, am 16. Januar 2008. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO Generalminister FR. ERNEST KAROL SIEKIERKA Generalsekretär Prot. 098590/S013-08 3. Fund. S. Francisci Assisiensis in Russia/Cazastania electiones Il Definitorio Generale, nella Sessione del 17 gennaio 2008, ha attentamente esaminato la relazione del Visitatore generale, ZÁŇ FR. PETER, sullo stato della Fondazione di San Francesco d’Assisi in Russia e Kazakistan, dipendente dal Ministro generale e, tenendo conto del voto consultivo dei Membri della suddetta Fondazione, ha eletto: Presidente della Fondazione: TREZZANI FR. GUIDO Consiglieri della Fondazione: BEDNARSKI FR. BOGUMIŁ GAA FR. DAVID YONG CHEOL FR. DOMINICO KIM. Queste elezioni sono state ratificate il 18 gennaio 2008. Prot. 098602/M5-08 4. Capitulum Prov. Ss. Martyrum Iaponiensium in Iaponia 44 AN. CXXVI – SEPTEMBRIS-DICEMBRIS 2007 – N. 3 In the Provincial Chapter of our Province of the Holy Martyrs of Japan, in Japan, regularly celebrated according to the norms of Canon Law, in the House of St. Anthony Friary, in Seta Tokyo, under the presidency of the Visitator General, OBICO BR. BALTAZAR, the following were elected on the 23th and the 24th of November 2007: for the office of Minister Provincial: HASEGAWA BR. PAUL for the office of Vicar Provincial: MURAKAMI BR. PAUL MIKI for the office of Provincial Definitors: KUWATA BR. AUGUSTINUS NELSCAMP BR. HUBERT SUZUKI BR. ANDREAS YAMAYA BR. JOHN DUNS SCOTUS. The General Definitory, during its session of the 17th of January 2008, carefully examined and approved the election. Prot. 098616/S22-08 5. Capitulum Prov. S. Francisci Solano in Peruvia En el Capítulo Provincial de nuestra Provincia Misionera de San Francisco Solano, en Perú, celebrado regularmente según las disposiciones del Derecho, presidido por el Visitador General, COVILI LINFATI FR. ISAURO ULISES, los días 23 y 24 de enero de 2008 fueron elegidos, para el oficio de Ministro Provincial: VALLEJO LAGOS FR. MAURO para el oficio de Vicario Provincial: ALEGRE PAREDES FR. ANDRÉS para el oficio de los Definidores Provinciales: CAJO RODRÍGUEZ FR. JORGE GARCÍA PALACIOS FR. JOSÉ DEL CARMEN HORNA MENDOZA FR. JORGE SALDAÑA DELGADO FR. ANTONIO SANTAMARÍA BENITO FR. FÉLIX. El Definitorio General, en su Sesión del día 7 de febrero de 2008, después de examinar la validez las Actas auténticas, aprobó estas elecciones. Prot. 098658/S47-08 6. Electio extra Capitulum Prov. S. Francisci Solano in Peruvia El Congreso Definitorial de nuestra Provincia Misionera de San Francisco Solano, Perú, legítimamente celebrado el día 3 de febrero de 2008, en el Convento de Nuestra Señora de los Ángeles, en Lima, presidido por el Visitador General, COVILI LINFATI FR. ISAURO ULISES, fuera de Capítulo Provincial eligió para el oficio de Definidor Provincial: TELLO LABAJOS FR. DAVID, por la muerte de su predecesor, GARCÍA PALACIOS FR. JOSÉ DEL CARMEN. El Definitorio General, en su Sesión del día 7 de febrero de 2008, después de examinar la validez del Acta, aprobó esta elección. Prot. 098658/S48-07 7. Translatio Collegii S. Bonaventuræ Cryptæ Ferratæ in Italia Il Definitorio generale nel Tempo Forte del marzo 2006, previo accordo con la Provincia minoritica d’Irlanda, ha deciso di accettare la Casa di Sant’Isidoro, situata in Roma, sotto la giurisdizione del Ministro generale, come previsto dall’accordo siglato tra la Curia generale e la Provincia d’Irlanda (Prot. 096635/145-S06). Il Definitorio ha deciso altresì di trasferire alla suddetta Casa tutte le competenze di cui godeva finora il Collegio di Grottaferrata, compresa la Fraternità, che si trasferirà a Sant’Isidoro non appena saranno completati i necessari lavori di ristrutturazione entro i primi mesi del 2008. Ciò premesso, avvalendomi dell’autorità derivante dal mio ufficio con il presente Decreto stabilisco che: 1. la Casa di Sant’Isidoro diventi Casa dipendente dal Ministro generale e Sede del Collegio di San Bonaventura (Quaracchi), con tutte le competenze finora godute dalla Casa di Grottaferrata; 2. conclusi i lavori di ristrutturazione dell’attuale convento di Sant’Isidoro, i Frati, E SECRETARIA GENERALI che dimorano ora nel Collegio di Grottaferrata e che riceveranno l’«obbedienza», passeranno automaticamente a formare la nuova Fraternità di Sant’Isidoro di Roma, dipendente dal Ministro Generale. Dalla Casa Generalizia dell’Ordine dei Frati Minori, in Roma, il 22 gennaio 2008. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO Ministro generale FR. ERNEST K. SIEKIERKA Segretario generale Prot. 098629 8. Capitulum Prov. S. Francisci in Vietnamia In the Provincial Chapter of our Province of Saint Francis, in Vietnam, regularly celebrated according to the norms of Canon Law, in the House of Thu Duc, under the presidency of the Visitator General, Ante Br. Oscar, the following were elected on the 16th of January 2008: for the office of Minister Provincial: VU PHAN LONG BR. FRANCIS XAVIE for the office of Vicar Provincial: NGUYEN DINH VINH BR. PAUL for the office of Provincial Definitors: DINH QUOC TRU BR. JOSEPH NGUYEN HAI MINH BR. ANSELM NGUYEN VAN KHOAN BR. PETER NGUYEN XUAN QUY BR. JOSEPH XUAN THAO BR. JOSEPH. The General Definitory, during its session of the 4th of March 2008, carefully examined and approved the election. Prot. 098722/S85-08 9. Capitulum Cust. Aut. S. Ioannis Baptistæ in Pakistania In the Custodial Chapter of our Custody of St. John the Baptist, in Pakistan, regularly celebrated according to the norms of Canon Law, in the Custodial House, under the presidency of the Visitator General, SYUKUR BR. 45 PASKALIS BRUNO, the following were elected on the 8th of February 2008: for the office of Custos: MUGHAL BR. PETER for the office of Vicar Custodial: MOHAN BR. VICTOR for the office of Custodial Counselors: BHATTI BR. BERNARD JOHN BR. VICTOR MASCARENHAS BR. LOUIS MOHAN BR. WALFRED. The General Definitory, during its session of the 4th of March 2008, carefully examined and approved the election. Prot. 098681/S59-08 10. Extra Capitulum Prov. Christi Regis in Canada electio The General Definitory, during its session of the 4th of March 2008, examined and approved the Acts of the extra-capitular elections by the Definitory of the Province of the Christ the King, in Canada, held on the 4th of December 2007 under the presidency of VAVREK BR. DENNIS, Minister Provincial of the said Province, and ratified, in accordance with the prescriptions of art. 189 of the General Statutes of the Order, the election of TESSIER BR. DOMINIC as Definitor Provincial. Given in Rome, at the General Curia of the Order of Friars Minor, on the 6th of March 2008. Prot. 098730/S91-08 11. Extra Capitulum Prov. S. Michaëlis Archangeli in Ukraina electio Il Congresso definitoriale della Provincia di San Michele Arcangelo, in Ucraina, regolarmente celebrato secondo le disposizioni del Diritto, il giorno 3 febbraio 2008, presso la Casa di San Giovanni da Dukla, a Zhytomyr, presieduto dal Ministro provinciale, KOPYSTERYNSKYI FR. DROVOSLAV, ha eletto “extra-Capitolum” 46 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 per l’ufficio di Vicario provinciale: ZAJĄC FR. NATANAEL per l’ufficio di Definitore provinciale: VETLUHIN FR. SLAVOMYR. Queste elezioni sono state ratificate dal Definitorio generale il 4 marzo 2008. Prot. 098675/S57-08 12. Visitatores generales – CONCHA CAYUQUEO FR. JORGE ENRIQUE, Prov. Ss. Trinitatis in Chilia, pro Prov. S. Francisci de Quito in Aequatoria: 15.03.2008; prot. 098601/S16-08. 13. Domus suppressæ – Franziskanerkloster, Warendorf, Germania: 01.02.2008; prot. 098623/S28-08. – Pfarre, Baumgartenberg, Austria: 0703. 2008; prot. 098716/S81.08. – San Cristóbal, Jutiapa, Guatemala: 0703.2008; prot. 2008. 14. Notitiæ particulares 1. Nuovo Segretario generale – Il Defintorio generale, nella sessione dell’11 gennaio 2008, ha eletto agli Uffici di Segretario generale e di Notaio dell’Ordine FR. ERNEST KAROL SIEKIERKA, della Prov. S. Francisci Assisiensis, Polonia: 14.01.2008; prot. 098613/S20-08. 2. Capitolo generale 2008 – Il Ministro generale, sentito il Definitorio nella Sessione del 10 gennaio 2008, ha affidato il compito di rivedere l’Ordo Capituli a: Patton Fr. Francesco e Várnai Fr. Jakab: 24.01.2008; prot. 098637. – Il Ministro generale, sentito il Definitorio nella Sessione del 10 gennaio 2008, ha nominato la Commissione preparatoria del prossimo Capitolo generale, i cui Membri sono: Patton Fr. Francesco (Coordinatore), De Carvalho Junior Fr. Walter, Isabell Fr. Damien, Nguyen Van Si Fr. Ambrogio: 24.01.2008; prot. 098638. – Mathias Fr. Gabriel, della Prov. S. Thomæ Apostoli, India, è stato nominato dal Ministro generale, Vice Segretario del Capitolo generale: 24.01.2008; prot. 098636. – Alvarado Segura Fr. Edwin de Jesús, della Prov.Dominæ Nostræ de Guadalupe, America Centrale e Panama, è stato nominato Vice Segretario del Capitolo generale: 15.03.2008; prot. 098776. 3. Fondazioni – Il Ministro generale, con il consenso del Definitorio (4 marzo 2008), ha dichiarato che la Fondazione Francescana della Rep. Centroafricana, eretta il 17 marzo 2005, fa parte della Conferanza dell’Africa: 04.03.2008; prot. 095561. – Il Ministro generale, con il consenso del Definitorio (5 marzo 2008), ha eretto la Fondazione “S. Antonio da Lisbona” nel Timor Est, dipendente dalla Prov. S. Michaëlis Archangeli in Indonesia (il Decreto entra in vigore il 13 giugno 2008): 15.03.2008; prot. 098712/80-S08. E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS 1. Meeting of the Secretaries for Formation and Studies of the SAAO Conference Singapore, St Anthony’s Friary, 05-09.01.2008 Mario Debattista welcomed the participants and offered the apologies of those unable to attend. He gave special thanks to Clifford Augustine for the willingness of the Custody to host our meeting and to Massimo Fusarelli for making himself available for our meeting. Mario then briefly presented the background to our meeting and the process leading up to it which began at our last meeting with the SAAO Ministers and Custodes in Jakarta in May 2006. The Friars then offered some of their hopes for and expectations from the meeting. These included the hope: • To develop collaboration between entities. • To discuss issues of accompaniment. • To help break down the isolation of some of the secretaries. • To give witness to our capacity and willingness to work together. • To help meet the need of some of the secretaries to learn from others, especially as some entities are beginning formation programs. • To be practical in our meeting and to keep in mind the reality and individuality of our Friars in formation and to not remain on the level of theory. • To learn more about how to do the specific formation of postulants. • To focus on the Franciscan dimension of formation and to see how better to integrate JPIC issues into formation. • To discover ways to strengthen our existing formation programs by listening to one another. • To provide the General Secretary for Formation with a better understanding of the state and needs of initial formation within the SAAO Conference. • To do further planning for the proposed course for Asian formators. Each friar in turn presented the current programs for Postulancy,Novitiate and Post-Novitiate in his entity. This was done in a variety of ways. including PowerPoint presentations and prepared papers. A copy of the material presented was given to each Friar and so are not repeated in these minutes. What follows, therefore, is a selection of the wide ranging comments and discussion that occurred between the Friars after each program was presented. After the presentations, the brothers shared some Key Issues and Concerns for Initial Formation: a. There is a clear need for the contextual formation of formators so that they are better able to deal with issues that are specific to their local culture and circumstances. For example, the East Timorese postulants had the special need of dealing with the trauma of events in Timor Leste. b. There is a need for the attitudinal formation of Friars in formation, not just a theoretical/conceptual formation. c. The diversity of the SAAO Conference requires the use of local resource people and the exchange of local formators between entities where this is seen to be beneficial and practical. d. Postulancy is usually best done in the local culture of the postulants. Amongst other issues, this helps avoid the development of a “foreign is best” mentality. e. Postulancy must be recognised as a crucial year in its own right, especially for the provision of Human Formation and the discernment of the motivation of postulants. 48 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 f. Personal accompaniment of all friars in formation is crucial, especially in the light of the troubled backgrounds of some of our Friars. g. In the Novitiate, there is the problem of creating a discrepancy between what the novices are expected to do and what the solemnly professed Friars actually do. h. There is a similar issue concerning Friars doing their “formative experiences.” The formators should share in these experiences as much as possible and practicable. The brothers share some Key Ways to Strengthen the Franciscan Dimension of Formation: a. Emphasize the “how” and “why” of dialogue with the Friars in formation right from the stage of Postulancy so as to give the Friars the skill to deal with increasing forms of polarisation and fundamentalism eg. religious (both within and outside the Church), cultural, political and other ideologies etc. An Ashram type experience could be helpful in this regard. b. There is a need to address the reality of Islam in our local region. c. There is the need and value of involving women in the formation process from the stage of Pastoral Care of Vocations through Postulancy and onwards. d. Address the human development issues of the Friars from the beginning of the pastoral care of vocations, e.g., issues of trauma. e. Ensure the functioning of a strong formative community and formation team. f. The physical environment and structures of the Novitiate needs careful attention so as to make it more conducive to its formation goals. g. The Novice Director should not be overloaded with other responsibilities that would limit his primary responsibility for formation. h. Regarding the Novitiate, we could learn from the concepts / examples of the Khanga (Muslim) and the Ashram (Hindu) which emphasize “separation” and less activity so as to foster a deeper personal faith experience. i. It is very important that the temporary professed Friars take full responsibility for the life and functioning of the community without fear of whether or not they will be accepted for ordination. They have to feel that they count, that they are not simply “cheap labour.” j. There is an increasing importance for formation in inter-religious dialogue, for formation on how to accept differences of whatever type in a respectful way. k. In Asia, Christianity tends to be seen as a Western religion that offers social and economic advancement. How can we incorporate traditional Asian values into our specific Franciscan formation? l. We could well ask what it is about our Franciscan culture that helps us to feel at home with one another wherever we go. Asian people of whatever faith are a ritualistic people in which body, mind and spirit are regarded as one. We, therefore, need to form Friars who are sensitive to this value, and who have a spirit of “being subject” to people of other cultures and faiths. Each Friar in turn presented the current program for Ongoing Formation and the Accompaniment of the newly Solemnly Professed and Ordained Friars in his entity. There are annual Retreats, meetings of the Friars ordained within 10 years, Some meetings touched on: the area of affectivity and expressed concern over fraternal life suffering due to lack of communication; the frustrations of young Friars in not having a fraternal atmosphere; but a more ministry oriented life has been observed as an area of major concern. One Entity has adopted the Method of Emmaus from the Extraordinary Chapter. The Friars who are less than five years solemnly professed or ordained have been required to have a Friar mentor as a support person. The Friars discussed the proposed course for OFM formators for the Conferences of SAAO and EA. Mario Debattista, together with the EA Conference Secretary for Formation, had prepared a tentative outline for the course following the request of Massimo at the International Council for E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS Formation and Studies in February 2007. This outline was discussed by this meeting and several changes were made. First, in order to better address the specific needs of the SAAO Conference, some of which have been better identified in this meeting, it was decided to have a course whose primary participants would be from the SAAO Conference while still leaving it open to any Friars from the EA Conference who wish to attend. Consequently, it is proposed to hold the course in Bangalore, India, from January 12-30, 2009 rather than in Manilla in late 2008, as originally proposed. Massimo presented some thoughts on the outcomes of the 2nd International Congress for Ongoing Formation that are especially relevant to Initial Formation. The full text of his presentation was given to the participants. Amongst several points, he noted the need to assist Friars in the process of personal transformation whenever they experience a transition, e.g., from initial formation into full time ministry, or when they change ministries. This is both for the sake of the Friar and for the sake of those to whom he ministers. This process of transformation has to happen throughout life; it is not just a “stage” in one’s life. We discussed the issue of adopting a Project of Life. It was noted that to do so for the Province, for our fraternities and for individuals, it ultimately requires us to change, to be transformed. And this, it seems, is our sticking point – we talk a lot about the need for change, for conversion, and we understand it intellectually, but do we really want to change our lives? It was also noted that the distinction between initial and ongoing formation is, in a sense, artificial. In fact, it is the life of all the Friars as a whole and of each Friar individually, which helps to form those who come to join us. It is the ongoing formation of the Friars, meaning their daily life as Friars, which is the ultimate source of initial formation. During the course of the meeting, the value of greater collaboration among the entities of SAAO became more evident, as did some of the possible ways of doing it. 49 Collaboration can occur on the level of the Conference as whole, but also in more localised ways, e.g. between entities that are close together geographically or close together in terms of culture. Collaboration can also happen between entities where there is a felt complementarity of needs or resources. Some of the ways for collaboration identified were: • The organisation and presentation of the course for OFM Formators in Bangalore. • Co-operation between entities in the provision of “exposure experiences” to Friars in the time of temporary profession. • Collaboration between entities in areas of education, e.g., language and other studies. • Encouraging ongoing dialogue between formators and secretaries of formation of entities as we have realised we have a lot of issues and needs in common. The participants then exchanged what formation resources they had brought to the meeting. Any material which was in digital form was given to each participant to use as he sees appropriate in his entity. MARIO DEBATTISTA OFM 2. «Laudatio» al Card. Umberto Betti OFM Roma, PUA, 16.01.2008 1. Saluto del Ministro generale Eminenze Reverendissime, Card. Re e Card. Betti, Rettore Magnifico e autorità accademiche, Confratelli e Sorelle, Docenti e Studenti, “prego Dio affinché egli stesso benedica tutti quelli che insegnano, imparano, ritengono a memoria e mettono in pratica quelle cose che sono state scritte per la salvezza della nostra anima” (Rnb 24,2). Con queste parole di san Francesco vi saluto e vi trasmetto la profonda e intima gioia che provo per la circostanza odierna. È il giorno della Festa dell’Università e unitamente la Festa del Gran Cancelliere. 50 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 Di vera e grande festa si tratta dal momento che, oltre alle ricorrenti ragioni che annoveriamo annualmente in questa data, per considerare le attività e i progressi della nostra Università, quest’anno vi si aggiunge la “Laudatio” in onore di un nostro fratello speciale, Umberto Betti, creato recentemente Cardinale di santa romana Chiesa. L’aver introdotto Padre Betti nel Collegio Cardinalizio, da parte del Sommo Pontefice, ha dato motivo alla Pontificia Università Antonianum di esprimere ulteriormente al nostro confratello: riconoscenza e felicitazione. Ritengo che questa celebrazione, ufficiale e solenne, sia doverosa, sia straordinaria (poiché la scelta di un Cardinale proveniente dall’Università non è cosa abituale!), ma sia anche un riflesso esaltante della varietà e ricchezza che costituiscono la nostra Fraternità. San Francesco quando descrive il Frate Minore ideale passa in rassegna la sua Fraternità e, stilando un elenco delle qualità emergenti di ogni fratello, tratteggia con originalità una Fraternità variegata che raccoglie e armonizza le doti e i pregi di ogni fratello. Questa multiforme espressione del bene custodito nella Fraternità francescana è motivo di gioia per Francesco e per ogni frate. Così si apprezza la cortesia di frate Angelo e la robustezza di frate Giovanni, la semplicità di frate Leone e la mente elevata di frate Egidio, la fede perfettissima di frate Bernardo e la coscienza della propria pochezza di frate Ginepro (SdP 85). Nell’Ordine fondato da Francesco trovano posto e apprezzamento: il semplice e l’esuberante, l’ingenuo e il sapiente, l’illetterato e il dotto; tutti hanno un ruolo costruttivo e svolgono un servizio che arricchisce la Fraternità. Grazie, amatissimo Padre Betti, poiché hai accolto la vocazione e missione di assumere il servizio dello studio, della ricerca e dell’insegnamento, in maniera seria e specializzata. Grazie poiché hai reso la tua competenza un servizio apprezzato ovunque. Grazie perché hai sempre risposto generosamente a chiunque desiderasse attingere al tuo deposito di cultura, di teologia, di fede: sia che fosse uno studente, sia che fosse il sommo Pontefice. Sappiamo bene che le qualità di Padre Betti non furono custodite gelosamente come ornamento della nostra Fraternità, ma da sempre sono state messe a disposizione della Chiesa come servizio stimato e richiesto. Il contributo del nostro fratello Cardinale nel tempo del Concilio Vaticano II, il suo coinvolgimento diretto nell’impegnativo compito della stesura dei testi conciliari e l’apporto determinante perfino in pronunciamenti dogmatici, basterebbe a motivare riconoscenza e vanto in noi frati verso un fratello che ha offerto alla Chiesa un servizio così singolare. Tuttavia, da parte della Chiesa, la fiducia e l’attestata competenza di Padre Betti non si sono limitate a una stagione della vita ecclesiale, infatti il suo servizio ha avuto continuità anche dopo il Concilio, rivelando un rapporto di costante e fedele collaborazione con il Papa stesso, a livello personale, con i dicasteri della Chiesa e perfino con l’Università “del Papa”: la Lateranense. E che dire, fratello caro, del lavoro e di una intera vita dedicata alla Pontificia Università Antonianum? I corsi, le iniziative, le tesi, le pubblicazioni… tutto e tutti qui dentro avrebbero molto da dire per tratteggiare il tuo straordinario contributo in questo centro vitale dell’Ordine. Ora, dunque, per quanto hai saputo donare alla nostra Fraternità in molti anni di fedele servizio come: docente, decano, Rettore Magnifico, per quanto hai trasmesso a innumerevoli studenti attraverso l’insegnamento e l’accompagnamento nella ricerca, sono qui per dirti – a nome dell’Ordine – tutta la riconoscenza che meriti e ad invocare la Provvidenza affinché mai vengano a mancare nella nostra Fraternità persone della tua levatura teologica e intellettuale. A lei, eminentissimo e carissimo Cardinale Giovanni Battista Re, esprimo la profonda gratitudine, mia personale, dell’Università Antonianum di cui mi pregio essere il Gran Cancelliere, e di tutto l’Ordine dei Frati Minori. Le siamo riconoscenti per aver onorato con la sua presenza il Cardinale Betti e tutti noi. Grazie per quanto ha espresso nella “Laudatio”, in quanto le sue parole ci confermano nell’ap- E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS prezzamento di un fratello considerato speciale e, nel contempo, ci confermano il rapporto affettuoso e filiale che l’Ordine continua a vivere nei confronti della Santa Romana Chiesa. A lei, particolarmente, Signor Cardinale, sento di dover rivolgere un particolare ringraziamento per il grande amore con cui considera il nostro Ordine, un amore – mi consenta di affermarlo pubblicamente – che perdura nel tempo e che ripetutamente ho avuto modo di constatare personalmente. San Francesco ci esorta a restituire sempre tutto al Signore. A lui perciò la nostra lode anche in questa lieta circostanza. A colui che è benedizione chiediamo di benedire l’Ordine, la Chiesa e chiunque è chiamato a un particolare servizio, come quello affidato dal Sommo Pontefice al nostro Padre Betti come Cardinale. A lui le nostre felicitazioni. Al Signore il nostro grazie e la nostra lode, oggi e sempre nei secoli. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 2. Discorso del Card. Re Nella lunga vita del Cardinale Umberto Betti, OFM, i meriti da lui acquisiti come religioso francescano e come qualificato teologo sono molti. Da parte mia, vorrei limitarmi a toccarne due, che, oltre al suo valore di teologo, mettono in luce il suo amore a Cristo e alla Chiesa. Intendo riferirmi al contributo dato dall’allora Padre Betti al Concilio Vaticano II e alla collaborazione da lui successivamente prestata alla Santa Sede specialmente in due Dicasteri: la Congregazione per la Dottrina della Fede e la Segreteria di Stato. 1. P. Umberto Betti ha svolto un ruolo notevole al Concilio Vaticano II, prima come Consultore della Commissione Teologica preparatoria e poi come Perito del Concilio, assegnato alla Commissione dottrinale. Teologo di fiducia del Card. Florit, Arcivescovo di Firenze, col quale ebbe una collaborazione intensissima, sia durante il Concilio sia dopo, Padre Betti dal 1962 si 51 dedicò a tempo pieno a lavorare per il Concilio. Infatti ebbe subito l’incarico di Segretario della Sotto-commissione V «de Ecclesia», che trattava il tema dell’attuale capitolo III della Lumen Gentium, cioè la costituzione gerarchica della Chiesa e, in particolare, l’episcopato. Al tempo stesso, Padre Betti svolse l’incarico di Segretario della Sotto-commissione «de divina Revelatione», incaricata della redazione definitiva della Dei Verbum. Nei suoi interventi durante i lavori delle Commissioni e delle Sotto-commissioni del Concilio, Padre Betti si è rivelato un teologo preparato ed acuto, aperto alle problematiche che in quel momento erano particolarmente vive e, in pari tempo, sicuro nella dottrina e sempre desideroso di essere pienamente fedele al Magistero della Chiesa. Nello studio delle diverse questioni interveniva con chiarezza, suggerendo la formulazione giusta e dando così un contributo non piccolo alla redazione dei testi. Se vogliamo tracciare un bilancio riassuntivo, potremmo dire che il contributo dato al Concilio da Padre Betti fu vasto come quantità ed egregio come qualità. Egli non rilasciò interviste, non fece parlare di sé i giornali, ma fu uno dei teologi protagonisti di quello straordinario evento ecclesiale, che ha lavorato nel silenzio, in stretto contatto col Card. Florit. Yves Congar, nel suo “Diario del Concilio” pubblicato l’anno scorso, menziona ben 16 volte Padre Betti e verso di lui ha soltanto parole di apprezzamento. Ricordo di aver sentito Mons. Carlo Colombo dire che P. Betti è l’autore di qualche espressione particolarmente chiara ed efficace riguardante il Romano Pontefice, contenuta al n. 25 della Lumen Gentium. Ugualmente, Padre Betti ha contribuito molto alla stesura della Costituzione conciliare «Dei Verbum». Alcune formule che mettono bene m rilievo il valore della Tradizione sono sue. Dopo il Concilio, oltre che a dedicarsi all’insegnamento, Padre Betti si è prodigato nell’illustrare gli insegnamenti conciliari e fra i suoi scritti meritano una particolare menzione tre volumi: 52 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 • «La Dottrina sull’Episcopato del Concilio Vaticano II». Si tratta di un tema che è stato al centro della discussione teologica e che continua ad esserlo. Il volume di P. Betti resta su questo tema un punto di riferimento importante. • «La Dottrina del Concilio Vaticano II sulla trasmissione della rivelazione». Anche questo è uno studio che è stato molto apprezzato, perché è servito a farne penetrare il contenuto e a precisarne il significato alla luce del tormentato cammino di elaborazione. • La riedizione ampliata del volume: «Costituzione Dommatica “Pastor Aetemus” del Concilio Vaticano I». Di rilevante spessore teologico sono poi anche alcuni articoli pubblicati per mettere in luce alcuni insegnamenti del Concilio. 2. Valido e vasto è altresì il contributo dato da Padre Betti alla Congregazione per la Dottrina della Fede come Consultore per circa 35 anni. Dal 1964 ha partecipato al lavoro della Consulta di detto Dicastero che – come disse l’allora Card. Ratzinger ringraziando P. Betti – ha dovuto affrontare molteplici problemi e argomenti dottrinali, intervenendo anche con la pubblicazione di Documenti «mirati a chiarificare e puntualizzare aspetti essenziali e fondamentali della dottrina cattolica in riferimento alle tematiche più importanti e urgenti in materia di fede e di costumi». È stata una collaborazione preziosa «a servizio della fede», che Padre Betti ha svolto in modo nascosto e assiduo, partecipando a tutte le riunioni. 3. Con particolare intensità di sentimento vorrei ringraziare il Card. Betti per la collaborazione prestata alla Segreteria di Stato, collaborazione di cui sono stato testimone per 28 anni. Quando arrivai in Segreteria di Stato all’inizio del 1971, come Segretario del Sostituto di allora, Mons. Benelli, trovai che la Segreteria di Stato aveva di fatto due teologi a cui faceva continuamente ricorso: il Teologo della Casa Pontificia, Padre Ciappi, domenicano e futuro cardinale, che abi- tava nello stesso Palazzo Apostolico, e un teologo esterno, Padre Umberto Betti, al quale spesso si ricorreva per pareri, per approfondire questioni, per esaminare alcuni documenti importanti ed anche per chiedere qualche testo. Come Assessore e poi come Sostituto, sovente ho telefonato o scritto a P. Betti per chiedere la sua collaborazione. Con grande sollecitudine, nel giro a volte di ore o di pochi giorni, arrivava la risposta di P. Betti, sempre ben ponderata, saggia e teologicamente documentata e ben formulata. Serietà, pacatezza e riservatezza sono state le qualità che hanno definito lo stile di lavoro e di vita del Card. Betti. Papa Giovanni Paolo II aveva stima delle capacità teologiche di P. Betti e volle conoscere il suo parere su numerosi testi e volentieri accolse alcune formulazioni da lui suggerite. Ho partecipato anche a qualche “cena di lavoro” del Papa Giovanni Paolo II a cui era invitato anche Padre Betti. Una decina d’anni fa, quando P. Betti, ritiratosi già a La Verna, vide peggiorare la sua salute e si profilò la necessità di lasciare quello storico Convento, a cui era legatissimo dagli anni della sua giovinezza, per trasferirsi al Convento di Fiesole, mi telefonò in Segreteria di Stato perché inviassi a prendere tutta la documentazione che era presso di lui circa la collaborazione data al Papa Giovanni Paolo II e alla Segreteria di Stato, affinché restasse riservata. In segno di amicizia, vi andai io stesso nel primo giorno di vacanza che ebbi e P. Betti mi consegnò due valigie di documentazione che ora si trovano nell’archivio della Segreteria di Stato. Anche personalmente sento profonda riconoscenza al Card. Betti. Il Signore gli ha concesso il dono di uno spiccato talento teologico che gli ha permesso di dare un significativo contributo al Concilio Vaticano II, al Papa ed a due Dicasteri della Curia Romana. E Padre Betti ha sempre fatto questo con vivo «sensus Ecclesiæ» e con quello spirito francescano a cui ha fatto veramente onore. Penso, che sia proprio per questa dimensione, oltre che per la preziosa collabora- E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS zione prestata alla Santa Sede, che il Santo Padre abbia voluto onorare col Cardinalato Padre Betti. CARD. GIOVANNI BATTISTA RE 3. Visita alle Case di formazione delle Province di Erzegovina e di Bosnia Dal 29 marzo al 3 aprile Fr. Massimo Fusarelli, insieme a Fr. Dragan Nimac, della Segreteria generale per la Formazione e gli Studi, ha visitato le Case di formazione delle Province di Erzegovina e di Bosnia Argentina. In ciascuna Casa l’incontro con i formatori e i candidati è stato fecondo per conoscere meglio questa realtà e trasmettere il cammino attuale dell’Ordine in questo campo. Si tratta di terre ancora segnate dalla guerra degli anni ‘90, che ha ferito in un modo particolare anche i cattolici, molti dei quali hanno lasciato la loro casa e il loro paese. Molte parrocchie sono dunque svuotate; i frati restano comunque accanto al loro popolo come fanno da secoli, cercando di continuare a vivere in una realtà multiculturale e multireligiosa. L’attività pastorale nelle parrocchie e la formazione sono i principali campi di evangelizzazione, oltre a qualche santuario e ad una scuola. A Humac, in Erzegovina, si trova la Casa di Postulato e di Noviziato, inserita in un Santuario dedicato a S. Antonio, nel quale si conserva anche un museo su reperti archeologici della zona. In Bosnia lo Studio di filosofia e di teologia di Sarajevo continua ad essere un punto di riferimento oltre che per i nostri studenti anche per laici e religiose, sostenendo lo sviluppo locale della riflessione cristiana in una società in profondo mutamento. A Visoko si trova il Seminario minore e il Postulato; vi è attivo un Ginnasio, aperto da quest’anno anche a studenti esterni: un’occasione preziosa di dialogo e di conoscenza reciproca tra giovani di culture e fedi diverse. Per lungo tempo la scuola era l’unica di livello superiore in Bosnia ed è tuttora l’unica di tipo umanistico. A Livno si trova il Noviziato, dove 5 no- 53 vizi compiono il loro anno canonico. Tutti i candidati, ancora in buon numero, hanno chiesto soprattutto di conoscere meglio la Fraternità internazionale dell’Ordine e le linee attuali per la formazione e gli studi. La storia della presenza e dell’attività dei Frati Minori in queste terre merita di essere conosciuta di più, come segno della presenza accanto a quei popoli e della capacità di assumerne e promuoverne i tratti culturali più significativi. 4. Saludo y mensaje a la Universidad Franciscana de México y a los primeros alumnos del master en desarrollo docente Roma, 19 de abril de 2008 ¡El Señor os dé la paz! Se cumplirán próximamente tres años desde que la Universidad Franciscana de México, y en ella los hermanos franciscanos, animados por el anhelo evangelizador y la pasión por el anuncio del Evangelio, comenzaron a desarrollar la labor educativa en ámbito universitario, católico y franciscano. Un ámbito en el que los más jóvenes estudiantes puedan continuar la labor educativa en niveles superiores de educación. Un ámbito en el que vivir la Iglesia, y sentir con ella, a su ritmo. Un ámbito en los que seguir animados y acompañados por la figura de san Francisco de Asís, como hombre integrado y unificado gracias a la acción del Señor y de su Palabra. Ya el 30 de noviembre de 2004, se notificó, por parte de la Secretaría de Educación Pública que el hasta entonces Instituto superior San Francisco de Asís, pasaba a ser la Universidad Franciscana de México. Y desde entonces, ofrecéis a las generaciones jóvenes de mexicanos cinco programas de licenciatura y dos postgrados. Fue en el 2005 cuando se inició oficialmente los cursos de la primera generación de Licenciaturas. Una Universidad joven, pero con una óptima oferta educativa. Una Universidad que empieza, y que empezará siempre, pues nunca habremos hecho lo suficiente: Co- 54 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 mencemos hermanos.... Una Universidad abierta al futuro con esperanza, pues hubo hermanos que supieron mirar al pasado con gratitud y vivir el presente con lucidez y audacia. En este marco y en el próximo 13 de junio, Festividad de San Antonio de Padua, un grupo de vuestros estudiantes se graduarán al culminar el primer Master en Desarrollo Docente. A todos ellos mi felicitación más sincera y mi agradecimiento también por el afán en descubrir la verdad del hombre al hombre, con la excelente herramienta de la educación. A vosotros os toca ahora una educación de calidad y franciscana. Una educación que permita a los jóvenes una apertura a la situación real de vuestra sociedad y de vuestra cultura actual, que les permita dialogar con las instituciones y sobre los temas que configuran el horizonte de la persona. Vosotros seréis maestros al estilo de Francisco de Asís. Os tocará encarar la enseñanza y los contenidos, así como la relación con vuestros alumnos, desde aquellos valores que el pobrecillo de Asís nos legó. No os relacionaréis con vuestros alumnos a partir de la función exclusiva de enseñar y aprender, sino de convivir con un estilo concreto de relación que la colorea el ser maestros franciscanos. Aquí la acogida y el acompañamiento específico a los estudiantes tendrá una capital importancia. No reduzcáis la educación a una capacitación técnica, que la convertiría en un instrumento de reproducción social al servicio de intereses estructurales o como empresa que gestiona un producto (educación) para un tipo de consumidores. Sino que deberéis reflejar siempre el ideal humanista de transmisión de saber, de acompañamiento pedagógico, de iniciación en el rigor de la reflexión más exigente, siempre dentro del respeto a la persona, y en el marco de unos valores compartidos, guiados en último y primer término por el espíritu del Evangelio. A vosotros os toca alimentar en vuestros alumnos el interés y las ganas por el estudio, suscitar en ellos una vocación por el estudio, por el saber, y para que este saber redunde en un saborear. En definitiva una educación práctica, para la vida, para saber vivir. Por último mi agradecimiento más profundo a todos cuantos componéis la Comunidad Educativa de la Universidad, y a todos los Frailes Franciscanos, por vuestro servicio en el campo de la educación y por vuestros desvelos. Todos tenemos una gran historia por escribir en el campo educativo, pues el mañana lo “poseemos” como en arras. Os animo en este servicio tan especial para que este acontecimiento sea la oportunidad propicia para que podáis renovar vuestro empeño por potenciar la tarea de la docencia prestando una especial atención al servicio educativo-social, especialmente, en las áreas más vulnerables y desprotegidas de la sociedad. Fraternalmente, FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro general Prot. 098849 ________________________________ Fr. J. Santos Pérez Castillo, ofm. Rector Mtro. Luis Ernesto Chávez Martínez Director académico Universidad Franciscana de Méjico Fray Danile Mireles No.801 Colonia Killian, C.P. 37260 León, Guanajuato. MÉXICO 5. Saluto ai partecipanti della Giornata di Studio Roma, PUA, 22.04.2008 PAROLA DI DIO. VITA SPIRITUALE E FRANCESCANESIMO Ecc.za Rev.ma Mons. Nikola Eterović, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, Fr. Johannes B. Freyer, Rettore Magnifico della Pontificia Università Antonianum, Professori, studenti, e partecipanti tutti alla giornata di studio sulla Parola di Dio, il Signore vi dia pace! Due importanti avvenimenti ecclesiali avranno luogo quest’anno: l’apertura del- E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS l’Anno paolino, che inizierà il 28 giugno 2008, voluto da papa Benedetto XVI per ricordare il bimillenario della nascita di san Paolo; la XXII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che avrà per tema: La parola di Dio nella vita e missione della Chiesa. Questo Sinodo, a cui avrò l’onore di partecipare, si celebrerà in Vaticano dal 5 al 26 ottobre 2008. Questi due avvenimenti hanno fatto sì che quest’anno sia stato da molti battezzato, e a ragione, l’anno della Parola. Noi, membri della Famiglia Francescana, che abbiamo abbracciato la forma di vita rivelata dall’Altissimo a Francesco 800 anni fa, al centro della quale sta il Vangelo1, non possiamo fare a meno di riflettere sull’importanza della parola di Dio nella nostra vita e su quanto ci chiede l’anno della Parola nel cammino che stiamo compiendo come, francescani e francescane, per celebrare, nel 2009, l’approvazione della Protoregola. Sono contento e ringrazio la Pontificia Università Antonianum, la Facoltà di Teologia e l’Istituto Francescano di Spiritualità della nostra Università, per aver pensato a questa “Giornata di Studio”, che ha per tema: Parola di Dio. Vita Spirituale e francescanesimo. La vita francescana, come la vita consacrata in generale, deve mettersi in ascolto della Parola. Nel nostro mondo ci sono troppe parole e poco silenzio, perché la Parola possa essere ascoltata chiaramente. Questo anno della Parola sarà un anno di grazia se, fin da ora, il cuore dei figli della Chiesa e, con e in essa, quello dei figli e delle figlie di Francesco si volgeranno alla parola del Signore per accoglierla e obbedirle, per amarla e viverla, per cercarla, contemplarla, annunciarla. Questo sarà un tempo di grazia se sapremo guardarci nello specchio della Parola e, fidandoci di essa, prenderemo il largo (cf. Lc 5,4s) sulla barca della vita consacrata e di quella francescana agli albori del XXI secolo. Nella Parola il Signore si rivela e si consegna a noi, con la sua Parola ci illumina e ci trasforma, per la sua parola ci libera e ci guida, ci interpella e ci accusa, ci ammonisce, ci consola e ci salva. Siamo un popolo 55 che crede in un Dio che parla e si rivela, una Fraternità che vive alla scuola della Parola. Il nostro Dio è un Dio che parla. E quando un semita dice che Dio parla non lo dice nel senso restrittivo in cui lo diciamo noi. Mentre in molte delle nostre lingue la parola si riduce ad una locuzione verbale, per il semita il termine dabar, che normalmente traduciamo con parola, è molto più ricco, poiché indica allo stesso tempo parola, fatto o avvenimento. La parola di Dio è, pertanto, un atto, un messaggio e un segno. In essa è Dio stesso che si rivela con «eventi e parole intimamente connessi»2. Fatti e parole formano l’economia della rivelazione, che mira alla salvezza dell’uomo e, con lui, a quella di tutta la creazione. Il nostro Dio è un Dio che si rivela e si consegna in ciò che dice e fa. Questa Parola è sempre «viva ed efficace» (Eb 4,2), dinamica e creatrice: «Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu» (Gen 1,3). La parola di Dio, nata dall’incontro tra Dio che agisce e l’uomo che, ispirato dallo Spirito del Signore, legge e interpreta un dato avvenimento, ci porterà per mano a Cristo, il Verbo della vita, che pose la sua dimora in mezzo a noi. Gesù Cristo, il Verbo fatto carne, è la parola che esisteva fin dal principio ed era unita a Dio (cf. Gn 1,1). L’abbondante Parola dell’Antico Testamento, si abbrevia ora in Gesù Cristo, che diventa, nello stesso tempo, mediatore e pienezza di tutta la rivelazione3. In questo modo Gesù Cristo è il cuore della parola di Dio, il vangelo di Dio per l’uomo (cf. Mc 1,1) e tutte le parole dell’uomo sono assunte come parola di Dio a servizio dell’unica Parola, quella di Gesù Cristo, che risuona nell’annuncio dei profeti e degli apostoli4. Così, la Parola pronunciata in Gesù è l’ultima parola di Dio all’umanità, e da che il «Verbo si fece carne» (cf. Gv 1,14), la Parola di Dio ha il centro in Gesù Cristo. Sono molte le parole scritte, ma uno solo è il Verbo di Dio che sintetizza tutta la Scrittura5. Essa non è qualcosa, né un libro, ma una persona viva, il Signore Gesù Cristo, presente sotto il velo delle parole delle Scritture, come è presente sotto i veli del pane e del vino6. L’incarnazione della Paro- 56 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 la rivela tutto ciò che l’uomo può conoscere di Dio. La rivelazione ultima di Dio in Cristo Gesù scopre la verità piena della rivelazione di Dio, dapprima nella voce della creazione e, poi, nella luce della Parola ispirata. D’altra parte, se giustamente di Cristo diciamo che è la Parola incarnata, allo stesso modo diciamo che in lui trova compimento la parola della Scrittura (cf. Lc 4,21): «tutta la divina scrittura costituisce un unico libro e quest’unico libro è Cristo, perché tutta la Scrittura parla di Cristo e trova in Cristo il suo compimento»7. Gesù di Nazaret appare come un avvenimento nuovo e ultimo della storia della salvezza, avvenimento rivelatore di ciò che Dio è per i poveri, i prigionieri, i ciechi, gli oppressi e tutti quelli che aspettano l’anno di grazia del Signore (cf. Lc 4,18-19). Nell’epoca in cui visse san Francesco la Bibbia era di difficile accesso per i “cristiani comuni” e, in generale, per i laici. Due erano i principali ostacoli per avvicinare il testo sacro: l’alto costo dei manoscritti e la lingua, dal momento che molti erano illetterati, o quanto meno non dominavano il latino, lingua comune per accedere al testo biblico. Solo una élite intellettuale e ricca poteva permettersi il lusso di avere una Bibbia. Francesco non era parte di questa élite e, certamente, fa specie constatare la grande conoscenza che aveva della sacra Scrittura e il grande amore che nutriva per la Parola. La sua vita, infatti, è stata tutta segnata dalla Parola. All’inizio della sua avventura evangelica fu la Parola a mostrargli cosa dovesse fare8 e alla fine dei suoi giorni sarebbe stata ancora la Parola ad accompagnarlo nel suo glorioso transito9. La Parola fu per lui compagna di cammino in ogni momento, fino a lasciarsi totalmente penetrare da essa: «mi sono già preso tanto dalle Scritture, da essere più che sufficiente alla mia meditazione e riflessione. Non ho bisogno di più, figlio: conosco Cristo povero e crocifisso»10. Nulla di strano che tutti i suoi scritti, dalle preghiere alle regole, passando per le lettere e le ammonizioni, siano pieni di citazioni bibliche, fino a presentarsi co- me veri e propri mosaici scritturistici. La parola del Signore è profumata e Francesco è inebriato dalla sua fragranza11. Francesco, semplice e idiota, come lui stesso era solito presentarsi12, senza un’istruzione superiore, cioè senza una formazione da chierico o letterato di allora, aveva una tale conoscenza della Parola, che «penetrava le oscurità dei misteri, e ciò che rimane inaccessibile alla scienza dei maestri era aperto all’affetto dell’amante»13. Egli, senza essere maestro nel parlare, risolveva questioni dubbie e, come Giobbe (cf. Giob 28,11), illuminava i punti oscuri, riuscendo a far venire alla luce quanto il testo scritturistico nascondeva agli studiosi. Oggigiorno, dopo il lungo e forzato esilio a cui è stata costretta la Parola e, soprattutto, grazie al Concilio Vaticano II, si avverte sempre più fame e sete della parola di Dio, come già profetizzava il profeta (cf. Am 8,11-12) e, anzi, possiamo dire di assistere nella Chiesa a una vera primavera della Parola. È sufficiente constatare l’interesse che la sacra Scrittura suscita tra i chierici, i religiosi e i laici. Si tratta certamente di una necessità vitale a cui bisogna rispondere, perché è Dio stesso a suscitarla. «Ascoltate, figli del Signore e fratelli miei, e prestate orecchio alle mie parole. Inclinate l’orecchio del vostro cuore e obbedite alla voce del Figlio di Dio»14, così ci esorta il padre e fratello Francesco. Se oggi, come ieri, è urgente conoscere meglio l’uomo Gesù, riconosciuto come Cristo e confessato come il Signore, non abbiamo altra via per raggiungere questo obiettivo che quello di prendere in mano il libro delle Scritture, aprire ad esse le porte del nostro cuore e offrire alla Parola ascolto e accoglienza. Se il nostro cuore arde per il desiderio di uscire dall’insignificanza o dalla prostrazione dei nostri quotidiani fallimenti, non abbiamo altra via che quella di lasciarci afferrare dalla Parola e dare ad essa un ampio spazio nelle nostre vite. Essere afferrati dalla Parola e da Cristo è la stessa identica cosa. Se desideriamo ri-creare e rivitalizare la nostra vita e missione, non ci resta altra soluzione che quella di lasciare spazio alla Parola, rileggerla, studiarla, me- E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS ditarla, accoglierla con cuore povero e vuoto, sussurrarla giorno e notte (cf. Sal 1,2), per poi viverla e celebrarla. Frequentare la Parola, avvicinarci ad essa, girarle intorno e corteggiarla, fare per lei silenzio e ascoltarla, familiarizzare con essa, guardare come un tesoro nello scrigno della memoria questa Parola che in qualche momento ha fatto ardere il nostro cuore (cf. Lc 24,32), lasciarci sorprendere da essa, ci permetterà, come Francesco, di muoverci al ritmo di Dio; la nostra vita ritroverà, allora, la giovinezza e, lasciandosi alle spalle la stanchezza, il nostro andare incontro a Cristo, agli uomini e alle donne che sono nostri fratelli e sorelle, sarà «con corsa veloce e passo leggero»15, senza lasciarsi avvolgere da alcuna «nebbia di amarezza»16, per percorrere con più sicurezza la via dei comandamenti del Signore17. Sia questo il frutto più bello di questo Anno della Parola. Sia questo il frutto più pregiato di questa Giornata di Studio. In questo contesto accademico desidero qui ringraziare per il loro lavoro tanti professori di sacra Scrittura, che spezzano il pane della Parola nelle aule, particolarmente nelle aule della nostra Facoltà di Bibbia e Archeologia di Gerusalemme e nelle altre Facoltà e Istituti della nostra Università. Conosco per esperienza personale la preparazione assidua e, quindi, il duro lavoro che questa comporta, ma anche la gioia e il profitto che si prova. A quanti vivono immersi in questa corrente di incontro e diffusione della Parola, giunga il mio incoraggiamento, perché il loro impegno a favore della Parola non venga meno. A tutti un buon incontro con la Parola e una buona “Giornata di studio”. A tutti buon lavoro. Pace e Bene. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro General ofm e Gran Cancelliere della PUA 1 2 3 4 Cf. Test 14. DV 2. DV 2. SdV, 10d. NOTE 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 57 Cf. RUPERTO DI DEUTZ, De operibus Spiritus Sancti, 1,6; in sc 131,72-74. Cf. DV 21. UGO DI SAN VITTORE, De arca Noe mor., II. 8; in PL 176, 642. Cf. 1Cel 22. Cf. 1Cel 110. 2Cel 105. Cf. 2Lf 2-3. Cf. LOrd 39. 2Cel 102. LOrd 5-6. 2LAg 12. 3LAg 11. Cf. 2LAg 15. 6. Notitiae particulares 1. Pontificia Università Antonianum 1. Nomine – Prot. 09856(296/07): con Decreto del 14 febbraio 2008, il Ministro generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Professore straordinario nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum FR. ENRIQUE BERMEJO CABRERA, OFM, membro della Provincia di “S. Giacomo di Compostella” in Spagna, dopo aver ricevuto il Nihil obstat della Congregazione per l’Educazione Cattolica (lett. 28 gennaio 2008, Prot. 24/2008). – Prot. 098561(296/07): con Decreto del 14 febbraio 2008, il Ministro generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Professore straordinario nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum FR. EUGENIO ALLIATA, OFM, membro della Provincia Pedemontana di «S. Bonaventura» in Italia, dopo aver ricevuto il Nihil obstat della Congregazione per l’Educazione Cattolica (lett. 28 gennaio 2008, Prot. 25/2008). – Prot. 098748(034/08): con Lettera Prot. 700/2000 dell’11 aprile 2008, il Prefetto della Congregazione per l’Educazione 58 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 Cattolica ha inoltrato al Ministro Generale e Gran Cancelliere della P.U.A. la concessione dell’affiliazione donec aliter provideatur dell’affiliazione del Saint Bonaventure College di Lusaka (Zambia) alla Facoltà di Teologia della Pontificia Università Antonianum. – Prot. 098564(293/07): con Decreto del 27 marzo 2008, il Ministro generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Professore ordinario nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum FR. LESŁAW DANIEL CHRUPCAŁA, OFM, membro della Provincia “S. Maria degli Angeli” in Polonia, dopo aver ricevuto il Nihil obstat della Congregazione per l’Educazione Cattolica (lett. 12 marzo 2008, Prot. 190/2001). – Prot. 098562(295/07): con Decreto del 27 marzo 2008, il Ministro generale e Gran Cancelliere della P.U.A. ha nominato Professore ordinario nella Facoltà di Scienze Bibliche e di Archeologia della Pontificia Università Antonianum FR. MASSIMO (MASSIMINO) PAZZINI, OFM, membro della Provincia “Cristo Re” di Bologna in Italia, dopo aver ricevuto il Nihil obstat della Congregazione per l’Educazione Cattolica (lett. 12 marzo 2008, Prot. 1298/2001). 2. Convocazione del “Gruppo di Coordinamento Permanente” Con lettera del 12 marzo 2008, prot. 098766(038/08, Fr. Francesco Bravi, Vicario generale e Vice Gran Cancelliere PUA, ha convocato la riunione del Gruppo di Coordinamento Permanente tra la Curia generale e la Pontificia Università Antonia- num nei giorni 10-11 aprile 2008 nella sede dell’Università. I membri del “Gruppo” sono: Fr. Francesco Bravi, Presidente; Fr. Johannes B. Freyer, ofm, Rettore Magnifico PUA; Fr. Manuel Blanco, ofm, Vice-Rettore Magnifico PUA; Fr. Vincenzo Battaglia, ofm, Decano Facoltà di Teologia PUA; Fr. Sthéphane M. Oppes, ofm, Pro-Decano Facoltà di Filosofia PUA; Fr. Priamo Etzi, ofm, Decano Facoltà di Diritto Canonico PUA; Fr. Jacab Várnai, ofm, Definitore generale; Fr. Massimo Fusarelli, ofm, Segretario Generale per la Formazione e gli Studi; Fr. Giancarlo Lati, ofm, Economo generale; Fr. Jean Marie Sevrin, ofm; Fr. Francisco Martínez Fresneda, ofm. L’OdG della riunione prevede i seguenti punti: verifica del Progetto accademico ed individuazione degli obiettivi futuri; progetti per il reclutamento dei Professori da parte di ciascuna Facoltà; verifica della rielaborazione del piano generale per il II ciclo di Teologia; Eventuali e varie. 2. Case di Noviziato – Prot. 098599(03/08): Il Ministro generale, ascoltato il parere del suo Definitorio, ha concesso alla Provincia “S. Spirito” in Australia, a norma del can. 647 §1 CIC e dell’art. 85 §2 SSGG, il trasferimento della Casa di Noviziato nella Custodia dipendente di Singapore per il presente anno 2008-2009. – Prot. 098609(05/08): Il Ministro generale, ascoltato il parere del suo Definitorio, ha concesso la dispensa dall’art. 93 §1 degli SSGG perché la Provincia dei “SS. Martiri Giapponesi” in Giappone possa iniziare l’anno di Noviziato 2008-2009 con un novizio soltanto. E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE 1. Capitolo della Fondazione “S. Francesco” in Russia e Kazakhstan 1. Cronaca Assisi, 20-25.01.2008 Il Capitolo triennale della Fondazione S. Francesco in Russia e Kazakhstan, dipendente direttamente dal Ministro generale, si è svolto in Assisi dal 20 al 25 gennaio 2008, nel Centro di Spiritualità delle Suore Francescane Missionarie di Gesù Bambino. La Fondazione conta 24 Frati volontari e 4 Professi semplici, ripartiti in 5 Fraternità: tre in Russia (San Pietroburgo, Novosibirsk, Ussurisk) e due in Kazakhstan (Almaty e Taldikorgan). Di questi, 25 erano presenti al Capitolo, al quale hanno anche partecipato il Visitatore generale Fr. Peter Zan, il Definitore generale Fr. Sime Samac e il Moderatore generale per le missioni Fr. Vincenzo Brocanelli. Il Capitolo è stato aperto con una solenne celebrazione Eucaristica nella Basilica di S. Maria degli Angeli, cui ha fatto seguito la relazione del Ministro generale, Fr. José R. Carballo, che ha presentato il cammino dell’Ordine verso il centenario della “grazia delle origini” e il progetto della Fondazione con le sue sfide per il prossimo futuro. Dopo le relazioni del Visitatore generale, Fr. Peter Zan, e delle singole Fraternità, che hanno dato una visione aggiornata della situazione, i Capitolari hanno approfondito i temi della Formazione permanente e iniziale, nel quadro dell’«Implantatio Ordinis», e il Progetto francescano della Fondazione. Una riflessione particolare è stata riservata alla gestione economica nelle Fraternità tenendo presente il non facile contesto socio-economico. Poi i Capitolari hanno esaminato gli Statuti Particolari della Fondazione, ap- portandovi alcune correzioni e aggiunte. I lavori del Capitolo sono stati infine come sintetizzati in alcuni «Orientamenti per il triennio 2008-2011» che dovranno guidare la vita e la missione dei Frati nella Fondazione. Prima della chiusura, nella riunione del Congresso capitolare sono stati nominati anche i nuovi responsabili, che sono: Presidente della Fondazione, Fr. Guido Trezzani, della Provincia serafica di Assisi; Consiglieri: Fr. Dominic Kim, coreano; Fr. David Gaa, statunitense; Fr. Bogumil Bednarski, polacco; Formatore per i professi temporanei: Fr. John Gibbons, statunitense. Nell’ultimo giorno è intervenuto di nuovo il Ministro generale, che ha raccolto e approvato le conclusioni del Capitolo, ed ha presieduto la Celebrazione conclusiva nella Porziuncola, durante la quale ciascuno dei Frati ha ricevuto un nuovo invio in missione con il segno del Tau. La festa francescana con la Fraternità di Santa Maria degli Angeli ha chiuso i lavori del Capitolo. FR. VINCENZO BROCANELLI, OFM 2. Documento finale ORIENTAMENTI PER IL TRIENNIO 2008-2011 1. Priorità I Frati della Fondazione riuniti in Capitolo, seguendo le indicazioni delle Costituzioni generali, degli Statuti generali, degli Statuti particolari della Fondazione, e della relazione del Ministro generale al Capitolo, scelgono come priorità del Progetto della Fondazione su cui lavorare per il prossimo triennio la Formazione permanente e la Formazione iniziale per l’Implantatio Ordinis. 60 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 2. Impegni I Frati della Fondazione riuniti in Capitolo, seguendo i suggerimenti contenuti nella relazione del Ministro Generale, dopo approfondite riflessioni sugli orientamenti principali da seguire nel prossimo triennio si impegnano: 1. A favorire l’incontro con il Signore Gesù da parte dei postulanti offrendo loro un regolare e fecondo contatto con la Parola condivisa, l’esempio di una Fraternità autentica e la solidarietà con i poveri. Questo accompagnamento sarà reso più facilmente possibile adottando un programma di formazione umana e cristiana e prolungando il postulato fino ad un massimo di due anni. 2. A valorizzare nella formazione permanente gli aspetti del nostro carisma che sono più vicini alla cultura russa o kazaka e ad orientare la formazione iniziale verso l’inculturazione del Francescanesimo nelle dette culture, adottando questo orientamento come la priorità del nostro progetto di formazione. 3. A fare in modo che ogni Fraternità sia un costante ambiente formativo per i giovani che vengono, coltivando le buone relazioni fraterne, la lettura orante della Parola, il servizio gioioso richiesto a ciascuno e la pratica delle qualità particolarmente francescane della pazienza, della cortesia, della misericordia e della riconciliazione. 4. Ad accogliere e preparare i Frati volontari seguendo un programma che la Fondazione si darà al più presto, tenendo presente l’esperienza dell’Ordine per i missionari “ad gentes”. 2. Seminário de Evangelização e Missão Manaus-Amazonas, Brasil, 11-15.02.2008 Nos dias 11 a 15 de fevereiro de 2008, em Manaus-Amazonas, Brasil, estivemos reunidos no Seminário de Evangelização na Amazônia 30 frades da Conferência Brasileira, um frade da Província de Santa Fé da Colômbia, um frade da Província do Santíssimo Nome de Jesus dos Estados Unidos, mais o Secretário Geral para a Evangelização, Frei Nestor Inácio Schwerz, o Moderador Geral para as Missões, Frei Vincenzo Brocanelli, e Frei Juan Inácio Muro, Definidor Geral para a América Latina e Caribe, refletindo juntos acerca da realidade amazônica. O Seminário foi assessorado por antropólogos, teólogos, pastoralistas, missionários e historiadores da própria região. O primeiro dia foi dedicado à acolhida dos participantes e à abertura da programação. No segundo dia foi refletido sobre a visão global da Amazônia: desafios e possibilidades. No terceiro dia nos ocupamos com a visão eclesial e a visão franciscana acerca da mesma realidade. Neste mesmo dia recebemos representantes de uma comunidade inter-congregacional que partilharam sua rica experiência de presença e itinerância na região amazônica. No quarto dia partilhamos sobre modalidades, recursos e experiências em vista de um Projeto de presença franciscana missionária na região Amazônica. Diante das diferentes exposições e reflexões, bem como de partilha de experiências e de testemunhos, concluímos em primeiro lugar que a Amazônia representa uma realidade que merece particular atenção por parte dos Franciscanos. A importância da Amazônia para a Ordem dos Frades Menores a) Peculiaridades da Amazônia: riqueza natural. “AAmazônia é um dos maiores, diversos, complexos e ricos biomas do mundo. Vista a partir do cosmo, a Amazônia pan-americana ocupa uma área de 7,01 milhões de Km² e corresponde a 5% da superfície da terra, 40% da América do Sul, 59% do Brasil. Contém 20% da disponibilidade mundial de água doce não-congelada e 80% da água disponível no território brasileiro. Abriga 34% das reservas mundiais de florestas e uma gigantesca reserva de minérios. Sua diversidade biológica de ecossistemas, espécies e germoplasma é a mais intensa e rica do planeta: cerca de 30% de todas as espécies de fauna e flora do mundo encontram-se nesta região. O sistema flu- E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE vial Amazonas-Solimões-Ucayally representa o mais extenso rio do mundo, com 6.671 Km; a bacia hidrográfica do rio Amazonas é constituída por cerca de 1.100 rios, e o rio Amazonas joga no Oceano Atlântico entre 200 a 220 mil metros cúbicos de água por segundo, o que representa 15,5% de toda água doce que entra diariamente nos oceanos” (CF 2007, 15). Riqueza humana e cultural: A Amazônia conta com uma população de 23 milhões de habitantes, entre os quais 165 são povos indígenas e 65 povos são não contactados. Além da rica biodiversidade, nela se encontra uma rica diversidade cultural, lingüística e religiosa. Em particular os povos indígenas, ribeirinhos e quilombolas vivem em harmonia com a natureza e mostram que é possível conviver com a floresta e os rios sem a necessidade de mercantilização e devastação. b) Os desafios atuais: a Amazônia sofre os efeitos devastadores da lógica da mercantilização de todas as coisas. Ela desafia a recolocar a pessoa humana no “jardim”, a recuperar a sacralidade do cosmo e recriar as relações de reciprocidade e de fraternidade entre todas as criaturas. Os povos indígenas, ribeirinhos e quilombolas carregam em si as sementes que nos ajudam a adquirir uma nova visão da vida. A Amazônia é atualmente palco de no mínimo duas vertentes fundamentais de um novo colonialismo: o avanço do agronegócio, das mineradoras, das madeireiras e outros projetos de exploração que implicam numa ampla devastação e destruição das florestas, dos rios e das populações tradicionais; a privatização e apropriação de vastas áreas de florestas em vista do acúmulo de créditos de carbono e dos recursos genéticos, sendo que as populações ali existentes são pagas para conservar, porém lhes é tirada a condição de sujeito social (colonialismo verde). Junto se verifica o progressivo processo de privatização da água doce, uma rápida degradação do ambiente onde se localizam as principais nascentes dos grandes rios da bacia amazônica, a presença de rotas de tráfico de drogas, a invasão dos grupos econômicos com seus grandes projetos de exploração que forçam as 61 populações a migrarem para os grandes centros urbanos, onde caem na miséria, na prostituição, nas drogas, etc. c) A presença franciscana: os frades menores estão presentes nesta região desde o século XVI. Ao longo deste tempo a p r e sença franciscana se manteve praticamente ininterrupta. A partir dos inícios do século XIX, esta presença se diversificou e ampliou com a vinda dos frades capuchinhos, da TOR e das congregações franciscanas femininas. Esta presença tem a característica de ser pouco numerosa e desarticulada entre si e predominantemente de missionários/as estrangeiros/as. A partir do século XX, a Igreja confiou grandes territórios de missão (Prelazias, Prefeituras e Vicariatos) aos franciscanos em seus diferentes ramos. d) Lugar de missão franciscana: a Amazônia carrega em seu ventre sementes e paradigmas que significam o futuro do planeta e da humanidade. A sua imensa riqueza natural pode representar um ponto de equilíbrio no conjunto da nossa casa comum. A sua variada riqueza humana, cultural e religiosa pode contribuir para um novo estilo de vida em base à gratuidade, simplicidade, reciprocidade, dignidade, sacralidade, sentido da festa. Esta realidade nos desafia ao diálogo ecumênico, inter-religioso e intercultural. Nós, a partir do carisma franciscano, podemos encontrar neste chão, condições favoráveis para resgatar muito da vitalidade das nossas origens: a visão da sacralidade de toda a criação, as relações de reciprocidade, de fraternidade, de não- apropriação das coisas e da terra, a austeridade, a itinerância e a mobilidade. Por outro lado, somos desafiados a dar a nossa contribuição no que tange as realidades fundamentais: defesa e promoção da vida; valorização da diversidade cultural e aprendizagem dos processos de inculturação; acolhida da religiosidade popular; compromisso com a integridade da criação; sintonia e comunhão com a Igreja local na busca por encarnação na realidade e por uma evangelização libertadora. Os participantes do Seminário, entre os quais estavam vários ministros provinciais, 62 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 chegaram à conclusão de que se deveria seriamente buscar a possibilidade de constituir uma nova Fraternidade nesta realidade com indicações sobre prioridades, características, passos a serem seguidos na preparação. Além disso, a assembléia ofereceu pistas para a presença franciscana já existente na região e para outras Entidades das Américas e da Ordem. A seguir apresentamos essas linhas propositivas: 1. Uma Fraternidade missionária interprovincial na Amazônia, com as seguintes orientações Opções Prioritárias a. Consciência de que nos cabe anunciar a boa nova do Reino. A Fraternidade se organiza em torno da Palavra e da escuta obediente ao Evangelho de N. S. Jesus Cristo, guiada pelos critérios do mesmo e buscando encarná-lo com entusiasmo e paixão. b. Promoção da vida e defesa das culturas específicas: indígenas, quilombolas, ribeirinhos, populações periféricas, imigrantes e refugiados. c. Conhecimento, respeito e valorização da religiosidade popular, buscando o processo de inculturação do Evangelho. d. Sensibilidade e compromisso com o cuidado da criação (terra, água e a bio-diversidade). e. Sintonia e serviço junto `a Igreja amazônica e abertura para as diferentes formas de colaboração com a Família Franciscana, a Conferência Religiosa, Conferência Episcopal, leigos e organismos sociais, através de redes missionárias e alianças. f. Reunião e divulgação de informações a nível de Conferência e Ordem, a respeito da realidade e da missão franciscana na Amazônia. Características de uma Fraternidade em Missão na Amazônia a. Estilo de vida: uma fraternidade inserida e vivendo com simplicidade, austeridade, de forma orante e contemplativa; que valoriza o próprio trabalho para ajudar no auto-sustento; que busca garantir um ponto de referência mais estável e, ao mesmo tem- po, favorecer a itinerância. b. Atuação: a fraternidade faz o discernimento em base às opções prioritárias já citadas, junto com o Ministro local e o de sua Entidade. Processo de preparação para a realização do projeto a. Que os responsáveis desta preparação sejam os Ministros Provinciais, assessorados pelo Secretariado Interproviancial de Evangelização e Missões, JPIC e a Entidade Franciscana local. b. Que sejam sensibilizadas as Entidades da OFM sobre a realidade e a necessidade da presença franciscana na Amazônia. c. Que se clareie o projeto e que seja aprovado e assumido pelos Ministros Provinciais. d. Que se definam os critérios para a escolha do lugar com a participação da Entidade local e da Fraternidade missionária. e. Que se quantifiquem no projeto os recursos humanos, financeiros e o tempo de permanência (no mínimo 3 anos). f. Que se observem as prioridades acima definidas e a devida orientação da Entidade local. g. Que os Ministros Provinciais nomeiem os frades dessa nova Fraternidade, segundo certos critérios: boa motivação missionária, boa capacidade de vida fraterna, convicção sobre este projeto, valorização de dons e carismas pessoais. h. Que se definam as formas de sustento, sendo que a própria Fraternidade também se empenhe para isso. i. Que haja um Ministro responsável para o acompanhamento da Fraternidade, de preferência o Ministro local. l. Que a Fraternidade passe por um processo de preparação próxima: – para um período de convivência entre os frades nomeados em vista do mútuo conhecimento, comunhão e diálogo fraterno; – para um contato direto com a realidade amazônica, com a Igreja e a Entidade franciscana local; – para a definição precisa do projeto (presença e atuação). E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE m. Que se definam os prazos para a formação da equipe e início da Fraternidade. 2. Propostas para a presença franciscana já existente a. Melhorar a comunicação e a colaboração entre as Fraternidades presentes na Amazônia. b. Avaliar a presença missionária em Roraima, junto aos povos Tiriyó e Munduruku. c. Promover um maior comprometimento dos Provinciais no envio de frades e recursos. 3. Propostas para as Entidades da América e da Ordem a. Comemorar, em 2009, os 800 anos do carisma franciscano, com um gesto concreto: as Entidades da Conferência Brasileira enviem frades para a missão na Amazônia e recursos para a sua manutenção, buscando a colaboração das Entidades da Conferência Bolivariana. b. Que a nova Fraternidade acolha frades para experiência missionária como também frades em formação inicial, para estágios formativos. c. Produzir material (DVD, subsidios diversos...) sobre a missão franciscana e a realidade da Amazônia, em vários idiomas, para fins de divulgação e tomada de consciência na Familia Franciscana e outros âmbitos. d. Promover pesquisas e estudos sobre a realidade amazônica com as instituições de formação e ensino da Ordem, organizações leigas e congregações. Conclusão Iluminados pelo Espírito do Senhor, inspirados pelo carisma franciscano e obedientes aos documentos da Igreja (Documento de Aparecida) e da Igreja da Amazônia (Documento “Discípulos Missionários na Amazônia”), sob a proteção de Nossa Senhora da Amazônia e sensibilizados pelos clamores dos povos indígenas, ribeirinhos, quilombolas, das populações das periferias, dos migrantes e refugiados reafirmamos o nosso compromisso com a missão neste chão. 63 Quem nos convoca é o próprio Deus Trindade. Nossa resposta de frades menores, à luz dos sinais dos tempos, a serviço do Reino de Deus, é a de sermos fiéis discípulos e missionários de Jesus Cristo e fiéis a S. Francisco e seu/nosso carisma. Também, pedimos à Mãe de Deus que zele por todos os povos da Amazônia. Ela, que é a estrela da evangelização, guie os nossos passos no caminho do Reino: Mãe Nossa, protegei a família brasileira e latino-americana e ajudai-nos a fazer tudo o que o vosso Filho nos disser. Amém! Manaus, 15 de fevereiro de 2008. 3. Congresso missionário latino-americano e caribenho 1. Crônica Córdoba, Argentina, 14-19.04.2008 “Irmãos na América, celebremos e renovemos nosso ardor missionário!” Este foi o convite dirigido aos Irmãos OFM da América Latina e do Caribe por ocasião do Congresso realizado pela UCLAF em colaboração com a Secretaria geral para a Evangelização, de 14 a 19 de abril de 2008, em Córdoba, Argentina. Foi o primeiro Congresso dos Frades dedicado ao tema da evangelização e da missão no Continente. Participaram do evento representantes de quase todas as Entidades OFM latino-americanas e caribenhas, juntamente com um bom grupo de leigos e leigas e algumas Irmãs franciscanas. Da Cúria geral se fizeram presentes o Ministro geral Frei José Carballo, os definidores pela América Latina, Frei Luis Cabrera e Frei Juan Ignácio Muro, juntamente com o Definidor pela CONFRES e presidente da Comissão do Diálogo, Frei Miguel Vallecillo, o Diretor do Escritório de JPIC, Frei Joseph Rozansky, e os responsáveis pela Secretaria geral para a Evangelização, Frei Nestor Inácio Schwerz, Frei Vincenzo Brocanelli e Frei Joaquin Arturo Echeverry. Também participaram representantes de Províncias européias, de Portugal e de Arantzazu, e o Diretor da MZF, Frei 64 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 Estêvão Ottenbreit. Éramos um total de 160 participantes, numa assembléia bem diversificada e representativa, contando com um bom grupo de ministros provinciais, de definidores provinciais, de secretários de evangelização, de moderadores para as missões, de frades com experiência de missão ad gentes e de frades envolvidos nas diferentes formas de pastoral, bem como de formadores. A presença dos leigos e das leigas e de Irmãs franciscanas foi um aspecto particularmente significativo na riqueza da assembléia. O Congresso situou-se na sintonia e no contexto do oitavo centenário das origens de nosso carisma, da Conferência do CELAM em Aparecida, do COMLA 8/CAM 3 em Quito, dos 25 anos do CPO da Bahia, Brasil. Com o objetivo de despertar nos Irmãos das Entidades OFM da América Latina e do Caribe o ardor e a consciência missionária, em abertura às missões da Ordem, e animálos a transitar por novos caminhos e novas iniciativas nas diferentes presenças de evangelização, o Congresso foi rico de estímulos, provocações e orientações. O itinerário metodológico consistiu em partir de uma breve partilha das presenças missionárias e evangelizadoras dos frades nas quatro Conferências, seguindo para a memória histórica de experiências missionárias significativas dos frades ao longo dos 500 anos e a memória histórica recente da recepção, na Ordem, do Concílio Vaticano II e do documento O Evangelho nos desafia, do CPO da Bahia, prosseguindo com reflexão acerca dos temas centrais, com a partilha de experiências missionárias e evangelizadoras significativas dos Frades hoje, com oficinas acerca de várias realidades desafiadoras no Continente, passando por plenárias, celebrações e convivência fraterna. Na sessão de abertura do Congresso, tomaram a palavra Frei Luis Scozzina, presidente do Cone Sul e do Congresso, Frei Luis Cabrera, em nome do Definitório geral, e Frei Nestor Inácio Schwerz, em nome da Secretaria geral para a Evangelização. Foram palavras de boas vindas, de recordação dos objetivos do Congresso, de sintonia com a celebração da graça das origens de nosso carisma. Depois foi feita a apresentação dos participantes por Conferência, um ato celebrativo e a partilha das presenças evangelizadoras e missionárias dos frades nas diferentes realidades do continente. No momento seguinte, fez-se a memória de experiências missionárias significativas ao longo dos 500 anos de presença dos Frades na América Latina e Caribe. Frei Francisco Morales e Frei Sandro Costa nos colocaram em contato com Frades missionários do passado em suas motivações, em seu testemunho, em sua metodologia e em sua criatividade de evangelização, em suas posições proféticas que podem continuar inspirando nossa missão hoje. Também nos fizeram ver as contradições e crises. Em seguida, Frei Edgar Santos nos iluminou sobre a recepção do Concílio Vaticano II na Igreja e na Ordem na América Latina, nos ajudou a fazer memória do documento do CPO da Bahia, o qual completa seus 25 anos, a presença do mesmo nos documentos da Ordem e nas últimas assembléias da UCLAF. Na sua conclusão, expressou a seguinte consideração: “segue ainda pendente a recepção ativa de Bahia como lugar privilegiado do carisma franciscano missionário no Continente. Assim o manifesta o confronto entre o lugar privilegiado de nossa evangelização e a proposta de lugar que se lançou desde Bahia como desafio evangélico: fazer uma opção preferencial pelos pobres, de maneira que nossa evangelização arranque dos pobres e seja realizada com os pobres; urgir que nossas fraternidades sejam mais missionárias e mais consagradas à proclamação do Evangelho, sem deixar-se atar por estruturas anacrônicas.” A teóloga argentina laica Virginia Azcuy abordou o tema da missão partilhada, à luz do Documento do CELAM de Aparecida e em interação com o tema do Congresso. Ela lembrou-nos que a Igreja, a partir de Aparecida, se sente “chamada a repensar profundamente e relançar com fidelidade e audácia sua missão nas novas circunstâncias latino-americanas e mundiais.” (Aparecida, 11) Em vista disso, a Igreja precisa colocar- E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE se em “estado de missão” (DA, 213), passar por “uma conversão pastoral” (366), por “reformas espirituais, pastorais e institucionais” (337), passar de “pastoral de conservação para a missão” (370). Apontou para o fato dos novos fenômenos emergentes de movimentos eclesiais, de laicato associado, de carisma partilhado que parece indicar vitalidade e dinamismo próprios do Espírito Santo no seio do cristianismo. A partir daí aprofundou a eclesiologia da comunhão missionária e de “novas eclesialidades” com “fecundações intercarismáticas”, o que poderia exigir discernimento para ver a possibilidade de partilhar carisma e missão com o laicato. Isto se daria dentro de certos critérios, mas levaria também a uma série de mudanças na mentalidade, nas atitudes, na formação, na organização estrutural. O ponto de partida não está na carência de vocações e de forças, mas nas graças transformadoras que a missão partilhada pode trazer, seja para o laicato, seja para a vida consagrada nos seus diferentes carismas. O Ministro geral Frei José Carballo refletiu com a assembléia sobre os projetos missionários da Ordem. Partiu de Jesus, o enviado por excelência do Pai à humanidade, portador da “missio Dei”. “A missão tem sua origem no Pai (que envia), é realizada pelo Filho (o enviado) e tem sua força no Espírito Santo (que guia e dinamiza todo o processo missionário).” A Igreja nasce para a missão e prolonga no tempo e em espaços diversos a única missão de Jesus Cristo. A nossa Ordem não é só de pregadores do Evangelho, mas também missionária no sentido estrito da palavra. A missão ad gentes caracterizou nossa Fraternidade desde suas origens, faz parte integrante de nossa vocação, é uma exigência de nosso carisma. Ela é a máxima expressão de “restituição”. A missionariedade nos estimula a sair de nós mesmos, de nossos “claustros” para ir entre e levar a todos a Boa Nova, superando as barreiras culturais, geográficas e religiosas. Nosso claustro é o mundo e nossas plataformas privilegiadas para falar do Deus da Vida e anunciar a força libertadora do Evangelho são hoje, como ontem, as “praças” e os “caminhos”, os lugares onde se 65 encontram os homens e as mulheres, famintos e sedentos do Evangelho. O Ministro explicitou os critérios que identificam a missão ad gentes e apresentou os diferentes projetos missionários da Ordem. Fez referência às missões provinciais e àquelas interprovinciais. Descreveu com mais informações as missões da Fraternidade Universal entre as quais a Custódia da Terra Santa e as Fundações missionárias dependentes do Ministro geral: a Fundação São Francisco em Rússia e Cazaquistão, a Fundação franciscana na Tailândia, aquela em Myanmar (Birmânia), a Fundação São Francisco em Sudão, a presença na China, a Federação de Marrocos. Apresentou ainda as Fraternidades missionárias dependentes do Ministro geral: a Fraternidade de formação missionária em Bruxelas, a Fraternidade para o diálogo em Istambul, a Fraternidade missionária na Europa em Palestrina. Finalmente, explicitou os critérios para nossa presença missionária, as características do Irmão missionário e fez a chamada aos Irmãos da América Latina. “As Entidades da América Latina devem sentir-se chamadas à missão entre os povos indígenas, povos pobres e marginalizados, entre os afroamericanos e nos projetos missionários da Ordem.” Frei Ramiro de la Serna abordou o tema das novas formas ou novas presenças de evangelização. Iniciou por afirmar que todas as concreções históricas do nosso carisma devem mudar para um processo de maior fidelidade e conversão, passar do bom para o melhor. Nenhuma delas esgota a nossa forma de vida. Essas novas presenças serão diferentes segundo o contexto histórico, cultural, eclesial em que nos encontramos. Temos um rosto próprio a partir da América Latina para revelar e expressar a riqueza da Ordem em sua dimensão universal. A re-fundação, entendida como busca de novas concreções históricas dos fundamentos já dados por Francisco e Clara, exige nossa contribuição com responsabilidade. Outro fator que impulsiona para a busca de novas presenças é o mal-estar que muitos irmãos experimentam, sobretudo os mais jovens, em sentido histórico por não 66 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 respondermos à humanidade de hoje, aos jovens do nosso tempo e às suas buscas, suas perguntas, suas necessidades vitais. O que paralisa muitas Entidades é a fragilidade institucional. A busca por algo novo e audaz exige confiança no Deus de Jesus que se revelou e se revela na fragilidade e ali oferece a salvação, ali Ele se doa inteiramente a nós. Um dupla tarefa nos corresponde neste momento: tornar novas todas as presenças que temos e criar, buscar alternativas, novas presenças. A primeira tarefa exige a superação da apatia, o cultivo do desejo e o aprofundamento da paixão pelo Reino. A segunda tarefa, desde América Latina, exige voltar aos lugares da margem, da periferia, do pobre, movidos pela fidelidade ao carisma e ao homem de hoje. O dom do encontro com Jesus se dá, se expressa no encontro histórico com os pobres. Re-fundar nossa missão evangelizadora exige re-situar-nos social, eclesial e espiritualmente. “Re-situar-nos nas margens culturais, existenciais, antropológicas, sociais, religiosas de nosso mundo é condição sine qua non para re-fundar a missão.” Precisamos situar-nos nos lugares nevrálgicos em que nossa sociedade experimenta profundos desequilíbrios e tensões para aí testemunhar. E isto só pode ser feito movido pela paixão por Jesus. Além disso, as novas presenças deverão significar um novo modo, uma vida significativa capaz de contagiar, de se expressar numa linguagem compreensível, deixando transparecer os valores do Evangelho, do carisma e movendo-se por uma espiritualidade experiencial (o que vimos e ouvimos). Estas novas presenças serão encontradas na caminhada feita numa Entidade com discernimento, buscando responder em especial aos apelos do mundo juvenil, urbano, periférico, da teologia e reflexão e da colaboração entre as Entidades. Isto vai exigir também a reestruturação de casas, “obras”, forças pessoais e estruturais, o que pode favorecer a volta ao essencial e ao início de caminhos inéditos de presença e testemunho. Frei Vincenzo Brocanelli, moderador geral para as missões da Ordem, apresentou as características da vida missionária franciscana em outras culturas, fora do próprio Continente: 1. viver a fraternidade multi- cultural e internacional; 2. seguir um projeto de missão partilhada em Fraternidade, inserindo-se no projeto pastoral e missionário assumido e construído conjuntamente; 3. saber harmonizar evangelização e promoção humana, mostrando-se sensíveis às necessidades humanas e materiais do povo, mas com a consciência de que a finalidade da missão vai além e consiste em proclamar a pessoa de Jesus e sua Palavra; 4. saber viver a missão como presença “silenciosa”, sobretudo nos países islâmicos, na China e em Estados totalitários; 5. saber viver com um franciscanismo autóctone, buscando acolher e formar frades originários do povo local, cumprindo o objetivo da “implantatio Ordinis”; 6. saber retornar à sua Fraternidade de origem, regressar à casa, ao seu Senhor que o chamou, à Palavra que ilumina, à sua Província e partilhar as experiências, animar o interesse pela missão, reforçar a solidariedade com as missões. Após sua comunicação, vários Frades deram testemunho de sua experiência de missão ad gentes. No Congresso houve cada dia espaço para a partilha de experiências evangelizadoras significativas, previamente selecionadas: sobre a presença missionária e evangelizadora em Haiti, em Amazônia, entre os “desplazados” na Colômbia, entre portadores de HIV no Equador, entre povos indígenas no México, entre os pobres, população de rua e afro-descendentes no Brasil. Uma outra atividade muito significativa no Congresso foi a realização de oficinas em torno de várias realidades particularmente desafiadoras: missão ad gentes, povos originários, Amazônia, povos afro-descendentes, mundo da cidade, JPIC, mundo da juventude, diálogo ecumênico e inter-religioso, meios de comunicação social, mundo rural, educação e paróquias. Nelas se desenvolveu a metodologia ver, julgar e atuar, apresentando uma síntese no último dia do Congresso, com ênfase nas orientações práticas e propostas. Houve espaço no Congresso para comunicações específicas: sobre a realidade da Amazônia e as propostas nascidas de um Seminário sobre essa temática, realizado em Manaus, Brasil, no mês de fevereiro do E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE corrente ano; sobre o Curso de Evangelização em nível de Máster no Instituto Teológico Franciscano de Petrópolis a partir de 2009; sobre a possibilidade de abrir uma Casa na América Latina para preparação próxima de missionários; sobre o serviço de JPIC e do Diálogo na Ordem. Todos os dias foram animados pela prática da oração, da leitura orante da Palavra de Deus, por celebrações eucarísticas, pela leitura de passagens das Fontes Franciscanas, por cantos e música. Uma equipe, coordenada por Frei Nilo Agostini, foi preparando durante o desenrolar do Congresso um breve documento com orientações e propostas para o presente e futuro da missão evangelizadora dos Frades na América Latina e Caribe e em abertura à Fraternidade universal na perspectiva de um novo ardor missionário. Nos últimos dois dias, este documento recebeu espaços para sua apresentação à Assembléia e para modificações, acréscimos, aprovação da mesma. Tem como título “Carisma e Missão: Urgência e Audácia” e como subtítulo “Celebremos e renovemos nosso ardor missionário!” Os ministros provinciais presentes, junto com o atual Presidente da UCLAF, se manifestaram dizendo que tal documento fará parte da pauta da próxima Assembléia da UCLAF que vai acontecer na Colômbia, em novembro deste ano de 2008, e onde receberá aprofundamentos e devidos encaminhamentos. A comunhão fraterna foi o tempero que perpassou todo o evento e culminou com expressões de alegria, de gratidão, de contentamento na despedida, com a consciência de que o decisivo na concretização dos objetivos e do espírito do Congresso depende dos processos de continuidade. FREI NESTOR INÁCIO SCHWERZ OFM Secretário geral para a Evangelização 2. Documento Vindos de todas as Entidades OFM da América Latina e do Caribe, 130 frades, 29 67 leigos e leigas, 5 Irmãs franciscanas estivemos reunidos em San Antonio de Arredondo, Córdoba, Argentina, para um Congresso Missionário, o primeiro dedicado à evangelização e missão. Contamos com a presença e a palavra do Ministro Geral Frei José Carballo. Promovido pela UCLAF e pela Secretaria Geral para a Evangelização da Ordem, com o apoio solidário da Missionszentrale der Franziskaner (MZF), o Congresso exprimiu o momento forte do caminho já iniciado nas Províncias e nas Conferências. Celebrando a graça de nossas origens, perguntamo-nos acerca do significado evangelizador e missionário de nossas presenças no contexto em que vivemos. Colocamo-nos em sintonia com as Conferências do CELAM, em especial, de Aparecida, com o COMLA 8/CAM 3, a ser realizado no mês de agosto do corrente ano, em Quito, com O Evangelho nos desafia, documento do Conselho Plenário da Ordem na Bahia, Brasil, nos seus 25 anos, com a caminhada da Ordem na celebração da graça das origens (2008-2009). Urgência e audácia! É o que requerem de nós, hoje, o carisma fundacional e o momento atual. Enraizados em Francisco de Assis e impulsionados pela missão de evangelizar, que Jesus Cristo nos confia, sentimo-nos convocados a repensar a nossa presença, estimulados por desafios novos provocados pela realidade sócio-cultural e eclesial. Urge renovar a nossa opção vocacional, em comunhão com a Igreja que, na América Latina, nos convida a um novo ardor missionário. Isso nos desafia à conversão, à revisão do nosso lugar e do nosso modo de ser, atentos às interpelações de Deus. Assim, urgência e audácia nos são exigidas para recriar e refundar nossa missão evangelizadora. 1. Memória histórica Protagonistas da evangelização da América Latina, os Frades Menores esmeraramse, desde o início, para que viessem missionários bem preparados e como verdadeiros “apóstolos”, numa presença pacífica, o que contrastava com o projeto dos conquistado- 68 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 res. Os primeiros missionários dedicaramse a uma evangelização integral: o anúncio, a catequese e o cuidado social. Salvar a alma e cuidar do espírito era acompanhado pelo cuidado do corpo e da vida. Porém, isso aconteceu entre luzes e sombras. Sempre que o anúncio do Evangelho chegou unido à espada, com a sede pelo ouro e a ambição pelo lucro, a presença franciscana tornou-se ambígua e contraditória. Sempre que os Frades se destacaram pela força profética, foram capazes de denunciar os abusos do sistema colonizador e da conquista pelas armas, fazendo-se próximos aos indígenas, orientando-se pela pedagogia da relação, da convivência e da partilha. Temos belos testemunhos de Frades que viveram a missão com amor e paixão, defendendo a dignidade dos indígenas, respeitando e valorizando a sua cultura. A expansão missionária aconteceu quando os Frades viveram, com radicalidade, o Evangelho, expresso na sua opção pelos povos indígenas. A perda da utopia franciscana, o fechamento ou instalação dos Frades, a institucionalização da evangelização, o abandono da radicalidade evangélica trouxeram como conseqüência, a crise e a perda de vocações, como se pode constatar em várias áreas da América Latina, no século XVIII e XIX. E, hoje, onde estamos? 2. Nossas presenças hoje a) Presenças tradicionais Hoje, a nossa evangelização realiza-se em âmbitos que já, tradicionalmente, fazem parte de nossa missão. Entre eles, podemos enumerar as paróquias urbanas e rurais, os santuários, a educação e a pastoral educativa em todos os níveis, os meios de comunicação social, as missões populares, as obras sociais assistenciais, a pastoral juvenil e vocacional, a assistência à OFS, à JUFRA e aos movimentos leigos. Estas presenças podem ser assumidas como forma de conservação ou como caminho aberto e participativo. As mesmas continuam a nos desafiar para aí re-situar a nossa missão evangelizadora. b) Novas formas de presença franciscana Há mais ou menos tempo foram assumidas novas formas e novos espaços de evangelização, tais como o envolvimento com as Comunidades Eclesiais de Base, a inserção nas periferias de nossas cidades e nas situações de fratura social, com serviços diversos de pastoral e de solidariedade, com centros de formação, com a presença junto aos migrantes, junto aos “sem terra” em seus assentamentos ou lutas pela terra, junto aos indígenas, ribeirinhos, famílias carentes, pequenos proprietários, quilombolas, encarcerados, deficientes físicos, drogados, “desplazados”, crianças, adolescentes e jovens, junto às organizações sociais e movimentos populares. Nessas e em outras realidades, a presença franciscana mostra sua vitalidade na busca de novos espaços de evangelização e novas formas de realização da missão que brota do nosso carisma. Assim se busca estar entre os mais pobres, com espírito itinerante, cultivando a vida em sua integralidade. c) Presenças nas missões “ad gentes” Na América Latina, há uma expressiva presença dos Frades na missão ad gentes, vivida nos vicariatos apostólicos, nas prelazias, nas prefeituras apostólicas, bem como em meio às populações indígenas e afrodescendentes. Há, também, presença, embora modesta, nas missões ad gentes de nossa Ordem, ainda que esta possa crescer mais. 3. Desafios que persistem Experimentam-se muitos desafios vividos por nossos Frades e Fraternidades. Entre as presenças tradicionalmente assumidas, apresentam-se, como desafios, o persistente continuísmo do modelo tradicional e a escassa criatividade, a falta de Frades nas Casas, a idade avançada nas Fraternidades, a concentração das atividades nos frades, sem a devida abertura aos leigos. Nessas e noutras formas de presença franciscana, identificam-se, igualmente, problemas como o descompasso entre a formação ini- E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE cial e a vida posterior, real, dos Frades e sua desistência nas etapas iniciais. A falta de projeto de evangelização dificulta, em algumas Províncias, a integração da presença e das atividades dos frades, a alocação de recursos e o interesse em torno de um projeto comum. Sentimo-nos, igualmente, desafiados a uma profunda revisão de nossas obras, com suas estruturas pesadas e difíceis de sustentar, consumindo vidas e esforços na sua manutenção e perpetuação. No contexto religioso-eclesial, o desafio é comprometer-nos com uma Igreja de comunhão e sacramento do Reino que, no seu interior, constrói relações de igualdade e respeito entre pastores, leigos/as e religiosos/as, promovendo o laicato para que tenha lugar reconhecido na vida e na missão eclesial e social, e exerça papel de protagonismo. Além do horizonte social, é preciso valorizar as riquezas culturais e espirituais de nossos povos. À medida que somos sensíveis em assumir, como Fraternidades provinciais, projetos sociais de envergadura, sejamos, igualmente, generosos em cultivar formas diversas de viver a riqueza de nosso carisma. Sentimo-nos urgidos a um constante diálogo intercultural, inter-religioso, ecumênico, no respeito aos outros, na sensibilidade e na escuta de suas experiências e valores humanos, sócio-culturais e religiosos. Fazem-se necessários a escuta e o diálogo com as subculturas, com os grupos minoritários, com a juventude, a fim de conhecer sua vivência, sua linguagem, sua maneira de ver e de viver a realidade. Persistem os desafios que nos vêm diretamente do mundo social, político e econômico. Identificamos estruturas de empobrecimento, estruturas que mantêm e reproduzem muitas situações de fratura social, de condições subumanas de vida, causando exclusão. Impera a lógica da voracidade do ter, numa capitalização sem limites, que exclui e destrói vidas humanas e depreda a natureza. A mercantilização da vida humana e da natureza revela sua “lógica” desrespeitadora e devastadora, priorizando o avanço de biotecnologias que atentam contra a vida humana, do agronegócio, das mineradoras, 69 das madeireiras e de outros projetos de exploração que agridem a natureza. São, igualmente, muitos os desafios culturais e religiosos. A penetração dos meios de comunicação, a urbanização crescente, as novas tecnologias e o predomínio do econômico têm influído fortemente sobre nossas famílias e povos. Cria-se um contexto de relativização dos valores das culturas locais, introduzindo novos padrões de comportamento e vícios, como o álcool, a droga e a sexualidade desregrada, entre outros. A presença das igrejas pentecostais, dos novos grupos religiosos, inclusive do islamismo, é outro fenômeno que interpela a nossa evangelização. Preocupam-nos o fundamentalismo, a instrumentalização e as promessas ilusórias alardeados por diferentes grupos religiosos. 4. Provocações e estímulos a partir de nosso carisma Nós nos compreendemos como Fraternidade contemplativa de menores em missão. Sentimo-nos, hoje, chamados a partir da missão que está no coração da vocação franciscana. Como Frades Menores, somos todos missionários; a missão é a expressão máxima da restituição a Deus do que dele temos recebido. Somos missionários no sentido fundamental de “partir, deixar tudo, sair de si, quebrar a crosta do egoísmo que nos fecha no nosso eu. É parar de dar voltas ao redor de nós mesmos, como se fôssemos o centro do mundo e da vida...” (D. Hélder Câmara). A missão ad gentes é o lugar privilegiado da evangelização; exprime a vitalidade das nossas Fraternidades provinciais. Animados por esta consciência missionária, somos interpelados a abrir-nos à Fraternidade universal, aos apelos da Amazônia, dos povos indígenas e afro-descendentes. A missão ad gentes torna-se, assim, a chave de leitura de todos os aspectos de nossa vida; leva-nos a renovar as motivações profundas de nossa vocação, redescobrindo o nosso ser “discípulos e missionários” de Jesus Cristo, o enviado do Pai, com a força do Espírito. 70 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 Impulsionados pelo Evangelho e desafiados pelo novo contexto histórico, sentimo-nos convocados a rever as nossas formas de presença e a nos colocar em atitude de escuta e conversão na busca de novas formas evangelizadoras, mais itinerantes, em missão partilhada com os leigos e leigas. Urge, igualmente, ir ao encontro dos jovens, superando preconceitos, em atitude de acolhida e de escuta de suas diferentes realidades, assumindo clara opção por sua causa. Sentimo-nos interpelados a compartilhar nossa missão com os leigos e as leigas, com a OFS, JUFRA e toda a Família franciscana, numa atitude de diálogo, como deve acontecer entre iguais, com diferentes formas de colaboração e aliança, não em função de necessidades e carências, mas como valorização das diferentes vocações na mesma Família carismática e no mesmo Povo de Deus. Isso vale também em relação a outros consagrados e consagradas, a organizações sociais, a movimentos populares e pessoas de boa vontade. “Nosso claustro é o mundo”! Nosso lugar é estar entre o povo, como “Frades do povo”! Somos convocados a inspirar-nos novamente na mensagem “O Evangelho nos desafia”, do CPO da Bahia, 1983. Este nos interpela a “ver e ouvir” o nosso povo, a deixar-nos evangelizar pelos pobres e excluídos, com os olhos e o espírito de Jesus e de Francisco. Convida-nos a sermos “irmãos menores” entre os pobres e instrumentos de justiça e paz, numa clara “opção preferencial pelos pobres”. Isso força nossas Fraternidades a serem mais missionárias e mais consagradas à vivência e proclamação do Evangelho, a partir dos pobres, sem deixar-se amarrar a estruturas anacrônicas, para poder marcar presença na vanguarda da evangelização (cf. n. 17; 29; 39). 5. Linhas de ação: orientações e compromissos Olhando para o presente e o futuro de nossa missão e evangelização na América Latina e Caribe e em abertura à Fraternidade universal, aprofundamos algumas de nossas presenças, através de oficinas, tendo consciência da riqueza de tantas outras existentes em nosso continente e em nossas Fraternidades. A partir do trabalho dessas oficinas, durante o Congresso, cheios de esperança e confiança na ação do Espírito, assumimos as seguintes orientações e propostas: 5.1. Orientações: a) Missão ad gentes: • Iniciar sério processo de reflexão para aprofundar o serviço missionário na América Latina e na Ordem, em aliança e colaboração com os leigos e leigas (OFS, JUFRA, etc). b) Nossa opção pelos povos indígenas e pelos afro-descendentes: • Fazer opção pelos povos indígenas, a partir da perspectiva dos documentos eclesiais latino-americanos, com projetos concretos, em diálogo com eles, levando em conta a defesa do seu ser como pessoa, sua história, sua cosmovisão, seus territórios sagrados, sua língua e suas tradições. • Levar a Fraternidade Provincial a fazer opção pelos povos afro-descendentes, em particular, pelos mais pobres, numa atitude aberta, clara, em consciência e atuação, sempre em diálogo, sem desconhecer e desvalorizar a sua cultura, defendendo e denunciando os atropelos de que são vítimas, permitindo-lhes ser sujeitos do seu próprio desenvolvimento e autodeterminação. • Cultivar, na formação franciscana, atitudes de fidelidade, diálogo e respeito para com as vocações afro-descendentes, superando os preconceitos em relação à sua cultura e ao seu modo de ser. c) Nossa presença junto aos jovens: • Dar testemunho coerente que expresse, em gestos e palavras, a escuta, a paciência e a proximidade desde a Fraternidade. • Formar uma equipe de Frades e leigos para o trabalho da pastoral juvenil; nomear um Irmão encarregado da pastoral E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE de jovens. Que este faça parte do Secretariado para a Evangelização e Missões. • Oferecer aos Irmãos, Frades e leigos, solicitados para este serviço, uma formação integral, se possível, através das Conferências. • Pensar o projeto de Pastoral da Juventude como itinerário que integre todas as dimensões da pessoa humana, os modos concretos da experiência cristã, como a oração pessoal e a celebração comunitária, a vivência fraterna, a missão e o serviço aos mais pobres, assumindo o acompanhamento pessoal como meio privilegiado de ajuda ao jovem no seguimento de Jesus. • Apoiar os jovens mais pobres na sua busca por inclusão social através do esporte, estudo, trabalho, etc. d) Nosso compromisso com JPIC: • Respaldar, nas Províncias, o serviço da JPIC e a comunicação efetiva com o seu animador, promovendo a participação de todos os Irmãos, bem como estabelecer um trabalho de colaboração entre as Secretarias de Formação, Evangelização e JPIC. • Articular, em redes, a comunicação e o trabalho específico com a OFS-JUFRA, a Família Franciscana e outras áreas similares das Conferências de Religiosos/as, da Igreja e da sociedade, particularmente nas temáticas da justiça ambiental e da não-violência ativa. e) Nossa presença no mundo da cidade: • Buscar formas de atendimento personalizado. • Fortalecer o protagonismo dos leigos/as. • Converter as estruturas a serviço da missão. • Dialogar e buscar formas de colaboração e alianças com os leigos/as preparados/as, com as forças vivas da cidade, em favor da vida e do Reino. • Optar por morar nas periferias das cidades. • Capacitar os Frades para acompanhar os trabalhos específicos da cidade, com a metodologia de visitar, escutar, começar, 71 atender, organizar e celebrar. • Buscar presenças novas: prisões, moradores de rua, marginalizados de todas as espécies. • Descobrir e criar um jeito sempre novo naquilo que fazemos nas velhas estruturas e nas novas. f) Nossa presença na educação: • Elaborar nova proposta evangelizadora que ajude a pensar e a elaborar um plano de evangelização provincial para os centros educativos, com acentos próprios aos novos contextos. • Traduzir os elementos de JPIC para o âmbito educativo, acentuando a justiça como restituição e forma de estabelecer as nossas relações com o corpo docente e como modelo ético que integre o econômico, o ecológico e a visão das relações sociais. • Promover o diálogo em suas distintas propostas interculturais, inter-religiosas e ecumênicas, ajudando na aproximação com os diferentes atores institucionais e gerando uma cultura profética, por ser acolhedora, de escuta e de integração. • Aproveitar elementos do cuidado pastoral das vocações para elaborar planos de acompanhamento e de formação dos agentes de pastoral. • Fortalecer a missão compartilhada com a comunidade educativa, incentivando o modelo de gestão franciscana e o modelo eclesial de comunhão com dimensão profética e de anúncio do Reino. • Investir, prioritariamente, na dimensão evangelizadora da educação, oferecendo formação aos agentes da educação, material apropriado, vivência religiosa criativa, a partir da espiritualidade franciscana que crie sensibilidade pelos excluídos, pela missão e pela vida de oração. • Ter os seguintes acentos na pastoral educativa: – uma pastoral personalizada que oriente a um projeto de vida; – vivência religiosa criativa, a partir da busca e interesse dos alunos; – formação de catequistas, educadores e diretores na Espiritualidade franciscana; 72 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 – atividades que facilitem vida contemplativa e nova sensibilidade social junto aos excluídos; – recursos econômicos para as atividades. g) Pastoral Paroquial: • Renovar nossa presença evangelizadora e missionária nas paróquias: – com relação à dimensão fraterna, acentuar que a pastoral paroquial seja assumida pela Fraternidade, com, ao menos, três Frades, com projeto de vida fraterna e de evangelização, promovendo uma Eclesiologia de comunhão fraterna, em sintonia com a Igreja local; – com relação aos leigos e leigas: acentuar a formação integral como discípulos/as e missionários/as, também nos valores franciscanos, outorgando-lhes espaço e protagonismo em tudo o que lhes compete, apoiando a OFS e criando grupos missionários franciscanos; – com relação à missão: assegurar uma presença real entre os afastados; promover o diálogo ecumênico e intercultural; inserir-se no mundo da cultura e da política e promover o primeiro anúncio aos batizados não evangelizados; – com relação à pastoral social: acentuar a promoção e defesa da dignidade humana, a solidariedade entre as paróquias e a Província; – com relação à minoridade: acentuar que somos servidores e não donos das paróquias, que nos cabe ir e estar entre os mais marginalizados; – com relação à conversão: acentuar a necessidade de uma conversão pastoral dos Irmãos de Formação permanente e inicial no que se refere ao conceito e à gestão da paróquia: de fato, devemos ser evangelizadores e não burocratas ou funcionários; – com relação à Fraternidade provincial: acentuar a necessidade de um trabalho orgânico que garanta a continuidade de processos através de um animador do ministério pastoral nas paróquias, membro da Secretaria da Evangelização provincial. h) Nossa atuação nos meios de comunicação social: • Capacitar Frades para atuar nos meios de comunicação social. Abrir centros de apoio para o uso positivo da internet, rádio e televisão. Incentivar cada Entidade para que tenha a sua página na Internet, a fim de facilitar as comunicações e veicular matérias na área de evangelização. i) Diálogo ecumênico e inter-religioso: • Desenvolver a sensibilidade ao Diálogo em nossas Entidades, tornando-o presente, na Formação inicial e permanente, em termos práticos e teóricos, acolhendo os subsídios do Serviço do Diálogo da Ordem, participando das instâncias ecumênicas e inter-religiosas das regiões, de celebrações e encontros diversos, bem como em ações de colaboração a favor da vida, da promoção humana, da justiça, da paz e integridade da criação. j) Nossa presença no mundo rural: • Estabelecer e sustentar Fraternidades inseridas no meio rural, para que promovam projetos solidários a serviço do desenvolvimento integral dos camponeses empobrecidos. • Criar, em cada Província, a equipe de Pastoral da terra, que acompanhe os camponeses na inculturação da liturgia e da catequese. • Criar no mundo urbano a consciência social da contribuição alimentar e ambiental dos camponeses em relação à cidade e do apoio técnico que esta pode dar ao campo. 5.2. Propostas concretas: Estas propostas serão levadas à próxima Assembléia da UCLAF para estudo, apreciação e encaminhamentos. Algumas das propostas, independente da aprovação ou não, pela UCLAF, poderão ser assumidas por uma ou mais Províncias ou Conferências. E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE a) Missão ad gentes: • Abrir uma Fraternidade interprovincial na América Latina, à semelhança da Fraternidade internacional de Bruxelas e em colaboração com o Curso de Evangelização, de Petrópolis, a fim de preparar os missionários latino-americanos para as missões ad gentes, seja para a própria América Latina (vicariatos apostólicos, povos indígenas e povos afro-descendentes), seja para as missões da Ordem. • Fazer desencadear mecanismos já existentes na Ordem e previstos nos Estatutos Gerais para a animação missionária nas Províncias, nomeando o Moderador das missões, distinto do Secretário para a evangelização; constituir o conselho interprovincial para a evangelização missionária na Conferência; organizar a união missionária franciscana; inserir a evangelização na ratio formationis provinciae; animando os missionários leigos franciscanos, a JUFRA e a OFS. b) Nossa missão e nosso compromisso na Amazônia: • Assumir as orientações e as propostas do Seminário de Manaus, realizado em fevereiro de 2008, e expressas no seu documento final, estando conscientes da importância da Amazônia para a Humanidade, para o planeta e, portanto, também para a Ordem e para toda a Família Franciscana. • Assumir, por parte das Conferências latino-americanas, a Amazônia como prioridade, envolvendo a Ordem toda, prevendo trabalho de sensibilização entre os Frades. • Buscar alianças mais efetivas, em conjunto com Congregações religiosas, organizações locais e internacionais, como Franciscans International, GreenPeace e outros. c) Master em Evangelização: • Aderir ao projeto de uma formação qualificada em nossas práticas evangelizadoras e missionárias, através do curso Master em Evangelização, no Instituto Teológico Franciscano de Petrópolis, Brasil. 73 d) Participação dos leigos e das leigas: • Oportunizar aos leigos e leigas maiores responsabilidades junto aos nossos trabalhos. • Acolher as capacidades profissionais dos leigos/as para enriquecer o trabalho pastoral. • Valorizar o olhar e a reflexão dos leigos/as sobre a realidade e as pessoas. • Dar espaço aos leigos/as na elaboração dos projetos e na sua execução. e) Nossa presença junto aos jovens: • Realizar dois encontros de jovens missionários franciscanos: em nível de Província, no ano de 2009, e em nível latino-americano, no ano de 2010. f) Nossa presença na Educação: • Elaborar um plano de evangelização para os nossos centros educativos, destacando uma política clara para a nossa presença educativa, formação dos Frades, dos agentes educativos, docentes, famílias e testemunho dos que aí trabalham. g) Nosso compromisso com JPIC: • Revisar e avaliar as cinco decisões de JPIC do Capítulo Geral de 2003, tendo em vista a sua execução e seu aprofundamento nas quatro Conferências da América Latina e do Caribe. h) Diálogo ecumênico e inter-religioso: • Interessar-se pelo II Seminário sobre o diálogo ecumênico e inter-religioso no contexto latino-americano, a realizar-se em 2009, na Colômbia. • Indicar um frade para o serviço do Diálogo no Secretariado provincial da Evangelização e Missões. • Participar de Cursos que a Fraternidade de Istambul oferece, a cada ano, sobre o Diálogo Inter-religioso e Ecumênico. Conclusão Como Fraternidade contemplativa de menores em missão, fomos convocados e acompanhados pelo Espírito do Senhor nes- 74 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 te Congresso Missionário Latino-americano. Tomamos consciência da urgência de recriar, com audácia e lucidez, nossa presença evangelizadora e missionária. Fomos sensibilizados a abrir-nos a novas formas de encarnação da utopia franciscana, em atitude de discípulos e missionários frente aos desafios atuais da América Latina e do Caribe e da nossa Fraternidade universal. Invocamos a presença de Nossa Senhora, nos seus diferentes nomes entre os povos de nosso continente, de nosso Pai São Francisco, de Santa Clara e dos nossos Santos e Santas missionários para que nos acompanhem na celebração e renovação do nosso ardor missionário. E POSTULATIONE GENERALI 1. Venerabili Servae Dei Mariae Caelinae a Praesentatione (in saeculo: Ioannae Germanae Castang) Beatorum honores decernuntur BENEDICTUS PP. XVI Ad perpetuam rei memoriam. «Mundanas relinquens vestes, a Iesu requiram ut ex corde meo omnem inutilem cogitationem avertat mihique religiosum donet spiritum; induens clarissae habitum, a Sponso meo poscam ut me spiritu operiat mortificationis, renuntiationis et paenitentiae; cingulo me praecingens, Ipsum precabor ut me liberet a falsa libertate et sibi coniungat vinculis sui sancti amoris; mihi imponens sacrum velum, Eum suppliciter orabo ut a creaturarum intuitu me abscondat. Ego abscondita in Deo vivere cupio». Haec proposita, quae Venerabilis Serva Dei Maria Caelina a Praesentatione (in saeculo: Ioanna Germana Castang) in vigilia suae religiosae vestitionis expressit, eius manifestant voluntatem sese plane Domino offerendi, in libertate ab onmi superfluo terrestri vinculo. Revera, inter multas tribulationes et aegrotationes quas subiit ipsa fidenter se in brachia Christi commisit, paratam se declarans ad Eius sanctam complendam voluntatem. Haec fidelis Redemptoris assecla m Galliae loco vulgo dicto Nojals die XXIII mensis Maii anno MDCCCLXXVIII orta est. Familia ei tradidit congruam christianam institutionem. Quattuor circiter annos nata affecta est poliomyeliti, qui morbus eius pedem sinistrum affecit. Scholam frequentavit quam Sorores Sancti Ioseph de Aubenas moderabantur. Non obstante infirmitate, in operibus domesticis navam dabat operam, sollicitam curam adhibuit de suis fratribus atque actuosam exsequebatur partem in vita paroeciali. Propter graves oeconomicas difficultates apud familiam coacta est domum derelinquere ubi nata erat et transmigrare in locum vulgo dictum Salabert. His difficilioribus in adiunctis altiorem spiritualem maturitatem demonstravit, serena permanens et amoena cum omnibus. Modo ut caros suos adiuvaret, vicum peragrabat ad quaerendam eleemosynam. Anno MDCCCXCI sectionem chirurgicam passa est m pede apud valetudinarium Burdigalae, quo interea transmigraverat. Degens ibi firmo eminuit animo quo infirmitatem perferebat et deditione qua aliorum aegrotantium necessitatibus succurrebat, eis solacium ferens eisque parva praestans ministeria. E valetudinario dimissa, ingressa est institutum “Refugium Nazareth” Soromm Iesu et Mariae a Le Dorat, quod iuvenes excipiebat in difficultate versantes. Anno MDCCCXCII laetanter ac ferventer suscepit Primam Communionem atque Confirmationem. Insuper nomen dedit Congregationi “Filiarum Mariae”, videlicet piae consociationi quae apud Refugium est instituta. Excelluit exacta observatione qua officia cotidie exsequebatur ac eodem tempore vocationem ad vitam consecratam maturavit. A variis institutis est repulsa tam iuvenilis aetatis quam physicae deformationis causa. Mansit igitur apud hoc “Refugium Nazareth” usque ad duodevicesimum expletum annum, corde suo propositum servans sese plane Domino vovendi. Denique anno MDCCCXCVI accepta est a Sororibus Clarissis monasterii “Ave Maria” siti in suburbio Burdigalae vulgo dicto Talence, quae magni aestimaverunt eius amabilitatem ac docilitatem ad Domini consilia. Eodem anno, die XII mensis lunii, in sollemnitate Sacri Cordis lesu, ingressa est postulatum, ac die XXI mensis Novembris novitiae religiosum induit habitum et nomen religiosum suscepit Mariam Caelinam a Praesentatione Beatae Virginis Mariae. Magno fervore vixit sui novitiatus tempus, progrediens m via mortificationis et abscondi- 76 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 ta vita. Amabilem se ostendit erga sorores ac prompte Superioribus obsequentem. Caritas compulit eam ut se Domino offerret veluti victimam ac desiderium manifestaret ut fieret «viola humilitatis, rosa caritatis, lilium puritatis». Ex oratione incessanti atque devotione erga Eucharistiam et Virginem Mariam vires hauriebat ut exemplari modo consecrationem Christo viveret. Caritate et aequo animo onmes iuvit, prudens in consiliis, sedula in sanctificationis mediis seligendis, fervens in propriis officiis servandis et evangelicis propositis exercendis. Eminenti fortitudine innumeras pertulit tribulationes magnaque incommoda a puerili quidem aetate. Totam prorsus vitam suam gessit in condicione egestatis et paupertatis, de qua tamen ipsa numquam conquerebatur. Humilitas praecipuam eius spiritualitatis constituit indolem. Confidit semper Divinae Providentiae atque intuitum in bona caelestia convertit ita ut, gravi forma phthisis affecta, sorori suae scripsit: «Dies mortis meae pulcherrimus mihi erit». Postquam vota religiosa “in articulo mortis” nuncupavit, domum Patris caelestis migravit die XXX mensis Maii anno MDCCCXCVII. Propter diffusam famam sanctitatis Archiepiscopns Burdigalensis anno MCMX Causam beatificationis et canonizationis incohavit per celebrationem processus ordinarii. Processus quidem rogatoriales facti sunt Tornaci, Vesunnae, Augustoriti et Gratianopoli. Rite peractis rebus iure statutis, coram Venerabili Decessore Nostro Pio XII die XXII mensis lanuarii anno MCMLVII promulgatum est Decretum super virtutibus theologalibus, cardinalibus iisque adnexis a Venerabili Serva Dei heroico in gradu exercitis. Deinde Nos Ipsi per Decretum die XVI mensis Decembris anno MMVI datum miraculum eiusdem intercessioni adscriptum comprobavimus. Denique eam Beatae titulo honestandam decrevimus atque statuimus ut ritus beatífícationis Burdigalensi m urbe ageretur die XVI mensis Septembris insequentis anni. Hodie igitur Burdigalae de mandato Nostro Venerabilis Frater Noster Iosephus S.R.E. Cardinalis Saraiva Martins, Praefec- tus Congregationis de Causis Sanctomm, textum Litterarum Apostolicarum legit, quibus Nos Venerabilem Servam Dei Mariam Caelinam a Praesentatione BVM (in saeculo: Ioannam Germanam Castang) in Beatorum numerum adscribimus: Nos, vota Fratris Nostri Ioannis Petri S.R.E. Cardinalis Ricard, Archiepiscopi Burdigalensis, necnon plurimorum aliorum Fratrum in Episcopatu multorumque christifidelium explentes, de Congregationis de Causis Sanctorum consulto, auctoritate Nostra Apostolica facultatem facimus ut Venerabilis Serva Dei Maria Caelina a Praesentatione (in saeculo Ioanna Germana Castang), virgo, monialis professa II Ordinis Sancti Francisci (Clarissa), fulgidum humilitatis et patientiae exemplum, quae laeta Crucis vixit mysterium, Beatae nomine in posterum appelletur, eiusque festum die tricesima Maii, qua ad caelum orta est, ín locis et modis iure statutis quotannis celebrari possit. In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Quod autem decrevimus, volumus et nunc et in posterum tempus vim habere, contrariis rebus quibuslibet non obsistentibus. Datum Romae, apud Sanctum Petrum, sub anulo Piscatoris, die XVI mensis Septembris, anno MMVII, Pontificatus Nostri tertio. 2. Decretum super virtutibus Ven. SD Francisci Mottola CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM MILETEN.-NICOTRIEN.–TROPIEN. Beatificationis et Canonizationis Ven. Servi Dei FRANCISCI MOTTOLA sacerdotis dioecesani fundatoris instituti saecularis oblatarum S. Cordis (1901-1969) «In Christo Iesu per evangelium ego vos genui» (1Cor 4,15). Haec verba Beati Pauli apostoli, dum spirituale quoddam parentis munus in fide scienter affirmant, ad vitam et opera Servi Dei Francisci Mottola, qui tamquam exem- E POSTULATIONE GENERALI plar dioecesani sacerdotis effulsit, usque redundant. Hic Servus Dei nobili, quamvis iam prolapso genere natus est Tropeae, in regione videlicet Catacensi, in Bruttiis, die 3 mensis Ianuarii, anno 1901, biduoque post baptismate sancto rite ablutus est. Primam aetatem, quam ceterum ipse pia hominum societate deguit, voluntarius matris interitus contristavit: qui quidem eventus ingenium pueri vehementer excruciavit, qui deinceps immatura fratris morte amplius exercitus est. Etiam propter haec animus adulescentuli, qui interea seminarium ingressus erat, procul dubio magis magisque conformabatur, non solummodo alacritate, intellegendi vi, poëtico spiritu, verum etiam magnis quibusdam exceptionibus, ut puta iracundia, nimia diligentia et severitate, sollicitudine, litium cupiditate, superbia. Attamen tempus, quo suo ipse ingenio excolendo operam dedit, vere palaestra conversionis fuit, qua adulescens, cum interiorem vitam corroboravit, tum, quid Deus de eo statuisset, gradatim anquisivit, adeo ut animus haud simplex ad actionem divinae gratiae promptus tunc inveniretur, cum Franciscus sacro presbyteratus ordine insignitus est. Servus Dei in variis campis pastoralibus ministerium exercuit: nam idem sacras conciones habuit, sacramenta impertiit, pietatis magister fuit, litteris artique diurnariorum operam dedit, caritatem re adhibuit, incepta spiritualia et culturalia instruxit. Cum autem factus esset rector seminarii dioecesani, in quo ipse praeceptor et animorum moderator antea fuerat, vigilans ac prudens iuventutis magister evasit, sed maxime auctor qui animos omnium inflammaret, idemque promptus cum ad dignoscendas temporum notas, tum ad quaerendas occasiones bene faciendi, quas quidem nova societatis fermenta postulabant. Zelus eius expressus est etiam per varia incepta apostolica, quae ipse summo sese devovendi studio usque promovit. Nam idem pro certo semper affirmavit non modo religionis sensum animique culturam nulla dilatione clero dioecesano penitus instauranda esse, quod quidem ipse fovit per fra- 77 terna concilia, precationis studiique causa habita, sed etiam laicos apostolicae navitati implicandos esse, utpote qui, tamquam fermentum, veram societatis progressionen efficerent. Eminet in vita Francisci charisma oblativi amoris, quod ipse, dum id omnibus indefesse proponit, summa constantia exercuit. Ex hac iudicandi ratione intellegitur etiam cur ipse Actioni Catholicae operam navaverit multaque incepta promoverit, quibus voluntario munere infirmos, pauperes, senes, homines a vita sociali exclusos, orbatos, inopes denique, re sublevarentur; sed etiam cur ipse pluries conatus sit quasdam formas congregationis sacerdotum vel laicorum creare, in quibus principem quidem locum obtinet Institutum Saeculare Oblatarum a Sacratissimo Corde. Servus Dei maxima scripta exaravit, in quibus ipse, dum animum praesertim ad res Ecclesiae Bruttiorum intendit, etiam ad maiora proposita de re theologica, ascetica, mystica spatiatur. Multae commentationes, quae ipsa elegantia animos legentium alliciunt, fidei fundamenta et facta eius temporis tradunt, dum sermonem cum hominibus, qui eo tempore erant, constanter conferunt, ideoque ingenii vim, animi hominem perspicaciam, gravem denique doctrinam auctoris ostendunt. Quae igitur ipse de animi cultura proposuit, cum eorum caput esset necessarie Christus, genuinum humanismum christianum breviter describere possunt. Cum autem sacerdos hic per integrum vitae suae curriculum proelio contra indocilem naturam, qua ipse praeditus erat, numquam abstinuit, tum humanas eius exceptiones fides perfecit et superavit. Experientia, quam Servus Dei spirituali usu accepit, exstructa est circum nucleos quosdam, qui in hoc potiores habendi sunt. Ipse enim per orationem rerumque caelestium contemplationem fidenter divinae Providentiae se tradidit; summa religione Cor Iesu in eucharistico convivio prosecutus est, qui pietate quoque erga Deiparam claruit; caritatem, tum in Deum, tum in proximum, herois in modum exercuit; voluntaria sui ipsius refrenatione studioque aliis officia praestandi 78 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 eminuit; denique humilem, severam, pudicam rationem vitae inivit. Labentibus annis, infeliciter accidit ut precariae valetudinis indicia manifesta fierent, adeo ut morbus quidam, per viginti septem annos productus, dolorem assiduum ei afferret. Franciscus autem, animi tranquillitate gradatim adepta, precandi fervorem atque apostolicam navitatem adauxit, Christi passionibus, tamquam conscia victima, socius factus, Crucisque mysterium amore ac simplicitate amplexus. Mox vero corporis dolores etiam aegrimoniae, eaeque propter aliorum invidiam et inclementiam, cumularunt, quibus animus eius valde afflictus est. Servus Dei in patria mortuus est die 29 mensis Iunii, anno 1969. Ob increbrescentem sanctimoniae famam Exc.mus Episcopus Nicotriensis-Tropiensis Causae Beatificationis et Canonizationis initium fecit per Inquisitionem Dioecesanam, a die 11 mensis Februarii anni 1982 ad diem 29 mensis Iunii anni 1988 conditam, cuius vim iuridicam haec Congregatio de Causis Sanctorum ratam duxit per decretum die 22 mensis Iunii, anno 1990, latum. Positione confecta, die 23 mensis Martii, anno 2007, habitus est Congressus Consultorum Theologorum, qui, postquam more tralaticio disputarunt num Dei Servus evangelicas virtutes in gradu heroico exercuisset, suam favorabilem aperuere sententiam. Amplissimus denique Purpuratorum Patrum et Antistitum Coetus, in Comitiis Ordinariis quae die 6 mensis Novembris, eodem anno 2007, gesta sunt, audita relatione Exc.mi D.ni Hieronymi Grillo, Episcopi emeriti CentumcellarumTarquiniensis, Causae Ponentis, agnoverunt Franciscum Mottola, Dei Servum, theologales et cardinales iisque adnexas virtutes, heroico quidem in gradu, exercuisse. Facta postmodum de hisce omnibus rebus Summo Pontifici Benedicto XVI per infrascriptum Cardinalem Praefectum accurata relatione, Beatissimus Pater, vota Congregationis de Causis Sanctorum excipiens rataque habens, subsignata die pronuntiavit: Constare de virtutibus theologalibus Fide, Spe et Caritate tum in Deum tum in proximum, necnon de cardinalibus Prudentia, Iustitia, Temperantia et Fortitudine, eisque adnexis, in gradu heroico, Servi Dei Francisci Mottola, sacerdotis dioeceseos Tropiensis, Fundatoris Instituti saecularis Oblatarum S. Cordis, in casu et ad effectum de quo agitur. Mandavit autem Beatissimus Pater ut praesens decretum publici iuris fieret et in acta Congregationis de Causis Sanctorum referretur. Datum Romae, die 17 mensis Decembris A. D. 2007. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Praefectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiep. tit. Biccarensis a Secretis 3. Ponens in Causa SD M. Fidelis Weiss eligitur CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM Prot. N. 226-21/05 MONACEN. ET FRISIGEN. Beatifícationis et Canonizationis Servae Dei MARIAE FIDELIS (In saeculo: Eleonorae Margaritae Weiss) Religiosae professae Tertii Ordinis Sancti Francisci. Cum Causa Beatifícationis et Canonizationis Servae Dei Mariae Fidelis (in saeculo: Eleonorae Margaritae Weiss), Religiosae professae Tertii Ordinis Sancti Francisci, suo indigeat Ponente, Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petit ut, ex Patribus eidem Congregationi praepositis, Ponentem praefatae Servae Dei Causae eligere ac deputare benigne dignetur. Haec Congregatio, attentis expositis, precibus annuit, et Exc.mum ac Rev.mum Dominum D. Petrum Georgium Nesti, Archiepiscopum emeritum CamerinensemSancti Severini in Piceno, Ponentem Cau- E POSTULATIONE GENERALI sae praefatae Servae Dei Mariae Fidelis (In saeculo: Eleonorae Margaritae Weiss), omnibus cum iuribus et facultatibus necessariis et opportunis, elegit et nominavit. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 20 mensis Februarii A.D. 2007. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Præfectus † EDUARDUS NOVAK Archiepisopus tit. Lunensis a Secretis 4. Validitas iuridica Inquisitionis in Causa SD Aloisiae Velotti declaratur CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM Prot. N. 235-10/07 NEAPOLITANA Beatificationis et Canonizationis Servae Dei MARIAE ALOISIAE A SS.MO SACRAMENTO (In saeculo: Mariae Velotti) e Tertio Ordine Sancti Francisci Fundatricis Sororum Adoratricum Sanctae Crucis. In Ordinario Congressu, die 14 mensis Decembris huius anni 2007 celebrato, haec Congregatio de Causis Sanctorum sequens dubium disceptavit, nimirum: «An constet de validitate Processus Informativi et Inquisitionis Dioecesanae Suppletivae, apud Curiam ecclesiasticam Neapolitanam peractorum, super vita et virtutibus necnon fama sanctitatis Servae Dei Mariae Aloisiae a Ss.mo Sacramento (in saeculo: Mariae Velotti), e Tertio Ordine Sancti Francisci et Fundatricis Sororum Adoratricum Sanctae Crucis: testes sint rite recteque examinati et iura producta legitime compulsata in casu et ad effectum de quo agitur». Haec porro Congregatio, attento voto ex officio redacto reque diligenter perpensa, rescripsit: AFFIRMATIVE, seu constare de validitate eorundem Processuum in casu et ad effectum de quo agitur, sanatis de iure sanandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet. 79 Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 14 mensis Decembris A.D. 2007. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Præfectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepisopus tit. Biccarensis a Secretis 5. Facultas Transumptum Inq. dioec. in Causa SD Z. Negroni aperiendi CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM Prot. N. 2189-4/07 ALBANEN. Beatificationis et Canonizationis Servi Dei ZACHARIAE NEGRONI Christifídelis Laici. In Ordinario Congressu, die 14 mensis Decembris huius anni 2007 celebrato, haec Congregatio de Causis Sanctorum sequens dubium disceptavit, nimimm: «An constet de validitate Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam Albanensem peractae, super víta et virtutibus necnon fama sanctitatis Servi Dei Zachariae Negroni, Christifidelis Laici: testes sint rite recteque examinati et iura producta legitime compulsata in casu et ad effectum de quo agitur». Haec porro Congregatio, attento voto ex offício redacto reque diligenter perpensa, rescripsit: AFFIRMATIVE, seu constare de validitate eiusdem Inquisitionis Dioecesanae in casu et ad effectum de quo agitur, sanatis de iure sanandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 14 mensis Decembris A.D. 2007. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Præfectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepisopus tit. Biccarensis a Secretis 80 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 6. Ponens in Causa SD Michaëlangeli Longo eligitur CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM Prot. N. 242-17/03 NEAPOLITANA. Beatifícationis et Canonizationis Servi Dei MICHAËLIS ANGELI A MARILIANO (In saeculo: Michaëlis Angeli Longo) Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum. Cum Causa Beatifícationis et Canonizationis Servi Dei MichaëlisAngeli a Mariliano (in saeculo: Michaëlis Angeli Longo), Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum, suo indigeat Ponente, Rev.mus P. Lucas De Rosa, eiusdem Ordinis Postulator Generalis, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petit ut, ex Patribus eidem Congregationi praepositis, Ponentem praefati Servi Dei Causae eligere ac deputare benigne dignetur. Haec Congregatio, attentis expositis, precibus annuit, et Exc.mum ac Rev.mum Dominum D. Linum Fumagalli, Episcopum Sabinensem-Mandelensem, Ponentem Causae Beatificationis et Canonizationis praefati Servi Dei Michaelis Angeli a Mariliano (in saeculo: Michaëlis Angeli Longo), omnibus cum iuribus et facultatibus necessariis et opportunis, elegit et nominavit. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 7 mensis Ianuarii A.D.2008. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Præfectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepisopus tit. Biccarensis a Secretis 7. Facultas datur Transumptum Inq. dioec. in Causa SD C. Gatti aperiendi CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM Prot. N. 2468-2/08 PATAVINA. Beatifícationis seu Declarationis Martyrii Servi Dei CLEMENTIS GATTI Sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum in odium Fidei, uti fertur, interfecti. Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator Generalis Ordinis Fratrum Minorum, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam Patavinam peractae, super vita et martyrio necnon fama martyrii Servi Dei Clementis Gatti, Sacerdotis professi eiusdem Ordinis, in odium Fidei, uti fertur, interfecti, clausum sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis, aperiri possit. Haec porro Congregatio, attentis expositis, pro gratia iuxta preces benigne annuit: servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 11 mensis Ianuarii A.D. 2008. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Præfectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepisopus tit. Biccarensis a Secretis 8. Validitas iuridica Inquisitionis dioec. in Causa SD A. Seghezzi declaratur CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM Prot. N. 1768-12/06 BERGOMEN. Beatificationis et Canonizationis Servi Dei ANTONII SEGHEZZI Sacerdotis Dioecesani. In Ordinario Congressu, die 25 mensis lanuarii huius anni 2008 celebrato, haec Congregatio de Causis Sanctorum sequens dubium disceptavit, nimirum: «An constet de validitate Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam Bergomensem peractae, super vita et virtutibus necnon fama sanctitatis Servo Dei Antonii Seghezzi, Sacerdotis 81 E POSTULATIONE GENERALI Dioecesani: testes sint riíe recteque examinati et iura producta legitime compulsata in casu et ad effectum de quo agitur». Haec porro Congregatio, attento voto ex officio redacto reque diligenter perpensa, rescripsit: AFFIRMATIVE, seu constare de validitate eiusdem Inquisitionis Dioecesanae in casu et ad effectum de quo agitur, sanatis de iure sanandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 25 mensis Ianuarii A.D.2008. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Præfectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepisopus tit. Biccarensis a Secretis 9. Ponens in Causa SD Francisci I. Bonifacio nominatur CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM Prot.N. 1211-9/08 TERGESTINA. Beatifícationis seu Declarationis Martyrii Servi Dei FRANCISCI IOANNIS BONIFACIO Sacerdotis Dioecesani In odium Fidei, uti fertur, interfecti. Cum Causa Beatificationis seu Declarationis Martyrii Servi Dei Francisci loannis Bonifacio, Sacerdotis Dioecesani, in odium Fidei, uti fertur, interfecti, suo indigeat Ponente, Rev.mus P. Lucas De Rosa, Postulator legitime constitutus in eiusdem Servi Dei Causa, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petit ut, ex Patribus eidem Congregationi praepositis, Ponentem praefati Servi Dei Causae eligere ac deputare benigne dignetur. Haec Congregatio, attentis expositis, precibus annuit, et Exc.mum ac Rev.mum Dominum D. Linum Fumagalli, Episcopum Sabinensem-Mandelensem, Ponentem Causae Beatificationis seu Declarationis Martyrii praefati Servi Dei Francisci loannis Bonifacio, omnibus cum iuribus et facultatibus necessariis et opportunis, elegit et nominavit. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 30 mensis Ianuarii A.D.2008. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Præfectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepisopus tit. Biccarensis a Secretis 10. Relator Causae SD Zachariae Negroni nominatur CONGREGAZIONE DELLE CAUSE DEI SANTI Prot. N. 2189-5/08 Vaticano, 13 febbraio 2008 Il Congresso Ordinario di questo Dicastero, in data 1 febbraio 2008 ha affidato al Rev.mo Relatore P. Cristodoro Bove, OFMConv, la Causa ALBANEN. del S. di D. Zaccaria Negroni. Pertanto il Postulatore è invitato a presentare allo stesso Relatore il Collaboratore esterno per lo studio della Causa. MARCELLO BARTOLUCCI Sottosegretario ___________________ Reverendissimo P. Luca De Rosa OFM Postulatore della Causa 11. Validitas iuridica Inquisitionis dioec. in Causa SD M. Saravia declaratur CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM Prot. N. 1279-9/06 ICEN. Beatificationis et Canonizationis Servae Dei MELCHIORAE SARAVIA TASAYCO e Tertio Ordine Saeculari Sancti Francisci. 82 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 In Ordinario Congressu, die 15 mensis Febmarii huius anni 2008 celebrato, haec Congregatio de Causis Sanctorum sequens dubium disceptavit, nimirum: «An constet de validitate Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam Icensem peractae, super víta et virtutibus necnon fama sanctitatis et signorum Servae Dei Melchiorae Saravia Tasayco, e Tertio Ordine Saeculari Sancti Francisci: testes sint rite recteque examinati et iura producta legitíme compulsata in casu et ad effectum de quo agitur». Haec porro Congregatio, attento voto ex officio redacto reque diligenter perpensa, rescripsit: AFFIRMATIVE, seu constare de validitate eiusdem Inquisitionis in casu et ad effectum de quo agitur, sanatis de iure sanandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 15 mensis Febmarii A.D. 2008. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Præfectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepisopus tit. Biccarensis a Secretis 12. Validitas iuridica Inquisitionis super miro in Causa B. Baptistae Varano declaratur CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM Prot. N.2381-12/08 CAMERINEN.-SANCTI SEVERINI IN PICENO. Canonizationis Beatae Baptistae Varano (seu Camillae Baptistae a Varano) Monialis professae Ordinis Clarissarum Fundatricis Monasterii Sanctae Clarae civitatis Camerini. In Ordinario Congressu, die 15 mensis Februarii huius anni 2008 celebrato, haec Congregatio de Causis Sanctomm sequens dubium disceptavit, nimirum: «An constet de validitate Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam Camerinensem-Sancti Severini ín Piceno peractae, super asserta mira sanatio- ne puellae Cloeliae Ottaviani, per intercessionem Beatae Baptistae Varano seu Camillae Baptistae a Varano, Monialis professae Ordinis Clarissarum et Fundatricis Monasterii Sanctae Clarae civitatis Camerini, obtenta: testes sint rite recteque examinati et iura produca legitime compulsata in casu et ad effectum de quo agitur». Haec porro Congregatio, attento voto ex officio redacto reque diligenter perpensa, rescripsit: AFFIRMATIVE, seu constare de validitate eiusdem Inquisitionis Dioecesanae in casu et ad effectum de quo agitur, sanatis de iure sanandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 15 mensis Febmarii A.D. 2008. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Præfectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepisopus tit. Biccarensis a Secretis 13. Relator in Causa SD Aloisii Sodo nominatur CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM Prot. N. 748-9/08 Vaticano, 25 febbraio 2008 Il Congresso Ordinario di questo Dicastero, in data 15 febbraio 2008 ha affidato al Rev.mo Relatore P. Cristoforo Bove, OFMConv, la Causa CERRETANA-THELESINA-S. AGATHAE GOTHORUM del S. di D. Luigi Sodo. Pertanto il Postulatore è invitato a presentare allo stesso Relatore il Collaboratore esterno per lo studio della Causa. MARCELLO BARTOLUCCI Sottosegretario _____________________________ Reverendissiomo P. Luca De Rosa OFM Postulatore della Causa E POSTULATIONE GENERALI 14. Validitas iuridica Inq. dioec. in Causa SD Rosae Staltari declaratur CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM Prot. N. 2378-5/07 LOCREN.-HIERACEN. Beatificationis et Canonizationis Servae Dei ROSAE STALTARI Religiosae professae Congregationis Filiarum A Maria Ss.ma Co-Redemptrice. In Ordinario Congressu, die 22 mensis Februarii huius anni 2008 celebrato, haec Congregatio de Causis Sanctomm sequens dubium disceptavit, nimirum: «An constet de validitate Inquisitionis Dioecesanae, apud Curiam ecclesiasticam LocrensemHieracensem peractae, super vita et virtutibus necnon fama sanctitatis et signorum Servae Dei Rosae Staltari, Religiosae professae Congregationis Filiarum a Maria Ss.ma Co-Redemptrice: testes sint rite recteque examinati et iura producta legitime compulsata in casu et ad effectum de quo agitur». Haec porro Congregatio, attento voto ex officio redacto reque diligenter perpensa, rescripsit: AFFIRMATIVE, seu constare de validitate eiusdem Inquisitionis Dioecesanae in casu et ad effectum de quo agitur, sanatis de iure sanandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 22 mensis Februarii A.D.2008. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Præfectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepisopus tit. Biccarensis a Secretis 15. Competentia fori in Causa SD A. Alessandrini Archiepiscopo Ianuensi datur CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM Prot.N. 2823-1/07 83 IANUEN. Beatificationis et Canonizationis Servi Dei ANGELICI ALESSANDRINI Religiosi professi Ordinis Fratrum Minorum. Em.mus ac Rev.mus Dominus D. Angelus S.R.E. Cardinalis Bagnasco, Archiepiscopus lanuensis, ab hac Congregatione de Causis Sanctomm petit ut Inquisitio Dioecesana super vita et virtutibus necnon fama sanctitatis et signorum Servi Dei Angelici Alessandrini, Religiosi professi Ordinis Fratrum Minorum, apud Suam Curiam ecclesiasticam lanuensem peragi possit, licet praefatus Servus Dei supremum diem intra fines Dioecesis Taeiúensis obiisset. Haec porro Congregatio, attentis peculiaribus in supplici libello expositis adiunctis necnon assensu Exc.mi ac Rev.mi Domini D. Silvestri Li Jiantang, Episcopi Taeiüensis, pro gratia iuxta preces benigne annuit: servatis de cetero omnibus aliis de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 22 mensis Februarii A.D. 2008. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Præfectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepisopus tit. Biccarensis a Secretis 16. Facultas Trans. Inq. Suppl. in Causa SD M. T. De Vincenti aperiendi CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM Prot. N. 1326-10/08 COSENTINA-BISINIANEN. Beatifícationis et Canonizationis Servae Dei MARIAE TERESIAE DE VINCENTI Fundatricis Congregationis Sororum Parvarum Operariamm a Sacris Cordibus. 84 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 Rev.mus P. Lucas De Rosa, O.F.M., Postulator legitime constitutus in Causa Beatificationis et Canonizationis Servae Dei Mariae Teresiae De Vincenti, Fundatricis Congregationis Sororum Parvamm Operariarum a Sacris Cordibus, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petit ut Transumptum Inquisitionis Dioecesanae Suppletivae, apud Curiam ecclesiasticam Cosentinam-Bisinianensem peractae, super vita et virtutibus necnon fama sanctitatis et signomm eiusdem Servae Dei, clausum sigillisque munitum in actis eiusdem Congregationis, aperiri possit. Haec porro Congregatio, attentis expositís, pro gratia iuxta preces benigne annuit: servatis de cetero omnibus de iure servandis. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 1 mensis Martii A.D. 2008. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Præfectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepisopus tit. Biccarensis a Secretis 17. Facultas datur exuvias Ven. SD M. Rosae Flesch recognoscendi CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM Prot. N. 1207-23/06 TREVIREN. Beatificationis et Canonizationis Venerabilis Servae Dei MARIAE ROSAE FLESCH Fundatricis Congregationis Sororum Franciscalium Beatae Mariae Virginis Angelorum. Rev.mus P. Lucas De Rosa, O.F.M., Postulator legitime constitutus in Causa Beatificationis et Canonizationis Venerabilis Servae Dei Mariae Rosae Flesch, Fundatricis Congregationis Sororum Franciscalium Beatae Mariae Virginis Angelorum, ab hac Congregatione de Causis Sanctorum petit ut evuxiae eiusdem Venerabilis Servae Dei, asservatae in Ecclesia Domus Matris praefatamm Sororum in pago v.d. Waldbreitbach intra fínes Dioecesis Trevirensis, recognosci atque, peracta praefata recognitione canonica, post sollemnem beatificationem per congruum periodum temporis exponi possint. Haec porro Congregatio, attentis peculiaribus in supplici libello expositis adiunctis necnon assensu Exc.mi ac Rev.mi Domini D. Roberti Brahm, Administratoris Dioecesani Trevirensis, pro gratia iuxta preces benigne annuit. Indulget insuper haec Congregatio ut, occasione recognitionis canonicae quaedam partes parvae, ex corpore Venerabilis Servae Dei disiunctae, extrahi diriberique valeant ad devotioni Christifidelium satisfaciendum, ea tamen lege ut, ante sollemnem eiusdem Venerabilis Servae Dei beatifícationem, omnia signa publici cultus vitentur: servata tamen peculiari huius Congregationis Instructione. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 5 mensis Martii A.D. 2008. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Præfectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepisopus tit. Biccarensis a Secretis 18. Ponens in Causa SD Odoardi Focherini eligitur CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM Prot. N. 2090-10/08 CARPEN. Beatifícationis et Canonizationis Servi Dei ODOARDI FOCHERINI Christifídelis Laici. Cum Causa Beatificationis et Canonizationis Servi Dei Odoardi Focherini, Christifidelis Laici, suo indigeat Ponente, Rev.mus P. Lucas De Rosa, O.F.M., Postulator legitime constitutus in eiusdem Servi Dei Cau- 85 E POSTULATIONE GENERALI sa, ab hac Congregatione de Causis Sanctomm petit ut, ex Patribus eidem Congregationi praepositis, Ponentem praefati Servi Dei Causae eligere ac deputare benigne dignetur. Haec Congregatio, attentis expositis, precibus annuit, et Exc.mum ac Rev.mum Dominum D. Laurentium Chiarinelli, Episcopum Viterbiensem, Ponentem Causae Beatificationis et Canonizationis Servi Dei Odoardi Focherini, omnibus cum iuribus et facultatibus necessariis et opportunis, elegit et nominavit. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 5 mensis Aprilis A.D. 2008. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Præfectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepisopus tit. Biccarensis a Secretis 19. Tertius peritus in Causa super miro intercessioni Ven. SD Francisci Paleari tributo nominatur CONGREGATIO DE CAUSIS SANCTORUM Prot. N. 976-35/08 TAURINEN. Beatificationis et Canonizationis Venerabilis Servi Dei FRANCISCI PALEARI Sacerdotis Instituti v.d. “Cottolengo”. Instante Rev.mo P. Luca De Rosa, O.F.M., Postulatore legitime constituto in Causa Beatificationis et Canonizationis Venerabilis Servi Dei Francisci Paleari, Sacerdotis Instituti v.d. “Cottolengo“, haec Congregatio de Causis Sanctorum, attentis peculiaribus in supplici libello expositis adiunctis, benigne indulget ut asserta mira sanatio infantis Silvii Cuizza, per intercessionem eiusdem Venerabilis Servi Dei obtenta, examini tertii periti ex officio subici possit. Contrariis non obstantibus quibuslibet. Datum Romae, ex aedibus eiusdem Congregationis, die 11 mensis Aprilis A.D. 2008. IOSEPHUS CARD. SARAIVA MARTINS Præfectus † MICHAËL DI RUBERTO Archiepisopus tit. Biccarensis a Secretis 20. Relator nominatur in Causa SD Rosae Staltari CONGREGAZIONE PER LE CAUSE DEI SANTI Prot. N. 2378-6/08 Vaticano, 22 aprile 2008 Il Congresso Ordinario di questo Dicastero, in data 11 aprile 2008, ha affidato al Rev.mo Relatore Mons. José Luis Gutierrez Gomez la Causa LOCREN.-HIERACEN. della S. di D. Rosa Staltari. Pertanto il Postulatore è invitato a presentare allo stesso Relatore il Collaboratore esterno per lo studio della Causa. MARCELLO BARTOLUCCI Sottosegretario ________________________ Reverendissimo P. Luca De Rosa, OFM Postulatore della Causa 21. Notitiae particulares 1. Consistorium Ordinarium Publicum Il 1 marzo 2008 il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto, nel Palazzo Apostolico Vaticano, il Concistoro Ordinario Pubblico, nel corso del quale ha chiesto il voto dei Padri Cardinali e Vescovi presenti in Roma sulla canonizzazione dei Beati Gaetano Errico, sacerdote diocesano e Fondatore della Congregazione dei Missionari dei SS. Cuori (Napoli 1791-1860), Maria Ber- 86 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 narda Bütler, vergine, Fondatrice delle Suore Francescane Missionarie di Maria Ausiliatrice (Auw-Svizzera 1848-CartagenaColombia 1924), Alfonsa dell’Immacolata Concezione, vergine, Francescana Clarissa del III Ordine di S. Francesco (ArpukaraIndia/Kerala 1910-Bharanganam 1946) e Narcisa di Gesù Martillo Marin, vergine, laica (Nobol-Perú 1833-Lima 1869), stabilendo che la loro canonizzazione sia celebrata in Roma il 12 ottobre 2008, nel corso della XII Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi. Tra i nuovi Santi figurano due Francescane: la Beata Alfonsa beatificata in India nel 1986 e la Beata Maria Bernarda beatificata nel 1995. 2. Congregatio Ordinaria super virtutibus et martyrio Nei giorni 5 febbraio e 4 marzo 2008, come previsto dalle speciali “Normae”, si è svolta la Congregazione Ordinaria dei Padri Cardinali e Vescovi, Membri della Congregazione delle Cause dei Santi, per offrire al Santo Padre il loro autorevole parere sulle virtù eroiche del Servo di Dio Michelangelo Longo da Marigliano, sacerdote professo dei Frati Minori (1822-1886), e sul presunto martirio del Servo di Dio Francesco Giovanni Bonifacio (1912-1946), sacerdote della diocesi di Trieste, ucciso “in odium Fidei” nel 1946. Ascoltata la Relazione dell’Ecc.mo Lino Fumagalli, Vescovo di Sabina-Poggio Mirteto, Ponente della duplice Causa, i suddetti Padri hanno espresso il loro unanime e convinto Voto favorevole, auspicando prossima la conclusione dell’iter previsto per la Beatificazione dei due Servi di Dio. 3. Decretum super virtutibus Il 15 marzo 2008, nel corso dell’Udienza accordata al Cardinale Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, il Sommo Pontefice Benedetto XVI ha autorizzato la promulgazione del Decreto sulle virtù eroiche del Venerabile Servo di Dio Michelan- gelo Longo da Marigliano (1822-1886), Frate Minore della Provincia Napoletana, già Ministro provinciale, asceta e sapiente guida spirituale. Il Decreto conclude un lungo iter e pone nella debita luce una figura esemplare del Francescanesimo del secolo XIX. 4. Congressus Peculiaris super martyrio L’8 gennaio 2008, presieduto dal Promotore generale della Fede, si è radunato il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi della Congregazione delle Cause dei Santi, che hanno espresso unanime voto favorevole (9/9) sul martirio del Servo di Dio Francesco Giovani Bonifacio, sacerdote della diocesi di Trieste in Italia, ucciso “in odium Fidei” dai comunisti “titini” a Villa Gardossi (Trieste) nel 1946. 5. Novissimae Positiones In quest’ultimo periodo sono state presentate all’ufficio del Protocollo della Congregazione delle Cause dei Santi, per il prescritto esame da parte dei Consultori Teologi e dei Padri Cardinali e Vescovi, le seguenti Positiones: – SANCTI MARCI ARGENTANENSISSCALEENSIS, Beatificationis et Canonizationis Servi Dei Augustini Ernesti Castrillo, Episcopi S. Marci Argentanensis-Bisinianensis, ex Ordine Fratrum Minorum (1904-1955), Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis, Romae 2008. – FABRIANENSIS-MATHELICENSIS, Beatificationis et Canonizationis Servi Dei Alfredi Morganti v.d. “Berta”, sacerdotis professi Ordinis Fratrum Minorum (!886-1969), Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis, Romae 2008. FR. LUCA M. DE ROSA, OFM Postulatore generale STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM Status die 31 Decembris 2007 Iuxta statistica a Ministris Provincialibus transmissas. Curata a Fr. Luigi Perugini OFM et Fr. John Abela OFM I. Relatio de statu personali et locali Ordinis I. Relatio de statu personali et locali totius ordinis I. De Statu Personali 1. Sollemniter Professi a) Cardinales a) Archiepiscopi a) Episcopi 6 15 86 Summa b) Sacerdotes c) Diaconi permanentes d) Fratres cum optione clericali e) Fratres laici Summa professorum sollemnium 2. Professi temporarii a) Fratres cum optione clericali b) Fratres sine optione clericali c) Fratres sine optione Summa professorum temporarium c) Novitii 107 10228 69 456 2180 13040 1126 232 245 1603 387 Summa totalis omnium fratrum cum novitiis 15030 II. Distributio Fratrum Provinciae juxta residentiam 1. In territorio Provinciae 2. Extra territorium Provinciae a) In Custodiis b) In aliis locis Summa omnium fratrum cum novitiis Postulantes Tertiarii seu oblati perpetui 13018 436 1576 15030 614 36 88 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 III. Incrementum et decrementum Provinciae 1. Admissi (hoc anno) a) Ad novitiatum b) Ad professionem temporariam c) Ad professionem sollemnem Fratres laici Fratres cum optione clericali d) Ad sacros ordines Ad diaconatum permanentem Ad presbyteratum 2. Extra claustra commorantes hoc anno gratiam obtinuerunt a) Sacerdotes et diaconi b) Fratres laici 3. Egressi (hoc anno) a) Novitii b) Professi temporarii c) Professi sollemnes Frattres laici Fratres cum optione clericali Diaconi permanentes Sacerdotes saecularizati, qui indultum obtinuerunt Sacerdotes qui officium reliquerunt Summa fratrum egressorum 4. Defuncti (hoc anno) a) Novitii b) Professi temporarii c) Professi sollemnes Frattres laicii Fratres cum optione clericali Diaconi Sacerdotes Summa fratrum defunctorum 432 437 57 168 5 166 105 19 81 141 28 17 1 30 18 316 1 1 59 3 237 301 89 STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM IV. De statu locali - Domus 1. Domus a) In territorio Provinciae b) Extra territorium Provinciae 1731 244 Summa 2. Domus filiales a) In territorio Provinciae b) Extra territorium Provinciae 1975 449 17 Summa 466 Summa omnium domorum 2441 V. Numerus paroeciarum O rdini concreditarum 1. In territorio Provinciae a) Apud nostras domos b) A domibus remotae 1112 583 Summa 2. Extra territorium Provinciae a) Apud nostras domos b) A domibus remotae 1695 132 179 Summa 311 Summa omnium paroeciarium 2006 90 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 Ep = Cardinalis + Archiepiscopi + Episcopi; Sac = Sacerdotes; DP = Diaconi Permanenti; PS CL = Prof. Sol. cum optione clericale; PS Lc = Prof. Sol. Laici; PT Lc = Prof. Temp. Laici; PT Cl = Prof. Temp. cum optione clericali; PT So = Prof. Temp. sine optione clericali; Nov = Novitii; Pos = Postulantes; Obl = Oblati; SPS = summa Prof. Sol.; SPT = summa Prof. Temp.; Tot = summa Fratrum; Sum = summa Fratrum cum Novitiis; Dom = Domus Phil = Alumni cursus Philosophiae; Theo = Alumni cursus Theologiae; Grad = Alumni ad Grados Academicos 91 STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM II. Fratres omnes unicuique Provinciae vel Cust. Aut. adscripti Sollemniter Professi Natio Professi Temporarii Lc SPS Cl Lc 7 7 77 20 6 0 14 23 121 18 9 60 0 3 10 73 29 51 1 1 8 64 8 16 0 1 1 18 33 171 12 60 9 41 6 61 32 114 4 26 131 5 18 132 Ep Sac DP 1 61 1 5 79 Cl So SPT Nov Sum Pos Obl 1 Aegyptus S. Familiae 26 4 107 9 29 8 158 9 4 33 7 113 29 1 9 5 78 2 2 2 1 21 1 8 49 10 230 35 8 8 1 69 2 2 3 2 46 2 2 2 2 65 3 2 6 1 121 2 6 1 138 1 132 2 2 Aequatoria S. Francisci de Quito 2 3 Africa (Kenia) et Madigascaria S. Francisci 4 Africa Meridionalis N.rae Dominae Reginae Pacis 3 5 Albania Annuntiationis B.V.M. 6 America Centralis/Panama Dominae Nostrae de Guadalupe 2 136 41 7 Argentina Fluvii Platensis Assumptionis B.V.M S. Michaelis 46 2 2 30 0 50 1 82 0 95 3 114 0 10 108 2 4 17 141 18 2 1 291 0 10 6 308 38 186 1 4 5 196 12 S. Francisci Solano 4 1 8 Australia Sancti Spiritus 9 Austria/Italia S. Leopoldi Prov. 1 6 1 10 Belgium S. Joseph Sponsi B.V.M. 11 Bolivia S. Antonii / Missionaria 25 12 178 15 1 39 5 352 5 2 14 5 215 3 5 12 Bosnia-Herzegovia S. Crucis / Bosnae Argentinae Assumptionis BVM / Herzegoviae 13 Brasilia SS. Nominis Jesu 2 29 0 2 7 40 6 3 1 10 4 54 10 S. Antonii Patavini 3 82 0 11 35 131 4 1 2 7 8 146 7 S. Francisci Assisiensis 3 75 0 7 11 96 23 23 6 125 6 Immaculatae Conceptionis B.V.M. 9 270 9 64 352 66 6 424 8 S. Benedicti de Amazonia 21 3 7 31 6 6 1 38 4 N.rae Dominae Septem Gaudiorum 28 0 2 8 38 7 5 15 53 1 0 1 10 53 11 1 12 65 5 3 11 101 16 8 24 5 130 7 1 6 56 0 0 1 57 1 28 99 16 39 6 2 6 47 Assumptionis B.V.M. (Bacabal) 1 41 S. Crucis 5 82 66 3 14 Britannia Magna Immaculatae Conceptionis B.V.M. 48 1 S. Joseph Sponsi B.V.M. 71 0 Christi Regis 23 0 15 Canada 99 6 47 2 51 2 16 Ceca Respublica S. Venceslai / Bohemiae-Moraviae 40 1 74 1 1 29 105 156 0 1 36 195 43 0 6 17 66 2 4 2 17 Chilia Ss.mae Trinitatis 11 11 3 119 1 5 21 9 225 15 11 14 4 84 8 18 Columbia S. Fidei S. Pauli Apostoli 2 16 3 1 92 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 Sollemniter Professi Natio Professi Temporarii Ep Sac DP Cl Lc SPS Cl Lc 1 112 0 23 13 149 61 5 66 68 0 8 52 128 16 3 153 0 8 25 187 19 3 62 0 1 2 65 4 242 0 6 5 253 21 2 116 2 33 153 1 78 1 30 110 1 24 81 1 1 27 139 1 1 23 99 1 1 1 21 74 1 3 So SPT Nov Sum Pos 11 226 15 19 7 154 10 22 11 220 8 4 1 70 2 21 5 279 9 Obl 15 d 19 C Congensis Resp.Dem. S. Benedicti Africani 20 Corea Ss. Martyrum Coreanorum 21 Croatia Ss. Cyrilli et Methodii / Croatiae 1 S. Hieronymi / Dalmatiae Ss.mi Redemptoris / Dalmatia 22 Gallia B. Pacifici / Gallia Occidentalis 5 5 158 23 Gallia-Belgium Trium Sociorum / Gallia Orient.-Belg. 110 4 24 Germania S. Antonii Patavini / Bavariae 56 S. Crucis / Saxoniae 110 S. Elisabeth 76 Ss. Trium Regum / Coloniae 52 1 1 1 2 84 1 2 2 1 142 1 2 3 1 103 1 1 4 1 79 153 2 1 25 Helvetia Christi Regis 13 2 1 9 25 25 117 0 3 22 143 3 26 Hibernia Hiberniae 1 7 10 107 3 12 15 260 9 2 1 66 1 1 75 1 27 Hispania Baetica De Arantzazu franciscana Carthaginensis S. Gregorii Magni / Castellana 1 S. Salvatoris a Horta / Cataloniae 69 1 2 30 102 4 200 0 5 40 245 3 54 1 1 9 65 1 56 1 1 11 70 1 5 42 1 3 14 88 1 20 113 4 1 1 3 1 2 1 43 2 2 2 90 1 1 5 118 1 1 1 1 87 8 8 2 113 6 83 1 1 84 1 6 143 39 39 14 196 12 11 33 137 51 23 74 30 241 46 1 10 33 158 21 4 25 1 184 7 15 6 375 2 2 1 70 1 10 3 119 7 34 3 N.rae Dominae a Regula / Granatensis 1 69 1 S. Iacobi a Compostella 4 88 S. Joseph / Valentiae et Aragoniae 1 69 1 2 12 85 2 86 1 3 11 103 69 1 1 12 119 0 18 3 90 0 1 113 1 4 1 28 Hungaria Magna Domina Hungarorum 29 Iaponia Ss. Martyrum Iaponensium 30 India S. Thomae Apostoli / Indiae 31 Indonesia S. Michaelis Archangeli 32 Israel Custodia Terrae Sanctae 33 Italia 279 3 8 63 354 9 1 S. Bernardini Senensis / Aprutiorum 58 0 1 8 67 1 1 S. Michaelis Archangeli / Apuliae 93 0 4 9 106 9 1 Christi Regis / Bononiensis 94 0 2 18 114 3 3 44 2 3 50 4 4 62 1 9 72 1 1 73 2 85 2 S. Antonii Patavini / Venetae Ss. VII Martyrum / Calabriae 1 Ss.mi Cordis Mariae / Liguriae Assumptionis B.V.M. / Lyciensis 1 65 0 1 16 83 S. Caroli Borromaei / Mediolanensis 1 105 3 2 38 149 Ss.mi Cordis Iesu / Neapolitana 113 3 3 21 140 S. Bonaventurae / Pedemontana 50 1 1 10 62 5 2 13 1 1 2 117 2 55 1 1 1 7 8 1 158 3 2 3 18 6 164 3 1 2 2 2 66 1 1 93 STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM Sollemniter Professi Natio Ep 28 HS. Iacobii de Marchia / Picena Ss. Petri et Pauli / Romana Sac DP 96 0 Cl 2 118 Professi Temporarii Lc SPS 11 12 Cl Lc 109 7 1 130 10 105 7 16 129 13 S. M. Gratiarum / Samnito-Hirpina 75 2 4 81 6 S. Mariae Gratiarum / Sardiniae 36 0 1 4 41 Seraphica S. Francisci Assisiensis 166 0 19 12 197 Ss.mi Nominis Iesu / Siciliae 103 1 5 13 122 9 79 Immac. Concept. / Salernitano-Lucana 1 7 So SPT 8 5 122 4 14 2 146 4 17 2 Pos 148 5 87 4 2 2 43 22 32 8 237 10 18 18 3 143 7 1 80 2 6 125 3 1 S. Vigilii / Tridentina 1 69 0 Tusciae S. Francisci Stigmat. Prov. 5 95 1 5 13 119 1 37 3 2 2 45 1 1 46 4 2 62 0 1 3 68 2 2 70 1 118 0 11 37 166 19 4 23 8 197 8 225 2 22 72 324 77 7 84 18 426 49 6 Obl 1 6 4 3 Nov Sum 1 1 34 Lituania S. Casimiri 35 Melita S. Pauli Apostoli 36 Mexicum S. Evangelii Ss. Francisci et Jacobi Jalisco 3 182 1 6 30 219 37 1 38 11 268 10 B. Junipero Serra 35 0 4 13 52 13 10 23 3 78 8 S. Philippi de Iesu 26 0 2 15 43 10 10 20 4 67 7 4 2 37 24 1 25 3 65 7 32 174 2 1 177 23 8 31 7 7 4 42 4 2 21 11 34 4 4 8 42 4 S. Francisci Solano 3 73 3 4 14 97 24 3 27 4 128 14 Ss. XII Apostolorum 2 75 4 12 18 111 27 27 4 142 3 11 6 108 8 Ss. Petri et Pauli de Michoacan 1 37 Mozambicum S. Clarae Cust. Aut. 3 28 1 140 38 Nederlandia Ss. Martyrum Gorcomiensium 1 2 39 Pakistania S. Ioannis Baptistae 40 Papua Nova Guinea S. Francisci Assisiensis 41 Peruvia 42 Philippinae S. Petri Baptistae 77 8 6 91 11 Custodia S. Antonii Patavini 42 1 4 15 62 3 1 4 Assumptionis B.V.M. 208 1 5 27 241 37 8 45 12 298 16 S. Hedvigis 145 0 1 31 177 21 4 25 1 203 6 Immaculatae Conceptionis B.V.M. 267 0 7 46 320 21 6 27 10 357 6 S. Mariae Angelorum 178 0 19 22 219 28 7 35 7 261 8 S. Francisci Assisiensis 137 2 9 20 168 19 5 24 5 197 12 1 31 146 5 4 11 42 3 3 5 13 59 12 3 10 91 5 21 66 43 Polonia 0 44 Portugallia Ss. Martyrum Marochiensium 1 113 5 151 1 45 Romania S. Stephani Regis / Transilvaniae 27 0 7 3 52 1 5 17 2 78 4 4 1 5 96 4 45 1 1 2 47 4 64 19 5 24 94 5 1 1 46 Slovakia Ss.mi Salvatoris / Slovakiae 41 47 Slovenia S. Crucis / Slovenia 78 0 48 Taivania (Formosa) B.V.M. Reginae Sinarum 40 49 Togum Verbi Incarnati Prov. 37 6 6 2 94 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 Sollemniter Professi Natio Ep Sac 2 49 DP Professi Temporarii Lc SPS Cl Lc 6 3 60 9 1 10 Cl So SPT Nov Sum Pos 75 4 Obl 37 50 M Ucrainabi S.Michael Archangeli 5 51 USA (Fed Civ Am Sept) 95 1 2 38 138 2 1 3 141 1 S. Barbarae 137 0 7 54 198 5 2 7 3 208 3 Ss.mi Cordis Iesu 179 1 2 64 246 7 2 255 3 22 145 7 7 3 155 2 7 65 356 13 3 16 3 375 2 3 16 58 4 1 6 1 65 1 Assumptionis B.V.M. 2 Immaculatae Conceptionis B.V.M. 4 117 2 Ss.mi Nominis Iesu 1 280 3 Nostrae Dominae de Guadalupe S. Ioannis Baptistae 39 7 1 126 1 1 53 181 1 1 2 2 185 5 86 0 10 35 131 32 20 52 12 195 13 52 Vietnamia S. Francisci in Vietnam 1 95 STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM III. Fratres et domus secundum regiones Africa et Oriens Propinquus Aegyptus Dom 34 Africa Media/Respublica Africa Meridionalis Epis 1 4 18 Sac DP 58 Cl 1 Lc 16 57 1 90 90 16 16 9 2 4 4 2 4 4 Beninum 1 2 Burkina Faso 1 2 Burundia 2 4 1 5 5 9 2 3 14 14 24 1 103 81 16 201 5 1 12 8 10 31 1 2 23 8 6 37 1 4 4 40 43 218 218 Dzibuti 1 8 Iordania 4 11 212 40 2 3 134 Kenia 3 20 9 2 31 31 Libanum 2 4 1 1 6 6 Libya 2 Madagascaria 3 Malavium 1 Marochium 9 Mauritius 10 1 13 11 17 3 31 1 8 Namibia 1 2 Ruanda 2 8 Sudania 28 2 2 Syria 11 1 14 33 5 1 1 2 Mozambicum 8 15 1 2 2 24 24 9 65 68 1 3 3 1 11 11 1 3 3 1 17 17 3 9 1 4 14 Togum 9 22 15 11 48 Turcia 1 7 7 7 Ugandia 2 7 1 2 10 10 Zambia 1 4 6 1 17 17 4 201 12 621 8 251 2 154 22 10 1053 22 35 1088 Cl Lc Summa America Latina Dom 14 Epis Sac 3 DP Nov 14 20 54 5 74 Sum Pos 32 2 147 8 155 9 6 29 12 192 5 197 7 5 183 12 27 5 76 Argentina 43 2 142 1 Bolivia 30 12 120 4 22 20 Brasilia 169 23 649 1 123 168 70 1 1 29 21 Tot So 6 7 32 Aequatoria Chilia 6 9 9 3 Tanzania Zimbabue 2 40 5 3 5 11 7 1 1 15 2 3 32 2 2 31 Israel 1 9 83 16 2 Guinea Bissaviensis 5 16 10 Costa Eburnea 78 8 4 Congus/Respublica (ex Zaire) Sum Pos 3 Angola Congus-Brazapolis Nov 14 13 3 Tot So 70 1034 11 112 195 15 30 1064 54 115 1 3 96 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 America Latina Dom Epis 2 Sac DP Cl 27 51 Costarica 5 13 Cuba 4 12 2 Dominiciana Respublica 2 8 2 2 19 50 53 21 13 Haitia 12 13 29 5 7 171 184 895 9 2 27 2 3 5 14 5 3 5 12 America Septentrionalis Dom Canada USA (Fed Civ Am Sept) Summa 10 34 34 16 22 22 25 267 25 5 17 6 3 10 10 11 5 52 52 5 500 6 602 33 135 3476 33 133 3609 Cl Lc Epis Sac 17 DP 1 210 242 4 1027 4 1145 9 10 Epis 23 Sac DP 1 67 67 319 360 Lc 6 166 8 1434 14 1600 Tot So 1 Nov 20 3 11 24 45 124 251 Sum Pos 168 2 14 1448 16 1616 17 19 2 Nov 107 1 7 Sum Pos 107 11 19 Iaponia 53 89 2 10 102 102 1 India 27 107 57 5 169 14 183 12 Indonesia 20 75 62 49 189 28 217 34 2 6 3 3 5 10 10 3 1 4 Myanmar Nova Zelandia Pakistania 1 3 3 5 8 Papua Nova Guinea 12 Philippinae 33 Sinae 2 19 7 7 33 23 3 16 44 24 21 149 1 4 103 1 3 7 131 Corea Malaesia 55 Tot So 41 Cl 85 1 8 275 34 118 Cazastania 1 38 82 2 32 Dom 2 63 7 151 22 61 2161 7 19 939 44 8 3 6 615 3 3 102 29 2 23 1 10 13 Panama/America Centralis Summa 92 4 Nicaragua Venetiola 12 3 535 15 14 12 1 2 Salvatoria 14 1 2 Portorico 17 9 145 39 8 298 21 Mexicum Peruvia 13 Sum Pos 17 1 Jamaica Paraguaia 285 Nov 3 3 Honduria Australia 16 4 1 Guatimala Asia et Oceania Tot So Columbia Guaiana 187 Lc 10 6 4 4 37 4 44 4 153 7 4 Singapura 2 8 3 4 16 3 19 2 Sri Lanka 3 6 3 5 14 2 16 1 Taivania 7 50 1 4 Thailandia Timoria Or. 2 1 8 59 59 6 2 8 8 7 6 13 13 12 97 STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM Asia et Oceania Dom Vietnamia Summa Europa Occidentalis 18 231 Dom Epis 6 Epis Sac 25 Belgium 14 142 9 54 Cyprus Insula 4 Gallia 26 Germania DP 71 726 Austria Britannia Magna 1 Sac 2 DP 113 Cl Lc 42 229 53 262 Cl Lc 12 1 3 6 168 2 2 59 1 8 111 437 1 Helvetia 16 Hibernia 14 1 97 Hispania 115 6 551 7 16 128 Italia 374 4 1866 13 151 321 Norvegia 136 1 105 1 Portugallia 17 Suetia Summa Europa Orientalis 707 Dom Albania 7 Bielorussia Bosnia-Herzegovia Ceca Respublica Croatia 2 1 49 1 Epis 2 Sac 30 DP 8 233 5 563 48 116 2 2 710 75 2430 714 10 44 2474 48 55 1 4 55 3 2 170 1 171 1 8 8 140 140 201 759 6 81 4862 6 55 4917 Cl Lc 7 1 48 Tot So 2 331 3 1 29 20 2 26 Nov Sum Pos 0 26 10 403 56 2 17 512 19 5 107 8 393 14 65 1 8 8 8 44 1 2 9 56 144 392 1 69 33 495 1 11 11 102 5 5 2 1 2 28 28 6 6 2 161 154 1009 35 1044 48 7 14 1 1 78 Kosovo 1 5 Lituania 7 23 2 6 101 692 Romania 9 24 Russia 1 11 Serbia 1 4 Slovakia 7 36 Slovenia 17 Ucraina 20 445 Summa 8 1 48 1 1 Polonia 66 5 3 13 Nigromontium 167 1 116 30 104 Estonia Hungaria 147 18 3 1 Sum Pos 233 558 13 104 10 7 6 16 3775 Nov 1 35 7 1 65 Sum Pos 12 178 74 1301 167 1 8 2 Nov 147 25 2 11 Tot 18 72 Nederlandia 166 2 1227 So 3 Graecia Melita Tot So 1 46 46 4 15 15 17 16 69 66 7 11 3 60 6 1800 10 334 5 275 1 4 7 6 4 4 71 4 84 84 4 78 3 2425 5 83 74 2499 4 101 2 98 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 IV. Status domum et presentia fratrum in singulis nationibus Natio Dom Epis Sac DP Aegyptus 34 1 58 Aequatoria 27 5 76 Africa Media/Respublica Africa Meridionalis Albania Angola 4 3 57 7 2 20 2 142 1 113 4 43 Australia 23 Austria 25 Belgium 14 1 Beninum Bielorussia Bolivia Bosnia-Herzegovia 104 Brasilia 169 9 155 9 16 78 5 83 2 26 0 26 1 5 197 4 16 192 1 20 1 107 107 3 12 18 147 147 142 25 167 167 2 2 4 4 120 12 393 10 403 8 168 70 1034 30 1064 54 6 1 65 1 66 1 48 14 1 123 1 3 2 4 118 20 4 2 41 1 70 1 166 15 5 2 168 2 3 11 11 2 9 56 56 1 29 11 112 3 115 1 27 53 16 285 13 298 23 7 44 6 195 4 5 1 1 8 183 649 32 7 5 22 2 16 8 1 4 54 1 2 9 12 331 8 8 16 8 2 147 90 2 1 Ceca Respublica 1 7 23 2 Pos 29 9 Cazastania 32 90 Sum 6 Burkina Faso Canada 32 Nov 1 Britannia Magna Burundia 14 3 85 12 Tot So 16 10 3 30 1 Lc 13 18 Argentina Cl 2 Chilia 21 Columbia 51 2 187 9 2 3 14 Congus/Respublica (ex Zaire) 24 1 103 81 16 201 11 212 15 Corea 19 55 24 45 124 7 131 10 12 8 10 31 4 17 69 33 495 Congus-Brazapolis Costa Eburnea Costarica 5 1 5 13 144 392 Cuba 4 12 Cyprus Insula 4 8 Dominiciana Respublica 2 Croatia Dzibuti 1 8 2 Estonia 26 Germania 14 14 3 8 8 2 12 12 1 2 2 1 1 233 233 168 2 2 59 72 437 1 8 111 2 1 19 50 21 13 Guinea Bissaviensis 8 23 8 Haitia 3 9 1 16 35 1 Graecia Guaiana Guatimala Helvetia 2 17 19 1 Gallia 31 512 2 1 14 1 558 17 5 1 1 1 1 2 563 1 92 10 102 6 37 3 40 3 13 13 10 48 48 8 3 99 STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM Natio Dom Epis Sac DP Hibernia 14 1 97 Hispania 115 6 551 Honduria 12 3 21 Hungaria 13 1 Iaponia India Indonesia 20 Iordania 2 714 10 29 19 5 107 6 4 29 11 102 53 89 1 2 10 102 102 1 27 107 57 5 169 14 183 12 75 62 49 189 28 217 34 1 4 3 3 4 134 1 40 43 1866 13 151 321 2 2 Kenia 3 20 Kosovo 1 5 Libanum 2 4 Libya 2 Lituania 7 23 Madagascaria 3 15 Malaesia 1 4 Malavium 1 Marochium 9 Mauritius 2 8 Melita 7 49 2 8 17 145 2 535 10 3 31 218 75 11 1 136 9 2 27 Nigromontium 2 6 Norvegia 1 7 Pakistania 8 19 Panama/America Centralis 5 14 12 2 5 5 48 7 7 31 5 5 1 1 6 6 2 11 11 1 2 28 28 4 13 5 33 40 9 2 6 7 6 1 2 2 5 24 24 1 9 9 3 3 55 55 1 171 184 895 44 939 82 28 3 65 3 68 7 2 Nicaragua 218 2474 31 3 1 44 2 1 3 2430 5 1 2 4 9 1 1 Myanmar Paraguaia 116 4 1 Jamaica Papua Nova Guinea 710 Pos 11 2 2 Sum 1 32 Nederlandia 116 18 128 Nov 78 374 Namibia Tot So 16 Italia Mozambicum Lc 7 Israel Mexicum Cl 1 1 30 2 2 3 3 3 3 3 170 1 171 34 34 16 6 6 1 8 8 7 7 33 5 3 22 22 23 3 16 44 44 4 12 2 1 25 25 5 10 4 37 4 Peruvia 39 151 7 63 38 267 8 275 17 Philippinae 33 103 1 24 21 149 4 153 7 101 692 2 161 154 1009 35 1044 48 3 6 3 105 5 29 24 7 14 2 Polonia Portorico Portugallia 17 8 1 Romania 9 Ruanda 2 8 Russia 1 11 Salvatoria Serbia Sinae 15 1 2 34 11 10 10 140 140 46 46 1 11 11 4 15 15 5 52 52 4 4 4 4 1 4 3 1 1 1 100 Natio AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 Dom Epis Sac DP Cl Lc Tot So Nov Sum Pos Singapura 2 8 3 4 16 3 19 2 Slovakia 7 36 17 16 69 2 71 4 Slovenia 17 66 7 11 84 84 4 3 6 3 5 14 16 1 1 3 3 6 6 Sri Lanka Sudania 2 Suetia 6 1 2 14 1 1 17 17 Taivania 7 50 1 8 59 59 4 Tanzania 3 9 1 4 14 14 20 2 8 8 Syria 11 1 Thailandia 6 Timoria Or. 2 7 Togum 9 22 Turcia Ucraina 1 20 Ugandia USA (Fed Civ Am Sept) 13 11 48 10 5 78 60 4 1027 7 9 1 2 67 319 1434 6 22 5 6 33 Vietnamia 18 71 42 53 166 Zambia 1 4 6 1 Zimbabue 4 12 8 2 107 10228 12 54 5 5 83 14 1448 12 178 69 1582 2412 Summa Omnium Fratrum OFM: 14643 Summa Omnium Fratrum OFM cum Novitiis: 15030 7 10 8 Venetiola Summa 2441 13 6 7 7 3 2 210 6 15 6 245 10 17 33 17 17 22 22 14643 4 387 15030 13 614 101 STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM V. Provinciae vel Cust. Aut. juxta numerum fratrum et novitiorum Provincia Prof Sol Temp 1 Ss. Francisci et Jacobi Jalisco Natio Mexicum Tot 426 408 324 84 Nov 18 2 3 Immaculatae Conceptionis B.V.M. S. Antonii Patavini / Venetae Brasilia Italia 424 375 418 369 352 354 66 15 6 6 4 5 6 Ss.mi Nominis Iesu Immaculatae Conceptionis B.V.M. S. Crucis / Bosnae Argentinae USA (Fed Civ Am Sept) Polonia Bosnia-Herzegovia 375 357 352 372 347 347 356 320 308 16 27 39 3 10 5 7 8 Assumptionis B.V.M. Ss.mi Redemptoris / Dalmatia Polonia Croatia 298 279 286 274 241 253 45 21 12 5 9 10 11 Ss. Petri et Pauli de Michoacan S. Mariae Angelorum De Arantzazu franciscana Mexicum Polonia Hispania 268 261 260 257 254 260 219 219 245 38 35 15 11 7 12 Ss.mi Cordis Iesu USA (Fed Civ Am Sept) 255 253 246 7 2 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 S. Michaelis Archangeli Seraphica S. Francisci Assisiensis Dominae Nostrae de Guadalupe S. Benedicti Africani S. Fidei Ss. Cyrilli et Methodii / Croatiae Assumptionis BVM / Herzegoviae S. Barbarae S. Hedvigis S. Evangelii S. Francisci Assisiensis S. Thomae Apostoli / Indiae S. Francisci in Vietnam S. Ioannis Baptistae Indonesia Italia America Centralis/Panama Congensis Resp.Dem. Columbia Croatia Bosnia-Herzegovia USA (Fed Civ Am Sept) Polonia Mexicum Polonia India Vietnamia USA (Fed Civ Am Sept) 241 237 230 226 225 220 215 208 203 197 197 196 195 185 211 229 220 215 216 209 210 205 202 189 192 182 183 183 137 197 171 149 195 187 196 198 177 166 168 143 131 181 74 32 49 66 21 22 14 7 25 23 24 39 52 2 30 8 10 11 9 11 5 3 1 8 5 14 12 2 27 28 29 30 31 32 33 34 Custodia Terrae Sanctae S. Antonii / Missionaria Ss. Martyrum Gorcomiensium Ss.mi Cordis Iesu / Neapolitana S. Francisci de Quito S. Caroli Borromaei / Mediolanensis B. Pacifici / Gallia Occidentalis Immaculatae Conceptionis B.V.M. Israel Bolivia Nederlandia Italia Aequatoria Italia Gallia USA (Fed Civ Am Sept) 184 178 177 164 158 158 158 155 183 166 176 158 150 157 158 152 158 141 174 140 121 149 153 145 25 25 2 18 29 8 5 7 1 12 1 6 8 1 35 36 37 38 39 Ss. Martyrum Coreanorum Hiberniae Ss. Martyrum Marochiensium Immac. Concept. / SalernitanoS. Antonii Patavini Corea Hibernia Portugallia Italia Brasilia 154 153 151 148 146 147 153 151 146 138 128 143 146 129 131 19 10 5 17 7 7 40 41 Ss. Petri et Pauli / Romana Ss.mi Nominis Iesu / Siciliae Italia Italia 146 143 144 140 130 122 14 18 2 3 42 43 44 45 46 47 S. Crucis / Saxoniae Ss. XII Apostolorum Assumptionis B.V.M. S. Leopoldi Prov. S. Joseph Sponsi B.V.M. S. Crucis Germania Peruvia USA (Fed Civ Am Sept) Austria/Italia Belgium Brasilia 142 142 141 138 132 130 141 138 141 137 132 125 139 111 138 131 132 101 2 27 3 6 1 4 24 5 48 49 S. Francisci Solano S. Francisci Assisiensis Peruvia Brasilia 128 125 124 119 97 96 27 23 4 6 50 51 52 53 Tusciae S. Francisci Stigmat. Prov. S. Iacobi de Marchia / Picena Sancti Spiritus Ss.mae Trinitatis Italia Italia Australia Chilia 125 122 121 119 125 117 120 116 119 109 114 105 6 8 6 11 5 1 3 3 2 8 1 102 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 Provincia Natio Tot Prof Sol Temp Nov 64 65 66 67 S. Joseph Sponsi B.V.M. S. Crucis / Slovenia Verbi Incarnati Prov. N.rae Dominae a Regula / Canada Slovenia Togum Hispania 99 96 94 90 99 96 88 90 99 91 64 88 5 24 2 68 69 S. Joseph / Valentiae et Aragoniae S. M. Gratiarum / Samnito-Hirpina Hispania Italia 87 87 86 87 85 81 1 6 70 71 72 Assumptionis B.V.M. / Lyciensis S. Antonii Patavini / Bavariae Ss. Martyrum Iaponensium Italia Germania Iaponia 85 84 84 85 82 84 83 81 83 2 1 1 73 74 S. Pauli Apostoli S. Vigilii / Tridentina Columbia Italia 84 80 80 80 66 79 14 1 4 75 76 77 Ss. Trium Regum / Coloniae Ss.mi Salvatoris / Slovakiae N.rae Dominae Reginae Pacis Germania Slovakia Africa Meridionalis 79 78 78 78 76 73 74 59 64 4 17 9 1 2 5 78 79 B. Junipero Serra S. Gregorii Magni / Castellana Mexicum Hispania 78 75 75 73 52 70 23 3 3 2 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 S.Michael Archangeli Ss.mi Cordis Mariae / Liguriae S. Bernardini Senensis / Aprutiorum S. Hieronymi / Dalmatiae S. Pauli Apostoli Fluvii Platensis Assumptionis B.V.M S. Philippi de Iesu Carthaginensis S. Bonaventurae / Pedemontana Custodia S. Antonii Patavini Nostrae Dominae de Guadalupe Ucraina Italia Italia Croatia Melita Argentina Mexicum Hispania Italia Philippinae USA (Fed Civ Am Sept) 75 73 70 70 70 69 67 66 66 66 65 70 73 69 69 70 68 63 66 64 66 64 60 72 67 65 68 60 43 65 62 62 58 10 1 2 4 2 8 20 1 2 4 6 5 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 Assumptionis B.V.M. (Bacabal) S. Francisci Solano S. Clarae Cust. Aut. Immaculatae Conceptionis B.V.M. Ss. VII Martyrum / Calabriae SS. Nominis Jesu N.rae Dominae Septem Gaudiorum S. Stephani Regis / Transilvaniae S. Venceslai / Bohemiae-Moraviae B.V.M. Reginae Sinarum Brasilia Argentina Mozambicum Britannia Magna Italia Brasilia Brasilia Romania Ceca Respublica Taivania (Formosa) 65 65 65 57 55 54 53 52 51 47 65 63 62 56 54 50 53 49 51 47 53 61 37 56 50 40 38 42 47 45 12 2 25 0 4 10 15 7 4 2 101 102 103 Christi Regis S. Casimiri S. Michaelis Canada Lituania Argentina 47 46 46 45 46 44 39 45 41 6 1 3 104 105 106 107 S. Salvatoris a Horta / Cataloniae S. Mariae Gratiarum / Sardiniae S. Ioannis Baptistae S. Francisci Assisiensis Hispania Italia Pakistania Papua Nova Guinea 43 43 42 42 43 43 38 42 42 41 31 34 1 2 7 8 108 109 S. Benedicti de Amazonia Christi Regis Brasilia Helvetia 38 25 37 25 31 25 6 110 Annuntiationis B.V.M. Albania 21 20 18 15030 14643 13040 2 1603 6 1 2 1 1 1 4 2 1 2 3 1 1 4 3 2 2 4 1 1 387 103 STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM VI. Incrementum vel decrementum numeri fratrum 1 Aegyptus S. Familiae Admissi Egressi 4 4 5 8 Defuncti Summa 2 2 107 103 2 Aequatoria 10 8 3 Africa (Kenia) et Madigascaria S. Francisci S. Francisci de Quito 2 4 9 8 4 Africa Meridionalis N.rae Dominae Reginae Pacis 5 2 5 Albania Annuntiationis B.V.M. 1 2 10 10 5 2 8 1 1 11 1 Fluvii Platensis Assumptionis B.V.M S. Michaelis 1 2 1 1 1 1 1 1 3 1 3 3 3 1 S. Francisci Solano 2 2 4 1 6 4 158 150 3 1 113 106 2 2 1 2 78 73 21 20 6 America Centralis/Panama Dominae Nostrae de Guadalupe 230 220 7 Argentina 2 1 8 Australia Sancti Spiritus 3 2 2 9 Austria/Italia S. Leopoldi Prov. 3 1 2 1 1 10 Belgium S. Joseph Sponsi B.V.M. 11 Bolivia S. Antonii / Missionaria 12 Bosnia-Herzegovia S. Crucis / Bosnae Argentinae Assumptionis BVM / Herzegoviae 13 Brasilia SS. Nominis Jesu S. Antonii Patavini S. Francisci Assisiensis Immaculatae Conceptionis B.V.M. S. Benedicti de Amazonia N.rae Dominae Septem Gaudiorum Assumptionis B.V.M. (Bacabal) S. Crucis 12 5 1 5 5 38 4 4 4 10 6 4 1 4 2 6 2 14 13 2 3 4 3 6 6 14 Britannia Magna Immaculatae Conceptionis B.V.M. 1 15 Canada S. Joseph Sponsi B.V.M. Christi Regis 2 69 46 68 44 65 63 3 3 3 121 120 4 2 4 138 137 6 6 132 132 4 4 178 166 1 352 347 215 210 2 1 6 3 3 1 6 3 2 3 2 4 6 2 1 4 7 6 2 54 50 146 138 125 119 3 8 19 6 28 6 424 418 2 1 1 2 2 2 1 4 8 1 1 1 1 2 4 38 37 53 53 65 65 130 125 1 2 1 4 1 1 1 4 1 1 6 1 2 2 57 56 4 1 99 47 99 45 1 51 51 16 Ceca Respublica S. Venceslai / Bohemiae-Moraviae 1 17 Chilia Ss.mae Trinitatis 7 14 1 4 2 S. Fidei S. Pauli Apostoli 15 6 27 4 2 4 3 2 3 4 19 Congensis Resp.Dem. S. Benedicti Africani 11 12 13 5 2 3 4 5 1 1 1 6 1 119 116 4 3 7 8 4 3 225 216 84 80 18 Columbia 20 Corea Ss. Martyrum Coreanorum 1 2 2 7 226 215 4 154 147 104 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 Admissi Natio 21 Croatia Ss. Cyrilli et Methodii / Croatiae S. Hieronymi / Dalmatiae Ss.mi Redemptoris / Dalmatia Egressi Defuncti Nov Ptm Sol Nov Ptm Sol Nov Ptm Sol 11 22 8 1 5 1 6 1 2 22 Gallia B. Pacifici / Gallia Occidentalis 3 1 5 2 3 2 1 Summa Egr Def Exc Tot Sum 2 8 220 209 2 3 70 69 279 274 8 158 158 110 110 23 Gallia-Belgium Trium Sociorum / Gallia Orient.-Belg. 1 5 1 5 1 5 5 6 2 5 5 1 2 3 2 1 2 3 24 Germania S. Antonii Patavini / Bavariae S. Crucis / Saxoniae 2 1 1 1 S. Elisabeth Ss. Trium Regum / Coloniae 1 1 2 1 1 2 1 5 3 1 2 1 1 4 4 2 1 4 1 1 1 3 1 29 Iaponia Ss. Martyrum Iaponensium 30 India S. Thomae Apostoli / Indiae 3 1 1 26 Hibernia Hiberniae 28 Hungaria Magna Domina Hungarorum 1 1 25 Helvetia Christi Regis 27 Hispania Baetica De Arantzazu franciscana Carthaginensis S. Gregorii Magni / Castellana S. Salvatoris a Horta / Cataloniae N.rae Dominae a Regula / Granatensis S. Iacobi a Compostella S. Joseph / Valentiae et Aragoniae 1 1 3 1 1 6 2 3 2 1 5 1 1 1 3 6 2 3 1 6 2 3 2 1 5 1 107 106 2 260 260 66 66 75 73 43 43 90 90 118 118 87 86 1 113 111 1 2 1 3 1 1 2 4 25 1 153 153 2 7 103 102 79 78 4 1 15 84 82 142 141 25 2 15 1 84 84 196 182 31 Indonesia 32 19 14 4 32 Israel Custodia Terrae Sanctae S. Michaelis Archangeli 1 5 6 1 33 Italia S. Antonii Patavini / Venetae S. Bernardini Senensis / Aprutiorum 6 1 2 1 2 3 1 2 2 1 1 S. Michaelis Archangeli / Apuliae Christi Regis / Bononiensis Ss. VII Martyrum / Calabriae Ss.mi Cordis Mariae / Liguriae Assumptionis B.V.M. / Lyciensis S. Caroli Borromaei / Mediolanensis 1 4 2 Ss.mi Cordis Iesu / Neapolitana S. Bonaventurae / Pedemontana 6 2 3 2 1 1 S. Iacobi de Marchia / Picena Ss. Petri et Pauli / Romana Immac. Concept. / Salernitano-Lucana S. M. Gratiarum / Samnito-Hirpina 5 2 2 1 3 1 1 2 1 3 3 1 S. Mariae Gratiarum / Sardiniae Seraphica S. Francisci Assisiensis Ss.mi Nominis Iesu / Siciliae 8 2 8 3 1 8 5 8 1 2 2 241 211 1 1 184 183 6 15 5 1 375 369 70 69 1 15 5 1 1 1 3 1 1 1 3 119 116 117 117 55 54 4 4 8 1 1 4 4 8 73 73 85 85 158 157 5 1 1 5 1 164 158 66 64 3 6 4 5 5 3 122 117 146 144 148 146 1 87 87 2 4 1 4 4 43 43 2 237 229 143 140 1 1 4 4 5 5 3 1 1 1 4 4 2 1 105 STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM Admissi Natio 34 Lituania S. Casimiri Egressi Defuncti Nov Ptm Sol Nov Ptm Sol Nov Ptm Sol 2 2 2 2 1 1 Summa Egr Def Exc Tot Sum 4 35 Melita S. Pauli Apostoli 2 2 46 46 70 70 36 Mexicum S. Evangelii Ss. Francisci et Jacobi Jalisco Ss. Petri et Pauli de Michoacan B. Junipero Serra S. Philippi de Iesu 37 Mozambicum S. Clarae Cust. Aut. 8 18 11 4 11 7 10 1 2 1 6 4 7 5 6 3 2 1 3 2 2 4 3 1 1 2 1 1 3 3 4 1 3 9 6 3 3 1 197 189 426 408 268 257 4 5 78 67 75 63 3 65 62 38 Nederlandia Ss. Martyrum Gorcomiensium 13 13 177 176 39 Pakistania S. Ioannis Baptistae 5 1 40 Papua Nova Guinea S. Francisci Assisiensis 41 Peruvia S. Francisci Solano Ss. XII Apostolorum 42 Philippinae S. Petri Baptistae Custodia S. Antonii Patavini 43 Polonia Assumptionis B.V.M. S. Hedvigis Immaculatae Conceptionis B.V.M. S. Mariae Angelorum S. Francisci Assisiensis 2 4 4 10 4 4 6 6 5 12 1 10 7 5 13 3 11 6 4 4 1 1 8 7 2 0 44 Portugallia Ss. Martyrum Marochiensium 45 Romania S. Stephani Regis / Transilvaniae 3 46 Slovakia Ss.mi Salvatoris / Slovakiae 2 1 9 1 1 1 2 4 1 42 38 2 42 42 1 10 128 124 142 138 2 108 102 66 66 3 1 4 2 2 1 5 1 4 3 1 1 15 4 5 2 8 5 1 4 1 1 3 1 4 3 1 5 2 2 1 1 5 298 203 357 261 197 286 202 347 254 192 151 151 1 52 49 5 78 76 47 Slovenia S. Crucis / Slovenia 1 48 Taivania (Formosa) B.V.M. Reginae Sinarum 1 2 1 2 96 96 1 1 1 47 47 1 94 88 75 70 49 Togum Verbi Incarnati Prov. 50 Ucraina S.Michael Archangeli 6 4 5 5 2 2 1 1 51 USA (Fed Civ Am Sept) Assumptionis B.V.M. 1 2 1 S. Barbarae Ss.mi Cordis Iesu Immaculatae Conceptionis B.V.M. 4 3 3 1 3 3 Ss.mi Nominis Iesu Nostrae Dominae de Guadalupe S. Ioannis Baptistae 3 1 2 4 1 1 5 2 1 1 2 1 12 7 7 2 1 52 Vietnamia S. Francisci in Vietnam 1 2 8 1 8 141 141 1 1 4 7 6 2 2 1 4 7 6 208 205 1 255 253 1 155 152 1 11 2 6 3 11 2 2 1 6 375 372 65 64 185 183 3 195 183 2 1 1 106 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 VII. Inter 2007 et 2006 comparatio Provincia Natio 2007 2006 Diff 115 S. Leopoldi Prov. Austria/Italia A07 Custodia S. Antonii Patavini Philippinae 66 041 S. Michaelis Archangeli Indonesia 241 217 24 073 S. Francisci Solano Peruvia 128 104 24 040 S. Thomae Apostoli / Indiae India 196 183 13 070 Ss. Francisci et Jacobi Jalisco Mexicum 426 415 11 050 Ss.mi Cordis Iesu / Neapolitana Italia 164 154 10 089 S. Francisci in Vietnam Vietnamia 195 187 8 012 S. Francisci Assisiensis Brasilia 125 118 7 063 Ss. Cyrilli et Methodii / Croatiae Croatia 220 213 7 076 Assumptionis B.V.M. Polonia 298 291 7 113 Verbi Incarnati Prov. Togum 94 88 6 079 S. Mariae Angelorum Polonia 261 256 5 098 S. Antonii / Missionaria Bolivia 178 174 4 036 S. Joseph / Valentiae et Aragoniae Hispania 87 84 3 A01 N.rae Dominae Septem Gaudiorum Brasilia 53 50 3 102 N.rae Dominae Reginae Pacis Africa Meridionalis 78 76 2 065 Ss.mi Redemptoris / Dalmatia Croatia 279 277 2 066 Assumptionis BVM / Herzegoviae Bosnia-Herzegovia 215 213 2 071 Ss. Petri et Pauli de Michoacan Mexicum 268 266 2 078 Immaculatae Conceptionis B.V.M. Polonia 357 355 2 081 S. Stephani Regis / Transilvaniae Romania 52 50 2 027 S. Elisabeth Germania 103 102 1 034 N.rae Dominae a Regula / Hispania 90 89 1 043 S. Michaelis Archangeli / Apuliae Italia 119 118 1 096 Christi Regis Canada 111 S. Benedicti Africani Congensis Resp.Dem. A03 S. Ioannis Baptistae 108 002 029 138 138 66 47 46 1 226 225 1 Pakistania 42 41 1 SS. Nominis Jesu Brasilia 54 54 0 Annuntiationis B.V.M. Albania 21 21 0 Baetica Hispania 107 107 0 046 Ss. VII Martyrum / Calabriae Italia 55 55 0 051 S. Bonaventurae / Pedemontana Italia 66 66 0 052 S. Iacobi de Marchia / Picena Italia 122 122 0 057 Seraphica S. Francisci Assisiensis Italia 237 237 0 064 S. Hieronymi / Dalmatiae Croatia 70 70 0 093 Ss. Martyrum Coreanorum Corea 154 154 0 A06 S. Clarae Cust. Aut. Mozambicum 65 65 0 114 Magna Domina Hungarorum Hungaria 113 113 0 107 STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM Provincia Natio 010 S. Antonii Patavini Brasilia 015 S. Venceslai / Bohemiae-Moraviae Ceca Respublica 077 S. Hedvigis Polonia 025 Ss. Trium Regum / Coloniae 112 S. Philippi de Iesu A04 2007 2006 Diff 146 147 -1 51 52 -1 203 204 -1 Germania 79 80 -1 Mexicum 67 68 -1 S. Francisci Assisiensis Papua Nova Guinea 42 43 -1 001 S. Francisci de Quito Aequatoria 158 160 -2 017 Ss.mae Trinitatis Chilia 119 121 -2 032 S. Gregorii Magni / Castellana Hispania 75 77 -2 056 S. Mariae Gratiarum / Sardiniae Italia 43 45 -2 068 S. Pauli Apostoli Melita 70 72 -2 088 Nostrae Dominae de Guadalupe USA (Fed Civ Am Sept) 65 67 -2 090 Custodia Terrae Sanctae Israel 184 186 -2 091 Dominae Nostrae de Guadalupe America Centralis/Panama 230 232 -2 105 S. Familiae Aegyptus 107 109 -2 104 S.Michael Archangeli Ucraina 75 77 -2 003 Immaculatae Conceptionis B.V.M. Britannia Magna 57 60 -3 005 Sancti Spiritus Australia 121 124 -3 016 Ss.mi Salvatoris / Slovakiae Slovakia 78 81 -3 033 S. Salvatoris a Horta / Cataloniae Hispania 43 46 -3 035 S. Iacobi a Compostella Hispania 118 121 -3 039 Ss. Martyrum Iaponensium Iaponia 062 S. Crucis / Bosnae Argentinae Bosnia-Herzegovia 067 S. Crucis / Slovenia 074 095 84 87 -3 352 355 -3 Slovenia 96 99 -3 Ss. XII Apostolorum Peruvia 142 145 -3 B.V.M. Reginae Sinarum Taivania (Formosa) 47 50 -3 101 B. Junipero Serra Mexicum 78 81 -3 011 S. Crucis Brasilia 130 133 -3 092 S. Michaelis Argentina 46 49 -3 A02 Christi Regis Helvetia 25 28 -3 086 S. Ioannis Baptistae USA (Fed Civ Am Sept) 185 188 -3 107 S. Francisci Solano Argentina 65 68 -3 047 Ss.mi Cordis Mariae / Liguriae Italia 73 77 -4 053 Ss. Petri et Pauli / Romana Italia 146 150 -4 083 S. Barbarae USA (Fed Civ Am Sept) 208 212 -4 A05 S. Benedicti de Amazonia Brasilia 38 42 -4 097 S. Francisci Assisiensis Polonia 197 201 -4 106 S. Francisci Africa (Kenia) et Madigascaria 113 117 -4 109 Assumptionis B.V.M. (Bacabal) Brasilia 65 69 -4 004 Fluvii Platensis Assumptionis B.V. Argentina 69 74 -5 008 S. Joseph Sponsi B.V.M. Belgium 132 137 -5 026 S. Crucis / Saxoniae Germania 142 147 -5 108 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 Provincia Natio 2007 2006 Diff 045 Christi Regis / Bononiensis Italia 117 122 -5 054 Immac. Concept. / Salernitano- Italia 148 153 -5 058 Ss.mi Nominis Iesu / Siciliae Italia 143 148 -5 060 Tusciae S. Francisci Stigmat. Prov. Italia 125 130 -5 069 S. Evangelii Mexicum 197 202 -5 028 Hiberniae Hibernia 153 159 -6 048 Assumptionis B.V.M. / Lyciensis Italia 85 91 -6 080 Ss. Martyrum Marochiensium Portugallia 151 157 -6 094 S. Pauli Apostoli Columbia 84 90 -6 100 Trium Sociorum / Gallia Orient.- Gallia-Belgium 110 116 -6 018 S. Fidei Columbia 225 232 -7 031 Carthaginensis Hispania 66 73 -7 042 S. Bernardini Senensis / Italia 70 77 -7 085 Immaculatae Conceptionis B.V.M. USA (Fed Civ Am Sept) 155 162 -7 049 S. Caroli Borromaei / Italia 158 166 -8 055 S. M. Gratiarum / Samnito-Hirpina Italia 87 95 -8 059 S. Vigilii / Tridentina Italia 084 Ss.mi Cordis Iesu USA (Fed Civ Am Sept) 110 S. Casimiri 030 099 80 88 -8 255 263 -8 Lituania 46 54 -8 De Arantzazu franciscana Hispania 260 269 -9 B. Pacifici / Gallia Occidentalis Gallia 158 167 -9 024 S. Antonii Patavini / Bavariae Germania 84 94 -10 082 Assumptionis B.V.M. USA (Fed Civ Am Sept) 141 151 -10 087 Ss.mi Nominis Iesu USA (Fed Civ Am Sept) 375 385 -10 072 Ss. Martyrum Gorcomiensium Nederlandia 177 189 -12 061 S. Antonii Patavini / Venetae Italia 375 389 -14 013 Immaculatae Conceptionis B.V.M. Brasilia 424 450 -26 014 S. Joseph Sponsi B.V.M. Canada 99 130 -31 075 S. Petri Baptistae Philippinae 108 172 -64 15030 15256 -226 109 STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM VIII. Alumni cursus Philosophiæ, Theologiæ et ad Gradus Academicos Provincia Natio 013 Immaculatae Conceptionis B.V.M. Brasilia Phil 52 Theo. Grad. 21 14 Tot. 87 041 S. Michaelis Archangeli Indonesia 57 16 10 83 070 Ss. Francisci et Jacobi Jalisco Mexicum 36 35 11 82 089 S. Francisci in Vietnam Vietnamia 23 26 8 57 062 S. Crucis / Bosnae Argentinae Bosnia-Herzegovia 46 10 56 078 Immaculatae Conceptionis B.V.M. Polonia 12 16 28 56 040 S. Thomae Apostoli / Indiae India 24 25 5 54 076 Assumptionis B.V.M. Polonia 13 26 10 49 091 Dominae Nostrae de Guadalupe America Centralis/Panama 30 19 079 S. Mariae Angelorum Polonia 17 30 0 47 001 S. Francisci de Quito Aequatoria 14 22 7 43 057 Seraphica S. Francisci Assisiensis Italia 19 9 10 38 071 Ss. Petri et Pauli de Michoacan Mexicum 22 16 097 S. Francisci Assisiensis Polonia 10 18 10 38 106 S. Francisci Africa (Kenia) et Madigascaria 16 13 4 33 105 S. Familiae Aegyptus 10 18 4 32 012 S. Francisci Assisiensis Brasilia 18 10 2 30 063 Ss. Cyrilli et Methodii / Croatiae Croatia 8 19 0 27 073 S. Francisci Solano Peruvia 20 7 074 Ss. XII Apostolorum Peruvia 17 10 090 Custodia Terrae Sanctae Israel 4 19 4 27 093 Ss. Martyrum Coreanorum Corea 9 7 8 24 058 Ss.mi Nominis Iesu / Siciliae Italia 6 10 7 23 065 Ss.mi Redemptoris / Dalmatia Croatia 8 15 0 23 113 Verbi Incarnati Prov. Togum 15 6 2 23 075 S. Petri Baptistae Philippinae 0 22 0 22 077 S. Hedvigis Polonia 11 11 0 22 087 Ss.mi Nominis Iesu USA (Fed Civ Am Sept) 2 15 5 22 061 S. Antonii Patavini / Venetae Italia 5 13 3 21 018 S. Fidei Columbia 17 4 0 21 043 S. Michaelis Archangeli / Apuliae Italia 016 Ss.mi Salvatoris / Slovakiae Slovakia 017 Ss.mae Trinitatis Chilia 028 Hiberniae 030 49 38 27 27 11 8 19 9 8 0 17 12 5 0 17 Hibernia 6 4 7 17 De Arantzazu franciscana Hispania 10 7 0 17 053 Ss. Petri et Pauli / Romana Italia 6 9 2 17 083 S. Barbarae USA (Fed Civ Am Sept) 5 7 5 17 054 Immac. Concept. / Salernitano- Italia 1 10 5 16 066 Assumptionis BVM / Herzegoviae Bosnia-Herzegovia 5 7 4 16 010 S. Antonii Patavini Brasilia 9 5 1 15 011 S. Crucis Brasilia 10 4 1 15 104 S.Michael Archangeli Ucraina 4 8 3 15 004 Fluvii Platensis Assumptionis B.V.M Argentina 10 3 1 14 052 S. Iacobi de Marchia / Picena Italia 10 4 14 A01 N.rae Dominae Septem Gaudiorum Brasilia 9 4 114 Magna Domina Hungarorum Hungaria 4 7 2 13 108 SS. Nominis Jesu Brasilia 6 4 1 11 13 110 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 Provincia Natio 050 Ss.mi Cordis Iesu / Neapolitana Italia Phil. 5 4 2 11 101 B. Junipero Serra Mexicum 5 6 0 11 109 Assumptionis B.V.M. (Bacabal) Brasilia 6 3 2 11 A06 S. Clarae Cust. Aut. Mozambicum 4 6 1 11 115 S. Leopoldi Prov. Austria/Italia 3 6 2 11 049 S. Caroli Borromaei / Mediolanensis Italia 3 2 5 10 084 Ss.mi Cordis Iesu USA (Fed Civ Am Sept) 6 3 0 9 A05 S. Benedicti de Amazonia Brasilia 5 3 1 9 111 S. Benedicti Africani Congensis Resp.Dem. 7 2 9 112 S. Philippi de Iesu Mexicum 5 4 0 9 A03 S. Ioannis Baptistae Pakistania 1 6 2 9 060 Tusciae S. Francisci Stigmat. Prov. Italia 7 1 8 067 S. Crucis / Slovenia Slovenia 7 1 8 088 Nostrae Dominae de Guadalupe USA (Fed Civ Am Sept) 6 1 8 094 S. Pauli Apostoli Columbia 6 2 8 099 B. Pacifici / Gallia Occidentalis Gallia 4 0 8 031 Carthaginensis Hispania 1 6 7 045 Christi Regis / Bononiensis Italia 1 5 1 7 055 S. M. Gratiarum / Samnito-Hirpina Italia 1 5 1 7 102 N.rae Dominae Reginae Pacis Africa Meridionalis 6 1 080 Ss. Martyrum Marochiensium Portugallia 085 Immaculatae Conceptionis B.V.M. USA (Fed Civ Am Sept) 048 Assumptionis B.V.M. / Lyciensis Italia 081 S. Stephani Regis / Transilvaniae Romania 092 S. Michaelis 034 035 1 4 Theo. Grad. 4 Tot 7 3 7 0 7 2 4 6 2 3 1 6 Argentina 2 1 3 6 N.rae Dominae a Regula / Hispania 1 2 2 5 S. Iacobi a Compostella Hispania 1 4 0 5 064 S. Hieronymi / Dalmatiae Croatia 4 1 0 5 096 Christi Regis Canada 0 5 0 5 A04 S. Francisci Assisiensis Papua Nova Guinea 3 1 1 5 002 Annuntiationis B.V.M. Albania 2 2 4 005 Sancti Spiritus Australia 3 1 0 4 015 S. Venceslai / Bohemiae-Moraviae Ceca Respublica 1 1 2 4 046 Ss. VII Martyrum / Calabriae Italia 3 1 082 Assumptionis B.V.M. USA (Fed Civ Am Sept) 0 4 0 4 110 S. Casimiri Lituania 1 2 1 4 024 S. Antonii Patavini / Bavariae Germania 1 2 3 029 Baetica Hispania 0 3 032 S. Gregorii Magni / Castellana Hispania 1 2 0 3 051 S. Bonaventurae / Pedemontana Italia 1 2 0 3 107 S. Francisci Solano Argentina 1 1 1 3 036 S. Joseph / Valentiae et Aragoniae Hispania 1 1 2 042 S. Bernardini Senensis / Aprutiorum Italia 0 2 056 S. Mariae Gratiarum / Sardiniae Italia 0 2 0 2 098 S. Antonii / Missionaria Bolivia 1 1 2 025 Ss. Trium Regum / Coloniae Germania 0 2 2 086 S. Ioannis Baptistae USA (Fed Civ Am Sept) 1 1 2 7 4 3 2 111 STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM Provincia Natio Phil. Theo. Grad. 003 Immaculatae Conceptionis B.V.M. Britannia Magna 033 S. Salvatoris a Horta / Cataloniae Hispania 039 Ss. Martyrum Iaponensium Iaponia 059 S. Vigilii / Tridentina Italia 0 069 S. Evangelii Mexicum 1 095 B.V.M. Reginae Sinarum Taivania (Formosa) A02 Christi Regis Helvetia 0 008 S. Joseph Sponsi B.V.M. Belgium 0 014 S. Joseph Sponsi B.V.M. Canada 026 S. Crucis / Saxoniae Germania 0 0 027 S. Elisabeth Germania 0 0 047 Ss.mi Cordis Mariae / Liguriae Italia 0 068 S. Pauli Apostoli Melita 0 072 Ss. Martyrum Gorcomiensium Nederlandia 0 100 Trium Sociorum / Gallia Orient.-Belg. Gallia-Belgium 0 A07 Custodia S. Antonii Patavini Philippinae 1 0 1 1 1 1 0 1 1 0 1 0 1 1 692 Tot 0 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 783 262 1737 E PROCURA GENERALI Calendarium proprium Ordinis Fratrum Minorum 1. Decretum probationis seu confirmationis CONGREGATIO DE CULTU DIVINO ET DISCIPLINA SACRAMENTORUM Prot. N. 1040/07/L Ex iis magnanimis testibus sanctitatis Dei ad nos hortatio pervenit ut amplectamur sanctaque vita testificemur voluntatem eius qui omnes ad amoris perfectionem advocat. Optantes igitur maiore studio hanc ingredi “scholam sanctitatis”, a Sede Apostolica petivimus facultatem in proprio Fratrum Minorum Calendario, ab eadem Sede Apostolica die XVI mensis Iulii anno MMIII (Prot. n. 1445/02/L) iam approbato, quasdam alias addendi celebrationes sanctorum beatorumque Ordinis, qui diversis in temporibus et culturis vitam egerunt, quo magis magisque perficeretur optatum Apostoli Pauli asserentis: «et si radix sancta, et rami» (Rom 11,16). Instante Reverendo Patre Francisco Bravi, Procuratore Generali Ordinis Fratrum Minorum, litteris die 11 septembris 2007 datis, vigore facultatum huic Congregationi a Summo Pontifice BENEDICTO XVI tributarum, perlibenter conceditur ut in Calendarium proprium eiusdem Ordinis aliquæ celebrationes liturgicæ prout in adiecto exstant exemplari, inseri valeant. Contrariis quibuslibet minime obstantibus. Die XVI mensis Februarii anno MMVIII (Prot. n. 1040/07/L) competens Congregatio nostris annuit precibus, quapropter de officii mei potestate, vigore praesentis FRANCISCUS CARD. ARINZE Præfectus promulgo Calendarium liturgicum pro Fratribus Minoribus a Sede Apostolica approbatum ac praecipio ut statim vim sortiatur, liturgicis normis servandis plane servatis. 2. Decretum promulgationis Ministri Generalis FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Minister Generalis Ex ædibus Congregationis de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum, die 16 februarii 2008. † ALBERTUS MALCOLMUS RANJITH Archiepiscopus a Secretis Filii sumus et fratres sanctorum (cf Tb 2,18): nos quoque gaudio perfusi repetere possumus spe referta verba pii Tobiae, varias volventes annalium nostrorum periodos, sanctorum beatorumque caelitum praesentia insignitas, ab ipsa incipiendo persona Seraphici Patris usque ad splendidas figuras sanctorum beatorumque nostrae aetatis. DECRETI Datum Romae, apud Curiam S. Mariae Mediatricis, die XV mensis Martii anno MMVIII, in sollemnitate anticipata Sancti Ioseph. FR. ERNEST K. SIEKIERKA, OFM Secretarius Generalis 114 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 3. Calendarium Ordinis Fratrum Minorum IANUARIUS 3 Sanctissimi Nominis Iesu 7 Sancti Caroli de Setia, religiosi* 11 Sancti Thomae de Cora, presbyteri 14 Beati Odorici de Portunaone, presbyteri 16 Sanctorum Berardi et Sociorum, Protomartyrum Ordinis 19 Sanctae Eustochiae Calafato, virginis (pro II Ordine) 30 Sanctae Hyacintae de Mariscotti, virginis * Quando non indicatur gradus celebrationis, fit Memoria ad libitum. FEBRUARIUS 6 Sanctorum Petri Baptistae, Pauli Miki et Sociorum, martyrum in Iaponia 7 Sanctae Coletae de Corbeia, virginis 7 Sancti Aegidii Mariae a S. Ioseph, religiosi 7 Sancti Ioannis de Triora, presbyteri et martyris 25 Beati Sebastiani de Aparicio, religiosi MARTIUS 2 Sanctae Agnetis de Bohemia, virginis 3 Beatorum Liberati Weiss et Sociorum, martyrum de Gondar in Aethiopia 5 Sancti Ioannis Iosephi a Cruce, presbyteri 18 Sancti Salvatoris de Horta, religiosi 22 Sancti Benvenuti Scotivoli de Auximo, episcopi APRILIS 4 Sancti Benedicti Nigri a Sancto Philadelpho, religiosi 21 Sancti Conradi de Parzham, religiosi 23 Beati Aegidii Assisiensis, religiosi 24 Sancti Fidelis de Sigmaringen, presbyteri et martyris 28 Beati Luchesii (pro III Ordine) MAIUS 4 Beatorum Thomae, Henrici, Arthuri, Ioannis et Caroli, martyrum in Anglia 8 Beatae Mariae Virginis omnium gratiarum Mediatricis 9 Sanctae Catharinae de Bononia, virginis (pro II Ordine) 12 Sancti Leopoldi Mandić de Castronovo, presbyteri 13 Sancti Petri Regalado, presbyteri 16 Sanctae Margaritae de Cortona, paenitentis 17 Sancti Paschalis Baylon, religiosi 18 Sancti Felicis de Cantalicio, religiosi 19 Sancti Theophili de Curte, presbyteri 20 Sancti Bernardini Senensis, presbyteri 24 In Dedicatione basilicae assisiensis S. Francisci 30 Beatae Baptistae Varano, virginis (pro II Ordine) Memoria Festum Memoria Memoria Memoria Memoria Memoria Memoria Memoria Memoria Memoria Memoria Festum Festum E PROCURA GENERALI IUNIUS 12 Beatae Iolentae, religiosae (pro II Ordine) 13 Sancti Antonii de Padua, presbyteri et Ecclesiae Doctoris 16 Beati Ioannis de Parma, presbyteri 20 Beatorum Patricii, Conni, Conori et Ioannis, martyrum in Hibernia 30 Beati Raimundi Lullo, martyris IULIUS 8 Sanctorum Gregorii Grassi, episcopi, Herminiae, virginis, et Sociorum, martyrum in China 9 Sanctorum Nicolai Pieck, Willebadi et Sociorum, martyrum in Hollandia 10 Sanctae Veronicae Giuliani, virginis 12 Sanctorum Ioannis Jones et Ioannis Wall, presbyterorum et martyrum in Anglia 13 Beatorum Emmanuelis Ruiz et Sociorum, martyrum Damasci in Syria 14 Sancti Francisci Solano, presbyteri 15 Sancti Bonaventurae, episcopi et Ecclesiae Doctoris 18 Sancti Simonis de Lypnica, presbyteri 19 Sancti Ioannis de Dukla, presbyteri 21 Sancti Laurentii de Brundusio, presbyteri et Ecclesiae Doctoris 23 Sanctae Cunegundis, religiosae (pro II Ordine) 24 Beatae Ludovicae de Sabaudia, religiosae (pro II Ordine) 27 Beatae Mariae Magdalenae Martinengo, virginis (pro II Ordine) AUGUSTUS 2 Beatae Virginis Mariae Angelorum de Portiuncula 5 Beati Friderici Jansoone, presbyteri 8 Sancti Patris Dominici, presbyteri 11 Sanctae Clarae Assisiensis, virginis (pro II Ordine: Fundatricis, Sollemnitas) 14 Sancti Maximiliani Mariae Kolbe, presbyteri et martyris 17 Sanctae Beatricis da Silva, virginis (apud Conceptionistas: Fundatricis, Sollemnitas) 19 Sancti Ludovici, episcopi tolosani 25 Sancti Ludovici IX, regis 26 Beati Juniperi Serra, presbyteri SEPTEMBER 11 Beati Bonaventurae de Barcinone, religiosi 17 Sancti Patris nostri Francisci in impressione Stigmatum 18 Sancti Iosephi de Cupertino, presbyteri 23 Sancti Pii de Pietrelcina, presbyteri 24 Sancti Pacifici de Sancto Severino, presbyteri OCTOBER 4 Sancti Patris nostri Francisci Assisiensis, Fundatoris trium Ordinum 10 Sanctorum Danielis et Sociorum, martyrum in Mauritania 11 Beati Ioannis XXIII, papae 115 Festum Memoria Memoria Festum Memoria Festum Festum Festum Memoria Memoria Memoria Festum Memoria Memoria Sollemnitas 116 19 22 23 24 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 Sancti Petri de Alcantara, presbyteri Beatae Iosephinae Leroux, virginis et martyris (pro II Ordine) Sancti Ioannis de Capestrano, presbyteri Sancti Antonii a Sancta Anna Galvão, presbyteri NOVEMBER 8 Beati Ioannis Duns Scoti, presbyteri 13 Sancti Didaci de Alcalá, religiosi 14 Sanctorum Nicolai Tavelić et Sociorum, presbyterorum et martyrum in Hierosolyma 17 Sanctae Elisabeth Hungariae, Patronae Ordinis Franciscalis Saecularis 18 Beatae Salomeae de Cracovia, virginis (pro II Ordine) 19 Sanctae Agnetis Assisiensis, virginis (apud II Ordinem: Memoria) 20 Beatorum Paschalis Fortuño Almela et Sociorum, martyrum Valenciae in Hispania 22 Beatorum Salvatoris Lilli et Sociorum, martyrum in Armenia 25 Sancti Humilis de Bisiniano, religiosi 26 Sancti Leonardi de Portu Mauritio, presbyteri 27 Sancti Francisci Antonii Fasani, presbyteri 28 Sancti Iacobi de Marchia, presbyteri 29 Omnium Sanctorum trium Ordinum Franciscalium Memoria Memoria Memoria Memoria Memoria Festum Memoria Memoria Memoria Festum Commemoratio omnium defunctorum trium Ordinum Franciscalium: die opportuna post diem secundam Novembris quae ab alia celebratione non impeditur. 4. Brevi note sul nuovo Calendario liturgico ofm Con il suo Decreto firmato in data odierna, il Ministro Generale Fr. José Rodríguez Carballo promulga il nuovo Calendario liturgico dei Frati Minori, approvato dalla Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti in data 16 febbraio 2008 (Prot. N. 1040/07/L). Il “nuovo” calendario completa, in un certo qual modo, il Calendario universale per il nostro Ordine già approvato nel 2003 (Prot. 1445/02/L) e pubblicato in Acta Ordinis (CXXII, 2003, pp. 206-208). Con il “nuovo” calendario, come si esprime lo stesso Decreto di approvazione, la Congregazione concede che siano inserite nel calendario del 2003 «aliquae celebrationes liturgicæ» oltre quelle già previste dal Calendario approvato per le Famiglie Francescane nel 2001. La concessione è davvero un fatto eccezionale per la storia del nostro calendario. Come ognuno potrà verificare di persona, nel Calendario “nuovo” è stato ampliato il numero dei Santi dell’Ordine, sono state inserite le memorie di vari Beati ed è stata ripresa la memoria di S. Maria “Mediatrice di tutte le grazie” così cara ai Frati Minori e alla pietà dei nostri Santi nonché titolare della Curia generale dell’Ordine1. 1. Il significato pastorale del culto dei Santi Come leggiamo nella Costituzione Sacrosanctum Concilium del Vaticano II sulla sacra Liturgia: «La Chiesa ha inserito nel corso dell’anno anche la memoria dei Martiri e degli altri Santi che, giunti alla perfe- E PROCURA GENERALI zione con l’aiuto della multiforme grazia di Dio... con i loro esempi attraggono tutti al Padre per mezzo di Cristo» (art. 104). Lo scopo primario della celebrazione della memoria dei Santi è dunque la glorificazione di Dio che è il solo Santo e la sorgente di ogni santità (cfr. l’inizio delle Preghiere eucaristiche II e III del Messale Romano). Più chiaramente possiamo dire che nei Santi noi celebriamo Dio Padre, Colui cioè che è perfetto e chiama tutti i suoi figli alla perfezione in Cristo Gesù (Mt 5,48), plasmandoli con l’opera incessante dello Spirito Santo. Inoltre, come recita il prefazio II dei Santi dell’attuale Messale Romano, essi con «il loro grande esempio e la loro fraterna intercessione... ci sostengono nel cammino della vita perché si compia in noi il mistero di salvezza». 2. Le origini del culto dei Santi La prima testimonianza del culto dei “santi” possiamo trovarla nel “memoriale” dei patriarchi e dei padri nella fede che gli antichi israeliti facevano nella celebrazione cultuale, rendendoli quasi presenti davanti a Dio e davanti al popolo (cfr. Dan 3,3435). Nel Nuovo Testamento sono chiamati santi tutti i battezzati (cfr. Rm 1,7). Coloro poi che, come Stefano, hanno dato la vita ad imitazione di Gesù (cfr. Ap 5,9-10) vengono proposti come modelli di vita. Dopo i martiri, entrano nel firmamento liturgico della Chiesa i confessori, le vergini, i monaci, i pastori e i dottori, al punto che, le memorie dei Santi giungono a coprire la totalità dei giorni liturgici. Nonostante la riduzione delle memorie dei santi operata dal Concilio di Trento (1571), a partire dal XVI secolo il Calendario liturgico non ha cessato di arricchirsi di nuovi santi, grazie anche alle mirabili figure di santi fioriti in quella epoca nella Chiesa. I criteri di sobrietà adottati dalla riforma liturgica del Vaticano II hanno ridimensionato la presenza dei santi nell’anno liturgi- 117 co, privilegiando, come era giusto, le feste del Signore e i tempi liturgici più importanti, come l’Avvento, la Quaresima e il tempo pasquale, e, soprattutto, la domenica, festa primordiale e Pasqua settimanale. 3. Perché un nuovo Calendario OFM? Pur riducendo il numero dei santi inseriti nel calendario universale della Chiesa (cfr. SC art. 111), il Vaticano II non ha tolto però a ciascuna Chiesa particolare e alle Famiglie religiose la possibilità di celebrare, sia pure con gradi liturgici diversi, i Santi fioriti nelle singole Chiese o Famiglie religiose. Tra le motivazioni che l’Ordine ha presentato alla competente Congregazione, chiedendo l’approvazione del nuovo calendario, c’è stato il desiderio di proporre alla comune attenzione, particolarmente a quella dei giovani Frati, la folta schiera dei nostri Santi e dei Beati riconosciuti della Chiesa, la cui vita è modello convincente e attuale di fedeltà al nostro carisma. Secondo criterio è stato quello di ripercorrere l’intero fenomeno della santità serafica fiorita lungo i secoli della nostra storia, nonché evidenziare il carattere di universalità da essa assunto nei diversi Paesi del mondo. Criterio non ultimo è stata l’esigenza di non trascurare figure significative della storia dell’Ordine, il cui messaggio riveste una particolare attualità anche per il mondo di oggi. Pensiamo ad esempio ai vari gruppi di Martiri che, nelle varie nazioni nel corso degli otto secoli della nostra storia, hanno arricchito la Chiesa con la generosità della loro eroica testimonianza. Siamo pertanto convinti che i Santi e i Beati sono l’eloquente riprova che la grazia delle origini in questi nostri fratelli non è stata vana (cfr. 1Cor 15,10). E, per concludere, rileggiamo insieme quando scriveva nel 1991 l’allora Cardinale Ioseph Ratzinger: «Un santo è un uomo che non blocca lo sguardo verso la luce di Dio con l’ombra del suo essere personale, ma che invece, attraverso la purificazione 118 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 della sua esistenza è diventato una specie di finestra che, da questo mondo, ci lascia vedere la luce di Dio»! 1 Alcune note chiarificatrici: • Il Calendario universale dell’Ordine dei Frati Minori non priva le singole Conferenze, Province o Nazioni di avere il loro Calendario particolare, la cui approvazione è demandata però alla Santa Sede, tramite la Procura generale dell’Ordine. • • Non tutte le celebrazioni segnate nel Calendario universale sono obbligatorie. Alcune sono classificate come memoria obbligatoria, festa o solennità, altre come memorie facoltative. Tutte però vanno celebrate nel rispetto delle Norme liturgiche riportate all’inizio dell’attuale Messale Romano. È bene ricordare che i religiosi sono obbligati a celebrare la solennità del Patrono principale del luogo e l’anniversario della dedicazione della chiesa cattedrale della diocesi, ma non le altre ricorrenze iscritte nel calendario diocesano. EX OFFICIO PRO MONIALIBUS 1. Conventus Præsidum Sororum Clarissarum Assisi, 27.01-06.02.2008 FRANCISCUS ET CLARA MEMORIA ET PROPHETIA 1. Partecipanti AFRICA: Sr. Marie-Esther Ngo Batoum (Libreville-Gabon); ARGENTINA: Sr. Maria de las Mercedes Álvarez (Buenos Aires); BELGIO: Sr. Karien Poukens (SintTruiden); BRASILE: Sr. Luzinete Ana Maria do Menino Jesus (Caicó); CANADA: Sr. Réjeanne Plamondon (Rivière-du-LoupQuebec); COLOMBIA: Sr. Maria del Sagrario (Cajicá-Cundinamarca); FILIPPINE: Sr. Marrietta Salvación Vega (North Cotabato); FRANCIA: Sr. Monique Allard (Millau); Sr. Marie Pierre Ballot (Haubourdin); Sr. Merceron Marie-Hèlène-Andrèe (Nantes Cedex); Sr. Anne-Françoise De Scorbiac (Nèrac); GERMANIA: Sr. Maria Bernadette Bargel (Kevelaer); GRAN BRETAGNA: Sr. Anne Marie Worster (Lynton, North Devon); GUATEMALA: Sr. Isabel María Martínez (Puerta Parada); IRLANDA: Sr. Bernadette Coughlan (Ennis, Co. Clare); Sr. Patricia Rogers (Dublin); INDIA: Sr. Mary Angel (Ernakulam Dist); ITALIA: Sr. Diana Papa (San Simone); Sr. Chiara Benedetta Conte (Milano); Sr. Francesca Ortolani (Urbania); Sr. M. Agnese Pavone (Messina); Sr. Donatella Maria Grechi (Pistoia); Sr. M. Letizia Quartiroli (Montagnana); Sr. Chiara Paola Tufilli (Napoli); Sr. Maria Assunta Parente (Palestrina); Sr. Angela Emmanuela Scandella (Foligno); Sr. Maria Patrizia Noutra (San Benedetto del Tronto); MESSICO: Sr. Maria Inés González Ortega (El Pueblito); Sr. Consuelo Rodríguez Muñiz (Maneadero); Sr. Maria Guadalupe Torres Cuvillo (México); OLANDA: Sr. Esther Zonjee (Megen); PAUPUA NUOVA GUI- NEA: Sr. Regina Lewis (Aitape-Sandaun Province); PERÙ: Sr. Blanca Ginelda Yarlequé Pérez (Trujillo, La Libertad); PORTOGALLO: Sr. Irma Maria da Cruz (Camara de Lobos-Modeira); POLONIA: Sr. Elzbieta Raszczyk (Kalisz); Sr. Katarzyna Malgorzata Walasik (Krakòw); SPAGNA: Sr. Maria Teresa Pandelet Grijalvo (Ávila); Sr. Maria Josefina Bastida Berna (Murcia); Sr. Clara Fernandez (Santa Coloma de Farnés); Sr. Pilar Laporta Batlle (Badalona, Barcelona); Sr. Maria Nieves Frances Sanz (Soria); Sr. Inmaculada González Sánchez (Badajoz); Sr. Maria Clara Quesada (Jaén); Sr. Maria Asunción Fombellida Peral (Astudillo (Plancia); Sr. Maria Clara Mascaró Planisi (Palma de Mallorca-Baleares); USA: Sr. Anna Marie Covely (Cincinnati OH); Sr. Mary Connor (Greenville); Sr. Miriam Igl (Kokomo); UGANDA: Sr. M. Annunciata B. Kagaba, OSC (Mbarara). 2. Gruppo operativo 1. Ufficio “Pro Monialibus” Fr. Rafael Blanco (Delegato Generale “Pro Monialibus”); Fr. Joy Prakash Kuzhiparambil (Vice Delegato Generale “Pro Monialibus”). 2. Membri della Commissione e Moderatori Fr. Bienvenido Q. Baisas, Prov. S. Pietro Battista, Filippine; Fr. Herbert Schneider, Prov. SS. Tre Magi, Germania; Fr. Javier Unanue Urrestarazu, Prov. Francescana di Arantzazu, Spagna; Fr. Inacio Muro, Prov. B. Junipero Serra, Messico; Fr. William Short, Prov. Santa Barbara, USA. 3. Segretaria Fr. Ernesto Siekierka, Curia generale OFM, Segretario; Sr. Maria Chiara Stucchi, Monastero di Cortona, Italia; Sr. Chiara Cristina Longinotti, Monastero di Cortona, Italia; Sr. Chiara Luciana Tria, Monastero 120 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 di Cortona, Italia; Sr. Maritza Mesa Rodriguez, Monastero Velez di Malaga, Spagna; Fr. Gabriel García González, Curia generale OFM, Economo; Fr. John Abela, Curia generale OFM, Internet/Comunicazioni; Sr. Paola Bertini, medico. 4. Traduttori ed interpretati Fr. Patrick Hudson, inglese; Fr. Philippe Schillings, francese; Fr. Cesar Javier Orduña, spagnolo; Fr. Stefano Lovato, italiano; Fr. Giovanni Rinaldi, italiano. 5. Relatori Fr. José Rodríguez Carballo, Ministro generale; Fr. Giacomo Bini; Fr. Herbert Schneider; Fr. William Short; Suor Francesca Chiara Giovanna Cremaschi (Milano); Suor Chiara Stucchi (Cortona) 6. Celebranti S. Chiara: Ministro generale (Apertura); San Francesco, Fr. Jakab Varnai, Definitore generale; Santuario della Verna, Vicario generale; San Damiano, Vespri, “Pro-Monialibus”; Porziuncola, Ministro generale (conclusione) 7. Celebrazioni nei gruppi linguistici Inglese: Fr. Bienvenido Q. Baisas; Fr. Patrick Hudson; Fr. Joy Prakash; spagnolo: Fr. Rafael Blanco; Fr. Javier Unanue; italiano: Fr. Ernesto Siekierka; francese: Fr. Philippe Schillings; Fr. Herbert Schneider. 8. Presentazione dei luoghi Sr. Chiara Benedetta Conte 9. Autista Fr. Francisco Candray, Curia generale OFM. 3. Comunicazione dell’Ufficio “Pro Monialibus” IL SENSO DEL SERVIZIO DELL’UFFICIO “PRO MONIALIBUS” I Responsabili dell’Ufficio “Pro Monialibus” avvertono, come prima esigenza, il dovere di rinnovare il loro sincero ringraziamento per la fiducia che il Ministro generale ed il suo Definitorio hanno posto in essi, con l’affidamento di questo servizio che l‘Ordine offre alla Vita contemplativa femminile, che vive il carisma francescano- clariano. Dopo aver accennato brevemente agli obiettivi di questo Ufficio, desiderano di condividere con voi quello che, secondo noi, sono le luci e le ombre più significative del loro servizio. Grazie a Dio le prime sono più numerose delle seconde. Obiettivi 1. Aiutare i Monasteri nel loro cammino spirituale e nella soluzione dei problemi giuridici e amministrativi. 2. Animare e accompagnare le Sorelle, che sono spiritualmente o giuridicamente legate all’Ordine, nella vita evangelica, secondo il carisma dato dal Signore a Francesco e a Chiara. Luci 1. La creazione dell’Ufficio è già una luce, perché realizza la promessa di Francesco a Chiara. Questo servizio avvicina i due Ordini fraternamente e spiritualmente, e per questo arricchisce e rende dinamico il carisma attraverso le buone relazioni tra i Frati e le Sorelle. 2. Il compimento degli obiettivi dell’Ufficio porta alla crescita delle relazioni fraterne e della fiducia reciproca. 3. L’appoggio spirituale, umano, giuridico e, a volte, economico, che viene offerto alla Vita Contemplativa femminile francescana, è un esercizio affettivo, effettivo e attualizzato dell’amore evangelico vissuto da Francesco e Chiara e per essi nella Chiesa, tra gli uomini e nella creazione. 4. L’appoggio fiducioso e generoso che il Governo generale offre ai Frati incaricati dell’Ufficio; appoggio che permette ad essi di svolgere il proprio servizio con gioia e sicurezza. 5. L’apprezzamento e la collaborazione che danno i Frati della Fraternità della Curia, alcuni in modo molto particolare ed efficace, e che consentono di avere una sensazione di solidarietà e di lavoro in équipe. 6. Una luce che ha un carattere molto particolare è il modo con cui i Frati si rivolgono ai Delegati ‘Pro Monialibus’, caratterizzato dal rispetto, dalla fiducia e dalla stima per la persona che svolge il servizio. EX OFFICIO PRO MONIALIBUS 7. La risposta sincera e fiduciosa di quasi la totalità dei Monasteri e delle Sorelle al gesto fraterno di animazione che viene offerto ad esse dall’Ordine dei Frati Minori attraverso questo servizio. 8. Gli inviti che riceviamo costantemente, sia dalle Federazioni e sia dai singoli Monasteri, ad essere presenti ai loro incontri, a condividere alcuni giorni con le varie Fraternità o ad animare la riflessione dei ritiri spirituali. 9. L’offerta costante delle preghiere delle Comunità e delle Religiose, espressione del desiderio di comunione nella fede e nell’amore evangelico, perché il lavoro dei Frati sia illuminato e accompagnato dal Signore. 10. I contributi economici al Fondo di Solidarietà (FFI), offerti da alcune Federazioni o Monasteri e che sono stati un sostegno per altri Monasteri più poveri. 11. La fiducia con cui le Federazioni, i Monasteri e le Religiose ricorrono al nostro Ordine. 12. L’affetto filiale e sincero delle Religiose per la persona del Ministro generale e per il Governo dell’Ordine. 13. Il desiderio, sempre manifesto ed insistente, di avere la gioiosa esperienza della visita del Fratello Ministro generale, e la gratitudine che rimane da parte delle Federazioni e dei Monasteri quando ciò avviene. 14. La fiducia che la Congregazione per la Vita Consacrata pone nell’Ordine e nell’Ufficio ‘Pro Monialibus’, dando credibilità al servizio, appoggiando iniziative, rispondendo alle richieste e ai suggerimenti, chiedendo anche a membri dell’Ordine di collaborare alla ricerca di soluzioni per situazioni difficili che si sono presentate nei Monasteri o con persone concrete. 15. La presenza di un Frate Minore nell’organico della Congregazione, essa serve da ponte, da appoggio e illuminazione per il servizio che l’Ufficio ‘Pro Monialibus’offre. 16. La disponibilità, l’affetto, la gioia e la responsabilità dei Frati che hanno accolto il servizio di Assistenza alle Federazioni e ai Monasteri. 17. La luce più grande, però, che illumina questo servizio dell’Ordine alla Vita con- 121 templativa francescana è la presenza del Signore Gesù attraverso la sua Parola, la Chiesa, i Fratelli e le Sorelle che valorizzano e sostengono con affetto il nostro lavoro. Ombre 1. La prima ombra è costituita dai limiti umani e spirituali dei Frati che svolgono questo servizio. 2. La necessità di dover rispondere costantemente agli aspetti giuridici e propri della vita quotidiana delle Federazioni, dei Monasteri e delle Religiose, ci impedisce di realizzare un’assistenza spirituale più intensa per vivere profondamente la vocazione del carisma. 3. In momenti e circostanze speciali – problemi delle Comunità e delle persone – sembra essere un’ombra l’assenza di una forza giuridica che permetta un’immediata ed efficace soluzione delle situazioni negative che si presentano. 4. La resistenza di alcuni Monasteri e Sorelle ai suggerimenti di cambiamento e attualizzazione della mente e del cuore per vivere oggi, fedelmente e in maniera convincente, il Vangelo ed il Carisma. 5. Un’ombra che sta lentamente calando sul presente della Vita Contemplativa è l’assenza di vocazioni. Ciò sta portando all’invecchiamento e alla morte molti Monasteri. 6. Ombra che sconcerta e rattrista è l’ignoranza, l’indifferenza o l’avversione alla Vita Contemplativa che si percepisce in non pochi Frati dell’Ordine. Suggerimenti 1. Chiediamo al Governo dell’Ordine di continuare a dare interessamento, appoggio e collaborazione a quest’Ufficio, che ha una dimensione umana, evangelica e francescana che non potrà mai essere valorizzata sufficientemente, poiché il suo impegno principale appartiene alla sfera e all’azione dello Spirito del Signore. 2. Convertire in politica dell’Ordine, e non del Governo di turno, il compito di stimolare e spingere le Sorelle, attraverso mezzi diversi, perché intraprendano iniziative di formazione umana, evangelica e francescana, e le sviluppino metodologica- 122 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 mente; perché possano vivere con maggiore consapevolezza, responsabilità e gioia la vocazione contemplativa francescana. 4. Saluto dell’Abbadessa del Protomonastero all’apertura del Convegno Assisi, Basilica di S. Chiara, 27.01.2008 UNA DONNA VISITATA DALLA POTENZA DI DIO Carissime Madri e Sorelle, carissimo Ministro generale e Confratelli, vi accogliamo con gioia nel clima orante di questa Celebrazione, che dà inizio all’incontro di tutte le Presidenti delle Federazioni delle Clarisse del mondo. Ci troviamo riuniti attorno all’altare del Signore dopo aver compiuto il gesto significativo di sostare presso il corpo della nostra Madre S. Chiara. Gesto di filiale confidenza ed affidamento che ci provoca a leggere oltre un semplice atteggiamento di venerazione: quel corpo è il segno fragile e povero di ciò che Chiara è stata ed ha vissuto più di otto secoli fa. Povertà e splendore dell’opera di Dio lì si coniugano, fragilità e nascondimento si esprimono in una misteriosa ed efficace forza di testimonianza evangelica. Quei poveri resti mortali sono appartenuti a una donna visitata dalla potenza trascendente di Dio: l’affluire continuo di tante persone alla sua tomba, l’irradiarsi da lì del suo messaggio di vita, il nostro percepire la forza di una presenza ancor viva attraverso quel corpo, sono un segno oserei dire “carismatico”, che ci rimanda al significato intramontabile della nostra esperienza contemplativa-clariana. Significato che l’Eucaristia che stiamo per celebrare ci ripresenterà con intensità, immergendoci vitalmente nell’offerta pasquale di Cristo. Nel segno poverissimo del Pane consacrato l’Onnipotenza del suo amore diventa somma impotenza, consegna umilissima che Cristo fa di sé per la salvezza del mondo. Allora il segreto della nostra vita, nel cuore della Chiesa e dell’umanità, sta proprio in questo “segreto eucaristico” di cui il corpo di Chiara è un frammento prezioso: il fragile vaso di creta della nostra esistenza consacrata, della nostra quotidianità senza splendori esterni, delle nostre comunità impastate di grazia e di povertà sono il luogo che Dio visita, con la sua potenza, per il bene di tutti, come ha visitato il chiostro del sacro seno di Maria, poverissima nella sua impotenza verginale, cooperatrice del mistero di grazia per la sua disarmata consegna di fede e d’amore all’opera del Signore. Ecco, care Madri e Sorelle, in questi giorni di incontro, di confronto sulla nostra forma di vita clariana e di visita ai più significativi luoghi francescani la memoria del cuore ritorni a questo momento iniziale che ci sta dicendo l’unicità della nostra chiamata a vivere la perfezione del santo Vangelo, custodendo integro lo spirito di orazione e devozione, accettando la sfida quotidiana di scegliere al di sopra di tutto la carità che è vincolo di perfezione, attraverso le vie umili del vivere in povertà altissima, in santa unità, corporalmente rinchiuse. Ci conceda, così, il Signore nei nostri monasteri sparsi nel mondo di «tenere alta la fiaccola della contemplazione e di precedere, in semplicità e letizia, l’intera Chiesa sulla via della conversione» (cf. Benedetto XVI nella visita ad Assisi del 17 giugno 2007). SR. CHIARA DAMIANA TIBERIO, OSC 5. Omelia alla Celebrazione eucaristica d’apertura Assisi, Basilica S. Chiara, 27.01.08 IL VANGELO: NOSTRA VITA E REGOLA Is 8,23-9,3; Sal 26; 1Cor 1,10-13.17; Mt 4,12-23 Care Sorelle Presidenti OSC, care Sorelle Povere del Protomonastero, cari fratelli e sorelle: Il Signore vi dia pace. Con vero affetto fraterno, nel nome del Padre San Francesco, vi ripeto il mio saluto EX OFFICIO PRO MONIALIBUS ed il mio cordiale benvenuto in questo luogo francescano e clariano per molti motivi. Qui, di fatto, Francesco apprese a leggere e scrivere alla scuola di S. Giorgio; qui fu depositato il corpo del Serafico Padre, prima di essere portato all’attuale basilica di San Francesco; qui, tra le altre importanti reliquie di Francesco e Chiara, si venerano i resti della vergine Chiara, «pianticella» di Francesco; qui le Sorelle Povere di San Damiano portarono, come preziosa reliquia, il Crocifisso di fronte al quale pregò il giovane Francesco e dal quale ricevette la missione di «riparare la Chiesa» con una vita evangelica, che gli avrebbe rivelato l’Altissimo; e qui vive, prega e lavora una fraternità di Sorelle Povere di Santa Chiara che oggi ci accoglie e che ringrazio profondamente per questo gesto di vera fraternità. Il Signore, attraverso la Parola appena proclamata, ci viene incontro con la volontà di essere luce e salvezza (cf Sal 26) per tutti e ciascuno di noi. Lo sarà nella misura in cui, postici in atteggiamento di ascolto e obbedienza, apriamo i nostri cuori alle sue esigenze, anche se ci sembrano radicali. Nel Vangelo di questa celebrazione Gesù si presenta a noi camminando lungo il mare di Galilea (cf Mt 4,18) e percorrendo tutta la Galilea (cf Mt 4,23). Gesù è una persona in movimento, in cammino, ed il suo passo tra la gente è «luce per un popolo che vive nelle tenebre e nell’ombre di morte» (Is 9,1), con la sua parola e i segni che realizza: insegnava nelle sinagoghe e curava ogni sorta di infermità (cf Mt 4,23). Questa è la missione di ogni cristiano e di ogni consacrato, di ogni Frate Minore e di ogni Sorella Povera di Santa Chiara: essere luce per quanti vivono nelle tenebre, essere lampada nell’oscurità, stelle nel disorientamento generalizzato. Fari nel mezzo della tempesta e della notte scura. Come è possibile realizzare questa missione nel caso di una clarissa che ha scelto per vocazione di vivere nascosta in Cristo? Continuiamo ad ascoltare la Parola proclamata. «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino» (Mt 4,17). Convertitevi, ossia: cambiate la vostra mente, cambiate i vostri cuo- 123 ri, fate una sosta nel cammino per vedere verso dove state andando e verso dove dovreste andare. Questo è ciò che si vuole esprimere con i termini metanoia, in greco, e sub, in ebraico, che sono alla base del termine “conversione”. Quasi 800 anni fa Francesco e Chiara ascoltarono questo imperativo evangelico e cambiarono i loro cuori, i loro criteri di pensare e di agire, centrandosi sull’unica cosa necessaria, facendo del Vangelo la loro «regola e vita» (Rnb 1,1; RsC 1,2). Non c’è bisogno di essere peccatori, nel senso in cui lo intendiamo noi oggi, per sentirsi bisogni di conversione. La conversione è un’esigenza di tutta la vita, anche della vita di coloro che non hanno gustato il sapore amaro del peccato nel senso stretto in cui siamo soliti intenderlo. Né Francesco né Chiara hanno fatto questa esperienza, però si sentivano “in peccato” (cf Test 3) perché i loro atteggiamenti, i loro criteri e i loro comportamenti non erano quelli del Vangelo, pur essendo entrambi molto generosi. Da questa prospettiva, anche noi abbiamo bisogno di convertirci: «Convertitevi, cioè, credete al Vangelo» (Mc 1,14), dice oggi il Signore a ciascuno di noi. Fa del Vangelo il criterio supremo della tua vita. Convertiti: non addomesticare le parole profetiche del Vangelo per accomodarle ad uno stile di vita comodo (cf Sdp 2). Convertiti: quando sei disorientato, quando nel tuo cuore si annidano il dubbio e la perplessità, prendi il libro del Vangelo e chiedi consiglio a Cristo (cf 2Cel 15), e, una volta ascoltatolo, rispondi come Francesco: «Questo voglio, questo chiedo, questo bramo di fare con tutto il cuore. S’affretta allora il padre santo, tutto pieno di gioia, a realizzare il salutare ammonimento» (1Cel 22). Il Vangelo non è una “ideologia”, è una forma di vita che chiede di essere vissuta in tutta la sua radicalità e immediatezza, “sine glossa”, come vollero e fecero il Padre san Francesco e la Madre santa Chiara. Siamo disposti ad assumere questo cammino di conversione che il Vangelo ci chiede? Non abbiamo paura, cari sorelle e fratelli, ad aprirci al Vangelo. Non abbiamo paura a lasciarci interrogare da esso. 124 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 «E disse loro: seguitemi» (Mt 4,19); «[…] e li chiamò» (Mt 4,21). Seguire Gesù, seguire le sue orme, seguirlo più da vicino, questo è l’obiettivo della nostra vita, la meta della nostra vocazione. Seguirlo, significa “lasciarsi fare”: «vi farò pescatori di uomini» (Mt 4,19). Seguirlo significa lasciare le reti, le barche, il padre (cf Mt 4,19.22), cioè, lasciare qualsiasi tipo di sicurezza, e, fidandosi unicamente della sua parola (cf Lc 5,5), fare di Lui l’unica sicurezza, l’unica ricchezza, l’unico rifugio (cf LodAl 4). «Là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore» (cf Mt 6,21). Seguirlo significa fare lo stesso cammino che ha fatto Gesù, un cammino di kenosis, di abbassamento e di minorità (cf Fil 2,5ss). Siamo disposti a questo? «… Perché non vi siano divisioni tra voi» (1Cor 1,10). Per una clarissa, come per un francescano, seguire Gesù significa, tra l’altro, assumere come modo di vivere una vita fraterna in comunità. Coloro che si dicono Frati Minori e Sorelle Povere non possono seguire Gesù come “navigatori” solitari. Devono seguirlo con i fratelli e le sorelle che il Signore ha donato loro: «Il Signore mi diede dei fratelli/sorelle», confessano pieni di grato stupore Francesco e Chiara (cf Test 14; TestsC 25). Avevano un cuore solo ed un’anima sola (At 4,32). Questo ideale di vita cristiana presentato dal libro degli Atti diventa per noi un’esigenza di definirci e identificarci come fratelli e sorelle. Le divisioni, presenti già nella Chiesa primitiva, come vediamo nella prima lettura di questa Eucaristia, sono sempre una viva e potente tentazione per noi. Dobbiamo essere vigilanti, per non cadere in questa tentazione, perché non vi siano divisioni tra voi (cf 1Cor 1,10), poiché, a volte, anche noi, senza dichiararci di Cloe o di Paolo (tutti diciamo di essere di Cristo), rompiamo la comunione per cose insignificanti, dimenticando che senza la comunione affettiva ed effettiva, senza una vita fraterna autentica, non ci può essere testimonianza di una vita veramente evangelica, di una vita francescana/clariana. Francesco si sente fratello ed in piena comunione con tutti i Frati, al di là delle diffe- renze e lo stesso vale per Chiara in relazione alle sue sorelle. Non possiamo dire che accettiamo i fratelli/le sorelle come dono del Signore se non li accettiamo con i loro doni e, pertanto, con le loro differenze. Il dono che il Signore ci fa non è quello di un fratello/una sorella in astratto, ma di fratelli/sorelle con un volto proprio, differente dal nostro. Le differenze, lungi dall’essere una minaccia e causa di divisioni, devono essere viste e accolte come manifestazione, epifania e “buona novella” di un Dio sempre fecondo che fa nuove tutte le cose (cf Spc 4). Care Sorelle, cari Fratelli: la Parola di Dio è realmente una spada a doppio taglio che a volte illumina la nostra vita e a volte la mette in discussione. Questo è ciò che succede con la Parola ascoltata all’inizio del 1° Incontro delle Presidenti OSC. Lasciamo che la Parola ci liberi dalla tentazione di crederci gli/le unici/che che vivono quanto hanno promesso. Tutti abbiamo bisogno di conversione. Lasciamo che la Parola tocchi la nostra mediocrità. Sarà il miglior modo di far uscire la nostra vita da questa strada senza uscita che è la mediocrità, e di renderla veramente significativa, in modo tale che possiamo «nutrire, mediante l’offerta liberatrice del Vangelo, il nostro mondo diviso, diseguale e affamato di senso, così come fecero nel loro tempo Francesco e Chiara d’Assisi» (Sdp 2). Lasciamoci “ferire” dal Vangelo e anche noi potremo essere luce, come lo fu Cristo, per il nostro mondo che, tante volte, vive nelle tenebre e nell’ombra di morte. Di fronte all’immagine del Cristo di San Damiano che parlò a Francesco, preghiamo: O alto e glorioso Dio! Illumina le tenebre del nostro cuore, affinché, come Francesco e Chiara, contempliamo la bellezza del tuo volto, e i nostri cuori restino abbagliati da essa. Dacci fede retta, speranza certa e carità perfetta, perché, illuminati dalla tua Parola, e uniti dal vincolo della carità, siamo luce per coloro desiderano ardentemente contemplare il tuo volto. Dacci umiltà profonda, EX OFFICIO PRO MONIALIBUS per sentire l’urgenza di convertirci, di nascere di nuovo, ed essere, come Francesco e Chiara, segni di salvezza e di speranza per quanti anelano a vedere la luce. Signore Gesù che ti sei fatto per noi cammino: moltiplica nei nostri cuori la gioia e l’allegria di seguirti. Che la nostra unica tristezza consista nel non seguirti come lo fecero Francesco e Chiara, nel non amarti come lo fecero questi due innamorati di te, questi due conquistati dal tuo amore e dalla tua misericordia. Signore Gesù, che ci hai dato l’esempio perché seguissimo le tue orme: fa che arda il nostro cuore all’ascolto della tua Parola, convertici a te, e dacci la grazia di lasciare tutto per seguirti. Fiat, fiat. Amen, amen. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 6. Saluto del Ministro generale Santa Maria degli Angeli, Casa Leonori, 27.01.2008 CON IL CUORE RIVOLTO AL SIGNORE Care Sorelle Presidenti, «Poverelle dal Signore vocate, ke de multe parte e province sete adunate» (Aud 1), il Signore vi dia pace. Con tenerezza ed affetto di fratello vi saluto e accolgo qui ad Assisi, «altare prediletto della nostra memoria e delle nostre origini» (Il Signore ci parla lungo il cammino 7), perché qui è iniziata l’avventura evangelica di Francesco e Chiara, che è anche la nostra, e perché questo è il luogo in cui si è accesa la fiamma di una vita evangelica che, dopo 800 anni, continua ad illuminare il cammino di tanti Fratelli e Sorelle e, con loro, anche quello di tanti uomini e donne del mondo intero. 125 Con gioia vi do il benvenuto a questo incontro tanto desiderato da molte di voi, come avete avuto modo di esprimermi in ripetute occasioni durante le diverse visite che vi ho fatto in questi anni di servizio di Ministro e servo della Fraternità. Non si è trattato di una mia idea, ma di un suggerimento partito da voi e che il Definitorio generale ha accolto con vero entusiasmo e ha fatto pervenire alla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, che, a sua volta, l’ha accolta di buon grado. Per questo motivo mi sento di esprimere alla Congregazione il mio grazie e penso di interpretare il vostro. Con profonda riconoscenza ringrazio anche voi per aver accettato il mio fraterno invito ad essere qui oggi. So i molti sacrifici che alcune di voi hanno fatto per arrivare ad Assisi: uscire dai vostri monasteri, lasciare le occupazioni di ogni giorno, affrontare un viaggio molte volte lungo e costoso e, in alcuni casi, avendo problemi di salute. Per tutto questo il mio grazie è ancora più grande. Con delicatezza e umiltà «baciandovi i piedi e con quella carità di cui sono capace» (LOrd 12), come direbbe il padre san Francesco, mosso unicamente dall’amore che ho per voi e perché credo profondamente nella forma vitae che avete abbracciato, con profonda convinzione «vi supplico, per quanto posso, davanti al Signore Dio nostro» (2Lcus 4) che viviate questo incontro aperte allo Spirito, che soffia dove e quando vuole (cf Gv 8,8), e in atteggiamento di gioiosa fraternità e di profonda orazione. Vivetelo come un “tempo forte” di formazione, un momento di grazia ed un’opportunità (kairós) per passare dal bene al meglio, seguendo così Gesù Cristo, vostro grande amore e ragione profonda della vostra vocazione e missione come Sorelle Povere di santa Chiara. Vivetelo «con corsa veloce e passo leggero» (2LAg 12), senza lasciarvi avvolgere da alcuna «nebbia di amarezza» (3LAg 11), in modo da percorrere con maggior sicurezza «la via dei comandamenti del Signore» (2LAg 15). 126 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 Aperte al soffio dello Spirito Per vocazione e per missione, come consacrate e contemplative, siete ricercatrici del Signore. Cercare il Signore, solo il Signore. Questo è per voi l’essenziale, la chiave che spiega e giustifica la vostra vocazione di contemplative in clausura. La ricerca appassionata del Signore deve relativizzare tutto il resto. Vi siete liberate di tutto, vivendo «senza nulla di proprio» (RsC 1,2) per essere instancabili ricercatrici del Signore. Cercare il Signore non è come cercare un oggetto e non è per la propria soddisfazione spirituale. Cercare il Signore è andare dietro ad un volto intravisto con lo sguardo del cuore, il volto dello «Sposo di stirpe più nobile» (1LAg 7), il cui aspetto è più bello di qualsiasi immaginazione (cf 1LAg 9), «la cui bellezza ammirano incessantemente tutte le beate schiere dei cieli» e «la cui visione gloriosa renderà beati tutti i cittadini della celeste Gerusalemme» (4LAg 10.13). Questo volto è quello che vi ha rubato il cuore e la sua contemplazione, nel silenzio e nella solitudine delle vostre Fraternità, mantiene accesa la fiamma del vostro amore. La sua bellezza vi ha affascinato e il suo amore vi ha innamorato (cf 4LAg 11). Questo significa vivere fino alle ultime conseguenze nella logica del dono: totalmente orientate verso il Signore, con il cuore costantemente rivolto a Lui, come chiedeva il padre san Francesco (cf Rnb 22,19), o, con le parole della Pianticella di Francesco, ponendo la mente, l’anima e il cuore nello Specchio (cf 3LAg 12s), per specchiarsi ogni giorno in Lui (4LAg 15), per trasformarsi in Lui. In questo contesto trova pieno senso la vostra scelta della clausura, in quanto aiuto per la contemplazione, come affermano le vostre Costituzioni, che citano un’espressione della Verbi Sponsa (cf CCGG 49); un modo per realizzare integralmente la vostra vocazione contemplativa, essendo completamente per il Signore, solo per Lui, e vivendo sempre nella verità senza guardare alla vita di fuori, perché quella dello spirito è migliore (cf Aud 2. 3). In un contesto di preghiera è, perciò, quello in cui vi chiedo di porre e compren- dere i “pellegrinaggi” ai santuari francescani e clariani, che conservano il profumo originario del nostro carisma (San Damiano, la Porziuncula, la Verna) o i venerati resti di Francesco e Chiara. Non sono stati pensati o programmati come delle semplici visite. Le spiegazioni dei luoghi e il tempo previsto per la preghiera, personale e liturgica, faranno del vostro “pellegrinaggio” un momento particolarmente significativo di incontro con il Signore attraverso Francesco e Chiara, che in questi luoghi continuano a parlarci. Per vivere fino alle ultime conseguenze nella logica del dono e mantenere giovane il vostro proposito di vivere per il Signore ed essergli fedeli fino alla morte (cf LErm 4) è, però, necessario aprirsi al soffio dello Spirito, mantenersi in cammino, mendicanti di senso. Il Signore non è sempre dove pensiamo che dovrebbe stare o dove ci piacerebbe che fosse. Non dobbiamo aver paura di rivedere le pseudo certezze della nostra vita. Pietro, da buon pescatore, quando Gesù lo mandò a gettare le reti, era convinto che non fosse l’ora migliore per pescare, ma rinunciando alle proprie certezze e fidandosi della parola del Signore, gettò le reti e queste si riempirono di pesci (cf Lc 5,4-6). Ogni giorno, in ogni momento, siamo chiamati a cercare la volontà del Signore e a riscoprire, per l’azione dello Spirito, la nostra vera ragion d’essere. Se manca questa apertura allo Spirito, datore di vita, la vostra esistenza, come quella degli altri consacrati, si spegne. La storia della vita consacrata, e anche la vostra, è una storia di accoglienza dello Spirito. Non spegnete lo Spirito. Aprite gli occhi del cuore all’ascolto di ciò che lo Spirito vi sta dicendo nella preghiera e nell’incontro con le altre Sorelle. Fategli posto in questa Fraternità di Sorelle, riunite nel nome del Signore Gesù. Vivete questi giorni, care Sorelle, aperte allo Spirito: «esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono» (1Tes 5, 21). «Io ve prego per grand’amore» (Aud 4) di rimanere sempre in atteggiamento di discernimento evangelico, per «distinguere ciò che viene dallo Spirito da ciò che gli è contrario» (VC 73), perché solo così potrete, anche voi, «ri- EX OFFICIO PRO MONIALIBUS proporre con coraggio l’intraprendenza, l’inventiva e la santità» di Chiara «come risposta ai segni dei tempi emergenti nel mondo di oggi» (VC 37). Sarete, allora, come fari nella notte del mondo, sentinelle sulle mura delle nostre città, trombe che annunciano il sorgere di una nuova terra (cf Is 55, 17; Ap 21, 1). Cercate incessantemente e con creatività, aprendo gli occhi della fede e della speranza, la volontà del Signore, come fecero Francesco e Chiara. Siate sempre in cammino per comprendere meglio la vostra vocazione e missione nella Chiesa e nel mondo. In atteggiamento di gioiosa fraternità La fraternità è il vostro biglietto da visita, il vostro volto, il vostro modo di vivere il Vangelo e di testimoniare Cristo (cf Gv 13,35). Siate le une per le altre dono prezioso del Padre delle misericordie (cf TestsC 25). È sufficiente vedere quante volte nei suoi scritti Chiara usa il termine “sorella” per rendersi conto che ella, seguendo fedelmente l’ispirazione di Francesco, vi ha voluto come sorelle. «Tanto per Chiara come per Francesco, la Fraternità è il luogo in cui il Vangelo è vissuto nel quotidiano, l’ambito privilegiato in cui si dà testimonianza di un Dio che è comunione. Per questo la Fraternità sarà un elemento irrinunciabile del progetto evangelico-francescano» (José R. Carballo, Chiara d’Assisi e di oggi, 2004, p. 20), come anche è espresso nel vostro nome: Sorelle Povere di santa Chiara. Questi giorni siano un’esperienza forte di fraternità e di formazione alla fraternità, in cui ciascuna ascolta l’altra con cuore aperto all’accoglienza della diversità, buona «notizia di un Dio sempre fecondo» (Il Signore ci parla lungo il cammino 4), «coltivando la capacità evangelica di ricevere dagli altri tutto quello che essi desiderano dare e comunicare» (CIVCSVA, Vita fraterna in comunità (=VFC), 1994, 33). Accogliete la diversità con rispetto, senza giudicare, ma piuttosto cercando di ben comprendere ciò che lo Spirito sta dicendo attraverso ciò che una Sorella pensa e vede delle vita clariana. 127 Crescete nella reciproca fiducia e tra voi regni lo spirito della familiarità, perché ciascuna possa esprimersi con libertà (cf RsC 8,15). Come contemplative conservate un ambiente di raccoglimento in ogni momento (cf VFC 34), senza che ciò impedisca tra voi una comunicazione intensa e profonda per crescere insieme (cf VFC 29ss). Mostratevi esteriormente l’amore che vi professate (cf TestsC 59-60) e, se per caso, sorgesse tra voi qualche divergenza, non lasciatevi trascinare dall’ira o dal turbamento, ma mantenete la pace del cuore (cf RsC 9,5ss) e ricordate sempre che l’unità della scambievole carità è il vincolo della perfezione (cf RsC 10,7). Nulla tra voi ferisca la profonda comunione, ma piuttosto cercate di avere gli stessi sentimenti e un solo amore: siate cordiali. Ciascuna di voi, con tutta umiltà, consideri le altre superiori a se stessa, senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù (cf Fil 2, 2-5). Regnino tra voi la letizia e la gioia dello stare insieme (cf Sal 133,1), altrimenti chi vi vede come capirà che siete con lo Sposo? (cf Ger 1,8; 2Cor 11,2). I momenti di ricreazione previsti hanno questo scopo: manifestare la gioia di essere Sorelle al di là delle legittime differenze. Una sequela triste è una triste sequela, anche nella vita contemplativa. Che questi siano giorni in cui celebrare il dono della vostra vocazione (cf TestsC 2). Un tempo di formazione permanente Se per formazione permanente intendiamo un cammino di conversione, come dicono alcuni documenti della Chiesa, non deve sembrare strano ciò che dice Vita consecrata: «La formazione permanente, sia per gli Istituti di vita apostolica come per quelli di vita contemplativa, è un’esigenza intrinseca alla consacrazione religiosa […] la persona consacrata non potrà mai ritenere di aver completato la gestazione di quell’uomo nuovo che sperimenta dentro di sé, in ogni circostanza della vita, gli stessi sentimenti di Cristo». E ancora: «Nessuno può esimersi dall’applicarsi alla propria crescita 128 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 umana e religiosa […] Nessuna fase della vita può considerarsi tanto sicura e fervorosa da escludere l’opportunità di specifiche attenzioni per garantire la perseveranza nella fedeltà, così come non esiste età che possa vedere esaurita la maturazione della persona» (VC 69). La formazione è un cammino che non termina mai (cf VC 65). Formarsi non è un lusso, ma questione di fedeltà, un’esigenza che nasce dal carattere dinamico del vostro carisma e dalla «crescita armonica di tutta la persona in Cristo» (CCGG 2004; cf CCGG 202, 4; VC 65), avendo come finalità la crescita nel mistero di Cristo e nell’adesione alla propria vocazione (cf CCGG 202, 3). Nella formazione vi giocate non solo il futuro, ma anche il presente. Formarsi, entrare in un processo di formazione permanente, in cui la formazione sia «integrale e radicata nell’esistenza» (CCGG 204) e in cui si ricerchi «prima di tutto l’intima unione con Dio» (CCGG 202,1), privilegiando l’esperienza di fede, è la grande sfida che vi viene dalla fedeltà creativa alla vostra vocazione e missione. D’altra parte la formazione permanente è l’humus necessario perché ci sia una buona formazione iniziale. Senza di quella è praticamente impossibile questa. Desidero che questo incontro sia un tempo di formazione permanente. In questo possono aiutare le relazione che si terranno in questi giorni. I temi che saranno svolti sono stati scelti da una commissione tra quelli da voi più richiesti. Perciò, se la formazione permanente trova il suo luogo naturale nella vita di tutti i giorni e nella vita della Fraternità (cf CCGG 202,2), quanto farete in questi giorni deve essere visto sotto un profilo formativo: la preghiera, la vita fraterna, le ricreazioni, i “pellegrinaggi” … Guardate a tutto ciò da questa prospettiva e tutto troverà un nuovo significato. Care Sorelle Presidenti, vi rinnovo il benvenuto a questo incontro. Che lo Spirito guidi le vostre riflessioni e tutto ciò che si fa in questi giorni. Francesco e Chiara vi accompagnino nel rinnovato impegno di essere più fedeli al vostro proposito di «osser- vare il santo Vangelo del nostro Signore gesù Cristo, vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio e in castità» (RsC 1,1-2). FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 7. Informe del Ministro general Asís, 28.01.2008 HERMANOS Y HERMANAS POBRES: UN SOLO Y MISMO ESPÍRITU Estimadas Hermanas Pobres, ¡el Señor os dé la paz! Es una alegría para mí poderos encontrar en esta ocasión y deseo de corazón agradecer a cada una de vosotras el que estéis aquí presente en este Congreso. Sé bien las numerosas molestias que algunas de vosotras habéis tenido que afrontar para estar aquí hoy, pero deseo que la experiencia que viviréis en los próximos días sea rica de gracia y una ocasión auténtica para crecer juntos en el amor al carisma que Francisco y Clara de Asís nos han confiado, de modo que continuemos custodiándolo íntegro, para poder vivirlo con alegría y para poder donarlo con pasión. Aquí en Asís, donde todo inició, nos hemos querido reunir para compartir nuestra fe y para hacernos peregrinos en los lugares que conservan vivo el encanto de nuestro carisma. Las celebraciones litúrgicas que viviremos haremos puedan realmente expresar todo nuestro amor y nuestro agradecimiento al Señor por habernos llamado a seguirlo por el camino para nosotros trazado por el padre san Francisco y por la madre santa Clara. De este modo deseamos ponernos, aún una vez más, en su escuela, para dejarnos conducir por ellos hasta nuestra meta, a Cristo, nuestro único Maestro. Sean ellos nuestras guías en estos días. Estamos llamados a recorrer juntos el camino que queda por delante. Finalmente es particularmente significativo que este encuentro se desarrolle justo mientras nosotros los Hermanos Menores EX OFFICIO PRO MONIALIBUS nos estamos preparando a celebrar el VIII Centenario de la aprobación de la Regla escrita por Francisco, mientras vosotras, Hermanas Pobres, os encamináis hacia el VIII Centenario del nacimiento de vuestra Orden. Es también éste un modo para recordar, y acordarnos, que no se puede hacer memoria de Francisco sin hacer memoria de Clara y que, igualmente, seremos “profetas” en este mundo nuestro si lo somos juntos, Hermanos Menores y Hermanas Pobres, justo como lo fueron entonces Francisco y Clara de Asís. 1. Un solo carisma Quisiera iniciar este encuentro dando gracias, junto a vosotras, al Padre de las Misericordias, a nuestro Dador, por todo aquello que cada día de Él recibimos, pero sobre todo por el don de nuestra vocación a la santidad, contemplando el rostro de nuestro Señor Jesucristo y siguiendo las huellas en santa unidad, en minoridad y en pobreza. Esta fue la revelación que el Señor hizo a Francisco y que, a través de él, fue hecha también a Clara (cf. TesCl 2 y 5). La de ellos fue una vocación compartida desde el principio, antes que el Señor le diese hermanos a Francisco. Es Clara la que nos lo hace saber en su Testamento, recordando como Francisco, cuando “no tenía aún hermanos ni compañeros, casi inmediatamente después de su conversión, mientras edificaba la iglesia de San Damián... movido por una gran alegría e iluminación del Espíritu Santo”, profetizó que en aquel lugar vivirían ella y sus Hermanas (cf. TesCl 9-11). Una unión espiritual, porque ha nacido por la iluminación del Espíritu Santo, que fue después sellada cuando Clara prometió obediencia a Francisco. Es la misma Clara la que se siente obligada a recordar este momento fundamental de su experiencia, ya sea en el Testamento que en el centro de la Regla por ella escrita: “Después que el Altísimo Padre celeste se dignó iluminar con su gracia mi alma para que hiciese penitencia, siguiendo el ejemplo y las enseñanzas del beatísimo padre nuestro san Francisco, poco tiempo después de su conversión, junto con mis hermanas, le prome- 129 tí voluntariamente obediencia” (RCl VI,1; cf. TesCl 24-25). Clara entra con este gesto a forma parte con pleno título de la fraternitas y a compartir, justo como los Hermanos, la forma vitae de Francisco, aún viviéndola con modalidades distintas de los otros Hermanos. Por este motivo Francisco se sentirá siempre obligado a tener “cuidado diligente y solicitud especial” de Clara y de las Hermanas como de los Hermanos (cf. RCl VI, 4). Y si Clara en sus escritos hace continuas referencias a las enseñanzas de Francisco, no menos sabemos como Francisco se dirige a Clara en los momentos más difíciles e inciertos de su camino, yendo donde ella en persona o enviándole a los Hermanos (cf. Proc II, 15). Se trataba, por tanto, de una única fraternidad en la cual, cada uno, habiendo elegido vivir según la perfección del Santo Evangelio, en obediencia al Espíritu, la realizaba en el servicio y en la fidelidad a la santa Iglesia, pero con un estilo de vida propio. Esta comunión carismática en los inicios debía ser tan evidente que el mismo Celano, pocos años después, anotaba que “un solo y mismo espíritu ha hecho surgir a los frailes y a la señoras pobres de este mundo” (2Cel 204). Los distintos modos, y no obstante tan iguales en la radicalidad y en la pasión, con los que san Francisco y santa Clara vivieron la misma llamada, han atraído a tantas mujeres y hombres de toda condición social, raza y cultura. A lo largo de ocho siglos de historia, clérigos, religiosos y laicos, pertenecientes a la gran Familia Franciscana, han continuado recogiendo esta valiosa y comprometida herencia a “vivir según la forma del santo Evangelio”, y la han testimoniado en la Iglesia y por el mundo. También nosotros, por tanto, como ellos estamos llamados hoy a una espiritualidad de comunión, sobre todo porque el carisma que hemos abrazado nace en la comunión, en el compartir y en la participación. En efecto, si Clara promete a Francisco “obediencia”, Francisco promete tener “cuidado” de Clara; si Clara en sus escritos apela continuamente a las enseñanzas transmitidas por Francisco, Francisco en los momen- 130 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 tos más difíciles de su experiencia pide a Clara qué hacer o se ampara en ella. Vivir el Evangelio como franciscanos significa, entonces, hacer visible esta común pertenencia carismática, en la que la fundamental reciprocidad llega a ser un estímulo para sostener y ayudar la peculiar diversidad para expresar toda la riqueza y la belleza de nuestra forma de vida. Es lo que se dice también en las Constituciones Generales de la Orden de los Hermanos Menores: “Recuerden con agrado los hermanos que el carisma otorgado por Dios a san Francisco hace patentes y pone de manifiesto todos sus múltiples frutos tanto entre los hermanos menores como entre los otros miembros de la Familia Franciscana”. (Art. 55,1) y en las de la Hermanas Pobres de santa Clara: “El Padre san Francisco fundó tres Órdenes: la Orden de los Hermanos Menores, la Orden de las Hermanas Pobres y la Orden Franciscana Secular. Como hijos del mismo padre vivimos en una complementariedad vital” (Art. 120, 1). Estos textos nos confirman que ninguna rama de la Familia Franciscana existe independientemente de las otras, que ninguno posee en exclusiva el don del carisma para repartirlo a los otros, sino que todos, lo poseemos para vivirlo en plenitud, y estamos llamados a comunicarlo en un compartir fraterno y espiritual. Debemos por tanto interrogarnos sobre como vivimos la complementariedad, preguntarnos si ésta crece dentro de esta reciprocidad, en la que subsiste nuestro carisma. Debemos verificar si las modalidades a través de las cuales hoy hacemos visible nuestra “santa unidad” son verdaderamente una recíproca ayuda a vivir según la forma del santo Evangelio. 2. Conoce tu vocación Para actuar este intercambio es indispensable conocer aquello que poseemos, para poder ofrecerlo, esto es, vivir siempre con mayor conocimiento la llamada recibida. En efecto, tenemos delante de Dios la responsabilidad de buscar constantemente el sentido de nuestra vocación, porque “cuanto más perfecta y mayor es, tanto más es lo que le debemos a él; por eso dice el Apóstol: conoce tu vocación” (TesCl 3-4). Es este el gran desafío con el que continuamente nuestra vida se confronta. La pregunta que está al inicio de la conversión de Francisco están también al inicio de cada día: “¿Señor, qué quieres que haga?”. ¿Cómo podemos vivir nuestra vocación para que tenga sentido? ¿Qué significa para las Hermanas Pobres cumplir “el santo y veraz mandamiento” del Señor? Nuestro tiempo es un tiempo de preguntas e interrogantes. Las personas que se dirigen a nosotros, el ambiente en el que vivimos, la Iglesia misma, se transforman a menudo en preguntas, que sacuden nuestras certezas y ponen en discusión nuestro estilo de vida. No se debe tener miedo de esto, sino como Francisco delante del Crucificado, se requiere pedir “sentido y conocimiento” (OrSD 5), para vivir con aquella “discreción”, que tanto recomendaba Clara a las Hermanas; es poder discernir lo necesario de lo superfluo, volviendo siempre a aquello que es esencial: “ya que, por divina inspiración, os habéis hecho hijas y esclavas del Altísimo y Sumo Rey, Padre celestial, y os habéis desposado con el Espíritu Santo, eligiendo vivir según la perfección del Santo Evangelio” (RCl 6, 3). ¿Cómo expresáis hoy vuestra identidad?¿Cómo la enunciáis a nosotros Hermanos Menores y cómo la decís al mundo? Es el momento para que os volváis a apropiar de vuestra forma de vida de Hermanas Pobres que, por las vicisitudes históricas de vuestra Orden, a veces encuentra hoy dificultad para volver a encontrar su especificidad, cuando no está suficientemente enraizada en la Regla escrita para vosotras por santa Clara. Esta necesidad de un regreso a los orígenes no os lo pedimos solamente nosotros, Hermanos Menores, sino que es toda la Iglesia la que lo pide a la vida religiosa: “Se invita pues a los Institutos a reproducir con valor la audacia, la creatividad y la santidad de sus fundadores y fundadoras como respuesta a los signos de los tiempos que surgen en el mundo de hoy. Esta invitación es sobre todo una llamada a perseverar en el camino de santidad a través de las dificultades materiales y espirituales que marcan la vida cotidiana. Pero es también llamada a buscar la competencia en el pro- EX OFFICIO PRO MONIALIBUS pio trabajo y a cultivar una fidelidad dinámica a la propia misión, adaptando sus formas, cuando es necesario, a las nuevas situaciones y a las diversas necesidades, en plena docilidad a la inspiración divina y al discernimiento eclesial” (VC 37). Demasiadas veces la seguridad, que en nuestra vida a menudo nos ha sido ofrecida por formas y estructuras consolidadas, nos impide preguntarnos si éstas son aún significativas o si han perdido su fuerza y no se habrán reducido a un cómodo refugio. La renovación conlleva siempre un gran esfuerzo, nos pide un atento discernimiento, necesita tiempo y paciencia, pero es la única posibilidad que tenemos para que nuestra vida continúe siendo “signo” legible para los que nos rodean. También nosotros los Hermanos Menores nos hemos metido a trabase de este camino y el Documento del Capítulo General del 2003 nos recordaba a propósito de esto que debemos prestar atención porque “quien no lee lo signos de los tiempos arriesga a pararse, repetirse, anular los sueños más profundos, perder poco a poco la alegría contagiosa de la fe” (Sdp 6). Por eso tenemos necesidad, nosotros Hermanos Menores y vosotras Hermanas Pobres, de una gran lucidez para distinguir aquello que en nuestra vida está aún cargado de significado, habitado por la presencia del Señor, de aquello que ya es solamente superficial como una cáscara, una jaula vacía que oprime, una estructura que nos ralentiza. Y junto a la lucidez necesitamos la audacia para hacer elecciones consecuentes, que nos permitan continuar siendo fieles a aquello que en nuestro carisma es realmente fundante, para volverlo a encarnar, de modo nuevo en la realidad cultural en la que vivimos. Volveremos, entonces, a ser signos visibles, faros de esperanza, para los hombres y mujeres de nuestro tiempo, sedientos de Dios, de lugares donde poder encontrarlo, de tiempos para poderse reencontrar. Es sólo en esta “fidelidad”, que es por sí misma “dinámica”, cómo puede crecer una verdadera reciprocidad. Ella será, entonces, antes que nada un comunicar en la fe el sentido siempre nuevo de la propia vida según la perfección del Santo Evangelio; un trans- 131 mitir la alegría y la pasión por la propia vocación; un avanzar juntos “con andar apresurado, paso ligero, sin estorbos en los pies... sobre la senda de la bienaventuranza” (2CtaCl 12s.). Los biógrafos nos dicen que al término de su vida Francisco decía: “Comencemos hermanos a servir al Señor, porque hasta la fecha poco o nada hemos hecho” (1Cel 103). También nosotros, peregrinos y forasteros, seguidores de la altísima pobreza, no debemos tener temor en dejar a nuestras espaldas todo aquello que es obstáculo o ralentiza el camino que conduce a la meta. Pidamos a Francisco la gracia de desear poder recomenzar siempre desde el inicio, con la alegría y el entusiasmo de los orígenes, teniendo como único punto de referencia nuestro donarnos totalmente al Señor. ¿Cómo responder hoy al Señor y a los hermanos y a las hermanas que nos interpelan? ¿Cómo “refundar” nuestra vida? ¿Cómo volver a encontrar la frescura de la gracia de los orígenes, para continuar siendo testigos del carisma de Francisco y Clara? 3. Autonomía y colaboración El descubrimiento acontecido en los últimos años de la participación en el único carisma, sobre todo gracias a los más recientes estudios clarianos, ha puesto en evidencia cómo el Evangelio vivido por Clara no pueda ser reducido a la simple versión femenina de áquel vivido por Francisco. La plantita de Francisco, en efecto, permaneciendo siempre en la escuela del santo de Asís, expresa su absoluta originalidad e irreductibilidad, que garantiza y conserva la identidad en la reciprocidad. Así desde el inicio, mientras Francisco deja Asís y la Umbría para anunciar la Palabra por las calles del mundo, Clara con sus Hermanas se establecen fuera de las puertas de Asís, dedicándose en el silencio y en la soledad a la contemplación de la Palabra. Mientras Francisco va a encontrar a los pobres y a los leprosos, Clara acoge a todos con la ternura de una madre en San Damián (cf. Constituciones generales Hermanas Pobres, 4, 2). Como ya os decía mi predecesor, Fr. Hermann Schalück: “las diferen- 132 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 cias entre Francisco y Clara no se contradicen, sino que se complementan. Clara fue para el Pobrecillo de Asís la encarnación de la mujer del Evangelio, imagen de María, hija y sierva del Altísimo Rey, el Padre celeste, esposa del Espíritu Santo, imagen del Señor. Fue custodia de la Palabra viva del Señor, que los hermanos esparcían por los caminos del mundo; fue aquella que con el sacrificio, con el ofrecimiento continúo dio plena fecundidad al anuncio de tal Palabra. Fue testigo íntegro del deseo de Francisco de vivir en el Hijo, pasando con él cada día al Padre. Es este hasta hoy el servicio particular de la Hermanas Pobres: ser un continuo agradecimiento, una perenne Eucaristía para toda la Orden de los Menores, ser la profecía de una Iglesia que ya en el hoy, en el misterio eucarístico realiza para todos aquello que será para siempre” (CTC, Cuadernos de la Oficina “pro Monialibus” 24 (1997) 263). Esta unión carismática que, aún en las diferencias específicas, unió a Francisco y a Clara, ha atravesado los siglos y es muy vivo y sentido aún hoy entre las Hermanas Pobres y los Frailes Menores, aunque no sea definitivo por relacione jurídicas específicas entre las dos Órdenes. Cada vez que visito las Entidades de la Orden, tengo la posibilidad de encontrar también a las Hermanas Pobre de aquella región y en el diálogo con ellas emerge a menudo claramente que las alegrías y las preocupaciones de los caminos son las mismas. Creo que muchos pasos, en este sentido, se han hecho ya, sobre todo después del Concilio Vaticano II, pero en diversos casos queda aún mucho trabajo que realizar. Frecuentemente, en efecto, la asistencia prometida por Francisco a Clara ha sido concebida por los Hermanos como una especie de tutela y por parte de las Hermanas Pobres como una efectiva dependencia, dando origen a verdaderas y particulares ingerencias de los unos con los otros. Otras veces, por el contrario, la justa autonomía ha llevado a un casi total aislamiento y a caminos independientes, reduciendo la reciprocidad entre la Primera y la Segunda Orden a recíprocas prestaciones de servicios. Queriendo evitar estos riesgos, debemos reconocer que la relación a la que estamos llamados es tan bella como comprometida y requiere por ambas partes, madurez humana y espiritual, además de una sólida formación. Una sana colaboración que no tenga sólo cuenta de las diferencias, sino las ayude a subsistir, no puede ser improvisada, sino que necesita un serio camino de formación y consecuentemente, una reflexión profunda sobre la propia identidad. Si estos dos elementos toda colaboración está destinada al fallo. Por otra parte la historia misma, al menos en diversas zonas geográficas, nos está llevando a cumplir elecciones a las cuales se debería llegar preparados en cuanto es posible. El descenso numérico de las vocaciones, sea para la Primera que para la Segunda Orden, comporta inevitablemente consecuencias en el interior de las Provincias de los Frailes y en cada uno de los Monasterios. En estos casos lo que más preocupa no es la serena elección de la disminución de una presencia franciscana, como el obstinarse en mantenerla, también cuando no existen las condiciones mínimas para que continúe siendo significativa. Una sobrevivencia forzada, que en ciertas situaciones es garantizada sólo por una autosuficiencia económica, es expresión de una voluntad de aislamiento bien lejana de la justa defensa de la propia autonomía. Si asiste en estos casos a la progresiva disminución de las exigencias fundamentales de nuestra vida. No se logra satisfacer la tarea formativa que debe favorecer un continuo crecimiento espiritual; disminuyen las condiciones mínimas que garantizan una serena vida fraterna y, para continuar a hacer frente a todas las tareas, se termina con no cuidar aquello que por el contrario es esencial. Como advierte Vita Consecrata “lo que se debe evitar absolutamente es la debilitación de la vida consagrada, que no consiste tanto en la disminución numérica, sino en la pérdida de la adhesión espiritual al Señor y a la propia vocación y misión” (VC 63). Tenemos, pues, una gran responsabilidad en las confrontaciones de las nuevas generaciones que a nosotros se dirigen, fascinados por nuestro carisma y que quiere comenzar EX OFFICIO PRO MONIALIBUS nuestra vida. ¿Qué le podemos ofrecer? ¿Sabemos acoger sus saludables “provocaciones” para renovarnos? ¿No se corre, a veces, el peligro que la preocupación mayor sea el formar personas lo más posible integradas en nuestras estructuras? Vivir el carisma franciscano significa, por el contrario, estar abiertos a la ayuda recíproca; a ayudar y a dejarse ayudar, con los medios con los que se disponga; ser y sentirse parte de una única familia en la que todo viene compartido: “nuestra Orden entera, aún formada por monasterios autónomos, constituye una única familia” (Constituciones generales de las Hermanas Pobres 216). Vivir en santa unidad, en efecto, quiere decir también saber reconocer que tenemos necesidad, renunciar a la soberbia que puede venir del número o de las riquezas, para ir al encuentro del otro para hacerse su compañero de camino, según la enseñanza de Emaús. Por esto mismo debemos tener el coraje de preguntarnos: ¿Qué imagen de fraternidad ofrecemos en la Iglesia? ¿Qué significa pertenecer a una Orden más allá que a un Monasterio? ¿Cuáles son los instrumentos con los que edificamos la fraternidad? ¿Qué es necesario cambiar para reforzar la colaboración entre los Monasterios y entre nuestras Órdenes? 4. Vida y misión Si sabemos comprometernos para mejorar nuestra fraternidad, ciertamente se beneficiará la calidad de nuestra vida y de nuestro testimonio. “La vida de comunión «será así un signo para el mundo y una fuerza atractiva que conduce a creer en Cristo [...]. De este modo la comunión se abre a la misión, haciéndose ella misma misión». Más aun, «la comunión genera comunión y se configura esencialmente como comunión misionera»” (VC 46). Viviendo en esta santa unidad nuestra misma vida, antes y más que nuestras palabras, llegará a ser signo visible para un mundo que aún sufre por las divisiones y las discordias y que continuamente busca testigos de paz y de reconciliación. Siempre existe, cada vez más, la urgencia de hom- 133 bres y mujeres que, fundando sus existencias en Dios Padre, sigan las huellas de su Hijo para testimoniar y anunciar al mundo, en el Espíritu Santo, su ser encarnado como nuestro hermano menor. Debemos ayudarnos a redescubrir la actitud obediente de María, virgen hecha Iglesia, que con su fiat acogió “en el pequeño claustro de su santo seno” a Aquel que “los cielos y la tierra no podían contener” (3CtaCl, 18s) y llevarlo espiritualmente en nosotros, imitando sobre todo la humildad y la pobreza (cf 3CtaCl 25). Debemos ayudarnos a no hacer de nuestros conventos y de nuestros monasterios lugares de fuga de la realidad, sino hacer de ellos verdaderas escuelas de contemplación, donde aprender a descubrir “cual es la amplitud, la longitud, la altura y la profundidad, y conocer el amor de Cristo que sobrepasa todo conocimiento” (Ef 3,18). Sólo viviendo según la forma de una amor así grande y transformándonos día por día en ello, llegaremos a ser verdaderamente ejemplo y espejo no sólo para cuantos viven con nosotros, sino para todos aquellos que se encontrarán con nosotros (cf. TesCl 19). Encontraremos así, juntos, el gusto de celebrar y cantar la admirable belleza de la obra de Dios. El cansancio y la monotonía, que a menudo mata nuestras celebraciones litúrgicas, dejará el puesto a la alegría y el estupor, porque tendremos ojos espirituales para ver en la creación y en la providencia la fidelidad de la presencia de Dios en nuestra vida. Sólo dejando que nuestro corazón esté lleno de este Bien, podremos ser verdaderos profetas porque no sólo seremos capaces de denunciar, sino también de renunciar verdaderamente a la lógica del éxito, de la riqueza y del egoísmo. La altísima pobreza volverá, entonces, a ser nuestra esposa y estaremos a la altura de hacer auténticas elecciones para compartir con los pobres y con los últimos, acogiéndolos y ocupándonos de ellos con amor materno, porque sólo quien es pobre puede acercarse al pobre como a un hermano; haciéndonos compañeros de ellos sólo “por amor de aquel Dios que pobre fue puesto en el pesebre, pobre vivió en el mundo y desnudo quedó sobre el patíbulo” (TesCl 45); 134 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 viviendo “sin nada propio”, porque quedaremos expropiados interiormente y exteriormente, y por tanto sin raíces, sin legarnos a lugares y a estructuras, porque seremos “peregrinos y forasteros” en este mundo. Pero todo esto supone una gran disponibilidad para cambiar, para dejarnos formar y transformar, para vivir de fe, caminando aún sin ver la meta hacia la cual nos queremos acercar. Se trata de estar dispuestos a una verdadera metanoia, que afecte a toda la persona en un proceso dinámico de crecimiento armónico y que la mantenga en una actitud de constante conversión (cf VC 65). Sólo dentro de este proceso formativo permanente será posible llegar a ser cada día más Hermano Menor y más Hermana Pobre. La formación es quizás el desafío más grande que tenemos delante, para que nuestra fidelidad a la vocación y misión que hemos recibido sea de verdad creativa. Queridas Hermanas, mientras renuevo aún delante de vosotras mi promesa “de tener siempre de vosotras, como de mis hermanos, cuidado y solicitud especial (FVCl 2); con la santa madre Clara “doblo mis rodillas ante el Padre de nuestro Señor Jesucristo (Ef 3,14) para que, por los méritos de la gloriosa Virgen santa María, su Madre, y de nuestro beatísimo padre Francisco y de todos los santos, el mismo Señor que inició en nosotros la obra buena, nos dé también el incremento (cf. 1Cor 3, 6-7) y la perseverancia final. Amén” (TesCl 77-78). FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro general 8. Omelia alla conclusione del Convegno Santa Maria degli Angeli, 6 febbraio 2008 CONVERTITEVI E CREDETE AL VANGELO Gv 2,12-18; 2Cor 5,20-6; Mt 6,1-6.16-18 Carissime Sorelle Presidenti delle 52 Federazioni di Clarisse, cari fratelli e sorelle, vi saluto con grande affetto e lo faccio con le parole rivelate dall’Altissimo a Francesco e con le quali egli era solito salutare quelli che incontrava: «Il Signore vi dia pace»! Sono con noi in questa celebrazione eucaristica le Sorelle Presidenti dell’Ordine di Santa Chiara che si sono riunite, per la prima volta, per riflettere insieme su quanto il Signore chiede loro in questo momento di grazia che stiamo vivendo. Rendiamo grazie a Dio per le 16.000 Sorelle Clarisse che vivono nel mondo la forma di vita che Francesco e Chiara hanno lasciato per loro e assicuriamo loro la nostra preghiera e il nostro fraterno affetto. Iniziamo oggi questo tempo forte dell’anno liturgico che chiamiamo Quaresima. Un tempo di grazia che il Signore ci concede come kairos, come un’occasione propizia, un «tempo favorevole» per una profonda trasformazione interiore ed esteriore, che ci porta ad assomigliare ogni giorno di più a Cristo. La Quaresima è questo: un tempo propizio per la conversione; una chiamata costante a farci carico della distanza che c’è tra la vita di Gesù e la nostra, quella di noi francescani e delle clarisse, delle comunità religiose e delle comunità cristiane; una chiamata a riconoscere il nostro peccato e le nostre debolezze: siamo frivoli, egoisti, sensuali, schiavi di ciò che abbiamo, reticenti al dialogo e al perdono, inclini all’autocompiacimento, incapaci di riconoscere le nostre meschinità davanti agli altri. La Quaresima è una chiamata pressante al pentimento, perché ci convertiamo a Dio che è amore e perdono. Desideriamo ardentemente vivere la gioia pasquale della risurrezione di Cristo, che vince la morte per sempre e ci associa al trionfo dell’amore di Dio Padre. Per questo sentiamo l’urgenza di “nascere di nuovo”, di convertirci. Per questo la Chiesa ci propone tre gesti tradizionali: la preghiera, il digiuno e l’elemosina. Sono i segni della conversione nei tre ambiti della nostra vita e “segni profetici” per la nostra società. La preghiera, momento propizio per l’ascolto della Parola e per la comunione con Dio, particolarmente significativa in una società EX OFFICIO PRO MONIALIBUS che troppo spesso si dimentica di Dio. Il digiuno, sforzo di austerità personale, significativo in una società che sopravvaluta la ricchezza e la sensualità. L’elemosina, segno di apertura agli altri e di solidarietà con gli altri, particolarmente significativa in un mondo in cui la distanza tra ricchi e poveri è in crescita. Tutto ciò, certamente, senza dimenticare quanto dice oggi il Signore: quello che importa è un cuore aperto e sincero, «guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati»; o quello che ci ricordava la prima lettura: «laceratevi il cuore e non le vesti». Quello che conta è il ritorno a Dio con tutto il cuore e la riconciliazione con lui, come ci ha detto la seconda lettura, e l’andare incontro ai fratelli, in particolare ai più bisognosi. Questo è quello che esige da noi la conversione alla quale siamo tutti chiamati. Conversione, chiamata centrale del messaggio di Gesù: «Convertitevi e credete al Vangelo», così Gesù cominciò la sua predicazione. Conversione, chiamata pressante in questo tempo liturgico che interpella la nostra vita cristiana e la vita francescanoclariana. Conversione, che implica un cambiamento del cuore, della mente, degli atteggiamenti e dei comportamenti. Cambiamento del cuore. Passare da un cuore di pietra, insensibile alle chiamate di Dio e alle chiamate degli uomini, soprattutto dei poveri, ad un cuore di carne, costantemente rivolto al Signore, per compiere la sua volontà come Abramo, Maria, Francesco…, e rivolto ai fratelli per essere solidali con loro. Cambiamento della mente: «Voi pensate come gli uomini e non come Dio», dirà il Signore nella Sacra Scrittura. La conversione comporta, quindi, di passare da una mente “chiusa” nelle preoccupazioni di questo mondo ad una mente “aperta” al modo di vedere, giudicare e agire di Dio. Cambiamento di atteggiamenti e di comportamenti: «li riconoscerete dai loro frutti». Il cambiamento del cuore e della mente porta necessariamente ad un cambiamento di atteggiamenti e di comportamenti. «Un albero buono non può dare frutti cattivi». 135 La conversione che ci è chiesta in questo tempo di grazia richiede, quindi, di passare da atteggiamenti e comportamenti centrati su noi stessi – sulla sete di potere, di possesso, di sfruttamento – ad atteggiamenti e comportamenti animati dal desiderio di donarsi a Dio e agli uomini e alle donne, nostri fratelli e sorelle. Donazione, frutto della passione per Dio e per l’umanità, così come la realizzò Gesù stesso e poi, tra gli altri, Francesco e Chiara. La conversione, allora, tocca la totalità della persona e dura per tutta la vita. È un processo il cui inizio non si può ritardare – «Oggi non indurite il vostro cuore, ma ascoltate la voce del Signore», «ma se non vi convertite perirete tutti allo stesso modo» – e che dobbiamo assumere come un compito di tutta la vita. È necessario, allora, “prepararci”, fare una sosta nel cammino, per guardare il nostro cuore, per scendere nella nostra interiorità più profonda; una sosta nel cammino, per vedere ed esaminare la propria “mente”, i propri giudizi e pregiudizi, le convinzioni più profonde; un tempo per fare una profonda revisione della propria vita a livello di fede, di atteggiamenti e di comportamenti. Dedichiamo un tempo durante questa quaresima, “saliamo sul monte”, per incontrarci con noi stessi, con Dio e con gli altri. Entriamo nella “grotta” per chiederci: dov’è il mio cuore? Chi sto servendo, il padrone o il servo? Quali sono gli idoli che sto adorando in questo momento? Quanti “mariti” ho, Signore? «Convertitevi e credete al Vangelo». La Quaresima è un tempo propizio, per “osare vivere il Vangelo”, per credere, cioè assumere il Vangelo come “regola” e “norma” della nostra vita, dei nostri comportamenti, dei nostri atteggiamenti. «Questi è il mio figlio prediletto, ascoltatelo». Ascoltiamo il Signore, la cui parola troviamo in ogni parola della Sacra Scrittura. Solo l’incontro con Lui renderà possibile il cambiamento del cuore, della mente, degli atteggiamenti e dei comportamenti che ci chiede la Quaresima. Solo la sete appagata potrà convertirsi in messaggio come nel caso della Samaritana. Solo se ci lasciamo accendere 136 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 dalle sue parole, potremo identificarci con Lui e, così, essere per gli altri luce nell’oscurità, pace in mezzo ai turbamenti, gioia nel dolore. Siamo stati convocati come il popolo di Israele per riconoscere il nostro peccato (cf. Salmo responsoriale) e per chiedere perdono dei nostri peccati: perdona il tuo popolo, Signore! Che il nostro Dio, che è clemente e misericordioso, lento all’ira e ricco di misericordia, ascolti la nostra preghiera e ci doni la grazia di un cuore nuovo. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 9. Celebrazione dell’invio S. Maria degli Angeli, Porziuncola, 06.02.2008 ANNUNCIATE CHE L’ALTISSIMO È LA BELLEZZA SENZA UGUALI Care Sorelle Povere di Santa Chiara: qui in questa piccola chiesetta della Porziuncola, tanto cara al Padre e Fratello Francesco, dove ebbe inizio la grande avventura evangelica del Poverello di Assisi e della sua Pianticella, concludiamo questo 1° Congresso Internazionale delle Presidenti delle Federazioni di Sorelle Povere di Santa Chiara. Rendiamo grazie al Padre delle misericordie per averci chiamato alla sequela di Gesù Cristo, seguendo la forma di vita che ci lasciarono Francesco e Chiara. Rendiamo grazie al Datore di ogni bene, per questi giorni di incontro e di fraternità. Rendiamo grazie a Maria Immacolata, la vergine fatta Chiesa, perché dopo 800 anni continua ad essere una madre amorosa per i suoi figli e figlie, avvocata e difesa di quanti si sforzano di seguire suo Figlio per la via stretta del Vangelo. Grazie a Francesco e Chiara perché costantemente vegliano sui loro figli e figlie. Qui, alla Porziuncola, Francesco ascolta il Vangelo e inizia, con il gruppo di fratelli che il Signore gli ha donato, questa avventura evangelica che dura fino ad oggi. Qui la vergine Chiara, conquistata da Francesco e dai suoi fratelli per la sequela radicale di Gesù Cristo, si consacra all’amore della sua vita, lo sposo dell’amore del quale si innamora. Qui la giovane Chiara, in quella notte della domenica delle Palme del 1212 abbraccia per sempre il Vangelo come regola e vita, per lei e per le sue sorelle. Qui Chiara entra a far parte della fraternitas di Francesco, come sorella tra i fratelli. Che gioia e che allegria stare oggi qui insieme, come fratelli e sorelle, membri dell’unica fraternità voluta da Francesco e Chiara, per rinnovare, a partire dal più profondo del nostro cuore la nostra ferma volontà di camminare insieme, anche se con modalità diverse, per la via dei comandamenti divini, con un passo veloce e leggero! Che gioia e che allegria poter rinnovare insieme oggi, qui alla Porziuncola, avendo come notaia santa Maria regina degli angeli e del nostro Ordine, il nostro impegno di vivere, con il cuore costantemente rivolto verso il Signore e verso i fratelli e le sorelle, uniti dall’amore di Cristo in una stessa fraternità, in attento ascolto dei fratelli nei confronti delle sorelle e viceversa e nel rispetto reciproco, per offrire al mondo la testimonianza del signum fraternitatis. Che gioia e che allegria tornare ai nostri luoghi di provenienza e poter raccontare ai fratelli e alle sorelle che è bello sentirsi e mostrarsi membri di una stessa famiglia! Se Francesco e Chiara sono due anime gemelle, due vite inseparabili, dopo questo incontro, noi Frati Minori e Sorelle Povere di santa Chiara non possiamo camminare su strade parallele e – che dolore! – molte volte ignorarci gli uni gli altri o cosa che è ancora peggiore sospettando gli uni degli altri. Dopo questo incontro in Assisi, altare della nostra memoria, e del nostro passaggio attraverso la Porziuncola, dove noi e voi siamo nati dal Vangelo, non possiamo non amarci e rispettarci come fratelli e sorelle. Come far tacere il grido pressante che ci lanciano Francesco e Chiara da questo luogo santo tra i santi di iniziare una nuova era fatta di profondo e vero amore fraterno e di reciproca e stretta collaborazione? Anche qui possono servire a noi e a voi quelle parole che Francesco disse alla fine della sua 137 EX OFFICIO PRO MONIALIBUS vita: “Incominciamo, fratelli…, perché finora poco o nulla abbiamo fatto”. Sì, cominciamo fratelli e sorelle. Che di noi e di voi si possa dire quello che si diceva dei primi cristiani: Guardate come si amano! E anche noi saremo luce per quanti camminano nelle tenebre, faro per quanti navigano in alto mare, sentinelle per coloro che aspettano un giorno nuovo. Da parte mia, come successore del comune padre Francesco, rinnovo il mio fermo proposito di continuare a prendermi cura di voi, mie care sorelle e “signore”, come dei miei Frati, e chiedo a tutti i Frati Minori, baciando loro i piedi, che facciano altrettanto. Ci assista in questo fermo impegno l’intercessione di Santa Maria della Porziuncola, l’intercessione di Francesco e Chiara e di tanti fratelli e sorelle che ci hanno preceduto in questi 800 anni della nostra storia comune e che oggi adornano con uno splendore senza uguali l’albero della santità serafica. Da questo luogo Francesco inviò i suoi primi compagni al chiostro del mondo perché, in parole ed in opere, annunciassero a tutti che non c’è nessuno di onnipotente se non Lui. Andate anche voi, care sorelle clarisse per il mondo intero e, dai vostri chiostri e con la vostra vita nascosta in Cristo, annunciate a tutti che l’Altissimo è amore; è bellezza e ricchezza senza uguali; è rifugio e difensore. Gridate a tutti che egli è tutto: tutto il bene, il sommo bene. Andate, e custodendo la cella dei vostri cuori, annunciate che non c’è sposo più bello, né più degno, né più santo, né più glorioso di colui che conquistò il cuore di Chiara e anche il vostro: Gesù Cristo. Andate e vivete sempre in questa santissima vita e povertà. E state attente di non allontanarvi da quanto avete promesso. E se qualcuno venisse a dirvi il contrario, come vi ricorda la madre Chiara, non fateci caso. Andate e, in ogni momento ed in ogni luogo, abbracciando tutti gli uomini e le donne della terra, principalmente i più poveri e bisognosi, aprite le porte del vostro cuore al divino mendicante del vostro amore e che niente e nessuno vi allontani dal suo amore. Andate, contente e gioiose, non abbiate paura, poiché non sie- te sole, il Signore sarà sempre vostro difensore. Andate con la benedizione di Dio e la mia, vostro ministro e servo. FR. JOSÉ RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro generale 10. Messaggio finale Assisi, 6 febbraio 2008 IL CONVEGNO UN PREZIOSO DONO Carissime sorelle, pace e bene! Abbiamo avuto l’opportunità e il privilegio di vivere splendidi giorni di incontro in questa città di Assisi, nel Primo Congresso delle Presidenti delle Federazioni dell’Ordine delle Sorelle Povere di Santa Chiara, per i quali ringraziamo il Padre delle misericordie, datore di ogni bene. Questo incontro è stato un dono prezioso per tutte noi. Illuminate dalle diverse riflessioni che abbiamo ascoltato e da quanto abbiamo condiviso, a partire dalla nostra propria esperienza e dalla conoscenza che abbiamo dello stato delle nostre federazioni, ci sentiamo invitate e sollecitate a tornare all’essenziale. Se ci lasciamo animare e guidare dal soffio vitale dello Spirito di Dio; se permettiamo che il fuoco di Dio ci tocchi e ci trasformi; se apriamo gli occhi alla realtà che ci circonda, non guarderemo tanto al passato per esaltarlo come un tempo sempre migliore, ma nel nostro presente faremo esperienza della necessità urgente e improrogabile di impegnarci per cercare con passione e con libertà creativa le vie che forse non abbiamo sognato, ma che il Signore ci chiede di percorrere, aperte al futuro con speranza e coraggio. Siamo molto grate alla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica che ha permesso questo incontro, al Ministro Generale, il nostro fratello José R. Carballo e ai fratelli del Definitorio generale; i fratelli dell’ufficio pro-monialibus, i traduttori e ai numerosi fratelli che sono stati con noi, per il loro ser- 138 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 vizio, per la sollecitudine che ci hanno manifestato, fedeli alla promessa di Francesco alle sorelle. Con loro abbiamo condiviso il desiderio di proseguire questa collaborazione ovunque viviamo. Condividiamo con voi qualcosa di ciò che abbiamo vissuto. Abbiamo sperimentato la conoscenza reciproca più concreta della vitalità delle Clarisse in tutti i continenti e delle loro preoccupazioni. Ci ha sostenuto la scoperta continua di quanto abbiamo in comune: il vangelo vissuto da Chiara e Francesco, nell’altissima povertà e nella santa unità. Questa è la forza che ci sostiene e ci arricchisce attraverso le diverse forme in cui lo incarniamo nei luoghi che abitiamo. Lì siamo interpellate ad essere con la vita annuncio dell’amore di Dio e risposta alle attese di bene dei fratelli e delle sorelle. Abbiamo avuto la preoccupazione di tenere sempre più vivo il fuoco acceso da Santa Chiara di seguire il Cristo povero e crocifisso. Ciascuna di noi assume perciò la responsabilità di mantenere la radicalità evangelica, di riappropriarci degli scritti di Chiara per aiutarci a crescere nella vita di fede e nella vita fraterna. Abbiamo sottolineato l’importanza della pastorale vocazionale, della formazione permanente e iniziale e soprattutto della formazione delle formatrici. Abbiamo compreso la necessità di qualificare la nostra identità: vita contemplativa “in altissima povertà” e “santa unità”, a cui ci siamo “liberamente obbligate”, nei suoi molteplici significati esteriori ed interiori, personali e comunitari. Abbiamo colto di più la dimensione dell’Ordine: la realtà degli altri paesi ci apre e ci invita ad una sollecitudine reciproca. Auspichiamo continuità nella comunicazione e lo scambio delle diverse esperienze e iniziative per quanto possibile. Vi presentiamo alcune proposte maturate nel dialogo e nel confronto tra di noi. Ve le offriamo come piste per un cammino comune in preparazione all’VIII centenario dell’inizio della vita di Santa Chiara in San Damiano: ciascuna potrà percorrerle nei modi più opportuni alla situazione comuni- taria e federale in cui vive, consapevole di camminare insieme alle Sorelle Povere di Santa Chiara di tutto il mondo. Un tema caratterizzerà ciascuno dei tre anni preparatori al 2012: - 2009: Vocazione. Contenuto: identità e rapporto col primo Ordine; strumenti: la riscoperta delle fonti. - 2010: Contemplazione. Contenuto: vita spirituale, vita in Cristo; strumenti: ascolto, silenzio, conversione. - 2011: In altissima povertà. Contenuto: riqualificare la scelta di povertà, minorità, espropriazione, restituzione; strumenti: scelte concrete di solidarietà. - 2012, anno della celebrazione: La santa unità. • Proponiamo di realizzare uno scambio di materiale per la formazione permanente. A tal fine vorremmo avvalerci anche degli studi realizzati dall’Ordine attraverso l’Antonianum. Potremmo utilizzare a tal fine anche la rivista “cTc” e creare un apposito sito web. • Proponiamo di dare un sostegno crescente al Fondo pro monialibus per aiutare i monasteri in necessità, quale segno di condivisione e solidarietà nell’Ordine. • Proponiamo di aggiornare l’Elenco dei monasteri comprendendovi gli indirizzi e-mail. • Chiediamo che il Ministro generale OFM studi la forma di dare continuità a questo incontro. Santa Maria degli Angeli, che vegliò su Chiara e su Francesco all’inizio del loro cammino, accompagni i nostri passi e il nostro “eccomi” di ogni giorno alla santa operazione dello Spirito. San Francesco e Santa Chiara continuino a generarci alla vita secondo il Vangelo. A tutte noi, sorelle, e ai nostri fratelli il Signore dia ancora oggi la sua pace! LE PRESIDENTI DELLE FEDERAZIONI DELLE CLARISSE 11. Cronaca del Convegno EX OFFICIO PRO MONIALIBUS Un incontro storico ad Assisi dal 26 gennaio al 6 febbraio voluto dal Ministro generale, Fr. José Rodríguez Carballo, e dal suo Definitorio: per la prima volta le Presidenti delle cinquantaquattro Federazioni di Clarisse provenienti da ogni continente si sono ritrovate insieme «per un tempo di formazione, un momento di grazia ed opportunità (Kairòs), per passare dal bene al meglio, seguendo così Gesù Cristo» (Carballo). Già gli arrivi delle sorelle provenienti dalle diverse parti del mondo in Casa Leonori ad Assisi hanno subito delineato il multiforme volto delle Sorelle Povere di santa Chiara: fogge molteplici, lingue diverse unite dal linguaggio dello Spirito. Fr. Rafael Blanco, Delegato generale “Pro Monialibus”, Fr. Joy Prakash, Vice Delegato generale, Fr. Ernesto Siekierka, Segretario generale, hanno accolto con tanto calore le convegniste. Durante il corso sono stati presenti, a turno, il Vicario generale e i Definitori. Significativa la presenza discreta, preveniente dei frati della commissione preparatoria e dei frati interpreti. Puntuale lo staff della segreteria composta da Fr. Ernesto e da alcune sorelle Clarisse, di Fr. John Abela addetto alla comunicazione, il quale, con tanta discrezione, ha immortalato i momenti più significativi e ha consentito alle Clarisse del mondo di partecipare in tempo reale, tramite internet, all’incontro. Il convegno ha avuto inizio nella basilica di S. Chiara con la celebrazione della S. Messa presieduta dal Ministro generale. Durante l’omelia il Ministro Generale ha invitato le presidenti alla «conversione che è un’esigenza di tutta la vita, all’accoglienza delle differenze come manifestazione, epifania e buona novella di un Dio sempre fecondo che fa nuove tutte le cose». Suggestiva la visita al monastero di S. Chiara, calorosa l’accoglienza delle Sorelle. L’emozione colta sul volto delle Clarisse è stata evidente soprattutto dinanzi al corpo della Madre, alla Regola scritta da S. Chiara, al Privilegium Paupertatis. Significativo il primo giorno il saluto di Mons. Domenico Sorrentino, Vescovo 139 d’Assisi, il quale ha ricordato alle partecipanti che la parabola di Francesco, il suo esser simbolo, non può ridursi ad un racconto storico, per cui i figli e le figlie di Francesco e di Chiara sono chiamati a diventare simbolo e parabola di Cristo oggi. Il 2 febbraio, giornata di preghiera per la vita consacrata, la Chiesa ha dimostrato ancor più la sua attenzione verso la vita contemplativa con la presenza del Cardinale F. Rodé, Prefetto del CIVCSVA, che, illustrando alcuni tratti della personalità di santa Chiara come risposta ai problemi del suo tempo, ha sollecitato le presidenti a offrire delle risposte ai problemi del mondo di oggi, così come hanno fatto Chiara e Francesco. Evidenziando tutta l’attualità della vita contemplativa, il Card. Rodé ha ricordato che attraverso la testimonianza del primato di Dio, della ricerca appassionata di Lui, le contemplative mostrano al mondo occidentale, immerso nell’indifferenza, che Dio c’è, esiste, ha un volto, ha un cuore. La celebrazione della santa Messa ha suggellato l’impegno di tutte ad essere autentiche testimoni di Cristo nel proprio ambiente. La vita delle Sorelle Povere in filigrana All’inizio del corso è stata favorita la conoscenza reciproca delle Presidenti, per aree geografiche, attraverso la comunicazione dei dati statistici, degli orientamenti per il futuro, dei problemi emergenti e delle possibili soluzioni, della disponibilità a collaborare a livello nazionale, continentale e intercontinentale. Durante il corso è stata arricchente la condivisione e il confronto in assemblea sulle tematiche approfondite nei quattro gruppi linguistici. Durante i giorni del corso, numerosi relatori hanno offerto allePresidenti diverse e variegate piste di riflessione che hanno permesso di rimotivare e risignificare la vocazione e la missione delle Sorelle Povere di santa Chiara oggi : «Cercare il Signore, solo il Signore» (J. R. Carballo). La Relazione tra i Frati Minori e le Sorelle Povere di S. Chiara Il Ministro generale ha invitato le sorelle a rivisitare la relazione tra il 1° e il 2° Or- 140 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 dine, per essere insieme, in questo tempo, profeti, proprio come lo furono nel 1200 Francesco e Chiara di Assisi. Ha sollecitato una verifica sull’identità, per iniziare un serio cammino di rinnovamento comprensibile e credibile oggi. Ha, inoltre, invitato le presidenti ad appropriarsi della loro «forma di vita di Sorelle Povere che, per vicende storiche del vostro Ordine, a volte fa fatica a ritrovare la sua specificità, quando non è sufficientemente radicata nella regola scritta per voi da Santa Chiara. Questo bisogno di un ritorno alle origini […] è tutta la Chiesa a chiederlo alla vita religiosa (cf. VC 37)». Ha richiamato l’urgenza di sentirsi parte di un’unica famiglia: «Abbiamo bisogno, noi Frati Minori e voi Sorelle Povere, di una grande lucidità per distinguere ciò che nella nostra vita è ancora carico di significato, abitato dalla presenza del Signore, da ciò che ormai è solo un guscio, una gabbia vuota che ci imprigiona, una struttura che ci appesantisce. E accanto alla lucidità ci serve l’audacia di fare scelte conseguenti, che ci permettano di rimanere fedeli a ciò che nel nostro carisma è davvero fondante, per reincarnarlo in maniera nuova nella realtà culturale in cui viviamo». Il Ministro ha chiesto di risignificare il rapporto tra il 1° e il 2° Ordine, perché il legame carismatico che, pur nelle differenze specifiche, unì Francesco e Chiara, è attuale ancora oggi tra le Sorelle Povere e i Frati Minori, benché non sia definito da rapporti giuridici specifici tra i due Ordini. Egli auspica il superamento di una modalità che, troppo spesso, ha concepito l’assistenza promessa da Francesco a Chiara da parte dei Frati Minori come una specie di tutela e da parte delle Sorelle Povere come una effettiva dipendenza, dando origine a vere e proprie ingerenze degli uni nei confronti delle altre. Sollecita, perciò, a vivere secondo una giusta autonomia, senza isolamento e cammini indipendenti, e senza ridurre la reciprocità tra Primo e Secondo Ordine alla vicendevole prestazione di servizi. Formazione permanente, formazione all’essenziale Fr. Giacomo Bini, ofm, ha offerto una ri- flessione sulla formazione permanente, tempo sempre nuovo per ritornare con passione all’essenziale: «Dove stiamo andando noi consacrati? Verso quale tipo di vita religiosa francescana stiamo camminando? Se è vero che “siamo già futuro” (Buber), la vita consacrata è chiamata a testimoniare l’assoluto di Dio nella propria esistenza, senza compromessi e ambiguità». Egli ha affermato che i consacrati, quando perdono di vista l’«Essenziale», la ragione del loro esserci, si ripiegano sul passato o si aggrappano alle strutture spesso vuote di significato. Fr. G. Bini ha chiesto alle Presidenti di liberarsi dalle paure, dalla routine, dall’abitudine che addormenta il tempo e che genera riti e gesti ripetitivi non espressione di una profonda interiorità, dalle «sicurezze che possono cancellare dal cuore e dalla mente quella sete di Dio, quella santa inquietudine che anima la ricerca costante del suo volto». Egli afferma che l’anacronismo è la conseguenza di un immobilismo ancorato staticamente al passato, incapace di rinnovamento e di un cammino vero con la storia, con la vita, con lo Spirito. Ha sollecitato le Sorelle Povere ad esprimere teologicamente la loro vita nell’ordine del segno, per non rimanere schiave del passato, a verificare se la stessa Regola diviene un pretesto di conservazione e non di conversione, se la loro vita di consacrazione testimonia che il Regno di Dio è già iniziato ed è presente oggi nella storia. A questo proposito ha detto: «è necessario rendere trasparenti e significative le strutture di cui è intessuta tutta la vita quotidiana. È importante non vivere per le strutture, ma renderle segni vivi, eloquenti e provocanti per incamminare, noi e gli altri, verso il Vangelo. Devono essere a servizio dei valori e non viceversa». Pur nella consapevolezza della difficoltà ad adattare o a creare strutture nuove più eloquenti, più significative, più trasparenti, soprattutto in un mondo che cambia con tanta rapidità, un mondo abituato all’immagine, ai segni, Fr. Giacomo Bini ha ribadito che «essere fedeli non significa ripetere, ma rispondere a Dio che domanda ad ogni sta- EX OFFICIO PRO MONIALIBUS gione una risposta nuova». Una provocazione diretta è stata offerta dalle domande: «Cosa abbiamo fatto della clausura? È solo “chiusura” oppure apertura e trasparenza teocentrica?». Ha invitato ancora a riflettere sull’identità della Sorella Povera, a qualificare la formazione permanente, perché essa prima di essere uno sforzo per dare al Signore alcuni spazi di tempo o alcuni gesti di amore (riti religiosi), è piuttosto l’audacia di lasciarsi portare e plasmare da questo Amore, è mantenere vivo questo fuoco dello Spirito che ci abita. La formazione iniziale Interessante l’apporto sulla formazione iniziale di Sr. C. Giovanna Cremaschi osc. Guardando all’oggi delle Sorelle Povere, che accolgono giovani decise a seguire Cristo povero e crocifisso sulla via tracciata da Francesco e Chiara, ha delineato un itinerario per la donna chiamata a vivere la vita cristiana come Sorella Povera, partendo dalla forma di vita di Chiara. Pur tenendo conto delle scienze umane che consentono di considerare la donna nelle sue caratteristiche umane, cristiane, spirituali, la relatrice ha privilegiato quanto è tipico del carisma, perché la formazione carismatica francescano-clariana costituisce la linfa unificante del cammino formativo. Attraverso il costante riferimento alla regola di santa Chiara, ha rilevato delle linee valide per l’oggi. Ha evidenziato il ruolo della maestra e la capacità di discernimento, l’importanza dell’orazione mentale e il significato del silenzio, la crescita nella fede e la coerenza della testimonianza, il dono gratuito della vocazione, il cammino di conversione, l’obbedienza a Francesco, l’unità del carisma tra 1° e 2° Ordine, il vivere il santo Vangelo, il vendere i beni e distribuire tutto ai poveri, la logica dell’incarnazione, la mistica comunione con Cristo, la vita contemplativa in clausura, il cammino ascetico, la sequela di Cristo povero e crocifisso, il Cristo risorto, la vita sororale, l’obbedienza quale forma della povertà (cf. RsC 2,14), il servizio, la corresponsabilità, la missione 141 delle Sorelle Povere di rendere visibile oggi Cristo umile e povero. La contemplazione Fr. Herbert Schneider, ofm, commentando la quarta lettera di santa Chiara a sant’Agnese di Praga, si è soffermato sulla contemplazione nella vita delle Sorelle Povere di santa Chiara. Egli definisce la contemplazione «una visione interiore, qualcosa di più di una percezione; essa giunge a penetrare nell’essenza più profonda dell’Altro, con il quale è intimamente in relazione e dal quale proviene». Egli ha considerato i diversi aspetti della contemplazione: • La visione interiore/intuizione comprende tre fasi: l’intuere porta all’identificazione, lo speculare all’interiorizzazione, il contemplare alla trasformazione. • L’immaginazione permette l’immedesimazione e la comprensione di ciò che già esiste storicamente, cioè di camminare con Gesù Cristo nel suo percorso terreno, dalla sua nascita alla sua morte di croce. • La meta della contemplazione è l’imitazione, il condividere il dolore, il provare compassione, il morire, trasformandosi, in Cristo. • Chiara invita a stare nel Signore, ad abitare e collocare in lui la mente, l’anima e il cuore. Egli ha affermato che la contemplazione è cristocentrica, rende felici, dà significato alla clausura che «non è unicamente separazione dagli uomini, bensì un’interiore relazione con essi, ogni volta che l’uomo vive l’intimità con Cristo». La contemplazione è mistero, è preghiera: «la contemplazione è il processo che salva l’umanità». Chiara nell’oggi della Chiesa e del mondo Sr. Chiara Stucchi osc, nella sua relazione, ha esordito dicendo che tutte le Sorelle Povere costituiscono nel loro insieme, nei diversi continenti, il volto delle figlie di S. Chiara, proprio come «ciascuno ha in sé una scintilla e tutti insieme concorrono ad alimentare la lampada della fraternità». 142 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 La relatrice, per facilitare la ricerca comune ha posto alcune domande: Com’è e qual è il mondo in cui viviamo? Qual è stata l’opzione fondamentale di Chiara? Che cosa, dunque, scegliamo di vivere? Come agire di conseguenza? In un mondo globalizzato, dove si staglia una cultura secolarizzata e lontana dalle radici della tradizione cristiana, ella ha invitato le Sorelle Povere a «ricominciare da Cristo», umile e povero, a discernere liberamente e responsabilmente i segni dei tempi alla luce dello Spirito Santo, a scegliere con audacia la strada della profezia della salvezza nel Risorto. Ella ha ribadito che le Sorelle Povere sono fedeli alla loro forma di vita, quando vivono secondo il santo Vangelo, seguendo Cristo povero e crocifisso. Fedeli a ciò che hanno promesso a Francesco, le Sorelle Povere scelgono di vivere da povere, rimanendo «nella posizione di marginalità, quella che non mette paura a nessuno, che non dà adito ad equivoci né nelle parole né negli atteggiamenti» e quella che «fa sempre dare la priorità all’altro e all’Altro, nei confronti del quale non si può che ricevere con gratitudine». Incisiva è stata la provocazione riguardante la vita delle Sorelle Povere vissuta secondo l’altissima povertà: «Come dare forma all’altissima povertà nel paese del consumismo? Perché non mettere a tema dei nostri incontri l’impatto che hanno sul nostro stile di vita le scelte già attuate da molti, cristiani o no, riguardo al consumo sostenibile, ai bilanci di giustizia, all’attenzione verso l’ecosistema in cui ci si trova?” Chi sono chiamate ad essere oggi le Sorelle Povere nella Chiesa e nel mondo? «C’è l’urgenza di recuperare la profezia che un giorno è stata affidata dallo Spirito a Francesco e a Chiara. La ricerca sul senso della vostra identità, legata al vivere il Vangelo, in altissima povertà e in unità di spiriti, se è autentica non vi paralizza, anzi vi immette sulle vie dello Spirito. Come rispondere oggi al Signore e ai fratelli e alle sorelle che vi interpellano? Come “rifondare” la vostra vita?”» (J. R. Carballo, Lettera per santa Chiara, 2005). Modulando l’esistenza, in tutte le sue articolazioni, sul primato della fede, partendo dalla Parola di Dio, si possono individuare gli strumenti che strutturano, edificandola, la vita come “fraterna”. La missione delle Sorelle Povere è chiamata ad assumere un volto peculiare nella Chiesa locale, a testimoniare il Dio presente, ad essere «scuole di preghiera», a dare «il contributo specifico per crescere nella spiritualità di comunione, a tener vivo nei fratelli il desiderio di Dio e del suo regno». Da Francesco a Chiara William Short, ofm, attraverso un viaggio verso le origini, mettendo in parallelo la vita di Francesco e Chiara di Assisi, ha guidato la riflessione su ciò che è a fondamento delle due esistenze. Guardando in prospettiva, ha invitato le Presidenti a celebrare l’VIII centenario della fondazione dell’Ordine delle Sorelle Povere di santa Chiara nel 2012, non con avvenimenti “folkloristici”, ma con il discernimento frutto dello Spirito del Signore e della Sua santa operazione. Per facilitare l’elaborazione di un itinerario ha rivolto alle partecipanti le seguenti domande: • «Quale segno o esempio possiamo offrire alle persone del nostro tempo capace di indicare il Vangelo come fonte e significato della nostra vita francescana? Potrebbe essere un segno comune, proposto sia dai Fratelli Minori sia dalle Sorelle Povere? • Quali elementi nel nostro modo di vivere la vocazione evangelica hanno bisogno di rinnovata cura, rivitalizzazione, oppure riforma? • Qual è la “parola” che siamo chiamati a dire nella Chiesa e nelle società che ci circondano oggi? Vi è una “parola nuova” che sorge dal profondo dei nostri cuori? • Abbiamo un esempio nuovo e creativo che siamo chiamati a vivere oggi? Forse uno impossibile da concepire nelle generazioni passate? Esiste un “qualcosa” che è specificamente nostro da fare in questi tempi, una cosa che non soltanto EX OFFICIO PRO MONIALIBUS continua ma aumenta il nostro vivere la vita secondo il Santo Vangelo?». Un cammino insieme Alla fine del corso le presidenti hanno voluto redigere un messaggio da inviare alle sorelle sparse in tutto il mondo, per comunicare quanto sperimentato insieme: la conoscenza reciproca più concreta della vitalità delle Clarisse in tutti i continenti e delle loro preoccupazioni; la scoperta continua di quanto hanno in comune: il Vangelo vissuto da Chiara e Francesco, nell’altissima povertà e nella santa unità, attraverso le forme incarnate nei diversi luoghi; la consapevolezza di essere con la vita annuncio dell’amore di Dio e risposta alle attese di bene dei fratelli e delle sorelle. Hanno individuato insieme delle piste per un cammino comune in tutto il mondo da realizzare nei tre anni preparatori all’VIII centenario della fondazione dell’Ordine delle Sorelle Povere di santa Chiara nel 2012, lasciando a ciascuna la possibilità di percorrerle nei modi più opportuni alla situazione comunitaria e federale in cui vive: – 2009: Vocazione. Contenuto: identità e rapporto col primo Ordine; strumenti: la riscoperta delle fonti. – 2010: Contemplazione. Contenuto: vita spirituale, vita in Cristo; strumenti: ascolto, silenzio, conversione. – 2011: In altissima povertà. Contenuto: riqualificare la scelta di povertà, minorità, espropriazione, restituzione; strumenti: scelte concrete di solidarietà. – 2012: Anno della celebrazione: la santa unità. Significative le proposte per favorire un aiuto reciproco: Realizzare uno scambio di materiale per la formazione permanente, avvalersi anche degli studi realizzati dall’Ordine attraverso l’Antonianum, utilizzare a tal fine anche la 143 rivista “cTc” e creare un apposito sito web. Dare un sostegno crescente al Fondo pro-monialibus per aiutare i monasteri in necessità, quale segno di condivisione e solidarietà nell’Ordine. Dalla Porziuncola ai monasteri Il 1° Congresso internazionale delle presidenti osc si è concluso il 6 febbraio 2008 nella Cappella della Porziuncola. Fr. José Rodríguez Carballo, ofm, Ministro generale, durante la celebrazione dell’invio, ha ricordato che nella chiesetta della Porziuncola, tanto cara al padre e fratello Francesco, ebbe inizio la grande avventura evangelica del Poverello di Assisi e della sua Pianticella. Da quel luogo Francesco inviò i suoi primi compagni al chiostro del mondo perché, in parole ed in opere, annunciassero a tutti che non c’è nessuno di onnipotente se non Dio. Da quello stesso luogo il Ministro ha invitato le sorelle Clarisse a ritornare ai loro monasteri, per annunciare a tutti, dai chiostri e con la loro vita nascosta in Cristo, che l’Altissimo è amore, è bellezza e ricchezza senza uguali, è rifugio e difensore, tutto il bene, il sommo bene. Ha chiesto loro di vivere sempre in questa santissima vita e povertà, di rimanere fedeli a quanto hanno promesso. Le ha invitate in ogni momento ed in ogni luogo, abbracciando tutti gli uomini e le donne della terra, soprattutto i più poveri e bisognosi, ad aprire le porte del cuore al Signore e a rimanere fedeli a lui. Le ha incoraggiate ad osare, a non aver paura, poiché non sono sole, poiché il Signore è il loro difensore. DIANA PAPA OSC Coordinatrice Presidenti Federazioni Monasteri d’Italia EX OFFICIO OFS 1. Regolamento Internazionale della Gioventù Francescana I. Organizzazione 1. La Gioventù Francescana (GiFra), a livello internazionale, è formata dalle Fraternità Nazionali della GiFra ufficialmente riconosciute dalla corrispondente Fraternità Nazionale dell’Ordine Francescano Secolare (OFS) o dalla Presidenza del Consiglio Internazionale dell’OFS (CIOFS) (cfr. CCGG 96.5). 2. La Gioventù Francescana, a livello internazionale, fa parte della Fraternità Internazionale dell’OFS (FIOFS). 3. Gli organismi che guidano e animano la GiFra sono: a. Il Capitolo Generale dell’OFS. b. La Presidenza del CIOFS. c. L’Assemblea Internazionale della GiFra. d. Il Coordinamento Internazionale della GiFra. 4. Il Capitolo Generale dell’OFS, dopo aver ascoltato i Consiglieri Internazionali della GiFra, stabilirà le priorità per la GiFra. 5. La Presidenza del CIOFS dovrà: a. Promuovere le azioni necessarie per compiere le direttive segnalate dal Capitolo Generale dell’OFS. b. Segnalare i criteri per la formazione e la preparazione dei responsabili e i formatori della GiFra, e degli animatori fraterni. c. Occuparsi delle fraternità nascenti della GiFra, nel caso in cui non esista una fraternità nazionale costituita o nascente dell’OFS. d. Approvare lo statuto nazionale di una fraternità GiFra, nel caso in cui non esista una fraternità nazionale costituita dell’OFS. 6. Le decisioni dell’Assemblea Internazionale della GiFra, dovranno essere ratifi- cate dalla Presidenza del CIOFS. 7. Il Coordinamento Internazionale della GiFra sarà l’organo responsabile della realizzazione degli impegni concreti decisi dalla Presidenza del CIOFS. II. Assemblea Internazionale della GiFra 1. L’Assemblea Internazionale della GiFra sarà convocata dalla Presidenza del CIOFS, sotto richiesta del Coordinamento Internazionale della GiFra, almeno una volta ogni sei anni. 2. Le finalità dell’Assemblea Internazionale della GiFra sono: a. Condividere le esperienze delle differenti fraternità nazionali. b. Valutare le decisioni prese nell’Assemblea precedente e il lavoro del Coordinamento Internazionale della GiFra. c. Riflettere sulle proposte del Capitolo Generale dell’OFS e della Presidenza CIOFS. d. Presentare alla Presidenza CIOFS e al Capitolo Generale OFS, le aspettative e necessità della GiFra e suggerire iniziative e orientamenti per essa. e. Delineare i punti d’azione degli anni seguenti per la GiFra. f. Ricevere e offrire orientamenti formativi. 2. L’Assemblea Internazionale della GiFra è composta dai membri del Coordinamento e dal delegato internazionale di ogni fraternità nazionale riconosciuta, che avranno voce e diritto di voto. Solo nel caso in cui non sia possibile partecipare, il Consiglio Nazionale GiFra corrispondente, delegherà un altro fratello. 3. La Presidenza CIOFS potrà accettare la partecipazione, come osservatori con voce, di: a. rappresentanti di altre Fraternità nazionali della GiFra non riconosciute; 146 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 b. rappresentanti delle Fraternità nazionali dell’OFS; c. altri membri delle Fraternità già rappresentate; d. Assistenti nazionali spirituali della GiFra e animatori fraterni nazionali. 3. L’ Assemblea Internazionale della GiFra è presieduta dal Ministro Generale dell’OFS, guidata dal Consigliere della Presidenza CIOFS per la GiFra, che è anche il Coordinatore Internazionale della GiFra, ed assistita dalla Conferenza degli Assistenti Generali (CAS). III. Coordinamento Internazionale della GiFra 1. Il Coordinamento Internazionale della GiFra è costituito da: a. Il Consigliere della Presidenza CIOFS per la GiFra (coordinatore). b. I Consiglieri Internazionali della GiFra. c. Un animatore fraterno nominato dalla Presidenza CIOFS. d. Un Assistente generale designato dalla CAS. 2. Il Coordinamento Internazionale della GiFra distribuisce tra i suoi membri i seguenti servizi: a. un vice-coordinatore; b. un responsabile della formazione; c. un segretario; d. un tesoriere; e. un responsabile delle comunicazioni; f. un animatore dei gruppi francescani dei bambini e degli adolescenti. 3. Il Coordinamento Internazionale della GiFra si riunirà almeno in occasione di ogni Capitolo Generale dell’OFS. IV. Responsabilità Consiglieri internazionali Le competenze dei Consiglieri Internazionali della GiFra sono: a. partecipare al Capitolo Generale dell’OFS; b. parlare in nome delle Fraternità nazionali della GiFra che rappresentano, costituite o nascenti, nel Capitolo Generale ed esporre quanto è stato affidato loro dalle quelle Fraternità; c. presentare al capitolo Generale, secondo le modalità stabilite dalla Presidenza, la relazione sulla loro area, includendo dati statistici aggiornati; d. informare le loro Fraternità nazionali sulle decisioni e iniziative prese nel Capitolo generale; f. mantenere frequenti e regolari contatti di comunicazione e dialogo con la Presidenza del CIOFS, il Coordinamento Internazionale della GiFra e i Consigli nazionali GiFra della loro area. Membri del Coordinamento Internazionale 1. Il coordinatore: a. è membro della Presidenza del CIOFS; b. conduce l’attività del Coordinamento Internazionale della GiFra; c. in caso di rinuncia, la Presidenza eleggerà un suo sostituto tra i Consiglieri Internazionali della GiFra (cfr. Statuto FIOFS, 16.2). 2. Il vice-coordinatore collabora con il coordinatore nelle sue funzioni e svolge quelle che gli vengono affidate. Sostituisce il coordinatore in caso di impedimento temporaneo, eccetto nella partecipazione alle riunioni della Presidenza del CIOFS. S’incarica anche degli aspetti organizzativi dei diversi incontri insieme al coordinatore e, in tal caso, alla fraternità che accoglie l’evento. 3. Il responsabile della formazione s’incarica di ricopiare e distribuire il materiale di formazione adeguato. Collabora con il coordinatore e l’assistente nella preparazione delle attività relative alla formazione e alla liturgia. 4. Il segretario ha la responsabilità di: a. curare la redazione degli atti del Coordinamento e inviarla ai destinatari. b. Rispondere, insieme al coordinatore, alla corrispondenza. c. Mantenere aggiornato l’archivio del Coordinamento. 5. Il tesoriere amministra gli affari economici del Coordinamento e s’incarica dei EX OFFICIO OFS 6. 7. 8. 9. preventivi e bilanci delle diverse attività. Dovrà presentare un resoconto economico annuale al tesoriere generale del CIOFS, che ogni tre anni dovrà effettuare una verifica della situazione economica della Gifra. Il responsabile delle comunicazioni s’incarica della pagina web e di promuovere i contatti con le diverse fraternità nazionali. L’animatore dei gruppi francescani più giovani (bambini e adolescenti), promuove la conoscenza della spiritualità francescana rivolta ad essi, tra le fraternità nazionali della GiFra (cfr. CCGG, 25). L’animatore fraterno collabora con il Coordinamento in tutte le sue funzioni, disponibile a comunicare la sua esperienza di vita evangelica ai fratelli giovani, e aiutarli a crescere nel loro cammino umano e spirituale. L’assistente spirituale è testimone della spiritualità francescana e dell’affetto fraterno dei religiosi verso i fratelli della GiFra; promuove la fedeltà della GiFra al carisma francescano, la comunione con la Chiesa e l’unione con la Famiglia Francescana; coopera specialmente nella formazione dei fratelli. V. Incontri Mondiali e Internazionali 1. Gli incontri mondiali della GiFra saranno annunciati dalla Presidenza CIOFS almeno un anno prima. La stessa Presidenza CIOFS avrà la responsabilità di convocarli almeno sei mesi prima della celebrazione. 2. Altri incontri internazionali (continentali, di aree...) saranno annunciati dal Coordinamento Internazionale della GiFra. La fraternità nazionale che accoglie ha la responsabilità di organizzare e convocare l’evento, almeno con sei mesi di anticipo. VI. Altre disposizioni 1. Di fronte all’impossibilità di prevedere tutte le situazioni, le possibili lacune e 147 dubbi si risolveranno applicando, con gli opportuni adattamenti, le Costituzioni Generali dell’OFS, lo Statuto della Fraternità Internazionale dell’OFS e lo Statuto per l’Assistenza Pastorale e Spirituale dell’OFS. 2. Le modifiche al presente Regolamento Internazionale della GiFra potranno essere apportate dall’Assemblea Internazionale della GiFra, appositamente convocata, con il voto favorevole dei due terzi dei presenti con diritto di voto. Dovranno, poi, essere approvate dalla Presidenza CIOFS. * Approvato dalla I Assemblea Internazionale della GiFra a Vilanova i la Geltrú (Barcellona- Spagna), il 5 Luglio 2007. * Approvato dalla Presidenza del CIOFS ad Assisi (Italia) il 17 Novembre 2007, festa di Santa Elisabetta di Ungheria e di Turingia nell’VIII Centenario della sua nascita. 2. Bosnia ed Erzegovina – Corso di formazione per gli Assistenti spirituali OFS-GiFra Nell’antica città reale di Jajce in Bosnia ed Erzegovina, nei giorni 19 - 21 febbraio 2008, si è svolto il secondo Corso di formazione per gli Assistenti spirituali dell’OFS e della GiFra di Bosnia ed Erzegovina e di Croazia. Il Corso è stato organizzato dalle locali Conferenze degli Assistenti nazionali OFS-GiFra, con la collaborazione della Conferenza degli Assistenti generali. Al Corso erano presenti circa 80 Assistenti spirituali ed anche Fr. Fabrizio Ciampicali, OFM, Assistente nazionale dell’OFS d’Italia. Lo scopo di questo secondo Corso di formazione era quello di presentare il “Manuale per l’assistenza spirituale all’OFS e alla GiFra”, pubblicato recentemente in lingua croata. Si tratta della prima edizione in un’ altra lingua, dopo la pubblicazione del testo in italiano a cura dalla Conferenza degli Assistenti generali dell’OFS. Un grande ringraziamento va a tutti coloro che hanno partecipato alla traduzione e alla pubblicazio- 148 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 ne del Manuale in lingua croata. Sicuramente il volume sarà di grande aiuto per gli Assistenti spirituali, Francescani secolari e la Gioventù francescana nella loro formazione iniziale e permanente. La presentazione del Manuale è stata fatta dai quattro Assistenti generali dell’OFS, che hanno sviluppato le seguenti tematiche: “La presentazione generale del Manuale” (Fr. Ivan Matić, OFM); “La storia antica e recente dell’OFS” (Fr. Martin Bitzer, OFMConv); “La presenza attiva dell’OFS nella Chiesa e nella società” (Fr. Amando Trujillo Cano, TOR); “L’assistenza spirituale e pastorale all’OFS” (Fr. Samy Irudaya, OFMCap); “La Gioventù Francescana e la sua assistenza spirituale (Fr. Ivan Matić, OFM). Durante il Corso i partecipanti hanno potuto visitare e godere della bellezza dell’antica città reale di Jajce e della sua straordinaria storia ed hanno anche celebrato la santa Messa nella parrocchia francescana di S. Luca. Il Corso di formazione si è concluso con la solenne celebrazione dell’Eucaristia nel famoso santuario di S. Giovani Battista di Podmilačje. 3. Repubblica Ceca – Corso di formazione per Assistenti spirituali OFS-GiFra Presso il santuario di Svaty Hostyn nella Repubblica Ceca, dal 28 febbraio al 1 marzo 2008, si è svolto il Corso di formazione per gli Assistenti spirituali dell’OFS e della GiFra della Rep. Ceca e Slovacchia. Il Corso è stato organizzato dalla Conferenza degli Assistenti generali in collaborazione con le locali Conferenze degli Assistenti spirituali. Hanno partecipato al Corso anche diversi Francescani secolari dei due Paesi. In tutto erano presenti circa 70 Assistenti spirituali e Francescani secolari. È stata anche molto gradita la partecipazione al Corso dei Ministri provinciali dei Primi Ordini presenti nella Rep. Ceca e Slovacchia. I temi del Corso sono stati illustrati dagli Assistenti generali: “Importanza della conoscenza dei documenti dell’OFS” (Fr. Amando Trujillo Cano, TOR); “Assistenza collegiale all’OFS” (Fr. Martin Bitzer, OFMConv); “Presentazione dello Statuto per l’assistenza spirituale e pastorale all’OFS” (Fr. Ivan Matić, OFM); “Ruolo dell’Assistente spirituale nella Fraternità locale” (Fr. Samy Irudaya, OFMCap); La Gioventù Francescana e la sua assistenza spirituale (Fr. Ivan Matić, OFM). 4. Italia: San Giovani Rotondo – Jammin Festival JPII Promosso dalla Fraternità della GiFra di S. Giovanni Rotondo, “Jammain Festival JPII” è un Festival dedicato al Servo di Dio Papa Giovanni Paolo II e viene celebrato ogni anno per ricordare l’anniversario della sua morte. La terza edizione si è tenuta, presso il Teatro della città di San Giovanni Rotondo, nei giorni 28-29 marzo, per ricordare il terzo anniversario della morte di Papa Woytila. Sono state due serate bellissime di comunione, di canti e di gioia, trasmesse in diretta televisiva da “Tele Radio Padre Pio”. Si sono esibiti 10 giovani cantanti e gruppi. Questa edizione è stata vinta da Bianca May, una brava e giovane cantante. Al Festival hanno partecipato molti ospiti, anche del mondo dello spettacolo, e vari hanno offerto un ricordo personale di Papa Giovanni Paolo II. In modo particolare è stata apprezzata la testimonianza di Mons. Piero Marini, già maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie, dal 1987 al 1° novembre 2007, ed ora Presidente del Comitato Pontificio per i Congressi Eucaristici Internazionali. Molto gradite sono stante anche le testimonianze di Sean Patrick Lovett, responsabile del 105 Live, canale della Radio Vaticana; di Don Francesco Pierpaoli, Direttore del Centro Giovanni Paolo II di Loreto; del prof. Alessandro Meluzzi, Psichiatra-Psicoterapeuta, Fondatore della Comunità Agape “Madre dell’Accoglienza” e di Fr. Ivan Matić, OFM, Assistente generale dell’OFS-GiFra, che ha ricordato pure il 60° anniversario della nascita della GiFra. Per ulteriori informazioni si può consultare la seguente pagina Web: www.jp2jamminfestival.it. EX OFFICIO OFS 5. Lituania – Capitolo nazionale dell’OFS Nel convento dei Frati Minori della città di Kretinga, dall’11 al 13 aprile 2008, si è svolto il Capitalo nazionale elettivo dell’OFS della Lituania. Erano presenti 35 Capitolari in rappresentanza di 6 Fraternità Regionali con l’Assistente nazionale Fr. Linas Vodopjanovas, OFM. Come rappresentanti della GiFra nazionale erano presenti i tre membri del Consiglio nazionale: Virginija Mickutė (Presidente nazionale), Agnė Pociūtė (Responsabile della Formazione) e Jolita Aukštuolytė (Segretaria). A nome della Presidenza del Consiglio Internazionale hanno partecipato Wilhelmina Visser-Pelsma, OFS, Consigliera della Presidenza e Assistente generale dell’OFS, Fr. Ivan Matić, OFM. Nella mattinata del 12 aprile si è riflettuto, nei gruppi di studio, sulle priorità per la Fraternità nazionale per il prossimo triennio. Nel pomeriggio è stata celebrata la sessione elettiva nella quale si è eletto il nuovo Consiglio Nazionale di Lituania con il nuovo Ministro nazionale, Algimantas Andziulis. Come Consigliere internazionale è stato rieletto Nerijus Čapas, già Ministro nazionale. Una solenne Celebrazione eucaristica, presieduta dal Ministro provinciale della 149 Provincia di S. Casimiro, Fr. Astijus Kungys, OFM, ha concluso la giornata, mentre il Capitolo è terminato il 13 aprile. Nella mattinata del 14 aprile Wilhelmina e Fr. Ivan hanno avuto un incontrato fraterno a Vilnius con Ministro provinciale e il suo Definitorio, per condividere alcune informazioni e attualità dell’OFS e della GiFra nel mondo e in particolare in Lituania. Alla sera Fr. Ivan ha incontrato i giovani francescani di Vilnius con il loro Assistente nazionale, Fr. Algirdas Malakauskis OFM. In Lituania ci sono 32 Fraternità OFS locali, con circa 500 membri, strutturate in 6 Fraternità regionali. C’è anche una consistente presenza di giovani francescani in varie città: Vilnius, Kretinga, Klaipeda e Kaunas. Questi giovani, aiutati dai loro Assistenti spirituali, stanno preparando il 5° Congresso europeo della GiFra, che si svolgerà nell’agosto del 2009 in Lituania. Il Congresso è importante per due motivi. Il primo, perché la GiFra della Lituania è nata grazie alla partecipazione di alcuni giovani al 2° Congresso europeo della GiFra, svoltosi nel 2001 in Portogallo. Il secondo, perché nel 2009 la GiFra europea celebrerà, insieme con la GiFra della Lituania, l’8° centenario della nascita del carisma francescano. AD CHRONICAM ORDINIS 1. De itineribus Ministri Generalis 1. Epifania 2008 all’Aracoeli in Roma Roma, 06.01.2008 Anche quest’anno 2008 il Ministro generale ha celebrato l’Epifania del Signore nella nostra prestigiosa Basilica di S. Maria in Aracoeli, situata nel cuore di Roma. È tradizione, infatti, che, in questa solennità, la devozione di Roma si concentri in Aracoeli, la Basilica dove è custodito il Santo Bambino conosciuto da tutti i fedeli romani e molto venerato. Nel pomeriggio dell’Epifania, dunque, il Ministro generale ha presieduto la solenne celebrazione eucaristica. Era presente per la prima volta il Cardinale Salvatore De Giorgi, Arcivescovo emerito di Palermo, e che porta il titolo di questa Basilica romana. La liturgia era animata dai Frati della Provincia Romana, tra cui alcuni giovani della casa di formazione di Frascati, e dal Coro di Subiaco. All’omelia il Ministro generale ha tratteggiato il significato del mistero della Manifestazione del Signore, con delle attualizzazioni riferite al Bambino, venerato particolarmente in questo giorno e in questo luogo. La partecipazione dei fedeli in questa circostanza è sempre numerosa. Momento solenne e suggestivo della celebrazione è stata la tradizionale processione con l’antica immagine del Bambino Gesù, che, attraversando la straordinaria piazza del Campidoglio, illuminata dalla calda luce delle fiaccole dei fedeli, ha raggiunto lo spiazzo antistante la facciata della Basilica, per la benedizione alla città di Roma con l’immagine del Bambino. La festosa circostanza abitualmente prevede la cena con la Fraternità locale e con quella della Curia provinciale, che ha qui la sua sede. Così il Ministro generale, alcuni Definitori generali e il Cardinale titolare hanno condiviso la mensa con il Ministro provinciale di Roma e i Frati di Aracoeli. Il clima della serata è stato molto piacevole e fraterno. Nel ringraziare, il Ministro generale ha ribadito di sentirsi in famiglia e il Cardinale De Giorgi si è mostrato molto cordiale e felice d’aver conosciuto personalmente un appuntamento importante di devozione popolare e una Fraternità accogliente. Ci si è salutati con il proposito e il desiderio di ritrovarci ancora come fratelli, attorno alla Madre Santa Maria in Aracoeli e al suo Santo Bambino. FR. MARIO FAVRETTO OFM 2. Visita a la Fraternidad de Estambul Estambul, 23-24.01.2008 El Ministro general, Fr. José Rodríguez Carballo, ha visitado la Fraternidad de Estambul el 23-24 de enero de 2008, acompañado del Delegado para la misma, Fr. Miguel Vallecillo Martín. A la llegada al aeropuerto lo recibió el guardián de la Fraternidad, Fr. Rubén Tierrablanca. Día 23, miércoles A primeras horas de la tarde del día 23, llegamos al convento Santa Maria Draperis donde fuimos recibidos por los hermanos de la comunidad, a los que se sumaron Fr. Francesco De Luca, de la fraternidad de Esmirna y Fr. Juergen Neitzert, de la Provincia de Colonia (Alemania), que trabaja con inmigrantes turcos y kurdos en su país y colabora con esta Fraternidad de Estambul. Hubo un tiempo para estar compartiendo en conversación amplia y distendida con la Fraternidad y hacer una visita a las dependencias del convento, algunas de ellas renovadas recientemente. A media tarde, el Ministro, acompañado de los hermanos, se trasladó a la iglesia de la Residencia de las Hermanitas de los Po- 152 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 bres para participar en una oración ecuménica por la unidad de los cristianos, presidida por el Arzobispo armeno católico de Estambul, y a la que asistieron representantes de las numerosas iglesias y comunidades eclesiales que residen en la ciudad (griegos ortodoxos, armenios ortodoxos, sirios ortodoxos, armenios catolicos, baptistas, luteranos y católicos latinos, tanto religiosos y religiosas como seglares, entre los que destacábamos la numerosa representación franciscana). Día 24 El Ministro general presidió la Eucaristía comunitaria en la que glosó la Palabra de Dios, subrayando dos aspectos de la misma: la envidia y el activismo, con la necesidad de convertirnos, en cuanto seguidores de Jesús, en discípulos. La mañana del día 24 se dedicó a la reunión del capítulo local. El Guardián comenzó con unas palabras de saludo y expuso el sentido de la misión de la fraternidad. El Ministro general, después de agradecer su presencia y la labor de los hermanos, expuso el camino de la Orden y el proyecto del octavo centenario de la fundación de nuestro carisma, en el contexto eclesial y en el de la Orden, aplicado a las circunstancias concretas de esta Fraternidad. Hizo alusión al año de la Palabra y al año paulino que estamos por celebrar con algunas indicaciones para los hermanos, tanto en el aspecto celebrativo como formativo, que pudieran ofrecer al resto de la Orden. A partir de su exposición se entabló un diálogo sereno y profundo, en el que se fueron tratando todos los asuntos relativos a la vida y misión de los hermanos según lo que había dicho el Ministro general como en base al Proyecto de la fraternidad, que el Ministro concretó en 4 objetivos: 1) ser, ante todo, presencia franciscana en esa realidad; 2) colaboración con la Iglesia local; 3) potenciar el diálogo ecuménico e interreligioso desde nuestro carisma; 4) animar y programar periodos de formación permanente para los hermanos, en un ambiente de internacionalidad. En el diálogo se profundizó en dichos objetivos, modos y mediaciones para lle- varlos a efecto, así como la forma de armonizarlos y jerarquizarlos. Después se tocaron otros puntos relativos a la vida, funcionamiento y organización práctica de la fraternidad. Terminado el capítulo local, pasamos a compartir unos momentos de fraternidad y la comida con la comunidad y con el Vicario Apostólico de Estambul, Mons. Louis Pelatre, el guardián de los franciscanos conventuales, el superior de los domínicos y algunos otros invitados de la fraternidad. Tras un breve descanso, a media tarde emprendió el regreso a Roma. FR. MIGUEL VALLECILLO MARTÍN 3. Visita a la Provincia Bética Sevilla, 29.01-03.02.2008 La visita ha transcurrido del 29 de enero al 3 de febrero de 2008. El Ministro general, Fr. José Rodríguez Carballo, acompañado por el Definidor general de zona, Fr. Miguel Vallecillo Martín, emprendieron viaje el día 29 de enero hacia las Islas Canarias, llegando a medio día al aeropuerto de Tenerife, donde fue recibido por el Guardián de La Laguna, Fr. Francisco Manuel González Ferrera. La visita se ha estructurado en torno a tres centros, coincidentes con las tres regiones autónomas por las que se extiende el territorio de la Provincia: Islas Canarias, Andalucía y Extremadura. La tarde del día 29 se dedicó a compromisos familiares. Día 30 La visita oficialmente comenzó este día, que amaneció soleado y luminoso, como para poder ver con nitidez desde el horizonte al “padre” Teide, como llaman los lugareños al gran volcán de 3.776 metros de altura y que es el pico más alto de España. El primer acto de la mañana fue desplazarse hacia el norte de la isla, atravesando el bello valle de la Orotava, para visitar a las Concepcionistas de Garachico, con las que departió por unos momentos y visitó el convento, compartiendo el desayuno con la co- AD CHRONICAM ORDINIS munidad. A continuación nos trasladamos a La Laguna donde visitó también a las hermanas Clarisas, con las que conversó sobre el octavo centenario del nacimiento del carisma franciscano, y la abadesa expuso el proyecto de vida de las hermanas. Acto seguido nos trasladamos al cercano convento franciscano de San Miguel de las Victorias, famoso santuario donde se venera el famoso Cristo de La Laguna, sede del encuentro con los 18 hermanos que la Provincia tiene en las Islas Canarias, distribuidos en 4 Fraternidades. El encuentro comenzó a las 11 de la mañana en la sala capitular. El Ministro provincial, Fr. Joaquín Domínguez Serna, dió la bienvenida al Ministro general y al Definidor con palabras calurosas y fraternas. En su exposición ilustró la llegada y arraigo de la Orden Franciscana en estas Islas, con una gran tarea evangelizadora, contando ya con los primeros mártires en 1393, cristalizando en la Provincia de San Diego, extinguida en 1835. Más tarde fue restaurada la presencia franciscana por la Provincia Bética, con dos fraternidades en Las Palmas de Gran Canaria y dos en Tenerife. A continuación el Ministro general dirigió su palabra a los hermanos manifestando su satisfacción por encontrarse entre ellos y su agradecimiento por su presencia. Situó esta visita y encuentro en dos contextos: • el de la Iglesia, con el año de la Palabra y el año paulino: lugar de la Palabra en nuestra vida y misión, acogiendo el Evangelio en el corazón; • el de la Orden: con el Proyecto “La gracia de los orígenes”. Después de su disertación se entabló un diálogo sobre los distintos aspectos de la vida de la Orden, dificultades en la pastoral, crecer en la comunicación, etc. Acto seguido se celebró la Eucaristía bajo la presidencia de la hermosa y venerada imagen del Santísimo Cristo de La Laguna y los armoniosos cantos de un cuarteto que nos ayudó a rezar y a sentirnos asamblea y fraternidad en adoración. La comida fraterna y típica con productos característicos de las islas se concluyó con la entrega de obsequios y recuerdos verdaderamente preciosos, cosa que el Mi- 153 nistro agradeció a los hermanos con sentidas palabras. Con el poco tiempo que nos quedaba, preparamos el equipaje y nos trasladamos al aeropuerto a primeras horas de la tarde, acompañados del Ministro y el Secretario provincial con destino a Sevilla. Recibidos en el aeropuerto de la capital hispalense por hermanos de la fraternidad Nuestra Señora del Águila, en la barriada de San José de Palmete, nos trasladamos allí para visitar esta casa de inserción en una zona obrera en la que los hermanos llevan una parroquia y colaboran con el Proyecto Hombre acogiendo jóvenes drogodependientes en proceso de desintoxicación. Después de visitar la iglesia parroquial y las instalaciones compartimos la cena, en la que el Guardián, Fr. Jesús Carrero, dirigió unas palabras de saludo e hizo una presentación histórica de esta presencia y su razón de ser. El Ministro general les animó a continuar esta tarea tan cercana a los sencillos y a los que sufren. Despuès de departir fraternamente con los hermanos, ya entrada la noche, nos trasladamos al convento Nuestra Señora de Loreto, en Espartinas, donde la comunidad recibió al Ministro y acompañantes. Tras unos momentos de encuentro, le tocó el turno al descanso, tras un día de mucha actividad. Día 31 La primera hora de la mañana se empleó en la visita al histórico convento y a las nuevas dependencias, donde está el archivo y biblioteca provincial así como la enfermería provincial. Después vino la reunión con el Definitorio; el Ministro provincial hizo una introducción, expresando las ilusiones y los proyectos del nuevo gobierno de la Provincia; presentó a los miembros del mismo y la forma de organización y distribución de las funciones de cada uno. A su vez, el Ministro general habló sobre la animación y la forma de gobernar conjuntamente en el servicio de la autoridad, proponiendo siempre el estilo del buen pastor. El segundo acto de la mañana lo ocupó la reunión con los hermanos. El Ministro 154 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 provincial, tras sus palabras de saludo. se refirió a la significación del lugar, recorriendo el proceso de formación y restauración de la Provincia hasta llegar a los planes provinciales en el presente trienio. Se va caminando en sintonía con la Orden y al interno de la Conferencia, lo cual está demandando una gran capacidad de discernimiento. En este momento, el Definidor general toma la palabra para saludar a los presentes, exponer el sentido de la visita y su relación con los hermanos, y reiterar la actitud de representatividad y servicio a la Conferencia. Después el Ministro general les dirigió la palabra basando su intervención en estos puntos: el octavo centenario de la fundación del carisma, la recurrencia del año de la Palabra y el año paulino, la vivencia de las Prioridades, la elaboración del Proyecto provincial, y hacer un discernimiento creyente par abrirse y conectar con el mundo que nos rodea, y terminó señalando una serie de desafíos para la Provincia. Tras su intervención provocativa y programática, los hermanos sostuvieron con él un interesante diálogo. La última parte de la mañana fue coronada con la concelebración Eucarística, en la que el Ministro general habló de nuestra consagración según la fórmula de la profesión religiosa, en la que se renovó dicha profesión, y al final les entregó a cada una la santa Regla. Con la comida fraterna se cerró esta primera parte del día. Después del reparador descanso, a primeras horas de la tarde el Ministro general visitó la parroquia de la cercana localidad de Umbrete, llamada la “catedral del Aljarafe”, por su monumentalidad y riqueza artística, acompañado por el guardián de Loreto y a la vez su párroco, fr. Sebastián Ruíz. Al terminar la visita el señor Alcalde tuvo la gentileza de venir a saludar al Ministro general y su comitiva, accediendo a una foto de grupo en las escalinatas de la parroquia. Siguiendo el corto desplazamiento, a las 5 de la tarde se reunía en el convento de San Buenaventura de Sevilla con el equipo de formadores y los formandos. El Ministro Provincial también tuvo unas palabras in- troductorias y presentó a los miembros del Secretariado de Formación, al Moderador de la Formación Permanente y a su equipo, y a los formadores. Fr. Alfonso García Araya, Secretario de Formación, informó cómo se está caminando en sintonía con la Orden, sobre la Ratio Formationis de la Provincia y su puesta en práctica, sobre la formación permanente y la labor del equipo, y sobre la pastoral juvenil y vocacional. Un segundo apartado de su intervención lo ocupó el noviciado común, la formación y modalidad de los profesos temporales, el futuro estudiantado común, los estudios superiores, para terminar señalando los retos que se les presentan en este campo. El Ministro general, tras agradecer este servicio y valorar este encuentro, comentó las características que debe tener la formación, en general, y la franciscana, en particular, señalándoles dos desafíos: formar para vivir la pasión por Cristo y por la humanidad, con sus correpondientes características. Tras un tiempo de descanso, el Ministro general y sus acompañantes se trasladaron al palacio arzobispal, donde los recibió el señor Cardenal, Fr. Carlos Amigo Vallejo, quien les ofreció una cena fraterna e íntima. Al término de la misma, nos ofreció unos obsequios de recuerdo y nos despidió en la puerta de palacio. Regresando al convento de Loreto, terminó un día intenso en vivencias y actividad. Día 1 Este día estuvo dedicado al encuentro con las hermanas contemplativas pero el primer acto fue la visita al camarín de la Virgen de Loreto donde, además de admirar la bella imagen, se tuvo una oración. Las hermanas clarisas y concepcionistas fueron llegando, desde los vecinos conventos de Andalucía occidental y Extremadura, en las primeras horas de la mañana. Unas 200 hermanas llenaban la iglesia conventual en la que se abrió el encuentro con una oración de sabor franciscano. A continuación intervinieron el Ministro provincial con un saludo de bienvenida; el AD CHRONICAM ORDINIS Asistente provincial de la Federación de clarisas Ntra. Sra. de Loreto, Fr. Manuel Tahoces, que presentó el encuentro; se leyó un mensaje que, desde Asís, mandó la Presidenta de la Federación, al coincidir esta visita con el encuentro de las Presidentas en la ciudad seráfica; la Vicaria de la Federación agradeció al Ministro general su solicitud por las clarisas y presentó el estado de la misma. A continuación el Asistente provincial de las concepcionistas franciscanas, Fr. Joaquín Domínguez, comentó el hecho del 50 aniversario de la Federación, y presentó el carisma inmaculista y la mutua vinculación en el mismo, y su inserción en la Iglesia particular. La Presidenta de la Federación de concepcionistas Ntra. Sra. de Guadalupe, agradeció al Ministro general la relación fraterna y el servicio que presta a las hermanas, y pasó a presentar el estado y aspectos de la Federación. La intervención del Ministro general se centró en el tema de la refundación de los carismas, atendiendo a las llamadas que nos vienen del Evangelio, la Iglesia y el mundo, y las respuestas que hay que dar resituando el carisma. Con una serie de preguntas por parte de las hermanas, y con la entrega de algunos regalos al Ministro, se dió por terminada esta parte y se pasó a la celebración de la Eucaristía. Al finalizar la misma se compartió fraternalmente la comida. La tarde fue dedicada a viajar por carretera hasta Cáceres, haciendo una visita previa a la fraternidad de Mérida, donde su guardián, Fr. José Arenas, y los hermanos, nos esperaban; con ellos, departimos unos momentos, visitamos la casa y la parroquia. Entrada la noche llegamos al convento San Antonio de Padua de Cáceres. La acogida fraterna por parte del guardián, Fr. Joaquín Pelayo y los hermanos, la cena y el descanso pusieron el punto final a otra intensa jornada. Día 2 Al iniciar el día, el Ministro general y el Definidor, guiados por el director del Colegio, Fr. Francisco Arias, visitaron las mo- 155 dernas instalaciones del nuevo colegio que la Provincia ha construido recientemente, mientras iban llegando los hermanos de la Provincia y de la OFS. La primera parte del encuentro fue con los hermanos de la Provincia que residen en la Comunidad Autónoma de Extremadura. El Ministro provincial presentó el franciscanismo de esta región. A continuación intervino el Ministro general habló de la autenticidad, del discernimiento, del modo de proyectar y celebrar para, finalmente, entrar en el movimiento de refundación. Como siempre, el diálogo y el saludo del Definidor, cerraron el acto. Tras un breve descanso, tocó el turno al encuentro con la OFS, a los que se sumaron catequistas, profesores del colegio, colaboradores y algunas religiosas. El Ministro provincial saludó y dio la bienvenida, comentando las características de la vocación franciscana seglar, y augurando fuese un día de renovación. A continuación, cada uno de los cuatro Ministros de zona, expuso el estado de la OFS en su zona respectiva. Les respondió el Ministro general insistiendo en la autenticidad, promoción vocacional y el espíritu de familia, y terminó exponiendo el programa del octavo centenario para celebrar juntos el mismo carisma. Con un animado diálogo terminó esta segunda parte que dió paso a la celebración eucaristica. El Ministro general bendijo los locales de lo que será la nueva capilla y una preciosa imagen de la Santísima Virgen, obra del escultor franciscano, Fr. Javier Córdoba, que presidió la celebración. Con la comida fraterna entre religiosos, franciscanos seglares y colaboradores, terminó el encuentro, no sin las fotos de rigor que dejan constancia del mismo. A primeras horas de la tarde emprendimos por carretera viaje a Madrid, llegando al convento Cardenal Cisneros para la hora de la cena. Allí se despidió el Ministro provincial y los hermanos que le acompañaban, terminando esta visita fraterna del Ministro general a la Provincia Bética. FR. MIGUEL VALLECILLO MARTÍN, OFM 156 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 4. Visita al Santuario de Arantzazu Arantzazu, 03-04.02.2008 Día 3 Después de dedicar la mañana dominical al descanso y al trabajo personal, a primeras horas de la tarde, el Ministro general acompañado del Definidor general de zona, emprendieron viaje a Bilbao, en cuyo aeropuerto de Loju, les esperaba y dió la bienvenida el Ministro provincial, Fr. José Maria Arregi, trasladándose seguidamente al Santuario de Ntra. Sra. de Arantzazu. Esta rápida visita, antesala de la que efectuará a la Provincia en el próximo mes de junio, se enmarca en los actos programados, a nivel de Provincia, con motivo de la celebración del octavo centenario de la fundación de la Orden, entre los cuales estaba esta jornada de encuentro provincial. Recibidos por el Guardián del conventosantuario, Fr. Telesforo Zuriarrain, nos hizo una visita guiada por las dependencias del mismo, deteniéndose en la muestra-exposición que ilustra la historia del santuario, la demolición del antiguo y construcción del nuevo, explicando el sentido simbólico de las imágenes que su autor, Oteiza, quiso dar a los huecos en la piedra, a las expresiones y líneas, artísticamente innovadoras. Después de la cena, departió con los hermanos, incluida una “queimada” en su honor. Día 4 El día se abre con la celebración de Laudes y la Eucaristía. Poco a poco los hermanos van llegando de las distintas fraternidades de la Provincia, hasta juntarse unos 110, un buen número que manifiesta la buena acogida que ha tenido esta convocatoria. A las 10 de la mañana comienza el encuentro en las nuevas instalaciones construidas recientemente frente a la explanada del santuario, concretamente en la “Gandiaga Topagunea”, edificio nuevo diseñado para encuentros y conferencias. A la oración y entronización de la santa Regla, le siguen las palabras de cálida bienvenida del Ministro provincial, explicando la razón de ser del encuentro y el programa de la jornada. Seguidamente intervino Fr. Ángel Fernández de Pinedo, quien disertó sobre la historia-biografía de San Francisco, del que comenzó diciendo que “ es más lo que no sabemos que lo que sabemos”. Repasa, a la luz de las biografías que son hagiografías, el ambiente histórico y de la ciudad de Asís, como también los datos y hechos principales en la vida de S. Francisco, contrastándolos con la moderna investigación histórica. Durante la pausa, el Ministro general y el Definidor visitaron las dependencias del Centro por la Paz, instaladas en el mismo edificio, donde las empleadas explicaron el funcionamiento del mismo y les regalaron una publicación de su director sobre la resolución de conflictos. A las 12’30 se reemprende el encuentro, en el que interviene el Ministro general. En esta su primera intervención habló de la preparación para el octavo centenario y enumeró una serie de retos para la Provincia en estas circunstancias concretas. Con la comida fraterna y un breve descanso se concluyó esta primera parte del encuentro. A las 15’30 se reanuda el encuentro, en el que el Ministro general expuso el tema que, como hilo conductor, ha ido guiando su programa de servicio a los hermanos, el de la refundación, actitudes ante la misma y consecuencias. Al terminar su exposición se entabló un vivo diálogo, en el que salieron a relucir muchos temas de información general sobre la vida de la Orden. El Definidor también expuso la actividad que la Orden está llevando a cabo en el campo del diálogo ecuménico e interreligioso, así como la formación de los hermanos en este punto. Al terminar esta parte, y tras la foto de grupo, pasamos al coro del santuario, donde se tuvo una oración conclusiva y el Ministro general impuso la cruz de san Damián a los hermanos como signo de envío y de preparación para la celebración del octavo centenario de la Orden. Con el canto a la Virgen, Madre de Arantzazu, se concluyó esta fraterna y festiva jornada de la Provincia. Antes de emprender viaje de regreso, el Ministro general visitó las dos comunidades de clarisas de Oñate, siendo recibido muy fraternalmente y con gozo por parte de AD CHRONICAM ORDINIS las hermanas, a las que saludó y les dirigió brevemente palabras fraternas y de aliento, informando sobre el encuentro de las Presidentas de Federaciones que se estaba desarrollando en esos días en Asís. El Ministro Provincial, a últimas horas de la tarde, nos acompañó hasta el aeropuerto de Bilbao, desde donde emprendimos viaje a Madrid. Al día siguiente por la mañana regresamos a Roma. FR. MIGUEL VALLECILLO MARTÍN, OFM 5. Visita fraterna alla Provincia di Napoli Napoli, 08-09.02.2008 Visita breve, ma intensa e gioiosa quella compiuta dal Ministro generale alla Provincia Napoletana del SS. Cuore di Gesù venerdì 8 febbraio 2008. Desiderato vivamente dal Ministro provinciale, Fr. Agostino Esposito, e dal suo Definitorio, l’incontro con Fr. José si è svolto in un clima di grande fervore e di sincera comunione fraterna. Luogo dell’incontro è stato il Monastero di santa Chiara, monumento celebre nella storia religiosa e civile di Napoli, nonché soggetto delle sue tradizioni canore, ed ora sede della Curia provinciale e dello Studentato teologico della stessa Provincia. Giunto a Napoli la sera precedente, accompagnato da Fr. Luca M. De Rosa in servizio presso la Curia generale da alcuni anni, come Postulatore generale, Fr. José ha incontrato subito la Fraternità di santa Chiara, offrendo a tutti una bella testimonianza di fraternità semplice e concreta, particolarmente ai giovani in formazione, membri della Provincia Napoletana e di quelle di Egitto e di S. Maria degli Angeli di Cracovia nonché della Custodia di Terra Santa. L’indomani, come previsto dal programma saggiamente disposto, il Ministro, dopo le Lodi mattutine ha parlato all’Assemblea, formata da oltre novanta Frati, sull’impegno dell’Ordine in vista dell’ottavo centenario della sua fondazione, sollecitando l’impegno dei singoli Frati, perchè sia valorizzata in pieno la grazia delle origini. È seguita sulla relazione una fruttuosa con- 157 divisione, con l’intervento di numerosi Frati, soprattutto giovani. Alle ore 12.00 l’assemblea si è trasferita nella cappella delle Sorelle Clarisse, in piazza del Gesù Nuovo, per la concelebrazione dell’Eucaristia. La scelta del luogo, oltre che dal desiderio delle Clarisse di incontrare il Ministro generale, era motivata dal fatto eccezionale del recente restauro del luogo di culto, sottoposto a radicali lavori di consolidamento e di ripristino, che lo hanno reso straordinariamente bello e perciò degno di essere “inaugurato” dal Ministro generale, dopo la dedicazione compiuta il 1° dicembre 2007 dal Cardinale Arcivescovo di Napoli. All’Eucaristia, celebrata insieme alle Sorelle Clarisse è seguita, nell’antico refettorio situato all’interno del celebre chiostro maiolicato, l’agape fraterna. Nel primo pomeriggio Fr. José si è incontrato con il Definitorio della Provincia e, successivamente, con i giovani in formazione, trasmettendo ad essi fiducia ed entusiasmo nell’accogliere il dono della vocazione. Esaurito il programma della visita fraterna alla Provincia, il Ministro generale, accogliendo l’invito delle suore Francescane “Piccole Ancelle di Cristo Re” e degli organizzatori, ha partecipato ad Afragola, presso la Basilica-Santuario di S. Antonio, al Convegno di studi sulla figura della Serva di Dio Sr. Antonietta Giugliano (+1960), Fondatrice con Fr. Sosio Del Prete (+1952), OFM, delle suddette Suore. Al convegno partecipavano, tra gli altri, il Cardinale Crescenzio Sepe, l’Arcivescovo emerito di Napoli Cardinale Michele Giordano, l’Arcivescovo di Chieti e Vasto Mons. Bruno Forte. Accolto con rispettoso ossequio, il Successore del Serafico Padre ha salutato i presenti, sottolineando che i santi sono i veri portatori di luce e di promozione umana, e che essi sono la più grande ricchezza della nostra storia. La presenza del Ministro generale a Napoli, in un momento particolare della vita di quella Fraternità provinciale, è stata per tutti una vera “iniezione” di fiducia e un incoraggiamento a vivere con fervore e coeren- 158 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 za la grazia della nostra vocazione francescana in dinamica fedeltà al Vangelo e alla Chiesa. FR. LUCA M. DE ROSA 6. Visita fraterna ai Frati in Siria Damasco, Siria, 09-13.02.2008 Il 9 febbraio 2008 è stata una data indimenticabile per i Frati della Siria: il successore di san Francessco, Fr. José Rodríguez Carballo, ha visitato questa terra di missione che dipende dalla Custodia di Terra Santa. A tarda sera è stato accolto all’aeroporto dai Frati di Aleppo e dal Custode di Terra Santa, Fr. Pierbattista Pizzaballa. All’indomani, alle ore 9.30, il Ministro generale è stato ricevuto con grande calore dal Vicario Apostolico di Aleppo, Mons. Giuseppe Nazzaro, ofm. È stato accompagnato, poi, dal Sig. A. Hajjar in una rapida visita alla città vecchia di Aleppo: la moschea ommaida, il suk, la cittadella e il nostro ex convento e scuola di Scibani che risale al quindicesimo secolo. Al pranzo hanno partecipato i Frati del nord della Siria che lavorano nelle missioni dell’Oronte, accompagnati dalle Suore francescane CIM. Alle 15.30 c’è stato l’incontro con le Famiglie francescane, a cui ha fatto seguito quello con i Frati. Il Ministro ha esortato i presenti ad essere testimoni di Cristo e strumenti di pace, secondo il carisma francescano, nel contesto specifico di questa società. Alle ore 18.00 c’è stata, nella cattedrale di san Francesco, una Concelebrazione eucaristica in lingua araba, presieduta dal Ministro generale, con la partecipazione dei Frati e di numerosi fedeli. Dopo la processione eucaristica e la benedizione, Fr. José è stato salutato nel salone della Parrocchia. Alle ore 21.30 la giornata si è conclusa con una cena con tutti i Vescovi cattolici e i Superiori dei Religiosi che lavorano ad Aleppo. L’11 febbraio, di buon mattino, il Ministro generale, il Custode di Terra Santa, Fr. Hanna Jallouf e Fr. Romualdo Fernandez, sono partiti per Damasco, facendo alcune soste lungo la strada, per visitare luoghi e siti di particolare interesse: una chiesa del 442 con bellissimi mosaici, trasformati dal Governo siriano, con la collaborazione dei Frati del Monte Nebo, in un museo che conserva queste ricchezze straordinarie dell’antica arte cristiana della Siria; la città di Palmira (a 245 km da Damasco) con le monumentali rovine, come il grandioso tempio di Beel, il colonnato del Cardus Maximus, il teatro, il senato, l’agora, che è una delle meglio conservate del mondo greco-romano, il museo e le tombe in forma di torri. Dopo aver pernottato nella parrocchia di Bab Touma, in Damasco, il 12 febbraio il Ministro generale ha celebrato l’Eucaristia presso la tomba dei Beati Martiri di Damasco, trucidati nella rivolta drusa del 1860 e beatificati nel 1927. Poi, nella Parrocchia di sant’Antonio, nella parte nuova della città, si è incontrato con i Frati che vivono e lavorano a Damasco, ai quali si è aggregato Fr. Rachid Mistrih, venuto da Amman per l’occasione. Il Ministro nel suo intervento ha toccato vari temi: la preparazione alla celebrazione dell’VIII centenario della fondazione dell’Ordine; l’anno di san Paolo (2008-2009); l’anno della Parola di Dio, tema del prossimo Sinodo dei Vescovi; il futuro della nostra presenza in Libano-Siria; la cura pastorale delle vocazioni. Alle ore 10.30, nel salone parrocchiale, il Ministro si è incontrato anche con le Suore FMM e CIM. Subito dopo, accompagnato da due Suore di ogni Istituto e dai Frati, il Ministro si è recato a visitare il Santuario della Madonna di Saidnaya (30 km a nord di Damasco), meta di pellegrinaggi dal VI secolo fino ad oggi e dove si venera una icona della Madre di Dio, che fu portata da Gerusalemme nel secolo VI. Dopo pranzo il “pellegrinaggio” è continuato: sosta a Maalula, cittadina cristiana, dove si parla ancora l’aramaico; visita all’antico monastero di san Sergio, con le sue icone e l’altare maggiore del secolo IV. Tornati a Damasco, il Ministro, dopo una visita di cortesia al Nunzio Apostolico, si è recato al Santuario della Conversione di San Paolo (il Memoriale), dove oltre a man- AD CHRONICAM ORDINIS tenere vivo il ricordo del grandioso mistero della conversione di Saulo, si prega e si lavora, per volontà espressa di Papa Paolo VI, per l’ecumenismo, in particolare per l’unione delle chiese dell’Oriente. Nella mattinata del 13 febbraio, dopo la celebrazione dell’Eucaristia nel Santuario “La Casa di sant’Anania“, che ricorda la primitiva comunità cristiana di Damasco che accolse Saulo appena convertito e battezzato, il Ministro è partito per Beyrouth, accompagnato da Fr. Ibrahim Sabbagh. 7. Visita ai Frati in Libano Beirut, 13-14.02.2008 La Visita in Libano di Fr. José Rodríguez Carballo, accompagnato dal Custode di Terra Santa, Fr. Pierbattista Pizzaballa, inizia mercoledì 13 febbraio. Arrivati da Damasco, con la pioggia e la neve, andando verso Yarze, il Custode propone al Ministro generale di fare una visita lampo alle Sorelle Clarisse che abitano vicino. Esse sono molto sorprese e molto contente di accoglierli nel loro monastero. Ricorda loro l’interesse di Francesco per Chiara e le sue Sorelle. Poi il viaggio prosegue per Beirut dove arrivano verso le dodici e mezzo. I Frati del convento Sant’Antonio di Harissa con il loro Guardiano, Fr. Angelico Pilla, erano già arrivati per accoglierli insieme alla Fraternità di Beirut. Il Guardiano del convento di San Giuseppe di Beirut fa loro un breve discorso di benvenuto prima del pranzo che si svolge in atmosfera cordiale e semplice. Il Guardiano informa il Ministro generale del programma pomeridiano: visita al centro di spiritualità e incontro con le Famiglie francescane. La situazione nel nostro quartiere di Gemmayze è un po’ delicata: domani ci sarà una manifestazione nella vicina piazza dei cannoni, per l’anniversario dell’assassinio del primo ministro Hariri, e la polizia e l’esercito vigilano, facendo togliere tutte le macchine parcheggiate nel quartiere. È a causa di questa situazione che pochi studenti saranno presenti al Centro. 159 Verso le cinque del pomeriggio, come convenuto, il Ministro generale riceve nel salone del convento le quattro Suore clarisse: la nuova Badessa libanese, Sr. Marina, la Vicaria Sr. Jeanne d’Arc, una Suora Coreana ed una Filippina. Verso le 17.30, poi, accompagnato da Fr. Halim passa a visitare il Centro di spiritualità francescana. Entra nell’aula dove Fr. Giuseppe Costantin, Guardiano del Convento, sta spiegando ai pochi studenti presenti le ammonizioni di San Francesco. Il Ministro saluta gli studenti, dice loro qualche parola di incoraggiamento, poi partecipa ad una pausa di ricreazione nel grande salone del Centro. Qui si sono radunati i pochi studenti insieme ai chierici cappuccini, qualche chierico conventuale con i professori e alcune signore terziarie, insieme alle nostre terziarie. Il Ministro, con accanto il Custode, siedono al centro del semicerchio. Sono presenti i due Ministri provinciali: Fr. Tanos Rizik, Cappuccino, Fr. Cesare Essayan Conventuale, la Madre generale delle Suore cappuccine della Croce, Sr. Antoinette delle Suore Francescane Missionarie di Maria, e le quattro Suore clarisse. L’incontro inizia con il cantico di “Frate Sole“ in arabo, quindi Fr. Giuseppe Costantin, rivolge una parola di benvenuto al Ministro generale, ringraziandolo della sua visita in un momento delicato e difficile per il Libano. Ringrazia pure tutti i presenti. Fr. Cesare spiega in breve lo scopo e il funzionamento del Centro di Spiritualità. Il Ministro generale ci parla della preparazione del giubileo del 2009 in collaborazione con le Famiglie francescane; dell’importanza della formazione; e insiste sulle esigenze richieste all’inizio dell’intinerario vocazionale. Alle Clarisse raccomanda di essere soprattutto contemplative; alle altre Suore di essere fermento nel mondo; e finalmente alle terziarie di essere laici nel mondo impegnati e sostenuti dalla spiritualità francescana. Più tardi arriva la Madre generale delle Suore della Croce: essa invita il Ministro generale, il Custode ed i Frati di Terra Santa a partecipare alla beatificazione del loro fondatore, il Servo di Dio Abouna Yacoub 160 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 che è prevista per il 22 giugno qui in Libano. Invita anche il Ministro generale ad una visita alla tomba di Abouna Yacoub. Fr. Halim suggerisce che ciò sarà possibile il mattino dopo, prima di andare dal vescovo dei Latini, Mons Boulos. Fra Ibrahim fa da traduttore al Ministro generale, qui e durante tutta la sua breve visita in Libano. Si termina con il canto “Laudato sii o mi Signore, in italiano ed in arabo (Mubarakon). Le nostre terziarie offrono un rinfresco a tutti i presenti. Dopo cena il Custode, su suggerimento di Fr. Ibrahim, per evitare eventuali pericoli o blocchi di strade, decide di andare a pernottare con il Ministro generale a Harissa, contrariamente al programma preparato da tempo. Naturalmente noi Frati di Beirut insieme a Fr. Najib, rimaniamo a dormire a Casa. «È stata una delle notti più tranquille», afferma Fr. Nagi, la cui stanza dà sulla strada, il mattino dopo. Quando partiamo al mattino verso le 8, troviamo tutte le strade aperte. Come convenuto, giovedì 14 febbraio, sotto una pioggia abbondante e fredda, c’incontriamo con il Ministro generale al convento di Santa Croce delle Suore francescane. La Madre generale, Sr. Marie Makhlouf dopo aver ringraziato Fr. José per aver accettato l’invito a visitare la tomba di Abouna Yacoub, illustra l’attività delle Suore soprattutto in campo ospedaliero. Esse hanno, nella casa di Santa Croce, il più importante ospizio psichiatrico del Medio Oriente. Il Ministro, rivolgendosi soprattutto alle molte Suore giovani che partecipano all’incontro, torna a parlare dell’importanza della formazione; e incoraggia ad espandere l’istituto ad extra, oltre il Libano, per non rimanere una congregazione chiusa su se stessa. Segue quindi una sosta di preghiera alla tomba del Venerato Abouna Yacoub. Sempre sotto una pioggia battente, andiamo verso Giáita, dal Vescovo Vicario Apostolico dei Latini, già Vescovo dei Latini in Iraq, Monsignor Boulos Dahdah, ex Ministro provinciale dei Carmelitani, parla benissimo l’italiano. Il Ministro generale lo ringrazia per l’appoggio che dà ai Frati francescani, e gli chiede se desidera fare qualche osservazione. Il Vescovo gli ri- sponde: non bisogna cambiare troppo spesso il personale religioso francescano! Andiamo a Bkerke (Bikorke, nelle nostre cronache antiche) a far visita al Patriarca Maronita, il Cardinale Nosrallah Sfeir. La sede patriarcale si trova a metà salita verso Sarissa, dove ci aspetta un gruppo di giornalisti e fotografi. Il Patriarca ci accoglie con molta gentilezza e cordialità. Lo scambio avviene in lingua francese. Il Ministro generale esprime la propria solidarietà e quella dei Frati al Patriarca ed ai libanesi assicurandolo della nostra preghiera per questo martoriato Paese. Finalmente l’ultima visita al Nunzio, Mons. Luigi Gatti, la cui sede si trova accanto al Santuario della Madonna di Harissa. Naturalmente si parla italiano! Il Ministro generale ringrazia dell’appoggio dato ai Frati nel passato, in Terra Santa ed in Siria, quando il Nunzio ha servito quelle due sedi. Il Nunzio parla della situazione politica e dei riflessi negativi di questa sulla presenza dei cristiani in Libano. Concludiamo così le nostre visite protocollari verso mezzogiorno, e data la vicinanza dei vari luoghi, il Ministro generale, accompagnato da Fr. Ibrahim, riesce a compiere una breve sosta di preghiera al vicino santuario della Madonna del Libano, prima di accedere al convento di Sant’Antonio, dove la Fraternità di Harissa ci offre un pranzo ben preparato dalla signora Baha. Alle ore16 ci troviamo tutti nel divano del convento per un incontro con il Ministro generale, che ci espone i seguenti temi: la preparazione all’VIII centenario della Regola per il 2009, al termine di questi tre anni di cammino; il discernimento circa la nostra vocazione personale e comunitaria oggi; la progettazione del futuro secondo quanto ci richiede il Signore e San Francesco; la celebrazione del dono della nostra vocazione. Ci parla della formazione che deve essere esigente specialmente all’inizio del cammino e dell’importanza della formazione permanente. E finalmente ci svela l’idea di un progetto di un’Entità che comprenda la Siria, il Libano, e la Giordania, dipendente dalla Custodia di Terra Santa. Questa autonomia è AD CHRONICAM ORDINIS richiesta a causa delle difficoltà legate alle frontiere e alle distanze. Si dovrà sempre salvaguardare l’internazionalità. L’Ordine manderà un Delegato per studiare questa proposta insieme ai Frati. È seguito uno scambio di opinioni sui temi proposti, cominciando proprio dall’Entità dipendente: la maggioranza ha espresso giudizio negativo, per le differenze culturali, sociali, politiche, molto gravi. Qualcuno ha perfino proposto di formare due Entità, una libanese e l’altra siriana, per non dipendere dalla Siria, in particolare in questa situazione di difficoltà tra i due popoli. Si è toccato l’argomento della formazione permanente, che comprende anche coloro che si definiscono come “Under ten“. Si è parlato pure della promozione vocazionale, come anche della necessità di collaborazione tra le due Fraternità. Si termina l’incontro con una parola del Custode che ringrazia, anche a nome di tutti i Frati, il Ministro generale e il Guardiano di Beirut. L’ultimo atto di questa giornata, è un atto liturgico: una concelebrazione eucaristica ci vede uniti nella preghiera con la gente che frequenta la Cappella, con le Suore che non sono potute venire a Beirut la sera prima, e con alcune Terziarie del convento di Beirut. La Messa è stata celebrata in francese e in latino, con il Pater cantato in arabo. La corale ha eseguito i canti in arabo, italiano e latino. Con parole semplici il Ministro generale esprime la sua gioia, come successore di san Francesco, di celebrare l’Eucaristia con cristiani del Libano, per incoraggiarli ad essere testimoni come lo fu Francesco, portando la Pace e l’Amore nonostante le tante difficoltà di questo nostro tempo. Dopo la Messa tutti sono stati invitati ad un piccolo rinfresco. Noi Frati di Beirut, per prudenza torniamo subito al convento. Non incontriamo nessuna difficoltà per strada; tutto è tranquillo. Molta paura per niente. Così termina l’importante e storica visita del Ministro generale, Fr. José R. Carballo! A laude di Cristo. Amen. FR. GIUSEPPE COSTANTIN OFM 8. Visita alla Provincia di Lituania 161 Kretinga, Lituania, 19-22.02.2008 Nei giorni 19-22 febbraio 2008 il Ministro generale, Fr. José Rodríguez Carballo, ha visitato la Provincia di Lituania, che, oltre alle 5 Case in Lituania, ha altre due presenze in USA e in Canada, dove lavorano 14 frati. Arrivato all’aeroporto di Vilnius verso le 12.30 del giorno 19, Fr. José è stato accompagnato in macchina a Kretinga, dove lo aspettava un grande numero di Frati, venuti da tutte le Fraternità della Provincia e un buon numero di fedeli che frequentano la nostra Parrocchia. Dopo una breve sosta nella Cappella dei martiri il Ministro provinciale ha dato il benvenuto al Ministro generale, il quale ha presieduto la celebrazione dei Vespri. Dopo la lettura biblica Fr. José ha salutato i Frati, ha ringraziato i fedeli per la loro presenza ed ha illustrato il significato della Visita. È seguita la cena, all’inizio della quale il Guardiano della Fraternità ha accolto con parole fraterne il Ministro generale. Il giorno 20, dopo la celebrazione delle Lodi, si è tenuto l’incontro di tutti i Frati con il Ministro generale, il quale, nel suo intervento, ha indicato il cammino che sta facendo l’Ordine in vista della celebrazione dell’VIII Centenario della sua fondazione, sintetizzandolo in tre verbi: discernere, programmare e celebrare. Fr. José ha, poi, insistito sulla qualità di vita e missione ed ha segnalato le grandi sfide che, secondo lui, interpellano la vita della Provincia, sottolineando la necessità di fortificare le strutture formative e di fraternità. Ha anche ribadito la necessità di rafforzare la cura pastorale delle vocazioni e di essere in mezzo al popolo. Dopo un breve dialogo di chiarimento si è passati al lavoro in gruppi. Durante la celebrazione dell’Ora Media, al termine della mattinata, il Vescovo della Diocesi ha salutato tutti ed è stato reso omaggio ai resti dei martiri della Provincia. Ha preso la parola anche il Ministro generale, che ha incoraggiato tutti a seguire le orme dei nostri martiri e a dare pubblica ragione della nostra voca- 162 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 zione. Dopo il pranzo, al quale ha partecipato pure il Vescovo, si è tenuta un’assemblea generale con Fr. José, il quale, oltre a rispondere alle domande dei Frati, ha offerto alcune informazioni sulla situazione dell’Ordine. Tutti sono rimasti molto contenti di questa aperta condivisione e tutti sono usciti dall’incontro con il desiderio di passare dal bene al meglio. Dopo questo incontro Fr. José R. Carballo si è incontrato con i Formatori e i Formandi, insistendo sui principi generali della formazione contenuti nella RFF, sul discernimento vocazionale e sull’accompagnamento. Dopo una breve sosta c’è stata una solenne Concelebrazione eucaristica, presieduta dal Ministro, alla quale ha partecipato anche il Nunzio Apostolico in Lituania, che si è intrattenuto, dopo cena, a colloquio con il Ministro generale e con alcuni Frati. La giornata del 21 è iniziata con la celebrazione dell’Eucaristia presso il monastero delle Clarisse, la cui comunità è di recente fondazione, ma ha già alcune vocazioni locali. L’Eucaristia è stata preseduta dal Nunzio ed il Ministro generale ha tenuto l’omelia, centrata sulla spiritualità clariana. Dopo la celebrazione i Frati e le Clarisse hanno preso la colazione insieme, continuando un dialogo molto fraterno. Tornati alla Casa di Kretinga, il Ministro si è incontrato con il Ministro provinciale e il suo Definitorio. Dopo pranzo Fr. José ha visitato la Fraternità di Pakutuvenai, dove due Frati portano avanti una comunità per tossicodipendenti, e quella di Kaunas. Verso le 19.00 è rientrato a Vilnius dove, dopo aver visitato la chiesa e la Curia provinciale, si è incontrato con i giornalisti locali ed ha condiviso la cena con la Fraternità della Curia Provinciale. Alla prime luci del 22 febbraio il Ministro generale ha lasciato la Lituania per fare ritorno a Roma, lasciandoci una bella testimonianza di fraternità. Grazie Ministro per la tua vicinanza, grazie per il grande dono della tua visita. Torna presto! IL CRONISTA 9. Incontro con i Frati che lavorano in Svizzera Näfels, Svizzera, 25.02.2008 Nella visita che il Ministro generale ha fatto nel 2007 alla Custodia autonoma di Cristo Re, in Svizzera, era stata avanzata l’idea di un incontro di tutti i Frati che vivono e lavorano in Svizzera. In quella circostanza il Ministro aveva caldeggiato l’idea ed assicurato la sua presenza. L’ipotesi di un simile incontro è diventata realtà il 25 febbraio 2008 con la convocazione, da parte del Custode Fr. Paul Zahner, di tutti i Frati presso il convento di Näfels. Erano presenti quasi tutti i Frati della Custodia, 15 Frati, su 17, della Provincia di Mostar, che lavorano nella “Missione dei Croati”, assieme al loro Ministro provinciale Fr. Ivan Sesar, e un Frate polacco. Come ospite speciale ha partecipato anche il Ministro provinciale della Provincia di S. Leopoldo di Austria, Fr. Rupert Schwarzl. Lo scopo principale dell’assemblea è stato quello di una migliore conoscenza reciproca, per sostenersi nella comune vocazione e missione. Il Ministro generale ha incoraggiato i presenti ad entrare nella 3ª tappa della preparazione alla celebrazione dell’VIII centenario della fondazione dell’Ordine, nello spirito di ringraziamento per il dono della vocazione francescana. La giornata, vissuta in fraternità, si è conclusa con la Celebrazione eucaristica, durante la quale i Frati hanno rinnovato, nelle mani del Ministro, la professione religiosa. FR. JAKAB VÁRNAI, OFM 10. Visita alla Provincia di S. Michele in Ucraina Zytomir, Ucraina, 27-29.02.2008 Dal 27 al 29 febbraio 2008 il Ministro generale, Fr. José R. Carballo, accompagnato dal Definitore generale, Fr. Šime Samac, ha fatto una breve visita alla Provincia di S. Michele in Ucraina. Questa Provincia conta 75 Frati, di cui 5 Novizi, 60 Professi solenni e 10 Professi temporanei, oltre a 2 AD CHRONICAM ORDINIS Vescovi e 4 Postulanti. Le Case sono 17, di cui una è in Bielorussia e i Frati hanno la cura pastorale di 71 Parrocchie (17, “apud Domos nostras“ e 54, “extra Domos nostras“). Pur essendo una delle Entità più recenti dell’Ordine – è stata eretta come Provincia nel 2004 –, il Francescanesimo è presente in Ucraina dal 1245 ed è sopravvissuto a tutti i sistemi ideologici succedutisi nel tempo. Giunti all’aeroporto di Kiev verso mezzanotte, gli Ospiti romani sono stati accolti dal Ministro provinciale, Fr. Dobroslav Kopysterynskyi, dal suo Segretario, Fr. Emilio Leonid Babiy e da Fr. Francesco Botvina, Parroco a Kiev, dove la Provincia ha la responsabilità della Parrocchia di san Francesco d’Assisi, eretta quattro anni fa. Il 28 febbraio, di buon mattino, ci si è messi in viaggio per raggiungere Zytomir, dove si trova la Curia provinciale. Qui si erano già riuniti i Frati della Provincia, qualcuno dei quali aveva percorso più di mille chilometri, per partecipare all’incontro con il Ministro generale. Dopo le parole di saluto di Fr. Dobroslav, ha preso la parola il Ministro generale, che ha esposto il significato della celebrazione dell’VIII centenario della fondazione dell’Ordine ed indicato le modalità per prepararsi a tale evento. Fr. José, poi, si è soffermato su alcune sfide decisive per la vocazione e la missione dei Francescani in Ucraina: la formazione permanente, che deve essere come l’humus della formazione iniziale e il “luogo” formativo in cui tutti Frati devono sentirsi parte attiva nella formazione; l’economia, che deve essere trasparente, solidale ed austera; la cura pastorale delle vocazioni, che sono un dono di Dio, ma ciò non dispensa dall’impegnarsi instancabilmente con energie e tempo. Nel pomeriggio dello stesso giorno il Ministro generale ha avuto due incontri: con i Formatori e i Formandi e con il Definitorio provinciale. Nel primo incontro Fr. José si è soffermato, tra l’altro, sulla necessità della formazione dei Formatori. Nel secondo ha sottolineato l’importanza del Definitorio nel servizio di animazione della Provincia, ruolo che postula l’esigenza che 163 esso costituisca una vera Fraternità, un’équipe di Fratelli che si mette a disposizione totalmente di altri Fratelli. La giornata si è conclusa con la Celebrazione eucaristica, presieduta dal Ministro generale, e alla quale hanno partecipato i membri dell’OFS, che hanno offerto a Fr. José, come è consuetudine locale, un po’ di pane e sale. La mattinata del 29 è stata riservata alla visita di un convento, restituito alla Provincia dalle autorità governative. Era stato, infatti, confiscato dai comunisti e trasformato in abitazione per i membri del KGB e per i soldati. Nei sotterranei sono stati torturati ed uccisi molti oppositori, o ritenuti tali, dal regime. Il convento è in condizioni pietose e, quindi, necessita di una ristrutturazione radicale, invece la chiesa è già tornata all’antico splendore. Mentre il Ministro e il Defintore generale venivano accompagnati a Kiev, a 120 km da Zytomir, per prendere l’aereo per Roma, i Frati che erano con loro indicavano i luoghi, ai margini della strada, dove sono stati seppelliti i soldati tedeschi uccisi mentre venivano deportati in Siberia. FR. ŠIME SAMAC, OFM 11. Visita a la Custodia de San Benito en Amazonas, a la Provincia de N. Sra. de Asunción (Bacabal) y a la Fundación de N. Sra. de las Gracias (Piauí) en Brasil. Del 8 al 13 de abril de 2008, el Ministro general Fr. José Rodríguez Carballo, acompañado por Fr. Juan Ignacio Muro, Definidor general, visitó algunas Entidades del Brasil. Con estas visitas, el Ministro general ha completado de visitar a todas las Entidades de la Conferencia Brasileña y de toda América Latina. Custodia de San Benito en Amazonas La visita a esta Custodia autónoma se llevó a cabo del 8 al 10 de abril. Dada la imposibilidad de visitar las diferentes casas por la gran extensión del territorio de la Custodia, la visita se limitó a la Ciudad de 164 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 Santarém, donde se encuentra la Sede Custodial y dos casas de formación. Allí se congregaron los hermanos de toda la Custodia, algunos habiendo realizado largos viajes por barco, avión y automóvil. Llegamos el día 8 de abril en la tarde. Fuimos recibidos en el aeropuerto por un gran grupo de hermanos presidido por el hermano Custodio, Fr. Joao Schwieters. De allí fuimos llevados a la casa de San Francisco, sede de la Custodia, donde después de unos minutos de descanso, celebramos las vísperas con toda la Fraternidad Custodial. Durante la oración de las vísperas el Custodio, Fr. Joao Schwieters , nos dio la bienvenida oficialmente y el Ministro general agradeció también en ese momento la presencia de todos los hermanos. Después de las vísperas tuvimos la cena, y después, el Hermano Custodio nos llevó a la casa de Maíra, casa del Postulantado, donde el Ministro general se encontró con los hermanos en formación inicial de la Custodia. Terminado el encuentro, volvimos a la casa San Francisco para retirarnos a descansar. El día 9 de abril a las 7,30 horas, nos trasladamos a la localidad de “Alter do Chao”. Allí, en una casa prestada a los hermanos, se tuvo el encuentro del Ministro general con todos los hermanos de la Custodia. Estuvieron presentes todos, incluso los profesos temporales. En la primera parte del encuentro, los hermanos de la Custodia hicieron una presentación de la Entidad: su historia (son ya 100 años de presencia en esta región), la realidad actual (los retos que presenta la región, pulmón verde del Mundo y a la vez, centro de conflictos por intereses económicos y la sobreexplotación de los recursos naturales) y las perspectivas y propuestas que surgieron en el Seminario sobre la Amazonia, celebrado recientemente en la ciudad de Manaus. En la segunda parte, el Ministro general expuso a los hermanos los retos implica nuestra vocación y misión en el mundo de hoy, invitando a todos a volver a lo esencial de nuestra forma de vida y a no ahorrar esfuerzos en la búsqueda de un estilo de vida que responda a lo que Dios nos pide y la sociedad de hoy necesita. Luego de la presen- tación del Ministro general hubo un largo momento abierto al diálogo. Los hermanos hicieron muchas preguntas, permitiendo así la profundización de algunos temas. La mañana se concluyó con el almuerzo fraterno. A las 13 horas volvimos a Santarém a descansar. A las 15,30 horas el Custodio y un grupo de hermanos nos llevaron al puerto fluvial donde tomamos una embarcación que nos llevó a dar un paseo por el Río Tapajós hasta el lugar donde este río se “encuentra” con el Río Amazonas para luego fundirse en uno. Fue una tarde de recreación, aunque los hermanos que participaron en el paseo no dejaron de dialogar y hacer muchas preguntas al Ministro general sobre la Orden y sobre diferentes aspectos de nuestra vida. Por la tarde, a las 19 horas, nos trasladamos a la iglesia de San Sebastián. Allí el Ministro general presidió la Eucaristía en la que participaron, junto con todos los hermanos de la Custodia, diferentes miembros de la Familia Franciscana: hermanos y hermanas de la OFS, de la JUFRA y Religiosas franciscanas. Luego de la Misa nos trasladamos al convento San Francisco donde hubo una cena festiva con la Familia Franciscana. El 10 de abril a las 6 de la mañana salimos rumbo a la Fraternidad de Kabiará, casa noviciado de la Custodia, donde estaba programada la Eucaristía a las 6,30horas con los formadores de esta Entidad. Después de algún susto llegamos a nuestro destino, pues amaneció lloviendo mucho y las calles estaban convertidas en verdaderos ríos. Ya cerca de la casa caímos en un hoyo hecho por la corriente. Fr. Edilson Rocha consiguió sacar el coche del atolladero y así pudimos llegar, aunque con retraso, a nuestro destino. Una vez allí, el Ministro general presidió la Eucaristía. Luego de la Eucaristía compartimos el desayuno con los hermanos y luego tuvimos el encuentro con los formadores de la Custodia. Terminado este encuentro, nos trasladamos al convento San Francisco, donde tuvimos el encuentro con el Consejo de la Custodia. En diálogo abierto y sereno se habló de la realidad, de los retos y la problemática AD CHRONICAM ORDINIS de los hermanos de esta Entidad. El Ministro general les animó en todo momento a no escatimar esfuerzos por animar a los hermanos a una vivencia seria y gozosa de nuestra vocación, habló de la necesidad de colaboración con las Entidades vecinas, sobre todo en el campo de la formación, y también habló de otros aspectos como la economía y el auto-sostenimiento. A las 12 horas se tuvo el almuerzo, y a las 13 horas, el hermano Custodio y Fr. Edilson Rocha nos acompañaron al aeropuerto. Un grupo de hermanos ya estaba allí para despedirnos. Finalmente nos saludamos y nos encomendamos mutuamente a la oración. A las 14,50 partió al avión que nos llevaría a la siguiente etapa. Provincia de la Asunción de Nuestra Señora (Bacabal) La visita se realizó los días 10, 11 y 12 de abril. Aterrizamos en el aeropuerto de la Ciudad de Sao Luiz hacia las 18,50 horas. Allí el hermano Bernardo Brandao nos esperaba para conducirnos hasta la ciudad de Bacabal. Fue una noche lluviosa, por lo que nuestro viaje en automóvil duró casi 4 horas. En Bacabal nos esperaba el Ministro Provincial, Fr. Joao Muniz con un grupo de hermanos que nos dieron la bienvenida y luego nos retiramos a descansar. Estuvimos hospedados en el CEFRAM (Centro Franciscano de Animación Misionera) del cual Fr. Bernardo Brandao es director. El 11 de abril la jornada inició con la oración de la mañana a las 7 horas. Luego del desayuno, a las 8,15 horas tuvimos el primer encuentro del Ministro general con los hermanos de esta Entidad. Todos estuvieron presente para un saludo oficial de bienvenida y luego se quedaron solo los hermanos en formación inicial para el diálogo con el Ministro general. A las 10 horas el Ministro se reunió con los formadores; a medio día tuvimos el almuerzo y a las 15 horas tuvimos el encuentro con todos los hermanos de la Provincia. En cada uno de estos momentos, los hermanos participaron con muchas preguntas. A las 17,30 tuvimos la oración de la tarde, seguida por la cena a las 18. Y a las 19,30 el Ministro general presidió la Eucaristía en 165 la iglesia de San Francisco, en la que participaron todos los hermanos venidos para este encuentro, y muchos miembros de la Familia franciscana y fieles de la parroquia. Después de la Eucaristía hubo un momento de recreación con la familia franciscana y los hermanos. Hubo cantos, discursos, presentaciones y un refresco ofrecido por los grupos parroquiales. Al final de la convivencia nos retiramos a descansar. El 12 de abril inició también a las 7 horas con la oración de la mañana. Después de la oración y el desayuno, a las 8,30 horas tuvimos el encuentro con el Definitorio provincial en el convento de San Francisco, sede de la Provincia. Los hermanos expusieron sus retos y esperanzas y el Ministro general dialogó con ellos en un clima de mucha confianza y fraternidad. Se terminó este encuentro a las 11 horas, momento en que el Ministro general hizo un espacio para entrevistarse con un hermano en situación especial que quiso hablar con él. A las 12 horas tuvimos el almuerzo con la fraternidad local. Antes de dejar esta fraternidad, el Ministro general visitó a un hermano anciano, postrado en cama y saludó a los hermanos ancianos que viven en la zona de la enfermería provincial. A las 14 horas iniciamos el viaje a la ciudad de Teresina, en el coche del Ministro provincial. En medio de la lluvia intensa llegamos a nuestro destino hacia las 18 horas. Ya nos esperaban los hermanos de la Fraternidad para cenar, encabezados por el Hermano guardián, Fr. Heriberto Rembecki. Después de la cena, el Ministro general presidió la Eucaristía en la parroquia que atienden los hermanos, dedicada a S. Ramón Nonato. En ella participaron miembros de la Familia franciscana junto con los fieles de la parroquia. Con esta celebración se conmemoraron los 40 años de la presencia de nuestra Orden en esta parroquia. Entre los miembros de la Familia franciscana que participaron, es de destacar la presencia fraterna de un grupo de hermanos Capuchinos, sin olvidar la presencia también de los hermanos de la Fundación del Piauí, con el Ministro provincial de Benevento, Fr. Sabino Iannuzzi y del presidente de la Fundación, 166 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 Fr. Eulalio Miranda. Luego de la Eucaristía se tuvo una convivencia fraterna. Hubo cantos, presentaciones y palabras de bienvenida y agradecimiento. Fundación de Nuestra Señora de las Gracias El domingo 13 de abril por la mañana los hermanos de la Fundación de Nuestra Señora de las Gracias, dependiente de la Provincia de Benevento en Italia, nos recogieron del convento de la Provincia de Bacabal para trasladarnos a un convento de la Fundación en la misma ciudad de Teresina; el convento “Nuestra Señora Inmaculada Concepción”. Allí nos esperaban los hermanos de la Fundación, quienes nos acogieron con gran alegría. Luego de tomar un café, a las 9 horas, dimos paso al momento de encuentro del Ministro general con los miembros de la Fundación y el Ministro Provincial Fr. Sabino Iannuzzi quien estaba en la Fundación para realizar la visita fraterna y presidir el Capitulo de las Esteras celebrado recientemente en Floriano. Iniciamos con un momento de oración y luego el Presidente de la misma, Fr. Eulalio Miranda, hizo una breve presentación de la situación de la Fundación: número de hermanos, situación de la formación, presencias, retos, perspectivas. Luego el Ministro general dirigió su mensaje de animación a los hermanos. A las 10 horas tomamos unos minutos de descanso y luego volvimos a la sala para iniciar el diálogo hasta las 11,50. Al medio día tuvimos el almuerzo festivo, y luego de un rato de descanso, a las 13,45 nos acompañaron al aeropuerto de Teresina donde tomamos el avión. Así concluyó la visita del Ministro general a los hermanos de estas tres Entidades brasileñas. FR. IGNACIO MURO, OFM 12. Visita al Noviciado de la Conferencia Cono Sur El día 14 de abril, el Ministro general Fr. José Rodríguez Carballo, acompañado por Fr. Juan Ignacio Muro, Definidor general, realizó una visita fraterna al noviciado de la Conferencia Cono Sur, ubicado en la localidad de Tafí del Valle, Provincia de Tucumán en Argentina. Procedente del Brasil, el Ministro general llegó al aeropuerto de Buenos Aires en la madrugada. En el aeropuerto esperaban dos hermanos de la Provincia de Asunción, Fr. Juan Buttarazzi y Fr. Diego Morea. Ellos llevaron a los viajeros al convento de San Francisco para que descansaran un poco. Luego, a las 4,45 les llevaron de nuevo al aeropuerto para que tomaran el vuelo que les conduciría a Tucumán. Allá les esperaba Fr. Julio César Bunader, Ministro provincial de la Provincia de la Asunción en Argentina. Llegaron a Tucumán a las 8 de la mañana, y a las 9 horas ya estaban en Tafí, en la casa del noviciado interprovincial. Fueron acogidos cariñosamente por la Fraternidad del noviciado. Luego de un descanso para reponerse del viaje, se tuvo el almuerzo típicamente argentino: un buen asado. Luego del almuerzo, a las 3,10pm el Ministro general y el Definidor se reunieron con la Fraternidad formativa del noviciado. Los hermanos compartieron su experiencia, el programa del noviciado, las dificultades y también los aspectos positivos de este proyecto de colaboración de la Conferencia. Cabe destacar que este noviciado interprovincial tiene apenas un año de haberse iniciado. Este es el segundo año de la experiencia y todo parece indicar que es muy positivo. Los Ministros de la Conferencia, habiendo evaluado el año transcurrido, han reorganizado la Fraternidad con dos nuevos miembros: el guardián, Fr. Salvador Vilar Oliver, de la Provincia San Miguel y el vicario de la fraternidad, Fr. Mauricio Herrera de la Provincia de Chile. Continúan el hermano maestro, Fr. José Guirado de la Provincia San Francisco Solano y Fr. Enid Gutiérrez Olmos, ecónomo, de la Provincia de la Asunción. Luego de un momento de descanso, a las 15 horas el Ministro y el Definidor se reunieron con los novicios. El grupo está conformado por 9 hermanos de las diferentes Entidades de la Conferencia: Paraguay, AD CHRONICAM ORDINIS Chile y de las tres Provincias de Argentina. Los novicios hicieron muchas preguntas y se mostraron muy interesados en la vida de la Orden. La reunión se prolongó hasta las 19,15 de la tarde. Luego de unos minutos de descanso, a las 8 de la noche el Ministro general presidió la Eucaristía. Luego de la Eucaritía, el hermano guardián junto con algunos novicios, preparó pizza para la cena, misma que se desarrolló en un ambiente festivo. También durante la cena el Ministro general compartió con la fraternidad diversos aspectos de la vida de la Orden y respondió a las preguntas que le hacían los hermanos. Al día siguiente después de la oración de laudes se tuvo el desayuno, mismo que se prolongó hasta casi las 9 de la mañana, porque los novicios no dejaban de hacer preguntas al Ministro general y al Definidor. A las 9 horas iniciaron las despedidas y a las 9,30 el Ministro general junto con el Definidor, el Ministro Provincial y el guardián de la fraternidad salieron en coche rumbo a Córdoba, para participar en el Congreso Misionero de América Latina. FR. IGNACIO MURO, OFM 13. Visita alla Provincia di san Girolamo in Croazia Dubrovnik/Zadar, Croazia, 21-22.04.2008 Fr. José R. Carballo, Ministro generale, accompagnato da Fr. Šime Samac, Definitore generale, ha visitato la Provincia di san Girolamo in Croazia dal 21 al 22 aprile. Gli incontri con i Frati sono avvenuti a Dubrovnik e a Zadar. In queste due città i Frati Minori sono presenti dal XIII secolo. I rispettivi Conventi, pertanto, hanno una lunga storia, documentata da ricchissime biblioteche e da preziosi archivi e musei. Ad esempio, il Convento di Dubrovnik ha una Farmacia, che risale al XIII secolo, una delle più antiche d’Europa; una biblioteca con più di 70.000 libri, 216 incunaboli, 3.000 manoscritti, più di 20.000 documenti e 7.422 composizioni musicali. 167 La Fraternità provinciale conta 69 Frati (un postulante, un novizio e 4 professi temporanei) e 21 Conventi. Inoltre ha vari Frati che lavorano fuori Provincia: uno in Congo, uno in Sudan, uno in Sud Africa, tre in Germania e quattro in Argentina. Nell’incontro di Dubrovnik il Ministro prima si è soffermato sulle tre tappe di preparazione in vista della celebrazione dell’ottavo centenario della fondazione dell’Ordine; successivamente ha illustrato la situazione dell’Ordine, anche con il contributo dei dati statistici. Proprio questi ultimi hanno provocato molte domande da parte dei partecipanti. La mattinata si è conclusa con la Celebrazione eucaristica, presieduta dal Ministro generale, e con un agape fraterna a cui ha partecipato anche il Vescovo di Dubrovnik, Mons. Zelimir Puljic. Nel pomeriggio si è partiti per Zadar. Qui ci sono stati vari incontri, tra cui quello con i Guardiani e, subito dopo, con tutti i Frati. Nel suo intervento il Ministro generale ha elencato le sfide che ci provengono dalla Chiesa e dal mondo di oggi e, soprattutto, come rispondere ad esse. Infine, ha ricordato i due pilastri su cui deve poggiare la nostra vita e missione: la santità, lo studio, senza trascurare il rimanere Frati del popolo. All’incontro è seguita la Celebrazione eucaristica, alla quale ha partecipato anche l’Arcivescovo di Zadar, Mons. Ivan Prenda, e i Ministri provinciali della Conferenza Sud-Slavica. Nel primo pomeriggio il Ministro si è incontrato con i Membri della Conferenza. In un dialogo fraterno si è parlato di come animare la Conferenza e le Province ed anche di alcuni problemi particolari da affrontare in spirito di collaborazione e di solidarietà. Terminata la riunione con i Ministri provinciali, è iniziato l’incontro con i Formatori e i Formandi. Poichè i Formandi sono affidati alla Provincia di Zagreb (il Novizio) e alla Provincia di Erzegovina (i Professi temporanei), ci si è soffermati su come si trovano in queste Province e sulla necessità di prevedere nella Provincia un Centro, ben organizzato, dove i Formandi abbiano la possibilità di trascorrere il tempo delle vacanze o altri periodi durante l’anno. 168 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 L’argomento è stato ripreso, poi, nell’incontro del Ministro con il Definitorio provinciale. In esso, inoltre, si è parlato della necessità del ridimensionamento delle presenze, dato il limitato numero di Frati. Al termine dei vari incontri il Ministro e i Frati ancora presenti hanno avuto l’opportunità, dopo cena, di ammirare alcune bellezze delle costa dalmata: di ascoltare i suggestivi suoni dell’«organo del mare», emessi dalle sue “canne” attraverso il gioco del vento e delle onde; oppure di ricevere “il saluto del sole”, in un punto preciso lungo la costa, dove di notte si riflettono raggi di luce, imbrigliati durante la giornata. Conclusasi la visita fraterna ai Frati della Provincia di san Girolamo, Fr. José e Fr. Šime, prima di ripartire per Roma, si sono concessi una giornata di riposo in un convento della Provincia del Ss. Redentore di Split, chiamato Karin. Questo convento, per la sua collocazione strategica, collocato sul mare e alle pendici di una grande montagna, Velebit, è vera oasi di pace! FRA ŠIME SAMAC 2. Incontro del Definitorio con i nuovi Ministri provinciali e Custodi Roma, Curia generale, 14-22.01.2008 L’incontro del Ministro e Definitorio generale con i nuovi Ministri provinciali e Custodi si è tenuto nei giorni 14-22 gennaio 2008, presso la Curia generale. Partecipanti Definitorio generale Fr. José Rodríguez Carballo, Min. Gen.; Fr. Francesco Bravi, Vic. Gen. et Proc. Gen.; Fr. Šime Samac, Def. Gen.; Fr. Miguel J. Vallecillo Martín, Def. Gen.; Fr. Ambrogio Nguyen Van Si, Def. Gen.; Fr. Amaral Bernardo Amaral, Def. Gen.; Fr. Mario Favretto, Def. Gen.; Fr. Luis Gerardo Cabrera Herrera, Def. Gen.; Fr. Juan Ignacio Muro Aréchiga, Def. Gen.; Fr. Jakab Várnai, Def. Gen.; Fr. Ernest Siekierka, Sec. Gen. Ministri e Custodi Fr. Carlos Guillermo Paz Guzmán, S. Francisci Solano Prov., Argentina; Fr. Paul Smith, S. Spiritus Prov., Australia; Fr. Ivan Sesar, Hercegovinae Assumpt. BMV Prov., Bosnia-Hercegovia; Fr. Joao Inacio Müller, S. Francisci Assis. Prov., Brasilia; Fr. Joao Muniz Alves, Assumptionis BVM Prov., Brasilia; Fr. Dennis Vavrek, Christi Regis Prov., Canada; Fr. Hadrian Koch, Thuringiae S. Elisabeth Prov., Germania; Fr. Joaquín Domínguez Serna, Baetica Prov., Hispania; Fr. Paulus Hasegawa, Sanctorum Martyrum Japoniae Prov., Iaponia; Fr. Francesco Lanzillotta, Calabriae SS. VII Martyrum Prov., Italia; Fr. Agostino Esposito, Neapolitana SS. Cordis Jesu Prov., Italia; Fr. Sabino Iannuzzi, Samnito-Hirpina S. Mariae Gratiarum Prov., Italia; Fr. Astijus Kungys, S. Casimiri Prov., Lituania; Fr. Vitor José Melícias Lopes, SS. Martyrum Marochiensium Prov., Lusitania; Fr. Corullón Fernández Manuel, Fed. Ss. Martyrum Marochiensium, Marochium; Fr. Jan van den Eijnden, SS. Martyrum Gorcomiensium Prov., Nederlandia; Fr. Marcel Bakoma, Verbi Incarnati Prov., Togum; Fr. Dobroslav Kopysterynskyi, S. Michaëlis Arch. Prov., Ucraina; Fr. Joel Alcides Castro, Imm.Conc. BVM, Venetiola; Fr. Emmanuel Musara, Boni Pastoris, Zimbabua. Interpreti Fr. Patrick Hudson (inglese), Fr. Cesar Javier Orduña (spagnolo), Fr. Stefano Lovato (italiano), Fr. Giovanni Rinaldi (italiano). Assistenti Fr. Philippe Schillings (Verbalista), Fr. Simone Lopata (Assistente computer), Fr. Samuele Portka (Assistente in Aula). Segreteria Fr. Ernest Karol Siekierka (Sec. gen.), Fr. Francisco Manuel Romero García (Vice Sec. gen.). Agenda L’incontro è iniziato il 14 gennaio nell’Aula “Duns Scoto”. Dopo una breve litur- AD CHRONICAM ORDINIS gia di apertura, il saluto del Ministro generale e la presentazione dei partecipanti, Fr. Francesco Bravi, Vicario generale, ha tenuto la sua relazione sul «Cammino dell’Ordine». Nella seconda parte della mattinata ci sono stati i lavori in gruppi linguistici, condotti a partire da alcune domande distribuite al termine della relazione del Vicario generale. Nel primo pomeriggio in Assemblea è stato condiviso quanto emerso nei lavori di gruppo. Presieduta dal Ministro generale, alle 18.30, c’è stata una Concelebrazione eucaristica in suffragio dei nostri Frati recentemente scomparsi: Fr. Seán Collins, Fr. Aloisio Card. Lorscheider, Fr. Sebastião Mons. Figueredo, Fr. José Mons. Gómez González. La giornata del 15 è iniziata con la relazione del Ministro generale su: «Il Ministro, preso tra i Fratelli per servire i Fratelli», con l’aiuto di un video, preparato da Fr. John Abela. Dopo alcune domande di chiarimento, i partecipanti hanno continuato il lavoro nei gruppi linguistici, che sono proseguiti nel primo pomeriggio. La seconda giornata si è conclusa con la condivisone in Assemblea di quanto emerso nei lavori di gruppo. Iniziato alle ore 7 con l’Eucaristia, il 16 gennaio è stato lasciato libero per offrire ai Partecipanti la possibilità di partecipare alla Festa dell’Università e del Gran Cancelliere della PUA e, nel pomeriggio, di avere un incontro personale con il Ministro e per visitare gli Uffici e così conoscere direttamente i Frati che lavorano in Curia a servizio dell’Ordine. Il giorno 17 è stato caratterizzato dall’ascolto di relazioni in Assemblea, dai lavori di gruppo sulle relazioni e dal mettere insieme, in Assemblea, il frutto delle riflessioni dei gruppi. Si sono alternati sul tavolo della Presidenza Fr. Massimo Fusarelli, Segretario per la Formazione e gli Studi; Fr. Nestor Schwerz, Segretario per l’Evangelizzazione; Fr. Vincenzo Brocanelli, Moderatore per le Missioni; Fr. Joe Rozansky, dell’Ufficio “Giustizia, Pace ed Integrità del Creato”; Fr. Ivan Matic,Assistente generale OFS e GiFra. L’intera mattinata del 18 gennaio è stata dedicata all’ascolto delle relazioni di alcuni 169 Uffici della Curia su: Comunicazioni (Fr. John Abela), Economia (Fr. Giancarlo Lati e Fr. Jakab Várnai), Procura (Fr. Valentino Menegatti), Segretaria generale (Fr. Ernest Siekierka. «Il Ministro e il suo Definitorio nelle CCGG e negli SSGG» è stato il tema del pomeriggio, illustrato da Fr. Nikolaus Schöck e, poi, approfondito, attraverso un intenso dialogo in Aula. Il 19 gennaio, sabato, si è lavorato soltanto al mattino: in Assemblea per ascoltare una relazione di Fr. Paul Smith su «L’accompagnamento dei Frati in difficoltà»; nei lavori di gruppo e di nuovo inAssemblea. Dopo la pausa del 20 gennaio, domenica, il giorno 21 è stato interamente dedicato alla riflessione e alla preghiera sulla Lectio Divina. Animatore è stato Fr. Raniero Cantalamessa, OFMCap. Nella mattinata del 22 gennaio, ultimo giorno dell’incontro, i partecipanti hanno ascoltato la riflessione di Fr. Luis Cabrera, Definitore generale, su «Linee guida per l’animazione», e le risposte di Fr. Francesco Antonelli, Commissione giuridica, alle domande previamente inoltrate per scritto. Nel primo pomeriggio, dopo la verifica dell’incontro da parte dell’Assemblea, il Ministro generale, ringraziati i Partecipanti per la loro fraterna ed attiva partecipazione, si è soffermato su alcuni aspetti che permettono una positiva animazione dei Fratelli a loro affidati. FR. LUIGI PERUGINI, OFM 3. Centenario dell’ordinazione presbiterale di Fr. Agostino Gemelli Venerdì 14 marzo 2008, nella nota Basilica-Santuario milanese dedicata a S. Antonio di Padova, in occasione del centenario di ordinazione presbiterale di Fr. Agostino Gemelli, OFM, ha avuto luogo una solenne cerimonia commemorativa, cui ha partecipato un gran numero di persone a diverso titolo legate e affascinate dalla figura del celebre frate scienziato, fondatore nel 1921 del primo ateneo cattolico italiano. 170 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 Durante il primo momento di tale celebrazione, il Maestro Fr. Renato Beretta, OFM, ha diretto in maniera eccellente l’Orchestra Baroqu’Ensemble in un gustoso e godibile concerto strumentale di musica barocca. Sono stati eseguiti il concerto in re maggiore n. 6 per tromba di G. Torelli e il concerto in si minore F IV n.10 per quattro violini di A. Vivaldi. La rievocazione è, quindi, proseguita con una tavola rotonda animata dagli interessanti interventi del molto reverendo Fr. Roberto Ferrari, OFM, Ministro provinciale dei Frati Minori di Lombarda, del chiarissimo prof. Luigi Campiglio, Ordinario di politica economica e Pro-Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e di sua Eccellenza Dott. Oscar Luigi Scalfaro, Presidente emerito della Repubblica italiana. Nella sua allocuzione Fr. Roberto Ferrari ha presentato un sunto della vita di Fr. Agostino Gemelli, Edoardo al secolo, «uomo di non comune intelligenza e di grande cuore, che seppe imprimere a numerosissime opere l’impronta del suo genio». Fr. Roberto ha insistito sul dinamismo vitale che ha fatto del Gemelli un medico, uno psicologo, un aviatore, un professore, un frate e un sacerdote, e tutte queste cose insieme. Se era stato l’amore per la verità che aveva mosso il giovane Edoardo a dedicarsi allo studio della persona umana per poterne sanare le infermità fisiche, psichiche e sociali, in seguito, cioè a partire dall’anno 1903, anno che vide la sua conversione, fu la carità di Cristo che lo avvicinò allo studio della divina sapienza per consentire agli uomini di ottenere non solo la salute, ma, dono ancor più grande, la salvezza. Il 18 marzo 1958, durante la celebrazione della Messa per il 50° anniversario dell’ordinazione presbiterale del Gemelli, anche l’allora Arcivescovo di Milano, sua Eccellenza Mons. Giovanni Battista Montini, metteva in risalto come frate Agostino fosse riuscito a far armoniosamente convivere in sé la vocazione di professore e quella di sacerdote, apparentemente incompatibili. Interessante, poi, il parallelo messo in evidenza da Fr. Roberto, tra frate Agostino e frate Francesco d’Assisi. Infatti, in un arti- colo apparso su Il Giornale d’Italia il 15 luglio 1958, l’autore, l’on. Cantalupo, afferma che «il frate-colonnello, l’universitario in saio […] sempre nominava con un sorriso di angelo gigantesco “Nostro Signore Gesù Cristo”. Quando queste quattro parole fiorivano sulla sua bocca ridente lietissima, illuminata come dall’alto, la sua forza di effusione spirituale diventava irretibile»; queste parole, ha sottolineato Fr. Roberto, ricordano quanto Tommaso da Celano, primo biografo di san Francesco d’Assisi, dice a proposito dell’episodio della notte di Natale trascorsa dal santo assisate in quel di Greccio: in quell’occasione la dolce riverenza per il nome di Cristo faceva sì che san Francesco, pronunciando tale nome, arrivasse addirittura a leccarsi le labbra. Novello Francesco d’Assisi, nonché novello Paolo di Tarso, ha continuato Fr. Roberto, in quanto Gemelli ha osato ripensare in modo nuovo l’apostolato in molteplici forme, tanto da poter essere considerato a giusto titolo una delle personalità di maggior rilievo della cultura e della Chiesa del ventesimo secolo. Al Gemelli, infatti, dobbiamo l’intuizione di aver fondato nel 1921 l’Università Cattolica del Sacro Cuore, la Rivista di filosofia neo-scolastica, la Rivista del clero, nonché la rivista e la società editrice Vita e Pensiero. Anche l’Opera impiegate è una sua creazione, il cui scopo era quello di far fronte ai bisogni materiali e spirituali delle lavoratrici. Per incrementare la conoscenza della liturgia e favorire la partecipazione attiva e consapevole del Popolo di Dio ai misteri celebrati, fondò nel 1928 l’Opera della Regalità, promotrice di corsi di esercizi spirituali e di una sempre rinnovata cura della liturgia nella Chiesa. Amante della figura del Sacro Cuore, favorì dapprima l’Opera di consacrazione al Sacro Cuore dei Soldati dell’Esercito e dell’Armata, che portò alla consacrazione di circa due milioni di soldati e marinai nel 1917; si prodigò, poi, perché venisse istituita la festa liturgica di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, concessa da Pio XI nel 1925 con l’Enciclica Qua primas. Fr. Roberto, inoltre, ha ricordato particolarmente la significatività della fondazione AD CHRONICAM ORDINIS degli Istituti secolari della Regalità di Cristo (Missionarie, Missionari e Sacerdoti): infatti, tale forma di vita, definita dal Gemelli “consacrazione dal di dentro del mondo”, ha iniziato ad esistere nella Chiesa grazie anche all’influsso della riflessione teologica del sacerdote-scienziato. Di certo Agostino Gemelli è stato un grande lavoratore; la sua attività, però, non è mai stata fine a sé stessa, bensì è sempre stata da lui intesa come azione di grazie perenne, azione di risposta a Colui che dona largamente i talenti ai suoi figli. Egli stesso ebbe a dire: “Dobbiamo lavorare negli svariati campi nei quali la Provvidenza ci ha collocati per cooperare alle sue manifestazioni nel mondo”. Centro propulsore dell’attività di Fr. Agostino Gemelli fu la sua assimilazione a Cristo, la sua unione a Cristo in spirito di perenne sacrificio al Padre. «Mi sono fatto francescano – scriveva Fr. Agostino – perché il francescano si dona totalmente a Cristo: essere francescano non vuol dire avere la testa rasa e i piedi nudi, vuol dire darsi a Cristo dalla testa ai piedi». La vita di Fr. Gemelli, ha concluso Fr. Roberto, e la sua azione pastorale sono state segnate dall’urgenza di portare gli uomini a Cristo, affinché Egli regni in tutti i cuori. La parola, quindi, è passata al Prof. Luigi Campiglio, il quale ha introdotto il suo intervento ricordando che l’Università Cattolica del Sacro Cuore si sta preparando a celebrare nel 2009 il 50° anniversario del dies natalis del suo fondatore, primo Rettore dell’Ateneo dei cattolici italiani. Il Pro-Rettore ha continuato sottolineando le analogie non casuali che accomunano la vita di san Francesco e quella di Fr. Agostino Gemelli. La gioventù di entrambi è costituita da una serie ricchissima di esperienze umane. Entrambi, poi, sono passati, all’età di circa venticinque anni, attraverso la prova della conversione, scatenata dalla folgore del contatto con l’altrui sofferenza – per san Francesco il lebbroso, per Gemelli il giovane soldato abruzzese, ricoverato nel reparto infettivi dell’Ospedale S. Ambrogio perché colpito dalla tubercolosi, con il corpo ricoperto di piaghe e a cui non re- 171 stavano se non poche ore di vita, il quale chiese innanzitutto al novello medico Edoardo Gemelli di fare quello che avrebbe fatto in quel momento la sua mamma, cioè baciarlo, e poi di andare a chiamare il cappellano per il viatico. Entrambi si sono proposti come “cavalieri della Vergine Maria” (nel 1909, Gemelli, si dichiarava a favore dei miracoli di Lourdes). Entrambi hanno cercato e sono riusciti a far convivere nella loro esperienza personale la dimensione attiva e quella contemplativa, facendosi strumenti attraverso cui l’azione soprannaturale si potesse manifestare nel mondo. Entrambi, di fronte alla responsabilità dell’autorità, l’hanno esercitata con umiltà, come minori e servi degli altri fratelli. Entrambi hanno portato una novità e una freschezza nell’alveo della vita consacrata (lo stile mendicante uno e gli istituti secolari l’altro). Entrambi hanno speso la vita lavorando sempre intensamente. E, quasi al termine della sua vita, Fr. Agostino, ha ricordato il Prof. Campiglio, ebbe a domandare ai suoi confratelli di essere perdonato perché, sebbene ritenesse di non essere stato un frate esemplare, tuttavia era certo di aver sempre amato intensamente san Francesco e il suo ideale di vita evangelica. Il Pro-Rettore, quindi, ha accennato alle tappe fondamentali attraverso cui Agostino Gemelli, insieme a vari collaboratori, ha dato vita nel 1921 all’avventura scientifica, religiosa, etica e politica del primo ateneo dei cattolici italiani, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, a tutt’oggi impegnata in questa mirabile avventura. Gemelli, ha sottolineato Campiglio, è stato sempre guidato dalla convinzione sanfrancescana che la pratica del bene deve sempre accompagnare la scienza e si è sempre mostrato aspramente critico nei confronti di quella scienza che non ricerca la verità ma il profitto e il tornaconto personale. Con la Rivista di filosofia neo-scolastica si proponeva di portare avanti, con un certo anticipo sui tempi, quel dibattito tra scienza e fede, ancora oggi al centro del magistero ecclesiale, che, in seguito, il Concilio Vaticano II avrebbe fatto suo, dimostrando la 172 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 piena conciliabilità del rapporto fede-scienza; conciliabilità dimostrata dal Gemelli nella sua stessa persona, in quanto egli era al contempo frate e scienziato. Il contributo di Agostino Gemelli, uomo di studio, ha concluso il Prof. Campiglio, è stato significativo sia dal punto di vista epistemologico, sia sul piano delle scienze sociali, le quali devono sempre portare al miglioramento della qualità della vita, evitando di cadere preda del principio del mero profitto economico. Il terzo contributo della cerimonia commemorativa è stato quello del Presidente emerito della Repubblica italiana, Oscar Luigi Scalfaro, il quale ebbe a conoscere personalmente Fr. Agostino Gemelli nel 1937, anno di immatricolazione alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. I contatti tra Gemelli e Scalfaro sono proseguiti fino alla morte del frate scienziato, il quale, ha sottolineato Scalfaro, anche nel mondo accademico cattolico purtroppo veniva visto e fastidiosamente definito “magnifico terrore”, se non addirittura personaggio dominatore e prepotente. Nel corso del suo intervento, il Presidente ha sottolineato con forza e a più riprese che il Gemelli era un convertito: questa è una qualità fondamentale, essenziale e ineliminabile di Fr. Agostino Gemelli. E la sua conversione, considerato che proveniva da una famiglia non religiosa, che l’ambiente accademico da lui frequentato era laico e che si trovava a contatto con persone di ideologia socialista, non poteva venire giudicata se non in maniera sprezzante. La diagnosi fatta per il Gemelli, grossolana e facile da effettuare, concludeva con una semplice affermazione: “È pazzo!”, proprio come era accaduto per san Francesco. Un convertito, ha chiaramente affermato il Presidente Scalfaro, è «un uomo con un pezzo in più», di fronte al quale non ci si può sentire altro che uomini «con un pezzo in meno». Il convertito, come san Paolo ad esempio, è un uomo che loda, prega, rischia, battaglia «con un pezzo in più». Agostino Gemelli è stato uno che ha avuto il coraggio di lasciare tutto e si è con- vertito, e non a modesto livello; e la sua forza è stata la potenza dell’amore che egli nutriva e con tutto il suo essere dimostrava nei confronti del Verbo incarnato. Questo convertito era anche sacerdote, ossia ministro di Dio che ha saputo donare totalmente se stesso per la gloria dell’Altissimo e a servizio degli altri. Gustosi e commoventi sono gli aneddoti che hanno impreziosito il contributo del Presidente Scalfaro. Quella volta, per esempio, in cui, durante la celebrazione della santa Messa, Gemelli si voltò per recarsi con la pisside in mano dall’altar maggiore alla balaustra a distribuire le comunioni e notò tra la folla dei fedeli suo padre, ormai anziano, in ginocchio. Oppure quel giorno in cui si vedeva ormai costretto, per mancanza di disponibilità finanziaria, ad abbandonare il sogno di comprare la sede per l’ateneo, perdendo così anche le 50.000 lire già pagate come caparra: la Provvidenza, nella quale egli confidava, venne in suo soccorso e Gemelli ebbe a disposizione l’assegno di un milione di lire a copertura totale delle spese per l’acquisto dell’immobile. O ancora, quando, non avendo i soldi per pagare il salario settimanale agli operai che stavano lavorando per restaurare la sede dell’ateneo, proprio mentre stava scendendo le scale per raggiungere i lavoratori e dire loro che non sarebbero stati pagati, incrociò un signore che gli consegnò una busta all’interno della quale si trovava, come offerta, la somma esatta di cui egli necessitava per retribuire gli operai. Il Presidente Scalfaro ha concluso la sua allocuzione ricordando con sommo dispiacere l’accanita azione di denigrazione nei confronti del Gemelli e del suo operato e sollecitando sia la gerarchia ecclesiastica, sia i responsabili dell’Università Cattolica a continuare in maniera sempre più approfondita gli studi sulla mirabile figura del convertito Agostino Gemelli, frate, sacerdote e credente, il quale è riuscito a nulla tenere per sé, donandosi tutto a Dio e al prossimo. Dopo la conclusione della tavola rotonda, la cerimonia commemorativa è prose- AD CHRONICAM ORDINIS guita con la solenne celebrazione eucaristica, nella vigilia della solennità liturgica di san Giuseppe, presieduta da sua Eccellenza Mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, Vicario generale della Diocesi di Milano, il quale, durante l’omelia, ha evidenziato come il sacerdozio fosse la radice della personalità di Gemelli e come le qualità naturali del francescano scienziato possano essere ritenute esuberanti e, grazie al buon impiego fattone, di una fecondità prodigiosa. Il futuro Paolo VI, nella sua omelia del 1958 per il giubileo presbiterale di Gemelli, parlando della singolare personalità del festeggiato, aveva attribuito al sacerdote francescano una certa “modestia sdegnosa”. La personalità di Gemelli, ha continuato Mons. Redaelli, risulta quasi contrapposta a quella di san Giuseppe, il quale nei Vangeli viene descritto come un personaggio che sa restare in secondo piano, che non interviene e non parla mai. Certo, però, lo sposo della Beata Vergine Maria, pur nel suo umile silenzio si rivela quale uomo di azione, determinante soprattutto nelle situazioni straordinarie; è, inoltre, un uomo che si lascia guidare dalla fede, aperto alla Parola di Dio e capace di nutrire un’indefettibile fiducia nelle promesse fatte da Dio, vero protagonista della storia. Queste qualità o virtù del Santo, sposo della Vergine e padre putativo del Signore Gesù, le possiamo riscontrare anche nella figura di Gemelli, uomo gagliardo di azione e di impetuosa vitalità, folgorato come Paolo di Tarso, ispirato e guidato dalla fede nella divina Provvidenza. Sacerdote e francescano, ossia uomo al servizio di Dio e del prossimo con uno stile spirituale solare, basato sull’amore, desideroso di vivere il vangelo integralmente, in relazione con la coscienza moderna e i suoi problemi, coscienza sempre inquieta che anela alla libertà e alla felicità. Atto supremo e conclusivo della commemorazione, quindi, non poteva se non essere l’Eucaristia, ossia il rendimento di grazie per eccellenza, durante la quale tutti i convenuti, a nome anche di tutti i fratelli e le sorelle che formano il Popolo di Dio, hanno gioiosamente ringraziato il Datore di ogni 173 bene per il dono straordinario e stupendo di Fr. Agostino Gemelli, sacerdote, francescano e uomo di scienza. FR. GIOVANNI RINALDI, OFM 4. Incontro della CFF Roma, 17.03.2008 Come è ormai consuetudine, la mattina dello scorso lunedì santo, 17 marzo, la Conferenza della Famiglia Francescana (CFF) si è ritrovata presso la Curia dei Frati Minori Cappuccini per una delle sue due riunioni annuali. Erano presenti Fr. Marco Tasca, Ministro generale OFMConv e Presidente di turno, Fr. José R. Carballo, Ministro generale OFM, Fr. Mauro Jöhri, Ministro generale OFMCap, Fr. Michael Higgins, Ministro generale TOR, Benedetto Lino, Delegato della Ministra generale OFS e Fr. James Puglisi, SA, Delegato della Presidente CIF-TOR. L’incontro, iniziato alle ore 9.30 con un breve momento di preghiera, è stato interamente dedicato al cammino che Franciscans International (FI) ha compiuto in questi mesi. Per questo motivo sono intervenuti all’incontro anche Fr. Markus Heinze, OFM, e Attilio Galimberti OFS, che fanno parte del Board of Directors, composto dai delegati della CFF per FI. È stata l’occasione per fare il punto della situazione dopo gli ultimi avvicendamenti all’interno dell’organizzazione. In particolare, la scelta del nuovo Direttore Esecutivo, nella persona di Sr. Denise Boyle, FMDM, l’apertura di un nuovo Ufficio per l’Asia a Bangkok, la revisione degli Statuti di FI, sono stati argomenti di riflessione, di fraterno confronto e motivo di speranza per il futuro cammino di questa organizzazione, che presso le Nazioni Unite è la voce dei francescani in difesa dei diritti di quanti sono oppressi nel mondo. Fraternamente accolti dai Frati della Curia generale dei Frati Minori Cappuccini, il pranzo è stato un ulteriore momento per vivere la gioia dello stare insieme e del ritrovarsi, nella semplicità dei gesti quotidiani, a condividere lo stesso spirito. 174 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 Dopo gli scambi di auguri per la prossima santa Pasqua, nel pomeriggio si è tenuta anche la riunione dei Ministri generali del Primo Ordine Francescano e del TOR, durante la quale è stato messo a punto il programma per il Capitolo Internazionale delle Stuoie dei Frati Francescani del I Ordine e del TOR, che si svolgerà ad Assisi e a Roma dal 15 al 18 aprile 2009. Con questa grande e solenne iniziativa i Ministri generali intendono concludere la celebrazione dell’VIII Centenario della nascita del carisma francescano con l’approvazione da parte della Chiesa della Regola scritta da san Francesco. L’iniziativa, nata e resa possibile dall’Unione delle Conferenze dei Ministri provinciali delle Famiglie francescane d’Italia (UCFFI), che si è fatta carico anche di tutta l’organizzazione, vuole essere un momento per tutti i Frati del mondo per riflettere sulla “grazia delle origini” e rinnovare la propria fedeltà alla scelta di vivere secondo la forma del santo Vangelo. Per questo motivo Fr.Aldo Broccato, OFMCap, e Fr. Paolo Fiasconaro, OFMConv, Presidente e Segretario dell’UCFFI, sono intervenuti all’incontro dei Ministri, per fissare insieme a loro i momenti salienti di questo Capitolo. La riunione dei Ministri è, quindi, proseguita con uno scambio di esperienze e si è conclusa dandosi l’appuntamento per il prossimo 3 ottobre ad Assisi. FR. STEFANO RECCHIA 5. The General Definitory met the English-speaking Conference of Ministers Provincial (ESC) St. Bonaventure, USA, 30.03-02.04.2008 A cold evening, with freezing air, received the Minister General and seven of his Definitors from various regions on the 28th of March last. A meeting with the “English Speaking Conference” brought the government of the Order to the American Continent, but the first contact with this reality took place in the heart of Manhattan as guests of the Fraternity in the Provincial Curia of Holy Name Province. The wel- come by the Minister Provincial, Br. John O’Connor, and his Friars was surprising: even before leaving the airplane the guests were made aware of being waited for by a functionary, who then accompanied them out of the airport. The Minister Provincial, the Vicar Provincial, Br. Fr. Dominic, and other Friars were there to greet us and accompany us to their house on 31st Street, where the entire fraternity took part in expressing a festive welcome. Even the house where we lodged was welcoming and beautiful. It is a new building which houses the Provincial Curia, the rooms of the fraternity and the various social services which rose up around the church of St. Francis of Assisi. Our church of St. Francis in New York is a wonderful reality which surprised the Minister and Definitory General by the participation, liturgical animation, numerous attendance, day-long Eucharistic adoration, the continuous spiritual assistance offered to the faithful through listening and the confessional. It was also very touching to pause at the memorial to Br. Mychal Judge, the fire-fighter Friar chaplain, who died in the collapse of the Twin Towers. The local fraternity organised a special visit to Manhattan for the Minister and Definitory General on the following day. It was a tour giving views of the city from the water, moving us by boat. The view of Manhattan with it scenery of huge buildings and famous places, was enchanting; the beautiful sunny day made the view even more enchanting; Br. Dominic Monti was our guide. All took part in the solemn celebration, presided by the Minister general, in the church that evening. The guests were presented to the community of the faithful during the ceremony. A festive evening with the local fraternity brought our first day in the “big-apple” to a close. The Minister General and the Definitors, together with the Provincial and some Friars connected with the meeting with the Conference, travelled to the meeting place, St. Bonaventure University. All were ready to move on Sunday morning when another surprise left them astounded: the bus which collected us for the journey was extraordi- AD CHRONICAM ORDINIS narily comfortable, without compare. It was another gesture of great welcome by the Province. Br. Michael, Provincial Secretary, prepared everything to perfection; he himself accompanied the Minister General and the Definitors with extreme attention. The journey, of about 600 km., was not burdensome and became a time of fraternal sharing, especially with Br. Dominic, the Vicar Provincial. St. Bonaventure University is situated in the country-side, in an ample territory surrounded by small villages. The first meeting of the Minister General and Definitory with the Ministers Provincial of the Conference took place in the house of the local fraternity, which offers assistance and teaching to the University. Mass was celebrated, we were greeted and we made our first contacts and then shared an exquisite dinner offered by the same fraternity. The meeting with the English-speaking Conference began the next day with the Eucharist, presided by Br. José, Minister General. The gatherings were held in the University and began with sharing. Each Minister Provincial presented his Entity, giving the relevant points and problems they face. Interventions and dialogue followed on each other smoothly, without hurry, and predisposed all to a fraternal and trusting exchange. That evening, at the end of the day’s work of Monday the 31st, all attended a concert given in the “The Regina A. Quick Center for the Arts” auditorium, to celebrate the 150th Anniversary of St. Bonaventure University. The concert included the Canticle of Creatures by Cal Stewart Kellogg (1947) and the Quartet for the end of time by Olivier Messiaen. The extraordinary nature of the concert was added to by the performance of the noted tenor of the “Metropolitan Opera”: Kenneth Riegel, who, in addition to the appreciation for his performance, would receive a Doctorate ‘honoris causa’ the next day. Tuesday, 1st of April, began with the celebration of the Eucharist, presided by Br. John O’Connor, President of the Conference, followed by an assembly of Ministers Provincial with the General Definitory. 175 Then there was an interesting visit to the “Franciscan Institute” by the guests. There the present Director, Br. Michael Cusato, gave the history and the present programme of the “School of Franciscan Studies”, and presented the publications and described the heritage of books kept by the Library: the most important collection of franciscan documents, codices and studies in America. In the early afternoon, the Minister General, Definitors and the Conference of Ministers were accompanied on a visit to the university campus: structure after structure, building after building, all the vital areas of the university, composed of recently completed very modern scientific research laboratories, were viewed. That evening there was the grand Academic Convocation in the Reilly Center which included the lavish celebration of the 150 years of the University and the conferring of the Doctorate Honoris Causa on the Minister General, Br. José R. Carballo, on the programme. The Centre, in which the ceremony was held, filled up orderly with the solemn entrance of the different components of the university. Accompanied by the music of the orchestra, the students who were about to receive their doctorates entered, followed by the officials and professors, the Friars Minor and the various guests. The convocation was opened with a moment of prayer. A video presentation of the 150 years of the institute was then shown: the history, from its origins to the present day, of St. Bonaventure University. Br. Panfilo of Magliano was recalled. He, while teaching at St. Isidore’s College in Rome, was sent by the Order, in June 1855, at the request of the Bishop of Buffalo, John Timon, to take care of the formation of the children of immigrants. This courageous Italian Friar Minor, accompanied by three Friars and supported by an Irish couple, Nicholas and Mary Devereux, founded the school which, in time, would become this prestigious university. Br. Panfilo also founded the Custody of the Immaculate Conception, in 1861, and became the first Custos of this new Entity of the Order. 176 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 The conferring of the Honorary Doctorate on our Minister General and on another two people, the Bishop of Buffalo, Edward Kmiec, and the lyric tenor of the metropolitan, Kenneth Riegel, was a very special and solemn moment. At this point, Br. José, clothed in the honorary insignia proper to academic authorities, addressed those present, thanking them for the honour received and praising the work of the Franciscans and of the University. The choral rendering of the Alma Mater concluded the ceremony. There was a sumptuous gala dinner at the university immediately afterwards with the participation of all the authorities, Friars Minor and the various representatives. Among the representatives were relations of Br. Panfilo Pietrobattista, who, with the Pastor and Mayor of Magliano dei Marsi, wished to honour the figure of the founder of the university. The relations, in fact, spoke at the presentation of an artistically decorated parchment recalling the work of Br. Panfilo with biblical references, profoundly touching the souls of all those present. This official act brought the meeting with the English-speaking Conference to an end. The Minister General had to leave the United States for other commitments the next morning. The General Definitory, on the contrary, could, before returning to new York, prolong their stay by taking part in the formation meeting of the Ministers Provincial which, given the celebration of the anniversary of John Duns Scotus this year, was on his thoughts. Br. Dominic Monti, Vicar Provincial and a teacher at the St. Bonaventure University, gave a demanding and good discourse on the topic of Freedom and Contingency in the thought of Duns Scotus; a discourse and debate which gave unanimous satisfaction. BR. MARIO FAVRETTO 6. Laboratorio formativo della Conferenza Nord-Slavica Dal 31 marzo al 5 aprile 2008 si sono riuniti a Piešťany, in Slovacchia, 28 Forma- tori della Conferenza Nord-Slavica OFM. Dopo l’intervento di Sr. Hilaria Hatko sul cosiddetto «enneagramma», un metodo per conoscere se stessi, il promotore del laboratorio, Segretario per la Formazione e gli Studi della Conferenza, Fr. Witosław Sztyk, ha affermato che l’«enneagramma», termine usato e descritto dal nostro confratello Fr. Richard Rohr, è uno strumento, che non può essere ignorato, poiché può essere molto utile nel processo formativo. All’incontro hanno partecipato i Formatori francescani della Polonia, Slovacchia, Ucraina e Repubblica Ceca. In quest’occasione i partecipanti hanno avuto la possibilità di incontrasi con la Fraternità formativa di Bratislava e con Fr. Juraj Mihaly, Ministro provinciale della Slovacchia. 7. Notitiæ particulares – FR. JOSÉ ELÍAS RAUDA GUTIÉRREZ, OFM, è stato nominato da Benedetto XVI Vescovo Ausiliare della Diocesi di Santa Ana (El Salvador), finora Responsabile dell’Ufficio per gli Affari Giuridici della Curia Provinciale dei Frati Minori, assegnandogli la sede titolare vescovile di Foraziana. (L’Osservatore Romano, 26 gennaio 2008) Breve nota biografica Fr. José Elías Rauda Gutiérrez, della Provincia “Nostra Signora de Guadalupe” (America Cemtrale e Panama), è nato a Agua Caliente, diocesi di Chalatenango, il 20 luglio 1962. Entrato in Noviziato il 16 gennaio 1980, ha emesso la professione temporanea il 16 gennaio 1981 e quella solenne il 28 febbraio 1987. Il 1° aprile 1989 è stato ordinato sacerdote. Ha compiuto gli studi ecclesiastici di Filosofia presso l’Università “San Carlo” in Guatemala e di Teologia presso l’Università “Francisco Marroquín” e presso l’Università Centroamericana UCA di San Salvador. Ha ottenuto la Licenza e quindi il Dottorato in Diritto Canonico presso la Pontificia Università “Antonianum” di Roma. AD CHRONICAM ORDINIS Ha svolto i seguenti incarichi: Maestro dei Postulanti a San Pedro, Sacatepéquez (Guatemala), Vice parroco nella parrocchia di San Pedro di Sacatepéquez (Guatemala), Guardiano della Comunità di San Pedro in Sacatepéquez (Guatemala), Parroco di “Reina de la Paz” a Soyapango, Arcidiocesi di San Salvador (El Salvador), Economo della Fraternità “Bosques de Prusia” (El Salvador). Dal 2005 è Responsabile dell’Ufficio per gli Affari Giuridici della Curia Provinciale dei Frati Minori con sede in Guatemala. – MONS. HILÁRIO DA CRUZ MASSINGA, OFM, è stato nominato da Benedetto XVI Vescovo della Diocesi di Quelimane (Mozambico), finora Vescovo della Diocesi di Lichinga (cf AOFM, 1[2003]127). (L’Osservatore Romano, 26 gennaio 2008) – MONS. FAUSTO GABRIEL TRÁVEZ TRÁVEZ, OFM, Vescovo titolare di Sulletto e finora Vicario Apostolico di Zamora, è stato nominato da Benedetto XVI Vescovo di Babahoyo, Ecuador (cf AOFM, 2[2003]126-127). (L’Osservatore Romano, 28 marzo 2008) – FR. PIOTR HERKULAN MALCHUK, OFM, della Provincia S. Michele Arcangelo, in 177 Ucraina, è stato nominato da Benedetto XVI Vescovo Ausiliare della Diocesi di Odessa-Simferopol dei Latini (Ucraina), con la sede titolare vescovile di Media. (L’Osservatore Romano, 30 marzo 2008) Breve nota biografica Fr. Herkulan, nato il 7 luglio 1965 a Sloboda Rashkiv (Moldova), ha emesso la professione temporanea nell’Ordine dei Frati Minori il 4 gennaio 1990 e quella solenne 22 agosto 1993. È stato ordinato sacerdote il 7 giugno 1992, dopo aver compiuto gli studi presso il Seminario Maggiore di Riga. Ha ottenuto il Dottorato in Teologia spirituale presso l’Ateneo Antonianum di Roma (1998). Ha ricoperto diversi incarichi, tra i quali: Vice-Parroco a Polonné (19981999); Custode e in seguito Ministro provinciale della Provincia S. Michele Arcangelo in Ucraina (2004-2007). Dal 2007 è Economo provinciale. – FR. PIERBATTISTA PIZZABALLA, OFM, Custode di Terra Santa, è stato nominato da Benedetto XVI Consultore della Commissione per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo presso il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. (L’Osservatore Romano, 27 aprile 2008) 1. Libri BIBLIOGRAPHIA – AA.VV., Dizionario Bonaventuriano, Edizioni francescane, Padova 2008, pp. 909. – AA.VV., Memorias. Curso de formación para la misión y la evangelización en clave franciscana. “La osadía de vivir el Evangelio”, del 25 al 28 de junio de 2007, Editorial Bonaventuriana, Bogotá 2008, pp. 291. – AA.VV., Quaderni Biblioteca Balestrieri, nn. 5.6.7, La Grafica, Ragusa 2006, pp. 167. 188. 174. – AGULLÓ PASCUAL J. BENJAMÍN, La real acadèmia de cultura valenciana i el pare Fullana, Discurs llegit el dia 3 de març de 2008 en la seua recepció com a acadèmic de número, Real Acadèmia de Cultura Valenciana, Valéncia 2008, pp. 55. – ALOISI SABRINA, Santa Maria delle Grazie. La nascita dei ritiri francescani, Tipocrom srl, Roma 2000, pp. 206. – BOVE CRISTOFORO (a cura di), Padre Simpliciano della Natività. Parole dal silenzio. La carità che brucia, Edizioni San Paolo, Torino 2007, pp. 115. FEDERICO, Matteo – CANACCINI d’Acquasparta tra Dante e Bonifacio VIII, Edizioni Antinianum, Roma 2008, 199+10. – CONCETTI GIUSEPPE, I Settempedani a S. Pacifico nel 1839 (festeggiamenti e componimenti poetici), Tipografia S. Giuseppe, Santuario S. Pacifico, Sanseverino Marche 2008, pp. 95. – FOUGÈRE ANNE, Sainte Colette recluse, pérégrine, fondatrice, éditions franciscaines, Paris 2008, pp. 48. – GENERAL SECRETARIAT FOR FORMATION AND STUDIES, “Evangelium observare”. Acta. II Congressus Internationalis Moderatorum Formationis Continuæ OFM, S. Mariæ Angelorum, 13-28 octobris 2007, Ingegno Grafico, Roma 2007, pp. 428. – HOŠKO EMANUEL, Biskup Vrhovac između baroka liberalizma, (Il Vescovo Vrhovac tra barocco e liberalismo), Zagreb 2007, pagg. 214. – IBRAHIM NAJIB, Gesù Cristo Signore dell’universo. La dimensione cristologica della lettera ai Colossesi, Edizioni Terra Santa/Franciscan Printing Press, Milano/Jerusalem 2007, pp. 240. – LONGO FABIO, 1928-2007. Settantanove anni di presenza a Cormòns dei Frati Minori, Imprimenda, Limena 2007, pp. 80. – PERI VITTORIO, Ludovico da Casoria un “ciclone” di carità, Editrice Velar, Gorle 2007, pp. 48. – PIEPER ROLAND - EINHORN JÜRGEN WERINHARD, Franziskaner zwischen Ostsee, Thüringer Wald und Erzgebirge. Barute-Bilder-Botschaften, Ferdonand Schöningh, Paderborn 2005, pp. 256. – PROVINCE DEI FRATI MINORI DELL’ITALIA SETTENTRIONALE (a cura di), Ratio Formationis Interprovincialis, Tipografia Egizia, Torino 2007, pp. 72. – TONNA IVO, Outlines of Franciscan Philosophy. Doctrinal Synthesis of Franci- 180 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 scan Thought in the XIII and XIV Centuries, TAU Edition, Malta 2008, pp. 292. – VRGOČ MIRO, Duhovni stupovi Boesne Srebrene (Le colonne della Bosnia Argentina), Sarajevo-Zagreb 2007, pp. 798. – ZAHNER PAUL - BIEGER DAMIAN, Regel und Leben. Materialien zur FranziskusRegel, I, Fachstelle Franziskanische Forschung, Münster 2007, pp. 148. 2. Extracta – GAVIGLIA QUIRINO, Il Convento francescano di san Pietro in Carpineto Romano: Leggi eversive e interventi leoniani. I Documenti, in “Frate Francesco. Rivista di cultura francescana”, aprile 2008, n. 1, pp. 7-51. 1. Pllumi Fr. Zef NECROLOGIA Mali i Rrencit, Albania, 07.04.1924 Roma, Italia, 09.25.2007 Fr. Zef (Giuseppe) Pllumi è nato il 7 aprile del 1924, a Mali i Rrencit. Nel 1931 ha ricevuto il sacramento del battesimo e nel 1932 quello della cresima nella parrocchia di Scutari. Entrato giovanissimo nel Collegio francescano di Scutari, fu ammesso nel 1940 in Noviziato di Troshan ed emise la professione temporanea il 4 ottobre 1941. Dopo aver frequentato gli studi nel Liceo “Illyricum”, compì gli studi di Teologia nel convento di S. Francesco d’Assisi a Scutari. Durante gli anni 1943-1944 ha collaborato alla pubblicazione della rivista “Hylli i Dritës” (Stella Mattutina) e, nello stesso tempo, è stato segretario personale del Ministro provinciale, Fr. Mati Prendushi. Fr. Zef apprese molto da alcune grandi figure di Francescani, come Fr. Giorgio Fishta, Fr. Antonio Harapi, Fr. Giovanni Shllaku, Fr. Paolo Dodaj, Fr. Donato Kurti e Fr. Bernardino Palaj. Ha emesso la professione solenne nel convento di S. Francesco d’Assisi a Gjuhadol Scutari, il 2 febbraio 1946. Nel stesso anno è stato ordinato diacono. Allo zelo e all’entusiasmo di Fr. Zef, per il servizio nella vigna del Signore, si contrappose l’ideologia marxista, che sradicò in Albania tutto ciò che si riferiva al cristianesimo. Nel 1946, infatti, furono proibite tutte le attività religiose e il convento di Gjuhadol fu trasformato da luogo di fede, di speranza e di amore in prigione, dove le sofferenze e le torture andarono ben oltre ogni limite dell’immaginazione. Fr. Zef, con molti altri chierici, fu arrestato il 14 dicembre del 1946 e condannato da un tribunale militare agli inizi del 1948 a tre anni di carcere, che scontò a Scutari, a Beden di Kavaja e a Orman-Pojan di Maliq. Uscito dal carcere, ritornò nel convento di Arra e Madhe (Scutari). Durante questo primo arresto, co- me racconta nei suoi scritti, Fr. Zef soffrì molto, rimase legato per giorni interi alle scale del convento di Gjuhado, ma rimase fedele a Cristo. Nel 1956 fu ordinato sacerdote e svolse il suo ministero sacerdotale per 12 anni a Dukagjin, nonostante le difficoltà create dal regime comunista. Ma nel 1967 fu arrestato di nuovo e visse per 23 anni in diverse prigioni e in campi di concentramento, subendo le più terribili torture e passando attraverso varie malattie. L’aurora della libertà, però, stava per spuntare, anche per Fr. Zef: l’11 aprile 1989, infatti, fu scarcerato. Gli anni e soprattutto le conseguenze delle sofferenze e dei patimenti subiti non arrestarono l’entusiasmo e non affievolirono lo zelo di Fr. Zef, che, subito dopo la liberazione, riprese il suo ministero sacerdotale come parroco nella Chiesa di S. Antonio a Tirana, come annunciatore del Vangelo, cercando di coniugare fede e cultura come via privilegiata per far crescere umanamente e spiritualmente il popolo albanese così tanto provato. Frutto di questa sua convinzione sono le sue molte attività religioso-culturali: la ripubblicazione, dal 1993, della Rivista Hylli i Dritës (Stella Mattutina); l’edizione di una serie di libri: l’opera monumentale “Rrno vetëm për me tregue” (Vivi solo per raccontare), “Françeskanët e mëdhaj” (I grandi francescani), “Frati i Pashallarëve Bushatli, Erazmo Balneo” (Il frate dei Pasha di Bushati, Erazmo Balneo), “Ut heri dicebamus - sic i thonim dje” (Come dicevamo ieri), “Njerëz fisnik” (Gente nobile), “Histori kurrë e shkrueme” (Storia mai scritta), “Para njimijë vjetve” (Mille anni fa), “Antipoezi për shekullin e njizetë” (Antipoesie per il ventesimo secolo), un numero speciale di “Hylli i dritës” (Stella Mattutina) dedicato a P. Giorgio Fishta. Rilevante è stato anche il suo impegno in campo politico-sociale a favore del suo po- 182 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 polo che era uscito dalla lunga e terribile dittatura marxista, come l’invio di oltre 150 studenti per la formazione nei paesi occidentali, la ricostruzione della Biblioteca “P. Giorgio Fishta“ a Scutari, fornendo ad essa anche libri e documenti di grande valore, compresi i suoi manoscritti molto preziosi. Nel 2005, con la collaborazione della nuova generazione di Francescani, ha iniziato l’edizione di una collana francescana con le opere di insigni Frati Minori, diventati autori classici della cultura albanese. Per tutto questo il Presidente della Republica, Alfred Moisiu, il 29 giugno 2006 ha conferito Fr. Zef Pllumi l’onorificenza “L’Onore della Patria”. In quella circostanza il Presidente ha definito Fr. Zef «rappresentante del patrimonio culturale dell’Albania, una vera istituzione, che ha resistito alla dittatura e a tempi difficili, simbolo della libertà». Rispondendo al Presidente, Fr. Zef Pllumi ha affermato di accettare con piacere tale onorificenza come un segno della scomparsa di censure e delle discriminazioni a causa delle etnie, delle varietà delle idee e dei valori religiosi. Nello stesso anno il Ministero della Cultura dell’Albania ha assegnato a Fr. Zef il premio letterario “Penna d’oro“ per l’opera monumentale: “Rrno vetëm për me tregue” (Vivi solo per raccontare). Fr. Zef ha trascorso gli ultimi anni di vita nei conventi di Arra, di Madhe e di Gjuhadol. In quest’ultimo convento, però, il suo stato di salute peggiorò molto. Per questo motivo il 14 agosto 2007 Fr. Zef è stato ricoverato al Policlinico Agostino Gemelli, Roma/Italia, dove, assistito e confortato da alcuni Confratelli della sua Provincia, è passato alla casa del Padre il 25 settembre 2007. 2. Mons. José H. Gómez González ofm Lalín-Pontevedra, España, 03.04.1932 Lugo, España, 08.01.2008 Fr. José H. Gómez González, obispo emérito de Lugo (España), nació en Lalín (Lugo-España) el 3 de abril de 1932. Realiza sus estudios primarios en la misma villa y en Cea (Orense) y la enseñanza secundaria en los Colegios franciscanos de Herbón (Padrón) y Ponteareas. Ingresa en la Orden franciscana en 1948, emitiendo sucesivamente la profesión simple el 13 de agosto de 1949, y la profesión solemne el 18 de agosto de 1953. Realizados los estudios de Filosofía y Teología sucesivamente en los Colegios Franciscanos de Ponteareas y Santiago, se ordenó sacerdote en esta última ciudad el 24 de junio de 1956. Ante el resultado brillante de sus estudios eclesiásticos fue elegido inmediatamente para proseguir los de la carrera universitaria en Roma. En 1953 se licenció en la Facultad de Teología, sección de Moral, del Pontificio Ateneo Antonianum. Llevado de su innata vocación jurídica, se inscribió luego en la Facultad de Derecho de la Pontificia Universidad Lateranense de Roma obteniendo la Licenciatura en Derecho Canónico en junio de 1959 y la Licenciatura de Derecho Romano en junio de 1960. Culminaba esta carrera con la obtención del Doctorado el 24 de junio de 1961. En la Provincia Franciscana de Santiago desempeñó sucesivamente los cargos de Vice-Rector del Colegio de Santiago por dos trienios, del Rector del mismo Colegio durante tres años, de Vicario Provincial durante un sexenio, y de Secretario Provincial de Formación y Estudios. Su consagración episcopal tuvo lugar el 28 de junio de 1980, vigilia de la solemnidad de los Apóstoles Pedro y Pablo. Durante 27 años ha estrado al frente de la Diócesis de Lugo. Los fieles le han definido como un pastor y amigo. La labor de Fr. José podría sintetizarse en el pastoreo episcopal y la amistad con sus colaboradores y fieles. En Fr. José la Diócesis de Lugo ha descubierto al pastor y al amigo que asumió desde el primero momento que llegó a la Diócesis la preocupación por la puesta en práctica de algunas de las más hondas intuiciones del Concilio Vaticano II. Querido, respetado, valorado como Pastor y Padre, ha sido un ejemplo para seguir y un testimonio vivo para imitar. Descansa en paz. 183 NECROLOGIA 3. Fr. Leonardo (Ausencio) Sánchez Zamarripa Fresnillo, México, 08.12.1933 Zapopan, México, 29.02.2008 Fray Leonardo nació el 18 de diciembre de 1933; ingresó al Noviciado el 13 de julio de 1951; hizo la primera profesión el 14 de julio de 1952; profesó solemnemente en la Orden el 18 de diciembre de 1956 y fue ordenado sacerdote el 19 de diciembre de 1959. Desempeñó los oficios de Vice-rector en San Agustín de 1961 a 1963. Fue Director de Colegios en Monterrey, Etzatlan y Ensenada de 1964 a 1968. Director de Ideales Franciscanos de 1971 a 1972. Vicario Fijo en San Agustín de 1972 a 1975. Profesor en Teología de 1975 a 1981. Durante muchos años fue encargado del Archivo histórico provincial y Cronista de la misma. A este ultimo oficio renunció en septiembre de 2007 para dedicar un poco mas de tiempo a cuidar su salud, que empezaba a deteriorarse muy rápido, después de una operación de próstata; al realizarle esta operación descubrieron un cáncer avanzado y la diabetes, enfermedad ya antigua, no le pudo ser finalmente controlada. Fue internado en el Sanatorio San Francisco los últimos siete días de su vida y paso el mayor tiempo de esta etapa en terapia intensiva; sus riñones estaban paralizados y se trato de restablecer su funcionamiento en vano. Fray Leonardo estudio Historia en la Academy of American Franciscan History, University Catholic of America en Washington y en la St. Bonaventure de New York, USA. Entre los múltiples y últimos trabajos en los que colaboro como compilador esta el Diario histórico o Diario de Narvais por Fray Mariano Antonio de Vasconcelos; acababa de dictar una conferencia sobre la creación del curato, origen y fundación en la ciudad de Monterrey con motive del Centenario de la Provincia. Existen huellas en su expediente de que fue uno de los hermanos que prepare las celebraciones de los 80 anos de la Provincia, como el mismo menciona “urgido de tiempo y calma”; también hay testimonies en su expediente, de agradecimientos de colegas suyos por la ayuda que les brindo en diversos trabajos, en particular a los historiadores de Estados Unidos de Norteamérica, para una investigación prolongada respecto a las misiones en la provincia colonial de Texas (material microfilmado en el Archivo). Colaboró durante muchos anos en El Informador, diario de circulación local. Sabemos en general de su labor tan importante como investigador, para la historia mexicana y para la historia franciscana de la Provincia y del Continente y reconocemos su trabajo y celo al desempeñar su oficio con tanto profesionalismo. FR. ANTONIO GONZÁLEZ PORRES, OFM 4. Fr. Adriano Garuti San Prospero, Italia, 30.12.1938 Bologna, Italia, 11.03.2008 Colpito da un male incurabile, che lo ha costretto a trascorrere gli ultimi giorni della sua vita ricoverato presso la Casa di Cura “Villa Luisa” e al Policlinico Gemelli a Roma, Fr. Adriano è stato trasportato nell’Infermeria provinciale di Bologna l’8 marzo, dove è deceduto l’11 marzo 2008. Nato il 30 dicembre 1938 a San Prospero (MO), nel settembre del 1949 intraprese la vita francescana nel seminario serafico dell’Osservanza di Bologna. Nel convento di Villa Verucchio, nel 1954, iniziò l’anno di noviziato, interrompendolo dopo sei mesi per motivi di salute. Il giovane Fr. Adriano trascorse un periodo di degenza presso il convento di San Piero in Bagno, al termine del quale concluse l’anno canonico di noviziato presso il convento della Verna, emettendo la professione temporanea il 30 settembre 1956. Dopo gli studi liceali a Piacenza, a Bologna si dedicò allo studio della Teologia e qui, l’8 dicembre 1962, emise la professione solenne presso il convento di S. Antonio. Il 25 luglio del 1964 ricevette dal Card. Lercaro l’ordinazione sacerdotale. Dopo l’ordinazione fu trasferito a Roma per lo Studio della Teologia, conseguendo il Dottorato in Sacra Teologia presso il Ponti- 184 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 ficio Ateneo Antonianum nel 1968. Rientrato in Provincia, per un anno fu Vicario parocchiale presso il convento di Milano Marittima e si dedicò a diverse attività pastorali con i giovani della nostra parrocchia di Cesena. Nel 1969 fu trasferito presso il convento di Sant’Antonio a Bologna con l’incarico di Professore di Dogmatica presso lo Studio Teologico Sant’Antonio, per il quale organizzò anche la Biblioteca. Trasferitosi a Roma nel 1975, mentre era docente presso il Pontificio Ateneo Antonianum, fu nominato Addetto di Segreteria della Congregazione per la Dottrina della Fede e, nel dicembre del 1987, Giovanni Paolo II lo nominò Capo Ufficio della stessa Congregazione. Nel 2000 Fr. Adriano venne invitato ad insegnare “Ecclesiologia” presso l’Università Pontificia Lateranense, ricevendo la nomina di “Professore Ordinario” nel febbraio del 2007. Nel dicembre dello stesso anno Benedetto XVI lo nominò Consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede, nel Dicastero dove per tanti anni aveva lavorato con dedizione. Distintosi per la sue qualità di ricercatore e di insegnante, pubblicò, fra gli altri, alcuni lavori molto apprezzati: “La collegialità oggi e domani” (1982); “Paolo VI e la collegialità episcopale” (1992); “Il Patiarca d’Occidente? Studio storico dottrinale” (1990); “Libertà religiosa ed Ecumenismo. La questione del territorio canonico in Russia” (1995); “Primato del Vescovo di Roma e dialogo ecumenico” (1999); “Patriarca d’Occidente? Storia ed attualità” (2007). Nessuno dei suoi concittadini avrebbe pensato che quel ragazzino così vivace, finite le scuole elementari, sarebbe entrato nell’Ordine dei Frati Minori, per diventare Frate Adriano. Le sue doti, le sue capacità e la sua preparazione non tardarono a manifestarsi sia quando iniziò l’insegnamento a Bologna, presso il nostro Studio Teologico, sia quando fu scelto dai Superiori per venire incontro alla richiesta della Congregazione per la Dottrina della Fede di rendere disponibile un Frate per un incarico presso il Dicastero. Fr. Adriano si distinse per la sua spiccata capacità per lo studio, il carattere forte e leale, l’impegno costante e la tenace volontà. Se ad un primo impatto poteva sembrare burbero e schivo, le persone che lo hanno conosciuto, lo ricordano semplice, schietto, capace di trasmettere buonumore e alieno da qualsiasi compromesso. Uomo pratico e generoso, ebbe sempre cura di essere preparato ed aggiornato per fare al meglio ciò che gli veniva affidato. I suoi funerali sono stati celebrati il 14 marzo 2008, presso la Basilica di S. Antonio in Bologna. Presieduti da Mons. Rino Fisichella, Rettore Magnifico dell’Università Lateranense, vi hanno partecipato, tra gli altri, il Card. William Joseph Levada, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e il Ministro generale dei Frati Minori, Fr. Josè R. Carballo. FR. MARCO ZANOTTI, OFM 5. Fr. Onorio Pontoglio Berlingo (BS), Italia, 26.06.1922 Alzate Brianza (CO), Italia, 24.04.2008 Fr. Onorio nasce a Berlingo (BS) il 26 Giugno 1922 e viene battezzato nella Parrocchia di S. Maria Nascente con il nome di Pietro Paolo. A sedici anni entra nel Seminario minore della Provincia religiosa dei Frati Minori, dapprima a Saiano (BS) (1938-39), quindi a Cividino (1939-40), dove frequenta gli studi ginnasiali. Il 15 Agosto 1940 a Rezzato (BS) riceve il saio della prova da Fr. Bonifacio Bertoli, Delegato del Ministro provinciale, e trascorre l’anno di noviziato, al termine del quale, il 18 Agosto 1941, emette la Professione temporanea nelle mani del Ministro provinciale fr. Arcangelo Galli. Dal 1941 al 1944 frequenta gli studi liceali a Sabbioncello di Merate (LC). Il 20 Agosto 1944 emette la Professione solenne a Busto Arsizio (VA) nelle mani di Fr. Giovanni Chiodini, Ministro provinciale. Affronta lo studio della teologia a Busto Arsizio (1944-47) e a Milano S. Antonio (1947-48). Riceve sia l’ordinazione diaconale che quella presbiterale da S. Em.za il beato Card. Ildefonso Schuster, NECROLOGIA Arcivescovo di Milano, rispettivamente il 13 Marzo 1948 a S. Bernardino alle Ossa e il 27 Giugno 1948 nella Basilica dei SS. Apostoli e Nazaro, a Milano. Prosegue i suoi studi teologici a Roma, presso il Pontificio Ateneo Antonianum, conseguendo la laurea in teologia dogmatica nel 1951. Rientrato in Provincia, è insegnante di teologia a Busto Arsizio (195154). Il 26 Marzo 1954 viene incaricato di reggere l’Istituto Luzzago a Brescia, da poco ceduto dalla Diocesi alla Provincia religiosa. Fr. Onorio, con passione, competenza e determinazione riesce a dare un tale impulso all’Istituto da rendere necessaria, nel 1960, la costruzione del Collegio-Convitto Franciscanum per ospitare gli alunni, presso il Convento di S. Gaetano. Resterà Rettore dell’Istituto e del Collegio e insegnante fino al 1976. Nel 1956 consegue il titolo di Dottore in Filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, essendo ancora Rettore dell’Ateneo Fr. Agostino Gemelli. In quegli anni ricopre in Provincia gli incarichi di Prefetto degli studi (1958-64), Definitore provinciale (1958-64) e Vicario provinciale (1967-76). È, inoltre, Visitatore generale nella Provincia delle Marche (1969) e nella Provincia di Lecce (1972). Il 9 Luglio 1976 viene eletto Ministro provinciale e si trasferisce presso la Curia, a Milano S. Angelo. Durante il suo mandato entrano in vigore i nuovi Statuti particolari della Provincia, i primi dopo il Concilio Vaticano II, viene data particolare attenzione alla pastorale vocazionale e si avviano i corsi di formazione permanente, si conclude l’esperienza della fraternità operaia del Villaggio Sereno di Brescia, viene chiuso il Convento di Lodi, mentre viene eretta e affidata alla Provincia la Parrocchia S. Bartolomeo al Passo Tonale; ricorrono, inoltre il 750° della morte di S. Francesco (1976) e il centenario della nascita di Fr. Agostino Gemelli (1978): entrambe le ricorrenze vengono festeggiate in Provincia con diverse celebrazioni spirituali e manifestazioni culturali. Dal 1976 al 1979 è anche Assistente del gruppo di Milano delle Missionarie della Regalità. 185 Il 15 Giugno 1979, durante il Capitolo generale dell’Ordine ad Assisi, Fr. Onorio viene eletto Vicario: si trasferisce a Roma, pertanto, nella Curia generalizia fino al 1985, dove svolge anche l’incarico di Procuratore generale. In quegli anni è Assistente nazionale delle Missionarie della Regalità (1982-91); Visitatore generale delle Case dipendenti dal Ministro generale – Antonianum (1979) e Grottaferrata (1980) – delle Custodie argentine della Provincia di Roma e delle Marche (1983), della Calabria (1984), e infine Visitatore apostolico in Bosnia-Erzegovina (1981). Rientrato in Provincia, viene destinato a Brescia S. Gaetano come Guardiano (198588), svolgendo anche l’incarico di Docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia (1986-92). È Visitatore generale nella Provincia di Trento (1987). Numerose sono state negli anni le sue pubblicazioni di articoli e testi di conferenze su varie riviste, competente la sua collaborazione per i testi di formazione e gli Esercizi spirituali degli Istituti Secolari della Regalità di Cristo. È stato Membro di diversi organismi diocesani e nazionali (CISM, COMPI). Dal 1988 è a Saiano, dapprima come Guardiano (1988-91), quindi come Delegato (1991-94; 1997-98) ed Economo (1997-98), quando nel 1991 il Convento viene ridotto a Casa filiale di Brescia S. Gaetano. Fr. Onorio permane a Saiano, benché ascritto alla fraternità di S. Gaetano, anche negli anni 1998-2000, quando Saiano diventa ‘eremo della Provincia’: in quel periodo si rafforza il legame, umano e spirituale, con la comunità di recupero Mondo X, a cui è affidata buona parte della struttura conventuale. Svolge ancora incarichi per l’Ordine, come Visitatore generale in Terra Santa (1991-92) e per la Santa Sede, come Assistente delle Clarisse della Federazione Lombardia-Liguria-Piemonte (1989-95), Assistente centrale degli Istituti secolari della Regalità di Cristo (ramo femminile, maschile e sacerdotale) dal 1991 al 2001, quindi Assistente dei soli Missionari (ramo maschile) dal 2001 al 2005. Durante l’anno 2005, rendendosi necessaria una maggiore attenzione alla sua salu- 186 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 te che andava peggiorando col tempo, Fr. Onorio viene accolto dai ragazzi della comunità di Mondo X a Cielo 91, ad Alzate Brianza (CO), e amorevolmente accompagnato nell’ultimo tratto della sua lunga e feconda strada di frate, sacerdote, insegnante e formatore di intere generazioni di studenti e di consacrati. Sorella morte lo ha incontrato preparato, il giorno del suo onomastico, al vespro del 24 Aprile 2008, pronto a realizzare con l’atto estremo della vita quanto egli aveva sempre perseguito, ponendolo a oggetto della sua tesi di laurea in teologia: la naturale predisposizione dell’anima umana al soprannaturale. A laude di Cristo e del poverello Francesco. FR. ERNESTO DEZZA, OFM 6. Anno 2005 mortui sunt * 8 febbraio 2005: THEBAULT FR. JEAN, nato a Meillac, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Nantes all’età di anni 79, di vita francescana 55 e di sacerdozio 49. * 15 marzo 2005: BECHEN FR. HENRI, nato a Morlaix, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Rennes all’età di anni 72, di vita francescana 54 e di sacerdozio 47. * 16 marzo 2005: GENIES FR. LOUIS, nato a Montauban, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Nerac all’età di anni 85, di vita francescana 63 e di sacerdozio 58. * 4 aprile 2005: PAINDAVOINE FR. ANDRÉ, ANDRÉ-JOSEPH, nato a Lille, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Lille all’età di anni 82, di vita francescana 63 e di sacerdozio 55. * 8 maggio 2005: MAIGNE FR. JOSEPH, nato a St. Gerorges de Reintembault, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Nantes all’età di anni 86, di vita francescana 67 e di sacerdozio 60. * 10 luglio 2005: LUGANS FR. GEORGES, JEAN, nato a Parsi, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Tarbes all’età di anni 94, di vita francescana 78 e di sacerdozio 70. * 24 settembre 2005: SERGENT FR. CLÉMENT, AUGUSTE, nato a Equihen, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Devres all’età di anni 83, di vita francescana 63 e di sacerdozio 56. * 26 settembre 2005: SCHYMECKI FR. CHRISTOPHE, JOSEPH, nato a Katowice, Polonia, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Limoges all’età di anni 94, di vita francescana 67 e di sacerdozio 59. * 8 novembre 2005: DE CASTELBAJAC FR. HENRI-JOSEPH, ROBERT, nato a Quimper, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Besançon all’età di anni 79, di vita francescana 61 e di sacerdozio 53. * 29 novembre 2005: BOTREL FR. OLIVIER, nato a Morieux, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Orsay all’età di anni 83, di vita francescana 61 e di sacerdozio 57. 7. Anno 2006 mortui sunt * 8 febbraio 2006: SCHMOLL FR. OLIVIER, nato a Mouveaux, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Nantes all’età di anni 92, di vita francescana 60 e di sacerdozio 54. * 3 marzo 2006: BARUE FR. JEAN-PAUL, JEAN, nato a Orléans, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Saint Palais all’età di anni 79, di vita francescana 62 e di sacerdozio 51. * 9 giugno 2006: SAGNOUX FR. JOSEPHHENRI, nato a St-Julien aux Bois, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Prémilhat all’età di anni 78, di vita francescana 56 e di sacerdozio 50. NECROLOGIA * 26 giugno 2006: PRUNET FR. VINCENT, PIERRE, nato a Raulhac, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Béziers all’età di anni 80, di vita francescana 60 e di sacerdozio 53. * 29 dicembre 2006: GOETTENS FR. BRUNO, OTTMAR, nato a Santa Clara, Loicado, della Prov. S. Francisci Assisiensis, Brasile. Dopo aver studiato sociologia a Lovanio e a Tilburg, è stato Professore, Guardiano, Custode Maestro dei Teologi Fondatore di CPCA, Cappellano delle Clarisse, Moderatore della Formazione permanente, Vice Parroco. È morto a Porto Alegre all’età di anni 80, di vita francescana 60 e di sacerdozio 53. 8. Anno 2007 mortui sunt * 13 gennaio 2007: BRANCO FR. MANUEL CÂNDIDO, nato a Rouçado, della Prov. Ss. Martyrum Marochiensium, Portogallo. È morto all‘età di anni 79 e di vita francescana 52. * 18 gennaio 2007: GOMES FR. NORBERTO FERNANDO, nato a Avidagos, della Prov. Ss. Martyrum Marochiensium, Portogallo. È morto all’età di anni di anni 87, di vita francescana 68 e di sacerdozio 62. * 2 febbraio 2007: FERRY FR. DOMINIQUE, nato a Paris, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Nantes all’età di anni 83, di vita francescana 63 e di sacerdozio 59. * 3 marzo 2007: GODEBOUT FR. MICHEL, nato a Bosc-Bordel, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Perrou all’età di anni 82 e di vita francescana 63. * 6 marzo 2007: SAUTIÉ SOCARRAS FR. HILARIO, nato a La Haban, Cuba, della Prov. Franciscanæ de Arantzazu, Spagna. Rimasto vedovo, entrò nell’Ordine e a 69 anni fu ordinato sacerdote. Esercitò il ministero sacerdotale con molto impegno, dedicandosi, soprattutto, alle missioni di casa in casa e alla visita degli in- 187 fermi. È morto a S. Antonio, La Habana, all’età di anni 89, di vita francescana 23 e di sacerdozio 20. * 6 marzo 2007: AJURIA BALENCIAGA FR. FELIPE, nato a Berriatua, della Prov. Franciscanæ de Arantzazu, Spagna. Entrò nell’Ordine a 35 anni, dedicandosi ai lavori domestici con spirito gioioso ed umile. È morto a Zarautz all’età di anni 85 e di vita francescana 49. * 7 marzo 2007: GUIMARÃES FR. MANUEL FERREIRA, nato a Taíde, della Prov. Ss. Martyrum Marochiensium, Portogallo. È morto all’età di anni 89 e di vita francescana 55. * 17 marzo 2007: PEREZ DE PALOMAR ULLIVARRI FR. ANGEL, nato a Tuesta, della Prov. Franciscanæ de Arantzazu, Spagna. È morto a Bermeo all’età di anni 85, di vita francescana 67 e di sacerdozio 60. * 25 marzo 2007: VILLARRUEL CERVANTES FR. PABLO, JUAN MANUEL, nato a Ocotlán, Jal., della Prov. Ss. Francisci et Iacobi, Messico. Fu più volte Maestro dei Postulanti, Maestro dei Novizi (19631972), Parroco in Etzatlán e in Santa Anita. Dotato di humor, è stato molto stimato da varie generazioni di Frati. È morto a San Pedro Garza García, N.L., all’età di anni 84, di vita francescana 55 e di sacerdozio 49. * 30 maggio 2007: PUJOS FR. RENÉ-GABRIEL, RENÉ, nato a La Meyze, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Limoges all’età di anni 92, di vita francescana 74 e di sacerdozio 65. * 10 giugno 2007: GALDOS BIZKARGUENAGA FR. JOSÉ MARIA, nato a Dima, della Prov. Franciscanæ de Arantzazu, Spagna. Dopo l’ordinazione sacerdotale ha lavorato per 5 anni nel Collegio serafico di Arantzazu. Nel 1954 fu inviato a Grottaferrata (Roma), dove si è licenziato in Pedagogia e Spiritualità francescana. Nel 1956 fu inserito nel “coetus” dei 188 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 Formatori presso il Collegio di Arantzazu, dove, per 20 anni, fu professore, educatore, rettore. Nel 1978 tornò a Roma come Penitenziere presso la Basilica di S. Giovanni in Laterano. Nel 2001 si è ritirato nel Santuario di Arantzazu. È morto a Arantzazu all’età di anni 83, di vita francescana 65 e di sacerdozio 58. * 28 luglio 2007: LÓPEZ MARTÍNEZ FR. RAMÍRO, nato ad Aguascalientes, della Prov. Ss. Francisci et Iacobi, Messico. Gran parte della sua vita religiosa la visse come Direttore, Professore o incaricato dei Collegi. Fu un buon Frate, ricco di virtù. È morto in Aguascalientes all’età di anni 65, di vita francescana 39 e di sacerdozio 32. * 30 luglio 2007: LAURENT FR. LUC, RAYMOND, nato a Le Puy, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Aix-en-Provence all’età di anni 94, di vita francescana 77 e di sacerdozio 70. * 22 agosto 2007: CORSELIS FR. MARIEADRIEN, GABRIEL, nato a Roubaix, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Nantes all’età di anni 88, di vita francescana 65 e di sacerdozio 60. * 9 settembre 2007: ELCID CELIGÜETA FR. DAMIEL, nato a Olite, della Prov. Franciscanæ de Arantzazu, Spagna. Nei primi anni, dopo l’ordinazione sacerdotale, si è dedicato all’educazione, per un anno, nel Seminario di Arantzazu e per 10 anni a Santiago de las Vergas (Cuba). Tornato in Spagna nel 1961, visse nel convento di Santander. Dal 1966 fu a Madrid (Cisneros), dove fu Guardiano e Segretario della Confres; dal 1970 a San Fermin de los Navarros. Si è occupato dei cubani in esilio; fu direttore spirituale della Legione di Maria, Definitore provinciale, Delegato provinciale nel Capitolo generale di Madrid (1973). Ha scritto vari Libri su temi francescani e sulla vita dei Santi. È morto a Bermeo all’età di anni 90, di vita francescana 75 e di sacerdozio 64. * 12 settembre 2007: GONÇALVES FR. ANTÓNIO, nato a Freixianda, della Prov. Ss. Martyrum Marochiensium, Portogallo. Dopo l’ordinazione sacerdotale, trascorse tutta la sua vita a Cuba, dove fu testimone delle varie tappe politiche della Nazione. Il suo ministero fu portato avanti con semplicità e con animo sereno e pacifico. Dopo 58 anni di apostolato a Cuba, si ritirò nell’Infermeria provinciale nel 2005. È morto all’età di anni 81, di vita francescana 64 e di sacerdozio 58. * 25 settembre 2007: PLLUMI FR. ZEF, PREKË, nato a Mal i Rrencit, della Prov. Annuntiationis BMV, Albania. È morto presso il Policlinico Gemelli di Roma, Italia, all’età di anni 83, di vita francescana 66 e di sacerdozio 51. * 26 settembre 2007: CHADAM FR. AIGUSTYN, STANISŁAW, natoa a Zaburze, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, Polonia. È morto a Kalwaria Zebrzydowska all’età di anni 91, di vita francescana 72 e di sacerdozio 65. * 8 ottobre 2007: MOUQUE FR. DIDIER, CHRISTIAN, nato a Hazebrouck, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Lille all’età di anni 82, di vita francescana 60 e di sacerdozio 59. * 11 ottobre 2007: DESHOGUES FR. ROGER, nato a Hambuy, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Saint Malo all’età di anni 97, di vita francescana 77 e di sacerdozio 70. * 3 novembre 2007: MAMELA FR. CYRIL, STANISŁAW, nato a Sułowiec, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, Polonia. È morto a Zakopane all’età di anni 100, di vita francescana 81 e di sacerdozio 72. * 9 novembre 2007: MATEJKO FR. RAJMUND, TADEUSZ, nato a Roczyny, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, Polonia. È morto a Piotrków Trybunal- NECROLOGIA ski all’età di anni 68, di vita francescana 47 e di sacerdozio 41. * 12 dicembre 2007: SCHUCH FR. EUGÊNIO, GUILHERME, nato a Angelina, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, Brasile. È morto a Blumenau all’età di anni 99 e di vita francescana 71. * 15 dicembre 2007: PÉREZ RAMÍREZ FR. JOSÉ ALBERTO, nato a Marinilla, della Prov. S. Fidei, Colombia. È morto a Bogotá all’età di 68, di vita francescana 36 e di sacerdozio 34. * 16 dicembre 2007: POPIOŁEK FR. GABRIEL, ANTONI, nato a Ozimek, della Prov. S. Hedvigis, Polonia. È morto a Wroclaw, Polonia, all’età di anni 72, di vita francescana 55 e di sacerdozio 48. * 18 dicembre 2007: LOPES FR. JOSÉ AFONSO, nato a Mondin da Beira, della Prov. Ss. Martyrum Marochiensium, Portogallo. È morto all’età di anni 78, di vita francescana 61 e di sacerdozio 55. * 19 dicembre 2007: CAPODICASA FR. MARIANO, nato a S. Marco di Montefalco, della Prov. Seraphicæ S. Francisci Assisiensis, Italia. Fratello religioso, dedito per molti anni all’assistenza dei malati nell’Infermeria della Porziuncola, ha unito al servizio generoso e fedele, alla letizia ed allo spirito fraterno, una intensa e fiduciosa preghiera di intercessione, che ogni giorno rivolgeva a Dio per il bene di tante persone. È morto ad Assisi all’età di anni 73 e di vita francescana 40. * 20 dicembre 2007: LEDRU FR. ANDRÉMARIE, BERNARD, nato a Reims, della Prov. Trium Sociorum, Francia/Belgio. Dopo una vita a servizio dei marocchini, è morto a Marrakech all’età di anni 82 e di vita francescana 59. * 24 dicembre 2007: MICHAUD FR. PHILIBERT, STÉPHANE, nato a Machecoul, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a 189 Nantes all’età di anni 82 e di vita francescana 61. * 28 dicembre 2007: ASSMANN FR. OLAVO, nato a Monte Alverne, Santa Cruz do Sul, della Prov. S. Francisci Assisiensis, Brasile. Ha svolto vari servizi: ortolano, formatore, Vice Maestro dei Novizi, Economo locale. È morto a Porto Alegre all’età di anni 63 e di vita francescana 42. * 31 dicembre 2007: VERA ORTIZ FR. LUIS GERARDO M., nato ad Azogues, della Prov. S, Francisci de Quito, Ecuador. Svolse gli incarichi di Guardiano, Commissario di Terra Santa, Assistente Nazionale dell’OFS e Segretario della Provincia. Fu un poeta: le sue poesie furono pubblicate in tre volumi. È morto nella Farternità di Guápulo all’età di anni 91, di vita francescana 74 e di sacerdozio 66. 9. Anno 2008 mortui sunt * 2 gennaio 2008: LOFTUS FR. CONRAD, WILLIAM JAMES, nato a Bridgeport, della Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Dedicò tutta la vita al servizio delle forze armate, come Cappellano militare, ricoprendo varie e prestigiose mansioni e svolgendo il suo ministero in vari luoghi degli USA, in Corea, Viet Nam e Germania. Continuato questo servizio da volontario, dopo il pensionamento, si ritirò definitivamente nel 2003. È morto a Ringwood, NJ, all’età di anni 80, di vita francescana 58 e di sacerdozio 53. * 2 gennaio 2008: DE VICO FR. MARCELLO, COSTANTINO, nato ad Alatri (FR), della Prov. Romanæ Ss. Petri et Pauli, Italia. Nel 1943 come cappellano militare è in Jugoslavia, in zona di guerra dove viene fatto prigioniero. Sperimenta, come tanti uomini, l’assurdità dei campi di concentramento prima in Jugoslavia e successivamente in Germania. Come cappellano Militare riceve molti riconoscimenti: il 27 dicembre 1972 il Presi- 190 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 dente della Repubblica Italiana gli conferisce l‘«Onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana» per le benemerenze acquisite nella fattiva collaborazione offerta all’Associazione Nazionale Italiana Cappellani Militari d’Italia in congedo. Porta avanti con zelo e attenzione il servizio di “Penitenziere straordinario” nella basilica di San Pietro per 35 anni. Per più di venti anni lavora nella Segreteria della Conferenza Italiana Superiori Maggiori (CISM). È morto nell’Infermeria provinciale “Regina Apostolorum”, Roma, all’età di anni 92, di vita francescana 76 e di sacerdozio 69. * 3 gennaio 2008: VOS FR. OTHO, FRANS, nato a Mol, della Prov. S. Ioseph Sponsi BMV, Belgio. Dal 1945 al 2001 è stato missionario in Cile, dove ha lavorato a Antofagasta, Caldero, Copiapo e Santiago. Spirito libero, cordiale, disponibile ed attento ai bisogni dei Confratelli e dei poveri. È stato professore nel Collegio di Copiapo e parroco in vari luoghi. È morto a Antwerpen all’età di anni 92, di vita francescana 71 e di sacerdozio 65. * 7 gennaio 2008: ZANETTI FR. WILSON, nato a Tietê, SP, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, Brasile. Iniziò la formazione francescana a 40 anni. Commercialista, fu Vice Economo provinciale per 6 anni, Guardiano della Casa-Madre, al centro di S. Paolo, per 6 anni. In tre differenti periodi ha lavorato nella pastorale parrocchiale a Sorocaba, dove è morto all’età di anni 62, di vita francescana 21 e di sacerdozio 15. * 7 gennaio 2008: ANAGNI FR. GUIDO, POMPEO, nato ad Acuto (FR), della Prov. Romanæ Ss. Petri et Pauli, Italia. Per molti anni ha esercitato il suo servizio nelle nostre parrocchie: nella parrocchia del S. Cuore di Nettuno come vice-parroco, dal 1941 al 1954; dal 1960 al 1984 nella Parrocchia di San Leonardo da Porto Maurizio in Acilia-Roma. In questi 24 anni di servizio pastorale viene eletto dal presbiterio romano Prefetto della XIII Prefettura di Roma-Sud, incarico che ricopre dal 1967 al 1974. È in questi anni che mette a disposizione dei fratelli il dono ricevuto con zelo e dedizione, tanto da essere chiamato fino all’ultimo periodo il “Padre Curato”. Viene ricordato come un Frate Minore che ha vissuto e testimoniato la sua vocazione francescana sempre attento alla vita della nostra Provincia: sempre presente ad ogni Professione e Ordinazione, mai dimenticava le ricorrenze dei suoi confratelli. È morto nella Parrocchia San Leonardo da Porto M. di Acilia, Roma, all’età di anni 96, di vita francescana 80 e di sacerdozio 72. * 8 gennaio 2008: MONS. GÓMEZ GONZÁLEZ JOSÉ HIGINIO, OFM, nato a LalínPontevedra, della Prov. S. Iacobi a Compostela, Spagna. È morto a Lugo all’età di anni 75, di vita francescana 58, di sacerdozio 51 e di episcopato 27. * 11 gennaio 2008: GARCÍA RODRÍGUEZ FR. CASTOR, nato a Burgos, della Prov. Granatensis Nostræ Dominæ a Regula, Spagna. Visse la vocazione francescana con gioia e semplicità. Si distinse per la sua benevolenza e comprensione verso tutti, per l’attenzione verso i bisogni dei Confratelli e dei poveri: a questi ha sempre riservato un trattamento squisito. Ha servito la Terra Santa per 50 anni. È morto a Gerusalemme, Israele, all’età di anni 78, di vita francescana 55 e di sacerdozio 50. * 11 gennaio 2008: BAUMANN FR. ANTHONY, nato a San Francisco, California, della Prov. S. Barbaræ, USA. È morto a Oakland, California, all’età di anni 89, di vita francescana 69 e di sacerdozio 63. * 14 gennaio 2008: BEDINI FR. GIORGIO, nato a Senigallia, della Prov. Picenæ S. Iacobi de Marchia, Italia. È morto a Fano all’età di anni 83, di vita francescana 67 e di sacerdozio 59. NECROLOGIA * 18 gennaio 2008: ZANZONI FR. SIMPLICIANO, LUIGI, nato a Bonavigo (VR), della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. La sua storia è legata in modo particolare alla sua presenza a Borca di Cadore, presso l’artistica chiesa del Villaggio “Corte di Cadore”. Un ambiente straordinariamente bello, in un paesaggio incantevole, ai piedi dell’Antelao “dito di Dio” e di fronte al Pelmo. A Borca trascorse oltre quarant’anni, apparentemente di solitudine, ma in realtà vissuti in compagnia del Signore Gesù e al suo servizio; anni animati da tanti incontri e servizi e soprattutto nel farsi carico di fratelli e di situazioni. Ha accolto, ascoltato, consigliato tanta gente e ha guidato molti turisti ad apprezzare la bellezza del luogo e dell’artistica chiesa. Il suo servizio, offerto con semplicità e passione, ha riscosso stima e simpatia; l’amore e la dedizione con cui hai curato la chiesa e il ministero in essa celebrato sono apparsi evidenti a tutti coloro che frequentavano il Villaggio. È morto nel Convento S. Cuore di Saccolongo all’età di anni 88, di vita francescana 73 e di sacerdozio 63. * 19 gennaio 2008: CHIARELLO FR. SILVESTRO, PAOLO, nato a Lumignano di Longare (VI), della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. Il suo ministero e la sua figura sono legati a Lonigo e in particolare al Seminario francescano, dove arrivò nel 1946 e vi dimorò per sessant’anni, fino al momento del ricovero presso l’infermeria provinciale. Era orgoglioso di questa presenza e di questo servizio lungo e appassionato. La sua opera fu rivolta soprattutto all’insegnamento (era lettore provinciale in lingua francese) e alla formazione di numerosi gruppi e generazioni di seminaristi. Amante della musica e del suono, per molti anni accompagnò con l’organo le liturgie nella chiesa di S. Daniele. Dalla sua passione e competenza per la filatelia nacquero tre mostre filateliche natalizie e 22 mostre filateliche francescane, legate in particolare alle due commemorazioni centena- 191 rie francescane del 1976 e 1982 e prese avvio la pubblicazione di tre volumi filatelici: S. Francesco d’Assisi; I Santi francescani; La Madonna e i Francescani. È morto nel Convento S. Cuore di Saccolongo all’età di anni 85, di vita francescana 70 e di sacerdozio 61. * 20 gennaio 2008: O’NEILL FR. FRANCIS HUGH, nato a Philadelphia, USA, della Cust. Terræ Sanctæ, Israele. È morto nell’Ospedale “S. Giuseppe” di Gerusalemme all’età di anni 81, di vita francescana 13 e di sacerdozio 41. * 20 gennaio 2008: ZAGGIA FR. GIANFRANCESCO, LIVIO, nato a Lanze’ di Quinto Vicentino (VI), della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. Dopo due anni fecondi di apostolato come Vicario parrocchiale a S. Francesco della Vigna, fu inviato a studiare all’Antonianum e conseguì la licenza in Teologia. Nel 1967 si recò in Germania per gli studi in vista del dottorato in Patristica e Storia della Chiesa presso la Facoltà di teologia cattolica dell’Università di Tubinga. Quasi subito si prese carico del ministero di cappellano di due case di Suore della Misericordia. Dal 1973 affiancò allo studio un servizio pastorale per gli emigranti italiani nella diocesi di Rottenburg. Lo studio fu rallentato da problemi di salute, mentre divenne sempre più esigente il lavoro pastorale con gli emigranti. Fu nominato rettore e parroco della missione cattolica italiana di Tubinga. In seguito fu nominato decano dei missionari italiani e assistente diocesano di tutti i sacerdoti stranieri operanti nella diocesi di Rottenburg-Stoccarda. Nel 1987, spinto da problemi di salute, tornò in Italia. Fu assegnato alla Fraternità di Montegrotto con il compito di vicedirettore e poi direttore della rivista “Vita Minorum“ e per molti anni di superiore della Fraternità. Intanto la grave insufficienza renale diventò sempre più acuta, costringendolo a dialisi sempre più frequenti. Il suo fisico rimase compromesso e nel 2006 fu accolto in infermeria provinciale. È morto nel Convento S. Cuore di Saccolongo all’età 192 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 di anni 69, di vita francescana 53 e di sacerdozio 43. * 22 gennaio 2008: DAL CENGIO FR. TEODORO, GUIDO, nato ad Altissimo (VI), della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. Arrivato subito dopo la guerra nel convento di Madonna del Mare in Trieste da poco costruito e già messo alla prova dalle vicende belliche, fu testimone diretto della costruzione della chiesa, dalla posa della prima pietra alla consacrazione, all’inaugurazione del campanile e delle campane, alla erezione canonica della parrocchia. Impegnò buona parte del suo ministero nel campo dell’insegnamento della religione nelle scuole. Attraverso questo lavoro poté trasmettere a generazioni di ragazzi il gusto della verità e del Vangelo. All’insegnamento affiancò altri servizi pastorali, come ad esempio la benedizione delle famiglie. Suo tratto caratteristico è stata la passione per la musica e il canto, curati per rendere più bella e festosa la liturgia. Per tutti questi anni ha accompagnato le celebrazioni con il suono dell’organo. Fondò anche il coro polifonico che animava i momenti solenni della comunità cristiana e compose vari canti. È morto nell’Ospedale di Albano Terme all’età di anni 86, di vita francescana 70 e di sacerdozio 63. * 23 gennaio 2008: MOREIRA JÚNIOR FR. AGOSTINHO, nato a Encarnação, Mafra, della Prov. Ss. Martyrum Marochiensium. Portogallo. Ha serivto i Fratelli in vari Conventi. È morto nell’Ospedale di Santa Maria, Lisbona, all’età di anni 91 e per 41 anni terziario oblato. * 23 gennaio 2008: CASCIANELLI FR. ULISSE, MARIO, nato a Collazzone (Perugia), della Prov. Serphicæ S. Francisci Assisiensis, Italia. Promotore di iniziative pastorali e ricreative, per molti anni si è dedicato al servizio parrocchiale ed alla pastorale del turismo. Si è distinto per la sua accoglienza gioviale, la sua fedeltà e generosità. È morto ad Assisi all’età di anni 84, di vita francescana 67 e di sacerdozio 59. * 25 gennaio 2008: VINUEZA PUGA FR. LUIS ALFONSO, nato a La Esperanza, della Prov. S, Francisci de Quito, Ecuador. Svolse gli uffici di questuante, ortolano, portinaio, sagrestano e catechista. È morto nella Fraternità di San Antonio in Riobamba all’età di anni 79 e di vita francescana 56. * 26 gennaio 2008: BALDUCCI FR. GABRIELE, DIEGO, nato a Pineto, Italia, della Cust. Terræ Sanctæ. Israele. Per 30 a servizio della Terra Santa, è morto ad Atri, Italia, all’età di anni 75 e di vita francescana 55. * 26 gennaio 2008: CAPRIOTTI FR. NAZZARENO, nato a Castel di Lama (AP), della Prov. Picenæ S. Iacobi de Marchia, Italia. È morto a Grottammare all’età di anni 85, di vita francescana 67 e di sacerdozio 60. * 26 gennaio 2008: MCCARTHY FR. ALBINI, LUCIEN, nato a Victoriaville (Québec), della Prov. S. Ioseph Sponsi BMV, Canada. Religioso umile e fraterno, uomo di preghiera, ha svolto con particolare fedeltà gli impegni e i ministeri pastorali che gli furono affidati nelle Fraternità locali, nelle Parrocchie, come Cappellano di Ospedale o delle Religiose, come Assistente spirituale dell’OFS. È morto nell’Ospedale Santa Cabrini, Montréal, all’età di anni 90, di vita francescana 65 e di sacerdozio 60. * 27 gennaio 2008: STELLI FR. BENEDEK, JOZSEF, nato a Kaplony, della Prov. Transilvaniæ S. Stephani Regis, Romania. Pastore zelante, ha svolto con dedizione l’assistenza spirituale all’OFS, ha raccolto in un volume molte devozioni popolari. È morto a Hunedoara all’età di anni 79, di vita francescana 53 e di sacerdozio 51. * 29 gennaio 2008: VIALE FR. ERMETE, MICHELE, nato a Sossano (VI), della NECROLOGIA Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. La sua vocazione assunse subito una fisionomia speciale, quella della missione, che lo spinse a intraprendere un lungo viaggio missionario durato 65 anni: 13 in Cina e 52 in Giappone. A 26 anni, nel 1939, raggiunse la grande Cina: un anno a Pechino per apprendere le basi della lingua e poi l’immersione nell’impegno apostolico. Dopo 13 anni, nel 1952, i dolorosi avvenimenti politici lo costrinsero a tornare in Italia. Fece in tempo a vivere alcuni mesi a Gioiosa Ionica, come missionario della P.O.A. L’anno seguente si aprirono per lui le porte del Giappone, dove dimorò per 52 anni fino al 2005. Consumò la sua vita nell’impegno deciso e coraggioso ad annunciare il Vangelo agli uomini, specie ai più lontani, con la coscienza e la convinzione che annunciare Cristo è portare colui che dà qualità, valore ed eternità alla vita dell’uomo. La sua affabilità con le persone lo ha reso un Frate amato da tanti, ricercato per la compagnia e il dialogo, per l’arguzia e il buon umore. È morto nel Convento Sacro Cuore di Saccolongo all’età di anni 94, di vita francescana 79 e di sacerdozio 70. * 30 gennaio 2008: ŠKROBO FR. DRAGO, nato a Dužice Rasno, della Prov. Assumptioni BMV, Bosnia/Erzegovina. Ha sempre lavorato nella pastorale parrocchiale. È morto a Humac all’età di anni 65, di vita francescana 46 e di sacerdozio 39. * 30 gennaio 2008: DAIAN FR. SZABIN, GYORGY, nato a Medgyes, della Prov. Transilvaniæ S. Stephani Regis, Romania. Ha svolto vari servizi nelle Fraternità: cuoco, sarto, sagrestano e Guardiano. Sempre molto attento ai bisogni della gente, è stato un Frate amante della povertà e della disciplina. È morto a Brasov all’età di anni 89 e di vita francescana 65. * 30 gennaio 2008: CAPASSO FR. VITO, NICOLA, nato a Mugnano di Napoli, della 193 Prov. Neapolitanæ ss. Cordis Iesu, Italia. Vice Maestro dei Novizi, Predicatore provinciale, Guardiano, Assistente della Piccola Famiglia Francescana, Confessore di numerosi Sacerdoti, Religiosi e Religiose. Religioso esemplare, è stato un punto di riferimento per tanti Frati, che hanno potuto ammirare in lui l’anelito e il desiderio dell’intima unione con Cristo, e un grande amore per l’Immacolata, per san Francesco e per la Fraternità. Era piacevole dialogare con lui, condivideva con semplicità la sua esperienza di vita, e con passione invitava le giovani generazioni ad essere coerenti con la propria vocazione francescana. È morto nell’Ospedale civile di Caserta alletà di anni 92, di vita francescana 77 e di sacerdozio 68. * 31 gennaio 2008: PARRELLA FR. BENIAMINO, COSIMO, nato a Roccabascerana, della Prov. Neapolitanæ ss. Cordis Iesu, Italia. Maestro dei fratini nei Collegi serafici, Guardiano della Casa di Noviziato, Economo, Parroco, Predicatore provinciale, Docente di religione, Confessore di diversi Istituti religiosi. È stato un Frate generoso e timido, semplice e disponibile, un uomo di preghiera, attento ai bisogni dei Frati e capace di dialogare con tutti, nello stesso tempo austero e paziente. È morto nell’Ospedale civile di Piedimonte Matese all’età di anni 87, di vita francescana 71 e di sacerdozio 62. * 31 gennaio 2008: GARCÍA PALACIOS FR. JOSÉ, nato ad Ica, della Prov. S. Francisci Solano, Perù. È morto all’età di anni 48, di vita francescana 27 e di sacerdozio 21. * 31 gennaio 2008: ZILLI FR. VITALIANO, GIUSEPPE, nato a Gemona, della Prov. Venetæ S. Antonii Patavini, Italia. Missionario in Argentina per cinquant’anni, rispose con dedizione e generosità a un servizio pastorale molto esigente: grandi distanze da affrontare, gruppi numerosi di cristiani cui offrire catechesi e assistenza sacramentale. Offrì molti servizi 194 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 pastorali; in un primo tempo in collaborazione con l’indimenticabile Fr. Teofano Stablum, mentre dal 1981 al 2000 fu parroco a Diego de Alvear (e ospite nel convento di Aaròn Castellanos). Trascorse gli ultimi anni ad Aaròn Castellanos come cappellano del Seminario dell’opera Hogares Nuevos, fondata da Fr. Riccardo Facci. Nelle lettere che inviava periodicamente manifestava la soddisfazione di poter offrire un servizio utile e apprezzato. Con la sua morte termina l’ultima presenza in Argentina dei Frati Minori della Provincia Veneta. È morto ad Aarón Castellanos, Argentina, all’età di anni 83, di vita francescana 65 e di sacerdozio 55. * 2 febbraio 2008: ALVAREZ AVALOS FR. CORDERO, CARMELO, della Prov. B. Juniperi Serra, Messico. È morto nel Santuario del Carman di Ensenada all’età di anni 84 e di vita francescana 66. * 3 febbraio 2008: PISTULLI FR. SHTJEFËN, KORNEL, nato a Pistull, della Prov. Annuntiationis BMV, Albania. Ha svolto il servizio di parroco a Selcë (19561961), a Nikaj Mërtur (1961) e a Shalë (1962-1967). Durante il comunismo è stato condannato ai lavori forzati, che fece per qualche anno, poiché la commissione medico-legale l’aveva ritenuto non idoneo ai lavori fisici. Dal 1967 al 1991 ha vissuto nella famiglia di suo fratello ed ha esercitato il servizio sacerdotale di nascosto, celebrando la Messa ed amministrando gli altri sacramenti. Dopo la caduta del comunismo si è di nuovo inserito nella Provincia. È stato Guardiano nel Convento di “San Michele” a Laç e, per un triennio, Definitore provinciale. Negli ultimi 15 anni di vita è stato a servizio del Santuario di “Sant’Antonio” a Laç, dedicandosi, soprattutto, al Sacramento della riconciliazione. La gente lo conosceva come il “Frate di Laç“ o come il “Confessore del Santuario di Sant’Antonio“. È morto all’età di anni 86, di vita francescana 69 e di sacerdozio 52. * 3 febbario 2008: PADOVANI FR. ANSELMO, nato a Ceccano, della Prov. Romanæ Ss. Petri et Pauli, Italia. Fu impegnato nel servizio pastorale parrocchiale e conventuale. Dal 1966 al 1971 fu chiamato dal Ministro Generale Fr. Costantino Koser a dirigere l’azienda agricola di Grottaferrata, servizio che svolse con passione e con grande profitto per l’Ordine. Nel 1975 riaprì al culto, dopo notevoli interventi di restauro, la chiesa della Ss.ma Trinità in Marino (RM), dedicandosi al servizio del popolo di Dio. Dal 1981 e fino ad oggi è stato posto di Famiglia nel Convento Sant’Angelo in Valmontone, dove ha ricoperto l’incarico di Vicario ed Economo. Ha sempre svolto con impegno il suo servizio presbiterale, non si è mai risparmiato fino all’ultimo giorno della sua vita. È morto nel convento S. Angelo di Valmontone all’età di anni 90, di vita francescana 74 e di sacerdozio 66. * 5 febbraio 2008: MARQUES FR. MANUEL LUÍS, nato a Atalaia, della Prov. Ss. Martyrum Marochiensium, Portogallo. Filologo di greco-latino, fu professore nel Collegio di Montariol (1944-1945; 1959-1967) e nel Convento S. Francesco di Leiria (1967-1979); missionario in Mozambico (1946-1959); Cappellano nella Clinica di Boavista (1979-1990) e nell’Ospedale di Torres Vedras (19901995). È morto a nell’Ospedale dei Covões, Coimbra, all’età di anni 88, di vita francescana 70 e di sacerdozio 65. * 5 febbraio 2008: VERGEER FR. DIDYMUS, PAULUS, nato a Snlerewaard, della Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium, Olanda. Ha lavorato nella pastorale parrocchiale. È morto ad Utrecht all’età di anni 82, di vita francescana 64 e di sacerdozio 57. * 6 febbraio 2008: BOSCHIN FR. BONAVENTURA, SECONDO, nato a Scorzé, della Prov. Pedemontanæ S. Bonaventuræ, Italia. Ha donato la sua vita consacrandosi al servizio di Dio e dei fratelli svolgendo nei conventi di Bardonecchia, Ro- NECROLOGIA bassomero, Monte Mesma, Orta e Torino sant’Antonio gli incarichi di Cuoco, Economo e Sarto provinciale. Ha saputo unire alla grazia del lavoro una grande carica umana che gli faceva incontrare l’amicizia e la simpatia di quanti lo avvicinavano. È morto nella Casa di Cura “G. B. Cottolengo” di Torino all’età di anni 71 e di vita francescana 42. * 8 febbraio 2008: BOTH FR. SAMUEL, FAUSTINO ALFONSO, nato a Três Arroios, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, Brasile. Dedicò tutta la sua vita alla pastorale parrocchiale in varie Case della nostra Provincia. Fondò in Concórdia la Legione di Maria (1989). Una caratteristica del suo apostolato è stata la visita agli infermi nell’Ospedale e nelle abitazioni; fece anche parte dell’équipe della pastorale carceraria. È morto a Xanxerê, SC, all’età di anni 81, di vita francescana 59 e di sacerdozio 51. * 11 febbraio 2008: APICELLA FR. LEONARDO, nato a Tramonti, della Prov. Salernitano-Lucanæ Immaculatæ Conceptionis BMV, Italia. È morto nel Convento S. Francesco di Tramonti all’età di anni 83 e di vita francescana 42. * 12 febbraio 2008: LEFEBVRE FR. GUY, nato a Montréal, della Prov. S. Ioseph Sponsi BMV, Canada. È stato missionario in Perù per 25 anni, servendo in particolare la Parrocchia S. Antonio di Padova in Lima e la Parrocchia S. Teresa del Bambin Gesù di Tingo María. Fu un apprezzato predicatore. È morto nell’Infermeria provinciale di Montréal all’età di anni 87, di vita francescana 68 e di sacerdozio 60. * 13 febbraio 2008: NOCERA FR. GASPARE, ANTONIO, nato in Adalia, Turchia, della Prov. Serphicæ S. Francisci Assisiensis, Italia. Frate scherzoso e gioviale, nel primo decennio di ministero sacerdotale è stato formatore ed insegnante nei Collegi Serafici di Città di Castello e Montesanto di Todi. Ha poi iniziato una lunga 195 carriera di economo ed amministratore nei conventi e nelle attività della Provincia. Provato dalla malattia, ha concluso alla Porziuncola la sua testimonianza di fedeltà al Signore amministrando la misericordia di Dio e, infine, accogliendo pazientemente la croce. È morto a S. Maria degli Angeli all’età di anni 86, di vita francescana 68 e di sacerdozio 61. * 13 febbraio 2008: PUTHOFF FR. ARTHUR, EDWARD, nato a Cincinnati, della Prov. Nostræ Dominæ a Guadalupe, USA. È morto presso il Lovelace Hospital in Albuquerque all’età di anni 88 e di vita francescana 66. * 16 febbraio 2008: CRETELLA FR. GIUSEPPE, ALFONSO, nato a Succivo, della Prov. Neapolitanæ Ss. Cordis Iesu, Italia. Dopo aver esercitato per diversi anni il delicato ruolo di formatore, è stato pastore di diverse comunità parrocchiali, quasi tutte dislocate ai “margini” dell’Arcidiocesi di Napoli. Ha manifestato un’attenzione particolare verso tutti, soprattutto versi i poveri, che non partivano mai a mani vuote. È stato un vero Frate Minore; non ha trattenuto nulla per sé, ma tutto ha donato e in tutto si è donato. Ha dedicato molto tempo al Sacramento della penitenza. È morto nel Monastero S. Chiara di Napoli all’età di anni 76, di vita francescana 58 e di sacerdozio 51. * 21 febbraio 2008: HOLTEL FR. MELVIN, RICHARD, nato a Oldenburg, Indiana, della Prov. S. Ioannis Baptistæ, USA. Per quasi tutti i suoi 47 anni di ministero si dedicò al servizio parrocchiale in Provincia, in Texas, Ohio, Illinois e Kentacky. Uomo tranquillo, pacifico, di immediata simpatia, riuscì a sanare situazioni di frattura in varie Parrocchie. È morto presso il Good Samaritan Hospital, Cincinnati, all’età di anni 74, di vita francescana 55 e di sacerdozio 47. * 21 febbraio 2008: DIEKEMPER FR. BARNABAS, CORNELL, nato a New Baden, della Prov. Ss. Cordis Iesu, USA. È mor- 196 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 to all’età di anni 74, di vita francescana 49 e di sacerdozio 43. * 23 febbraio 2008: OBRDALJ FR. PAVLIMIR, VLADO, nato a Vares, della Prov. S. Crucis, Bosnia/Erzegovina. Ha lavorato nella pastorale parrocchiale in Provincia (Zenica, Breske e Kraljeva Sutjeska), in Germania e, sempre in Germania, è stato Responsabile della Missione per i Croati (Moers). È morto a Zagreb all’età di anni 73, di vita francescana 51 e di sacerdozio 46. * 24 febbraio 2008: FRANCIS FR. SAFOUAT CHOUCRI, nato in Cairo, Egitto, della Prov. S. Ioseph Sponsi BMV, Canada. È morto nell’Infermeria provinciale di Montréal all’età di anni 81 e di vita francescana 50. * 24 febbraio 2008: KEANE FR. JOHN, EDMUND, nato a Dunedin, New Zealand, della Prov. Sancti Spiritus, Australia. È morto a Sydney all’età di anni 90, di vita francescana 78 e di sacerdozio 67. * 24 febbraio 2008: CAILLON FR. ROLAND, nato a Camphon. della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Nantes all’età di anni 79, di vita francescana 56 e di sacerdozio 50. * 25 febbraio 2008: BENITO VIDAL FR. JOSÉ, nato a Alcudia de Crespins, della Prov. Valentiæ et Aragoniæ S. Ioseph, Spagna. Passò la maggior parte della vita del Collegio di Carcagente, svolgendo varie attività, soprattutto a livello amministrativo. È morto a Carcagente all’età di anni 68, di vita francescana 52 e di sacerdozio 44. * 27 febbraio 2008: HERNÁNDEZ RAMIREZ FR. SAÚL, nato a Napola Mixtepec, della Prov. S. Evangelii, Messico. È morto in un incidente stradale all’età di anni 40 e di vita francescana 15. * 29 febbraio 2008: SÁNCHEZ ZAMARRIPA FR. LEONARDO, AUSENCIO, nato a Fresnillo, della Prov. Ss. Franscisci et Iaco- bi, Messico. È morto nel Sanatorio S. Francisco di Zapopan all’età di anni 75, di vita francescana 56 e di sacerdozio 49. * 2 marzo 2008: FALCÓN LÓPEZ FR. JOSÉ CESÁRIO, nato a Bretoña, della Prov. Granatensis Nostræ Dominæ a Regula, Spagna. Visse la vocazione francescana con gioia e semplicità. Esercitò i lavori più umili, ma sempre in spirito di servizio verso i Frati della Comunità e verso tutti. Per 47 anni fu il Sagrestano della Basilica di San Francisco el Grande di Madrid. È morto nell’Infermeria del Santuario de Regla, Chipiona, all’età di anni 98, di vita francescana 74 e di sacerdozio 14. * 5 marzo 2008: KAMPA FR. JÓZEF, nato a Raszowa, della Prov. S. Hedvigis, Polonia. È morto a Wroclaw, Polonia, all’età di anni 69, di vita francescana 41 e di sacerdozio 34. * 6 marzo 2008: GERMAN FR. AMBROSE, ARTHUR, nato ad Humphrey, della Prov. Ss. Cordis Iesu, USA. È morto all’età di anni 82, di vita francescana 62 e di sacerdozio 55. * 9 marzo 2008: HOOGENBOOM FR. FLORENTIUS, JOHANNES, nato a Snelrewaard, della Prov. Ss. Martyrum Gorcomiensium, Olanda. Fu un musicista di chiesa di grande successo. Per questo motivo ha ricevuto anche una onorificenza reale. È morto a Weert all’età di anni 86, di vita francescana 67 e di sacerdozio 60. * 10 marzo 2008: HERRERA ALZATE FR. WILFRAN JOSÉ, nato a El Águila, della Prov. S. Pauli Apostoli, Colombia. È morto nel Convento di S. María de los Ángeles in Bacas de Satinga all’età di anni 30 e di vita francescana 1. * 11 marzo 2008: GARUTI FR. ADRIANO, nato a San Prospero, della Prov. Bononiensis Christi Regis, Italia. È morto presso l’Infermeria provinciale di Bolo- NECROLOGIA gna all’età di anni 70, di vita francescana 52 e di sacerdozio 44. * 12 marzo 2008: SOSPEDRA ORELLANO FR. VICENTE, JOSÉ VICENTE, nato a Valencia, della Prov. Valentiæ et Aragoniæ S. Ioseph, Spagna. Dopo l’ordinazione è stato per molti anni nel Collegio di Burbáguena come educatore e vice rettore. Lavorò come educatore anche a Burjasot e Ontínyente, dove si dedicò anche alla pittura, allo sport e alla radio. È morto a Valencia all’età di anni 67, di vita francescana 50 e di sacerdozio 41. * 13 marzo 2008: LE BORGNE FR. LUC, ERNEST, nato a Tréfflaouenan, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Nantes all’età di anni 87, di vita francescana 52 e di sacerdozio 64. * 14 marzo 2008: ROPPE FR. ADELARDUS, IGNACE, nato a Heers, della Prov. S. Ioseph Sponsi BMV, Belgio. Un confratello meticoloso, che ha proclamato la Buona Novella, soprattutto attraverso il suo lavoro, come Segretario della Rivista pastorale “Sacerdos”. È stato in più luoghi Professore, Parroco in Corsica, Assistente dell’OFS e Vice Commissario di Terra Santa. È Morto a Sint-Truiden all’età di anni 84, di vita francescana 66 e di sacerdozio 60. * 17 marzo 2008: GAGNON FR. MICHEL, JOHN, nato a Los Angeles, California, della Prov. S. Barbaræ, USA. È morto a Oceanside, California, all’età di anni 77, di vita francescana 57 e di sacerdozio 50. * 20 marzo 2008: SMIŠTÍK FR. BEDŘICH, FRANTIŠEK, nato a Ostrožaká Nová Ves, della Prov. Bohemiæ et Moraviæ S. Venceslai, Rep. Ceca. Ha trascorso, dopo l’ordinazione sacerdotale, 6 anni nei lager comunisti. Poi ha lavorato come operaio e successivamente come addetto alla manutenzione del Convento delle Suore del Ss.mo Sacramento, alle quali, clandestinamente, offriva anche il servi- 197 zio spirituale. È morto ad Albrechtice u Lanškrouna all’età di anni 83, di vita francescana 64 e di sacerdozio 58. * 21 marzo 2008: KNOB FR. PEDRO, nato a Pontes Filho, Estrela, della Prov. S. Francisci Assisiensis, Brasile. Dopo aver studiato Storia della Chiesa e Patrologia nel PAA, è stato Maestro dei Professi temporanei, Guardiano, Segretario provinciale, Penitenziere aggiunto nella Basilica di S. Giovanni in Laterano (Roma). È morto a Porto Alegre all’età di anni 77, di vita francescana 60 e di sacerdozio 53. * 22 marzo 2008: HILLEBRAND FR. REINALDO JOSÉ, JOSEF BERNHARD, nato a Paderborn, Germania, della Prov. Assumptionis BMV, Brasile. Dopo l’ordinazione sacerdotale partì per il Brasile a servizio della Fondazione di Nossa Senhora da Assunção, dipendente dalla Provincia di Sassonia, dove è stato più volte Guardiano, Parroco, Direttore del Seminario di Catechesi di Bacabal ed ha sempre lavorato nel campo della pastorale. È morto nel Convento Nossa Senhora dos Remédios, Piripiri, all’età di anni 70, di vita francescana 51 e di sacerdozio 45. * 23 marzo 2008: REMBRY FR. JEAN-GABRIEL, ROBERT, nato a Tréfflaouenan, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Nantes all’età di anni 95, di vita francescana 77 e di sacerdozio 70. * 23 marzo 2008: HOFF FR. ALPHONSE, ALBERT GEORGE, nato a New Alsace, Indiana, della Prov. S. Ioannis Baptistæ, USA. Spese i 64 anni di ministero sacerdotale a servizio di diverse Parrocchie della Provincia in Kansas, Ohio, Kentucky, Illinois, Minchigan e Indiana. Era un uomo umile, gioioso, a servizio di Dio e della gente, sempre molto riconoscente anche per le piccole attenzione che gli venivano rivolte. È morto presso Saint Margaret Hall, Cincinnati, all’età di anni 92, di vita francescana 71 e di sacerdozio 64. 198 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 * 24 marzo 2008: SEPPI FR. MARTIRIO, CELESTINO, nato a Ruffre’, della Prov. Tridentinæ S. Vigilii, Italia. È stato formatore nei vari conventi dove si svolgeva la formazione dei fratelli e poi ad Arco come maestro dei novizi dal 1960 al 1969. Continuerà per qualche anno ad aiutare in campo formativo per poi dedicarsi al sacramento della riconciliazione prima nel Santuario delle Grazie di Arco e poi a Pergine. Negli ultimi anni vive in Infermeria in raccoglimento in preghiera e nell’offerta della sua vita. Ci ha insegnato l’amore incondizionato per la vita francescana vissuta nell’obbedienza e nella più ampia disponibilità alla Regola e al Vangelo. È morto nell’Ospedale di Trento all’età di anni 84, di vita francescana 66 e di sacerdozio 60. * 25 marzo 2008: HORTA NOVAES FR. CELSO, ANTONIO CARLOS, nato a Petrópolis, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, Brasile. È stato per breve tempo Professore e, poi, ha dedicato tutta la sua vita alla pastorale parrocchiale. È morto a Nova Iguaçu, RJ, all’età di anni 86, di vita francescana 69 e di sacerdozio 64. * 25 marzo 2008: DE RECHTER FR. GUSTAVUS, FRANS, nato a Antwerpen, della Prov. S. Ioseph Sponsi BMV, Belgio. Un confratello che aveva la tensione della ricerca. È stato Professore di Religione e per 22 anni Direttore della nostra tipografia di Malines. È morto ad Antwerpen all’età di anni 80, di vita francescana 60 e di sacerdozio 54. * 26 marzo 2008: TRESERRA I LLACH FR. BERNARDÍ, RAMON, nato a Torelló, della Prov. Catalauniæ S. Salvatoris ab Horta, Spagna. Fu Rettore e Docente nel Collegio Serafico; Guardiano in vari Conventi, Maestro dei Filosofi e Teologi per un triennio. Dedicò gran parte della sua vita alla predicazione popolare in Catalogna ed Argentina. Fu Assistente delle Federazioni delle Clarisse. Pubblicò diversi volumi sulla liturgia e scrisse vari articoli in Riviste francescane. È morto nel Convento di Berga all’età di anni 95, di vita francescana 79 e di sacerdozio 70. * 29 marzo 2008: PUSCHMANN FR. ATHANASIUS, nato a Waldenburg, della Prov. Saxoniæ S. Crucis, Germania. Ha lavorato molto in vari ministeri pastorali, con particolare attenzione all’ecumenismo, supportato da un temperamento aperto e socievole. È morto a Dortmund all’età di anni 75, di vita francescana 56 e di sacerdozio 49. * 30 marzo 2008: ITCHCOCK FR. DAVID, nato a Provo, Utah, della Prov. S. Barbaræ, USA. È morto a a San Jose, California, all’età di anni 74, di vita francescana 54 e di sacerdozio 47. * 30 marzo 2008: RUDELLE FR. MARIEBERNARD, LOUIS, nato a Mouret, della Prov. B. Pacifici, Francia. È morto a Vichy all’età di anni 94, di vita francescana 75 e di sacerdozio 71. * 31 marzo 2008: GANSSLE FR. JOSPEH, nato a Brooklyn, della Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Dopo essere stato missionario per cinque anni in Brasile, rientrato in Provincia, svolse una grande quantità di servizi, tra i quali quello di Cappellano dell’Ospedale militare. Fondò e fu Presidente della Narc-Anon, Inc., un’associazione per la riabilitazione dalla dipendenza dalla droga. È morto presso il St. Anthony Hospital, St. Petersburg, all’età di anni 76, di vita francesacana 55 e di sacerdozio 50. * 1 aprile 2008: ECKELKAMP FR. DAVID, ROBERT, nato a Washington, della Prov. Ss. Cordis Iesu, USA. È morto all’età di anni 81, di vita francescana 61 e di sacerdozio 55. * 1 aprile 2008: MITCHELL FR. LESTER, SAMUEL, nato a Albuquerque, New Mexico, della Prov. S. Barbaræ, USA. È morto a Phoenix, Arizona, all’età di anni 79, di vita francescana 59 e di sacerdozio 52. NECROLOGIA * 2 aprile 2008: MURRAY FR. ARTHUR, HENRY, nato a Jersey, della Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Vice Parroco in Wanaque, NJ, dal 1950 al 1952. Fece poi parte del gruppo pastorale della St. Francis Church, New York City, dal 1952 al 1955. Tornò nel New England, dove rimase dal 1955 al 1964 come Assistente regionale dell’OFS, risiedendo al St. Anthony Shrine in Boston, Mass., e poi alla St. Francis Friary in Brookline, MA. Dal 1964 al 1970 fu Parroco della Immaculate Conception Church in Atlanta, GA. Dal 1970 al 1984 fu Cappellano del St. Joseph Hospital in Tampa, Fla. Nel 1984 fu nominato Parroco della Divine Savior Catholic Church in Tifton, GA. Per 14 anni, infine, fu Cappellano del Bay Pines Veterans Hospital. È morto nella Fraternità di Ringwood all’età di anni 86, di vita francescana 63 e di sacerdozio 58. * 3 aprile 2008: TERLAU FR. MODESTO, BERNHARD ANTON, nato a Burgsteinfurt, Germania, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, Brasile. Frate allegro, ottimista e positivo. Né gli acciacchi dell’età e né i problemi della salute gli tolsero il sorriso. Sempre disponibile alle chiamate dell’obbedienza, era ben contento di sentirsi utile anche nelle piccole cose di ogni giorno. È morto ad Agudos, SP, all’età di anni 94, di vita francescana 70 e di sacerdozio 63. * 3 aprile 2008: MOCIGEMBA FR. METODY, nato a Szum, della Prov. Assumptionis BMV, Polonia. È morto a Katowice all’età di anni 92, di vita francescana 73 e di sacerdozio 66. * 3 aprile 2008: HITZIGER FR. GEORG, nato a Woischnick, della Prov. Saxoniæ S, Crucis, Germania. Ha lavorato a lungo nella pastorale parrocchiale, nell’animazione degli Esercizi spirituali e nell’assistenza alle Suore e all’OFS. Ha accettato con pazienza il ritiro dall’attività e la malattia. È morto a Dortmund all’età di anni 91, di vita francescana 61 e di sacerdozio 55. 199 * 3 aprile 2008: TEMME FR. WILHELM, nato a Glane. della Prov. Saxoniæ S. Crucis, Germania. Ha lavorato nella pastorale parrocchiale e sociale, impegnandosi molto anche nel rinnovamento post-conciliare. È stato impegnato anche nella predicazione di Esercizi spirituali e nella pastorale sanitaria. È morto a Dortmund all’età di anni 74, di vita francescana 52 e di sacerdozio 46. * 4 aprile 2008: MUESSIGGANG FR. EMMANUEL, ANTHONY, nato a San Francisco, California, della Prov. S. Barbaræ, USA. È morto a Oakland, California, all’età di anni 99, di vita francescana 80 e di sacerdozio 74. * 7 aprile 2008: PICCININI FR. ALESSANDRO, nato a Cingoli (MC), della Prov. Picenæ S. Iacobi de Marhcia, Italia. È morto nell’Ospedale di San Benedetto del Tronto all’età di anni 92, di vita francescana 74 e di sacerdozio 69. * 9 aprile 2008: ARDILES FR. AQUILINO, nato ad Atahona, Córdoba, della Prov. Fluvii Platensis Assumptionis BMV, Argentina. Gran parte della sua vita l’ha impegnata nel campo educativo in vari Collegi, soprattutto nel Collegio di Montaña. È stato, inoltre, Vicario e più volte Definitore provinciale, Guardiano. È morto nella Casa di Postulandato di San Jorge all’età di anni 81, di vita francescana 60 e di sacerdozio 53. * 10 aprile 2008: RECINELLI FR. MICHAEL J., nato a Red Bank, New Jersey, della Prov. Immaculatæ Conceptionis BMV, USA. È morto presso “Albany Medical Hospital” di Albany, New York, all’età di anni 81 e di vita francescana 50. * 11 aprile 2008: KERSTEN FR. VICTOR, THEODORUS, nato a Helden, della Prov. ss. Martyrum Gorcomiensium, Olanda. Dal 1951 al 2002 è stato missionario in Pakistan. È morto a Weert all’età di anni 86, di vita francescana 64 e di sacerdozio 58. 200 AN. CXXVII – IANUARII-APRILIS 2008 – N. 1 * 14 aprile 2008: GIANNINI FR. BRUNO, nato a Pennabilli, della Prov. Picenæ S. Iacobi de Marchia, Italia. È morto nel Convento S. Francesco di Matelica all’età di anni 78, di vita francescana 60 e di sacerdozio 53. * 16 aprile 2008: BATT FR. DACIAN, WILLIAM, nato a Hamilton, Ohio, della Prov. S. Ioannis Baptistæ, USA. Trascorse 50 anni del suo ministero sacerdotale in diverse Parrocchie della Provincia in Ohio, Michigan, New Mexico, Illinois. Svolse un ruolo significativo in tutti i progetti elaborati nei primi anni ‘70. Contribuì a sviluppare un apparecchio per facilitare la confessione ai non udenti. È morto presso la Saint Mary Friary, Bloomington, all’età di anni 77, di vita francescana 57 e di sacerdozio 50. * 16 aprile 2008: WICKMAN FR. CHARLES, CARMEL, nato a Senglea della Prov. S. Pauli Apostoli, Malta. È morto all’età di anni 79, di vita francescana 61 e di sacerdozio 52. * 22 aprile 2008: SCHERPENBERG FR. SERGIUS, HERMAN, nato a St. Berbard, Ohio, della Prov. S. Ioannis Baptistæ, USA. Trascorse 56 anni del suo ministero sacerdotale in diverse Parrocchie della Provincia in Indiana, Ohio, Kansas, New Mexico, Louisiana, Kentacky, Illinois. Fu spesso assegnato a Parrocchie difficili dove riuscì a ricostruire l’unità del popolo di Dio. È morto presso Saint Margaret Hall, Cincinnati, all’età di anni 84, di vita francescana 64 e di sacerdozio 56. * 24 aprile 2008: BATTAGLIOLI FR. VITTORIO, FRANCESCO, nato a Stagno-Camugnano (BO), della Prov. Tusciæ S. Francisci Stigmatizati, Italia. Entra ancora adolescente nell’Ordine dei Frati Minori: ivi compie studi umanistici-teologici a livello universitario. Insegnante di italiano e storia dell’arte nei licei dell’Ordine, deve abbandonare l’incarico in quanto chiamato da Fr. Agostino Gemelli all’Università Cattolica del Sacro Cuo- re di Milano, in qualità di assistente. Dopo la morte di Gemelli, lascia Milano intorno agli anni ’61-’62 alla volta di Roma, chiamato dal Card. Antonelli presso l’Università Cattolica. Quivi opera per dodici anni espletando le sue attività in frequenti viaggi in Europa e Medio Oriente. Dal 1973 al 1979 svolge il servizio di Ministro provinciale della Provincia Toscana e delle competenti missioni di Bolivia, Turchia e Marocco, recandovisi spesso in visita. È stato membro del Consiglio plenario dell’Ordine (Roma, 1974) e presidente della Conferenza dei Ministri provinciali d’Italia (dal 1975) e, per molti anni, vice assistente dell’Istituto Missionarie della Regalità. Libero dalla carica di Ministro, ha prestato la maggior parte del suo tempo alle attività di conferenziere, predicatore, assistente di gruppi, soprattutto giovanili. Fu fecondo dal punto di vista letterario-poetico, incoraggiato in modo particolare dalla prof.ssa Maria Sticco e dal Prof. Ezio Franceschini. Gentile e cortese fino agli ultimi giorni, è stato raggiunto da sorella morte al termine di una lunga malattia. È morto nell’Infermeria provinciale di Fiesole all’età di anni 89, di vita francescana 72 e di sacerdozio 66. * 24 aprile 2008: PONTOGLIO FR. ONORIO, PIETRO PAOLO, nato a Berlingo, Brescia, della Prov. Mediolanensis S. Caroli Borromæi, Italia. È morto nella Comunità di Mondo X “Cielo 91” di Alzate Brianza, Como, all’età di anni 86, di vita francescana 67 e di sacerdozio 60. * 26 aprile 2008: BALLERINI FR. VALENTINO, DOMENICO CASSIODORO, nato a Crecchio (CH), della Prov. Aprutiorum S. Bernardini Senensis, Italia. Laureato in Lettere moderne, si è dedicato all’apostolato nella Parrocchia, nella scuola come insegnante di religione ed ha ricoperto gli incarichi di Guardiano e Definitore. La sua simpatia e giovialità saranno un ricordo indelebile in quanti lo hanno conosciuto. È morto a Lanciano all’età NECROLOGIA di anni 72, di vita francescana 55 e di sacerdozio 46. * 26 aprile 2008: URÍA SANDOVAL FR. MARCELO, CARLOS, nato a Quito, della Prov. S. Francisci de Quito, Ecuador. È morto a Milagro all’età di anni 76, di vita francescana 57 e di sacerdozio 50. * 28 aprile 2008: LORÈ FR. MARCO, FRANCESCO, nato a Stornarella, della Prov. Mediolanensis S. Caroli Borromæi, Italia. Laureatosi al Pontificio Ateneo Antonianum in teologia dogmatica nel 1968, al suo rientro in Provincia, dopo un biennio di insegnamento, realizza assieme ad altri tre confratelli l’esperienza della Fraternità Operaia del Villaggio Sereno a Brescia (1970-77). È stato Definitore provinciale (1976-79); quindi per vent’anni formatore nelle Case di Postulato, Noviziato e Post-Noviziato in qualità di Guardiano, Economo e Vice Maestro. Stimato Assistente dell’Ordine Francescano Secolare, uomo di vita austera e di laboriosità, membro della Commissione della Formazione Permanente (2000-07). È morto a Milano all’età di anni 69, di vita francescana 49 e di sacerdozio 45. * 30 aprile 2008: MONS. COSCIA DOMINIC/BENEDICT, Vito, nato a Brooklyn, del- 201 la Prov. Ss. Nominis Iesu, USA. Dopo l’ordinazione presbiterale Fr. Dominic si recò missionario nello Stato di Goiás, in Brasile. Lì giunto, cambiò il suo nome religioso in Benedetto, in onore di san Benedetto il Moro, per il quale aveva una grande devozione. Lavorò nella Parrocchia di Santa Ana in Anapolis e, poi, come Parroco a Pires do Rio, e all’età di 38 anni fu nominato Vescovo della Diocesi di Jataí, Goiás, da Giovanni XXIII. Ricevette l’ordinazione episcopale il 21 settembre 1961, nella Basilica di Our Lady of Perpetual Help in Brooklyn, dal Vescovo Bryan McEntegart. Partecipò alle quattro Sessioni del Concilio Vaticano II e si impegnò per attuare le decisioni conciliari nella vasta Diocesi di Jataí, grande tre volte lo Stato del New Jersey. Chiamò Istituti di religiosi e religiose, perché aiutassero in Diocesi e promosse le vocazioni del Clero diocesano, essendo un pioniere nell’istituire il Diaconato permanente in Brasile. Fu un Pastore esemplare ed energico, servendo la sua Diocesi per 38 anni, anche dopo la sua rinuncia nel 1999. Nel 1963 fu fatto cittadino onorario dello Stato di Goiás e il 7 maggio 1982 fu insignito del Dottorato “Honoris causa” in Legge dal St. Francis College in Brooklin. È morto a Goiâna, Brasile, all’età di anni 85, di vita francescana 64, di sacerdozio 58 e di episcopato 46. A08Indice:Indice 2° e 3° copertina 21-05-2008 16:21 Page 2 SUMMARIUM FASCICULI (An. CXXVII, IANUARII - APRILIS 2008 – N. 1) EX ACTIS SUMMI PONTIFICIS 1. Omelia di Benedetto XVI in occasione della conclusione della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani ..............................................3 2. Discorso di Benedetto XVI in occasione della XII Giornata della Vita Consacrata ..................5 3. Discorso al Consiglio esecutivo delle unioni internazionali dei superiori e delle superiore generali ....................................................................7 4. Discorso ai partecipanti al corso annuale promosso dalla Penitenzieria Apostolica ..................8 EX ACTIS MINISTRI GENERALIS 1. Omelia in occasione della Messa di suffragio per i Frati Seán Collins, Aloísio Lorscheider, Sebastião Assis De Figueiredo e José Gómez.........11 2. Intervento conclusivo nell’Incontro dei nuovi Ministri provinciali e Custodi .................................13 3. Omelia nell’Eucaristia alla conclusione dell’incontro con i nuovi Ministri e Custodi...........15 4. Omelia in occasione della conclusione del 1° centenario della nascita e del 32° anniversario della morte del SD Gabriele Allegra ......................17 5. Lettre à tous les Ministres et Assistants de l’OSC ..19 6. Carta con ocasión de la Pentecostés 2008...............21 E SECRETARIA GENERALI 1. Capitulum Prov. Fluvii Platensis Assumptionis BMV in Argentina............................43 2. De trasitu ad aliud Institum.....................................43 3. Fund. S. Francisci Assisiensis in Russia/Cazastania electiones .............................43 4. Capitulum Prov. Ss. Martyrum Iaponiensium in Iaponia ................................................................43 5. Capitulum Prov. S. Francisci Solano in Peruvia .....44 6. Electio extra Capitulum Prov. S. Francisci Solano in Peruvia.......................44 7. Translatio Collegii S. Bonaventuræ Cryptæ Ferratæ in Italia ..........................................44 8. Capitulum Prov. S. Francisci in Vietnamia .............45 9. Capitulum Cust. Aut. S. Ioannis Baptistæ in Pakistania............................................................45 10. Extra Capitulum Prov. Christi Regis in Canada electio.....................................................45 Copertina: L’anno della Parola (Foto: L. Perugini, ofm) 11. Extra Capitulum Prov. S. Michaëlis Archangeli in Ukraina electio....................................................45 12. Visitatores generales ...............................................46 13. Domus suppressæ ...................................................46 14. Notitiæ particulares.................................................46 E SECRETARIATU PRO FORMATIONE ET STUDIIS 1. Meeting of the Secretaries for Formation and Studies of the SAAO Conference ....................47 2. «Laudatio» al Card. Umberto Betti OFM ...............49 4. Saludo y mensaje a la Universidad Franciscana de México y a los primeros alumnos del master en desarrollo docente ..............................................53 5. Saluto ai partecipanti della Giornata di Studio .......54 6. Notitiae particulares................................................57 E SECRETARIATU PRO EVANGELIZATIONE ET MISSIONE 1. Capitolo della Fondazione “S. Francesco” in Russia e Kazakhstan ...........................................59 2. Seminário de Evangelização e Missão....................60 3. Congresso missionário latino-americano e caribenho..............................................................63 E POSTULATIONE GENERALI 1. Venerabili Servae Dei Mariae Caelinae a Praesentatione (in saeculo: Ioannae Germanae Castang) Beatorum honores decernuntur................75 2. Decretum super virtutibus Ven. SD Francisci Mottola..............................................76 3. Ponens in Causa SD M. Fidelis Weiss eligitur........78 4. Validitas iuridica Inquisitionis in Causa SD Aloisiae Velotti declaratur......................79 5. Facultas Transumptum Inq. dioec. in Causa SD Z. Negroni aperiendi ..........................79 6. Ponens in Causa SD Michaëlangeli Longo eligitur.....................................................................80 7. Facultas datur Transumptum Inq. dioec. in Causa SD C. Gatti aperiendi ...............................80 8. Validitas iuridica Inquisitionis dioec. in Causa SD A. Seghezzi declaratur .......................80 9. Ponens in Causa SD Francisci I. Bonifacio nominatur................................................................81 CCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCCC Directio Commentarii DISTRIBUTIO «ACTA ORDINIS FRATRUM MINORUM» CURIA GENERALIS O.F.M. Via S. Maria Mediatrie, 25 00165 ROMA (Italia) Fax +39.06.68.491.364 / e-mail: [email protected] GRATUITA – DISTRIBUZIONE GRATUITA FUORI COMMERCIO A08Indice:Indice 2° e 3° copertina 21-05-2008 16:21 Page 3 10. Relator Causae SD Zachariae Negroni nominatur..81 11. Validitas iuridica Inquisitionis dioec. in Causa SD M. Saravia declaratur .........................81 12. Validitas iuridica Inquisitionis super miro in Causa B. Baptistae Varano declaratur.................82 13. Relator in Causa SD Aloisii Sodo nominatur .........82 14. Validitas iuridica Inq. dioec. in Causa SD Rosae Staltari declaratur ....................83 15. Competentia fori in Causa SD A. Alessandrini Archiepiscopo Ianuensi datur .................................83 16. Facultas Trans. Inq. suppl. in Causa SD M. T. De Vincenti aperiendi ...............83 17. Facultas datur exuvias Ven. SD M. Rosae Flesch recognoscendi..............................................84 18. Ponens in Causa SD Odoardi Focherini eligitur .....84 19. Tertius peritus in Causa super miro intercessioni Ven. SD Francisci Paleari tributo nominatur ..........85 20. Relator nominatur in Causa SD Rosae Staltari .......85 21. Notitiae particulares................................................85 STATISTICA ORDINIS FRATRUM MINORUM (31 Decembris 2007) I. Relatio de statu personali et locali Ordinis .............87 II. Fratres omnes unicuique Provinciae vel Cust. Aut. adscripti ...............................................91 III. Fratres et domus secundum regiones .....................95 IV. Status domum et presentia fratrum in singulis nationibus .................................................98 V. Provinciae vel Cust. Aut. juxta numerum fratrum et novitiorum ..........................101 VI. Incrementum vel decrementum numeri fratrum ..103 VII. Inter 2007 et 2006 comparatio.............................106 VIII. Alumni cursus Philosophiae, Theologiae et ad Gradus Academicos.........................................109 1 1. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. EX OFFICIO PROCURA GENERALIS Calendarium proprium Ordinis Fratrum Minorum ....................................113 1. Decretum probationis seu confirmationis ........113 2. Decretum promulgationis Ministri Generalis ...113 3. Calendarium Ordinis Fratrum Minorum .........116 EX OFFICIO PRO MONIALIBUS Conventus Præsidum Sororum Clarissarum .........119 Partecipanti ...........................................................119 Gruppo operativo ..................................................119 Comunicazione dell’Ufficio “Pro Monialibus” ....120 Saluto dell’Abbadessa del Protomonastero all’apertura del Convegno.....................................122 Omelia alla Celebrazione eucaristica d’apertura ..122 Saluto del Ministro generale .................................125 Informe del Ministro general ................................128 Omelia alla conclusione del Convegno ................134 Celebrazione dell’invio.........................................136 Messaggio finale...................................................137 Cronaca del Convegno..........................................139 EX OFFICIO OFS 1. Regolamento Internazionale della Gioventù Francescana ..........................................145 2. Bosnia ed Erzegovina – Corso di formazione per gli Assistenti spirituali OFS-GiFra .................147 3. Repubblica Ceca – Corso di formazione per Assistenti spirituali OFS-GiFra ......................148 4. Italia: San Giovanni Rotondo – Jammin Festival JPII ..........................................................148 5. Lituania – Capitolo nazionale dell’OFS ..............149 AD CHRONICAM ORDINIS 1. De itineribus Ministri Generalis ...........................151 1. Epifania 2008 all’Aracoeli in Roma ........151 Visita a la Fraternidad de Estambul ........151 2. 3. Visita a la Provincia Bética......................152 4. Visita al Santuario de Arantzazu ..............156 5. Visita fraterna alla Provincia di Napoli...157 6. Visita fraterna ai Frati in Siria ................158 7. Visita ai Frati in Libano ...........................159 8. Visita alla Provincia di Lituania ..............161 9. Incontro con i Frati che lavorano in Svizzera ................................................162 10. Visita alla Provincia di S. Michele in Ucraina ................................................162 11. Visita a la Custodia de San Benito en Amazonas, a la Provincia de N. Sra. de Asunción (Bacabal) y a la Fundación de N. Sra. de las Gracias (Piauí) en Brasil. ..................................................163 12. Visita al Noviciado de la Conferencia Cono Sur ..................................................166 13. Visita alla Provincia di san Girolamo in Croazia.................................................167 2. Incontro del Definitorio con i nuovi Ministri provinciali e Custodi ...............................168 3. Centenario dell’ordinazione presbiterale di Fr. Agostino Gemelli.........................................169 4. Incontro della CFF................................................173 5. The General Definitory met the English-speaking Conference of Ministers Provincial (ESC)...................................................174 6. Laboratorio formativo della Conferenza Nord-Slavica.........................................................176 7. Notitiæ particulares...............................................176 BIBLIOGRAPHIA 1. Libri ......................................................................179 2. Extracta.................................................................180 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. NECROLOGIA Pllumi Fr. Zef........................................................181 Mons. José H. Gómez González ofm ...................182 Fr. Leonardo (Ausencio) Sánchez Zamarripa .......183 Fr. Adriano Garuti.................................................183 Fr. Onorio Pontoglio .............................................184 Anno 2005 mortui sunt .........................................186 Anno 2006 mortui sunt .........................................186 Anno 2007 mortui sunt .........................................187 Anno 2008 mortui sunt .........................................189 A08copertinaOK:4° copertina 21-05-2008 16:19 Page 1 AA.VV. Dizionario bonaventuriano. Edizioni francescane, Padova 2008, pp. 909. Il Dizionario bonaventuriano, con le sue cento voci, intende offrire il pensiero di san Bonaventura nei suoi aspetti filosofici, teologici e mistici. L’offerta è rivolta agli studenti di filosofia e di teologia, ai religiosi, ai cultori del medioevo scolastico, agli studiosi, ai francescani; a tutti, secondo i rami di interesse corrispondenti, rami che, secondo san Bonaventura, partono e conducono all’unico Albero della vita. Il Dizionario esce a 750 anni dall’elezione di frate Bonaventura a ministro generale. La sua interpretazione della vita di san Francesco – acuta e profonda analisi confluita nelle sue opere – acquista per noi un dato esemplare, quello cioè di incarnare in forme rinnovate, rispondenti ai segni del tempo, il genio del Poverello di Assisi, suscitato dallo Spirito per la Chiesa e il mondo. IBRAHIM NAJIB Gesù Cristo Signore dell’universo. La dimensione cristologica della lettera ai Colossesi. Edizioni Terra Santa/Franciscan Printing Press, Milano/Jerusalem 2007, pp. 240. Tutti i libri del NT sono la Buona Novella di Gesù Cristo, Figlio di Dio e nostro Signore. L’insistenza cristologica non è, tuttavia, uguale in tutti i libri del NT. La lettera ai Colossesi si distingue per la sua cristologia “alta” che guida tutti gli altri temi teologici, contribuendo a delineare il volto di Cristo, immagine del Dio invisibile. La novità di questa monografia consiste, appunto, nel fatto che l’Autore cerca di mostrare la dimensione cristologica in tutta la lettera dell’apostolo Paolo. AA.VV. Memorias. Curso de formación para la misión y la evangelización en clave franciscana. “La osadía de vivir el Evangelio”, del 25 al 28 de junio de 2007. Editorial Bonaventuriana, Bogotá 2008, pp. 291. ¿Existe un modo franciscano de evangelizar, de misionar? La respuesta requiere un análisis para lo cual es necesario convocar y reunir hombres y mujeres que nos ayuden a elucidar dicha inquietud. Esto fue bien comprendido por el Secretariado de Evangelización y Misión de la Comunidad Franciscana de la Provincia de la Santa Fe, el cual, pensó y diseñó un encuentro en la Universidad de San Buenaventura, en Bogotá, titulado: «La Misión y la Evangelización en clave franciscana. “La osadía de vivir el Evangelio”». La presente edición de las memorias de este congreso franciscano, celebrado del 25 al 28 de junio del 2007, quiere ser como una herramienta formativa que sirva a la cualificación de nuestra acción evangelizadora y misionera.