Sabactanì Lamà Elì Elì ynIT;qib' viii “Ed all’ora nona Gesù gridò ad alta voce, dicendo, “Elì, Elì lamà sabactanì? Che si interpreta: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” L’ira di Dio cadde su Cristo. Questo era il celarsi del volto di Dio. Sebbene innocente, Cristo fu trattato come un peccatore, poiché attraverso i suoi meriti i peccatori, anche se colpevoli, siano trattati come leali ed ubbidienti figli di Dio. Cristo è morto portando i peccati del mondo che furono a lui imputati, così che la sua giustizia sia imputata al peccatore. Quando il senso della perdita del favore del Padre svanì, Cristo aveva svuotato il calice amaro fino all’ultima feccia.” “Verso l’ora nona le tenebre diminuirono, ma rimasero solo intorno al Salvatore: erano simbolo dell’agonia e dell’orrore che gravavano sul suo cuore. Nessun occhio poteva penetrare l’oscurità che circondava la croce, e ancor meno quella più fitta dell’anima sofferente del Cristo. Dei lampi sfolgoravano intorno a lui; appeso al legno. Allora «Gesù gridò con Gran voce: Elì, Elì, lamà sabactanì? cioè: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Matteo 27:46). – La Speranza dell’Uomo, pag. 580. (753,754). “L’innocente Figlio di Dio era là, appeso alla croce; la sua carne era lacerata dalle ferite; le sue mani, che si erano tanto prodigate per benedire, erano inchiodate; anche i suoi piedi, instancabili nel servizio, erano stati fissati al legno; la testa regale era trafitta da una corona di spine; quelle labbra tremanti esprimevano gemiti di dolore. Tutto quello che egli ha sopportato, le gocce di sangue che scendevano dal suo capo, dalle sue mani e dai suoi piedi, l’agonia del suo corpo e l’inesprimibile angoscia della sua anima per la separazione dal Padre, annunciano a ogni uomo questo messaggio: è per te che il Figlio di Dio ha acconsentito a portare il peso del peccato, e per te ha strappato alla morte il suo dominio e ha aperto le porte del cielo.” - La Speranza dell’Uomo, pag. 580,581 (754-756). Il distacco dal Padre in quell’ora suprema di angoscia straziava il cuore del Salvatore con un dolore che nessun uomo può comprendere pienamente. La sua sofferenza morale era tanto grande da non fargli quasi avvertire quella fisica. Satana rivolse contro Gesù le sue tremende tentazioni. Il Salvatore non riusciva a scorgere nulla al di là della tomba. La speranza della sua vittoria sul sepolcro vacillava, e non era più sicuro che il suo sacrificio fosse gradito al Padre. Sapendo che il peccato è odioso agli occhi di Dio, temeva che la separazione fosse eterna. Il Cristo avvertì l’angoscia che ogni peccatore prova quando la misericordia cessa di intercedere in suo favore. Furono la consapevolezza del peccato e della disapprovazione divina a rendere tanto amaro il calice e a spezzare il cuore del Figlio di Dio. “ Quelle fitte tenebre nascosero la faccia di Dio. Egli aveva fatto delle tenebre la sua dimora e nascondeva la sua gloria alla vista degli uomini. Dio e i suoi angeli erano accanto alla croce. Il Padre era insieme con il Figlio, ma la sua presenza non era visibile; nessun uomo avrebbe potuto resistere se la sua gloria si fosse rivelata pienamente.” L’innocente Figlio di Dio era là, appeso alla croce; la sua carne era lacerata dalle ferite; le sue mani che si erano tanto prodigate per benedire, erano inchiodate; anche i suoi piedi, instancabili nel servizio, erano stati fissati al legno; la testa regale era trafitta da una corona di spine; quelle labbra tremanti esprimevano gemiti di dolore. Tutto quello che egli ha sopportato, le gocce di sangue che scendevano dal suo capo, dalle sue mani e dai suoi piedi, l’agonia del suo corpo e l’inesprimibile angoscia della sua anima per la separazione dal Padre, annunciano a ogni uomo questo messaggio: è per te che il Figlio di Dio ha acconsentito a portare il peso del peccato, e per te ha strappato alla morte il suo dominio e ha aperto le porte del cielo. Colui che placò le onde agitate, che fece tremare e fuggire i demoni e le malattie, che aprì gli occhi ai ciechi e chiamò alla vita i morti, si offre sulla croce in sacrificio perché ti ama. Egli prende su di sé il peccato, subisce la collera della giustizia divina e diviene egli stesso peccato, per amor tuo. Giovanni 14:18 Tutti uniti noi cantiamo per dar gloria al nostro buon Gesù! Questo canto ci accompagni e ci guidi verso il ciel! Alleluia all’Agnello, alleluia a Te, Cristo mio Re! Il tuo spirito ci guida e la tua forza in noi sarà! Alleluia all’Agnello, alleluia a Te, Cristo mio Re! Ogni cosa t’appartiene e Tu vuoi dividerla con noi! Ogni cosa t’appartiene e Tu vuoi dividerla con noi!