Maddaloni Giuseppe La spezieria e la somministrazione dei medicinali nel secolo XVII a Torre del Greco Ricerca storica 2010 www.vesuvioweb.com 2 La spezieria e la somministrazione dei medicinali Tra le attività caritative e di assistenza svolte dal Pio Monte dei Marinai a favore dei suoi iscritti, la somministrazione fornitura e anche la produzione dei medicinali è senza dubbio una delle più interessanti. Per i godenti del affiliati al Pio Monte, il beneficio di ricevere cure mediche e la somministrazione di medicinali era già previsto dallo statuto del 1615, e successivamente ribadito di volta in volta dalle successive capitolazioni. Dai documenti si apprende che il Pio Monte, pagava per questo servizio un medico e uno o più speziali incaricati di preparare le medicine da somministrare agli ammalati e alle proprie famiglie. Il 2 Novembre 1791, Gennaro Sannino cassiere del Pio Monte, paga per ordine dei Governatori dell’istituzione, venticinque carlini a favore di un tale Don Francesco Brancaccio per l’affitto e pigione della spezieria di medicina e per la sala superiore del Pio Monte, per il semestre maturato nel mese d’Aprile dello stesso anno 1. La nota lascia chiaramente intendere che l’istituzione aveva impiantato in città, una spezieria tutta propria, dove lavoravano gli speziali pagati anch’essi dal Pio Monte. Non sappiamo se in città ci fossero altre spezierie attive oltre a quella dei Mariani, il Balzano riferisce di una spezieria di Medicine di un tale Nicola Paduano attiva nel quartiere Borgo e Casale Nuovo 2, ma è probabile che fosse attiva presso l’ospedale degli incurabili cittadino, una ulteriore spezieria. L’ospedale fu fondato assieme all’annessa chiesa di S. Maria del Popolo, nel 1586 come dipendenza di quello degli incurabili di Napoli dal gentiluomo napoletano Ferrante Bucca d’Aragona, la struttura fu completamente rasa al suolo dal bombardamento aereo del 13 Settembre 1943 3. Diversi sono stati gli speziali che hanno lavorato per il Pio Monte, purtroppo la scarsità della documentazione non ci permette di ricostruire la vicenda della spezieria dei marinai in maniera dettagliata. Tuttavia alcuni pagamenti effettuati presso il banco di S. Eligio dal Pio Monte, ci permettono di ricostruire interessanti episodi della vita della spezieria dei marinai di Torre del Greco. Un tale Nicola Loffredo fu l’intestatario di un conto aperto per il Pio Monte dei Marinai attivo nel 1749. Tra i pagamenti operati dal Loffredo i più interessanti sono quelli a favore dei fratelli Carlo e Saverio De Bottis. 1 - Magnifico Gennaro Sannino cassiere della venerabile cappella di S Maria di Costantinopoli e monte dei marinai di Torre del Greco, dell’entrate della medesima che in vostro potere si ritrovano ne pagherete carlini venticinque a Don Francesco Brancaccio e suddetti sono per il semestro maturato nel mese d’aprile dell’intrante anno 1791, che da detta venerabile Cappella e Monte per causa degli carlini cinquanta l’anno che si corrispondono per l’affitto e pigione della spezieria di medicina di detto Pio Luogo ….2 Novembre 1791. ABSC, Fondo Pio Monte dei Marinai, registro contabile Da febbraio 1791 a settembre 1791 2 - F. BALZANO, L’antica Ercolano ovvero la Torre del Greco tolta all’oblio, Napoli 1688, pag. 32 3 - C. DI CRISTO, Torre del Greco, Storia tradizioni e Immagini, Napoli 1985, pag. 114 3 Dalle due lunghe e corpose causali di pagamento si apprende che i fratelli De Bottis erano speziali di medicina attivi in Torre del Greco, e che questi lavoravano per la spezieria del Pio Monte dei Marinai 4. Il cognome De Bottis, lascia subito pensare al più noto Gaetano De Bottis, nato a Torre del Greco nel 1721. Gaetano De Bottis fu nominato dal re Ferdinando IV di Borbone, professore di scienze naturali all’Università degli studi di Napoli e collaborò attivamente anche a Torre del Greco dove su incarico dell’università progettò diverse opere architettoniche e urbanistiche, tra cui la restaurazione della porta di Capo la Torre dove furono sistemate due statue della Giustizia e della Prudenza donate dal re Ferdinando IV alla città nel 1786 5. La professione di speziale di medicina è legata al nome della famiglia De Bottis, infatti già due zii paterni del noto Gaetano, Salvatore e Carmine, di professione erano proprio speziali di medicina. Dunque è probabile che Saverio e Carlo, speziali del Pio Monte, Carmine, Salvatore e lo stesso Gaetano, siano tutti imparentati tra di loro 6. Non conosciamo quando Saverio e Carlo abbiano cominciato a lavorare presso la spezieria dei marinai, quello che è certo, che i Governatori e i godenti del Monte, ad un certo punto non essendo più contenti del servizio offerto dai De Bottis, interruppero tale fornitura. Le motivazioni di tale interruzione furono dovute a tanti medicamenti dati di malissima qualità e soprattutto forniti con somma strabocchevole che l’istituzione non aveva più intenzione di pagare. La controversia durò diversi mesi e sfociò in una vera e propria causa legale che vide coinvolti il Sacro Regio Consiglio e due istruttori del procedimento burocratico i Regi Consiglieri, Gaeta e Ferraro. Il Regio Consigliero, … portatosi in accesso, esplorata la volontà di certi marinari godenti li quali tutti esposero non essere contenti della somministrazione di detti medicamenti davansi da detti De Bottis a caro costo, e di malissima qualità, e di non voler da detti de Bottis più detta somministrazione 7. Dalle causali si apprende che gli stessi De Bottis il 4 Gennaio 1749 avevano ricevuto un anticipo di 80 ducati sulla loro fornitura prima che si verificasse il malcontento dei Godenti e quindi l’inizio della causa legale. I pagamenti del 21 Gennaio e del 20 Maggio, sono in realtà fittizi, i De Bottis infatti ricevono si dal Pio Monte due versamenti di 80 ducati, ma contemporaneamente si impegnano a restituire le somme al Pio Monte rigirando a loro il pagamento e interrompendo definitivamente i rapporti lavorativi con gli stessi. … Non restando li medesimi De Bottis altro a conseguire da detta reverabile Cappella e Monte ma decidendosi detta causa a favore dei godenti, debbiano detti De Bottis e subbito restituire detto pagamento 8. La fornitura dei medicinali se da un lato era uno dei servizi più importanti offerti dal Pio Monte ai suoi iscritti, dall’altro era causa e origine di diverse diatribe legali, imbrogli e frodi che nella vicenda dei fratelli De Bottis trova un chiaro esempio, che certamente non fu l’unico. 5 6 7 8 - ASBN, Nicola Loffredo , Banco S. Eligio 1749 I sem. f 1280; 1749 II sem. f. 1189 C. DI CRISTO, op. cit. pag. 146 S. LOFFREDO, Turris octava alias del Greco, Napoli 1983, pag. 341 - 342 ASBN, Banco di S. Eligio, Giornale di Cassa 1749, Nicola Loffredo 4 Dalla causale di un pagamento effettuato da Vincenzo Balzano per conto del Pio Monte il 18 settembre 1752, apprendiamo un altro caso in cui incomprensioni tra i Governatori del Pio Monte e gli speziali di medicina, che per questo lavoravano, portarono ad una nuova causa legale. I fratelli De Bottis erano stati sostituiti come speziali, da un tale Ambrosio Brancaccio, che al momento del pagamento risultava defunto. La causa infatti si svolse tra i Pio Monte e gli eredi di Ambrosio, Don Giuseppe Lelio, Carl’Antonio, Michele, Giovan Vincenzo e Nicolò Brancaccio germani, fratelli, figli et eredi del quondam Ambrosio della Torre del Greco 9. Questa volta a differenza della causa dei De Bottis, la parte lesa fu lo speziale, per il cui danno gli eredi ricevettero un risarcimento di 550 ducati per conto di tanti medicamenti della loro spezieria di medicina che per tanto tempo li hanno dato, e somministrato ad alcuni pessimi godenti di detta Cappella e Monte per il di cui effetto li detti di Brancaccio ne fece ricorso al Sacro Regio Consiglio 10… Dunque il problema questa volta era stato il comportamento scorretto di alcuni Godenti che probabilmente si facevano dare i medicinali più di una volta ,al fine di rivenderli a terzi. La causa per parte degli speziali fu indagata da un tale Domenico Longobardo, il quale quantificò in 1416 ducati il danno che il Pio Monte doveva ripagare agli eredi dell’Ambrosio. I Governatori all’oscuro dei comportamenti illeciti di alcuni godenti, rimandarono la causa non sapendo effettivamente se tali accuse erano da considerarsi vere o false. Si dovette aspettare che i pescatori accusati tornassero dalla pesca dei coralli che stavano frattanto compiendo nelle acque di Sardegna, per convocare un consiglio chiarificatore per sentire dalla voce dei diretti interessati la loro versione dei fatti. I Governatori decisero di fare pubblica conchiusione coll’intervento della medesima parte de godenti dell’uno e dell’altro ceto e convocato nel luogo solito sotto li 19 Marzo 1752 per battere l’affare di detta differenza, onde fu come luso e determinato per non più litigare e passare aventi detta differenza mediante ancora il parere de loro comuni amici, ed che li si fussero dati e pagati a detti Brancaccio li suddetti altri ducati 50 per detto completamento di ducati 550 per tutti li suddetti medicamenti dalli medesimi dati somministrati a detti Godenti 11. Da un pagamento del 26 Aprile 1752, effettuato dallo stesso Vincenzo Balzano a nome dei Governatori del Pio Monte presso il banco di S. Eligio, si ricava che l’avvocato che difese il Pio Monte nelle cause legali contro i Brancaccio e i De Bottis fu Giacinto Fascella di Napoli 12. Con il pagamento citato, l’avvocato ricevette ducati 110 per le spese di deritto di scritture ed altro, che il medesimo ha dovuto fare per la causa che la Cappella e il Monte dei marinai e i godenti di tutti di essa hanno avuto con il quondam Ambrosio Brancaccio e suoi figli, e con Saverio e Carlo De Bottis speziali di medicina della Torre del Greco, inclusovi in dette spese anche il glius sententie da detto don Giacinto pagati nel sacro consiglio. 9 - ASBN, Banco di S. Eligio, Giornale di Cassa 1752, Vincenzo Balzano 10 - ASBN, ibidem 11 - ASBN, ibidem 12 - ASBN, Banco di S. Eligio, Giornale di Cassa 1752, Vincenzo Balzano 5 6 La causale inoltre specifica che Giacinto Fontana fu avvocato e procuratore per la difesa che ha fatto a favore delli governatori della detta Cappella e Monte e godenti tutti della medesima per le differenze e liti che li medesimi hanno avuto con li suddetti Brancaccio e De Bottis per la causa di tanti medicamenti che per il passato hanno somministrato a detti godenti. 14 Dai registri dei mandati di pagamento dell’anno 1791, si ricavano numerose informazioni riguardo l’attività della spezieria in quell’anno. Nel 1791 lo speziale dei marinai era Don Gaetano Milzi, pagato dall’istituzione con un onorario di dieci ducati mensili, a titolo di stipendio personale 15. Infatti tutte le ulteriori spese che questi affrontava ad uso e consumo della medesima spezieria erano rimborsate mensilmente dal Pio Monte. Il Milzi indirizzava periodicamente ai Governatori del Pio Monte degli appositi elenchi dove annotava tutte le piccole spese effettuate all’interno della spezieria. In una piccola lista datata 30 Maggio 1791, lo speziale elenca tutti gli ingredienti acquistati, utilizzati nella fabbricazione dei medicamenti. Nota di piccole spese fatte per uso e consumo della spezieria, e sono le seguenti 16. Sarcenelle n. 24 grana 12 Carboni grana 12 Ova per uso di sciroppi n. 6 grana 7.1/2 Aceto grana 4 Zolfo, opio e bambace grana 3 Ma lo speziale non era l’unico impiegato all’interno della spezieria del Pio Monte, ad esso erano affiancati alcuni collaboratori che svolgevano attività al margine di essa. Tra questi il più importante era lo scrivano che nel 1791 era un certo Luigi Loffredo, il quale riceveva per il suo onorario tre ducati mensili per assistere e frequentare spesso nella nostra spezieria, per riconoscere i godenti nella distribuzione de medicinali e notare e scrivere quando occorre per la spezieria 17. 13 - ASBN, ibidem 14 - ASBN, ibidem 15 - Magnifico Gennaro Sannino cassiere della venerabile cappella di s Maria di Costantinopoli e monte dei marinai di torre del greco, dell’entrate della medesima che in vostro potere si ritrovano ne pagherete ducati dieci al signor Don Gaetano Milzi, nostro odierno speziale, e suddetti sono per la sua mesata del corrente scadente mese di maggio 1791 che per ogni mese si corrispondono al medesimo in qualità di giovine della nostra spezieria come solito. ABSC, Fondo Pio Monte dei Marinai, registro contabile Da febbraio 1791 a settembre 1791 17 - ABSC, Fondo Pio Monte dei Marinai, ibidem 7 Diversi sono i mandati di pagamento effettuati nel 1791 a favore di venditori esterni, incaricati di fornire la spezieria di materiali necessari al confezionamento dei medicinali. Felice D’Alessio viene pagato il 2 Aprile per aver venduto e consegnato tre stoia d’aglio alla ragione delle quali due sono serviti per uso e costume della spezieria 18, il signor Lorenzo Falaguerra di Napoli, viene pagato l’11 Aprile per aver fornito alcune droghe… quale robba sono servito per uso e consumo della nostra spezieria siccome certificto dal nostro odierno speziale Milzi 19. Particolarmente interessante è il Libro dell’introito e dell’esito del Monte della venerabile Cappella di S. Maria di Costantinopoli, che contiene le note delle entrate e delle uscite dell’istituzione dal 1793 al 1800, da cui si ricavano preziosissime informazioni riguardo la spezieria in quegli anni e particolarmente sulla sua attività a cavallo con l’eruzione del 1794. Il libro contiene un resoconto amministrativo annuale che i Governatori, il tesoriere e il cassiere compilavano alla fine di ogni anno, dove veniva stilato il bilancio e un sunto sommale delle spese affrontate in quell’anno. Particolarmente interessante per la ricostruzione della spezieria, è il resoconto che fu stilato alla fine del 1794 e quindi dopo la disastrosa eruzione. In questo tra le altre note si sottolinea che Nel Mandato citato sotto il numero 20 si fa esito di sucati venti … in beneficio del Magnifico Notar. Don Francesco Brancaccio sotto il dì 20 Aprile 1794 per lo terzo anticipato maturato nella fine del mese di agosto di detto anno per la pigione della spezieria e casa dello spoeziale del detto Monte. Ma riflettendo noi, non doversi pagare la pigione, dopo il dì 15 Giugno di una casa e spezieria devastata ed inabitabile per cagione dellì accennato incendio… Dunque la spezieria fu travolta dalla furia del Vulcano e resa inabitabile, nella nota i Governatori a buon ragione dichiarano decaduto il contratto e probabilmente Don Francesco Brancaccio avendo ricevuto parte del fitto in anticipo dovette restituire al Monte quanto dovuto. Nel registro non si ritrovano più pagamenti per il fitto di una nuova spezieria autonoma, ne tantomeno si registrano pagamenti a nome del vecchio speziale Milzi. Il nuovo speziale pagato dal Pio Monte risulta essere Don Francesco Saverio De Dilectis, pagato non più come gestore della spezieria dell’istituzione con un onorario fisso ma a cottimo in base alla quantità di medicamenti che questi preparava ai Godenti del Monte. Nel 1796, riceve carlini 38 e grana 54 per tante ricette a beneficio de godenti, nel 1798 Carlini 75 e grana 19 per medicamenti somministrati alli godenti per tutto passato marzo, dal di primo di Aprile 1798 per tutto aprile 1799 ducati cinquanta … a compimento delli ducati cento per tutto l’importo delli medicamenti somministrati. Un pagamento del 30 Marzo 1795 a favore di un tale Francesco Di Donna, testimonia come la spezieria autonoma del Pio Monte cessò di funzionare dopo l’eruzione del 1794. 18 - ABSC, Fondo Pio Monte dei Marinai, ibidem 19 - ABSC, Fondo Pio Monte dei Marinai, ibidem 8 Il Pio Monte pagò cinque ducati a Francesco Di Donna per una canna di legna di Cercola, probabilmente usata all’interso della spezieria stessa, comprata l’anno prima in tempo che la spezieria stava per conto del Monte. Il nuovo speziale fu affiancato da un medico incaricato di vistare le ricette, il dottor Don Domenico Scarpato al quale il Pio Monte pagava un onorario di tre ducati annui. Successivamente i Governatori del Pio Monte chiesero al Parroco di S. Croce di apporre la firma in calce alle ricette mediche che autorizzavano i montisti a ricevere i medicinali. Vincenzo Romano si oppose a tale richiesta, infatti in una lettera del 15 Giugno 1825 nella quale dichiarava di trovarsi in grave stato di convalescenza e quindi impossibilitato di adempiere ai suoi obblighi parrocchiali, rifiuta di collaborare in tale servizio. Nonostante il parroco fu chiaro nelle sue intenzioni, i Governatori del Pio Monte insistettero nel chiedere la sua collaborazione a Vincenzo Romano con altre due lettere, ma l’esito fu altrettanto negativo, soprattutto nella terza ed ultima lettera di risposta. Signori, questa è la terza volta, che le Signorie loro mi invitano ad accettar l’incarico onorevole di far il mio visto alle ricette de’medici fatte per li godenti del Monte dei Marinaj. La terza volta io loro rispondo, che a me è impossibile tal onorevole incarico: mentre io non ho tempo bastante di soddisfare a gli importanti miei affari Parrocchiali onde non potendo, affatto non voglio; e perciò le prego a non più incomodarsi a ripetermelo; che io devo sempre un’assoluta negativa 20. Viene da chiedersi perché il parroco di S. Croce, Vincenzo Romano un uomo così attivo nella vita civile della città, tanto da esserne stato il promotore della ricostruzione dopo l’eruzione del 1794, si oppose così fermamente nel collaborare con il Pio Monte, istituzione così vicina alle difficoltà della gente. Una ipotetica risposta la possono dare le due cause legali precedentemente analizzate, intercorse tra il Pio Monte e gli speziali Brancaccio e De Bottis. Probabilmente quelle divergenze non furono casi isolati all’interno dell’istituzione, ma di frequente svolgimento a testimonianza del fatto che intorno alla fornitura dei medicinali ai godenti, si addensasse un clima di illegalità al quale Vincenzo Romano non volle mai prendere parte. 20 - ABSC, Fondo Pio Monte dei Marinai, carte sciolte, cartella 15 9 Ricerca storica di Giuseppe Maddaloni Per www.vesuvioweb.com 2010 www.vesuvioweb.com 10