Comune di ANDRIA RELAZIONE IDROGEOLOGICA OGGETTO: RICHIESTA DI AUTORIZZAZIONE ALLA RACCOLTA, TRATTAMENTO E IMMISSIONE STUDIO DI GEOLOGIA APPLICATA Dott. Geol. Giuseppe Tortora 76123 - Andria (BT) Via Pacinotti, 6 – Tel. 3337184773 e-mail: [email protected] NEGLI STRATI SUPERFICIALI DEL SOTTOSUOLO MEDIANTE POZZO ASSORBENTE DELLE ACQUE METEORICHE DI DILAVAMENTO CHE PRECIPITANO SULLE SUPERFICI IMPERMEABILI DELLE COPERTURE E DELLE AREE CARRABILI DELLA DITTA “RIBATTI VEICOLI INDUSTRIALI S.R.L.” SITA LUNGO LA S.P.231 KM 41,800 NEL COMUNE DI ANDRIA (BT). COMMITTENTE: “Ribatti Veicoli Industriali S.r.l” GEOLOGO: Dott. Geol. Giuseppe Tortora DATA: Dott. Geol. Giuseppe Tortora INDICE 1 PREMESSA PAG. 2 2 QUADRO NORMATIVO PAG. 4 3 GEOLOGICO GENERALE DELL’AREA PAG. 7 3.1 CARATTERISTICHE LITOSTRATIGRAFICHE PAG. 7 3.2 CARATTERISTICHE TETTONICHE PAG. 8 3.3 CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE PAG. 9 3.4 CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE PAG. 9 3.5 CARATTERISTICHE PEDOLOGICHE PAG. 11 4 CARATTERISTICHE TERMO-PLUVIOMETRICHE PAG. 12 5 DETERMINAZIONE DEI VOLUMI DELLE ACQUE DI DILAVAMENTO DA SMALTIRE PAG. 13 5.1 CALCOLO DEL TEMPO DI CORRIVAZIONE E DELLA PORTATA DI MASSIMA PIENA PER LE ACQUE METEORICHE PRECIPITATE SULLE IMPERMEABILI (PIAZZALE E COPERTURE) 6 SMALTIMENTO DELLE ACQUE DI DILAVAMENTO 6.1 CARATTERISTICHE DEL POZZO DISPERDENTE GIA TRIVELLATO SUOERFICI PAG. 15 PAG 16 PAG. 16 6.1 VALUTAZIONE DELLA CAPACITÀ DI ASSORBIMENTO E PERCOLAZIONE DEL SISTEMA DI SMALTIMENTO (POZZO DISPERDENTE) RISPETTO ALLE PORTATE DA PAG. 17 SMALTIRE 7 INDICAZIONE DI EVENTUALI VINCOLI DI PERICOLOSITÀ MORFOLOGICA E PAG. 19 IDRAULICA E VINCOLI PAESAGGISTICI 8 INDICAZIONE DI POZZI EVENTUALMENTE PRESENTI NELLE VICINANZE E RISPETTIVE DISTANZE DAL PUNTO DI SCARICO O IMMISSIONE 9 CONCLUSIONI PAG. 19 PAG. 20 1 Dott. Geol. Giuseppe Tortora 1 PREMESSA La presente relazione, fa seguito all’incarico conferito allo scrivente al fine di redigere uno studio idrogeologico relativo alla richiesta di autorizzazione alla raccolta, trattamento e immissione negli strati superficiali del sottosuolo mediante pozzo assorbente delle acque meteoriche di dilavamento che precipitano sulle superfici impermeabilizzate delle coperture e delle aree carrabili della ditta “Ribatti Veicoli Industriali S.r.l” sita nel territorio di Andria sulla S. P. 231 km 41+800 e censita nel N.C.T. di Andria al Fg. 89, P.lla 206. L’area totale delle superfici impermeabilizzate (coperture e piazzale carrabile) in cui ricade la ditta oggetto di studio, è di circa 13640 m2 . Lo studio effettuato è stato finalizzato alle valutazioni e alle analisi previste dalla normativa vigente (D.L. 152/2006 e il "Piano Direttore" concepito nell’ambito delle attività finalizzate alla redazione del Piano di Tutela delle Acque nel 2002). In particolare sono stati esaminati i seguenti aspetti: - inquadramento geologico dell’area; - caratteristiche termo-pluviometriche; - determinazione dei volumi delle acque di dilavamento da smaltire; - smaltimento per immissione delle acque di dilavamento; - valutazione della capacità di assorbimento e percolazione del sistema di smaltimento individuato (pozzo assorbente) rispetto alle portate da smaltire; - indicazione di pozzi eventualmente presenti nelle vicinanze e rispettive distanze dal punto di scarico o immissione. I risultati dello studio sono illustrati anche nei seguenti allegati annessi alla relazione: - stralcio corografico 1:25000 con indicazione del punto di scarico; - stralcio della carta tecnica regionale (C.T.R.); - stralcio del F° 176 “Barletta” della Carta Geologica d’Italia; - sezione idrogeologica schematica; - Stralcio della “Carta di distribuzione media dei carichi piezometrici degli acquiferi carsici della Murgia”. - planimetria dell’azienda oggetto di studio; 2 Dott. Geol. Giuseppe Tortora - Stratigrafia del pozzo assorbente - Stralcio della “Carta della perimetrazione e definizione dei rischi e dei livelli di pericolosità geomorfologica e pericolosità idraulica” pubblicata dall’Autorità di Bacino della Puglia; - Stralcio della “Carta della perimetrazione delle aree SIC, ZPS e aree Protette” pubblicata dall’Assessorato all’Ecologia della Puglia Uffici parchi e Riserve Naturali. 3 Dott. Geol. Giuseppe Tortora 2 QUADRO NORMATIVO Per la vigente normativa, l’art. 113 del D.Lgs. 152/06 disciplina le autorizzazioni delle acque meteoriche di dilavamento e le acque di prima pioggia. Nella fattispecie il comma 3 obbliga le regioni a disciplinare i casi in cui può essere richiesto che le acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne siano convogliate e opportunamente trattate in impianti di depurazione per particolari condizioni nelle quali, in relazione alle attività svolte, vi sia il rischio di dilavamento da superfici impermeabili scoperte di sostanze pericolose o di sostanze che creano pregiudizio per il raggiungimento degli obbiettivi di qualità dei corpi idrici. Inoltre sempre per lo stesso decreto legge; il comma 4, vieta lo scarico o l’immissione diretta di acque meteoriche nelle acque sotterranee. In un’area come quella del territorio di Andria oggetto di studio, priva di corpi idrici superficiali, i recapiti conformi alla normativa sono identificabili nel suolo e nello strato superficiale del sottosuolo. Nella Deliberazione delle Giunta Regionale n. 883 del 19/06/2007 “Adozione, ai sensi dell'art. 121 del Decreto Legislativo n. 12/2006, del Progetto di Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia” (approvato con L.R. n. 230 del 20/10/2009), sono state apportate delle modifiche alla stesura originaria del Piano Direttore del giugno 2002 che fissa i criteri per la disciplina delle acque meteoriche di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne. Nel Piano di Tutela vengono definite le acque di prima pioggia come “le prime acque meteoriche di dilavamento relative ad ogni evento meteorico preceduti da almeno 48 h di tempo asciutto, per una altezza di precipitazione uniformemente distribuita: di 5 mm per superfici scolanti aventi estensioni, valutata al netto delle aree a verde e delle coperture non carrabili, inferiore o uguale a 10000 m2; compresa tra 2,5 e 5 mm per superfici di estensione maggiore di 10000m2, valutate al netto delle aree a verde e delle coperture non carrabili, in funzione dell’estensione dello stesso bacino correlata ai tempi di accesso alla vasca di raccolta”. Si definisce stabilimento industriale le aree, calcolate al netto delle coperture non carrabili e delle aree a verde, aventi una superficie superiore a 2000 m2 costituenti pertinenze di edifici ed installazioni in cui si svolgono le seguenti attività: industria petrolifera, chimica, trattamento e/o riversamento dei metalli, concia e tintura delle pelli e del cuoio, produzione della pasta carta della carta e del cartone, di pneumatici, 4 Dott. Geol. Giuseppe Tortora di calcestruzzo, aziende tessili che eseguono la stampa, la tintura ed il fissaggio di fibre tessili, le aree intermodali, le autofficine, le carrozzerie, i depositi di rifiuti centri di raccolta e/o trasformazione degli stessi, i depositi di rottami e di veicoli destinati alla demolizione, le superfici scolanti destinate al carico e alla distribuzione dei carburanti ed alle operazioni di vendita delle stazioni di servizio per autoveicoli, le superfici scolanti specificatamente destinate al deposito al carico allo scarico e al travaso delle sostanze di cui alle tabelle 3/A e 5 dell’allegato 5 al D.Lgs. 152/06. Inoltre sempre per il nuovo Piano di Tutela della regione Puglia, le acque di prima pioggia derivanti dagli scarichi di acque meteoriche di dilavamento di superfici esterne di insediamenti destinati alla residenza o ai servizi, strade, piste, rampe e piazzali sulle quali si effettua il transito, la sosta e il parcheggio di mezzi di qualsiasi tipo, nonché la movimentazione ed il deposito di materiali e di sostanze non pericolose, devono essere sottoposti prima del loro smaltimento ad un trattamento di grigliatura e dissabbiatura. L’Autorità competente potrà richiedere, in funzione della pericolosità e dell’estensione delle superfici di raccolta anche un trattamento di disoleazione. Qualora lo scarico si configuri come immissione in altra fognatura separata suddetti trattamenti non saranno applicati e il rilascio avverrà direttamente. Infine le acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne che dilavano dalle pertinenze di stabilimenti industriali, di cui alla definizione, devono essere raccolte in vasche a tenuta stagna e sottoposte ad un trattamento depurativo appropriato in loco, tale da conseguire: il rispetto dei limiti di emissione previsti dalla tab. 3 di cui all’allegato 5 del D.Lgs. 152/06, per le immissioni in fogna e nelle acque superficiali; e il rispetto dei limiti di emissioni previste dalla tab. 4 di cui all’allegato 5 del D.Lgs. 152/06, nel caso di scarico sul suolo. Le acque di dilavamento successive a quelle di prima pioggia, che dilavano dalle pertinenze di stabilimento industriali e che non recapitano in fognatura, devono essere sottoposte, prima del loro smaltimento, ad un trattamento di grigliatura, disoleazione e dissabbiatura. Come specificato nell’Appendice A1 al "Piano Direttore" Criteri per la disciplina delle acque meteoriche di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne, approvato dal Commissario Delegato all’Emergenza Ambientale con il Decreto 191 del 13 giugno 2002, la progettazione e la realizzazione dei manufatti destinati al trattamento 5 Dott. Geol. Giuseppe Tortora delle acque di dilavamento devono prevedere e garantire: a) il trattamento o la raccolta di volumi di acqua relativi alla portata di piena calcolata con un tempo di ritorno non inferiore a 5 anni; b) la tenuta stagna e la resistenza alle spinte del terreno di posa in opera; c) la sicurezza per le operazioni di controllo e di svuotamento periodico; d) la non interferenza con i manufatti esistenti; Secondo il suddetto documento inoltre, l’utilizzo di sistemi di trattamento diversi da quelli appena descritti è consentito purché assicurino risultati almeno equivalenti. 6 Dott. Geol. Giuseppe Tortora 3 GEOLOGIA GENERALE DELL’AREA L’azienda oggetto di studio è ubicata nel territorio comunale di Andria, lungo la S.P.231 Andria – Corato km 41+800. Dal punto di vista cartografico, il sito ricade nel settore ovest della Tavoletta I.G.M. F° 176 I S.E. “Lama d’Oro” (Tav.1) e nella parte Nord della C.T.R. “Casa Botta” elemento n° 437014 (Tav. 2). Dal punto di vista geologico il sito ricade nel settore nord-occidentale delle Murge. Relativamente a quest’area vengono sintetizzate le caratteristiche litostratigrafiche, tettoniche, morfologiche, idrogeologiche e pedologiche. 3.1 CARATTERISTICHE LITOSTRATIGRAFICHE Le proprietà geologiche dell’area sono quelle che caratterizzano il settore nordoccidentale delle Murge, costituito da una successione di rocce calcareo-dolomitiche di età mesozoica, dello spessore complessivo di alcune migliaia di metri. Tali rocce, fanno parte del Gruppo dei Calcari delle Murge (Calcare di Bari e Calcare di Altamura). I calcari affioranti nel territorio del comune di Andria (Tav. 3), dai dati riportati in letteratura e nella cartografia ufficiale (Boenzi et alii, 1971 (1); Ciaranfi et. alii, 1988 (2); F°176 “Barletta” (4) ), appartengono alla formazione del Calcare di Bari, riferibile al Cretaceo inf.-sup.p.p. Tale successione è costituita da una regolare alternanza di calcari micritici e/o dolomitici frequentemente laminati, di colore variabile dal bianco al nocciola, al grigiastro, in strati di spessore variabile da alcuni centimetri fino a 2 m circa. Le superfici di stratificazione sono nette e/o leggermente ondulate. I calcari localmente si presentano fratturati e carsificati, in qualche caso contengono riempimenti di terre rosse residuali. Trasgressivi sui calcari cretacei affiorano i Depositi Marini Terrazzati del Pleistocene medio-sup (Ricchetti et alii, 1988(3)). Questi depositi relativamente poco estesi e di modesto spessore sono costituiti essenzialmente da sabbie fini in prevalenza quarzose con rari ciottoli arrotondati, sono di colore giallo-rossastre per alterazione, con a luoghi inclusioni di livelli ghiaiosi e/o 7 Dott. Geol. Giuseppe Tortora limosi. Il deposito di tale unità è legata ai diversi ambienti costieri originatisi in seguito all’azione di ritiro del mare verso l’attuale linea di costa. Sul fondo dei solchi erosivi (lame) e nelle aree morfologicamente depresse (doline) affiorano i Depositi alluvionali attuali del Pleistocene sup. - Olocene (Ciaranfi et alii., 1988(2)) costituiti da ghiaie con ciottoli di dimensioni centimetriche immersi caoticamente in una matrice sciolta o leggermente cementata sabbiosa-limosa di colore beige-bruno. 3.2 CARATTERISTICHE TETTONICHE Gli strati che costituiscono il calcare del Cretaceo affioranti nell’area oggetto di studio si presentano con delle giaciture variabili, con una prevalenza delle immersioni verso SO. I valori dell’inclinazione degli strati si mantengono generalmente tra i 5° e i 20°. Le principali strutture disgiuntive che scompongono il substrato carbonatico sono rappresentati da più sistemi di faglie dirette e fratture con direzione prevalente NO-SE e N-S. Le faglie originatesi in un contesto distensivo, in generale presentano un modesto rigetto. I depositi Plio-Pleistocenici presentano un assetto sub-orizzontale, con lieve pendenza verso est. (1) Boenzi F., Palmentola G., Pieri P. & Valduga A. (1971) – Note illustrative della Carta Geologica d’Italia alla scala 1:100.000, Foglio 176 "Barletta". Minist. Ind. Comm. e Artig. (Serv. Geol. Ital). (2) Ciaranfi N., Pieri P., & Ricchetti G. (1988) – Note alla Carta Geologica delle Murge e del Salento (Puglia centromeridionale). Mem. Soc. Geol. It., vol. XLI, 449-460, Roma. (3) Ricchetti G., Ciaranfi N., Luperto Sinni E., Monelli F. & Pieri P. (1988) – Geodinamica ed evoluzione sedimentaria e tettonica dell’Avampaese Apulo. Mem. Soc. Geol. It., 41: 57-82, Roma. (4) Servizio Geologico d’Italia (1970) – Carta Geologica d’Italia F.176 “Barletta”. Roma. 8 Dott. Geol. Giuseppe Tortora 3.3 CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE Gli aspetti morfologici del territorio oggetto di studio sono in stretta relazione con la composizione litologica e l’assetto strutturale dei terreni affioranti. I principali lineamenti morfologici sono rappresentati da ampi ripiani di abrasione marina, subpianeggianti, paralleli alla linea di costa adriatica, che digradano verso nord raccordati da scarpate morfologiche di lieve acclività, originatesi per effetto dell’azione modellatrice dovuta al graduale ritiro del livello medio del mare. Gli ampi ripiani possono essere incisi da solchi erosivi a fondo piatto generalmente asciutti (lame), che attualmente convogliano notevoli quantità di acqua solo occasionalmente, in concomitanza con eventi piovosi eccezionali. L’altro elemento caratteristico della morfologia della parte orientale dell’area oggetto di studio è il carsismo, che localmente si manifesta con la presenza sia di forme superficiali (doline, campi solcati) sia di forme profonde (grotte e condotti). La variabilità delle manifestazioni carsiche è strettamente collegata alla natura e al grado di fratturazione delle rocce calcaree. Nella zona di studio e nelle aree limitrofe, le manifestazioni superficiali del fenomeno carsico sono mascherate dai depositi quaternari. Il sito oggetto di studio, è posto a 190 m s.l.m., si presenta molto stabile in relazione: all’assetto sub-orizzontale delle formazioni affioranti e alla mancanza di fenomeni di dissesto profondi e di strutture tettoniche. 3.4 CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE Dal punto di vista idrogeologico, le formazioni calcareo-dolomitiche cretacee delle Murge costituiscono un vasto acquifero, all’interno del quale il flusso idrico si manifesta attraverso una porosità secondaria rappresentata da fratture e da cavità di dissoluzione carsica. Il grado di permeabilità è molto variabile in funzione dello stato di fratturazione e della natura delle rocce calcaree e dolomitiche, la cui litologia può favorire o inibire il verificarsi del fenomeno carsico. La zona di alimentazione della falda si trova principalmente in corrispondenza delle parti più interne ed elevate delle Murge, dove sono presenti ampie aree caratterizzate 9 Dott. Geol. Giuseppe Tortora da forme carsiche superficiali (inghiottitoi, doline, ecc..) che favoriscono una rapida infiltrazione delle acque di pioggia. Il trasferimento in profondità delle acque meteoriche avviene tanto in forma diffusa che concentrata; il prevalere dell'una o dell'altra modalità d'infiltrazione dipende dalla frequenza delle fessure e dall'intensità dei fenomeni di dissoluzione carsica. L’esistenza di livelli di calcari poco fratturati e poco carsificati, praticamente impermeabili, hanno un ruolo importante nel condizionare la circolazione idrica sotterranea. A causa della presenza di questi livelli impermeabili, infatti, la falda circola in pressione, generalmente a notevole profondità al di sotto del livello del mare, frazionata in più livelli idrici sovrapposti. La base dell’acquifero profondo è indefinita in quanto rappresentata da livelli delle stesse rocce calcareo-dolomitiche che al di sotto di una determinata profondità presentano un grado di fratturazione, porosità d’insieme e permeabilità decrescente. Localmente le osservazioni di superficie, la consultazione delle stratigrafie dei pozzi in uso realizzati nei dintorni dell’area oggetto di studio, integrate da informazioni desunte dalla cartografia geologica ufficiale, hanno permesso di ricostruire i rapporti stratigrafici in riferimento allo strato saturo del sottosuolo e le caratteristiche idrogeologiche dell’area oggetto di studio: Nei primi 75 metri il substrato calcareo si presenta stratificato con una alternanza di livelli poco fratturati con livelli fratturati e carsificati, pertanto la permeabilità è elevata. A profondità maggiori, fino al rinvenimento dell’acquifero (a circa 410 m dal piano campagna), il substrato è caratterizzato da una successione di calcari dolomitici poco fratturati, quindi impermeabili. Tale successione di calcari dolomitici limita superiormente l’acquifero, all’interno del quale le acque circolano in pressione (Tav. 4). La presenza di questa successione calcareo-dolomitica impermeabile è importante ai fini della protezione dello stesso acquifero in quanto impedisce l’infiltrazione di eventuali sostanze contaminanti provenienti dal suolo fino alla falda idrica. Pertanto, localmente, il rischio ambientale legato alla contaminazione delle acque sotterranee risulta nullo. Sulla base della carta della distribuzione media dei carichi piezometrici degli acquiferi carsici della Murgia a del Salento allegata al Piano di Tutela delle Acque 10 Dott. Geol. Giuseppe Tortora della Puglia e riportata in stralcio nella Tav. 5; si evince che la superficie piezometrica al di sotto dell’area di studio si attesta mediamente tra 15 - 20 m s.l.m. e che il deflusso delle acque della falda carsica è orientato verso la linea di costa adriatica con cadenti piezometriche dell’ordine del 1% pertanto esiste un marcato flusso idrico nell’acquifero carsico profondo orientato da sud verso nord. Alla scala locale, tuttavia, la direzione di flusso della falda può scostarsi sensibilmente da quella complessiva, a causa dell’esistenza di direzioni preferenziali di fratturazioni, o dalla presenza di condotti carsici lungo determinati allineamenti, che condizionano il movimento delle acque nel sottosuolo. A motivo di queste condizioni, la direzione del flusso idrico risulta differente da punto a punto, potendo ricadere in un più ampio settore compreso tra ONO e ENE, con movimenti della falda in ogni caso nel verso di diminuzione del carico idraulico della falda stessa. 3.5 CARATTERISTICHE PEDOLOGICHE Sugli ampi ripiani di abrasione marina che caratterizzano la morfologia dell’area di studio, evolvono suoli con tessitura franco-sabbiosi, di spessore medio compreso tra 1 e 2 m, dotati di un drenaggio moderato, con porosità del 30 % e pietrosità superficiale del 10-15 %. Il substrato è rappresentato dai calcari del Cretaceo. In base alla classificazione WRB (1998) questi suoli possono essere definiti Endopetric Calcisol. 11 Dott. Geol. Giuseppe Tortora 4 CARATTERISTICHE TERMO-PLUVIOMETRICHE Al fine di delineare con dettaglio le caratteristiche climatiche dell’area di studio, sono stati elaborati i dati termo-pluviometrici rilevati nel periodo 1951÷96 dalla stazione di misura del Servizio Idrografico del Ministero dei LL PP. di Andria (Tab. 1). Tab. 1- Valori termo-pluviometrici relativi alla stazione di misura di Andria Temperature medie mensili (°C) Precipitazioni medie mensili (mm) GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC 7,9 8,5 10,6 13,6 17,9 21,8 24,3 24,3 21,1 16,7 12,3 9,2 54,8 56,1 51,9 44,4 40,3 34,0 22,5 27,6 49,2 64,7 75,0 56,8 In particolare, per quanto riguarda le temperature, si osserva che i valori medi annui sono compresi fra 7,9°C di gennaio e 24,3°C di luglio e agosto. L’escursione media annua per l’area è di circa 16,4° C. Per quanto concerne le precipitazioni, il totale pluviometrico annuo risulta mediamente di 577 mm. I massimi delle precipitazioni mensili si registrano nel trimestre ottobre – novembre – dicembre. I dati termo-pluviometrici hanno consentito di elaborare il diagramma BAGNOULS E GAUSSEN (1957) (Fig. 1), dal quale si evincono i periodi caratterizzati da deficit idrologico. In questo diagramma quando la curva delle precipitazioni (linea nera) scende sotto quella della temperature (P<2T) il periodo corrispondente, che può essere letto sull’asse delle ascisse, deve considerarsi di deficit idrologico. Dal grafico si evince che il periodo di deficit relativo alla stazione di misura considerata va da maggio fino a settembre. Fig. 1. Diagramma di Bagnouls e Gaussen relativo alla stazione termo-pluviometrica di Andria 12 DIC NOV OTT SET AGO LUG GIU MAG APR MAR FEB 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 GEN 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 Dott. Geol. Giuseppe Tortora 5 DETERMINAZIONE DEI VOLUMI DELLE ACQUE DI DILAVAMENTO DA SMALTIRE L’estensione complessiva delle superfici impermeabilizzate (carrabili e coperture) per le quali si è dimensionato l’impianto di raccolta trattamento e smaltimento delle acque meteoriche di dilavamento che ricadono sulle stesse è di circa 13640 m2, (Tav. 6). Le acque ricadenti su suddette superfici impermeabili, dopo aver subito un trattamento di grigliatura, dissabbiatura e disoleazione sono convogliate in una vasca di stoccaggio di 100 m3 posizionata in prossimità dello stesso impianto per l’eventuale riempimento della vasca antincendio e per le operazioni di lavaggio nella stessa azienda; mentre il troppo pieno della stessa vasca di stoccaggio, è smaltito negli strati superficiali del sottosuolo mediante pozzo assorbente realizzato all’interno del perimetro aziendale. L’impianto di grigliatura, desabbiatura e disoleazione è dimensionato in modo tale da gestire le portate di piena delle acque meteoriche di dilavamento, risultanti dagli eventi di massima intensità che si verificano in questa parte dell’area murgiana. Le portate di piena sono originate dalle precipitazioni meteoriche e più in generale dipendono dalle caratteristiche molto variabili: tempo, spazio e dalle trasformazioni che l’acqua subisce durante il suo ciclo idrologico. In queste condizioni, è impossibile calcolare la massima portata prevedibile in senso deterministico, ma è necessario utilizzare un metodo probabilistico. La portata di piena và considerata come “variabile casuale” e deve essere stimata relativamente ad un livello di probabilità da non superare, relativamente ad un periodo di tempo (“tempo di ritorno”) che intercorre in media tra due eventi in cui il valore di tale portata viene superato. Il primo passaggio per calcolare la portata di massima piena delle acque meteoriche è consistito nella determinazione delle altezze critiche di pioggia, si è applicata l’analisi statistica dei dati pluviografici utilizzando il metodo di Gumbel. A tal fine sono stati consultati gli Annali Idrologici del Servizio Idrografico relativi alla stazione di misura di Andria tra il 1963 e il 2006, individuando le altezze massime di pioggia registrate per la durata di 1, 3, 6, 12, 24 ore. Sulla base di questi dati si è proceduto all’analisi statistica dei valori e alla determinazione dei due parametri della legge di Gumbel (Tab. 2 ). Utilizzando questa legge statistica è stata calcolata (per un tempo di 13 Dott. Geol. Giuseppe Tortora ritorno Tr=5 anni): l’altezza di massima pioggia regolarizzata (Tab. 3); è stata definita (Tab. 4) e rappresentata (Fig. 2) l’equazione della curva di possibilità pluviometrica . Tab.2. - Media, dello scarto quadratico medio e dei due parametri della legge di Gumbel N = 21 t = 1 ora t = 3 ore T = 6 ore t = 3 ore t = 12 ore t = 24 ore Μ(ht) Σ(ht) 23,15 29,41 36,43 30,43 45,79 56,72 7,88 9,66 12,38 16,21 16,21 21,08 αt = 1,283/σ ut = µ - 0,45σ 0,16 0,13 0,10 0,08 0,08 0,06 19,61 25,07 30,87 30,87 38,50 47,23 Tab. 3 - Altezza di massima pioggia regolarizzata Tr hmax = 5 anni t = 1 ora t = 3 ore t = 6 ore t = 12 ore t = 24 ore 30,72 43,27 52,72 65,57 78,96 Tab. 4 - Equazione della curva di possibilità pluviometrica h(t) = massima precipitazione in mm al tempo t t = tempo di progetto (ore ) = tempo di corrivazione Curva di possibilità pluviometrica h = at n (t) a = fattore della curva relativo ad un determinato Tr n = esponente della curva relativo ad un determinato Tr Tr = tempo di ritorno (anni) h=30,937.t0,2981 Per Tr = 5 anni si ha che: y = 30,937x tr 5 anni 0,2981 1000,00 mm h (mm) 100,00 mm 43,27 mm 52,72 mm 65,57 mm 78,96 mm 30,72 mm 10,00 mm 1,00 mm 1 10 ore Fig. 2. Curva di possibilità pluviometrica 14 100 Dott. Geol. Giuseppe Tortora 5.1 CALCOLO DEL TEMPO DI CORRIVAZIONE E DELLA PORTATA DI MASSIMA PIENA PER LE ACQUE DI DILAVAMENTO PRECIPITATE SULLE SUPERFICI IMPERMEABILI (PIAZZALE E COPERTURE) Per il calcolo del tempo di corrivazione (Tc) è stata utilizzata la relazione matematica di Giandotti. TEMPO DI CORRIVAZIONE (Giandotti) DATI MORFOMETRICI BACINO IDROGRAFICO DATI RISULTATI 0,01364 (Km2) Superficie totale S L Tempo di Corrivazione (Km) Lunghezza asta principale 0,170 TC (m) Altezza media del piazzale s.l.m. Hm 190 Ho 189,4 (m) Quota della sez. di chiusura s.l.m. = 4 S + 1,5L 0,8 (Hm − Ho) (ore) 1,17 Infine è stata applicata la relazione matematica di Vicentini (v. schema seguente), che consente di ottenere la portata di massima piena utilizzando il valore dell’altezza critica corrispondente ad un tempo di ritorno (Tr) di 5 anni e la durata t corrispondente al tempo di corrivazione calcolato (Tc). PORTATE DI MASSIMA PIENA (Visentini) Qmax dove Qmax = 0.278 ch( t ) S Tc portata di massima piena 0.9 c h(t) coefficiente di deflusso massima precipitazione in mm al tempo t S 0,01364 (Km2) Superficie totale Tc 1,17 (ore) Tempo di corrivazione Tr = Tempo di corrivazione (anni) RISULTATI Qmax (m3/sec) Tr 5 0.095 In base a quanto riportato nello schema precedente, la portata di massima piena calcolata per le acque meteoriche precipitate 15 sulle superfici Dott. Geol. Giuseppe Tortora impermeabilizzate (carrabili e coperture) è di 0,095 m3/sec. Dopo il trattamento mediante l’impianto di grigliatura, dissabbiatura e disoleazione le acque sonoo convogliate in una vasca di stoccaggio di 100 m3 posizionata in prossimità dello stesso impianto per l’eventuale riempimento della vasca antincendio e per le operazioni di lavaggio nella stessa azienda; mentre il troppo pieno della stessa vasca di stoccaggio, è smaltito negli strati superficiali del sottosuolo mediante pozzo assorbente realizzato all’interno del perimetro aziendale (Tav. 6) 6 SMALTIMENTO DELLE ACQUE DI DILAVAMENTO In base a quanto previsto dall’ Art.2 dei Criteri per la disciplina delle acque meteoriche di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne come specificato nell’Appendice A1 al "Piano Direttore”, le acque già sottoposte ai trattamenti di grigliatura, desabbiatura e disoleazione potranno essere immesse sul suolo e negli strati superficiali del sottosuolo, soddisfando i requisiti previsti dallo stesso Piano Direttore. Relativamente al caso in esame lo smaltimento delle acque avviene attraverso un pozzo assorbente già trivellato all’interno del perimetro aziendale (Tav. 1, Tav. 2, Tav. 6) 6.1 CARATTERISTICHE DEL POZZO DISPERDENTE GIA TRIVELLATO Sia le acque meteoriche di dilavamento rivenienti dalle superfici coperte sia le acque meteoriche rinvenienti dalle superfici carrabili, dopo aver subito i trattamenti di grigliatura, dissabbiatura e disoleazione e stoccate in una vasca posta in prossimità dello stesso impianto, sono convogliate in un pozzo assorbente per poter essere smaltite negli strati superficiali del sottosuolo. Il pozzo disperdente già trivellato e presente all’interno del perimetro dell’azienda oggetto di questo studio (Tav. 1, Tav. 2, Tav. 6), individuato dalle seguenti coordinate: “WGS 84 proiezione UTM, fuso 33T; 612405 - 4561387”, ha le seguenti 16 Dott. Geol. Giuseppe Tortora caratteristiche - ha una forma cilindrica; - il diametro interno è di 220 mm; - è profondo 80 m dal piano campagna (Tav.7); - non è rivestito perche è realizzato nella successione di calcari dolomitici stratificati fratturati e carsificati, alternati a calcari dolomitici stratificati poco fratturati o compatti (Tav.7); - sul fondo al posto della platea c’è uno strato di pietrisco alto 50cm; - nei primi 70 cm c’è un torrino su cui è assemblato un chiusino per permettere la ispezionabili interna dello stesso pozzo; - per l’esercizio dello stesso, si controllerà periodicamente, che non vi sia accumulo di sedimenti o di fanghiglia nel pozzo od intasamento del pietrisco, e che non si manifestino impaludamenti superficiali. 6.2 VALUTAZIONE DELLA CAPACITÀ DI ASSORBIMENTO E PERCOLAZIONE DEL SISTEMA DI SMALTIMENTO (POZZO ASSORBENTE) RISPETTO ALLE PORTATE DA SMALTIRE Il criterio di dimensionamento del sistema di smaltimento consigliato (pozzo assorbente) per le acque meteoriche di dilavamento già trattate è basato sul confronto tra la portata in arrivo al sistema (portata di massima piena) e la capacità d’infiltrazione del sottosuolo carbonatico. La capacità d’infiltrazione può essere stimata con la legge di Darcy: Q =K i A (1) con: Q = portata d’infiltrazione [m³/s]; K = permeabilità (o coefficiente di permeabilità) [m/s]; i = cadente piezometrica [m/m]; A = superficie netta d’infiltrazione [m²] Nel caso in esame si hanno i seguenti valori: - la portata di massima piena da smaltire, ricavata sulla base dei calcoli idrologici riportati nel par. 5.1, è di 0,095 m3/sec; 17 Dott. Geol. Giuseppe Tortora - la permeabilità dei calcari stratificati fratturati e carsificati (Tav. 7), in base a quanto si desume dalla consultazione della bibliografia esistente è nell'ordine di 5x10-3 m/s, - la cadente piezometrica può essere posta pari a 1 poiché il tirante idrico sulla superficie filtrante è trascurabile rispetto all'altezza della strato filtrante e la superficie della falda è convenientemente al di sotto del fondo disperdente. A scopo cautelare, la valutazione della capacità di assorbimento e percolazione del pozzo assorbente già realizzato rispetto alle portate da smaltire, ha tenuto conto solo degli strati di calcare stratificato fratturato e carsificato, mentre si è trascurata la valutazione della capacità di assorbimento degli strati poco fratturati. Dalla stratigrafia del pozzo assorbente già realizzato (Tav. 7) profondo 80 m si deduce che 29 m complessivi sono di calcare stratificato fratturato e carsificato con permeabilità pari a 5x 10-3. La superficie di infiltrazione totale (AT), applicando la formula dell’area laterale (2Π r h) e trascurando l’area di base è: 2 x 3,14 x 0,11 x 29= 20 m2 Inserendo i valori dei parametri nella formula (1) si ottiene quanto segue: Qi = 20 x 5·10 –3 = 0,100 m3/s (portata di infiltrazione per la parte di pozzo assorbente che attraversa il calcare stratificato fratturato e carsificato). Ai fini dello smaltimento della portata di massima piena, il pozzo disperdente già trivellato e presente all’interno del perimetro dell’azienda oggetto di studio può essere sufficiente per considerare il rischio idraulico, legato a possibili fenomeni di allagamento, pari a zero, considerando inoltre che cautelativamente si è omesso di calcolare la capacità di assorbimento dei calcari stratificati poco fratturati che hanno uno spessore complessivo di 48 m. Infine considerando che la superficie piezometrica (Tav. 5) al di sotto dell’area di studio si attesta mediamente a 19 m s.l.m. con un franco di circa 171 m dal piano campagna, la profondità di 80 m del pozzo di assorbimento già realizzato è compatibile per la protezione dell’acquifero carsico. 18 Dott. Geol. Giuseppe Tortora 7 INDICAZIONI DI EVENTUALI VINCOLI DI PERICOLOSITA GEOMORFOLOGICA E IDRAULICA E VINCOLI PAESAGGISTICI. Con riferimento al Piano di Assetto Idrogeologico pubblicato dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino della Puglia con delibera n. 39 del 30 Novembre 2005, l’area oggetto di studio come evidenziato nella Tav. 8 ricade in una zona non soggetta a rischi e a nessuno dei livelli di pericolosità geomorfologica e pericolosità idraulica. Con riferimento allo stralcio della “Carta di perimetrazione delle aree SIC, ZPS, e aree Protette” (Tav. 9), pubblicata dall’Assessorato all’ecologia della Puglia Uffici parchi e Riserve Naturali; l’area oggetto di studio non ricade nell’elenco delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) classificate ai sensi della direttiva 79/409/CEE e nell’elenco dei Siti di Interesse Comunitario (SIC) classificate ai sensi della direttiva 92/43/CEE. 8 INDICAZIONE DI POZZI EVENTUALMENTE PRESENTI NELLE VICINANZE E RISPETTIVE DISTANZE DAL PUNTO DI SCARICO O IMMISSIONE Con riferimento all’art. 7 comma 3 dell’Appendice A1 al "Piano Direttore" Criteri per la disciplina delle acque meteoriche di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne, approvato dal Commissario Delegato all’Emergenza Ambientale con il Decreto 191 del 13 giugno 2002, nell’area esaminata e nei dintorni non è stata rilevata la presenza di pozzi ad uso irriguo nel raggio di 250 m, né di pozzi ad uso potabile nel raggio di 500 m. 19 Dott. Geol. Giuseppe Tortora 9 CONCLUSIONI Le informazioni e i dati acquisiti mediante il presente studio idrogeologico hanno permesso di stabilire quanto riportato di seguito. - Dal punto di vista geologico, l’area è caratterizzata dalla potente successione dei calcari e/o dolomie del Cretaceo, sulla quale poggiano in trasgressione lembi di Depositi Marini Terrazzati e depositi colluviali ed eluviali (terre rosse). - Gli strati che costituiscono il calcare del Cretaceo si presentano caratterizzati localmente con delle giaciture variabili, con una prevalenza delle immersioni verso SE, e con una inclinazione degli strati compresa tra 5° e 20°. Le principali strutture disgiuntive che scompongono il substrato carbonatico sono rappresentati da più sistemi di faglie e fratture con direzione prevalente NO-SE e N-S. - La morfologia è caratterizzata da ampi ripiani di abrasione marina, pressoché pianeggianti, che digradano verso il mare, attraverso una serie di gradini riferiti a scarpate di faglia e antiche linee di costa. - Dal punto di vista idrogeologico, il substrato calcareo-dolomitco del Cretaceo costituisce un vasto acquifero, all’interno del quale il flusso idrico si manifesta attraverso una porosità secondaria rappresentata da fratture e da cavità di dissoluzione carsica. All’interno di questo acquifero la circolazione si esplica in pressione a profondità di circa 410 m dal piano campagna. Il livello piezometrico si attesta a 19 m s.l.m., con un franco di circa 171 m. I suoli presenti possono essere definiti come Endopetric Calcisol - In relazione alle caratteristiche termo-pluviometriche si registra un deficit idrico nei suoli della zona nel periodo maggio-settembre. - La portata di massima piena, calcolata in funzione dell’estensione delle superfici impermeabili dell’azienda oggetto di studio, delle caratteristiche idrologiche dell’area per un tempo di ritorno di 5 anni, risulta di Qmax =0,095 m3/sec Considerata la mancanza di una rete di fognatura bianca, la ditta “Ribatti Veicoli Industriali S.r.l.” ha provveduto all’adeguamento dell’aree in oggetto di sua proprietà come previsto dall’Appendice A1 al "Piano Direttore" Criteri per la disciplina delle acque meteoriche di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne”, approvato dal Commissario Delegato all’Emergenza Ambientale con il Decreto 191 del 13 giugno 20 Dott. Geol. Giuseppe Tortora 2002, e in parte modificato dalla deliberazione delle Giunta Regionale n. 883 del 19/06/2007 “Adozione, ai sensi dell'art. 121 del Decreto Legislativo n. 12/2006, del Progetto di Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia” (approvato con L.R. n. 230 del 20/10/2009), In base a quanto riportato, le acque meteoriche di dilavamento sono raccolte e trattate mediante un sistema di grigliatura, dissabbiatura e disoleazione e stoccate in una vasca della capacita di 100 m3. Il successivo smaltimento è realizzato attraverso un pozzo di assorbimento, già realizzato all’interno del perimetro aziendale. Questo sistema di smaltimento, adeguatamente realizzato e gestito, garantisce la ecocompatibilità con l’ambiente circostante. Il geologo Dott. Giuseppe Tortora 21 Tav. 1 - Stralcio delle Tavolette I.G.M. F. 176 I S.O. “Andria”, F. 176 I S.E. “Lama d’Oro” (Scala 1:25000) Area di studio Pozzo assorbente Tav. 3 - Stralcio del F° 176 “Barletta” della Carta Geologica d’Italia (scala 1: 50000) LEGENDA Depositi alluvionali attuali (Olocene) Depositi Marini Terrazzati (Pleistocene medio-sup.) Calcare di Bari (Cretaceo) Strati inclinati da 10° a 45° Strati suborizzontali Faglia Faglia presunta Area di studio Suolo franco sabbioso dotato di media permeabilità (5x10-2 cm/s) in spessore di circa 1-3 m 0m Depositi Marini Terrazzati localmente sabbiosi Calcari micritici e/o dolomitici di colore bianco-grigiastro poco fratturati in strati lievemente inclinati di spessore variabile da alcuni centimetri fino a 1 m, poco permeabili (5x10-4 cm/s) 100 Calcari micritici e/o dolomitici di colore bianco-grigiastro molto fratturati e carsificati in strati lievemente inclinati di spessore variabile da alcuni centimetri fino a 1 m, permeabili (5x10-3 cm/s) Superficie piezometrica (gradiente i: 0.2 %) 200 Calcari micritici e/o dolomitici di colore bianco-grigiastro scarsamente fratturati in strati lievemente inclinati di spessore variabile da alcuni centimetri fino a 1 m, impermeabili (5x10-6 cm/s) 300 Stralcio della Tavoletta I.G.M. F. 176 I S.E. “Lama d’Oro” (scala 1:25000) 400 Calcari micritici e/o dolomitici acquiferi molto fratturati e carsificati di colore grigiastro in strati di spessore variabile di 1 m, dotati di buona permeabilità (5x10-2-5x10-3 cm/s) Area di studio 500 Tav. 4 Sezione idrogeologica schematica LEGENDA Ubicazione area di studio Isopiezica (m s.l.m.) Tav. 5 - Stralcio della “Carta di distribuzione media dei carichi piezometrici degli acquiferi carsici della Murgia” allegata al Piano di Tutela delle Acque della Puglia TAV. 7 - STRATIGRAFIA POZZO ASSORBENTE - da 0 m a 0,5: calcare stratificato fratturato e carsificato; - da 0,5 m a 20 m: calcare stratificato poco fratturato; - da 20 m a 23 m: calcare stratificato fratturato e carsificato; - da 23 m a 51 m: calcare stratificato poco fratturato; - da 51 m a 76 m: calcare stratificato fratturato e carsificato - da 76 m a 80 m: calcare stratificato compatto 0m 10 Calcare stratificato fratturato e carsificato Calcare stratificato poco fratturato 20 Calcare stratificato fratturato e carsificato 30 Calcare stratificato poco fratturato 40 50 60 Calcare stratificato fratturato e carsificato 70 Calcare stratificato compatto 80 Tav. 8 - Stralcio della “Carta della perimetrazione e definizione dei rischi e dei livelli di pericolosità geomorfologica e pericolosità idraulica” pubblicata dall’ Autorità di Bacino della Puglia. Legenda 0 500m 0 Ubicazione del sito oggetto di studio 2,5km Tav. 9 - Stralcio della “Carta della perimetrazione delle aree SIC, ZPS e aree Protette” (Scala 1:25000) pubblicata dall’ Assessorato all’Ecologia della Puglia Uffici parchi e Riserve Naturali . Legenda Area di studio Pozzo assorbente