Giugno 2014 - Anno 17 - N° 2 Articoli in questo numero Il mese di Maria Pag. 1 Mese di maggio al santuario Pag. 3 B. Maria Deluil-Martiny Pag. 4 La nostra vita nascosta… Pag. 7 Se il nome di Dio è... Pag. 8 Voci dal Mondo (rubrica) Pag. 11 Il Maggio di Maria Pag. 12 Seguici anche su www.laboratoriodellafede.net Santuario della Stella Fosciandora Il Mese di Maria Seraphim Anche quest’anno il mese di maggio, il mese di Maria SS. Madre di Dio, è arrivato e rapidamente è passato. La nostra bella valle Garfagnana conserva ancora, nonostante questi “tempi difficili”, una fede sentita, vissuta nei confronti della Madonna. Così si moltiplicano i pellegrinaggi ai santuari mariani, la recita del Santo Rosario e varie iniziative di preghiera alla Santa Vergine. Durante questo mese all’Eremo della Beata Vergine del Soccorso, con un piccolo numero di devoti presenti alla S. Messa del mattino, abbiamo letto il libretto “Il segreto di Maria” di S. Luigi M. Grignon di Montfort. Ho pensato così di proporre, in due numeri del “Laboratorio della Fede”, una serie di motivi offerti dal Santo sulla necessità di trovare Maria per trovare la grazia di Dio. Infatti, cosa c’è di più importante per il cristiano che quell’amore di amicizia che ci fa partecipare della stessa vita divina che è la grazia di Dio? Quella grazia che la Vergine Maria accolse al saluto dell’Angelo: “Rallegrati, piena di grazia” (Lc 1, 28), con la sua risposta di fede: “Ecco la serva del Signore: avvenga di me secondo la tua parola” (Lc 1, 38). (Continua da pagina 1) S. Luigi Maria insegna 13 motivi per tale necessità. Riportiamo in questo numero i primi 9. PER TROVARE LA GRAZIA DI DIO BISOGNA TROVARE MARIA Perciò, tutto si riduce a trovare un mezzo facile per ottenere da Dio la grazia necessaria per diventare santi; ed è proprio questo che voglio insegnarti. E ti dico che per trovare la grazie di Dio, bisogna trovare Maria. Eccone i motivi. Poiché Maria ha formato il Capo dei predestinati, Gesù Cristo, ancora a lei tocca formare le membra di questo Capo, i veri cristiani, perché una madre non forma la testa sena le membra, né le membra senza la testa. Perciò, se uno vuole essere membro di Gesù Cristo, pieno di grazia e di verità, deve essere formato in Maria per mezzo della grazia di Cristo, la quale si trova in lei con pienezza per essere comunicata con pienezza ad ogni vero membro di Gesù Cristo e ad ogni suo vero figlio. 1.Maria ha trovato grazia 7.E’ collaboratore dello Spirito Santo Soltanto Maria ha trovato grazia davanti a Dio per sé e per ogni uomo in particaolre. I patriarchi, i profeti, tutti i santi dell’Antica Legge non hanno potuto trovare questa grazia. Lo Spirito Santo, avendo sposato Maria ed avendo prodotto in lei, per mezzo di lei e da lei Gesù Cristo, questo capolavoro, il Verbo incarnato, e non avendola mai ripudiata, continua ogni giorno a produrre i predestinati in lei e per mezzo di lei, in modo misterioso ma vero. 2.E’ madre della grazia 2 6.E’ madre dei membri di Cristo Maria ha dato l’essere e la vita all’Autore di ogni grazia; per questo è chiamata Madre della grazia. 3.E’ piena di grazia Dio Padre, da cui come da fonte essenziale discende ogni dono perfetto ed ogni grazia, dandole il proprio Figlio le ha dato tutte le grazie, tanto che – dice san Bernardo – in lui e con lui le è stata comunicata la volontà di Dio. 4.E’ ministra delle grazie Dio l’ha scelta come tesoreria, amministratrice e dispensatrice di tutte le grazie. Per questo ogni sua grazia ed ogni suo dono passano per le mani di lei. E – secondo San Bernardino – per il potere che le è stato conferito, ella dà a chi vuole, come vuole, quando vuole e nella misura che vuole le grazie dell’Eterno Padre, le virtù di Gesù Cristo e i doni dello Spirito Santo. 5.E’ madre dei figli di Dio Come nell’ordine naturale ogni figlio deve aver un padre ed una madre, così nell’ordine della grazia ogni vero figlio della Chiesa deve avere Dio per padre e Maria per madre. Chi si gloria di aver Dio per padre, ma non ha la tenerezza di un vero figlio per Maria, è un bugiardo che ha soltanto il demonio per padre. 8.Fa crescere nella vita filiale Maria ha ricevuto da Dio un dominio speciale sulle anime per nutrirle e per farle crescere in Dio. Sant’Agostino dice perfino che in questo mondo tutti i predestinati sono racchiusi nel seno di Maria, e vengono alla luce solo quando questa buona madre li genera alla vita eterna. Per conseguenza, come il bimbo trae ogni nutrimento dalla propria madre, la quale proporziona il cibo alla sua debolezza, così i predestinati traggono ogni nutrimento spirituale ed ogni vigore da Maria. 9.E’ presente nei predestinati A Maria Dio Padre ha detto: “Figlia mia, fissa la tenda in Giacobbe”, cioè nei miei predestinati raffigurati da Giacobbe. A Maria Dio Figlio ha detto: “Madre mia, prendi in eredità Israele”, cioè i miei eletti. Infine, a Maria lo Spirito Santo ha detto: “Mia sposa fedele, poni le radici in mezzo a un popolo glorioso”. Chiunque è eletto e predestinato ha la Santa Vergine dimorante dentro di sé, cioè nell’anima, e lascia che lei vi getti le radici di una profonda umiltà, di un’ardente carità e di ogni virtù. Sacro cuore di Gesù, fa che T’ami sempre più! Mese di maggio al Santuario La fatica è di ogni giorno sia all’andata che al ritorno nella strada la speranza nel rosario c’è il Suo Cuor Il segreto di Maria che alla fine svelerà è il Suo Cuore Immacolato tutta pura Carità Lei ci toglie ogni dolore e ogni pena svanirà, ogni Grazia certo dona a chi prega con pietà Ogni spina ha una rosa come Dio è in ogni cosa il mio cuore sol riposa quando è in quello di Gesù Ho una croce sulle spalle anche quando scendo a valle senza fede non s’avanza nel mio cuor c’è un gran dolor Via la spina c’è la rosa come Dio è in ogni cosa la speranza mi riposa nel mio cuore ci sei Tu Ora che nulla mi duole e non ho nemmen parole sol la guardo in figliolanza il mio cuor è pien d’amor Ogni spina ha una rosa come Dio è in ogni cosa la preghiera per chi osa è speranza in Te Gesù Giugno 2014 3 Via la spina c’è la rosa come Dio è in ogni cosa il mio spirito riposa con Maria e con Gesù Ogni spina ha una rosa come Dio è in ogni cosa il mio cuore è senza posa sulla croce di Gesù Sono ai piedi di Maria ho un gran peso, lo mandi via glielo chiedo con costanza è la Madre del Signor Fra Claudio E finito questo Maggio, con lo spirito più saggio è il momento del coraggio per amare sempre più E’ una spina la vita quaggiù e la rosa è il Paradiso di un celeste profumo intriso voglio andar per sempre lassù Finalmente c’è solo la rosa e con Dio ormai tutto riposa c’è Maria la dolce Sua Sposa e di spine non ce n’è più Anno 17 Numero 2 Beata Maria Deluil-Martiny 1841-1884 Memoria Liturgica 27 Febbraio 4 I Santi illuminati dallo Spirito Santo, percepiscono profondamente fino a che punto il mondo abbia bisogno di un Salvatore; il Regno di Gesù nei cuori costituisce la loro preoccupazione principale. Tale fu il caso di Madre Maria di Gesù DeuilMartiny, che scriveva: Bisogna che Egli regni! Il nostro Gesù, il nostro Fratello, il nostro Salvatore, il nostro Amico, il nostro Sposo! Bisogna che Egli regni sul mondo e sui cuori; e per ottenere questo, pregheremo, offriremo, ci sacrificheremo, moriremo tutti i giorni>> Chi era la donna infiammata da un simile fuoco dell’amore divino? Marie Deluil-Martiny , fondatrice delle Figlie del cuore di Gesù, nacque a Marsiglia il 28-5-1841, il giorno dopo fu battezzata nella chiesa parrocchiale di S, Vincenzo de’ Paoli con i nomi di Maria, Carolina e Filomena. Ricevette la prima educazione in famiglia nella quale apprese, insieme al fratello, anche la lingua latina e crebbe vivace, volitiva e molto estroversa. Per completarne l’educazione, nel 1849 i genitori collocarono la figlia nel collegio delle Suore della Visitazione in cui fece la prima comunione e manifestò una forte inclinazione alla vita religiosa. Ricevette la cresima nel 1854 per le mani del B. Charles de Mazenod, arcivescovo di Marsiglia e fondatore degli Oblati di Maria Immacolata, e per due anni frequentò il corso di studi superiori a Lione, con la sorella Amelia. Prima di ritornare in famiglia molto del P. Bouchaud Sj. Durante il quale risentì chiara e distinta la voce di Dio che la chiamava alla vita religiosa e nel maggio del 1858 si recò ad Ars per consultare il curato S. Giovanni M. Vianney. L’uomo di Dio le disse: “Prima che conosca la tua vocazione occorrerà che dica molti Veni Sancte Spiritus”. In famiglia Maria continuò a fare ogni giorno la comunione e a comportarsi senza nessuna ostentazione. Nel 1859 morì la sorella Clementina ed allora pregò: “Mio Dio, io accetto il sacrificio, ma a una condizione, che allontanando tutti gli ostacoli mi conduca a te nella vita religiosa”. Poiché la madre ne era rimasta scossa nella salute, incominciò a lasciare alla figlia la cura di numerose opere di carità e di associazioni pie e benefiche, di cui era presidente e membro attivo. Un passo decisivo verso la sua vocazione lo fece quando venne a conoscenza nel 1864 che l’Assaciazione della Guardia d’Onore, fondata l’anno precedente da Suor Maria del S. Cuore Bernaud, del monastero visitandino di Bourg-en Bresse, aveva lo scopo di abituare gli associati a fare tutti i giorni un’ora di adorazione in riparazione delle offese recate al S. Cuore di Gesù. La beata ne divenne la prima zelatrice perché la trovava confacente alle proprie aspirazioni. Con la sorella Amelia collaborò attivamente alla diffusione dell’opera. Restando nel mondo alla beata non mancavano buone proposte di matrimonio, ma le rifiutò perché voleva occuparsi esclusivamente delle buone opere e della diffusione della devozione al S. Cuore. Alla fine del 1886 la Deuil-Martiny si pose sotto la guida spirituale del P. Giovanni Calage ministro della Residenza di Marsiglia e vi rimase tutta la vita. Per suo ordine scrisse Le Journal d’Ame, un diario che è fondamentale per la conoscenza del suo animo. Benchè non fosse ne dotto, né eloquente, il gesuita fu comunque un direttore pio, molto prudente e fermo. Sotto la sua guida la Beata l’8-12-1867 emise il voto di virginità perpetua e nella festa del S. (Continua a pagina 5) Sacro cuore di Gesù, fa che T’ami sempre più! (Continua da pagina 4) Cuore del 1868, si offerse vittima in riparazione delle profanazioni eucaristiche. Per conoscere meglio la volontà di Dio pellegrinò pure ai più famosi santuari mariani di Francia ed entrò più volte in ritiro spirituale nel monastero della Visitazione di Bourg per studiare la forma che avrebbe dovuto imprimere all’opera che il P. Calage voleva intraprendesse. La vocazione alla vita religiosa di Maria maturò tra tante prove: la morte della sorella Margherita (1867); il dissesto finanziario subito dal padre motivo per cui fu costretto a cedere i propri beni ai creditori; il disastro militare di Sedan che portò alla proclamazione della repubblica e la Comune di Marsiglia con la soppressione della Residenza dei Gesuiti e la carcerazione del P. Calage per un mese, da cui fu liberato per interessamento del padre della beata. All’inizio del 1872 Maria fu costretta ad assolvere con maggiore impegno ai suoi doveri filiali dopo la morte del fratello e di una sorella. Dovette perciò rimandare ancora una volta il progetto della fondazione per la quale, in Belgio, lavorava il dotto prelato Mons. Osvaldo Van den Berghe, cappellano della Visitazione di Bruxelles. Costui era venuto a conoscenza della Guardia di Onore del S. Cuore tramite la fondatrice dell’opera; era entrato in contatto con la beata a Marsiglia; aveva avuto un abboccamento con il P. Calage; era stato informato del progetto di fondazione e aveva trovato l’opera talmente corrispondente alle sue intime aspirazioni che decise di aiutare finanziariamente Maria Deluil-Martiny a darle inizio a Berchem-lez-Anvers con il permesso dell’arcivescovo di Malines, Mons. Dechamps. Con il consenso dei genitori Maria si recò ad Anversa il 17-6-1873 dopo aver fatto con la Giugno 2014 madre, ancora un pellegrinaggio a Paray-leMonial. Diede principio alla fondazione delle Figlie del Cuore di Gesù con quattro religiose e quattro postulanti. Le persone del mondo se ne fecero beffe e la considerarono un’esaltata. Le sue religiose invece nutrirono sempre verso di lei molta venerazione benché all’inizio della fondazione non avesse che 32 anni. Dopo l’ultimo viaggio fatto a Marsiglia per assistere la madre morente la beata, ispirandosi alla Regola di S. Ignazio di Loyola scrisse le costituzioni per le sue figlie spirituali dedite alla contemplazione e all’adorazione del SS. Sacramento con sentimenti di riparazione. In esse propone alle solidali dell’Istituto la meditazione frequente, durante la giornata, delle ultime parole di Gesù in croce e la recita altrettanto frequente del Magnificat essendo troppo poche le anime che ringraziano il Signore; le esorta a mettere da parte le piccole devozioni personali per assimilare la liturgia della Chiesa che fa tutto per Cristo, con Cristo e in Cristo; inculca ad esse lo spirito di famiglia, l’umiltà, la semplicità e la cordialità; le esorta a servire Dio con entusiasmo fino all’immolazione della propria volontà. Mons. Dechamps approvò le costituzioni delle Figlie del Cuore di Gesù il 2-2-1876. Ad esse Leone XIII concesse il Decreto di Lode il 25-2-1888. Erano state scritte con lo scopo di indurre le religiose “a corrispondere, per quanto è possibile, all’amore troppo sconosciuto di questo cuore divino”, a proporsi, quindi, di offrire al Cuore di Gesù, sacerdote e vittima del SS. Sacramento dell’altare, una riparazione perpetua per gli orribili oltraggi fatti alla divina maestà”, a “ringraziare continuamente il Cuore di Gesù dei suoi benefici troppo misconosciuti, della Anno 17 (Continua a pagina 6) Numero 2 5 (Continua da pagina 5) 6 grande misericordia verso i peccatori e soprattutto delle speciali benedizioni che egli prodiga alle anime sacerdotali e religiose”; infine, “a offrire incessantemente alla SS. Trinità il sangue prezioso di Nostro Signore”, con speciali suppliche per ottenere “l’avvento del regno di Cristo, l’estinzione delle società segrete e soprattutto la perfezione, la santità ognor crescenti del sacerdozio cattolico e degli ordini religiosi”. Unite alla Vergine Immacolata, “patrona e modello”, le anime consacrate lo saranno sempre “il più perfettamente possibile, ai sentimenti e alle disposizioni della Vergine Maria. Le Figlie del Cuore di Gesù quindi non cesseranno di offrire le loro preghiere, penitenze ed occupazioni, i loro sacrifici e la loro vita stessa per gli interessi della Chiesa Cattolica, del sacerdozio e delle famiglie religiose”. Il 29-01-1878 Pio IX eresse la chiesa che sorgeva presso la fondazione di Madre Maria di Gesù a basilica minore. Essa fu consacrata il 17 agosto dello stesso anno. Cinque giorni più tardi la beata professò i voti perpetui con le sue prime quattro compagne. IL 25 -02-1880 inaugurò con il permesso dell’ordinaio del luogo, Mons. Luigi Robert, il secondo convento delle Figlie del Cuore di Gesù alla Servianne, presso Marsiglia, nella stessa casa di campagna che aveva ereditato dalla madre. In seguito alla soppressione della sua residenza, anche il P. Calage vi fu ospitato come cappellano e direttore spirituale. Pur in mezzo a innumerevoli difficoltà d’ordine temporale, la comunità crebbe in numero e nell’osservanza delle costituzioni sotto la guida materna, ma anche risoluta, di Madre Maria di Gesù. Caratteristica della sua congregazione fù l’unione dei cuori, Ella la ottenne coltivando nei sui membri l’amore alla verità e all’umiltà. Aveva difatti in orrore qualsiasi sentimento di orgoglio. In occasione del decimo anniversario della fondazione, la beata espresse così il desiderio di immolazione in una lettera alle suore: <<O agnello del Padre Celeste, accettaci come tuoi agnelli, uniscici a te sulla croce e sull’altare e forma i nostri cuori secondo il tuo Cuore di vittima. E se la mia miserabile vita può servirti a condurre le anime di cui ha sete il tuo cuore, prendila, amor mio, te ne supplico, ma almeno trionfa come sposo sulle anime dell’Istituto e come re su tutti i cuori>>. Come si era già offerta vittima secondo le intenzioni di Pio IX, Madre Maria di Gesù rinnovò la sua offerta di vittima nel 1882 anche secondo quelle di Leone XIII. Era in pieno e fervido lavoro formativo e organizzativo della sua famiglia religiosa quando, il 27-02-1884, la beata fu assassinata dopo pranzo da Luigi Chave, un povero anarchico che per carità aveva assunto come aiutante giardiniere e al quale aveva raccomandato di trovarsi un’altra occupazione dal momento che esigeva che gli fosse raddoppiato lo stipendio. Mentre Madre Maria di Gesù passeggiava con la comunità lungo i viali del monastero, fu visto sbucare dalla pineta l’anarchico, avvicinarsi a lei bieco in volto, afferrarla per la testa e spararle con la pistola due colpi sulla vena carotide. La vittima si afflosciò sulle ginocchia e mentre perdeva a fiotti il sangue dal naso e dalla bocca fece appena in tempo a mormorare: “Perdono….per l’opera, per l’opera”. Alle grida delle suore accorse P.Calage, impartì l’assoluzione alla morente e appena fu trasportata nell’infermeria, alla vergine vittima somministrò anche la santa unzione. Le reliquie di Madre Maria di Gesù sono venerate nella cappella di Servianne. Giovanni Paolo II ne riconobbe l’eroicità delle Sacro cuore di Gesù, fa che T’ami sempre più! La nostra vita sia nascosta in Cristo e risplenda al mondo come annunzio di cieli nuovi e terra nuova… Il giorno 3 Maggio 2014, a Castelnuovo, nella Saletta delle Volte della Rocca, Padre Serafino Tognetti ci ha presentato la figura di Don Divo Barsotti, il fondatore della Comunità dei figli di Dio, di cui egli fa parte. L’incontro è stato promosso e organizzato dall’Associazione “Il Mandorlo” in collaborazione con il Laboratorio della Fede, con il patrocinio della Parrocchia Santi Pietro e Paolo e del Comune di Castelnuovo, ai quali va il nostro ringraziamento. L’intervento di Padre Serafino come relatore sarebbe stato quasi sicuramente impossibile senza l’interessamento e il sostegno della Comunità dell’Eremo di Minucciano che è per “il Mandorlo” e non solo fondamentale punto di riferimento e centro di spiritualità. La partecipazione alla conferenza è stata numerosa oltre il previsto, nonostante si fosse in campagna elettorale: ne siamo rimasti felicemente sorpresi. Il nostro grazie va naturalmente a Padre Serafino, a Suor Lucrezia e ai laici appartenenti alla Comunità dei figli di Dio e a tutti gli intervenuti. “Don Divo Barsotti: un mistico del XX secolo” era il titolo della conferenza. Chi è il mistico? Questa parola non fa parte del vocabolario usato dai mass media, dagli uomini politici e di potere e neppure dalla gente comune; e anche se talvolta il termine compare in qualche trasmissione televisiva o in un articolo nei quotidiani più letti, esso viene usato a sproposito, alludendo esclusivamente a esperienze e fenomeni straordinari e sensazionali. L’incontro del 3 Maggio verteva proprio su questo tema, illustrato efficacemente attraverso la significativa figura di Don Divo Barsotti, un mistico del XX secolo. Il titolo della conferenza contiene una densità di significato: esperienza non riservata a pochi eletti, ma possibile per ogni battezzato, rinato nello Spirito e vero figlio di Dio nel Figlio. Se tutti considerassimo e vivessimo consapevolmente questa verità, l’unica che conta veramente! Più siamo consapevoli della “vera realtà” che ci viene donata e che ci attende come nostra eredità e più la gioia è in noi; una gioia che non scaturisce dal fatto che in noi sono scomparsi l’egoismo e la meschinità e nella nostra vita sono assenti le tribolazioni e le sofferenze materiali, morali e spirituali; che tanto meno ha origine dall’andamento favorevole dello SPREAD o dal successo di un partito politico. E’ la dimensione nascosta della “vera vita”, quella redenta ,che trasforma la vita quotidiana in qualcosa di altro che ne è il senso e il compimento, nella sicurezza della vittoria che ci è stata donata, nell’attesa di cieli e terra nuovi. E’ il “Mistero pasquale …Mistero eppure rimane vero”, dice Don Divo Barsotti in una sua meditazione sulla Pasqua; il ”già e non ancora”, realtà per ognuno di noi, per la Chiesa, per la storia. Il Risorto ci porta in un’altra vita” La Resurrezione trasporta la creazione in un altro piano, trasporta anche noi in un altro piano…..noi viviamo una vita nascosta che ci rimane ignota…il Mistero sarà manifestato quando passeremo dalla fede alla visione…tutto avviene sotto il velo dell’umiltà e del nascondimento fintanto che viviamo quaggiù…”(Don Divo). Padre Serafino, partendo dal filmato” La Realtà” (cioè la vera realtà), presentandoci la vita e la spiritualità di Don Divo Barsotti, ci ha fatto comprendere che ognuno di noi nel suo piccolo e con i propri limiti , nel quotidiano, pur essendo ovviamente ben lontano dal vissuto di un grande come Don Divo, è chiamato in qualche misura ad essere un mistico nell’umiltà dell’esperienza comune. San Paolo ci dice ”Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, gustate le cose di lassù….voi siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio”: è la vita dei figli che vivono ben radicati nel mondo, ma indicano un’altra vita in un altro piano, perché non sono del mondo. Giugno 2014 Anno 17 Numero 2 7 Se il nome di Dio è Misericordia, il suo cognome è Verità 8 GiGi “Misericordia è il nome di Dio”, è frase attribuita al cardinal Bergoglio prima di diventare il nostro attuale Pontefice. Il Santo Padre ha usato ed invitato molto spesso il suo gregge ad adottare uno stile di vita “misericordioso” perché Dio è un Padre misericordioso, come la parabola del figliol prodigo dimostra. Tener conto, però, solamente di questo attributo di Dio è per lo meno parziale ma, soprattutto, pericoloso. Queste mie considerazioni nascono dall’osservare quanto sta accadendo attorno al tema dei divorziati e risposati. Quest’anno ed il prossimo si terranno due sinodi dei Vescovi per discutere dei problemi legati alla particella vitale della società, la famiglia che oggi appare molto malata. Fin da subito, però, pare che l’aspetto fondamentale che deve essere risolto da questa assise è quello dei divorziati risposati. Anche il Concistoro tenutosi nel febbraio scorso, pare che l’unico tema toccato sia stato questo. Allora mi chiedo, e allo stesso tempo chiedo a chiunque di volermi dare spiegazioni in merito: ma dov’è il problema dei divorziati risposati? Mi spiego. Si pensi ad una persona che sciolga un precedente legame benedetto da Dio, per i più svariati motivi, e poi contrae un nuovo matrimonio: una situazione che contrasta in pieno con la Parola di Dio (cfr Mt 19). A questo punto i casi sono due: la persona che si risposa era già credente e pertanto già sapeva quali erano le conseguenze a cui andava incontro: si fa una scelta e questa scelta non è per Dio ma è contro di Lui; oppure si converte dopo aver stretto il secondo legame e convenienze umane (penso al caso in cui nascono dei figli da questa seconda unione) impediscono un completo ritorno allo stato precedente. In entrambi i casi non vedo nessuna vera giustificazione per l’accesso ai Sacramenti. Nel primo caso l’eventuale pretesa è solo frutto di egoismo per cui si pretende che Dio pieghi i suoi voleri ai propri capricci. Purtroppo penso che provenga da questo serbatoio di persone la vera rivendicazione di un “diritto” preteso ed urlato nel solco di una religiosità fai da te che sempre più caratterizza la nostra società. Pretese che, purtroppo, incontrano il favore di una parte del nostro clero: una recente indagine sociologica ha rilevato che la maggior parte dei divorziati risposati già accede alle Sacre Specie con il beneplacito dei pastori che raccomandano loro solo di comunicarsi in parrocchie diverse dalle proprie per non creare scandalo (di chi poi visto che le nostre chiese sono sempre più vuote!). Il pericolo viene proprio da qui, dall’interno della Chiesa dove quel fumo di Satana che Paolo VI avvertiva già agli inizi degli anni ’70 sembra invadere sempre di più le sue stanze. E’ quanto avvenuto anche nel febbraio scorso nel Concistoro straordinario voluto da Papa Francesco proprio per preparare i due futuri incontri coi Vescovi. Il relatore nominato per preparare questi lavori, il cardinale tedesco Walter Kasper, ha proposto una serie di linee guida che sono a parer mio sicuramen- (Continua a pagina 9) Sacro cuore di Gesù, fa che T’ami sempre più! (Continua da pagina 8) te rivoluzionarie. Il prelato ha posto all’esame dei fratelli la possibilità concreta di consentire l’accesso ai Sacramenti ai divorziati risposati. Il suo presupposto è che oggi esiste una frattura molto ampia tra la dottrina della Chiesa e il vissuto quotidiano dei cristiani: in altri termini, la prassi è diventata la nuova fonte di ispirazione per la Chiesa e non più la Sacra Scrittura. Netto e forte è stato il parere negativo della maggior parte degli altri cardinali presenti che ribadisco, sulla scorta della Parola di Dio, hanno sottolineato l’assoluta impossibilità di una simile evenienza. Dobbiamo stare tranquilli? Non direi, visto che l’esperienza ci ha ormai insegnato che il nemico è sempre pronto a scagliare nuovi attacchi. In questo caso ne è testimonianza un’intervista rilasciata dallo stesso Kasper ad un noto settimanale cattolico poco dopo la bocciatura della sua proposta. Accanto a parole che paiono aver ricondotto il prelato sulla via tradizionalmente percorsa dalla Chiesa (“I comandamenti di Dio vogliono aiutare a trovare la libertà, la felicità… Io credo che dobbiamo mostrare la bellezza della famiglia e della vita cristiana… la Chiesa deve essere vicina, aiutare, consigliare, incoraggiare… la dottrina non si può togliere e non si può cambiare la parola di Gesù che è vincolante), subito dopo la doccia fredda: “ Mi chiedo, per esempio, cosa fare con una donna abbandonata dal marito [caso limite ma non vedo, visto quello che dice poi, perché non si possa estendere il ragionamento anche a tutti gli altri casi di divorzio, ndr] con dei bambini che ha una nuova situazione, magari con altri figli. Ha fallito il primo matrimonio, non ha potuto realizzare ciò che ha promesso davanti a Dio, alla Chiesa e agli uomini. Ma adesso non può ritornare alla prima situazione e anGiugno 2014 che abbandonare la seconda sarebbe una nuova colpa. Eppure, mi chiedo, se fa ciò che può fare, se vive una buona vita cristiana, se educa i figli nella fede, le si può negare l’assoluzione dal peccato? Ogni peccato può essere perdonato se il peccatore lo chiede. Secondo me, davanti a Dio, non è possibile che esista una situazione in cui uno si trovi immerso in una buca senza via d’uscita. Questo è contro la misericordia di Dio. Non ci sono peccati che non possono essere perdonati”. Un ragionamento che appare sicuramente logico all’uomo moderno ma che presenta enormi incongruenze con la Parola di Dio. A parte il fatto che il cardinale con queste parole sembra suggerire che il peccato di questa donna nasca, senza sua evidente colpa, nel momento in cui è stata abbandonata dal marito, mentre la dottrina della Chiesa afferma che tale colpa nasce quando si è unita con un altro uomo (cfr ancora Mt 19, 9 e CCC n. 1650), quindi con un atto di deliberato consenso, le cose messe così sono troppo semplicistiche. Non ricordo brano del Vangelo in cui Gesù abbia perdonato, e sappiamo quanto era sollecito e pronto a farlo, senza chiedere un sincero atto di pentimento ed il proposito di non commettere più il peccato. Alla donna adultera Anno 17 (Continua a pagina 10) Numero 2 9 (Continua da pagina 9) 10 (stiamo parlando giusto di questo) egli salva la vita ma le intima: “Va e d’ora in avanti non peccare più” (Gv 8, 11). La soluzione del cardinal Kasper mi ricorda molto la confessione del lupo che mentre ascoltava la rampogna del sacerdote che gli chiedeva di smettere di mangiare le pecore, egli spazientito replicava: “ Si tutto quello che vuole, ma si sbrighi, per favore: sta per passare un gregge qui davanti!”. Allora che fare? Se ascoltiamo, cosa che i sacerdoti dovrebbero fare soprattutto se cardinali, la voce della Chiesa, si può trovare in essa quella meravigliosa accoglienza auspicata dal cardinal Kasper, equilibrata dal senso di giustizia che sempre deve essere presente. E’ a questa linea che io credo si ispirino coloro che fanno parte del secondo gruppo di divorziati risposati di cui finora non ho parlato, perché se di vera conversione si può parlare, lo si deve fare in questi termini. Queste persone devono avere guide sicure che indichino loro cosa la Chiesa propone: “La riconciliazione mediante il sacramento della Penitenza non può essere accordata se non a coloro che si sono pentiti di aver violato il segno dell’Alleanza e della fedeltà a Cristo, e si sono impegnate a vivere in una completa continenza” (CCC n. 1650). Come può insinuare allora un principe della mandando: “Siano esortati ad ascoltare la Parola di Dio, a frequentare il sacrificio della Messa, a perseverare nella preghiera, a dare incremento alle opere di carità e alle iniziative della comunità a favore della giustizia, a educare i figli nella fede cristiana, a coltivare lo spirito e le opere di penitenza, per implorare così, di giorno in giorno, la grazia di Dio” (CCC n. 1651). Altro che distanza tra dottrina e vissuto sociale! La nostra Chiesa apre vie nuove per chiunque voglia salvarsi, non con mezzi umani e costruiti artificiosamente, ma grazie a Colui che anche attraverso vie a noi misteriose, si mostra sempre Padre di Misericordia. Chiesa che Ella lascia le persone in una buca senza via di uscita? Mi si può rispondere che la via prospettata non è facile da perseguire soprattutto se a convertirsi è solo uno dei due coniugi: vero, ma anche in questo caso, non potendo risolvere una situazione di oggettivo contrasto con la Parola di Dio, la Chiesa non chiude la porta in faccia a nessuno. Ancora il Catechismo della Chiesa Cattolica invita ad una attenta sollecitudine nei confronti delle persone che vivono queste situazioni, raccoSacro cuore di Gesù, fa che T’ami sempre più! Voci dal Mondo Rubrica Pericolo omofobia? Se ne parla tanto in Italia ma visto ciò che avviene nei paesi in cui leggi anti omofobia sono già applicate, si direbbe che il pericolo è proprio il contrario. Brendan Eich è considerato uno dei migliori e più geniali manager del mondo di Internet. Grazie a lui il browser Mozilla ha sfidato con successo il colosso Internet Explorer. La sua azienda lo nomina amministratore delegato. Ma ha fatto i conti senza la cultura dell'odio creata dalle leggi sull'omofobia. Un sito di attivisti gay scova il nome del manager tra decine di migliaia di americani che hanno sostenuto con una donazione la campagna per il referendum che, in California, ha introdotto nella Costituzione dello Stato la nozione che il matrimonio è solo tra un uomo e una donna. La vittoria degli elettori californiani nelle urne è stata poi cancellata dai giudici della Corte Suprema. Ma non è questo che interessa ai gay. Per avere donato mille dollari ai promotori del referendum, Eich è stato attaccato come omofobo impenitente. Non gli è bastato dichiararsi contrario alla discriminazione degli omosessuali. Si voleva che chiedesse scusa e inneggiasse al «matrimonio» fra persone dello stesso sesso. Dimostrando che Mozilla non fa sempre rima con Barilla, ha tenuto la schiena dritta e non si è piegato. È stato buttato fuori, costretto a dimettersi in quarantotto ore. L'azienda ha emesso un comunicato da cui emerge che chi è contrario al «matrimonio» omosessuale in futuro non sarà più assunto non solo come dirigente, ma neppure come addetto alle pulizie dei gabinetti. Gli altri giganti della Silicon Valley - Google, Microsoft, Apple - hanno fatto sapere che loro queste politiche le applicano già (fonte, La Nuova Bussola Quotidiana, 7/4/2014). Nel 2008 Paul Zachery “PZ” Meyers, professore di Biologia presso l’Università del Minnesota, ha preso le “… difese di una persona che nel corso di una Messa si era portata via un’ostia consacrata e per questo era stata inseguita e invitata insistentemente a consegnarla. Per protestare contro tale reazione, a suo avviso ingiustificata, Meyers compì egli stesso un atto sacrilego procurandosi un’ostia consacrata e pubblicandone poi la foto che la ritraeva tra i rifiuti del suo cestino” (Il Timone, n. 131, marzo 2014, p. 30). Delle vignette satiriche su Maometto hanno scatenato (giustamente, almeno nelle intenzioni) le ire del mondo islamico; un atto sacrilego come questo non ha suscitato nemmeno una protesta: anche perché chi ha sentito sui mass media la notizia? Evidentemente i soprusi a danno dei cristiani e, soprattutto, di Dio non fanno audiance. Accade a Milano. Un autotrasportatore pungula una mucca destinata al macello perché reticente a scendere dal suo mezzo. La LAV (Lega AntiVivisezione) lo denuncia per maltrattamento ad animale. Nel 2008, in prima istanza, il camionista è assolto per insufficienza di prove. In appello, però, la LAV ha avuto ragione: al pover’uomo è stata inflitta una multa di 6.000 euro, sei mesi di reclusione, sospensione dell’attività di trasporto e pagamento delle spese processuali. Una vita rovinata da quelle modernità che stanno sempre più mettendo l’uomo in un angolo (la notizia è tratta da BastaBugie, rivista online, n. 343 del 4/4/2014). Giugno 2014 Anno 17 Numero 2 11 Il Maggio di Maria Marta Il mese di maggio è dedicato a Maria la quale ci ha dato Gesù, tramite Lei il granaio del mondo ci dona continuamente grazie. E’ bello rivolgersi alla nostra Mamma Celeste che ci guida, ci segue, ci consiglia. Il mondo era indegno, dice S. Agostino, di ricevere il figlio di Dio direttamente dalle mani del Padre: Egli lo ha donato a Maria perché il mondo lo ricevesse da Lei. Lo ha allattato, nutrito, costudito e sacrificato per noi, sapienza incarnata. Tramite Gesù ci concede grazie e Dio Padre si sottomette alla sua volontà perché la sua umiltà l’ha resa grande; è uno scrigno di ricchezza interiore. Si legge negli scritti di San Bernardo, Bernardino, Bonaventura che in cielo e sulla terra tutto è sottomesso alla Santa Vergine, persino Dio stesso: essi intendono dire che l’autorità che Dio ha dato a Lei è così grande da sembrare che Ella abbia il medesimo potere di Dio e che le Sue preghiere e domande sono così potenti presso Dio da diventare come dei comandi presso la Sua Maestà, che non resiste mai all’invocazione della Sua cara Madre, poiché Ella è sempre umile e conforme alla sua volontà. Il Rosario, catena dolce che ci collega a Dio, tutti insieme davanti alla Vergine con i nostri propositi, le nostre angosce, preoccupazioni, si snocciolano le Ave Maria così infinitamente belle che durano troppo poco e che lei raccoglie e presenta a Dio Padre. Il Suo profumo così indescrivibile è intenso come le rose, i gigli e tutti i fiori che ci sono sulla terra. Grazie Mamma Celeste di essere ancora con noi tutti. Ringrazio mia Mamma terrena che mi ha insegnato il Rosario, dove non c’era sera che ci si riunisse tutti noi figli insieme a lei per pregare: chi si assopiva erano urla! Meraviglioso, stupendo è ricordarlo: vi amo Mamma Celeste e terrena Sacro cuore di Gesù, fa che T’ami sempre più!