Cavalese, 19 febbraio 2010
 Ai genitori degli alunni della classe 2ª B della Scuola Secondaria di Primo Grado di
Cavalese (tramite lettera);
 A tutti i genitori dell‟Istituto Comprensivo di Cavalese (tramite pubblicazione sul sito della
scuola).
Oggetto: Riassunto dell‟incontro formativo “La relazione genitore-insegnante come strumento di
efficacia scolastica (consigli e suggerimenti pratici)”, tenutosi mercoledì 10 febbraio 2010 alle ore
20,30 presso la sala del centro servizi (sopra la biblioteca) in via Marconi a Cavalese, al quale erano
invitati tutti i genitori.
Premessa: all‟incontro suddetto ho partecipato come genitore, non come rappresentate dei genitori
della classe 2ª B, ma dato che le tematiche esposte mi sono sembrate molto interessanti ed istruttive,
ho deciso di riassumere i punti trattati e di fare avere queste informazioni a tutti i genitori.
Il Dirigente scolastico dr. Mattivi ha introdotto la serata presentando brevemente il relatore, dr.
Giovanni Gabrielli, il quale ha partecipato anche al precedente incontro Scuola-Rappresentanti dei
Genitori, e comunica che il punto di vista del relatore, che precedentemente ha creato pareri
discordi, può essere o meno condiviso, ma invita a valutarlo, sottolineando l‟utilità della sintesi che
nasce sempre fra tesi e antitesi.
Il dr. Gabrielli ha toccato molti argomenti, che ci coinvolgono in modo diverso, perchè non
riguardano solo i rapporti fra genitori e insegnanti, ma anche quelli fra persone. Ha invitato fin
dall‟inizio del suo intervento i genitori e gli insegnanti presenti ad esporre il loro punto di vista
riguardo gli argomenti che andava a trattare. In essi non sono contenute regole ferree da applicare
indiscriminatamente e in tutti casi, perché ogni situazione può essere diversa da un‟altra, e possono
esistere eccezioni, ma devono anche esistere delle consapevoli e misurate direttive.
Ho cercato di riportare il suo pensiero nel modo più obiettivo:
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Compiti delle vacanze: non vanno assegnati, né vanno comprati i libri al riguardo, perché è
necessario, come per gli adulti, ma ancor di più per i bambini, interrompere l‟attività di
apprendimento per riposare e recuperare le energie mentali. Un carico continuo senza
possibilità di pause può sfociare a volte in reazioni anche gravi. È auspicabile invece
privilegiare le attività ludiche e fisiche. Poi aggiunge di assegnare pochi compiti, solo quelli
necessari. Aggiunge che insegnanti e genitori dovrebbero chiedersi più spesso perché fanno
fare le cose agli alunni/figli.
Udienze: a parte il termine che sarebbe meglio cambiare con „incontri‟, le udienze
dovrebbero servire (anche e soprattutto) per aver una linea comune fra genitori e insegnanti:
le due figure devo appoggiarsi l‟un l‟altra (come dovrebbe avvenire fra i 2 genitori), e non
contraddire il “lavoro” dell‟altra, per dar continuità tra lavoro a scuola e quello a casa. A tal
proposito ha illustrato il significato di “disconferma”.
Disconferma di ruolo: dannosa per l‟efficacia degli insegnamenti e dell‟educazione, per
evitarla è opportuno appoggiare e tener una linea comune anche con le altre figure che si
occupano dei bambini e adolescenti (parenti, allenatori ecc.). Per lo stesso motivo,
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comunicate a queste figure le regole e i limiti che avete deciso per i vostri figli. Saranno i
ragionevoli limiti ai comportamenti che deciderete, e andranno fatte rispettare, e spiegate ai
figli (nei casi in cui sono in grado di capirle).
Disconferma della persona: trattare una persona come se non esistesse. Una delle cose da
fare per evitarla è dare attenzione e qualità al tempo che si passa con i figli (e le persone in
generale). Non interrompere l‟attenzione verso qualcuno per cose poco importanti (un
messaggino, una telefonata ecc.). La cosa da far di più con i figli è ascoltarli. Hanno bisogno
di dialogo, coccole, sicurezza e ascolto, di sentire che ci siamo quando ci cercano.
Attenzione rivolta agli adulti dai minori: se un figlio disegna mentre gli parlate, la loro può
non essere disconferma. Se vi ascolta, lasciatelo fare, perché stà sviluppando una parte della
sua creatività. È dannoso interromperlo, perché bloccate una capacità che fa parte del suo
sviluppo.
Adolescenza: l‟adolescente ha bisogno di staccarsi progressivamente dalla famiglia. I
genitori dovrebbero osservare ma da lontano, senza troppe interferenze. Dovrebbero offrire
radici solide, ma che permettano di spiccare il volo.
Accettazione: i genitori dovrebbero accettare i figli per come sono, ma non tutti i loro
comportamenti (droga, disonestà…). Dategli cibi che gradiscono, non forzateli, e non
mostrate ansie sull‟alimentazione.
Modifica di comportamenti: intervenite subito quando notate una modifica significativa nel
comportamento, non aspettate che la situazione precipiti e diventi così molto più difficile da
risolvere. Per capire la causa non chiedete “perché hai fatto così”, a volte non lo sanno
nemmeno loro, chiedete invece cos‟è successo (quando e dove), e come ti senti.
Punizioni: non funzionano, le regole invece sì.
Libretto per le comunicazioni casa-scuola: non è bene usarlo per eventuali problemi, perchè
dà luogo a sterili battibecchi fra genitori e insegnanti.
Categorie di genitore:
o Permissivi: non vogliono imporre linee educative, sono perciò inefficaci.
o Protettivi: provano a dar delle regole ma si fanno facilmente intenerire risultando
quindi indecisi e inefficaci.
o Autoritari: quelli che dicono “gli ordini non si discutono”, non si mettono in
discussione e applicano il loro credo, giusto o sbagliato che sia.
o Autorevoli: si prendono la responsabilità delle linee guida che detta, e cerca di
spiegare i motivi che le determinano (quando il bimbo è in grado di capire).
Tempo fa andava forte il motto educativo “Vietato vietare”, ora c‟è quello che recita
“Vietato non imporre giuste regole”. In pratica nel corso del tempo si è passati opponendosi
ad un autoritarismo (sbagliato perché esagerato in un senso) ad un esagerato permissivismo
(sbagliato nell‟altro) al riconoscere la necessità di applicare alcune regole.
Mestiere del genitore: è il più difficile, e poi lo si diventa improvvisamente, senza aver fatto
un corso.
Apprendimento: imparare capendo, in modo da poter usare le informazioni ricevute.
Differente da imparare a memoria: si sa ma non si può utilizzare, si può solo ripetere.
Miglior metodo di apprendimento: divertendosi. Il relatore l‟ha dimostrato in pratica
mantenendoci interessati (divertendoci) per 3 ore, per esempio mostrandoci in modo
caricaturale i comportamenti umani che andrebbero corretti.
Tempo massimo da concedere per giocare per esempio alla Playstation, o ad altri giochi
elettronici (includerei nella categoria la tv): 2 ore.
Periodo migliore di apprendimento: dalle ore 11 alle 11,45 sembra essere il momento di
maggior efficienza del cervello per l‟apprendimento, poi dalle 15 alle 17, per lasciar una
pausa fra impegno a scuola e compiti, e perché poi sono stanchi. I giorni migliori sono
martedì, mercoledì e giovedì, perché il lunedì stanno attraversando una fase di “rientro” dal
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tempo libero di sabato e domenica, mentre il venerdì sono più stanchi dei giorni precedenti.
Riservare perciò possibilmente le materie o i compiti più impegnativi in tali orari. Ricordare
anche che il periodo di attenzione dura dai 20 ai 40 minuti, poi comincia a calare.
Vacanze: ai bimbi fa bene passarle assieme ai genitori (alcuni lasciano però i figli nelle aree
dedicate ai bimbi), come pure altro tempo libero. Per esempio oggi il tempo medio della
cena è di 8 minuti, di cui 3 guardando la tv, 2 in cui i genitori parlano di finanza, 1,5 di
pettegolezzi, 1 minuto per mangiare, ½ per parlar velocemente con i figli.
Usare i locali della casa nel modo più consono: non portate la tv in camera, non intavolate
discussioni in bagno, concedete l‟intimità necessaria a ogni componente famigliare.
Usare gli strumenti come internet con attenzione senza però credere al terrorismo mediatico.
Non sono tutti pedofili i suoi utilizzatori, internet non è il diavolo, è uno strumento, e come
tale può essere usato in modo utile o dannoso.
Autostima e autoefficacia: nell‟autostima la persona pensa di essere in un modo (bello,
intelligente, ecc). Sono caratteristiche ipotizzate da ognuno e possono essere alimentate o
ridotte o annientate dagli altri. L‟autoefficacia si costruisce e diventa una base solida e reale.
In che modo? Permettendo ai figli di fare esperienze, anche ragionevolmente rischiose, e
anche dei (secondo noi genitori) probabili errori. Così acquisteranno l‟autoefficacia, che si
può riassumere con la frase “io so che se voglio fare una cosa, con impegno e con le mie
capacità, ce la faccio”. Per sviluppare l‟autoefficacia i figli andrebbero fatti correre ma non
competere, vanno messi nelle condizioni di apprendere possibilmente divertendosi. Dire
continuamente “bravo” o peggio “sei un genio” alimenta l‟autostima, ma come è stato
spiegato (meglio) dal relatore può essere un‟arma a doppio taglio o addirittura dannosa.
Fiducia e autonomia vanno date ai figli (ciò non implica non occuparsene).
Lasciate liberi i figli finchè è possibile. A 3 anni (con la scuola materna) cominciano forti
condizionamenti. Lasciateli correre senza dir loro “Non sudare!”. Lasciate loro tempo per
loro, tempo libero. Non obbligateli a finire una cosa cominciata costi quel che costi (se è
dannoso o inutile). Non rimproverateli troppo, non fatelo se non sono cose importanti.
Errori: non colpevolizzare nessuno (neanche noi stessi), imparate dagli errori ma
considerateli per quello che sono, cioè passato.
Compiti: l‟atteggiamento verso i figli è quello di partecipare, essere presente, non di esser la
persona che aiuta o esegue i compiti (mai dire “ti aiuto”, piuttosto “vengo anch‟io perché mi
diverto”)
Istinti genitoriali: per natura la mamma ha l‟istinto materno e il padre non ha un istinto
paterno. C‟è un senso del dovere, l‟affetto, ma esiste questa diversità naturale fra i due.
Il gioco: per i bambini è normale, necessario e terapeutico. Un bimbo che si comporta come
un adulto (studia sempre, ubbidisce sempre, non gioca), anche se per certi genitori può
essere fonte di orgoglio, ha qualcosa di anormale. Un ambiente troppo in ordine è segno di
assenza di idee: lasciate ai figli, dove possibile, uno spazio dove possano lasciare le cose
come vogliono loro, anche in modo che noi adulti chiamiamo disordine: per loro è
importante per l‟apprendimento e la creatività. Le persone (anche quelle adulte) creative
sono disordinate, perché usano di più l‟emisfero destro del cervello (la parte logica del
cervello è la sinistra). Per esempio, forzando un mancino a scrivere con la destra gli si
blocca la creatività.
Principio di emulazione: è più probabile che gli alunni che cominciano l‟anno scolastico
mostrandosi, nel bene e nel male, in un certo modo (per esempio studiosi, o disturbatori)
vengano considerati tali fino alla fine dell‟anno, anche se in realtà vi sono modifiche nel loro
comportamento.
Perché: non chiedersi il perché di tutto ciò che fa un figlio, quello che serve è osservare i
comportamenti e incoraggiare quelli utili e corretti.
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Interazioni fra persone: quando, dopo aver ascoltato il punto di vista di una persona, è il
turno di dare il proprio, è meglio, se il nostro scopo è costruire, evitare l‟uso di parole come
“sì ma…” oppure “sono d‟accordo però…” perché ciò provoca un‟opposizione, cioè in
realtà significa dichiarare che non si è d‟accordo. È meglio usare la congiunzione “e”,
dicendo per esempio “capisco il tuo punto di vista e aggiungerei che…” ed esprimere il
proprio punto di vista, senza così dichiarare di non esser d‟accordo.
La scuola cura molto il lato cognitivo e poco quello emozionale. Sarebbe auspicabile una
maggiore attenzione per quest‟ultimo.
Come risulta evidente da questa relazione, gli argomenti trattati sono davvero molti, e non hanno
potuto naturalmente essere approfonditi nel corso della serata, sebbene sia durata 3 ore. Per chi
fosse interessato ad approfondirli, il relatore ha consigliato i seguenti 4 libri:

Prima i genitori (come genitori e figli imparano insieme), di Garry Burnett, Kay Jarvis,
Armando editore

I no per amare, di Juul Jesper, Apogeo editore

Genitori autorevoli, di Italo Farnetani, Mondadori Electa editore

PNL (programmazione neuro linguistica) con i Bambini - Guida per Genitori (tecniche,
valori e comportamenti per accrescere sicurezza e fiducia nei tuoi bambini), di Eric De La
Parra Paz, Essere Felici o Macro edizioni
Cordiali saluti.
BONELLI Alberto, telefono 0462/232454, e-mail [email protected]
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