“ La voce dei bambini”
"
Mensile Online dei Bambini di Vercelli e Provincia
www.lavocedeibambini.altervista.org; email:[email protected]
Coordinamento: Associazione di Volontariato del Piemonte Onlus
“Janusz Korczak”
MESE DI NOVEMBRE 2012
CELEBRAZIONI PER IL 4 NOVEMBRE
Il 4 Novembre, nel nostro comune, si celebra l’anniversario della
Vittoria alla fine della Grande Guerra ( 1915 – 1918 ).
Il sindaco organizza la cerimonia per ricordare i Caduti e dedicare
il nostro pensiero al Milite Ignoto.
Di solito agli alunni delle classi quarta e quinta preparano delle
poesie e delle riflessioni da recitare davanti al monumento dei
Caduti.
Finalmente anch’io ho potuto partecipare ha questa celebrazione
molto importante perché ricorda i soldati morti per la Patria e per
la nostra libertà..
Io ho recitato un testo molto riflessivo tratto da A. Baldini per ricordare il Milite Ignoto.
In quel momento mi sentivo molto emozionato, teso e imbarazzato
perché tante persone e gli alpini mi ascoltavano con attenzione e
mi sembrava di essere un cittadino italiano molto importante.
Pietro Lovisetto da Roasio
POESIA PER IL 4 NOVEMBRE
Io il 4 Novembre ho recitato una riflessione preparata insieme ai
miei compagni :
“Il nostro grido”
4 Novembre 1918,
fine della Grande Guerra.
25 Aprile 1945,
fine della Seconda Guerra Mondiale .
Ieri , 25 Ottobre 2012
morto un alpino in Afghanistan
Ora come allora
il pianto di una madre .
Il nostro grido è :
BASTA !!!
Quando recitavo ho provato delle emozioni molto profonde; ero
così emozionato che non riuscivo nemmeno a dire la mia parte,
solo che poi mi sono fatto coraggio e l' ho detta .
Quando ho sentito un alpino leggere il Bollettino Della Vittoria
mi sono commosso e tra un po' scoppiavo in un mare di lacrime .
Quando ho ascoltato l'inno d' Italia mi sono sentito un cittadino
Italiano .
Tommaso Tromboni da Roasio
Il nostro compagno Pietro, l’estate scorsa, ha visitato il Cimitero
Militare di Redipuglia in Friuli, dove sono sepolti 30.000 Caduti in
guerra.
Ci ha portato un libretto dal quale abbiamo tratto alcune epigrafi di
quel cimitero:
Io ho recitato, insieme alla mia compagna Sara, tre poesie che abIo, insieme alla mia compagna Michelle, ho recitato:
biamo composto noi su ricalco della poesia di Giuseppe Ungaretti
SOLDATO IGNOTO
“Soldati”:
Che t’importa il mio nome? Grida al vento:
“I nostri soldati”
“FANTE D’ITALIA”, e dormirò contento!
Si sta
Si sta
come sul mare
come nel cielo
ALPINI
le onde
le stelle
A noi , Fanti del Carso, gloria è dormir vicini
alla deriva .
a San Lorenzo.
ai puri Eroi dei monti, nostri fratelli Alpini!
Si sta
come d’inverno
IL FILO SPINATO
i fiocchi
Non questi fili ruggine colora:
sotto
il sole.
del nostro sangue son vermigli ancora!
Quando sono salita su quel monumento mi sono sentita onorata di
essere presente a quella importante celebrazione ; quelle persone
CARABINIERI DEL RE
che si sono addormentate in eterno spero che capiscano che io ci
Del Re custodi e della legge, schiavi
tengo a loro e riserverò sempre uno spazio nel mio cuore e nella
sol del dover, usi obbedir tacendo
mia memoria per questi caduti.
e tacendo morir, terror dei rei,
Giulia Zonco da Roasio
modesti ignoti eroi, vittime oscure e grandi.
Mi sono emozionato perché avevo l’onore di recitare davanti al monumento dei Caduti e tutta la gente ascoltava con attenzione le nostre poesie.
Alla fine abbiamo cantato l’Inno d’Italia, io ho messo una mano sul
petto e mi sono sentito un cittadino italiano.
Per me questa giornata è importante perché si ricordano i caduti in
guerra, per difendere la nostra bella Italia dagli altri Stati esteri.
A queste persone credo che noi dovremo riservare un posticino nel
nostro cuore.
Io non avevo paura di esibirmi in pubblico perché mi ero già esibito
in altre cerimonie.
Giovanni Barboni da Roasio
“HALLOWEEN”
La Storia e La Festa
Halloween non ha origini americane, ma è prettamente una festa europea. La tradizione di festeggiare la vigilia di Ognissanti (in inglese All
Hallows' Eve Day, che è stato poi contratto in Halloween) ha infatti origini britanniche, più precisamente celtiche.
Per quelle popolazioni, che si basavano principalmente sull'agricoltura
per la sopravvivenza, l'anno nuovo iniziava il 1° novembre e nella notte
del 31 Ottobre si festeggiava Samhain, ovvero la celebrazione dell'anno nuovo presso l'antico popolo celtico. Samhain, che tradotto significa "la fine dell'estate," cadeva nel periodo alla fine di Ottobre, quando il
cima diventava più freddo. L'arrivo di Samhain stabiliva quindi il cambiamento di stagione.
I Celti, che formarono una vera e propria società intorno all'anno 800
D.C. erano un popolo dedito all'allevamento. Quando cominciava a far
freddo, i pastori portavano il loro bestiame a valle. Questo spostamento era di grande rilevanza sociale. Nei mesi invernali infatti, si stava a
casa, facendo lavori manuali e passando molto più tempo insieme ai propri famigliari.
Samhain portava anche l'ultimo raccolto dell'anno, evento festeggiato contemporaneamente in molte diverse culture.
Secondo la tradizione Celtica i momenti di transizione tra due stati (come il cambio di stagione appunto) avevano particolari poteri magici.
Samhain era il più grande ed importante momento di transizione dell'anno: portava cambiamento climatico e spostamento della popolazione.
I Celti credevano quindi che questo potente momento magico potesse aprire una sorta di connessione con il mondo dei morti, coloro cioè che
avevano fatto esperienza dell'ultima transizione, quella tra la vita e la morte.
Si credeva infatti che durante il Samhain mondo dei vivi fosse in stretto contatto con quello dei morti, e che gli spiriti dei morti viaggiassero nuovamente sulla terra.
Molte delle attività svolte durante Samhain riguardavano proprio questa credenza ed oggi si sono sviluppate in vere e proprie tradizioni di
Halloween.
Da qui, discese l'uso di lasciare davanti alle porte delle abitazioni dei dolcetti, in modo da ingraziarsi le anime dei defunti, o di appendere
lanterne ricavate nelle zucche, le famose jack-o-lantern, per guidarne il cammino.
Anche l'usanza del trick-or-treat, cioè del "dolcetto o scherzetto", deriva appunto da questa credenza: i bambini si travestono così da impersonare degli spiriti, fanno visita alle famiglie guidati dalle lanterne zucca e ottengono dolci in cambio della loro "benevolenza".
Altra usanza è quella di apparecchiare la tavola per la cena di Halloween aggiungendo un posto in più, per rendere omaggio ai defunti.
Durante il Medioevo, una pratica popolare per Ognissanti era la preparazione della "soul cake" (torta dell'anima): si trattava di un semplice
dolce fatto di pane con una decorazione di uva sultanina o ribes.
Nella tradizione chiamata "souling", i bambini andavano di porta in porta chiedendo un pezzo di torta, proprio come nel trick-or-treat moderno. Per ogni fetta di torta ottenuta, ciascun bambino doveva dire una preghiera per l'anima di un parente defunto, o per un parente di
chi aveva dato loro la torta in questione.
Le preghiere dei bambini dovevano servire alle anime dei defunti per trovare l'uscita dal purgatorio e arrivare così al paradiso.
I bambini cantavano anche la canzone della "soul cake", così come oggi ci sono filastrocche del tipo 'Trick-or-treat, trick-or-treat, give me
something good to eat.' (Dolcetto o Scherzetto, dammi qualcosa di buono da mangiare.) Ci sono evidenze di attività simili al trick-or-treat
nelle tradizioni Celtiche. Alcuni storici dicono che i Celti si travestivano in modi spaventosi e sfilavano per le strade per scacciare gli spiriti vagabondi fuori dalla loro città.
Inoltre, i bambini Celti andavano di casa in casa per raccogliere legna, per formare un enorme falò al centro della cittadina. Quando il falò
bruciava ogni altro fuoco doveva essere spento, per essere poi riacceso con una fiamma proveniente dal falò di Samhain del villaggio, come
simbolo di comunione e collegamento tra tutti gli abitanti.
La zucca intagliata che rappresenta l'icona fondamentale della festa di Halloween risale a una vecchia leggenda della tradizione irlandese,
quella che parla di quell'anima perversa di nome Jack.
LA LEGGENDA DI JACK O’ LANTERN
Tanti e tanti anni fa, in Irlanda, viveva un vecchio fabbro di nome Jack, ubriacone e taccagno. Era la notte di Halloween quando il vecchio,
seduto al bancone di un pub davanti a un grosso boccale di birra, si imbatté nel Diavolo, venuto per reclamare la sua anima. Jack, che era furbo come una volpe, stava per cadere nelle mani di Satana, quando, con
uno stratagemma, riuscì a imbrogliarlo facendogli credere che gli avrebbe dato la sua anima in cambio, però, di un'ultima bevuta. Il Diavolo, così, si trasformò in una monetina da sei pence per pagare l'oste e Jack
fu abbastanza veloce da riuscire a intascarsela. Poiché, poi, possedeva anche una croce d'argento, il Diavolo
non riuscì più a tornare alla sua forma originaria. Jack, allora, stipulò un nuovo patto col Diavolo: lo avrebbe lasciato andare purché questi, per almeno 10 anni, non fosse tornato a reclamare la sua anima. Satana
accettò.
Dieci anni dopo, Jack e il Diavolo si incontrarono di nuovo e Jack, sempre con uno stratagemma, riuscì a
sottrarsi al potere del Principe delle Tenebre e a fargli promettere che non lo avrebbe cercato mai più. Il
Diavolo, che si trovava in una situazione difficile, non poté far altro che accettare. Quando Jack morì, a causa della sua vita dissoluta, non fu ammesso nel Regno dei Cieli e fu costretto a bussare alle Porte dell'Inferno; il Diavolo, però, che aveva promesso che non lo avrebbe cercato, lo rispedì indietro tirandogli addosso un tizzone infernale ardente. Jack
se ne servì per ritrovare la strada giusta e, affinché non si spegnesse col vento, lo mise sotto la rapa che stava mangiando.
Si dice che da allora Jack vaghi con il suo lumino in attesa del giorno del Giudizio (da qui il nome JACK O' LANTERN, Jack e la sua
Lanterna) e sia il simbolo delle anime dannate ed errabonde. Quando gli Irlandesi, in seguito alla carestia del 1845, abbandonarono il loro
Paese e si diressero in America, portarono con sé questa leggenda e, poiché le rape non erano in America così diffuse come in Irlanda, le
sostituirono con le più comuni zucche. Da allora, la zucca intagliata con la faccia del vecchio fabbro e il lumino all'interno, è il simbolo più
famoso di Halloween.
Erik Vigliani
Fonte: www.latelanera.com; www. bambinopoli.it
FESTA DI SAN MARTINO
LA LEGGENDA
Era l'11 novembre: il cielo era coperto, piovigginava e tirava un ventaccio che penetrava nelle ossa;
per questo il cavaliere era avvolto nel suo ampio mantello di guerriero. Ma ecco che lungo la strada c'è
un povero vecchio coperto soltanto di pochi stracci, spinto dal vento, barcollante e tremante per il
freddo. Martino lo guarda e sente una stretta al cuore. "Poveretto, - pensa - morirà per il gelo!" E
pensa come fare per dargli un po' di sollievo. Basterebbe una coperta, ma non ne ha. Sarebbe
sufficiente del denaro, con il quale il povero potrebbe comprarsi una coperta o un vestito; ma per caso
il cavaliere non ha con sé nemmeno uno spicciolo. E allora cosa fare? Ha quel pesante mantello che lo
copre tutto. Gli viene un'idea e, poiché gli appare buona, non ci pensa due volte. Si toglie il mantello,
lo taglia in due con la spada e ne dà una metà al poveretto.
"Dio ve ne renda merito!", balbetta il mendicante, e sparisce. San Martino, contento di avere fatto la
carità, sprona il cavallo e se ne va sotto la pioggia, che comincia a cadere più forte che mai, mentre un
ventaccio rabbioso pare che voglia portargli via anche la parte di mantello che lo ricopre a malapena.
Ma fatti pochi passi ecco che smette di piovere, il vento si calma. Di lì a poco le nubi si diradano e se
ne vanno. Il cielo diventa sereno, l'aria si fa mite. Il sole comincia a riscaldare la terra obbligando il
cavaliere a levarsi anche il mezzo mantello. Ecco l'estate di San Martino, che si rinnova ogni anno per
festeggiare un bell'atto di carità ed anche per ricordarci che la carità verso i poveri è il dono più
gradito a Dio.
Ma la storia di San Martino non finisce qui. Durante la notte, infatti, Martino sognò Gesù che lo
ringraziava mostrandogli la metà del mantello, quasi per fargli capire che il mendicante incontrato era
proprio lui in persona.
La Redazione,Vercelli
LA POESIA
Umido e freddo spunta il
mattino,
ed a cavallo va San Martino.
Quand’ecco appare un
mendicante,
lacero e scalzo vecchio e
tremante.
Il cavaliere mosso a pietà,
vorrebbe fargli la carità
ma nella borsa non ha un
quattrino,
e allora dice Oh poverino!
Mi spiace nulla io posso darti,
ma tieni questo per riscaldarti.
Divide in due il suo mantello,
metà ne dona al poverello.
Il sole spunta e brilla in cielo,
caccia la nebbia con il suo velo
e San Martino continua il
viaggio,
sempre allietato dal caldo raggio.
Fonti: Prof.ssa Rosa Gramegna
Da Internet http://www.rudolfsteiner.it/articolo/132/la-festa-di-san-martino
I LIBRI, CHE PASSIONE!
“PERCY JACKSON E GLI DEI DELL’OLIMPO
IL LADRO DI FULMINI”
Autore: Rick Riordan
Editore: Mondadori, 2010
“PERCY E GLI DEI DELL’OLIMPO
IL MARE DEI MOSTRI “
Autore: Rick Riordan
Editore: Mondadori, 2010
Rick Riordan è un famoso scrittore statunitense sia per ragazzi sia Rick Riordan è un famoso scrittore statunitense sia per ragazzi sia
per adulti. E’ nato nel 1964. Per 15 anni ha insegnato nelle scuole per adulti. E’ nato nel 1964. Per 15 anni ha insegnato nelle scuole
medie a San Francisco.
medie a San Francisco.
IL LIBRO
Percy Jackson è un adolescente di 12 anni dislessico e iperattivo che
vive a Manhattan con la madre e il patrigno. Frequenta una scuola
per ragazzi difficili con il suo miglior amico Grover Underwood.
Un giorno, durante una gita scolastica in un museo di arte greca e
romana, la professoressa di matematica, la signorina Doods, lo porta in disparte. Percy non poteva immaginare che si sarebbe trasformata in una Furia, mostro greco alato, che gli dice di restituire ciò
che è stato rubato.
Tornato a casa Percy racconta l’accaduto alla madre che capisce che
è giunto il momento di fargli scoprire il suo passato e lo conduce
con il suo miglior amico verso un campo estivo speciale. Durante il
viaggio la mamma gli svela che Grover in realtà è un satiro, metà
uomo e metà capra.
Una volta al campo, Percy Jackson scopre che lì vengono addestrati
i semidei, figli di un mortale e di una divinità, e che lui è figlio di
Poseidone, Dio del mare. Qui conosce una figlia di Atena, Annabeth Chase, di cui diventa subito amico e Luke, figlio di Ermes.
Percy scopre anche il significato della frase che la Furia gli aveva
detto: la folgore di Zeus era stata rubata. Se non fosse stata restituita
entro il solstizio gli Dei avrebbero scatenato una guerra che avrebbe
distrutto la Terra.
Viene assegnata a Percy, Grover e Annabeth la missione di scovare
il colpevole, trovare la folgore e restituirla a Zeus.
IL LIBRO
Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo – Il Mare dei Mostri è il seguito
di Percy Jackson e il ladro di fulmini.
Percy Jackson è un semidio, figlio di Poseidone.
L’estate è iniziata e Percy deve tornare al Campo Mezzosangue dove
si addestrano tutti i semidei, ragazzi apparentemente normali, ma
con capacità straordinarie.
Quando arriva al campo il protagonista non trova il suo amico Grover, anche se a scuola si erano dati appuntamento al Campo.
Qui Percy conosce Tyson che è un ciclope e, come tutti i ciclopi, è
figlio di Poseidone e fratellastro di Percy.
Chirone, il centauro che gestisce il Campo Mezzosanghe fa notare ai
semidei che l’albero magico che protegge il campo è malato ed è in
grave pericolo. L’unico modo per salvarlo è curarlo con il Vello
d’Oro, antico strumento magico che ha il potere di rinvigorire la
natura che lo circonda. Il Vello magico però è nascosto sull’isola di
Polifemo nelle acque tumultuose del Mare dei Mostri.
La missione di recuperare il Vello viene affidata a Clarisse, figlia di
Ares.
Questo libro è ricco di avventure, combattimenti e colpi di scena. Io Percy, Annabeth e Tyson però non possono starsene con le mani in
mi rispecchio in Annabeth per i suoi modi di fare, i suoi interessi e i mano ad aspettare che l’albero muoia. Anche perché scoprono che
Groover è nelle grinfie di Polifemo, così una notte fuggono dal camsuoi atteggiamenti.
Percy Jackson e gli Dei dll?Olimpo è una serie di cinque libri di po e si imbarcano verso il Mare dei Mostri.
I nostri protagonisti dovranno superare molte sfide e affrontare nuovi
Rick Riordan che ha venduto oltre sei milioni di copie.
Consiglio questo libro ai ragazzi a cui piacciono le avventure e i e vecchi nemici.
libri fantasy.
Elena Fecchio
Elena Fecchio
LA LEGGENDA DEL PANETTONE
Ieri sono andata al supermercato di un grande centro commerciale
ed ho visto che sono già in vendita gli addobbi natalizi e… addirittura i panettoni di vario tipo: al cioccolato, alle mandorle…
Forse è ancora un po’ presto per parlare del Natale, ma io ho già
cominciato a sognare la magica atmosfera della festa. E adesso vi
racconterò la “LEGGENDA DEL PANETTONE” che ho letto nella
scuola che frequentavo a Roma. Sentite un po’: “Tantissimi anni fa,
a Milano, i signori della città davano una grande festa la notte di
Natale, e invitavano a corte nobili gentiluomini e gentildonne della
città. Quell’anno, i preparativi per il consueto cenone avevano molto
affannato il capocuoco Ambrogione che si agitava per vasti locali
impartendo ordini ai servitori: bisognava far presto, era quasi ora di
cena! Nel salone sfavillante di luci la cena ebbe inizio: in cucina era
rimasto solo Toni, il servo più giovane e pasticcione, che doveva
sorvegliare il forno.
“ Bada alle focacce che stanno cuocendo !” - Gli aveva raccomandato Ambrogione.
Ma Toni, nel silenzio della cucina vuota, forse per il calore, forse
per la stanchezza, d’improvviso s’appisolò e quando riaprì gli occhi
… dal forno usciva una densa nuvola di fumo. Toni era disperato:
come rimediare ?
Senza perdere un istante, prese dal bancone di legno la pasta di pane rimasta, vi mescolò uova, burro e miele, aggiunse canditi, uva
passa e frutta secca e mise velocemente tutto in forno. Quando arrivò Ambrogione a cercare le focacce, Toni gli raccontò che erano
bruciate: disse però che subito aveva preparato un altro dolce e sarebbe stato pronto di lì a poco!...
Ambrogione sbirciò dentro il forno, sentì un profumino invitante e
allora aspettò prima di brontolare.
Quando portò in tavola il dolce improvvisato da Toni, i signori di
Milano apprezzarono molto questa novità.
Da allora il “ pan di Toni “ ovvero il Panettone, non mancò mai nel
loro cenone natalizio, arrivò presto sulla tavola di tutti i milanesi e si
è poi conquistato un posto nel cuore di tutti i golosi del mondo!
Alessandra Orrico
Fonte: Quaderno della Scuola elementare “G. Franceschi” di Roma
SE A NATALE NON C’E’ ATMOSFERA…
Ormai il Natale ha perso la sua atmosfera tradizionale.
Questo perché tutto viene preparato con largo anticipo: i panettoni
arrivano ad ottobre, le decorazioni sono presenti nei negozi dall'inizio di novembre...
Non mi sembra corretto che il giorno di Natale ci svegliamo per aprire i regali e poi è finita lì.
Ai tempi dei nostri genitori, dei nostri nonni tutto veniva preparato in
famiglia qualche giorno prima, il 24 e il 25 Dicembre si stava tutti
insieme a pranzo e a cena, ci si divertiva giocando con ciò che Gesù
Bambino aveva mandato.
Solo che ora che l'atmosfera non è più forte come alcuni anni fa, il
giorno più bello dell'anno è diventato una routine e noi non ce ne
accorgiamo nemmeno, se non quando guardiamo dei vecchi film.
Se poi vogliamo discutere anche delle offerte che fanno al supermercato per farti comprare la roba senza un minimo di entusiasmo, abbiamo fatto centro: appena arrivano i dolci natalizi, subito troviamo
grossi cartelli con scritto "2x1, prendi due paghi uno".
Anche questo contribuisce a rendere le feste troppo monotone.
Abbiamo capito che il Natale non è più come quello di una volta, ma
almeno non facciamolo diventare una routine!
Natale vuol dire solidarietà ed empatia con il prossimo.
Caterina Buffa
SALUTI DALLA “FOGLIOLINA VOLPINA”
EDOARDO VIGIACH
DIVERTIAMOCI!
Indovinelli logici (Parte 1)
1) Piantalo pure se ti pare, ma non innaffiare: nessuno ci riesce, anche piantato di certo non cresce.
2) Non serve correre come allocchi, per prendere lui basta chiudere gli occhi!
3) Pensateci, miei cari, finché la mente non si stanca: più tu la imbratti e più lei diventa bianca!
4) Può riempire una stanza anche lasciandola vuota e quando arriva lei è meglio scappare, altrimenti saresti un idiota!
5) E’ l’ unico animale che vive in una foresta e si riconosce perché… ha i piedi sulla testa.
6) Quale frase è quella giusta?
1: 8 più 8 FA 15
2: 8 più 8 FANNO 15
7) Se cinque gatti prendono cinque topi in cinque minuti, quanti minuti impiegano cento gatti a prendere cento topi?
8) Se un gallo fa un uovo sulla punta di un tetto, da che parte cade?
9) Quanti animali portò Mosè sull'arca in attesa del diluvio universale?
10) Quante zampe ha un elefante? E se ne alza una?
11) La mamma di Pierino ha tre figli: Qui, Quo e?
12) C’è un palazzo di dodici piani.
Il primo piano si chiama Gennaio, il secondo Febbraio, il terzo Marzo, e così via fino all'ultimo che si chiama Dicembre.
Ogni quattro piani c'è un pianerottolo. I pianerottoli si chiamano Primavera, Estate, Autunno e Inverno.
Ogni piano ha almeno quattro terrazze che sono le settimane.
In questo palazzo come si chiama l’ascensore?
Luca Attinà
Fonte: Internet
Soluzioni:
1) Il chiodo, 2) Il sonno, 3) La lavagna, 4) La puzza, 5) Il pidocchio, 6) Nessuna! Perché 8+8=16; 7) Sempre cinque minuti,
8) Da nessuna parte perché il gallo non fa le uova, 9) Nessuno: non era Mosè ma Noè, 10) Sempre 4, 11) Pierino, 12) Con il pulsante.
LA NUOVA REDAZIONE DE “LA VOCE DEI BAMBINI”
Gruppo Redattori di Vercelli
Luca Attinà, Arianna Bianchi, Caterina Buffa, Anais Corrain, Marta Curto, Elena Fecchio, Martina Francese, Alessandra Orrico, Edoardo
Vigiach, Erik Vigliani, Francesca Vignale.
Gruppo Redattori - Corrispondenti di Roasio (VC)
Giovanni Barboni, Pietro Lovisetto, Tommaso Tromboni, Giulia Zonco
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