MARTEDÌ 30 GIUGNO 2009 ANNO 134 - N. 153
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LA CRISI DELLA SINISTRA ITALIANA
Un merci con vagoni carichi di gas deraglia e prende fuoco all’uscita dalla stazione. Si temono molte vittime
UN VENTENNIO
DI RIMOZIONI
Esplode un treno, morti e feriti
di ANGELO PANEBIANCO
Tragedia nella notte a Viareggio.Crolli e palazzine in fiamme
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Le inchieste di Maigret
di Mario Gerevini
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Margherita Agnelli e la maxi-parcella:
lite da 15 milioni con l’ex avvocato
La Schiavone da record
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a diversi mesi il
tema rimbalza
da un Paese all'
altro («Le Monde», ad esempio, vi ha dedicato due dense pagine
di analisi e commenti
qualche giorno fa) e le elezioni europee, con i pessimi risultati conseguiti dai
partiti socialisti e affini,
hanno reso ancora più accesa la discussione. Non
c'è praticamente forza di
sinistra in Europa che
non si ponga una domanda: come mai, in tempi di
massiccio ritorno dello
Stato nella gestione dell'
economia, di critica al
mercato, di indebolimento della fiducia liberale
nella capacità di autoregolazione dei mercati, i partiti socialisti (e affini) non
riescono ad approfittarne? Non dovrebbero essere proprio i partiti socialisti, antichi alfieri dell'intervento dello Stato e dell'
uso della spesa pubblica
per fini di ridistribuzione
della ricchezza, i naturali
punti di riferimento politico degli elettori in questo
tempo di crisi?
Il problema è assai complesso e richiede risposte
(o tentativi di risposta) a
più livelli. Bisogna tener
conto della tendenza generale ma anche delle specifiche situazioni nazionali. Sul piano generale si
può forse sostenere (come chi scrive ha fatto sul
«Corriere Magazine» un
paio di settimane fa) che i
partiti socialisti non possano approfittare della situazione creata dalla crisi
economico-finanziaria
perché non esistono più,
in Europa, le condizioni
sociali e politico-culturali
che favorirono i loro successi nel XX secolo. Nelle
attuali società individualiste gli antichi ideali di
«giustizia sociale» e di
uguaglianza a cui i partiti
socialisti finalizzavano
l'intervento dello Stato e
l'espansione dei sistemi
di welfare state, non hanno più corso. In tempi di
crisi, certamente, si invoca l'intervento dello Stato
ma per ragioni squisitamente pragmatiche (bloccare la disoccupazione,
tamponare gli effetti sociali perversi della crisi).
Nelle ricche società europee di oggi a nessuno, o
quasi, importa più nulla
di quella «società degli
uguali» che i partiti socialisti offrivano come meta
degna di essere perseguita in tempi di assai più rigide disuguaglianze di
classe. E le destre sono oggi sufficientemente pragmatiche e spregiudicate
per gestire l'intervento
dello Stato senza bisogno
di caricarlo di ingombranti significati ideologici.
Le risposte generali, però, corrono sempre il rischio di essere generiche.
Bisogna per forza guardare anche alle specificità
dei casi. Ad esempio, i laburisti britannici (con la
rivoluzione di Blair) e i socialisti spagnoli si erano
già liberati dei miti e delle
ideologie otto-novecentesche. Oggi pagano soprattutto il fatto di avere governato a lungo nella fase
che ha preceduto lo scoppio della crisi.
Neppure per capire i
guai della sinistra italiana, del Partito democratico, bastano le risposte generali. Anche qui bisogna
tener conto delle specificità. La principale delle quali è che la sinistra italiana
paga il conto, oltre che
delle difficoltà che l'accomunano ai partiti socialisti europei, anche di un
ventennio di rimozioni e
trasformismi. La verità è
che se Berlusconi non fosse esistito, se non fosse
entrato in politica nel
1994, la sinistra italiana se
lo sarebbe dovuto inventare. Da quindici anni Berlusconi, con la sua presenza, aiuta la sinistra a non
fare i conti con se stessa,
con il vuoto in cui è precipitata dopo il crollo del
muro di Berlino.
CONTINUA A PAGINA 13
Un treno merci è deragliato nella
notte all’uscita dalla stazione di Viareggio. L’esplosione di due vagoni carichi di gas ha causato una tragedia.
La megatruffa del finanziere
Madoff, condanna
a un secolo
e mezzo di carcere
Vittime. Numerose le vittime (6 i
morti accertati), decine i feriti, molte
case crollate. Un treno merci composto da 14 vagoni, proveniente dal porto di La Spezia in direzione Pisa poco
dopo aver superato la stazione, che si
trova nel centro cittadino, doveva essere deviato su un binario morto.
di MASSIMO GAGGI
C
entocinquanta anni, il
massimo della pena. Una
sentenza che condanna un uomo,
Madoff, protagonista della più
grande frode finanziaria della
storia, ma anche un sistema: dalle
authority, Sec in testa, che non
solo non hanno controllato, ma
hanno addirittura cestinato
allarmi e denunce pervenuti a
decine, ai molti finanzieri che,
forse, non sono stati soci
consapevoli del «grande
truffatore», ma di certo hanno
chiuso un occhio quando si è
trattato di incassare profitti
inverosimili, enormemente
superiori al capitale investito.
Deragliato. Il convoglio è deragliato e i due vagoni cisterna carichi di
gpl sono esplosi. Le fiamme e l’onda
d’urto hanno investito le case nella
strada che fiancheggia i binari. Dieci
sono crollate; almeno sei persone sono morte carbonizzate. Una cinquantina gli ustionati.
Soccorsi. Nella sede del Commissariato, è stato predisposto un centro
operativo per coordinare l’intervento.
Davanti al Comune è stato allestito
un campo dove sono ricoverati i feriti
in condizioni meno gravi.
ALLE PAGINE 20 E 21
Fasano, Porqueddu
La scena del disastro a Viareggio: i vagoni del merci sono esplosi tra le case ai lati della ferrovia
CONTINUA A PAGINA 6
L’appello del Quirinale: «Appuntamento internazionale delicato, fermare le polemiche»
Michael Jackson
Napolitano chiede la tregua per il G8
L’ORRORE
PER LA VITA
DELL’ULTIMO
DEI DANDY
Berlusconi difende il governo: è il più stabile dell’Occidente
Appello del presidente Napolitano per
il G8: «Una tregua nelle polemiche». Il
premier Berlusconi: «Il mio governo è il
più stabile dell’Occidente».
Giannelli
di BERNARD-HENRI LÉVY
All’interno
I
La mossa del Colle:
IL RETROSCENA
ALLE PAGINE 2 E 3 Breda e Galluzzo
tutelare le istituzioni
UN INIZIO
DI NORMALITÀ
di FRANCESCO VERDERAMI
ALLE PAGINE 2 E 3
di MASSIMO FRANCO
IL PRESIDENTE DELLA CAMERA
C
Fini: crisi di governo
fuori dalla realtà
hiedere «una tregua delle polemiche»
sull’altare del G8 è il massimo del
buonsenso ma anche un passo non
ordinario. Se un appello del genere fosse
venuto non dal Quirinale ma da Palazzo
Chigi, probabilmente il risultato sarebbe
stato quello di rinfocolarle. CONTINUA A PAGINA 2
di PAOLA DI CARO
A PAGINA 10
nnanzitutto, le cose.
Il sacro orrore delle
cose. Un’attrezzatura di
maschere, corazze,
parasole, oggetti instabili,
una bolla soffocante e al
tempo stesso
sovra-ossigenata, chiusa
e sovra-esposta, che
funzionava come una
serra e lo preservava dalla
grande contaminazione
delle cose. Non solo, come
è stato detto, i virus, i
germi, i batteri. Ma la vita
stessa come un germe. Il
vivo come un batterio.
CONTINUA A PAGINA 23
Previdenza Da domani serviranno almeno 59 anni d’età e 36 di contributi
«Quota 95» per andare in pensione
Guida alle misure /4
Falsi invalidi:
controlli a tappeto
di ENRICO MARRO
Nel decreto anti-crisi approvato dal
governo, all’articolo 20, sono previsti
pieni poteri ai medici Inps contro le
false invalidità civili.
A PAGINA 29
Da domani, con l’apertura dell’ultima «finestra» prevista nel 2009
per le pensioni di anzianità, debutta il sistema delle quote introdotto nel
2007 dalla riforma Prodi-Damiano. Quindi per
la pensione anticipata
non basteranno più i 58
anni di età, ma ci vorrà la
«quota 95»: 59 anni di
età e 36 anni di contributi o 60 anni e 35 di contributi.
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l governo vuole toccare l’oro della Banca d’Italia, fino a oggi intangibile. È un passaggio delicato, nel quale le esigenze di cassa del Tesoro si
intrecciano con le tensioni tra il ministro dell’Economia e il governatore. Merita dunque che
se ne parli, cercando di stare ai fatti e alla storia,
anche prima dell’esame parlamentare.
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