E’ una splendida giornata, ti va di fare una passeggiata nel bosco per scoprirne i segreti, chi ci abita,
e ……..
I nostri boschi non sono selve selvagge e inesplorate, in
cui gli esseri umani non hanno mai messo piede: la vita
del bosco è intrecciata da secoli con quella degli uomini,
nel bene e nel male.
Se avessimo potuto osservare dall’alto la Pianura Padana 5000 anni fa, ci saremmo trovati di fronte ad un paesaggio molto diverso da quello dei giorni nostri; avremmo visto una sconfinata distesa di boschi con solo
qualche piccola radura dov’erano situati i villaggi dei
nostri antenati.
I SEGRETI
DEL BOSCO
A cura di
Che fine ha fatto questa foresta immensa?
E’ stata abbattuta nel corso dei secoli per ottenere terre
coltivabili, spazio per le città e legname per le diverse
attività umane.
Alcuni piccoli lembi di foresta però sono sopravvissuti:
brandelli di bosco sono sfuggiti e sono arrivati sino a
noi, profondamente modificati dall’uomo.
Anche se piccoli e a volte insignificanti conservano ancora una quantità di vita sorprendente: sono la testimonianza vivente di un mondo scomparso e un avvertimento per il futuro.
Ci sono molti modi per visitare un bosco, per scoprire
come è fatto, come vive, chi ci abita e chi lo frequenta.
Questo quaderno è un aiuto per visitarlo, comprenderlo
e conoscere insieme alcuni dei suoi abitanti e frequentatori più assidui.
Testi di Iolanda Negri
2
MA COME E’ FATTO UN BOSCO?
Il bosco è fonte di vita per moltissimi animali; non
sempre sono visibili come le piante e i fiori e a volte
siamo tentati di credere che non ci siano.
Ci sbagliamo invece:
perché il bosco e’ un CONDOMINIO!
e proprio come in un condominio c’è molta differenza
tra il vivere all’ultimo piano o nello scantinato, e questa differenza gli animali-inquilini la conoscono molto
bene.
Iniziamo dall’alto
dove c’è lo strato
arboreo con le
cime dei grandi
alberi. Qui c’è
molta luce per le
piante e molta sicurezza per gli
animali
perché
sono veramente
pochi i predatori
che
possono
vare così in alto.
Questa parte più
alta del bosco è
quella più esposta
al vento, all’acqua e ai cambiamenti di temperatura.
Scendendo incontriamo lo strato arbustivo, dove si
trovano gli alberi ancora giovani, i tronchi dei grandi
alberi i cespugli e gli arbusti che producono piccoli
frutti.
Questo strato, dove la luce è molto scarsa, fornisce
parecchio cibo a molti animali.
Più in basso c’è lo strato erbaceo poco sviluppato a
causa della luce ridotta, composto dalle erbe, dai fiori, dalle felci e dalle giovanissime piantine degli arbusti e degli alberi.
Scendendo di poco arriviamo a terra e troviamo il
tappeto di foglie secche. Questo strato, nonostante la
luce ridotta quasi a zero, è ricchissimo di vita: è abitato da funghi, insetti e molti piccoli animali.
Infine arriviamo nello scantinato: il suolo.
Qui sotto terra dove il buio è totale troviamo il mondo
delle radici, grandi, piccole, più o meno profonde con
molti esseri viventi: i microrganismi visibili solo al microscopio. Qualche piccolo animale però lo troviamo
anche qui sotto, come la talpa che vive quasi per tutta la sua vita sotto terra.
Il bosco costituisce quindi un ecosistema in cui ogni
specie vivente ha un suo ruolo, un suo spazio. Quello
che vediamo oggi è il risultato di un lungo processo
evolutivo. Il suo aspetto esteriore varia col mutare
delle stagioni; l'immagine d'insieme è la risultante
dell' adattamento del bosco ai fattori esterni: pioggia,
vento, ecc.
3
CHI VIVE NEL BOSCO ?
C’è chi preferisce i boschi con piante dalle chiome folte, chi con alberi vecchi e chi invece quelli con tanti
cespugli e bacche.
C’E CHI VIVE AI PIANI ALTI………..
Alzando gli occhi verso l’alto, in inverno, facilmente,
riusciamo a scorgere le case
di alcuni abitanti di questo
strato superiore: i nidi.
La loro forma e grandezza
varia moltissimo e solo chi è
veramente esperto può dire
chi li ha costruiti. Tutti però
appartengono agli uccelli: alcuni li usano proprio come
abitazione permanente, altri
solo per deporre le uova e allevare i piccoli finché non
hanno imparato a volare. Per
il resto del tempo vivono nel
bosco senza una vera e propria casa.
La maggior parte dei nidi è
costituita da diversi tipi di
materiali: prevalentemente
erba, muschio e rametti di
legno. Il nido più straordinario che possiamo trovare
è quello del picchio; invece
di costruirlo all’esterno sui
rami lo scava all’interno
dell’albero usando il becco.
E’ quindi molto difficile da
individuare anche per i
predatori.
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Gli animali che vivono quassù sono adatti a questo
ambiente: gli uccelli hanno ali piuttosto piccole e poco
slanciate, in modo da non essere ostacolati a volare fra i rami.
Le zampe sono fatte in modo da
avere una presa sicura sui rami
e addirittura qualcuno , come il
picchio e il rampichino, riescono
ad arrampicarsi lungo il tronco.
Anche i mammiferi che vivono
quassù possiedono un equipaggiamento da arrampicatori, come il ghiro e lo scoiattolo.
Gli animali dello strato arboreo spesso trovano qui il
loro cibo: frutti, gemme, cortecce e, per i carnivori,
uova di uccelli, insetti e altri piccoli animali.
volpe
arvicola
Alcuni animali nascono, vivono e muoiono senza mai
abbandonare le cime degli alberi, altri le abbandonano solo per andare in cerca di cibo.
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CHI AL PIANTERRENO……….
Alcuni animali non hanno una casa, vivono sul terreno e non si costruiscono nessun riparo: sono i grandi
animali come il cervo, il capriolo o il cinghiale.
Questi animali purtroppo sono quasi spariti completamente dai nostri boschi di pianura e, per poterli osservare, dobbiamo raggiungere i boschi di montagna.
Gli animali che non
utilizzano tane o rifugi stabili si spostano più facilmente di altri, non custodiscono un territorio e, quando la
zona che occupano
non fornisce loro
più cibo, si spostano altrove.
Quando camminiamo nel bosco, il terreno sotto ai nostri piedi ci sembra molto compatto, in realtà è pieno
di gallerie e buchi.
Sono moltissimi gli animali piccoli e grandi che si rifugiano sotto terra. Di alcuni possiamo vedere i passaggi o comunque
la
presenza, come le
montagnette della talpa.
Moltissimi animali vanno sotto terra
per ripararsi ed escono per cercare
cibo.
Alcuni di questi fanno tane molto
grandi e con molti corridoi come
quelle del coniglio selvatico.
……………………… CHI NEI CESPUGLI
Numerosi animali trovano invece rifugio nei cespugli e
nelle siepi; altri ancora si
nutrono delle loro gustosissime bacche, che di solito
maturano
in
autunno,
quando occorre ingrassare
un po’ per far fronte
all’inverno oppure per iniziare il lungo viaggio verso
sud.
Altre tane piccole e nafoglie sono poco visibiliamo del topo selvati-
scoste dalle
li: parco.
…………..E CHI IN CANTINA
6
E INFINE ……….. IL TAPPETO VIVENTE
…. quando camminiamo nel bosco cosa vediamo sul terreno?
In autunno camminiamo sopra uno spesso strato di
foglie, ma non solo, se guardiamo bene vedremo anche ghiande, nocciole, rami e rametti di diverse dimensioni: un insieme di vegetali morti.
Se torneremo
nel nostro bosco in autunno e passeremo
nello
stesso posto,
la prima cosa
che notiamo è
che molto di
quello che abbiamo calpestato è sparito.
I resti vegetali
sono stati sminuzzati dall’azione dell’acqua, dei piccoli
animali e dai funghi che se ne nutrono.
Il tutto è stato decomposto.
Lo strato di foglie morte (lettiera o humus) è quindi un
ambiente molto ricco di vita.
Moltissimi animali che ci vivono ad occhio nudo non
sono visibili, ma se rimarremo un po’ ad osservare riusciremo a vedere ragnetti, formiche, lumache e, dopo
una giornata piovosa, vedremo anche molti lombrichi usciti dal suolo per non affogare.
Questo strato protegge il terreno dalla violenza della pioggia contro le erosioni, mentre
nei periodi di siccità lo mantiene umido e aiuta i semi a
germogliare con più facilità
Gli organismi più importanti
nella decomposizione dei resti
vegetali sono i funghi. Essi
non sono piante e hanno bisogno di mangiare!
Quello che noi raccogliamo e
chiamiamo "fungo", è il frutto di una pianta che difficilmente vediamo perché immersa nel terreno o nel legno.
Questa
strana
pianta,
che
non ha
bisogno di
luce,
che
non ha foglie, che non fa fiori, che non contiene clorofilla, è costituita da un intreccio di filamenti che si presentano come una ragnatela che attaccano i resti vegetali ed animali sulla superficie del suolo sino a liquefarli
per poterli assorbire.
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CHI È PASSATO DI QUI? ….. COSA HA
PERSO?
A CHI APPARTIENE? …
Quando si va a fare una passeggiata nel bosco, è
molto difficile incontrare gli animali; questo non vuol
dire che non ci siano, anzi, tutto intorno a noi è pieno
di vita.
Bisogna saper osservare i nascondigli e tutti quei segnali o tracce che testimoniano la loro presenza.
Le tracce sono importantissime per individuare gli abitanti, spesso silenziosi ed elusivi, dell'ambiente naturale che stiamo visitando.
A terra sullo strato morbido, sul
sentiero o fra la vegetazione,
troviamo sempre qualcosa di
interessante che ci fa scoprire i
mille passaggi di qualche animale.
Questi piccoli segni portano
quasi sempre la firma del proprietario.
Basta guardarsi attorno con attenzione per trovare impronte
di zampe, escrementi, penne,
pezzetti di gusci d’uovo o di ossa, peli e altro ancora.
Ad esempio queste ghiande,
nocciole e pigne
sono state
mangiate da animali diversi,
come si può capire facilmente
dalle diversi modi usati per a-
prirle e mangiarne il frutto.
CHI SARA’ STATO?
Raccogliendo i vari resti e osservando bene le tracce
lasciate possiamo pensare che diverse sono le tecniche per procurarsi il cibo; ad esempio, chi non
possiede le mani per rompere i semi li inserisce nelle fessure della corteccia degli alberi e poi li rompe
con il becco,
come il picchio.
Non solo gli
animali che
mangiano
semi lasciano
le tracce della
loro presenza: un mucchietto di
penne trovate per terra ci
può dire molte cose: ad
esempio che
tipi di uccelli
ci sono: se
sono tutti diurni o se c’è qualcuno che di giorno
dorme, e di notte va in cerca del cibo.
8
Le penne trovate sul terreno possono essere state
perse per i più svariati
motivi: una fuga improvvisa, lo sfregamento contro dei rami
o semplicemente la
caduta durante la muta. Ce ne sono di molto
belle, colorate e con
disegni diversi.
Raccogli le penne che
hai trovato oggi e incollale su questo foglio. Aiutandoti poi con
i disegni, cerca di dare
i nomi agli uccelli che
le hanno perse.
Chissà se sei stato fortunato e ai piedi di un grosso albero
hai trovato anche
quella di un gufo: un
uccello notturno che
si nutre di topi e di
piccoli uccelli.
Sotto all’albero dove il nostro gufo
passa la notte, oltre alle penne possiamo trovare anche un’altra traccia: le borre.
Cosa sono le borre? Sono delle piccole palline di diverse forme, ma quasi sempre allungate, fatte di pe-
lo, penne e ossicini che vengono sputate da tutti
quegli uccelli che si cibano di piccoli animali, pesci,
lucertole e insetti.
Gli uccelli, essendo privi di denti e quindi incapaci di masticare, devono ingoiare per intero il loro pasto.
Poco dopo però vomitano una pallottolina fatta da tutte
quelle parti che non riescono a digerire: ossa, peli, piume e penne, conchiglie, parti dure degli insetti, lische di
pesce, scaglie di rettili, frammenti vegetali ed altro ancora, a seconda della dieta.
Questo modo viene sfruttato non solo dai rapaci, ma anche da aironi, cicogne, gabbiani, ecc..
Aprendo delicatamente una di queste pallottoline si trovano quindi i resti degli animaletti non digeriti che ci
permetteranno di scoprire il nome del predatore e che
cosa ha mangiato.
La maggior parte dei mammiferi dei nostri boschi hanno
abitudini notturne: è perciò molto difficile riuscire ad incontrarne qualcuno durante il giorno.
Nonostante questo, durante i loro vagabondaggi serali
questi animali si lasciano dietro numerose tracce del loro
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passaggio: tra queste ci sono gli escrementi, chiamati
anche “fatte”.
Chissà quanto impronte, grandi, piccole, tonde o allungate.
La prima cosa di questo
tipo di traccia che ci deve
colpire è la forma: se gli
escrementi si presentano
sotto forma di pallottole
ed in gruppetti allora il
“proprietario” sarà sicuramente un erbivoro, un
roditore o un ruminante;
diversamente, nel caso ci
si imbatta in una fatta allungata, cilindrica e magari anche contorta, questa apparterrà ad un carnivoro.
Prova a confrontare i disegni qui sotto con le impronte
che hai trovato e dai un nome di animale ad ognuna.
Auguri e buon divertimento!
Se nel bosco ci andiamo dopo la pioggia o ancora meglio dopo una bella nevicata potremo divertirci ad indovinare chi ha percorso il sentiero dove stiamo passeggiando.
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C’è qualcosa d’altro che ci può aiutare a indovinare chi
abita nel bosco: le tane!
rimane intrappolato fra le radici della tana e le impronte
che l’inquilino lascia all’ingresso.
Quei buchi misteriosi che si aprono su una piccola scarpata, tra le radici di una piante o ai lati del sentiero, sono le case di animali come il coniglio selvatico, la volpe,
il tasso, la faina o la donnola.
Le dimensioni delle tane sono variabili e il modo più sicuro per assegnare loro un proprietario è quello di raccogliere le fatte dell’animale che ci vive, il pelo che a volte
11
TRACCE CHE NON ARRECANO
DANNI AL BOSCO
altri segni ………………
Anche l’uomo quando entra nel bosco lascia delle
tracce: i sentieri, i segni che lascia sui tronchi, i rifiuti
che abbandona, tracce di automezzi, la segnaletica
dei sentieri, cataste di legna, fiori raccolti e abbandonati, e molti altri ancora.
Però nel bosco non
tutte queste tracce
dovrebbero esserci, e alcune di queste sono segnale di
cattivo comportamento.
Elenca di seguito
quali sono le tracce dell’uomo e
distingui quello che
sono dannose alla
vita del bosco e a
tutti i suoi inquilini
e quelle invece
che al bosco non
portano alcun danno.
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TRACCE DANNOSE AL BOSCO
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DOVE IL BOSCO INIZIA
incontriamo ………….tanti alberi
Per riconoscere ogni albero bisogna osservare attentamente:
co tempo, riuscirai a riconoscere gli alberi del tuo bosco.
Le foglie degli alberi non sono tutte uguali ma si distinguono per la loro forma, il bordo e le ramificazioni, come puoi vedere nel disegno qui sotto.
la forma dell’albero: chioma tonda o allungata? folta o rada?
con rami che partono da terra o dall’alto? e il tronco è diritto?
e della chioma: rotonda, ovale, allungata
le foglie: che forma
hanno? sono lisce o ruvide? …. come sono le
venature?
quanto è lungo il picciolo……
la corteccia: è liscia o
rugosa?
di che colore è? …. ha
le macchie? …di quale
forma.
……. ha le spine?
DALLA FOGLIA ALL’ALBERO
Per ogni albero nuovo che vedi, raccogli qualche foglia da far seccare e incollare sul libretto delle tue osservazioni. Poi, vicino alla foglia descrivi l’albero seguendo le indicazioni che troverai di seguito e, in po-
13
LE QUERCE
LA FARNIA è una pianta molto pregiata e il suo legno, duro e resistente, è molto ricercato e viene usato per le costruzioni navali, per le travature e i pavimenti. I frutti sono molto apprezzati dai maiali.
Forma dell’albero:
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Foglia:
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Corteccia:
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LA QUERCIA ROSSA è originaria del nord America
ed è stata importata per motivi ornamentali grazie al
portamento maestoso ed alla chioma che in autunno
assume colori vivaci e pittoreschi.
Forma dell’albero:
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Foglia:
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Corteccia:
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IL CILIEGIO SELVATICO è un bell’albero i cui fiori
IL CARPINO BIANCO. Il legno del carpino è resi-
bianchi in primavera illuminano il bosco e i frutti sono
molto amati dagli uccelli. Il legno di ciliegio è tra i più
pregiati in ebanisteria come nella mobilia, per la grana fine, compatta, resistente ma di facile lavorazione,
e per il bellissimo, caratteristico colorito bruno-rosso.
stentissimo e un tempo veniva utilizzato per ceppi da
macellaio, mazze e altri arnesi da lavoro. Quando ancora non era disponibile l'acciaio veniva utilizzato per
fare raggi di ruote e ingranaggi.
Forma dell’albero:
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Forma dell’albero:
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Foglia:
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Corteccia:
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IL NOCCIOLO è usato per formare siepi divisorie. I
LA BETULLA ha un legno forte, resistente e chiaro
suoi frutti,oltre che essere mangiati da scoiattoli, ghiri, topolini e piccoli uccelli, servono per i dolciumi.
Questa pianta viene coltivata per produrre noccioline
a livello industriale da utilizzare per torroni, cioccolato
e torte.
che viene usato per manufatti; nei Paesi del Nord
viene utilizzato per ricavarne legno compensato e pavimentazioni. I rami sono usati per fare scope e spazzole e la corteccia per i tetti.
Forma dell’albero:
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Corteccia:
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I PIOPPI
IL PIOPPO NERO o Cipressino viene utilizzato per
IL PIOPPO TREMOLO non è assolutamente adatto
la fabbricazione di carta, mobili rustici, attrezzi, lavori
di tornio, cesti di frutta e fiammiferi. In Olanda i blocchi di legno servono per la fabbricazione degli zoccoli.
per il legname e si usa per il consolidamento di rive
franose. Si dice” tremolo” perché le sue foglioline sono sempre in movimento anche quando non c’è quasi
vento.
Forma dell’albero:
Forma dell’albero:
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Foglia:
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Corteccia:
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IL CASTAGNO ha il legno che dura nel tempo, e
L’ ACERO DI MONTE è diffuso in tutta Italia; il suo
quindi molto adatto per fabbricare case, mobili, pavimenti, botti. Le foglie, il legno e la corteccia contengono tanniti, utilizzati come sostanze medicinali e
come coloranti, le castagne sono state fino al secolo
scorso, uno degli alimenti base per le popolazioni di
montagna.
legno bianco si presta bene alle lavorazioni perché
non subisce deformazioni. Queste qualità lo rendono
adatto per essere utilizzato nell'industria del mobile e
per costruire strumenti musicali. In passato gli artigiani lo usavano per produrre vari tipi di utensili e anche piani di lavoro.
Forma dell’albero:
Forma dell’albero:
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Foglia:
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IL PINO SILVESTRE è una pianta interessante per
L’ ONTANO NERO possiede un legno di colore giallo
le parecchie utilizzazioni che vanno dal legno, alle
gemme dalle notevoli proprietà balsamiche, alla resina da cui si estrae trementina.
intenso che appena tagliato, assume, seccando, un
colore rosso-mattone. Semiduro, omogeneo e dolce
può servire a lavori di intaglio e tornitura. Se permanentemente sommerso nell’acqua conserva per lunghissimi tempi resistenza, tanto da essere preferito
per la costruzione di palafitte.
Brucia senza fumo e senza quasi crepitare e quindi
era il legno preferito dai vetrai e dai fornai di un tempo.
Forma dell’albero:
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Foglia:
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IL FRASSINO COMUNE è coltivato soprattutto per
il legno che ha riflessi madreperla e viene utilizzato
per la fabbricazione di mazze da golf, sci, stecche da
bigliardo, e per i mobili. Per le sue diverse forme è
anche un albero ornamentale: adatto alla creazione di
fasce frangivento e gruppi di alberi.
LA ROBINIA è stata importata dagli Stati Uniti e ora
la si trova spontanea nei nostri boschi. Il legno è molto duro e viene utilizzato per fare pali e come legna
da ardere .Le api amano molto i suoi fiori che in primavera profumano tutto il bosco.
Forma dell’albero:
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Corteccia:
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IL SALICONE è una pianta pioniera diffusa dal livel-
IL TIGLIO NOSTRANO viene utilizzato anche per
lo del mare alla fascia subalpina; ben adattabile a terreni di varia natura. E’ una pianta che viene utilizzata
per consolidare i terreni franosi.
l’uso ornamentale di parchi e giardini e per alberare
le strade.
Produce fiori molto profumati amati dalle api. Il suo
legno non è particolarmente apprezzato, sebbene se
ne facciano lavori di tornio e intaglio o piccoli oggetti
di uso domestico.
Forma dell’albero:
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Foglia:
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…….diversi arbusti
IL BIANCOSPINO occupa di preferenza i margini del
bosco o le radure interne. Più frequentemente lo si
incontra nelle siepi, nei
terreni degradati e nei
cespuglietti.
Ha fiori piccoli e bianchi e i suoi frutti, di color rosso vivo, farinosi e
insipidi,
costituiscono
una preziosa risorsa alimentare per diversi
animali del bosco, soprattutto per varie specie di uccelli, durante
tutto l'autunno ed il
primo inverno.
LA FRANGOLA è un cespuglio
molto diffuso nei nostri boschi.
Un tempo con il suo carbone si
confezionava la polvere da
sparo. La corteccia viene
usata in erboristeria e le
bacche, velenose per l'uomo, sono molto apprezzate
dagli uccelli.
L'intera pianta ospita le larve di alcuni lepidotteri specifici, come la cedronella, i
cui maschi hanno le ali di
colore giallo limone.
IL CAPRIFOGLIO
lo troviamo
normalmente ai
margini del bosco o nelle siepi.
Il nome Caprifoglio deriva dal latino caprifolium e fa
riferimento alla predisposizione di questa pianta ad
arrampicarsi a tutto ciò che si trova nelle sue vicinanze e che ricorda, per questo, l'abilità d'arrampicarsi
delle capre. I suoi bellissimi e profumati fiori banchi e
gialli, in passato venivano usati nella medicina popolare come calmante per i dolori. Le bacche sono tossiche per l'uomo, ma non per gli animali.
L’EDERA, con la sua densa ve-
getazione costituisce un insostituibile nascondiglio per molti
animali ed un buon sito di nidificazione per diversi uccelli che,
durante l'inverno, trovano nelle
sue bacche, velenose per
l’uomo, un'importante fonte di
cibo.
L'edera non è una pianta parassita poiché le radici di cui
sono dotati i fusti svolgono unicamente un'azione di ancoraggio sui tronchi delle
piante dove si appoggia.
LA ROSA CANINA è un
cespuglio molto presente
nei nostri boschi. Ha fiori
semplici ma molto belli e le
sue bacche, commestibili
anche per l’uomo, oltre
all’impiego in erboristeria,
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vengono utilizzate per fare marmellate molto ricercate,
gelatine e liquori. I bei cespugli danno ricovero a moltissimi animali.
LA VITALBA è una vigorosa liana che si adatta bene
a vari tipi di ambiente preferendo le siepi o i margini
del bosco. La ricca massa di vegetazione che la vitalba produce costituisce un provvidenziale rifugio per
molti animali che vi collocano anche il nido, come diversi uccelli o il moscardino, piccolo roditore della famiglia del ghiro.
I fusti flessibili
sono serviti in
passato per intrecciare
cesti,
museruole per i
buoi o legacci.
sco. I frutti dei rovi, detti more, sono apprezzati sia
dall’uomo che da molti animali. Vengono consumati
sia freschi sia sottoforma di marmellate e gelatine.
Dalla loro spremitura si traggono anche sciroppi per
uso alimentare e medicinale.
IL SAMBUCO è un arbusto costituito da un tronco eretto che spesso si ramifica partendo dalla base.
La corteccia è verde nelle piante
giovani, con l'invecchiamento si
screpola e assume una colorazione grigio brunastra.
I fiori entrano nella preparazione
di frittelle e i frutti si utilizzano per
decotti e marmellate, oltre rappresentare un ottimo cibo per gli
celli nel periodo autunnale.
IL ROVO è un arbusto
che si adatta molto bene a
qualsiasi tipo di terreno; si
insedia dovunque vi sia
spazio libero: nei terreni
abbandonati,
lungo
le
strade e ai margini del bo-
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LA BERETTA DA PRETE
è una pianta velenosa: i
semi, le foglie e la corteccia
contengono una sostanza
che provoca convulsioni e
diarrea.
Nell'antichità il suo legno
veniva usato per fare i fusi,
mentre le foglie e i semi
venivano ridotti in polvere e
spruzzati sulla pelle dei
bambini e degli animali per
scacciare i pidocchi.
Ha fiori bianchi e frutti particolari: sono capsule pendule, formate da quattro lobi di colore rosso oche contengono quattro semi di color arancio-rosso.
IL LIGUSTRO è diffuso nei
boschi di pini e querce piuttosto radi.
I fiori, bianchi e opachi, formano in luglio una fitta pannocchia piramidale; sono molto profumati e vengono impollinati da insetti, api, mosche e calabroni.
vava una tintura nerastra utilizzata in vario modo,
mentre il carbone del suo legno trovava impiego nella
fabbricazione di polvere da sparo. Con i giovani rami,
assai flessibili e tenaci, si intrecciavano cesti e corbe.
IL
SANGUINELLO
è una
pianta che cresce sia su terreni
calcarei e argillosi sia su quelli
freschi e fertili con esposizione
a pieno sole o a mezz’ombra.
In passato, il legno bianco e resistente veniva trasformato in
carbonella o forniva la materia
prima per fabbricare ingranaggi
per mulini e raggi per ruote.
Dai frutti si estraevano olio per
lampade
e
pigmenti
per
l’industria tintoria. Le foglie, in
autunno, assumono il tipico colore rossastro che dà il nome
alla pianta.
Un tempo veniva molto utilizzato per formare siepi attorno
alle case e alle proprietà. I
frutti sono appetiti da diversi
uccelli. In passato se ne rica-
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e infine tante erbe e fiori ………………
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