IL
SAFFO PARLANTE
Giornalino scolastico degli studenti
N.1 Dicembre 2011
IN PRIMO PIANO
• “Vogliamo un mondo all’altezza dei nostri sogni”. La manifestazione di Teramo in occasione della mobilitazione studentesca.
• Intervista ai rappresentanti d’istituto sulle assemblee degli studenti.
• Che fine ha fatto il Nuovo Polo Liceale Saffo? Intervista al Sindaco di Roseto
Enio Pavone.
• Liceo Classico: il Greco e il Latino, lo stress e il mondo del lavoro.
• Un anno ricco di attività: concorsi, attività sportive, teatro, certificazioni.
C O M E U N G R I L L O PA R L A N T E
Immancabile appuntamento da diversi
anni, eccoci arrivare insieme ai panettoni e ai regali natalizi. Nuovo nome per il
nostro giornalino scolastico, "il Saffo
Parlante", voluta citazione del grillo collodiano: questo progetto si propone,
appunto, di essere l'eloquente coscienza
degli alunni del nostro Liceo e, perché
no, di "mettere bocca" dove necessario.
Il Saffo Parlante è un progetto di studenti rivolto agli studenti, che parla di scuola (e non solo) a chi la scuola la frequenta e a chi la scuola sta a cuore.
In un momento in cui in tutta Italia c'è
un gran fermento politico e studentesco,
in cui sono numerosi gli Indignati, anche
la nostra redazione ha deciso di far sentire la propria voce, la voce di chi sta
dalla parte della cultura e sostiene l'impegno giovanile, in un ambiente istituzionale che, invece, invecchia sempre di
più. Abbiamo raccontato di chi ha manifestato a favore di un'istruzione pubblica, libera ed accessibile a tutti, a favore
della cultura come mezzo per risollevare
le sorti di un Paese in crisi, perché troppo spesso sentiamo parlare di scuola
coloro che della realtà quotidiana di alunni ed insegnanti sanno poco, se non
niente.
Abbiamo intervistato uno dei nostri Rappresentanti d'Istituto, sul (non?) funzionamento della gerarchia di rappresentanze nella nostra scuola, sul ruolo delle
Assemblee,
sul
Collettivo
"Controcorrente Saffo"; ci siamo recati
DI LUCIA SANTARELLI
al Comune di Roseto, impegnati col Primo
Cittadino Enio Pavone, per chiedere risposte sulla tanto famigerata nuova sede
del nostro liceo, per "tenere sotto pressione" le autorità ed attirare ulteriormente l'attenzione sulla questione.
Il Saffo Parlante vuol essere presente ed
impegnato, trattando anche di ciò che
funziona, di progetti ed iniziative, della (s)
valutazione della classicità, dei problemi
degli studenti stranieri, dall'inserimento
coi compagni, alle difficoltà con la lingua.
E, ancora, un occhio di riguardo al mondo
tutt'attorno, con recensioni di cinema,
spettacolo e letteratura, con minibiografie di personalità importanti, con
articoli di costume e cultura. Le difficoltà
cui ci siamo trovati a dover far fronte non
sono certo poche, ma il gruppo redazionale ha reagito con entusiasmo e voglia
di fare: questo è un giornalino completamente "home (o sarebbe meglio dire
"school") made", abbiamo infatti scelto
una grafica semplice e la distribuzione di
copie b/n.
Il Saffo Parlante vuole informare in modo
fresco, diretto e caparbio, col tono di chi
non si prende troppo sul serio, ma prende sul serio quel che osserva, soprattutto
nel difficile mondo della scuola. Per questo la redazione è aperta a ricevere materiale da chiunque fosse interessato a scrivere, raccontare, illustrare e pubblicare,
convinta che la parola sia un mezzo di
straordinario impatto ed efficacia.
Sommario:
Vogliamo un mondo
all’altezza dei nostri sogni
2
Comitato d’Istituto e
Consulta degli Studenti
3
La nostra intervista
al Sindaco Enio Pavone
4
Gli studenti stranieri
del Polo Liceale Saffo
6
Un ricordo di Steve Jobs
7
Un anno ricco di concorsi,
progetti, sport e dintorni
11
Il Liceo Classico
nella società odierna
12
Pagina 2
IL SAFFO PARLANTE
“Vogliamo un mondo all’altezza dei nostri sogni”
La manifestazione degli studenti a Teramo dello scorso 17 novembre
Rebecca Bucci
C’è chi ci crede davvero. Come Alice:
“Sono andata prima di tutto perché
era la giornata internazionale degli
studenti; molti dicono che abbiamo
fatto questa protesta per niente (dato il
governo attuale), ma la verità è che in
un periodo di crisi, qualsiasi altro
paese d’Europa punterebbe
sull’istruzione e sui ragazzi, per
risollevarne le sorti, perché noi siamo
il futuro, mentre l’Italia attraversa la
crisi e che fa? Taglia i fondi per
l’istruzione.”
Della stessa opinione anche Roberta e
Alessandra: “Visto che abbiamo il
diritto di farci sentire volevamo che
sapessero che questa situazione non ci
va bene e che le cose devono
cambiare.” C’è anche chi è andato
perché trascinato dagli amici, come
Fulvio, che “ci si è trovato”. C’è chi è
andato per saltare un giorno di scuola.
E poi, c’è chi non è voluto andare,
come Rossano: “Principalmente per
questioni di disincanto; quando avevo
14-15 anni ho partecipato alla
stragrande maggioranza di queste
manifestazioni, con risultato 0 o 1.
Probabilmente il mio atteggiamento
verso questa manifestazione in
particolare può essere considerato
sbagliato”, aggiunge, “ ma credo che
nell’Italia del 2011-2012 queste
manifestazioni in provincia siano
davvero poco utili…”.
Ragazzi diversi, opinioni diverse, una
verità: l’istruzione italiana rasenta
condizioni catastrofiche. E che
credessero, o meno, in quel che
stavano facendo, gli studenti (e non
solo) che hanno manifestato a Teramo
chiedevano a gran voce il diritto allo
studio che la stessa Costituzione
promette, garantisce. Guardiamoci
intorno: laureati e ricercatori fuggono
dal nostro paese in cerca di un futuro
e di un lavoro che qui non gli è
possibile trovare. Dov’è quella
Repubblica che “promuove lo
sviluppo della cultura e la ricerca
scientifica e tecnica”?(Art. 9).
Portando con orgoglio uno striscione
recante il titolo di quest’articolo
(“Vogliamo un mondo all’altezza dei
nostri sogni”), non solo gli universitari
dell’Udu (Unione Degli Universitari
Teramo), ma anche i ragazzi di Azione
Antifascista Teramo, il Coordinamento
Regionale GC-FGCI, il Coordinamento
Studentesco Teramo e i ragazzi di
C.A.S. Controcorrente Saffo hanno
manifestato pacificamente chiedendo, in
breve: maggiori investimenti per il
diritto allo studio; un’università
accessibile a tutti; investimenti
sull’edilizia scolastica; no al
decentramento delle sedi di scuole e
università; una città a misura di
studente; no alla precarietà.
Degno di nota, in conclusione, è ciò che
è successo a Roseto dopo la
manifestazione di Teramo, come
riferisce il rappresentante d’istituto
Duilio Ballatore: “Tornati a
mezzogiorno a Roseto, ancora “carichi”
per la buona riuscita della
manifestazione a Teramo, noi del
Collettivo studentesco "C.A.S.
Controcorrente Saffo" (da non
confondere con il comitato studentesco)
abbiamo deciso di farci sentire un po' a
casa nostra. Dopo qualche minuto di cori
al Saffo, è arrivato il Preside di ritorno
dal palazzo del Comune con la notizia
che aspettavamo: il Sindaco, l' Assessore
alla pubblica istruzione, l' Assessore alla
cultura e quello alle opere pubbliche
erano tutti presenti in quel momento nel
palazzo comunale per un incontro.
“Così”, aggiunge, “dopo essermi
consultato con Pablo e Simone abbiamo
deciso seduta stante di OCCUPARE IL
COMUNE DI ROSETO, una volta lì
abbiamo ottenuto un incontro con il
Sindaco e gli Assessori, tra le facce
sconvolte degli impiegati che si sono
ritrovati una cinquantina di ragazzi con
megafoni e striscioni per tutto il
palazzo.” Interessanti i risultati: “Da
questo incontro”, continua Duilio,
“abbiamo ottenuto un tavolo di lavoro
che io, Simone Rosati e Pablo Ghaderi
terremo con: la provincia,
l'amministrazione comunale e il preside
(erano più di 10 anni che non se ne
faceva uno) per provvedere alle tante
necessità imminenti della scuola e per
gettare le basi dell' Edificio Unico del
Polo Liceale.
Poi conclude: “Una giornata unica,
anche perché attraverso l'addetto stampa
del comune, l' "occupazione" simbolica
del comune è andata a finire su tutti i
giornali d'Abruzzo.”
L’incontro tra gli studenti e l’amministrazione comunale di Roseto.
IL SAFFO PARLANTE
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L’intervista al Rappresentante d’Istituto: Duilio Ballatore
A cura di Tania Savini e Martina Fiorà
Dopo la prima assemblea d’istituto e la
manifestazione degli studenti che si è
svolta a Teramo il 17 novembre scorso
(vedi articolo a fianco), abbiamo
pensato di rivolgere alcune domande a
Duilio Ballatore, rappresentante
d’istituto, per capire come vanno le
cose nella nostra scuola e cosa bolle in
pentola in Provincia anche per il nuovo
sito scolastico.
scuola?
Il Liceo Saffo possiede, a mio avviso,
un apparato burocratico troppo ampio e
poco chiaro anche per chi deve
applicare le norme in vigore. Spesso, a
causa delle sue procedure complesse
che risalgono agli anni passati, le
attività scolastiche ed extrascolastiche
risultano limitate ed è nostro compito
cercare di abbattere questi limiti.
Come la trovi questa nuova
esperienza di Rappresentante
d’Istituto?
Essendo una nuova esperienza per me,
sia dal punto di vista scolastico che
“politico”, stiamo facendo (io e gli altri
rappresentanti) il massimo per
rappresentare al meglio gli studenti
presso tutti gli organi istituzionali e
sociali, sia nel Consiglio d’Istituto sia
fuori dalle mura scolastiche. Dopo un
mese dalla nostra elezione, abbiamo
posto le basi per una collaborazione il
più possibile completa con gli studenti,
coinvolgendoli in organi costitutivi
(come il Collettivo di recente
costituzione) e nelle forme di protesta
che decideremo di attuare con le altre
scuole della provincia.
Che cosa avete intenzione di fare
nella prossima assemblea degli
studenti?
Era nostra intenzione svolgere
un’assemblea “prolungata” a più
giorni, per intenderci autogestita, con
ospiti provenienti da tutta Italia per
trattare tematiche culturali, sociali e
politiche d’attualità. Il Comitato
Studentesco ha bocciato l’attuazione
imminente di questa proposta. Dopo
l’assemblea di novembre, che ha visto
la scarsa, se non nulla collaborazione
del comitato, cercheremo di
coinvolgerlo di più, dal momento che
dovrebbe essere un loro compito
istituzionale, oltre che nostro.
Come ti sembra organizzata la nostra
Sappiamo che avete partecipato al
corteo di Teramo. Com’è andata?
Che cosa fa la Consulta Provinciale degli Studenti?
Io, Gaia Sacchetti (5^C Linguistico) e Marco Caponi
(4^C Scientifico) siamo i nuovi rappresentanti del
Saffo nella Consulta provinciale degli studenti. Abbiamo già partecipato alla prima riunione con gli altri
rappresentanti, che si è tenuta il 21 novembre 2011
presso l'Istituto Forti-Comi di Teramo. In questo incontro eravamo circa 30 delegati ed erano presenti
l'ex presidente della consulta e la coordinatrice provinciale Daniela Magno; sono stati eletti il Presidente,
Vincenzo Quaranta, il Vice Presidente, Matteo Merlitti, e sono stati effettuati i primi calcoli del bilancio
annuale. La richiesta più importante che è stata fatta
è la massima collaborazione con i dirigenti scolastici, i
rappresentanti d'istituto ed i professori affinché sia
possibile presentare varie idee e problemi alla provincia, anche a partire dalla prossima sessione plenaria
che si terrà a breve. Eventuali progetti verranno comunicati sul sito della scuola e affissi sulle bacheche
dei vari plessi del Polo Liceale Saffo. Rimaniamo in
attesa per consigli e proposte.
Gaia Sacchetti
Il 17 novembre abbiamo partecipato
(con una delegazione di 53 studenti)
al corteo con il nostro Collettivo
“Controcorrente Saffo”, per
difendere i nostri diritti assieme ad
altri 1100 studenti. Abbiamo colto
questa occasione per porre
all’attenzione della stampa (Il
Centro, Tgr Rai) uno dei problemi
più importanti della nostra scuola,
cioè il plesso unico di cui si parla da
anni. Di ritorno dalla giornata
teramana abbiamo incontrato al
Palazzo del Comune il Sindaco,
l’Assessore alla Cultura e alla
Pubblica Istruzione di Roseto. In
questo incontro sono state affrontate
le problematiche della scuola.
L’incontro si è concluso con la
formazione di un tavolo permanente
di lavoro tra la Provincia, il Comune
e il Liceo Saffo.
Infine abbiamo chiesto se dopo la
giornata “turbolenta” di
presentazione delle liste Ballatore si
sente ancora di avere la fiducia degli
studenti. Ha risposto di “sì”, dicendo
che cercheranno di ripagare al
meglio il mandato che è stato
affidato a loro quattro.
Il quesito: nella prossima Assemblea d’Istituto
il Comitato Studentesco si renderà finalmente
più partecipe dell’organizzazione delle varie attività?
Pagina 4
IL SAFFO PARLANTE
L’intervista al Sindaco Enio Pavone
Il resoconto dell’incontro nella sede comunale
A cura di Benedetta Alcini
All'inizio di ogni anno scolastico ci ritroviamo a parlare della
questione della nuova sede del Polo Liceale "Saffo".
Ormai da più di un decennio la nostra scuola vive un
problema non indifferente: con l’aumentare degli iscritti e con
la nascita dei nuovi indirizzi liceali le sedi che una volta
bastavano (e avanzavano) ora risultano “drammaticamente”
insufficienti. Distanti le une dalle altre (basti pensare alla
palazzina di Via Alfieri e alla lontanissima succursale di Via
Milli) queste classi che qualcuno definisce "pollaio" non sono
abbastanza grandi per ospitare i numerosi alunni del liceo.
Il giorno 6 dicembre 2011 ci siamo recati nella sede del
Comune di Roseto degli Abruzzi per avere un chiarimento
direttamente dall’altra componente interessata, cioè quella
“politica”.
Il nuovo Sindaco Enio Pavone, molto gentile nei nostri
confronti, accompagnato da una équipe di tutto rispetto, ha
rilasciato alla nostra delegazione (la sottoscritta, Lucia
Santarelli e Rebecca Bucci, accompagnate dal Prof. Vincenzo
Di Marco) questa intervista. Egli ha risposto alle nostre
domande in modo esauriente fornendo motivazioni
sufficientemente chiare sulle inadempienze pregresse e sugli
ostacoli che frenano in questo momento l’azione
dell'amministrazione comunale rosetana.
Signor Sindaco, all'inizio di ogni anno scolastico, come Lei
sa, riprendono i dibattiti sulla nuova sede del Polo Liceale
Saffo. Da quello che leggiamo sulla stampa, ci chiediamo
se esiste in questo momento una trattativa in corso, se ci
sono siti presi in considerazione e se l'ipotesi dell'ex
fornace Catarra è declinata definitivamente.
Per quanto riguarda l'ultima parte della domanda, cioè
l’ipotesi dell’ex fornace Catarra, possiamo dire con certezza
che le trattative sono definitivamente chiuse.
L'ingegner Calvarese, qui in rappresentanza della Ditta
"Adriatica S.p.a.", ci potrà dare i dettagli tecnici che hanno
portato al fallimento dell'accordo tra l'amministrazione
pubblica e il privato prima citato.
(Aggiunta dell’Ingegner Calvarese) Nell'anno 2004, la
società che rappresento ha partecipato ad un primo bando
(per la realizzazione dei lavori presso l’ex fornace Catarra)
che purtroppo non ha avuto seguito. In un secondo momento
è stata proposta una nuova idea che aveva come oggetto la
realizzazione di edifici da aggiungere a quelli già esistenti, in
modo da realizzare un Polo Liceale sulle "rovine" degli
edifici destinati all’abbattimento.
La proposta, accolta con favore dalle amministrazioni
pubbliche, dava alla Provincia la possibilità di abbassare i
costi per gli affitti dei locali oggi in uso. Tuttavia, anche
questa proposta risultò fallimentare.
“Ad oggi non c’è
ancora una data certa
per la realizzazione di
un tavolo tecnico tra
Provincia e Comune”.
Lo staff del Comune
che ha accolto la
delegazione:
da sinistra l’Ingegner
Pasquale Calvarese, il
Sindaco Enio Pavone,
l’Architetto Lorenzo
Patacchini e
l’Ingegner Maria
Angela Mastropietro.
Alla riunione hanno
partecipato il
funzionario Gabriele
Terramani e la
Dott.ssa Mirella Lelli.
IL SAFFO PARLANTE
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221 milioni di euro per le
scuole abruzzesi messi a
disposizione dal
governo. Intanto il Saffo
“crolla”!?
Da sinistra,
l’Ingegner Calvarese,
il Sindaco Enio Pavone,
l’Architetto Patacchini e
l’Ingegner Mastropietro;
dietro, in piedi,
Benedetta Alcini,
Lucia Santarelli,
Rebecca Bucci.
A questo punto, nel novembre 2008 la società "Adriatica
S.p.a" declina il suo interesse per la realizzazione del
precedente progetto e quindi del nuovo liceo, comunicando
alla Provincia il suo intento di voler procedere con un altro
progetto adeguandosi così alle norme vigenti del piano
regolatore.
Volevamo sapere se in questo momento il Comune e la
Provincia di Teramo hanno avviato un tavolo di lavoro e
se dispongono di tecnici impegnati ad esaminare proposte
progettuali. Ci sono altre trattative in corso con privati?
(Risponde Gabriele Terramani, Addetto all’ufficio del
Gabinetto del Sindaco) Oggi non c’è ancora una data certa
per la realizzazione di un tavolo tecnico tra Provincia e
Comune a causa di difficoltà politiche (come la proposta di
abolizione delle Province da parte del neo Governo tecnico di
Mario Monti). La data ipotizzata è non prima del mese di
aprile 2012 quando avremo notizie certe. In ogni caso farò
avere io stesso informazioni appena disponibili come
promesso ai vostri omonimi nella riunione che abbiamo
avuto il 17 novembre (vedi la cronaca di Rebecca Bucci a
pag. 2, N.d.R.).
Se a Lei risulta, potrebbe dirci qualcosa sulla posizione
assunta dalla Regione al riguardo? Nell'incontro tra
Governatore Chiodi e il Governo rappresentato da
Gianni Letta di un paio di mesi fa si parlava di 221
milioni per le scuole abruzzesi. Riguarda pure la nostra
scuola?
Purtroppo non siamo a conoscenza dei particolari tecnici
della destinazione dei 221 milioni di euro messi a
disposizione dal governo. Possiamo solo dire che verranno
destinati alla sistemazione degli edifici scolastici
dell'aquilano, e con molta probabilità non ci saranno fondi a
disposizione per il Polo Liceale "Saffo".
Secondo Lei, la nuova sede del "Saffo" ci sarà mai?
Possiamo sperare di vederla nascere a breve?
Personalmente, spero di poterla vedere realizzata al più presto,
ma, come sappiamo, se non si raggiunge un accordo tra
pubblico e privato la sede sarà di difficile realizzazione. Noi
rimaniamo a vostra disposizione per ogni evenienza. Vi
saremo molto grati se vorrete starci alle costole e “pressarci”
ogni tanto sulle questioni che stanno più a cuore alla comunità
scolastica rosetana. Per quel che ci riguarda forniremo ogni
informazione e aiuto per avviare al più presto soluzioni ai
problemi degli studenti, delle famiglie e dei docenti del Liceo
Saffo.
“Saffo' s got talents"
La redazione del Saffo Parlante vuole
conoscere l'artista che c'è dentro ogni studente
del nostro liceo. Durante l'Assemblea d'Istituto
del 23 dicembre p.v., invitiamo scrittori,
poeti, musicisti, pittori, illustratori e chiunque
ami l'arte a presentare i propri lavori nell'aula
che terremo, per discuterne e scambiare
opinioni a riguardo. Nel prossimo numero
del giornalino troverete inoltre un reportage in
cui si parlerà dell'iniziativa e, su richiesta,
pubblicheremo dei lavori.
Artisti di tutto il Saffo, unitevi!
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IL SAFFO PARLANTE
Gli studenti stranieri del Polo Liceale Saffo
Cominciamo a conoscerli: chi sono, quanti sono, quale inserimento e aspettative culturali
A cura della redazione
Mi chiamo Florean Andrei e provengo dalla
Romania. Sono qui con la mia famiglia da
diversi anni. Come la maggior parte delle
persone immigrate che per diversi motivi
sono arrivate negli ultimi anni in Italia,
anch'io ho avuto delle impressioni positive.
Almeno all’inizio. Più che impressioni,
potrei dire che ero affascinato del fatto di
conoscere un nuovo paese con una cultura
diversa, ma non solo. Iniziando ad
affrontare la lingua, come prima cosa ho
riscontrato un modo diverso di formulare
una frase, ma anche una grande diversità
grammaticale. Per questo non è bastato
imparare la traduzione e quindi il semplice
aspetto grammaticale, ma sono dovuto
andare oltre ed imparare i diversi modi di
dire e di formulare i discorsi.
Iniziando ad avvicinarmi alla cultura sono
riuscito anche ad integrarmi sempre più con
le persone tra le quali mi sono ritrovato a
vivere e a studiare, le quali inizialmente
erano sospettose ed abbastanza fredde. Poi,
frequentando la scuola media ho riscontrato
altre difficoltà, sia per la lingua come ho
detto, che nell’inserimento della classe.
Fortunatamente però ho conosciuto anche
persone molto disponibili che mi hanno
aiutato a superare queste difficoltà, come ad
esempio i miei migliori amici e i miei
attuali compagni di classe.
I primi anni di liceo non sono stati
particolarmente impegnativi, ma con il
passare del tempo il livello di studio ha
iniziato a intensificarsi sempre più, e di
conseguenza ha richiesto un maggiore
impegno e una conoscenza più approfondita
della lingua. Con l'aiuto dei vari professori,
i quali hanno cercato sempre di darmi
indicazioni che potessero aiutarmi, e
facilitarmi la conoscenza e la padronanza di
ciò che andavo imparando, oggi affronto lo
studio con meno difficoltà e apprensione.
Frequento l’ultimo anno dello scientifico e
fra qualche mese avrò gli esami finali.
Un’altra tappa si sta concludendo e per me
si apre, spero, una prospettiva di vita e di
lavoro futuro in questo Paese che sta
diventando sempre più anche il mio.
Assieme agli altri alunni stranieri di questa
scuola.
Florean Andrei
5^A Liceo Scientifico
Recentemente il Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano è intervenuto sul problema della cittadinanza
dei figli di stranieri nati in Italia.
Ha dichiarato parole molto forti: “Negare loro la cittadinanza
è un’autentica follia, un’assurdità. Ai bambini nati in Italia
in tal modo non viene riconosciuto un diritto fondamentale”.
Nel Polo Liceale Statale Saffo ci sono attualmente 35 studenti
stranieri, provenienti in prevalenza dall’Albania, dalla Romania
e altri paesi dell’Est europeo, tre dal Sudamerica, due dal
continente africano. Questi studenti sono distribuiti in tutti
gli indirizzi scolastici. Il loro caso è diverso, ma appartengono
tutti all’unico Paese dove vivono, studiano e dove un giorno
realizzeranno la loro vita da cittadini italiani.
La Redazione invita gli studenti stranieri
del Polo Liceale Saffo a comunicare impressioni
sul loro inserimento nella nostra scuola,
dichiarando quali sono ancora i problemi,
come va l’inserimento in classe
e nella vita sociale.
Quali sono le aspettative di studio e di lavoro.
Quali eventuali proposte per fare meglio.
IL SAFFO PARLANTE
Pagina 7
STEVE JOBS, UNA MENTE GENIALE!
Steve Jobs e la Mela
che ha “avvelenato”
il mondo!
Come sarà il futuro
senza un uomo
stimabile come lui?
Avremo un altro genio
di pari valore?
Dove nascerà
il prossimo ideatore
di sogni tecnologici?
“Il vostro tempo è limitato,
perciò non sprecatelo vivendo la vita di qualcun
altro. Non rimanete intrappolati nei dogmi, che vi
porteranno a vivere secondo il pensiero di altre persone. Non lasciate che il
rumore delle opinioni altrui
zittisca la vostra voce interiore. E ancira più importante, abbiate il coraggio di
seguire il vostro cuore e la
vostra intuizione: loro vi
guideranno in qualche modo nel conoscere cosa veramente vorrete diventare.
Tutto il resto è secondario”.
(Stay Hungry e Stay Foolish,
Steve Jobs. La vita di un
genio che ha cambiato le
nostre vite, Edizioni Corriere della Sera 2011).
Un uomo che è riuscito a
toccare il cuore e la mente
dei ragazzi e a “stupire” il
mondo non solo per la
tecnologia di cui è stato un
maestro, ma anche per il
suo modo di essere uomo,
che ha attraversato una vita
tormentata andando sempre
controcorrente.
Un uomo che non si è fatto
mai ingabbiare in una
definizione, un uomo che
preferiva l’etichetta di
artista, non tanto quella di
inventore e manager, poiché
egli riusciva a regalare
sogni consegnando alle
persone prodotti sempre
nuovi e dalle linee pulite.
In un’intervista a Business
Week del 1998, egli dice:
“Molte volte la gente non sa
quello che vuole finché non
glielo fai vedere”. Qui si
evidenzia l’uomo-icona e il
guru.
La sua è una vita che ha
quasi del “pazzesco”:
l’adozione, l’abbandono
dell’università dopo pochi
mesi di frequenza, il
viaggio in India, il
licenziamento dalla Apple e
la malattia che lo ha
accompagnato nel suo
ultimo periodo di vita fino
alla fine.
Divenuto un “has been”
dopo il licenziamento, Jobs
non si scoraggia e mentre si
rende conto che a lui
piaceva ancora ciò che
faceva e il suo lavoro, fonda
la NeXT e la Pixar. Steve
Jobs, utilizzando idee di
altri informatici per
concretizzarle in prodotti
sensazionali, è di certo un
uomo amato e odiato da
molti al tempo stesso. Una
figura ossessionata da una
maniacale attenzione per i
dettagli, dalla volontà di
presentare i propri prodotti
personalmente (attraverso
lo storytelling), dal look
minimal con jeans e
girocollo neri, ha detto una
volta: “Il vostro tempo è
limitato…”.
Con la morte di Jobs si
chiude una fase importante
e irripetibile della storia
della Apple.
Due dichiarazioni: “Esseere
l’uomo più ricco del
cimitero non mi interessa.
Andare a letto ogni sera
sapendo di aver fatto
qualcosa di meraviglioso,
questo è importante per
me” (Intervista al Wall
Street Journal, 1993);
“Ricordarvi che state per
morire è il miglior modo
per evitare la trappola
rappresentata dalla
convinzione che abbiate
qualcosa da perdere. Siete
già nudi. Non c’è ragione
perché non seguiate il
vostro cuore” (Discorso
all’Università di Stanford,
1w2 giugno 2005).
Come sarà il futuro senza
un uomo stimabile come
Steve Jobs?
Giada Colantonio
Paola Vagnozzi
Marina Mazzicchitti
(4^ A Liceo Scientifico)
IL SAFFO PARLANTE
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Il “Nabucco” in scena al Teatro Comunale di Atri
Biancamaria Di Domenico
Una voce giovane, allegra e
lievemente incantata dovrebbe
raccontare dei fratelli Attilio e
Emilio Bandiera che
scendendo la valle di Rovito
per essere fucilati, cantano un
brano della Donna Caritea di
Mercadante, o del “baritono”
Garibaldi che nella notte che
precede l’imbarco dei Mille,
si dice che cantasse arie di
Verdi e Donizetti per poi
descrivere “quella notte,
tranquilla, solenne, di quella
solennità che fa palpitare le
anime generose che si
lanciano all’emancipazione
degli schiavi!” E “attraverso
queste vibrazioni romantiche
e con l’emozione di
un’epopea contemporanea
deve essere riletto il
Risorgimento” direbbe lo
storico Lucio Villari. Ma non
lo si pensa se si assiste al
Nabucco (il titolo originale è
Nabuccodonosor) di Giuseppe
Verdi, nella versione
composta sul libretto di
Temistocle Solera, che ne
decretò il successo il 9 marzo
del 1842 alla Scala di Milano,
perché il Nabucco è un’epica
corale, incurante dei ritmi
psicologici dei suoi
personaggi e tanto meno dei
loro fervori romantici. “Ogni
gesto, ogni parola di un
personaggio non si limitano
mai a rappresentare la sua
sfera privata di intimità,
piuttosto sono costantemente
volti alla dimensione
pubblica, ai risultati che quel
gesto, quella parola sortiscono
nella storia e nel destino di un
popolo: l’orizzonte
drammaturgico sconfina così
nell’epico”. In questo, è
perfettamente aderente la
struttura formale del libretto
che si presenta statica dal
punto di vista narrativo, ma
che nel contempo esalta i
titoli delle sequenze:
“Gerusalemme. L’empio. La
profezia. L’idolo infranto”. E
bisogna dirlo, il successo del
Nabucco è legato alle
implicazioni fortemente
patriottiche poiché gli
spettatori italiani dell'epoca
potevano riconoscere la loro
condizione politica in quella
degli ebrei soggetti al
dominio babilonese, ma
quest’opera è nel complesso
la meno riuscita di quel
periodo, musicalmente la più
acerba di Verdi, priva della
forza conquistatrice di un’aria
che si leva a sottolineare la
condizione storica e collettiva
di un popolo, quello italiano.
Ma il Nabucco rimarrà sempre
affascinante per il famosissimo
e centrale “Và pensiero,
sull’ali dorate”, intonato dal
popolo ebreo, attualizzato nei
costumi di scena ed inserito in
una scenografia dai colori
quasi foschi, che diventano oro
bizantino nelle scene
incentrate sulle figure
drammatiche del re di
Babilonia Nabuccodonosor II
(Giovanni Meoni, baritono) e
della sua presunta figlia
Abigaille (Alessandra Rezza,
soprano), che dopo un cambio
d’abito è vestita di sontuoso
lamé dorato come a voler
raggiungere quella pienezza di
senso che non le è data, o non
è data, nel reale. Ismaele e
Fenena hanno una funzione di
complementarità al canto di
Abigaille. Zaccaria (Elio
Todisco, basso), invece, sfuma
i contorni con
un’imprevedibilità armonica
insinuata. In questa prospettiva
si illumina con evidenza
l’estetica verdiana, “fatta rozza
e radicale” e che è epica del
pensiero collettivo o eroismo
del pensiero del singolo che si
“rende universalmente
esemplare in un gesto netto e
riconoscibile, pur il più
convenzionale e prevedibile”.
Sopra,
la locandina
dello spettacolo.
In basso
a sinistra,
una veduta
del Teatro
Comunale
di Atri.
A destra,
un ritratto
del maestro
Giuseppe Verdi.
IL SAFFO PARLANTE
Pagina 9
No talk about referee: Rosetti arbitro ma prima di tutto uomo
Simone Di Marco
Martedì 22 novembre è uscito in tutte le librerie
‘Nessuno parla dell’arbitro. Da Mirafiori alla
Piazza Rossa’, di Roberto Rosetti (scritto con
Emiliano Poddi, Add Editore), noto fischietto
italiano, ora designatore degli arbitri nella
Prem’er-Liga, massimo campionato calcistico
russo. In questa avvincente autobiografia, l’exarbitro torinese si racconta, riportando la sua
ventisettenne avventura arbitrale che lo ha portato al Soccer City Stadium di Johannesburg, dai
campetti di periferia provinciali, quando era
ancora adolescente, fino alla decisione di quella
“maledetta” notte del 27 giugno 2010 di abbandonare per sempre l’attività di arbitro sul campo.
Tutto questo accompagnato da un mix di vicende ed aneddoti, alcuni simpatici ed emozionanti
(come i riti pre-partita, il primo incontro con la
futura moglie Diletta, il parto della primogenita
qualche giorno prima del big match MilanLazio, l’incontro con Sergio Lanteri che lo avvicina al mondo arbitrale, l’esperienza vincente ad
Euro 2008 che lo vede protagonista in finale a
Vienna, l’esordio in A in Napoli-Sampdoria
dell’aprile ’98, le telefonate con Paolo Bergamo
Il racconto di una vita dedicata
all’arbitraggio: dagli inizi alla nuova
avventura come responsabile
degli arbitri in Russia,
passando per il fuorigioco
di Tevez.
e molto altro ancora), altri meno felici e scoraggianti. Ecco che in ogni capitolo, Rosetti
attraversa la sua vita arbitrale interponendo in
maniera costante il difficile ricordo del suo
mancato fischio in occasione degli ottavi di
finale del Mondiale sudafricano, che lo rende
agli occhi di tutto il mondo celebre, quando
convalida un gol in fuorigioco di Tevez, aprendo le porte alla qualificazione argentina. A
seguito di ciò verrà escluso dal Mondiale
(strana e assurda sorte che accompagna gli
arbitri in questi tornei extranazionali) perdendo
ogni speranza del sogno che ogni arbitro cela
nel cassetto, da quando da poco più che ventenne arbitrava Pozzostrada-Lucenzo in Terza
Categoria: dirigere la finale della Coppa del
Mondo. In questa narrazione appassionante,
Poddi e lo stesso Rosetti risultano abili nello
spiegare quanto quello dell’arbitro sia un ruolo
delicato: fondamentale – spiega nel suo libro
Rosetti – è quanto l’errore possa pesare in questa categoria, prima, durante ma soprattutto
dopo una gara. Qui l’arbitro deve essere astuto
e allo stesso tempo saggio: è suo compito, infatti, osservare, fotografare, decidere e dimenticare.
Infine il titolo del libro. Irriverente, polemico e
quanto mai attuale, il titolo nasce in occasione
del colloquio nel post-partita di SpagnaGermania, finale di Euro 2008, con
l’osservatore degli arbitri UEFA, Jaap Uilenberg, quando alla domanda di Roberto: «Is it
all right? All right, Jaap?» (Tutto bene, tutto
bene Jaap?), lo stesso Uilenberg risponde: «No
talk about referee» – letteralmente nessuna
discussione sull’arbitraggio – ossia “nessuno
parla dell’arbitro”. Il titolo mette in luce la
doppia natura del suo significato: da una parte,
quando nessuno parla dell’arbitro, significa
essere stato all’altezza; se così non fosse, e
come troppo spesso accade in questo viziato
mondo del pallone, qualcuno parlerebbe
dell’arbitro. Insomma, voglio consigliare a
chiunque la lettura di questo romanzo sportivo:
acquisterete una diversa visione del mondo del
calcio espressa in modo coinvolgente, per gli
appassionati, ma anche la storia di alti e bassi
che ha portato Rosetti dall’olimpo della notorietà al baratro dell’oblio. Ma anche essere
semplicemente il papà di due splendide figlie.
Pagina 10
IL SAFFO PARLANTE
Il film consigliato
MIDNIGHT IN PARIS di Woody Allen
Lucia Santarelli
"Parigi al mattino è
bellissima, Parigi nel
pomeriggio è meravigliosa,
Parigi di sera è incantevole,
ma Parigi dopo
mezzanotte.. è magica!".
Questo annunciava il trailer
dell'ultimo lavoro di Woody
Allen, evento di apertura
del 64esimo Festival di
Cannes, in uscita nelle sale
italiane il 2 dicembre.
E, non c'è dubbio, questa
magia ci è arrivata. Dopo
"Incontrerai l'uomo dei tuoi
sogni" (2010), non troppo
apprezzato dalla critica, il
regista-sceneggiatore
americano torna a colpire
dritto al cuore, recuperando
quell'incanto romantico,
frizzante e nostalgico
necessario a lasciare un
sorriso e il giusto amaro in
bocca.
Gil (un Owen Wilson
brillante, incantato ed
incantante, chiara
incarnazione giovanile del
regista) è uno sceneggiatore
holliwoodiano col pallino
de "la Ville Lumière" e col
sogno di scrivere romanzi.
Si trova con la bella
fidanzata (Rachel McAdams)
ed i futuri suoceri a
soggiornare a Parigi, dove ha
inizio per lui una crisi
sentimentale ed esistenziale.
A mezzanotte Gil ha la
possibilità di vivere il proprio
sogno: per incantesimo si
ritrova nella Parigi degli anni
Venti, degli artisti nei café
che si pagano da bere
facendo ritratti sui tovaglioli,
delle belle donne con le
piume in testa. Incontra il
sempre brillo Hemingway, il
controverso Picasso,
l'eccentrico Salvador Dalì
(meraviglioso cameo di
Adrien Brody), Francis Scott
e Zelda Fitzgerald; ha la
possibilità di far leggere il
suo romanzo a Geltrude
Stein; e si innamora: si
innamora dell'affascinante
Adriana (splendida Marion
Cotillard), musa ed amante
dei grandi avanguardisti del
secondo decennio del
Novecento.
Quella raccontata da Allen è
un'intelligente riflessione
sulla necessità di una "fuga
dalla realtà", su quanto sia
inevitabile (e comune ad ogni
epoca: Adriana sogna infatti
la Paris de la Belle Epoque)
la nostalgia del passato. La
ricerca di Gil, però, si
risolve in un equilibrio
ritrovato, dopo l'esperienza
dei tempi andati,
nell'accettazione della
propria vita, senza
precludersi la possibilità del
sogno e dell'illusone, ma
anzi portandoli (e
vivendoli) nel presente.
Gradito ritorno del regista
newyorchese alla commedia
romantica, con una colonna
sonora tutta chitarrine e
violini, che si potrebbe
volteggiare sul lungo Senna
(tanto per citare un troppo
poco noto "Tutti dicono I
love you", sempre di Allen).
Invito al cinema, dunque,
per tutti gli appassionati del
regista americano (specie
per quelli delusi dal suo
penultimo lavoro), per i
romantici amanti della
capitale francese, per i più
nostalgici ed anche,
soprattutto, per i più realisti.
MIDNIGHT IN PARIS
Woody Allen racconta
la magia di Parigi, oggi
come un tempo.
Titolo: Midnight in Paris
Lingua originale: inglese
Paese: Francia, USA
Anno: 2011
Durata: 100 minuti
Genere: commedia, romantico,
fantastico
Regia: Woody Allen
Soggetto: Woody Allen
Sceneggiatura: Woody Allen
Casa di produzione: Sony Pictures Classic (US); Pathè (UkFrancia)
IL SAFFO PARLANTE
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Progetti concorsi certificazioni sport teatro
Un anno di attività al Polo Liceale Saffo di Roseto
L’ELENCO DELLE ATTIVITA’ D’ISTITUTO
LABORATORIO TEATRALE, CANTO CORALE, TEATRO IN LINGUA
A cura di Dalila Curiazi
STORIA DELL’ARTE NEL LICEO CLASSICO
A cura di Gilda Di Francesco
EDUCAZIONE ALLA CONVIVENZA CIVILE E ALLA CITTADINANZA
A cura di Maria Corradi
IL QUOTIDIANO IN CLASSE
A cura di Monica Ruggieri
EDUCAZIONE LETTERARIA: “LECTURA DANTIS”
A cura di Luigi Ianni
CINEMA E FILOSOFIA
A cura di Vincenzo Di Marco
SAFFO SPORT e PROGETTO TENNIS
A cura di Grazia Marini
“LA RISERVA CHE RESISTE”
A cura di Giorgia Settepanelli
SCAMBI CULTURALI (FRANCIA, SPAGNA, GERMANIA)
CERTITIFAZIONI LINGUISTICHE (FRANCESE, SPAGNOLO,
INGLESE, TEDESCO)
A cura di Monica Ruggieri e del team di docenti di lingue
PATENTE EUROPEA PER IL COMPUTER
A cura di Gianluca Ippoliti
SCUOLA A DOMICILIO
A cura di Monica Ruggieri
STAGE DIDATTICO-EDUCATIVO PEDAGOGICO
A cura di Anna Rita Trosini
STAGE “DYNAMIC YOUTH”
A cura di Lorella De Dominicis
OLIMPIADI DI MATEMATICA, FISICA, FILOSOFIA, BIOLOGIA,
CHIMICA
A cura di Monica Ruggieri
CORSO DI LINGUA E CULTURA CINESE
A cura di Carla Giuliani
IL SAFFO PARLANTE: GIORNALINO DEGLI STUDENTI
A cura di Vincenzo Di Marco
Pagina 12
IL SAFFO PARLANTE
L’inchiesta della Redazione
Il Liceo Classico nella realtà odierna
Qual è il ruolo (e l'importanza)
che gli studi classici hanno ai giorni nostri?
"Stress da liceo classico. Si pretende troppo dagli studenti di oggi?". Così titolava un articolo del Corriere
della Sera del 27 ottobre scorso. Chi si dedica agli studi
classici sarebbe stressato dall'eccessiva mole di lavoro,
mole per di più poco utile all'inserimento in ambito professionale.
"Iscrivere il proprio figlio al liceo è una scelta di distinzione sociale, molto spesso il classico viene scelto per
questioni di etichetta, adesso è solo teoria, pochissima
pratica" – questa l'opinione di Giuseppe Bertagna, insegnante di Pedagogia all'Università di Bergamo.
Considerato che il nostro liceo è frequentato da figli di
operai, di liberi professionisti, di impiegati e così via,
riflessioni di questo tipo, classiste e "d'etichetta", rischiano di diventare qualunquiste, piuttosto che sociologiche.
L’insegnamento delle lingue
“morte” non regge il confronto
con l’odierna diffusione
della cultura scientifica?
Proviamo a scoprirlo.
Sullo "stress da studio" e sull'utilità effettiva degli studi
classici, interessanti sono le opinioni di alcuni insegnanti del nostro liceo: la Prof.ssa Monica Ruggieri, docente
di Letteratura italiana e latina, ritiene impossibile associare la parola "stress" ad un concetto, quello di
"classico", che ha in sé insita l'idea di "armonia". Studente (dal latino studens, "colui che si impegna") è persona dedita ed appassionata, dalla quale nessuno
"pretende" e, soprattutto, dalla quale nessuno "pretende
troppo".
Per il Prof. Luigi Ianni (anch'egli insegnante di Letteratura italiana e latina) c'è bisogno di "recuperare il senso
primigenio delle parole", dunque il pensiero profondo
(anche nell'accezione di "elevato") e complesso, dopo
trent'anni in cui – maggiore responsabilità ai mezzi di
comunicazione di massa – la parola è stata svuotata; il
"classico" è sempre contemporaneo, mai superato. Per
questo va conosciuto.
Possiamo ancora dire
che si sceglie il Liceo Classico
per questioni di “etichetta”?
La realtà del nostro liceo
può smentire questo
facile, e abusato, pregiudizio?
"Morte, defunte, sono nell'opinione comune le lingue
classiche, il latino e il greco; chi lo afferma, tuttavia, o
non sa, o non capisce, o non riflette. Del resto non sapere (e fingere di farlo), non capire (e fingere di farlo), non
riflettere (e fingere di farlo), sono le caratteristiche dei
tempi in cui viviamo" – questo il pensiero della Prof.ssa
Dalila Curiazi, docente di Greco al Liceo Saffo e professore a contratto presso la Facoltà di Lettere dell'Università di Macerata, che troviamo nel divertente libro "Il
supermercato parla latino (e l'automobile greco)".
Unanime quindi l'opinione dei nostri insegnanti sul significato, ed anche sul recupero, della classicità. Forse
che l'insegnamento delle lingue e delle letterature cosiddette "morte", attualmente non regga il confronto con la
cultura scientifica che sempre più va a specializzarsi e
soprattutto ad essere richiesta dal mercato del lavoro?
IL SAFFO PARLANTE
Pagina 13
Dicono gli esperti
Luciano Canfora, professore di Filologia classica all'Università di Bari:
"Se i ragazzi rendono di più, è anche perché
questo percorso fornisce qualche arma in più a
chi lo frequenta. Il cimento del tradurre da una
lingua lontana è una ginnastica non intercambiabile con altri esercizi".
Gli insegnanti del nostro liceo
sono tutti d’accordo:
bisogna riscoprire
i valori ed i concetti della classicità
Siamo di fronte alla (ennesima) morte della cultura umanistica? Eppure, quando migliaia di greci scendevano in
piazza contro la crisi che ha portato il loro Paese sull'orlo
del baratro, qualcuno alzava un cartello con scritto "Noi
abbiamo letto Sofocle". Ecco dunque che anche l'Italia
dovrebbe, anzi gli italiani dovrebbero, ripartire dalla classicità, dall'essere "studentes" e ritrovare quella cultura della complessità, che sicuramente offre strumenti adeguati e
necessari anche a creare ottimi lavoratori.
Giuseppe Bertagna, professore di Pedagogia
all'Università di Bergamo:
"Iscrivere il proprio figlio al Liceo Classico è una
scelta di distinzione sociale. Non c'è dubbio che
il latino e il greco siano strumenti formativi formidabili, ma molto spesso il classico viene scelto
per una questione d'etichetta. Se una famiglia di
operai sceglie di iscrivere il proprio figlio al liceo
sa di dover affrontare un percorso di studi di
un'altra decina d'anni per poi cominciare a cercare lavoro. Ormai ci sono mestieri che nessuno
vuole più fare”.
Giampiero Bergami, manager di Unicredit, ha
lavorato negli Usa per Lehman Brothers:
"Tradurre dal latino e dal greco abitua ad analizzare le situazioni complesse, ed è quindi una
palestra insostituibile per riuscire nel mondo degli affari, della politica, delle professioni. Le versioni di greco e latino aiutano a sviluppare il
pensiero strategico, a disegnare un piano che
regga nel lungo periodo, a dominare la complessità. E il fatto che il greco e il latino siano lingue
lontane e difficili, rende il tutto ancora più formativo”.
(A cura di Lucia Santarelli)
AAA cercasi…...
vignettista, grafico,
fotoreporter per collaborare
con Il Saffo Parlante.
Scrivete al seguente indirizzo:
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Attendiamo la vostra collaborazione
La Redazione de “Il Saffo parlante”
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In redazione: Benedetta Alcini, Lucia Santarelli, Rebecca Bucci, Florean Andrei, Tania Savini, Martina Fiorà
Hanno collaborato: Biancamaria Di Domenico, Gaia Sacchetti, Marco Caponi, Duilio Ballatore,
Giada Colantonio, Paola Vagnozzi, Marina Mazzocchitti, Simone Di Marco
Coordinamento editoriale: Prof. Vincenzo Di Marco
Direzione: Prof. Viriol D’Ambrosio
Si ringraziano: Alice Mazzali, Alessandra Paolini, Roberta Grossi, i docenti del Saffo, il Comune di
Roseto, il Personale ATA e la Segreteria per il supporto tecnico.
LA REDAZIONE AL LAVORO
Nel prossimo numero:
A gennaio i risultati del Tavolo tecnico del Comune sul nuovo Polo Liceale Saffo
Cittadinanza: “sì” o “no” per gli studenti stranieri?
I nostri laboratori didattici sono utilizzati abbastanza? I dati parlano chiaro
“Saffo’s got talents”: chi è davvero lo studente della nostra scuola?
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Il Saffo Parlante n. 1 Dicembre 2011