XIII - n° 4 Alla fine di una estenuante campagna elettorale è risultato il più votato in tutta la provincia di Cosenza PER MARIO RUSSO VITTORIA NUMERO TRE Profondo rosso per tutto lo schieramento di sinistra di NANDO MANCO MARIO RUSSO voti 3.863 - 27,98% Mario Russo continua, in modo inarrestabile, la sua marcia vittoriosa che non conosce soste. Partito nell’ormai lontano 1999 (prima vittoria alla Provincia e primo scaleota ad entrare nel palazzo del Nella foto, il neo europarlamentare Clemente Mastella, ricevuto dal sindaco di Scalea Mario Russo, fa tappa a Palazzo di Città, per un saluto ed una brevissima conferenza stampa. L'ex ministro della Giustizia, candidato con il PDL alle Europee, dopo un anno, è ritornato alla politica attiva ottenendo ben 111.710 voti. Per il ministro Brambilla serve un marketing turistico con meno burocrazia e più infrastrutture FARE ARRIVARE DA TUTTO IL MONDO PIÙ TURISTI IN ITALIA di GIANNA FREGONARA Michela Vittoria Brambilla, 41 anni, il 9 maggio è diventata dopo un anno da sottosegretario con la stessa delega e un numero infinito di annunci e di rinvii - Ministro del Turismo. Dopo avere giurato al Quirinale, ha un piano molto ambizioso: l’anno prossimo ci saranno in giro per il mondo un miliardo di turisti, vuole farne arrivare il più possibile in Italia. Come? «Innanzitutto intendo allargare, operando in collaborazione con le Regioni, gli enti locali e le imprese, il bacino d’offerta di un sistema Italia che è ancora in buona parte sotto utilizzato. Occorre, inoltre, definire strategie di marketing che, per qualità, quantità e varietà di proposte, possano maggiormente soddisfare le esigenze e gli interessi di ogni tipo di clientela. Al tempo stesso è necessario effettuare una drastica riduzione della burocrazia nelle strutture pubbliche che operano in questo settore». in quinta... Governo), nel 2004 ripete la vittoria con un consenso che definimmo allora, addirittura, bulgaro. Alle ultime elezioni del 6 e 7 giugno 2009 arriva, per Supermarione, una ineccepibile tripletta. Con una percentuale del 27,98 (+ 6,83%) e 3.863 voti complessivi, contro i 3.148 delle precedenti provinciali (di cui 2.156 nella sua Scalea), ancora una volta, fa da asso pigliatutto. In un particolare e delicato momento per la politica, a tratti quasi tragico, se pensiamo alla crisi economica, a quella di valori e di ideali che attanagliano il Paese e l’intero mondo, forse riusciamo a capire il forte e marcato astensionismo che sta portando sempre più gli elettori, in particolar modo le fasce più giovani, ad allontanarsi e a disamorarsi dalla politica. Un dato ed un fatto allarmanti che, senza plausibili soluzioni, non sappiamo dove potranno ancora portarci. Ma torniamo a questa ultima, infuocata e, per certi aspetti, tremenda tornata elettorale che, in certi frangenti, non ha disdegnato toni e atteggiamenti forti che, sicuramente, non fanno e non portano bene a nessuno. Situazioni incresciose che hanno evidenziato polemiche feroci e fuori luogo, spesso gratuite, personali e altamente lesive, una vera caccia all’uomo, come quelle inferte a danno del Presidente del Consiglio, diventato un bersaglio da abbattere ad ogni costo in seconda... Collegio di Santa Maria del Cedro ARTURO RICETTI, CON MERITO, SI RICONFERMA IN MAGGIORANZA L’ottimo Arturo Ricetti, eletto nel collegio di Santa Maria del Cedro con 2.355 preferenze ed una percentuale del 21,98%, è stato meritatamente riconfermato per la terza volta consecutiva alla Provincia. Arturo Ricetti, stimato ed apprezzato per l’attaccamento verso la politica pratica e concreta, siamo certi che continuerà, con la bravura che da sempre lo ha contraddistinto, l’opera intrapresa e portata avanti in questi dieci anni di mandato, raggiungendo altri grandi traguardi per Scalea e per l’intero territorio del suo collegio. www.scalea.it [email protected] www.calnews.it giugno - luglio 2009 L’OBAMA DI CASA NOSTRA! di GIOVANNI CELICO Mario Russo, il sindaco che consolida il risultato di amministratore più votato nella recente storia di Scalea, primo degli eletti, in ambito provinciale, nel PDL e con una percentuale tra le più alte nella regione, varca, per la terza volta, il portone della Provincia di Cosenza, peraltro con l’onere di dover rappresentare, in quell’assise, da solo e per i prossimi anni, gli interessi dell’intero collegio (Scalea, S. Nicola Arcella, Praia a Mare, Aieta e Tortora), grazie ad un consenso… bulgaro, un terzo in più, nella sua cittadina, rispetto ai voti racimolati da tutti gli avversari messi insieme. I competitori casalinghi, quelli “interni”, gli scaleoti per intenderci, raccolgono, da destra a sinistra, nel collegio, 3.041 voti mentre Mario Russo tocca il traguardo di 3.863 preferenze, migliorando, in numeri assoluti e in percentuale, rispetto alla volta scorsa, in un contesto nel quale, peraltro, ha votato il 64,66% degli aventi diritto. È una affermazione, senza se e senza ma, che apre una rotabile, una strada, un’autostrada, almeno nelle premesse e sulla carta, propedeuticamente più comoda, facile in terza... PROVINCIA AL CENTROSINISTRA E COLLEGIO AL CENTRODESTRA! La coalizione di centrosinistra batte al ballottaggio la coalizione di centrodestra e si riconferma alla guida della Provincia di Cosenza con il 56,72% dei suffragi. Il risultato è netto, senza se e senza ma, e la differenza, tra Gerardo Mario Oliverio, presidente uscente del centrosinistra, e Pino Gentile candidato a presidente per il centrodestra, l'ha fatta, certamente, l'impegno profuso dal governatore della Calabria, Agazio Loiero che, soprattutto con in terza... Grande soddisfazione per il nostro Alessandro Luongo ELETTO VICESINDACO IN PROVINCIA DI TORINO di MATTEO CAVA Dalle cittadine tirreniche di Praia a Mare e Scalea a Busano, in provincia di Torino, per fare il vicesindaco. Alessandro Luongo, nipote del collega e direttore Nando Manco, già negli anni scorsi aveva più volte tirato fuori la sua vena politica. Alcune volte il detto “Nessuno è profeta nella sua patria” trova conferma, anche se per Alessandro il tempo di misurarsi alle amministrative in Calabria non c’è stato. A Busano, un centro di circa mille e cinquecento abitanti, il giovane Alessandro Luongo, figlio di Elena Manco e Pasquale Luongo, in terza... La posta di Nando Manco: [email protected] STIMOLO AL DIBATTITO SOCIO-CULTURALE Un editore si complimenta per l’opera meritoria dimostrata dal nostro giornale e annuncia l’inserimento di un banner sempre visibile riguardante il Diogene. Un lettore elogia la maestria dimostrata da un muratore, autodidatta, rispettoso degli apetti millenari del Centro storico, nel recuperare un terraneo. Un altro ancora scrive di bidoni vuoti e di spazzatura disseminata per terra in periferia e di Piazza Caloprese bella e pulita. Infine, un nostalgico lettore polemizza con il Comune di Scalea, che invece di acquistare, come avviene per altri comuni, vuole vendere all’IACP il Convento Franescano. (ed altro...) nelle lettere... 2 Primo Piano giugno-luglio 2009 ...dalla prima ...PER MARIO RUSSO VITTORIA NUMERO TRE... e senza esclusioni di colpi, da parte di una sinistra che non sa più a che santo rivolgersi e che pesci prendere. Ogni frase pronunciata da Berlusconi (qualcuna a dire il vero, potrebbe risparmiarsela, stando perennemente sotto i riflettori di una certa parte politica e di media che non aspettano altro che metterlo alla gogna) diventa per la sinistra motivo e oggetto di accanimento e di argomentazioni chilometriche sterili e puerili che distolgono la politica dai problemi reali e gravi del Paese. In questo caos diventa davvero difficile e tragico governare. Sarà colpa di una classe politica litigiosa e frammentata che non pensa agli interessi dell’Italia ma ad intralciare il lavoro di chi governa, con l’unico e assoluto obiettivo di andare al più presto al voto, nella speranza di poter occupare le poltrone. Tornando alla strabiliante vittoria e riconferma del sindaco di Scalea nel consiglio provinciale di Cosenza, salta subito alla mente e agli occhi la grossa affermazione di consensi ottenuta nell’intero collegio ed il forte aumento di voti registrato a San Nicola Arcella (il più votato con 424 preferenze su 1.002 votanti). Praia a Mare, dal canto suo, non è stata da meno tributando al sindaco scaleota la bellezza di 853 voti (+ 473 rispetto a cinque anni fa). La sempre imprevedibile, incerta e difficile piazza di Tortora a Mario Russo ha riservato un gruzzoletto di 460 voti (+ 39 voti). Infine, nella piccola Aieta che presentava alla Provincia il sindaco in carica Gennaro Marsiglia, si è dovuto “accontentare” di 78 voti (+ 5 rispetto alle provinciali del 2004) che con questi chiari di luna non sono pochi, anzi diventano preziosi e utili. Archiviata ancora una volta e alla grande la “pratica” Provincia, a Mario Russo resta un altro anno di sindacatura a Scalea e, forse, un altro anno alla Provincia visto che, da qui alla primavera del 2010, per lui si prospetta un’altra battaglia alla Regione che, speriamo come sempre e per le fortune future di Scalea, lo possano vedere ancora vincente e protagonista. GENNARO LICURSI voti 912 - 6,60% Gennaro, ad ogni competizione elettorale, difficilmente salta gli appuntamenti che contano. Licursi, sulla base della lunga e irreversibile crisi di una certa sinistra, fa sempre la sua buona figura ritagliandosi un utile spazio che alla fine dei conti ha sempre la sua valenza. Se, nonostante tutto, nel bene e nel male, da oltre 20 anni riesce sempre ad avere la sua poltroncina in Consiglio comunale e, da un po’, ha allargato il suo trend politico alla Provincia con rispettabili risultati, qualche merito l’avrà. Rispetto alla partecipazione del 2004, un po’ di calo nei consensi c’è stato, ma alla luce di quanto sta succedendo nell’area di sinistra, diventa naturale. Licursi in questa competizione ha ottenuto un totale di 631 preferenze nella sua Scalea e 281 nei restanti centri del collegio, per un totale di 912 ed una percentuale del 6,60. Nel 2004 ottenne un totale di 1.085 voti, dei quali 839 interni e 246 esterni. Alla conta dei numeri, perde terreno in casa e guadagna seppur poco (35 voti) negli altri comuni del collegio, risultato che rappresenta sempre motivo di soddisfazione, in special modo se rapportato allo sgretolamento della sua coalizione e alla lotta fratricida che regna al suo interno. DANIELE DITO voti 782 - 5,66% La vera novità e sorpresa. Una persona pulita e corretta che si affacciava per la prima volta nel difficile e complesso scenario politico. A questo punto, a giochi fatti, si potrebbe parlare di vero outsider. Per Daniele Dito che correva, come Russo, per Gentile, 782 voti in totale con una percentuale del 5,66, di cui 579 interni e 203 esterni. Dopo l’ottima affermazione, per Dito, forse, si potrebbero aprire nuovi orizzonti politici alle amministrative del 2010. RAFFAELE CARDILLO voti 639 - 4,62% Nato e cresciuto a Scalea, da un po’ di anni vive e lavora nella vicina Praia a Mare dove è ben voluto e rispettato. D’altro canto, con Scalea e gli scaleoti esiste un rapporto idilliaco. A Scalea, dove da ragazzo era promotore di tante iniziative sportive e culturali, oltre a tanti parenti, ha lasciato amici che da sempre lo stimano e lo apprezzano per la sua disponibilità e cordialità. A Praia, invece, ha trovato la sua patria d’adozione, come si suol dire, una seconda casa ed una seconda famiglia. Alla sua prima esperienza politica ha ottenuto un risultato più che confortevole ed apprezzabile, a riprova che la serietà, la stima e l’affetto sono dei valori incommensurabili. Per “Rafilin(i)”, come lo conoscono e chiamano a Scalea, 90 voti interni e 549 esterni danno un totale di 639 voti ed una percentuale pari al 4,62. Per Cardillo, un ottimo esordio ed un attestato di stima che rinsalda ulteriormente la sua dirompente partecipazione. PALMIRO MANCO voti 534 - 3,86% Per Palmiro Manco si può parlare di ennesima delusione e conseguente sconfitta. A fronte di tante battaglie portate avanti con convinzione e determinazione, è il caso di dire che certe lotte ed atteggiamenti non pagano. (“I Verdi a volte sono peggio della grandine” ha recentemente dichiarato in una intervista il giovane e quotato Sindaco di Firenze del PD Matteo Renzi). Se per Mario Russo possiamo parlare, a chiare lettere e numeri, di cinque sonanti vittorie ottenute in dieci anni (19992009), tra partecipazioni alla Provincia e al Comune, per Manco possiamo parlare, purtroppo per lui ed i suoi sostenitori, di cinque brutte sconfitte accumulate in tredici anni senza nessuna affermazione (1996 e 2000 Comune, 2005 Regione e 1999 e 2009 Provincia). L’ostinazione di volersi presentare a tutti i costi con un partito come i Verdi, ormai in tutt’Italia allo sfascio totale, non lascia, certamente, margini di successo. Se a ciò, poi, aggiungiamo un approccio probabilmente sbagliato nel porsi durante la campagna elettorale, improntata su toni forti e a tratti spregiudicati, intuiamo e capiamo certi deludenti risultati. A questo punto potremmo parlare di segnale preciso dell’elettorato nei suoi confronti e, per lui, dall’ormai lontano 1996, solo illusioni e rospi amari da ingoiare. Nell’intero collegio è riuscito a raggranellare, in totale, 534 voti, di cui 484 interni ed appena 50 esterni. Se partita ci doveva essere con il candidato del PDL, come predicato e sostenuto in campagna elettorale, mai partita c’è stata. Palmiro Manco è arrivato, addirittura, quinto dietro Russo, Licursi, Dito e l’altro scaleota Cardillo. È sempre bello avere delle passioni, ma quando certe passioni, con il passare degli anni, non sono supportate e ripagate con traguardi ed un minimo di gratificazione, sarebbe opportuno fare una giusta analisi ed una obiettiva autocritica per abbandonarle e sceglierne, quantomeno, altre più consone a ciò che si è e si rappresenta effettivamente. ANTONIO FORESTIERI voti 260 - 1,88% Il tramonto di falce e martello lascia, a convinti idealisti, come Antonio Forestieri, un pugno di mosche in mano, un partito allo sbando e tanto vuoto. Una sinistra ormai inesistente ed in forte crisi di di NANDO MANCO identità. Un profondo rosso che lascia a casa politici ritrombati, come Oliviero Diliberto. La coerenza e la serietà di persone corrette e capaci come Antonio non bastano. Forse per il coraggioso e intrepido Antonio Forestieri, dopo tanto impegno e poco profitto, è giunta l’ora di abbandonare questa carretta che fa acqua da tutte le parti. Dopo lo sdoganamento alle amministrative del 2000, pensavamo che per Antonio fosse iniziata una fase protesa su linee politiche più moderate e meno estremistiche, rispetto ad un partito come quello dei “Comunisti italiani”. Come sempre, Antonio Forestieri ha condotto una campagna elettorale seria e corretta, senza isterismi e bramosie, allo stesso tempo diretta ma mai offensiva e lesiva nei contenuti e nelle espressioni. Antonio ha totalizzato 260 consensi che oseremo definire, in tutta la loro quasi interezza, personali e in minimissima parte di partito. Il calo vertiginoso della sinistra e la frammentazione partitica, inesorabilmente, hanno danneggiato logicamente, in qualche modo, anche il malcapitato Forestieri che perde, in totale, rispetto a cinque anni fa, 95 voti, di cui 40 interni. Antonio Forestieri trovando la collocazione giusta, magari in un’area politica più moderna ed al passo coi tempi, tra un anno, come avvenuto in un recente passato quando ha ricoperto egregiamente e con impegno ammirevole la carica di assessore, potrebbe ritrovarsi in un gruppo proteso alla conquista della guida amministrativa della città per poter mettere a disposizione della collettività il suo bagaglio politico e l’esperienza accumulata nel tempo. MARÇELO FORTE voti 127 - 0,91% Marçelo Forte, dopo una fugace apparizione alle amministrative del 2005, inaspettatamente riprova a ritornare in sella in vista delle Provinciali. Per Marçelo 127 voti totali, di cui 100 tondi a Scalea, città che ha scelto dove vivere e lavorare, già da qualche tempo. Per Marçelo questa esperienza è stata, se non altro, una iniezione di visibilità che, per un giovane intraprendente imprenditore, può sempre avere un suo ritorno. Per Marçelo non era facile scontrarsi, nella stessa coalizione di centrodestra, con fuoriclasse della politica e macchine da voti, come il sempre vincente Mario Russo e la rivelazione Daniele Dito, che pur essendo all’esordio, aveva alle spalle un entourage organizzato e attivissimo. FRANCESCO BRUNI voti 91 - 0,65% Una candidatura dell’ultima ora e più che altro di servizio per il giovanissimo Francesco Bruni che ha scelto, per l’esordio in politica, il centrodestra di Pino Gentile alla Provincia. Per lui, 75 voti interni e 16 esterni. Punti vendita: SCALEA - Via Lauro, 240/264b Fabrizio 328.7514238 Matteo 328.1284855 3 Primo Piano giugno-luglio 2009 L’OBAMA DI CASA NOSTRA! ...dalla prima di GIOVANNI CELICO ...dalla prima e transitabile, per il rinnovo del consiglio comunale ro, almeno quello prossimo, di Scalea che dovrà, locale, alla maggioranza uscente che amministra per necessità, non potendosi ricandidare a sindaco, l’ente da quasi dieci anni, e, soprattutto, disegna usare in modo oculato se vorrà, appunto, assicurascenari nuovi per le consultazioni, almeno quelle rere una continuità senza traumi. Scalea è una comugionali, dell’anno prossimo. Questi risultati, stando nità di consolidate tradizioni, una cittadina accoalle cifre, interrogano profondamente e pongono gliente e colta, un centro, anche e soprattutto, problemi seri a quanti, da sempre o da poco, nelle turistico conosciuto, nel bene e nel male, a livello diverse formazioni, a sinistra come a destra, si sono internazionale, con una popolazione laboriosa, seposti o si apprestano a mettersi in concorrenza con ria e impegnata, con una economia, pur con i limiti questo sindaco “uscente” e con la sua forza, se vorposti da questo tempo disgraziato, vivace: se si poranno correre con una qualche utilità per il governo tesse imprimere una accelerazione a tutto ciò, con cittadino, tra 365 giorni: bisognerà inventarsi modi il concorso dei più, per favorire, ad esempio, la nuovi, forse, di fare politica, atteso che ad esempio creazione del porto turistico e l’affermazione anche l’attacco, talora sopra le righe, utilizzato anche in di un piccolo aeroporto, forse si riuscirebbe a dare questa tornata, non ha pagato, anzi è stato ampiarisposte più concrete ai tanti problemi che attanamente controproducente! Forse si potrebbe immagliano, oggi, l’economia zonale. A questo, comunginare e di conseguenza lavorare per realizzare una que, deve e dovrà dedicarsi Mario Russo e spen“tregua cittadina”, (una “pax scaleota”?), nel cui amdersi a tutti i livelli, cioè far valere la sua forza bito le potenzialità migliori potrebbero trovare utile elettorale perché i progetti più utili si concretizzino collocazione, in maggioranza o minoranza, per coe diventino realtà operative. Dai banchi del consistruire un percorso condiviso nel quale Scalea poglio provinciale o da quelli, perché no, del consiglio trebbe giocare, rilanciandosi, un ruolo più che poregionale dovrà inventarsi una strategia che porti sitivo nello scacchiere zonale e regionale: utopia? questo comprensorio all’attenzione dei centri deciChissà! Però, se questa ipotesi dovesse essere liquisionali, quelli dove si fanno le scelte: il collegio ne data come un sogno di mezza estate o peggio vaha bisogno, ha necessità di avere punti di riferimennificata, per meschini calcoli, anche la stessa vita to sicuri, ha l’ansia che qualcosa di nuovo accada collettiva potrebbe registrare una ulteriore involuanche in questo, dimenticato da tutti, alto Tirreno zione e potrebbe, specie la classe dirigente attuale, cosentino! Auguri sindaco Russo, auguri consigliere ancor più, perdere peso specifico. L’“Obama di caprovinciale Russo, auguri… Mario Russo e auguri ai sa nostra”, come qualcuno ha simpaticamente defituoi avversari: insieme a quelli dotati di buona vonito Mario Russo, in realtà, ha dimostrato di avere lontà si potrà meglio costruire un domani più sicuro saldamente nelle mani il pallino elettorale del futue positivo per tutti! ...dalla prima PROVINCIA AL CENTROSINISTRA E COLLEGIO AL CENTRODESTRA! la macchina elettorale “sanitaria”, ha dato una mano determinante a costruire questa non facile vittoria, arrivata al secondo turno. Invece, nel Collegio Provinciale Scalea-Praia, dove ad essere stato eletto, al primo turno, è il solo Mario Russo, attuale sindaco di Scalea, che ha ricoperto la stessa carica di consigliere provinciale nelle due passate legislature, il trend positivo per il centrodestra è continuato e, in alcuni casi, si è rafforzato. Ma ecco i risultati, in percentuale, comune per comune: Aieta: 39,15% al centrosinistra (121 voti) e 60,84% al centrodestra (188 voti); Tortora: 40,08% al centrosinistra (598 voti) e 59,91% al centrodestra (894 voti); S. Nicola Arcella: 36,68% al centrosinistra (311 voti) e 61,31% al centrodestra (493 voti); Scalea: 41,06% al centrosinistra (1.480 voti) e 58,93% al centrodestra (2.124 voti); Praia a Mare: 51,81% al centrosinistra (1.256 voti) e 48,18% al centrodestra (1168 voti). Il centrosinistra racimola, nel collegio, 3.766 voti mentre al centrodestra vanno ben 4.867 voti: con ciò si conferma, anche facendo un paragone con tutti gli altri della Provincia, con le percentuali del primo turno e tenendo conto dei flussi elettorali, che il collegio Scalea-Praia è saldamente, ormai, nelle mani del centrodestra e, soprattutto, di Mario Russo che, in questi anni ha costruito una base elettorale formidabile. Bisognerà vedere ora come il sindaco di Scalea, peraltro primo eletto in Provincia per il suo raggruppamento, potrà, vorrà e saprà sfruttare questo andamento così positivo. Bisogna mettere in conto che, questa popolarità tanto radicata, potrebbe essere utilizzata nella corsa per le ormai imminenti regionali che si terranno l'anno prossimo. Una riflessione a parte merita la crisi del centrosinistra nel collegio che sembra ormai irreversibile: forse è tempo di cambiare classe dirigente, ma questo è un problema ed un compito che, volentieri, lasciamo, insieme all'analisi dei risultati, agli esponenti di quel raggruppamento! (G.C.) Grande soddisfazione per il nostro Alessandro Luongo ELETTO VICESINDACO IN PROVINCIA DI TORINO di MATTEO CAVA da sempre esponente del centrodestra a Praia a Mare (ha ricoperto la carica di presidente di An) ha trovato la sua prima e meritata affermazione. Alessandro Luongo, oggi un noto avvocato con studio legale a Busano, è stato eletto al Senato accademico dell’Università degli studi La Sapienza di Roma nel triennio 2000/2003, già consigliere della Facoltà di Giurisprudenza. Più volte è stato relatore in vari convegni politici di interesse storico-culturale e promotore di iniziative per la risoluzione di problematiche sociali. Da ragazzo, ha frequentato il Liceo Scientifico “Metastasio” di Scalea e tutta la trafila del settore giovanile dell’U.S. Scalea, fino ad arrivare alla prima squadra (era un bravissimo e promettente portiere, appassionato tifoso juventino), lasciando nella cittadina scaleota tantissimi amici ed un bellissimo ricordo che, almeno tre volte all’anno rinverdisce con le sue venute. «La sua esperienza politica e la competenza nel settore giuridico -si legge sul sito della lista di Busano- diventeranno un valore aggiunto per l’attività amministrativa». Alessandro Luongo ha sostenuto l’ex sindaco Giambattistino Chiono del centrodestra che è tornato vittorioso alle ultime elezioni amministrative. «La sua vittoria fanno sapere da Busano - si deve probabilmente ad un’opposizione dura sui banchi consiliari. La lista “Risvegliati Busano”, nel proporsi alla guida del comune per i prossimi cinque anni, individua nel rapporto con le istituzioni l’anello mancante per riuscire a vivere in quella che vogliamo sia una comunità partecipativa». La nostra ambizione -spiegano Alessandro Luongo ed il suo sindaco Giambattistino Chiono- è, dunque, quella di superare il pregiudizio di un Palazzo di Città chiuso in grado di fornire solamente risposte burocratiche lente e farraginose». Il nostro Alessandro Luongo, al quale vanno i più sentiti e sinceri auguri per una grande e luminosa carriera politica e professionale, oltre alla delega di Vicesindaco, ha avuto l’assessorato ai Lavori Pubblici. Una bella soddisfazione per Alessandro, giovane calabrese che in pochi anni si è fatto apprezzare e stimare in una cittadina piemontese piccola come Busano, a dimensione d’uomo ma, nello stesso tempo, importante, piena di fabbriche, lavoro e ricchezza, dove tanto si può fare e dare. CHE BELLO UN AMBIENTE SENZA VERDI di PIETRO CALABRESE Come sarebbe bello l’ambientalismo italiano se non ci fossero i Verdi a volerlo gestire. Alzi la mano chi risponderebbe di “no” alla domanda: vuoi il mare e le coste pulite? O chi invece direbbe “si” a quest’altra: vuoi che i tuoi figli vivano in città più inquinate? Siamo tutti verdi, ambientalisti, ecologisti. Amiamo tutti la natura, le caprette belanti e le rondini che fanno primavera. Trovandoci in campagna, non possiamo fare a meno di notare che le lucciole sono tornate. A scanso di venire equivocati diciamo subito: le lucciole in Italia abbondano già da qualche anno! Sarebbe un’eccellente notizia, ma i Verdi non condividono questo entusiasmo e il motivo è semplice. Più lucciole vuol dire meno inquinamento e meno inquinamento vuol dire meno allarmismo sul quale gli ambientalisti campano. Me ne assumo totalmente la responsabilità, ma mi piacerebbe che si potesse fare in Italia un dibattito serio sul reale stato di salute del nostro Paese. Un dibattito nel quale chi afferma che i Verdi gestiscono in maniera schizofrenica le notizie su allarme ambientale e inquinamento non venisse tacciato di lesa maestà e bandito dal consesso sociale. Qualcuno di voi ha sentito un Verde, che so, magari un Pecoraro Scanio, che in un recente passato tuttoleggiava su qualunque argomento dello scibile umano, dire una parola sull’argomento siccità o desertificazione o sparizione delle coste? No, tutti zitti, perché siamo appena venuti fuori (speriamo) dall’inverno più piovoso e freddo dell’ultimo secolo. È piovuto così tanto che certi giorni avevamo l’impressione di vivere in un film finlandese girato nella nebbia. A me piacerebbe sentire un Verde, magari uno degli ultimi rimasti (vera specie in estinzione) che di tanto in tanto piangono e si strappano le vesti, aprire bocca e ammettere: «Scusate ci siamo sbagliati, ogni tanto capita anche a noi di dire corbellerie». (Tratto da Magazine Corriere della Sera) 4 Primo Piano PER L’ELEZIONE DI RUSSO ESULTANO ANCHE I COMMERCIANTI IL SINDACO REVOCA LE DELEGHE ALLA VICE BARBARA MELE di GIUSY PUGLIESE «La riconferma alla carica di consigliere provinciale del sindaco Mario Russo, rappresenta un segno di grande continuità per l’intero territorio». Lo ha dichiarato Salvatore Chimenzo, presidente della Conf.Art. l’Associazione Commercianti, Artigiani, Pubblici Esercizi e Attività di Servizi, da qualche mese costituitasi a Scalea. «Sono certo -ha sottolineato- che Mario Russo continuerà a rafforzare la collaborazione tra l’Alto Tirreno Cosentino e la Provincia, nell’interesse generale dello sviluppo del territorio, fondamentale per il nostro futuro». Salvatore Chimenzo e i componenti della Conf.Art. di Scalea, nell’esprimere grande soddisfazione per la rielezione di Mario Russo, hanno dichiarato: «Il largo consenso ricevuto da Russo, in queste elezioni provinciali, è una cosa molto positiva non solo per Scalea. Un successo che arriva dopo un lungo confronto con i cittadini del Collegio di Scalea, di cui fanno parte San Nicola Arcella, Praia a Mare, Tortora ed Aieta. A lui -continua Chimenzo- va il riconoscimento dell’intera Associazione per l’impegno profuso nel suo precedente mandato. Siamo sicuri che i prossimi anni saranno quelli di una grande collaborazione tra la Provincia di Cosenza, gli Enti locali e le Forze sociali-economiche del nostro comprensorio. L’Alto Tirreno Cosentino -conclude Chimenzo- deve diventare un territorio attraente e la collaborazione con la Provincia dovrà essere, senza dubbio, indispensabile per questo obiettivo». giugno-luglio 2009 «Continuerò a lavorare per la collettività anche come semplice consigliere» di MATTEO CAVA Elezioni... meteo Il sindaco di San Nicola Arcella, Domenico Donadio, ha revocato le deleghe di vicesindaco e di assessore al Bilancio, a Barbara Mele (foto), motivando la decisione con il deterioramento dei rapporti personali. Sulla questione è intervenuta la stessa Barbara Mele, che alle elezioni amministrative del 2006 è risultata la più votata ottenendo consensi pari al 30 per cento di quelli raccolti dall’intera lista. «Chiedo al sindaco di far conoscere -scrive in una nota Barbara Mele- alla cittadinanza e a me stessa quali sono i motivi personali che lo hanno indotto a decidere per la revoca delle deleghe. È bene precisare che sono molto impegnata in progetti già avviati da tempo e che porteranno beneficio all’intera cittadinanza. Mi suona quantomeno strana questa decisione carbonara. Voglio sottolineare che non ho mai votato contro, nè in Giunta, nè in Consiglio, rimanendo sempre ben integrata nella linea espressa dalla maggioranza. Se incomprensio- L’ALBA DEL GIORNO DOPO MARIO RUSSO di GIAN ENRICO ZAMPROTTA Otto giugno 2009, mattina, sfogliando i giornali ed ascoltando le notizie televisive sono andato in confusione, non riuscivo a capire se si parlava di politica oppure di previsioni del tempo. “Spira un vento di destra su tutta Europa”, “Una pioggia di voti ha trovato fertile terreno in...” , “Una vera e propria tempesta si è abbattuta sul centro sinistra”, “È stata una disastrosa bufera a frenare le speranze del candidato...”, “come un inaspettato nubifragio, provincie tradizionalmente..., hanno cambiato colore”, ecc. ecc. Tutti titoli che, come per lo sport, tramutano i media in bollettini di guerra, in questo caso hanno mutuato i termini degli istituti meteorologici, per evitare di esprimere opinioni e pareri che, domani, con un eventuale cambiamento di ”vento”, potrebbero dover essere giustificati. Ma, tutto ciò è offensivo per il comune elettore, uomo della strada, che si è recato al seggio con l’intima convinzione di partecipare, di esprimere, con forza la propria volontà, di voler finalmente dare il suo apporto al cambiamento, qualunque esso sia. I professoroni del politichese, però, hanno stravolto tutto questo e l’elettore, tapino, rimirando la propria scheda elettorale con un timbro in più, si chiede: “chi sa se domani pioverà?”, poi alzando gli occhi al cielo si accorge che c’è molto più Azzurro, che il vecchio proverbio: Rosso di sera bel tempo si spera, si è perso nei meandri delle urne elettorali. Se poi chiede a qualcuno: “Ma chi ha vinto alle elezioni europee ed a quelle amministrative?”, qualche altro elettore, anch’egli confuso dalle meteo-elezioni, rischia di rispondere: “un certo Ber.. Ber...Bernacca”. Ambedue sentono risuonare nelle orecchie la roca voce di un noto cantautore che canta: “... e il cielo è sempre più blu...”. Mi auguro che tutto questo grande sproloquio di termini meteorologici, in definitiva, porti ad un sereno stabile e duraturo nell’interesse degli italiani. IL CANDIDATO PIÙ VOTATO IN TUTTA LA PROVINCIA Con 3.863 preferenze raccolte nel collegio di Scalea è il primo in assoluto per voti raccolti di tutte le coalizioni Le frasi del giorno dopo Il dato elettorale del consigliere provinciale uscente, capogruppo di Forza Italia al consiglio provinciale, ormai archiviato, conferma e, anzi, rinforza la posizione di Mario Russo. 3.863 preferenze lo pongono al vertice di tutti i candidati che hanno concorso per tutte le coalizioni alle elezioni provinciali. Mario Russo ha espresso soddisfazione per il risultato ottenuto. I dati sono inconfutabili: «Voglio ringraziare tutti gli elettori che hanno inteso darmi la loro fiducia e che mi hanno affidato, una grande responsabilità. L’ho detto in campagna elettorale: ero il candidato dell’intero collegio ed il risultato è stato straordinario in tutti comuni del collegio, da Scalea ad Aieta. Ho subito attacchi personali e qualcuno, anche nella stessa coalizione, ha fatto combriccola con esponenti del gruppo contrario per combattere il “nemico”. Gli elettori -ha aggiunto Mario Russo- hanno dimostrato però grande maturità e mi hanno dato un consenso più alto rispetto a cinque anni fa, impresa ardua per il gran numero di candidati locali. Il confronto deve avvenire su temi che si rifanno alla politica con la “P” maiuscola». ni ci fossero state, quindi, all’interno della compagine amministrativa uscita vittoriosa dalle elezioni del maggio 2006, sarebbe stato più opportuno discuterne all’interno della maggioranza stessa e quindi chiarire i fatti in modo cristallino all’interno del gruppo. Ora il sindaco ha invece costruito una maggioranza trasversale scomodando persino l’opposizione alla quale ha “regalato” un assessorato. Lascio mal volentieri l’incarico di vicesindaco e di assessore, non perché sono attaccata alla poltrona, ma perchè ho lavorato con costanza e impegno per il bene della collettività e chi mi conosce sa bene quanto del mio tempo ho speso e continuerò a spendere per San Nicola Arcella. Grazie ai miei rapporti con gli enti sovracomunali posso elencare con orgoglio il frutto del mio lavoro: 500 mila euro per i lavori di rifacimento in Via Ruffilli, 480mila per l’accordo di programma quadro con sistemazione nelle zone Pietrascivola e Marinella; 60mila euro per la realizzazione del campanile, 98mila per la ristrutturazione della scuola media. La mia attività ha garantito al Comune il finanziamento di numerosi progetti alla scuola e diversi fondi per progetti nel settore della Cultura. Ecco i motivi scrive in conclusione Barbara Mele - per cui ritengo che le decisioni personali del sindaco vadano in contrasto con il bene della collettività. Allora, si facciano conoscere alla cittadinanza i termini dell’accordo con la minoranza: se si tratta di un’intesa solo con un consigliere, divenuto assessore, o con l’intero gruppo dell’opposizione; se è un accordo politico, su quali basi poggia, o se c’è dell’altro. In ogni caso il mio impegno verso la collettività non verrà meno e anche senza le deleghe sarà ancora più rafforzato». Una Barbara Mele, emozionata ma nello stesso tempo determinata, in una piazza gremita come non mai, ha incontrato i cittadini di San Nicola Arcella. Erano presenti, per ascoltare le sue ragioni, non solo i sannicolesi, ma persone provenienti da tutto il circondario in segno di affetto, stima e solidarietà verso una giovane donna che si è sempre prodigata per la collettività ed in particolar modo, per le fasce sociali più deboli, al di là di appartenenze partitiche e politiche. A SVOLGERE CORSI PER IL RILASCIO DELLA QUALIFICA DI: Operatore Commerciale – Settore Alimentari Agente e Rappresentante di Commercio Somministrazione Alimenti e Bevande - REC Agente Affari in Mediazione Immobiliare Libretto di Idoneità Sanitario (Rilascio/Rinnovo) Responsabile del Servizio Prevenzione 626 - (RSPP) Addetto al Primo Soccorso Aziendale D.M. 388/03 Brevetto di Bagnino di Salvataggio Per le Iscrizioni Rivolgersi a: ConfesercentI (Scalea) Via P. Mancini, 75 - 87029 - Scalea (Cs) Tel. e Fax 0985.271780 - Cell. 347.8207202 Viaggi & Vacanze giugno-luglio 2009 ...dalla prima Per il ministro Brambilla serve un marketing turistico con meno burocrazia e più infrastrutture FARE ARRIVARE DA TUTTO IL MONDO PIÙ TURISTI IN ITALIA di GIANNA FREGONARA Un italiano su due non ha ancora prenotato le vacanze, quanto pesa la crisi sul settore del turismo? «Anche se è prematuro fare bilanci devo dire che i dati di questi primi mesi sono addirittura in controtendenza perché sia le vacanze invernali che i ponti di Pasqua, del Primo maggio e del 2 giugno, nonostante il brutto tempo, hanno registrato, nel complesso, incrementi rispetto all’anno scorso». Come lo spiega? «Questo risultato si deve a due fattori: un maggior numero di italiani che, soprattutto per ragioni economiche, ha preferito restare in Italia anziché recarsi all’estero e poi ventagli di offerte e pacchetti turistici molto più competitivi perché, ovviamente, le nostre imprese hanno saputo reagire con tempestività a questa crisi». E gli americani? Da Oltreoceano ne sono arrivati pochi di turisti in questi mesi. Che cosa si può fare? «I flussi dagli Usa sono diminuiti in tutta Europa. Ma sono convinta che questa tendenza comincerà a invertirsi a breve. Proprio in questo periodo, è in corso una forte promozione del nostro Paese attraverso la messa in onda sui principali canali televisivi degli Stati Uniti e del Canada del nostro nuovo spot “Italia much more”». Lei pensa di promuovere la candidatura dell’Italia per ospitare qualche grande evento nei prossimi anni? «Certamente, ci stiamo lavorando. Nel frattempo abbiamo la fortuna di ospitare i Giochi del Mediterraneo del mese di giugno e l’imminente G8, che sono occasioni che ci stiamo attrezzando per cogliere al meglio anche sotto il profilo turistico e di promozione dell’immagine dell’Italia nel mondo». I turisti stranieri si lamentano per i prezzi vertiginosi nelle città italiane come Firenze o Venezia. Prenderà qualche provvedimento? «I prezzi di queste due città non sono certamente maggiori di quelli praticati in altre grandi capitali del turismo europee». Per esempio? «Il problema è quello di un sistema di servizi - logistica, trasporti e altro - che è ancora molto carente ed è questo il costo che oggi maggiormente ci penalizza». Che cosa farà per sostenere le mete del turismo “minore” fuori dai circuiti classici, tipo Roma? «È improprio chiamarlo turismo minore perché il nostro Paese è in grado di offrire centinaia di itinerari e di location che, anche rispetto a città come Roma, non sono meno attraenti e suggestivi. Strutturare questo diverso sistema d’offerta è l’obiettivo a cui ora stiamo intensamente lavorando. È questo, per esempio, il caso degli itinerari enogastronomici». E per il Sud? Come si possono migliorare le infrastrutture al Sud? «Solo una vera programmazione di sistema, quella che nel nostro Paese manca da vent’anni, può risolvere il problema del Sud che pure dispone di bellezze incomparabili ma non attrae ancora turisti in maniera adeguata, principalmente a causa di una rete di trasporti e di collegamenti insufficiente». Alcune regioni protestano perché è ricomparso il ministero del Turismo, che toglie loro competenze. «Non mi pare proprio che sia così. Anzi, in più occasioni, nel corso di quest’anno, sono state proprio le regioni a porre l’esigenza di un piano di programmazione che, a livello nazionale, supporti e coordini le iniziative che vengono assunte per la promozione e per lo sviluppo del turismo, a livello regionale e territoriale. Ora si tratta di dare concretezza a un’esigenza che sta a cuore al Governo come a loro». Alitalia e Ferrovie chiedono di pensare a pacchetti integrati, per facilitare e invogliare i turisti, che cosa può fare il ministero? «Non ho certo aspettato di essere ministro per prendere iniziative in tutte queste direzioni e devo dire che ho trovato interlocutori pronti alla massima collaborazione. Proprio all’interno del comitato di lavoro che ho istituito presso il ministero del turismo insieme ad Alitalia, sono in fase di definizione pacchetti d’offerta molto interessanti e iniziative di promozione congiunta». Lei crede nei low cost? «Credo in tutto ciò che possa favorire lo sviluppo della nostra offerta turistica». L’Italia della Brambilla è l’Italia dei grandi alberghi o del bed and break-fast? «Più variegato e flessibile sarà il nostro sistema d’offerta e più riuscirà a intercettare i turisti che si muovono per il mondo e che, nel 2010, saranno già più di un miliardo. Questo inarrestabile fenomeno rappresenta per lo sviluppo della nostra economia una straordinaria opportunità». Ministro dove andrà in vacanza? «Per ora mi occupo di far venire in vacanza in Italia il maggior numero di turisti». LA SCHEDA COSA CAMBIA CON LA SUA NOMINA Nel primo anno del IV governo Berlusconi, Michela Vittoria Brambilla era sottosegretario per il Turismo presso la Presidenza del Consiglio. Ora, col passaggio a ministro, la principale differenza è che, in quanto tale, partecipa al consiglio dei ministri e dunque contribuisce alla politica del governo su tutte le materie. È nominato e giura davanti al Presidente della Repubblica. Il ministero del Turismo istituito, poi, è senza portafoglio (come, per esempio, quello per le Regioni, per le Pari opportunità, per le Riforme) cioè non ha un dicastero proprio con una struttura autonoma. Il sottosegretario, che giura nelle mani del premier, delegato dal ministro o dal premier, può intervenire al posto del ministro nelle commissioni parlamentari. 5 L'angolo ottuso di Luca Grisolia L'UFFICIO TURISTICO È LA PORTA DELLA CITTÀ… Non può e non deve mancare, all'arrivo o in presenza di villeggianti, un posto dove si possono reperire informazioni sul territorio in un paese che vive di turismo. Qui a Scalea ne avevamo uno che non ha mai funzionato a dovere ma almeno era aperto ed era nel centro. Adesso lo abbiamo spostato nella biblioteca comunale, dove potrebbe anche stare bene, ma non è mai aperto, se non in orari alterni e solo di mattina. Insomma per chiedere qualche informazione bisogna svegliarsi presto e prendere il numero quasi come dal medico. Facciamo qualcosa al più presto. Inoltre vorremmo attirare l'attenzione sul servizio di trasporto pubblico urbano. Questo servizio non è indicato da nessuna parte: vorremmo sapere dove si fermano gli autobus e quando passano. Perché non si evidenziano le fermate? Magari con una scritta “bus stop” sull'asfalto. Tutte queste “fesserie” come qualcuno potrebbe definirle, fanno di una città un paese civile e più vivibile. Nel prossimo numero approfondiremo l'argomento “verde pubblico ”, riguardante gli ingombranti pini di piazza Aldo Moro che impediscono la visuale verso il centro storico e la monumentale chiesa di San Nicola in Plateis. Inoltre, addossati alla architettonica facciata (Piazza Padre Pio) possiamo notare due grossi alberi selvatici (dovrebbe trattarsi di volgari sambuco) “i fitiint(i)” che coprono letteralmente la parete sopra descritta e che se spezzati dal vento o tagliati per una possibile potatura, emanano uno sgradevolissimo odore. 6 Viaggi & Vacanze FERIALE E FESTIVO MILLE MODI DI DIRE VIAGGIO di BEPPE SEVERGNINI di FRANCESCO LAPROVITERA Il viaggio è come l’amore: molti ne parlano senza farlo. I motivi sono gli stessi: mancanza di tempo, di occasioni, di preparazione, di compagnia, di stimoli (e denaro! aggiungerà qualcuno). Esiste una competenza diffusa, sul viaggio, non sempre collegata all’esperienza. Non c’è scrittore, poeta, intellettuale o collega d’ufficio che, sul tema, non abbia sparato sentenze. Alcune sono geniali, altre banali; ce ne sono di utili e splendidamente inutili. Shakespeare, per esempio, era un genio. Ma Giulietta e Romeo non soffrivano certo di jet-lag (semmai di vertigini, vista la fissa per i balconi). «Il mondo è un libro, e chi non viaggia legge solo una pagina» Sant’Agostino non era il tipo da villaggio-vacanze. Nato a Tagaste - oggi in Algeria - era di etnia berbera, ma di cultura ellenistico-romana; all’età di 29 anni s’imbarcò di nascosto per l’Italia (la madre non voleva mollarlo: tipico). Visitò Roma, poi Milano, tornò in Africa, a Cartagine e Ippona: imparò, cambiò, spiegò, lottò. La frase che abbiamo scelto dimostra come l’uomo, una delle menti più brillanti dell’antichità, avesse capito una cosa: muoversi aiuta a capire. Il bagliore della comprensione, la sensazione di aver trovato i collegamenti misteriosi della realtà, è una forma di felicità. Forse, tra tutte, quella più a portata di mano. mento dell’aeroporto: è il suo mantra da viaggio. «So bene quello che sfuggo, ma non quello che cerco» La dichiarazione è di Montaigne, geniale misantropo. L’ho scelta perché rassicurante. Partendo, sappiamo bene cosa ci lasciamo alle spalle (l’abitudine, la casa, il lavoro, amici e conoscenti), ma non sappiamo esattamente cosa troveremo. Ciò è fonte d’ansia per alcuni; d’eccitazione per altri. L’atteggiamento giusto è quello di Marco Polo (verso est) e Cristoforo Colombo (verso ovest): vado a vedere, poi vi racconto. «Quand’ero a casa, ero in un posto migliore; ma i viaggiatori devono accontentarsi» William Shakespeare (As You Like It) forse intendeva dirci: non lamentatevi; preparatevi, invece. I viaggi vanno studiati prima, per ridurre gli inconvenienti e godersi gli imprevisti. Se per un fine settimana a Copenhagen bastano una guida turistica e una mappa, una visita a Kabul richiede qualche sforzo in più (soprattutto se si vuole tornare indietro). Evitate però di pianificare tutto, riempiendo ogni momento della giornata. Siete viaggiatori, non uomini d’affari. Se non lasciate spazio alle coincidenze e alle sorprese, queste si guarderanno bene dal farvi visita. Serendipity: trovare quello che non si cerca. Fatene il vostro motto. «Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone» John Steinbeck era un artigiano della frase: e questa gli è venuta proprio bene. A dire il vero molte persone, i viaggi, li fanno (altri invece si lasciano trasportare). Ma non c’è dubbio che l’esperienza sia formativa. Il viaggio offre stimoli e obbliga ai confronti. Quando ascolto commenti razzisti - e succede, negli ultimi tempi - non mi metto a discutere. Dico: «Fatti un giro fuori, magari fuori d’Italia. Quando tornerai dirai meno cretinate». IL DECALOGO DEL PERFETTO TURISTA «Quella del viaggio è una condizione nient’affatto banale. Lontano da casa le difese si abbassano: ci si rilassa e, in vacanza dagli obblighi sociali, ci si mostra finalmente per quello che si è. Curiosi o appagati, metodici o disorganizzati, quasi sempre buffi». In una nuova raccolta, che comprende i bestseller Italiani con valigia e Manuale del perfetto viaggiatore, Beppe Severgnini aggiunge una serie di buoni motivi per visitare i suoi luoghi del cuore (Lombardia, Sardegna, Europa e gli USA) e racconta «dieci viaggi speciali», compiuti negli anni 2000 per il Corriere della Sera (dalla Germania dei Mondiali all’America di Obama, da un volo nel Kosovo a un giro in Ferrari col figlio Antonio). Diventare «perfetti turisti»? Non esistono posti noiosi, non esiste un viaggio senza un inconveniente, non esistono bagagli troppo leggeri; e se leggete/sentite le parole «Vip», «élite» ed «exclusive», alla larga! Infine, la regola d’oro: «Ogni viaggio è uno spettacolo. A pensarci bene anche ogni viaggiatore». «Chi vuol viaggiare felice deve viaggiare leggero» Il Piccolo Principe, citato da Saint-Exupéry, aveva le idee chiare: mai esagerare col bagaglio. Abbiamo dimenticato qualcosa? Sono pochi i luoghi del mondo dove non si possa acquistare (e dove noi italiani rinunciamo a farlo). Per una settimana, il bagagliaio a mano è sufficiente. Soprattutto se il trasferimento prevede un cambio d’aereo, e il rischiosmarrimento aumenta. Il trollista - bel nome mitologico - ama il rumore delle rotelline sul pavi- GLOBAL SERVICE INVESTIGAZIONI Il Metastasio Ristorante Pizzeria specialità di mare Via Rimoli Sede Legale ed Amm.va Strada Nova, 7 - 87032 AMANTEA (CS) Sede Operativa: Lecce e Provincia / Catanzaro e Provincia Tele/fax: 0982/320005 - Cell. 347/2879784 - 347/4720827 [email protected] P.I. 02691830786 SEZ. INVESTIGATIVA SEZ. INFORMATIVA Informazioni generiche Investigazioni civili e penali Informazioni commerciali Inchieste speciali Informazioni industriali Infedeltà coniugale Infomazioni pre-acquisto Indagini pre-post matrimoniali Informazioni pre-assunzione Rintraccio persone scomparse Controllo tutela minori Visure tribunale Servizio di portierato c/o enti pubbl. e priv. Visure catastali Bonifiche telefoniche ambientali Visure protesti Accertamenti patrimoniali Antitaccheggio negozi e magazzini Accertamento per recupero crediti Sicurezza giugno-luglio 2009 Ai piedi del Centro storico Scalea Tel/Fax: 0985.272176 Da "Il Metastasio", situato ai piedi del Centro storico, si aprono nuovi orizzonti per il palato. La sua posizione, appartata ed al tempo stesso vicina al centro abitato, offre ai suoi ospiti serate davvero speciali. L'attenzione per i particolari e la fantasia dei piatti, curata con ingredienti selezionati, coronano questo splendido ristorante dove si può godere dell'atmosfera di altri tempi. Con l’avvicinarsi dei mesi caldi ogni lavoratore “dipendente”, non occasionale o di stagione, attende con impazienza l’arrivo delle ferie estive. Un momento di relax e di distanza dagli affanni e dalle pratiche di cui si è oberati durante tutto il resto dell’anno lavorativo. Le ferie sono un certo numero di giornate lavorative pagate al 100% del salario giornaliero alle quali hanno diritto ogni anno i lavoratori di ogni professione e tipologia contrattuale. Giuridicamente parlando, in relazione a tale periodo, i contratti nazionali prevedono che lo stesso deve essere concordato con il datore di lavoro tenuto conto delle esigenze lavorative. Ma non è di tale aspetto che vi voglio parlare. Tale termine, infatti, mi richiama alla memoria una domanda che sovente mi viene rivolta e che molti magari si saranno posti senza tuttavia avere la volontà o comunque la curiosità di trovare una risposta: come mai, se per ferie noi intendiamo un periodo di vacanze, in cui non c’è obbligo di lavoro, chiamiamo poi feriali tutti i giorni lavorativi? Domanda senza dubbio assennata, che merita una risposta esauriente: la risposta infatti affonda le sue radici nell’etimologia oltre che nella storia delle parole e dei mutamenti semantico-storici dei termini. Gli antichi Romani con la parola plurale feriae indicavano i giorni nei quali tutti i cittadini, servi compresi, si astenevano dal lavoro per dedicarsi a cerimonie in onore degli dèi o anche di illustri personaggi, oppure per celebrare qualche avvenimento storico legato alle armi e alle glorie della patria. I Romani, è risaputo, davano grande importanza a queste celebrazioni, alcune solennissime, che duravano spesso più giorni; e distinguevano le feriae stativae, “ferie fisse”, che cadevano cioè ogni anno nel medesimo giorno, dalle feriae indictivae, “ferie mobili”, cioè indette, ordinate anno per anno da uno speciale magistrato. Con l’avvento del Cristianesimo, che segnò la definitiva caduta degli “dèi falsi e bugiardi”, cioè di tutto l’Olimpo pagano, le cose mutarono radicalmente: il díes ferialis, “il giorno feriale”, era sì sempre festivo, nel senso che esso era dedicato a uno o più santi, ma non per questo obbligava all’astensione dal lavoro. Un solo giorno i Cristiani consideravano di assoluto riposo, la díes domínica, la “domenica”, consacrata al Dòminus per eccellenza, al Signore, che appunto in quel giorno, secondo i sacri testi, si riposò dopo aver creato l’universo. La domenica per i Cristiani era anche il primo giorno della settimana; sì che il lunedì era il secondo giorno (feria secunda), il martedì il terzo (feria tèrtia) e così via fino al venerdì (feria sexta). La settimana si chiudeva col sabato, dedicato più tardi al culto della Madonna. Ecco dunque l’origine del nostro giorno feriale, sinonimo di giorno lavorativo, che per la Chiesa è considerato festivo in quanto festeggia uno o più santi, ma che nella vita civile non rappresenta riposo, ma normale e consueto lavoro. Tuttavia la parola ferie, usata anche oggi alla latina sempre al plurale, ha mantenuto intatto il suo primitivo significato di periodo di riposo, di vacanze, e diciamo infatti, per esempio, ferie natalizie, ferie pasquali, ferie estive le nostre vacanze rispettivamente di Natale, di Pasqua e d’estate. Gli impiegati e gli operai “vanno in ferie”, cioè lasciano gli strumenti del lavoro; e le ferie di ferragosto son quelle in cui tutti coloro che possono chiudono bottega e vanno a riposare. A proposito di ferragosto: anche questa festa annuale ha origini remotissime. Dapprima si collegò al culto di Cònsus, dio latino della terra e dell’agricoltura, e i festeggiamenti dedicati a questo dio eran detti feriae consuàles o più brevemente consuàlia. La celebrazione ricorreva il 21 agosto: quando questo mese in seguito fu dedicato a Cesare Ottaviano Augusto, primo imperatore di Roma, le antiche feste consuali presero il nome di feriae augusti, “ferie di agosto”, divenute poi, per corruzione popolare, ferragosto. 7 Nella Nostra Città giugno-luglio 2009 Ricordi: Miss Italia 1976 LA RAI SORVOLA NON MENZIONANDO SCALEA Nella puntata di lunedì 25 maggio 2009, durante la trasmissione “La vita in diretta”, condotta da Lamberto Sposini, si discuteva di topless in vista della prossima estate e, tra i servizi datati, è spuntato quello dedicato ad un famoso “scandalo” del 1976 relatiAnny Papa vo al concorso di “Miss Italia”. Lo scandalo, con ventilata squalifica, fu quello del famoso “seno esibito”, senza il minimo imbarazzo ed in modo scherzoso, dalla bellissima Anny Papa (nata a Salerno nel 1955), davanti ai giurati, su invito di alcuni sfrontati fotografi che convinsero la procace Anny, a slacciarsi il nodo del pezzo superiore che copriva il suo stupendo seno. Gesto che portò alla ribalta della notorietà la ragazza che rischiò la squalifica. La troppo disinvolta Anny piange, si dispera, ma poi tutto finisce in una bolla di sapone con la consegna della fascia di Miss Cinema, in quella edizione del 1976, presentata dal Pippo nazionale, coadiuvato da noti nomi dello spettacolo e del cinema, come il grande Aldo Fabrizi. Nel servizio, corredato di intervista ad Anny Papa, ripresa ai bordi di una meravigliosa piscina, si parla vagamente di Calabria in generale, di un noto hotel e della piscina galeotta, per bocca della stessa Papa, non bella come questa che fa da scena all’intervista per “Verissimo”. Nel servizio, andato in onda in bianco e nero (il colore, si è incominciato a vedere solo qualche mese dopo, per la precisione nell’autunno del 1976), non è mai stato menzionato il luogo scelto quell’anno da Enzo Mirigliani e dal suo staff, Scalea e neppure il nome dell’albergo prescelto come quartier generale, cioè il Santa Caterina. Ci chiediamo, a questo punto, il perché di tale superficialità da parte della Rai e quanto sarebbe costato agli autori del servizio e allo stesso Sposini, presentatore-giornalista del se- Festa di San Francesco: PUBBLICO IN AUMENTO Anche quest’anno, come ormai consuetudine, nella prima settimana di giugno, si è svolta la festa dedicata a San Francesco di Paola, giunta al 15° anno. Grazie all’amore, all’impegno e alla devozione del suo promotore Salvatore Monachello e della disponibile consorte Maria Grazia. Rispetto agli altri anni, l’affluenza di pubblico alla manifestazione religiosa, è stata di gran lunga maggiore, segno che la festa, ben organizzata dai coniugi Monachello, sta crescendo di anno in anno. Oltre all’attesa festa religiosa svoltasi nella vicina chiesa della Santissima Trinità e alla carismatica funzione celebrata dal sempre disponibile Don Antonio Niger, in serata ha avuto luogo la festa civile, con musica, crespelle e vino gratis per tutti. A conclusione, spari di fuochi pirotecnici e un arrivederci a giugno 2010. guito programma, essere più precisi. Siamo rimasti sorpresi e dispiaciuti per l’accaduto, da buoni calabresi, ma soprattutto, come scaleoti e attenti cronisti. Per conoscenza inviamo una copia alla redazione de “La vita in diretta” sperando in una rettifica da parte del conduttore che stimiamo come giornalista serio e preciso, non tanto per citare la nostra Scalea (anche se, in momenti di crisi come questi, con i vacanzieri in calo, una località come la nostra che vive, principalmente, di turismo, tanto avrebbe giovato un piccolo passaggio audio) ma per rispetto verso quei telespettatori che seguono con attenzione il programma e che non vogliono scervellarsi per ricordare o cercare di capire, come in questo caso, 33 anni fa, dove avvenne la manifestazione di “Miss Italia”. A proposito di precisione, le foto incriminate che fecero tanto discutere, fino a diventare un caso, furono scattate dal fotografo Ubaldo Ungano. Mentre ad essere incoronata Miss Italia fu un centravanti, Paola Bresciano (foto), 16 anni che viveva a Trapani, dove, infatti, giocava nella locale squadra femminile dalla quale, passò al Padova, in serie A, fino ad arrivare in Nazionale. Oggi Paola collabora con il concorso come agente della Sicilia Nord. PRESENTATO IL CONSORZIO DELLE PRO LOCO La Pro Loco di Scalea, presieduta dall’irrefrenabile Giovanni Le Rose, ha presentato, nei saloni delle feste del Palazzo dei Principi, il Protocollo d’intesa per la creazione di un consorzio denominato: “Alto Tirreno Cosentino - Riviera dei Cedri”. All’interessante incontro hanno aderito i presidenti e i delegati al turismo dei comuni di Tortora, Aieta, Praia a Mare, San Nicola Arcella, Santa Domenica Talao, Mormanno, Orsomarso, Maierà, Buonvicino, Verbicaro, Diamante, Belvedere Marittimo, Sangineto e, logicamente, Scalea. A conclusione della bella iniziativa, i vari comuni hanno offerto al pubblico presente le specialità gastronomiche e dolciarie dei luoghi di appartenenza. Oltre alle specialità al cedro, sono stati molto apprezzati e presi d’assalto i famosi e tradizionali bocconotti di Mormanno alla ciliegia e alle mandorle. Promozioni per allacci metano Vendita e progettazione per sistemi solari Vendita e assistenza caldaie UNICAL Tel. 338.67.44.190 email: [email protected] Viale Caravaggio (parco Roma) Loc. Petrosa - SCALEA www.iudor.it 8 Nella Nostra Città L’ORO NERO DI SANTA DOMENICA TALAO BUONO E PRELIBATO PER OGNI PIETANZA Il tartufo nero (nella foto il maestro Enzo Grisolia mostra un vassoio di tartufi appena raccolti) si trova lungo tutta la dorsale dell’Appennino calabro-lucano da 400 metri a salire. Vicino a Scalea, è possibile trovarlo nei comuni di Santa Domenica Talao, Orsomarso e Verbicaro. Ottimo per i primi piatti e in abbinamento col pesce per il suo aroma delicato, con sentori di mandorla e nocciola. È reperibilenel periodo che va da marzo a giugno con l’ausilio di un cane da tartufo, in prossimità di piante che variano La ricetta: PACCHERI ALLA RUGGIERO Ingredienti per 4 persone 400 gr di paccheri trafilati al bronzo; 200 gr di zucchine; 150 gr di tartufo nero della nostra zona; 200 gr di gamberetti; 50 gr di burro; 1 ciuffetto di prezzemolo; 1 cipolla bianca; 1bicchiere di vino bianco; 100 gr di olio extra vergine di oliva; sale quanto basta. Preparazione Portare in ebollizione in una casseruola l’acqua, salare e versare i paccheri. Nel frattempo far rosolare in una padella le zucchine tagliate a dadini, insieme alla cipolla. Aggiungere i gamberetti ed il tartufo nero con il burro. Sfumare con il vino, salare e aggiungere il prezzemolo. Scolare la pasta e saltarla con l’olio extravergine di oliva. Impiattare e servire con una spolverata di tartufo nero della nostra terra. Nozze d’Oro Per tutti i nuovi clienti sconto del 25% Marcellina - Via degli Scavi, 8 Telefax 0985 42649 Fiocco Rosa dal pino alla quercia, fino ad arrivare al faggio. Giorno 26 maggio 2009, il nostro caro amico e socio Alfredo Barletta con la moglie Gabriella Bloise, circondati dall’affetto dei figli, nipoti e parenti hanno festeggiato le loro Nozze d’Oro: Alfredo e Gabriella si sono uniti in matrimonio, nel Santuario di S. Francesco di Paola, il 26 maggio del 1959. Le nuove fedi sono state benedette nella Parrocchia di San Giuseppe Lavoratore in Scalea da don Michele Oliva. Subito dopo, pranzo e festicciola in un noto ristorante cittadino. Ad Alfredo, riconosciuto ed apprezzato artista locale (appassionato di teatro ha scritto e diretto tante commedie in lingua arcaica e in italiano, inoltre ha curato varie edizioni del carnevale scaleota, bravissimo nella creazioni di maschere in cartapesta, spesso nostro consulente di vocaboli in lingua dialettale e memoria storica, di fatti e personaggi che ci riguardano), alla gentile consorte signora Gabriella e alla famiglia tutta vanno i più sentiti auguri del Direttore e della Redazione. ASSICURAZIONI giugno-luglio 2009 Giorno 21 maggio 2009, all’Ospedale Maggiore di Bologna, è venuta alla luce la piccola Alma Russo. Raggianti di felicità annunciano il lieto evento: il fratellino Roberto, la mamma Eloisa ed il papà Vincenzo, il cuginetto Luca, gli zii di Parma, Bologna, Praia a Mare, Roma, Bellosguardo, Milano, Castelluccio e Mormanno, i nonni paterni (Peppino e Nunzia) e quelli materni (Gianni ed Enzina) e, soprattutto, la bisnonna materna Luigia. La Redazione del Diogene formula i più sentiti auguri ai genitori della neonata Alma, alle rispettive famiglie ed in particolar modo, al nostro caro, affezionato e prezioso condirettore Gianni. UN GIOVINCELLO DI CENTO ANNI Cento anni da poco compiuti, ma non li dimostra. Gerardo Chinni, nato a Cetraro il 3 giugno 1909, ha vissuto a Praia a Mare dall’età di un anno, fino a 29 anni, trasferendosi, per lavoro, poi a Nettuno (Roma). Pensionato Artificiere dell’Esercito (Ministero della Difesa), da circa dieci anni ha fatto ritorno in Calabria, prendendo casa a Tortora, dopo ed aver vissuto, durante il meritato riposo, per un po’ di tempo a Piacenza. Il centenario Gerardo Chinni ci ha spiegato, simpaticamente, che il suo elisir di lunga vita consiste in una vita sana e sportiva. Niente fumo, mangiare il giusto e senza eccedere, camminare e muoversi sempre, mantenere il cervello attivo, leggendo e seguendo programmi culturali in TV, mangiare ad orari fissi, andando a dormire presto e sempre alla stessa ora. La mattina, appena alzati, fare una lunga passeggiata a passo svelto. Gerardo è autonomo al cento per cento. Vive solo e bada alle faccende domestiche ed inoltre è un ottimo cuoco. Cura l’hobby del giardinaggio, con maestria e passione, producendo ottimi ortaggi senza l’ausilio di concimi e veleni, mangia tutto naturale, inoltre è un bravissimo artigiano, versato a lavorare le conchiglie di mare, con le quali crea stupende composizioni di quadri, con grotte a rilievo, raffiguranti figure sacre come la Madonna ed il Bambino. Gerardo, che ha figli e nipoti, però, lontani da Tortora, è l’unico vivente di 13 tra fratelli e sorelle. Nella Nostra Città giugno-luglio 2009 Motoraduno Internazionale Città di Scalea 2009 UN SUCCESSO CHE NON HA EGUALI! di SARA SILVESTRI motociclisti. Noi, invece, già dalla seconda edizione, abbiamo inserito spettacoli musicali e sportivi regalando svago e divertimento ai partecipanti in moto ed ai semplici visitatori. Quest’anno, gli sforzi hanno dato un ottimo risultato grazie anche agli oltre cento collaboratori dello staff». L’evento è un vero e proprio concentrato di avvenimenti, sport e spettacolo che si mescolano magistralmente tra loro. Quali di questi, ritenete sia giusto evidenziare? «Se il Motoraduno è conosciuto e sbanca anche oltre i confini italiani il motivo principale è da ricercare proprio in queste miscellanee. La manifestazione da noi organizzata - spiegano Romano e Franco - è per l’appunto, un concentrato di emozioni, sport, spettacolo che, insieme, convivono alla grande. Non è giusto dunque, evidenziarne solo uno. L’appuntamento scaleota va vissuto intensamente per tutta la durata. E poi, basta guardare il nostro sito, www.motoclubscalea.it, per rendersene conto e mettere a fuoco questa entusiasmante e magica tre giorni». Penso sia sotto gli occhi e a vantaggio di tutti, l’indotto che si crea nei giorni del Motoraduno. Cosa rispondete? «Ha detto bene, l’indotto che si crea è notevole. Solo noi del club, grazie a tutti gli sponsor ai motociclisti ed al patrocinio dell’Amministrazione comunale, spendiamo una cifra considerevole e, visto il periodo ancora di bassa stagione e la crisi che purtroppo stiamo vivendo, per Scalea e le sue attività commerciali si tratta di una vera e propria manna dal cielo. A tale proposito -continuano i due valenti organizzatori- vorremmo fare un appello alle varie associazioni, che mettono tanto tempo e passione per organizzare il loro evento, di non scoraggiarsi per gli eventuali problemi che dovranno affrontare e per le eventuali polemiche che dovranno subire, ma di coalizzarsi. Scalea è oramai da tempo, una cittadina ad alta vocazione turistica ed ha bisogno vitale di manifestazioni come la nostra, che attira tantissima gente a Scalea, in bassa stagione. Mettendo in pratica questi concetti semplici, ma nel contempo, importanti e basilari per chi, come noi ha scelto la strada del turismo, si può allungare la stagione calgruppo delle Miss da che parte dalla primavera A Scalea, centro tra i più antichi e conosciuti della Calabria, anche quest’anno si è svolto, con successo, il Motoraduno internazionale. L’evento, tra i più attesi dell’anno, è giustamente considerato uno dei più importanti di tutta Italia e anche nell’edizione appena terminata, la sedicesima, ha raccolto consensi ed un numero elevatissimo di adesioni da parte di bikers provenienti da ogni parte del mondo, che hanno letteralmente invaso e rallegrato, con il rombare dei loro motori, la Riviera dei Cedri. Nelle tre intensissime giornate, protagonista assoluta è stata la moto con tanti modelli davvero di pregio, alcuni premiati nella Bike Show e, non da meno le attività sportive, anche estreme -per intenderci- come il deltaplano, il rafting, moto d’acqua, parafly. Ma l’attenzione degli appassionati del genere si è concentrata soprattutto sulle esibizioni di freestyle, enduro cross e tantissime altre attrazioni. Soddisfatti del risultato il presidente del Moto Club Scalea, Romano Chemi (foto in alto) e Francesco Capozza (foto in basso), responsabile organizzativo: «I nostri obiettivi, già dal lontano 1993, sono stati sempre quelli di sconvolgere il tradizionale motoraduno -dichiarano-. Possiamo ben dirlo senza timore di smentita: siamo stati dei pionieri in questo senso. L’idea tradizionale, infatti, è sempre stata quella di radunare semplicemente dei Foto di Via Lauro, 179-181 - 87029 SCALEA (Cs) Tel. 0985.271221/90604 - Fax 90710 www.romanomoto.it [email protected] - [email protected] 9 e si protrae fino all’autunno, attuando, un nuovo modo di fare turismo, con i fatti e non con le parole». Spenti i riflettori, solitamente si pensa già all’edizione successiva: potete darci qualche anticipazione sulla location o su eventuali altre novità previste per il 2010? «Stiamo già lavorando per il 2010. Una sola anticipazione: stessa location e stessi presupposti e motivazioni di sempre, affinché, anche il diciassettesimo Motoraduno sia grandioso, favoloso e più lungo delle passate edizioni ed arricchito con nuovi strabilianti novità». Cosa significa essere presidente e responsabile organizzativo di un moto club importante come il vostro? «Il nostro club pur essendo in vita da tanti anni, non ha mai avuto problemi gestionali o di altro genere. In tutti questi anni, in ogni caso, non abbiamo mai sentito la necessità di scambiarci le “parti”, l’intesa ed i propositi ci accomunano magistralmente. Infine -concludono Chemi e Capozza- possiamo dire a chiare lettere di essere davvero molto orgogliosi e felici di far parte del direttivo di un Club tanto prestigioso». Qualche impressione personale sulle tre intense giornate del Motoraduno? «Durante le tre giornate -vogliamo rimarcarlo- non sono mancati momenti di sport e spettacolo e, come tradizione impone, di bellezza con la prima selezione nazionale di “Miss Motors 2009”, il concorso organizzato dalla Royal Events di Taranto di Bruno Dalto che, da sempre, abbina il fascino femminile alla potenza dei motori. La prima reginetta ad essere incoronata al Motoraduno di Scalea, è stata Barbara Monteleone, carinissima barese di 25 anni che non smentisce il trend pugliese di bellissime, con non ultima, la stupenda Barbara Matera, approdata dopo magnifiche apparizioni nel mondo dello spettacolo e della fiction, al Parlamento Europeo. Infine -concludono i due manager scaleoti- siamo particolarmente contenti, perché è stata davvero una bellissima festa, contrassegnata solo da moto di ogni genere, dalle più moderne alle più stravaganti ed originali, tanto divertimento e, principalmente, nessun tipo di incidente, neanche il più piccolo. È per questo, ringraziamo tutte le forze dell’ordine per aver vigilato e sorvegliato in modo egregio ma, soprattutto, i tantissimi motociclisti intervenuti per il loro esemplare comportamento e i cittadini di Scalea per la loro ospitalità e pazienza. Grazie di cuore e arrivederci all’edizione del 2010». 10 Nella Nostra Città giugno-luglio 2009 GRANDE COMMOZIONE PER LA SCOMPARSA DI MONS. TOLENTINO LAINO Una folla numerosa ha partecipato ai funerali celebrati il 25 maggio nella Chiesa di San Nicola Fino agli ultimi giorni della sua vita terrena il compianto Mons. don Tolentino Laino ha voluto servire il Signore, esercitando il suo magistero nel santuario della miracolosa Madonna del Lauro che si venera a Scalea sin dal 1802. La venerazione e la devozione di don Tolentino verso la B.V. del Lauro erano profonde ed infinite, tant’è che fino alla festa dell’8 settembre dell’anno scorso Egli ha voluto accompagnare il sacro simulacro della Madonna per l’intero percorso della solenne processione, compreso quello suggestivo e spettacolare sul mare con le barche. Con la Madonna del Lauro, don Tolentino aveva un particolare e spirituale colloquio che ha assunto più intensità negli ultimi giorni della sua esistenza, pregando spesso in mistica solitudine nella storica Cappella davanti al SS. Simulacro della Beata Vergine. Negli ultimi tempi Mons. Laino era sofferente, ma sopportava ed accettava questa sofferenza fisica, con il sorriso e la rassegnazione, come un dono del Signore. Nacque a San Nicola Arcella e, oltre sessant’anni fa, entrò nel Seminario per intraprendere il percorso degli studi teologici che concluse brillantemente nel 1948 quando fu ordinato sacerdote. Nel 1952 il compianto don Giuseppe Rimoli, giovane parroco della Chiesa monumentale di San Nicola in Plateis, dopo un’inesorabile malattia, tornò alla Casa del Padre, lasciando l’intero popolo di Scalea nella più profonda costernazione. Nella Parrocchia, rimasta sede vacante, doveva essere nominato un nuovo pastore. Ebbene, la scelta dell’allora vescovo della Diocesi di Cassano allo Ionio, Mons. Raffaele Barbieri, cadde proprio sul giovane sacerdote don Tolentino Laino, il quale, nell’obbedienza, lasciò la sede parrocchiale di Trebisacce, ove era benvoluto da tutta la popolazione, per assumere l’incarico di parroco della Parrocchia di San Nicola in Plateis in Scalea ove ha svolto il magistero fino al 1995, quando fu nominato rettore del Santuario della Madonna del Lauro. Nel contempo la Comunità parrocchiale fu affidata all’attuale giovane parroco, don Giacomo Benvenuto. A don Tolentino, dal 1957 e fino alla nomina del nuovo parroco, don Orazio Guaragna, fu affidata la reggenza anche della Parrocchia di Santa Maria d’Episcopio (in quel periodo sede vacante), ove si venera la B.V. del monte Carmelo protettrice di Scalea. Nel 1998 Mons. Tolentino Laino festeggiò a Scalea il suo cinquantesimo anniversario di sacerdozio. Alla solenne cerimonia parteciparono le Autorità locali, Mons. Augusto Lauro, allora arcivescovo della Diocesi di San Marco Argentato-Scalea, numerosi sa- VELO DI TRISTEZZA NEL CUORE Il piccolo Ciro Sannino con Don Tolentino Il 24 maggio u.s., rientrando dalla processione di Maria Ausiliatrice, a Torino, ricevo la notizia della morte di Mons. Tolentino Laino. Subito un velo di tristezza mi è calato nel cuore. Ricordo tutta la mia infanzia trascorsa con lui nella chiesa di San Nicola. Ho avuto la fortuna, come altri miei coetanei, di fare il “chierichetto” nella parrocchia di Don Tolen- tino. Come non ricordare i molti momenti trascorsi insieme, la gara per servire la Messa, le processioni, le varie celebrazioni, in particolare il Giovedì santo, giorno culmine per noi chierichetti, la messa in Cœna Domini, o quando la mattina dello stesso giorno, aspettavamo impazienti il dono di una copia del giornalino “Piccolo Missionario”, con delle caramelle che, donate da lui, avevano tutto un altro sapore. Non era sempre facile riuscire a farci stare buoni ed i rimproveri da parte sua erano frequenti. Ma, vi assicuro, non facevamo niente per non meritarli. Sono passati molti anni da quei giorni, e durante tutto questo tempo ho incontrato tante persone, le quali mi hanno aiutato e continuano ad aiutarmi nel cammino spirituale, che elencarle sarebbe impossibile. Ma devo riconoscere che tutto ebbe inizio grazie a lui, a Don Tolentino, che ha piantato in me il seme della fede, il senso del sacro, l’attaccamento alla liturgia e all’Eucaristia e, soprattutto, un grande amore verso la Madonna. I suoi insegnamenti non erano fatti solo di parole: tutta la sua vita era specchio di Dio. Il velo di tristezza scompare, la gioia della Risurrezione riempie il cuore, pensando al premio che il Signore gli avrà riservato, per aver donato tutta la sua vita al servizio della Chiesa e dei fratelli che gli erano stati affidati. Don Tolentino, grazie per tutto quello che ci hai dato, per la vita che ci hai donato. Sono sicuro che dal Paradiso continuerai a vegliare su di noi. CIRO SANNINO CONCERTO PER NICHOLAS: INCASSO DEVOLUTO È trascorso un anno da quando, in Brasile, una mano, assetata di sangue, ha ritenuto di mettere fine alla vita di Nicholas Pignataro (foto). Non si vuole, con questo articolo, fare una commemorazione, ma soltanto portare a conoscenza dei lettori del Diogene Moderno, le iniziative promosse dalla famiglia per perpetuare il ricordo del figlio prematuramente scomparso ed aiutare altri giovani a trovare la propria strada. Nello stato di Paranà, con la collaborazione di un residente che ha a cuore i problemi giovanili, è nata la “casa di Nicholas”, con una decina di posti letto nella quale è anche possibile imparare un mestiere, infatti, annessa alla casa esiste la “carrozzeria Niki”. Per sostenere, anche economicamente l’iniziativa, il padre, Antonio, componente di un gruppo musicale, oltre che operatore sanitario, ha promosso il 4 aprile scorso un concerto al teatro Serassi di Villa d’Almè (Bg). Il concerto dal titolo significativo, “Crazy Diamone”, dedicato a Nicholas, ha come sottotitolo: Per il suo sorriso... per i suoi sogni... per un domani migliore. All’evento hanno partecipato gli artisti del Think Pink Project, Pink floyd tribute band, e l’artista Marco Guerzoni dal Notre Dame de Paris di Cocciante. Il successo di pubblico ha dimostrato che si è ancora sensibili ai problemi della gioventù. Tutto quanto è stato incassato con la manifestazione è stato devoluto alle iniziative sopra descritte. Altri eventi seguiranno, sempre con la stessa finalità, per non far dimenticare un giovane che è vissuto a Scalea, ma soprattutto per dare una mano a giovani che forse non conosceremo mai, ma che, sicuramente, riceveranno un beneficio da quanto, per altri, è stato un immenso dolore. cerdoti, ed una folla di fedeli che gli tributò riconoscenza e stima per il suo rigore morale al servizio della Chiesa e per la sua personalità di padre spirituale, carica di umanità, profusa negli avvenimenti tristi e lieti della Comunità di Scalea. Egli, fra l’altro, consentì la prima edizione del concerto in onore di San Nicola di Bari, protettore della Parrocchia, organizzato dal Centro Studi “Attilio Pepe” che si svolse il 6 dicembre 1992 con la perfomance del coro polifonico “San Antonio” di Commenda di Rende diretto dal Mr. Saverio De Luca che riscosse un grosso successo. Il caro don Tolentino ora non è più con noi, rimane, però, indelebile la sua alta figura del religioso rigorosamente osservante dei dogmi e delle regole ecclesiastiche, nonché postulatore degli insegnamenti del Vangelo di Cristo a cui ha dedicato la sua missione di presbìtero fino all’ultimo, nella certezza di incontrare il Signore nella Vita eterna. La redazione del Diogene porge le condoglianze alla sua cara sorella Aurora, la quale gli è stata amorevolmente vicino per tutta la vita, ai nipoti e parenti tutti. ERCOLE SERRA LUTTO CITTADINO PER LA MORTE DI MONSIGNOR LAINO L’Amministrazione Comunale di Scalea ha proclamato il lutto cittadino per la morte di Monsignor Tolentino Laino. I funerali si sono svolti nel pomeriggio di lunedì 25 maggio 2009 nella Chiesa di San Nicola in Plateis. «L’intera cittadinanza -scrive il sindaco Mario Russo nell’ordinanza- è stata colpita dal triste evento e si associa al dolore della Diocesi, della Comunità parrocchiale e della famiglia». UNA PERSONA D’ALTRI TEMPI CHE TUTTI APPREZZAVANO Per l’improvvisa scomparsa del caro Ernesto, siamo tutti vicini alla famiglia Basile, alla consorte signora Maria, ai figli Pasquale e Giuseppe e al fratello Antonio. Nessuno potrà dimenticare il signor Ernesto, uomo onesto e discreto, che, con passione, gestiva un’avviata attività commerciale. La sua immagine evoca tanti ricordi: dai ragazzi impegnati nell’acquisto dei testi scolastici, delle penne e dei quadernoni colorati, delle copertine trasparenti, agli adulti, legati all’acquisto di giornali, riviste, fino al libro del momento. Ernesto Basile era sempre al suo posto, pronto ad ascoltare, con pazienza e garbo, le richieste ed i bisogni del cliente e, sempre, con la solita gentilezza di uomo d’altri tempi. Il signor Ernesto, come lo chiamavo io, sarà sempre nell’immaginario di quanti, come me, lo conoscevano ed apprezzavano, sempre lì, in quel tratto di corso Mediterraneo, nella sua fornitissima cartolibreria, a salutare me e tutti i passanti con la solita gentilezza e con il solito dolce sorriso. GIUSEPPE FORESTIERI Il 21 giugno 2009, è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari, all’età di 63 anni, Renato Galiano, persona discreta e laboriosa. Alla moglie, alle figlie, ai familiari tutti ed in particolare al fratello Lorenzo, nostro affabile e caro amico, vanno le più sentite condoglianze della Redazione. SCHIANTO MORTALE In chiusura di giornale apprendiamo la tragica e improvvisa notizia della morte del giovane 29enne Mario Rao. Un gravissimo incidente d’auto che lascia tutti sgomenti e addolorati. Alla mamma Giuliana e alla famiglia tutta vanno le più sentite condoglianze da parte del Direttore e della Redazione del Diogene. (Lutto cittadino) 27/06/2009 Parola ai Lettori 11 RECUPERO DI UN TERRANEO: RESTAURO DA ELOGIARE INCIVILTÀ E PULIZIA DELLA PIAZZA giugno-luglio 2009 Il “piano colore” che il Consiglio comunale di Scalea ha adottato il 23 aprile mi offre lo spunto per segnalare un piccolo intervento di restauro, visibile a tutti, eseguito sopra la facciata esterna di un terraneo nel nostro Centro storico da un artigiano autodidatta, il signor Franco Palma, che mi ha chiesto di citare il suo nome in questa lettera. Ebbene, la maestria di questo muratore, evidentemente rispettoso degli aspetti millenari delle nostre antichità, ha consentito non solo il recupero di questa parete, a suo tempo rozzamente intonacata, ma soprattutto la riscoperta di secolari muri in pietra finalmente scrostati dal vetusto e deturpante strato di intonaco. Una riflessione non guasta: se, negli avventati annosi interventi che hanno deturpato le facciate esterne di tanti secolari edifici, si fosse avuto la sensibilità e la maestria di questo lodevole artigiano, oggi sicuramente potremmo ammirare il nostro millenario antico borgo nei suoi antichi fregi e nelle sue originarie linee architettoniche ed ambientali che, invece, sono state conservate e recuperate in tanti altri centri storici d’Italia rimasti integri, vedi Pietrelcina (luogo natale di San Padre Pio), Spoleto, Assisi, Urbino, i borghi delle “Cinque Terre” della costiera ligure e via di seguito. A Scalea, al contrario, questo non è accaduto e, fatto grave, ancora oggi non accade senza alcuna remora e rispetto del nostro passato. Ultimo “capolavoro”: il restauro del cinquecentesco palazzo Palamolla di recente intonacato e tinteggiato di giallo alle sue facciate esterne con presumibile conseguente macroscopico impatto ambientale. Anche su questo caso mi sembra che si vogliano dare vane giustificazioni e porre “pannicelli caldi”, ma gli ipotetici danni possono essere rimediati soltanto con il ripristino dello stato dei luoghi... Non conosco il piano colore approvato, né quanto sia costato e se, nel suo iter elaborativo, abbia collaborato una équipe con la consulenza dello storico dell’arte. Voglio, però, augurarmi che esso non consenta di continuare ad intonacare ed a tinteggiare di giallo gli storici edifici di Scalea che, invero, devono essere recuperati nel rispetto delle tecniche di restauro conservativo previste dalla normativa urbanistica regionale e statale ed inserite in un piano di recupero che, purtroppo, a Scalea ad oggi non esiste, per cui sono sorte e stanno sorgendo anche terrazze e terrazzini al posto dei preesistenti tetti con gli antichi “ciaramili”. Ed allora, mi chiedo: perché si è avuta tanta premura e fretta di adottare il piano colore con una decisione, mi pare, unanime del Consiglio comunale, anziché preventivamente redigere ed adottare un sovraordinato generale piano di recupero? Intanto, si potevano e si possono fare rispettare le norme del regolamento edilizio annesso al vigente P.R.G del Comune ed adottare misure di salvaguardia. Come di consueto, da Palazzo di Città non mi perverrà alcuna risposta. Voglio sperare, però, che almeno la Soprintendenza ai beni A.A.A.S. di Cosenza, prima di rendere operativo questo piano colore, lo sottoponga, previo accurato sopralluogo nel Centro storico, ad un sua attenta analisi per verificare se contenga regole precise ed inderogabili che non devono consentire l’alterazione degli antichi aspetti esterni degli edifici del nostro Centro storico. A proposito del palazzo Palamolla, vorrei conoscere il parere tecnico ed architettonico della Soprintendenza sull’intonaco civile liscio applicato sopra le caratteristiche e vetuste pareti esterne del monumento e se lo stesso intonaco sia stato autorizzato (comunque nello storico edificio, a questo punto, appare urgente e necessario uno specifico sopralluogo dei tecnici della stessa Soprintendenza). Per concludere, vorrei ricordare che nei restauri dei centri storici si possono utilizzare mezzi tecnici e prodotti edilizi efficaci, presenti sul mercato, utili per evitare deturpazioni (vedi intonaci lisci) che sconvolgono l’originale ambiente e cancellano testimonianze della nostra millenaria storia. ADALBERTO VANNUCCI Di Palazzo Palamolla abbiamo già precedentemente e lungamente argomentato. (Diogene n. 2 2009). Il piano colore doveva essere approvato e in vigore almeno 30 anni fa. Altro che fretta! Infine, a proposito della Soprintendenza ai Beni A.A.A.S. di Cosenza, a Lei tanto cara, come più volte da noi evidenziato, sarà bene stendere un velo pietoso. Si informa la spettabile clientela che, tramite un software, sarà possibile vedere in anteprima come verranno decorati gli ambienti interni ed esterni della propria casa. Ecco com’è ridotta Scalea (vedi foto allegata del 9 giugno 2009). Se già da ora i bidoni iniziano ad essere vuoti e, paradossalmente, circondati da buste, materassi, scatoloni, televisori e tanto tanto altro, come diventerà la nostra povera Scalea a fine estate? Riflettiamo e pensiamo anche a questi problemi non solo ad abbellire piazza Caloprese! Spero che la mia segnalazione servirà a qualcosa... grazie! AURELIO ESPOSITO La segnalazione serve, speriamo, a fare in modo che “persone” tanto maleducate, prima di buttare i loro rifiuti, pensino un attimo a comportarsi civilmente. Questo comportamento scorretto manca di rispetto all’ambiente e, principalmente, a se stessi. Se i bidoni sono vuoti, come da Lei documentato, la colpa è di chi sporca, certamente, non degli operatori ecologici. Pensiamo che la sua segnalazione e le foto che ci ha spedito (a proposito, dovrebbe trattarsi di località La Bruca, da un pò di anni, non si capisce il perchè, presa di mira da questi “amanti” dell’ambiente e del decoro che, anche dopo l’ottima sistemazione dell’importante e utile strada che collega Scalea con Marcellina, continuano a sporcare a più non posso), abbiano poco in comune con l’ironia che fa su piazza Caloprese che troviamo giustissimo mantenere, come Lei afferma, bella e pulita. Logicamente, anche le cosiddette periferie meritano attenzione e rispetto. Per essere più chiari, se una zona importante è ridotta male come Lei giustamente afferma, nel caso segnalato, la colpa è da addossare solo a quei vandali ed incivili che non si prendono la briga di depositare la loro immondizia negli appositi bidoni, vuoti e a disposizione come non mai. Patronato Ital Centro Servizi Ital Caf Uil Unione Italiana Mezzadri e Coltivatori Diretti Associazione Olivicole e Pratiche Agricole Da sempre... al servizio dei cittadini e degli agricoltori Scalea - Via Rendano, 29/31 Tel. e Fax 0985 90060 - Cell. 347 8661619 12 Parola ai Lettori STRIDENTE CONTRASTO Da una recente notizia apparsa su “Il QUOTIDIANO della Calabria” del 12 maggio 2009 si apprende che l’Amministrazione comunale di Aiello Calabro ha lodevolmente acquistato il terreno con i restanti ruderi del millenario castello feudale per la probabile utilizzazione a scopi culturali, turistici e sociali. Ebbene, questa decisione appare in stridente contrasto con quella recente della Giunta Comunale di Scalea la quale, invece, intende vendere all’IACP di Cosenza l’antico convento francescano del 1200, che nel lontano 1920 fu restaurato con stile liberty per adibirlo a sede del Municipio e delle Scuole elementari. Attualmente questa struttura monumentale da oltre venti anni risulta inutilizzata. Questa circostanza, però, non significa che essa sia in forte degrado, così come la si vorrebbe fare apparire, anzi basterebbero pochi interventi di restauro conservativo per poterla adibire a sede di uffici comunali, di associazioni di volontariato e culturali, di auditorium, sale di proiezione e laboratori teatrali e, non ultimo, anche a sede degli uffici della Soprintendenza archeologica attualmente ubicati negli ormai insufficienti locali della torre di Cimalonga. Nell’ultimo Consiglio comunale del 23 aprile, l’argomento portato all’attenzione dei Consiglieri, è stato rinviato ad una prossima seduta per motivazioni, pare, di carattere burocratico, sviando quelle di carattere storico ed affettivo. Dobbiamo augurarci, però, che la Giunta comunale, nel frattempo, riveda la propria posizione ed, in autotutela, revochi la delibera di disponibilità alla vendita, senza portarla alla decisione del Consiglio. Invero, questo antico convento (fra l’altro sottoposto a vincolo storico ambientale) deve rimanere nel patrimonio immobiliare storico del Comune di Scalea per pubblica utilità ed al servizio dei cittadini. La notizia sopra riportata conferma la certezza che gli Enti pubblici territoriali hanno la possibilità di acquistare edifici e monumenti storici tuttora di proprietà privata, per cui il nostro Comune anziché vendere il palazzo dell’ex municipio, può acquisire benissimo tutta l’area con i ruderi del millenario castello normanno, l’area ed il rudere della “Torre di Giuda”, la casa natale del filosofo Gregorio Caloprese in via Metastasio, nonché quella degli storici Oreste Dito ed Attilio Pepe in via San Nicola, l’area con gli esistenti manufatti edili, sottostante il Palazzo dei Principi e via di seguito. Questi preziosi antichi edifici insieme al Palazzo dei Principi Spinelli (definito un gioiello dal Sindaco Russo), di proprietà comunale, certamente potranno costituire un importante patrimonio per lo sviluppo del nostro turismo culturale che porterebbe a Scalea migliaia e migliaia di turisti da ogni parte del mondo. Per concludere, mi auguro che il recente finanziamento di circa un milione e trecentomila euro per il prosieguo dei lavori di restauro (da oltre venti anni fermi) del Palazzo dei Principi, sia investito, seguendo l’originale progetto e, comunque, sempre con il necessario nulla osta della Soprintendenza ai beni A.A.A.S. di Cosenza. Al riguardo, proporrei di utilizzare parte di questo finanziamento prioritariamente per l’urgente recupero dei seicenteschi pregevoli affreschi esistenti nella soffittatura dell’attuale biblioteca civica, prima che essi vadano completamente distrutti per incuria e per il processo di sfarinamento in atto. EDELMIRO D’ARRES Anche il comune di Scalea, in passato, ha acquistato un importante palazzo, quello appunto dei Principi Spinelli. Ma i tempi cambiano e i bilanci comunali, come più volte scritto, spesso vacillano. Però, la Sua proposta, al di là di tutto, è da condividere. Il turismo culturale, se fatto bene, non è certamente, meno importante di quello balneare. Riguardo al finanziamento tanto atteso e invocato per il Palazzo dei Principi, siamo in trepida attesa affinché i lavori prendano forma e che, tali interventi, siano eseguiti nel miglior modo possibile, dando priorità al restauro dei mal ridotti affreschi, come più volte sottolineato dalle colonne del nostro giornale. L’avv. ANNA MANCO RISPONDE matrimonialista e specializzata in diritto di famiglia Qualche tempo fa, rientrando in anticipo da un mio viaggio di affari, ho trovato mia moglie nel nostro letto matrimoniale con un altro. Non riesco a spiegarmi questa sua infedeltà, perché in questi anni di matrimonio sembrava che tutto filasse liscio. Ho, comunque, intenzione di chiedere la separazione con addebito di colpa a lei. Ho qualche chance? In tema di separazione personale dei coniugi, la pronuncia di addebito non può fondarsi sulla sola violazione dei doveri che l’articolo 143 del Cc pone a carico dei coniugi, essendo invece necessario accertare se tale violazione abbia assunto efficacia causale nella determinazione della crisi coniugale. La reiterata violazione dell’obbligo di fedeltà coniugale, tanto più se attuata attraverso una stabile relazione extraconiugale, rappresenta una violazione particolarmente grave di tale obbligo, che, determinando normalmente l’intollerabilità della prosecuzione della convivenza, deve ritenersi, di regola, causa della separazione personale dei co- niugi e, quindi, circostanza sufficiente a giustificare l’addebito della separazione al coniuge che ne è responsabile, sempre che non si constati la mancanza di nesso causale tra infedeltà e crisi coniugale mediante un accertamento rigoroso e una valutazione complessiva del comportamento di entrambi i coniugi, da cui risulti la preesistenza di una crisi già irrimediabilmente in atto in un contesto caratterizzato da una convivenza meramente formale (Cass. Sezione I, sentenza 24 ottobre 2005 n. 20536). Nel suo caso, quindi, il giudice, prima di esprimersi sull’addebito, deve accertare, tramite prove testimoniale da lei fornite ed anche documentali, se la violazione dell’obbligo coniugale sia stata causa antecedente alla crisi coniugale (Cass. 279/00 e 13747/03). In difetto, non potrà attribuire la colpa a sua moglie. L’addebito produce l’effetto che alla beneficiaria va riconosciuto solo un assegno per alimenti (limitato cioè ai soli bisogni si sussistenza alimentare) e non quello per il mantenimento. giugno-luglio 2009 DIOGENE SEMPRE PIÙ VISIBILE! Egr. Direttore Nando Manco, volevo sinceramente complimentarmi con Lei per il lavoro e la passione che mette nella realizzazione del Suo giornale. Ho apprezzato da sempre l’opera informativa che attraverso esso svolge e allo stesso tempo di stimolo al dibattito socio-culturale di Scalea e della Riviera dei Cedri. Certo di aver fatto cosa gradita, Le comunico l’inserimento di un banner sempre visibile riguardante il “Diogene” nel nostro portale Pianeta SUD, colonna destra. www.pianetasud.it Con cordialità e stima RAFFAELE CAMMAROTA Ringrazio per gli apprezzamenti e la schiettezza. Per il banner sarebbe stato, forse, più opportuno, anche per avere un contatto più diretto, informare la nostra redazione prima dell’avvenuto inserimento. Ma ormai il dado è tratto. Andiamo avanti! SENSIBILITÀ AMMIREVOLE Gent.mo Direttore, rivolgo a Lei sempre attento, con il Suo giornale, alle problematiche cittadine, non solo di tipo urbanistico sociale ma anche ambientale, una domanda alla quale, da lungo tempo, provo a dare una adeguata risposta, senza tuttavia riuscirci. Premetto che in famiglia si fa regolarmente la raccolta differenziata della spazzatura, ponendo grande attenzione non solo agli scarti piuttosto voluminosi di bottiglie vuote (di plastica o di vetro) ed a quelli di carta e cartone, ma anche ai piccoli residui di cibo, da cestinare tra i rifiuti organici, che solitamente creano maggiore fastidio proprio nella raccolta. Purtroppo, nonostante non corriamo dietro ad ogni nuovo elemento elettronico immesso sul mercato, negli ultimi anni abbiamo accumulato in casa qualche pezzo da eliminare, quale cellulari non più funzionanti, completi di batteria e carica batteria, batterie di telefonini sostituite con le nuove ed anche alcune “batterie” normali, le cosiddette “pile”. Ora, la domanda è: dove vanno buttati questi elementi? Lo stesso discorso vale per le costituenti dei computer o periferiche di essi, ad esempio le stampanti. I rivenditori di computer e cellulari, almeno a Scalea, non prendono il vecchio, (tranne in qualche raro caso di rottamazione di cellulare acquistandone uno nuovo!) perché anche per loro costa troppo procedere alla raccolta e successiva distruzione. E allora cosa fare? Io continuo a tenerli a casa perché respingo categoricamente l'idea di gettare queste cose tra i rifiuti solidi normali con la prospettiva che possano andare ad incrementare il già enorme disastro ambientale. Ma fino a quando potrò tenermeli “teneramente” a casa? La ringrazio e La saluto cordialmente. ORLANDO CARBONE Con certe brutte coscienze andremo, non trovando un rimedio, sempre più verso il baratro ambientale. Potremmo rispondere che cellulari, vecchi computer, batterie in generale ed altri similari, fanno parte di quei rifiuti, cosiddetti, speciali e che per nessun motivo si dovrebbero abbandonare nei bidoni normali. In ogni città civile esistono contenitori appositi. In non presenza, sicuramente, telefonando all'ufficio tecnico comunale, si possono avere delle risposte. Per il momento, spazio permettendo, continui a tenerli in casa, male che vada potrà tentare di smerciarli al prossimo mercatino delle pulci. Ci scusi per la battuta, l'argomento da Lei sollevato è di estrema drammaticità ed attualità. Certo, se ci fossero più persone sensibili, accorte e rispettose dell'ambiente come Lei, potremmo certamente usufruire di un mondo più bello e più pulito. giugno-luglio 2009 Storia e Cultura 13 IL FEUDO DI ABATEMARCO E IL CASALE DI MERCURIO di GIOVANNI CELICO Posti, rispettivamente, l’uno strategicamente a difesa e l’altro naturalmente a guardia, il primo sulla sponda destra e il secondo sulla sinistra di un corso d’acqua, il castello di Abatemarco e il casale di Mercurio, ora ne restano i ruderi, poi ricompresi in Calabria Citra e oggi in provincia di Cosenza, narrano una affascinante e quasi unitaria epopea, strettamente correlata a quella del Lao, il grande fiume, un tempo, incerto, confine della Lucania meridionale. La cronaca di questi due feudi merita, con riguardo all’insediamento umano, ai passaggi di possesso e ai riflessi produttivi, di essere meglio investigata e, per quanto possibile, precisata, in relazione, tra l’altro, anche ad un prezioso e quasi dimenticato “apprezzo” del 1661. Il castello di Abatemarco, Abbatemarco o Batomarco, posto sopra una roccia sovrastante la sponda destra del fiume omonimo, sorse, forse, sulle rovine di Bato, un antichissimo nucleo di fondazione aborigena e di probabile abitazione enotra, secondo alcune ma non riscontrabili ipotesi, e potrebbe aver derivato il nome o dal luogo, con in più quello del personaggio che aveva avviate ed accresciute le costruzioni nel borgo, o con la posteriore aggiunta di quello del titolare della Abbazia di S. Giacinto, di jus patronato della famiglia Deodata de Mari. Fu, comunque e sicuramente, un centro militare, che comprendeva anche le contrade Marcellino, Testelli e Marmi. Il casale di o del Mercurio occupava invece, quasi alla confluenza dell’Argentino, “una terrazza a dominio del corso meridionale del fiume Lao”, sulla sinistra, e “guardava” una pianura che si estendeva fino al Tirreno: vi si coltivò la canna da zucchero, poi la vite “doraca”, da cui maturava lo “zibibbo”, un tempo ricercatissimo, e il cedro, tuttora presente, specie sulle tavole israelite. Le prime, frammentarie notizie riferite, genericamente, al Mercurio, ove, intorno al Mille, era fiorita la grande spiritualità basiliana, situato, sicuramente, in alcuni periodi, anche nei confini del feudo di Abatemarco, si leggono in una “Vita di S. Saba”, dove si diceva che il santo “nel mentre ritrovavasi nel primiero Monastero di S. Michel’Arcangelo, discacciò dal territorio del Mercurio le locuste che l’infestavano”. Lo stesso Santo “nel ritorno da Laino a quel di Lagonegro” avrebbe guarito “un figliuolo ch’avea il corpo attratto, e un altro figliuolo del Castel del Mercurio…”. Storicamente e sicuramente, il Castro Mercurio fu ceduto, nel 1086, da Ugo di Avena alla Badia di Cava mentre un’altra notizia indiretta, di cronaca, su quel territorio, è fornita dalla circostanza che, nel luglio del 1100, Ruggero Borsa, figlio di Roberto il Guiscardo, avendo i genitori acquistato da Lorenzo, vescovo di Malvito, il terreno ove era sorto l’edificio di S. Maria della Matina, da loro offerto alla Chiesa di Roma, confermava al monastero, di cui era abate Tommaso, tutti i possessi e i diritti, concedendo, tra l’altro, i casali di S. Maria della Matina, S. Venera e Turboli, la popolazione rurale del casale Pratum, e, tra le chiese, l’“ecclesiam Sancti Petri et ecclesiam Sancti Nicolai et ecclesiam Sancti Iohannis in territorio quod dicitur Mercurii”, con i diritti pertinenti. Nel maggio di quattro anni dopo, precisamente nel 1114, il figlio di Ruggero, Guglielmo, ad istanza dello stesso abate Tommaso, confermò, al monastero di S. Maria della Matina, tutti i possessi, le immunità e i diritti, contenuti nel diploma del padre, tra cui, appunto, le chiese di S. Pietro, S. Nicola e S. Giovanni “in territorio quod dicitur Mercurii”. In una controversia, scoppiata a luglio del 1152, decisione assunta a Scalea, tra l’abate e il convento di S. Maria della Matina, attori, rappresentati da Leto priore, comparve, come convenuto, Nicola del prete Pietro da Mercurio. Nel 1268, “Roberto di Loria figlio di Giacomo, cugino di Roggiero Gran Ammirante fù Sig.re di Castelluccia in Basilicata, Abbatemarco, ed altre terre in Calabria à tempo del mentovato Carlo I d’Angiò”. Tra il 1269 ed il 1270 “i nuclei di Mercurio e di Abatemarco erano sotto la signoria dei Vulcano”, prima di Martino Vulcano, direttamente investito “del borghetto Mercuri”, e, dopo di lui, dell’erede Bertuccio, e, nel 1275, “Aba Marcus” apparteneva al giustizierato di Val di Crati. La fortezza di o del Mercurio, nel 1276, risultava tributaria del fisco angioino e ancora, nel 1278, era sottoposta a quella signoria, quando passò sotto il possesso di Terisio de Gant (o Gaut). Dal 1305, almeno, con Ruggiero de Loria, Abatemarco era nelle mani di quella grande famiglia e, in successione, nel 1306, di Ruggerone, figlio del precedente, e, poi, di Giacomo de Loria che ebbe i castelli di Mercurio e Abbate Marco, seguito, nel 1308, dai fratelli Carlo e Berengario. Due anni dopo, nel 1310, Abbate Marco era di Ascanio (Amico) de Nomicis, ritornando, nel 1313, in mano a Bartolomeo de Loria, tutore dei figli di Ruggerone, che, proprio in quell’anno, nominò Leonardo Battarella di Scalea castellano di Abate Marco, e poi di Berengario de Loria che risultava, da solo, nello stesso 1313, signore dei castelli di Mercurio e Abate Marco e, poco dopo, concedeva, nuovamente, in feudo il “castro Mercurio” ad Amico de Nomicis. Il 21.ottobre.1318, gli “homines de Castro Ursimarso invadono le terre che Amico de Nomicisio dominus castri Mercuri” aveva ottenuto in feudo. Nel 1324, “in castro Mercurii”, veniva riscossa la decima, versata da “dompno Roberto et dompno Guillelmo”, somma esigua, due tarì: segno che la depressione gravava sulla Regione Mercuriense, mentre, l’anno dopo, Carlo duca di Calabria, vicario generale del re Roberto, si impossessò del feudo, già tenuto, per l’appunto, dai Loria. Nel 1326, “omnes clerici Mercurii” versavano una decima di “tarenos sex” e, nel 1327, “in abbate Marco pbr. Guillelmus, cappellanus mercurii, tar. Duos et gr. Septem”. Circa venti anni più tardi, Tommaso Sanseverino aveva in possesso la terra di Abatemarco, e la stessa, il 21.10.1406, fu trasferita a Bernardo de Oferio, regio ciambellano. Nel 1414 il feudo di Abatemarco, acquistato dalla Regia Corte, fu ceduto ad Arcusio, Artusio o Arturo Pappacoda di Napoli, unitamente ai feudi di Papasidero e Barbicario (Verbicaro). Sarebbe stato questo feudatario a donare alla chiesa di S. Michele dell’abazia di Abatemarco due statue lignee, scolpite nell’ogliastro (ulivo selvatico), fatte venire da Napoli: S. Michele Arcangelo, attualmente nella chiesa parrocchiale di S. Maria del Cedro, e la Madonna delle Grazie, ora nella chiesa omonima di Verbicaro. Ad Abatemarco, nel secolo XV, c’era la parrocchia di S. Michele Arcangelo, ricordata anche in una Platea del 1510. “L’ultima menzione dell’abitato di Mercurio” appare “al 21.settembre.1439, quando viene elencato tra le terre ed i castelli compresi nella contea di Lauria che Alfonso d’Aragona confermò a Francesco Sanseverino”. Nel 1450 Tommaso de Loria risultava barone di Aieta, Tortora e Abatemarco, seguito dal figlio Gerolamo, a sua volta pure barone di Tortora, Aieta e Abatemarco nel 1489 e marito di Margherita Pascale, mentre la sorella Ecuba aveva sposato Francesco D’Alitto. Abatemarco, con territorio relativo, ritornò al Demanio nel 1465, e, nel 1471, Barnaba Sanseverino presentò relevio per le terre di Lauria, Castelluccio, Tridina (Trecchina), Laino, Ursomarsico, Mercurio di S. Nicola. Il “casale di Mercurio”, non se ne conosce la consistenza insediativa e il periodo preciso, era stato, comunque in quegli stessi anni, anche in possesso di Venceslao Sanseverino, figlio di Gaspare e fratello di Francesco junior duca di Scalea. Il 4.gennaio.1474, l’arcivescovo di Rossano, l’abate del monastero di S. Filippo di Lauria e il vicario del vescovo della diocesi di Cassano, decidono che Giovanni Tuscano, o Toscano, clerico rossanense, assuma la commenda del monastero di S. Giovanni “extra muros castri Abbatismarci”, vacante per la morte dell’abate Stefano. Il 19.febbraio.1474, Teodoro Gaza, il grande umanista greco, essendo stato nominato, dal cardinale Bessarione, procuratore del cenobio di S. Giovanni Battista in S. Giovanni a Piro, visitò i territori dipendenti da quella abbazia e giunse anche in Calabria, dove resse, per un anno, il Monastero Benedettino di S. Giovanni di Abatemarco, resosi vacante per la citata morte dell’abate Stefano. L’investitura di questo cenobio, la cui rendita ammontava a 70 fiorini d’oro, fu concessa il 19 dello stesso mese, sotto il pontificato di Sisto IV. Il 2.10.1488, il re Ferdinando I ordinò a tutti gli ufficiali del Regno di rispettare la facoltà concessa a Guglielmo Sanseverino, conte di Capaccio, di poter deviare un corso d’acqua dal fiume Ursomarzo e Mercuri in Calabria, fino alla terra di Scalea per poter ivi far funzionare un molino. Nel 1489 risultava signore di Abatemarco Francesco D’Allitto e, poi, il figlio Giusto o Giustiniano e, in successione, nel 1496, i feudi di Abatemarco, Tortora e Aieta furono concessi dal re Ferrante II di Aragona a Giovanni de Montibus o Delli Monti, in quattordicesima... 14 Storia e Cultura giugno-luglio 2009 ...dalla tredicesima IL FEUDO DI ABATEMARCO E IL CASALE DI MERCURIO di GIOVANNI CELICO prode ed onorato soldato, avendoli tolti al dominio di Gerolamo di Lauria e di Giusto D’Alitto, baroni compartecipi alla congiura ordita contro la dinastia, vinti combattendo sulle alture di Laino-Scalea e fatti prigionieri il 18.maggio.1496. A Giovanni successe, nel 1504, Margherita de Montibus, figlia ed erede e moglie di Marcello Colonna. Nel 1509 Bertotoldo Carafa acquistò Abatemarco, Aieta e Cirella da Margherita de Montibus e, nello stesso anno, ne rientrò in possesso il genero, Francesco de Loria. Abatemarco divenne feudo della casa Brancaccio e più precisamente di Scipione, figlio di Giovan Tommaso signore anche di Grisolia, tra il 1511 ed il 1518, ma nel 1522 Francesco de Loria ne risultava ancora signore. Il feudo di Abatemarco fu in testa, fino al 1525, a Geronimo Pellegrino, anche se, nello stesso periodo, “riappare” in mano a Francesco de Loyra. Nel 1528-1534, Abatemarco fu in possesso di Giulio di Capua che, nel 1542, lo vendette a Raffaele De Mari, cui subentrò, nello stesso anno e fino al 1549, Nicolas de Loquingen che ebbe anche Ajeta, Tortora e Cirella. Nel 1548-1549, passò per vendita a Pietrantonio Sanseverino, principe di Bisignano: nel 1532-1545 la terra di Abatemarco numerava 114 anime. Il principe Pietrantonio Sanseverino ed Isabella Caracciolo, duchessa di Castrovillari, marchesina di Misuraca e signora della terra di Scalea, in quegli anni, composero un dissidio sorto tra i rispettivi vassalli di Abatemarco, Grisolia e Scalea. “In una bolla di Paolo IV del 13 giugno 1555 si trova la seguente notizia: Flaminio de Sabellis providitur de parochiali ecclesia S. Joannis de Cucucijs, oppidi Abbatis Marci, Cassanen dioc., de jure patronatus Angeli Anelli de Donato”. Non saprei specificare se si tratti di una variazione di nome o di una Parrocchia differente. Nel 1669 gli abitanti di Abatemarco si trasferirono a Cipollina già frazione di Grisolia ed ora comune a sé col nome di S. Maria, con propria parrocchia dedicata allo Spirito Santo. Cipollina ha dato origine alla frazione Marcellina, presso lo scalo ferroviario, che è stata dotata di propria parrocchia dedicata al S. Cuore, con decreto del 15 agosto 1957”. Nel 1561 Abatemaco era scesa da 28 a soli 7 fuochi: c’era un erario, un Camerlengo ed un Conservatore, che avevano il compito di tutelare gli interessi della casa Sanseverino di Bisignano. CERIMONIA DI CHIUSURA DELL’ANNO ACCADEMICO DELLA L.U.A.P. Tra i corsisti si è messo in evidenza il nostro G.E. Zamprotta L’aula magna della biblioteca comunale di Scalea, nello storico Palazzo dei Principi, ha ospitato sabato 30 maggio, la cerimonia di chiusura del primo anno accademico della Libera Università per l’Apprendimento Permanente “Corrado Alvaro” di Scalea. Un nutrito programma è stato seguito da un numeroso pubblico che ha partecipato con entusiasmo all’evento. Per alcuni, certamente è stata una sorpresa, poiché non si aspettavano di dover prendere atto di una realtà associativa che, almeno in questo primo anno, ha dimostrato di funzionare egregiamente, offrendo la possibilità a chi lo desiderava di ampliare le proprie conoscenze e, in alcuni casi, di prendere un primo contatto con discipline mai affrontate prima. Moderatore e primo oratore della serata è stato il vice sindaco avv. Mauro Campilongo, il quale ha dovuto sostituire, nel saluto iniziale, il sindaco di Scalea dr. Mario Russo, impegnato, a ragione, su altri fronti. Preciso e conciso è stato l’intervento del preside della LUAP, prof. Rosario D’Arco che in pochi tratti ha fatto il punto della situazione della Libera Università chiarendo, ove se ne fosse ravvisata la necessità, le finalità, gli scopi e gli obiettivi dell’associazione. Si sono susseguiti al microfono i docenti dei corsi, tra i quali, il prof. Ciro Cosenza, illustrando l’attività svolta nel corso dell’anno accademico, scendendo nel dettaglio A Pietrantonio Sanseverino, morto a Parigi il 5.aprile.1559, successe, nel dominio dei feudi di Abatemarco e di Grisolia, il figlio Nicola, o Nicolò, Berardino, sotto la tutela della madre Irene Castriota, morta il 15.settembre.1565: la terra di Abatemarco contava 192 anime, ridottesi a 36 nel 1595. Francesco Galluppi di Tropea subentrò nel possesso nel 1612 e nel 1623 Giampietro Greco comprò, dalla casa Sanseverino di Bisignano, Abatemarco e Orsomarso; Giovan Battista Greco, figlio di Giampietro, ereditò, 1639-1640, i feudi di Abatemarco, Cipollina e Orsomarso. Gli stessi feudi seguirono, poi, una loro storia, fino alla fine della feudalità. LA BIENNALE DELLA FOTOGRAFIA D’AUTORE PARTE DA AIETA Al via la seconda edizione della Biennale fotografica Riviera dei Cedri, ad Aieta nel Palazzo Rinascimentale che si annuncia essere uno degli appuntamenti culturali più importanti della stagione estiva. Grandi nomi della fotografia come Prabuddha das Gupta, Seamus Murphi, Dobos, Ken Damy, Javier Silva Meinel e Lorenzo Merlo, sono stati annunciati dalla direzione artistica della Biennale. Le fotografie in mostra documentano immagini dall’Afganistan all’Eritrea, dalla Cambogia al Marocco. “A sud di ogni dove” è il tema che gli artisti fotografi sviluppano e di sicuro i loro scatti affascineranno i visitatori. La sezione storica è dedicata al periodo delle colonie in Africa ed in particolare ad Axum in Etiopia. “La Biennale - si legge in una nota stampa è dedicata a tutti i Sud del mondo, a terre lontane, terre di conquista che hanno a loro volta conquistato col loro fascino e conquistano con i loro profumi, i colori, le essenze e le genti”. Con partenza da Aieta la mostra avrà successive aperture in altre località del comprensorio e resterà aperta da giugno ad agosto del 2009. (G.P.) dei singoli corsi ed annunciando quelli previsti per l’anno accademico 2009/2010. Particolare successo ha riscosso l’esibizione dei corsisti del “Corso di Teatro”, sviluppato dall’attore Leonardo Gambardella (nella foto, indicato tra i corsisti). La mimica e la verve dei futuri attori hanno saputo trascinare l’uditorio, regalando momenti di ilarità spontanea, in un saggio svoltosi quasi per intero senza parole, utilizzando prevalentemente la gestualità appresa frequentando le lezioni. Una nota di colore è stata data dall’affermazione del prof. Ciro Cosenza, il quale non soltanto ha ringraziato i corsisti di filosofia, ma ha pubblicamente sostenuto di aver attinto dai discenti l’entusiasmo per portare avanti le sue lezioni e di avere ricevuto il giusto stimolo e la giusta carica per impegnarsi anche in future attività. Inoltre la serata è stata l’occasione per presentare un libro scritto dallo stesso prof. Cosenza, “Quando leggevamo di calcio sul Calcio Illustrato”, un escursus nel calcio di provincia degli ultimi cinquant’anni. La manifestazione si è chiusa con la consegna degli attestati di partecipazione ai corsisti, fra scrosci di applausi di amici, conoscenti e pubblico. Tra i corsisti presenti spiccava il nostro sempre valido e prezioso Gian Enrico Zamprotta (foto in alto) che ha ricevuto con merito il diploma di partecipazione. PER UNA CITTÀ PULITA NON OCCORRONO ACROBAZIE! GETTA I TUOI RIFIUTI NEGLI APPOSITI CONTENITORI Cultura & Psicologia giugno-luglio 2009 15 I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE Sarebbe riduttivo fare, in questa sede, un’analisi delle cause dei disturbi del comportamento alimentare poiché la comprensione psicodinamica è molto complessa come pure i numerosi fattori stressanti intrapsichici familiari ed ambientali che li caratterizzano. I dati riguardanti i disturbi del comportamento alimentare in adolescenza sono molto preoccupanti (1 su 5 ha problemi di peso); i disturbi più gravi sono: l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e l’obesità. Oggi moltissimi ragazzi scelgono la strada del rifiuto del cibo o del mangiare troppo, per esprimere attraverso il linguaggio del corpo un disagio esistenziale profondo, paura della sessualità, dei ruoli sociali fortemente condizionati dalla competizione, dal consumismo, dall’immagine. Con il cibo ci si prende cura del proprio corpo, ma nello stesso tempo si esprime un sistema di rapporti all’interno della famiglia e della società. Perché se il nostro cervello è in grado di regolare l’apporto di calorie e nutrienti necessarie alla sopravvivenza, molte persone mangiano di più o di meno di quanto hanno bisogno? Che cosa significa mangiare? Forse si può dire che “ingeriamo” un’enorme quantità di fattori sociali e culturali che influenzano come ci nutriamo e controllano il nostro peso. Il cibo assume un’importanza simbolica che inizia sin da piccoli e che va controllata. Se si indaga sulla storia infantile di coloro che hanno disturbi del comportamento alimentare si scopre quasi sempre che sono stati bambini estremamente sensibili ai dettami del loro ambiente; fra i propri bisogni e quelli degli altri hanno sempre optato per questi ultimi finendo per perdere completamente contatto con le proprie esigenze più profonde. L’insorgenza del disturbo permette loro, anche se in modo distorto, di ottenere la cosa a cui tenevano di più: essere considerati ed amati. Sono persone cresciute senza gli strumenti necessari alla strutturazione di un SÉ autonomo in grado di autovalutarsi e, come da bambini, rimangono estremamente influenzabili dall’ambiente. Ciò comporta una costante ricerca di riconoscimenti che confermino il proprio valore personale che viene a sua volta percepito solo attraverso il giudizio dell’altro. La ricerca della costante approvazione misurata in compiti ben eseguiti, in performance riconosciute dagli altri come ottimali, li inducono ad una ricerca costante della perfezione che non può che essere fallimentare e quindi fonte di auto-svalutazione. Come aiutare questi ragazzi se, nonostante le varie campagne di informazione proposte e trattate in maniera scientifica, non si assiste ad un miglioramento della situazione? La PREVENZIONE è il primo valido aiuto; forse bisognerebbe parlare il linguaggio degli adolescenti. Pietro Campanaro, specialista in scienze dell’alimentazione, parla con loro ponendo domande di questo tipo: Si può avere un bel fuoco che brucia senza mettere la legna nel caminetto? Il corpo di un adolescente è come il caminetto che ha bisogno di legna per bruciare molto, quando si salta un pasto non si mette la legna e quindi il corpo non ha ener- UN PO’ DI STORIA LETTERARIA: L’ETIMOLOGIA E LE LINGUE NEOLATINE O ROMANZE di FRANCESCO LAPROVITERA L’etimologia è una scienza che studia l’origine e la storia di una parola. Il termine etymologia deriva dal greco ed è composto da étymon “vero, reale, intimo significato della parola” e da logìa “studio o discorso”. L’etimologia è quindi quella branca della linguistica che si occupa dello studio dell’origine delle parole. Ed è questa una scienza agevole, piena di sorprese allettanti, densa di stupefacenti scoperte, e di conseguenza attraente e divertente. Questo vuol dire che ogni vocabolo della lingua italiana ha una propria storia che è possibile ripercorrere andando a ritroso: ciò significa quindi che un vocabolo quando è “nato” non aveva lo stesso utilizzo o non veniva adoperato necessariamente nello stesso contesto in cui lo impieghiamo oggi. Andare a ripercorrere la “storia delle parole” della lingua italiana vuol dire andare ad affondare le radici nello studio del latino in quanto la nostra lingua è definita romanza o neolatina poiché deriva dal latino volgare a seguito all’espansione dell’impero romano. Le principali lingue neolatine attuali che godono di uno status di ufficialità sono: portoghese, spagnolo, francese, italiano e rumeno. Analizzando etimologicamente nel dettaglio alcune parole potremo notare come col passare del tempo la nostra lingua, mutuata dal latino, ha subito anche l’influenza di dialetti autoctoni, di espressioni volgari (ovvero le espressioni popolari, utilizzate nella vita quotidiana, non inteso in senso dispregiativo, da vulgus “popolo” per distinguerla dalla tradizione letteraria e ufficiale) o ancora dalle altre lingue neolatine stesse, come ad esempio il francese. Senza dilungarmi ulteriormente in tediosi insegnamenti provo a rendere più piacevole la lettura analizzando un termine vicino alla vita di tutti giorni ma etimologicamente completo e interessante all’analisi. Dal latino all’italiano: Com’è nato il termine “donna” ? Per analizzare il termine donna risaliamo ad una parola latina, domina (letteralmente “padrona”), che a sua volta è direttamente discendente del ter- mine domus “casa”. Domina quindi ebbe in origine il significato di “signora” o meglio “padrona della casa”, così come dominus indicava il “signore”, “il padrone della casa”. Succede a questo punto un fenomeno abbastanza frequente nell’etimologia, ovvero che le parole si alterino con l’uso: ed infatti anche dominus e domina già nelle parlate volgari del medio evo si erano trasformate rispettivamente in domnus e domna, avendo lasciando cadere quella i mediana che infastidiva un poco nel parlare corrente. Poi, per la legge comunissima dell’assimilazione (l’assimilazione è un processo linguistico per cui dall’incontro di due consonanti la prima diventa uguale alla seconda, cioè si “assimila”) si passò a pronunciare e scrivere più agevolmente donnus e donna; donnus, maschile, nei secoli successivi si foggiò italianamente in donno, mentre donna rimase ovviamente qual era. Così è “nata” la donna; la quale è ben viva e vegeta, mentre è sparito il donno, cioè il padrone, il signore. Tuttavia vivissimo è ancora donno nella sua forma tronca don, che si dà comunemente come titolo di rispetto ai sacerdoti, o si premette ai nomi maschili di alta nobiltà: “don Prospero Colonna”, “don Ciccio”, “don Andrea Corsini”. A Napoli, è vero, e in molti altri luoghi del Mezzogiorno, lo premettono anche a nomi di ben più modeste origini, e dicono per esempio, salutando il portinaio o il salumiere di fiducia, “Buongiorno, don Ciccillo”, ma si tratta di un uso che risale al periodo della dominazione spagnola; per cui il “don Ciccillo” di Napoli o del Mezzogiorno che dir si voglia corrisponde esattamente al “signor Francesco”, di Firenze o di Milano. Qui, preso l’abbrivo, mi verrebbe voglia di continuare, dicendo che la parola duomo deriva dall’espressione latina domus Dei, “la casa di Dio”, poi divenuta soltanto domus, cioè la casa per eccellenza; che la domenica è all’origine di dies dominica, il giorno del dominus, del Signore; e il domicilio, e il verbo dominare, e il sostantivo dominio … e si potrebbe continuare all’infinito!!! gia da bruciare. Il metabolismo è l’energia utilizzata dall’organismo per compiere i lavori interni necessari al mantenimento del corpo, per mantenersi “acceso al minimo”. Ma per potersi mantenere acceso al minimo, un organismo come il fuoco, ha bisogno di un minimo di legna; se si introduce meno del fabbisogno quotidiano per paura di ingrassare il fuoco non arde. Si può costruire una casa senza cemento? Il corpo di un adolescente è anche come una casa, ha bisogno di tanto cemento per costruirsi solido. Quando non si introducono abbastanza minerali e vitamine la struttura non viene su solida. È corretto mettere il diesel in una Ferrari? Il corpo è anche come una Ferrari che ha bisogno del giusto carburante per andare a 300 all’ora. Quando gli alimenti che si mangiano sono sbagliati, non utili ai fabbisogni dell’organismo il motore si ingolfa con un carburante non adatto e la macchina non corre velocemente. Riguardo alla TERAPIA dei disturbi del comportamento alimentare è opportuno specificare che se indirizzata solo al sintomo è, in genere, fonte di delusioni, vale a dire che chi segue solo misure educative destinate al controllo del peso ponderale, rischia ripetute ricadute. La farmacologia è poco efficace poiché non esistono farmaci specifici. La terapia migliore rimane, dunque, di tipo psicologico; alcune visite terapeutiche o una vera e propria psicoterapia di sostegno sono necessarie. Per chiarimenti o consulenze gratuite: dott.ssa G. Provenzano - cell. 338/2391983 16 Sport & Musica giugno-luglio 2009 IPPICA E RISTORAZIONE A KM ZERO La premiazione Conclusi con successo i campionati regionali di salto a ostacoli e attacchi. La manifestazione sportiva si è svolta a Scalea al circolo Ippico “La Bruca”, con l’impegno del Comitato regionale Fise Calabria, dello stesso circolo Ippico La Bruca, dell’associazione degli albergatori della Riviera dei Cedri Arca, dell’Aias sezione di Cetraro, del centro di Riabilitazione Equestre e degli Enti che hanno patrocinato l’iniziativa. La manifestazione sportiva ha ormai una durata di trentaquattro anni. È nata nel 1975 su iniziativa dell’ex sindaco della cittadina tirrenica, Francesco Maria Fazio, all’epoca socio della prestigiosa Scuola napoletana di equitazione, che aveva favorito iniziative di vario genere. «Sono ricomparsi quei silenzi pregni di tensione, di voglia di vittoria, di concentrazione in campo e di ammirazione tra gli spalti del pubblico - scrivono Uno dei momenti più esaltanti è stata l’esibizione gli organizzatori in una nota diramadei più piccoli, provenienti dalle varie scuole d’eta a fine manifestazione - silenzi inquitazione, i quali hanno messo a disposizione terrotti da applausi scroscianti o da grandi capacità tecniche e professionali, riuscendo esclamazioni di sgomento nei moad allietare e coinvolgere anche il pubblico dei mimenti più intensi di una competizionori disagiati provenienti dalla Comunità Socione sportiva così spettacolare come educativa lo “Scoiattolo”. quella dell’Equitazione». Hanno Le belle giornate di sole hanno raccolto un pubpartecipato ben centotrenta cavalli blico numeroso, che ha ammirato i 130 binomi e l’iniziativa si è caratterizzata per i giunti dalla Calabria e dalla Basilicata per le gare suoi risvolti ambientalisti; si è trattadelle diverse categorie del Campionato e i diverto, infatti, di una manifestazione a tenti Pony Games. Tra gli eventi la “Mostra Piccanzero emissioni di biossido di carbote” in collaborazione con l’Accademia del Pepenio. Per fare un esempio: l’energia roncino e la presenza del prestigioso Corpo elettrica consumata durante l’evenForestale a Cavallo del Parco Nazionale del Pollino. to sportivo è stata prodotta da siOgni sera poi, una volta terminate le gare, sono stemi di produzione da fonti rinnoesplose serate condite da musica e da prelibatezvabili grazie alla collaborazione di ze culinarie. Decisamente un ottimo modo per acimprese leader nel settore, che hancogliere l’estate! no messo a disposizione gli impianti per la produzione dal vento e dal so- Un’immagine della gara le, contribuendo a ridurre le emissioni di biossido nell’atmosfera. È stato possibile così, conciliare il divertimento sportivo con la salvaguardia dell’ambiente. Sulla riuscita della manifestazione sportiva è intervenuto anche Angelo Napolitano, direttore dell’evento e presidente dell’associazione degli albergatori della Riviera dei cedri. «L’intera manifestazione è orientata al rispetto ambientale - ha detto - non solo l’albergo è a chilometri zero, ma anche l’energia elettrica e l’acqua calda sono prodotti da impianti fotovoltaici, eolici e solari termici, mentre i piatti e i bicchieri dei punti di ristoro sono biodegradabili e non di plastica e l’intera raccolta dei rifiuti è rigorosamente differenziata». L’ARCANO POTERE DELLA MUSICA GIOVANNI LATELLA LEADER DEL GIRO DI PUGLIA ESORDIENTI Giovanni Latella (foto) del G.S. Latella Sport di Scalea ha vinto il 3° Trofeo Città di Casarano (LE) disputatosi il 14 giugno scorso e valido quale 2° tappa del Giro di Puglia Esordienti 2009. Con questa vittoria, il giovane ciclista scaleota sale in vetta alla classifica del 2° Giro di Puglia a tappe per esordienti. Sotto un sole cocente, la gara è partita alle ore 12,30 su un circuito cittadino, da ripetere 20 volte, Giovanni Latella, dopo aver studiato gli avversari per i primi due giri, alla fine del terzo, nello strappo in salita, con uno scatto potente ha staccato tutti gli avversari passando al quinto giro con 25’’, al sesto con 35’’, al settimo con 1’,15’’ dall’ottavo in poi, men- tre gli avversari cedevano, il giovane ciclista scaleota sbaragliava tutti ed arrivava solitario al traguardo con vantaggio di 3 minuti e 40 secondi. La brillante affermazione del giovane atleta Giovanni Latella, rimarca i positivi piazzamenti ottenuti nelle corse di inizio stagione nonché nella scorsa stagione ciclistica. Ricordiamo ai nostri lettori appassionati di ciclismo che l’atleta ha, tra l’altro, indossato la maglia di campione regionale esordiente di 1° anno 2008 nonché di campione regionale di ciclocross 2° per il 2009. Al G.S. Latella Sport di Scalea, società del vincitore, è andato il premio 3° Trofeo Città di Casarano. Grinta e passione guidano il giovane ciclista calabrese che continua con il massimo impegno a cimentarsi nelle varie gare che si disputano sempre fuori regione, tenendo alto il nome della Calabria e di Scalea. Quindi per Scalea, come avvenuto per il calcio tra gli anni ‘60 e ‘70, si ritorna a parlare di atleti, del posto, forti e vincenti. Ora, per il giovane Latella, ci si aspetta solo l’approdo tra i professionisti. di LUCIANO POSTERARO Nel trattare questo argomento dedicato in prevalenza ai bambini, è necessaria una premessa sugli adulti. Molti soggetti adulti hanno disturbi di respirazione e presentano una respirazione ridotta non diaframmatica. Non possedendo una respirazione diaframmatica, la persona non possiede tutta la sua voce, quindi la frase che compone è una frase che a un certo punto si interrompe perché la voce non c'è più, occorre prendere fiato. In tutti i disturbi di linguaggio, collegati con disturbi dell'apprendimento, riscontriamo questa comune realtà. Nei bambini che fanno fatica a leggere, a parlare, che si bloccano quando sono chiamati e non riescono a esprimersi, si evidenzia una respirazione che si attua con torace rigido, con sollevamento delle spalle, irrigidimento degli organi di fonazione. Occorre, prima di tutto, acquisire un rapporto di fiducia tale da farli sentire a proprio agio. Il quadro che si presenta è spesso caratterizzato da lievi ritardi motori, difficoltà di coordinamento motorio, attenzione troppo breve, difficoltà di relazione e comportamento, disturbi di linguaggio. Affinché il bambino possa superare tali impacci motori e relazionali, occorre che la sua "corporeità" entri in rapporto con il mondo reale; questo avviene tramite il contatto diretto con i suoni, favorendo in tal modo l'attenzione. A questo punto è l'insegnante che dovrà creare per ogni soggetto la situazione musicale idonea. Il bambino con disturbi di apprendimento verrà così condotto attraverso un'esperienza affascinante (il suono porta con sé una grande carica affettiva) e gratificante verso la gestibilità del proprio coordinamento motorio. I bambini che non hanno ricevuto un mondo affettivo di questo tipo, camminano a 4 anni (se camminano!) e sicuramente hanno un linguaggio verbale molto ritardato (se parlano!). Se i disturbi del linguaggio nei bambini sono purtroppo in aumento, ciò è dovuto al fatto che essi non hanno un vissuto di corporeità nella loro crescita, ma hanno unicamente un vissuto di imitazione. La conoscenza, l'apprendimento della musica o ciò che la musica può fare deve coinvolgere la persona in senso comunicativo e in tutta la sua espressione. Ad esempio: io posso essere musicista e non comunicare perché sono estremamente tecnica, soltanto tecnica. P.S.: L'argomento trattato, inerente ai disturbi di apprendimento e musica, è scaturito da alcune mie dirette esperienze vissute con alcuni allievi che presentavano tali problematiche, le quali sono state felicemente risolte grazie all'ausilio dell'«arcano potere» di questa ``magica arte".