XIII - n° 4
Alla fine di una estenuante campagna elettorale è
risultato il più votato in tutta la provincia di Cosenza
PER MARIO RUSSO VITTORIA NUMERO TRE
Profondo rosso per tutto lo schieramento di sinistra
di NANDO MANCO
MARIO RUSSO voti 3.863 - 27,98%
Mario Russo continua, in modo inarrestabile, la sua
marcia vittoriosa che non conosce soste. Partito
nell’ormai lontano 1999 (prima vittoria alla Provincia e primo scaleota ad entrare nel palazzo del
Nella foto, il neo europarlamentare Clemente
Mastella, ricevuto dal sindaco di Scalea Mario
Russo, fa tappa a Palazzo di Città, per un saluto ed una brevissima conferenza stampa.
L'ex ministro della Giustizia, candidato con il
PDL alle Europee, dopo un anno, è ritornato alla politica attiva ottenendo ben 111.710 voti.
Per il ministro Brambilla serve un marketing
turistico con meno burocrazia e più infrastrutture
FARE ARRIVARE DA TUTTO IL
MONDO PIÙ TURISTI IN ITALIA
di GIANNA FREGONARA
Michela Vittoria Brambilla, 41 anni, il 9
maggio è diventata dopo un anno da sottosegretario con la
stessa delega e un
numero infinito di annunci e di rinvii - Ministro del Turismo. Dopo avere giurato al
Quirinale, ha un piano
molto
ambizioso:
l’anno prossimo ci saranno in giro per il
mondo un miliardo di
turisti, vuole farne arrivare il più possibile
in Italia.
Come?
«Innanzitutto intendo
allargare, operando in
collaborazione con le Regioni, gli enti locali e le imprese, il bacino d’offerta di un sistema Italia che è
ancora in buona parte sotto utilizzato. Occorre,
inoltre, definire strategie di marketing che, per
qualità, quantità e varietà di proposte, possano
maggiormente soddisfare le esigenze e gli interessi
di ogni tipo di clientela. Al tempo stesso è necessario effettuare una drastica riduzione della burocrazia nelle strutture pubbliche che operano in
questo settore».
in quinta...
Governo), nel 2004 ripete la vittoria con un consenso che definimmo allora, addirittura, bulgaro.
Alle ultime elezioni del 6 e 7 giugno 2009 arriva,
per Supermarione, una ineccepibile tripletta. Con
una percentuale del 27,98 (+ 6,83%) e 3.863 voti
complessivi, contro i 3.148 delle precedenti provinciali (di cui 2.156 nella sua Scalea), ancora una volta, fa da asso
pigliatutto. In un particolare e delicato momento per la politica, a
tratti quasi tragico, se pensiamo
alla crisi economica, a quella di valori e di ideali che attanagliano il
Paese e l’intero mondo, forse riusciamo a capire il forte e marcato
astensionismo che sta portando
sempre più gli elettori, in particolar modo le fasce più giovani, ad
allontanarsi e a disamorarsi dalla
politica. Un dato ed un fatto allarmanti che, senza plausibili soluzioni, non sappiamo dove potranno
ancora portarci. Ma torniamo a
questa ultima, infuocata e, per
certi aspetti, tremenda tornata
elettorale che, in certi frangenti, non ha disdegnato toni e atteggiamenti forti che, sicuramente, non
fanno e non portano bene a nessuno. Situazioni
incresciose che hanno evidenziato polemiche feroci e fuori luogo, spesso gratuite, personali e altamente lesive, una vera caccia all’uomo, come quelle inferte a danno del Presidente del Consiglio,
diventato un bersaglio da abbattere ad ogni costo
in seconda...
Collegio di Santa Maria del Cedro
ARTURO RICETTI, CON MERITO,
SI RICONFERMA IN MAGGIORANZA
L’ottimo Arturo Ricetti,
eletto nel collegio di
Santa Maria del Cedro
con 2.355 preferenze
ed una percentuale del
21,98%, è stato meritatamente riconfermato
per la terza volta consecutiva alla Provincia. Arturo Ricetti, stimato ed
apprezzato per l’attaccamento verso la politica pratica e concreta,
siamo certi che continuerà, con la bravura
che da sempre lo ha
contraddistinto, l’opera intrapresa e portata avanti
in questi dieci anni di mandato, raggiungendo altri
grandi traguardi per Scalea e per l’intero territorio
del suo collegio. www.scalea.it [email protected]
www.calnews.it
giugno - luglio 2009
L’OBAMA DI CASA NOSTRA!
di GIOVANNI CELICO
Mario Russo, il sindaco che consolida il risultato di
amministratore più votato nella recente storia di
Scalea, primo degli eletti, in ambito provinciale, nel
PDL e con una percentuale tra le più alte nella regione, varca, per la terza volta, il portone della
Provincia di Cosenza, peraltro con l’onere di dover
rappresentare, in quell’assise, da solo e per i prossimi anni, gli interessi dell’intero collegio (Scalea, S.
Nicola Arcella, Praia a Mare, Aieta e Tortora), grazie ad un consenso… bulgaro, un terzo in più,
nella sua cittadina, rispetto ai voti racimolati da
tutti gli avversari messi insieme.
I competitori casalinghi, quelli “interni”, gli scaleoti
per intenderci, raccolgono, da destra a sinistra, nel
collegio, 3.041 voti mentre Mario Russo tocca il traguardo di 3.863 preferenze, migliorando, in numeri assoluti e in percentuale, rispetto alla volta scorsa, in un contesto nel quale, peraltro, ha votato il
64,66% degli aventi diritto. È una affermazione,
senza se e senza ma, che apre una rotabile, una
strada, un’autostrada, almeno nelle premesse e
sulla carta, propedeuticamente più comoda, facile
in terza...
PROVINCIA AL CENTROSINISTRA
E COLLEGIO AL CENTRODESTRA!
La coalizione di centrosinistra batte al ballottaggio
la coalizione di centrodestra e si riconferma alla
guida della Provincia di Cosenza con il 56,72% dei
suffragi. Il risultato è netto, senza se e senza ma, e
la differenza, tra Gerardo Mario Oliverio, presidente uscente del centrosinistra, e Pino Gentile candidato a presidente per il centrodestra, l'ha fatta,
certamente, l'impegno profuso dal governatore
della Calabria, Agazio Loiero che, soprattutto con
in terza...
Grande soddisfazione per il nostro Alessandro Luongo
ELETTO VICESINDACO
IN PROVINCIA DI TORINO
di MATTEO CAVA
Dalle cittadine tirreniche di Praia a Mare e
Scalea a Busano, in provincia di Torino, per fare il vicesindaco. Alessandro Luongo, nipote
del collega e direttore
Nando Manco, già negli
anni scorsi aveva più
volte tirato fuori la sua
vena politica. Alcune
volte il detto “Nessuno
è profeta nella sua patria” trova conferma,
anche se per Alessandro il tempo di misurarsi alle amministrative in
Calabria non c’è stato. A Busano, un centro di circa
mille e cinquecento abitanti, il giovane Alessandro
Luongo, figlio di Elena Manco e Pasquale Luongo,
in terza...
La posta di Nando Manco: [email protected]
STIMOLO AL DIBATTITO SOCIO-CULTURALE
Un editore si complimenta per l’opera meritoria dimostrata dal nostro giornale e annuncia
l’inserimento di un banner sempre visibile riguardante il Diogene.
Un lettore elogia la maestria dimostrata da un muratore, autodidatta, rispettoso degli
apetti millenari del Centro storico, nel recuperare un terraneo.
Un altro ancora scrive di bidoni vuoti e di spazzatura disseminata per terra in periferia e di Piazza
Caloprese bella e pulita.
Infine, un nostalgico lettore polemizza con il Comune di Scalea, che invece di acquistare, come
avviene per altri comuni, vuole vendere all’IACP il Convento Franescano. (ed altro...)
nelle lettere...
2 Primo Piano
giugno-luglio 2009
...dalla prima
...PER MARIO RUSSO VITTORIA NUMERO TRE...
e senza esclusioni di colpi, da parte di una sinistra
che non sa più a che santo rivolgersi e che pesci
prendere. Ogni frase pronunciata da Berlusconi
(qualcuna a dire il vero, potrebbe risparmiarsela,
stando perennemente sotto i riflettori di una certa
parte politica e di media che non aspettano altro
che metterlo alla gogna) diventa per la sinistra motivo e oggetto di accanimento e di argomentazioni
chilometriche sterili e puerili che distolgono la politica dai problemi reali e gravi del Paese. In questo
caos diventa davvero difficile e tragico governare.
Sarà colpa di una classe politica litigiosa e frammentata che non pensa agli interessi dell’Italia ma
ad intralciare il lavoro di chi governa, con l’unico e
assoluto obiettivo di andare al più presto al voto,
nella speranza di poter occupare le poltrone.
Tornando alla strabiliante vittoria e riconferma del
sindaco di Scalea nel consiglio provinciale di Cosenza, salta subito alla mente e agli occhi la grossa
affermazione di consensi ottenuta nell’intero collegio ed il forte aumento di voti registrato a San Nicola Arcella (il più votato con 424 preferenze su
1.002 votanti). Praia a Mare, dal canto suo, non è
stata da meno tributando al sindaco scaleota la
bellezza di 853 voti (+ 473 rispetto a cinque anni
fa). La sempre imprevedibile, incerta e difficile
piazza di Tortora a Mario Russo ha riservato un
gruzzoletto di 460 voti (+ 39 voti). Infine, nella piccola Aieta che presentava alla Provincia il sindaco
in carica Gennaro Marsiglia, si è dovuto “accontentare” di 78 voti (+ 5 rispetto alle provinciali del
2004) che con questi chiari di luna non sono pochi, anzi diventano preziosi e utili.
Archiviata ancora una volta e alla grande la “pratica” Provincia, a Mario Russo resta un altro anno di
sindacatura a Scalea e, forse, un altro anno alla
Provincia visto che, da qui alla primavera del 2010,
per lui si prospetta un’altra battaglia alla Regione
che, speriamo come sempre e per le fortune future di Scalea, lo possano vedere ancora vincente e
protagonista.
GENNARO LICURSI voti 912 - 6,60%
Gennaro, ad ogni competizione elettorale, difficilmente salta gli appuntamenti che contano. Licursi,
sulla base della lunga e irreversibile crisi di una certa sinistra, fa sempre la sua buona figura ritagliandosi un utile spazio che alla fine dei conti ha sempre la sua valenza.
Se, nonostante tutto, nel bene e nel male, da oltre
20 anni riesce sempre ad avere la sua poltroncina
in Consiglio comunale e, da un po’, ha allargato il
suo trend politico alla Provincia con rispettabili risultati, qualche merito l’avrà.
Rispetto alla partecipazione del 2004, un po’ di calo nei consensi c’è stato, ma alla luce di quanto sta
succedendo nell’area di sinistra, diventa naturale.
Licursi in questa competizione ha ottenuto un totale di 631 preferenze nella sua Scalea e 281 nei
restanti centri del collegio, per un totale di 912 ed
una percentuale del 6,60. Nel 2004 ottenne un totale di 1.085 voti, dei quali 839 interni e 246 esterni. Alla conta dei numeri, perde terreno in casa e
guadagna seppur poco (35 voti) negli altri comuni
del collegio, risultato che rappresenta sempre motivo di soddisfazione, in special modo se rapportato allo sgretolamento della sua coalizione e alla
lotta fratricida che regna al suo interno.
DANIELE DITO voti 782 - 5,66%
La vera novità e sorpresa. Una persona pulita e corretta che si affacciava per la prima volta nel difficile e complesso scenario politico. A questo punto,
a giochi fatti, si potrebbe parlare di vero outsider.
Per Daniele Dito che correva, come Russo, per
Gentile, 782 voti in totale con una percentuale del
5,66, di cui 579 interni e 203 esterni. Dopo l’ottima affermazione, per Dito, forse, si potrebbero
aprire nuovi orizzonti politici alle amministrative
del 2010.
RAFFAELE CARDILLO voti 639 - 4,62%
Nato e cresciuto a Scalea, da un po’ di anni vive e
lavora nella vicina Praia a Mare dove è ben voluto
e rispettato. D’altro canto, con Scalea e gli scaleoti esiste un rapporto idilliaco. A Scalea, dove da ragazzo era promotore di tante iniziative sportive e
culturali, oltre a tanti parenti, ha lasciato amici che
da sempre lo stimano e lo apprezzano per la sua
disponibilità e cordialità. A Praia, invece, ha trovato la sua patria d’adozione, come si suol dire, una
seconda casa ed una seconda famiglia. Alla sua prima esperienza politica ha ottenuto un risultato più
che confortevole ed apprezzabile, a riprova che la
serietà, la stima e l’affetto sono dei valori incommensurabili. Per “Rafilin(i)”, come lo conoscono e
chiamano a Scalea, 90 voti interni e 549 esterni
danno un totale di 639 voti ed una percentuale
pari al 4,62. Per Cardillo, un ottimo esordio ed un
attestato di stima che rinsalda ulteriormente la sua
dirompente partecipazione.
PALMIRO MANCO voti 534 - 3,86%
Per Palmiro Manco si può parlare di ennesima delusione e conseguente sconfitta. A fronte di tante
battaglie portate avanti con convinzione e determinazione, è il caso di dire che certe lotte ed atteggiamenti non pagano. (“I Verdi a volte sono
peggio della grandine” ha recentemente dichiarato in una intervista il giovane e quotato Sindaco di
Firenze del PD Matteo Renzi). Se per Mario Russo
possiamo parlare, a chiare lettere e numeri, di cinque sonanti vittorie ottenute in dieci anni (19992009), tra partecipazioni alla Provincia e al Comune, per Manco possiamo parlare, purtroppo per lui
ed i suoi sostenitori, di cinque brutte sconfitte accumulate in tredici anni senza nessuna affermazione (1996 e 2000 Comune, 2005 Regione e 1999 e
2009 Provincia). L’ostinazione di volersi presentare
a tutti i costi con un partito come i Verdi, ormai in
tutt’Italia allo sfascio totale, non lascia, certamente,
margini di successo. Se a ciò, poi, aggiungiamo un
approccio probabilmente sbagliato nel porsi durante la campagna elettorale, improntata su toni
forti e a tratti spregiudicati, intuiamo e capiamo
certi deludenti risultati. A questo punto potremmo
parlare di segnale preciso dell’elettorato nei suoi
confronti e, per lui, dall’ormai lontano 1996, solo
illusioni e rospi amari da ingoiare. Nell’intero collegio è riuscito a raggranellare, in totale, 534 voti, di
cui 484 interni ed appena 50 esterni. Se partita ci
doveva essere con il candidato del PDL, come predicato e sostenuto in campagna elettorale, mai
partita c’è stata. Palmiro Manco è arrivato, addirittura, quinto dietro Russo, Licursi, Dito e l’altro scaleota Cardillo. È sempre bello avere delle passioni,
ma quando certe passioni, con il passare degli anni, non sono supportate e ripagate con traguardi
ed un minimo di gratificazione, sarebbe opportuno fare una giusta analisi ed una obiettiva autocritica per abbandonarle e sceglierne, quantomeno,
altre più consone a ciò che si è e si rappresenta effettivamente.
ANTONIO FORESTIERI voti 260 - 1,88%
Il tramonto di falce e martello lascia, a convinti
idealisti, come Antonio Forestieri, un pugno di mosche in mano, un partito allo sbando e tanto vuoto. Una sinistra ormai inesistente ed in forte crisi di
di NANDO MANCO
identità. Un profondo rosso che lascia a casa politici ritrombati, come Oliviero Diliberto. La coerenza e la serietà di persone corrette e capaci come
Antonio non bastano. Forse per il coraggioso e intrepido Antonio Forestieri, dopo tanto impegno e
poco profitto, è giunta l’ora di abbandonare questa carretta che fa acqua da tutte le parti. Dopo lo
sdoganamento alle amministrative del 2000, pensavamo che per Antonio fosse iniziata una fase
protesa su linee politiche più moderate e meno
estremistiche, rispetto ad un partito come quello
dei “Comunisti italiani”. Come sempre, Antonio Forestieri ha condotto una campagna elettorale seria
e corretta, senza isterismi e bramosie, allo stesso
tempo diretta ma mai offensiva e lesiva nei contenuti e nelle espressioni.
Antonio ha totalizzato 260 consensi che oseremo
definire, in tutta la loro quasi interezza, personali e
in minimissima parte di partito. Il calo vertiginoso
della sinistra e la frammentazione partitica, inesorabilmente, hanno danneggiato logicamente, in
qualche modo, anche il malcapitato Forestieri che
perde, in totale, rispetto a cinque anni fa, 95 voti,
di cui 40 interni. Antonio Forestieri trovando la collocazione giusta, magari in un’area politica più moderna ed al passo coi tempi, tra un anno, come avvenuto in un recente passato quando ha ricoperto
egregiamente e con impegno ammirevole la carica
di assessore, potrebbe ritrovarsi in un gruppo proteso alla conquista della guida amministrativa della
città per poter mettere a disposizione della collettività il suo bagaglio politico e l’esperienza accumulata nel tempo.
MARÇELO FORTE voti 127 - 0,91%
Marçelo Forte, dopo una fugace apparizione alle
amministrative del 2005, inaspettatamente riprova
a ritornare in sella in vista delle Provinciali. Per
Marçelo 127 voti totali, di cui 100 tondi a Scalea,
città che ha scelto dove vivere e lavorare, già da
qualche tempo. Per Marçelo questa esperienza è
stata, se non altro, una iniezione di visibilità che,
per un giovane intraprendente imprenditore, può
sempre avere un suo ritorno. Per Marçelo non era
facile scontrarsi, nella stessa coalizione di centrodestra, con fuoriclasse della politica e macchine da
voti, come il sempre vincente Mario Russo e la rivelazione Daniele Dito, che pur essendo all’esordio, aveva alle spalle un entourage organizzato e
attivissimo.
FRANCESCO BRUNI voti 91 - 0,65%
Una candidatura dell’ultima ora e più che altro di
servizio per il giovanissimo Francesco Bruni che ha
scelto, per l’esordio in politica, il centrodestra di
Pino Gentile alla Provincia. Per lui, 75 voti interni e
16 esterni. Punti vendita:
SCALEA - Via Lauro, 240/264b
Fabrizio 328.7514238
Matteo 328.1284855
3
Primo Piano
giugno-luglio 2009
L’OBAMA DI CASA NOSTRA!
...dalla prima
di GIOVANNI CELICO
...dalla prima
e transitabile, per il rinnovo del consiglio comunale
ro, almeno quello prossimo, di Scalea che dovrà,
locale, alla maggioranza uscente che amministra
per necessità, non potendosi ricandidare a sindaco,
l’ente da quasi dieci anni, e, soprattutto, disegna
usare in modo oculato se vorrà, appunto, assicurascenari nuovi per le consultazioni, almeno quelle rere una continuità senza traumi. Scalea è una comugionali, dell’anno prossimo. Questi risultati, stando
nità di consolidate tradizioni, una cittadina accoalle cifre, interrogano profondamente e pongono
gliente e colta, un centro, anche e soprattutto,
problemi seri a quanti, da sempre o da poco, nelle
turistico conosciuto, nel bene e nel male, a livello
diverse formazioni, a sinistra come a destra, si sono
internazionale, con una popolazione laboriosa, seposti o si apprestano a mettersi in concorrenza con
ria e impegnata, con una economia, pur con i limiti
questo sindaco “uscente” e con la sua forza, se vorposti da questo tempo disgraziato, vivace: se si poranno correre con una qualche utilità per il governo
tesse imprimere una accelerazione a tutto ciò, con
cittadino, tra 365 giorni: bisognerà inventarsi modi
il concorso dei più, per favorire, ad esempio, la
nuovi, forse, di fare politica, atteso che ad esempio
creazione del porto turistico e l’affermazione anche
l’attacco, talora sopra le righe, utilizzato anche in
di un piccolo aeroporto, forse si riuscirebbe a dare
questa tornata, non ha pagato, anzi è stato ampiarisposte più concrete ai tanti problemi che attanamente controproducente! Forse si potrebbe immagliano, oggi, l’economia zonale. A questo, comunginare e di conseguenza lavorare per realizzare una
que, deve e dovrà dedicarsi Mario Russo e spen“tregua cittadina”, (una “pax scaleota”?), nel cui amdersi a tutti i livelli, cioè far valere la sua forza
bito le potenzialità migliori potrebbero trovare utile
elettorale perché i progetti più utili si concretizzino
collocazione, in maggioranza o minoranza, per coe diventino realtà operative. Dai banchi del consistruire un percorso condiviso nel quale Scalea poglio provinciale o da quelli, perché no, del consiglio
trebbe giocare, rilanciandosi, un ruolo più che poregionale dovrà inventarsi una strategia che porti
sitivo nello scacchiere zonale e regionale: utopia?
questo comprensorio all’attenzione dei centri deciChissà! Però, se questa ipotesi dovesse essere liquisionali, quelli dove si fanno le scelte: il collegio ne
data come un sogno di mezza estate o peggio vaha bisogno, ha necessità di avere punti di riferimennificata, per meschini calcoli, anche la stessa vita
to sicuri, ha l’ansia che qualcosa di nuovo accada
collettiva potrebbe registrare una ulteriore involuanche in questo, dimenticato da tutti, alto Tirreno
zione e potrebbe, specie la classe dirigente attuale,
cosentino! Auguri sindaco Russo, auguri consigliere
ancor più, perdere peso specifico. L’“Obama di caprovinciale Russo, auguri… Mario Russo e auguri ai
sa nostra”, come qualcuno ha simpaticamente defituoi avversari: insieme a quelli dotati di buona vonito Mario Russo, in realtà, ha dimostrato di avere
lontà si potrà meglio costruire un domani più sicuro
saldamente nelle mani il pallino elettorale del futue positivo per tutti! ...dalla prima
PROVINCIA AL CENTROSINISTRA E COLLEGIO AL CENTRODESTRA!
la macchina elettorale “sanitaria”, ha dato una mano determinante a costruire questa non facile vittoria, arrivata al secondo turno. Invece, nel Collegio Provinciale Scalea-Praia, dove ad essere stato
eletto, al primo turno, è il solo Mario Russo, attuale sindaco di Scalea, che ha ricoperto la stessa carica di consigliere provinciale nelle due passate legislature, il trend positivo per il centrodestra è
continuato e, in alcuni casi, si è rafforzato. Ma ecco i risultati, in percentuale, comune per comune:
Aieta: 39,15% al centrosinistra (121 voti) e
60,84% al centrodestra (188 voti); Tortora:
40,08% al centrosinistra (598 voti) e 59,91% al
centrodestra (894 voti); S. Nicola Arcella: 36,68%
al centrosinistra (311 voti) e 61,31% al centrodestra (493 voti); Scalea: 41,06% al centrosinistra
(1.480 voti) e 58,93% al centrodestra (2.124 voti);
Praia a Mare: 51,81% al centrosinistra (1.256 voti)
e 48,18% al centrodestra (1168 voti).
Il centrosinistra racimola, nel collegio, 3.766 voti
mentre al centrodestra vanno ben 4.867 voti: con
ciò si conferma, anche facendo un paragone con
tutti gli altri della Provincia, con le percentuali del
primo turno e tenendo conto dei flussi elettorali,
che il collegio Scalea-Praia è saldamente, ormai,
nelle mani del centrodestra e, soprattutto, di Mario Russo che, in questi anni ha costruito una base
elettorale formidabile. Bisognerà vedere ora come
il sindaco di Scalea, peraltro primo eletto in Provincia per il suo raggruppamento, potrà, vorrà e saprà sfruttare questo andamento così positivo. Bisogna mettere in conto che, questa popolarità tanto
radicata, potrebbe essere utilizzata nella corsa per
le ormai imminenti regionali che si terranno l'anno
prossimo. Una riflessione a parte merita la crisi del
centrosinistra nel collegio che sembra ormai irreversibile: forse è tempo di cambiare classe dirigente, ma questo è un problema ed un compito che,
volentieri, lasciamo, insieme all'analisi dei risultati,
agli esponenti di quel raggruppamento! (G.C.)
Grande soddisfazione per il nostro Alessandro Luongo
ELETTO VICESINDACO
IN PROVINCIA DI TORINO
di MATTEO CAVA
da sempre esponente del centrodestra a Praia a
Mare (ha ricoperto la carica di presidente di An) ha
trovato la sua prima e meritata affermazione. Alessandro Luongo, oggi un noto avvocato con studio
legale a Busano, è stato eletto al Senato accademico dell’Università degli studi La Sapienza di Roma
nel triennio 2000/2003, già consigliere della Facoltà
di Giurisprudenza. Più volte è stato relatore in vari
convegni politici di interesse storico-culturale e
promotore di iniziative per la risoluzione di problematiche sociali. Da ragazzo, ha frequentato il Liceo
Scientifico “Metastasio” di Scalea e tutta la trafila del
settore giovanile dell’U.S. Scalea, fino ad arrivare alla prima squadra (era un bravissimo e promettente
portiere, appassionato tifoso juventino), lasciando
nella cittadina scaleota tantissimi amici ed un bellissimo ricordo che, almeno tre volte all’anno rinverdisce con le sue venute. «La sua esperienza politica
e la competenza nel settore giuridico -si legge sul
sito della lista di Busano- diventeranno un valore aggiunto per l’attività amministrativa». Alessandro
Luongo ha sostenuto l’ex sindaco Giambattistino
Chiono del centrodestra che è tornato vittorioso alle ultime elezioni amministrative. «La sua vittoria fanno sapere da Busano - si deve probabilmente ad
un’opposizione dura sui banchi consiliari. La lista
“Risvegliati Busano”, nel proporsi alla guida del comune per i prossimi cinque anni, individua nel rapporto con le istituzioni l’anello mancante per riuscire a vivere in quella che vogliamo sia una comunità
partecipativa». La nostra ambizione -spiegano Alessandro Luongo ed il suo sindaco Giambattistino
Chiono- è, dunque, quella di superare il pregiudizio
di un Palazzo di Città chiuso in grado di fornire solamente risposte burocratiche lente e farraginose».
Il nostro Alessandro Luongo, al quale vanno i più
sentiti e sinceri auguri per una grande e luminosa
carriera politica e professionale, oltre alla delega di
Vicesindaco, ha avuto l’assessorato ai Lavori Pubblici. Una bella soddisfazione per Alessandro, giovane
calabrese che in pochi anni si è fatto apprezzare e
stimare in una cittadina piemontese piccola come
Busano, a dimensione d’uomo ma, nello stesso tempo, importante, piena di fabbriche, lavoro e ricchezza, dove tanto si può fare e dare. CHE BELLO UN AMBIENTE SENZA VERDI
di PIETRO CALABRESE
Come sarebbe bello l’ambientalismo italiano se
non ci fossero i Verdi a volerlo gestire. Alzi la mano
chi risponderebbe di “no” alla domanda: vuoi il
mare e le coste pulite? O chi invece direbbe “si” a
quest’altra: vuoi che i tuoi figli vivano in città più inquinate? Siamo tutti verdi, ambientalisti, ecologisti.
Amiamo tutti la natura, le caprette belanti e le rondini che fanno primavera. Trovandoci in campagna,
non possiamo fare a meno di notare che le lucciole sono tornate. A scanso di venire equivocati diciamo subito: le lucciole in Italia abbondano già da
qualche anno! Sarebbe un’eccellente notizia, ma i
Verdi non condividono questo entusiasmo e il motivo è semplice. Più lucciole vuol dire meno inquinamento e meno inquinamento vuol dire meno allarmismo sul quale gli ambientalisti campano. Me
ne assumo totalmente la responsabilità, ma mi piacerebbe che si potesse fare in Italia un dibattito serio sul reale stato di salute del nostro Paese. Un dibattito nel quale chi afferma che i Verdi gestiscono
in maniera schizofrenica le notizie su allarme ambientale e inquinamento non venisse tacciato di lesa maestà e bandito dal consesso sociale. Qualcuno di voi ha sentito un Verde, che so, magari un
Pecoraro Scanio, che in un recente passato tuttoleggiava su qualunque argomento dello scibile
umano, dire una parola sull’argomento siccità o
desertificazione o sparizione delle coste? No, tutti zitti, perché siamo appena venuti fuori (speriamo) dall’inverno più piovoso e freddo dell’ultimo
secolo. È piovuto così tanto che certi giorni avevamo l’impressione di vivere in un film finlandese girato nella nebbia. A me piacerebbe sentire un Verde, magari uno degli ultimi rimasti (vera specie in
estinzione) che di tanto in tanto piangono e si
strappano le vesti, aprire bocca e ammettere:
«Scusate ci siamo sbagliati, ogni tanto capita anche
a noi di dire corbellerie».
(Tratto da Magazine Corriere della Sera)
4 Primo Piano
PER L’ELEZIONE DI RUSSO
ESULTANO ANCHE I COMMERCIANTI
IL SINDACO REVOCA LE DELEGHE
ALLA VICE BARBARA MELE
di GIUSY PUGLIESE
«La riconferma alla carica di consigliere provinciale
del sindaco Mario Russo, rappresenta un segno di
grande continuità per l’intero territorio».
Lo ha dichiarato Salvatore Chimenzo, presidente
della Conf.Art. l’Associazione Commercianti, Artigiani, Pubblici Esercizi e Attività di Servizi, da qualche mese costituitasi a Scalea.
«Sono certo -ha sottolineato- che Mario Russo
continuerà a rafforzare la collaborazione tra l’Alto
Tirreno Cosentino e la Provincia, nell’interesse generale dello sviluppo del territorio, fondamentale
per il nostro futuro».
Salvatore Chimenzo e i componenti della Conf.Art.
di Scalea, nell’esprimere grande soddisfazione per
la rielezione di Mario Russo, hanno dichiarato: «Il
largo consenso ricevuto da Russo, in queste elezioni provinciali, è una cosa molto positiva non solo per Scalea. Un successo che arriva dopo un lungo confronto con i cittadini del Collegio di Scalea,
di cui fanno parte San Nicola Arcella, Praia a Mare,
Tortora ed Aieta. A lui -continua Chimenzo- va il riconoscimento dell’intera Associazione per l’impegno profuso nel suo precedente mandato.
Siamo sicuri che i prossimi anni saranno quelli di
una grande collaborazione tra la Provincia di Cosenza, gli Enti locali e le Forze sociali-economiche
del nostro comprensorio.
L’Alto Tirreno Cosentino -conclude Chimenzo- deve diventare un territorio attraente e la collaborazione con la Provincia dovrà essere, senza dubbio,
indispensabile per questo obiettivo». giugno-luglio 2009
«Continuerò a lavorare per la collettività anche come semplice consigliere»
di MATTEO CAVA
Elezioni... meteo
Il sindaco di San
Nicola Arcella, Domenico Donadio,
ha revocato le deleghe di vicesindaco e di assessore al
Bilancio, a Barbara
Mele (foto), motivando la decisione
con il deterioramento dei rapporti
personali.
Sulla questione è
intervenuta la stessa Barbara Mele,
che alle elezioni
amministrative del
2006 è risultata la
più votata ottenendo consensi pari al 30 per cento di quelli raccolti dall’intera lista.
«Chiedo al sindaco di far conoscere -scrive in una
nota Barbara Mele- alla cittadinanza e a me stessa
quali sono i motivi personali che lo hanno indotto
a decidere per la revoca delle deleghe. È bene
precisare che sono molto impegnata in progetti già
avviati da tempo e che porteranno beneficio all’intera cittadinanza. Mi suona quantomeno strana
questa decisione carbonara. Voglio sottolineare
che non ho mai votato contro, nè in Giunta, nè in
Consiglio, rimanendo sempre ben integrata nella linea espressa dalla maggioranza. Se incomprensio-
L’ALBA DEL GIORNO DOPO
MARIO RUSSO
di GIAN ENRICO ZAMPROTTA
Otto giugno 2009, mattina, sfogliando i giornali ed
ascoltando le notizie televisive sono andato in
confusione, non riuscivo a capire se si parlava di
politica oppure di previsioni del tempo.
“Spira un vento di destra su tutta Europa”, “Una
pioggia di voti ha trovato fertile terreno in...” , “Una
vera e propria tempesta si è abbattuta sul centro
sinistra”, “È stata una disastrosa bufera a frenare le
speranze del candidato...”, “come un inaspettato
nubifragio, provincie tradizionalmente..., hanno
cambiato colore”, ecc. ecc.
Tutti titoli che, come per lo sport, tramutano i media in bollettini di guerra, in questo caso hanno
mutuato i termini degli istituti meteorologici, per
evitare di esprimere opinioni e pareri che, domani,
con un eventuale cambiamento di ”vento”, potrebbero dover essere giustificati. Ma, tutto ciò è
offensivo per il comune elettore, uomo della strada, che si è recato al seggio con l’intima convinzione di partecipare, di esprimere, con forza la
propria volontà, di voler finalmente dare il suo apporto al cambiamento, qualunque esso sia.
I professoroni del politichese, però, hanno stravolto tutto questo e l’elettore, tapino, rimirando la
propria scheda elettorale con un timbro in più, si
chiede: “chi sa se domani pioverà?”, poi alzando
gli occhi al cielo si accorge che c’è molto più Azzurro, che il vecchio proverbio: Rosso di sera bel
tempo si spera, si è perso nei meandri delle urne
elettorali. Se poi chiede a qualcuno: “Ma chi ha
vinto alle elezioni europee ed a quelle amministrative?”, qualche altro elettore, anch’egli confuso
dalle meteo-elezioni, rischia di rispondere: “un
certo Ber.. Ber...Bernacca”. Ambedue sentono risuonare nelle orecchie la roca voce di un noto
cantautore che canta: “... e il cielo è sempre più
blu...”. Mi auguro che tutto questo grande sproloquio di termini meteorologici, in definitiva, porti ad
un sereno stabile e duraturo nell’interesse degli italiani. IL CANDIDATO PIÙ VOTATO
IN TUTTA LA PROVINCIA
Con 3.863 preferenze raccolte nel collegio di Scalea è il
primo in assoluto per voti raccolti di tutte le coalizioni
Le frasi del giorno dopo
Il dato elettorale del consigliere provinciale uscente,
capogruppo di Forza Italia al consiglio provinciale,
ormai archiviato, conferma e, anzi, rinforza la posizione di Mario Russo. 3.863 preferenze lo pongono
al vertice di tutti i candidati che hanno concorso per
tutte le coalizioni alle elezioni provinciali.
Mario Russo ha espresso soddisfazione per il risultato ottenuto. I dati sono inconfutabili: «Voglio ringraziare tutti gli elettori che hanno inteso darmi la
loro fiducia e che mi hanno affidato, una grande
responsabilità. L’ho detto in campagna elettorale:
ero il candidato dell’intero collegio ed il risultato è
stato straordinario in tutti comuni del collegio, da
Scalea ad Aieta. Ho subito attacchi personali e
qualcuno, anche nella stessa coalizione, ha fatto
combriccola con esponenti del gruppo contrario
per combattere il “nemico”. Gli elettori -ha aggiunto Mario Russo- hanno dimostrato però grande maturità e mi hanno dato un consenso più alto rispetto a cinque anni fa, impresa ardua per il gran
numero di candidati locali. Il confronto deve avvenire su temi che si rifanno alla politica con la “P”
maiuscola». ni ci fossero state, quindi, all’interno della compagine amministrativa uscita vittoriosa dalle elezioni
del maggio 2006, sarebbe stato più opportuno discuterne all’interno della maggioranza stessa e
quindi chiarire i fatti in modo cristallino all’interno
del gruppo. Ora il sindaco ha invece costruito una
maggioranza trasversale scomodando persino l’opposizione alla quale ha “regalato” un assessorato.
Lascio mal volentieri l’incarico di vicesindaco e di
assessore, non perché sono attaccata alla poltrona, ma perchè ho lavorato con costanza e impegno per il bene della collettività e chi mi conosce
sa bene quanto del mio tempo ho speso e continuerò a spendere per San Nicola Arcella. Grazie ai
miei rapporti con gli enti sovracomunali posso
elencare con orgoglio il frutto del mio lavoro: 500
mila euro per i lavori di rifacimento in Via Ruffilli,
480mila per l’accordo di programma quadro con
sistemazione nelle zone Pietrascivola e Marinella;
60mila euro per la realizzazione del campanile,
98mila per la ristrutturazione della scuola media. La
mia attività ha garantito al Comune il finanziamento
di numerosi progetti alla scuola e diversi fondi per
progetti nel settore della Cultura. Ecco i motivi scrive in conclusione Barbara Mele - per cui ritengo che le decisioni personali del sindaco vadano in
contrasto con il bene della collettività. Allora, si
facciano conoscere alla cittadinanza i termini dell’accordo con la minoranza: se si tratta di un’intesa
solo con un consigliere, divenuto assessore, o con
l’intero gruppo dell’opposizione; se è un accordo
politico, su quali basi poggia, o se c’è dell’altro. In
ogni caso il mio impegno verso la collettività non
verrà meno e anche senza le deleghe sarà ancora
più rafforzato».
Una Barbara Mele, emozionata ma nello stesso
tempo determinata, in una piazza gremita come
non mai, ha incontrato i cittadini di San Nicola Arcella. Erano presenti, per ascoltare le sue ragioni,
non solo i sannicolesi, ma persone provenienti da
tutto il circondario in segno di affetto, stima e solidarietà verso una giovane donna che si è sempre
prodigata per la collettività ed in particolar modo,
per le fasce sociali più deboli, al di là di appartenenze partitiche e politiche. A SVOLGERE CORSI PER IL RILASCIO
DELLA QUALIFICA DI:
Operatore Commerciale – Settore Alimentari
Agente e Rappresentante di Commercio
Somministrazione Alimenti e Bevande - REC
Agente Affari in Mediazione Immobiliare
Libretto di Idoneità Sanitario (Rilascio/Rinnovo)
Responsabile del Servizio Prevenzione 626 - (RSPP)
Addetto al Primo Soccorso Aziendale D.M. 388/03
Brevetto di Bagnino di Salvataggio
Per le Iscrizioni Rivolgersi a: ConfesercentI (Scalea)
Via P. Mancini, 75 - 87029 - Scalea (Cs)
Tel. e Fax 0985.271780 - Cell. 347.8207202
Viaggi & Vacanze
giugno-luglio 2009
...dalla prima
Per il ministro Brambilla serve un marketing turistico con meno burocrazia e più infrastrutture
FARE ARRIVARE DA TUTTO IL MONDO PIÙ TURISTI IN ITALIA
di GIANNA FREGONARA
Un italiano su due non ha ancora prenotato le vacanze, quanto pesa la crisi sul settore del turismo?
«Anche se è prematuro fare bilanci devo dire che i
dati di questi primi mesi sono addirittura in controtendenza perché sia le vacanze invernali che i ponti di Pasqua, del Primo maggio e del 2 giugno, nonostante il brutto tempo, hanno registrato, nel
complesso, incrementi rispetto all’anno scorso».
Come lo spiega?
«Questo risultato si deve a due fattori: un maggior
numero di italiani che, soprattutto per ragioni economiche, ha preferito restare in Italia anziché recarsi all’estero e poi ventagli di offerte e pacchetti
turistici molto più competitivi perché, ovviamente,
le nostre imprese hanno saputo reagire con tempestività a questa crisi».
E gli americani? Da Oltreoceano ne sono arrivati pochi di turisti in questi mesi. Che cosa si può fare?
«I flussi dagli Usa sono diminuiti in tutta Europa. Ma
sono convinta che questa tendenza comincerà a
invertirsi a breve. Proprio in questo periodo, è in
corso una forte promozione del nostro Paese attraverso la messa in onda sui principali canali televisivi degli Stati Uniti e del Canada del nostro nuovo spot “Italia much more”».
Lei pensa di promuovere la candidatura dell’Italia
per ospitare qualche grande evento nei prossimi
anni?
«Certamente, ci stiamo lavorando. Nel frattempo
abbiamo la fortuna di ospitare i Giochi del Mediterraneo del mese di giugno e l’imminente G8, che
sono occasioni che ci stiamo attrezzando per cogliere al meglio anche sotto il profilo turistico e di
promozione dell’immagine dell’Italia nel mondo».
I turisti stranieri si lamentano per i prezzi vertiginosi nelle città italiane come Firenze o Venezia.
Prenderà qualche provvedimento?
«I prezzi di queste due città non sono certamente
maggiori di quelli praticati in altre grandi capitali
del turismo europee».
Per esempio?
«Il problema è quello di un sistema di servizi - logistica, trasporti e altro - che è ancora molto carente ed è questo il costo che oggi maggiormente ci
penalizza».
Che cosa farà per sostenere le mete del turismo
“minore” fuori dai circuiti classici, tipo Roma?
«È improprio chiamarlo turismo minore perché il nostro Paese è in grado di offrire centinaia di itinerari
e di location che, anche rispetto a città come Roma,
non sono meno attraenti e suggestivi. Strutturare
questo diverso sistema d’offerta è l’obiettivo a cui
ora stiamo intensamente lavorando. È questo, per
esempio, il caso degli itinerari enogastronomici».
E per il Sud? Come si possono migliorare le infrastrutture al Sud?
«Solo una vera programmazione di sistema, quella
che nel nostro Paese manca da vent’anni, può risolvere il problema del Sud che pure dispone di
bellezze incomparabili ma non attrae ancora turisti
in maniera adeguata, principalmente a causa di una
rete di trasporti e di collegamenti insufficiente».
Alcune regioni protestano perché è ricomparso il
ministero del Turismo, che toglie loro competenze.
«Non mi pare proprio che sia così. Anzi, in più occasioni, nel corso di quest’anno, sono state proprio le regioni a porre l’esigenza di un piano di
programmazione che, a livello nazionale, supporti
e coordini le iniziative che vengono assunte per la
promozione e per lo sviluppo del turismo, a livello
regionale e territoriale. Ora si tratta di dare concretezza a un’esigenza che sta a cuore al Governo
come a loro».
Alitalia e Ferrovie chiedono di pensare a pacchetti integrati, per facilitare e invogliare i turisti,
che cosa può fare il ministero?
«Non ho certo aspettato di essere ministro per
prendere iniziative in tutte queste direzioni e devo dire che ho trovato interlocutori pronti alla massima collaborazione. Proprio all’interno del comitato di lavoro che ho istituito presso il ministero del
turismo insieme ad Alitalia, sono in fase di definizione pacchetti d’offerta molto interessanti e iniziative di promozione congiunta».
Lei crede nei low cost?
«Credo in tutto ciò che possa favorire lo sviluppo
della nostra offerta turistica».
L’Italia della Brambilla è l’Italia dei grandi alberghi
o del bed and break-fast?
«Più variegato e flessibile sarà il nostro sistema d’offerta e più riuscirà a intercettare i turisti che si muovono per il mondo e che, nel 2010, saranno già più
di un miliardo. Questo inarrestabile fenomeno rappresenta per lo sviluppo della nostra economia
una straordinaria opportunità».
Ministro dove andrà in vacanza?
«Per ora mi occupo di far venire in vacanza in Italia
il maggior numero di turisti».
LA SCHEDA
COSA CAMBIA CON LA SUA NOMINA
Nel primo anno del IV governo Berlusconi, Michela Vittoria Brambilla era sottosegretario per il Turismo presso la Presidenza del Consiglio. Ora, col
passaggio a ministro, la principale differenza è
che, in quanto tale, partecipa al consiglio dei ministri e dunque contribuisce alla politica del governo su tutte le materie. È nominato e giura davanti al Presidente della Repubblica. Il ministero
del Turismo istituito, poi, è senza portafoglio (come, per esempio, quello per le Regioni, per le Pari opportunità, per le Riforme) cioè non ha un dicastero proprio con una struttura autonoma. Il
sottosegretario, che giura nelle mani del premier,
delegato dal ministro o dal premier, può intervenire al posto del ministro nelle commissioni parlamentari. 5
L'angolo ottuso di Luca Grisolia
L'UFFICIO TURISTICO
È LA PORTA DELLA CITTÀ…
Non può e non deve mancare, all'arrivo o in presenza di villeggianti, un posto dove si possono reperire informazioni sul territorio in un paese che vive di turismo.
Qui a Scalea ne avevamo uno che non ha mai funzionato a dovere ma almeno era aperto ed era nel
centro. Adesso lo abbiamo spostato nella biblioteca comunale, dove potrebbe anche stare bene,
ma non è mai aperto, se non in orari alterni e solo
di mattina. Insomma per chiedere qualche informazione bisogna svegliarsi presto e prendere il numero quasi come dal medico. Facciamo qualcosa
al più presto.
Inoltre vorremmo attirare l'attenzione sul servizio
di trasporto pubblico urbano. Questo servizio non
è indicato da nessuna parte: vorremmo sapere dove si fermano gli autobus e quando passano. Perché non si evidenziano le fermate? Magari con una
scritta “bus stop” sull'asfalto.
Tutte queste “fesserie” come qualcuno potrebbe
definirle, fanno di una città un paese civile e più
vivibile.
Nel prossimo numero approfondiremo l'argomento “verde pubblico ”, riguardante gli ingombranti
pini di piazza Aldo Moro che impediscono la visuale verso il centro storico e la monumentale
chiesa di San Nicola in Plateis. Inoltre, addossati alla architettonica facciata (Piazza Padre Pio) possiamo notare due grossi alberi selvatici (dovrebbe
trattarsi di volgari sambuco) “i fitiint(i)” che coprono letteralmente la parete sopra descritta e che se
spezzati dal vento o tagliati per una possibile potatura, emanano uno sgradevolissimo odore. 6 Viaggi & Vacanze
FERIALE E FESTIVO
MILLE MODI DI DIRE VIAGGIO
di BEPPE SEVERGNINI
di FRANCESCO LAPROVITERA
Il viaggio è come l’amore: molti ne parlano senza
farlo. I motivi sono gli stessi: mancanza di tempo, di
occasioni, di preparazione, di compagnia, di stimoli (e denaro! aggiungerà qualcuno). Esiste una
competenza diffusa, sul viaggio, non sempre collegata all’esperienza. Non c’è scrittore, poeta, intellettuale o collega d’ufficio che, sul tema, non abbia
sparato sentenze. Alcune sono geniali, altre banali; ce ne sono di utili e splendidamente inutili.
Shakespeare, per esempio, era un genio. Ma Giulietta e Romeo non soffrivano certo di jet-lag (semmai di vertigini, vista la fissa per i balconi).
«Il mondo è un libro, e chi non viaggia legge solo una pagina»
Sant’Agostino non era il tipo da villaggio-vacanze.
Nato a Tagaste - oggi in Algeria - era di etnia berbera, ma di cultura ellenistico-romana; all’età di 29
anni s’imbarcò di nascosto per l’Italia (la madre
non voleva mollarlo: tipico). Visitò Roma, poi Milano, tornò in Africa, a Cartagine e Ippona: imparò,
cambiò, spiegò, lottò. La frase che abbiamo scelto
dimostra come l’uomo, una delle menti più brillanti dell’antichità, avesse capito una cosa: muoversi
aiuta a capire. Il bagliore della comprensione, la
sensazione di aver trovato i collegamenti misteriosi della realtà, è una forma di felicità. Forse, tra tutte, quella più a portata di mano.
mento dell’aeroporto: è il suo mantra da viaggio.
«So bene quello che sfuggo, ma non quello che
cerco»
La dichiarazione è di Montaigne, geniale misantropo. L’ho scelta perché rassicurante. Partendo, sappiamo bene cosa ci lasciamo alle spalle (l’abitudine, la casa, il lavoro, amici e conoscenti), ma non
sappiamo esattamente cosa troveremo. Ciò è fonte d’ansia per alcuni; d’eccitazione per altri. L’atteggiamento giusto è quello di Marco Polo (verso
est) e Cristoforo Colombo (verso ovest): vado a vedere, poi vi racconto.
«Quand’ero a casa, ero in un posto migliore; ma i
viaggiatori devono accontentarsi»
William Shakespeare (As You Like It) forse intendeva dirci: non lamentatevi; preparatevi, invece. I
viaggi vanno studiati prima, per ridurre gli inconvenienti e godersi gli imprevisti. Se per un fine settimana a Copenhagen bastano una guida turistica e
una mappa, una visita a Kabul richiede qualche
sforzo in più (soprattutto se si vuole tornare indietro). Evitate però di pianificare tutto, riempiendo
ogni momento della giornata. Siete viaggiatori, non
uomini d’affari. Se non lasciate spazio alle coincidenze e alle sorprese, queste si guarderanno bene
dal farvi visita. Serendipity: trovare quello che non
si cerca. Fatene il vostro motto.
«Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che
fanno le persone»
John Steinbeck era un artigiano della frase: e questa gli è venuta proprio bene. A dire il vero molte
persone, i viaggi, li fanno (altri invece si lasciano
trasportare). Ma non c’è dubbio che l’esperienza
sia formativa. Il viaggio offre stimoli e obbliga ai
confronti. Quando ascolto commenti razzisti - e
succede, negli ultimi tempi - non mi metto a discutere. Dico: «Fatti un giro fuori, magari fuori d’Italia.
Quando tornerai dirai meno cretinate».
IL DECALOGO DEL PERFETTO TURISTA
«Quella del viaggio è una condizione nient’affatto
banale. Lontano da casa le difese si abbassano: ci
si rilassa e, in vacanza dagli obblighi sociali, ci si
mostra finalmente per quello che si è. Curiosi o appagati, metodici o disorganizzati, quasi sempre
buffi». In una nuova raccolta, che comprende i bestseller Italiani con valigia e Manuale del perfetto
viaggiatore, Beppe Severgnini aggiunge una serie di
buoni motivi per visitare i suoi luoghi del cuore
(Lombardia, Sardegna, Europa e gli USA) e racconta «dieci viaggi speciali», compiuti negli anni 2000
per il Corriere della Sera (dalla Germania dei Mondiali all’America di Obama, da un volo nel Kosovo
a un giro in Ferrari col figlio Antonio). Diventare
«perfetti turisti»? Non esistono posti noiosi, non
esiste un viaggio senza un inconveniente, non esistono bagagli troppo leggeri; e se leggete/sentite
le parole «Vip», «élite» ed «exclusive», alla larga!
Infine, la regola d’oro: «Ogni viaggio è uno spettacolo. A pensarci bene anche ogni viaggiatore». «Chi vuol viaggiare felice deve viaggiare leggero»
Il Piccolo Principe, citato da Saint-Exupéry, aveva le
idee chiare: mai esagerare col bagaglio. Abbiamo
dimenticato qualcosa? Sono pochi i luoghi del
mondo dove non si possa acquistare (e dove noi
italiani rinunciamo a farlo). Per una settimana, il bagagliaio a mano è sufficiente. Soprattutto se il trasferimento prevede un cambio d’aereo, e il rischiosmarrimento aumenta. Il trollista - bel nome
mitologico - ama il rumore delle rotelline sul pavi-
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giugno-luglio 2009
Ai piedi del
Centro storico
Scalea
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Da "Il Metastasio", situato ai piedi del
Centro storico, si aprono nuovi orizzonti per
il palato. La sua posizione, appartata ed al
tempo stesso vicina al centro abitato, offre ai
suoi ospiti serate davvero speciali.
L'attenzione per i particolari e la fantasia
dei piatti, curata con ingredienti selezionati,
coronano questo splendido ristorante dove si
può godere dell'atmosfera di altri tempi.
Con l’avvicinarsi dei mesi caldi ogni lavoratore “dipendente”, non occasionale o di stagione, attende
con impazienza l’arrivo delle ferie estive. Un momento di relax e di distanza dagli affanni e dalle
pratiche di cui si è oberati durante tutto il resto
dell’anno lavorativo. Le ferie sono un certo numero di giornate lavorative pagate al 100% del salario
giornaliero alle quali hanno diritto ogni anno i lavoratori di ogni professione e tipologia contrattuale. Giuridicamente parlando, in relazione a tale periodo, i contratti nazionali prevedono che lo stesso
deve essere concordato con il datore di lavoro tenuto conto delle esigenze lavorative. Ma non è di
tale aspetto che vi voglio parlare. Tale termine, infatti, mi richiama alla memoria una domanda che
sovente mi viene rivolta e che molti magari si saranno posti senza tuttavia avere la volontà o comunque la curiosità di trovare una risposta: come
mai, se per ferie noi intendiamo un periodo di vacanze, in cui non c’è obbligo di lavoro, chiamiamo
poi feriali tutti i giorni lavorativi? Domanda senza
dubbio assennata, che merita una risposta esauriente: la risposta infatti affonda le sue radici nell’etimologia oltre che nella storia delle parole e dei
mutamenti semantico-storici dei termini. Gli antichi
Romani con la parola plurale feriae indicavano i
giorni nei quali tutti i cittadini, servi compresi, si
astenevano dal lavoro per dedicarsi a cerimonie in
onore degli dèi o anche di illustri personaggi, oppure per celebrare qualche avvenimento storico
legato alle armi e alle glorie della patria. I Romani,
è risaputo, davano grande importanza a queste celebrazioni, alcune solennissime, che duravano
spesso più giorni; e distinguevano le feriae stativae,
“ferie fisse”, che cadevano cioè ogni anno nel medesimo giorno, dalle feriae indictivae, “ferie mobili”, cioè indette, ordinate anno per anno da uno
speciale magistrato. Con l’avvento del Cristianesimo, che segnò la definitiva caduta degli “dèi falsi e
bugiardi”, cioè di tutto l’Olimpo pagano, le cose
mutarono radicalmente: il díes ferialis, “il giorno feriale”, era sì sempre festivo, nel senso che esso era
dedicato a uno o più santi, ma non per questo obbligava all’astensione dal lavoro. Un solo giorno i
Cristiani consideravano di assoluto riposo, la díes
domínica, la “domenica”, consacrata al Dòminus
per eccellenza, al Signore, che appunto in quel
giorno, secondo i sacri testi, si riposò dopo aver
creato l’universo. La domenica per i Cristiani era
anche il primo giorno della settimana; sì che il lunedì era il secondo giorno (feria secunda), il martedì il terzo (feria tèrtia) e così via fino al venerdì
(feria sexta). La settimana si chiudeva col sabato,
dedicato più tardi al culto della Madonna. Ecco
dunque l’origine del nostro giorno feriale, sinonimo di giorno lavorativo, che per la Chiesa è considerato festivo in quanto festeggia uno o più santi,
ma che nella vita civile non rappresenta riposo, ma
normale e consueto lavoro. Tuttavia la parola ferie,
usata anche oggi alla latina sempre al plurale, ha
mantenuto intatto il suo primitivo significato di periodo di riposo, di vacanze, e diciamo infatti, per
esempio, ferie natalizie, ferie pasquali, ferie estive
le nostre vacanze rispettivamente di Natale, di Pasqua e d’estate. Gli impiegati e gli operai “vanno in
ferie”, cioè lasciano gli strumenti del lavoro; e le ferie di ferragosto son quelle in cui tutti coloro che
possono chiudono bottega e vanno a riposare. A
proposito di ferragosto: anche questa festa annuale ha origini remotissime. Dapprima si collegò al
culto di Cònsus, dio latino della terra e dell’agricoltura, e i festeggiamenti dedicati a questo dio
eran detti feriae consuàles o più brevemente consuàlia. La celebrazione ricorreva il 21 agosto: quando questo mese in seguito fu dedicato a Cesare
Ottaviano Augusto, primo imperatore di Roma, le
antiche feste consuali presero il nome di feriae augusti, “ferie di agosto”, divenute poi, per corruzione popolare, ferragosto. 7
Nella Nostra Città
giugno-luglio 2009
Ricordi: Miss Italia 1976
LA RAI SORVOLA NON MENZIONANDO SCALEA
Nella puntata di lunedì 25 maggio 2009,
durante la trasmissione “La vita in diretta”,
condotta da Lamberto
Sposini, si discuteva di
topless in vista della
prossima estate e, tra i
servizi datati, è spuntato quello dedicato
ad un famoso “scandalo” del 1976 relatiAnny Papa
vo al concorso di
“Miss Italia”. Lo scandalo, con ventilata squalifica, fu
quello del famoso “seno esibito”, senza il minimo
imbarazzo ed in modo scherzoso, dalla bellissima
Anny Papa (nata a Salerno nel 1955), davanti ai
giurati, su invito di alcuni sfrontati fotografi che
convinsero la procace Anny, a slacciarsi il nodo del
pezzo superiore che copriva il suo stupendo seno.
Gesto che portò alla ribalta della notorietà la ragazza che rischiò la squalifica. La troppo disinvolta
Anny piange, si dispera, ma poi tutto finisce in una
bolla di sapone con la consegna della fascia di Miss
Cinema, in quella edizione del 1976, presentata
dal Pippo nazionale, coadiuvato da noti nomi dello spettacolo e del cinema, come il grande Aldo
Fabrizi. Nel servizio, corredato di intervista ad
Anny Papa, ripresa ai bordi di una meravigliosa piscina, si parla vagamente di Calabria in generale, di
un noto hotel e della piscina galeotta, per bocca
della stessa Papa, non bella come questa che fa da
scena all’intervista per “Verissimo”. Nel servizio, andato in onda in bianco e nero (il colore, si è incominciato a vedere solo qualche mese dopo, per la
precisione nell’autunno del 1976), non è mai stato
menzionato il luogo scelto quell’anno da Enzo Mirigliani e dal suo staff, Scalea e neppure il nome
dell’albergo prescelto come quartier generale,
cioè il Santa Caterina. Ci chiediamo, a questo punto, il perché di tale superficialità da parte della Rai
e quanto sarebbe costato agli autori del servizio e
allo stesso Sposini, presentatore-giornalista del se-
Festa di San Francesco:
PUBBLICO IN AUMENTO
Anche quest’anno, come ormai consuetudine, nella prima settimana di giugno, si è svolta la festa dedicata a San Francesco di Paola, giunta al 15° anno.
Grazie all’amore, all’impegno e alla devozione del
suo promotore Salvatore Monachello e della disponibile consorte Maria Grazia. Rispetto agli altri
anni, l’affluenza di pubblico alla manifestazione religiosa, è stata di gran lunga maggiore, segno che la
festa, ben organizzata dai coniugi Monachello, sta
crescendo di anno in anno. Oltre all’attesa festa religiosa svoltasi nella vicina chiesa della Santissima
Trinità e alla carismatica funzione celebrata dal
sempre disponibile Don Antonio Niger, in serata ha
avuto luogo la festa civile, con musica, crespelle e
vino gratis per tutti. A conclusione, spari di fuochi
pirotecnici e un arrivederci a giugno 2010. guito programma, essere più precisi. Siamo rimasti
sorpresi e dispiaciuti per l’accaduto, da buoni calabresi, ma soprattutto, come scaleoti e attenti
cronisti. Per conoscenza inviamo una copia alla redazione de “La vita in diretta” sperando in una rettifica da parte del conduttore che stimiamo come
giornalista serio e preciso, non tanto per citare la
nostra Scalea (anche se, in momenti di crisi come
questi, con i vacanzieri in calo, una località come la
nostra che vive, principalmente, di turismo, tanto
avrebbe giovato un piccolo passaggio audio) ma
per rispetto verso quei telespettatori che seguono
con attenzione il programma e che non vogliono
scervellarsi per ricordare o cercare di capire, come
in questo caso, 33 anni fa, dove avvenne la manifestazione di “Miss Italia”. A proposito di precisione, le foto incriminate che fecero tanto discutere,
fino a diventare un caso, furono scattate dal fotografo Ubaldo Ungano.
Mentre ad essere incoronata Miss Italia fu un
centravanti, Paola Bresciano (foto), 16 anni
che viveva a Trapani,
dove, infatti, giocava
nella locale squadra
femminile dalla quale,
passò al Padova, in serie A, fino ad arrivare in
Nazionale. Oggi Paola
collabora con il concorso come agente
della Sicilia Nord. PRESENTATO IL CONSORZIO
DELLE PRO LOCO
La Pro Loco di Scalea, presieduta dall’irrefrenabile
Giovanni Le Rose, ha presentato, nei saloni delle
feste del Palazzo dei Principi, il Protocollo d’intesa
per la creazione di un consorzio denominato: “Alto Tirreno Cosentino - Riviera dei Cedri”. All’interessante incontro hanno aderito i presidenti e i delegati al turismo dei comuni di Tortora, Aieta, Praia
a Mare, San Nicola Arcella, Santa Domenica Talao,
Mormanno, Orsomarso, Maierà, Buonvicino, Verbicaro, Diamante, Belvedere Marittimo, Sangineto e,
logicamente, Scalea. A conclusione della bella iniziativa, i vari comuni hanno offerto al pubblico presente le specialità gastronomiche e dolciarie dei
luoghi di appartenenza. Oltre alle specialità al cedro, sono stati molto apprezzati e presi d’assalto i
famosi e tradizionali bocconotti di Mormanno alla
ciliegia e alle mandorle. Promozioni
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8 Nella Nostra Città
L’ORO NERO DI SANTA DOMENICA TALAO
BUONO E PRELIBATO PER OGNI PIETANZA
Il tartufo nero (nella foto il
maestro Enzo Grisolia mostra un vassoio di tartufi appena raccolti) si trova lungo tutta la dorsale
dell’Appennino calabro-lucano da 400 metri a salire.
Vicino a Scalea, è possibile
trovarlo nei comuni di Santa Domenica Talao, Orsomarso e Verbicaro. Ottimo
per i primi piatti e in abbinamento col pesce per il
suo aroma delicato, con
sentori di mandorla e nocciola. È reperibilenel periodo che va da marzo a giugno con l’ausilio di un cane da tartufo, in prossimità di piante che variano
La ricetta: PACCHERI ALLA RUGGIERO
Ingredienti per 4 persone
400 gr di paccheri trafilati al bronzo; 200 gr di zucchine; 150 gr di tartufo nero della nostra zona; 200 gr
di gamberetti; 50 gr di burro; 1 ciuffetto di prezzemolo; 1 cipolla bianca; 1bicchiere di vino bianco; 100
gr di olio extra vergine di oliva; sale quanto basta.
Preparazione
Portare in ebollizione in una casseruola l’acqua, salare e versare i paccheri. Nel frattempo far rosolare
in una padella le zucchine tagliate a dadini, insieme
alla cipolla. Aggiungere i gamberetti ed il tartufo nero con il burro. Sfumare con il vino, salare e aggiungere il prezzemolo. Scolare la pasta e saltarla con
l’olio extravergine di oliva. Impiattare e servire con
una spolverata di tartufo nero della nostra terra. Nozze d’Oro
Per tutti i nuovi clienti
sconto del 25%
Marcellina - Via degli Scavi, 8
Telefax 0985 42649
Fiocco Rosa
dal pino alla quercia, fino ad arrivare al faggio.
Giorno 26 maggio 2009, il nostro caro amico e socio Alfredo
Barletta con la moglie Gabriella Bloise, circondati dall’affetto
dei figli, nipoti e parenti hanno festeggiato le loro Nozze d’Oro: Alfredo e Gabriella si sono uniti in matrimonio, nel Santuario di S. Francesco di Paola, il 26 maggio del 1959. Le nuove
fedi sono state benedette nella Parrocchia di San Giuseppe
Lavoratore in Scalea da don Michele Oliva. Subito dopo, pranzo e festicciola in un noto ristorante cittadino. Ad Alfredo, riconosciuto ed apprezzato artista locale (appassionato di teatro ha scritto e diretto tante commedie in lingua arcaica e in
italiano, inoltre ha curato varie edizioni del carnevale scaleota, bravissimo nella creazioni di maschere in cartapesta, spesso nostro consulente di vocaboli in lingua dialettale e memoria storica, di fatti e personaggi che ci riguardano), alla gentile
consorte signora Gabriella e alla famiglia tutta vanno i più sentiti auguri del Direttore e della Redazione. ASSICURAZIONI
giugno-luglio 2009
Giorno 21 maggio 2009, all’Ospedale Maggiore di
Bologna, è venuta alla luce la piccola Alma Russo.
Raggianti di felicità annunciano il lieto evento: il
fratellino Roberto, la mamma Eloisa ed il papà
Vincenzo, il cuginetto Luca, gli zii di Parma, Bologna, Praia a Mare, Roma, Bellosguardo, Milano,
Castelluccio e Mormanno, i nonni paterni (Peppino e Nunzia) e quelli materni (Gianni ed Enzina)
e, soprattutto, la bisnonna materna Luigia.
La Redazione del Diogene formula i più sentiti
auguri ai genitori della neonata Alma, alle rispettive famiglie ed in particolar modo, al nostro caro, affezionato e prezioso condirettore Gianni. UN GIOVINCELLO DI CENTO ANNI
Cento anni da poco compiuti, ma non li dimostra.
Gerardo Chinni, nato a Cetraro il 3 giugno 1909, ha
vissuto a Praia a Mare dall’età di un anno, fino a 29
anni, trasferendosi, per lavoro, poi a Nettuno (Roma). Pensionato Artificiere dell’Esercito (Ministero
della Difesa), da circa dieci anni ha fatto ritorno in
Calabria, prendendo casa a Tortora, dopo ed aver
vissuto, durante il meritato riposo, per un po’ di
tempo a Piacenza. Il centenario Gerardo Chinni ci
ha spiegato, simpaticamente, che il suo elisir di lunga vita consiste in una vita sana e sportiva. Niente
fumo, mangiare il giusto e senza eccedere, camminare e muoversi sempre, mantenere il cervello attivo, leggendo e seguendo programmi culturali in TV,
mangiare ad orari fissi, andando a dormire presto e
sempre alla stessa ora. La mattina, appena alzati, fare una lunga passeggiata a passo svelto. Gerardo è
autonomo al cento per cento. Vive solo e bada alle faccende domestiche ed inoltre è un ottimo
cuoco. Cura l’hobby del giardinaggio, con maestria
e passione, producendo ottimi ortaggi senza l’ausilio di concimi e veleni, mangia tutto naturale, inoltre è un bravissimo artigiano, versato a lavorare le
conchiglie di mare, con le quali crea stupende
composizioni di quadri, con grotte a rilievo, raffiguranti figure sacre come la Madonna ed il Bambino.
Gerardo, che ha figli e nipoti, però, lontani da Tortora, è l’unico vivente di 13 tra fratelli e sorelle. Nella Nostra Città
giugno-luglio 2009
Motoraduno Internazionale Città di Scalea 2009
UN SUCCESSO CHE NON HA EGUALI!
di SARA SILVESTRI
motociclisti. Noi, invece, già dalla seconda edizione, abbiamo inserito spettacoli musicali e sportivi
regalando svago e divertimento ai partecipanti in
moto ed ai semplici visitatori. Quest’anno, gli sforzi hanno dato un ottimo risultato grazie anche agli
oltre cento collaboratori dello staff».
L’evento è un vero e proprio concentrato di avvenimenti, sport e spettacolo che si mescolano magistralmente tra loro. Quali di questi, ritenete sia
giusto evidenziare?
«Se il Motoraduno è conosciuto e sbanca anche
oltre i confini italiani il motivo principale è da ricercare proprio in queste miscellanee. La manifestazione da noi organizzata - spiegano Romano e
Franco - è per l’appunto, un concentrato di emozioni, sport, spettacolo che, insieme, convivono alla grande. Non è giusto dunque, evidenziarne solo
uno. L’appuntamento scaleota va vissuto intensamente per tutta la durata. E poi, basta guardare il
nostro sito, www.motoclubscalea.it, per rendersene conto e mettere a fuoco questa entusiasmante
e magica tre giorni».
Penso sia sotto gli occhi e a vantaggio di tutti,
l’indotto che si crea nei giorni del Motoraduno.
Cosa rispondete?
«Ha detto bene, l’indotto che si crea è notevole.
Solo noi del club, grazie a tutti gli sponsor ai motociclisti ed al patrocinio dell’Amministrazione comunale, spendiamo una cifra considerevole e, visto
il periodo ancora di bassa stagione e la crisi che
purtroppo stiamo vivendo, per Scalea e le sue attività commerciali si tratta di una vera e propria
manna dal cielo. A tale proposito -continuano i
due valenti organizzatori- vorremmo fare un appello alle varie associazioni, che mettono tanto
tempo e passione per organizzare il loro evento, di non
scoraggiarsi per gli eventuali
problemi che dovranno affrontare e per le eventuali
polemiche che dovranno subire, ma di coalizzarsi. Scalea
è oramai da tempo, una cittadina ad alta vocazione turistica ed ha bisogno vitale di
manifestazioni come la nostra, che attira tantissima gente a Scalea, in bassa stagione.
Mettendo in pratica questi
concetti semplici, ma nel
contempo, importanti e basilari per chi, come noi ha scelto la strada del turismo, si
può allungare la stagione calgruppo delle Miss da che parte dalla primavera
A Scalea, centro tra i più
antichi e conosciuti della
Calabria, anche quest’anno
si è svolto, con successo, il
Motoraduno internazionale. L’evento, tra i più attesi
dell’anno, è giustamente
considerato uno dei più importanti di tutta Italia e anche nell’edizione appena
terminata, la sedicesima, ha
raccolto consensi ed un numero elevatissimo di adesioni da parte di bikers provenienti da ogni parte del
mondo, che hanno letteralmente invaso e rallegrato,
con il rombare dei loro motori, la Riviera dei Cedri.
Nelle tre intensissime giornate, protagonista assoluta è stata la moto con tanti modelli davvero di
pregio, alcuni premiati nella Bike Show e, non da
meno le attività sportive, anche estreme -per intenderci- come il deltaplano, il rafting, moto d’acqua, parafly. Ma l’attenzione degli appassionati del
genere si è concentrata soprattutto sulle esibizioni
di freestyle, enduro cross e tantissime altre attrazioni. Soddisfatti del risultato il presidente del Moto Club Scalea, Romano Chemi (foto in alto) e Francesco Capozza (foto in basso), responsabile
organizzativo: «I nostri obiettivi, già dal lontano
1993, sono stati sempre quelli di sconvolgere il tradizionale motoraduno -dichiarano-. Possiamo ben
dirlo senza timore di smentita: siamo stati dei pionieri in questo senso. L’idea tradizionale, infatti, è
sempre stata quella di radunare semplicemente dei
Foto di
Via Lauro, 179-181 - 87029 SCALEA (Cs)
Tel. 0985.271221/90604 - Fax 90710
www.romanomoto.it
[email protected] - [email protected]
9
e si protrae fino all’autunno, attuando, un nuovo
modo di fare turismo, con i fatti e non con le parole».
Spenti i riflettori, solitamente si pensa già all’edizione successiva: potete darci qualche anticipazione sulla location o su eventuali altre novità
previste per il 2010?
«Stiamo già lavorando per il 2010. Una sola anticipazione: stessa location e stessi presupposti e motivazioni di sempre, affinché, anche il diciassettesimo Motoraduno sia grandioso, favoloso e più
lungo delle passate edizioni ed arricchito con nuovi strabilianti novità».
Cosa significa essere presidente e responsabile
organizzativo di un moto club importante come il
vostro?
«Il nostro club pur essendo in vita da tanti anni,
non ha mai avuto problemi gestionali o di altro genere. In tutti questi anni, in ogni caso, non abbiamo mai sentito la necessità di scambiarci le “parti”,
l’intesa ed i propositi ci accomunano magistralmente. Infine -concludono Chemi e Capozza- possiamo dire a chiare lettere di essere davvero molto
orgogliosi e felici di far parte del direttivo di un
Club tanto prestigioso».
Qualche impressione personale sulle tre intense
giornate del Motoraduno?
«Durante le tre giornate -vogliamo rimarcarlo- non
sono mancati momenti di sport e spettacolo e, come tradizione impone, di bellezza con la prima selezione nazionale di “Miss Motors 2009”, il concorso organizzato dalla Royal Events di Taranto di
Bruno Dalto che, da sempre, abbina il fascino femminile alla potenza dei motori.
La prima reginetta ad essere incoronata al Motoraduno di Scalea, è stata Barbara Monteleone, carinissima barese di 25 anni che non smentisce il
trend pugliese di bellissime, con non ultima, la stupenda Barbara Matera, approdata dopo magnifiche apparizioni nel mondo dello spettacolo e della fiction, al Parlamento Europeo.
Infine -concludono i due manager scaleoti- siamo
particolarmente contenti, perché è stata davvero
una bellissima festa, contrassegnata solo da moto
di ogni genere, dalle più moderne alle più stravaganti ed
originali, tanto divertimento
e, principalmente, nessun tipo di incidente, neanche il
più piccolo. È per questo,
ringraziamo tutte le forze
dell’ordine per aver vigilato
e sorvegliato in modo egregio ma, soprattutto, i tantissimi motociclisti intervenuti
per il loro esemplare comportamento e i cittadini di
Scalea per la loro ospitalità e
pazienza.
Grazie di cuore e arrivederci
all’edizione del 2010».
10 Nella Nostra Città
giugno-luglio 2009
GRANDE COMMOZIONE PER LA SCOMPARSA DI MONS. TOLENTINO LAINO
Una folla numerosa ha partecipato ai funerali celebrati il 25 maggio nella Chiesa di San Nicola
Fino agli ultimi giorni della sua vita terrena il compianto Mons. don Tolentino Laino ha voluto servire
il Signore, esercitando il suo magistero nel santuario della miracolosa Madonna del Lauro che si venera a Scalea sin dal 1802. La venerazione e la devozione di don Tolentino verso la B.V. del Lauro
erano profonde ed infinite, tant’è che fino alla festa dell’8 settembre dell’anno scorso Egli ha voluto
accompagnare il sacro simulacro della Madonna
per l’intero percorso della solenne processione,
compreso quello suggestivo e spettacolare sul mare con le barche. Con la Madonna del Lauro, don
Tolentino aveva un particolare e spirituale colloquio che ha assunto più intensità negli ultimi giorni della sua esistenza, pregando spesso in mistica
solitudine nella storica Cappella davanti al SS. Simulacro della Beata Vergine. Negli ultimi tempi
Mons. Laino era sofferente, ma sopportava ed accettava questa sofferenza fisica, con il sorriso e la
rassegnazione, come un dono del Signore. Nacque
a San Nicola Arcella e, oltre sessant’anni fa, entrò
nel Seminario per intraprendere il percorso degli
studi teologici che concluse brillantemente nel
1948 quando fu ordinato sacerdote. Nel 1952 il
compianto don Giuseppe Rimoli, giovane parroco
della Chiesa monumentale di San Nicola in Plateis,
dopo un’inesorabile malattia, tornò alla Casa del
Padre, lasciando l’intero popolo di Scalea nella più
profonda costernazione. Nella Parrocchia, rimasta
sede vacante, doveva essere nominato un nuovo
pastore. Ebbene, la scelta dell’allora vescovo della
Diocesi di Cassano allo Ionio, Mons. Raffaele Barbieri, cadde proprio sul giovane sacerdote don Tolentino Laino, il quale, nell’obbedienza, lasciò la
sede parrocchiale di Trebisacce, ove era benvoluto da tutta la popolazione, per assumere l’incarico
di parroco della Parrocchia di San Nicola in Plateis
in Scalea ove ha svolto il magistero fino al 1995,
quando fu nominato rettore del Santuario della
Madonna del Lauro. Nel contempo la Comunità
parrocchiale fu affidata all’attuale giovane parroco,
don Giacomo Benvenuto. A don Tolentino, dal
1957 e fino alla nomina del nuovo parroco, don
Orazio Guaragna, fu affidata la reggenza anche
della Parrocchia di Santa Maria d’Episcopio (in quel
periodo sede vacante), ove si venera la B.V. del
monte Carmelo protettrice di Scalea. Nel 1998
Mons. Tolentino Laino festeggiò a Scalea il suo cinquantesimo anniversario di sacerdozio. Alla solenne cerimonia parteciparono le Autorità locali,
Mons. Augusto Lauro, allora arcivescovo della Diocesi di San Marco Argentato-Scalea, numerosi sa-
VELO DI TRISTEZZA NEL CUORE
Il piccolo Ciro Sannino con Don Tolentino
Il 24 maggio u.s., rientrando dalla processione di
Maria Ausiliatrice, a Torino, ricevo la notizia della
morte di Mons. Tolentino Laino. Subito un velo di
tristezza mi è calato nel cuore. Ricordo tutta la mia
infanzia trascorsa con lui nella chiesa di San Nicola. Ho avuto la fortuna, come altri miei coetanei, di
fare il “chierichetto” nella parrocchia di Don Tolen-
tino. Come non ricordare i molti momenti trascorsi
insieme, la gara per servire la Messa, le processioni, le varie celebrazioni, in particolare il Giovedì
santo, giorno culmine per noi chierichetti, la messa
in Cœna Domini, o quando la mattina dello stesso
giorno, aspettavamo impazienti il dono di una copia del giornalino “Piccolo Missionario”, con delle
caramelle che, donate da lui, avevano tutto un altro sapore. Non era sempre facile riuscire a farci
stare buoni ed i rimproveri da parte sua erano frequenti. Ma, vi assicuro, non facevamo niente per
non meritarli. Sono passati molti anni da quei giorni, e durante tutto questo tempo ho incontrato
tante persone, le quali mi hanno aiutato e continuano ad aiutarmi nel cammino spirituale, che
elencarle sarebbe impossibile. Ma devo riconoscere che tutto ebbe inizio grazie a lui, a Don Tolentino, che ha piantato in me il seme della fede, il senso del sacro, l’attaccamento alla liturgia e
all’Eucaristia e, soprattutto, un grande amore verso
la Madonna. I suoi insegnamenti non erano fatti solo di parole: tutta la sua vita era specchio di Dio. Il
velo di tristezza scompare, la gioia della Risurrezione riempie il cuore, pensando al premio che il Signore gli avrà riservato, per aver donato tutta la
sua vita al servizio della Chiesa e dei fratelli che gli
erano stati affidati. Don Tolentino, grazie per tutto
quello che ci hai dato, per la vita che ci hai donato. Sono sicuro che dal Paradiso continuerai a vegliare su di noi.
CIRO SANNINO
CONCERTO PER NICHOLAS: INCASSO DEVOLUTO
È trascorso un anno da quando, in Brasile, una mano, assetata di sangue, ha ritenuto di mettere fine
alla vita di Nicholas Pignataro (foto). Non si vuole,
con questo articolo, fare una commemorazione,
ma soltanto portare a conoscenza dei lettori del
Diogene Moderno, le iniziative promosse dalla famiglia per perpetuare il ricordo del figlio prematuramente scomparso ed aiutare altri giovani a trovare la propria strada. Nello stato di Paranà, con la
collaborazione di un residente che ha a cuore i
problemi giovanili, è nata la “casa di Nicholas”, con
una decina di posti letto nella quale è anche possibile imparare un mestiere, infatti, annessa alla casa esiste la “carrozzeria Niki”. Per sostenere, anche
economicamente l’iniziativa, il padre, Antonio,
componente di un gruppo musicale, oltre che
operatore sanitario, ha promosso il 4 aprile scorso
un concerto al teatro Serassi di Villa d’Almè (Bg). Il
concerto dal titolo significativo, “Crazy Diamone”,
dedicato a Nicholas, ha come sottotitolo: Per il suo
sorriso... per i suoi sogni... per un domani migliore.
All’evento hanno partecipato gli artisti del Think
Pink Project, Pink floyd tribute band, e l’artista Marco Guerzoni dal Notre Dame de Paris di Cocciante.
Il successo di pubblico ha dimostrato che si è ancora sensibili ai problemi della gioventù. Tutto
quanto è stato incassato con la manifestazione è
stato devoluto alle iniziative sopra descritte. Altri
eventi seguiranno, sempre con la stessa finalità, per
non far dimenticare un giovane che è vissuto a Scalea, ma soprattutto per dare una mano a giovani
che forse non conosceremo mai, ma che, sicuramente, riceveranno un beneficio da quanto, per
altri, è stato un immenso dolore. cerdoti, ed una folla di fedeli che gli tributò riconoscenza e stima per il suo rigore morale al servizio della Chiesa e per la sua personalità di padre
spirituale, carica di umanità, profusa negli avvenimenti tristi e lieti della Comunità di Scalea. Egli, fra
l’altro, consentì la prima edizione del concerto in
onore di San Nicola di Bari, protettore della Parrocchia, organizzato dal Centro Studi “Attilio Pepe” che si svolse il 6 dicembre 1992 con la perfomance del coro polifonico “San Antonio” di
Commenda di Rende diretto dal Mr. Saverio De Luca che riscosse un grosso successo. Il caro don Tolentino ora non è più con noi, rimane, però, indelebile la sua alta figura del religioso rigorosamente
osservante dei dogmi e delle regole ecclesiastiche,
nonché postulatore degli insegnamenti del Vangelo di Cristo a cui ha dedicato la sua missione di presbìtero fino all’ultimo, nella certezza di incontrare
il Signore nella Vita eterna. La redazione del Diogene porge le condoglianze alla sua cara sorella
Aurora, la quale gli è stata amorevolmente vicino
per tutta la vita, ai nipoti e parenti tutti.
ERCOLE SERRA
LUTTO CITTADINO PER LA
MORTE DI MONSIGNOR LAINO
L’Amministrazione Comunale di Scalea ha proclamato il lutto cittadino per la morte di Monsignor
Tolentino Laino. I funerali si sono svolti nel pomeriggio di lunedì 25 maggio 2009 nella Chiesa di San
Nicola in Plateis.
«L’intera cittadinanza -scrive il sindaco Mario Russo
nell’ordinanza- è stata colpita dal triste evento e si
associa al dolore della Diocesi, della Comunità parrocchiale e della famiglia». UNA PERSONA D’ALTRI TEMPI
CHE TUTTI APPREZZAVANO
Per l’improvvisa scomparsa del caro Ernesto, siamo
tutti vicini alla famiglia Basile, alla consorte signora
Maria, ai figli Pasquale e Giuseppe e al fratello Antonio. Nessuno potrà dimenticare il signor Ernesto,
uomo onesto e discreto, che, con passione, gestiva un’avviata attività commerciale. La sua immagine
evoca tanti ricordi: dai ragazzi impegnati nell’acquisto dei testi scolastici, delle penne e dei quadernoni colorati, delle copertine trasparenti, agli
adulti, legati all’acquisto di giornali, riviste, fino al libro del momento. Ernesto Basile era sempre al suo
posto, pronto ad ascoltare, con pazienza e garbo,
le richieste ed i bisogni del cliente e, sempre, con
la solita gentilezza di uomo d’altri tempi. Il signor
Ernesto, come lo chiamavo io, sarà sempre nell’immaginario di quanti, come me, lo conoscevano ed
apprezzavano, sempre lì, in quel tratto di corso
Mediterraneo, nella sua fornitissima cartolibreria, a
salutare me e tutti i passanti con la solita gentilezza e con il solito dolce sorriso.
GIUSEPPE FORESTIERI
Il 21 giugno 2009, è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari, all’età di 63 anni, Renato Galiano, persona discreta e laboriosa.
Alla moglie, alle figlie, ai familiari tutti ed in particolare al fratello Lorenzo, nostro affabile e caro
amico, vanno le più sentite condoglianze della
Redazione.
SCHIANTO MORTALE
In chiusura di giornale apprendiamo la tragica e
improvvisa notizia della morte del giovane 29enne Mario Rao. Un gravissimo incidente d’auto
che lascia tutti sgomenti e addolorati. Alla mamma Giuliana e alla famiglia tutta vanno le più sentite condoglianze da parte del Direttore e della
Redazione del Diogene. (Lutto cittadino)
27/06/2009
Parola ai Lettori
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RECUPERO DI UN TERRANEO: RESTAURO DA ELOGIARE
INCIVILTÀ E PULIZIA DELLA PIAZZA
giugno-luglio 2009
Il “piano colore” che il Consiglio comunale di Scalea ha adottato il 23 aprile mi offre lo spunto per
segnalare un piccolo intervento di restauro, visibile
a tutti, eseguito sopra la facciata esterna di un terraneo nel nostro Centro storico da un artigiano autodidatta, il signor Franco Palma, che mi ha chiesto
di citare il suo nome in questa lettera. Ebbene, la
maestria di questo muratore, evidentemente rispettoso degli aspetti millenari delle nostre antichità, ha consentito non solo il recupero di questa
parete, a suo tempo rozzamente intonacata, ma
soprattutto la riscoperta di secolari muri in pietra finalmente scrostati dal vetusto e deturpante strato
di intonaco. Una riflessione non guasta: se, negli avventati annosi interventi che hanno deturpato le
facciate esterne di tanti secolari edifici, si fosse avuto la sensibilità e la maestria di questo lodevole artigiano, oggi sicuramente potremmo ammirare il
nostro millenario antico borgo nei suoi antichi fregi
e nelle sue originarie linee architettoniche ed ambientali che, invece, sono state conservate e recuperate in tanti altri centri storici d’Italia rimasti integri, vedi Pietrelcina (luogo natale di San Padre Pio),
Spoleto, Assisi, Urbino, i borghi delle “Cinque Terre” della costiera ligure e via di seguito. A Scalea, al
contrario, questo non è accaduto e, fatto grave,
ancora oggi non accade senza alcuna remora e rispetto del nostro passato. Ultimo “capolavoro”: il
restauro del cinquecentesco palazzo Palamolla di
recente intonacato e tinteggiato di giallo alle sue
facciate esterne con presumibile conseguente macroscopico impatto ambientale. Anche su questo
caso mi sembra che si vogliano dare vane giustificazioni e porre “pannicelli caldi”, ma gli ipotetici danni possono essere rimediati soltanto con il ripristino dello stato dei luoghi... Non conosco il piano
colore approvato, né quanto sia costato e se, nel
suo iter elaborativo, abbia collaborato una équipe
con la consulenza dello storico dell’arte. Voglio, però, augurarmi che esso non consenta
di continuare ad intonacare ed a tinteggiare
di giallo gli storici edifici di Scalea che, invero, devono essere recuperati nel rispetto
delle tecniche di restauro conservativo previste dalla normativa urbanistica regionale e
statale ed inserite in un piano di recupero
che, purtroppo, a Scalea ad oggi non esiste,
per cui sono sorte e stanno sorgendo anche
terrazze e terrazzini al posto dei preesistenti tetti con gli antichi “ciaramili”. Ed allora, mi
chiedo: perché si è avuta tanta premura e
fretta di adottare il piano colore con una decisione, mi pare, unanime del Consiglio comunale, anziché preventivamente redigere
ed adottare un sovraordinato generale piano
di recupero? Intanto, si potevano e si possono fare rispettare le norme del regolamento edilizio annesso al vigente P.R.G del Comune ed adottare misure di salvaguardia. Come di consueto, da Palazzo
di Città non mi perverrà alcuna risposta. Voglio sperare, però, che almeno la Soprintendenza ai beni
A.A.A.S. di Cosenza, prima di rendere operativo
questo piano colore, lo sottoponga, previo accurato sopralluogo nel Centro storico, ad un sua attenta analisi per verificare se contenga regole precise ed inderogabili che non devono consentire
l’alterazione degli antichi aspetti esterni degli edifici del nostro Centro storico. A proposito del palazzo Palamolla, vorrei conoscere il parere tecnico
ed architettonico della Soprintendenza sull’intonaco civile liscio applicato sopra le caratteristiche e
vetuste pareti esterne del monumento e se lo stesso intonaco sia stato autorizzato (comunque nello
storico edificio, a questo punto, appare urgente e
necessario uno specifico sopralluogo dei tecnici
della stessa Soprintendenza). Per concludere, vorrei ricordare che nei restauri dei centri storici si
possono utilizzare mezzi tecnici e prodotti edilizi
efficaci, presenti sul mercato, utili per evitare deturpazioni (vedi intonaci lisci) che sconvolgono l’originale ambiente e cancellano testimonianze della nostra millenaria storia.
ADALBERTO VANNUCCI
Di Palazzo Palamolla abbiamo già precedentemente e lungamente argomentato. (Diogene n. 2 2009). Il piano colore doveva essere approvato e
in vigore almeno 30 anni fa. Altro che fretta! Infine,
a proposito della Soprintendenza ai Beni A.A.A.S.
di Cosenza, a Lei tanto cara, come più volte da noi
evidenziato, sarà bene stendere un velo pietoso. Si informa la spettabile clientela che, tramite un software,
sarà possibile vedere in anteprima come verranno
decorati gli ambienti interni ed esterni della propria casa.
Ecco com’è ridotta Scalea (vedi foto allegata del 9
giugno 2009). Se già da ora i bidoni iniziano ad essere vuoti e, paradossalmente, circondati da buste,
materassi, scatoloni, televisori e tanto tanto altro,
come diventerà la nostra povera Scalea a fine estate? Riflettiamo e pensiamo anche a questi problemi non solo ad abbellire piazza Caloprese! Spero
che la mia segnalazione servirà a qualcosa... grazie!
AURELIO ESPOSITO
La segnalazione serve, speriamo, a fare in modo
che “persone” tanto maleducate, prima di buttare
i loro rifiuti, pensino un attimo a comportarsi civilmente. Questo comportamento scorretto manca
di rispetto all’ambiente e, principalmente, a se
stessi. Se i bidoni sono vuoti, come da Lei documentato, la colpa è di chi sporca, certamente, non
degli operatori ecologici. Pensiamo che la sua segnalazione e le foto che ci ha spedito (a proposito, dovrebbe trattarsi di località La Bruca, da un pò
di anni, non si capisce il perchè, presa di mira da
questi “amanti” dell’ambiente e del decoro che,
anche dopo l’ottima sistemazione dell’importante
e utile strada che collega Scalea con Marcellina,
continuano a sporcare a più non posso), abbiano
poco in comune con l’ironia che fa su piazza Caloprese che troviamo giustissimo mantenere, come
Lei afferma, bella e pulita. Logicamente, anche le
cosiddette periferie meritano attenzione e rispetto. Per essere più chiari, se una zona importante è
ridotta male come Lei giustamente afferma, nel caso segnalato, la colpa è da addossare solo a quei
vandali ed incivili che non si prendono la briga di
depositare la loro immondizia negli appositi bidoni, vuoti e a disposizione come non mai. Patronato Ital
Centro Servizi Ital Caf Uil
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12 Parola ai Lettori
STRIDENTE CONTRASTO
Da una recente notizia apparsa su “Il QUOTIDIANO
della Calabria” del 12 maggio 2009 si apprende
che l’Amministrazione comunale di Aiello Calabro
ha lodevolmente acquistato il terreno con i restanti ruderi del millenario castello feudale per la probabile utilizzazione a scopi culturali, turistici e sociali. Ebbene, questa decisione appare in stridente
contrasto con quella recente della Giunta Comunale di Scalea la quale, invece, intende vendere all’IACP di Cosenza l’antico convento francescano
del 1200, che nel lontano 1920 fu restaurato con
stile liberty per adibirlo a sede del Municipio e delle Scuole elementari. Attualmente questa struttura
monumentale da oltre venti anni risulta inutilizzata.
Questa circostanza, però, non significa che essa sia
in forte degrado, così come la si vorrebbe fare apparire, anzi basterebbero pochi interventi di restauro conservativo per poterla adibire a sede di
uffici comunali, di associazioni di volontariato e
culturali, di auditorium, sale di proiezione e laboratori teatrali e, non ultimo, anche a sede degli uffici della Soprintendenza archeologica attualmente
ubicati negli ormai insufficienti locali della torre di
Cimalonga. Nell’ultimo Consiglio comunale del 23
aprile, l’argomento portato all’attenzione dei Consiglieri, è stato rinviato ad una prossima seduta per
motivazioni, pare, di carattere burocratico, sviando quelle di carattere storico ed affettivo. Dobbiamo augurarci, però, che la Giunta comunale, nel
frattempo, riveda la propria posizione ed, in autotutela, revochi la delibera di disponibilità alla vendita, senza portarla alla decisione del Consiglio. Invero, questo antico convento (fra l’altro
sottoposto a vincolo storico ambientale) deve rimanere nel patrimonio immobiliare storico del Comune di Scalea per pubblica utilità ed al servizio
dei cittadini. La notizia sopra riportata conferma la
certezza che gli Enti pubblici territoriali hanno la
possibilità di acquistare edifici e monumenti storici
tuttora di proprietà privata, per cui il nostro Comune anziché vendere il palazzo dell’ex municipio,
può acquisire benissimo tutta l’area con i ruderi
del millenario castello normanno, l’area ed il rudere della “Torre di Giuda”, la casa natale del filosofo
Gregorio Caloprese in via Metastasio, nonché quella degli storici Oreste Dito ed Attilio Pepe in via San
Nicola, l’area con gli esistenti manufatti edili, sottostante il Palazzo dei Principi e via di seguito. Questi preziosi antichi edifici insieme al Palazzo dei
Principi Spinelli (definito un gioiello dal Sindaco
Russo), di proprietà comunale, certamente potranno costituire un importante patrimonio per lo sviluppo del nostro turismo culturale che porterebbe
a Scalea migliaia e migliaia di turisti da ogni parte
del mondo. Per concludere, mi auguro che il recente finanziamento di circa un milione e trecentomila euro per il prosieguo dei lavori di restauro
(da oltre venti anni fermi) del Palazzo dei Principi,
sia investito, seguendo l’originale progetto e, comunque, sempre con il necessario nulla osta della
Soprintendenza ai beni A.A.A.S. di Cosenza. Al riguardo, proporrei di utilizzare parte di questo finanziamento prioritariamente per l’urgente recupero dei seicenteschi pregevoli affreschi esistenti
nella soffittatura dell’attuale biblioteca civica, prima che essi vadano completamente distrutti per incuria e per il processo di sfarinamento in atto.
EDELMIRO D’ARRES
Anche il comune di Scalea, in passato, ha acquistato un importante palazzo, quello appunto dei Principi Spinelli. Ma i tempi cambiano e i bilanci comunali, come più volte scritto, spesso vacillano. Però,
la Sua proposta, al di là di tutto, è da condividere.
Il turismo culturale, se fatto bene, non è certamente, meno importante di quello balneare. Riguardo
al finanziamento tanto atteso e invocato per il Palazzo dei Principi, siamo in trepida attesa affinché i
lavori prendano forma e che, tali interventi, siano
eseguiti nel miglior modo possibile, dando priorità
al restauro dei mal ridotti affreschi, come più volte
sottolineato dalle colonne del nostro giornale. L’avv. ANNA MANCO RISPONDE
matrimonialista e specializzata in diritto di famiglia
Qualche tempo fa, rientrando in anticipo da un
mio viaggio di affari, ho trovato mia moglie nel
nostro letto matrimoniale con un altro. Non riesco a spiegarmi questa sua infedeltà, perché in
questi anni di matrimonio sembrava che tutto filasse liscio. Ho, comunque, intenzione di chiedere la separazione con addebito di colpa a lei. Ho
qualche chance?
In tema di separazione personale dei coniugi, la
pronuncia di addebito non può fondarsi sulla sola
violazione dei doveri che l’articolo 143 del Cc pone a carico dei coniugi, essendo invece necessario
accertare se tale violazione abbia assunto efficacia
causale nella determinazione della crisi coniugale.
La reiterata violazione dell’obbligo di fedeltà coniugale, tanto più se attuata attraverso una stabile
relazione extraconiugale, rappresenta una violazione particolarmente grave di tale obbligo, che,
determinando normalmente l’intollerabilità della
prosecuzione della convivenza, deve ritenersi, di
regola, causa della separazione personale dei co-
niugi e, quindi, circostanza sufficiente a giustificare
l’addebito della separazione al coniuge che ne è
responsabile, sempre che non si constati la mancanza di nesso causale tra infedeltà e crisi coniugale mediante un accertamento rigoroso e una valutazione complessiva del comportamento di
entrambi i coniugi, da cui risulti la preesistenza di
una crisi già irrimediabilmente in atto in un contesto caratterizzato da una convivenza meramente
formale (Cass. Sezione I, sentenza 24 ottobre 2005
n. 20536). Nel suo caso, quindi, il giudice, prima di
esprimersi sull’addebito, deve accertare, tramite
prove testimoniale da lei fornite ed anche documentali, se la violazione dell’obbligo coniugale sia
stata causa antecedente alla crisi coniugale (Cass.
279/00 e 13747/03). In difetto, non potrà attribuire la colpa a sua moglie.
L’addebito produce l’effetto che alla beneficiaria
va riconosciuto solo un assegno per alimenti (limitato cioè ai soli bisogni si sussistenza alimentare) e
non quello per il mantenimento. giugno-luglio 2009
DIOGENE SEMPRE
PIÙ VISIBILE!
Egr. Direttore Nando Manco,
volevo sinceramente complimentarmi con Lei per il
lavoro e la passione che mette nella realizzazione
del Suo giornale. Ho apprezzato da sempre l’opera informativa che attraverso esso svolge e allo
stesso tempo di stimolo al dibattito socio-culturale
di Scalea e della Riviera dei Cedri. Certo di aver fatto cosa gradita, Le comunico l’inserimento di un
banner sempre visibile riguardante il “Diogene” nel
nostro portale Pianeta SUD, colonna destra.
www.pianetasud.it
Con cordialità e stima
RAFFAELE CAMMAROTA
Ringrazio per gli apprezzamenti e la schiettezza.
Per il banner sarebbe stato, forse, più opportuno,
anche per avere un contatto più diretto, informare
la nostra redazione prima dell’avvenuto inserimento. Ma ormai il dado è tratto. Andiamo avanti! SENSIBILITÀ AMMIREVOLE
Gent.mo Direttore,
rivolgo a Lei sempre attento, con il Suo giornale, alle problematiche cittadine, non solo di tipo urbanistico sociale ma anche ambientale, una domanda
alla quale, da lungo tempo, provo a dare una adeguata risposta, senza tuttavia riuscirci. Premetto
che in famiglia si fa regolarmente la raccolta differenziata della spazzatura, ponendo grande attenzione non solo agli scarti piuttosto voluminosi di
bottiglie vuote (di plastica o di vetro) ed a quelli di
carta e cartone, ma anche ai piccoli residui di cibo,
da cestinare tra i rifiuti organici, che solitamente
creano maggiore fastidio proprio nella raccolta.
Purtroppo, nonostante non corriamo dietro ad
ogni nuovo elemento elettronico immesso sul mercato, negli ultimi anni abbiamo accumulato in casa
qualche pezzo da eliminare, quale cellulari non più
funzionanti, completi di batteria e carica batteria,
batterie di telefonini sostituite con le nuove ed anche alcune “batterie” normali, le cosiddette “pile”.
Ora, la domanda è: dove vanno buttati questi elementi? Lo stesso discorso vale per le costituenti
dei computer o periferiche di essi, ad esempio le
stampanti. I rivenditori di computer e cellulari, almeno a Scalea, non prendono il vecchio, (tranne
in qualche raro caso di rottamazione di cellulare
acquistandone uno nuovo!) perché anche per loro costa troppo procedere alla raccolta e successiva distruzione. E allora cosa fare? Io continuo a
tenerli a casa perché respingo categoricamente l'idea di gettare queste cose tra i rifiuti solidi normali con la prospettiva che possano andare ad incrementare il già enorme disastro ambientale. Ma fino
a quando potrò tenermeli “teneramente” a casa?
La ringrazio e La saluto cordialmente.
ORLANDO CARBONE
Con certe brutte coscienze andremo, non trovando
un rimedio, sempre più verso il baratro ambientale.
Potremmo rispondere che cellulari, vecchi computer, batterie in generale ed altri similari, fanno parte
di quei rifiuti, cosiddetti, speciali e che per nessun
motivo si dovrebbero abbandonare nei bidoni normali. In ogni città civile esistono contenitori appositi. In non presenza, sicuramente, telefonando all'ufficio tecnico comunale, si possono avere delle
risposte. Per il momento, spazio permettendo, continui a tenerli in casa, male che vada potrà tentare
di smerciarli al prossimo mercatino delle pulci. Ci
scusi per la battuta, l'argomento da Lei sollevato è
di estrema drammaticità ed attualità. Certo, se ci fossero più persone sensibili, accorte e rispettose dell'ambiente come Lei, potremmo certamente usufruire di un mondo più bello e più pulito. giugno-luglio 2009
Storia e Cultura
13
IL FEUDO DI ABATEMARCO E IL CASALE DI MERCURIO
di GIOVANNI CELICO
Posti, rispettivamente, l’uno strategicamente a difesa e l’altro naturalmente a guardia, il primo sulla
sponda destra e il secondo sulla sinistra di un corso d’acqua, il castello di Abatemarco e il casale di
Mercurio, ora ne restano i ruderi, poi ricompresi in
Calabria Citra e oggi in provincia di Cosenza, narrano una affascinante e quasi unitaria epopea, strettamente correlata a quella del Lao, il grande fiume,
un tempo, incerto, confine della Lucania meridionale.
La cronaca di questi due feudi merita, con riguardo all’insediamento umano, ai passaggi di possesso e ai riflessi produttivi, di essere meglio investigata e, per quanto possibile, precisata, in relazione,
tra l’altro, anche ad un prezioso e quasi dimenticato “apprezzo” del 1661.
Il castello di Abatemarco, Abbatemarco o Batomarco, posto sopra una roccia sovrastante la sponda destra del fiume omonimo, sorse, forse, sulle
rovine di Bato, un antichissimo nucleo di fondazione aborigena e di probabile abitazione enotra, secondo alcune ma non riscontrabili ipotesi, e potrebbe aver derivato il nome o dal luogo, con in
più quello del personaggio che aveva avviate ed
accresciute le costruzioni nel borgo, o con la posteriore aggiunta di quello del titolare della Abbazia di S. Giacinto, di jus patronato della famiglia
Deodata de Mari.
Fu, comunque e sicuramente, un centro militare,
che comprendeva anche le contrade Marcellino,
Testelli e Marmi.
Il casale di o del Mercurio occupava invece, quasi
alla confluenza dell’Argentino, “una terrazza a dominio del corso meridionale del fiume Lao”, sulla sinistra, e “guardava” una pianura che si estendeva
fino al Tirreno: vi si coltivò la canna da zucchero,
poi la vite “doraca”, da cui maturava lo “zibibbo”,
un tempo ricercatissimo, e il cedro, tuttora presente, specie sulle tavole israelite.
Le prime, frammentarie notizie riferite, genericamente, al Mercurio, ove, intorno al Mille, era fiorita
la grande spiritualità basiliana, situato, sicuramente, in alcuni periodi, anche nei confini del feudo di
Abatemarco, si leggono in una “Vita di S. Saba”,
dove si diceva che il santo “nel mentre ritrovavasi
nel primiero Monastero di S. Michel’Arcangelo, discacciò dal territorio del Mercurio le locuste che
l’infestavano”.
Lo stesso Santo “nel ritorno da Laino a quel di Lagonegro” avrebbe guarito “un figliuolo ch’avea il
corpo attratto, e un altro figliuolo del Castel del
Mercurio…”.
Storicamente e sicuramente, il Castro Mercurio fu
ceduto, nel 1086, da Ugo di Avena alla Badia di Cava mentre un’altra notizia indiretta, di cronaca, su
quel territorio, è fornita dalla circostanza che, nel
luglio del 1100, Ruggero Borsa, figlio di Roberto il
Guiscardo, avendo i genitori acquistato da Lorenzo, vescovo di Malvito, il terreno ove era sorto l’edificio di S. Maria della Matina, da loro offerto alla
Chiesa di Roma, confermava al monastero, di cui
era abate Tommaso, tutti i possessi e i diritti, concedendo, tra l’altro, i casali di S. Maria della Matina, S. Venera e Turboli, la popolazione rurale del
casale Pratum, e, tra le chiese, l’“ecclesiam Sancti
Petri et ecclesiam Sancti Nicolai et ecclesiam Sancti Iohannis in territorio quod dicitur Mercurii”, con
i diritti pertinenti.
Nel maggio di quattro anni dopo, precisamente nel
1114, il figlio di Ruggero, Guglielmo, ad istanza dello stesso abate Tommaso, confermò, al monastero
di S. Maria della Matina, tutti i possessi, le immunità
e i diritti, contenuti nel diploma del padre, tra cui,
appunto, le chiese di S. Pietro, S. Nicola e S. Giovanni “in territorio quod dicitur Mercurii”.
In una controversia, scoppiata a luglio del 1152,
decisione assunta a Scalea, tra l’abate e il convento di S. Maria della Matina, attori, rappresentati da
Leto priore, comparve, come convenuto, Nicola
del prete Pietro da Mercurio.
Nel 1268, “Roberto di Loria figlio di Giacomo, cugino di Roggiero Gran Ammirante fù Sig.re di Castelluccia in Basilicata, Abbatemarco, ed altre terre
in Calabria à tempo del mentovato Carlo I d’Angiò”.
Tra il 1269 ed il 1270 “i nuclei di Mercurio e di Abatemarco erano sotto la signoria dei Vulcano”, prima
di Martino Vulcano, direttamente investito “del
borghetto Mercuri”, e, dopo di lui, dell’erede Bertuccio, e, nel 1275, “Aba Marcus” apparteneva al
giustizierato di Val di Crati.
La fortezza di o del Mercurio, nel 1276, risultava
tributaria del fisco angioino e ancora, nel 1278, era
sottoposta a quella signoria, quando passò sotto il
possesso di Terisio de Gant (o Gaut).
Dal 1305, almeno, con Ruggiero de Loria, Abatemarco era nelle mani di quella grande famiglia e, in
successione, nel 1306, di Ruggerone, figlio del precedente, e, poi, di Giacomo de Loria che ebbe i
castelli di Mercurio e Abbate Marco, seguito, nel
1308, dai fratelli Carlo e Berengario.
Due anni dopo, nel 1310, Abbate Marco era di
Ascanio (Amico) de Nomicis, ritornando, nel 1313,
in mano a Bartolomeo de Loria, tutore dei figli di
Ruggerone, che, proprio in quell’anno, nominò
Leonardo Battarella di Scalea castellano di Abate
Marco, e poi di Berengario de Loria che risultava,
da solo, nello stesso 1313, signore dei castelli di
Mercurio e Abate Marco e, poco dopo, concedeva, nuovamente, in feudo il “castro Mercurio” ad
Amico de Nomicis.
Il 21.ottobre.1318, gli “homines de Castro Ursimarso invadono le terre che Amico de Nomicisio dominus castri Mercuri” aveva ottenuto in feudo.
Nel 1324, “in castro Mercurii”, veniva riscossa la decima, versata da “dompno Roberto et dompno
Guillelmo”, somma esigua, due tarì: segno che la
depressione gravava sulla Regione Mercuriense,
mentre, l’anno dopo, Carlo duca di Calabria, vicario generale del re Roberto, si impossessò del feudo, già tenuto, per l’appunto, dai Loria.
Nel 1326, “omnes clerici Mercurii” versavano una
decima di “tarenos sex” e, nel 1327, “in abbate
Marco pbr. Guillelmus, cappellanus mercurii, tar.
Duos et gr. Septem”.
Circa venti anni più tardi, Tommaso Sanseverino
aveva in possesso la terra di Abatemarco, e la stessa, il 21.10.1406, fu trasferita a Bernardo de Oferio,
regio ciambellano.
Nel 1414 il feudo di Abatemarco, acquistato dalla
Regia Corte, fu ceduto ad Arcusio, Artusio o Arturo Pappacoda di Napoli, unitamente ai feudi di Papasidero e Barbicario (Verbicaro).
Sarebbe stato questo feudatario a donare alla
chiesa di S. Michele dell’abazia di Abatemarco due
statue lignee, scolpite nell’ogliastro (ulivo selvatico), fatte venire da Napoli: S. Michele Arcangelo,
attualmente nella chiesa parrocchiale di S. Maria
del Cedro, e la Madonna delle Grazie, ora nella
chiesa omonima di Verbicaro.
Ad Abatemarco, nel secolo XV, c’era la parrocchia
di S. Michele Arcangelo, ricordata anche in una
Platea del 1510.
“L’ultima menzione dell’abitato di Mercurio” appare “al 21.settembre.1439, quando viene elencato
tra le terre ed i castelli compresi nella contea di
Lauria che Alfonso d’Aragona confermò a Francesco Sanseverino”.
Nel 1450 Tommaso de Loria risultava barone di
Aieta, Tortora e Abatemarco, seguito dal figlio Gerolamo, a sua volta pure barone di Tortora, Aieta e
Abatemarco nel 1489 e marito di Margherita Pascale, mentre la sorella Ecuba aveva sposato Francesco D’Alitto.
Abatemarco, con territorio relativo, ritornò al Demanio nel 1465, e, nel 1471, Barnaba Sanseverino
presentò relevio per le terre di Lauria, Castelluccio,
Tridina (Trecchina), Laino, Ursomarsico, Mercurio di
S. Nicola.
Il “casale di Mercurio”, non se ne conosce la consistenza insediativa e il periodo preciso, era stato,
comunque in quegli stessi anni, anche in possesso
di Venceslao Sanseverino, figlio di Gaspare e fratello di Francesco junior duca di Scalea.
Il 4.gennaio.1474, l’arcivescovo di Rossano, l’abate
del monastero di S. Filippo di Lauria e il vicario del
vescovo della diocesi di Cassano, decidono che
Giovanni Tuscano, o Toscano, clerico rossanense,
assuma la commenda del monastero di S. Giovanni
“extra muros castri Abbatismarci”, vacante per la
morte dell’abate Stefano.
Il 19.febbraio.1474, Teodoro Gaza, il grande umanista greco, essendo stato nominato, dal cardinale
Bessarione, procuratore del cenobio di S. Giovanni Battista in S. Giovanni a Piro, visitò i territori dipendenti da quella abbazia e giunse anche in Calabria, dove resse, per un anno, il Monastero
Benedettino di S. Giovanni di Abatemarco, resosi
vacante per la citata morte dell’abate Stefano.
L’investitura di questo cenobio, la cui rendita ammontava a 70 fiorini d’oro, fu concessa il 19 dello
stesso mese, sotto il pontificato di Sisto IV.
Il 2.10.1488, il re Ferdinando I ordinò a tutti gli ufficiali del Regno di rispettare la facoltà concessa a
Guglielmo Sanseverino, conte di Capaccio, di poter deviare un corso d’acqua dal fiume Ursomarzo
e Mercuri in Calabria, fino alla terra di Scalea per
poter ivi far funzionare un molino.
Nel 1489 risultava signore di Abatemarco Francesco D’Allitto e, poi, il figlio Giusto o Giustiniano e,
in successione, nel 1496, i feudi di Abatemarco,
Tortora e Aieta furono concessi dal re Ferrante II di
Aragona a Giovanni de Montibus o Delli Monti,
in quattordicesima...
14 Storia e Cultura
giugno-luglio 2009
...dalla tredicesima
IL FEUDO DI ABATEMARCO E IL CASALE DI MERCURIO
di GIOVANNI CELICO
prode ed onorato soldato, avendoli tolti al dominio di Gerolamo di Lauria e di Giusto D’Alitto, baroni compartecipi alla congiura ordita contro la dinastia, vinti combattendo sulle alture di
Laino-Scalea e fatti prigionieri il 18.maggio.1496.
A Giovanni successe, nel 1504, Margherita de Montibus, figlia ed erede e moglie di Marcello Colonna.
Nel 1509 Bertotoldo Carafa acquistò Abatemarco,
Aieta e Cirella da Margherita de Montibus e, nello
stesso anno, ne rientrò in possesso il genero, Francesco de Loria.
Abatemarco divenne feudo della casa Brancaccio
e più precisamente di Scipione, figlio di Giovan
Tommaso signore anche di Grisolia, tra il 1511 ed il
1518, ma nel 1522 Francesco de Loria ne risultava
ancora signore.
Il feudo di Abatemarco fu in testa, fino al 1525, a
Geronimo Pellegrino, anche se, nello stesso periodo, “riappare” in mano a Francesco de Loyra.
Nel 1528-1534, Abatemarco fu in possesso di Giulio di Capua che, nel 1542, lo vendette a Raffaele
De Mari, cui subentrò, nello stesso anno e fino al
1549, Nicolas de Loquingen che ebbe anche Ajeta, Tortora e Cirella.
Nel 1548-1549, passò per vendita a Pietrantonio
Sanseverino, principe di Bisignano: nel 1532-1545
la terra di Abatemarco numerava 114 anime.
Il principe Pietrantonio Sanseverino ed Isabella Caracciolo, duchessa di Castrovillari, marchesina di
Misuraca e signora della terra di Scalea, in quegli
anni, composero un dissidio sorto tra i rispettivi
vassalli di Abatemarco, Grisolia e Scalea.
“In una bolla di Paolo IV del 13 giugno 1555 si trova la seguente notizia: Flaminio de Sabellis providitur de parochiali ecclesia S. Joannis de Cucucijs,
oppidi Abbatis Marci, Cassanen dioc., de jure patronatus Angeli Anelli de Donato”. Non saprei specificare se si tratti di una variazione di nome o di
una Parrocchia differente. Nel 1669 gli abitanti di
Abatemarco si trasferirono a Cipollina già frazione
di Grisolia ed ora comune a sé col nome di S. Maria, con propria parrocchia dedicata allo Spirito
Santo. Cipollina ha dato origine alla frazione Marcellina, presso lo scalo ferroviario, che è stata dotata di propria parrocchia dedicata al S. Cuore,
con decreto del 15 agosto 1957”.
Nel 1561 Abatemaco era scesa da 28 a soli 7 fuochi: c’era un erario, un Camerlengo ed un Conservatore, che avevano il compito di tutelare gli interessi della casa Sanseverino di Bisignano.
CERIMONIA DI CHIUSURA DELL’ANNO
ACCADEMICO DELLA L.U.A.P.
Tra i corsisti si è messo in evidenza il nostro G.E. Zamprotta
L’aula magna della biblioteca
comunale di Scalea, nello storico Palazzo dei Principi, ha ospitato sabato 30 maggio, la cerimonia di chiusura del primo
anno accademico della Libera
Università per l’Apprendimento
Permanente “Corrado Alvaro”
di Scalea. Un nutrito programma è stato seguito da un numeroso pubblico che ha partecipato con entusiasmo all’evento.
Per alcuni, certamente è stata
una sorpresa, poiché non si
aspettavano di dover prendere
atto di una realtà associativa
che, almeno in questo primo
anno, ha dimostrato di funzionare egregiamente, offrendo la
possibilità a chi lo desiderava di
ampliare le proprie conoscenze e, in alcuni casi, di
prendere un primo contatto con discipline mai affrontate prima. Moderatore e primo oratore della
serata è stato il vice sindaco avv. Mauro Campilongo, il quale ha dovuto sostituire, nel saluto iniziale,
il sindaco di Scalea dr. Mario Russo, impegnato, a
ragione, su altri fronti. Preciso e conciso è stato
l’intervento del preside della LUAP, prof. Rosario
D’Arco che in pochi tratti ha fatto il punto della situazione della Libera Università chiarendo, ove se
ne fosse ravvisata la necessità, le finalità, gli scopi e
gli obiettivi dell’associazione. Si sono susseguiti al
microfono i docenti dei corsi, tra i quali, il prof. Ciro Cosenza, illustrando l’attività svolta nel corso
dell’anno accademico, scendendo nel dettaglio
A Pietrantonio Sanseverino, morto a Parigi il 5.aprile.1559, successe, nel dominio dei feudi di Abatemarco e di Grisolia, il figlio Nicola, o Nicolò, Berardino, sotto la tutela della madre Irene Castriota,
morta il 15.settembre.1565: la terra di Abatemarco
contava 192 anime, ridottesi a 36 nel 1595.
Francesco Galluppi di Tropea subentrò nel possesso nel 1612 e nel 1623 Giampietro Greco comprò,
dalla casa Sanseverino di Bisignano, Abatemarco e
Orsomarso;
Giovan Battista Greco, figlio di Giampietro, ereditò,
1639-1640, i feudi di Abatemarco, Cipollina e Orsomarso. Gli stessi feudi seguirono, poi, una loro
storia, fino alla fine della feudalità. LA BIENNALE DELLA
FOTOGRAFIA D’AUTORE
PARTE DA AIETA
Al via la seconda edizione della Biennale fotografica Riviera dei Cedri, ad Aieta nel Palazzo Rinascimentale che si annuncia essere uno degli appuntamenti culturali più importanti della stagione estiva.
Grandi nomi della fotografia come Prabuddha das
Gupta, Seamus Murphi, Dobos, Ken Damy, Javier
Silva Meinel e Lorenzo Merlo, sono stati annunciati dalla direzione artistica della Biennale. Le fotografie in mostra documentano immagini dall’Afganistan all’Eritrea, dalla Cambogia al Marocco. “A sud
di ogni dove” è il tema che gli artisti fotografi sviluppano e di sicuro i loro scatti affascineranno i visitatori. La sezione storica è dedicata al periodo
delle colonie in Africa ed in particolare ad Axum in
Etiopia. “La Biennale - si legge in una nota stampa è dedicata a tutti i Sud del mondo, a terre lontane,
terre di conquista che hanno a loro volta conquistato col loro fascino e conquistano con i loro profumi, i colori, le essenze e le genti”. Con partenza
da Aieta la mostra avrà successive aperture in altre
località del comprensorio e resterà aperta da giugno ad agosto del 2009.
(G.P.)
dei singoli corsi ed annunciando quelli previsti per
l’anno accademico 2009/2010. Particolare successo ha riscosso l’esibizione dei corsisti del “Corso di
Teatro”, sviluppato dall’attore Leonardo Gambardella (nella foto, indicato tra i corsisti). La mimica e
la verve dei futuri attori hanno saputo trascinare
l’uditorio, regalando momenti di ilarità spontanea,
in un saggio svoltosi quasi per intero senza parole,
utilizzando prevalentemente la gestualità appresa
frequentando le lezioni. Una nota di colore è stata
data dall’affermazione del prof. Ciro Cosenza, il
quale non soltanto ha ringraziato i corsisti di filosofia, ma ha pubblicamente sostenuto di aver attinto dai discenti l’entusiasmo per portare avanti le
sue lezioni e di avere ricevuto il giusto stimolo e la
giusta carica per impegnarsi anche in future attività.
Inoltre la serata è stata
l’occasione per presentare
un libro scritto dallo stesso
prof. Cosenza, “Quando
leggevamo di calcio sul
Calcio Illustrato”, un escursus nel calcio di provincia
degli ultimi cinquant’anni.
La manifestazione si è
chiusa con la consegna
degli attestati di partecipazione ai corsisti, fra
scrosci di applausi di amici, conoscenti e pubblico.
Tra i corsisti presenti spiccava il nostro sempre valido e prezioso Gian Enrico
Zamprotta (foto in alto)
che ha ricevuto con merito il diploma di partecipazione. PER UNA CITTÀ PULITA
NON OCCORRONO
ACROBAZIE!
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Cultura & Psicologia
giugno-luglio 2009
15
I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE
Sarebbe riduttivo fare, in questa sede, un’analisi
delle cause dei disturbi del comportamento alimentare poiché la comprensione psicodinamica è
molto complessa come pure i numerosi fattori
stressanti intrapsichici familiari ed ambientali che li
caratterizzano. I dati riguardanti i disturbi del comportamento alimentare in adolescenza sono molto
preoccupanti (1 su 5 ha problemi di peso); i disturbi più gravi sono: l’anoressia nervosa, la bulimia
nervosa e l’obesità. Oggi moltissimi ragazzi scelgono la strada del rifiuto del cibo o del mangiare
troppo, per esprimere attraverso il linguaggio del
corpo un disagio esistenziale profondo, paura della sessualità, dei ruoli sociali fortemente condizionati dalla competizione, dal consumismo, dall’immagine. Con il cibo ci si prende cura del proprio
corpo, ma nello stesso tempo si esprime un sistema di rapporti all’interno della famiglia e della società. Perché se il nostro cervello è in grado di regolare l’apporto di calorie e nutrienti necessarie
alla sopravvivenza, molte persone mangiano di più
o di meno di quanto hanno bisogno? Che cosa significa mangiare? Forse si può dire che “ingeriamo”
un’enorme quantità di fattori sociali e culturali che
influenzano come ci nutriamo e controllano il nostro peso. Il cibo assume un’importanza simbolica
che inizia sin da piccoli e che va controllata. Se si
indaga sulla storia infantile di coloro che hanno disturbi del comportamento alimentare si scopre
quasi sempre che sono stati bambini estremamente sensibili ai dettami del loro ambiente; fra i propri bisogni e quelli degli altri hanno sempre optato
per questi ultimi finendo per perdere completamente contatto con le proprie esigenze più
profonde. L’insorgenza del disturbo permette loro,
anche se in modo distorto, di ottenere la cosa a
cui tenevano di più: essere considerati ed amati.
Sono persone cresciute senza gli strumenti necessari alla strutturazione di un SÉ autonomo in grado
di autovalutarsi e, come da bambini, rimangono
estremamente influenzabili dall’ambiente. Ciò
comporta una costante ricerca di riconoscimenti
che confermino il proprio valore personale che
viene a sua volta percepito solo attraverso il giudizio dell’altro. La ricerca della costante approvazione misurata in compiti ben eseguiti, in performance riconosciute dagli altri come ottimali, li
inducono ad una ricerca costante della perfezione
che non può che essere fallimentare e quindi fonte di auto-svalutazione.
Come aiutare questi ragazzi se, nonostante le varie
campagne di informazione proposte e trattate in
maniera scientifica, non si assiste ad un miglioramento della situazione?
La PREVENZIONE è il primo valido aiuto; forse bisognerebbe parlare il linguaggio degli adolescenti.
Pietro Campanaro, specialista in scienze dell’alimentazione, parla con loro ponendo domande di
questo tipo:
Si può avere un bel fuoco che brucia senza mettere la legna nel caminetto? Il corpo di un adolescente è come il caminetto che ha bisogno di legna per bruciare molto, quando si salta un pasto
non si mette la legna e quindi il corpo non ha ener-
UN PO’ DI STORIA LETTERARIA: L’ETIMOLOGIA
E LE LINGUE NEOLATINE O ROMANZE
di FRANCESCO LAPROVITERA
L’etimologia è una scienza che studia l’origine e la
storia di una parola. Il termine etymologia deriva
dal greco ed è composto da étymon “vero, reale,
intimo significato della parola” e da logìa “studio o
discorso”. L’etimologia è quindi quella branca della linguistica che si occupa dello studio dell’origine
delle parole. Ed è questa una scienza agevole, piena di sorprese allettanti, densa di stupefacenti scoperte, e di conseguenza attraente e divertente.
Questo vuol dire che ogni vocabolo della lingua
italiana ha una propria storia che è possibile ripercorrere andando a ritroso: ciò significa quindi che
un vocabolo quando è “nato” non aveva lo stesso
utilizzo o non veniva adoperato necessariamente
nello stesso contesto in cui lo impieghiamo oggi.
Andare a ripercorrere la “storia delle parole” della
lingua italiana vuol dire andare ad affondare le radici nello studio del latino in quanto la nostra lingua è definita romanza o neolatina poiché deriva
dal latino volgare a seguito all’espansione dell’impero romano. Le principali lingue neolatine attuali
che godono di uno status di ufficialità sono: portoghese, spagnolo, francese, italiano e rumeno.
Analizzando etimologicamente nel dettaglio alcune parole potremo notare come col passare del
tempo la nostra lingua, mutuata dal latino, ha subito anche l’influenza di dialetti autoctoni, di espressioni volgari (ovvero le espressioni popolari, utilizzate nella vita quotidiana, non inteso in senso
dispregiativo, da vulgus “popolo” per distinguerla
dalla tradizione letteraria e ufficiale) o ancora dalle altre lingue neolatine stesse, come ad esempio il
francese. Senza dilungarmi ulteriormente in tediosi
insegnamenti provo a rendere più piacevole la lettura analizzando un termine vicino alla vita di tutti
giorni ma etimologicamente completo e interessante all’analisi.
Dal latino all’italiano: Com’è nato il termine “donna” ?
Per analizzare il termine donna risaliamo ad una
parola latina, domina (letteralmente “padrona”),
che a sua volta è direttamente discendente del ter-
mine domus “casa”. Domina quindi ebbe in origine
il significato di “signora” o meglio “padrona della casa”, così come dominus indicava il “signore”, “il padrone della casa”. Succede a questo punto un fenomeno abbastanza frequente nell’etimologia,
ovvero che le parole si alterino con l’uso: ed infatti
anche dominus e domina già nelle parlate volgari
del medio evo si erano trasformate rispettivamente
in domnus e domna, avendo lasciando cadere
quella i mediana che infastidiva un poco nel parlare corrente. Poi, per la legge comunissima dell’assimilazione (l’assimilazione è un processo linguistico
per cui dall’incontro di due consonanti la prima diventa uguale alla seconda, cioè si “assimila”) si passò a pronunciare e scrivere più agevolmente donnus e donna; donnus, maschile, nei secoli successivi
si foggiò italianamente in donno, mentre donna rimase ovviamente qual era. Così è “nata” la donna;
la quale è ben viva e vegeta, mentre è sparito il
donno, cioè il padrone, il signore.
Tuttavia vivissimo è ancora donno nella sua forma
tronca don, che si dà comunemente come titolo di
rispetto ai sacerdoti, o si premette ai nomi maschili
di alta nobiltà: “don Prospero Colonna”, “don Ciccio”, “don Andrea Corsini”. A Napoli, è vero, e in
molti altri luoghi del Mezzogiorno, lo premettono
anche a nomi di ben più modeste origini, e dicono
per esempio, salutando il portinaio o il salumiere di
fiducia, “Buongiorno, don Ciccillo”, ma si tratta di un
uso che risale al periodo della dominazione spagnola; per cui il “don Ciccillo” di Napoli o del Mezzogiorno che dir si voglia corrisponde esattamente
al “signor Francesco”, di Firenze o di Milano.
Qui, preso l’abbrivo, mi verrebbe voglia di continuare, dicendo che la parola duomo deriva dall’espressione latina domus Dei, “la casa di Dio”, poi
divenuta soltanto domus, cioè la casa per eccellenza; che la domenica è all’origine di dies dominica, il giorno del dominus, del Signore; e il domicilio, e il verbo dominare, e il sostantivo dominio …
e si potrebbe continuare all’infinito!!! gia da bruciare. Il metabolismo è l’energia utilizzata dall’organismo per compiere i lavori interni necessari al mantenimento del corpo, per mantenersi “acceso al minimo”. Ma per potersi mantenere
acceso al minimo, un organismo come il fuoco, ha
bisogno di un minimo di legna; se si introduce meno del fabbisogno quotidiano per paura di ingrassare il fuoco non arde.
Si può costruire una casa senza cemento? Il corpo di un adolescente è anche come una casa, ha
bisogno di tanto cemento per costruirsi solido.
Quando non si introducono abbastanza minerali e
vitamine la struttura non viene su solida.
È corretto mettere il diesel in una Ferrari? Il corpo è anche come una Ferrari che ha bisogno del
giusto carburante per andare a 300 all’ora. Quando gli alimenti che si mangiano sono sbagliati, non
utili ai fabbisogni dell’organismo il motore si ingolfa con un carburante non adatto e la macchina
non corre velocemente.
Riguardo alla TERAPIA dei disturbi del comportamento alimentare è opportuno specificare che se
indirizzata solo al sintomo è, in genere, fonte di
delusioni, vale a dire che chi segue solo misure
educative destinate al controllo del peso ponderale, rischia ripetute ricadute. La farmacologia è
poco efficace poiché non esistono farmaci specifici. La terapia migliore rimane, dunque, di tipo psicologico; alcune visite terapeutiche o una vera e
propria psicoterapia di sostegno sono necessarie.
Per chiarimenti o consulenze gratuite:
dott.ssa G. Provenzano - cell. 338/2391983
16 Sport & Musica
giugno-luglio 2009
IPPICA E RISTORAZIONE A KM ZERO
La premiazione
Conclusi con successo i campionati regionali di salto a ostacoli e attacchi. La manifestazione sportiva
si è svolta a Scalea al circolo Ippico “La Bruca”, con
l’impegno del Comitato regionale Fise Calabria, dello stesso circolo Ippico La Bruca, dell’associazione
degli albergatori della Riviera dei Cedri Arca, dell’Aias sezione di Cetraro, del centro di Riabilitazione Equestre e degli Enti che hanno patrocinato l’iniziativa. La manifestazione sportiva ha ormai una
durata di trentaquattro anni. È nata nel 1975 su iniziativa dell’ex sindaco della cittadina tirrenica,
Francesco Maria Fazio, all’epoca socio della prestigiosa Scuola napoletana di equitazione, che aveva
favorito iniziative di vario genere. «Sono ricomparsi quei silenzi pregni di tensione, di voglia di vittoria, di concentrazione in campo e di ammirazione
tra gli spalti del pubblico - scrivono
Uno dei momenti più esaltanti è stata l’esibizione
gli organizzatori in una nota diramadei più piccoli, provenienti dalle varie scuole d’eta a fine manifestazione - silenzi inquitazione, i quali hanno messo a disposizione
terrotti da applausi scroscianti o da
grandi capacità tecniche e professionali, riuscendo
esclamazioni di sgomento nei moad allietare e coinvolgere anche il pubblico dei mimenti più intensi di una competizionori disagiati provenienti dalla Comunità Socione sportiva così spettacolare come
educativa lo “Scoiattolo”.
quella dell’Equitazione». Hanno
Le belle giornate di sole hanno raccolto un pubpartecipato ben centotrenta cavalli
blico numeroso, che ha ammirato i 130 binomi
e l’iniziativa si è caratterizzata per i
giunti dalla Calabria e dalla Basilicata per le gare
suoi risvolti ambientalisti; si è trattadelle diverse categorie del Campionato e i diverto, infatti, di una manifestazione a
tenti Pony Games. Tra gli eventi la “Mostra Piccanzero emissioni di biossido di carbote” in collaborazione con l’Accademia del Pepenio. Per fare un esempio: l’energia
roncino e la presenza del prestigioso Corpo
elettrica consumata durante l’evenForestale a Cavallo del Parco Nazionale del Pollino.
to sportivo è stata prodotta da siOgni sera poi, una volta terminate le gare, sono
stemi di produzione da fonti rinnoesplose serate condite da musica e da prelibatezvabili grazie alla collaborazione di
ze culinarie. Decisamente un ottimo modo per acimprese leader nel settore, che hancogliere l’estate! no messo a disposizione
gli impianti per la produzione dal vento e dal so- Un’immagine della gara
le, contribuendo a ridurre le emissioni di biossido
nell’atmosfera. È stato
possibile così, conciliare il divertimento
sportivo con la salvaguardia dell’ambiente. Sulla riuscita della manifestazione
sportiva è intervenuto anche Angelo Napolitano, direttore dell’evento e presidente dell’associazione degli albergatori della Riviera dei cedri. «L’intera
manifestazione è orientata al rispetto
ambientale - ha detto - non solo l’albergo è a chilometri zero, ma anche l’energia elettrica e l’acqua calda sono prodotti da impianti fotovoltaici, eolici e
solari termici, mentre i piatti e i bicchieri dei punti di ristoro sono biodegradabili e non di plastica e l’intera raccolta dei rifiuti è
rigorosamente differenziata».
L’ARCANO POTERE DELLA MUSICA
GIOVANNI LATELLA LEADER DEL GIRO
DI PUGLIA ESORDIENTI
Giovanni Latella (foto) del G.S. Latella Sport di
Scalea ha vinto il 3° Trofeo Città di Casarano (LE)
disputatosi il 14 giugno scorso e valido quale 2°
tappa del Giro di Puglia Esordienti 2009.
Con questa vittoria, il giovane ciclista scaleota sale in vetta alla classifica del 2° Giro di Puglia a
tappe per esordienti. Sotto un sole cocente, la
gara è partita alle ore 12,30 su un circuito cittadino, da ripetere 20 volte, Giovanni Latella, dopo aver studiato gli avversari per i primi due giri,
alla fine del terzo, nello strappo in salita, con
uno scatto potente ha staccato tutti gli avversari
passando al quinto giro con 25’’, al sesto con
35’’, al settimo con 1’,15’’ dall’ottavo in poi, men-
tre gli avversari cedevano, il giovane ciclista scaleota sbaragliava tutti ed
arrivava solitario al traguardo con vantaggio di
3 minuti e 40 secondi.
La brillante affermazione
del giovane atleta Giovanni Latella, rimarca i
positivi piazzamenti ottenuti nelle corse di inizio
stagione nonché nella
scorsa stagione ciclistica.
Ricordiamo ai nostri lettori appassionati di ciclismo che l’atleta ha, tra
l’altro, indossato la maglia
di campione regionale
esordiente di 1° anno
2008 nonché di campione regionale di ciclocross 2° per il 2009.
Al G.S. Latella Sport di Scalea, società del vincitore, è andato il premio 3° Trofeo Città di Casarano.
Grinta e passione guidano il giovane ciclista calabrese che continua con il massimo impegno a cimentarsi nelle varie gare che si disputano sempre fuori regione, tenendo alto il nome della
Calabria e di Scalea.
Quindi per Scalea, come avvenuto per il calcio
tra gli anni ‘60 e ‘70, si ritorna a parlare di atleti,
del posto, forti e vincenti. Ora, per il giovane Latella, ci si aspetta solo l’approdo tra i professionisti. di LUCIANO POSTERARO
Nel trattare questo argomento dedicato in prevalenza ai bambini, è necessaria una premessa sugli
adulti. Molti soggetti adulti hanno disturbi di respirazione e presentano una respirazione ridotta non
diaframmatica. Non possedendo una respirazione
diaframmatica, la persona non possiede tutta la sua
voce, quindi la frase che compone è una frase che
a un certo punto si interrompe perché la voce non
c'è più, occorre prendere fiato. In tutti i disturbi di
linguaggio, collegati con disturbi dell'apprendimento, riscontriamo questa comune realtà. Nei
bambini che fanno fatica a leggere, a parlare, che
si bloccano quando sono chiamati e non riescono
a esprimersi, si evidenzia una respirazione che si
attua con torace rigido, con sollevamento delle
spalle, irrigidimento degli organi di fonazione. Occorre, prima di tutto, acquisire un rapporto di fiducia tale da farli sentire a proprio agio. Il quadro
che si presenta è spesso caratterizzato da lievi ritardi motori, difficoltà di coordinamento motorio,
attenzione troppo breve, difficoltà di relazione e
comportamento, disturbi di linguaggio. Affinché il
bambino possa superare tali impacci motori e relazionali, occorre che la sua "corporeità" entri in rapporto con il mondo reale; questo avviene tramite il
contatto diretto con i suoni, favorendo in tal modo l'attenzione. A questo punto è l'insegnante che
dovrà creare per ogni soggetto la situazione musicale idonea. Il bambino con disturbi di apprendimento verrà così condotto attraverso un'esperienza affascinante (il suono porta con sé una grande
carica affettiva) e gratificante verso la gestibilità del
proprio coordinamento motorio. I bambini che
non hanno ricevuto un mondo affettivo di questo
tipo, camminano a 4 anni (se camminano!) e sicuramente hanno un linguaggio verbale molto ritardato (se parlano!). Se i disturbi del linguaggio nei
bambini sono purtroppo in aumento, ciò è dovuto
al fatto che essi non hanno un vissuto di corporeità
nella loro crescita, ma hanno unicamente un vissuto di imitazione. La conoscenza, l'apprendimento
della musica o ciò che la musica può fare deve
coinvolgere la persona in senso comunicativo e in
tutta la sua espressione. Ad esempio: io posso essere musicista e non comunicare perché sono
estremamente tecnica, soltanto tecnica.
P.S.: L'argomento trattato, inerente ai disturbi di
apprendimento e musica, è scaturito da alcune mie
dirette esperienze vissute con alcuni allievi che
presentavano tali problematiche, le quali sono state felicemente risolte grazie all'ausilio dell'«arcano
potere» di questa ``magica arte". 
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