1)
2)
3)
4)
5)
6
7)
8)
Distintivi con decorazione e Dame Patronesse: € 7
Distintivi dorati: piccoli: € 3, medi: € 3,50 grandi: € 4
Portachiavi: smaltato: € 7,50
Orologio: € 30
Crest grande: € 25
Labaretto: € 10
Emblema Araldico: € 20
Cartolina: € 0,30, cartoncino doppio: € 0,50, busta: € 0,10
9)
10)
11)
12)
13)
14)
15)
16)
Fermacarte in onice: € 9,50
Posacenere: € 9
Attestato di Benemerenza: € 20
Cravatta: lana: € 12 seta: € 15
Foulards in seta: € 28
Mug.: € 7,00
Fermacarte peltro: € 23,00
Bustina: € 35,00
Tutta l’oggettistica è in vendita presso le Federazioni che in caso di carenza di materiale possono richiederlo alla Presidenza Nazionale
dell’Istituo. Le spese di spedizione saranno a carico delle Federazioni ed aggiunte al costo del materiale.
PERIODICO
NAZIONALE
DELL’ISTITUTO
DEL NASTRO
AZZURRO FRA
COMBATTENTI
DECORATI
AL VALORE
MILITARE
ANNO XLIX - N. 2 - MAR./APR. 2010 - Bimestrale - Poste Ital. S.p.A. Sped. in abb. postale D.L. n. 353/2003 (Conv. in L. 27/2/2004 n. 46) Art. 1 comma 2, DCB Roma
INIZIATIVA DELLA CASA EDITRICE UTET A FAVORE
DEL PERSONALE DELLA DIFESA IN SERVIZIO
E IN QUIESCENZA
Si rende noto, per la più ampia diffusione fra tutti i soci
appartenenti alle Associazioni Combattentistiche e d'Arma
in indirizzo, che gli Stati Maggiore della Difesa, dell'Esercito,
della Marina, dell'Aeronautica ed il Comando Generale
dell'Arma dei Carabinieri hanno realizzato con la casa
Editrice UTET la Grande Opera "Difesa e Forze Armate".
Nell'ambito della convenzione sottoscritta con UTET è
previsto uno sconto del 25% a tutti gli appartenenti alle
Forze Armate in servizio ed in quiescenza. Per tutti coloro
che stabiliranno un contatto con la rete vendita per la presentazione dell' opera al:
Numero Verde 800923913 dal lunedì al venerdì dalle
09.00 alle 18.30 e sul Sito http:/araldica.utetcultura.it
sarà consegnata in omaggio, senza alcun impegno di
acquisto, la Raccolta "L'Araldica Militare" contenente stampe pregiate degli emblemi delle Forze Armate e dello Stato
Maggiore della Difesa.
* * *
DONIAMO IL 5 PER MILLE AL NOSTRO ISTITUTO
Come ormai di consueto è consentito destinare il "5 per
mille" dell'IRPEF a sostegno delle attività delll'Istituto del
Nastro Azzurro fra Decorati al Valor Militare, come
Associazione riconosciuta che opera nei settori di cui
all'art.10, comma 1, lettera a, del D.Lgs. n.460/97. Pertanto, sia
con il Mod. UNICO che con il 730 è possibile compiere tale
scelta e vi invitiamo ad utilizzare questo strumento per sostenere gli impegni che il nostro Istituto si è assunto per diffondere, in particolare nelle giovani generazioni, il rispetto e l'amore per la Patria e la conoscenza dei doveri verso questa;
assistere gli iscritti e salvaguardare gli interessi morali e materiali della categoria; mantenere vivi i contatti con le Forze
Armate e con le Associazioni Combattentistiche e d'Arma.
La scelta si può esprimere apponendo, nell'apposito spazio, la propria firma ed inserendo il Codice Fiscale
dell'Istituto 80226830588 e non comporta alcun onere a carico del contribuente.
* * *
NUMERO SPECIALE PER IL 150° ANNIVERSARIO
DELL’UNITÀ D’ITALIA
Il n.° 1-2011 (gen. feb.) de “Il Nastro Azzurro” sarà costituito da uno speciale dedicato interamente al 150°
Anniversario dell’Unità d’Italia. Trattandosi di una pubblicazione particolarmente significativa per i valori e gli ideali
propugnati dal nostro Istituto, le Federazioni potranno proficuamente utilizzarne copie anche a scopi promozionali. Si
richiede pertanto ai presidenti che fossero intenzionati a
procedere come indicato, di voler prenotare al più presto il
numero di copie richiesto, affinché sia possibile conoscere
per tempo l’esatta tiratura della rivista da produrre. Le copie
aggiuntive saranno disponibili al prezzo di 5 Euro l’una, comprese le spese postali.
• Comunicazioni
Pag.
• Tre ricorrenze di questo periodo
“”
• Lettere al Direttore
“”
• Volti nuovi alla Presidenza Nazionale
“”
• Il Museo storico del Nastro Azzurrro
“”
• Cambi al vertice della Difesa
“”
• Prima riunione della G.E.C. nel 2010
“”
• Mentana ricorda i Caduti
“”
• Cartolina celebrativa in memoria del Generale
Antonio Cantore
“”
• Enti e città Decorati al VM: provincia di Arezzo “”
• La giornata della Memoria
“”
• Il giorno del Ricordo
“”
• Medaglie d’Oro Eccellenti: Cap. Oreste Salomone “”
• Detto fra noi
“”
• Elenco delle Federazioni Provinciali
“”
• Notizie in Azzurro
“”
• La storia e la memoria: un eroe della terra di Bari “”
• Ricordi della campagna di Grecia
“”
• Il Liceo Ginnasio italiano di Zara
“”
• Il “Ruggiero di Lauria”: da corazzata a deposito
di carburante
“”
• Anche quest’anno “Terra sognata” organizza
viaggi a prezzi scontati per gli “Azzurri”
“”
• Azzurri che si fanno onore
“”
• Cronache delle Federazioni
“”
• Potenziamento giornale
“”
• Consigli Direttivi
“”
• Recensioni
“”
• Oggettistica del Nastro Azzurro
“”
2
3
4
6
10
12
12
14
14
16
18
19
20
22
23
27
28
32
34
36
38
39
40
46
46
47
48
In copertina:
27 gennaio e 10 febbraio:
le giornate che riscattano l’umanità
mai più genocidi
“IL NASTRO AZZURRO”
Ha iniziato le pubblicazioni a Roma il 26 marzo 1924
(La pubblicazione fu sospesa per le vicende connesse al secondo conflitto mondiale e riprese nel 1951)
Direz. e Amm.: Roma 00161 - p.zza Galeno, 1 - tel. 064402676 - fax 0644266814 - Sito internet: www.istitutonastroazzurro.org E-mail: [email protected] - Direttore Editoriale: Carlo Maria Magnani - Presidente Nazionale dell’Istituto - Direttore
Responsabile: Antonio Daniele - Comitato di Redazione: Carlo Maria Magnani, Antonio Daniele, Giorgio Zanardi, Antonio Teja,
Francesco Maria Atanasio, Graziano Maron, Giuseppe Picca, Antonio Valeri, Federico Vido - Segretaria di Redazione: Barbara
Coiante - Autorizzazione del Tribunale Civile e Penale di Roma con decreto n.° 12568 del 1969 - Progetto Grafico e stampa:
Arti Grafiche San Marcello s.r.l. - v.le Regina Margherita, 176 - 00198 Roma - Finito di stampare: marzo 2010
Per abbonarsi i versamenti possono essere effettuati su C/C Postale n. 25938002 intestato a “Istituto del Nastro Azzurro”, oppure su C/C Bancario CASSA DI RISPARMIO DI FERRARA - Filiale di Roma - P.zza Madonna Loreto, 24 - c/c n. 0722122-3 - CIN IT “A” ABI 06155 - CAB 03200 - IBAN: IT69A0615503200000000002122 - C.F. 80226830588
Abbonamento ordinario: 20 Euro; sostenitore: 25 Euro; benemerito: 30 Euro e oltre.
Associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
IL NASTRO AZZURRO
TRE RICORRENZE DI QUESTO PERIODO
do durante una visita alla frontiera orientale con la Scuola di
Applicazione, un mio collega di Trieste ci portò, quasi di
nascosto, a visitare la Foiba di Basovizza. Allora era un argomento vietato, da tenere nascosto. Oggi, che da alcuni anni
siamo in grado di conoscere molti documenti dell'epoca,
sappiamo chi era favorevole a certi metodi "democratici",
nella folle idea di instaurare in quella parte d'Italia la stessa
ideologia politica della Jugoslavia.
C
arissimi Azzurri, voglio
ricordare tre ricorrenze
che cadono in questo
periodo dell'anno e che si riferiscono tutte allo stesso periodo
storico.
26 gennaio 1945: le truppe
sovietiche
entrano
nel
campo di sterminio di
Auschwitz.
"Al mattino uscivamo fuori
dalla baracca, in fila; dietro di
noi c'era un militare SS che ci
divideva: alcuni dovevano andare a destra, altri a sinistra.
Quelli a sinistra erano messi a morte poco dopo, quelli a
destra andavano a lavorare … i condannati a morte venivano indirizzati verso le camere a gas per essere eliminati. Il
lavoro nella fabbrica di Breslao si svolgeva in due turni … la
distanza fra il campo e la fabbrica era di circa un chilometro
e lo percorrevamo … facendo sempre lo stesso percorso …
incontravamo diverse botteghe fra cui una di maniscalco …
capitava di poter raccogliere dei frammenti di unghia o di
callo di cavallo … quando qualcuno riusciva a prendere un
pezzetto di unghia … si succhiava avidamente fino a consumarlo. Dopo essere stati allineati per lungo tempo si presentò un ufficiale SS e ci passò in rivista … cominciò a contare i gruppi di cinque, al quinto gruppo i cinque uomini che
lo componevano venivano fatti uscire … quelli che dovevano morire furono fatti denudare davanti a noi ... furono portati dietro il grande deposito … fui messo sulla bilancia e
l'ago riuscì a malapena a superare i trenta chili compresi i
pantaloni."
Sono alcuni brani delle memorie che l'Azzurro Mauro
Betti, radiotelegrafista della Marina Militare, ha voluto raccogliere in un piccolo diario "Buio e luce" per raccontare
quanto aveva visto e subito nei campi di sterminio di GrosseRosen, Flossemburg e Buchenwald. È una cruda testimonianza ed il modo più giusto per ricordare tutti quegli Italiani
deportati in Germania dopo l'armistizio dell'8 settembre per
non aver aderito alla Repubblica Sociale o per la loro fede
ebraica, ed in particolare per non dimenticare tutti coloro
che non hanno avuto la fortuna e la forza di tornare in
Patria.
25 Aprile
Sono trascorsi oltre 60 anni da quel giorno di primavera
del 1945.
Dopo l'8 settembre, che segnò lo sfascio delle istituzioni,
una larga parte di Italiani si ritrovò accumunata in comportamenti, diversi nelle modalità dell'impegno, ma convergenti
nella condivisione dei valori e nella finalità di ridare alla
Patria dignità, libertà, unità. La Patria non morì perché il
popolo italiano non volle che morisse, perché ciò venne impedito dalla passione civile e dall'azione di tanti cittadini che vissero la Resistenza nelle sue diverse manifestazioni: dai militari di Porta San Paolo e di Cefalonia, da tutti coloro che non
vollero cedere le armi, e poi dai partigiani, dai prigionieri dei
campi di concentramento, da chi si rifiutò di collaborare.
Furono mesi molto difficili per la nostra Italia, che divenne teatro di una vera e propria guerra civile, fratricida. Uno
scontro senza esclusione di colpi tra Corpo Italiano di
Liberazione, forze partigiane, Anglo-Americani da una
parte, forze della Repubblica Sociale e Tedeschi dall'altra.
Mignano Montelungo, Boves, Marzabotto, le Foibe
Carsiche, S.Anna di Stazzema, i bombardamenti aerei sulle
nostre città, le vendette e i massacri perpetrati dai vincitori
dopo la fine della guerra sono solo alcune tappe tragiche di
quel periodo della nostra storia. Il contributo degli AngloAmericani fu determinante, come nel resto d'Europa, nella
sconfitta delle forze nasci-fasciste, ma fu anche decisivo nell'impedire che il nostro paese divenisse il satellite di un altro
regime totalitario: quello comunista dell'Unione Sovietica.
Nella guerra di Liberazione tutti (da una parte e dall'altra)
erano animati da un'idea di nazione, di Patria, da un ideale
comune che, fosse pure il più errato (come certamente era
quello degli aderenti alla R.S.I.), li portò spesso fino all'estremo sacrificio. Ognuno di essi aveva una madre o una moglie
trepidante per la loro sorte. Riporto, senza svelarvi gli autori,
le ultime lettere di due condannati a morte: due Ufficiali, uno
partigiano e l'altro appartenente alla Repubblica Sociale.
Erano in fazioni contrapposte, ma accumunati da fede e ideali, tutti rispettabili anche se non tutti comprensibili.
"Mamma adoratissima, quando riceverai queste righe io
sarò già in cielo, da cui ti proteggerò. Sono stato travolto
dall’odio di parte e sono colpevole solo di aver amato la mia
grande Italia. Non piangere mamma, te ne supplico. Un
figlio perso così non è da piangersi, devi andare orgogliosa
di me. Sappi mamma che non ho ucciso, non ho fatto uccidere. Quindi non è giusta la mia condanna. Fino a poco fa non
sapevo ancora quale missione mi avesse affidato Dio. Ora lo
so: morire per la Patria. Ed io affronto questo supremo
momento in piena serenità, con animo tranquillo, da alpino,
come sempre sono stato. Con tanto affetto vi bacio.
Eternamente vostro Pierluigi."
"Mamma adorata, quando riceverai la presente sarai già
straziata dal dolore. Mamma, muoio fucilato per la mia idea.
Non vergognarti di tuo figlio, ma sii fiera di lui. Non piangere mamma, il mio sangue non si verserà invano e l’Italia sarà
di nuovo grande. Addio mamma, muoio per l’Italia. Ci rivedremo nella gloria celeste. Viva l’Italia. Achille."
Rivolgiamo il nostro commosso pensiero e rendiamo
onore ai Caduti di tutte le guerre e di tutti i campi di battaglia senza alcuna distinzione di parte.
Carlo Maria Magnani
10 Febbraio: “Giorno del Ricordo"
Parigi 10 febbraio 1947: Gran Bretagna, Stati Uniti,
Russia e Francia le potenze vincitrici della seconda guerra
mondiale firmano un trattato di pace con la sconfitta Italia.
Fu così sancito il passaggio delle Province di Pola, Fiume e
Zara sotto la sovranità della ex Jugoslavia.
La legge 92/2004 ha stabilito che il 10 febbraio sia il
"Giorno del Ricordo", in memoria delle vittime delle foibe e
dell'esodo giuliano-dalmata. La tragedia consumatasi in più
riprese in quei territori, ovvero lo sterminio e la pulizia etnica degli italiani che si rifiutavano di sottomettersi alla dittatura comunista, rappresenta una chiave di interpretazione
per mettere in luce l'esistenza di un piano comune d'azione
tra i comunisti italiani e quelli titini per l'instaurazione della
dittatura del proletariato nei rispettivi paesi e soprattutto
consente di spiegare il criminoso silenzio politico e dei mezzi
di comunicazione che ha coperto quegli avvenimenti per
oltre mezzo secolo.
Spesso mi sono chiesto com'è possibile che l'uccisione di
oltre ventimila italiani possa essere passata sotto silenzio per
più di 50 anni. Com'è possibile che questo numero di morti
non sia diventato, come le Fosse Ardeatine, simbolo
dell'Italia in guerra.
Ho cominciato a chiedermelo nell'estate del 1972, quan-
3
IL NASTRO AZZURRO
Caro Generale,
rallegramenti per la Rivista, che è diventata bella e con un bel respiro storico. Grazie per lo spazio che riesce a dedicare alla nostra Federazione. È un atto dovuto non a me, ma ai nostri Soci, soprattutto per i nostri Azzurri "veri" che,
nonostante l'età, vivono con gioia il legame che la sua Rivista riesce a consolidare.
Lo sapeva che da quando ho assunto l'onore della Presidenza, la Federazione di Biella segue e aiuta finanziariamente la vedova di un Decorato (85 anni) e una coppia (lui 92 anni con Alzheimer, medaglia d'Argento e lei 89)? Per me è
più importante questo che fare andare in giro il Labaro alle manifestazioni più strane.
Con molta cordialtà,
dottor Tomaso Vialardi di Sandigliano
(Presidente della Federazione di Biella e Vercelli)
Caro Presidente Vialardi,
il dinamismo e l'operosa fattività con cui Lei sta dirigendo la Federazione di Biella e Vercelli sono ben noti alla Presidenza
Nazionale.
Il Nastro Azzurro ha uno scopo davvero arduo nella società odierna: diffondere e sostenere i valori dell'amor di Patria
e dell'onore militare. Oggi non è facile compiere tale opera senza il rischio di essere quantomeno fraintesi, eppure Lei ci
riesce; e anche molto bene. Complimenti!
La Sua lettera era giunta in redazione per posta elettronica già da diversi mesi, ma solo adesso mi son sentito libero
di pubblicarla e risponderLe, perché, quando il presidente di una delle Federazioni più attive e prestigiose del nostro
Istituto esprime con parole così semplici ed amichevoli un elogio per la nostra attività, mi creda, ne siamo davvero onorati e, pur sentendo la doverosa esigenza di ringraziare, temiamo il rischio di guastare tutto con ciò che potrebbe sembrare solo uno stucchevole scambio di cortesi complimenti.
Grazie ancora sinceramente e di cuore. Cercheremo di continuare a non deluderLa.
Antonio Daniele
Gentile Redazione "Nastro Azzurro"
Sono la figlia del maggiore Manlio Agabiti, nato il 2 giugno 1917, Decorato di una Medaglia di Bronzo al V.M. e di
due Croci di Guerra al V.M.
Il 29 ottobre scorso il mio caro papà ha lasciato questa terra lasciando nel pianto la moglie, i figli e i nipoti che lo
adoravano. È stato una persona retta, onesta, esemplare. Ha sempre tenuto fede agli ideali della Patria e dell'Onore.
Aveva frequentato l'Accademia Militare di Torino da giovane; ufficiale di Artiglieria, ha partecipato alla seconda guerra mondiale in Africa e in Grecia. Fu Decorato sul campo di battaglia. Ha subito due anni di prigionia dai tedeschi dopo
l'armistizio dell'8 settembre 1943. Reso invalido da una malattia, ha dovuto dire addio a malincuore alla vita militare e
dal 1958 è stato collocato a riposo, in congedo assoluto.
Ha formato una famiglia con la moglie Mafalda e i figli Nera, Ennio, Silvia, Barbara e Giulio. È stato un padre mite
ed affettuoso. Ci ha trasmesso i valori dell'educazione, della cultura e dell'integrità morale.
Volevo ricordarlo in queste vostre belle pagine. Grazie.
Barbara Agabiti
Gentilissima signora Agabiti,
riporto integralmente il ricordo di Suo padre dal quale traspare quanto importante sia per tutti noi l'esempio più delle
parole. Un uomo integerrimo e ricco di sentimenti ha trasmesso valori puri e profondi che saranno sempre luminoso riferimento per i suoi familiari, amici e conoscenti.
La ringrazio per l'opportunità che, con la Sua bella lettera, ha dato a tutti noi lettori de "Il Nastro Azzurro" di meditare sul significato profondo dell'amore per la famiglia e per la Patria e sul senso dell'onore che contraddistingueva gli
italiani di una volta.
Nella speranza che questi valori siano davvero eterni e tornino ad albergare negli animi degli italiani, la ringrazio di
cuore.
Antonio Daniele
Egregio Direttore,
ho letto attentamente il nostro bimestrale. Lo ritengo un inno al nostro Presidente (Zanardi, n.d.r.), uomo di spicco per il
Suo passato, dote granitica per il Suo Amor Patrio e fedele al giuramento fino al suo scioglimento. Ha saputo assolvere
tutti gli impegni nel passato e nel presente che ci lascia testimonianze che mi auguro che tutti sappiano comprendere.
Condivido pienamente quanto scrive il Segretario Generale dell'Istituto del Nastro Azzurro in "Considerazioni e
Soddisfazioni". Posso assicurarvi che vissuta vicina ad un vostro socio, ho potuto rinscontrare tutte le qualità "azzurre"
e nella famiglia e nella società. Credo in questi valori che sono il sale della vita.
Mi permetto accludere a questa mia la fotocopia di uno scritto di un ragazzo tredicenne che poi in Grecia fu abbattuto con il suo aereo (Medaglia d'Oro al V.M.). Il fratello maggiore mi aiuta a trovare aderenti per riaprire una Sezione
a Fabriano e mi auguro di godere la vista del nostro lavoro nelle cerimonie ufficiali. Fra qualche giorno invierò la lista
dei nomi al Segretario Generale e, vi prego, mandatemi istruzioni precise.
La ringrazio dell'attenzione che darà alla lettera ed invio un cordiale saluto.
Lucia Polidori
Tema: La crociera transatlantica
Dodici apparecchi italianissimi tenteranno sotto la guida intelligente e saggia di S.E. il ministro dell'Aeronautica
Balbo, la trasvolata dell'Atlantico del sud, da Bolama a Porto Natal. Quale sarà l'esito del superbo volo il cui ardire stupisce tutto il mondo?
Il volo degli italiani è uno, una la sicurezza: riusciranno! Riusciranno perché una fede indomita sostiene i cuori dei
4
IL NASTRO AZZURRO
nostri bravi avieri, riusciranno per la magnifica efficienza dei motori nostri, dei nostri apparecchi che han fin dai primordi dominato per la robustezza e per la genialità di costruzione che rispecchia l'insuperabile senso latino di armonia
e di solidità.
Ora, intanto gli apparecchi già sono in volo e: Italia, Italia urlano i motori sulla sterminata distesa di mare, sulle tracce del volo di Ferrarin e del Prete, verso una scia di gloria che finì in un saldo trionfo, in un esempio di fede, in una serena apoteosi che commosse le nostre anime e quelle delle nostre madri.
Domani, appena le aquile tricolori appariranno in lontananza sull'orizzonte, i fratelli dell'ala brasiliana muoveranno incontro, voleranno intorno agli apparecchi che hanno per stemma il Littorio e per piloti i figli della gran madre
Latina, dell'Italia degna ancora, come per il passato, come per il presente, così e specialmente per l'avvenire, di tener
testa al mondo in tutto quello per cui l'uomo potrà andare a testa alta anche di fronte a Dio.
E domani, quando all'apparire dei nostri apparecchi i cannoni dei forti di Porto Natal tuoneranno e le sirene delle
navi lacereranno l'aria in esultante confusione col rombar dei motori, i nostri piloti, con lo sguardo fisso sul cielo azzurro, che ricorderà loro quello della Patria, vedranno i seicentomila che diranno loro che il sangue sparso ha fertilizzato
il suolo d'Italia da dove sono nati, nascono e nasceranno i più bei frutti del genio umano.
Gentilissima signora Polidori,
aggiungere un commento a quanto Lei ha inviato mi sembra quasi un sacrilegio. Credo che i sentimenti profondi e gli
ideali manifestati da quel ragazzo tredicenne, che poi immolerà col massimo onore la sua vita nell'infernale crogiolo della
guerra, possano essere di esempio e monito a tutti noi.
Il Nastro Azzurro ha un compito importante: preservare e diffondere gli ideali di amor di Patria e onore militare nella
società. Si tratta di un compito reso viepiù difficile da una società stanca, distratta, chiusa su problemi puramente materiali, incapace di vedere la bellezza e la profondità dei valori morali come guida e riferimento nelle decisioni della vita.
La Sua lettera, inoltre, mette il dito su an’altra piaga dell’Italia moderna: l'ignoranza in cui abbiamo cresciuto (dico
"abbiamo" in senso sociale) la nostra attuale gioventù. Il tema svolto da quel ragazzo d'altri tempi ci fa riflettere, oltre
che nella sostanza del suo pensiero, tutto amore per una Patria bella e trionfante, anche per l'eccellente capacità di scrivere in italiano corretto, indulgendo persino a stilemi lievemente D’Annunziani, tipici del periodo. I giovani di oggi non
sono in grado neppure di rispettare le più elementari regole grammaticali, figuriamoci se possono imprimere ai loro scrivere un qualsiasi stile ... e questo è male. La ringrazio per l'opportunità che ha dato a tutti noi di poter meditare su un
confronto tra generazioni che ci pone qualche severo interrogativo sulla nostra effettiva capacità di adulti di essere stati
in grado di trasmettere quegli ideali e quei valori sui quali si è basata, tanto per tornare alla Sua lettera, l'azione dell'intera vita del nostro Comandante Zanardi.
Con l'occasione, le auguro tramite la nostra rivista di riuscire davvero a fondare la sezione di Fabriano con un nutrito
numero di soci affinché anche nella sua bella città il Nastro Azzurro sia ancora più presente.
Antonio Daniele
PIETRO ANTONIO COLAZZO: UN EROE ITALIANO
Ci sarebbe Lashkar-e-Taiba, il gruppo terroristico pachistano
responsabile degli attacchi di Mumbai nel novembre del 2008,
dietro l'attentato di venerdì 26 febbraio a Kabul costato la vita
a 17 persone, tra cui Pietro Antonio Colazzo, 48 anni. Taciturno
e di notevole spessore intellettuale, inviato a Kabul nel 2008,
era un agente operativo dell'AISE, l’Agenzia Investigativa per
la Sicurezza Esterna, accreditato come consigliere diplomatico
presso la locale ambasciata d'Italia. Subito dopo l'attacco talebano è stato tra i primi a reagire e, mentre telefonava i particolari dell'attacco alla polizia afghana, veniva raggiunto dai
colpi mortali sparati dai talebani.
"Era un uomo coraggioso. Ci ha fornito informazioni precise grazie alle quali la polizia è stata in grado di portare al sicuro altri quattro italiani". Così il capo della polizia afghana seguito dallo stesso presidente Karzai - ha reso omaggio a
Pietro Antonio Colazzo.
Il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen,
mentre esprimeva il proprio riconoscimento al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, durante la sua visita al quartier generale dell'Alleanza il 2 marzo a Bruxelles, per il contributo italiano allo "sforzo comune in Afghanistan", gli ha porto le sue condoglianze per l'uccisione di Pietro Antonio Colazzo a Kabul.
Piero Antonio Colazzo era sposato, separato, non aveva figli e aveva casa a Roma. Aveva già svolto
missioni all'estero e conosceva molto bene uno dei dialetti dell'Afghanistan. Colazzo raggiungeva
Galatina, il suo paese di origine, ogni volta che aveva periodi di vacanza. Da quando erano morti
entrambi i genitori, aveva un legame molto forte con sua sorella Stefania, 42 anni, avvocato.
Svolgeva il suo servizio con coraggio, ma anche con la normalità di chi semplicemente fa bene un
mestiere difficile. Un uomo normale, che ha rischiato ed è morto per l'Italia. E come tale merita il giusto
omaggio del paese. Finalmente, non si sente più parlare di trame oscure e servizi deviati, ma si è visto tra
la gente solo la "normale" gratitudine e il "normale" riconoscimento per chi ha perso la vita svolgendo
un servizio rischioso per il proprio paese. Si diffonde una nuova cultura consapevole della sicurezza.
5
IL NASTRO AZZURRO
VOLTI NUOVI ALLA PRESIDENZA NAZIONALE
Il Gen. B. (r) Dott. Carlo Maria Magnani, già
Vice Presidente Nazionale, Vicario del
Presidente Nazionale e Presidente della
Federazione Provinciale di Brescia, è stato
eletto Presidente Nazionale
Il Gen. B. (r) Arnaldo Cassano, Commissario
Straordinario della Federazione Provinciale di
Milano, è stato riconfermato nell’incarico di
Vice Presidente Nazionale ed è divenuto anche
Vicario del Presidente Nazionale.
Il M.llo Aiut.
S.UPS CC.
Cav. Uff.
Angelo Di
Natale,
Commissario
Straordinario
per la costituzione delle
Federazioni
Provinciale di
Perugia e
Viterbo, è
stato eletto
Vice
Presidente
Nazionale
Il Cav. Stefano Mangiavacchi, già
Presidente della Federazione
Provinciale di Arezzo, è stato eletto
Vice Presidente Nazionale.
6
IL NASTRO AZZURRO
Il Rag. Cav. Giorgio Bulgarelli, già Presidente della
Federazione Provinciale di Bologna e ottimo organizzatore dell’ultimo Congresso Nazionale dell’Istituto
del Nastro Azzurro, è stato confermato Consigliere
Nazionale
L’Avv. Francecso Atanasio, già
Presidente della Federazione
Provinciale di Siracusa, è stato
confermato nell’incarico di
Consigliere Nazionale
Il Cav. Mauro
Betti, già
Consigliere della
Federazione di
Livorno e
Presidente della
Sezione di
Cecina, è stato
confermato
Consigliere
Nazionale
Il Comm. Biagio Rossi,
già Presidente della
Federazione
Provinciale di Chieti, è
stato confermato
Consigliere Nazionale
Il Dott. Giuseppe
Vuxani, già
Presidente della
Federazione di
Trieste, è stato
confermato
Consigliere Nazionale
7
IL NASTRO AZZURRO
Il C. Amm. (r.o.) Guido
Natale, già Presidente
della Federazione
Provinciale di Pescara, è
stato confermato
Consigliere Nazionale
Il Gen. B. (r) Dott.
Giuseppe Picca, già
Presidente della
Federazione Provinciale
di Bari, è stato confermato Consigliere
Nazionale
Il Dott. Aldo
Ferretti, già
Presidente
della
Federazione
Provinciale di
Pordenone, è
stato eletto
Consigliere
Nazionale
Il Sovrintendente Brig.
Ca. CC. Lorenzo
Brunetti, Socio della
Federazione di Foggia,
è stato eletto
Consigliere Nazionale
Il Cav. Alberto Vido, già
Presidente della
Fedrazione Provinciale di
Sondrio, è stato eletto
Consigliere Nazionale
Il Dott. Comm. Antonio
Valeri, già Presidente
della Federazione
Provinciale di Roma, è
stato eletto Consigliere
Nazionale
8
IL NASTRO AZZURRO
La Sig.ra Anna Trimarelli,
già Commissario straordinario della Federazione
Provinciale di Teramo, è
stata eletta Consigliere
Nazionale
Il Cav. Renzo Pedigi,
già Presidente della
Federazione Provinciale
di La Spezia, è stato
eletto Consigliere
Nazionale
Il S.T.V. (cn) co. Cav. Uff.
Francesco Mascellani, già
Consigliere della
Federazione di Ferrara, è
stato eletto Consigliere
Nazionale
L’Ing. Camillo Pariset,
già Presidente del
Collegio Centrale dei
Sindaci, è stato
confermato
nell’incarico
Il Dott. Federico Vido,
Commissario straordinario della Sezione
Monza-Brianza, è stato
eletto membro del
Collegio Centrale dei
Sindaci
Il Geom. Graziano
Maron, già Presidente
della Federazione
Provinciale di Rovigo, è
stato eletto membro del
Collegio Centrale dei
Sindaci
9
IL NASTRO AZZURRO
Il MUSEO STORICO DEL NASTRO AZZURRO
N
el 1943 un Decorato al Valor Militare di
Salò, il Grande Ufficiale Luigi Ebranati,
raccogliendo numerosi documenti e
cimeli esistenti nella città, fondò il Museo
Storico del Nastro Azzurro che ebbe la sua
sede per molti anni nel Palazzo del Municipio.
Quando nel 1980 si rese necessaria la
disponibilità di tutti i locali del pur grande edificio, l'Amministrazione Comunale, nella persona della Dott.ssa Annamaria Salvo de Paoli,
Vice Sindaco della città ed attuale Direttrice
del Museo, non volendo privare la cittadinanza di una realizzazione così importante che
negli anni si era ulteriormente arricchita, riuscì
a reperire una sede prestigiosa nel Palazzo
Fantoni, vera e propria Casa della Cultura cittadina, in quanto ospita anche l'Ateneo di
Salò, dotata di oltre 25 mila volumi con manoscritti duecenteschi, codici ed incunaboli, nonché la Biblioteca Civica e la Civica Raccolta del
Disegno.
Il Museo, di proprietà della Sezione del
Nastro Azzurro di Salò, fu da questa donato
alla Federazione Provinciale di Brescia dell'Istituto e, con
D.P.R. 511/81, è stato riconosciuto quale "Fondazione".
Nel 1983 il Museo è stato rinnovato ed ordinato con
nuovi criteri museali nel rigoroso rispetto della obiettività
storica, per offrire ai visitatori un valido contributo allo
studio della documentazione storica.
Unico del suo genere in Italia, raccoglie e documenta
200 anni di storia gloriosa del Soldato italiano, da quando cioè furono istituite da Vittorio Amedeo III di
Sardegna il "distintivo d'onore" per militari che avessero
compiuto "azioni di segnalato valore in guerra".
Mediante Bandiere, Labari, Uniformi, Decorazioni,
armi e documenti il Museo testimonia gli ideali, gli eroismi, i sacrifici e l'alto senso del dovere verso la Patria del
Combattente italiano. È articolato su quattro sale alle
quali si accede attraverso un corridoio dove, in quattro
grandi bacheche, sono custoditi i gonfaloni di Province e
Comuni Decorati al Valor Militare.
La prima sala abbraccia il periodo storico che inizia
con l'epopea napoleonica e termina alla vigilia del primo
conflitto mondiale. Tra i documenti più significativi vi è
un manoscritto di Emilio Dandolo ed un libretto-diario
del volontario garibaldino Giorgio Pirlo. Di particolare
valore due uniformi garibaldine complete ed una teca
contenente la prima Bandiera italiana innalzata ad Homs
nel 1912 dal salodiano Giulio Fantoni. Al centro della
sala, a ricordo delle prime guerre coloniali, sono esposte
antiche armi abissine ed una casacca da parata.
Nella seconda sala, dedicata alla Prima Guerra
Mondiale, le pareti sono ornate di numerose armi bianche e da fuoco italiane ed austriache, altre armi bianche
(baionette - pugnali - mazze ferrate) sono conservate
nelle bacheche. Manoscritti originali, stampe, decorazioni, copricapi, accessori di uniformi sono ampiamente presenti nelle numerose vetrine e ricordano sia gli eroi più
noti quali Cesare Battisti, Nazario Sauro, Enrico Toti,
Gabriele D'Annunzio, sia altri cari ai Bresciani: Giuditta
Franzoni, Enea Guarnieri, Silvio Scaroni. Un'intera vetrina
è dedicata al Generale Achille Papa, Medaglia d'Oro al
V.M. caduto sul campo nel 1917; la documentazione relativa è ricchissima e comprende
manoscritti, dattiloscritti, cartoline e non è
certamente inferiore ai suoi cimeli esposti:
berretti, spalline, cassetta per oggetti ed infine un busto in gesso e cera.
Una menzione particolare va riservata ad
alcuni braccialetti realizzati dai fanti italiani
nelle trincee del Carso utilizzando le corone
dei proiettili delle artiglierie austriache raccolte sul campo.
La terza sala comprende gli anni fra le due
guerre mondiali e quindi il Fascismo, la guerra d'Etiopia e quella civile spagnola. Oltre a
numerose fotografie autografate di esponenti della Casa Reale e del Regime, si possono
ammirare un antico corano in lingua tigrina
manoscritto su pergamena, della cartamoneta etiopica, una cintura di capo abissino in
metallo ageminato. L'attenzione dei visitatori e attirata dalle variopinte sciarpe dei diversi battaglioni coloniali, dai caschi coloniali e
10
IL NASTRO AZZURRO
dalle cartoline dei diversi reparti.
Di significativo interesse nel settore dedicato alla guerra civile spagnola sono due
drappelle in tessuto policromo che recano sul
recto la scritta "Agredir para vencer - Brigada
de Asalto Flechas Nigras" e sul verso un'aquila, un trofeo di frecce legate e la scritta "Una
grande libre" appartenute al Generale
Sandro Piazzoni, pluridecorato al V.M. nonché Presidente della Federazione Bresciana.
La sala dedicata alla Seconda Guerra
Mondiale ed alla Guerra di Liberazione è sicuramente la più ricca di documenti, uniformi e
cimeli. Dai rarissimi gradi di caporale d'onore,
un fregio di berretto ed una spallina dell'uniforme di Benito Mussolini, alle numerose
decorazioni ed onorificenze conferite al già
citato Generale Piazzoni.
In una grande vetrina sono esposte le
uniformi
del
Decorato
Gen.
Ugo
Montemurro, un suo ricordo, una forcella di
bicicletta da bersagliere con una piccola targa
"L'ottavo Bersaglieri al suo colonnello, 1974",
e due uniformi fasciste della M.O.V.M. Eugenio Bravi.
Seguono numerosi copricapi, un ricordo della carica del
Savoia Cavalleria a Jasbuscensky guidata dal Col.
Alessandro Bettoni, bresciano e M.A.V.M. Alle pareti
sono appese sciabole, armi da fuoco, manifesti della R.S.I.
, del "Comando Tedesco" e del "Fronte Clandestino di
Liberazione".
La bacheca riservata al periodo 1943-45 riporta senza
alcuna divisione copricapi, pubblicazioni, accessori di
uniforme delle due parti contrapposte.
Non è facile riassumere in poche righe tutto ciò che è
presente nel museo e soprattutto quello che vuole rappresentare. Credo che il significato morale sia ben sintetizzato nella scritta apposta in una targa di bronzo appesa all'ingresso (vds. Riquadro).
Ribadisco infine un appello già fatto in altre occasioni. Nelle case dei nostri Decorati o dei loro congiunti sono
certamente presenti
ricordi,
oggetti, docu- VISITA QUESTO MUSEO
menti.
Non
CON ANIMO SERENO
lasciate
che
ammuffiscano
ED
in un cassetto o
AMERAI LA PATRIA
in fondo ad un
baule o, peg----------------gio, che finiscano in un banMOLTI SONO I MORTI
chetto di un
SUL CAMPO DELLA
mercato di militaria o di antiGLORIA
quariato.
Lo
AL GRIDO
dobbiamo
a
coloro che si
DI VIVA L'ITALIA
sono sacrificati,
che
hanno
-----------------donato il loro
AI
VIVI
ED AI POSTERI
sangue, la loro
vita per Amor
QUESTI CIMELI SIANO
di Patria.
Il Museo del
MONITO DI PACE
Nastro Azzurro
SUPREMO DONO
è pronto a riceverli e ad attriDELLA VITA
buirgli il rispet-----------------to e l'onore che
meritano.
Carlo Maria
Magnani
(Presidente
Nazionale)
11
PATRIA, PATRIA,
PATRIA MIA
PER TE L'AMORE NON
HA CONFINI
IL NASTRO AZZURRO
CAMBI AL VERTICE DELLA DIFESA
I
l Generale di Corpo d'Armata Biagio Abrate è il nuovo Segretario Generale della
Difesa - Direttore Nazionale degli Armamenti. è subentrato al generale di Corpo
d’Armata Aldo Cinelli che ha lasciato il servizio per raggiunti limiti di età.
Nato a S. Albano Stura (in provincia di Cuneo) l'8 novembre 1949, Biagio Abrate
ha frequentato l'Accademia Militare di Modena dal 1969 al 1971 e, con il grado di
Sottotenente, la Scuola di Applicazione di Torino, nel triennio 1971 - 1974. Promosso
Tenente degli Alpini, ha ricoperto diversi incarichi presso reparti alpini tra i quali i più
prestigiosi sono:
– dal 1990 al 1992: Comandante del battaglione alpini "Bassano";
– vice Comandante della Brigata alpina "Taurinense" fino al 29 ottobre 1999 e poi,
nel grado di Generale di Brigata, dal 30 ottobre 1999 all'11 novembre 2000,
Comandante della Brigata. In tale periodo, e precisamente dal 3 luglio al 3 novembre 2000, è stato
Comandante della "Multinational Brigade West" a Pec in Kosovo;
– Il 1° gennaio 2003 è stato promosso Generale di Divisione e dall'8 febbraio 2006 ha ricoperto l'incarico di Capo di Gabinetto del Ministro della Difesa, incarico mantenuto anche nel grado di generale di
Corpo d'Armata (On. Avv. Ignazio La Russa), fino all'assunzione dell'attuale incarico di Segretario
Generale della Difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti.
Ha frequentato numerosi corsi formativi di sci e di alpinismo nonché di Stato Maggiore ed infine, nel
1995-1996, l'Istituto Alti Studi per la Difesa. Si è laureato ed ha altresì conseguito un Master di 2° livello
in "Scienze strategiche" presso l'Università di Torino. Si è inoltre laureato in "Scienze politiche" presso
l'Università di Trieste con Tesi in "Diritto internazionale".
Il Generale Abrate è insignito di numerose medaglie militari e onorificenze, tra cui la Croce di Cavaliere
dell'Ordine Militare d'Italia e la Croce di Bronzo al Merito dell'Esercito, per i meriti acquisiti nel corso della
missione in Kosovo nel 2000, quale Comandante della Multinational Brigade West.
“Il Nastro Azzurro” formula al generale Abrate i più fervidi auspici di ben operare e di cogliere ancora significativi successi nel nuovo prestigioso incarico, nel contempo esprime al generale Cinelli le congratulazioni per l’ottimo lavoro svolto quale Segretario Generale della Difesa e Direttore Nazionale degli
Armamenti in un periodo quanto mai critico soprattutto per la sempre più evidente carenza di risorse
finanziarie che lo stato italiano può dedicare al comparto della Difesa.
PRIMA RIUNIONE DELLA GIUNTA
ESECUTIVA CENTRALE NEL 2010
Lunedì 8 febbraio 2010, presso la sede della Presidenza Nazionale sita in
Roma, piazza Galeno n.° 1, ha avuto luogo la prima riunione dell’anno della
Giunta Esecutiva Centrale.
Molti gli argomenti all’ordine del giorno tra cui l’analisi ed il previsto parere sul progetto di bilancio 2010 che sarà portato all’approvazione del prossimo Consiglio Nazionale.
La riunione ha dato soprattutto modo ai nuovi membri ed a quelli già
esperti di approfondire la reciproca conoscenza e di vagliare insieme le procedure di gestione e controllo delle attività dell’Istituto.
12
IL NASTRO AZZURRO
L’
Ammiraglio di Squadra Bruno Branciforte è il
nuovo Capo di Stato Maggiore della Marina
Militare.
Subentra
nell’incarico
all’Ammiraglio Paolo La Rosa che ha lasciato il servizio attivo per raggiunti limiti di età.
L'Ammiraglio Bruno Branciforte è nato a Napoli
il 6 novembre 1947 e ha frequentato l'Accademia
Navale di Livorno dal 1965 al 1969. È laureato in
Scienze Marittime e Navali.
I suoi primi incarichi dal 1969 al 1976 a bordo
delle navi della Marina comprendono: Ufficiale di
Rotta e Ufficiale Addetto alle Operazioni e
Telecomunicazioni sulle corvette Grosso e Todaro,
sul caccia Impavido e sull'incrociatore Duilio e
Aiutante di Bandiera del Comandante della 2^
Divisione Navale. Nello stesso periodo ha conseguito
la
specializzazione
superiore
in
Telecomunicazioni e frequentato la Scuola di
Comando Navale.
Dal 1976 al 1978 ha comandato la corvetta
Aquila, dal 1977 al 1978 è stato Aiutante di
Bandiera del Comandante in Capo della Squadra
Navale e ha frequentato l'Istituto di Guerra
Marittima.
Nel 1979 è stato assegnato al 2° Reparto
Intelligence dello Stato Maggiore della Marina,
dove ha ricoperto fino al 1985, l'incarico di
Direttore del centro Operativo Intelligence e successivamente di Capo del Settore Ricerca.
Nel 1985, tornato a bordo con il grado di
Capitano di Fregata, è stato prima Comandante in
2^ dell'incrociatore Vittorio Veneto e successivamente Comandante della fregata Aliseo.
Nel 1987 è stato assegnato nuovamente allo
Stato Maggiore della Marina come Capo
dell'Ufficio Ricerca del 2° Reparto Intelligence, e nel
1989 è stato nominato Addetto Navale a
Washington, USA, dove è rimasto fino al 1992.
Tornato in Italia, dal settembre 1992 al settembre 1993 è stato Comandante della portaeromobili
Giuseppe Garibaldi. Dopo il periodo di comando ha
frequentato il Centro Alti Studi della Difesa ed è
stato nuovamente imbarcato come comandante
della portaeromobili Garibaldi per una dislocazione
dell'unità negli USA, durante la quale la nave ha
imbarcato i primi AV-8B PLUS dell'Aviazione
Navale.
Promosso Contrammiraglio nel 1995, egli ha
ricoperto presso lo Stato Maggiore della Marina gli
incarichi di Capo del 2° Reparto Intelligence dal
1995 al 1998 e contestualmente Capo del 3°
Reparto Piani ed Operazioni dal 1996 al 1998, Capo
del 3° Reparto Pianificazione Generale dal 1998 al
2000. Dall'ottobre 2000 al novembre 2001 è stato
Comandante delle Forze di Altura (COMFORAL).
Dal 15 dicembre 2001 al 12 febbraio 2002 è stato
il Senior National Representative a Tampa (USA),
presso USCENTCOM, durante l'Operazione
"Enduring Freedom".
Dal 2001 al 2004 ha ricoperto l'incarico di Capo
di Stato Maggiore del Comando in Capo della
Squadra Navale. Promosso Ammiraglio di Squadra
a febbraio 2004, ha ricoperto l'incarico di
"Comandante in Capo della Squadra Navale" dal 22
ottobre 2004 all’11 dicembre 2006.
Il 12 dicembre 2006 ha assunto l'incarico di
Direttore dell'AISE (Agenzia Informazioni e
Sicurezza Esterna) e dal 23 febbraio 2010 è Capo di
Stato Maggiore della Marina.
L'Ammiraglio Branciforte è insignito delle
seguenti onorificenze e decorazioni:
– Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al "Merito
della Repubblica Italiana";
– Medaglia Mauriziana al "Merito per dieci lustri
di carriera militare";
– Croce d'oro per "anzianità di servizio;
– Medaglia d'oro al "Merito di lungo Comando";
– Medaglia d'onore di lunga navigazione di 2°
grado (Argento);
– Croce commemorativa per l'Operazione
"Enduring Freedom";
– Legione al Merito rilasciata dal Presidente degli
Stati Uniti d'America;
– Medaglia al merito "Tamandarè" conferita dal
Presidente della Repubblica del Brasile.
Il Nastro Azzurro augura all’Ammiraglio
Branciforte di svolgere il suo nuovo prestigioso
incarico in modo proficuo e ricco di soddisfazione
personale, e rivolge all’Ammiraglio Paolo La Rosa
un grato pensiero per l’ottimo lavoro svolto al vertice della nostra Marina Militare.
13
IL NASTRO AZZURRO
MENTANA RICORDA I CADUTI
I
l 1 Novembre 2009 è stata una giornata
storica per Mentana. Cinque Regioni,
Emilia Romagna, Toscana, Abruzzo,
Sicilia e Umbria, le Province di Roma,
Viterbo, Frosinone e Rieti, i Comuni di
Livorno, Terni, Velletri, Fonte Nuova,
Monterotondo e Rieti erano a Mentana per
testimoniare con le Forze Armate, la
Guardia di Finanza, la Polizia di Stato e le
Associazioni Combattentistiche e d'Arma il
rispetto per la memoria dei Caduti presso
l’Ara-Ossario garibaldino, e i cippi eretti in
memoria dei Caduti di Nassiriya e della
MOVM Nicola Calipari. Per l’occasione sono
pervenuti
autorevoli
messaggi
dal
Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio
Berlusconi, dal Ministro della Difesa
Ignazio La Russa, da Presidenti di Regioni e
Presidenti nazionali di Associazioni
d’Arma.
Le autorità intervenute
CARTOLINA CELEBRATIVA IN MEMORIA DEL GENERALE
ANTONIO CANTORE
C
entocinquanta anni fa nasceva a Sampierdarena di Genova il Generale Antonio Cantore, morto in combattimento sulle Tofane il 20 luglio 1915. Fu il primo generale italiano che immolò la vita combattendo
ed il suo nome corre ancora oggi fra gli alpini come il simbolo di ogni virtù militare. In tale ottica, su iniziative della Federazione di Sondrio, l'Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare
ha deciso di dedicare la Giornata del Decorato 2010 alla figura di questo valoroso Ufficiale, con l'emissione di
una cartolina celebrativa che un artista ha realizzato interamente a mano appositamente per l'Istituto.
La cartolina sarà disponibile in tre versioni:
– senza annullo al prezzo di € 1,00 cad. (oltre spese di spedizione);
– con annullo filatelico dedicato alla Basilica della Madonna di Tirano (SO),
al prezzo di € 1,80 cad. (oltre spese di spedizione);
– con annullo "primo giorno" del 100° anniversario della Linea Ferroviaria
Tirano- St.Moritz (Trenino Rosso del Bernina patrimonio UNESCO) - con
annesso francobollo speciale al prezzo di € 2,00 cad. (oltre spese di spedizione).
Per le Associazioni d'Arma e per i Circoli Filatelici:
–
–
–
–
–
–
20 cartoline senza annullo € 18,00 (oltre spese di spedzione);
50 cartoline senza annullo € 45,00 (spedizione gratuita);
100 cartoline senza annullo € 90,00 (spedizione gratuita);
20 cartoline con annullo € 30,00 (oltre spese di spedizione);
50 cartoline con annullo € 65,00 (spedizione gratuita);
100 cartoline con annullo € 145,00 (spedizione gratuita).
Trattandosi di un’edizione limitata, è necessario prenotare la cartolina, possibilmente entro il giorno 15 aprile 2010. La consegna avrà luogo al più presto possibile, ma dopo il giorno
6 maggio per chi desidera l'annullo "primo giorno" che sarà disponibile solo in tale data contemporaneamente all'emissione del corrispondente francobollo.
La
prenotazione
delle
cartoline
potrà
essere
eseguita
via
e-mail
all'indirizzo
[email protected] ovvero via fax al n° 06.44266814 inviando il modulo di richiesta riprodotto
nella pagina accanto unitamente alla ricevuta dell'avvenuto bonifico sul conto corrente intestato a ISTITUTO
DEL NASTRO AZZURRO FRA COMBATTENTI DECORATI AL VALOR MILITARE presso CASSA DI RISPARMIO DI
FERRARA, SEDE DI ROMA - IBAN IT 69 A 06155 03200 000000002122.
14
IL NASTRO AZZURRO
ISTITUTO DEL NASTRO AZZURRO FRA COMBATTENTI DECORATI AL V.M.
PRESIDENZA NAZIONALE
Piazza Galeno, 1 - 00161 Roma
IL SOTTOSCRITTO:
NELLA SUA QUALITÀ DI:
DELL’ASSOCIAZIONE:
CON SEDE IN:
INDIRIZZO E-MAIL:
RECAPITO TEL.:
desidera ricevere n° __________ cartoline commemorative del 150° della nascita del Generale
Antonio Cantore di cui:
N° __________ senza annullo al prezzo di € 1,00 cadauna oltre spese di spedizione
(€ 0,60), per un totale di € _____________________
N° __________ con annullo filatelico dedicato alla Basilica della Madonna di Tirano al prezzo di € 1,80 cadauna oltre spese di spedizione (€ 0,60), per un totale di € _____________
N° __________ con annullo “primo giorno” dedicato al 100° anniversario del Trenino Rosso
del Bernina - patrimonio dell’UNESCO al prezzo di € 2,00 cadauna oltre spese di spedizione (€ 0,60), per un totale di € _______________
OVVERO
N° 20 cartoline senza annullo € 18,00 (oltre spese di spedizione)
N° 50 cartoline senza annullo € 45,00 (spedizione gratuita)
N° 100 cartoline senza annullo € 90,00 (spedizione gratuita)
*******
N° 20 cartoline con annullo € 30,00 (oltre spese di spedizione)
N° 50 cartoline con annullo € 65,00 (spedizione gratuita)
N° 100 cartoline con annullo € 145,00 (spedizione gratuita)
Dichiara di aver effettuato il bonifico di € ____________ in data ___________ come da copia
allegata
DATA
FIRMA
15
IL NASTRO AZZURRO
ENTI E CITTÀ DECORATE DI MEDAGLIA D’ORO
AL VALOR MILITARE: PROVINCIA DI AREZZO
Il Presidente della Repubblica Pertini consegna la
MOVM alla Provincia di Arezzo
L
a provincia di Arezzo fu particolarmente colpita
sotto l’occupazione nazista e dovette subire
l'impressionante cifra di 3110 caduti fra combattenti e popolazione civile.
Circa 3500 partigiani impegnarono, sottraendole
al fronte Alleato, ingenti forze nazifasciste ed inflissero pesanti perdite: i morti nazifascisti furono un
migliaio e altrettanti quelli fatti prigionieri. Le armi
individuali sottratte alle forze di occupazione furono oltre 5000. Il movimento partigiano aretino occupò e liberò la città di Arezzo
e tutti i più importanti centri della provincia,
prima dell'arrivo dell'esercito anglo-americano.
Il 16 settembre 1964 il Presidente della
Provincia di Arezzo Andrea Guffanti
(Decorato di CGVM e fino alla sua morte attivissimo responsabile della locale Federazione
Provinciale del Nastro Azzurro) richiedeva al
Ministro della Difesa di voler proporre al
Parlamento il conferimento di Decorazione
al Valor Militare alla Provincia di Arezzo.
Il 29 settembre 1984 con una solenne e
partecipata cerimonia, il Presidente della
Repubblica Sandro Pertini appuntò sul
Gonfalone della Provincia di Arezzo la
Medaglia d'Oro al Valor Militare, da lui stesso concessa con suo Decreto del 31 marzo 1984,
presenti il Vescovo Mons. Giovanni D'Ascenzi, il
Sindaco Aldo Ducci, il Presidente della Provincia
Franco Parigi, il Ministro della Difesa Giovanni
Spadolini. Nel pomeriggio per celebrare l'evento si
tenne un edizione speciale della Giostra del
Saracino, ed un concerto in Duomo del Maggio
Musicale Fiorentino.
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CON DECRETO 13 MARZO 1984 SU PROPOSTA DEL MINISTRO PER LA
DIFESA HA CONCESSO LA MEDAGLIA D'ORO AL VALOR MILITARE ALLA PROVINCIA DI AREZZO.
"Territorio ove intensa si svolse la Resistenza antinazifascista, la Provincia di Arezzo - nel corso
di 12 mesi - fu teatro di irriducibile opposizione al nemico occupante da parte di agguerrite formazioni armate e delle patriottiche popolazioni di città e campagne, sui monti e nelle valli.
Le operazioni di dura guerriglia partigiana, alimentate e sorrette da coraggiosa e spesso cruenta ostilità popolare, comportarono l'impegno di ingenti forze nemiche, a controllo di una vasta
zona delle retrovie e a protezione di importanti comunicazioni, sul tergo degli schieramenti germanici.
Le gravi perdite umane e di beni, inflitte e subite, testimoniano di sacrifici, distruzioni e sofferenze immani di combattenti e popolazioni, di generoso sangue versato nell'Aretino, con eminente valore, in un periodo tragico per le sorti della Patria".
Arezzo, 9 settembre 1943-3 ottobre 1944
COSÌ SI ESPRESSE IL PRESIDENTE DELLA FEDRAZIONE PROVINCIALE DEL NASTRO AZZURRO NEL 25°
ANNIVERSARIO DELLA CONCESSIONE DELLA MOVM ALLA PROVINCIA DI AREZZO
... L'Istituto del Nastro Azzurro fra Combattenti Decorati al Valor Militare, nel celebrare con solennità il 25°
Anniversario del conferimento della Medaglia d'Oro al Valor Militare alla Provincia di Arezzo e la sua iscrizione all'Istituto quale Socio d'Onore, rinnova l'impegno ad affermare ed esaltare, il Valore e le virtù militari italiane, tutelando il rispetto e l'amore per la Patria e diffondendo particolarmente nelle giovani generazioni, la
coscienza dei doveri verso questa.
Le decorazioni al Valor Militare sono concesse a coloro i quali, per compiere un atto di ardimento che avrebbe potuto omettersi senza mancare al dovere ed all'onore, abbiano affrontato scientemente, con insigne coraggio e con felice iniziativa, un grave e manifesto rischio personale in imprese belliche. La motivazione che accompagna l'alta onorificenza illustra, con la necessaria sintesi ma con l'estrema efficacia, il tributo di sofferenze e
di sangue, la testimonianza del Valore, offerto dai combattenti e dal popolo aretino nel periodo che va dal 9
settembre 1943 al 3 ottobre 1944...
Stefano Mangiavacchi
16
IL NASTRO AZZURRO
IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI AREZZO IN OCCASIONE
DEL 25° ANNIVERSARIO DELLA CONCESSIONE DELLA MOVM
Il
riconoscimento
alla
Provincia di Arezzo della
Medaglia d'oro al Valor
Militare, rappresenta il doveroso riconoscimento per una provincia che ha pagato un tributo
di sangue altissimo per stragi,
rappresaglie, impiccagioni e
fucilazioni. Dai dati che emergoRoberto Vasai
no da una ricerca che come
amministrazione
provinciale
abbiamo condotto, risultano oltre 1100 vittime, un
numero che rappresenta il 10% di tutti i caduti sul territorio nazionale per gli stessi motivi. Numeri che, mi
preme ricordare, come quelli che testimoniano il tributo dato dalla nostra stessa provincia alla Liberazione:
dieci Medaglie d'Oro, 28 d'Argento, 49 di Bronzo e 36
Croci di Guerra; Medaglia d'Oro per attività partigiana al gonfalone della Provincia di Arezzo, Medaglia
d'Oro al Valor Civile ai Comuni di Bucine e Civitella
della Chiana; Medaglia d'Argento al Valor Militare al
Comune di Sansepolcro; Medaglia di Bronzo al Valor
Militare al Comune di Cavriglia, Croce di Guerra al
Valor Militare al Comune di Pieve Santo Stefano.
Vorrei anche ricordare che nel territorio dalla provincia di Arezzo furono allestiti ben 4 campi di concentramento. Ferite che restano ancora oggi aperte e per le
quali la sete di giustizia è davvero grande. Una giustizia tanto necessaria, quanto risarcitoria. Oggi, è giusto
ricordare il 25° Anniversario della Concessione di quella Medaglia d'Oro, come tributo dovuto alla memoria
di tutte quelle vittime innocenti. La recente condanna
di uno dei boia tedeschi che hanno firmato le stragi
compiute dalle SS in terra di Arezzo non è solo un piccolo risarcimento in termini di giustizia alle famiglie
delle vittime di quei terribili giorni, ma soprattutto un
atto dovuto. Cosi come è dovere di tutte le istituzioni
continuare a lavorare per far si che la giustizia possa
fare, sia pure con grande ritardo, il proprio corso e
soprattutto per conservare e trasferire alle nuove
generazioni la memoria di quei fatti.
Oggi, a sessanta anni di distanza, ci interroghiamo
ancora su come porre fine alle guerre che ancora provocano morte e sofferenza. Ebbene esiste un'unica
strada da percorrere per uscire dal tunnel della violenza che genera violenza. Tenere salda la memoria di
quella immane tragedia che fu la seconda guerra
mondiale, di quei milioni di vittime innocenti della
barbarie nazi-fascista e rafforzare la nostra convinzione che non vi è sconfitta più grande per l'umanità che
dover prendere atto di come millenni di evoluzione
della società civile non siano riusciti a far prevalere il
principio espresso all'articolo 11 della nostra
Costituzione, nel quale si ripudia la guerra come strumento di soluzione delle controversie internazionali.
ROBERTO VASAI
(Presidente della provincia di Arezzo)
ALCUNE STRAGI AVVENUTE NELLA PROVINCIA
29 giugno 1944: San Pancrazio
Alle prime luci dell'alba truppe tedesche invadono S. Pancrazio e circondano la Fattoria Pierangeli. Tutta la popolazione viene concentrata nella piazza
del paese. Gli uomini, di ogni età, vengono rinchiusi nella Fattoria. Le case vengono date alle fiamme ed i tedeschi aprono il fuoco su quanti, nascosti nelle
soffitte o nelle cantine, per non morire bruciati, tentano di salvarsi con la fuga.
162 uomini, dopo la cattura, vengono assassinati con un colpo alla nuca. I corpi
vengono dati alle fiamme.
29 giugno 1944: Civitella in Val di Chiana
All’alba, militari tedeschi e, pare, anche italiani, circondano il paese. Tutti gli
uomini vengono strappati alle case e portati sulla piazza del paese, tra essi
anche don Lazzeri che offre la sua vita in cambio di quella dei civili. Non viene
ascoltato: sarà ucciso con un colpo alla nuca come tutti gli altri: 149 i morti. I
corpi vengono gettati nelle case a cui i tedeschi hanno dato fuoco.
Gonfalone della
Provincia di Arezzo
decorato di MOVM
16 luglio 1944: Arezzo San Polo
Nella villa Mancini, flagellati a più riprese. I loro lamenti si odono per tutta
la notte. Al mattino del 15 luglio un ufficiale del comando tedesco Villa Mancini, venne a comunicare
all'Arciprete di S. Polo che "quarantasette uomini erano stati fucilati “ perché erano tutti “banditi confessi.”
L'arciprete domandò le salme per poter dar loro sepoltura; gli fu risposto: "E' gente morta senza onore e
quindi arrivati gli inglesi li seppellirete se li troverete; per ora no."
13 aprile 1944: Casentino
All'alba reparti tedeschi e italiani investono la zona di Stia, Vallucciole, il Castagno (San Godenzo) e le
località circostanti. Si ignora il numero complessivo delle vittime. Alla fine Vallucciole non esiste più. Intere
famiglie
distrutte,della
le case
incendiate
e 108 cadaverialdiXXVII
donne, vecchi e bambini sono sparsi fra le macerie
Il Gonfalone
Provincia
di Massa-Carrara
fumanti.
Congresso Nazionale di Brescia
17
IL NASTRO AZZURRO
LA GIORNATA DELLA MEMORIA
Ovazione al termine dell’intervento di Wiesel
inedite, oggetti provenienti dai ghetti e dal campo di
Auschwitz-Birkenau, testimonianze e filmati, la mostra
ha offerto al pubblico la possibilità di conoscere quanto
vissuto da milioni di persone prima, durante e dopo il
loro internamento nel campo di sterminio.
Alle 12.15, dopo l'inaugurazione della mostra, la celebrazione della Giornata della Memoria si è spostata nell'aula di Montecitorio. L'intervento di apertura è stato pronunciato dal Presidente della Camera On. Gianfranco Fini,
gli ha fatto seguito quello di Elie Wiesel. La cerimonia è
stata trasmessa in diretta su numerosi canali televisivi.
"… C'è solo una parola che definisce la mia vita - ha
detto Elie Wiesel, sopravvissuto all'Olocausto, in un editoriale dedicato al Giorno della memoria trasmesso dal
Tg5 - che definisce ciò di cui la nostra generazione ha più
bisogno: è la memoria. Senza la memoria la speranza non
potrebbe esistere. Senza di essa l'umanità non sarebbe
quello che è. Senza il ricordo, ci sarebbe solo una storia di
assoluta disperazione … Sia per coloro che ci parlano
ancora, sia per quelli che sono morti, c'è solo una parola
che li accomuna ed è: ricordare. L'appello alle generazioni che verranno è: ricordare, ricordateci …".
Il 2010 celebra il decimo anniversario dall'entrata in
vigore della legge che ha istituito il Giorno della Memoria
per ricordare la Shoah. Dopo il leader dell'Olp Yasser
Arafat il 15 settembre 1982 in occasione della Conferenza
Interparlamentare Mondiale, Re Juan Carlos di Spagna il
29 settembre 1998 davanti ai deputati e Giovanni Paolo II
il 14 novembre 2002 di fronte al Parlamento riunito,
Wiesel è la quarta autorevole personalità a prendere la
parola nell'aula di Montecitorio.
L
a Shoah è "… una tragica esperienza, ancora carica
di insegnamenti e di valori per le nuove generazioni
…". Così il presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano durante la celebrazione, nel Salone dei
Corazzieri al Quirinale, del 'Giorno della Memoria', alla
presenza tra gli altri del presidente della Camera On.
Gianfranco Fini, del sottosegretario alla presidenza del
Consiglio Gianni Letta, del sottosegretario al ministero
dell'Istruzione Giuseppe Pizza, del presidente dell'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e di
Elie Wiesel, Premio Nobel per la pace.
Per il capo dello Stato - che prima dell'intervento ha
premiato le scuole vincitrici del concorso 'I giovani incontrano la Shoah' - "… sentire le parole dei ragazzi che studiano le persecuzioni naziste, le sofferenze e la resistenza degli ebrei deportati nei campi di concentramento e
l'epilogo tragico dello sterminio, è motivo di conforto per
tutti noi. Non chiediamo di meglio che trasmettere loro il
testimone, a nome dello Stato …". Rivolgendosi direttamente a Wiesel, Napolitano lo ha salutato come "… la
voce più alta che potessimo aspirare di avere con noi in
questa 'giornata' …" e ha ricordato al Premio Nobel per
la pace quanto egli sia "… profondamente rispettato e
apprezzato in Italia: ammiriamo il suo impegno incessante a trasmettere la memoria, a testimoniarla, a lottare per
la causa della libertà, dei diritti umani, della mutua comprensione e della pacifica convivenza fra i popoli …".
Al termine, Wiesel, insieme al Presidente Napolitano
e all'Onorevole Fini, hanno inaugurato, nella Sala dei
Busti della Camera, la mostra 'Auschwitz-Birkenau, 65°
Anniversario della Liberazione, 27 gennaio 1945 - 27 gennaio 2010'. Attraverso documenti, fotografie e lettere
(Liberamente tratto dal web)
18
IL NASTRO AZZURRO
IL GIORNO DEL RICORDO
za, talvolta terroristica. Inoltre, dopo il 1924, il fascismo dette una
i Foibe in Italia s'è sempre parlato poco; per tanti motivi, ricongrande accelerata ad un processo di italianizzazione forzata della
ducibili spesso alle vicende politiche degli ultimi decenni. Solo
parte slava di quelle popolazioni. Erano gli stessi anni in cui in altre
da qualche anno, con la carneficina degli anni '90 dopo il crolzone d'Italia si limitava l'uso dei dialetti.
lo della Jugoslavia, se ne riprese a parlare finchè si decise di istituire
Nell'aprile 1941 arrivò la guerra anche in quelle zone, con l'atuna giornata dedicata alla memoria delle vittime della pulizia etnica
tacco alla Jugoslavia. Dopo che la Germania, con l'Italia che si accodò,
ed all'esodo delle popolazioni italiane dalla Venezia Giulia e dalla
dichiarò guerra alla Russia, i comunisti jugoslavi insorsero contro le
Dalmazia. Queste due regioni, che hanno vissuto vicende un po'
autorità locali. Ovviamente la forza pubblica reagì. I valori di allora
diverse da quelle delle altre regioni italiane, sono state luogo di rifuerano diversi da quelli di adesso e il governo, soprattutto in tempo
gio delle popolazioni dell'interno dei Balcani sottoposte al duro
di guerra, riteneva di dover difendere l'ordine e l'autorità in tutti i
giogo della dominazione turca ottomana. Solo le città della costa
modi, anche con la violenza estrema. Inoltre, come in tutte le guersotto il dominio veneto, in posizioni arroccate, si salvarono. Un po'
re, qualcuno scatenò una violenza eccessiva ed incontrollata. Ma si
alla volta Venezia cominciò a riprender possesso di territori che trotrattava pur sempre di una guervava quasi disabitati per cui
ra che vedeva contrapposto il
favoriva l'arrivo di contadini criRegio Esercito a dei ribelli che
stiani in fuga dall'interno dei
allora nessuno chiamava ancora
Balcani. Con le epidemie, di
partigiani e per i quali non valecolera in particolare, anche la
vano le Convenzioni di Ginevra
popolazione delle città veniva
firmate solo nel 1948.
falcidiata e Venezia faceva arriSfaldatesi le nostre FFAA
vare famiglie della Lombardia
dopo l’8 settembre 1943, le
veneta (il bergamasco in particoforze partigiane titine presero il
lare), dal Veneto e gente dall'indominio in tutta la Dalmazia e la
terno.
Venezia Giulia, scatenandosi
L'Impero d'Austria, quando
contro gli italiani, in particolare
si affacciò sul mare conquistancontro coloro che rappresentado Trieste e Fiume, ebbe la
vano lo Stato: maestri, Regi
necessità di far crescere queste
Carabinieri, poliziotti, sindaci
due città che erano i porti con
(podestà), imprenditori e procui si assicurava un commercio
prietari
terrieri,
sacerdoti.
libero dal predominio di
Qualcuno sostiene che si trattasVenezia.
se di vendette per i torti subiti,
Quindi, pur trattandosi di
in realtà sembrò più un disegno
fenomeni lunghi e complessi, si
teso a eliminare i gruppi dirigenpossono sintetizzare affermanti italiani locali in modo che la
do che la maggior parte delle
popolazione, privata di una
campagne si riempirono di
guida e impaurita, scappasse,
popolazioni slave (più in
ripulendo così etnicamente l’aDalmazia, che in Istria), mentre
rea dagli italiani. Questo nei
le città rimanevano abitate da
mesi di settembre-ottobre finpopolazioni di lingua e cultura
chè i tedeschi, insieme ad una
''italiana'' (l'Italia era ancora da
parte degli Italiani che aveva
unificare). Anzi qualche studioso
aderito alla RSI, occuparono di
parla di una koiné (cultura)
nuove le regioni. Le violenze
adriatica comune sulle due
continuavano tuttasponde.
Istria prima della 2^ guerra monbdiale: in aran- antitaliane
via tramite gli attentati dei parDopo
il
1815,
tutto
cione aree popolate da etnia di lingua italiana tigiani, particolarmente numel'Adriatico orientale divenne
rosi.
dominio austriaco, insieme al
Fra il 1944 ed il 1945 i tedeLombardo-Veneto. Col Risorschi un po' alla volta abbandonarono le regioni che furono conquigimento italiano una parte della popolazione locale mostrò simpatie
state dai Titini. Contrariamente agli episodi dell'autunno 1943 nel
per il movimento nazionale italiano.
quale operarono bande che sembravano slegate, ora l'organizzazioNegli stessi anni i popoli slavi iniziarono anche essi un rinascine della violenza antitaliana fu organizzata e metodica, con migliaia
mento culturale, con una presa di coscienza della propria identità. Il
di arresti, per la maggior parte notturni. Molti, fra cui donne e giomovimento sognava la costituzione di una unica nazione di Slavi del
vani, tornavano dopo qualche giorno o settimana di carcere durissisud dalla Serbia alla Slovenia (comprendendoci anche Dalmazia e
mo. Tanti non tornarono: spesso si sentivano scariche di fucile 10-15
Venezia Giulia). Chi in queste regioni si proclamava 'italiano' era
minuti dopo che la persona era stata arrestata. Più spesso venivano
denominato traditore della patria, al massimo un illuso. Iniziò quinportate ai bordi delle foibe, profonde cavità carsiche, e buttati giù.
di una feroce lotta alla presenza della cultura e lingua italiana. Gli
Posti sull'orlo della foiba, legati a gruppi con fil di ferro, i partigiani
Italiani della Venezia Giulia e Dalmazia all'epoca ritenevano che le
sparavano ad uno che cadendo si trascinava vivi gli altri. Abitanti dei
due regioni dovessero essere autonome all'interno dell'Impero
dintorni hanno sentito grida e lamenti per giorni, ma la paura era
d'Austria, con il rispetto per ogni nazionalità. Questo rispetto però
troppa per andare a vedere cosa fosse successo e dare una mano.
mancò completamente nei confronti dei Dalmati e Giuliani di cultuPare che solo cinque persone siano riuscite a venire fuori vive dalle
ra italiana. Dopo il 1866, con la perdita del Veneto, l'Austria iniziò a
foibe. In Dalmazia, dove ci son poche foibe, venivano anche gettati
ritenere non più affidabili i sudditi di lingua italiana (anche in
a mare con una pietra al collo. Seduti sul bordo d'una barca, riceveTrentino) e prese ad appoggiare pesantemente i nazionalisti slavi
vano il colpo che li mandava giù, trascinandosi un altro poveraccio al
(con brogli e violenze o piazzando la flotta nel porto di Spalato il
quale erano legati. Alcuni, accusati di vari crimini, processati in tribugiorno prima delle elezioni coi cannoni rivolti sulla città). Gli Italiani
nali improvvisati dove non v'era garanzia alcuna, altri senza accusa.
un po' alla volta iniziarono a perdere le amministrazioni comunali.
Il tutto per instillare paura nella gente in modo che aderisse al moviUna delle conseguenze del passaggio dei comuni in mano agli Slavi
mento partigiano, divenendo anch'essi aguzzini, o andasse via libeera che l'Italiano cessava di essere la lingua ufficiale del comune e le
rando quelle terre dalla presenza italiana.
scuole, comunali, passavano dall'insegnamento parte in croato,
Si dice che le vittime delle foibe furono ventimila, forse qualche
parte in italiano al solo in croato. Spesso italiani di quelle zone venimigliaio
in meno, ma in circa 350.000 italiani scapparono, spesso col
vano assaltati e percossi, in modo da convincerli a non dichiarasi più
solo
vestito che avevano indosso, andando incontro ad una sorte
italiani o emigrare. Un po' alla volta gli Italiani da autonomisti divenincerta. E le fughe continuarono per decenni, anche in barca a remi
nero irredentisti, avendo capito che l'unica possibilità di salvarsi
attraverso l'Adriatico, con la prospettiva di morire in mare senza che
come comunità etnico-nazionale era l'annessione al Regno d'Italia.
nessuno li trovasse mai più. Profughi che arrivati in Italia trovavano
Terminata la prima guerra mondiale l'Italia annettè la Venezia
una nazione semidistrutta, che non aveva pane, casa, lavoro per
Giulia e Zara. Dalla Dalmazia, passata alla Jugoslavia, andarono via
molti. Eppure le violenze viste e subite erano tali che l'Italia distrutalmeno 20.000 esuli dei quali nessuno ha raccontato le vicende. Nel
ta sembrava infinitamente più accogliente della Dalmazia e della
1924 fu annessa anche Fiume.
Venezia Giulia sotto il tallone slavo-comunista di Tito e dei suoi accoNel primo dopoguerra la situazione, seppur contrastata, era
liti nazionalisti.
calma. Con l'avvento del Fascismo qualcosa cambiò. I fascisti della
Una popolazione vittima di violenze inaudite perchè qualcuno
Venezia Giulia erano particolarmente sensibili alla questione nazioaveva deciso che quei territori gli appartenevano e chi non la pensanale per cui, se nel resto d'Italia davano la caccia a comunisti e sociava come lui, anche fosse d'una famiglia che stava lì da secoli, non
listi, in queste zone davano la caccia agli slavi, con purghe e bastonaaveva diritti.
ture; alcuni gruppetti di slavi reagirono alla violenza con altra violenCarlo Cetteo Cipriani
D
19
IL NASTRO AZZURRO
IL CAPITANO ORESTE SALOMONE: PRIMO PILOTA
DECORATO DI MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE
O
reste Salomone nasce a Capua il
20 settembre 1879, quarto di sei
fratelli, quattro maschi e due femmine, da Michele Salomone (1830-1892)
e Maria Giuseppa Valletta (1845-1916).
A diciotto anni, il 2 dicembre 1897,
arruolato volontario in Fanteria, è assegnato al 76° Reggimento. Allo scadere
della prima ferma la rinnova e il 31 ottobre 1902, grazie alle spiccate qualità di
intelligenza, di studio e militari, è
ammesso a frequentare la Scuola
Militare di Modena.
Nominato Sottotenente Contabile il 3
settembre 1904, è assegnato al 7°
Reggimento Fanteria. Trasferito al
Magazzino Casermaggio di Gaeta il 24
gennaio 1907, il 19 settembre dello stesso anno è promosso Tenente; allo scoppio della Guerra di Libia è inviato a
Tripoli, ove ha modo di osservare i voli di quegli
audaci che osano sfidare il nemico sui fragili aeroplani del tempo, che prima di allora erano stati
impiegati solo in esibizioni sportive. Sempre più
ammirato dalle gesta di quei temerari, chiede di
essere aggregato quale "Osservatore" al piccolo
Nucleo Aeronautico di Tripoli.
Nell'agosto 1912 è inviato a frequentare il corso
di pilotaggio in Italia e già nel settembre dello stesso anno ottiene il "Brevetto di Pilota" sui piccoli
monoplani Bleriot.
Nel marzo 1913 è destinato al Corpo
Aeronautico di Tobruk: temerarie ed eroiche sono
le azioni aviatorie del neo pilota, voli isolati su fragili ali di piccoli velivoli. Far da pilota, osservatore e
bombardiere sono i compiti che gli sono affidati fra
le insidie nemiche, con un carico di bombe da lanciarsi a mano, strappando con i denti la sicura, mentre l'altra mano deve tenere ben saldi i comandi.
Ed Oreste Salomone assolve con fede, passione
ed eroismo il suo compito, né lo scuotono i colpi di
"Mauser" degli Arabi, che non poche volte hanno
Il cap. Salomone col suo Bleriot
provato a colpire
il suo aeroplano.
La potenza
dell’splosione
Il suo coraggio trova alla fine il giusto riconoscimento nella Medaglia d'Argento al Valor Militare,
fra le prime concesse ad un Aviatore.
Terminata la guerra di Libia, Oreste Salomone è
inviato in Francia per prendere conoscenza di nuovi
aeroplani, rientrato in Italia, sul suo "Stato di
Servizio" è registrato un encomio per “l'opera lodevole prestata in occasione di una rissa” a Roma e,
con Decreto Luogotenenziale del 31 dicembre 1915
è nominato"Cavaliere dell'Ordine della Corona
d'Italia, in considerazione di speciali benemerenze".
Promosso Capitano con anzianità 31 marzo
1915, è assegnato al Battaglione Squadriglie
Aviatori e successivamente trasferito nel Corpo
Aeronautico Militare.
Durante il Primo Conflitto Mondiale, il 18 febbraio 1916, "motu proprio del Re", gli viene conferita una seconda decorazione, la Medaglia d'Oro al
Valor Militare, la prima in assoluto concessa ad un
Aviatore.
MOTIVAZIONE DELLA MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR MILITARE
"Con intelligente e ponderata audacia, nelle più svariate e sfavorevoli condizioni di navigazione aerea, pilotò per ben 25 volte il proprio aeroplano sul campo di Madmar. Durante
i voli fu fatto, quasi sempre, segno a vivissime scariche di fucileria nemica, dalle quali l'apparecchio fu una volta colpito.
Tobruk, marzo - agosto 1913".
20
IL NASTRO AZZURRO
Promosso Maggiore "per merito eccezionale"
con decorrenza 17 gennaio 1918, la notte tra il 2 e
il 3 febbraio successivo, di ritorno da un'azione di
guerra su Levico e Caldonazzo, mentre si apprestava ad atterrare sull'aeroporto di Padova avvolto
dalla nebbia, si schiantava con il suo aeroplano nei
pressi di Brusegana, decedendo nel corso della
notte a seguito delle gravi ferite riportate.
Gabriele D'Annunzio, suo compagno d'armi,
nell'elogio funebre, declamava "con la sua vita
restò mozza la cima di un bell'albero, accendetegli
ogni anno un fuoco sul Vulture".
I suoi resti mortali, inizialmente sepolti nel
Cimitero di Padova, dopo la fine della Grande
Guerra, sono trasferiti nella sua Città natale, che gli
tributò, nella circostanza, onoranze funebri solenni.
Questa l'epigrafe marmorea che ricorda, nel
Cappellone del Cimitero di Capua, la sua vicenda
terrena:
di Lubjana è sepolto,
accanto a tutte le
Medaglie d'Oro al
Valor Militare, native
della Città.
L'Aeronautica
Militare, costituita
come Forza Armata
autonoma solo nel
1923, gli ha intitolato l'aeroporto di
Capua ed ha voluto
ricordarlo nel suo
stemma araldico, con
il
"quadrifoglio"
della X Squadriglia
da Bombardamento Il cap. Oreste Salomone
"Caproni", nelle cui
file l'eroico Maggiore Oreste Salomone era stato
protagonista di tante azioni di "bombardamento
"MAGGIORE DI AMMINISTRAZIONE ORESTE
diurno e notturno".
SALOMONE
Il 3 luglio 1986, a Vigna di Valle, sulle rive del
ANIMA D'EROE
lago di Bracciano, sede del Museo Storico dell'AeroLA MILIZIA DELL'ARIA SPOSO' CON INCONnautica, con una solenne cerimonia militare, orgaTENIBILE ENTUSIASMO,
nizzata dal Corpo di Amministrazione del-l'Esercito
CONSACRANDO ALLA PATRIA
e dall'Aeronautica Militare, è stata scoperta una
Ricevitore
automobilistico
IL SUO ARDIMENTO NELLA GUERRA LIBICA
"stele GPS
marmorea"
in memoria del Maggiore Oreste
E NEL CONFLITTO MONDIALE,
Salomone, Prima Medaglia d'Oro al Valor Militare
A TOBRUK LA MEDAGLIA D'ARGENTO NE
concessa ad un Pilota Militare.
CORONO' IL VALORE,
Tutti i cimeli dell'eroico Maggiore M.O.V.M.
AD AJDUSSINA, NEL RITORNO DA EPICA
Oreste Salomone erano gelosamente custoditi a
INCURSIONE,
Capua dal fratello Arturo (1876-1953) e dalla sorelL'ITALIA EBBE IN LUI LA PRIMA MEDAGLIA
la Mariangela (1874-1943). Tali cimeli vennero
D'ORO AL V.M.
sepolti dalle macerie della loro casa, colpita in
PER ATTIVITA' AVIATORIA
pieno da una bomba, durante il feroce bombardaE LA STORIA "L'EROE DI LUBJANA".
mento anglo-americano del 9 settembre 1943, nel
NACQUE A CAPUA IL 20 SETTEMBRE 1879,
quale la sorella Mariangela era deceduta. Le decoMORI' PER INCIDENTE AEREO IN
razioni di valore venivano trafugate, mentre il carPADOVA IL 3 FEBBRAIO 1918".
teggio, considerato di minor valore, era restituito ai
familiari superstiti, che successivamente hanno
Capua gli ha intitolato una delle sue vie princivoluto fossero custoditi presso il Museo Storico
Satellite
della
GPS
pali
e ogni anno,
nellacostellazione
ricorrenza della scomparsa,
dell'Accademia Militare di Modena.
ne ricorda le gesta con una sobria cerimonia religioColonnello A.A. Giovanni Battista Cersòsimo
sa nel Cappellone del Cimitero cittadino, ove l'eroe
(nipote del Magg.M.O.V.M. Oreste Salomone)
MOTIVAZIONE DELLA MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE
"Ferito al capo in una lotta aerea, benché il sangue gli offuscasse la vista ed il corpo inerte di uno
dei suoi compagni gli rendesse difficile il governo del velivolo, rifiutava di arrendersi alle intimidazioni degli aviatori nemici e proseguiva la rotta, mentre le pallottole di mitragliatrice dell'aeroplano
avversario gli grandinavano intorno. Col motore funzionante irregolarmente, manovrando a bassa
quota in mezzo alle raffiche di artiglierie antiaeree nemiche, riusciva a discendere in uno dei nostri
campi ove, con sentimento elevatissimo di cameratismo e con profonda coscienza del dovere, si occupava dei compagni e delle bombe ancora inesplose sotto l'apparecchio.
Ajdussina, 18 febbraio 1916"
21
IL NASTRO AZZURRO
D
E
T
T
O
F
R
A
N
O
I
IL CONGRESSO DELLA SVOLTA
Il XXVIII Congresso Nazionale di Bologna è stato bellissimo sia nella realizzazione che nei
contenuti. Un Congresso decisamente innovativo che ha abbandonato vecchi principi normativi per aprire e sostenere una nuova cultura sociale di apartenenza, per porre in atto nuovi rapporti tra le generazioni, con una strategia di collaborazione univoca coinvolgente gli Organi
Centrali e Periferici. Un Congresso che ha guardato in avanti, senza timori generazionali, nel
rispetto assoluto tuttavia dei Soci Decorati al Valor Militare, ma aperto a tutte le categorie di
cittadini che condividono i principi e le idealità del Nastro Azzurro, ne sostengano gli scopi e le
attività.
Ne è conseguito un rinnovo profondo degli Organi Centrali ai quali sono stati chiamati, con
fiducia, le "giovani generazioni" affidando loro alte responsabilità direttive e organizzative e
assicurando, nel contempo, la più aperta e forte collaborazione degli "anziani Decorati al Valor
Militare" che così brillantemente ed efficacemente hanno tenuto, da soli, il campo per ben 86
(ottantasei) anni, dal 23 Marzo 1923.
Luigi Turchi
(Presidente della Federazione Provinciale di Alessandria)
CONSIDERAZIONI
Vorrei esprimere le mie "considerazioni" su questo esercito di elemosinanti, accattoni, venditori abusivi, clandestini, extracomunitari, e tutte quelle persone che chiedono elemosine, contributi, versamenti, e beneficenza. Volete una risposta sincera? Priva di qualsiasi remora? Non
se ne può più! Sta diventando una situazione assillante! E le autorità di questo grande problema che assilla tutta la popolazione italiana non se ne interessano minimamente.
La situazione è paradossale: se non ascolti tutte queste implorazioni di aiuto, ti viene il
sospetto che hai il pelo sul cuore, devi ormai resistere a quest'ondata di assillanti richieste se
non vuoi finire tu stesso a chiedere l'elemosina. Molti cittadini italiani viveno quasi di stenti, è
sempre più difficile per essi conciliare nella stessa giornata il pranzo con la cena, si vive la sindrome della quarta settimana, cioè di come arrivare alla fine del mese e non serve una laurea
in economia per intuire che senza una rapida riduzione dei prezzi stiamo scivolando verso l'indigenza.
Intanto intorno a noi ci sono sempre i vecchi poveri, i mendicanti, le vittime delle zone colpite daIlo Tsunami, gli stranieri che premono in masse sempre più folte alle nostre frontiere:
sono stranieri che una volta entrati in Italia devono impegnarsi per mangiare, trovare un posto
dove dormire, garantirsi le cure se sono ammalati, inoltre esistono miriadi di associazioni di
ricerca da finanziare, bambini da adottare, sia pure a distanza, le varie leghe per gli handicappati, i ciechi, i sordi, i casi pietosi da finanziare, e chi più ne ha più ne metta.
Ormai gli italiani vivono un costante senso di colpa per tutti i soldi che non hanno e che
dovrebbero destinare a chi avrebbe bisogno. Una volta a queste incombenze ci pensava la vecchia "Assistenza Sociale", oggi chiamata ampollosamente "Welfare". Oggi appena accendi il
televisore c'è sempre un conduttore o una conduttrice che ti invita a mettere mano al portafoglio per un caso pietoso, e ti invita a digitare il tuo telefonino per destinare uno o due euro per
i bisognosi di turno. Talvolta mi sorge un dubbio che ci sia un business della carità; un indotto
molto remunerativo per lucrare sui poveracci.
Andare in giro per la città a piedi o fermarsi ai semafori in automobile, significa condannarsi all'aggressione continua dei disperati, magari accompagnati da un bambino in fasce e da figli
piccoli allo scopo di meglio impietosire, sui tram e sul metrò suonatori di fisarmonica ci rompono i timpani, per non dire qualcos'altro, sulle strade venditori di tutto senza alcuna licenza: pulitori di vetri, ed un esercito di storpi finti che implorano la carità.
E voi direte: la Polizia? I Vigili Urbani? I Finanzieri? E tutti gli altri corpi da noi pagati per far
rispettare la legge dove sono? E i Magistrati? Anche loro dove sono finiti? Mistero!
Da ricordare che un clandestino alloggiato a nostre spese in un campo di accoglienza (non
desiderata) costa al contribuente italiano circa 60.000 mila vecchie lirette al giorno, i carcerati
invece costano quasi 800.000 lire al giorno, se va in ospedale sfiora quasi il milione.
Chi Paga? Pantalone! A tutte queste persone incaricate di tutelare la nostra incolumità e
pace io consiglio di leggere un bel libretto di Gaetano Tanzi intitolato: "Non rompete i coglioni al colonnello". Non è un testo politico, è semplicemente un problema di Polizia Giudiziaria.
È la formula che potrebbe salvare l'Italia.
P.S. Il colonnello in questione è il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri che, di
fronte aI caos di chi più infrange le leggi, assume il comando e a tutte le autorità, grandi o piccole che siano, che non fanno rispettare le leggi, codice penale e civile alla mano, minaccia di
arresto chiunque non fa il suo dovere. E se qualcuno cerca di intralciare il suo agire la risposta
è: "Non rompete i coglioni al colonnello"
Roberto Stocchi
22
IL NASTRO AZZURRO
ELENCO DELLE FEDERAZIONI PROVINCIALI
FEDERAZIONE
ALESSANDRIA
ANCONA
RECAPITI
PRESIDENTE O
COMMISSARIO (*)
Via Fiume 23 – 15100 Alessandria Tel.0131.231172
Gen. Luigi TURCHI
APERTURA
Mer/Sab
h.10-12
Via XXIX Settembre 2/E – 60122 Ancona Magg. Maurizio MONDAINI
– Tel. 071.2803132
Mar/Ven
h.16-17.30
Via C. Chamonin 60 – 11100 Aosta Tel.0165.42124
[email protected]
Via Ricasoli 21 – 52025 Montevarchi (AR)
– Cell. 3395792396 –
[email protected]
Corso Vittorio Emanuele 58 – 63100
Ascoli Piceno – Cell.3471157983
Su appuntamento
Cav. Stefano MANGIAVACCHI Lun/Ven.
h.9-12
Cav. Franco Bruno CRUCIOLI
Mar/Gio – h. 10-12
Su appuntamento
Corso Einaudi 44 – 14100 Asti – Tel/Fax
0141.530408
Col.Comm. Filippo SCIRE’
RISICHELLA
Su appuntamento
AVELLINO
Via S. Pietro 1 – 83012 Cervinara (AV)
Tel. 0824836098
Augusto GENOVESE (*)
Su appuntamento
BARI
Via Cardassi 50 – 70122 Bari – Tel.
080.5541443 – Cell.3401535050 [email protected]
Via Mezzaterra 73 – 2° piano – 32100
Belluno – Tel.0437.30651
Gen. Giuseppe PICCA
Mar/Gio/Sab
h.10-12
Geom. Italo SAVASTA (*)
Su appuntamento
Via I.Polcari 7 – 82100 Benevento
Cell.347 8334846
Bers.Cap. Gaetano TROTTA
Su appuntamento
Via Angelo Maj 28 – 24121 Bergamo –
Tel.035.238745
[email protected]
Via Roma 34 – 13876 Sandigliano (BI) Cell.3351475752
[email protected] http://vialardi.org/nastrazzuro/
Via Marsala 10 – 40126 Bologna –
Tel./Fax 051.230670
Dott.Vito MIRABELLA
Su appuntamento
Conte Tomaso VIALARDI di
SANDIGLIANO
da Lun. a Ven.
h.15-16
Cav. Giorgio BULGARELLI
Mer/Gio
h.9-11
Via Adamello 38 – 38100 Trento –
Tel./Fax 0461.932174 – Cell.335.7042529
T.Col.pil.Dott. Francesco
VOLPI
Su appuntamento
Via Moretto 79/A – 25125 Brescia –
Tel.030.3751225 –
[email protected]
Via Spalato Box n.1 – 72100 Brindisi Tel.0831.590198
Dott.Raffaele RIVOLTA
Martedi h.9-12
Giovedi h.15-18
C.te Comm. Vincenzo
CAFARO
Su appuntamento
Via dei Giudicati 17 – 09131 Cagliari –
Tel.070.402644
[email protected]
Via Roma 68 – 86100 Campobasso –
Tel.0874.413794
Cav.Uff. Antonio DI
GIROLAMO
Su appuntamento
Comm. Pasquale
MASTRANTUONI
da Lun. a Ven.
h.9-12
AOSTA
AREZZO
ASCOLI PICENO
ASTI
BELLUNO
BENEVENTO
BERGAMO
BIELLA
BOLOGNA
BOLZANO
BRESCIA
BRINDISI
CAGLIARI
CAMPOBASSO
Gen. Attilio POLITANO
CASERTA
Via Luigi Settembrini 14 – 81100 Caserta –
Tel.0823.324695 – Cell.3385779632
Cav. Mario SCHERILLO(*)
Su appuntamento
CATANIA
Via G. Oberdan 31/C – 95100
Catania - tel.095.932283
Dott. Raffaele MESSINA
Lun/Gio
h.16.30-19
Corso Mazzini 251 – 88100 Catanzaro
Tel.0961.721022 [email protected]
Avv. Giuseppe PALAJA
Lun/Mer/Ven
h.9.30-11.30
CATANZARO
23
IL NASTRO AZZURRO
CHIETI
Via Arniense 208 – 66100 Chieti –
Tel.0871.348603
Comm. Biagio ROSSI
Mar/Mer/Ven
h.8.30-14
COMO
Salita dei Cappuccini 18 – 22100 Como –
Tel.031.308108
[email protected]
www.istitutonastroazzurro.como.it
Via Savinio 6 – 87036 Rende (CS) –
Cell.3313551579 – 3289114679
[email protected]
Via Chiese 17 – 26100 Cremona –
Tel.0372.200372 - Cell.3356437616
Comm. Giuseppe REINA (*)
Su appuntamento
Rag. Alberino MAZZUCA
Su appuntamento
Prof. Tommaso DONATO (*)
Su appuntamento
CUNEO
Frazione Loreto 48/a – 12045 Fossano
(CN) - Cell.3385282456
Col.CC. Fortunato
CUZZOCREA (*)
Su appuntamento
FERRARA
Corso Giovecca 165 (C. Patria) – 44100
Ferrara – Tel.0532.203368
Avv. Giorgio ANSELMI
Mar/Gio
h.9.30-11.30
FIRENZE
Via S.M. Maddalena 1 – 50010 Caldine (FI) Gen. Bruno STEGAGNINI
– Tel.055.211087
Mercoledi
h.16-18
FOGGIA
Via Marchianò 46 – 71100 Foggia –
Tel.0881.636341
T.Col. Giovanni Battista
CORVINO
Su appuntamento
FORLI’
Viale Roma 18 – 47100 Forlì
Cell.336788589
Prof. Vittorio ALVISI’ (*)
Su appuntamento
Via F.Brighindi 190 – 03100 Frosinone Tel..0775.250916
Cav. Alberto IANNACE
Su appuntamento
GENOVA
Via Nizza 12 – sc.sinistra – 16145 Genova
– Tel.010.
Com.te Tullio PISACANE
Mercoledi
h.15-18
GORIZIA
Via D. D’Aosta 143 – 34170 Gorizia – Tel. Sig. Rinaldo ROMANO
0481.520935
COSENZA
CREMONA
FROSINONE
GROSSETO
Lun/Ven
h.10-12
Via dell’Appetito 226
58019 Porto S.Stefano (GR)
Cav. Giovanni SCLANO (*)
Su appuntamento
Via Foce 3 – 18100 Imperia –
Tel.0183.579301 - Cell.335.5826502 –
[email protected]
Viale Amendola 196 – 19100 La Spezia –
Tel.0187.716204 – Cell.347.1990911
Cavaliere del Lavoro Giacomo
ALBERTI
Su appuntamento
Mar.llo Renzo PEDRIGI
Mar/Gio/Sab
h.9-11
Piazza S. Marco 4 (c/o Casa del
Combattente)– 04100 Latina –
Tel.0773.693357
Via Flascassovitti 25 – 73100 Lecce –
Tel.0832.308190
Cav. Luigi CASALVIERI
Lun/Ven
h.10-12
Cav. Luigi DELICATO
da Lun. a Ven.
h.9-11
Via Cavour 78 (c/o UNUCI) – 22900
Lecco – Tel.0341.364333 –
[email protected]
Via Piave 13 – 57123 Livorno –
Tel.0586.896711
S.Ten. Giuseppe
FACCINETTO
Mar/Ven.
h.17-19
Ing. Giovanni ANDREANI
Martedi
h.16-18
LUCCA
Via Cascine 373 – 55100 Arliano -Lucca –
Tel.0583.59612
C.A.(aus) Nunzio
PELLEGRINO
Sabato
h.11-12
MACERATA
Piazza Annessione 12 - 62100 Macerata –
Tel./Fax 0733.232450 – Cell.360.369662
[email protected]
Corso Vittorio Emanuele 35 – 46100
Mantova – Tel.0376.324404
Sig.ra Cav. Sandra VECCHIONI Su appuntamento
Galleria Leonardo da Vinci 4/1 - 54100
Massa – Tel.0585.44796
Gr.Uff. PierPaolo BATTISTINI Mar/Gio h.16-18
Sabato h.10-12
IMPERIA
LA SPEZIA
LATINA
LECCE
LECCO
LIVORNO
MANTOVA
MASSA-CARRARA
24
Cav.Uff. Leonardo SAVI
Lun/Mer/Ven
h.10-12
IL NASTRO AZZURRO
MESSINA
Viale Europa 162 – 98123 Messina - Cell.
3288972643
Magg. f. ris. Vincenzo
RANDAZZO (*)
Martedì 17.30-19.30
Giovedì su appuntamento
MILANO
Via S. Barnaba 29 – 20122 Milano –
Tel.02.5512016 –
[email protected]
Via C.Battisti 85 – 41100 Modena
Tel.059.237373
Gen. Arnaldo CASSANO(*)
da Lun. a Ven.
h.9.30-12.30
Avv. Odoardo ASCARI (*)
Su appuntamento
NAPOLI
Piazza Plebiscito 28 – 80132 Napoli –
Tel.081.7640758
Avv. Cav. Gr.Cr. Gennaro
PERRELLA
Mar/Giov
h.9.30-11.30
NOVARA
Via Mario Greppi 9 - c/o UNUCI – 28100
Novara – Tel. 0321.612130
[email protected]
Riviera S. Benedetto 30/A – 35139 Padova
– Cell.3351338090
[email protected]
Piazza S.F. di Paola 2 (c/o Caserma
Ruggero Settimo) – 90138 Palermo –
Tel.091.308108
Via Cavour 28 (c/o UNUCI) – 43100
Parma – Tel.0521.233842
[email protected]
Via A. Gazzaniga 2 – 27100 Pavia –
Cell.335.6709322 –
[email protected]
Località Pitigliano 25 – 06016 San Giustino
(PG) – Tel./Fax 075.8583470 –
Cell.339.3425888 [email protected]
Via dell’Arsenale 39 – 61100 Pesaro (PU) –
Tel.0721.31542 http://www.portalememorie.it/
Piazza S. Caterina da Siena 4 – 65122
Pescara – Tel.085.4211990
[email protected]
Via Romagnoli 41 – 29100 Piacenza –
Tel.0523.711901
Gen.D.(ca) Delio COSTANZO
(*)
Su appuntamento
Sig. Francesco SCAPOLO
Mer
h.10-11
MODENA
PADOVA
PALERMO
PARMA
PAVIA
PERUGIA
PESARO E
URBINO
PESCARA
PIACENZA
PISA
PISTOIA
PORDENONE
RAVENNA
REGGIO
CALABRIA
REGGIO EMILIA
RIETI
RIMINI
ROMA
Dott. Comm. Ugo FRASCONA’ Mar/Ven
h.9-11.30
Gen.B (r) Alberto PIETRONI
(*)
da Lun. a Ven.
h.10-12
Col. Raffaele BABUSCIO
Mar/Mer/Sab
h.9-12
Cav.Uff. Angelo DI NATALE
(*)
Lun/Mer h.16-18.30
Gio h.9.30-11.30 e 16-18
Ven h.8.30-10.30
T.Col. Luigi LEONARDI
Giovedì
Su appuntamento
Amm. Guido NATALE
Lun/Sab
h.9.30-12
Gr.Uff. Mario BOSONI
Mar/Sab
h.10-12
Via Venezia 17 – 56030 Cevoli di Lari (PI)
– Tel.0587.686010
Sig. Franco CITI (*)
Su appuntamento
Via F.Cilea 22 - 51100 Pistoia –
Tel.0573.22725
Dr. Mario LIVI
Sabato
h.9-11
Via dell’Aviere 1 – 33170 Pordenone –
Tel.0434.361611
[email protected]
Via Ofanto 5 – 48100 Ravenna –
Tel.0544.61001
[email protected]
Salita Cappuccinelli dir. Zag.8 – 89123
Reggio Calabria – Tel.0965.22046
Dott. Aldo FERRETTI
Martedì h.16-18 o su
appuntamento
Amm. Mauro CATTAROZZI
(*)
Su appuntamento
Ten. Alberto CAFARELLI (*)
Su appuntamento
Via D. Alighieri 7 (c/o EDILGEO) –
42123 Reggio Emilia – Tel.0522435394 –
Cell. 348.1522406 – 348.6048054
[email protected]
Via A. Ghepardi 70 – 02100 Rieti –
Tel./Fax 0746.203077
Geom. Giuseppe RONCHETTI Da Lun a Sab
h.9-11
Avv. Francesco Maria
PALOMBA (*)
Via Castelfidardo 11 – 47900 Rimini –
Cap. Aleardo Maria
Tel.0541.22716
CINGOLANI
[email protected]
Dott. Comm. Antonio VALERI
Piazza Galeno 1 – 00161 Roma –
Tel.06.4402555 – Fax 06.44266814
[email protected]
Http://decorativalormilitare.spaces.live.com/
25
Su appuntamento
Venerdi
h.9-12
da Lun a Ven
h.8.30-13.30
IL NASTRO AZZURRO
ROVIGO
SALERNO
SASSARI
SAVONA
Via Levico 4 – 45100 Rovigo –
Tel.0425.463350 – Fax 0425.663350
[email protected]
Www.istitutonastroazzurrorovigo.it
Via Carmine 101 – 84124 Salerno –
Cell.334.8916507
Via Milano 19/a – 07100 Sassari –
Tel.079.272524 – Cell. 3483489948
[email protected]
Via Paleocapa 24 (c/o Hotel Suisse) –
17100 Savona – Tel.019.850853 – Cell.
335.6606885
Geom. Graziano MARON
Da Lun a Ven
h.15-19
Col. Mario PRIVITERA
Su appuntamento
Sig. Antonello TOLA
Su appuntamento
Geom. Costantino FACCO
(Segretario)
Da Lun a Dom
h.24
Sig. Marco CETOLONI (*)
Su appuntamento
Avv. Francesco ATANASIO
Mar/Gio
h.17-19
Cav. Alberto VIDO
Su appuntamento
C.F. Luca BELLONE de
GRECIS
Da Lun a Ven
h.9-11
Sig.ra Anna TRIMARELLI (*)
Da Lun a Ven
h.10-13
Dott. Marcello GHIONE
Mar/Ven
h.10-12
[email protected]
SIENA
Via Aretina Loc. Arbia 71 – 53041 Asciano
( Si9 – Tel.0577.364865 – Cell.333.7441888
– [email protected]
Corso Gelone 7 – 96100 Siracusa –
Tel./Fax 0931.24684 –
[email protected]
Via Fossati 7 – 23100 Sondrio
Tel.0342.212520 - Cell.3336685617
[email protected]
Via Cugini 1 – 74100 Taranto –
Tel.099.7752829
[email protected]
Via Gabriele D’Annunzio 89 – 64100
Teramo – Tel.0861.241179
Cell.348.8730235
[email protected]
Via F. Cesi 22 – 05100 Terni – Tel./Fax
0744.549856
[email protected]
Via S. Domenico 28 – 10122 Torino –
Tel.011.5217733 – 011.6690309 –
[email protected]
Via Cosenza 193 – 91016 Casasanta (TP) Tel.0923.562556
Magg. Carlo BERTOLOTTI
Mercoledi
15-18
Cav.Uff. Giuseppe MASCARI
(*)
Su appuntamento
TRENTO
Via Adamello 38 – 38100 Trento –
Tel./Fax 0461.932174 – Cell.335.7042529
T.Col.pil.Dott. Francesco
VOLPI
Su appuntamento
TREVISO
Vicolo S. Pancrazio 7 – 31100 Treviso –
Tel.0422.541983
Comm.Gino TESO
da Lun. a Ven.
h.8.30-11
TRIESTE
Via XXIV Maggio 4 – 34133 Trieste –
Tel.040.361737 –
[email protected]
Via Stabernao 2 – 33100 Udine –
Cell.333.5731909
Dott. Giuseppe VUXANI
da Lun a Ven
h.10-11
Gr.Uff. Vittorio ZANUTTA
Mer/Sab
h.10-12
Via C. Battisti 21 – 21100 Varese –
Tel.0332.240803
Sig. Rinaldo BINAGHI
Lun/Gio
h.9-11
VENEZIA
San Marco 4147 – Calle Loredan 30124
Venezia – Tel.041.5236028
Comm. Arnaldo DARAI
Giovedi
h.10-12
VERCELLI
Via Roma 34 – 13876 Sandigliano (BI) –
Cell.3351475752
[email protected] –
http://vialardi.org/nastrazzuro/
Largo Don Chiot 27/A – 37122 Verona –
Tel.045.8402145
Conte Tomaso VIALARDI di
SANDIGLIANO
da Lun. a Ven.
h.15-16
Gen. Amos SPIAZZI di
CORTE REGIA
Sabato
h.10-12
SIRACUSA
SONDRIO
TARANTO
TERAMO
TERNI
TORINO
TRAPANI
UDINE
VARESE
VERONA
VICENZA
Corso Palladio 98/A (Pal.Trissino) – 36100 Mons. Ezio Olivo BUSATO
Vicenza – Tel.0444.221238
Mar/Gio
h.10-11
VITERBO
Località Pitigliano 25 – 06016 San Giustino (PG)
Tel./Fax 075.8583470 – Cell.339.3425888
[email protected]
Lun/Mer h.16-18.30
Gio h.9.30-11.30 e 16-18
Ven h.8.30-10.30
26
Cav.Uff. Angelo DI NATALE
(*)
IL NASTRO AZZURRO
NOTIZIE IN AZZURRO - NOTIZIE IN AZZURRO NOTIZIE IN AZZURRO
IL TRADIZIONALE PELLEGRINAGGIO A MONTPELLIER DELL’ASSOCIAZIONE AMICI DEL MONTENEGRO E
DELLE “GUARDIE D’ONORE ALLE REALI TOMBE DEL PANTHEON” NEL 2009 È STATA OCCASIONE PER DONARE DUE CAMPANE ALLA CHIESA ORTODOSSA RUSSA DI SAN REMO.
A
nche nel 2009, e precisamente iI 30 maggio, un gruppo di soci dell'Associazione "Amici del Montenegro O.N.L.U.S." si è recata a Montepellier per rendere omaggio alla Regina Elena di Savoia, ivi Sepolta. Al pellegrinaggio ha partecipato anche la delegazione de L'Aquila della Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon.
Il successivo 31 Maggio i partecipanti al pellegrinaggio si sono spostati a Sanremo dove hanno preso parte alla cerimonia di Benedizione e Consegna delle Campane alla locale Chiesa Russa Ortodossa. Si tratta di un progetto fortemente voluto dall'Associazione che, dopo l'approvazione dell'Ambasciata del Montenegro in Italia e col supporto
del Governo di tale paese, è stato concretizzato in collaborazione con il "Gruppo Savoia" e l'Istituto Nazionale per
la Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon".
Le due Campane in bronzo, di pregevolissima fattura, dedicate una ai Reali del Montenegro, l'altra alla Regina
Elena di Savoia e del peso rispettivamente di Kg. 430 e 130 circa, sono state realizzate dalla Ditta "Merolla Campane"
di Poggiomarino (NA).
ABBANDONATI AL DEGRADO I RIFUGI ANTIAEREI MILANESI
A
l confine fra Milano e Sesto San Giovanni, entriamo nel rifugio di via Adriano, sessantasette anni dopo le
bombe del ‘43. Nella massiccia torre di cemento armato alta 35 metri dove, durante la guerra, trovavano riparo gli operai della Magneti Marelli convertita alla produzione bellica, oggi regnano buio, silenzio e una strana atmosfera fatta di echi di violenza bellica, rigida organizzazione per le operazioni di evacuazione e ricovero, ma
anche dei lasciti delle presenze abusive degli scorsi decenni. Poco dopo l´ingresso, un buco nella parete liscia, gli spazi
che una volta venivano usati per la logistica e il sistema di guardia, sono un ammasso di ferraglia e spazzatura.
All´interno, gli appendi abiti sono ricoperti di ruggine e molte delle manovelle per azionare l´impianto di depurazione dell´aria sono state danneggiate. Un bunker unico per struttura e dimensioni, quello di via Adriano, eppure
abbandonato a se stesso. Ma non diverse sono le condizioni degli altri quattro ex rifugi antiaerei rimasti, con la Torre
delle Sirene e la caverna artificiale sotto piazza Grandi i sotterranei dell´istituto Moreschi di via San Michele del Carso
(destinato agli studenti ma anche ai cittadini della zona, 400 posti in tutto) e il rifugio più storico, nel giardino di
Palazzo Isimbardi (destinato al Prefetto, alla sua famiglia e allo staff, ma adoperato anche da Mussolini nell´aprile
del ´45, alla vigilia della fuga a Dongo).
Avendo studiato tutti i bunker cittadini, documentazione storica della Provincia alla mano, gli speleologi della
SCAM, l´associazione Speleologia Cavità Artificiali Milano che dagli anni 80 esplora e cataloga i sotterranei e i più
rari rifugi di superficie della città sono convinti di trovarsi davanti a testimonianze preziosissime che riguardano la
vita dei civili sotto le bombe: "Decisamente un patrimonio da tutelare e da far conoscere alle scuole come alla cittadinanza - dice Maria Antonietta Breda, docente del Politecnico e appassionata di cavità artificiali - per questo, assieme alla Provincia stiamo pensando ad un modo per recuperalo e renderlo fruibile alla cittadinanza: come in un
museo diffuso per la città, ogni bunker ha una storia da raccontare".
LA FAMIGLIA BALBO DONA AL MUSEO STORICO DELL’AERONAUTICA MILITARE DI VIGNA DI VALLE LA SCIABOLA APPARTENUTA A GIUSEPPE GARIBALDI.
I
l 18 giugno 2009, nel corso della cerimonia svoltasi al Museo Storico dell'Aeronautica Militare di Vigna di Valle alla
presenza del Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica generale Daniele Tei e del Comandante delle Scuole A.M.
generale Gianpiero Gargini per la riapertura al pubblico del padiglione "Skema" sottoposto a ingenti lavori di
restauro e aggiornamento, l'avvocato Paolo Balbo ha fatto dono al Museo della sciabola di Giuseppe Garibaldi donata dal sindaco della Maddalena a Italo Balbo.
Il 12 agosto 1933 si stava concludendo la Crociera Aerea del Decennale. Verso le cinque del pomeriggio la formazione di ventitrè, dei venticinque idrovolanti che componevano la Seconda Squadra Atlantica, sorvolava compatta la
Sardegna Nord Orientale diretta al Lido di Ostia per ammarare all'idroscalo Carlo Del Prete. Sull' S.55 X in volo alla testa delle otto squadriglie, Italo Balbo, giovanissimo Ministro dell'Aeronautica che comandava la formazione, annotò laconicamente sul suo taccuino di volo, "..alle
17.04 passo tra La Maddalena e Caprera. Col binocolo vedo la tomba
dell'eroe. Saluto dell'anima.." Queste poche parole, scarne e senza
fronzoli, riportate poi sul libro “La Centuria Alata”, diario della grande impresa, sono testimonianza di come, in quelle ultime ore di volo,
tra i mille pensieri che gli turbinavano in mente, Balbo non abbia
dimenticato di rendere omaggio a quel masso di granito sferzato dal
vento e corroso dalla salsedine, modestissima pietra tombale dell'Eroe
dei Due Mondi. Quelle parole, molto sicuramente, non saranno passate inosservate al Sindaco di La Maddalena, quando decise di donare a
Balbo un qualcosa che avesse un significato unico, particolare, esclusivo: la sciabola di Garibaldi.
Col. Ovidio Ferrante
27
IL NASTRO AZZURRO
LA STORIA E LA MEMORIA
(Un Eroe di Terra di Bari)
V
i sono a Bari, in una zona abbastanza centrale, due strade quasi parallele distanti mediamente una cinquantina di metri: la più
importante è dedicata a Francesco Crispi (1), la
seconda, più piccola, è dedicata al Maggiore
Turitto (2).
Oltre allo stretto rapporto di vicinanza fra le
strade ad essi dedicate, c'è qualche elemento in
comune fra i due personaggi dianzi citati?
Apparentemente no! Quei pochi residenti nelle
due strade che ho potuto interrogare ritengono
che fra i due non ci sia alcun legame. Si sbagliano!
Crispi e Turitto furono accomunati in uno stesso
tragico episodio: la battaglia di Adua della quale il
1° marzo è ricorso il 114° anniversario.
Adua è una delle pagine più brutte dell'avventura coloniale italiana, caratterizzata dalla sottovalutazione dell'avversario, che non era quello che la
propaganda del Governo Crispi faceva credere,
L'Etiopia, alla quale Crispi voleva imporre il
"protettorato" dell'Italia, disponeva di oltre
100.000 soldati, tutti profondamente galvanizzati
dal proclama imperiale (3), e modernamente armati grazie all'Italia.
Rappresentazione pittorica
della battaglia di Adua
Questa col Trattato di Uccialli (2 maggio 1889) si
era impegnata a fornire armi e munizioni a
Menelik imperatore di Etiopia (4). Ma quando questi denunziò il trattato e i rapporti con l'Italia
cominciarono a deteriorarsi sino a sfociare in scontri armati (5), questa non solo non era più tenuta a
rispettarne le clausole, ma per un minimo di pru-
Cassano (BA) - via Maggiore Turitto
28
IL NASTRO AZZURRO
avevano mostrato nelle lotte contro i
colonizzatori europei (pur sapendo di
combattere in condizioni di assoluta
inferiorità tecnica). Gli italiani non furono da meno, si comportarono da eroi e
scrissero pagine di autentico valore.
Forse i 16.000 di Baratieri (7) avrebbero potuto avere la meglio, sui 100.000
dell'Imperatore di Etiopia, se solo si fosse
potuto applicare il "principio della
massa". Ma ciò non fu possibile perché le
colonne in cui il gen. Baratieri aveva articolato il Corpo di Spedizione, a causa
delle carte topografiche approssimate o
in alcuni casi sbagliate, arrivarono nella
conca di Adua alla spicciolata ed in tempi
diversi da quelli previsti dall'ordine di
operazione e furono facile preda dell'esercito del Negus che non credeva ai suoi
occhi. A parte l'artiglieria della regina
Taitù che cannoneggiava gli italiani con
un micidiale fuoco di fianco da Abba
Garima, i fucilieri etiopici, con i
4.000.000 di colpi, graziosamente offerti
da Crispi, ebbero a disposizione ben 250
colpi per ogni soldato italiano. Anche
per sbaglio almeno uno doveva andare a
segno. E così morirono 7000 dei nostri
(quanti ne erano caduti in tutte le battaLo scenario geografico glie del Risorgimento). Fra questi c'erano
due dei quattro generali che comandavano le colonne in cui si articolava il
denza e di buon senso, avrebbe dovuto interromnostro contingente ed il maggiore Galliano, il
pere qualsiasi fornitura in atto, così come scongiureduce di Enda Jesus.
rava da Addis Abeba il nostro rappresentante in
Il contraccolpo in Italia fu violento (8): le piazze
Etiopia Salimbeni.
tumultuarono al grido di "Viva Menelik" e "Via
L'Italia però, incomprensibilmente e incosciendall'Africa", e si cercarono i colpevoli.
temente, fece sbarcare nella baia di Assab 4 milioCrispi, il maggior responsabile, che col famoso
ni di cartucce per i fucili etiopici. Il Negus se le
telegramma (9) aveva spinto il gen. Baratieri (che,
aspettava così poco che non solo non aveva prediconoscendo la situazione, avrebbe preferito temsposto i trasporti (leggi "carovana di cammelli")
poreggiare) a dare battaglia in condizioni di assoper portarsele all'interno, ma fece sottoporre le
luta inferiorità numerica in territorio ostile e poco
munizioni a vari test, convinto che gli
italiani le avessero manomesse per far
esplodere i suoi fucili.
I comandanti etiopici, pur nei loro
abbigliamenti folkloristici con pelli di
leone e di leopardo, non erano affatto
sprovveduti come si pensava. Oltre a battersi con la fermezza e il coraggio di chi
difende il proprio territorio, essi ne avevano una perfetta conoscenza e vi si
muovevano meglio di Maradona su un
campo di calcio.
Fra tutti merita di essere ricordata la
regina Taitù, moglie dell'imperatore, che
in più occasioni aveva mostrato sorprendenti virtù militari (6). Fu lei, ad esempio,
a suggerite come far capitolare il
Maggiore Galliano e, nella battaglia di
Adua, comandò, coraggiosamente a
cavallo, l'artiglieria etiopica.
I guerrieri di Menelik si batterono col
Il forte di Makallé
consueto coraggio e con lo stesso disperato valore che gli altri fratelli africani
29
IL NASTRO AZZURRO
le carte topografiche inesatte avevano voltato in basso il pollice del destino.
I "colpevoli" furono cercati anche
ai livelli inferiori, e tra questi ci fu il
magg. Turitto, accusato di aver lanciato troppo presto la sua avanguardia
contro gli avamposti abissini, dando
cosi l'allarme al nemico. Occorreva
trovare "capri espiatori" e Turitto,
morto sul campo, non poteva certo
difendersi. Ma ci restano però i rapporti e le deposizioni degli ufficiali
che gli furono a più stretto contatto,
tutti concordi nel ritenere che il maggiore si attenne scrupolosamente agli
ordini ricevuti.
Di lui ci piace riportare la testimonianza di un suo tenente (uno dei
pochi scampati al massacro) che ce lo
ricorda "… ritto sul suo cavallo a sfidare impavido la morte, esponendosi
ai proiettili nemici (quelli giunti poco
tempo prima ad Assab) ... riesce
Turitto a respingere i furiosi assalti
degli abissini, ripiega contrastando la
marea nera. Dalle 6 del mattino alle 4
del pomeriggio, si oppone al turbine
di ferro e di fuoco che annienta ogni
tentativo di difesa. Ferito ad una
coscia, raccoglie un gruppo di ascari e
tenta nella valle di Jeha l'ultima
quanto inutile resistenza". Turitto
scomparirà nella polvere africana,
nemmeno i suoi resti furono più ritrovati.
Vere o no che siano le accuse,
Turitto fu insignito di MAVM (10) per
il suo comportamento ad Adua e i
suoi conterranei non lo hanno dimenRitratto del maggiore Domenico Turitto
ticato. Bari, come si è detto, gli ha
dedicato una strada; Cassano, il suo
conosciuto; non ebbe neanche il coraggio di
paese natale, oltre ad avergli dedicato una strada,
affrontare il Parlamento. Senza aspettare il voto
conserva una sua effigie in un salone del municicontrario, diede le dimissioni e uscì definitivamenpio.
te di scena. Il brillante statista, distrutto e profonRecentemente nel 110° anniversario della sua
damente prostrato dal fallimento della sua politica
morte, all'ufficiale di Cassano è stata dedicata, con
coloniale, morì non molto tempo dopo. "Era ormai
tanto di etichetta, una bottiglia di vino "Primitivo"
un rudere gigantesco" disse di lui Giovanni
DOC; è un vino pugliese, forte e generoso, rosso
Amendola.
come il sangue che Turitto e mille altri come lui verIl gen. Baratieri fu rimosso dal comando e subì
sarono sulle zolle riarse del Tigrai (11).
un processo davanti alla Corte Marziale, dal quale
però uscì assolto. I suoi piani, infatti, e i suoi ordini
gen. Giuseppe Picca
furono giudicati corretti e adeguati alle circostan(Presidente della federazione di Bari
ze, solo la schiacciante superiorità dell'avversario e
e Consigliere Nazionale)
Motivazione della Medaglia d’Argento al Valor Militare concessa alla memoria del maggiore cavalier Domenico Turitto, Comandante il 1° Battaglione “Indigeni”:
“Comandante il battaglione d’avanguardia della brigata indigeni, sostenne da solo il primo
urto delle masse nemiche, spiegando energia e coraggio esemplari. Lasciò la vita sul campo.
Adua, 1 marzo 1896”
30
IL NASTRO AZZURRO
NOTE
1. Statista (Ribeira, Girgenti 1818Napoli 1901) più volte al governo, fu uno
dei più accesi fautori delle conquiste
coloniali per dare terra ai contadini
poveri e sbocco alla borghesia imprenditoriale.
2. Il Maggiore di fanteria Domenico
Turitto, nato nel 1847 a Cassano in provincia di Bari, proveniva dall'Accademia
Militare di Modena ed era stato uno dei
pochi ufficiali ad aver comandato, in
terra d'Africa nel grado di capitano, due
diversi battaglioni indigeni.
3. "Nessuno deve rimanere a casa,
tutti devono prendere parte alla difesa
della loro terra e delle loro case. Io
voglio vedere intorno a me tutti i miei
guerrieri."
4. Menelik l° (Ancober, Scioa, 1844 Addis Abeba 1913), figlio del Negus
dello Scioa Hayla Malakot, riuscì, grazie
all'Italia, a farsi riconoscere successore
dell'Imperatore di Etiopia Giovanni IV e
salì sul trono imperiale nel 1889. In quello stesso anno stipulò con l'Italia il trattato di Uccialli, la cui controversa interpretazione diede origine alla guerra culminata nella battaglia di Adua.
5. Il 7 dicembre 1895 cadde l'Amba
Alagi, difesa fino alla morte dal
Maggiore Toselli; il 22 gennaio 1896 si
arrese il forte di Makallé del maggiore
Galliano, fortemente attestato con 1500
uomini sull'acrocoro di Enda Jesus.
6. In Etiopia, come nel resto
dell'Africa, non era insolito che le donne
combattessero a fianco dei loro uomini.
"Per la terra combattono anche le
donne": recita così un detto etiopico. "I
Il tenente generale Oreste Baratieri
nostri uomini sono morti sulle dune contro il nemico ... noi ci toglieremo la
benda blu del dolore e correremo sulle
dune contro il nemico". Era il canto delle donne nahil dell'Algeria nella lunga guerra contro i francesi.
7. Il gen. Oreste Baratieri (Condino,Trento 1841 - Vipiteno, Bolzano) partecipò alla spedizione dei Mille e alle guerre coloniali. Tenente Generale in Africa, divenne Governatore dell'Eritrea (1893). Fu il comandante del contingente
italiano nella battaglia di Adua.
8. Adua rimane per gli etiopici, e per tutti gli africani, una data fondamentale ricordata come la prima vittoria
dell'Africa contro il colonialismo e l'Europa. Per la prima volta un esercito africano aveva battuto sul campo un esercito europeo.
9. "Codesta è una tisi militare, non una guerra; piccole scaramucce nelle quali ci troviamo sempre inferiori dinanzi al nemico, sciupio di eroismo senza successo. Non ho un consiglio da dare perché non sono sul luogo, ma constato che la campagna è senza un preconcetto, e vorrei fosse stabilito. Siamo pronti a qualunque sacrificio per salvare l'onore dell'esercito e il prestigio della
monarchia".
10. La prima concessa in terra d'Africa ("Gazzetta del Mezzogiorno" del 23 aprile 2006, pag.
BARI 6).
Il magg. Galliano
11. Il Tigrai (o Tigrè) è una regione dell'Etiopia settentrionale di 64.921 kmq con 3.593.000 abitanti (dati del 1999) al confine con l'Eritrea. Il capoluogo è Makallè; altri centri sono l'antica capitale Adua e Axum, culla della civiltà etiope.
31
IL NASTRO AZZURRO
RICORDI DELLA CAMPAGNA DI GRECIA
ci battaglioni greci contro
cinque degli Alpini. Le due
settimane che seguirono
furono per la Julia le più
tragiche dell'intera campagna: l'asprezza del cammino, il maltempo, la scarsità
del cibo e del riposo, il cattivo
equipaggiamento.
Eravamo costretti a retrocedere a stretto contatto
con il nemico, ad aprirci un
varco con ripetuti assalti
alla baionetta per alleggerire la pressione, con il
rischio incombente di un
accerchiamento totale. Il 16
novembre la difesa era praticamente ridotta a quella
diretta ai ponti sulla
Vojussa di Buonorozeni e
sul ponte di Perati. Alla Julia fu affidato il settore
di Perati. Li la divisione fece le sue Termopili ed il
suo Piave. In quel grave frangente si distinse il
battaglione Aquila. La letteratura, così ricca di
contributi alla campagna di Russia, non ha dedicato altrettanta attenzione alla campagna di
Grecia. Va ricordato che dopo appena due mesi di
guerra, la Julia dovette essere completamente
ricostituita. Queste vicende non furono meno
drammatiche della ritirata del Don. Come dice lo
storico Faldella: "Non sarà mai detto abbastanza
e con efficacia, in tutto il loro aspetto, delle condizioni penose in cui le truppe agivano: estrema
penuria di tutto, dai viveri al vestiario, alle salme-
Le direttrici dell’attacco italiano
I
l 23 aprile partiva la guerra contro la Grecia, un
guerra iniziata per bilanciare l'influenza tedesca nei Balcani, con l'occupazione della
Romania. Attaccammo in ottobre con sei divisioni
invece delle 20 necessarie, convinti, erroneamente, della corruzione dei generali greci in nostro
favore, partimmo all'attacco il 28 ottobre, sotto
un diluvio che durava già da parecchi giorni.
Le colonne attaccanti sotto quello scatenamento degli elementi che trasformò i pochi sentieri in torrenti di fango, si trovarono subito in
difficoltà; i fiumi Sarandporos e Vojussa con i loro
affluenti, si presentarono come fiumane vorticose
e mugghianti, praticamente inguadabili; in quelle condizioni l'avanzata dei battaglioni Alpini fra
le montagne del Pindo fu lenta e faticosa, mentre
i battaglioni greci (doppi per numero) concentrarono il tiro dei loro cannoni e mortai sui passi
obbligati e sui tratti scoperti a rendere più massacranti le operazioni. Assoluta era la mancanza di
rifornimenti. Tutto doveva essere portato a spalla,
a causa dell'esiguo numero dei muli e la loro ostinata paura ad attraversare i torrenti sulle improvvisate passerelle gettate dai genieri.
Il facile sfondamento previsto dal generale
Visconti Prasca, si rivelò una velleitaria opinione,
per compiacere Mussolini e guadagnarne la fiducia. Le divisioni di fanteria, impiegate al centro,
erano costrette ad arrestarsi di fronte all'accanita
resistenza dei greci. Le difficoltà dei collegamenti
impedivano il coordinamento fra i reparti.
Il 6 novembre la Julia si trovò premuta da una
divisione greca infiltratasi sul fianco sinistro: undi-
Il ponte di Perati
32
IL NASTRO AZZURRO
rie, alle munizioni. Soltanto un logoro telo da
tenda proteggeva dalle piogge alle bufere di
neve. Le piene dei fiumi aggravarono le già gravi
condizioni delle poche vie di comunicazione; i
muli morivano di stenti e i pochi rifornimenti
richiedevano sforzi sovrumani".
Il nemico in quell'inverno voleva sfondare e
chiudere definitivamente la partita. I nostri soldati seppero frenare quella valanga con immani
sacrifici. Su quelle rupi dal Fresher, al fiume Osum,
al monte Chiarista e sul Topojanit, all'addiaccio,
con le divise a brandelli, senza scarpe, con poche
armi.
Era Natale, un Natale di sangue, non si mangiava, non si dormiva, con gli arti congelati si calpestava quella neve tutta arrossata.
A dicembre, dei 9000 uomini della Julia ne
erano rimasti 800.
Aldo Rasero ricostruisce così la nascita della
leggenda della Julia:
“La fama della divisione correva da un punto
all'altro del fronte; quando gli sparuti battaglioni
Alpini si spostavano per tamponare la marea dei
greci, incrociavano altri reparti. Nell'incrociarsi,
un po' per curiosità e desiderio di conoscersi, si
domandavano a
quale reparto
appartenessero
e la risposta era
sempre la stessa:
incisiva, decisa,
che denunciava
un
malcelato
orgoglio frammisto ad innata
modestia dell'alpino: JULIA!".
La leggenda
era nata non
per retorica di
inviati speciali,
ma spontaneamente tra i combattenti; se ne
parlava
nelle
trincee, nei ricoveri, nei magazzini, nei posti di
ristoro
di
Valona,
di
Tirana,
di
Durazzo;
era
assurta a valore
di simbolo, era
una cosa che
apparteneva a
Alpini della Julia
ciascuno di noi.
al fronte greco - albanese
Nelle nostre case, quando fossimo tornati al
paese, non avremmo detto: "Ero in quel reggimento o in quel reparto, bensì ero con la Julia,
combattevo a fianco della Julia, mi trovavo sul
fronte della Julia".
Altrettanto spontanea nacque, nei giorni della
bufera, la famosa canzone che rievoca il sacrificio
della Julia:
Sul ponte di Perati,
bandiera nera.
È il lutto della Julia
che va alla guerra.
Quelli che son partiti
non son tornati,
sui monti della Grecia
sono restati.
Sui monti della Grecia,
c'è la Vojussa,
col sangue degli alpini
s'è fatta rossa.
Alpini della Julia
in alto il cuore,
sul ponte di Perati
c'è il tricolore
Ai battaglioni Alpini spettò l'onere maggiore
per la loro adattabilità al terreno di quei luoghi,
per la compattezza morale, per la capacità di
improvvisare soluzioni nelle circostanze più
imprevedibili.
"Datemi un battaglione di Alpini e cercherò
ancora di arginare".
Lo disse il generale Geloso la notte del 31 gennaio 1941, dopo un pericoloso sfondamento della
linea da parte del nemico.
Quando si accorsero che erano veramente
bravi, fu peggio di prima: furono chiamati ovunque, a riparare falle, a tamponare cedimenti, a
riprendere posizioni. Il loro valore li portò al
macello.
GLORIA ETERNA A QUEGLI EROI!
Roberto Stocchi
(Nato a Roma, dove risiede, commerciante in pensione, è stato, nell'ultima guerra, "orgogliosamente" un Alpino della leggendaria Divisione
Julia.)
P.S.: Le perdite dei 6 mesi di campagna furono:
20.000 morti, 25.000 dispersi, 50.000 feriti, 12.000
congelati. Un costo altissimo per un'inutile
aggressione, in una guerra assurda.
33
IL NASTRO AZZURRO
IL LICEO GINNASIO ITALIANO DI ZARA
emanò un decreto che introduceva in Dalmazia la leva miliià nel 1282, nella piccola Zara, in contrada Castello, esitare obbligatoria e costituiva la "Legione Reale Dalmatina"
steva una scuola comunale di "umanità", alternativa
composta di 4 battaglioni, di cui 3 furono inviati prima in
alle funzioni di istruzione che fino ad allora erano svolItalia e poi nelle campagne di invasione dell'Austria e
te esclusivamente dai conventi anche per i laici. In altre locadell'Ungheria. Ebbe la saggezza, in contrasto con il Vice-Re,
lità, scuole pubbliche analoghe vengono menzionate appedi inviare a Zara, in luglio, quale Provveditore Generale per
na nel XIV secolo. Nel 1570 fu istituita una scuola di "gramla Dalmazia (corrispondente a Governatore Civile) il conte
matica" con il nome di "Gimnasium", nella quale si studiava
Vincenzo Dandolo, un personaggio che venne poi ricordato
grammatica, retorica, i classici latini, logica, filosofia ed elodai zaratini con affetto e ammirazione. Dandolo sciolse il
quenza, per poter poi accedere alle università. Da Zara gli
Consiglio dei nobili sostituendolo con la Municipalità. Con le
studenti si recavano normalmente alla Università di Padova.
rendite dei conventi soppressi istituì una fondazione per l'iGiacomo Gradenigo, Provveditore Generale della
struzione pubblica.
Repubblica Veneta per la Dalmazia, nel 1777 propose, al
Già per l'anno scolastico 1806-07, in conformità con l'orSenato della Serenissima, di chiudere il convento di
dinamento didattico del Regno d'Italia, trasformò il modesto
S.Demetrio, ridotto a due sole monache, e con le rendite di
Ginnasio di tre classi in un Liceo con alcune cattedre di studi
esso, nonché con quelle di altri conventi in situazioni analosuperiori. Il Liceo era complessivamente formato da una
ghe, istituire a Zara, capitale della Dalmazia, un "Collegio
scuola normale (cioè elementare), un Ginnasio diviso in 3
Nazionale per l'educazione della gioventù nobile e civile
classi (grammatica inferiore, grammatica superiore, umadella città". Il progetto venne
nità) e gli studi superiori (giuriapprovato con "ducale" del 24
sprudenza, medicina, chirurgia,
novembre 1781 ma la deputazioIl Liceo italiano di Zara distrutto dai
agrimensura, disegno e architetne del "Consiglio Nobile" della
bombardamenti
tura, chimica generale, farmaceucittà, incaricata della esecuzione
tica) che abilitavano all'esercizio
del progetto, fu così lenta che la
delle rispettive professioni. Fu
Repubblica Veneta, già occupata
dotato di una ricca biblioteca, di
dai francesi nel maggio 1797,
un gabinetto di fisica e di un orto
cessò di esistere del tutto prima
botanico. L'istruzione fu affidata
che venissero iniziati i lavori.
ad insigni docenti in parte dalmaLa prima dominazione austriati e in parte fatti venire dal Regno
ca in Dalmazia subentrò alla effid'Italia. Dal nome del Vice-Re il
mera Repubblica Veneta creata da
Liceo prese il nome di "Regio
Napoleone precedentemente al
Liceo Eugenio". Aveva un sigillo
Trattato di Campoformido (17
con impressa la dicitura "Scuole
ottobre 1797) che cedette il
superiori del Regio Liceo di Zara"
Veneto e le sue provincie
all'interno dello stemma del
all'Austria. Infatti il Maggior
Regno d'Italia napoleonico.
Generale Mattia Rukavina sbarcò a Zara il 4 luglio 1797 e
Con la Pace di Schoenbrunn (14 ottobre 1809) Napoleone
prese possesso della Dalmazia. Due giorni dopo, con rito
staccò l'Istria e la Dalmazia dal Regno d'Italia per unirle alle
solenne, le insegne della Serenissima furono sepolte nella
neo costituite "Provincie Illiriche": una fascia territoriale
Cattedrale.
multinazionale amministrata militarmente nell'ambito
L'Amministrazione austriaca caldeggiò, in luogo del prodell'Impero francese con capitale Lubiana dove risedeva il
gettato Collegio, l'apertura di un Ginnasio nell'ex convento
Governatore generale Maresciallo Marmont. Avevano fundi San Grisogono, accanto alla omonima chiesa del Patrono
zioni di difesa del Regno d'Italia e punto di appoggio verso
della città, ed il 17 marzo 1803 il Consiglio dei nobili, ottenul'Europa centrale e i Balcani. Vi facevano parte: la Carniola
to il permesso della Congregazione di Santa Giustina a
con Lubiana, la Carinzia (distretto di Villaco), l'Istria con
Padova, dalla quale dipendeva il convento, aprì provvisoriaTrieste, la Croazia civile con Karlstadt, la Dalmazia con capimente una classe di Grammatica. Il 26 novembre 1804 fu
tale Zara, Ragusa e la Croazia militare.
solennemente inaugurato il Ginnasio che constava di tre
Nella breve e travagliata esistenza delle "Provincie illiriclassi: grammatica, retorica e filosofia. L'anno successivo fu
che", il Maresciallo Marmont inizialmente trasformò il Liceo
aggiunta la cattedra di fisica.
di Lubiana e quello di Zara in "Scuole Centrali", cioè vere e
Il 26 maggio 1805 Napoleone cinse la "Corona Ferrea"
proprie Università con lingua d'istruzione per entrambe itadel Regno d'Italia, con capitale Milano, affidando le funzioliana o latina o francese. Nel periodo di vittorie napoleonini vicarie al principe Eugenio di Beauharnais. Dopo la vittoche e di baldanza delle guarnigioni francesi, il Generale
ria di Austerlitz, con la Pace di Presburgo, unì il Veneto e la
Montrichard, comandante civile e militare delle Provincie di
Dalmazia al Regno d'Italia.
Dalmazia e Ragusa, festeggiò, nel febbraio del 1810, il
Il 19 febbraio 1806 il generale Dumas emanò il famoso
Carnevale con un grandioso ballo che trovò la migliore
proclama :
ambientazione nella sala degli esami del Liceo.
“Dalmati! L'Imperatore Napoleone, Re d'Italia, vostro Re,
Durante l'aggregazione alle Province illiriche, il tricolore
vi rende alla vostra Patria. Egli ha fissato i vostri destini; il
del Regno d'Italia continuò a sventolare a Zara fino al marzo
Trattato di Presburgo garantisce la riunione della Dalmazia
1810, epoca in cui fu sostituito dal tricolore francese. Si applial Regno d'Italia."
cavano in Dalmazia le leggi del Regno d'Italia, quando ciò
Il successivo 30 maggio si riunì a Zara il primo Congresso
era espressamente previsto dal Re d'Italia (Napoleone) o
generale dei deputati dalmati che, tra l'altro, chiese a
altrimenti il Maresciallo Marmont ne autorizzava di volta in
Napoleone l'istituzione a Zara, quale capitale della
volta l'applicazione integrale o modificata.
Dalmazia, di un Liceo a somiglianza di quelli del Regno
Nel 1812 Marmont, assillato da problemi militari ed ecod'Italia. Napoleone era a Saint Cloud e pensava alla
nomici, licenziò i docenti delle due Scuole centrali da lui
Dalmazia per altri motivi. Il giorno successivo, 31 maggio,
G
34
IL NASTRO AZZURRO
create e le ridusse a semplici "Collegi" (studi para-universitari che conferivano il "baccalaurato").
Nell'ottobre 1813 Napoleone fu sconfitto a Lipsia ma il
presidio franco-italiano di Zara continuò la resistenza fino al
6 dicembre, data in cui si arrese agli austriaci e agli inglesi,
con l'onore delle armi, dopo la rivolta dei reparti croati che
passarono dalla parte degli austriaci.
L'inizio della seconda dominazione austriaca, con Zara
capitale del Regno di Dalmazia, trovò il Liceo ridotto ad un
simulacro di studi nel quale, alla fine della dominazione
francese, si era insegnato soltanto il francese e l'uso delle
armi. Il governo austriaco ricostituì un Ginnasio di cinque
classi che nel 1818 fu visitato dall'Imperatore Francesco I. In
seguito a tale visita l'edificio fu ampliato ed elevato, aggiungendovi inoltre un istituto filosofico di due classi. Poco più di
una decina di anni dopo, la scuola annoverava tra i suoi allievi Francesco Ezechiele Ermenegildo de Suppè-Demelli che
poi fu noto come Franz von Suppè. A Zara ha ricevuto anche
la sua prima educazione musicale, rappresentò la breve
opera "Il pomo" e nel 1835 fece eseguire una messa in fa
maggiore chiamata "Missa dalmatica".
Il 22 marzo 1848 giunse notizia a Zara dei moti liberali di
Vienna che erano sfociati con l'insurrezione e la fuga di
Metternich. Insorta era pure Venezia (17 marzo) che, con
Daniele Manin e Nicolò Tommaseo, aveva instaurato la
Repubblica di San Marco. L'insurrezione si era estesa pure a
Milano (18 marzo) ed il 23 marzo il Re di Piemonte dichiarò
guerra all'Austria. A Zara si costituì la "Guardia Nazionale"
comandata dall'ex Podestà conte Borelli di Vrana, che assunse i poteri civili e militari adottando come insegna il tricolore italiano. Il 25 luglio dello stesso anno i piemontesi furono
sconfitti a Custoza ma la "Guardia Nazionale" di Zara fu
sciolta solo nel 1851, tre anni e mezzo dopo.
Una prima proposta di annessione della Dalmazia alla
Croazia fu respinta dai Comuni dalmati nel 1848 ed una successiva fu respinta nel 1861 dalla "Dieta dalmata", costituita
dagli autonomisti che avevano vinto il confronto con gli
annessionisti. Presidente della Dieta dalmata era il dottor
Spiridione Petrovic, serbo italofilo, e Vice-Presidente era il
dottor Antonio Bajamonti, famoso Podestà di Spalato. In
quell'epoca hanno inizio, in Dalmazia le lotte politiche tra
italiani e croati. Particolarmente accese si manifestarono nel
Ginnasio di Zara che fu l'unica scuola di studi superiori frequentata anche da studenti croati fino al 1890, quando dopo
decennali contrasti con il Comune fu istituito il Ginnasio
croato. Nel frattempo, dopo i moti liberali del 1848, gli ordinamenti scolastici austriaci subirono una riforma che toglieva la tradizionale divisione tra Ginnasio e Liceo. Il Ginnasio di
Zara fu elevato a otto anni di corso (quattro anni di Ginnasio
inferiore e quattro anni di Ginnasio superiore), secondo il
modello dei "Ginnasi superiori" di prima classe, istituiti nelle
città sedi di Università. Il 10 aprile 1875 fu visitato
dall'Imperatore Francesco Giuseppe che si soffermò in ogni
classe parlando in italiano con insegnanti e allievi. Nel 1897
fu ricostituito il convitto soppresso nel 1849, che dopo prese
il nome di "Convitto Nicolò Tommaseo".
Fino a quando fu Luotenente generale della Dalmazia il
barone de Mamula, che pur essendo croato rispettò i sentimenti italiani della città, anche il Ginnasio continuò le sue
tradizioni. Il successivo Luogotenente Radic favorì invece
smaccatamente i croati e nominò un Direttore croato della
scuola (Pericic) che usò tutte le angherie possibili, dal trasferimento dei professori alla croatizzazione dei cognomi degli
allievi. Gli successe Monsignor Luxic, anche lui croato ma
profondo estimatore della cultura italiana e rispettoso delle
tradizioni della scuola. Ne curò il rinnovamento dei locali ed
il recupero culturale. In questa situazione il 26 novembre
1904 fu solennemente celebrato il centenario della fondazione della scuola con la pubblicazione del manifesto che poi
fu scolpito in una lapide e affisso alla parete dell'ingresso
(vds riquadro).
Così, il Municipio di Zara, nel lontano 26 novembre 1904,
sotto la dominazione austriaca, festeggiava con vigorosa italianità, il centenario della sua prestigiosa scuola che allora si
chiamava "Imperial Regio Ginnasio Superiore".
Il 4 novembre 1918, alle ore 15, la torpediniera "55" della
Regia Marina italiana attraccò a Zara redenta. L'ex "Imperial
Regio Ginnasio Superiore" divenne, secondo l'ordinamento
italiano "Regio Liceo-Ginnasio Gabriele D'Annunzio" con
cinque classi di Ginnasio (tre inferiori e due superiori) e tre
classi di Liceo. Con la successiva istituzione del Liceo scientifico restò la sede di quello classico.
Giuseppe Vuxani
(Presidente della Fed.ne di Trieste e Cons.re Nazionale)
OGGI
XXIV NOVEMBRE MDCCCCIV
PLAUDE ZARA FESTANTE
ALLA SOLENNITA' SECOLARE
CHE NEL VETUSTO TEMPIO DI SAN GRISOGONO
GLORIOSO SUO GONFALONE
GLI INIZI DEL PUBBLICO GINNASIO RICORDA
GIA' PER DECRETO DEL VENETO SENATO
DELLE CLAUSTRALI PREBENDE DI SAN DEMETRIO
MUNIFICENTEMENTE FORNITO
E A VANTAGGIO DELLA GIOVENTU' IADRENSE
CON BENE AUSPICATA CONCORDIA
DI POPOLO E DI OTTIMATI
NUNZIA DI TEMPI NUOVI
DEDICATO
---------------VINCENZO DANDOLO PROVVEDITORE
ALL' OMBRA DELL' ITALICO REGNO
COLL' ALTO INGEGNO COLLA DOTTRINA ILLUMINATA
A LUSTRO INSIGNE A SOMMO DECORO
BENEMERENTE LO ADDUSSE
PER TAL MODO DONANDO
ALLA GLORIA ALLA URBANITA'
ALLE CONSUETUDINI ONESTE E GENEROSE
DELLE REGIONI DALMATICHE
I FAVORI DELLE ARTI GENTILI DELLE SCIENZE
SEVERE
DERIVATE DAL FONTE PERENNE
DELLA CIVILTA' E DEL SERMONE D' ITALIA
-------------------PER CENTO ANNI
INCONCUSSO COME GRANITO
AGLI INSULTI DISTRUGGITORI DEL TEMPO
A STRANE VICENDE DI PRINCIPI E DI NAZIONI
VALOROSAMENTE SI OPPOSE
AGLI AVI AI PADRI AI FIGLI NOSTRI
MITE CONFORTO
DI SPERANZE MIGLIORI
NELLE TRADIZIONI DEL SUOLO NATIO
NE' INTERROTTE NE' MISCONOSCIUTE OFFERENDO
-------------------SORRETTO
DAI VOTI AFFETTUOSI
DALLE RIMEMBRANZE RICONOSCENTI
DI DISCEPOLI E MAESTRI
IL MUNICIPIO DI ZARA
FIDUCIOSAMEMTE AUGURANTE
PREGA
CHE ASSENZIENTI GLI IDDII DELLA PATRIA
SPERDUTO OGNI NEFANDO CONATO
PER LUNGA ETA' NEL LONTANO AVVENIRE
PROSPERI FIORISCA CRESCA
35
IL NASTRO AZZURRO
IL “RUGGIERO DI LAURIA” DA CORAZZATA
A DEPOSITO CARBURANTE
Il “Ruggeiro di Lauria” in navigazione
L
a corazzata “Ruggiero di Lauria” fu progettata dal
Generale del Genio Navale Micheli, derivata dalle
navi della classe Caio Duilio, costituiva una classe di 3
unità assieme alle gemelle “Andrea Doria” e “Francesco
Morosini”.
Il Generale Alfredo Ruggero Micheli - figlio di
Giuseppe, ingegnere navale che aveva curato l'organizzazione dei principali Arsenali militari - nel progettare
queste tre unità, pensò a delle “Duilio” modernizzate
con artiglieria a retrocarica, corazze con acciai migliori ed
apparati motori più efficienti.
La costruzione di queste navi fu il frutto di un compromesso tra due scuole di pensiero nel campo delle
corazzate: una (Saint Bon) propendeva per una flotta con
grandi navi da battaglia, l'altra (Ferdinando Acton, ministro della Marina) per più unità di dislocamento limitato
Su indicazioni di Gregorio Ronca, sulla nave fu applicato per la prima volta un motore elettrico ai proiettori,
creando il primo proiettore di scoperta manovrabile a
distanza.
L'unità fu impostata nel cantiere navale di
Castellammare il 3 agosto del 1881 e varata il 9 agosto
del 1884. Come tutti vari dell'epoca, l'avvenimento
suscitò vasta eco in Italia ed all'estero. L'“Illustrazione
Italiana” del 24 agosto 1884 così scriveva a proposito "È
verissimo che tutti i vari dal più al meno si rassomigliano;
ma è pur vero che si è potuto assistere a cento vari ed al
centesimo si prova sempre la stessa, eguale emozione. In
quel momento solenne in cui il colosso immane, posato sul suo letto di legno, comincia a
muoversi franchissimo per poscia aumentare
Il varo
di velocità finché giunge a tuffarsi nell'acqua,
è impossibile rimaner freddi ed indifferenti. E
l'impressione che fa il varo di un piroscafo
qualunque; figurasi per una nave colossale
sulla quale possono un giorno pesare i destini
della Patria!
La parola non osa uscire dal labbro, il
cuore batte più violentemente, tutti i sensi
son riuniti in uno, nella vista, ed ansiosi si
segue la mossa della nave. Nel vederla cullarsi sulle onde, che amorosamente ne lambiscono i potenti fianchi, erompe spontaneo il
grido di Viva l'Italia! E le mani automaticamente plaudono al valoroso costruttore. Ed in
questo varo l'applauso non andava solo ad un
vivo, l'egregio ingegnere Bigliati, ma anche
ad un morto, il compianto Micheli che primo
disegnò il Ruggiero e lo pose in costruzione.
Non dirò delle varie cerimonie religiose e
civili che precedono il momento solenne: la
benedizione del sacerdote, la rottura della
36
tradizionale bottiglia di vino spumante sulla chiglia, eseguita da mano gentile. Non della folla che riempiva l'arsenale, dello spostarsi dei puntelli, dei tagli delle gomene. Basta per ciò aver veduto un varo per dire di averli
veduti tutti. Ciò che non è eguale è il sito, e, francamente, non vi è rada che a tale operazione si presti meglio di
quella di Castellamare. Natura par che l'abbia fatta apposta. L'incanto è da per tutto; le fantastiche curve del golfo
di Napoli chiuso dalle isole s'uniscono in pittoresco insieme con le erborate montagne di Qusisana, e nel fondo
col lumeggiante Vesuvio. Con Capri di fronte, Pompei
vicino, i ricordi dell'epoca romana corrono numerosi alla
memoria e spingendo oltre lo sguardo scorgesi Procida.
(…) Il Ruggiero di Lauria è una nave da guerra di 1° classe per forma e dimensioni, ha molte analogie col
Duilio…lo scafo tutto in acciaio è costrutto a sistema cellulare, le murate e le paratie trasversali sono corazzate e
formano due ridotti l'uno sovrapposto all'altro, il ridotto
superiore serve quasi esclusivamente a proteggere i 4
cannoni di grosso calibro che la nave è destinata a portar
nonché gli uomini comandati per la manovra, il ridotto
inferiore protegge le macchine, la Santa Barbara, ecc.,
ecc.
Oltre alla corazzatura di questo ridotto per maggiore
protezione di queste parti vitali della nave vi è un altro
sistema di corazzatura che prolungatosi orizzontalmente
giunge fino al primo ponte. Le corazze sono tutte a sistema compound e misurano dai 35 ai 45 centimetri di spessore. La nave è provvista di due macchine motrici, ognuna della forza di cavalli 5.000, costruite dalla ditta inglese Mondstay e figlio. La nave è armata di 4 cannoni da
100 tonnellate collocati a due a due sulle piattaforme
giranti, di un cannone da 15 tonnellate a poppa ed un
altro all'istesso calibro a prua, ed ai lati, cannoni e mitragliere disposti a batteria, nonché due lancia-siluri subacquei. Così potente è questo nuovo colosso guerresco
dell'Italia moderna, esso porta il nome de un uomo cui
sempre arrise la vittoria; possa seguirne le gloriose tradizioni e portare alta per il mondo l'itala bandiera".
Il nome del condottiere, secondo l'autore dell'articolo Nicola Lazzaro è legato alla città di Castellammare.
Egli, infatti, nel resto del suo scritto, asseriva che
della corazzata “Ruggiero di Lauria”
IL NASTRO AZZURRO
Ruggiero, unitamente a Giovanni, l'autore
dei Vespri siciliani, fuggì da Napoli dopo l'ucI possenti cannoni da 431 mm. pesanti cento
cisione di Corradino di Svevia e vinse contro
gli angioini: "La maggior vittoria di Ruggiero
tonnellate
di Lauria la riportò nelle acque stesse di
Castellamare il 5 giugno 1284, e la storia l'ha
registrata col nome di battaglia dei Comiti"
Il dislocamento dell'unità a pieno carico
era di 11.726 tonn. mentre le dimensioni
erano: 105,90 metri di lunghezza, 19,80 di larghezza e 8,70 metri di immersione
L'apparato motore era formato da 2
motrici alternative a cilindri verticali a triplice
espansione di costruzione inglese alimentato
da 8 caldaie cilindriche a loro volta alimentate da 850 tonnellate di carbone. Con una
potenza di 10.591 cavalli applicata sulle due
eliche, si otteneva una velocità di 16 nodi con
un'autonomia di 2.800 miglia (a 10 nodi).
Le protezioni erano le seguenti: verticale
(cintura) era di 450 mm.; orizzontale (ponte)
di 75 mm.; alle artiglierie di 25 mm.; al ridotto di 360 mm. ed al torrione di 250 mm..
Le piastre della corazzatura vennero fornicomando del Consiglio degli Ammiragli. Col consenso
te dalle acciaierie nazionali Terni. Fu la prima volta che
delle autorità ottomane, le potenze europee inviarono a
una speciale Commissione di Collaudo della Regia Marina
terra, ognuna, un distaccamento di 100 marinai. Il
giudicò l'acciaio di Terni superiore ad ogni altro ed autoCapitano di Vascello Carlo Amoretti fu nominato
rizzò il rivestimento anche delle navi “Re Umberto”,
Comandante Militare Internazionale di La Canea, il prin“Sicilia”, “Sardegna” e “Marco Polo”.
cipale porto di Creta; sbarcando egli prese possesso del
L'armamento del “Ruggiero di Lauria” era così costiKonak (Quartier Generale della Gendarmeria) insieme
tuto:
agli ufficiali dei Carabinieri Reali che erano già sul posto.
– 4 cannoni binati da 431/27 mm.;
Alla fine dell'800 l'Impero Ottomano era ormai in crisi
– 2 cannoni singoli da 152/32 mm.;
profonda e le potenze europee tentavano di ereditarne i
– 4 cannoni da 120/32 mm.;
possedimenti. Creta dipendeva da Costantinopoli ed era
– 2 cannoni da 74 mm.;
un'isola molto appetibile per la sua posizione strategica.
– 10 cannoni da 57 mm.;
La popolazione era in parte greca ed in parte turco-mus– 17 pezzi da 37 mm.;
sulmana per cui gli scontri erano frequenti ed inevitabili
– 2 tubi lanciasiluri subacquei da 450 mm.
ed il governatore turco dell'isola non era in grado di
L'equipaggio normalmente era di 506 uomini ma
mantenere la pace. Tra i greci, inoltre, forte era il desidepoteva superare anche le 1.000 unità.
rio dell'Enosis cioè del ricongiungimento dell'isola con la
La nave fu completata il 1° febbraio del 1888 e consemadre Patria. Per evitare una guerra tra la Grecia e la
gnata alla Regia Marina. A maggio del 1890 si recò a
Turchia, le potenze europee inviarono contingenti di
Genova per i festeggiamenti per il 30° anniversario della
truppe e navi a ristabilire il precario equilibrio socio-poliSpedizione dei Mille. Nel maggio 1896 in seguito all'intico e militare.
surrezione cristiana di Creta contro l'Impero Ottomano,
Dopo questa parentesi in Egeo, il “Ruggiero di
la nave fu inviata a La Canea insieme alla corazzata
Lauria” fu radiato l'11 novembre 1909 ed utilizzato come
Stromboli. Al comando della squadra navale italiana era
deposito carburante. Nello scafo dell'ex corazzata si
l'ammiraglio conte Felice Napoleone Canevaro. Giunsero
poteva stivare circa 9.000 tonnellate di nafta.
a Creta anche navi di altre potenze europee.
Nel 1926, anno della creazione della società AGIP,
L'ammiraglio italiano, per l'anzianità nel grado, assunse il
questa chiese alla Regia Marina di utilizzare a
Napoli lo scafo del “Ruggiero di Lauria” e del
“Procione” (nave ex austriaca preda bellica
Trittico della corazzata
della prima guerra mondiale). Nel porto della
città partenopea c'era bisogno di aumentare
il bunkeraggio in attesa della costruzione del
deposito costiero di San Giovanni a Teduccio
con il relativo collegamento con il pontile di
Vigliena. Entrambi i depositi di nafta galleggianti venivano riforniti dalle navi dell'AGIP e
da quelle noleggiate. A deposito costiero ultimato il “Ruggiero di Lauria” venne trasferito
a Genova ed il “Procione” restituito alla
Marina.
Nel 1943, sempre in funzione di deposito
galleggiante, lo scafo si trovava a La Spezia e
venne bombardato dall'aviazione alleata.
Affondato, si adagiò sui bassi fondali del
porto. Recuperato nel 1947, venne definitivamente demolito. Così terminò la vita di una
potente corazzata.
Antonio Cimmino
(Vice presidente della Federazione di Napoli)
37
IL NASTRO AZZURRO
ANCHE QUEST’ANNO “TERRA SOGNATA” ORGANIZZA
VIAGGI A PREZZI SCONTATI PER GLI “AZZURRI”
CROCIERA FLUVIALE "L'INCANTO DEL RENO" - da Basilea ad Amsterdam - con la Motonave Poseidon
Partenza 8 agosto 2010 - 8 giorni / 7 notti - Minimo 2 partecipanti.
Tipologia di cabina:
– Cabina doppia ponte superiore:
Euro 1590
– Cabina tripla ponte superiore:
riduzione tripla 10% per tutti gli occupanti.
Le quote non comprendono:
– Spese d'iscrizione: Euro 50
– Tasse aeroportuali a partire da un minimo di Euro 110 ad un massimo di Euro 180 (a seconda della
compagnia aerea)
– Assicurazione annullamento Euro 33
SCONTO SPECIALE SOCI NASTRO AZZURRO DA € 115 A € 150, A PERSONA.
TERMINE ISCRIZIONI: 15 APRILE 2010 (con contestuale versamento di un acconto di Euro 150 p.persona.
Saldo entro il 1° luglio 2010.
CROCIERA FLUVIALE "DALLA TERRA DEI COSACCHI AL MAR NERO" - da Istanbul a Kiev - con la
Motonave Marshall Koshevoy - Partenza 8 agosto 2010 - 15 giorni / 14 notti - Minimo 2 partecipanti.
Tipologia di cabina:
– Cabina doppia ponte principale
Euro 2050
– Cabina doppia ponte superiore
Euro 2250
– Cabina doppia ponte lance
Euro 2400
– Cabina Junior Suite
Euro 3150
– Cabina Tripla: su richiesta. Si trovano sul ponte inferiore, sulla linea di galleggiamento. Prevista una
riduzione di Euro 100 a persona rispetto al ponte principale.
Le quote non comprendono:
– Spese d'iscrizione: Euro 50
– Tasse aeroportuali a partire da un minimo di Euro 110 ad un massimo di Euro 190 (a seconda della
compagnia aerea)
– Assicurazione annullamento Euro 41/52
SCONTO SPECIALE SOCI NASTRO AZZURRO DA € 180 A € 240 A PERSONA.
TERMINE ISCRIZIONI: 15 APRILE 2010 (con contestuale versamento di un acconto di Euro 250 a persona.
Saldo entro il 15 giugno 2010 .
In entrambi i viaggi, il gruppo sarà seguito da un Accompagnatore di "Terra Sognata" al raggiungimento di un minimo di 25 partecipanti. Per un numero inferiore di partecipanti, il viaggio verrà comunque
effettuato con l'assistenza del personale Giver.
I PARTICOLARI SUL SITO DELL’ISTITUTO “www.istitutonastroazzurro.org”
QUINTA EDIZIONE DEL LIBRO DI ZANARDI
La segreteria della Presidenza Nazionale dell’Istituto del Nastro
Azzurro è finalmente in condizione di accontentare tutte le richieste, rivolteci al Congresso di Bologna, di acquistare il libro del
Comandante Giorgio Zanardi che ad ottobre era esaurito e del
quale è stata pubblicata una quinta edizione.
Il libro potrà essere acquistato al prezzo di 15 (quindici) Euro con
le stesse modalità previste per l’oggettistica del Nastro Azzurro
pubblicata sulla quarta di copertina del nostro periodico.
38
IL NASTRO AZZURRO
AZZURRI CHE SI FANNO ONORE
La Federazione Provinciale di Ferrara, grazie all’indefessa opera di proselitismo posta in essere soprattutto dal
Presidente Nazionale Onorario Com.te Giorgio Zanardi, ha molti nuovi soci simpatizzanti, tre dei quali hanno
espresso la loro soddisfazione per l’appartenenza al sodalizio con le rispettive seguenti lettere:
“Ricevo la tessera di Socio Simpatizzante e ringrazio dal profondo del cuore il Presidente Nazionale Com.
Giorgio Zanardi per avermi concesso questo onore.
È una grande emozione per me entrare a far parte di Codesto Istituto come mio padre, Virgilio Paglierini,
che fu un grande marinaio, un ottimo padre congiuntamente a mia madre.
Oggi i miei genitori non sono più su questa terra, ma vivono felici insieme come lo sono stati per oltre 50
anni.
I Valori Morali ed i comportamenti di mio padre e di tutti i marinai d'Italia, sono oggi cosa rara, ma solo
queste Persone che hanno affrontato la dura guerra con sacrifici dando anche la propria vita per l'Italia,
hanno il merito immenso di aver costruito ciò che oggi noi abbiamo.
Conserverò questa tessera con orgoglio ed amore e sarà mia cura rinnovare ogni anno questo momento
molto importante per me.
Mi permetto di ringraziare tutti coloro che non conosco e che hanno permesso di essere uno di Voi. Grazie
L'augurio che mi sento di fare a tutti è ... arrivederci al prossimo anno.
Ossequi
Roberto Paglierini”
Egr. Presidente,
ricevo con grande piacere la tessera di socio
dell'Istituto del Nastro Azzurro, che così cortesemente
ha voluto consegnarmi personalmente.
Mi onora profondamente l'attenzione e la considerazione che questo gesto dimostra nei miei confronti:
un gesto capace di comunicare la stima personale, ma
anche la vicinanza alle istituzioni.
Nel ringraziarLa del gentile e graditissimo pensiero,
Le invio i miei saluti più cordiali
Il Prefetto di Ferrara
Provvidenza Raimondo
I
l Socio Simpatizzante Ten.Col. Fulvio Bernabei,
recentemente iscritto ad opera del Presidente
Nazionale Onorario Comandante Giorgio Zanardi,
ha voluto ringraziare con la lettera riprodotta qui
accanto.
Il Ten.Col. Bernabei è il Comandante Provinciale
della Guardia di Finanza di Ferrara ed ha conseguito
brillantissimi risultati nella sua continua e decisa
attività di contrasto al criminalità organizzata e non.
L’attività di proselitismo per il Nastro Azzurro
svolta dal Comandante Zanardi non conosce sote.
Per questo merito continuo nel cercare sempre maggiori adesioni all’Istituto del “Valore”, la redazione
ha ritenuto che la pagina di questo mese fosse a
buon diritto da dedicarsi per intero al nostro amatissimo Giorgio Zanardi.
39
IL NASTRO AZZURRO
CRONACHE DELLE FEDERAZIONI
sede del Comune e ha raggiunto il Monumento ai
Caduti dove la cerimonia si è conclusa con la deposizione di corone d'alloro mentre nell'aria echeggiavano le note del "silenzio d'ordinanza".
BRINDISI
Il 12 novembre 2009, nel piazzale antistante il
Monumento al Marinaio d'Italia, è stata celebrata
"la giornata del ricordo dei marinai periti in mare",
istituita nel 2002 dall'allora Presidente della
Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, per commemorare i marinai militari e civili che, nelle due guerre
mondiali, hanno sacrificato la propria vita per la
Patria in combattimento. Il Comandante in capo
dello Ionio e del Canale d'Otranto, Ammiraglio Gian
Maria Faggioni, ha ricordato che furono circa 6.000
nella guerra del 15-18 e 33.900 nella seconda guerra
mondiale i marinai che alla fine non risposero all'appello. Le navi affondate furono 870 da guerra e
2.274 mercantili e con esse, non pochi comandanti,
rimasti a bordo nel rispetto d'una vecchia tradizione
marinara. Come l'Ammiraglio Faggioni, anche il
celebrante, Monsignor Renato Pizzigallo, ha ricordato i caduti di Nassirya. Il Labaro della Federazione
Provinciale di Brindisi dell'Istituto del Nastro
Azzurro, sorretto dal vicepresidente CGVM
Gianfranco Melfi e accompagnato dai soci comm.
Antonio Martongelli e dal Comm. Salvatore
Toma, ha fatto ingresso sul luogo della cerimonia
unitamente al Medagliere della Marina Militare,
scortato da un Ufficiale del Reggimento San Marco
in tenuta operativa e due Sottufficiali in grande
uniforme invernale.
San Vito dei Normanni (BR) - Celebrazione del 4
novembre
CATANZARO
Nel bimestre, la Federazione Provinciale di
Catanzaro ci ha comunicato la partecipazione ai
seguenti eventi e cerimonie:
– Celebrazione del 4 novembre con la deposizione
di corone d'alloro ai piedi del monumento ai
Caduti di tutte le guerre sito in Catanzaro - piazza Matteotti, e con una esposizione fotografica
allestita presso la Caserma sede del Comando
Legione Carabinieri "Calabria";
– la cerimonia, svoltasi il 7 novembre 2009 su iniziativa del Gen. di Brigata Pasquale Martinello e
dall'Amministrazione Comunale, relativa all’intitolazione di una piazza di Soverato ai sei Militari
della Folgore caduti a Kabul. Dinanzi alle massime autorità locali, alla popolazione Soveratese
ed alle scolaresche, al ritmo della Fanfara della
Brigata "Aosta", un plotone di Bersaglieri si è
schierato al lato di un cippo marmoreo edificato
a perenne memoria del Reparto della Folgore.
Commovente il momento della benedizione
curato dal Parroco don Pasquale Luciano
Rondinelli e la deposizione di corone d'alloro alla
presenza della Madre del Caporale Nigro.
Presenti con l'Associazione Nazionale Famiglie
dei Caduti e Dispersi in Guerra e l'Associazione
Nazionale Paracadutisti d'Italia, un folto numero
di Soci e simpatizzanti della Federazione
Provinciale "Gli Azzurri dei Due Mari" tra cui la
N.D. Maria Antonietta di Tocco, la dott.ssa
Elvira Fristachi la dott.ssa Simona Bitonti, a
formare quadrato intorno al Labaro del nostro
sodalizio il Presidente Cav. Avv. Giuseppe
Palaja, il S.Ten. CC Pietro Vivone, l'avv.
Antonio Palaja di Tocco (Alfiere) il M.C. G.d.F.
dr. Elio Bonacci (Scorta);
– il 12 novembre 2009, "Giornata del Ricordo dei
Caduti Militari e Civili nelle Missioni
Brindisi - Giornata del ricordo dei marinai periti
in mare
BRINDISI
Sez. di San Vito dei Normanni
La ricorrenza del 4 Novembre è stata celebrata a
S. Vito dei Normanni con una solenne cerimonia alla
quale hanno partecipato, oltre alle Autorità ed a
numerosi cittadini, alcune classi di studenti elementari e medie della città accompagnate dai propri
insegnanti. Il corteo, presenti il sindaco On.
Antonello Trizza con il gonfalone del Comune, il
Labaro del Locale Gruppo dell’Istituto del Nastro
Azzurro, scortato dai Soci guidati dal M.llo
Vincenzo Di Viesto, quello dell' A.A.A. e le bandiere delle locali Associazioni Combattentistiche, preceduto dalla Banda musicale cittadina, è partito dalla
40
IL NASTRO AZZURRO
Vittorio Aiazzi per i Caduti militari e civili, onorati da un Bersagliere trombettiere con il
"Silenzio" e dagli inni patriottici dei soldati dal
cappello piumato.
Internazionali per la Pace", si sono svolte presso
la Caserma Pepe-Bettoja del Comando Militare
Esercito Calabria e presso il Bioparco di
Catanzaro davanti al Monumento "Roccia dei
Caduti di Nassiriya" cerimonie solenni nel ricordo di tali vittime. Numerose autorità Militari,
Civili e Religiose presenti tra cui il Gen. B. CC
Marcello Mazzuca, il Gen. B. Pasquale Martinello,
il Gen. B. G.d.F. Gaetano Giancane, il
Comandante Regionale della Polizia Stradale
Vincenzo Ortolano, il Prefetto ff Sebastiano
Cento, il Questore Arturo De Felice, numerose
Associazioni Combattentistiche e d'Arma;
– il
21
novembre
2009
nella
Basilica
dell'Immacolata
è
stata
celebrata
dall'Arcivescovo di Catanzaro e Squillace, S.E.
Mons. Antonio Ciliberti, la S. Messa in onore
della "Virgo Fidelis" Patrona dell'Arma dei
Carabinieri. Con il canto in sottofondo della
"Virgo Fidelis" di Scotti-Fantini eseguito dal
soprano Mimma Cacciatore, è stata benedetta l'icona delle Vergine Maria realizzata dall'Istituto
d'Arte per il Mosaico di Monreale "Cap. CC
M.O.V.C. Mario D'Aleo" per la Cappella del
Comando Legione Carabinieri "Calabria".
Presenti il Comandante Gen. B. Marcello
Mazzuca, autorità Civili e Militari ed Associazioni
Combattentistiche e d'Arma; intervenuto per il
nostro Sodalizio il Presidente della locale
Federazione "Gli Azzurri dei Due Mari" Cav. Avv.
Giuseppe Palaja.
LIVORNO
Sabato 14 novembre il Gen. Rosario Castellano,
Comandante la Brigata Paracadutisti Folgore appena rientrato con i suoi dalla missione in
Afghanistan, ha celebrato la battaglia di El
Alamein, alla presenza del Presidente del Senato,
On. Renato Schifani, delle autorità Civili e Militari e
di un forte concorso cittadino, che ha impegnato
tutto lo stadio di calcio livornese. Il commovente
appello dei parà Caduti in missione di pace ha preceduto il passaggio di consegne, testimone la
Bandiera di Guerra Decorata di M.O.V.M., tra il
Gen. Castellano e il Gen. Federico D'Apuzzo, nuovo
Comandante. A conclusione, lo spettacolare lancio
di paracadutisti con atterraggio di precisione. Il
nostro Labaro ha aperto l'ingresso delle
Associazioni Combattentistiche e d'Arma alla testa
della fila direttamente accompagnato dal presidente di Sezione Cav. Uff. Raniero Chelli, M.B.V.M.;
portalabaro MMA Enzo Rossi.
FIRENZE
Sez. di Prato
La Sezione pratese del Nastro Azzurro ha ricordato i nostri soldati Caduti in tre grandi celebrazioni di
forte e patriottico richiamo:
– mercoledì 4 novembre 2009 nella cattedrale di
Prato una S. Messa è stata concelebrata da
Mons. Gastone Simoni, Vescovo di Prato, dal
Vicario Generale Mons. Eligio Francioni, nostro
socio e Consigliere, e da Mons. Basilio Petrà con
la partecipazione delle autorità e delle
Associazioni d'Arma, presenti con i loro vessilli. Il
Labaro della nostra sezione era portato dall'alfiere marinaio Boris Bassi. Ci si è poi recati in
corteo, sotto una pioggia battente, a deporre
una corona d'alloro al monumento ai Caduti,
davanti al quale il vice prefetto dottor
Grandesso ha pronunciato elevate parole all'indirizzo dei soldati schierati insieme alle crocerossine e alle Forze dell'Ordine;
– la domenica successiva 8 novembre, nell'importante Pieve di Carmignano, che costituisce la
famosissima Visitazione del Pantano, è stata celebrata una Santa Messa per i Caduti e nell'attigua
cappella dei Caduti Carmignanesi è stata posta
una corona di alloro per ricordare la Medaglia
d'Oro al V.M. alla memoria il volontario
Ippolito Niccolini, Caduto a Bir El Gobi e tutti
gli altri militari Caduti per la Patria;
– la celebrativa triade si è chiusa domenica 15
novembre con una Santa Messa celebrata nella
parrocchia pratese del Sacro Cuore da Mons.
Livorno - Cambio di consegne al Comando della
Brigata Paracadutisti “Folgore” e commemorazione
di “El Alamein”
MACERATA
Sez. di Recanati
Recanati (MC) Commemorazione del 4 novembre
La Sezione di Recanati della Federazione
Provinciale di Macerata ha partecipato, il 1° novem-
41
IL NASTRO AZZURRO
PARMA
bre 2009, alla festività di Ogni Santi, con la quale la
città di Recanati ha commemorato il 4 novembre,
giorno della Vittoria, con una messa in suffragio dei
Caduti e la deposizione di una corona di alloro alla
presenza di autorità civili ed associazioni delle varie
armi.
Celebrata il 4 novembre "La Giornata dell'Unità
Nazionale e la Festa delle Forze Armate" con una
solenne cerimonia militare. In piazza Duomo erano
schierati un reparto di formazione in armi, il
Gonfalone della città, Decorato di Medaglia d'Oro
al Valor Militare, quello della Provincia, Decorato
di Medaglia d'Oro al Merito Civile e tutte le
Associazioni Combattentistiche e d'Arma cittadine.
La Federazione del Nastro Azzurro di Parma era presente con il proprio Presidente ed una rappresentanza con Labaro. Hanno partecipato anche alcune
classi di studenti e un folto pubblico. Dopo l'alzabandiera al suono dell'Inno Nazionale e la lettura
dei messaggi del Capo dello Stato e del Ministro
della Difesa, il Presidente della Provincia di Parma ha
rivolto il suo saluto a tutti i presenti. Quindi il Brig.
Gen. Gennaro Di Lauro, rappresentante del
Comandate Militare Regionale, ha pronunciato l'allocuzione ufficiale sottolineando, tra l'altro, i numerosi impegni internazionali cui le nostre Forze
Armate sono chiamate a far fronte.
MILANO
Sez. Carate Brianza
Linate (MI) - Rientro delle spoglie mortali del
S.ten. Pil. Mario Longoni
Parma: Celebrazione del 4 novembre
Sono rientrati in Patria dopo 68 anni i resti del S.
Ten. Pilota Mario Longoni del 51° Stormo della
Regia Aeronautica, inviato con il C.S.I.R. in Russia
dove ebbe come prima base operativa l'aeroporto
di Krivoj-Rog, al confine tra la Romania e l'Ucraina.
il 28 agosto, Mario Longoni, già Decorato di
Medaglia d'Argento al V.M. nella campagna di
Grecia-Albania, perì accidentalmente al rientro da
una missione. Trattandosi del primo pilota della
Regia Aeronautica Caduto nel corso della spedizione in Russia, Benito Mussolini dispose che i suoi resti
venissero custoditi in un "Mausoleo" appositamente eretto presso il Cimitero Militare Italiano di
Ghencea, non distante da Bucarest, per i Caduti italiani della prima Guerra Mondiale. Su iniziativa del
Presidente
dell’Associazione
Nazionale
Combattenti e Reduci e dell'istituto del Nastro
Azzurro, Sezione di Carate Brianza, Gen. B.
Umberto Raza, un P.180 del 14° Stormo ha riportato in Italia la Salma dalla Romania venerdì 18 settembre 2009. L’Urna contenente le spoglie del
Caduto è giunta a Linate avvolta nel Tricolore ed è
stata accolta con gli Onori Militari resi dal picchetto
armato del suo glorioso 51° Stormo di Istrana (TV)
alla presenza delle più alte autorità militari e civili,
del Sindaco di Carate Brianza, Avv. Marco Pipino,
presente col Gonfalone, dei familiari del Caduto e
delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma.
L'Istituto del Nastro Azzurro era presente con i
Labari della Federazione Provinciale di Milano e
della Sezione di Carate Brianza. Al termine della
cerimonia, l'Urna è stata portata a Milano, presso il
Comando della 1^ Regione Aerea. Il giorno seguente, è stata portata a Carate Brianza, sua città natale, dove, dopo una solenne e partecipatissima funzione religiosa la cittadinanza in corteo, tra ali di
folla e bandiere, ha accompagnato l'Urna fino al
locale Cimitero per la tumulazione nella tomba di
famiglia.
PAVIA
Sez. di Voghera
A Voghera, nell'ambito della cerimonia in ricordo del Santo Patrono della Fanteria, svoltasi nel
rinnovato Salone d'Onore del Museo Storico
"Giuseppe Beccari", è stata inserita la Solenne
benedizione del nuovo Labaro della Sezione di
Voghera dell'Istituto del Nastro Azzurro, portatore
delle 8 Medaglie d'Oro al Valor Militare cittadine. Alla cerimonia erano presenti anche molte
Sezioni di Fanti della Lombardia e del Piemonte.
Ospite d'Onore il Vice Presidente Nazionale del
Nastro Azzurro Gen. Arnaldo Cassano. S.E. il
Vescovo di Tortona Mons. Martino Canessa, unitamente alle Massime Autorità cittadine e a numerosi Sindaci d'Oltrepo, ha solennizzato la Cerimonia.
Alfieri d'Onore gli Allievi della Scuola Militare
Teulié di Milano. Madrina della benedizione, la
Signora Gabriella Lanzuolo, portatrice della
Medaglia d'Oro al V.M. del padre Col. di
Cavalleria Luigi Lanzuolo. A seguire, la consegna
della Bandiera Comunale al Sindaco di Cigognola.
Successivamente, nel 30° della scomparsa di Mons.
42
IL NASTRO AZZURRO
dalla missione Unifil in Libano "Leonte 6". L’evento
si è svolto nella centrale piazza XX Settembre alla
presenza del Sindaco di Pordenone, Sergio
Bolzonello, del Presidente della Provincia,
Alessandro Ciriani, del Vice Presidente della
Regione Friuli Venezia Giulia, Luca Ciriani, del Capo
di Stato Maggiore dell'Esercito, Gen. Giuseppe
Valotto, e di numerosi cittadini che hanno salutato
ed applaudito i 350 militari del 132° Ariete schierati con il Comandante Gen. B. Carmelo De Cicco, la
Bandiera di Guerra e la Fanfara. È stato anche
celebrato l’82° anniversario della costituzione della
specialità carrista e, a conclusione della cerimonia, il
Gen. Valotto ha appuntato sulla Bandiera di Guerra
dell'11° Reggimento Bersaglieri la Croce al Valor
Militare concessa per l'operato nella missione in
Iraq "Antica Babilonia 3" e la Croce al Valore
dell'Esercito al T.Col. Alessandro Santarpia,
Comandante del Distaccamento del Battaglione
Logistico "Ariete".
Carlo Angeleri, Vescovo e Fante, nonché
Cappellano della sezione, è stata benedetta una
targa che sarà collocata nella cappella di famiglia a
Silvano Pietra a sostituzione dello Stemma rubato
da vandali. Infine ha avuto luogo la
Commemorazione del Santo Patrono della
Fanteria. L’evento si è chiuso, dopo i discorsi ufficiali, con la consegna di numerosi diplomi di Socio
Benemerito, targhe commemorative e crest. Il
Sindaco di Voghera ha consegnato la Croce di
Cavaliere OMRI al Fante Domenico Burrone e l'onorificenza di Commendatore al Fante Giorgio
Andreoni, Presidente della Sezione.
PESCARA
La celebrazione a Pescara del 4 novembre,
"Giornata dell'Unità Nazionale - Festa delle Forze
Armate", è iniziata con la Santa Messa in suffragio
dei Caduti per la Patria, officiata dall'Arcivescovo
mons. Tommaso Valentinetti nella Cattedrale di S.
Cetteo, alla presenza delle Autorità civili e militari,
delle
Rappresentanze
delle
Associazioni
Combattentistiche e d'Arma e della Croce Rossa
Italiana, di un nutrito gruppo di studenti e di numeroso pubblico. L’evento è proseguito nell’adiacente
piazza Garibaldi, sede del Monumento ai Caduti,
dove, dopo l'Alzabandiera, è stata data lettura dei
messaggi del Capo dello Stato e del Ministro della
Difesa. Il Presidente della nostra Federazione C.
Amm. Guido Natale, come ormai consuetudine, ha
tenuto il discorso commemorativo evidenziando che
la ricorrenza del 4 novembre ha un significato e un
valore tali che non a torto l'Istituto del Nastro
Azzurro, e le Associazioni Combattentistiche e
d'Arma, chiedono che torni ad essere "Festa
Nazionale". Hanno fatto poi seguito gli interventi di
S.E. il Prefetto dott. Paolo Orrei e del Sindaco avv.
Luigi Albore Mascia. Infine, sono stati resi gli onori
ai Caduti per la Patria con la deposizione di corone
d'alloro al Monumento. Nel pomeriggio, la prof.ssa
Franca Minnucci ha organizzato e realizzato un
incontro-spettacolo inteso a rievocare la storica
"impresa fiumana" di Gabriele D’Annunzio poeta di
Pescara.
PORDENONE
Nuova Sezione di Maniago
In occasione della Festa delle Forze Armate, è
stata ricostituita la Sezione di Maniago
dell'Istituto del Nastro Azzurro, sotto la guida di
Roberto Centa, figlio del Ten. Col. Pilota
Sergio Centa, Medaglia d'Argento al Valor
Militare, compianto Presidente della Sezione
stessa. Il Labaro ha partecipato alla cerimonia
svoltasi l'8 novembre alla presenza del sindaco
Dott. Alessio Belgrado, del comandante del 132°
Reggimento Artiglieria Corazzata Ariete Col.
Fulvio Giovanni Bellassai e delle altre Autorità
civili e militari.
Dopo la S. Messa celebrata nel Duomo di
S.Mauro, il corteo, preceduto dal Gonfalone del
Comune con i Labari delle Associazioni
Combattentistiche e d'Arma ed accompagnato
dalla banda dell' Associazione Filarmonica della
città di Maniago, si è recato al Monumento ai
Caduti per la deposizione di una corona d'alloro. La cerimonia si è poi rinnovata al
Monumento ai Caduti di Maniago Libero e di
Campagna.
Pescara: Celebrazione del 4 novembre
ROMA
L’11 novembre 2009, presso la Basilica di San
Martino ai Monti, è stata celebrata l'annuale Messa
in onore di San Martino, Vescovo di Tours, Patrono
dell'Arma di Fanteria. Alla celebrazione, organizzata dall'Associazione Nazionale del Fante, erano presenti numerose Autorità Militari e le Associazioni
Combattentistiche e d'Arma con i relativi Labari e
Medaglieri. Per il nostro Istituto era presente il
Presidente della Federazione e Consigliere
PORDENONE
Il 19 novembre 2009 il Labaro della Federazione
con un gruppo di Soci ha partecipato alla cerimonia
per il rientro della 132^ Brigata Corazzata Ariete
43
IL NASTRO AZZURRO
Nazionale Dott. Comm. Antonio Valeri, il Vice
Presidente Dott. Primo Verdi Rosi, il Sindaco s.ten.
Cav. Roberto Stocchi e il Labaro provinciale portato dall'Alfiere Sig. Giuliano Fefè, figlio
dell'Azzurro appena scomparso Serg.c. Cav. Uff.
Adamo Fefè (M.B.V.M.) che era stato per lungo
tempo Alfiere della Federazione.
Afghanistan. Il Nastro Azzurro era rappresentato
dal socio M.A.V.E. Mar. Giovanni Bozzini sottufficiale anziano di scorta alla Bandiera di Guerra del
Reggimento, anch'egli di rientro dalla missione, da
Enrico Ricci, che con il Labaro ha aperto la sfilata
delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma, e
dal Commissario della Federazione Marco
Cetoloni. La celebrazione, coinvolgente e davvero
toccante, ha registrato, accanto alla gioia del ritorno dei militari, la tristezza per il ricordo dell'attentato di Kabul dell 17 settembre 2009, dove hanno
trovato la morte sei paracadutisti della Brigata
Folgore di cui quattro appartenenti al Reggimento
di stanza a Siena. L'Arcivescovo di Siena, il comandante della Brigata Gen. Castellano ed il comandante del Reggimento Col. Zizzo insieme ai familiari dei Caduti hanno deposto una corona di fiori al
monumento nella piazza della caserma alla memoria dei parà uccisi a Kabul. Il momento più commovente si è avuto quando un parà schierato ha chiamato i nomi delle vittime, e per ognuno di loro si
alzava il grido di tutto lo schieramento
"Presente!".
ROMA
Sez. Banca d’Italia
Il 4 novembre 2009 si è svolto presso il cortile del
Palazzo Koch, sede centrale della Banca d'Italia, la
cerimonia di commemorazione dei colleghi Caduti
di tutte le Guerre. Alla presenza di un picchetto
d'Onore dei Carabinieri in alta uniforme, il
Governatore Prof. Mario Draghi ha deposto una
corona di alloro sulla stele in bronzo che li ricorda,
con il Direttore Generale Dott. F. Saccomanni, i Vice
Direttori Generali Dott. L. Visco e Dott.ssa A.M.
Tarantola. Era altresì presente il decano della cerimonia, il Presidente dei Combattenti, Reduci ed
Invalidi di Guerra della Banca d'Italia nonché il dr.
Paolo Bugliani. Inoltre era presente con i due Labari
della Sezione del Nastro Azzurro della Banca d'Italia
e quello della Federazione di Roma, il Presidente dr.
Antonio Valeri, che faceva gli onori di casa accogliendo le corone ed i rappresentanti istituzionali
dell'Istituto. Un caloroso ringraziamento va a Mons.
Ugo Borlenghi Cappellano Militare, che ha officiato
e benedetto i presenti e i Caduti per la Patria, a
tutti i Colleghi che hanno partecipato alla cerimonia, a CSR, CASPIE e a tutte le sigle sindacali presenti nell'Istituto, al picchetto d'onore del Gruppo
Volontari CC della Protezione Civile che hanno
deposto una corona ed al Suo responsabile in Banca
d'Italia dr. R. De Simone e infine al Colonnello
Comandante dei CC con il suo staff del Nucleo CC in
Banca d'Italia.
Siena: Cerimonia per il rientro del 186° Rgt.
dall’Afghanistan
Palazzo Koch (Roma): Celebrazione del 4 novembre
SONDRIO
Nel bimestre, la Federazione Provinciale di
Sondrio ci ha comunicato i seguenti eventi e cerimonie:
– una lezione tenuta dal segretario agli studenti
delle quinte elementari delle scuole di Morbegno
(SO) sul tema della "Guerra Bianca" in occasione
della ricorrenza del IV Novembre;
– ha presenziato con il Presidente, il Vice
Presidente e numerosi soci alle celebrazioni del 4
novembre a Sondrio, Morbegno, Tirano, Bormio
(ove il Vice Alfiere e la scorta erano presenti tutti
in uniforme) ed Albosaggia;
– ha presenziato con il Presidente, l'Alfiere ed altri
Soci inquadrati nella Sezione di Sondrio
dell'Associazione Nazionale Carabinieri, di cui è
Presidente il Socio Filippo Zotti, alla commemorazione dei Caduti di Nassiriya;
– ha presenziato il 21 novembre con il Presidente,
l'Alfiere, il Segretario ed altri Soci inquadrati
nella Sezione di Sondrio dell'Associazione
Nazionale Carabinieri, di cui è Presidente il Socio
Filippo Zotti, alla celebrazione della Virgo
SIENA
Il 5 novembre 2009 presso la caserma "Roberto
Bandini" di Siena, sede del 186° Rgt. paracadutisti
"Folgore", si è tenuta la cerimonia di rientro del
Reggimento dopo sei durissimi mesi trascorsi in
44
IL NASTRO AZZURRO
Fidelis, patrona dell'Arma a Sondrio e Morbegno,
dove Alfiere è stato il Socio Ten. CC Camillo
Bianchini.
le più alte Autorità militari e civili della Città,
della Provincia e della Regione ed un folto pubblico che ha partecipato con molto calore a tutte
le cerimonie. La Federazione Provinciale di
Torino del Nastro Azzurro era presente con il
Labaro affiancato da alcuni Consiglieri e molti
Azzurri unitamente a moltissime altre
Associazioni combattentistiche con le loro insegne;
– l’8 novembre 2009 è stato celebrato il 91° anniversario della vittoria della 1^ Guerra Mondiale
con la cerimonia dell'Alzabandiera in piazza
Castello a Torino con esposizione di mezzi militari nelle piazze della città. Numerosa l'affluenza
sia dei Militari che dei civili tra cui molti Decorati
al Valor Militare e alcuni rappresentanti della
Presidenza della Federazione Provinciale di
Torino dell'Istituto del Nastro Azzurro e di alcune
Associazioni Combattentistiche con i loro Labari;
– il 14 novembre 2009 è stata celebrata, a cura
dell'Opera Nazionale Caduti Senza Croce e il
Gruppo Croce Bianca in gemellaggio di Ideali e
Preghiera, una Santa Messa in suffragio di tutti i
Caduti le cui spoglie sono disperse, nella Reale
Militare Chiesa di San Lorenzo di Torino. Nel corso
del Sacro Rito sono stati benedetti i Bracciali della
Memoria di alcuni Caduti senza Croce e consegnati a congiunti e discendenti. Al termine della
messa sono state recitate le Preghiere delle Armi
e dei Corpi rappresentati. Sono seguiti brani di
musica sacra, inni patriottici, marce militari e canzoni di guerra. La Chiesa era gremita di Militari,
civili e molte Associazioni, tra cui la Federazione
Provinciale di Torino dell'Istituto del Nastro
Azzurro rappresentati da Consiglieri.
Sondrio: Celebrazione Virgo Fidelis
TORINO
Nel bimestre, la Federazione Provinciale di Torino
ci ha comunicato la partecipazione ai seguenti eventi e cerimonie:
– il 2 novembre 2009, nell'ambito della commemorazione dei Defunti si è tenuta una cerimonia
militare in onore di tutti i Caduti Militari presso
il Monumento dedicato ai Martiri di Nassiriya,
nella Piazza d'Armi di Torino, con la deposizione
di una corona d'alloro e benedizione. È seguita
una Santa Messa di suffragio per tutti i Caduti.
presso la Chiesa Militare dei Santi Patroni. Ad
entrambe le cerimonie hanno partecipato le
Autorità militari e civili, e la Federazione
Provinciale di Torino era presente con il Labaro,
con alcuni Consiglieri nonché con numerosi
Azzurri. Erano pure presenti molte Associazioni
combattentistiche con i loro Labari;
– il 3 novembre 2009, l'Associazione Nazionale
Alpini - Sezione di Torino, con la partecipazione
di tutti i Gruppi di Torino, nel ricordo dei Caduti
Torinesi di tutte le guerre, ha promosso una
manifestazione presso l'Ara votiva del Parco
della Rimembranza di Torino, con un'alza
Bandiera e una Santa Messa. La Federazione
Provinciale di Torino era presente con il Labaro,
affiancato dai Consiglieri e molti Azzurri.
Numerosa la partecipazione di Associazioni con i
Labari, dei militari e civili;
– il 4 novembre 2009, celebrazione dell'Unità
Nazionale, Giornata delle Forze Armate e del
Combattente, del Decorato al Valor Militare e
dell'Orfano di Guerra, con la cerimonia
dell'Alzabandiera dove, di fronte allo schieramento dei reparti ed a una numerosa presenza di
partecipanti, è stata deposta una corona d'alloro
con benedizione. È seguita, in suffragio dei
Caduti di tutte le Guerre, la celebrazione di una
Santa Messa presso il Tempio della Gran Madre di
Dio e successivamente sono state deposte delle
corone d'alloro nella Cripta del Sacrario. Presenti
TORINO
Sez. di Castellamonte
La Sezione di Castellamonte (Federazione di
Torino) dell'Istituto del Nastro Azzurro, il 27 novembre scorso è intervenuta con il Labaro con Alfiere
alla cerimonia di omaggio per il restauro della edicola funeraria del Generale Giacinto Pullino, progettista del primo sottomarino italiano, il quale nacque
ad Alba nel 1837, da vecchia famiglia castellamontese. Si laureò in ingegneria idraulica, insegnò in vari
istituti militari e ben presto passò a prestar servizio
a Genova e Livorno a sorvegliare i cantieri navali per
conto del Ministero della Marina. I suoi studi lo portarono a realizzare, primo al mondo, motori elettrici per sottomarini. Progettò e costruì la nostra prima
unità subacquea: il "Delfino". Nel 1892, al termine
della sua carriera, fu eletto in Parlamento, poi si
ritirò a Baldissero, paese limitrofo a Castellamonte,
dove morì nel 1898 e, per suo volere, fu seppellito
nella tomba di famiglia nel cimitero di
Castellamonte. Alla cerimonia sono intervenute le
più alte cariche del Comune di Castellamonte e della
Marina Militare Italiana e i rappresentanti della
Fincantieri. L'omaggio al sacello è stato preceduto la
sera del 26 novembre da una interessante conferenza congiunta degli Ammiragli che hanno illustrato
l'opera e le moderne applicazioni degli studi geniali
dell' illustre concittadino.
45
IL NASTRO AZZURRO
ABBONAMENTI E POTENZIAMENTO GIORNALE
- Federazione Provinciale di Macerata – SEZIONE DI RECANATI (MC)
- Sig.ra Giuliana STRAZZONI – “in ricordo del marito Bruno”
- Dott. Ugo FRASCONA’ – Palermo
- Federazione Provinciale di MANTOVA
- Sig.ra Anna Maria BRIGLIA -. Massa “in memoria di mio fratello Romolo (M.O.V.M.)”
- Sig.ra Letizia Paola BOTTAZZI – Rovigo – “in ricordo di Bruno e Aida Bottazzi”
- Ten.a. Dott. Cav.Uff. Marcello PETRAGLIA – Roma
- Guardiamarina Cav. Attilio PILLADE – Roma
- Prof.sa Wanda PALMIERI DELIPERI - Cagliari
- Sig.ra Pinuccia BRESCIA – Verbania
- Sig.ra Giovanna RICAGNO SCOZZAFAVA – Torino
- Sig.ra Lea CIUCCI CERRAI – Piombino (LI)
- Sig. Valerio PIRON - Padova
- Sig. Giovanni TESCIONE – Caserta
- Sig. Vittorio MENOTTI – Modena
- Sig.ra Carla BORDOLI FEFE’ – Roma “in memoria dell’Alpino Giulio Bordoli Disperso in Russia e
dell’Azzurro Serg.c. Cav.Uff. Adamo Fefè”
- Sig. Pierino NONNA – Zavattarello (PV)
- Sig.ra Elda FIORI MOSCATO – Voghera (PV)
- Sig.ra Maria Luisa PETRUCCI – Roma “in memoria del Cap. 1° Rgt. G. di S. Cesare Savini e del Ten.Gen.
Marcello Favretto, fiumani”
- Sig. Luigi ZANIN – Gallarate (VA)
- Sig. Domenico MANZINI – Mignanego (GE)
- Sig. Omero MAROTTA – Cascia (PG)
- Sig. Attilio VENEZIA – Avellino
- Sig. Diacono SCARANO – Potenza
- Sig. Salvatore PICCIONE – Treviso
- Sig. Giovanni SPERNANZONI – Ciampino (RM)
- Sig. Antonio MASSARONE – Forlì
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
€
200,00
100,00
50,00
50,00
50,00
50,00
40,00
40,00
30,00
30,00
30,00
30,00
25,00
25,00
25,00
€
€
€
20,00
20,00
20,00
€
€
€
€
€
€
€
€
€
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
10,00
CONSIGLI DIRETTIVI
Fed. BRESCIA: Presidente: Dott. Raffaele RIVOLTA - Vice
Presidente: Comm. Alessandro ALBERTINI - Segretario-Tesoriere:
Dott. Matteo BODEI - Consiglieri: Avv. Alessandra BENEVENTI,
Dott. Gabriele FERRI, Cav. Uff. Annibale GABUSI, Cav. Enos RIZZIOLI, Dott.ssa Cav. Anna Maria SALVO de PAOLI, Cav. Filippo
SCUNDI
- Vice Presidente Zona Carrara: Roberto BUGGIANI - Vice
Presidente Zona Lunigiana: Sergio SANTUNIONE - SegretarioTesoriere: Paolo CHIANESE - Consiglieri: Rodolfo BACCI, Franco
BERTI, Paolo CIOLI (Zona Carrara), Luigi DE CARLI, Alvaro MARTINI (Zona Lunigiana) - Sindaci: E. Umberto BORGHINI, Mario
GUIDOTTI, Sergio PELLEGRINI
Fed. BRESCIA – Sezione di Brescia: Presidente: Comm.
Alessandro ALBERTINI - Vice Presidente: Dott. Raffaele RIVOLTA
- Consigliere: Cav. Filippo SCUNDI
Fed. PAVIA: Presidente: Raffaele BABUSCIO - Vice Presidente:
Francesco BRANDOLINI - Segretario-Tesoriere: Noemi MAESTRI Consiglieri: Giorgio ANDREONI, Ettore AVIETTI, Laura COCI,
Umberto SAMBUSSETTI
Fed. CATANIA – Sezione Acireale – COMITATO DAME
AZZURRE: Presidentessa: Prof.ssa Lucia CATANZARO LIZZIO Vice Presidentessa: Prof.ssa Fernanda DONNARI TROVATO Segretaria-Tesoriera: Prof.ssa Daniela SIMON - Consigliere:
Prof.ssa Valeria FRAGALA’ CALI’, Prof.ssa Cettina OLIVA SACCONI, Prof.ssa Lina PARADISO
Fed. SIRACUSA - Sezione di Lentini: Presidente: Rag. Ivan
GRANCAGNOLO - Vice Presidente: Geom. Vincenzo BOSCO Consiglieri: Sig. Luca FAZZINO, Sig. Fabrizio GRANCAGNOLO,
Dott.ssa Francesca POLICASTRO BRIGANTI - Revisori dei Conti:
Sig.ra Gabriella BRIGANTI, Sig.ra Maria CICIULLA APARO, Sig.ra
Anna Maria GUERRA
Fed. CATANIA – Sezione Giarre-Riposto – COMITATO DAME
AZZURRE: Presidentessa: Sig.ra Teresa CARRAFFO CARBONE Vice Presidentessa: Sig.ra Sebastiana D’ANGELO QUATTROCCHI Segretaria-Tesoriera: Sig.ra Iolanda MARULLI MARANO Consigliere: Sig.ra Paolina CARUSO RISO, Sig.ra Domenica
CANALE MESSINA, Sig.ra Giovanna ZAMBATARO LONGO
Fed. VERONA: Presidente Emerito Onorario: N.H. Col. Vittorio
ORGANO - Presidente: V.co Hpt Prof. Leone MAZZEO - Vice
Presidente: S.E. Amm. Paolo TONEGUTTI - Segretario-Tesoriere:
Cav. Luca LAITI - Consigliere Emerito: Co. Gen. Amos SPIAZZI di
CORTE REGIA - Consiglieri: Dott. Roberto BARBETTA; Gr. Uff.
Luciano BARTOLINI; MMA Sergio CINOTTI; Cav. Nicola FERRARA;
Sig. Giuseppe TOFFANIN
Fed. MASSA-CARRARA: Presidente: Gen. PierPaolo BATTISTINI
46
IL NASTRO AZZURRO
RECENSIONI
YOL - Prigioniero in Himalaya di Mainardo Benardelli Edizioni Arterigere - Esse Zeta - Dicembre 2006 - pp. 244 - €
17,00 - Illustrato con fotografie d'epoca in B/N e 8 illustrazioni a
colori - Il ricavato di questo libro è destinato a favore dei bambini di Kitanga (Uganda)
Bartolea di Montevarchi, è stato presentato, in occasione delle
celebrazioni del "Giorno della Memoria", il volume "Non raggiunsero la libertà": un libro realizzato dal Comune di
Montevarchi e dalla Federazione del Nastro Azzurro di Arezzo e
curato da Gianluca Monicolini.
Il volume riscopre una pagina
meno nota della nostra storia, quella
della deportazione e della prigionia
nei campi di concentramento tedeschi
durante la seconda guerra mondiale.
Una storia raccontata tramite le vicende di due civili e nove militari che trovarono la morte dopo atroci sofferenze nei campi di prigionia tedeschi. Si
tratta delle testimonianze e i documenti relativi alla tragica fine dell'ingegner Ivan Massini, nativo di
Montevarchi, e di altri dieci concittadini, deportati in Germania dove finirono i loro giorni nella prigionia e i cui
corpi spesso giacciono ancora lontani
dalla loro terra di origine.
Attraverso una scrupolosa indagine di tipo archivistico coordinata da
Gianluca Monicolini, in collaborazione
con Francesca Michelini, sono stati recuperati i pochi documenti
ufficiali, atti dell'anagrafe del comune, dello stato civile, dei
fogli matricolari, che attestano gli estremi biografici dei caduti,
le pratiche per il riconoscimento delle pensioni di guerra, le notizie raccolte da varie fonti sulla morte dei vari deportati. Ma la
ricerca si anima soprattutto con il ricordo dei familiari raccolto
attraverso interviste che esprimono i sentimenti, gli stati d'animo, i legami del sangue e degli affetti troncati con la scomparsa
delle persone care, come quello particolarmente toccante di
Primetta Valentini.
"In questo caso" ha scritto il sindaco di Montevarchi Giorgio
Valentini nella sua prefazione al libro "al centro della ricerca vi
è il dramma degli internati montevarchini vittime nei lager o nei
campi di concentramento nazisti della Seconda Guerra
Mondiale, raccontato attraverso la testimonianza di chi ha visto
partire un fratello o un parente per il fronte che poi non ha più
potuto riabbracciare. Non ce la fecero a tornare, "Non raggiunsero la libertà" come si legge fin dal titolo."
Questo contributo si colloca significativamente accanto a
una serie di ricerche provenienti dalle nuove generazioni, sviluppate soprattutto con lavori condotti nelle scuole, che non attingono più solo alla memoria diretta degli anziani, degli ultimi
parenti sopravvissuti, ma ad una conoscenza mediata, attraverso gli studi e le pubblicazioni già esistenti e soprattutto attraverso le fonti biografiche in grado di restituire la storia dei singoli
caduti.
"È una pagina della nostra storia, scritta col sangue ed il
valore di tanti nostri concittadini, ed affidata al ricordo dei figli,
nipoti e congiunti, con l'impegno comune di non dimenticare
…" è il pensiero espresso nella sua prefazione dal Presidente
della Federazione Provinciale del Nastro Azzurro di Arezzo,
Stefano Mangiavacchi, che poi aggiunge: "Molte volte è stata
ignorata la resistenza senz'armi, che i militari e civili internati
sostennero nei campi di concentramento, nelle fabbriche di
guerra, nei campi di lavoro, dove migliaia di persone persero la
vita, uccisi dalle armi dei carcerieri, dalle malattie, dalla denutrizione e dalle sevizie. Uomini e donne privati della libertà e del
cibo, costretti a umiliazioni e fatiche, i prigionieri italiani avevano una sola rivalsa, quella morale: il rifiuto di combattere e lavorare per i tedeschi e, fedeli al giuramento verso la Patria, essi
riscattarono, con il loro NO, l'onore dell'Italia … furono eroi
senza enfasi. Di molti non si sa dove siano le tombe, di tanti si è
perduto anche il nome: storie di uomini dimenticate. Per questo
dovremo impegnarci maggiormente in futuro per documentare
questa pagina di storia, ricercando nei nostri archivi e raccogliendo le testimonianze, ricordi e memoriali, dai congiunti dei
Caduti e dagli ultimi Reduci dell'internamento e della prigionia,
al fine di mantenere vivo il loro ricordo, evitando che con il passare del tempo si disperda questo immenso patrimonio …"
E questo libro è un importante contributo proprio in tale
direzione.
L'autore del libro, Mainardo
Benardelli (Gorizia 1964), è un diplomatico e docente universitario, attualmente Ambasciatore nel Guatemala.
Soprattutto è un alpino, come il padre
Gualtiero, che è stato un grande
patriota e amante della montagna.
L'opera contiene una raccolta di
lettere che il padre, prigioniero degli
inglesi in India, a Yol, ai piedi
dell'Himalaya, ha scritto alla famiglia
in più di cinque anni di prigionia.
All'opera fanno da completamento i
diari di tre ufficiali italiani che si trovavano nel medesimo campo.
Il libro è inserito nella collana
"L'Impronta degli Alpini" delle
Edizioni Arterigere, precedentemente
denominata "In Punta di Vibram", che
ha lo scopo di rievocare opere e pensieri di persone che, ispirate
da grandi ideali di umanità e libertà, hanno compiuto imprese
poco note.
Gualtiero Benardelli (Cormòns 1904 - Gorizia 1972), volontario con D'Annunzio nell'impresa di Fiume a soli 16 anni, ufficiale di complemento degli alpini, laureato a Firenze in Scienze
sociali, economiche e politiche, entrato nel Ministero delle
Colonie nel 1929, assunse servizio a Mogadiscio. Dopo l'inizio
della guerra, costituì una Banda di 300 irregolari, denominata
"Banda del Commissario Benardelli" con la quale combatté contro l'avanzata inglese meritandosi la Medaglia d'Argento al
Valor Militare. Dopo la perdita della sua Banda e la caduta di
Harar si arruolò come volontario e Tenente degli Alpini nel IV
Gruppo Bande e assunse il comando della Banda Tessenei, con la
quale continuò i combattimenti fino al limite delle possibilità.
Fatto prigioniero da parte degli inglesi, per il suo eroismo gli fu
concesso l'onore delle armi. Internato nel campo di prigionia di
Yol, in India, alle pendici dell'Himalaya, dopo l'8 settembre 1943,
poté usufruire della concessione fatta ai prigionieri di uscire dal
campo in permesso temporaneo sulla parola, per partecipare a
spedizioni alpinistiche. Le lettere inviate ai familiari, sempre pregnanti di affetto, raccontano, dopo quella data, le imprese alpinistiche compiute, con qualche compagno di prigionia, non solo
come appassionato amante della montagna, ma anche come
esperto studioso. Rimpatriato nell'agosto 1946, riprese servizio a
Mogadiscio con l'Amministrazione Fiduciaria Italiana per la
Somalia, continuando successivamente in carriera diplomatica,
nella quale prestò servizio da ambasciatore in Katanga, Yemen e
Honduras.
Dalle lettere di Gualtiero, al padre, alla madre, alla sorella
Myriam e al fratello Bruno, traspare la sua profonda umanità,
l'amore per la famiglia, per la Patria e per la montagna, con
parole semplici ed essenziali, senza sbavature retoriche.
La prefazione del libro è del noto scrittore, giornalista e
amante della montagna Mario Rigoni Stern, scomparso l'anno
scorso. Decorato di Medaglia d'Argento al Valor Militare per il
valore dimostrato combattendo in Russia con gli alpini.
Alla fine del libro è pubblicata la post-fazione scritta da
Giuseppe (Pino) Vuxani, Presidente della Federazione di Trieste
dell'Istituto del Nastro Azzurro che descrive le testimonianze del
fratello Giorgio sull' epopea dei prigionieri italiani di Yol.
È un libro da leggere e consigliare.
Giuseppe Vuxani
NON RAGGIUNSERO LA LIBERTÀ a cura di Gianluca Monicolini
- edito dal Comune di Montevarchi (AR) e dalla Federazione di
Arezzo dell’Istituto del Nastro Azzurro - gennaio 2009 - pp. 80 Edizione fuori commercio: per ricevere il libro rivolgersi alla
federazione Provinciale di Arezzo dell’Istituto del Nastro
Azzurro
Sabato 31 gennaio dello scorso anno 2009, nei saloni della
47
Scarica

3, medi: € 3,50 grandi: € 4 3) Por