LEZIONI TRADITE
LaMerkel
non rovini
l'Europa
diKohl
V
di Guido Rossi
e è vero che la soluzione della crisi del capitalismo finanziario dipende in gran
parte dalla tenuta dell'euro e perciò da una maggiore integrazione europea v'è da chiedersi quale sarebbe stato ilrisultato,e per-
S
l cancelliere citava i suoi
predecessori Adenauer e Kohl,
paladini di una integrazione
europea nello stesso evidente
interesse della Germania. Si è trattato
ovviamente di dichiarazioni generiche
e vuote che corrispondono
esattamente al contrario del svio
comportamento, proprio mentre
all'interno della stessa Cdu si rivendica
anche la possibilità di lasciare agli Stati
membri la possibilità di uscire
volontariamente dall'euro. Aldilà delle
parole, i comportamenti del
cancelliere sembrano essere dettati da
JensWeidmann, il capo della -**f /jm
Bundesbank, il quale in una rgcentè
intervista al Financial Times ha
dichiarato che l'aiuto alla finanza degli
Stati membri è assolutamente illegale e
che l'opera della Bce come prestatore
di ultima istanza per il debito dei Paesi
membri è contro la lettera dei Trattati e
finirebbe per ridurre la pressione per le
riforme di austerity volute dalla
Germania per gli altri. Una Germania
che addirittura, per farsi forte del suo
scetticismo verso l'Europa che l'ha così
possentementerisollevata,ricorrea
cavilli legali con la grande
soddisfazione del leader della Cdu al
Parlamento tedesco, V. Kauder, che ha
Schiarato trionfante:
I
tanto gli effetti sui mercati, se al
posto di Angela Merkel il cancelliere presente allariunionedi gu>
vedi scorso a Strasburgo fosse
stato Helmut Kohl. Fu appunto
Jkohl, a più duraturo cancelliere
teàsscain carica dopo Otto Von
Bismarck, che dopo la caduta del
muro di Berlino nel 1989 procedette alla riunificazione tedesca
come passo essenziale per l'integrazione nell'Unione Europea.
Ed è ora ancora Kohl che lo scor-~
so 19 luglio criticò aspramente,
dopoanni di silenzio, lasuapupilla Angela Merkel con una dichiarazione durissima: «Sta rovinando la mia Europa».
I mercati hanno considerato il
mini summit di Strasburgo dove
il cancelliere tedesco era presente insieme a Sarkozy e al nuovo
capo del governo italiano Monti,
un vero fallimento. Fallimento
«Improvvisamente l'Europa sta
parlando tedesco».
Eppure in questo momento è solo la
Bce che può togliere il panico dai
mercati e garantire che il debito
sovrano degli Stati membri non
provochi il loro default.
La conclusione è una sola e cioè che
nessuna politica economica, intesa a
risolvere le disuguaglianze provocate
dalla crisi e a prospettare una vita
rriigliore nei Paesi ora sottoposti a
quella speculazione,che presto si
rivolgerà anche alla stessa Germania,
può attuarsi senza un immediato
intervento della Bce che diventi un
passo essenziale per una maggiore
integrazione politica
dell'Unione Europea.
Vero è che i due Paesi che in questo
momento hanno la maggiore
responsabilità per decidere se creare
un'Europa istituzionalmente più forte
e democraticamente progredita
oppure affossarla insieme con la sua
moneta unica sono Francia e
Germania. La loro millenaria avversità,
che nella reciproca invidia collegata a
un inconscio mimetismo, ha
condizionato la storia non solo
europea, ma quella mondiale, si
ripresenta ora nella gestione degli
che non solo ha devastato le borse e i rendimenti dei titoli di Stato sotto pressione come quelli
italiani, ma ha cominciato ad attaccare i titoli francesi e ha anche portato alla quasi mancanza
di compratori, se non fosse intervenuta la Banca centrale tedesca, all'ultima asta deibund. È peraltro la stessa Angela Merkel
che a Strasburgo ha bloccato qualunque soluzione ipotizzata per
risolvere la crisi, impedendo ulteriori interventi mirati della
Bce sui titoli degli Stati membri e
negando ogni possibile emissione di eurobonds. Eppure è sempre la stessa Angela Merkel che
una settimana prima, al Congresso a Lipsia del suo partito, la Cdu,
rivendicava il ruolo dell'Europa
per la pace nel mondo.
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affari europei.
Il sogno di Sarkozy, di fare
dell'Eliseo la Casa Bianca dell'Europa,
contrasta non poco con l'egoismo
politico ed economia} tedesco. Le
controverse relazioni culturali e
politiche tra i due Paesi sono state
esaminate con lucidità nello
straordinario librétto del grande
filosofo tedesco Peter Sloterdijk
Theorie derNachkriegszeiten (2008).
Le contraddizioni ivi studiate e che
partono dall'importazione francese del
romanticismo tedesco, col libro carico
di conseguenze, pubblicato nel 1813 da
Germaine de StaelDe l'Allemagne, e
proseguono subito dopo con
l'importazione dell'arte della guerra
napoleonica nel libro di Clausewitz
Vom Kriege, hannofinda allora
mostrato un fascino patologico
reciproco fra le due nazioni e una
sconfinata gelosia di primato. Solo due
uomini di Stato della caratura di
Charles de Gaulle e Konr ad Adenauer
avevano cercato - attraverso la messa
di riconciliazione nella Cattedrale di
Reims - di risolvere il perenne
schizofrenico rapporto dando vita a un
trattato di amicizia franco-tedesco
sottoscritto nel gennaio del 1963.
H distacco tra le due nazioni è
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