Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2 e 3 - Aut. DCB Roma
DEL MONDO
Periodico di collegamento
del Tempio Universale
della Devozione
al Sacro Cuore
Papa Francesco
al Sacro Cuore
Anno Diciottesimo
gennaio/febbraio 2014
CU RE
1
CU RE
DEL
EL MONDO
MONDO
Direttore responsabile
Gian Luigi Pussino
Promosso dalla
Periodico di collegamento
del Tempio Universale della
Devozione al Sacro Cuore
NUMERO 1 - ANNO DICIOTTESIMO - GENNAIO/FEBBRAIO 2014
in questo numero
Pia Opera del Sacro Cuore
Editore e proprietà
pagina
1 Lettera del Rettore
Ispettoria Salesiana Romano Sarda
Collaboratori
Valerio Baresi, Antonio Sperduti
Direzione, redazione
e amministrazione
Via Marsala, 42 - 00185 Roma
Tel. 06.444.83.403 - 06.444.83.411
Fotografie
BS, ANS, Ispett. Romana
Bruno Gherbassi
Art direction
Nevio De Zolt
Vita del Santuario
4 Papa Francesco al Sacro Cuore
6 Papa Francesco viene a casa nostra!!!
Cuore in preghiera
8 Primo venerdì nel mese di Gennaio
10 In alto i cuori
12 Primo venerdì nel mese di Febbraio
Vita di San Giovanni Bosco
Della riproduzione parziale o integrale degli scritti,
fotografie e illustrazioni, non si restituiscono gli originali,
salvo previa intesa con il Direttore.
14 Infanzia e Adolescenza
Pubblicazione bimestrale gratuita.
Registrazione presso il Tribunale di Roma
n° 00053/97 del 31-01-97
Corso di Dottrina Sociale della Chiesa
18 Una speranza per l'Europa
CON APPROVAZIONE ECCLESIASTICA
Diffusione gratuita
Spedizione in abbonamento postale
C/C postale n° 914010
Cuore in missione
19 Dio ci chiama ad amarci e ad aiutarci a vicenda
Tipolitografia Istituto Salesiano Pio XI
Via Umbertide, 11 • 00181 Roma
Tel. 06.78.27.819 - [email protected]
Finito di stampare nel mese di Gennaio 2014
Associata alla
Unione
Stampa Periodica
Italiana
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CUORE
del Mondo
Papa Francesco
viene
a casa nostra
Davvero!!! Il Papa viene al S. Cuore
Domenica 19 Gennaio 2014.
È una di quelle notizie che devi confermare più di una volta perché rimani incredulo,
anche se questo Papa, ci sta abituando a gesti
e parole di grande familiarità e vicinanza.
Sì!
Pensate che S. Giovanni Bosco, proprio
quando aveva accettato, nel 1880, su desiderio
di Leone XIII, di edificare la nostra Chiesa del S.
Cuore, confidava a Mons. Giovanni Marenco:
“Sai perché abbiamo accettato la casa di
Roma? L’abbiamo accettata perché quando
il Papa sarà quello che ora non è, e come
deve essere, metteremo nella nostra casa la
Stazione Centrale per evangelizzare l’agro
romano. Sarà opera non meno importante che
quella di evangelizzare la Patagonia. Allora i
Salesiani saranno conosciuti e risplenderà la
loro gloria” (Memorie Biografiche XIV, 592).
Noi ci sentiamo un po’ dentro questa
profezia di Don Bosco. Oggi davvero il
papa è come deve essere”, come
tutti noi cristiani sogniamo e ci
aspettiamo.
Proprio come Gesù! Affabile, povero
e vicino ai poveri, ricco di umanità
e di misericordia. Tutta la gente
di ogni condizione sociale, culturale, economica è conquistata
da quest’uomo di Dio.
Quando abbiamo cominciato a scrivere due
righe di saluto al Papa, con i nostri amici senza
dimora buttando giù alcune frasi “di getto” è
uscito: “Santo Padre, preferiamo darti del tu e
chiamarti Francesco perché ti sentiamo vicino
come un amico, anzi un fratello, un padre... è
bello avere il Papa come amico!”.
Parlando con persone che dichiarano di non
essersi mai interessati della chiesa o di religione,
spesso (ma davvero “spesso”) ho sentito affermare: “Io prima mi disinteressavo di Fede, oggi,
LETTERA DEL RETTORE
1-2014
1
CUORE
del Mondo
LETTERA DEL RETTORE
1-2014
2
tutti i giorni vado a cercare su internet cos’ha
detto Papa Francesco nell’Omelia”.
Quante persone, venendo a confessarsi
dichiarano: “Ho risposto all’invito del papa di
riscoprire il sacramento della Riconciliazione”.
Il Card. Agostino Vallini, Vicario della Diocesi
di Roma ha detto nell’incontro con i Parroci
del Settore Centro: “Negli ultimi mesi io faccio
il postino del Papa: mi vengono consegnati
numerosi biglietti e lettere per lui. E li accoglie
sempre volentieri!”. E ha aggiunto ancora: “Il
Papa dice le stesse cose che diciamo noi da
sempre, ma in maniera così semplice, vicina e
credibile che tutti lo ascoltano e lo seguono”.
Al S. Cuore ci stiamo preparando con emozione
e gioia grandi! Il Papa desidera incontrare
le diverse realtà della Parrocchia e in modo
speciale “giovani, poveri e rifugiati”: li avvicinerà
in ambienti appartati per avere un dialogo
speciale con loro. Inoltre avvicinerà malati e
disabili, i bambini battezzati nell’anno, coi loro
genitori, i ragazzi del Catechismo e dell’Oratorio
coi loro genitori.
Quando ho presentato la domanda al Papa
la prima volta, è stato un mese circa dopo
la sua nomina e precisamente il 16 Aprile
2013, per invitarlo a presiedere la festa del S.
Cuore dell’ormai vicino 7 Giugno. Inizialmente
ha risposto che non intendeva venire nelle
chiese del Centro di Roma: preferiva dare la
precedenza alla periferia. Quando ha compreso
il nostro impegno per “giovani, poveri e rifugiati”
e la nostra vicinanza alla Stazione Termini ha
accettato. Mi è caro condividere alcune parti
del contenuto:
Beatissimo Padre, con gioia grande e con
emozione filiale mi rivolgo a Lei, sollecitato
dalla nostra Comunità Salesiana e dalla gente
della nostra Parrocchia del S. Cuore di Gesù a
Castro Pretorio in Roma.
Abbiamo seguito con grande attenzione e
ascoltato con profonda gioia i gesti e le parole
che Lei ha donato alla Chiesa e al mondo in
questo primo mese del suo pontificato. La sua
attenzione alla Chiesa di Roma e alle persone
più semplici e povere ci spingono a chiederLe
di venire nella nostra Parrocchia in occasione
della Festa del S. Cuore di Gesù il prossimo 7
Giugno 2013.
I motivi?
Primo: perché Le vogliamo bene come nostro
Vescovo e Papa! Don Bosco ci ha insegnato ad
amare Gesù sacramentato, Maria Ausiliatrice
e il Papa. Le vogliamo bene, ne sia certo, e
sempre desideriamo che i giovani imparino da
noi Salesiani, a voler bene al Papa e all’intera
Chiesa.
Secondo: perché la nostra missione in
questo settore della città, proprio al centro
di Roma, accanto alla Stazione Termini, ci
pone accanto a tante persone che vivono
nella povertà e sono preda, purtroppo, della
disperazione. Non sempre riusciamo a risolvere
i loro problemi, ma sempre ci disponiamo
all’ascolto e all’accoglienza. Saremmo felici di
presentarglieli, caro Padre, permettendo loro
di sentirsi considerati e riconosciuti nella loro
dignità. Vorremmo, anche con questo gesto,
dare di più a chi ha avuto di meno.
Insieme agli amici senza dimora, raggiungiamo
molti giovani ‘Rifugiati’ che trovano nella nostra
casa, un punto di riferimento speciale per
imparare la lingua, accedere a titoli di studio,
cercare lavoro, prendere la patente, incontrare,
per un reciproco arricchimento, giovani studenti
e lavoratori italiani.
Roma Termini: intendiamo cogliere la sfida
dell’evangelizzazione delle circa settecentomila
persone che qui transitano quotidianamente.
Ci è caro anche presentarLe la citazione di una
profezia di Don Bosco, che, a nostro parere,
parla anche di Lei...
“quando il Papa sarà quello che ora non è e
come deve essere, metteremo nella nostra casa la
stazione centrale, per evangelizzare l’agro romano.
Sarà opera non meno importante che quella di
evangelizzare la Patagonia” (MB XIV, 592).
Ci faccia dono della Sua presenza, nel nome di
Don Bosco!
Gradisca il nostro filiale abbraccio unito alla
richiesta della Sua apostolica benedizione!
Don Valerio Baresi
Rettore e Parroco della Basilica del S. Cuore di Gesù
a Castro Pretorio con l’intera Comunità Salesiana
e la Comunità Parrocchiale
uniti
a S. Em. Cardinale Giuseppe Versaldi
che ha il Titolo della
Basilica Diaconale del S. Cuore di Gesù a Castro
Pretorio.
Ora vi lascio immaginare quante telefonate e richieste
stan
stanno arrivando, di persone che affermano: “Ma io
abi
abitavo nella Parrocchia del S. Cuore... io ho fatto
il cchierichetto al S. Cuore... Io venivo all’Oratorio…
mi
mia nonna ci tiene tanto e abita lontano...”.
Pur
Purtroppo gli spazi che abbiamo, ci consentono
di accogliere al massimo circa mille persone in
Basilica e 1500 in cortile.
Bas
Consegneremo i pass ai parrocchiani da Lunedì 13
Co
Gennaio 2014.
Ge
Consideriamo parrocchiani non solamente coloro
Co
che abitano giuridicamente nel territorio, ma
anche coloro che fanno parte ‘pastoralmente’ della
Parrocchia (ragazzi del Catechismo/Oratorio e famiglie, gruppo sposi, bambini battezzati nell’anno
e loro famiglie, membri della Famiglia Salesiana
del S. Cuore, gruppi di preghiera parrocchiali,
giovani e adulti che seguono le attività della
Parrocchia e appartengono ai diversi Organismi di
partecipazione, comunità filippina).
Desideriamo di cuore che questo evento sia
un’occasione speciale di evangelizzazione e di
“incontro con Gesù” e ci faccia crescere sempre più
come Chiesa che vive e annuncia gioia e comunione.
LETTERA DEL RETTORE
Terzo: perché abbiamo avviato un progetto
missionario insieme alle Missionarie di Cristo
Risorto che Lei ben conosce, in quanto le
ha seguite in Argentina, a Buenos Aires.
Stiamo vivendo con loro una bella esperienza
di Chiesa, dove vita consacrata maschile e
femminile, con famiglie e giovani, uniscono
le forze in obbedienza ad un unico progetto
che accompagna i giovani a fare esperienza
di Risurrezione, incontrando personalmente
Cristo Risorto.
Quarto: qui ha soggiornato Don Bosco dal
30 aprile al 18 maggio 1887, nel suo ultimo
viaggio a Roma, compiuto per la Dedicazione
della Basilica voluta da due Papi: Pio IX e Leone
XIII. Saremmo onorati di condividere con Lei
la gioia del dono di carisma e santità che Dio
ha donato alla Chiesa universale attraverso San
Giovanni Bosco, che Lei ben conosce e ama.
Quinto: la nostra Parrocchia comprende
anche
p
l’intera struttura della Stazione Ferroviaria di
3
CUORE
del Mondo
VITA DEL SANTUARIO
1-2014
Papa Francesco
al SACRO CUORE
S
iamo certi di annunciarvi
con questa lettera una
bella notizia. Il pomeriggio di Domenica 19 Gennaio 2014 Papa Francesco
visiterà la Parrocchia, la Basilica e la Casa del S. Cuore
a Roma.
Il primo Papa che visitò la
nostra Opera il 29 Novembre
1987 fu Giovanni Paolo II, il
“Papa venuto da lontano”.
Poco più di 26 anni dopo a
visitarla sarà Papa Francesco: “venuto dalla fine del
mondo”...
Giovanni Paolo II, obbedendo
alle ragioni del cuore, venne
4
La tradizionale processione
per le vie del Rione Castro Pretorio
durante la festa del Sacro Cuore.
28 marzo 2013.
Papa Francesco lava i piedi
ad un giovane detenuto del penitenziario di
Casal del Marmo durante la messa
in Coena Domini del Giovedì Santo.
quasi in pellegrinaggio al S.
Cuore nella Basilica dell’Amore Misericordioso di Dio,
su cui aveva scritto la seconda sua Enciclica: “Dives in
Misericordia”, Dio ricco di
Misericordia, dopo la prima
grande Enciclica: “Redemptor Hominis”: Cristo redentore dell’uomo.
E i temi da Lui affrontati in
quell’occasione riguardarono
soprattutto questi argomenti.
Papa Francesco troverà una
realtà molto diversa da quella
vista dal suo predecessore.
Allora l’Opera si identificava
con la Parrocchia, la Scuola
e l’l’Oratorio, e stava affermandosi in
mo
modo sempre più
pre
prestigioso il Cen-
tro Assistenza Minori.
Ora la realtà è un’altra. Nel
bene e nel male il tempo è
sempre portatore di grandi
novità sulle quali sarà poi la
storia a giudicare se solamente nuove o anche vere.
Non troverà il Centro Minori e
la Scuola, che hanno seguito,
diciamo così, altre logiche,
ma il Papa sarà certamente lieto di incontrarsi con la
dura realtà degli emarginati,
dei senza fissa dimora, dei
rifugiati di ogni nazione, con
la “carne di Cristo”: il mondo
delle periferie esistenziali, che
gli sta tanto a cuore e che fa
riferimento alla nostra Opera.
Il S. Cuore, infatti, situato di
fronte al grande porto che è
la Stazione Termini di Roma,
VITA DEL SANTUARIO
da cui passa ogni giorno oltre
mezzo milione di persone, è
da sempre e per tanti aspetti,
la periferia non solo di Roma
ma del mondo. In senso sociologico, non certamente
dantesco, “tutti convengon
qui d’ogni paese” (Inf. 3,123).
La realtà si capisce meglio
non dal centro ma dalle periferie, ha detto Papa Francesco. Periferie che sono
luoghi, ma sono soprattutto persone in situazioni di
vita problematiche. Periferie
dove domina la cultura dello
“scarto”, opposta alla cultura
dell’accoglienza.
E le periferie da Lui raggiunte
finora sono particolarmente
significative: il Penitenziario
giovanile di Casal del Marmo, dove lavò i piedi ai giovani carcerati, incoraggiandoli a non lasciarsi rubare la
speranza; l’isola di Lampedusa, con la dura riflessione
sulla globalizzazione dell’indifferenza; Cagliari, in un’altra isola, dove ha affrontato
il grave problema del lavoro e della disoccupazione; il
“Centro Astalli”, gestito dai
La cupola di San Pietro
dal campanile della Basilica
del Sacro Cuore.
La grande statua dorata del Cristo
benedicente appena restaurata,
nel settembre del 2011.
ul
Gesuiti, impegnato sul
e.
fronte dell’emarginazione.
e,
Ed ora la periferia, forse,
più dolorosa, quella del S.
a,
Cuore, al centro di Roma,
a un passo dal Vaticano...
La presenza del Papa sarà
perciò particolarmente interessante. Sarà estraneo
al suo discorso una Chiesa
“babysitter”. Non verrà, certamente, a “pettinare le pecorelle”, ad “accarezzare i
cristiani da salotto”, i “fedeli
inamidati”, “quelli da museo”, i cristiani di “pasticceria, come belle torte”... Non si
servirà dello spray per velare
il grande peccato di chi dà da
mangiare ai propri figli il “pane
sporco frutto della dea tangente”... Non tollererà il furto
allo Stato con l’essere benefattori della Chiesa...
È il Papa imprevedibile in tutti
i suoi interventi. E la realtà del
S. Cuore sarà per Lui particolarmente stimolante.
Forse, non tutti sanno che tra
i Salesiani
Salesiani, il Sacro Cuore in
modo particolare e l’Argentina di Papa Francesco, c’è un
rapporto profondo: Don Bosco, infatti, i primi missionari
della Congregazione appena nata li mandò in Argentina, alla fine del mondo... nel
novembre del 1875. E dagli
ex-allievi argentini fu offerta
la grande statua dorata del
S. Cuore che dal tempo della
beatificazione di Don Bosco
nel 1930 è stata collocata sul
campanile della Basilica, da
cui domina su tutta la Città.
È, poi, a tutti noto che due
sono i punti più alti di Roma,
divisi dal Tevere: il Vaticano
e la Basilica, sui quali, con la
sua venuta, il Papa, da Pontefice, lancerà un ponte...
ideale.
La Redazione
5
PAPA FRANCESCO
Viene a casa nostra!!!
Domenica 19 gennaio 2014
• Per confermarci nell’Amore di Gesù Cristo
• Per proclamare la Misericordia del Suo Cuore
• Per aiutarci ad essere custodi dei nostri fratelli più poveri
• Per incoraggiarci ad essere Parrocchia missionaria
che annuncia con gioia Gesù Risorto
.00
Venerdì 17 gennaio 2014 - ore 18
PROGRAMMA della visita
caristica
Santa Messa con Adorazione Eu
e per la venuta del Papa
ar
eg
pr
r
pe
ne
zio
di
ne
Be
e
ri
sp
Ve
• Arrivo di Papa Francesco nel cortile
dell’Istituto Sacro Cuore
• Incontro del Santo Padre con le
diverse realtà della Parrocchia
• Il Papa confessa alcuni penitenti
• Il Santo Padre presiede l’Eucaristia
(che potrà essere seguita anche
dal maxischermo posto in cortile)
• Il Papa incontra la comunità salesiana
e le suore missionarie del Cristo Risorto
• L’incontro finale con i giovani
‘‘
Usciamo, usciamo ad offrire la vita di Cristo Gesù.
Ripeto qui per tutta la Chiesa ciò che molte volte ho detto ai sacerdoti e laici di
Buenos Aires: preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita
nelle strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di
aggrapparsi alle proprie sicurezze. Non voglio una Chiesa preoccupata di essere il
centro e che finisce rinchiusa in un groviglio di ossessioni e procedimenti. Se qualcosa
deve santamente inquietarci e preoccupare la nostra coscienza è che tanti nostri fratelli
vivono senza la forza, la luce e la consolazione dell’amicizia con Gesù Cristo, senza una
comunità di fede che li accolga, senza un orizzonte di senso e di vita. Più della paura
di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle
abitudini in cui ci sentiamo tranquilli, mentre fuori c’è una moltitudine affamata
e Gesù ci ripete senza sosta: «Voi stessi date loro da mangiare» (Mc 6,37).
’’
(Papa Francesco, Evangelii Gaudium, n. 49)
[accentuazioni della Redazione]
CUORE IN PREGHIERA
8
LA PAROLA
Dal Vangelo secondo Matteo
(4, 12-25)
12
Avendo intanto saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea 13e, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali,
14
perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia:
15
Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea
delle genti;
16
il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce; su quelli che dimoravano in terra
e ombra di morte una luce si è levata.
17
Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».
Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e
Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. 19E disse loro: «Seguitemi, vi farò pescatori di uomini». 20Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono.
21
Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nella
barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò.
22
Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono.
23
Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la
buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.
24
La sua fama si sparse per tutta la Siria e così condussero a lui tutti i malati, tormentati da
varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guariva. 25E grandi folle
cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da
oltre il Giordano.
18
per meditare...
[Il brano del Vangelo che viene proclamato insieme alla chiamata dei primi apostoli ci parla
della “buona novella”, della gioia e di gran luce: come commento riportiamo alcune definizioni di gioia fatte da uomini e donne di gioia].
A
Anche se pensiamo poco alla gioia, il cristiano è ottimista perch
ché convinto della parola del Signore: “Vado a prepararvi un
p
posto” (Lv. 14,2).
“S
“Sovrabbondo di gioia in ogni mia tribolazione” (Paolo, 2Cor.
7
7,4).
““Per il cristiano la gioia è un dovere” (Agostino d’Ippona).
““C’è una gioia ignorata dai cattivi, ma che tu Signore dai a chi
ti serve generosamente. Questa gioia sei tu stesso, ed essa
rrende felice la vita” (Agostino d’Ippona).
Caravaggio: “La vocazione di Pietro e Andrea”
Primo venerdì del mese di
Gennaio
CUORE
del Mondo
“Noi valiamo quanto vale la nostra gioia” (Giovanna d’Arco).
“La gioia è la più bella creatura uscita dalle mani di Dio, dopo l’amore” (Don Bosco).
“La gioia è il gigantesco segreto del cristiano” (Chesterton).
“La gioia è espressione di una vita sana e tranquilla, abbellita e animata dalla grazia divina”
(Giovanni XXIII).
“Chi è colmo di gioia predica senza predicare” (Madre Teresa di Calcutta).
“La gioia è la più grande potenza cosmica” (Padre Piene Teilhand de Chardin).
per pregare...
Nella gioia dell’adorazione...
Cristo,
Signore del dono senza contraccambio,
illumina le nostre giornate.
Nel vuoto di questo mondo che passa
apri il nostro cuore al tuo amore.
Sì, insegnaci ad ascoltare
nella gioia dell’adorazione.
Ci vuoi felici,
concedici di renderti grazie!
Cristo, tu sei il capo e la vite,
noi le membra e i tralci.
Il tuo Spirito ci irrighi,
perché portiamo frutto.
Sii benedetto
per le tante vocazioni al servizio,
che giungono, per grazia e amore,
fino ai limiti dell’impossibile.
Ricevi la lode del popolo santo,
a gran prezzo strappato alle lacrime.
Ricevi la lode dei risorti,
che vanno verso la tua dimora.
Cristo, solo nella lode
possiamo riconoscere
questo mondo che passa
e il regno di gloria
che viene per chiamarci
alla gioia senza nome.
(Pierre Griolet)
frasi da ripetere
• Signore, dacci la tua gioia. • Signore, solo in te è la gioia. • Signore, fa’ che trasmettiamo gioia.
In questo mese
Leggiamo:
• Vangelo secondo Matteo
(capitoli 2-4).
• Vangelo secondo Marco
(capitoli 2-4).
Preghiamo:
• Preghiere del buon cristiano
al mattino e sera: [Padre nostro,
Ave Maria, Gloria, Angelo di Dio,
Ti adoro, Atto di dolore].
• Preghiere a e per intercessione
di Don Bosco.
Primo venerdì del mese di
Intenzioni:
• per un vero sviluppo economico, rispettoso della dignità
umana;
• per l’unità di tutti i cristiani.
Gennaio
CUORE IN PREGHIERA
1-2014
9
CUORE
del Mondo
CUORE IN PREGHIERA
1-2014
Il mese di Gennaio nel mondo salesiano è dedicato a San Giovanni Bosco: cogliamo l’occasione
per riportare alcune invocazioni al Santo, perché
sia nostro intercessore, presso Dio.
San Giovanni Bosco
“O Padre e Maestro della gioventù,
San Giovanni Bosco,
che tanto lavorasti per la salvezza
delle anime, sii nostra guida nel cercare
il bene delle anime nostre
e la salvezza del prossimo;
aiutaci a vincere le passioni
e il rispetto umano;
insegnaci ad amare Gesù Sacramentato,
Maria Ausiliatrice, e il Papa;
e implora da Dio per noi
una buona morte, affinché
possiamo raggiungerti in Paradiso.
Amen”.
IN ALTO
Preghiera
a S. Giovanni Bosco
O Padre e Maestro della gioventù, San
Giovanni Bosco, che, docile ai doni dello
Spirito, hai trasmesso alla Famiglia Salesiana il tesoro della tua predilezione per i
piccoli e i poveri.
Insegnaci a divenire ogni giorno per loro
segni e portatori dell’amore di Dio, coltivando nell’animo i medesimi sentimenti
di Cristo Buon Pastore.
Chiedi per tutti i membri della tua Famiglia un cuore buono, la tenacia nel lavoro, la saggezza nel discernere, il coraggio
di testimone, il senso della Chiesa, la generosità missionaria.
Ottienici la grazia della fedeltà alla speciale Alleanza che il Signore ha sancito
con noi e fa’ che, guidati da Maria, percorriamo lietamente con i giovani la via
che conduce all’Amore. Amen.
Don Egidio Viganò
7° Rettor Maggiore
10
DON BOSCO: AMI
“Miei cari, io vi amo tutti di cuore,
e basta che
siate giovani perché vi ami assai,
e vi posso
accertare che troverete libri propos
itivi da persone di gran lunga più virtuose e dot
te di me, ma
difficilmente potrete trovare chi più
di me vi ami
in Gesù Cristo e che più desider
i la vostra felicità... Vivete felici, e il Signore sia
con voi”.
CUORE
del Mondo
1-2014
(Giovane Provveduto, Alla gioventù
).
Padre e Maestro della gioventù,
San Giovanni Bosco,
docile ai doni dello Spirito
e aperto alle realtà del tuo tempo
sei stato per i giovani,
soprattutto per i piccoli e i poveri,
segno dell’amore
e della predilezione di Dio.
Sii nostra guida nel cammino
di amicizia con il Signore Gesù,
in modo che scopriamo in Lui
e nel suo Vangelo
il senso della nostra vita
e la fonte della vera felicità.
Aiutaci a rispondere con generosità
alla vocazione che abbiamo ricevuta da Dio,
per essere nella vita quotidiana
costruttori di comunione,
e collaborare con entusiasmo,
in comunione con tutta la Chiesa,
all’edificazione della civiltà dell’amore.
Ottienici la grazia della perseveranza
nel vivere una misura alta di vita cristiana,
secondo lo spirito delle beatitudini;
e fa’ che, guidati da Maria Ausiliatrice,
possiamo trovarci un giorno con te
nella grande famiglia del cielo. Amen.
“...sapete che cosa desidera da voi questo
povero vecchio che per i suoi giovani
ha consumata tutta la sua vita?
Niente altro che tornino i giorni felici
dell’Oratorio primitivo...
i giorni della carità e della vera allegrezza
per tutti”.
CUORE IN PREGHIERA
I CUORI!
Amore per i Giovani:
11
Don Pascual Chávez Villanueva
Rettor Maggiore
(Conclusione della Lettera del 1884)
ICO DEI GIOVANI!
SANTITÀ E GIOIA:
di vita cristiano,
“Io voglio insegnarvi un metodo
contento addie
gro
che sia nel tempo stesso alle
e i veri piaceri,
enti
rtim
tandovi quali siano i veri dive
feta Davide:
pro
to
san
talché voi possiate dire col
ite Domiserv
:
gria
alle
serviamo il Signore in santa
questo
di
po
sco
lo
è
no in laetitia. Tale appunto
gri”.
alle
pre
sem
e
libretto, servite il Signore e star
uto).
(Introduzione al Giovane Provved
nello stare
“Noi facciamo consistere la santità
molto allegri”.
enico Savio).
(Detto attribuito a Dom
CUORE
del Mondo
CUORE IN PREGHIERA
1-2014
12
LA PAROLA
L
Dal Vangelo secondo Matteo
D
(5, 38-48)
38
Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per
dente; 39ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se
d
u
uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra;
40
e a chi ti vuol chiamare in giudizio per toglierti la tunica,
tu lascia anche il mantello.
41
4
E se uno ti costringerà a fare un miglio, tu fanne con lui
d
due. 42Dà a chi ti domanda e a chi desidera da te un presstito non volgere le spalle.
43
«Avete
Avete inteso che fu detto
detto: Amera
Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; 44ma io vi dico:
amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, 45perché siate figli del Padre vostro
celeste, che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti
e sopra gli ingiusti.
46
Infatti se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? 47E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno
così anche i pagani? 48Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
per meditare...
Madre Teresa di Calcutta
[Il commento lo lasciamo a tre significativi episodi
d’amore].
• Un giorno Madre Teresa di Calcutta, che ha mostrato con la sua vita d’essere innamorata di Dio, inciampò in una povera lebbrosa moribonda, disfatta
dalla malattia che la ricopriva di piaghe. Madre Teresa
si chinò e cominciò ad accarezzarla... «Perché fai questo» mormorò la lebbrosa con un soffio. «Perché ti
voglio bene» rispose piano Madre Teresa. Un’espressione di gioia illuminò gli occhi della moribonda. «Oh,
dillo ancora», implorò. «Perché ti voglio bene», ripetè
Madre Teresa. «Dillo ancora, dillo ancora», continuarono a supplicare le povere labbra piagate.
• In tempi di guerra fredda le pacifiste inglesi hanno
combattuto le rampe di lancio missilistiche a modo loro, armate solo di sorriso e di garbata
ironia. Un episodio: alcuni anni fa in Gran Bretagna i militari stavano montando un campo
di missili Pershing e Cruise. I missili della distruzione e della morte. Le pacifiste si avvicinarono al campo con la borsa della spesa sotto il braccio. Le sentinelle ritenendole innocue
casalinghe le lasciarono passare. Esse, giunte vicino al filo spinato del campo, estrassero dalle
borse le cesoie, e tagliarono diversi tratti di filo spinato; poi tirarono fuori dei gomitoli di lana
colorata, e sostituirono il filo spinato con fili della morbida pacifica lana.
• Un altro esempio riguarda l’Apartheid in Sudafrica. Ora quell’ingiusto sistema politico e
sociale è stato abolito. Ma una mano a superarlo la dettero anche i pacifisti della «Pax Christi».
Essi fecero stampare e poi distribuirono a migliaia di copie una cartolina illustrata. Sull’il-
Primo venerdì del mese di
Febbraio
per pregare...
Apri le nostre mani
Padre,
apri le nostre mani,
affinché diano agli affamati,
vestano gli ignudi,
medichino le ferite
e aiutino i deboli.
Fa’ che i nostri occhi
vedano la tua luce,
e il nostro cuore
riconosca la tua voce
Dacci costanza e forza
nel nostro impegno
affin
affinché non ci stanchiamo
di fa
farci prossimo,
per adempiere la tua volontà.
Pad
Padre,
ti pr
preghiamo per la tua pace
nelle nostre anime
e ne
nelle nostre famiglie,
fra g
gli uomini e fra i popoli.
Colu
Colui che è la pace
dall’
dall’alto dei cieli
dia a
anche a noi
pace
pace,
e a ttutto Israele,
e a ttutti gli uomini
di b
buona volontà
Una parola,
dilla oggi
Non lo capisco,
perché io ho così tanto,
se tanti altri hanno così poco?
Dio?...
Ogni giorno passo davanti
alla desolazione.
Ma non voglio arrossire.
Una parola al mio cuore,
dilla oggi.
La benevolenza fa sì che la vita
valga la pena di essere vissuta.
Amicizia e un po’ di amore.
Non voglio arrossire.
Sorridere, amare.
Intristire non è pericoloso.
È pricoloso vivere.
O Dio.
Fa così freddo.
Come sarà domani?
(Ulla Christina Andersin)
(Schalom Ben-Chorin)
ffrasi da ripetere
• Signore, apri le mie mani.
• Signore, fammi prossimo.
In questo mese
Leggiamo:
• Vangelo secondo Matteo
(capitolo 5).
• Vangelo secondo Marco
(capitoli 5-8).
CUORE IN PREGHIERA
lustrazione si vedevano
un bambino bianco e
uno nero che si tenevano per mano. E si sorridevano. Sotto, la scritta:
«Why not? – Perché no?».
Le cartoline da ogni parte
del paese vennero spedite al presidente Botha.
Tutti i giorni si rovesciavano sulla scrivania del
presidente, e gli ricordavano un sacrosanto dovere da compiere. E di fatto
Botha finì col dare il suo
contributo al superamento
dell’Apartheid.
p
Preghiamo:
• Preghiere del buon cristiano
a sera: Gloria, Padre nostro, esame
di coscienza, 3 Ave Maria, affido a
Gesù, Giuseppe e Maria.
Primo venerdì del mese di
Intenzioni:
• Rispetto per i deboli e gli
anziani;
• Clero e laici collaborino
all’evangelizzazione
Febbraio
13
1815
CUORE
del Mondo
VITA DI SAN GIOVANNI BOSCO
1-2014
14
In vista del bicentenario della nascita (16 agosto
2015) di Don Bosco, riteniamo fare cosa gradita
ai lettori presentare, in grandi linee, i momenti più
importanti della vita e della personalità del Santo.
In questo numero accenniamo all’infanzia e
all’adolescenza.
Infanzia e Adolescenza
16
agosto 1815: nascita di Giovanni Melchiorre Bosco a Morialdo, frazione di
Castelnuovo d’Asti [oggi Castelnuovo
Don Bosco] da Francesco e Margherita Occhiena di Capriglio. Nelle autobiografiche “Memorie dell’Oratorio” scrive come giorno della
sua nascita il 15 agosto festa della Madonna
Assunta: per dimenticanza o per riconoscere
la protezione particolare della Vergine?
Solo a due anni rimase orfano, per la morte
del padre, a seguito di una febbre altissima presa per raffreddamento, l’11 maggio 1817: Margherita, donna di fede e di grande coraggio, si
accollò il sostentamento della suocera settuagenaria, con molti acciacchi, di Antonio, nato dal
primo matrimonio di Francesco con Margherita
Cagliero († 1811), di Giuseppe (1813-62) e di
Giovanni,oltre due servitori di campagna.
Quell’anno fu particolarmente difficile a causa
di una grave carestia: Margherita fu costretta
ad uccidere un vitellino per nutrire la famiglia,
perché era quasi impossibile rifornirsi, anche
a prezzi esorbitanti, di derrate alimentari. Per
esplicito riconoscimento di Don Bosco, la
madre non fece mai mancare il necessario
e, soprattutto una educazione religiosa seria e profonda, ferma e tenera.
“Sua massima cura fu di istruire i suoi figli nella religione, avviarli all’ubbidienza e occuparli
in cose compatibili a quella età... Mi ricordo
che ella stessa mi preparò alla prima confessione, mi accompagnò in chiesa; cominciò
a confessarsi ella stessa, mi raccomandò al
confessore, dopo mi aiutò a fare il ringraziamento” [M.O.].
Nelle “Memorie dell’Oratorio” ricorda con simpatia che la mamma aveva messo in vista un
bastoncino, come avvertimento, ma che non
l’aveva mai usato con lui e con i fratelli.
La vita di campagna: “tra gli otto e i nove anni,
Giovanni comincia a partecipare più attivamente al lavoro della famiglia, a condivider-
ne la vita dura ed austera. Si lavora da sole a
sole, e il sole d’estate si alza presto... La colazione del mattino è puro e semplice nutrimento: una fetta di pane e acqua fresca. Giovanni
impara a zappare, a falciare l’erba, a maneggiare la roncola, a mungere le mucche.
Un vero contadino. I viaggi si fanno a piedi.
La diligenza passa lontano, sullo stradale di
Castelnuovo, e costa. Alla sera si va a dormire
sul pagliericcio pieno di foglie di granoturco”
[Teresio Bosco, Don Bosco, p. 29].
I primi studi: Giovannino è molto intelligente
e sveglio nell’apprendere; vorrebbe studiare,
ma non può per l’opposizione del fratellastro
Antonio, che riteneva inutile lo studio. Si venne ad un “accomodamento”: durante il periodo dei lavori agricoli, Giovannino aiutava nei
campi, mentre nel periodo invernale si recava a Capriglio, [spesso restava presso la zia
Marianna Occhiena, domestica del parroco] a
studiare presso Don Giuseppe Lacqua, che
l’accolse anche l’inverno successivo nella sua
classe: anni 1824-25/1825-26.
Il sogno dei nove anni: in questo periodo
Giovannino fa un sogno, che segnerà tutta la
sua vita in modo indelebile: pensiamo che il
sogno sia sufficientemente conosciuto negli
ambienti salesiani e, perciò da ricordare solo
per sommi capi. Giovannino vede in un cortile
vicino casa uno stuolo di ragazzi che giocano,
rissano, bestemmiano... Si butta in mezzo alla
mischia per farli tacere, ma viene richiamato
da un misterioso e nobile signore: “non colle
percosse ma colla mansuetudine e colla carità dovrai guadagnare questi tuoi amici. Mettiti
adunque immediatamente a far loro una istruzione sulla bruttezza del peccato e sulla preziosità della virtù”. Il ragazzo dichiara la sua incapacità; il nobile Signore di rimando gli dice:
“Io ti darò la maestra sotto alla cui disciplina,
puoi diventare sapiente, e senza cui ogni sa-
2015
pienza diviene stoltezza”. Appare una signora di maestoso aspetto, mentre spariscono i
ragazzi, che rissavano: in loro vece appaiono
capretti, cani, gatti, orsi ed altri animali. “Ecco
il tuo campo, ecco dove devi lavorare. Renditi
umile, forte e robusto; e ciò che in questo
momento vedi succedere di questi animali,
tu dovrai farlo per i figli miei”. Scompaiono
tutti gli animali feroci e si strasformano in miti
agnelli che belano e fanno festa intorno al Signore e alla Signora. Giovannino sempre nel
sogno si mette a piangere perché non capisce il significato; la Signora gli pone la mano
sul capo e gli dice: “a suo tempo tutto comprenderai”. Un rumore lo sveglia: al mattino
racconta il sogno ai suoi: ognuno dà la sua
interpretazione; alla fine la nonna sentenzia:
“non bisogna badare ai sogni”.
Il piccolo saltimbanco: Giovannino ha ormai
10 anni e sa leggere e scrivere quanto basta
per intrattenere i suoi amici, ma anche i contadini, con i libri che gli presta Don Lacqua:
quelli più seguiti sono: Guerrin Meschino, La
storia di Bertoldo e, soprattutto il “Best-seller”
I Reali di Francia: “Nelle stagioni invernali poi
tutti mi volevano nella stalla per farsi raccontare qualche storiella. [era frequente per i contadini radunarsi nelle prime ore di buio nelle
stalle a recitare il Rosario, a fare lavori e riparazioni degli utensili, a raccontare e sentire racconti cavallereschi...]. Colà raccoglievasi gente di ogni età e condizione, e tutti godevano di
poter passare la serata di cinque ed anche sei
ore ascoltando immobili il lettore dei Reali di
Francia, che il povero oratore esponeva ritto
sopra una panca, affinché fosse da tutti udito
e veduto. Siccome però dicevasi che venivano ad ascoltare la predica, così prima e dopo
i miei racconti facevamo tutti il segno della
santa croce con la recita dell’Ave Maria” [G.
Bosco, Memorie dell’Oratorio, 1826].
Gli Spettacoli nelle domeniche estive:
“quando ogni cosa era preparata ed ognuno
stava ansioso di ammirare novità, allora li invitava tutti a recitare la terza parte del Rosa-
rio, dopo cui si cantava una lode sacra. Finito
questo montava sopra una sedia, faceva la
predica, o meglio ripeteva quanto mi ricordava della spiegazione del vangelo udita al
mattino in chiesa; oppure raccontava fatti od
esempi uditi o letti in qualche libro. Terminata la predica si faceva breve preghiera, e tosto si dava principio ai trattenimenti. In quel
momento voi avreste veduto, come vi dissi,
l’oratore un ciarlatano di professione. Fare la
rondinella, il salto mortale, camminare sulle
mani col corpo in alto; poi cingermi la bisaccia, mangiare gli scudi per andarli a ripigliare
CUORE
del Mondo
VITA DI SAN GIOVANNI BOSCO
1-2014
16
1815
Infanzia
e Adolescenza
sulla punta del naso dell’uno o dell’altro; poi
moltiplicare le palle, le uova, cangiare l’acqua
in vino, uccidere e fare a pezzi un pollo e poi
farlo risuscitare e cantare meglio di prima,
erano gli ordinari trattenimenti. Sulla corda
poi camminava come per un sentiero; saltava, danzava, mi appendeva ora per un piede,
ora per due; talora con ambe le mani, talora
con una sola. Dopo alcune ore di ricreazione
quando io era ben stanco, cessava ogni trastullo, facevasi breve preghiera ed ognuno
se ne andava pe’ fatti suoi”.
Nelle “Memorie dell’Oratorio” Don Bosco
spiega dove e come ha imparato il “mestiere
del ciarlatano”: nei mercati e nelle fiere, nelle
feste patronali mentre la madre faceva acquisti per la famiglia,con i pochi soldi regalatigli
dalla mamma, dagli zii e dai parenti, andava a
vedere gli spettacoli dei saltimbanchi: “Spesso sui mercati e sulle fiere vi erano ciarlatani e
saltimbanchi, che io andava a vedere, osservando attentamente ogni più piccola loro prodezza; me ne andava di poi a casa e mi esercitava fino a tanto che avessi imparato a fare
altrettanto. Immaginatevi le scosse, gli urti, gli
stramazzoni, i capitomboli cui a ogni momento andava soggetto. Pure, lo credereste? Ad
undici anni io faceva i giuochi dei bussolotti,
il salto mortale, la rondinella, camminava sulle mani, camminava, saltava e danzava sulla
corda, come un saltimbanco di professione”
[Sac. G. Bosco, Memorie dell’Oratorio].
A undici anni, Giovannino Bosco, con il gioco
[gli piaceva tanto giocare,come a tutti i ragazzi] realizzava il “Sogno” cercando di trasformare i suoi amici in miti agnelli.
La Prima Comunione: il 26-3-1826, giorno
di Pasqua, Giovannino riceve la Prima Comunione, nella chiesa parrocchiale di Castelnuovo. Ecco come ricorda quel giorno: “Mia
madre quel mattino mi accompagnò alla sacra mensa, fece con me la preparazione e il
ringraziamento. In quella giornata non volle
che mi occupassi di alcun lavoro materiale,
ma che mi impegnassi a leggere e a pregare. Mi ripetè più volte: «per te è stato un gran
giorno. Dio ha preso possesso del tuo cuore.
Ora promettigli di fare quanto puoi per conservarti buono fino alla fine della vita...» [Sac.
G. Bosco, Memorie dell’Oratorio]
Emigrante a 12 anni.
Giovannino, nonostante la fatica della vita dei
campi e le ristrettezze economiche, è felice
per l’amore della mamma e del fratello Giuseppe: è l’anima dei giochi della zona dei
Becchi, la campagna in cui abita. Aumenta,
purtroppo, la tensione con il fratellastro Antonio, ormai diciottenne, che ritiene una perdita
di tempo lo studio: una sera di febbraio del
1827 volano parole forti e degli schiaffi. Margherita, con la morte nel cuore, è costretta a
inviare il piccolo a lavorare come ragazzo di
stalla presso dei conoscenti.
Luigi Moglia e la moglie Dorotea, una famiglia
di contadini benestanti [sono presenti anche
la sorella di Luigi, Teresa, e la piccola Anna]
sono contenti del lavoro e dell’educazione
di Giovanni, anche se non capiscono molto
il suo incaponirsi per lo studio, trattano bene
il ragazzo, che materialmente sta meglio che
ai Becchi: soffre molto per la mancanza della
famiglia e della possibilità di studiare.
Non ha ancora compiuti 12 anni: per circa tre
2015
Don Giovanni Calosso in punto di morte
consegna al giovane Bosco la chiave
del cassetto con i suoi averi.
Giovanni Bosco
saltimbaco sulla corda (N. Musio).
anni restò nella cascina dei Moglia, svolgendo
i lavori che il “vaccaro” gli affidava. La sera o
mentre controllava le mucche al pascolo leggeva i libri che Don Lacqua gli prestava volentieri.
Ogni Domenica al mattino presto, con il permesso dei Moglia, si recava nel vicino paese
di Moncucco [la sig.ra Dorotea, scoprì che andava da Don Cottino, il parroco, a confessarsi
e a fare la Comunione, perché nella Messa
“grande” della tarda mattinata, non c’era l’uso
di comunicarsi].
Nel novembre del 1829, allo scadere dei contratti dei lavori agricoli, Giovannino viene raggiunto dallo zio Michele, che s’informa delle
sue condizioni:
– “Allora, Giovanni, sei contento di stare qui
o no?
– No. Mi trattano bene, ma io voglio studiare. Gli anni passano, ne ho già compiuti 14, e
sono sempre allo stesso punto”.
Lo zio Michele lo riportò a casa appianando il contrasto con Antonio: Giovanni potrà
studiare senza gravare economicamente sul
fratellastro. Lo zio cercò di collocare il nipote
presso i parroci di Castelnuovo e di Buttigliera, ma incontrò notevoli difficoltà: la soluzione
avvenne in modo imprevisto e provvidenziale.
Do
Don Giovanni Melchiorre Calosso.
Nel settembre del 1829 era arrivato come
capp
cappellano a Morialdo Don Calosso, un sacerd
cerdote anziano, che per la salute malferma
avev
aveva rinunciato alla parrocchia di Bruino.
In novembre fu predicata a Buttigliera una
“mis
“missione”: tornando Don Calosso nota tra la
gent
gente un ragazzo ed è stupito dalla sua intellige
ligenza e memoria: gli ripete tutta la predica!
Il vec
vecchio prete l’avrebbe aiutato nello studio:
Giov
Giovanni sarebbe andato a casa solo a sera
e ne
nei momenti di maggiore impegno nei lavori
dei campi.
“Mi misi subito nelle mani di Don Calosso. Gli
feci conoscere tutto me stesso, gli manifestai
ogni parola, ogni pensiero. Conobbi allora che
voglia dire avere una guida stabile, un amico
fedele dell’anima, di cui fino a quel tempo ero
stato privo. Tra le altre cose mi proibì una penitenza che ero solito fare, non adatta alla mia
età. Mi incoraggiò a frequentare la confessione
e la comunione, e mi insegnò a fare ogni giorno una breve meditazione, o meglio un po’ di
lettura spirituale” [Memorie dell’Oratorio].
A Settembre del 1830, per evitare ogni contrasto con Antonio, si trasferì nella canonica
di Don Calosso. Don Bosco ricorderà quei
giorni con gioia ed entusiasmo:
“Nessuno può immaginare la mia contentezza. Amavo Don Calosso come un padre, lo
servivo volentieri in tutte le cose... Ero pienamente felice, quando un disastro troncò il
corso di tutte le mie speranze”.
“Con lui moriva ogni speranza”.
Nel novembre del 1830 improvvisamente Don
Calosso fu colpito da infarto: spirava
ricevendo l’Estrema Unzione il 21
novembre; fu sepolto il giorno seguente. Prima di morire aveva indicato a
Giovanni la chiave del cassetto in cui erano
seimila lire: “vennero gli eredi di Don Calosso,
e loro consegnai la chiave ed ogni altra cosa”.
Ora Giovanni era di nuovo solo! Aveva 15
anni, e si trovava senza maestro, senza denaro, senza prospettive future; soprattutto
rimase senza il suo “insigne benefattore”.
a cura di Antonio Sperduti
18
Corso di Dottrina Sociale della Chiesa
Prefettura IV
Settore Centro
14 gennaio 2014 ore 18,30
Saluti
I
Sua Ecc. Mons. Matteo ZUPP
Roma
Vescovo Ausiliare della Diocesi di
Ve
don Leonardo MANCINI
sco Superiore del Salesiani di Don Bo
e
le
ntra
Circoscrizione Speciale Italia Ce
“Sacro Cuore”
Sua Ecc. Mons. Mario TOSO
stizia e Pace
Segretario Consiglio Pontificio Giu
Se
L’Evangelizzazione
nel Sociale
A
On. Savino PEZZOTTA
La Spiritualità del Laicato
nell’Impegno Politico
12
1
2 ffebbraio
ebbraio 2
2014
014 ore
ore 18,30
18,3
30
11
1
1 marzo 2014 ore 18,30
Padre Paolo BENANTI TOR
Do
Docente di Teologia Morale e Bioetica
L’Università Pontificia Gregoriana
Assistente regionale AGESCI
Il Linguaggio Nascosto
dei Media
30 aprile 2014 ore 18,30
3
Mons. Adriano VINCENZI
Incaricato Confcooperative per la CEI
In
assistente UCID
La Parrocchia
e la Cooperativa:
Una
U Nuova Start Up
Padre F
Francesco OCCHETTA SJ
Scrittore de “La Civiltà Cattolica”
e Consulente Ecclesiastico dell’UCSI
Pr Leonardo BECCHETTI
Prof.
Ordinario di Economia Politica
presso l’Università di Roma Tor Vergata
La Nuova Politica
dei Territori e delle Comunità
Modera Don Alessandro FADDA SDB
Una Nuova Economia
Anno scolastico 2013-2014
Carissimi Amici,
prima di tutto un saluto cordiale a tutti voi e un ricordo affettuoso nella preghiera. Spero che il Signore vi dia sempre
salute e forza per poter compiere il vostro dovere. Dio ci
chiama ad amarci e ad aiutarci a vicenda perché il mondo
divenga più giusto e fraterno! Troviamo la nostra felicità quando riusciamo a fare
del bene, mentre quando ci
chiudiamo in noi stessi, proviamo tristezza e amarezza.
Dio ci chiama
ad amarci
e ad aiutarci
a vicenda
Questo è il mistero di questa
vita. Il Buon Dio ama tutti gli
uomini senza eccezione, tutto
quello che abbiamo passa, la
nostra conoscenza, l’onore,
la gloria, ecc. rimane solo la
carità, l’amore che possiamo manifestare al prossimo,
alla famiglia prima di tutto, ai
vicini e anche a quelli che non
abbiamo ancora conosciuto.
Ringrazio con tutto il cuore
tante persone che non hanno
visto il Madagascar né visto
il nostro Centro, ma che di
giorno e di notte, si danno da
fare per aiutarci; è una grande
testimonianza di carità. Alcuni
dei nostri benefattori sono già
passati all’altra riva; abbiamo
il dovere di pregare per loro
perché il Signore dia loro la
luce eterna.
Vorrei parlarvi di questo
anno scolastico 2013-2014.
Abbiamo cominciato la scuola: i ragazzi interni sono 120,
gli esterni sono 160 e quel-
CUORE IN MISSIONE
Centre Notre Dame de Clairvaux
19
CUORE
del Mondo
CUORE IN MISSIONE
1-2014
20
li della scuola elementare
dell’oratorio sono 215.
Quelli che hanno finito gli studi nel mese di giugno dell’anno scorso, hanno fatto lo stage nelle imprese. Alcuni sono
stati assunti come operai.
La situazione è però allarmante!
In questi giorni, in Madagascar c’è troppa agitazione.
La crisi politica dura già da
cinque anni, e quanto succede in politica non dà fiducia;
non si sa se il domani sarà
migliore. Preghiamo per il Madagascar.
La comunità è tutta cambiata come lo dicevo nell’ultima
lettera: il centro professionale è ormai guidato da padre
Nirina che ha sostituito Paolo
Sapienza, Richard, polacco
ha sostituito don Salon all’economato, il diacono Doudou
ha preso il posto di don Jean
Crisostomo all’internato. Don
Venance che era all’oratorio
sta per partire per la comunità di Mauritius, e don Lorenzo
come vicario della comunità.
La squadra dei nostri insegnanti ed educatori è ben
allenata, e il lavoro è già cominciato.
La grande miseria dei ragazzi
che vengono da noi ci pone
sempre il problema della loro
educazione, che non consiste soltanto nello studiare e
mangiare; per diventare buoni cristiani e onesti cittadini,
ci vuole di più.
Formare l’uomo integralmente e colmare i vuoti in tutti i
sensi non è semplice. Ci vuo-
le l’amore, la capacità e la pazienza.
Carissimi, con queste povere
parole, spero di condividere
con voi le nostre gioie e le nostre paure. Il Signore è buono; eterna è la sua misericordia. C’è scritto qua nel Centro
e dapertutto, “Tsara fo Andriamanitra” (Dio è buono).
Ne facciamo l’esperienza. La
vostra solidarietà è prova di
tutto questo.
Per finire vi racconto la storia
di uno dei nostri ragazzi. Jean
Claude ha 14 anni, ed è figlio
unico, la mamma è ammalata
di epilessia e la nonna è morta
alcuni giorni fa! Jean Claude
mi ha fatto tremare quando
sulla strada dell’oratorio mi ha
preso la mano e mi ha detto:
padre aiutami a essere santo. Una signora che passava
accanto ha sentito il discorso
ed è venuta a trovarmi per
chiedere se esistono ancora
ragazzi così.
Purtroppo la sofferenza di
Jean Claude è così grande:
dopo la morte della nonna, che si occupava di lui, la
mamma non si fa vedere e
ha sempre le crisi. È difficile
sapere che la sua situazione
è così drammatica perché ha
sempre il sorriso sulle labbra. Comunque Jean Claude
ora rimane sereno e il futuro ci
farà sperare in bene!
Grazie per il vostro sostegno
e la vostra amicizia e che il
buon Dio vi benedica tutti. Vi
promettiamo la nostra umile
preghiera.
don Innocent Bizimana
il
PIA OPERA DEL SACRO CUORE
SEGNA
LIBRO
via Marsala, 42 - 00185 Roma
ieri
✂
«Ai benefattori della chiesa del voto internazionale, dedicata al S. Cuore di Gesù
al Castro Pretorio di Roma, era già stata promessa, quando detta chiesa fosse
compiuta, la celebrazione di una messa ogni venerdì dell’anno e la recita quotidiana del S. Rosario
con altri esercizi di pietà. Ad ampliare questi vantaggi spirituali e farne partecipare
più altre persone, venne stabilita nella suddetta chiesa la PIA OPERA DEL S. CUORE DI GESÙ...”.
(Da un programma della Pia Opera, durante il Rettorato di Don Rua, 1° successore di Don Bosco)
Come ci si iscrive:
Con una offerta libera, presso gli uffici della Basilica o mediante conto corrente
postale sottoindicato con causale “Iscrizione alla Pia Opera del Sacro Cuore”,
specificando il cognome e nome di chi si vuole iscrivere, vivo o defunto.
La Pia Opera promuove il periodico Cuore del Mondo.
ELEMENTO CENTRALE
La celebrazione quotidiana di una S. Messa concelebrata
in perpetuo per gli iscritti vivi o defunti.
Le offerte:
•
•
•
•
•
Per lo sviluppo e la diffusione della devozione al S. Cuore, anche tramite pubblicazioni.
A favore delle missioni e delle vocazioni sacerdotali;
Per la promozione e la cura delle vocazioni, sacerdotali e salesiane;
In favore dei salesiani anziani e malati;
Per ragazzi e giovani in situazione di particolare disagio.
N° conto corrente postale: 914010
codice IBAN: IT03 P076 0103 2000 0000 0914 010
Per informazioni:
•
Segreteria (orario ufficio da lunedì a venerdì normalmente 9-12)
Tel. 06.444.83.423 - 06.444.83.411 - 06.492.83.403
•
Portineria dell’Istituto (dalle ore 6.00 alle 22.00), lasciando un messaggio per
Don Antonio: Tel. 06.492.72.21. Per qualsiasi richiesta: [email protected]
oggi
“La Comunità salesiana che il servizio
pastorale nella Basilica del S. Cuore s’impegna
a celebrare la SS. Eucarestia, una volta tutti
i giorni, secondo le intenzioni degli offerenti, i quali in tal
modo, unendosi spiritualmente alla celebrazione del sacrificio di
Cristo, potranno beneficiare di quel dono di grazia che scaturisce
dalla rinnovazione del memoriale di Cristo”.
Il ricordo riconoscente per i benefattori avviene anche nella recita
quotidiana del S. Rosario e delle Litanie lauretane e in quei
pii esercizi che si attuano secondo i ritmi dell’anno liturgico.
“ USCIAMO,
usciamo
ad offrire
a tutti
la vita
di Cristo
Gesù
”
(Papa Francesco)
CUORE
del Mondo
Santuario internazionale
il
SEGNA
LIBRO
www.basilicadelsacrocuore.it - [email protected]
Tel. segreteria 06.49.27.22.56 (ore 9-12: giorni feriali) • Tel. 06.44.53.257 (parroco)
Nel Santuario, le celebrazioni della SANTA MESSA si tengono nei seguenti orari:
✂
ORARIO
INVERNALE
FERIALI: ore 6.30 • 7.00
7.30 • 8.00 (Lodi Messa)
9.00 • 18.00
FESTIVI: ore 7.00 • 8.00
9.00 • 10.00
11.30 (Messa parrocchiale
e dei giovani)
16.00 (in lingua filippina)
18.00
ESTIVO
GIUGNO-LUGLIO-AGOSTO
FERIALI: ore 6.30 • 7.00 • 7.30
8.00 (Lodi Messa) • 9.00 • 18.00
FESTIVI: ore 7.00 • 8.00
9.00 • 10.00 • 11.30 • 18.00
MUSEO DON BOSCO
e “CAMERETTE”
(tutti i giorni)
ore 9.00-12.00 • 16.00-19.00
“USCIAMO,
usciamo
ad offrire
a tutti
la vita
di Cristo
Gesù
”
(Papa Francesco)
CUORE
del Mondo
• PRIMO VENERDI:
ore 10.30-17.30 Adorazione silenziosa
ore 18.00 Solenne Concelebrazione cui
segue (circa 19.00) Adorazione animata
da un gruppo della Famiglia Salesiana
ore 19.30 Vespri e buona notte
altri VENERDI:
Adorazione Eucaristica silenziosa:
ore 18.30-19.15
ore 19.30 Vespri,
benedizione eucaristica e buona notte
• I GIOVEDI:
Adorazione Eucaristica animata:
ore 18.30-19.15
ore 20.30-22.00: da e per i giovani
• IL 24: Commemorazione mensile
di Maria Ausiliatrice
• ULTIMO GIORNO
DEL MESE:
Commemorazione mensile
di san Giovanni Bosco
• SACERDOTI PER
LE CONFESSIONI:
lingua italiana,
spagnola
ore 6.30-8.00
(giorni feriali)
ore 17.00-18.00
inglese
tutti i giorni
ore 9.00-12.00;
17.30-19.00
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Cuore del Mondo - Basilica del Sacro Cuore