PROVINCIA AUTONOMA
DI TRENTO
didascalie
Rivista della scuola in Trentino
6
n.
giugno 2011
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08/02/2006
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n. 6 giugno
n. 5 giugno 2011
2011
I
SOMMARIO
DIDASCALIE
La sfida
Il torneo a suon di parole
consulta provinciale studenti/Incontro con Tomasi e Dalmaso
/Le regole
/Il bilancio
iprase/Piani studio primo ciclo: Terzo biennio
verso educa 2011-2012/La scuola
/Partecipazioni
/L’incertezza
la notizia:
Rivista della scuola in Trentino
Periodico mensile
Anno XX, numero 6 giugno 2011
1
2-4
Rivista promossa dalla
Provincia Autonoma di Trento
(L. P. 3 maggio 1990, n.15, art. 22)
Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 745
dell’11.1.1992
Direttore responsabile:
Giampaolo Pedrotti
Coordinatore:
Mario Caroli
E-mail: [email protected]
5-8
9-11
12-14
il dossier
dentro la ricorrenza
In redazione:
Norma Borgogno
Adriana Giacomoni
Manuela Saltori (segreteria)
In questo numero:
Ada Aguglia, Arianna Bazzanella, Maria Annita Baffa,
Norma Borgogno, Emanuele Bonapace, Eddy Caliari,
Paola Carlucci, Sonia Carli, Mario Caroli, Silvana Castelli,
Simona Cesari, Annamaria Cesaro, Alberto Conci, Adriana
Cristoforetti, Giovanni Dalfovo, Beatrice de Gerloni,
Maria De Maria, Luca Di Marco, Maria Cristina Eccheli,
Carla Ferraresi, Mariarosaria Fiorella, Adriana Giacomoni,
Fabiano Lorandi, Patrizia Lucca, Lucia Mazzocchi, P.P.,
Mario Peghini, Costantino Pellegrini, Fabrizio Rasera,
Stefania Ravagni, Elena Viola,
Studenti: Carlotta, Chiara, Elena, Evanna, Francois
Tronche, Gioele Casagranda, Giovanni Grazioli, Marco
Calliari, Anna Grigolli, Marta, Michela, Tomaso.
il dossier
il contesto
Istituto delle Arti Trento e Rovereto
Scuoloa media Bonporti - I.C. Trento 5
Istituto Comprensivo Giudicarie Esteriori
Istituto Comprensivo Revò
Liceo Russell Cles
Istituto don Milani Rovereto
Liceo Rosmini Rovereto
Istituto Comprensivo Cles
150° Unità d’Italia
Progetti, percorsi e prodotti finali delle scuole del Trentino
Redazione: Via Gilli 3,
38121 Trento
tel. 0461/497268 - 69
fax 0461/497267
Inserto a cura di: Mario Caroli e Norma Borgogno
Interventi: Beatrice de Gerloni, Eddy Caliari, Paola Carlucci, Mario
Caroli, Silvana Castelli, Simona Cesari, Annamaria Cesaro, Giovanni
Dalfovo, Maria De Maria, Carla Ferraresi, Mariarosaria Fiorella, Costantino Pellegrini, Stefania Ravagni, Elena Viola
Studenti: Carlotta, Chiara, Elena, Evanna, Francois Tronche, Gioele Casagranda, Giovanni Grazioli, Marco Calliari, Marta, Michela, Tomaso
Inserto 15-34
Realizzazione e Stampa
Litografia Effe e Erre - Trento
Per richiedere la rivista Didascalie
telefonare o mandare un fax o scrivere a:
Redazione Didascalie,
Palazzo Istruzione via Gilli, 3 – 38121 Trento
E-mail: [email protected]
Le foto di questo numero sono di:
archivio Didascalie e fornite dai diretti interessati,
archivio Ufficio stampa Pat
PROVINCIA AUTONOMA
DI TRENTO
didascalie
/I.C. Avio: la dirigente
35
/primaria Avio e Sabbionara: “Siachepo”
36-37
/la biblioteca: Sentieri
38-39
/secondaria I grado Avio: Montagna
40-41
/secondaria I grado Bresadola TN5: Concorso
42
/Istituto delle Arti Tn Rovereto: Caputo
43
/Liceo Filzi Rovereto: Frammenti di storia
44-45
segnaliamo/il libro - Ist. F.lli Fontana Rovereto: La ricerca
46-47
/le schede: La grande guerra: Avio e Alto Garda 48
offerta varia /Celebrazione a Gardolo
terza di copertina
verso educa 2011/2012/Le mappe
quarta di copertina
dalle scuole
Rivista della scuola in Trentino
6
n.
giugno 2011
il dossier
dentro la ricorrenza
il dossier
il contesto arti trento e rovereto
istituto delle Bonporti – i. c. trento 5
Scuola media
Giudicarie esteriori
istituto comprensivo revò
istituto comprensivo
cles
liceo russell
rovereto
istituto don Milani
rovereto
liceo rosmini
cles
istituto comprensivo
D’ITALIA
Trentino
150° UNITÀ
scuole del
finali delle
Progetti, percorsi
AUT DR/CB Centrale/PTMagazine EDITORI/213/2006
08/02/2006
II
e prodotti
SimoSilvana Castelli, Fioe Norma Borgogno Carlucci, Mario Caroli,
Mariarosaria
Paola
di: Mario Caroli
Carla Ferraresi,
Eddy Caliari, Maria De Maria,
Inserto a cura
de Gerloni,
di: Beatrice Cesaro, Giovanni Dalfovo,
Viola
Giovanni Grazioli,
Interventi
Ravagni, Elena
Casagranda,
Annamaria
na Cesari,
Tronche, Gioele
Pellegrini, Stefania
Evanna, Francois
rella, Costantino
Tomaso.
Chiara, Elena,
Marta, Michela,
studenti: Carlotta,
Anna Grigolli,
Marco Calliari,
n. 6 giugno
n. 5 giugno 2011
2011
I
In copertina in alto: alunni dell’Istituto comprensivo di Avio impegnati nell’attività
in montagna (vedi servizio alle pagine 35-41); sempre in alto, a destra, la copertina
del libro curato da Fabrizio Rasera sull’Istituto “F.lli Fontana” di Rovereto presentato nel Segnaliamo (vedi pagine 46-47); in basso, la copertina e un’immagine del
dossier interno dedicato alle esperienze sul 150° dell’Unità d’Italia (vedi pp. 15-34)
n. 6 giugno 2011
LA NOTIZIA
LA SFIDA
Dietro le parole, il cervello
Una gara davvero speciale, quella tra gli studenti dei due licei cittadini, che si è conclusa venerdì
9 giugno 2011 dalle dalle 15,30 alle 19,00 nell’Aula B della Facoltà di Giurisprudenza su chi
riesce ad argomentare meglio un tema di carattere civile e sociale, solo “a suon di parole”. Un torneo del tutto particolare, che ci piacerebbe diventasse prassi quotidiana nelle scuole. Sappiamo che
in molte altre realtà scolastiche ci si cimenta a gruppi di studenti su come “presentare e spiegare
meglio un argomento”, ma questo ci è sembrato un progetto organico, coinvolgente e con un forte profilo civile ed etico. Proprio per questo abbiamo scelto questa sfida come “notizia” d’apertura
della rivista, spiegandola nei dettagli nelle pagine seguenti.
A suon di parole…
Un intero pomeriggio “a suon di parole”, per la
sfida tra gli studenti del Liceo scientifico “G. Galilei” e Liceo scientifico e linguistico “L. da Vinci”
di Trento, su chi riusciva ad argomentare meglio
su un tema di valenza civica e sociale, come quello delle quote rosa, ai fini di una vera pari opportunità tra generi. Un torneo vero, con gli studenti protagonisti assoluti, assieme a docenti e esperti
esterni, vinto ai punti da quelli del “Da Vinci”,
ma con l’elogio esplicito della giuria ai due istituti, alle classi ed ai singoli oratori del pomeriggio.
Gli studenti del liceo scientifico e linguistico “Da
Vinci” hanno convinto meglio dei coetanei dello
scientifico “Galilei”, sempre di Trento e, per questo, si sono aggiudicata la vittoria, ma i vincitori
sono stati davvero tutti gli studenti delle classi terze
e quarte dei due licei scientifici della città, che nel
corso dell’anno scolastico 2010/2011 hanno partecipato al torneo del tutto particolare su una pratica
della quale, è stato ribadito da tutti gli intervenuti,
se ne sente proprio bisogno: saper argomentare le
ragioni del tema in discussione, saper controbattere, saper ascoltare e, alla fine, saper convincere l’interlocutore o – può succedere anche questo – ammettere che “l’altro” è stato davvero tanto bravo da
farci cambiare idea. Insomma: il contrario di quanto viene propinato ogni giorno dalle trasmissioni
televisive d’intrattenimento e anche da quelle che
passerebbero per culturalmente serie e impegnate.
Le metafore sul discorso
Il discorso – finalmente – non come parlarsi addosso, parlare “a vanvera”, insultare chi non la pensa come te e ripetere fino alla nausea solo e soltanto con assiomi i propri slogan; ma il discorso come
percorso, il discorso come edificio, metafore per far
n. 6 giugno 2011
capire che un’idea, un tema, un discorso bisogna
saperlo costruire ed argomentarlo bene, così come
bisogna saperlo controargomentare dopo aver sentito la tesi presentata dall’interlocutore.
Nella finale, gli studenti si sono affrontati “a
muso duro”, ma solo ed eslcusivamente “a suon
di parole”, come recitava il titolo del torneo: regole rigide, timer che parte appena lo studente o
la studentessa avvia la sua argomentazione ed altrettanto per chi poi prova a controargomentare.
E sulla valenza o meno delle “quote di genere” l’argomento scelto per la sfida finale - gli studenti hanno messo sul tappeto argomenti a volontà,
dati, citazioni, metafore, parafrasi: quelli del Galilei a sostegno delle quote rosa e quelli del Da
Vinci non genericamente “contro”, ma con le loro
“controargomentazioni”.
Tutto questo, con citazioni e riferimenti molto
dotti e pregnanti, da Cicerone ad Alcide Degasperi, da Platone ad Oriana Fallaci, da voci raccolte durante il festival dell’economia di Trento a
Wittgenstein ed altri ancora.
Tutto dal vivo, tanto che tra il primo round e il secondo – come previsto da regolamento della gara
- gli studenti hanno avuto una ventina di minuti
per rimediare nuove argomentazioni convincenti,
senza lesinare apprezzamenti nei confronti di chi
aveva sostenuto la testi opposta. E gli altri argomenti scelti riguardavano il piercing ai minorenni
anche senza il permesso dei genitori, scaricare da
internet gratis, l’amicizia virtuale vera o fasulla, le
adozioni anche per i single.
Ed il pensiero di chi ha assistito a questa sfida non
poteva non andare ai vari “Annozero”, “Ballarò”,
“Porta a porta”, per non tirare in ballo anche la parte più fonda della palude “Grande fratello” ecc. ecc..
Mario Caroli
1
IPRASE – UNIVERSITÀ – COMUNE TN
Liceo “G. Galilei” - Liceo “L. da Vinci” Trento
IL TORNEO
A suon di parole…
Nel numero di maggio di didascalie avevamo anticipato l’evento finale del Torneo “A suon di parole”, progetto inizialmente partito all’interno di un Progetto dell’IPRASE legato al del Fondo Sociale Europeo
sull’“attivazione di un sistema organico e strutturato di azioni destinate alla formazione permanente dei formatori”, uno dei quali, in particolare, riguarda “la competenza argomentativa degli studenti della scuola superiore di Trento”. Un progetto che è diventato qualcosa
di più esteso, coinvolgendo direttamente innanzitutto le due scuole
interessate e poi altre istituzioni. In un agile libretto, curato da Chiara Tamanini, distribuito nel pomeriggio della sfida finale e riportato
integralmente sul sito dell’Iprase, viene descritto ampiamente il progetto, le squadre, i protagonisti ed alcuni commenti. Riprendiamo in
sintesi i passaggi principali del Torneo.
2
I promotori
Il progetto
IPRASE:
progetto coordinato da Chiara
Tamanini, ricercatrice Iprase, e
seguito direttamente dal direttore dell’Istituto, Arduino Salatin,
che ha partecipato alla sfida finale,
componente della giuria ed ha premiato i vincitori.
UNIVERSITÀ:
Coinvolgimento del Dipartimento
di Scienze Giuridiche dell’Università degli Studi di Trento, seguito anche nel pomeriggio della sfida finale da Gianni Santucci, direttore del
Dipartimento, Paolo Sommaggio,
docente di filosofia del diritto, Dipartimento di Scienze Giuridiche,
Letizia Mingardo, borsista presso il
Dipartimento di Scienze Giuridiche
SCUOLE:
Liceo Scientifico e Linguisto “DA
VINCI” di Trento
Liceo Scientifico “GALILEI” di
Trento
ISTITUZIONI:
al pomeriggio della sfida finale hanno partecipato l’assessore provinciale all’istruzione e allo sport, Marta
Dalmaso, e l’assessore alla cultura
ed alle politiche giovanili del Comune di Trento, Lucia Maistri.
Il progetto nasce da molteplici
considerazioni, ma la prin­
cipale
fa riferimento alla constatazione
di una debolezza og­gettiva del dibattito pubblico nella nostra società e all’inva­denza dei mezzi di
comunicazione di massa. Da questo dato di fatto nasce, per converso, l’esigenza di educare i giovani a
formulare ragionamenti in maniera autonoma e sorvegliata. Lo sviluppo di competenze chiave sociali e civiche e di spirito di iniziativa
e intraprendenza, da perseguire in
tutti gli ambi­ti disciplinari, è richiamato, peraltro, dai documenti europei (Raccomandazione del
Parlamento Europeo e del Consiglio relativa a competenze chiave,
2006), dai Regolamenti nazio­nali
per il riordino del secondo ciclo di
istruzione e dai Piani Provinciali di
Studio del Trentino.
L’attività è stata realizzata all’interno di un percorso spe­rimentale
promosso dall’IPRASE assieme al
Dipartimento di Scienze Giuridiche, alla Facoltà di Giurisprudenza e ai due Li­cei sopra citati, con l’intenzione di realizzare
e mettere a pun­to un prototipo
di gara dibattimentale che possa
in seguito coinvolgere un numero maggiore di studenti e Istituti scola­stici del ciclo secondario di
secondo grado.
La gara e gli argomenti
Nel corso dell’anno scolastico
2010/2011 è stato realiz­zato il torneo tra alcune classi terze e quarte
del Liceo scientifico “G. Galilei” e
del Liceo scientifico e linguistico
“L. da Vinci” di Trento, che riportiamo di seguito. Gli studenti si sono
affrontati, cercando di vincere delle gare basate non su una disciplina
sportiva di carattere fisico, ma sulla
capacità di argomentare e contro argomentare su tematiche di carattere
civico e sociale. Gli studenti si sono
sfidati, dunque, “a suon di parole”.
n. 6 giugno 2011
GARE ELIMINATORIE
Presso il Liceo “G. Galilei”
9/2/2011, mercoledì, ore 14.00:
gara tra le classi IVF e IVH:
Argomento del dibattito: Vietare
o consentire il piercing ai minorenni
senza il permesso dei genitori
Ha vinto la gara la classe IVH
10/2/2011, giovedì, ore 14.00:
gara tra le classi IIIC e IIIG:
Argomento del dibattito: Scaricare da internet a pagamento o gratis.
Ha vinto la gara la classe III G
presso Liceo “L. da Vinci”
10/2/2011, giovedì, ore 14.0016.30: gara tra le classi IVLC e IVSF:
Argomento del dibattito: Scaricare
da internet gratis o solo a pagamento
Ha vinto la gara la classe IVLC
12/2/2011, ore 7.55 -10.25: gara
tra le classi IVSA e IIISH
Argomento del dibattito: Vietare
o consentire il piercing ai minorenni
senza il permesso dei genitori
Ha vinto la gara la classe IVSA
GARE PER LE FINALI D’ISTITUTO
Presso Liceo “G. Galilei”
12/4/2011, martedì, ore 14.00
finale di istituto tra le classi III G
e la classe IVH
Argomento del dibattito: L’amicizia virtuale è o non è amicizia autentica.
Ha vinto la gara La classe IVH e si
aggiudica la finale del torneo.
Presso Liceo “L. da Vinci”
2/4/2011, ore 7.55 -10.25: finale
di istituto tra le classi IVLC e classe IVSA
Argomento del dibattito: L’amicizia virtuale è o non è amicizia autentica.
Ha vinto la gara la classe IVSA e si
aggiudica la finale del torneo.
12/4/2011, martedì, ore 7.5510.25: gara tra le classi IIISH e IIISF per il terzo e quarto posto
Argomento del dibattito: Adozioni possibili solo per le coppie o anche
per i single.
Ha vinto la gara la classe IVSF che
si qualifica al terzo posto nel torn. 6 giugno 2011
neo di Istituto
GARA FINALE DEL TORNEO
Presso Aula B della Facoltà di
Giurisprudenza Trento via Verdi
venerdì 10 giugno 2011 dalle
15,30 alle 18,30
finale di torneo tra le classi IVH
del Liceo “G. Galilei” e la IVA del
Liceo “L. da Vinci”.
Argomento del dibattito: Riservare
quote di gene­re favorisce o non favorisce le pari opportunità.
Le classi a confronto
nella finale
CLASSE QUARTA H – Liceo
scientifico “G. Galilei” Trento
docenti: Cristina Conci (Italiano
e latino) – Laura Simeon (Filosofia e storia)
studenti: Monica Bazzanella, Viviana Bertuzzi, Sara Carli, Camilla Endrizzi, Sebastiano Fanti, Lara Lona,
Andrea Maines, Loorenzo Marchetti, Nicolò Marchi, Tobias Maschera,
Stefano Merlo, Alex Ridi, Tommaso
Santini, Francesca Scalet, Emmanuel
Tronche-Macaire, Milo Zanghellini
CLASSE CLASSE IV S A - Liceo scientifico e linguistico “L. Da
Vinci” Trento
docente: Michele Dossi (Storia e
Filosofia)
studenti: Luca Antonioni, Eliana
Borzaga, Chiara Bottura, Federica
D’adamo, Alvin Dadula Hernandez,
Chiara Dalponte, Debora Enderle,
Elena Foradori, Irene Frantoi, Jenny
Koyate, Giovanni Levighi, Elena Mazzolai, Martina Mottes, Mattia Orempuller, Matteo Pontati, Francesca Prati, Gabriele Tonelli, Fabrizio Zanella
Gli oratori del pomeriggio,
nell’ordine di intervento
Si sono sempre alternati: uno studente del “Galilei” con uno del”Da
Vinci”, nella prima fase argomentativi e viceversa in quella controargomentativa, così nella ripresa
dopo la pausa per “riargomentare”: Nicolò Marchi/Elena Mazzolai, Emmanuel Tronche-Macaire/
Martina Mottes, Tommaso Santini/Chiara Dalponte, Elena Foradori/Francesca Scalet, Luca Antonioni/
Milo Zanghellini, Fabrizio Zanella/
Stefano Merlo
Il verdetto della giuria
Per bocca di Paolo Sommaggio,
docente di Filosofia del diritto del
Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università di Trento, “la
giuria ha registrato un livello molto alto nella qualità delle argomentazioni e controargomentazioni
nella sfida; per cui lode ai ragazzi
per la preparazione in poco tempo
e, principalmente, utilizzando sia
le ore a scuola sia sacrificando un
po’ dello svago. Molto ricca e qualificata la documentazione, quindi primo premio al Torneo, che la
giuria spera possa continuare anche nel prossimo anno scolastico”.
Quanto agli oratori del pomeriggio pari merito per
Elena Foradori - Chiara Dalponte
(per la fase argomentativa)
Luca Antonioni - Milo Zanghellini
(per la fase controargomentativa)
Per le singole scuole, invece:
fase argomentativa: punti 61 liceo
“Galilei” - punti 73 liceo “Da Vinci”
fase controargomentativa: punti 65
liceo “Galilei” - punti 65 liceo “Da
Vinci”
Risultato finale: la sfida è vinta
con 138 punti da liceo “da vinci”
Le altre classi che hanno
partecipato al Torneo
2010/2011
LICEO SCIENTIFICO “G. GALILEI” TRENTO
Classe terza C
docente: Laura Simeon (Filosofia e storia)
studenti: Biotti Andrea, Bozzoli
Michele, Cima Francesco, Costan3
Nicolò Marchi
Elena Mazzalai
zi Isabel, Dorna Iacopo, Dalla Palma Stefano, Ferrari Andrea, Ferrari Davide, Ferri Fabio, Franceschini
Niccolò, Giacomoni Pietro, Marchesi Raffaele, Meroni Cesare, Ortolani
Andrea, Pallaoro Ermanno, Pederiva Giovanni, Purin Marco, Rizzoli
Aluna, Santini Marco, Stefani Mirko, Zaffi Filippo, Zorzi Cecilia
Classe terza G
docenti: Laura Bonvicini (Filosofia e storia) – Daniela Buratti
(Italiano e latino)
studenti: Angeli Silvia, Baroni
Christian, Bonvecchio Fabiola, Dellai
Fabiana, Dhudra Muneeba Zaman,
Donini Sara, Fiamozzi Sebastiano, Franceschini Manuel, Franchini
Carlotta, Ghezzer Nicola, Notermans
Claudia, Paganini Mauro, Palmieri Andrea, Passerini Beatrice, Rita
Chiara Michela, Scandolari Damiano, Vaccari Francesca, Vuolo Giovanni, Webber Serena, Zancanella Eric
Classe iv F
docente: Francesca Paternolli
(Filosofia e storia)
studenti: Andraghetti Giulia, Antoniolli Matteo, Banal Anna, Beregoi Elena, Biasiolli Francesca, Delpero Mamani Nathayel, Di Tullio
Martina Mottes
4
Francesca Scalet
Elena Foradori
Emmanuel Tronche Macaire Tommaso Santini
Luciana, Ferrari Alessio, Giacomozzi Michela, Guerra Filippo, Lanzinger Sofia, Marin Alessandro, Martin
Valeria, Martorano Luca, Oss Elena,
Resenterra Davide, Ropelato Chiara,
Sadler Mattia, Salvatori Tommaso,
Scherer Lukas, Segata Steven, Serafini Alice, Strikchani Liridona, Tommasi Rodolfo, Travaglia Francesco,
Visintainer Davide, Zambra Matteo
LICEO “DA VINCI” TRENTO
Classe III Scientifico H
docente: Claudia Dinale (Lettere)
studenti: Avancini Martina, Calì
Cristina, Colombini Linda, Condini
Manfredi, Copa Edisnajda, Corbellini Jacopo, Cozzio Margherita, Curzel
Serena, Driouache Youssef, Dusmet
Benedetta, Giovannini Arianna,
Marzari Delia, Olivieri Andrea,
Peng Ji Jian, Pezzato Letizia, Pisoni
Martina, Rigetti Serena, Rosa Francesco, Soini Davide, Toldo Kevin, Tonazzolli Arianna, Tumaliuan John
Paul, Volpini Andrea, Zuccotti Altea
Classe IV linguistico C
DOCENTE: Stefano Brusciati
(Storia e Filosofia)
studenti: Agosti Elisa, Basso Giorgia, Bazzanella Jessica, BernarLuca Antonioni
Milo Zanghellini
Chiara Dalponte
di Chiara, Bortolotti Sabrina, Clementi Leonardo, Gennara Sara,
Molinari Federica, Nonaj Angjelina, Pacher Debora, Paissan Maddalena, Paolazzi Manuela, Pedrotti Roberto, Salteri Nicola, Stecchetti
Francesca, Tezzon Victoria, Zanoni
Francesca
Classe IV Scientifico F
docenti: Bertolini Elena (Lettere), Bertoni Sandro (Storia e Filosofia)
studenti: Amante Leonardo, Bisognin Alessandro, Boldrer Manuel,
Cianfaro Fiorentino Mattia, Don
Iryna, Faccini Federica, Franceschini Carla, Fruet Tommaso, Giacomelli Saverio, Grossmann Valentina, Martinelli Marco, Mattivi
Cristina, Moser Emily, Noldin Sara,
Pasquale Federica, Pederiva Nadia,
Pozza Giulia, pozzetti Gianluca,
Zoccatelli Francesca
I lavori della gara finale sono stati trasmessi in diretta video a cura
dell’università di Trento
(http://www.unitn.it/dsg/evento/17117/suon-di-parole)
sintesi a cura di Mario Caroli
Fabrizio Zanella
Stefano Merlo
n. 6 giugno 2011
CONSULTA PROVINCIALE DEGLI STUDENTI
il rilancio
SI CAMBIA
Sostegno da assessore e dirigente
L’occasione era data dalla fine dell’anno scolastico, dall’uscita di scena del presidente Emanuele Bonapace e di altri studenti/membri che
concludono il percorso delle superiori, ma anche dalla presentazione del bilancio di un anno e delle questioni aperte al nuovo dirigente
del Dipartimento Istruzione Università e Ricerca, Marco Tomasi, ed
all’assessore Marta Dalmaso. Così, lunedì 6 giugno 2011, al mattino, la Consulta degli studenti, nell’ultima convocazione prima della chiusura dell’anno scolastico ha fatto il punto nell’aula magna del
Palazzo Istruzione di via Gilli a Trento, alla presenza anche di chi li
segue da sempre, a vario titolo: Alberto Conci, Clara Casagrande e
Cristina Simonetti.
Marta Dalmaso: bene
statuto e Consiglio
provinciale giovani
L’assessore, nel suo intervento d’apertura, ha valorizzato molto il lavoro che è stato fatto dalla Consulta per la modifica dello statuto,
che ha portato all’allungamento
del tempo in carica della Consulta stessa, che diventerà biennale,
adeguandosi in questo modo alla
cadenza nazionale. “La biennalità
– ha detto l’assessore – rappresenta un vero e proprio cambiamento
qualitativo”.
Inoltre, l’assessore ha sottolineato l’importanza della stesura del Regolamento per l’elezione del Consiglio provinciale dei
n. 6 giugno 2011
giovani, approvato d’intesa con
la quarta commissione, “destinato ad essere un organismo particolarmente significativo, perché
sarà espressione della Consulta
provinciale degli studenti e dovrà
lavorare con il Consiglio Provinciale stesso”.
Infine, Dalmaso ha voluto anche ringraziare i ragazzi non solo
delle attività svolte nelle singole commissioni, ma anche di alcuni momenti particolarmente significativi, come l’incontro del 16
marzo 2011 sul tema della scuola
dopo la riforma del secondo ciclo,
al quale l’assessore è stata invitata
per un confronto aperto allargato
anche agli studenti rappresentanti
dei consigli dell’istituzione.
Marco Tomasi: certezza
di risorse e forte
apertura oltre i confini
provinciali
Si è subito complimentato con la
Consulta per le tante attività realizzate, ma ha subito rilanciato sulla partecipazione a scadenze nazionali significative: “Non possiamo
più permetterci che dal Trentino
partecipino solo due persone alla
Nave della legalità sbarcata in Sicilia; il prossimo anno dobbiamo
esserci con un bel gruppo, ovviamente dopo un percorso preparatorio nelle scuole. Conosco bene
l’iniziativa contro le mafie, che ho
contribuito a costruire dall’università, mi spiacerebbe che il Trentino
perdesse questo scenario”.
Agli studenti che si accingono a lasciare le superiori e scegliere una
facoltà universitaria, “spero che
possiate farlo in libertà -ha detto Tomasi – e senza pensare solo
all’università sotto casa, e avete fatto bene a unire la festa Horror Vacui, alla dimensione culturale, al
rigore e allo studio, che poi è la dimensione della vita.”
Infine, sugli aspetti organizzativi,
il dirigente generale s’è impegnato coi ragazzi a dare certezza sulle risorse loro assegnate per progettare per tempo le attività ed ha
concluso invitandoli ad una riflessione anche sul termine burocrazia: “provate a declinarlo anche
con responsabilità, alla quale sarete chiamati anche voi presto nella
vita.” (m.c.)
5
LE REGOLE
Consulta in carica due anni
Il lavoro della Consulta provinciale degli studenti (CPS) è stato caratterizzato quest’anno, accanto alla progettazione e alla gestione delle attività più consuete, da un duplice impegno, che ha assunto un grande valore
per gli studenti e che è destinato a modificare l’operato e la struttura stessa della CPS per i prossimi anni: la revisione dello Statuto e la stesura
del Regolamento per l’elezione del Consiglio provinciale dei giovani.
La revisione dello Statuto
La revisione dello Statuto si è resa
necessaria per adeguare la permanenza in carica dei membri della Consulta, fino ad oggi annuale
per la nostra Provincia, adeguandola alla normativa nazionale, dove
è prevista una durata biennale.
Se l’allungamento – con la proroga, per il prossimo anno scolastico,
della presente Consulta e la surroga
dei membri in scadenza – comporta una serie di aggiustamenti tecnici
di carattere statutario, si deve tuttavia tenere conto del fatto che il vero
cambiamento si registrerà già nei
prossimi anni sul piano della programmazione e su quello dell’assunzione di responsabilità. Il poter
disporre di un tempo di permanenza più lungo contribuirà infatti non
solo a valorizzare progettualità di
maggiore respiro, ma anche a far
crescere il grado di consapevolezza
dei ragazzi rispetto al proprio ruolo
e a quello della Consulta all’interno
della scuola trentina.
Consiglio Provinciale dei
Giovani
Allo stesso tempo, gli studenti sono
stati impegnati nella stesura del
Regolamento per l’elezione del
Consiglio Provinciale dei Giovani (CPG), un organismo di nuova costituzione previsto dalla legge
n° 7 del 28 maggio 2009 istituito
per “promuovere e rafforzare la cittadinanza attiva dei giovani quale
elemento fondamentale della socie6
tà democratica, favorendo in particolare la conoscenze delle istituzioni del Trentino e del loro ruolo nella
vita pubblica e sociale” (Art. 1) con
funzioni di “consultazione e rappresentanza dei giovani”, e inteso quale “luogo di confronto e di dibattito
sulle tematiche di interesse dei giovani” (Art. 2). I membri del CPG
dovranno essere eletti fra i membri della Consulta degli studenti e
avranno una pari durata in carica. Il
Presidente del CPG e il Presidente
del Consiglio provinciale dovranno
promuovere “d’intesa, a cadenza annuale, la convocazione di una seduta
congiunta del Consiglio provinciale
dei giovani e del Consiglio provinciale; in tale occasione il presidente
del Consiglio provinciale dei giovani presenta una relazione sull’attività svolta e sulle iniziative proposte”
(Art. 4). Oltre a ciò si riserva al Presidente del Consiglio provinciale la
possibilità di richiedere al CPG pareri da rendere in tempo utile alla
competente Commissione permanente del Consiglio provinciale in
merito a tematiche che risultino
di particolare interesse per il mondo giovanile. Contemporaneamente, spetta al Presidente del CPG comunicare decisioni o pareri assunti
dal CPG e ritenuti di particolare rilevanza per il Consiglio provinciale.
Consultazione e
rappresentanza
La finalità di questo organismo, del
quale faranno parte 25 studenti,
non può essere ridotta a un semplice ruolo di raccordo fra la Consulta degli studenti e il Consiglio provinciale. Più ampiamente il CPG
avrà una funzione di “consultazione e rappresentanza” molto più vasta, comprendendo fra i suoi obiettivi la possibilità di esprimere pareri
su tutti quei campi di azione che
possono direttamente o indirettamente coinvolgere l’universo giovanile e in ordine alla partecipazione
dei giovani all’interno delle istituzioni. Alla Consulta è spettato dunque il compito, piuttosto laborioso,
di stilare il regolamento per l’elezione del CPG, che il 31 marzo scorso è stato poi firmato d’intesa con la
Quarta commissione permanente
dal presidente della Consulta degli
studenti, Emanuele Bonapace, e dal
presidente della Quarta commissione, Mattia Civico. Un compito che
ha costretto i ragazzi a lavorare sulla struttura della legge, a immaginare le modalità migliori e più efficaci per l’elezione, a interrogarsi sul
senso e sulle funzioni di un organismo che potrebbe assumere un ruolo non secondario nell’ambito della
partecipazione giovanile.
Tutto questo cambierà non poco
il volto della Consulta, richiedendo agli studenti diversi livelli di
responsabilità. E sarà per questo
un’opportunità di crescita da non
trascurare non solo per gli studenti, ma più ampiamente per tutta la
scuola trentina.
Alberto Conci
n. 6 giugno 2011
IL BILANCIO
Bonapace, presidente uscente
Emanuele Bonapace ha presentato al dirigente generale Marco Tomasi ed all’assessore Marta Dalmaso questa sintesi delle iniziative e dei
vari progetti realizzati dalla Consulta durante l’a. s. 2010/2011.
Le attività
16 marzo 2011: Incontro con l’Assessore Marta Dalmaso
Ci siamo confrontati con l’Assessore sul tema della nuova riforma
scolastica che ha risposto a tutte le
domande poste e che sono state registrate in un video che sarà diffuso prossimamente in tutti gli Istituti del Trentino.
21 -24 marzo 2011, Napoli: Consiglio Nazionale dei Presidenti delle
Consulte (CNPC)
Ci siamo ritrovati a Napoli per riunire il CNPC; erano presenti circa 85 studenti con i quali ho collaborato per realizzare dei progetti
nazionali molto interessanti. I documenti si possono visionare sul
portale di IO-Studio: www.iostudio.it
Gennaio – maggio 2011, Trento: lo statuto
In questo periodo si è istituita la
commissione Statuto, formata da
un gruppo di ragazzi della Consulta e dal professor Conci. Essa
si è riunita periodicamente per
parlare della struttura e del funzionamento del Consiglio Provinciale dei Giovani, che verrà
istituito il prossimo anno scolastico. La Commissione ha firmato il regolamento per l’elezione
del CPG d’intesa con la quarta
commissione permanente. Si è
lavorato alla revisione dello statuto della CPS, approvato successivamente dall’assemblea Plenaria.
n. 6 giugno 2011
5 aprile 2011, Sala della Cooperazione: Incontro Don Luigi Ciotti
Alcuni ragazzi della CPS hanno incontrato Don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di LIBERA.
13
aprile 2011, Palazzo dell’Istruzione: Incontro informativo
sul tema del nucleare
Il 13 aprile c’ è stato un incontro
informativo sul tema del nucleare,
organizzato dalla Consulta ed esteso agli studenti delle scuole superiori. Mirco Elena, fisico e docente
universitario ha parlato dei problemi legati al nucleare civile e militare e degli aspetti più attuali del
dibattito sulle energie rinnovabili.
11 – 15 aprile 2011, Istituti del
Trentino: Colletta alimentare
Durante questa settimana la CPS
ha promosso negli Istituti del
Trentino una colletta alimentare, da donare alla mensa dei poveri gestita dai Frati Cappuccini di
Trento
15 – 16 aprile 2011, Monte Ortone: Seminario di formazione sulla Peer Education
A Monte Ortone (Veneto) il presidente e la vicepresidente della
consulta, Gaia Pedron, hanno assistito, assieme ai membri del Coordinamento Regionale del Veneto
(CRV), alla presentazione del progetto di Peer Education realizzato
all’interno delle scuole del Veneto.
21 maggio 2011, Tribunale di
Trento: Incontro con Giancarlo
Caselli
Una rappresentanza degli studenti
della Consulta ha partecipato, assieme ad altri studenti della scuola
media e delle scuole superiori, a un
incontro con il magistrato torinese
Gian Carlo Caselli, uno dei protagonisti della lotta contro il terrorismo e contro la mafia.
22 –24 maggio 2011, Napoli/Palermo: Nave della Legalità
Dal 22 al 24 maggio presidente e vicepresidente della consulta hanno partecipato all’esperienza della “Nave della Legalità”
in onore e in ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. A
Palermo molte le manifestazioni
antimafia che hanno coinvolto le
migliaia di studenti presenti, provenienti da tutta Italia. Particolarmente forte è stato il silenzio
ascoltato da tutti sotto l’albero di
Falcone. Un’iniziativa da ripetere,
estendendola a un numero maggiore di studenti.
Horror Vacui 2011
Horror Vacui 2011 è il nome del
concerto di fine anno che si è tenuto nei giardini di Piazza Venezia a Trento il 21 maggio scorso.
L’iniziativa aveva come principale obiettivo quello di riunire tutti i
giovani delle scuole trentine in una
giornata da trascorrere in compagnia e divertimento. Il titolo vuole
richiamare alla necessità di riempire, con questo evento animato dagli studenti, alcuni degli spazi della città. Hanno partecipato circa
500 persone, che hanno assistito
all’esibizione di alcuni gruppi musicali, di danza artistica e di ballo moderno, composti da studenti, mentre chi lo desiderava poteva
dipingere su dei pannelli preparati
appositamente per l’evento. Nella
pagina seguente, alcune immagini che ho ripreso durante la festa.
Emanuele Bonapace
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Consulta provinciale degli studenti
8
n. 6 giugno 2011
Piani di studio provinciali primo ciclo
TERZO BIENNIO
Tre istituti comprensivi in rete
Martedì 7 giugno 2011, aula magna nord del Palazzo istruzione
di via Gilli a Trento, un nutrito gruppo di insegnanti del primo ciclo, appartenenti ai tre diversi istituti comprensivi di Ala, Rovereto Nord e Cembra, assieme ai propri dirigenti scolastici ed alle due
esperte dell’Iprase, Elvira Zuin e Antonia Romano, si ritrovano per
l’ultimo incontro di un percorso di sperimentazione sul Terzo Biennio (classe quinta primaria e prima secondaria) relativamente all’insegnamento/apprendimento di Italiano e Matematica in base ad indicazioni e stimoli legati ai nuovi Piani di Studio Provinciali del primo
ciclo. Presente l’assessore Marta Dalmaso.
ALA, ROVERETO NORD,
CEMBRA
Italiano e Matematica
Un incontro davvero stimolante, carico di partecipazione vera da
parte degli insegnanti dei tre Istituti
comprensivi interessati, dei rispettivi dirigenti scolastici (Alessandra
Sighele, Sandra Sandri, Roberto
Trolli), ma anche delle due esperte dell’Iprase, Elvira Zuin e Antonia Romano. Un clima motivante,
che coinvolge anche l’assessore all’istruzione, Marta Dalmaso, che segue gran parte dell’incontro ed in
n. 6 giugno 2011
chiusura risponde alle domande dirette che le vengono rivolte e che,
in buona sostanza, dicono: insomma, assessore, la sperimentazione ha
dato frutti lusinghieri, noi ci sentiamo di impegnarci anche per il prossimo anno o, più in generale, per una
prosecuzione in futuro: che garanzie
ci date di poter continuare?
L’assessore Dalmaso: la
passione dell’insegnante
“Ho dato da subito il mio assenso
su questo progetto, che coinvolge
una comunità di lavoro: idea im-
portante sulla quale confermo la
mia adesione. Come insegnante,
ho visto in questo breve incontro
riaffiorare molte sensazioni e guizzi
sulla passione che ho sempre avuto per il lavoro di insegnante, che,
per me, resta un lavoro stupendo.
Ho avvertito un cuore che pulsa,
da insegnante. Qui ho colto questa atmosfera nelle vostre parole,
ma anche nella parole delle vostre
esperte. Ho colto la dimensione
della sfida che voi avete accettato.
Talvolta il problema è proprio che
questa dimensione non arriva sotto i riflettori della cronaca, non arriva il lavoro umile, ma tutt’altro
che modesto che qui voi avete descritto. Un lavoro, che, invece, va
documentato come tante esperienze che vedo in giro per le scuole:
c’è un patrimonio impressionante
nelle scuole che riusciamo a valorizzare poco, però stiamo lavorando bene e voi state lavorando bene,
ma c’è anche lo sforzo delle Istituzioni e dell’amministrazione provinciale di sostenere questo lavoro
che voi fate. Su questo, confermo
il mio impegno”.
Quanto alla prospettiva della sperimentazione, l’assessore ha detto agli
insegnanti: “Qui non so dirvi chi e
9
Anno scolastico
2009/2010 : l’avvio del
progetto
che cosa, con quali risorse e con quali tempi certi. Ci ragioniamo su insieme, a partire dalla convinzione che
queste esperienze che danno risultati
e che voi coltivate, vanno sostenute.”
La sfida vera del terzo
biennio
Di cosa si tratta? A quale sfida si
riferisce l’assessore così come le
esperte e i dirigenti scolastici, rivolti agli insegnanti?
La sfida della continuità vera, del
curricolo verticale intrecciato tra
scuola prima e scuola secondaria
(quinta primaria e prima classe secondaria di primo grado), la sfida
dei bienni nel primo ciclo, che
rendono anche unica la realtà della
scuola trentina, ma anche la sfida
della interdisciplinarietà concreta, in questo caso fra due discipline dello zoccolo duro, come italiano e matematica, sulle quali gli
insegnanti hanno “rischiato” di lavorare con gli stessi obiettivi e la
stessa metodologia, con ambiti trasversali, con “due aree d’apprendimento, due luoghi in cui oltre ad
essere occasione d’apprendere c’è
dell’altro, c’è all’orizzonte la valutazione delle competenze e la ca-
pacità di far evolvere la didattica
delle discipline con autonomia e
responsabilità”, come indicato subito da Elvira Zuin.
Ma c’è anche l’altra sfida, quella della “Rete” tra scuole, tra istituti comprensivi, come hanno ribadito i dirigenti scolastici: il lavoro messo a
disposizione di tutti, nel quale tutti
si possono poi riconoscere. Un avvio
“con tante incertezze, ma poi con
prodotti e risultati tangibili e ancora
tanti interrogativi, tante piste nuove da sondare, tra cui anche la sfida
di partecipare ad un concorso indetto dall’INDIRE per area Gold sulle
migliori prassi didattiche, proposto
ai docenti da Antonia Romano.
Su questa sperimentazione didascalie ritornerà cercando di
riassumere gli stimoli emersi in quell’incontro conclusivo
e, possibilmente, con interventi dei diretti interessati che sapranno farlo meglio di noi. Per
ora, riportiamo qui accanto una
scheda sul percorso di Alessandra Sighele, dirigente scolastica
dell’Istituto comprensivo di Ala
e capofila della rete dei tre istituti comprensivi : Ala, Rovereto
Nord e Cembra. (m.c.)
•I docenti delle tre scuole hanno
steso i Piani di Studio di lettere e matematica per i loro istituti: nei piani di studio il curricolo ha rispettato la biennalità oltre
che la verticalità prevista dalla legge 5/’06 e sorge l’esigenza di “sperimentare” soprattutto il terzo
biennio, quello più significativo
là dove i due ordini di scuola sono
chiamati al confronto e a garantire la continuità nella discontinuità della specificità dei due ordini.
•I collegi dei tre Istituti hanno
approvato la successiva sperimentazione e dunque chiesto l’opportunità all’amministrazione centrale di porla in essere nell’anno
scolastico seguente 2010/2011,
a cura delle due esperte IPRASE
(Elvira Zuin e Antonia. Romano)
che avevano seguito i docenti nella stesura dei Piani di studio l’anno precedente, garantendo loro
confronto e scientificità a quanto
veniva elaborato.
•L’amministrazione ha dato il via
all’opportunità di sperimentazione e con i docenti interessati delle
future classi quinte della primaria
e future prime classi della secondaria di primo grado, nel mese di
giugno 2010 si è avviato un inizio
di programmazione.
Anno scolastico
2010/2011: la
sperimentazione
Viene organizzata la sperimentazione: i docenti aderiscono con
interesse. Nonostante il lavoro
già strutturato nelle classi decidono di attivare un processo di ricerca/azione e quindi di attivazione e
controllo continuo di ciò che si va
a condividere nei gruppi di lavoro.
I gruppi di lavoro sono sempre
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n. 6 giugno 2011
misti e dunque partecipano i docenti dei due ordini di scuola organizzati in base alle singole discipline: un gruppo misto per le lettere
un altro gruppo misto per la matematica.
I docenti sono circa 8 in ogni
gruppo in tutti i tre gli istituti
comprensivi
La programmazione
specificaper italiano e
matematica
Nel planning dell’ anno scolastico sono previsti per i docenti dei
tre istituti, momenti di lavoro in
gruppo e momenti di lavoro nelle classi in cui sperimentare quanto elaborato nei gruppi.
Una formazione specifica ad inizio anno sulla specificità delle due
singole discipline: italiano e matematica. I docenti lavorano sulla
epistemologia delle discipline, sulle metodologie adeguate per la formazione di competenze specifiche
e sulla strutturazione dello specifico programma in unità di apprendimento.
Gli incontri
• ottobre 2010: un incontro per
la stesura di una programmaziona annuale stesa a partire dalle
unità di apprendimento scelte
• dicembre 2010: un incontro
per iniziare una riflessione sulla
valutazione per competenze di
quanto precedentemente programmato
• gennaio 2011: un incontro per
la determinazione di prove di
verifica per competenze
• febbraio 2011: un incontro
per un confronto sull’esperienza
fino a quel punto svolta: quanto
si è riusciti a fare ricadere nella
propria attività didattica, quale
il beneficio, la positività, come
migliorare eventuali difficoltà
• marzo 2011: un incontro per la
programmazione di altre unità
n. 6 giugno 2011
di apprendimento
• aprile 2011: un incontro per
proseguire nella programmazione
A Barbiana, nella terre di
don Milani
Nel corso dell’anno, vista la situazione di grande positività, la partecipazione costante ed interessata
dei docenti, l’efficacia di uno scambio continuo ed arricchente con le
esperte IPRASE, Elvira Zuin ed
Antonia Romano, e visto come il
lavorare per competenze significhi
anche la capacità di personalizzare
gli interventi stessi, così da cogliere
con pertinenza i bisogni formativi
degli studenti, i Dirigenti dei tre
istituti hanno programmato per i
docenti coinvolti nella sperimentazione un viaggio a Barbiana nella
terre di don Lorenzo Milani.
Tale viaggio si è articolato in tre
giornate, con incontri con esperti che insieme ai docenti hanno
ripercorso la specificità della proposta educativa di don Milani, il
valore etico, valoriale ed educativo
della sua proposta anche alla luce
dell’impegno nei confronti degli
studenti a lui affidati. Impegno che
lo vedeva personalizzare i propri interventi, seguendo uno ad uno gli
studenti nei loro bisogni di crescita e di formazione, che lo vedeva
costruire strumenti scientifici per
“provare” quanto intuito dai ragazzi
nelle lezioni all’aria aperta che spesso teneva a Barbiana.
La partecipazione a questo viaggio
ha coinvolto molto i docenti.
Restituzione nell’ultimo
incontro
Martedì 7 giugno 2011: ultimo
incontro, con un desiderio forte di proseguire anche per il prossimo anno scolastico. La presenza dell’Assessore Marta Dalmaso
è stata molto apprezzata da dirigenti e docenti che l’hanno sentita vicina e coinvolta nel loro sforzo
di attuare innovazione e positività
nell’attivazione della riforma della
scuola del Trentino.
La sperimentazione e l’innovazione passa da queste forme raccolte e
personalizzanti del fare rete.
Alessandra Sighele,
capofila della piccola rete
dei tre istituti comprensivi :
Ala, Rovereto Nord, Cembra
11
verso educa 2011-2012
la scuola
PARTECIPAZIONI
Iprase, Centro formazione, Scuole
Anche quest’anno la collaborazione e la presenza del mondo della
scuola alla manifestazione Educa che si terrà a Rovereto nei giorni 23,
24 e 25 settembre 2011, e che ha acquisito la nuova programmazione
biennale, risulterà certamente significativa.
IPRASE: due ricerche
L’IPRASE nell’occasione presenterà i risultati di due ricerche estremamente interessanti.
La prima dal titolo Capitale sociale
e cultura degli insegnanti nel sistema
scolastico trentino, in collaborazione con Ivo Colozzi e Paolo Donati del Dipartimento di Sociologia dell’Università di Bologna
e Fabio Folgheraiter dell’Università Cattolica di Milano, ha avuto
come oggetto d’indagine quanto la
scuola aiuti a costruire e a valorizzare il capitale personale e sociale
che costituisce la ricchezza generale degli individui e della collettività a cui essi appartengono.
E’ stata misurata la dotazione di
capitale sociale a livello familiare,
comunitario, associativo e generalizzato degli studenti delle scuole superiori della nostra provincia,
verificando se tale dotazione sia da
correlare esclusivamente allo status socio – economico - culturale
delle famiglie di provenienza e dei
ragazzi stessi, oppure se la scuola
abbia la capacità di crearlo e incrementarlo ulteriormente. Attraverso l’analisi di buone prassi, si sono
approfonditi alcuni aspetti metodologici relativi a come gli insegnanti nella gestione delle classi
e nei rapporti con le famiglie valorizzino le ricchezze di cui i loro
studenti sono portatori.
La seconda dal titolo Comunità
d’insegnanti e pratiche riflessive. Casi
di successo nella gestione dei gruppi
classe, condotta da Luigina Mor12
tari del Dipartimento di Scienze
dell’Educazione dell’Università
di Verona, è partita dalla considerazione che negli ultimi anni l’attenzione sulla scuola si è concentrata
su situazioni conclamate di disagio
e fenomeni di violenza che hanno
coinvolto docenti e studenti della
scuola primaria e di quella secondaria di primo e di secondo grado.
Come si legge nel documento programmatico dell’IPRASE, riferito
alla ricerca “Buona parte degli studi sul tema risentono tuttavia della
mancanza di conoscenza delle realtà
concretamente vissute dai docenti. È
risultato allora interessante prendere
in esame le pratiche pensate ed agite
nella scuola, al fine di individuare e
comprendere il loro grado di validità,
in una prospettiva non di semplice rilevazione di casi, ma allo scopo di individuare concrete situazioni di successo, buone pratiche potenzialmente
trasferibili in altri contesti. L’indagine ha investito per il Trentino diversi livelli: singoli docenti in relazione al loro contesto scolastico, gruppi
di docenti di diversa provenienza che
si configurano come comunità di pensiero, e gruppi di ricerca azione costituiti da insegnanti all’interno di
alcuni plessi scolastici di riferimento. L’obiettivo principale del progetto
è stato quello di approfondire queste
dinamiche con particolare riferimento alla dimensione riflessiva degli insegnanti stessi sulle proprie pratiche.”
La ricerca è stata realizzata attraverso l’analisi e l’approfondimento
delle biografie professionali di circa 50 docenti trentini.
Centro formazione di
Rovereto: le proposte
Il Centro allestirà in settembre, a
Palazzo Todeschi, una mostra in
collaborazione con un’importante
istituzione educativa extraprovinciale sul tema “La documentazione
come veicolo per la visibilità dell’apprendimento”.
La scelta di questo argomento è
particolarmente in sintonia con
il filo conduttore delle giornate di Educa “Educare nel tempo
dell’incertezza” in quanto creare
documentazione, fare memoria,
costituisce un passaggio fondamentale per consolidare i processi educativi, per condividere e
per confrontare prassi e strumenti didattici sia in termini trasversali di sistema, sia longitudinali
nel tempo.
Ci sarà anche una conferenza sul
tema “Le nuove frontiere dell’apprendimento: la Pedagogia dell’Apprendimento-servizio”. Uno degli
ambiti emergenti dell’educazione
riguarda certamente l’interdipendenza cognitività-affettività, in
cui riveste fondamentale importanza il tema dell’apprendimento
di abilità etico-sociali, soprattutto oggi in un’ottica di crescente globalizzazione e incertezza. In
questo filone, a pieno titolo rientrano quelle ricerche e proposte
operative che fanno riferimento
al paradigma dell’“Apprendimento-Servizio”, che riprendendo, rilanciando e innovando studi e riflessioni di John Dewey, Paulo
n. 6 giugno 2011
Freire e Howard Gardner, possono contribuire a rispondere alle
sfide per garantire, nella contemporaneità odierna, un’educazione
di qualità.
In sintesi l’Apprendimento – servizio può essere definito come un’attività di servizio solidale condotta
in prima persona dagli studenti,
destinata a rispondere ai bisogni
reali e ritenuti prioritari da una comunità e pianificata in modo da
integrarsi con i saperi e i contenuti
disciplinari.
L’Aps si configura quindi come
un’attività educativa che mette insieme l’applicazione delle materie
di studio e dei valori riconosciuti dalla comunità in cui la scuola
è inserita. L’apprendimento esperienziale risulta essere un metodo efficace per fare in modo che i
contenuti e le conoscenze si arricchiscano di significato grazie alla
propria funzionalità e nello stesso tempo si acquisiscono abilità e
competenze sociali.
A questo proposito, è stato pubblicato dalla casa editrice Città Nuova un saggio della pedagogista argentina Maria Tapia Nieves dal
titolo “Educazione e solidarietà. La
pedagogia dell’apprendimento – servizio”.
Scuole: le azioni
Le ricerche condotte dall’IPRASE e le proposte del Centro della formazione degli insegnanti si
propongono come l’inizio di una
riflessione che le scuole interessate potranno svolgere nel corso
dell’anno scolastico prossimo, con
il supporto di esperti negli ambiti
della formazione dei docenti e della ricerca educativa.
A titolo esemplificativo il Centro
di Rovereto ha intenzione di avviare un percorso in collaborazione
con le scuole sul tema dell’Apprendimento - servizio che si concluderà nell’autunno del 2012.
Altre azioni accompagnamento saranno messe in campo qualora ci
sia la disponibilità di classi o di
gruppi di insegnanti a mettersi in
gioco.
Ciò si inserisce nella nuova programmazione di Educa che, configurando l’evento di Rovereto
lungo una biennalità, consentirà di lavorare pedagogicamente in
un arco temporale più disteso sul
tema dell’Educare nell’incertezza
e, nel settembre del 2012, rappresentare un quadro significativo di
buone prassi in atto nel nostro territorio ma anche di analoghe esperienze extraprovinciali.
Fabiano Lorandi
GIOVANI
Gruppo, non somma di individui
Dopo i casi registrati nelle periferie di alcune metropoli
- europee ma non solo - anche nel nostro Paese il tema
della violenza attuata e subita da adolescenti e giovani
ha acquisito notevole visibilità. Questo soprattutto in
virtù delle trasformazioni del fenomeno: si pensi, banalmente, a tutte le modalità di molestia e violenza tramite dispositivi tecnologici (cyberbullismo, per citarne
una) non pensabili solo un decennio fa. Un fenomeno
non nuovo nella sua esistenza, ma che propone questioni inedite nelle sue manifestazioni.
In particolare, una novità risiede nel ruolo giocato nella vita sociale dei giovani dal ‘gruppo’ che diventa un attore fondamentale nel sostegno ai compiti evolutivi, molto più presente e incisivo che non
nel passato. Mentre la compresenza tra generazioni
si fa meno frequente (in famiglia, nell’associazionismo, etc.), infatti, cresce quella tra pari gestita in totale autonomia dai ragazzi che trovano così nel gruppo possibilità di confronto, protagonismo, sostegno
alla costruzione della propria identità, supporto nel
superamento della noia. Il gruppo, in ultima analisi,
come sostituto educativo. n. 6 giugno 2011
Tale contesto assume connotazioni di per sé non negative ma che diventano preoccupanti dal momento in cui avviene il passaggio cruciale – e per lo più
estemporaneo – dal gruppo alla banda, entità con
una propria struttura organizzativa ben definita che
assume obiettivi determinati e condivisi dopo aver
identificato in modo altrettanto netto il nemico e la
vittima verso cui dirigersi. Ma come si formano i gruppi? E quando avviene il
passaggio da gruppo a “banda”? Quali fattori favoriscono tale trasformazione? E quali invece la frenano? Per rispondere a questi quesiti l’«OGI - Osservatorio
permanente sulla condizione dell’infanzia e dei giovani» ha attivato un percorso di ricerca ad hoc con
la supervisione del Prof. Gustavo Pietropolli Charmet. Il progetto – che avrà la durata di circa 18 mesi
– coinvolgerà tutti i protagonisti della scuola trentina: dirigenti, docenti, osservatori privilegiati, studenti, genitori saranno infatti interpellati nei diversi
moduli previsti dal disegno di ricerca. Arianna Bazzanella
13
L’INCERTEZZA
Percorsi di riflessione in Educa
Educa conferma la sua vocazione a rimettere al centro dell’attenzione
sociale e politica la riflessione sui temi educativi in termini propositivi e
di confronto. E per l’edizione 2011/2012 lo fa accettando la sfida a proporre un tema sentito da molti come urgente: Educare nell’incertezza.
Educare nell’incertezza.
Un argomento articolato e complesso che rispecchia la società contemporanea dove sembrano dominare fragilità, assenza di certezze e
precarietà che si manifestano quotidianamente nella scuola, nella famiglia e nelle relazioni. Il Comitato promotore di Educa ha lavorato
per declinare il tema nei suoi molteplici aspetti, un’esigenza nata dal
confronto con le istituzioni partner e amiche di Educa per permettere un coinvolgimento partecipato
e proattivo di tutti i soggetti educativi coinvolti. Il palinsesto della
manifestazione, che si svolgerà dal
23 al 25 settembre 2011, sarà reso
pubblico a fine agosto, ma sono già
molti i relatori che hanno accettato
l’invito. Tra questi:
•Pietro Barcellona, docente di Filosofia del Diritto dell’università
di Catania
•Roberto Mancini, docente di Filosofia Teoretica dell’università di
Macerata
2011
2012
paura
legami
fragilità
desiderio
14
crisi
identità
creatività
progetto
• Pier Luigi Celli, direttore dell’università Luiss, imprenditore e saggista.
Piste di approfondimento
Nel programma sarà possibile leggere in filigrana alcune piste di approfondimento che concorreranno
alla riflessione sul tema generale:
suggerite per rispondere alla necessità di un maggiore esaustività
consentiranno a ciascuno di individuare un proprio iter riflessivo
all’interno della programmazione.
Le declinazioni possibili del tema
toccano trasversalmente la comunità intera e nello specifico i soggetti principali del contesto educativo come scuola e famiglia,
interpellate affinché trovino ed offrano strumenti e soluzioni educative buone per tutti. La conoscenza e la consapevolezza di sé sono
indispensabili per attraversare la
mancanza di certezze e scoprire la
dimensione della partecipazione
attiva e della progettualità.
Le domande
Come scuola e famiglia possono
promuovere e sostenere il cammino di conoscenza che rafforza
e definisce l’identità fin dalla prima infanzia? È necessario mettere
al centro il pensiero dei bambini:
la loro interpretazione della realtà
può suggerire agli adulti strumenti e strategie da tessere insieme alle
nuove generazioni. Collegati all’identità i temi della progettazione e della creatività. Come può
la scuola sperimentare risposte che
sostengano i ragazzi a vivere in un
contesto sempre più mobile? Cosa
significa oggi lavorare non solo sul
fare, sull’avere, ma anche sull’essere? E’ possibile vivere il proprio
progetto personale come opportunità per esprimersi e non come limite da subire? Doverosa è la riscoperta di un legame tra fragilità
umana e capacità personali, affinché sia possibile fare scelte innovative trovando nuovi spazi per l’affermazione del Sé, facendo leva
sulla creatività come motore di
cambiamento anche attraverso l’uso di linguaggi universali a volte
dimenticati come sport, arte, musica.
Tempo e relazioni
L’incertezza genera inoltre problemi nel rapporto tra tempo e relazioni: i legami sono sempre più
frammentati, messi a dura prova
dalla fragilità del quotidiano e dal
mutamento rapido e incontrollabile dei valori. Di qui il rischio di una
chiusura dell’individuo nella solitudine, in una sfera privata ed isolata. Come si possono proporre occasioni per sostare nelle relazioni e
scambiarsi esperienze pur in ritmi
di vita meno concilianti? E’ possibile sostenere la famiglia nella ricerca di rimedi a questa solitudine? I
temi emersi troveranno molteplici
declinazioni attraverso i tradizionali
linguaggi di Educa: PAROLE (dialoghi, seminari, incontri con gli autori), AZIONI, (laboratori formativi e animativi) ed EMOZIONI,
(spettacoli, film e concerti).
(P. P.)
n. 6 giugno 2011
il dossier
dentro la ricorrenza
il dossier
il contesto
Istituto delle Arti Trento e Rovereto
Scuola media Bonporti – I. C. Trento 5
Istituto Comprensivo Giudicarie esteriori
Istituto Comprensivo Revò
Liceo Russell Cles
Istituto don Milani Rovereto
Liceo Rosmini Rovereto
Istituto Comprensivo Cles
150° UNITÀ D’ITALIA
Progetti, percorsi e prodotti finali delle scuole del Trentino
Inserto a cura di: Mario Caroli e Norma Borgogno
Interventi di: Beatrice de Gerloni, Eddy Caliari, Paola Carlucci, Mario Caroli, Silvana Castelli, Simona Cesari, Annamaria Cesaro, Giovanni Dalfovo, Maria De Maria, Carla Ferraresi, Mariarosaria Fiorella, Costantino Pellegrini, Stefania Ravagni, Elena Viola
studenti: Carlotta, Chiara, Elena, Evanna, Francois Tronche, Gioele Casagranda, Giovanni Grazioli,
Marco Calliari, Anna Grigolli, Marta, Michela, Tomaso.
n. 6 giugno 2011
il dossier
150°
La scuola non resta a guardare
didascalie dedica il dossier interno di questo numero ad alcuni progetti realizzati dalle scuole del
Trentino sull’anniversario dei 150 anni dell’Unità
d’Italia. Ripetiamo ad “alcuni” dei progetti realizzati dalle scuole, perché – questo va chiarito subito
– non sono tutti i progetti né il resoconto di tutte
le iniziative legate a questa ricorrenza.
Voglia di confronto, incontro, dialogo…
Beatrice de Gerloni traccia in apertura al dossier il “contesto” in cui si collocano le iniziaitive delle singole scuole di cui riportiamo dei resoconti in queste pagine. È
lei, che segue in Dipartimento istruzione tutto ciò che
s’intreccia coi temi della storia regionale, della storia in
generale sia nel primo che nel secondo ciclo; ed a lei
abbiamo chiesto di indicarci una “mappa” dei progetti principali legati alle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia e che, nella nostra provincia, sono
stati raggruppati sotto il titolo della proposta inviata
dall’Assessorato provinciale all’istruzione alle scuole “Il
Trentino e l’Italia, il Trentino in Italia: la nostra storia”.
Nel “contesto” tracciato a pagina 18, de Gerloni ricorda che “il coordinamento delle iniziative sul territorio
provinciale è stato affidato al Comitato per le Celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia istituito presso il Commissariato del Governo di Trento”. Indica numerosi enti e le diverse istituzioni pubbliche e private
chiamate a partecipare alla programmazione del vasto e
variegato panorama di eventi avviati nell’anno in corso 2011 e che proseguiranno anche nei prossimi mesi i
tanti soggetti che a vario titolo hanno aderito con iniziative in proprio sul territorio provinciale, dall’Università
di Trento alla Fondazione Museo storico in Trento ed il
Museo della Guerra di Rovereto, dalla Biblioteca comu-
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nale all’Archivio storico del Comune di Trento ed altre
numerose associazioni e istituzioni.
Il “racconto” dei percorsi
In questo dossier della rivista non ci sono tutti i progetti
realizzati né ci sono tante della altre numerose iniziative
messe in atto sul territorio, anche con la partecipazione
di singole scuole (per esempio, quella di cui riferiamo
in breve in terza di copertina sulla banda di Gardolo).
I progetti che qui riportiamo sono “raccontati” dai diretti interessati, scuole e insegnanti contattati con la
mediazione ed il coordinamento di Beatrice de Gerloni e riguardano:
•l’Istituto delle arti di Trento e Rovereto
•la Scuola secondaria di 1° grado “Bonporti” dell’Istituto comprensivo Trento 5
•la Scuola secondaria di 1° grado dell’Istituto Comprensivo “G. Prati” – Giudicarie Esteriori
•la Scuola secondaria di 1° grado dell’Istituto Comprensivo “C. A. Martini” di Revò
•il Liceo “B. Russell” di Cles
•l’Istituto di Istruzione Superiore
“Don Milani” di
Rovereto
•il Liceo Rosmini
di Rovereto
•l’Istituto
Comprensivo“Bernardo
Clesio” di Cles
Mario Caroli
n. 6 giugno 2011
n. 6 giugno 2011
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IL CONTESTO
Progetti e iniziative per il 150°
Il coordinamento delle iniziative sul territorio provinciale è stato affidato al Comitato per le Celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia istituito presso il Commissariato del Governo
di Trento. Numerosi gli enti e le istituzioni pubbliche e private che sono stati chiamati a partecipare alla programmazione del vasto e variegato
panorama di eventi che, a partire dai primi mesi
dell’anno 2011, hanno interessato la provincia e
che continueranno nel corso dell’anno.
“Il Trentino e l’Italia, il Trentino in Italia:
la nostra storia”
Nel 1861, quando venne proclamato il nuovo Regno
d’Italia, all’“unità d’Italia” mancavano ancora i territori del Lazio, del Veneto, della Venezia Giulia, del Trentino. Solo dopo alcuni decenni si compì quel processo
di unificazione nazionale, che vide tutte le popolazioni di lingua italiana sotto la sovranità di un unico Stato, e il “Risorgimento” poté dirsi compiuto.
Le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia,
promosse dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri,
rappresentano quindi l’occasione di ricordare quel cammino e quel patrimonio di idealità e di storia nel quale
gli italiani oggi si riconoscono. In questa ampia e diacronica dimensione va inteso il significato dell’anniversario
e sarebbe miope non riconoscersi in tale appartenenza,
solo perché una data e un anniversario non coincidono.
Tanti soggetti protagonisti
Ricordiamo, tra i tanti soggetti: l’Università di Trento
con un progetto di ricerca sulla “costruzione dell’unificazione nazionale vista da tre diverse prospettive: volontà popolare, tradizione e amministrazione, l’unificazione
vista dalle capitali europee”, e con un ciclo di lezioni e
conferenze su tematiche legate all’Unità d’Italia (marzoaprile 2011); la Fondazione Museo storico in Trento
con una serie di attività dedicate ai grandi avvenimenti della storia d’Italia dalla prima metà del XIX secolo al
1945 e agli sviluppi nella realtà trentina, e con proposte
formative per gli insegnanti; il Museo della Guerra di
Rovereto con attività didattiche “mirate” per gli studenti e con due cicli di conferenze, sulle “Costituzioni europee”, e su “I 150 anni dell’Unità d’Italia. Trentino, Austria, Italia”; la Biblioteca comunale e Archivio storico
del Comune di Trento con conferenze e l’esposizione di
documenti storici; l’Archivio di Stato con un’edizione
della Settimana della Cultura dedicata agli eventi risorgimentali, al pensiero e ai personaggi emblematici dell’Unità. Cicli di conferenze, pubblicazioni, incontri e visite guidate sui luoghi della memoria hanno caratterizzato
la partecipazione di numerose associazioni locali e istituzioni: la Società di Studi trentini di scienze storiche, il
FAI di Trento, la Fondazione FBK, l’Associazione Archivio
Garbari, il Touring Club Italiano, l’Associazione culturale “Antonio Rosmini”, l’Associazione Mazziniana Italiana.
Due mostre sono state allestite presso gli spazi espositivi
di Torre Vanga, a cura della Soprintendenza ai Beni storico-artistici, l’una sui “Pionieri dell’immagine in Trentino. Basilio Armani e Giovanni Battista Unterveger” e
l’altra, in collaborazione con il MART, sulla produzione
artistica di epoca risorgimentale in Trentino.
Il monumento simbolo: piazza Dante
Individuato dal Comitato nazionale per le celebrazioni quale “monumento simbolo dell’unità nazionale”
sul territorio provinciale, il monumento a Dante Alighieri in Piazza Dante a Trento è stato sottoposto a
un lavoro di restauro conservativo ed è stato restituito alla comunità nel corso della Cerimonia del 2 giugno, festa della Repubblica italiana. E infine, sempre
in sintonia con quanto programmato a livello nazionale, anche Trento insieme ad altri Comuni ha aderito
alla “Notte tricolore” il 16 marzo 2011, con l’apertura
di musei, con conferenze, mostre e spettacoli musicali.
Le scuole trentine, proposta, formazione
La scuola trentina non poteva mancare a questo appuntamento. Alcune istituzioni scolastiche, sin dallo scorso anno, avevano scelto di aderire a concorsi
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e iniziative promosse a livello nazionale dal Ministero dell’Istruzione. Attualmente, un gruppo di filmati
e Dvd, che documentano alcuni dei progetti presentati in questo numero di Didascalie, partecipano a una
selezione nazionale di elaborati scolastici, che saranno inseriti nell’ambito della Cerimonia inaugurale del
prossimo anno scolastico 2011-2012 a Roma.
In considerazione delle numerose iniziative promosse a livello nazionale e dell’ampio panorama di manifestazioni programmate a livello provinciale – molte
delle quali rivolte anche a docenti e studenti – l’Assessorato all’Istruzione ha invitato le istituzioni scolastiche trentine a partecipare a questo evento in modo
attivo e originale, in coerenza con le loro finalità formative e educative: l’educazione alla cittadinanza attiva, la costruzione di un’identità che radica nel territorio
ma sancisce anche l’appartenenza all’Italia, all’Europa,
al mondo, la comprensione dei processi storici, dei valori, dei sistemi simbolici e culturali della nostra società.
La proposta per le scuole
La proposta rivolta dall’Assessorato alle scuole –
che aveva quale tema “Il Trentino e l’Italia, il Trentino in Italia: la nostra storia” – era articolata in due
possibili percorsi:
•un percorso nell’ambito del curricolo disciplinare di
Storia, entro il quale considerare o dare particolare
risalto – per il periodo storico affrontato (l’età antica, il Medioevo, l’età moderna e contemporanea) –
ai processi, agli eventi, ai fenomeni culturali che collegano, disgiungono o saldano la storia del territorio
trentino alla penisola italica o all’Italia;
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•un progetto di ricerca più focalizzato sul tema dell’unificazione nazionale, e finalizzato alla produzione
di un elaborato (un testo storico o letterario, video o
Dvd, un recital o uno spettacolo teatrale ecc.), destinato a trovare spazio e visibilità anche nell’ambito
delle Celebrazioni provinciali e/o nazionali.
A supporto del percorso curricolare, ma aperto a chiunque desiderasse parteciparvi, è stato organizzato dal
Centro per la formazione degli insegnanti di Rovereto in collaborazione con la Fondazione Museo storico
in Trento un corso di formazione per docenti sulle “interpretazioni della specificità della storia locale dall’età
medievale alla contemporaneità”. Seguito da circa 50
insegnanti, il corso si è articolato sui seguenti temi:
•L’invenzione di un territorio: il Trentino nel XIX secolo, relatore prof. Giuseppe Ferrandi;
•Il mutamento dei confini, delle identità e dei territori nel tempo: il caso del “Trentino” medievale, relatore
prof. Giuseppe Albertoni;
•La questione dell’Autonomia trentina: presupposti,
protagonisti intellettuali e politici, percezioni internazionali, relatore prof. Paolo Pombeni;
•Il Trentino nell’età moderna: dal XVII secolo agli inizi
del XIX, relatore prof. Marco Bellabarba.
In piena autonomia
Nell’invitare le scuole a partecipare alle celebrazioni
dell’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia, in piena autonomia e in coerenza con il loro progetto educativo, l’Assessore Dalmaso ha rimarcato l’importanza
dei momenti “celebrativi” per la comunità e per le giovani generazioni, ma soprattutto in quanto momenti e
occasioni di riflessione, di approfondimento, di conoscenza critica e non agiografica del passato.
E in piena autonomia le istituzioni scolastiche e i docenti hanno valutato le proposte, hanno partecipato
alle varie iniziative, hanno sviluppato percorsi curricolari in cui la storia di una terra di confine variamente si intrecciava con altri territori, geografici e politico-istituzionali, hanno elaborato progetti e prodotti
originali e creativi. Questi prodotti sono documentati
e illustrati nelle pagine che seguono.
Quello che ci raccontano non è una storia declinata nel localistico e nel particolare, ma la storia corale di una nazione, che si riconosce e si salda attorno a
principi condivisi, a simboli e valori unitari, pur nelle
diverse identità e storie che la compongono e che ne
rappresentano la ricchezza.
Beatrice de Gerloni
Dirigente scolastico
presso Dipartimento Istruzione, Università e Ricerca
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Istituto delle Arti di Trento e Rovereto
MOVIMENTO
150 in… danza, musica, immagini
150 inMovimento ha rappresentato un percorso libero tra le arti che ha riunito le memorie storiche
legate all’anniversario dell’Italia unita su un sentiero contemporaneo di immagini, musica e danza.
Gli insegnanti e i ragazzi dell’Istituto delle Arti di
Trento e Rovereto si sono impegnati nell’intento
comune di creare sinergie significative in un progetto unitario teso a fondere studio, ricerca e passione.
“Una contaminazione” come ha scritto nell’invito il
dirigente scolastico Silvio Cattani “tra danza, musica e immagini frutto dell’impegno e della capacità inventiva degli studenti e dei docenti dell’Istituto delle Arti di Trento e Rovereto”. Le foto sono di
Lucio Tonina, docente del Depero.
150 studenti per i 150 anni
Collaborazione, sinergie, valorizzazione delle differenze, ascolto e conoscenza del passato sono stati i temi
portanti del lavoro che hanno dato vita allo spettacolo
150 in Movimento, presentato giovedì 26 maggio alle
ore 20.30 presso l’Auditorium Santa Chiara di Trento.
150 e più studenti sul palco in uno spettacolo variegato e coinvolgente che ha ripercorso in maniera originale le memorie e le suggestioni dei 150 anni dell’unione d’Italia. L’evento è stato anche una festa per il
primo anno di questa nuova scuola che aggrega le specifiche esperienze didattiche del Liceo Musicale e Coreutico di Trento e dei Licei Artistici di Trento e Rovereto nella prospettiva di un’integrazione sempre più
dinamica e interattiva tra le varie forme e ricerche artistiche.
lontane di un coro che mano a mano si avvicinava ed
entrava in platea muovendosi fra improvvisazioni e
divagazioni polifoniche. Il coro del Liceo Musicale,
diretto da Lorenzo Donati e Simonetta Bungaro ha
poi intonato le note e le parole di Va pensiero di Giuseppe Verdi regalando al pubblico un momento davvero emozionante. E’ iniziato così lo spettacolo con
l’intento di raccontare il pensiero dei giovani nutrito di speranze e di sogni che vola leggero su ali dorate alla ricerca della libertà e dell’indipendenza della
propria più pura espressione.
Sentirsi italiani
Ma quante sono le espressioni per sentirsi italiani?
E’ questa la domanda a cui si è riferita l’insegnante Wally Holzhauser che attraverso il linguaggio della danza contemporanea ha esplorato le diverse identità della nostra terra, le contraddizioni, le illusioni
della nostra società. Sulla scena musicisti e danzatori
insieme nel comune intento di sostenere e completare gli uni la creazione degli altri osando momenti di
improvvisazione dove l’ascolto reciproco è stato indi-
Nel vivo dello spettacolo
Lo spettacolo ha coinvolto tutte le classi della sezione Musicale e le cinque classi della sezione coreutica del Liceo Bonporti ed alcuni studenti dell’Istituto Depero di Rovereto che si sono trovati a riflettere
sul significato di questo importante anniversario. I
ragazzi sono stati dunque chiamati a coinvolgersi interpretando questi pensieri attraverso le diverse forme della danza, della musica e della grafica stimolati
e guidati dall’attenta professionalità di 10 insegnanti e dal regista Alessio Kogoj. Lo spettacolo è iniziato con il sipario chiuso, le luci di sala accese e le voci
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n. 6 giugno 2011
spensabile per la realizzazione comune dell’opera. 150
in Movimento ha visto musicisti e danzatori lavorare
fianco a fianco per creare, in un susseguirsi, momenti che hanno saputo miscelare sperimentazione con
contributi più fedeli alla classicità. In un’atmosfera di
complicità e reciproca comprensione dei diversi mezzi creativi gli studenti, futuri musicisti e futuri danzatori, si sono trovati a sperimentare e a vivere le diverse
possibilità di questa relazione. Nella storia il rapporto
tra danza e musica ha seguito strade talvolta intricate assumendo tonalità espressive assai diverse. In molte occasioni coreografo e compositore si sono inseguiti nel reciproco territorio creativo, alla ricerca di echi e
risonanze espressive, di corrispondenze nella scrittura,
di sintonie nel “colore” emotivo di un pezzo. E sono
proprio i colori della nostra bandiera uniti dall’amore e dalla passione di questi giovani artisti che hanno
dato luce alle diverse dimensioni creative sulla scena.
Il verde della bandiera, Paolo Conte, le
opere grafiche…
Fra i colori della nostra bandiera l’insegnante Francesca Debelli ha scelto il verde, come nelle eleganti
parole della canzone di Paolo Conte che narra di un
musicista alla ricerca dell’ispirazione per comporre la
sua opera musicale. In scena le ragazze della classe II
del Liceo Coreutico e la voce della studentessa Monica Avancini, tutti insieme “Alle prese con una verde
milonga”.
Le parole e le note del maestro Giuseppe Verdi sono
state naturalmente protagoniste della serata. Di Verdi
si sono però volute esplorate anche opere meno celebri quali “Quartetto d’archi in Mi minore” unica opera cameristica del compositore sulle cui note hanno
danzato alcune coreografie classiche curate da Silvia
Bellotto.
A conclusione del primo atto è stato invitato un ospite d’eccezione nell’ottica dello stimolo e del confronto degli studenti con il mondo professionistico. Il prestigioso chitarrista tedesco Walter Abt ha presentato,
in prima nazionale, un brano tratto da uno dei più celebri concerti per pianoforte di Mozart reinterpretato
in maniera magistrale per chitarra e pianoforte.
Durante l’intervallo il pubblico ha potuto osservare 8
opere grafiche allestite nel foyer del teatro realizzate
dagli studenti del Depero di Rovereto e curate dalla docente Maria Eletta Baroni (la quale si è occupata anche della grafica per la comunicazione dello spettacolo). Questi artisti si sono ispirati al tema dei 150
anni dell’unità d’Italia cogliendo in modo molto originale lo spirito di questa festa nazionale.
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150 cellulari accesi, i testi del Presidente Napolitano…
Come lucciole nella notte si sono accesi 150 telefonini
nel buio della sala dando così inizio al secondo tempo
dello spettacolo con un’improvvisazione vocale e strumentale basata sulla composizione di C di Terry Riley.
Questo momento curato da Lorenzo Donati e Simonetta Bungaro, ha giocato sull’accumulazione di materiali sonori: all’interno della partitura non sono stati
definiti i momenti per l’esecuzione di ciascuna cellula,
ma tutto è stato lasciato alla capacità improvvisativa e
creativa degli esecutori. L’ascolto reciproco e la consapevolezza di far parte di un insieme pur agendo in autonomia era alla base di questo interessante lavoro che
ha avvolto il pubblico in un’esperienza acustica e visiva molto particolare.
I colori della bandiera italiana hanno poi irradiato il
palcoscenico durante la lettura di alcuni passi tratti
dal libro “Per l’Unità d’Italia” del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, passi che hanno ricordato la forza e la validità dell’esperienza storica dell’Italia unita.
Coreografie: le classi protagoniste
La coreografia proposta da Laura Zago e dalla classe
II del Liceo Coreutico ha lavorato proprio sulla forza
e sull’energia che può creare un gruppo quando riesce
a superare le difficoltà generate dalla differenza, per
unirsi insieme in un urlo di energia vitale.
Antonio Vivaldi e nuovamente Giuseppe Verdi hanno cadenzato il ritmo delle classi II e III in due belle coreografie, ironiche e leggere, create dalla docente
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Chiara Tanesini.
“Amniakò”, firmata dall’insegnante Donatella Zampiero, può essere letta come una metafora della nascita dell’Italia, nata ufficialmente nel 1861, cresciuta nel
XX secolo tra innumerevoli traversie, insidie ma anche traguardi. Questa coreografia danzata dalle classi III, IV e V racconta, attraverso il linguaggio della
danza, delle tappe di ogni essere umano - la nascita,
crescita ed esperienze della vita - così simili a quelle di
una Nazione che ha dovuto attraversare diversi momenti difficili i quali l’hanno messa a dura prova rendendola però più forte e consapevole.
A concludere la serata un gruppo spontaneo del Liceo
Artistico Vittoria di Trento, accompagnato dalla docente Manuela Dorigatti, ha presentato un’ultima coreografia creata interamente dai ragazzi che raccontava,
con una fresca e spontanea espressività creativa in chiave hip hop, i diversi stili di vita presenti nella scuola.
La danza, la musica e l’arte visiva hanno una moltitudine infinita di linguaggi e di possibilità espressive, ed è
proprio grazie alle contaminazione delle differenze che
si trovano le soluzioni artistiche più interessanti proprio
come nell’esperienza della nostra nazione che ha saputo
unirsi valorizzando le proprie specificità regionali.
Una didattica moderna
Un pubblico partecipe e caloroso ha seguito le diverse proposte artistiche della serata che si sono snodate
lungo un percorso che ha visto momenti di sperimentazione alternarsi a contributi più fedeli alla classicità, sempre nel segno delle celebrazioni dei 150 anni
dell’unità d’Italia.
L’Istituto delle Arti di Trento e Rovereto ha dimostrato in tal modo l’alto profilo tecnico ed artistico
raggiunto dagli studenti in uno spettacolo che, come
ha detto l’assessore provinciale alla Cultura, Franco
Panizza nel suo saluto alla fine dello spettacolo, “non
ha nulla da invidiare alle esibizioni di compagnie internazionali che hanno dato prova di sé su questo stesso palco”. Il dirigente scolastico Silvio Cattani, che ha
sostenuto e coordinato il percorso, ha sottolineato l’alto livello dell’operato del nuovo Istituto delle Arti che
si colloca nell’ottica della moderna didattica mettendo al centro l’inventiva e la partecipazione attiva degli
studenti. Un’operazione culturale, che ha visto coinvolte le specifiche esperienze didattiche del Liceo Musicale e Coreutico Bonporti e dei Licei Artistici di
Trento e Rovereto.
Lo spettacolo è stato realizzato grazie al sostegno e al
patrocinio del Comune di Trento e dell’Assessorato
all’Istruzione e l’Assessorato alla Cultura della Provincia Autonoma di Trento e grazie alla preziosa collaborazione del Conservatorio Bonporti di Trento.
Paola Carlucci
Docente di Storia della Danza
Coordinatrice del Progetto
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Secondaria primo grado Bonporti – TN5
RECITAL
Un tuffo nel Risorgimento
Gli studenti delle classi 3A e 3B della Scuola Secondaria di I grado “Bonporti” dell’Istituto comprensivo Trento 5, sabato 16 aprile 2011, hanno
realizzato un originale recital sul Risorgimento
nell’aula magna della scuola “Sanzio” alla presenza
del Dirigente Agostino Toffoli, dei genitori e degli studenti.
Per ripercorrere la storia dell’unità
Celebrare i 150 anni dell’ Unità d’Italia può essere
un esercizio che scade nella retorica. Non è stato così
per le classi terze della scuola Bonporti che, coordinate dalla docente di lettere Mariarosaria Fiorella, hanno messo in scena uno spettacolo sul Risorgimento
molto apprezzato dal pubblico presente in sala. Film,
canzoni, poesie, immagini, disegni, brani eseguiti al
pianoforte con orchestra e coro, sono stati curati dalle insegnanti Maria Largaiolli (tecnologia e informatica), Paola Marchetti (educazione musicale) Maria
Rosa Corbolini (docente di pianoforte). Le docenti
insieme ai ragazzi hanno scelto un repertorio multidisciplinare che ripercorresse alcuni momenti della
storia dell’unità del Paese.
Lo spettacolo
In apertura il dirigente Agostino Toffoli ha ricordato
come il Risorgimento fu un periodo di grandi ideali e,
citando le parole del Presidente Giorgio Napolitano,
ha commentato che, senza l’unità d’Italia, non si sarebbero potute affrontare le difficoltà odierne.
Dopo un indimenticabile pezzo tratto dal film “Senso”
di L. Visconti, largo alla musica con brani eseguiti dalle alunne Sara Cainelli, Chiara Skhurtaj, Costanza Torchio e alcune delle più celebri canzoni dell’Ottocento,
dall’“Inno di Garibaldi” a “La bandiera dei tre colori”, da
“Va’pensiero” all’“Inno” di Mameli eseguiti dall’orchestra
e dal coro. Tra un brano musicale e l’altro sono state recitate alcune delle più belle poesie italiane dalla “Spigolatrice di Sapri”di L. Mercantini all’“Ode a Venezia” di A.
Fusinato, da “Marzo 1821” di A. Manzoni a “All’armi” di
G. Berchet, “All’Italia” di G. Leopardi e alcuni brani tratti
dal libro “Cuore” di E. De Amicis. Suggestive e evocative
le immagini proiettate tra cui la nota pittura risorgimentale “Il bacio” di Hayez e altri disegni originali. Per tutti la
grande soddisfazione di un evento vissuto intensamente.
Mariarosaria Fiorella
Docente di materie letterarie
I PROTAGONISTI
“Il recital è stata un’esperienza positiva sotto molteplici aspetti, in ambito didattico ed educativo. La professoressa di lettere ha fatto scattare la scintilla di un progetto
che avrebbe impegnato la classe su vari fronti; infatti un
gruppo è stato impegnato nella recitazione delle poesie,
altri nella parte strumentale/corale e nella presentazione
in PowerPoint. Questo progetto ha contribuito ad approfondire la conoscenza del nostro vasto patrimonio letterario, artistico e musicale e ci ha aiutato a ricordare che
facciamo parte di una grande e meravigliosa nazione”.
Giovanni Grazioli 3A
“Il nostro lavoro è cominciato con la raccolta e la selezione di immagini e testi inerenti il Risorgimento,
utilizzando libri e supporti informatici. Abbiamo poi
imparato a recitare poesie dal carattere patriottico e alcuni brani significativi sul concetto di “Patria”. Notevole è stato il progresso per quanto riguarda le nostre
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capacità di lettura della musica”.
Marco Calliari 3A
“Organizzare lo spettacolo non è stato semplice perché
avevamo poco tempo e poco spazio per le prove. Esprimere poi una riflessione su un sentimento che avevo
dato sempre per scontato - l’essere italiano - non è stato
semplice. Volevo fosse spontanea, sincera, che non avesse una posizione politica (di parte) e che non fosse influenzata dalle polemiche riportate dai mass media.
Sono contento che siamo riusciti a dimostrare di essere
una piccola ma bella squadra italiana”.
Gioele Casagranda 3A
“Questo è stato un percorso che ci ha molto arricchito
e che ci ha permesso, riflettendo sugli ideali di quel periodo, di capire quanto quella storia possa aver inciso
sulla vita di oggi”.
Francois Tronche 3A
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scuola secondaria primo grado - “G. Prati” Ponte Arche - I.C. Giudicarie esteriori
DVD
Ideologia, realtà, speranza
L’attività progettata e pensata per le classi 3A e 3B
della Scuola secondaria di I grado “G. Prati” di
Ponte Arche - I. C. Giudicarie Esteriori voleva essere un contributo nell’ambito delle celebrazioni
per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. La proposta scelta è stata quella di un progetto di ricerca focalizzato sul tema dell’Unità nazionale che è
culminato nella produzione di un DVD, realizzato
grazie alla preziosa guida del regista Brunetto Binelli.
Le fasi del progetto
Il progetto si è articolato in diverse fasi: una prima conoscenza teorica dei contenuti relativa al periodo storico in
oggetto, anche attraverso la ricerca di fonti scritte e visive;
il risultato di tale ricerca è stato utilizzato per la preparazione di un canovaccio per la stesura (in collaborazione
con un regista) di un copione; la produzione in via sperimentale di un DVD con la rappresentazione del testo
da parte dei ragazzi, e la proiezione di immagini storiche
(personaggi, luoghi e soggetti artistici); l’uscita didattica
sul territorio nei luoghi considerati e fondamentali per
la memoria storica, con particolare riferimento a Torino,
prima capitale d’Italia. Gli alunni si sono cimentati in attività teatrale, canora, di interpretazione espressiva di testi poetici, e nella preparazione scenografica ricercando
costumi e oggetti propri del periodo storico considerato.
Una metodologia laboratoriale
Con questo lavoro si è inteso proporre ai ragazzi un
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approccio diverso e più coinvolgente alla storia nazionale e locale. La conoscenza di quest’ultima è fondamentale, così come si evince anche dalle nuove linee
educative provinciali, per costruire e radicare il senso
di appartenenza ad un territorio.
Si è deciso di lavorare con una metodologia laboratoriale, con l’obiettivo di rendere più incisivo l’intervento, a livello di conoscenza dei contenuti e, nel contempo, di far maturare nei ragazzi delle competenze
trasversali a livello comunicativo-espressivo. Il DVD
sarà fruibile dalle altre realtà scolastiche del territorio, in un’ottica formativa di condivisione del materiale multimediale, considerato oggi risorsa didattica
fondamentale nelle nuove strategie di insegnamentoapprendimento della storia.
Le tappe storiche fondamentali
Il laboratorio teatrale ripercorre le tappe fondamentali
che hanno portato l’Italia e il Trentino all’Unità nazionale. La rappresentazione focalizza l’attenzione su alcuni personaggi locali che si sono impegnati in modo attivo nel perseguire l’ideale dell’indipendenza nazionale.
I due piani, nazionale e locale, presenti in tutta l’opera, sono stati sempre presenti. Nodi storici considerati
sono stati: il Risorgimento, l’Unità d’Italia, l’Irredentismo, la Prima guerra mondiale e il Trentino in Italia. I
personaggi storici nominati: Nepomuceno Bolognini,
Garibaldi, Cesare Battisti, a rappresentanza tra i tenenti
Degli Albizi- Hecht, a rappresentanza delle donne Bice
Rizzi e l’imperatore e l’imperatrice d’Austria.
Elena Viola, Eddy Caliari
Insegnanti di Lettere
Simona Cesari
Insegnante di Arte e Immagine
Responsabili del Progetto
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I COMMENTI DEI RAGAZZI
Gli alunni coinvolti
Classe 3A:
Andreolli Sara, Brocchetti Leonardo, Bronzini Eliana,
Calliari Luca, Calliari Oscar, Cornella Tomaso, Donu
Daniel, Farina Giorgia, Kisil Sofiya, Litterini Mattia,
Maksimov Denys, Nazzani Sara, Riccadonna Alessio,
Riccadonna Gaia, Rigotti Daniela, Rizzi Elena, Rizzo
Davide, Salizzoni Alberto, Santoro Luca, Singh Saranijt, Stafa Valdet, Tonini Davide.
Classe 3B:
Berasi Simone, Bottamedi Genny, Brunelli Enrico, Cornella Shiny, Diurno Antonio, Draghici Ramona Georgiana, Flaim Costanza, Fusari Nicholas, Masserdoni
Claudia, Nazzani Matteo, Paoli Carlotta, Pedone Nicola, Riccadonna Carlotta, Rocca Anna, Rocca Alessandro,
Salizzoni Nicole, Tasin Genny, Trentini Paola, Zambotti Noemi.
Il filmato storico: che esperienza!
“La ricorrenza del 150° anniversario dell’unità d’Italia,
quest’anno, è stato un avvenimento del quale molto spesso
abbiamo sentito parlare. Attorno ad esso si sono costruite
molte strumentalizzazioni ed in pochi ne hanno colto il
vero significato. E’ comunque stata una festa e come ogni
festa che si rispetti va festeggiata. Questa in particolar
n. 6 giugno 2011
modo ci tocca tutti: atei e religiosi, ricchi e poveri, indistintamente. Ci invita a ricordare, e spesso, a rimpiangere. Rimpiangere perché ora non c’è più nulla di cui andare fieri, solo quello che è rimasto, che ci è stato lasciato.
Noi, nel nostro piccolo abbiamo provato a ricordare, ma
anche a rivivere gli usi e i costumi, le situazioni e le battaglie del Risorgimento, e qual modo migliore di farlo di
un filmato storico rappresentativo da noi interpretato?
Eh già, perché è proprio di questo che si tratta. La pellicola è stata curata interamente da noi con un’altra classe
della nostra scuola, con l’aiuto prezioso del regista Brunetto Binelli. Abbiamo impersonato i protagonisti dell’epoca, con un occhio di riguardo a coloro che si mossero
principalmente nel nostro territorio. Naturalmente parlo
di Nepomuceno Bolognini e Cesare Battisti, ma anche di
Bice Rizzi, donna attiva per la sua causa, che rischiò la
vita per gridare i suoi ideali. Per rendere il filmato credibile abbiamo ricercato gli scorci caratteristici della nostra valle, specialmente Rango, ma soprattutto abbiamo
potuto girare anche al castello di Stenico scene di vitale
importanza come quella dell’impiccagione oppure quella
del ballo, per la quale è stata necessaria una preparazione
con l’insegnante di danza. La colonna sonora è composta principalmente da pezzi originali del Maestro Morricone come “Califfa” e “Here’s to you”, ma anche noi abbiamo fatto qualcosa col flauto dolce, intendo La Guerra
di Piero e Va Pensiero. Sono sicuro che se tutto ciò che ho
imparato avessi dovuto studiarlo sarebbe stato più lungo
e faticoso. Le professoresse che ci hanno supportato sono
la prof. Cesari, che ha curato le riprese insegnandoci la
meticolosa arte della regia, e le insegnanti Caliari e Vio25
la che sono le “ideatrici” del tutto. E’ stata una esperienza
irripetibile della quale rimarrà sempre un ricordo indelebile. Quando uscirò dalle medie ricorderò con nostalgia i
problemi con la telecamera, le marce garibaldine e tutte
le volte che siamo stati “rimbeccati” perché guardavamo
nell’obbiettivo. Durante le prove qualche risata scappava sempre, perché la vita e i costumi di un tempo erano
molto diversi da oggi, ci pareva a volte di essere ridicoli”
Tomaso
Capire la storia
“È stato un modo più divertente di studiare la storia e
con questo metodo ci si può calare nella vita quotidiana e
nella cultura delle nostre valli del secolo scorso. Da questo
percorso credo che molte persone abbiano capito qualcosa
in più su questo tratto di storia che hanno vissuto i nostri
nonni e i nostri bisnonni. Si può capire meglio quanta
povertà c’era, i vestiti di quel tempo e molte altre cose che
studiando solo teoricamente non si riescono a comprendere totalmente.
Per realizzare questo film ci sono volute molte ore di lavoro, tra uscite, riprese in classe, costruzione dei vestiti
… ma secondo me ne è valsa la pena perché come ho detto prima è un metodo più facile di capire la storia. Tutti,
chi qualcosa in più, chi qualcosa in meno, hanno contribuito alla buona riuscita di questo percorso e infatti con
un grande lavoro di gruppo siamo riusciti a concludere
con successo il DVD. Siamo riusciti a migliorare i nostri
rapporti interpersonali con gli altri compagni e a superare la timidezza”
Elena
per concludere… A Torino
“Come già sappiamo quest’anno si festeggiano i 150 anni
dell’Unità d’Italia. La questione ci interessa direttamente; non solo riguarda, in piccola parte, gli argomenti stu-
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diati, ma soprattutto è parte di noi, della nostra patria e
della nostra storia. Già all’inizio dell’anno, con la professoressa d’italiano, abbiamo approfondito il periodo del
Risorgimento, con i suoi principali esponenti. In storia,
invece, abbiamo studiato la prima Guerra Mondiale e
abbiamo dedicato del tempo al periodo in cui l’Italia diventa unita. Per farci partecipare direttamente al 150°
anno dell’Unità nazionale, la professoressa Caliari e la
professoressa Viola ci hanno fatto realizzare un DVD,
riguardante proprio questo avvenimento. Le due prof.
hanno steso un copione, nel quale venivano presentati
alcuni personaggi locali come Nepomuceno Bolognini e
Gian Battista Sicheri. Poi, grazie ad un regista, Brunetto Binelli, abbiamo studiato le parti e ci siamo messi al
lavoro. Abbiamo fatto prove di ballo e di recitazione, abbiamo realizzato sceneggiature e abbiamo cercato costumi e poi, girando per le Giudicarie, abbiamo registrato le
scene grazie alla professoressa Cesari. Dopo tutto questo
lavoro abbiamo realizzato un DVD. Devo dire che realizzarlo non solo è stato divertente ma mi ha anche fatto
conoscere avvenimenti e fatti storici dei quali non ero a
conoscenza. Per concludere questo percorso le professoresse sono riuscite a realizzare una bellissima gita a Torino,
prima capitale d’Italia. Dopo aver lavorato e sudato molto per avere dei contributi per il viaggio, siamo partiti.
Torino è una città meravigliosa! Abbiamo visitato Palazzo Madama, che era la sede del senato del Regno, rimasta lì fino a quando la capitale non è stata spostata a Firenze, poi la guida ci ha fatto conoscere un po’ la città. Il
secondo giorno siamo andati alla Reggia di Venaria e al
Museo dell’Automobile. La Reggia ha veramente un fascino tutto suo, ma il Museo dell’Automobile è fantastico!
Vedere come i mezzi di trasporto si sono trasformati con
il passare degli anni… dalle carrozze, alle prime automobili e infine addirittura alla Ferrari, è stato veramente bello e interessante”
Carlotta
n. 6 giugno 2011
secondaria primo grado I. C. “C. A. Martini” Revò
VÈN I TALIÀNI
Aspettative della gente comune
L’occasione della celebrazione del 150° anniversario
dell’Unità d’Italia ha fornito, alla Scuola secondaria di 1° grado dell’Istituto Comprensivo “C. A.
Martini” di Revò, l’occasione di realizzare una serie
di attività didattiche. Un percorso svolto nell’anno
scolastico precedente “Viaggio nell’unità d’Italia” con
la produzione di diversi manufatti e uno realizzato,
sempre in stretta relazione con il territorio di riferimento della scuola, dal titolo “Vèn i Taliàni”: come
la gente comune ha vissuto l’annessione all’Italia.
abbia rappresentato per il Trentino l’annessione all’Italia.
Il progetto, dal titolo “Vèn i Taliàni”, voleva capire come
la gente comune avesse vissuto questo rilevante avvenimento storico. Le classi coinvolte sono state le tre terze,
seguite da un gruppo di docenti. Il progetto non ci ha
permesso di ottenere molte informazioni, in quanto ormai la memoria di quanto accaduto quasi cento anni fa
è andata perduta. Da tutte le voci raccolte si sono potuti tuttavia cogliere alcuni aspetti: l’arrivo degli Italiani
(i “Taliàni”) ha trovato una popolazione che, stremata
dalla fame e da lunghi anni di guerra, aveva perso molta
della iniziale fiducia e stima verso il governo austriaco.
Tuttavia solo una minima parte auspicava l’annessione
all’Italia, al punto che, per descrivere quanto era successo, si coniò il termine “rebaltón”, precorrendo un termine tanto caro ai nostri politici di oggi.
Lavoro intellettuale e manuale
Il confronto con il territorio
Il lavoro di celebrazione dei 150 anni d’Unità è iniziato già durante l’anno scolastico 2009 – 2010: un
gruppo di alunni provenienti dalle classi terze, seguito
dalle docenti Maffei Giuliana e Atzei Mariella, è stato coinvolto in un lavoro della durata annuale all’interno di uno dei laboratori attivati durante le attività opzionali. Il progetto, dal titolo “Viaggio nell’unità
d’Italia”, ha permesso di sviluppare attitudini sia al lavoro intellettuale che manuale: partendo da un approfondimento storico-linguistico di temi e personaggi che abbracciano la storia d’Italia dal 1861 al 2011
gli alunni hanno realizzato libri d’autore con pagine
a tema e pannelli di ceramica con tecnica Cuerda riprendendo argomenti approfonditi nel libro.
Altro aspetto particolare è oggi il ricordo dello stupore provato da parte dei soldati italiani nel trovarsi di
fronte ad un popolo capace di gestirsi autonomamente, di progettare e dirigere il proprio futuro con
realizzazioni di infrastrutture notevoli realizzate con i propri mezzi.
Soprattutto destò grande ammirazione il vedere
l’alto tasso di istruzione
posseduto dalla popolazione. Anche l’esame di
alcuni archivi comunali ha permesso di avere
la conferma di alcuni di
questi punti. Ci si aspettava di più, in modo da
poter produrre un lavoro più completo e armonico. Il confronto con
il territorio tuttavia ci
ha permesso di iniziare
una collaborazione che
continuerà anche l’anno
prossimo con altre realtà, in modo che il legame scuola /territorio sia
sempre più stretto.
La segnalazione al Ministero
Sono stati realizzati anche 12 pannelli sui temi, sulle infrastrutture, sulle manifestazioni e le istituzioni
che hanno contribuito alla formazione della nazione.
Il prodotto finale, fotografato ridotto in forma digitale, è stato presentato in occasione della celebrazione ufficiale dell’Unità. Il valore assoluto del risultato
di questa attività ha valso alla scuola la segnalazione al
Ministero dell’Istruzione, in modo che, il 17 marzo
2011, data della celebrazione ufficiale dell’Unità presso la Camera dei Deputati alla presenza del Presidente Giorgio Napolitano e di tutte le massime cariche
dello Stato, era presente, a rappresentare la Provincia
di Trento, una piccola delegazione del nostro Istituto.
Il Trentino in Italia
Nel presente anno scolastico si è deciso di continuare l’attività, con un progetto particolare: cercare di capire cosa
n. 6 giugno 2011
Costantino Pellegrini
Docente di
matematica e scienze
Scuola secondaria di I grado
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Liceo “B. Russell” Cles
IDENTITÀ
I suoi diversi linguaggi
Nell’ambito dell’iniziativa Anniversario 150 Unità d’Italia, promossa dall’Assessorato all’Istruzione
“Il Trentino e l’Italia, il Trentino in Italia: la nostra storia”, i docenti e gli studenti del Liceo “B.
Russell” di Cles hanno focalizzato l’attenzione sui
modi attraverso cui l’identità regionale e nazionale
sono state costruite e formate. Il titolo del progetto: “Il linguaggio dell’identità” sottolinea un particolare aspetto del processo di unificazione legato
alla comunicazione e alla costruzione di un linguaggio ufficiale, politico e simbolico.
Tante domande
Le classi coinvolte sono state due quarte di Liceo
Scientifico seguite dagli insegnanti: di storia Silvana
Castelli, di lettere Carla Ferraresi e Stefania Ravagni,
di storia dell’arte Ciro Plomitallo.
Ci si è inoltre avvalsi della collaborazione dell’insegnante Annely Zeni per l’approfondimento di Storia
della Musica e di Tommaso Baldo, esperto del Museo
Storico di Trento, che ha guidato le attività storiche laboratoriali. Si è proposto agli studenti di riflettere sulla propria identità in relazione al proprio vissuto. La
domanda che ha dato inizio al dibattito è stata: Cosa
significa essere cittadini oggi? Essere trentini? Essere
italiani? Si è considerata la differenza tra diventare ed
essere trentini/italiani.
analisi delle fonti. Hanno provato ad interrogare i documenti, hanno acquisito la consapevolezza che le conoscenze storiche sono elaborate sulla base di fonti di
natura diversa che lo storico vaglia, seleziona, ordina
e interpreta secondo modelli e riferimenti ideologici.
Hanno infatti confrontato le diverse interpretazioni di
Risorgimento elaborate nel corso degli anni.
Sul territorio
Le uscite didattiche sul territorio (a Trento prima e a
Torino e Roma per due gruppi diversi in occasione del
viaggio d’istruzione) sono state realizzate allo scopo
d’insegnare agli studenti a rapportarsi con la propria realtà territoriale sapendola contestualizzare all’interno di
macroeventi.
Significativo, a questo proposito, il viaggio degli alunni
di IV C a Roma accompagnati dal collega di storia Alessandro Paris, che come trentini, sono stati applauditi al
loro ingresso nell’aula del Senato: per i ragazzi un’intensa esperienza di italianità. È stata inoltre effettuata una
raccolta di immagini per riconoscere sul campo i segni
del passato, della memoria e della sua costruzione: vie,
toponimi, monumenti, strutture architettoniche sono
state confrontate con le iconografie storiche.
Il ruolo della musica
Per gli studenti si è rivelato interessante il modulo sulla musica in relazione alla Storia, alla Letteratura e
alla Storia dell’Arte: la musica ebbe infatti nell’Italia
dell’Ottocento un ruolo fondamentale nella creazione
di una mitologia, di una simbologia, di una ricostruzione storica della nazione italiana, costruendo l’idea stes-
La struttura del progetto
Il progetto è stato strutturato in una parte di analisi (contestualizzazione storica, indagine della cultura
popolare nelle sue espressioni musicali, letterarie, memorialistiche, iconografiche, individuazione del rapporto tra intellettuali e società con accenni al teatro
politico, a Giuseppe Verdi e alla Letteratura), una di
riflessione specificamente storica (concetto e significato di nazione, territorio e autonomia) ed infine ne è
seguita una di riflessione sul senso e la valenza che assume lo studio dell’età risorgimentale oggi. Gli studenti hanno preso confidenza con fonti diverse: documentarie, bibliografiche, cartografiche, iconografiche;
alcune sono state fornite dagli insegnanti, altre reperite autonomamente dagli studenti stessi che hanno
potuto intraprendere una piccola attività di ricerca e
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n. 6 giugno 2011
sa di nazione in una prospettiva di immaginario collettivo culturale, ben prima che politicamente fattivo.
Un ruolo sottolineato dallo stesso Mazzini quando individuava proprio sui palcoscenici del teatro lirico - al
tempo la forma dominante di spettacolo musicale - il
luogo per veicolare sentimenti patriottici e incitamenti rivoluzionari: il luogo del riscatto popolare. Le classi
hanno ripercorso, dunque, tale stagione musicale non
senza averne prima indagato la provenienza attraverso
la matrice della canzone rivoluzionaria francese, esportata quindi nella musica colta di Beethoven (apprezzata l’esecuzione di sequenze tratte dall’Eroica, da parte
dell’orchestra Haydn nell’auditorium del Liceo, commentata e spiegata dalla stessa Zeny e dall’alunno Enrico Flor). Come contrappunto agli elementi risorgimentali dell’opera di Verdi è stato considerato il repertorio
innodico di provenienza più popolare, con qualche
considerazione relativa anche ai percorsi dell’identità
trentina con riferimento al fenomeno irredentista.
Le fonti dirette
Altrettanto stimolante è stato il lavoro sulle fonti dirette, ovvero su lettere o scritti di personaggi che hanno in qualche modo partecipato al processo di costruzione dell’Italia: per il punto di vista trentino sono
stati scelti scritti dei garibaldini fratelli Bronzetti e l’azione di Giovanni a Prato, per quello “italiano”, invece, è stato presentato un ventaglio di liriche o canzoni di propaganda dell’impresa unitaria. Per quanto
riguarda la difficoltà del “fare gli italiani”, la lettura di
alcune sequenze significative delle lettere inedite del
militare toscano Luigi Vivoli, che all’indomani dell’unità descrive la difficile convivenza tra militari prove-
nienti da regioni diverse. La giovane età e l’estrazione sociale estremamente variegata dei protagonisti del
percorso risorgimentale è stata una scoperta che ha decisamente colpito gli studenti, abituati a immaginare
una storia e una politica fatta da “vecchi”.
Le competenze acquisite
Al di là degli scopi meramente didattici e della ricaduta in termini di conoscenze sul programma scolastico,
il progetto si è rivelato decisamente gradito a tutti gli
studenti per via dell’operatività richiesta e per il sincero interesse per gli argomenti trattati. Lavorare autonomamente su fonti dirette o cercare tracce del nostro passato per le vie delle città sono stati momenti di
aggregazione, ma anche di acquisizione di un metodo di lavoro spendibile in altre discipline. Senza considerare, d’altra parte, che il lavorare attivamente alla
costruzione di un progetto, vederlo prendere forma
e crescere insieme alle conoscenze e alle competenze nelle varie materie è un lavoro sicuramente impegnativo per studenti e insegnanti, ma altamente formativo. L’argomento trattato, inoltre, ha contribuito
ad alimentare la coscienza civile dei “futuri” cittadini:
trentini prima di tutto, ma italiani al di là dei particolarismi e dei campanilismi, uniti attraverso un percorso fatto di dolorosi sacrifici, rinunce ma anche di giovanile entusiasmo: una “patria” che si fonda su patres
non solo seniores ma anche adulescens.
Il lavoro non è finito qui, per mantenere memoria
dell’esperienza e per darle visibilità e possibilità di piccola divulgazione, le classi sono attualmente impegnate nella progettazione e realizzazione di una presentazione multimediale, che sintetizzi alcuni passaggi
essenziali del percorso compiuto.
Stefania Ravagni, Carla Ferraresi, Silvana Castelli
Insegnanti del Liceo “B. Russell” di Cles
n. 6 giugno 2011
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Istituto di Istruzione “don Milani” Rovereto
IN SCENA
Docenti e studenti assieme
Lo spettacolo “Fratelli d’Italia. Una lunga storia
insieme” è stato realizzato da un gruppo di docenti
e studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore “Don
Milani” di Rovereto e inserito nell’ambito della Rassegna Teatroscuola patrocinata dall’Assessorato alla
Formazione del Comune di Rovereto, dedicata
quest’anno al 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Lo spettacolo è stato presentato il 13 maggio 2011
al teatro Rosmini di Rovereto, alle ore 11.00 agli
studenti dell’Istituto e alle ore 20.30 alla cittadinanza.
Ripercorrere il processo di unificazione
Quest’anno per la terza volta il nostro Paese festeggia
la sua nascita.
Il primo cinquantenario, nel 1911, vedeva uno stato
giovane, ma soddisfatto dei grandi successi fin lì realizzati, e il centenario, festeggiato nel 1961, cadeva nel periodo di massima espansione economica italiana. Oggi
le celebrazioni coincidono con una delle più grandi crisi economiche del mondo occidentale, una crisi che in
Italia colpisce soprattutto i giovani, mette in evidenza
i tanti problemi irrisolti e aggrava lo storico divario tra
Nord e Sud del Paese. Il sentimento di sfiducia e di scetticismo è forte e la sensazione che ci sia poco o niente
da festeggiare è diffusa e condivisa da molti.
Eppure, nonostante i dubbi e i risentimenti, o forse
proprio per le riserve che suscita l’argomento, già prima che arrivassero a scuola le circolari ministeriali, avevamo avvertito il bisogno di affrontare con gli studenti
il tema dell’unità nazionale e di ripercorrere con loro il
processo di unificazione del nostro paese, un processo
faticoso e forse non ancora del tutto concluso.
affligge i giovani, e non solo, dal loro senso di apatia e
disillusione, dalla mancanza di desiderio e voglia di credere nella possibilità di cambiare le cose. Ci sembrava
un’occasione da non perdere per poter riaffermare l’importanza di quei principi di libertà, uguaglianza e unità
che la Costituzione pone alla base della nostra casa comune. E poiché la scuola è il luogo dove più che altrove
questi principi devono essere praticati, oltre che dichiarati, il nostro primo pensiero è andato ai ragazzi stranieri che vivono e studiano in Italia, ai Fratelli d’Italia di
domani, che nella nostra scuola sono numerosi.
Lo spettacolo come riflessione
Lo strumento che abbiamo utilizzato per questa riflessione è quello di uno spettacolo, sintesi di un’attività
didattica di ricerca. Il laboratorio si è svolto durante
tutto l’anno scolastico, al di fuori dell’orario curricolare, una volta a settimana per la durata di due ore e ha
visto coinvolti un gruppo di studenti di classi diverse.
Il numero dei partecipanti, come spesso avviene per le
attività non obbligatorie, ha subito variazioni nel tempo. Più esiguo inizialmente, è cresciuto nella fase di allestimento e messa in scena del lavoro. Hanno partecipato 12 studenti: tre della V, due di IV, uno di III,
quattro di II, tre di I. I docenti coinvolti sono stati: Maria De Maria, Francesca Marcomini, Gianpiero Colangelo, Marinella Moreschi, Gianluigi Carullo, Giancarlo Caroli. Le materie coinvolte sono state:
storia, diritto, educazione musicale.
Storia a teatro: emozionare e insegnare
L’argomento prescelto per la ricerca, un secolo e mezzo di storia, si presentava sicuramente vasto e impegnativo, e naturalmente non era possibile raccontare tutto,
per cui è stato necessario operare delle scelte. Se il for-
La Costituzione e i suoi principi
Volevamo farlo non solo per mettere in evidenza ciò
che ci unisce rispetto a ciò che ci divide, ma soprattutto
per riflettere sul presente, perché oggi, come 150 anni
fa, c’è bisogno di un nuovo Risorgimento e di giovani,
che, come i Mille, siano disposti a lottare contro il nemico. Un nemico, che non è naturalmente lo stesso di
allora, lo straniero, come qualcuno vorrebbe farci credere, ma è forse anche più insidioso e difficile da vincere, ed è costituito dalla crisi generale e di valori che
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n. 6 giugno 2011
mat doveva essere quello di uno spettacolo, il tema non
poteva essere trattato in tutti i suoi aspetti principali. Sarebbe risultato comunque didascalico. E così, con grande rammarico, abbiamo dovuto rinunciare a molti argomenti che pure avevamo inizialmente approfondito.
La scelta dei contenuti proposti è stata operata anche
nell’ottica di valorizzare le risorse e le doti degli studenti coinvolti. La regia del lavoro, pertanto, è stata
di fatto una “regia aperta”, in quanto lo spettacolo ha
preso forma anche seguendo le proposte e i suggerimenti dei partecipanti.
La gratificazione maggiore di questa proposta, che abbiamo utilizzato in passato sempre in relazione a temi
di carattere storico o di attualità, deriva dalla consapevolezza di presentare un lavoro teatrale che vuole naturalmente coinvolgere ed emozionare il pubblico, ma
allo stesso tempo offrire uno strumento didattico di
conoscenza e di riflessione.
Provare più ruoli
Gli studenti che hanno frequentato l’intero percorso
hanno avuto la possibilità di cimentarsi in più ruoli:
•il ruolo di studente vero e proprio, poiché il momento più impegnativo, e purtroppo anche quello
meno affollato, è stato sicuramente l’attività didattica di ricerca e rielaborazione del tema da proporre;
•il ruolo di attore-protagonista, in quanto il materia-
n. 6 giugno 2011
le raccolto e rielaborato attraverso un ampio ricorso ad immagini, suggestioni musicali e momenti di
danza, canto e recitazione, è stato presentato dagli
stessi studenti nella forma di uno spettacolo;
•il ruolo di “docente”, in quanto la rappresentazione è
una lezione che gli studenti hanno presentato ai propri pari, i quali, pur non avendo partecipato in prima
persona al laboratorio, ne hanno potuto comunque conoscere e condividere il prodotto finale.
La performance
E finalmente è arrivato il momento del debutto, tanto
temuto, davanti agli studenti della scuola. E quando
questi ragazzi, con percorsi e provenienze diverse, senza essere attori, cantanti, ballerini o modelli, si sono
esibiti sul palco insieme ai loro insegnanti, con semplicità e gioia, superando le tante insicurezze, il livello
di partecipazione e di entusiasmo dei compagni è andato al di là di ogni aspettativa e speranza.
Ma l’emozione più grande è stata vedere, alla fine dello spettacolo, gli studenti che riempivano il teatro alzarsi in piedi per cantare con noi, che eravamo sul palco, l’Inno nazionale. Tutti insieme, in piedi, a cantare
l’Inno. E non era una partita di calcio.
Maria De Maria
Docente referente del Progetto
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Liceo “A. Rosmini” di Rovereto
LUOGHI
Alla scoperta delle città
Il Liceo Rosmini di Rovereto non ha voluto mancare all’appuntamento con la storia ed ha organizzato un viaggio per fissare nella memoria i luoghi del
Risorgimento. La ricorrenza del 150°anniversario
dell’Unità d’Italia è stata occasione per riscoprire,
attraverso un’ offerta didattica nuova, documenti e
testimonianze di avvenimenti caratterizzanti la nostra storia nazionale. Per questo si è voluto proporre un viaggio nei centri storici del nostro Risorgimento attraverso luoghi e protagonisti della nostra
storia ottocentesca. Il progetto ha voluto educare
all’ascolto, all’analisi e alla contestualizzazione per
favorire la partecipazione di ciascun studente alla
dimensione della comunità nazionale.
Bergamo, Torino...
Le classi coinvolte in questo progetto sono state la IV
B, la V B linguistico e la V C scientifico. Annamaria Cesaro, insegnante organizzatore, grazie alla
consulenza di Tommaso Baldo, operatore del Museo storico di Trento, e agli insegnanti accompagnatori Bruna Larentis e Lucia Debiasi hanno realizzato un viaggio nei principali luoghi del Risorgimento.
La prima tappa del viaggio è stata la città di Bergamo, dove la Rocca, nel centro della città alta, ospita
un ricco museo del Risorgimento, in cui ci ha guidati Silvana Agazzi, responsabile dei servizi didattici della fondazione “Bergamo nella storia”. Qui, attraverso
l’analisi di documenti di diversa tipologia, gli studenti hanno incontrato alcuni protagonisti del Risorgimento bergamasco ricostruito attraverso un lavoro di
gruppo intelligentemente guidato dall’operatore.
Palazzo Madama e il Museo Nazionale
del Risorgimento
Il percorso ci ha portati in seguito a Torino, dove la visita guidata a Palazzo Madama ci ha permesso di visitare
la sede del primo Senato sabaudo, opportunamente ricostruito, in cui gli studenti, comodamente seduti negli
scranni dell’aula subalpina, hanno assistito alla proiezione di un filmato che riproponeva un dibattito tra deputati relativamente al riconoscimento dei diritti politici agli esuli in Piemonte dagli altri stati della penisola.
Altrettanto istruttiva la visita a Palazzo Carignano,
sede del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano,
che si presenta ai visitatori con allestimenti e servizi
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all’avanguardia, che narrano il periodo risorgimentale in chiave europea oltre che torinese e italiana. Particolarmente apprezzata dai ragazzi la visione dell’aula
parlamentare in cui il 17 marzo 1861 è stata proclamata l’Unità d’Italia.
Inevitabile, all’uscita dal Palazzo, la visita alla sala da
pranzo del ristorante storico, “Del Cambio”, apprezzato in particolar modo da Camillo Benso, conte di
Cavour.
Le Officine Grandi Riparazioni
Le Officine Grandi Riparazioni, edificate tra il 1885
e il 1895, sono uno dei simboli dello sviluppo industriale di Torino, iniziato a pochi anni dall’unficazione
nazionale e subito diventato faro dello sviluppo industriale della città. Esse costituirono un centro d’avanguardia FIAT nella revisione e riparazione di locomotive e carrozze ferroviarie, così da potenziare gli scambi
di prodotti industriali da e per Torino. Generazione
dopo generazione hanno testimoniato il lavoro di migliaia e migliaia di operai, e ora ospitano la mostra, curata da Walter Barberis e Giovanni De Luna, “Fare gli
italiani”. Non si è voluta perdere l’occasione di visitare
questo luogo della memoria: il contesto architettonico,
infatti, inevitabilmente invita a pensare all’unità nazionale, non come un concetto astratto, banalmente retorico, bensì un prodotto uscito da un laboratorio, in cui
si sono condivisi strumenti e intenti di lavoro.
Reggia di Venaria
Non poteva mancare una tappa alla dimora di caccia
della dinastia sabauda, la stupenda reggia di Venaria,
dove, negli spettacolari spazi delle scuderie Juvarriane, è allestita la mostra “La bella Italia”, una passeggiata emozionante attraverso i grandi maestri dell’arte
italiana (Giotto, Leonardo, Botticelli, Donatello, Michelangelo, Tiziano....) quasi a volerci raccontare che
l’unità politica ha dato voce e compimento ad una nazione culturalmente già identificata. “Quando la vedrete vi accorgerete che si tratta di una mostra assolutamente unica, non si era mai vista prima una tale
concentrazione di esempi di capolavori dell’arte italiana, che dà il senso di una crescita di una nazione prima ancora che si unificasse in un solo stato” G. Napolitano. Un altro linguaggio per parlare del nodo
n. 6 giugno 2011
storico dell’unità nazionale è sicuramente quello cinematografico, presentato in quel tempio del cinema
che è la Mole Antonelliana, dove una interessante lezione sulla storia del cinema ha evidenziato la creatività della produzione e del genio italiani.
Le riflessioni degli studenti rinforzano il valore dell’iniziativa e incoraggiano a proseguire in questa direzione. Certo non aspetteremo altri 150 anni per pensare
ad alcuni nuclei tematici del programma di storia seguendo l’insegnamento di questo primo esperimento.
Annamaria Cesaro
Docente di Storia e Filosofia
TESTIMONIANZE
Le impressioni di alcuni ragazzi
“La mostra più significativa è stata per me “La bella Italia” alla Venaria Reale. L’allestimento è stato realizzato
con estrema cura e ha ripercorso la storia dell’Italia attraverso le opere d’arte delle principali città della penisola. È
stato suggestivo vedere l’originale del testo di Galilei “Dialogo sopra i due massimi sistemi” e il dipinto di Hayez “Il
bacio”, non quello ai più conosciuto in cui la donna indossa un abito azzurro, bensì quello in versione “patriottica”,
dove gli indumenti dei due protagonisti formano la bandiera italiana. Anche la mostra “Fare gli italiani” non è
stata da meno, innanzitutto per la sua collocazione all’interno dell’Officina Grandi Riparazioni, che ha contribuito a rendere meglio l’idea di un’Italia in costruzione.”
Evanna, VB L
“L’esperienza vissuta a Bergamo e a Torino ha reso evidente l’attualità del Risorgimento italiano. Due documenti in particolare sostengono questa convinione: il
primo è un libro che ci è stato proposto al Laboratorio
n. 6 giugno 2011
Storico presso la Rocca di Bergamo, scritto dal cittadino
Antoine nel 1829 su libertà ed uguaglianza. La seconda
occasione di riflessione su questo tema è stata la simulazione di un dibattito parlamentare a Palazzo Madama,
svoltosi il 20 ottobre del 1849, relativamente all’estensione dei diritti civili a immigrati ed esuli politici.”
Chiara, VB L
“Abbiamo avuto la possibilità di vedere la storia, mentre solitamente dobbiamo accontentarci di immaginarla: le camicie rosse indossate dai garibaldini, i loro fucili, il berretto frigio, al museo di Bergamo.”
Michela, IVB L
“La mostra “La bella Italia” è stata uno dei momenti più
emozionanti e carichi di significato del nostro viaggio attraverso luoghi dell’Unità d’Italia. Il percorso segue idealmente lo sviluppo culturale e artistico italiano con un allestimento molto particolare e suggestivo, in cui i quadri
si possono ammirare appesi a pareti altissime apparentemente incompiute, a simboleggiare l’Italia in costruzione.”
Marta, VB L
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scuola primaria “B. Clesio” - I.C. Cles
MUSICA
Pinocchio e l’Italia unita
In occasione dei “150 anni dell’Unità d’Italia”, l’Istituto Comprensivo “Bernardo Clesio” di Cles
in collaborazione con la Scuola musicale “C. Eccher - Val di Non e di Sole” ha organizzato un
percorso musicale che ha visto protagoniste alcune canzoni significative del momento storico celebrato. Tra i titoli: Garibaldi fu ferito, Il cifolo del
vapore, Mamma mia dammi 100 lire, Vuoi tu venire in Merica, Ciuri Ciuri, Funicolì Funicolà, Fides, Va pensiero, Inno d’Italia.
Canto e orchestra
Canto corale dunque, ma anche musica d’insieme. Si
è costituita infatti una piccola orchestra d’archi scolastica grazie al contributo dell’ANCI (Associazione
Nazionale Comuni Italiani): il progetto è stato finanziato per l’anno 2011, in base al bando nazionale per
la promozione della pratica della musica d’insieme
“Dal pizzico alla big band”. Inoltre, nelle classi quinte,
è stato organizzato un ensemble di flauti, archi, chitarre. Il percorso ha avuto come esito finale la realizzazione di uno spettacolo dal titolo: “Pinocchio e l’Italia unita” Viaggio in musica e parole nell’Italia Unita.
Si è pensato alla fiaba “Le avventure di Pinocchio”, capolavoro letterario dell’Ottocento di Carlo Collodi, come
filo conduttore per raccontare non solo in musica, ma
anche in parole, l’Italia di quegli anni. “Pinocchio è stato
raccontato, nel 1881, da Carlo Collodi.” dice il Grillo Parlante, ad inizio spettacolo. “L’Italia unita, nel 1881, aveva vent’anni. Collodi ha respirato l’aria, la lingua, le abitudini di quel tempo e anch’io che sono un suo personaggio le
ho respirate con lui.” Il Grillo giustifica così la sua temporanea fuga dalla fiaba, dopo aver saputo che nel paese di
Cles si stava celebrando il 150° compleanno dell’Italia.
La “lezione-volante”
Ma Pinocchio l’ha seguito pretendendo di presentare le
canzoni, mentre il Grillo Parlante si è esibito in una “lezione-volante”. La lezione ha fatto riferimento, con linguaggio adeguato al pubblico di riferimento, ad alcuni
aspetti salienti del Risorgimento Italiano: ‘padri della Patria’, guerra, emigrazione, lingua. Slides esplicative hanno fatto da significativo supporto. Anche il Gatto e la Volpe hanno fatto la loro comparsata, occasione
questa per parlare di zecchini e dunque della moneta di
quel tempo, nel Granducato di Toscana. Il momento
finale ha visto protagonista la Fata: lei ha richiamato i
personaggi al ritorno nella fiaba, ma si è anche rivolta ai
bambini presenti: “So che state festeggiando un pezzo
di storia dell’Italia. Anche voi farete un ‘pezzo di storia’.
Con le vostre idee, lo studio, il lavoro che farete, l’impegno che in tutto questo metterete.”
Lo spettacolo e la riflessione
La presenza, nello spettacolo, della fiaba voleva anche
essere un invito alla lettura come divertimento, cultura,
veicolo privilegiato di ‘ingresso’ in un tempo passato. In
riferimento poi, al numeroso pubblico degli adulti presenti, l’invito poteva estendersi alla letteratura del Risorgimento in generale. Sono stati coinvolti tutti gli alunni
della Scuola Primaria, dalle classi prime alle classi quinte, in due turni da 180 alunni circa alla volta. Nel corso
dello spettacolo, alcuni bambini hanno appeso le regioni ad un plastico in legno che è stato realizzato durante l’anno in un gruppo di attività opzionali. Ha fatto da
sigla introduttiva una coreografia di body-percussion,
metodologia d’avanguardia di valorizzazione del corpo
come costruttore di performance ritmico-musicali.
L’esperienza, nel complesso, è stata coinvolgente e socializzante per tutti, alunni ed insegnanti. Lingua italiana,
canto corale, musica orchestrale, educazione all’immagine, educazione motoria sono le discipline che hanno
contribuito a questo lavoro. È stata un’occasione per la
scuola di ‘uscire’ dalle pareti dell’aula e proporre alla cittadinanza un momento di divertimento, quale è uno spettacolo, ma anche di riflessione su un periodo storico importante, della cui memoria siamo tutti noi responsabili.
Dalfovo Giovanni
Docente scuola primaria I. C. Cles
34
n. 6 giugno 2011
DALLE SCUOLE
Istituto comprensivo Avio
LA DIRIGENTE
Il valore aggiunto dei progetti
Due importanti progetti realizzati: “Sentieri letterari: uno sguardo
plurimo sulla montagna”, con le classi prime della secondaria di I grado, in cui le escursioni in montagna si sono susseguite nelle varie stagioni e si è imparato a fermarsi, a guardare, ad ascoltare, a fotografare,
ad annotare a scrivere da soli ed insieme, a confrontarsi, ad aiutarsi e
“Siachepo. Il nostro castello ed il piacere di leggere e scrivere”, che ha
coinvolto tutte le classi e i plessi delle primarie dell’istituto comprensivo
e creato un legame speciale con il Castello di Sabbionara.
Un percorso di un intero
anno
Credo che il valore aggiunto del
progetto “Sentieri letterari: uno
sguardo plurimo sulla montagna”
stia nell’essere durato un anno:
una specie di diario dove compaiono emozioni, sensazioni, apprendimenti; in pratica il racconto delle esperienze di questo primo anno
nella scuola dei “grandi” dove non
ci sono più le maestre ed i maestri,
ma professori e professoresse con le
loro discipline e le metodologie di
studio ad esse collegate. Esso non è
stato uno dei tanti, magari estemporanei, progetti che contraddistinguono la scuola dell’autonomia,
come scuola non più del programma ma dei progetti. Il progetto che
ha connotato questo anno scolastico ha visto coinvolte tutte e tre
le classi prime. Ha visto i profesn. 6 giugno 2011
sori progettare insieme lungo tutto il corso dell’anno, tra loro e con
gli esperti, a volte divisi per materia, a volte insieme, spesso al di fuori dell’orario di servizio, anche in
incontri informali, perché l’importante era procedere insieme, decidere insieme il percorso, mettere in
comune idee, ipotesi, obiettivi, riflessioni e valutazioni; docenti di
materie letterarie a fianco di docenti di musica, arte e motoria; collaborazione stretta e continua tra Comune, Biblioteca e Scuola, a fianco
nella progettazione, come nelle serate informative ai genitori e nella
stesura dei diversi depliant che segnavano le tappe del percorso.
Condivisione e collaborazione
Anche la scuola primaria non è
stata da meno, con “Siachepo. Il
nostro castello ed il piacere di
leggere e scrivere”. Anche questo
è stato un progetto lungo un anno
e anche qui la condivisione è stata il valore aggiunto. Non progetto
di una sola classe o di un solo plesso di scuola primaria, ma di tutti i
plessi e di tutte le classi. Le scuole primarie di Avio e Sabbionara si sono riconosciute e ritrovate
nel castello che domina la zona. “Il
nostro gigante di pietra” lo chiamano i bambini. Un castello che
viene visto tutti i giorni, magari
senza farci caso, che è diventato il
pretesto per unire le due scuole e
soprattutto per rafforzare lo spirito
di osservazione, la scoperta, il piacere di leggere, scrivere, inventare,
disegnare, costruire,… Tanti infatti sono stati i prodotti realizzati dai
giovanissimi studenti che hanno
fatto bella mostra di sé a Palazzo
Bresavola al termine dell’anno scolastico. Una condivisione che ha
permesso al bel progetto realizzato
lo scorso anno da una classe della
scuola primaria di Sabbionara, basato sull’utilizzo della libreria digitale Anobi, di diventare strumento
di apprendimento per entrambi i
plessi. Ad un certo punto la condivisione è andata oltre le mura della scuola primaria per estendersi
all’ultimo anno di scuola dell’infanzia. Uscite insieme al castello,
lettura di fiabe che avevano come
elemento comune un castello e,
infine, i bei castelli di cartone che
i bambini dell’asilo hanno costruito e che saranno qui ad aspettarli a settembre, testimonianza di un
percorso condiviso, di una esperienza divertente vissuta insieme ai
loro futuri compagni di scuola.
Patrizia Lucca
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Scuola primaria Avio e Sabbionara
SIACHEPO
Al Castello bambini e scolari
“Siachepo” è la scritta misteriosa che campeggia sullo scudo di uno
dei numerosi guerrieri affrescati nella Casa delle Guardie del Castello di Avio. La scritta, da sempre oggetto di diverse interpretazioni da
parte degli storici, potrebbe significare “vada come vada” “sia quel che
sia”. L’enigmatico “Siachepo” incuriosisce tutti quanti, pertanto lo abbiamo ritenuto una perfetta suggestione per diventare il titolo del nostro progetto. È, infatti, facendo leva sulla curiosità che è possibile far
emergere il piacere per la ricerca e quindi per la lettura e la scrittura.
Attività creative con
sfondo integratore il
“nostro Castello”
Nato dall’esigenza di promuovere nei bambini la curiosità, l’amore per la lettura e la scrittura, per
diventare soggetti attivi nella costruzione del proprio sapere, il progetto laboratoriale si è prefisso il
superamento della lettura e della
scrittura inserita nell’ambito specifico dell’educazione linguistica per
connotarsi come obiettivo più ampio di formazione della persona sotto l’aspetto cognitivo, affettivo -relazionale e sociale, in sinergia con
gli attuali sistemi multimediali.
Il gigante di pietra dal cuore artistico che domina i nostri paesi,
non passa inosservato, è qualcosa
di tangibile che i bambini vedono
tutti i giorni, che li incuriosisce,
ma che non conoscono. Pertanto
abbiamo ritenuto potesse essere la
fonte da cui far scaturire l’interesse, l’amore per la ricerca e quindi
per la lettura e la scrittura.
I bambini sono stati coinvolti quindi in attività creative con sfondo integratore il “nostro Castello”.
36
Medioevo nella scuola
primaria: il percorso
Il percorso programmato ci ha consentito di cogliere nel suo spessore
artistico un bene culturale del nostro territorio, che da alcuni anni
abbiamo tralasciato, in quanto il
programma di storia per la scuola
primaria non prevede la trattazione
del Medioevo. Attraverso il castello,
i bambini hanno conosciuto tracce
e reperti della storia passata ed hanno compreso che la storia generale
studiata sui libri di testo è riscontrabile anche nel territorio in cui si vive
sotto forma di fonti di vario tipo: il
castello di Avio e i suoi affreschi.
Il percorso si è articolato sostanzialmente in tre fasi:
Visita al castello
Scopo della visita era innanzi tutto quello di favorire l’esplorazione
e la scoperta, al fine di promuovere il piacere per la ricerca di nuove conoscenze. I bambini sono stati
invitati a scoprire i sistemi difensivi
del castello, simulando un attacco
al maniero. Dopo aver superato le
sette porte di difesa, si sono soffermati ad osservare gli affreschi della Casa delle Guardie e del mastio.
In questa fase i bambini sono stati
sollecitati a individuare particolari,
somiglianze e differenze, scritte sui
gonnellini dei fanti o sugli scudi…
La strategia di problematizzare ciò
che si osservava ha permesso ai
bambini di sollevare ipotesi, ricer-
care soluzioni anche originali attraverso il pensiero divergente.
Il piacere per la lettura e della scrittura
Per stimolare la curiosità per la lettura, con i bambini di classe prima e della scuola dell’infanzia
(Progetto Continuità) si è viaggiato attraverso le fiabe classiche ambientate nel castello.
Con le classi seconda e terza si è
affrontata invece la lettura di testi
narrativi fantastici ambientati nel
castello.
Ai ragazzi di classe quarta e quinta è stata proposta, da parte del
nostro bibliotecario, una bibliografia di testi narrativi e informativi sulla vita nel castello.
Gli alunni delle due scuole hanno collaborato quindi alla creazione di una loro biblioteca virtuale, scrivendo delle recensioni sui
libri proposti, pubblicate in rete
attraverso la comunità di lettura
“aNobii” (social network di nuova
generazione che permette di con-
n. 6 giugno 2011
dividere la passione per i libri con
lettori con gusti simili e scoprire
nuovi autori e nuovi libri attraverso Web 2.0. L’indirizzo della nostra libreria virtuale: http://www.
anobii.com/biblscolavio/books)
Progetto continuità
Gruppo grandi scuole dell’infanzia
di Avio e Sabbionara e Classi prime scuola primaria.
Il piacere per la lettura inizia prima dell’ingresso del bambino nella scuola primaria, se sostenuto da
un ambiente ricco di stimoli.
Che cosa abbiamo proposto ai
bambini di questa età per stimolare
il piacere della lettura? Innanzi tutto la visita al castello e tante fiabe
classiche ambientate nello stesso.
La fiaba, come strumento che permette ai bambini di trovare insieme
risposte agli interrogativi che via via
si pongono e promuove il confronto con le loro emozioni e paure.
Pertanto, il progetto non ha coinvolto solo il versante educativo didattico, ma anche quello affettivorelazionale, entrambi fortemente
coinvolti nel processo di crescita.
Nella fase di compartecipazione
all’attività didattica i bambini si
sono divertiti a condividere con i
compagni delle classi prime le storie raccontate dalle insegnanti, i
racconti inventati e quindi hanno
imparato a lavorare insieme, divisi
in gruppi misti per:
•costruire castelli con materiale di
riciclo;
•illustrare i personaggi che vivevano
nel castello;
•inventare dei brevi racconti.
•
Il libro illustrato con
Walter G. Codato
classi prime e seconda:
Raccontare le immagini, ovvero dalle
immagini ai racconti; due incontri per classe con l’illustratore e
scrittore Walter G. Codato per
visionare le tavole di un racconto
n. 6 giugno 2011
ambientato nel castello. Sulla base
degli input forniti dalle immagini,
individuati i protagonisti e gli antagonisti, i bambini sono stati invitati a produrre brevi racconti.
classi terze e quarte: Dalla lettura degli affreschi del castello
alla produzione di racconti e rielaborare storie, imparando alcune
tecniche per pubblicare un libro;
quattro incontri per classe con
l’esperto Codato. I libri realizzati sono stati pubblicati in formato
cartaceo e digitale: e-book.
classi quinte: Racconti a pingpong tra alunni delle classi quinte.
In ciascuna classe è stato intrapreso un percorso per conoscere il
Medioevo, attraverso la lettura di
testi narrativi e l’analisi di testi informativi. Le recensioni sono pubblicate su aNobii. Gli insegnanti
hanno elaborato l’incipit di quattro racconti e i ragazzi, a piccoli gruppi, hanno inventato le sequenze per completarli. Gli alunni
di Sabbionara hanno scritto la prima sequenza, quelli di Avio hanno aggiunto la seconda e così via,
fino alla conclusione delle storie. I
ragazzi aspettavano con impazienza il ritorno dei racconti proseguiti
dall’altra classe. Infine, utilizzando
le diverse tipologie testuali affrontate nel corso dell’anno e in particolare il genere narrativo di paura,
fantasy e realistico, i ragazzi si sono
impegnati a realizzare con tecniche
diverse (acquerelli, colori a matita
e ad olio) il castello della paura, realistico e fantasy.
I tempi, la mostra, le ricadute
Il percorso è iniziato in novembre
con la visita al Castello e si è concluso in maggio con la Mostra dei
lavori presso l’auditorium di palazzo Bresavola.
In dicembre e gennaio i bambini hanno letto racconti fantastici e
testi informativi sulla vita nel Medioevo, quindi i ragazzi del secondo e terzo biennio hanno prodotto delle recensioni pubblicate sulla
comunità di lettura aNobii.
In febbraio hanno inventato i racconti prendendo spunto dagli affreschi del castello o dalle letture
proposte, infine in marzo li hanno illustrati.
La mostra, assai apprezzata dalle
famiglie, è stata allestita in modo
che fosse visibile il percorso comune seguito da tutte le classi, a partire dal gruppo “grandi” della scuola
dell’infanzia.
Quanto alle ricadute didattiche:
i bambini possiedono più conoscenze in merito al nostro castello
e sicuramente i più grandi hanno
compreso che la storia studiata sui
libri di testo ha lasciato delle tracce anche nel nostro territorio sotto
forma di fonti di vario tipo;
con modalità diverse a seconda del
gruppo e della classe di appartenenza, si sono rafforzati in merito
al piacere di leggere e scrivere;
hanno rafforzato l’apprendimento
collaborativo, lavorando in gruppo per imparare ad ascoltarsi, condividere materiali e idee, incoraggiarsi, chiedere e dare aiuto e
soprattutto per imparare a lavorare per un obiettivo comune: la
produzione di racconti da esporre al pubblico, tramite la divisione
dei compiti (redattore, controllore
del tempo, controllore del tono di
voce, coordinatore interventi…).
Adriana Cristoforetti
Maria Cristina Eccheli
Docenti scuola primaria I. C. Avio
37
la biblioteca
SENTIERI
Lettura e scrittura… in montagna
Quando parliamo di “paesaggio” sappiamo di utilizzare un termine sul
quale si è molto discusso nel tentativo di elaborare un concetto convincente com’è quello espresso da Raffaele Milani quando lo definisce “un
prodotto della natura, del fare, del percepire, del rappresentare”.
Pur con tutti i limiti di una sintesi così estrema ci è parso questo un buon
punto di partenza teorico a cui ispirare l’iniziativa realizzata durante
l’anno scolastico appena concluso; un progetto interdisciplinare denominato “Sentieri Letterari” promosso dalla locale Biblioteca comunale
in collaborazione con l’Istituto comprensivo, patrocinato dall’Assessorato comunale all’Istruzione, Cultura e Turismo del Comune.
Pluridisciplinarietà e
spazio alpino
Limitando il tema al solo paesaggio
di montagna, gli insegnanti di lettere, arte, religione, educazione musicale e motoria, affiancati da alcuni esperti, hanno cercato, durante il
normale svolgimento dei programmi e attraverso appuntamenti organizzati anche fuori dall’orario scolastico, di offrire ai ragazzi spunti di
riflessione pluridisciplinari per aiutarli a capire come l’ambiente naturale montano sia cambiato nel
corso dei secoli in seguito allo sfruttamento delle sue risorse e come,
nel contempo, si sia modificato lo
“sguardo” dell’uomo che ha via via
elaborato approcci culturali diversi; da Petrarca a Rigoni Stern, da
Vittorio Sella ad Ansel Adams, da
Brahms a Strass, da Michelangelo
ai romantici, nella letteratura come
nella fotografia, nella musica, nella pittura, nel cinema, sono mutati
nelle diverse epoche i modi di rappresentare lo spazio alpino e più in
generale la montagna.
Sentiero 652
Per questa esperienza si è scelto di
“adottare” il sentiero n. 652, che collega il fondovalle al Monte Baldo,
un percorso che, prima della cesura determinata dalla Grande Guer38
ra, evento che ha alterato definitivamente le gerarchie di accesso alla
montagna, era stato utilizzato per il
trasporto della legna da ardere destinata al mercato veronese, per alimentare le “calchere” e le carbonaie,
per il rifornimento di fieno e il transito delle mandrie verso i pascoli e
le malghe, per il contrabbando, per
la fuga dei disertori austro-ungarici
nel Regno Italico, determinando un
portato di tradizioni, testimoniato dalla presenza di numerosi simboli religiosi e dalla sedimentazione
di alcune leggende tramandate oralmente per generazioni.
Con le ciaspole a
Madonna della Neve
Durante questo lungo “cammino”
i ragazzi hanno avuto l’opportunità d’incontrarsi con esperti che
hanno offerto diversi “punti di vista” per comprendere l’ambiente
che circonda il sentiero.
In particolare le guide alpine Andrea Bruni e Lorenzo Inzigneri,
affiancate dal personale della Stazione forestale di Ala-Avio Tommaso Borghetti e Diego Fracchetti
i quali, a partire da una profonda
conoscenza dei luoghi, hanno accompagnato in lunghe escursioni con le ciaspole le classi ospitate per due giorni presso il Rifugio
Monte Baldo in località Madonna della Neve nel mese di dicembre. Qui, durante il soggiorno,
si è svolto anche l’incontro con
la regista Micole Cossali, la quale ha presentato un suo documentario sull’alpeggio, una delle
attività più significative dell’economia rurale di Avio e, nel corso
di un autentico filò serale, gli anziani del luogo hanno portato le
loro testimonianze di vita e le loro
esperienze giovanili sulla montagna di casa, evidenziando i cambiamenti del paesaggio e l’esistenza di una cultura materiale oggi
scomparsa, mettendo in rilievo i
profondi mutamenti intervenuti dopo la costruzione della strada militare, la realizzazione della
diga di Prà da Stua e l’abbandono
delle miniere delle terre verdi che,
fin dal Rinascimento, rifornivano
i pigmenti per gli affreschi.
E ancora sul Baldo a maggio
Le escursioni sulla neve sono state
anche l’occasione per realizzare una
sorta di “schedatura” dell’ambiente
naturale sia attraverso appunti scritti sia mediante l’utilizzo dell’occhio
fotografico, sotto la supervisione
del fotografo Giulio Malfer che ha
cercato di educare i giovani apprendisti fotografi a cogliere gli elemenn. 6 giugno 2011
ti costitutivi del paesaggio baldense.
Dopo l’esplorazione dell’ambiente invernale, con i suoi silenzi e
le sue atmosfere rarefatte, le classi sono state accompagnate, nel
mese di maggio, a scoprire i suoni del bosco che si risveglia, la flora e la fauna che riprendono il loro
ciclo di vita; in questa occasione
l’occhio fotografico di un’esperta,
la fotografa Mara Gallo, ha aiutato i ragazzi ad isolare i dettagli che
costituiscono l’insieme armonico
dell’ambiente naturale; elementi
del paesaggio che sono stati conosciuti attraverso l’utilizzo dei sensi e, divenuti esperienza concreta,
sono diventati i “mattoni” sui quali ognuno ha costruito la propria
narrazione.
Esprimersi con la scrittura
Il progetto “Sentieri letterari”, proposto anche per divulgare i testi
più significativi della letteratura di
montagna e per migliorare le competenze linguistiche dei ragazzi attraverso la lettura e la scrittura, si è
poi articolato, nel secondo quadrin. 6 giugno 2011
mestre, in tre laboratori di scrittura
condotti da esperti di diversa formazione culturale: lo scrittore Davide Longo, l’animatrice di scrittura creativa Maria Cristina Toffalori
e la pedagogista Cristina Balzaretti. E’ stato questo il momento di
sintesi dell’intera iniziativa, dove
si è potuto verificare come tutte le
sollecitazioni, compresa la visita al
Museo della Montagna di Messner
allestito presso Castel Firmiano,
abbiano sedimentato nei ragazzi conoscenze ed emozioni che si
sono potute esprimere attraverso la
scrittura.
Il prodotto finale
Nel corso dei laboratori gli alunni
hanno prodotto racconti collettivi e poesie individuali utilizzando
tecniche diverse sperimentate con
i loro insegnanti e l’allestimento di
una mostra finale ha messo in evidenza la ricchezza di questa produzione frutto di un lavoro pensato e articolato in maniera rigorosa.
All’inaugurazione della mostra,
avvenuta il 5 maggio, mentre sa-
lutava le numerose famiglie presenti l’assessore all’Istruzione del
Comune di Avio, Federico Secchi,
ha voluto sottolineare “l’attenzione dell’Amministrazione comunale
verso la scuola e verso la formazione
delle nuove generazioni”; “un impegno - ha proseguito l’assessore - che
è stato particolarmente importante
nel corso dell’anno scolastico appena
concluso che ci ha visti sostenere due
progetti didattici di grande significato”.
Il progetto didattico ripropone, in
termini ovviamente diversi, un’analoga iniziativa realizzata nel corso dell’anno scolastico 2004-2005
che ha visto la collaborazione della scrittrice Chiara Carminati; ora
i materiali sono davvero tanti e, in
prospettiva, non è escluso che si
possa arrivare a realizzare un vero e
proprio sentiero letterario, sul modello dei cosiddetti parchi letterari, trasformando in tal modo una
interessante esperienza didattica in
una proposta turistico-culturale.
Mario Peghini
Biblioteca comunale Avio
39
scuola secondaria primo grado “Alighieri” - I.C. Avio
MONTAGNA
“Nel territorio” e scrivere testi
Iniziato nell’a. s. 2004/2005, il Progetto “Sentieri Letterari” ha sviluppato il tema della rappresentazione della montagna ed è stato finalizzato alla costruzione di un sentiero letterario sulla mulattiera 652 arrivando all’istallazione, lungo il percorso, di una stele con la riproduzione della
leggenda del Sass de la Vecia. Per vari motivi il sentiero letterario non è stato realizzato. La Biblioteca pubblica con il patrocinio del Comune all’inizio di quest’anno scolastico ha proposto una riedizione del progetto, coinvolgendo le classi prime della scuola secondaria di primo grado.
L’inizio del progetto
Nell’anno scolastico in corso, si è
cercato di sviluppare il tema della
rappresentazione della montagna,
puntando su un percorso interdisciplinare. Allestire un “sentiero letterario” è un progetto ambizioso,
ma s’inserisce pienamente nella valorizzazione del patrimonio naturalistico del territorio e nella scoperta della cultura della montagna. Il
progetto è stato inaugurato con la
ciaspolada per tutti i ragazzi, finanziata dall’Amministrazione Comunale, i giorni 20 e 21 dicembre
2010. Si è trattato di coordinare 61
studenti di prima media (tre classi),
due docenti di lettere e i docenti
di educazione motoria, arte, musica che operano tutti sulle classi. Ci
40
sono stati alcuni momenti preparatori fondamentali: la brava guida
alpina Lorenzo Inzigneri è venuta
a scuola a spiegare come si prepara uno zaino e come si affronta la
montagna in inverno; il fotografo
Malfer, in collaborazione con l’insegnante di arte, ha organizzato un
breve corso di fotografia, dando indicazioni sull’uso delle macchine
digitali e parlando di inquadrature,
primi piani, panoramiche, ecc.
Natura e amicizia
L’avventura sulle ciaspole è stata sicuramente un’esperienza forte per
dei ragazzini di prima: qualcuno
non aveva mai dormito lontano dalla famiglia, non aveva forse mai provato il senso della fatica e non sapeva
gestirsi zaino ed altri oggetti personali. Inoltre, l’esperienza ha avuto
una ricaduta positiva sulle dinamiche relazionali e sulla socializzazione: i nostri studenti hanno costituito un gruppo coeso, dimostrando
sempre disponibilità ad aiutarsi a
vicenda. Le impegnative camminate sotto la neve sono state alternate da momenti di immersione nella
natura con i sensi, per apprezzare il
silenzio, i rumori ovattati, il freddo
invernale, il candore del paesaggio
avvolto nella nebbia e da momenti di scrittura delle proprie emozioni
e sensazioni, riordinati in seguito in
testi poetici individuali e collettivi. I
ragazzi hanno imparato ad osservare
l’impronta di un capriolo, un ramoscello spezzato, un albero imbiancato dalla neve… insomma, l’importanza e la bellezza delle piccole cose.
In classe
L’attività è proseguita nelle classi con
la lettura e l’analisi di racconti sulla montagna di grandi autori come
Francesco Petrarca, Emilio Salgari, Primo Levi, Mauro Corona, Mario Rigoni Stern, Dino Buzzati, ecc.
Gli studenti si sono cimentati anche nella produzione scritta di fiabe,
partendo da uno stesso incipit, acrostici con parole chiave e poesie.
Infine, è arrivato il momento dei
laboratori di scrittura creativa con
gli esperti animatori Cristina Balzaretti, Davide Longo e Maria Cristina Toffalori. I percorsi sono stati concordati con noi docenti di
lettere che abbiamo accompagnato tutto il percorso, senza mai delegare o metterci in disparte. E
loro, i protagonisti, sono venuti tutti, anche al di fuori dell’orario scolastico, con i loro panini e
le loro merendine, ma anche con
penna e taccuino. Ci hanno seguito con entusiasmo, curiosità e voglia d’imparare, stando sempre alle
regole del gioco.
n. 6 giugno 2011
lori ha spaziato anche su temi non
strettamente legati alla montagna,
arrivando alla produzione di testi
narrativi simili al nonsense. Un’esperienza che ha assai divertito la classe.
Sul sentiero
Ascoltare, descrivere,
osservare
LABORATORI
Con la musica
I laboratori di scrittura sono stati preceduti da una ricognizione sul
luogo: ciascuna classe, i primi di
maggio, ha percorso un tratto del
sentiero 652 accompagnata da docenti, guardie forestali e soccorso alpino. Gli animatori hanno proposto
modalità diverse di lavoro, ma sempre in situazione, facendo annotare
su un taccuino emozioni e osservazioni: ascoltare la natura con gli occhi chiusi, per poi trascrivere impressioni e sensazioni da trasferire in
un testo narrativo (Longo); descrivere e concentrarsi su elementi apparentemente poco significativi come
un sassolino, delle foglie, un insetto (Toffalori); osservare i colori, i
suoni, i profumi e gli odori dell’ambiente, tanto da diventare un tutt’uno con la natura stessa (Balzaretti).
Si è trattato di un tipo di scrittura
che come risultato atteso si colloca
fuori dalla logica scolastica (assenza di valutazione, la bontà dei testi
prodotti non rappresenta l’obiettivo primario) e in cui viene favorita
l’espressione emotiva, istintiva e creativa piuttosto che logica, attraverso opportune proposte di giochi e
scrittura per motivare e coinvolgere.
Inoltre, durante le passeggiate non
sono mancate informazioni scientifiche e naturalistiche da parte delle
guardie forestali aviensi, per imparare a riconoscere un albero, il nido
di un picchio, una pianta officinale, un fiore. E i ragazzi hanno fatto
tesoro delle spiegazioni trasferendole nei laboratori proseguiti il giorno
successivo nelle classi.
Dopo aver suonato con la sua chitarra e cantato con i ragazzi “Il pescatore” di De André, Davide Longo ne ha analizzato il testo, facendo
capire le caratteristiche del racconto
con la sua trama, l’intreccio e i colpi di scena, i personaggi, l’ambientazione temporale. Così gli studenti
di 1B sono stati in grado di unire elementi fantastici, naturalistici,
narrativi e descrittivi per creare una
sorta di leggenda locale, “Lo gnomo Bo della calchera”, in cui si ritrovano uno gnomo che assomiglia
alla radice di un albero, delle piante
che si spostano con le proprie radici
e l’uomo, da sempre poco rispettoso dell’ambiente. E Bo il protagonista, nel momento in cui gli uomini
si riappacificano con la natura, insegna loro i segreti delle piante e a
cucinare con l’aglio orsino.
n. 6 giugno 2011
In palestra
Cristina Toffalori ha proposto un
momento di attività creativa in palestra, invitando i ragazzi a realizzare su cartelloni la loro montagna
ideale e a lavorare su parole chiave.
E nei loro “Se fossi una montagna”
e “Busso alla porta della montagna”
gli studenti di 1C hanno messo in
evidenza i danni arrecati dall’uomo
alla natura stessa, tanto che Alessio
conclude così la sua poesia:
Busso alla porta della montagna:
- Ho bellissime cose da offrirti./Ok
– mi risponde - ma solo per cinque
minuti./Da quel momento la montagna è inquinata.
Il laboratorio di scrittura di Toffa-
Interessante anche l’attività proposta in 1A da Balzaretti, che ha invitato i ragazzi a raccogliere lungo
il sentiero foglie, sassi, bastoncini, fiori, erbe, fonti d’ispirazione
di un’ampia produzione di poesie,
come ad esempio “autoritratti”, “se
fossi”, “ho scelto”, in cui gli autori si sono identificati con aspetti ed
elementi della natura, descrivendone suoni, odori e colori, anche
attraverso onomatopee, similitudini e metafore. Scrive Federica C.
nel suo “Ho scelto”:
Ho scelto il muschio/perché è esteso come la mia amicizia./Ho scelto
una foglia d’edera/perché è grande come la mia sincerità./Ho scelto un filo d’erba/perché è leggero
come la mia timidezza./Ho scelto
un bastoncino/perché è duro come
la mia testardaggine.
L’escursione con le famiglie
Il progetto si è concluso con l’escursione del 5 maggio, assieme a tutte le famiglie, lungo il sentiero 652,
che forse potremo già chiamare “il
sentiero letterario 652”, fino a Madonna della Neve, per visitare tutti
assieme la mostra del lavoro svolto,
comprendente testi scritti e foto di
questa coinvolgente avventura vissuta durante tutto l’anno scolastico.
Così i ragazzi hanno potuto rivivere e condividere con le famiglie la
ciaspolada del dicembre scorso, rileggere i loro acrostici, le poesie sulla montagna in inverno e rivedere le
foto più belle scattate durante il laboratorio fotografico con Malfer. Gran
parte dei pannelli è stata comunque
dedicata ai laboratori di scrittura creativa guidati dai tre sopraccitati animatori, un’ampia e variegata produzione che verrà utilizzata per allestire
il nostro “sentiero letterario”.
Lucia Mazzocchi e Luca Di Marco
docenti scuola secondaria I grado
I.C. Avio
41
scuola secondaria I grado “G.Bresadola’ – I.C. TN 5
CONCORSO
Primo premio all’indirizzo musicale
L’Orchestra del corso ad indirizzo musicale SMIM della scuola secondaria di primo grado “G. Bresadola” di Trento domenica 1°
maggio ha vinto il Primo Premio al Concorso Nazionale di Jesolo. Il
Concorso, si è svolto a Jesolo (VE) nei giorni 29-30 aprile-1° maggio
2011 presso tre sedi. Sono stati preparati 46 studenti musicisti da 4
docenti: Francesca Bastanzetti - pianoforte, Sonia Carli - chitarra,
Ornella Gottardi - flauto, Pietro Antonio Strosio - violino.
Premi a orchestra e solisti
Domenica 1° maggio 2011 nella sala
del Teatro Vivaldi di Jesolo sono presenti circa 500 ragazzi provenienti
da tutt’Italia con i propri strumenti musicali. È la giornata finale del
II Concorso Nazionale “Musica Insieme” organizzato dall’Associazione Culturale “Musica Viva” e dalle
Scuole di Musica “C. Monteverdi”
in collaborazione con le Amministrazioni Comunali di Musile di Piave e Jesolo (VE) e riservato a tutti i
giovani musicisti delle scuole secondarie di I grado ad indirizzo musicale, di II grado ed ai licei musicali.
Si sono distinti gli allievi del corso
ad indirizzo musicale (SMIM) della scuola secondaria di primo grado “G. Bresadola” di Trento che
hanno conquistato il Primo Premio nella sezione orchestre con invito ed esecuzione nel Concerto d’onore riservato ai vincitori e
due terzi premi nella sezione solisti-pianoforte (Massimo Clementi e Francesco Biasioni). I ragazzi
hanno vissuto questi momenti con
grande intensità e siamo convinti
che creare modelli positivi e lavorare in questi contesti abbia una notevole valenza educativa e formativa.
mento di interesse e apprezzamento,
confermato dal numero di richieste
sempre superiori alla disponibilità di
posti. Purtroppo, a differenza delle
altre Regioni, nel Trentino è rimasta l’unico. Le specialità strumentali
presenti sono: chitarra classica, flauto traverso, pianoforte e violino. La
caratteristica principale che contraddistingue questa realtà è la possibilità, offerta agli alunni, di potenziare
il loro percorso educativo e formativo attraverso un’esperienza musicale resa più incisiva dalla pratica
strumentale. I docenti di strumento partecipano all’attività collegiale
della scuola e condividono gli obiettivi trasversali del consiglio di classe.
Il Convegno Nazionale
Il corso ad indirizzo musicale durante i suoi venti anni di attività
ha partecipato a numerose manifestazioni musicali culturali sia in
ambito locale che nazionale, intervenendo a concerti, concorsi, convegni, spettacoli interdisciplinari ed iniziative organizzate da enti,
istituti e associazioni presenti sul
territorio, anche in collaborazione
con il Conservatorio Bonporti.
In questo contesto si innesta la proposta di un Convegno Nazionale che
si svolgerà a Trento martedì 25 ottobre 2011 dal titolo “Dalla scuola primaria agli studi accademici:
curricolo verticale delle Discipline
Musicali Modello organizzativo e
attuativo a livello nazionale”.
L’evento è organizzato da SMIM
Bresadola dell’Istituto comprensivo Trento 5, Liceo “A.Rosmini” di
Trento, Liceo Musicale Coreutico “F.A.Bonporti”, Area Pedagogica
Dipartimento Istruzione Formazione dell’Intendenza scolastica italiana
della provincia di Bolzano, in collaborazione con l’Istituto per la ricerca IPRASE di Trento e la partecipazione di enti culturali provinciali e
regionali (Università e Conservatori di Trento e di Bolzano). Nel corso
dell’incontro, che prevede interventi
di relatori di alto valore professionale e di rilevanza nazionale, verranno
approfondite le tematiche sintetizzate
nel titolo del convegno, affrontate da
differenti prospettive. Il meeting intende essere un momento di riflessione e confronto sul percorso musicale
nell’istruzione pubblica, dall’organizzazione del curricolo musicale-strumentale alla formazione dei docenti,
alla luce della normativa e delle linee
programmatiche nazionali.
Sonia Carli
docente di chitarra
SMIM Bresadola Trento
L’indirizzo musicale SMIM
Il corso ad indirizzo musicale SMIM è stato attivato presso la
scuola secondaria di primo grado
“G.Bresadola” nel 1991. Da allora si è registrato un costante incre42
n. 6 giugno 2011
Istituto delle Arti di Trento e Rovereto
CAPUTO
Ancora assieme per ricordare
Martedì 31 maggio 2011 ore 17, aula magna dell’Istituto delle
Arti “Vittoria” di Trento, ognuno al suo posto: studenti, insegnanti, amici, dirigente scolastico, qualche ospite e sullo schermo dietro
la cattedra l’immagine di lei, insegnante Antonia Caputo, scomparsa ma ancora molto presente nell’istituto dove ha insegnato per anni
con competenza e passione. In prima fila, un altro docente, di filosofia, Claudio Tugnoli, il marito che ha voluto con forza ricordare la docente Caputo con un catalogo completo delle opere, prima, e poi con
le Borse di studio Antonia Caputo 2011 assegnate a studenti “bravi
in tutte le materie ed eccellenti in Disegno dal vero (la materia insegnata da Antonia)”. Questo il motivo dell’incontro.
Borse di studio Antonia
Caputo 2011
Non ci si può sbagliare, nell’aula magna del “Vittoria” l’atmosfera è quella giusta: il catalogo delle opere, alle pareti alcuni quadri
di Antonia, anche disegni dei ragazzi premiati, ed altre realizzazioni recenti su un tavolo, l’immagine
“della nostra insegnante Antonella” non scompare quasi mai, il collega ed amico Pietro Marsilli conduce con delicatezza ed ironia
l’incontro, assieme agli insegnanti
del “Vittoria” ci sono anche alcuni
del “Depero” (perché “non poteva questa nostra iniziativa ignorare il fatto istituzionale che da questo anno siamo fusi con il Depero,
con esso costituiamo una unica
n. 6 giugno 2011
istituzione scolastica”).
Non solo, c’è anche, almeno simbolicamente, anche l’altro (il Liceo
musicale coreutico “Bonporti”)
con un ottimo trio di fiati (Giorgia
Telch, Mauro Telch e Alessandro Veneri) che ha eseguito alcuni brani
sia in apertura che per intervallare
la consegna delle borse di studio.
Arte, disegno, musica,
apertura internazionale…
cisco (a marzo a San Francisco e ad
aprile a New York), del quale è stato proiettato anche un video con i
momenti più significativi.
Poi, solo un momento di richiamo esplicito alla persona cui è intestata la borsa di studio, fatto da
Gloria Zeni, ex allieva di Caputo,
oggi docente anche lei “dell’amica Antonella, una persona che aveva capito che insegnante è chi che
forma uomini e donne pronti ad
affrontare la vita. Fortunati i suoi
allievi, in primis!”.
Gli studenti classi terze e quarte
premiati con quattro borse da 750
euro cadauna:
Luca Marignoni - 3E Vittoria
Gennaro Bisogno - 3B Vittoria
Valentina Postal - 3A Vittoria
Monia Sighel e Stefania Mazzola,
ex aequo - 5A Depero
(m.c.)
Il dirigente scolastico, Silvio Cattani, ha voluto aprire l’incontro
ad un momento di apertura internazionale, approfittando della
presenza in Trentino di Noel Corea, docente referente del gemellaggio dell’Istituto delle Arti con
Oakland School of Art/San Fran-
43
Liceo “F. Filzi” Rovereto
FRAMMENTI
Oggetti e immagini di storia
Sabato 28 maggio al Liceo “Fabio Filzi” di Rovereto è stato presentato un video dal titolo “Filzi: frammenti di storia”, realizzato dal regista Lorenzo Pevarello e interpretato da alcuni studenti del Liceo di
Scienze Sociali a compimento del percorso finanziato dal Fondo Sociale Europeo sul tema della conservazione e valorizzazione dei beni
culturali. Il video comprende anche la mostra, dedicata all’Istituto
Magistrale, e inaugurata in dicembre, di strumenti, materiali didattici
di vario tipo e fotografie dei più di cento anni di attività della scuola
che i ragazzi hanno recuperato, raccolto e catalogato.
Il senso del percorso
I ragazzi si sono sentiti protagonisti nella realizzazione di questo
video, realizzato in collaborazione con il Museo Storico con cui è
stato fatto un protocollo di intesa per i laboratori della scuola. La
dirigente Marta Ober ha spiegato
che il progetto, nato nel contesto
dell’insegnamento della storia curricolare ma con l’apertura sul territorio in maniera guidata, grazie
anche alla dedizione dell’insegnante Ada Aguglia. È partito tutto dal
corso per la conservazione dei beni
culturali del Fondo Sociale Europeo a cui hanno aderito un gruppo
di alunni, che oggi frequentano la
quinta, per cercare di recuperare il
materiale della scuola dalla soffitta
e poi farne una mostra.
Guido Marzadro, Anna Grigolato,
Giulia Maranelli, Federico Pedrotti, Giorgia Fabbris con la loro professoressa, e guidati dal regista Lorenzo Pevarello, hanno recuperato
oggetti di uso didattico in disuso,
album dei ricordi, uno scheletro, e
molti altri oggetti.
fitta in un secolo di memoria. La seconda parte è strutturata con interviste a ex studenti: la signora Clara
Rizzi Dell’Eva, il signor Vincenzo Bazzoli, il signor Mariano Plotegher. Molti i ricordi che li accomunavano, l’aula di disegno con
le numerose lavagnette su cui dovevano riprodurre il disegno fatto dall’insegnante sulla lavagna più
grande, o le classi numerosissime e
che da otto o dieci prime classi arrivavano a quattro quarte. Vivo
il ricordo del preside Chiocchetti
coltissimo e signorile anche nel riprendere i cattivi comportamenti.
Simpatici alcuni aneddoti come le
foto con lo scheletro, chiamato da
alcuni “la Bepina” e la realizzazione dell’orto. Una scuola che era in
grado di caratterizzare l’ambito professionale, come dimostra quando
si entrava nelle classi dei bambini e
si raccontavano delle storie, “quelle
che adesso non si possono raccontare perché sono troppo cattive” ha
raccontato la signora Clara.
I ragazzi protagonisti
Il video è originale e originali sono
state le idee dei ragazzi. A questo si
aggiunge la grande professionalità
del regista Lorenzo Pevarello che ha
instaurato notevole feeling con i ragazzi che, sono stati lasciati liberi di
esprimersi. Molte le ore e i pomeriggi che sono stati dedicati alla realizzazione di questo video ma soprattutto gratificante l’ aver recuperato
alcune fasi della storia della scuola
recuperando oggetti in disuso, schede didattiche e filmati scientifici.
Queste cose hanno contribuito a ripercorrere momenti non molto lontani in ordine di tempo ma ha dimostrato anche come sono diversi
dalla scuola di oggi.
“L’esperienza è stata bellissima anche per la formazione che ne è conseguita, ma non finisce qui” hanno
detto sia Marta Ober che Ada Aguglia. Anche la dirigente ha detto di
aver trovato moltissime foto in presidenza e visto l’interesse riscontrato
ci sarà anche per l’anno prossimo un
progetto, che riguarderà l’archivio
storico della scuola alla ricerca di documenti e immagini che testimoniano quanto fatto dal “Filzi” negli oltre
cento anni di presenza sul territorio
e poi ci sarà la biblioteca. (N.B.)
Il video: mostra e testimonianze
Il video è suddiviso in due parti: la
prima in cui è presentata la mostra
che è stata realizzata in dicembre:
frammenti di storia trovati in sof44
n. 6 giugno 2011
INSEGNANTE
Declinare il sapere nel saper fare
Abbiamo iniziato con la “Piccola scuola di neuroscienze” e con il progetto “Pear leader” in partenariato con soggetti come l’Università,
confortati in queste scelte dal patrocinio dalle agenzie del territorio.
Ma è con il progetto per una “Piccola scuola di conservazione dei
beni culturali”, che risale al giugno 2009, e che è stato svolto nell’anno scolastico 2009/10, che sono stati maggiormente ottenuti dei risultati che hanno portato i ragazzi non solo a imparare ma soprattutto
a imparare a fare, i cui esiti tangibili sono la mostra e il video.
Le motivazioni
Sono ormai diversi anni che in questa scuola cerchiamo di declinare il
sapere con il saper fare, per offrire ai
nostri studenti la possibilità di verificare sul campo quello che apprendono quotidianamente, in quanto
siamo convinti che niente motivi di più gli studenti che proporre
loro delle sfide. Riteniamo infatti
veramente orientante far conoscere
agli studenti professioni, opportunità ed ambienti di lavoro che possano aiutarli a scegliere un percorso dopo la scuola e, d’altro canto,
siamo fautori di esperienze che afferiscono contemporaneamente allo
studio teorico, alla ricerca sul campo e all’azione concreta.
Il progetto originario
Il progetto originario prevedeva tre
obiettivi: far conoscere, capire e apprezzare il valore storico, culturale ed economico della conservazione dei beni culturali, archivistici e
librari; far conoscere le professioni
connesse e i percorsi per raggiungerle; raccogliere, catalogare, scegliere
ed esporre alcuni materiali didattici storici dell’Istituto Magistrale in
una Mostra nei locali della scuola.
Il progetto è diventato un corso
FSE di 80 ore, liberamente aperto
nell’iscrizione a studenti delle classi quarte di ambedue gli indirizzi,
per un massimo di 12/15 studenti.
All’affollamento dello stage propen. 6 giugno 2011
deutico di giugno e delle prime lezioni è seguito un calo di frequenza,
per cui hanno completato il corso
con zelante assiduità solo 5 studenti
del Liceo delle Scienze Sociali.
Partner dell’iniziativa sono stati la
Federazione delle Cooperative, la
Biblioteca civica di Rovereto, l’Università di Trento, il MART, ognuno
con l’obiettivo di esercitare nella comunità il ruolo di agenzie che forniscono servizi secondo il proprio
compito istituzionale e, insieme,
promuovono cultura e formazione
alle nuove generazioni di cittadini.
In due fasi: teorica e operativa
La fase teorica, ben nutrita, è stata
svolta da esperti in Archivistica, Catalogazione e Conservazione museale; in storia della Cooperazione; in
Legislazione cooperativa; in Sicurezza; in Comunicazione, promozione
e valorizzazione dei Beni Culturali.
La fase operativa si è divisa fra la
ricerca e la catalogazione dei beni
presenti nella scuola, l’allestimento
della mostra con la relativa promozione, la ricerca storica delle fonti.
Gli strumenti utilizzati sono stati
macchine fotografiche digitali, cavalletti, computer, scanner, proiettori, nonché vari oggetti e utensili
per il bricolage utile all’allestimento. Un’esperienza originale è stata la visita guidata al Museo della
scuola di Bolzano molto ben allestito, che è una piccola realtà, ma
quasi unica in regione. La qualità
e la preparazione degli esperti ha
reso meno faticoso l’impegno degli studenti, davvero gravoso negli
ultimi due mesi del corso.
Ada Aguglia
Insegnante presso il Liceo Filzi
STUDENTESSA
Il recupero della memoria
Questo progetto nasce dall’esigenza della nostra scuola di recuperare
e catalogare vecchi oggetti accantonati nella soffitta e nelle cantine
dell’Istituto.
Si è sviluppata così l’idea di iniziare un corso FSE, della durata di 80
ore suddivise in 2 anni, denominato “Conservazione e valorizzazione
dei Beni Culturali”. All’inizio del
corso le lezioni sono state per lo
più teoriche, finalizzate alla catalogazione degli oggetti “ritrovati”.
Terminato il corso, abbiamo deciso di allestire una mostra con gli
oggetti meglio conservati. Dopo
l’allestimento di questa mostra,
organizzata e suddivisa come una
“settimana tipo” di uno studente,
si è pensato di non perdere tutto il
lavoro. Ecco allora l’idea di montare un filmato, arricchito poi con
interviste di ex alunni. La realizzazione sarebbe stata molto diversa,
se non fosse intervenuto Giuseppe
Ferrandi della “Fondazione Museo
Storico di Trento”, a darci i mezzi
per girare un breve documentario.
Il risultato è stato il montaggio di
un filmato elaborato da noi 5 ragazzi con l’aiuto del regista Lorenzo Pevarello.
Anna Grigolli
Studentessa classe quinta Liceo Filzi
45
Scheda
Studenti e professori dell’Istituto Tecnico di Rovereto (1855-2005). Esperienze
e protagonisti di una scuola europea. In
questo volume è stata raccontata la storia del
“Fontana” di Rovereto, la prima scuola tecnica della regione. Una ricerca che si snoda
dalla fondazione della scuola, il 1855, voluta soprattutto dal mondo economico e politico roveretano fino alla Repubblica. Il progetto editoriale del volume, realizzato con il
sostegno della Provincia Autonoma di Trento,
fa parte delle iniziative promosse dall’Istituto Tecnico Fontana per il 150° anniversario
(1855-2005) ed è stato “coltivato” da Pietro
Buccellato, dirigente dell’Istituto fino al 2007
e terminato con l’attuale dirigente Flavia Andreatta. Un’elaborazione collettiva che ha
coinvolto, insieme ai curatori, Michele Angelo Spagnoli per la sua competenza in materia.
segnaliamo
il libro
LA RICERCA
Esperienze e protagonisti
È stata presentata la storia del “Fontana” di Rovereto nel volume dal titolo significativo “Studenti e professori dell’Istituto Tecnico di Rovereto (1855-2005). Esperienze e protagonisti di una scuola europea”, curato dallo storico Fabrizio
Rasera, con Cristina Andreolli e Quinto Antonelli. Lo stesso
Rasera ha spiegato essere “un tentativo di scrivere e far vedere la storia di una scuola attraverso i suoi protagonisti concreti, più che dal punto di vista istituzionale. Quindi mettendo
in scena la dialettica studenti-professori e facendola interagire con la storia più larga, come si legge infatti dal sottotitolo,
alludendo ad una scuola europea”.
La complessità
Fabrizio Rasera (a cura di) con Cristina
Andreolli e Quinto Antonelli. Fabrizio
Rasera, storico e presidente dell’Accademia
degli Agiati, ha curato assieme a Crisitina
Andreolli e Quinto Antonelli le oltre quattrocento pagine e le trecento preziose fotografie del volume che è suddiviso in quattro
sezioni. Molti i contributi per lo svolgimento della ricerca storica da chi ha fornito le
foto a chi ha messo a disposizione le informazioni. Nel punto di vista non istituzionale la novità di questa ricerca che pone
l’attenzione sulle esperienze e sulle persone, facendo degli insegnanti e degli alunni i protagonisti veri della storia dell’istituto, che nel 2005 ha compiuto 150 anni, ma
che da sempre ha avuto una vocazione europea, come emerge dal sottotitolo.
“Studenti e professori dell’Istituto Tecnico di Rovereto (1855-2005). Esperienze e protagonisti di una scuola europea”, edizioni Osiride 2011, 40 €
46
La dirigente scolastica Flavia Andreatta si è così espressa sul volume presentato nella sede del “Fontana” in via Teatro: “La cifra
distintiva di questo testo è la complessità: di intenti, di soluzioni, interrelazioni, di genesi, di impalcatura costruttiva. Prevede
un lettore curioso, capace di ritorni sulle pagine, appassionato
e coinvolto. Chi vi cercasse una comoda linearità di via maestra troverebbe invece incidenti di percorso e interessanti strade che deviano. La lunga genesi del progetto – ambizioso sotto
ogni profilo – testimonia questa complessità che trova una composizione all’altezza delle intenzioni in un testo quadripartito e
articolato in varie sezioni: Album, Antologia, Dizionario e Cronologia. Chi l’ha curato, e cioè Fabrizio Rasera principalmente,
e molti altri, non ha proceduto per addizione, ma per selezione proponendo testimonianze peregrine e documenti inediti.”
La struttura del testo
Trecento le foto e più di quattrocento sono le pagine dedicate a
questo istituto che è stato, dall’anno della sua nascita nel 1855,
la prima scuola tecnica della regione. Suddiviso in quattro parti:
Album contenente molte e preziose foto, Antologia di documenti
che si snoda dalle origini alla fine della seconda guerra mondiale.
Si inseriscono poi due parti più brevi “Il Mulo” e altri giornalini
studenteschi e “Numero Zero”, dalla scrittura pubblica a quella privata e viceversa, Dizionario Biografico sia di insegnanti che
di studenti, in cui ci sono due pagine dedicate alle professoresse
e infine Cronologia che parte dal 1849 e si conclude con il 20092010. “Il merito di questo libro - ha sottolineato la dirigente - è
anche nella scelta, eccentrica e coraggiosa, di non avere incentrato
la ricostruzione delle vicende della scuola soltanto intorno a nomi
celebri ed ineludibili per dare voce ad allievi meno conosciuti che
pure hanno fatto la storia della scuola”. La ricerca appassionata
di fotografie, informazioni e documenti ha coinvolto non solo gli
abili curatori, ma moltissime persone e ha reso questo testo frutto
di un’elaborazione collettiva.
n. 6 giugno 2011
LO STORICO
Studenti e professori: i protagonisti
Scrivendo della Scuola Reale di Rovereto e del suo
prestigio, un suo discepolo innamorato si chiedeva: “Quella fama fu virtù d’insegnanti? di scolari?
O di entrambi? O fu un fortunato periodo di quella scuola, scomparsa nel 1915?”. Questo libro prova
a rispondere a quella domanda di Riccardo Maroni,
l’ingegnere ed editore rivano che dedicò tante energie a valorizzare condiscepoli e maestri. Cerca cioè
di scavare nella storia della scuola come campo di
relazioni, di scambi, di conflitti tra studenti e professori, e anche come luogo di intersezioni di una
storia più vasta. Non vuol essere limitativo il titolo scelto, nell’anteporre “studenti e professori”, ma
ambizioso: offrire ai lettori documenti e prospettive per una ricostruzione che privilegi il punto di vista dei protagonisti concreti della relazione educativa non è compito scontato né facile.
biografiche, lettere, cronache giornalistiche, documenti rintracciati in molte altre sedi ci restituiscono lo spessore conoscitivo e la ricchezza umana di una storia solo
apparentemente circoscritta a un ambito regionale. Ci
siamo arrestati al 1945, affidando la rivisitazione dei decenni successivi a un inventario ragionato dei giornalini
studenteschi roveretani fino al 1968.
Dizionario biografico
Ancora Maroni esprimeva ruvidamente la convinzione che la continuità tra Scuola Reale di ordinamento austriaco e Istituto Tecnico di ordinamento italiano fosse appena materiale, nel senso che il secondo si
era insediato nello spazio fisico della prima. Indubbiamente si tratta di due vicende profondamente diverse,
ma ci è sembrata una scelta produttiva quella di tenerle connesse in un unico quadro.
In questa sede abbiamo scelto di rinunciare a una sintesi che ci sembrava destinata ad essere ripetitiva oppure prematura. Abbiamo tracciato invece quattro
percorsi di lettura paralleli e diversi.
A una dilatazione di orizzonti perfino spaesante obbliga
il dizionario biografico che costituisce il terzo percorso,
quasi un libro nel libro. Quaranta voci dedicate a docenti e dirigenti, cinquanta a studenti, curate da autori molto competenti: per poche scuole o forse nessuna
è stata tentata un’impresa simile, del cui interesse complessivo siamo convinti. Un difetto dell’esito lo si vede
subito a occhio nudo: con tre sole eccezioni mancano
biografie femminili. I criteri scelti giustificano almeno parzialmente questa distorsione, ma potranno rimediarvi lavori futuri. Il quadro che esce è quello di una
scuola davvero europea, per l’ampiezza degli scenari sui
quali si svolge l’attività dei protagonisti che abbiamo selezionato a rappresentarne il ruolo storico. Rilievo hanno le biografie degli artisti della generazione del primo
‘900, di per sé un caso di geografia culturale di particolare interesse. Ma si è cercato anche di delineare una
mappa di altre avventure professionali e umane.
Immagini e documenti scritti
Cronologia
Il primo è costruito con le immagini, lavorando
sull’archivio fotografico della scuola e sui materiali
spesso straordinari emersi presso le istituzioni locali
negli archivi personali. Nella parte cronologicamente
più vicina a noi la scelta si è fatta sempre più difficile e arbitraria: le fotografie sono moltissime, ma anche
seriali e occasionali. A una memoria visiva della scuola negli ultimi decenni dovranno essere dedicate altre
e diverse iniziative: il nostro album può rappresentare
in questo senso niente più che una suggestione.
Il secondo percorso si svolge attraverso i documenti
scritti. L’archivio dell’Istituto, frammentario e residuale
fino al 1919, completo e ordinato poi, costituisce solo
una delle fonti della nostra antologia. Memorie auto-
Quarto e ultimo percorso, la cronologia: elementare
per i primi decenni, sempre più fitta per gli ultimi, a
surrogare in qualche modo le carenze segnalate. È uno
strumento di consultazione, come del resto tutto il libro che, nonostante la mole, non si configura come
una storia istituzionale compiuta.
Abbiamo cercato di sfuggire al conformismo celebrativo: i lettori coglieranno l’impegno a mettere in evidenza linee di conflitto, contraddizioni, tormenti e
derive ideali. Se il nostro lavoro servirà ad alimentare
una riflessione critica su come fare storia della scuola,
avremo raggiunto uno dei nostri obiettivi.
Non sintesi ma percorsi
n. 6 giugno 2011
Fabrizio Rasera
47
le schede
AVIO
1914 - 1918
Frutto di attenta elaborazione della tesi di laurea di Mario Peghini, “Un
Paese tra due frontiere” - Da periferia dell’Impero austro ungarico a
“terra redenta” fa parte della collana i quaderni della biblioteca che l’autore cura dal 1995. Progetto editoriale del Comune di Avio e della Biblioteca
comunale, pubblicato dal Centro stampa della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige, è suddiviso in quattro capitoli corredati ciascuno da altrettanti repertori iconografici che riferiscono, con immagini eloquenti, ciò che
nel testo è descritto lucidamente; sottocapitoli e paragrafi del corposo volume curato dal bibliotecario di Avio, raccontano grandi eventi e assilli straordinari destinati dalla storia a gente di campagna. Eroi di una quotidianità
stravolta dai disegni strategici e dalle tattiche determinazioni di grandi della
storia che trascinarono nel loro declino intere famiglie di contadini e le colture cui avrebbero continuato a dedicarsi. Le note che chiudono i capitoli
sono sostegno di carattere tecnico che appaga il ricercatore, lo studioso che
si accosta al testo. Documento che narra, in forma ricca di partecipazione,
gli aspetti più significativi delle molte vicende inanellate dal destino per una
comunità di frontiera, ed entra nelle pieghe della storia incontrando uomini e donne allo scoppio del primo grande conflitto mondiale. Rivolge attenzione ai contesti che la realtà toccata a chi visse sul confine, conteso fra
Impero asburgico e Regno d’Italia, sul fronte meridionale, costrinse a conoscere durante il conflitto che vide centinaia di giovani sud-tirolesi, ex italiani d’Austria impegnati in Galizia, sopravvivere o morire sul fronte orientale.
Tempi e luoghi cui l’autore della paziente ricerca ha dedicato anni di lavoro,
raccogliendo preziose testimonianze storiche, ricchissime di umanità. (a.g.)
Mario Peghini, Avio 19141918: Un Paese tra due frontiere - Da periferia dell’Impero
austro ungarico a “terra redenta” Biblioteca comunale “A. Segarizzi” Avio- Avio 2009, pp 407
ALTO GARDA
La grande guerra 1915-1918
“Il Sommolago” Associazione Storico Archeologica della Riviera del
Garda che ha sede ad Arco, con il III volume della collana dedicata alla
Grande Guerra sul Garda ha pubblicato in occasione dell’uscita del suo
quadrimestrale d’arte, storia e cultura curato dalla redazione, “La grande guerra nell’Alto Garda; Diario storico militare del Battaglione Val
Chiese tra il 16 maggio 1915 30 e l’aprile 1918”. A cura di Domenico
Fava, Mauro Grazioli e Gianfranco Ligasacchi e grazie alle ricerche d’archivio dell’Associazione, il sostegno della Comunità Montana, le ineludibili tracce ancora reperibili a più di novant’anni di distanza, le date e i
movimenti, dettagli che il volume raccoglie, ci parlano dello schieramento al fronte del Battaglione Val Chiese e a noi raccontano i loro giorni e le
notti; la costruzione dei ripari e il giungervi da strade e mulattiere ricavate
dai fianchi della montagna, i trasferimenti di uomini e il trasporto di cannoni lungo i versanti verso le cime. Tutto è annotato scrupolosamente.
L’abbattimento di alberi per la stesura di reticolati, il trasporto del cemento
per la costruzione delle fortificazioni e dei posti avanzati, i ripari per le mitragliatrici, il trasporto del legname per i baraccamenti e poi la dislocazione
dei reparti. Lettighe rotabili e ambulanze, sgombero di feriti e cimiteri militari. Prima della grande mobilitazione e più tardi, durante fasi cruciali del
primo conflitto mondiale, le postazioni occupate dal Val Chiese, l’estenuante lavoro di un battaglione di alpini sui monti del Garda e di Ledro che abitò
montagne scavate in ogni dove dalle caverne e dalle trincee. I contributi essenziali dei curatori ne presentano con intensità il diario storico militare. (a.g.)
48
Domenico Fava, Mauro Grazioli e Gianfranco Ligasacchi
(a cura di), La grande guerra
nell’Alto Garda - Diario storico
militare del Battaglione Val Chiese
tra il 16 maggio 1915 30 e l’aprile 1918 – ed. il Sommolago n.
½ gennaio 2011 Arco, pp 463
n. 6 giugno 2011
CELEBRAZIONE
Dai temi delle elementari
La battaglia di Calatafimi combattuta dai garibaldini con il fazzoletto e il cappello rossi e i borbonici vestiti di azzurro, con una fascia bianca incrociata sul petto e un grande cappello azzurro, è stata filmata da
Giorgio Rossi, all’epoca fotografo a Gardolo, e oggi ritrovata e resa
disponibile dal Museo Storico. Un filmato di 13 minuti, molto emozionante, specialmente per la presenza di alcuni degli allora bambini
che oggi festeggiano i 150 anni dell’Unità. Il filmato è stato proiettato il giorno 27 maggio 2011, di sera, presso l’oratorio di Gardolo, su
iniziativa della Commissione Cultura della Circoscrizione del paese.
Da Calatafimi a Gardolo
Da Calatafimi a Gardolo: una originale celebrazione dei 150 anni
dell’unita’ d’Italia.“I garibaldini salivano un colle, dove Garibaldi li attendeva. Arrivati sul colle si misero
in posizione d’assalto (…). Poi incominciò il vero e proprio combattimento. I proiettili dei borbonici e
le pallottole dei garibaldini facevano
un rumore assordante… I borbonici si arresero e gettarono la loro bandiera. La battaglia fu vinta dai garibaldini”.
Piccoli brani tratti dal tema di una
bambina di 10 anni (oggi docente Paola Giacomoni), che racconta,
nel giornalino scolastico, edizione
speciale, n.4, 1961, una battaglia simulata dai compagni maschi di due
classi elementari di Gardolo (scuola S. Anna) alla guida del maestro
Franco Bertoldi, una giornata di
primavera del 1961 sul monte Croce, per insegnare, in modo del tut-
to originale e coinvolgente la storia
d’Italia. Non sapeva, il maestro, che
anche lui, con la sua didattica, sarebbe passato alla storia.
L’ incontro intergenerazionale
Un incontro intergenerazionale
con i bambini, ragazzi e adulti di
ieri e di oggi attorno a un valore comune: l’Unità raggiunta per
il coraggio e il valore di Garibaldi
ma anche frutto di una collaborazione interetnica che accomunava
italiani di più regioni (dal Trentino alla Sicilia), stranieri venuti da tante parti del mondo (Corsica, Corfù, Gibilterra, Turchia,
Angola, Repubblica Ceca, Svizzera, Ungheria), ma anche stranieri in patria: gli albanesi delle minoranze storiche (gli arbëreshë).
Tra questi ultimi il mio bisnonno, con la qualifica di tenente, a
dimostrazione che le appartenen-
ze identitarie multiple non impediscono la condivisione del luogo
in cui si vive. Anzi… incredibile
coincidenza, per me, di legami tra
persone, fatti e luoghi! Ma l’emozione più grande quando la Banda Musicale di Gardolo, diretta
dal maestro Mauro Barbera, ha
intonato l’ “Inno di Mameli”: alla
tromba l’onore d’inizio (con Fabrizio Robol) e poi la melodia di
tutti gli strumenti musicali. “Fratelli d’Italia”: perché questo siamo, accomunati dal destino del
viaggio di sola andata.
Coincidenze
Oggi più che mai, in una società
multiculturale è importante creare
coesione attorno a valori comuni,
anche di difesa di un luogo che si
abita assieme. Un luogo, quando si
vive, è inteso come suolo che deve
proteggerci, farci vivere bene, farci
crescere riconoscendo a tutti diritti di cittadinanza attiva e allora il legame si crea. Da questa terra Trentina, laboratorio sperimentale della
buona convivenza noi, figli di più
terre, ma “pronti a morire”, speriamo, come sperava Ungaretti: fratelli, parola tremante nella notte (perché vissuta accanto al compagno
massacrato). E pur in tale situazione aggiunge: non sono mai stato tanto attaccato alla vita. Fratelli
e esuli come Ungaretti (esule come
tanti che furono, che sono e che saranno, nel Taccuino del Vecchio).
Intanto la Banda suonava: “Italia
chiamò”. E mai come ora l’Italia
chiama a un impegno etico in tutte le nostre funzioni. Un intreccio
di coincidenze, di generazioni, di
luoghi che ci accolgono (Calabria,
Trento, Gardolo) come un grembo materno. Il nuovo video, con
i musicisti di oggi e le loro note,
completeranno la nuova memoria
da tramandare per il Museo Storico e per chi vivrà i prossimi festeggiamenti. Intanto noi bambini e
adulti di oggi possiamo dire che ci
siamo a testimoniare e a tramandare: a insegnare in una parola.
Maria Annita Baffa
n. 6 giugno 2011
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n. 6 giugno 2011
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