Poste Italiane S.p.a. Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)
art. 1, comma 2, DCB Rovigo - Trimestrale
PERIODICO
DEL CENTRO MARIA BOLOGNESI
ATTORE DELLA CAUSA
DI CANONIZZAZIONE
DELLA SERVA DI DIO
MARIA BOLOGNESI
INTERNET: www.mariabolognesi.it
ANNO XVII N. 1
GENNAIO - FEBBRAIO - MARZO 2008
E-mail: [email protected]
In caso di mancato recapito si prega di restituire al mittente che si impegna a pagare la tassa dovuta.
S.
“Ecco,
io sto
alla porta
e busso:
se qualcuno
ascolta la mia voce
e aprirà la porta,
io cenerò con lui
ed egli con me”
(Ap. 3,20)
P
A
S
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Editoriale
“Il Signore era là...
MAI PIÚ TARDI DI CUORE
...e io non lo sapevo”
D
isorientamento. Credo che sia il sostantivo che meglio definisce lo stato d’animo di cui è preda la nostra società, soprattutto in
questi primi mesi del nuovo anno.
La fiducia nelle istituzioni si sta sciogliendo come un cono di
gelato tra le mani di un bambino; non ci si sente più né tutelati né
tanto meno sicuri, tormentati da un’opinione pubblica che copre
“bonariamente” qualunque condotta morale, cancella il concetto di
vergogna dal vocabolario della coscienza e usa impropriamente il
termine “laicità” per allontanare il Dio-Amore dalla vita quotidiana
e sostituirlo definitivamente con il dio-potere.
La S. Pasqua dunque ci coglie così, disorientati e delusi, proprio
come i discepoli di Emmaus: a noi l’impegno di non essere “tardi di
cuore” e aprirci ad una speranza costruttiva.
«Stolti e tardi di cuore» (Lc 24,13), dice Gesù ai due amici che
camminano lungo la strada della vita; è l’unico episodio nei Vangeli
in cui il Signore usa queste invettive, perché ha vinto la morte e proprio quelli più vicini a lui non se ne accorgono; come capita anche a
noi di fare, perdono tempo a discutere e a polemizzare senza l’intenzione di approfondire realmente la comprensione dei fatti. Per loro è
stato più semplice dimenticare gli insegnamenti delle Scritture, non
credere al racconto del sepolcro vuoto descritto dalle donne e tornare alle loro esistenze, crogiolandosi in un inerte vittimismo.
«Stolti e tardi di cuore», grida il Risorto alla nostra tristezza
sterile. Lui ha sofferto per salvarci e noi abbiamo il coraggio di
sentirci ingannati!
Se credessimo veramente che siamo immagine del Bene, che la
morte è sconfitta, sapremo riconoscere ad occhi chiusi – e a cuore
aperto – il Bene nascosto in ogni situazione: ogni pane spezzato è
collante di unione, ogni maglia di una catena è un passo verso la
libertà, ogni dolore è un varco verso la crescita, persino ogni peccato
riconosciuto è un appuntamento con la Misericordia.
Una canzone di Fabrizio De André diceva: “Dai diamanti non
nasce niente, dal letame nascono i fiori”. Se non avessimo paura di
sporcarci le mani scavando, scopriremo che sotto il fango c’è una
sorgente limpidissima. O forse basterebbe avere speranza in quella
fonte.
Nel 1960 Karol Wojtyla, allora da due anni Vescovo Ausiliario
di Cracovia, nell’opera teatrale “La bottega dell’orefice” scriveva:
“Non c’è speranza senza paura, né paura senza speranza”, alba
splendente del motto biblico, “ Non abbiate paura”, con cui l’eletto
Papa Giovanni Paolo II inaugurerà il suo pontificato.
Liberati dalla paura
Sì, abbiamo paura come ebbero paura gli Apostoli che si rinchiusero nel Cenacolo per timore dei giudei. Il giorno della Passione
del Maestro erano già fuggiti, stravolti e sgomenti per aver dedicato
la loro vita a una causa fallita. Era gente normale che teneva alla propria pelle, come tutti noi; idealmente molto bravi, ma di fronte alla
minaccia pronti a far prevalere quello che in psicologia viene definito “istinto di conservazione”. Tutto cambia quando il Risorto alita su
di loro lo Spirito Santo. Anche a noi è donato lo Spirito di Cristo che
2
(Gn 28,10).
ci accompagna ispirandoci “gli stessi sentimenti che erano in Cristo
Gesù” (Fil 2,5) per offrirci nella nostra realtà la stessa capacità di
operare il bene come fece Lui stesso.
Non abbiamo perciò nessuna scusa per restare ancora rintanati
nel nostro Cenacolo di false certezze: dobbiamo fidarci del Bene e
in esso trovare tutte le risposte per far tacere il Male.
Essendo stati perdonati siamo divenuti figli del Bene e come tali
dobbiamo comportarci, responsabilizzati del nostro ruolo, se pur
piccolo ma in ogni caso molto determinante.
Non è troppo tardi. Con Gesù non è mai troppo tardi. Come
non fece nessun rimprovero agli Apostoli “fuggitivi” e attraversò
il muro della loro diffidenza con un augurio di pace – “Pace a voi”
(Gv 20,19) – allo stesso modo è pronto a fidarsi di noi e a “mandarci
come il Padre ha mandato Lui”. Invece di recriminare, atteggiamento a cui è particolarmente incline l’animo umano, l’Emanuele consegna ai suoi Apostoli il Suo Spirito, iniettando in loro la dinamica del
perdono, capace di assorbire il male per trasformarlo in bene.
Se questi primi cristiani hanno trovato il coraggio di percorrere
le strade di un mondo pagano e ostile in nome di quell’Amore, non
credete che ognuno di noi possa contribuire al Regno dei Cieli?
Abbandonarci all’attuale disorientamento, senza reagire, senza
schierarsi, intrappolati in un vile torpore, rischia di portarci alla
deriva lontano da Cristo: «Tu non sei freddo né caldo. Magari tu
fossi freddo o caldo!» (Ap 3,15).
La verità consolatrice
Non è cosa rara lasciarsi spaventare dal male che prepotente
divampa nel mondo, da quello che gli altri possono infliggerci e,
soprattutto, da quello che inconsciamente sentiamo brontolare dentro di noi. In reazione a questo cerchiamo di nascondere le nostre
insicurezze dietro alla spavalderia, dietro all’ironia sforzata il nostro
senso di inferiorità e sotto alla nostra frenesia il vuoto spirituale.
Ci sentiamo al sicuro solo quando la nostra maschera riesce
a far paura al nostro prossimo e così la vita diventa teatro di una
commedia dell’orrore.
Dio, perciò, da Padre amorevole che si preoccupa delle debolezze dei suoi figli, ci fa dono di inviarci dopo il Verbo fatto carne, un
altro Consolatore: «Se mi amate, osservate i miei comandamenti. Io
pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di Verità...» (Gv 14,15-21).
Potrebbe sembrare uno scherzo di cattivo gusto che sia proprio
lo Spirito di Verità a consolarci quando è proprio dalla verità che
fuggiamo, eppure è in questo modo che Dio ci fa sentire già salvati
e accolti; “SPE SALVI facti sumus” – nella speranza siamo stati salvati, dice San Paolo ai Romani e anche a noi (Rm 8,24) – ribadisce
Papa Benedetto XVI nell’ultima Lettera Enciclica.
Dio ci giudica e ci guarisce solo alla luce delle cause più nascoste nel profondo della nostra anima, come un dottore che analizza i
sintomi per diagnosticare la malattia e trovare la cura giusta.
Giacomo Leopardi scriveva nel suo “Zibaldone”: “Io non chiamo malvagio propriamente colui che pecca, ma colui che pecca o
Finestre Aperte
peccherebbe senza rimorso”; ecco, Dio coglie quel rimorso, immortala anche l’impercettibile rossore di vergogna che appare sulle
nostre guance.
Cosa c’è di più consolatore della consapevolezza che il Signore
legge dentro i nostri cuori anche quando facciamo di tutto per rendere i nostri sentimenti incomprensibili!
Solo la verità ci rende liberi (Gv 8,32), perciò lasciare che lo
Spirito della consolazione e del perdono scopra la nostra verità
è l’unico percorso in grado di liberarci dalla schiavitù dei limiti
umani. Un percorso che allontana depressione e frustrazione,
ponendoci nei confronti degli altri con un atteggiamento più aperto
e solidale, meno ossessionato dall’urgenza di sentenziare.
TOC...TOC...
Ora che abbiamo riscoperto di possedere il “kit” necessario per
affrontare le nostre paure e trovare la libertà nella fede, siamo pronti
ad aprire la porta al Signore che bussa.
Facciamolo entrare, insistiamo perché resti, senza preoccuparci
della casa in disordine perché sicuramente Gesù troverà qualcosa di
buono in noi; non importa se in frigo non abbiamo niente di speciale
da preparare, basterà un pezzo di pane per creare comunione.
Abbiamo bisogno di vivere la grazia dell’incontro con Gesù
nell’Eucaristia per saldare la nostra amicizia con Lui; dobbiamo
ricevere il Corpo di Cristo ogni volta come fosse una “rinascita” che
si rispecchia nella vita e non un’abitudine convenzionale, altrimenti
potremmo diventare semplici “conoscenti” di Gesù pur spacciandoci
per “amici intimi”.
Se ancora qualche timore ci trattiene dal togliere il chiavistello
dall’uscio del nostro cuore, accorre la Vergine Ausiliatrice, colei che
in punta di piedi, ma tenacemente, ha tenuto uniti i discepoli nel
momento di sconforto.
Non dimentichiamo che chi bussa alla porta è il Gesù nel volto
dell’altro magari vende tappeti o semplicemente fa consegne a
domicilio, chiunque esso sia, merita un nostro sorriso.
Maria Bolognesi ha scardinato la porta affinché il Signore potesse entrare nella sua vita ed essere un tutt’uno con Lui. Nei suoi diari
non mancano parole di paura e di sgomento, ma ciò l’ha resa ancora
più salda di fronte alle difficoltà e più intraprendente nell’abbandonarsi totalmente alla volontà di Dio.
Sentite?! Qualcuno sta bussando. Corriamo ad aprire. Shaskespeare scriveva “Ah, com’è bello essere uomo!”. Sì, è proprio stupendo scoprire la propria umanità dalle labbra di Gesù, scoprire che
possiamo essere portatori di luce, perché la fede è la più forte delle
nostre certezze! Nel clima pasquale, si possa rinnovare in noi questa
certezza e divenire energia “pulita” per rimboccarci le maniche e
“risorgere”.
sommario
Editoriale
Mai più tardi di cuore .............................. pag. 2
Il diario
«Quando io avessi perduto Te,
non avrei più nulla...» ............................. »
4
News ......................................................... »
4
Anniversario del Battesimo
di Maria Bolognesi ................................. »
5
Passa il testimone .................................... »
7
Sulle ali della Poesia
Una poesia per il papà ............................ »
8
28° Anniversario della nascita
al cielo di Maria Bolognesi ..................... » 10
Maria Bolognesi, sorgente di musica ..... » 13
Auguri e Novità........................................... » 15
Appuntamenti ........................................... » 16
Ludovica Mazzuccato
Curiosità
È consuetudine nel periodo pasquale regalare
la COLOMBA, un dolce la cui forma ricorda
quella di una colomba con ali distese. La colomba richiama all’episodio del diluvio universale
descritto nella Genesi (Gn 8,10-11), allorché
ritornò da Noè tenendo nel becco un ramoscello
di ulivo, un messaggio di pace: il castigo divino
concluso, le acque del diluvio si stanno ritirando, inizia
un’epoca nuova per l’umanità intera. La colomba diventa quindi simbolo della pace, e nel periodo pasquale questa simbologia richiama
alla pace portata da Gesù, il “Principe della Pace”, che con il suo
sacrificio ha riconciliato l’uomo a Dio, suo Padre.
Finestre Aperte
In ossequio al decreto di Urbano
VIII, si dichiara di non voler attribuire
a quanto di straordinario è narrato
in questo giornale altra fede se non
umana e di non voler prevenire il
giudizio definitivo della Chiesa, al
quale la Redazione intende sottomettere in tutto il suo.
Il Consiglio Direttivo
del Centro ringrazia per le offerte
pervenute per la Causa
e le opere di Maria.
Per offerte:
Conto Corrente Postale 26145458
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Direttore Responsabile:
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del 30/07/1992
Stampa:
Think Adv - Conselve (Pd)
3
Il Diario
«Quando io avessi perduto Te,
non avrei più nulla...»
Proponiamo questa riflessione,
scritta da Maria Bolognesi nel dicembre del 1959, una riflessione breve, ma
che offre lo spunto per una riflessione
di grande attualità: il materialismo che
ci allontana da Dio. La Serva di Dio ci
svela qual è l’unica vera ricchezza.
“Oh Gesù se fossi sicura di diventare la più ricca del mondo per perdere
l’anima e l’amore dei miei poveri e ammalati, preferirei di ritornare indietro
come quando ero piccola, senza pane e senza vesti, lavorando molto senza
essere compresa. Ma chi può staccarmi da un Dio così grande? Amore immenso senza fine, nessuno potrà distogliermi neanche sbattendomi come un cencio
messo al vento. Il mio piccolo cuore cercherà di amarti e di farti amare sempre
più. Quando io avessi perduto Te, non avrei più nulla, sarei nulla, invece so di
essere tua figlia facendo del bene senza perdere tempo inutilmente e attendere
con certezza la tua gloria”.
NEWS
UNA CITAZIONE
IMPORTANTE
Nel nuovo libro di Antonio Socci
“Il segreto di Padre Pio”, troviamo
citata Maria Bolognesi: nel capitolo
Ci proteggono e ci salvano (da pag.
238 a pag. 241) l’autore dedica alla
Serva di Dio una riflessione delicata
e toccante a testimonianza che la
luminosità della sua figura cattura le
anime sensibili.
4
CONCLUSO L’ITER BUROCRATICO CIVILE
PER LA TRASLAZIONE PRIVILEGIATA
DELLE SPOGLIE MORTALI DI MARIA BOLOGNESI
In occasione del 28° anniversario
della nascita al cielo di Maria Bolognesi – celebrato il 30 gennaio u.s.
nella Chiesa dei Santi Francesco e
Giustina – è stato reso noto che si è
concluso positivamente l’iter burocratico civile per la traslazione delle
spoglie della Serva di Dio dal cimitero di Rovigo presso la Chiesa di S.
Sebastiano di Bosaro.
L’accoglienza dei resti mortali
della Serva di Dio presso la Chiesa
Parrocchiale di Bosaro – dove ha
ricevuto il Battesimo – rappresenta
l’apice di un percorso compiuto dall’intera comunità per valorizzare la
figura della Bolognesi: il 21 ottobre
2006 è stata a lei intitolata la piazza
del sagrato parrocchiale e dedicata
una scultura commemorativa, raffigurante un libro su cui è incisa una frase
tratta dai suoi diari.
Nata a Bosaro il 21 ottobre 1924
e cresciuta in condizioni di estrema
povertà, Maria Bolognesi trascorse
una vita di silenziosa donazione alle
persone sofferenti e ammalate, secondo lo spirito evangelico. Il processo
di canonizzazione di Maria Bolognesi
si è aperto nel 1992. Oggi il procedimento ecclesiastico è nella fase romana, iniziata nel 2000; la procedura per
riconoscere la santità di vita di Maria
Bolognesi è suffragata dagli atti del
processo al presunto miracolo attribuito all’intercessione della Serva di Dio,
atti che il 16 dicembre 2005 sono stati
depositati al dicastero per le cause dei
Santi. Il fatto prodigioso è la guarigione “istantanea, completa e duratura”
- come si richiede a un miracolo - di
un bambino vicentino che nel febbraio
del ‘94 si riprese da una malattia che
non lasciava speranze: una guarigione
avvenuta dopo le preghiere di intercessione alla Serva di Dio da parte dei
famigliari del piccolo.
Mentre si resta in attesa che si
completi anche l’iter religioso per
la traslazione privilegiata, si auspica
che nel Polesine si possa divulgare la
figura di Maria Bolognesi, quale frutto
prezioso di questa terra.
xxx
Finestre Aperte
26 dicembre 2007
anniversario del Battesimo
Bosaro - Parrocchia di S. Sebastiano
IL BATTESIMO DI MARIA BOLOGNESI,
IL NOSTRO BATTESIMO!
Nella festività di S. Stefano, protomartire, numerosissimi amici di Maria
Bolognesi si sono ritrovati nella Chiesa parrocchiale di Bosaro (RO) per
ricordare il Battesimo della Serva di
Dio, ivi ricevuto 83 anni fa.
Il momento
dell’accoglienza
Il Presidente del Centro Giuseppina Giacomini così si è espressa: “La
Casa del Signore, che ci sta ospitando per la celebrazione, porta i segni
di un imminente restauro generale;
infatti questa chiesa si prepara anche
ad accogliere le spoglie mortali della
Serva di Dio le quali dal cimitero di
Rovigo saranno traslate a Bosaro e
qui tumulate; tutto ciò sarà fatto senza
clamore e senza alcun segno esteriore
di devozione perché così è prescritto
dalle leggi canoniche, che regolano
le tumulazioni privilegiate come nel
suddetto caso”.
“Mi pare di capire che il silenzio
intorno a Maria Bolognesi ancora sconosciuta nella sua stessa terra d’origine
– ha continuato la prof. Giacomini
– sia il distintivo per eccellenza di una
creatura che ha sempre voluto restare nell’ombra, che ha custodito come
perle preziosissime i doni di natura e di
grazia che la bontà infinita del Signore,
nell’arco degli anni, l’ha voluta ricompensare per la sua offerta, ovvero per
quel gioioso fiat, immediato, generoso,
spontaneo, rinvigorito da tanti altri
quotidiani e sempre gioiosi sì”.
Inevitabile riflettere sul nostro sì,
sulla disponibilità che manifestiamo
al Signore e che troppo spesso si
riduce ad un impegno par-time; così
la Serva di Dio ci è vicina, con il suo
esempio forte quanto umile. “Riunirsi
in preghiera per ricordare il giorno
della sua entrata nella famiglia di Dio
– ha proseguito il Presidente del Centro Maria Bolognesi – significa ringraziare il Signore per averci donato
questa creatura esemplare, nella quale
si può cogliere quanto ci è utile per
una vita di fedeltà”.
La Prof. Giacomini così ha concluso: “Maria Bolognesi, nella sua
bontà senza pari, ha sempre portato
pazienza, amando e perdonando tutti.
Anche ora, davanti alla culla del Bam-
Don Daniele
Peretto
bino Gesù, lei ci indica di guardare
solo a Lui, a quel Bambino che, con la
potenza del suo amore, si è fatto piccolo per stare ancora più vicino a noi,
per custodirci dentro il suo cuore”.
Ha poi rivolto un caloroso ringraziamento, anche a nome del Postulatore
Padre Tito Sartori, a tutta la comunità
di Bosaro, al parroco don Camillo
Magarotto e a Mons. Daniele Peretto
Vice Postulatore.
All’omelia
“Siamo insieme in questo pomeriggio per vivere l’ascolto della parola
di Dio – ha esordito Mons. Peretto –;
siamo insieme per riflettere su quanto il Signore ci dirà; siamo insieme
per pregare celebrando l’Eucarestia;
siamo insieme per ricordare un evento
essenziale per la persona della Serva
di Dio Maria Bolognesi: il suo battesimo; siamo in questa chiesa parrocchiale di Bosaro dove Maria Bolognesi ha
ricevuto il sacramento del Battesimo;
qui, in questa chiesa, in questa casa di
Dio, lei ha cominciato ad essere componente la famiglia di Dio; Maria, in
Finestre Aperte
5
26 dicembre 2007
quel momento, da semplice creatura
di Dio perché da Dio creata a sua
immagine e somiglianza, si è trovata ad essere profondamente cambiata
perché elevata dall’amore paterno di
Dio alla condizione di figlia di Dio;
inserita in questo spazio comunitario
di Chiesa per testimoniare, nel concreto della vita quotidiana, le grandi cose
che Dio sa fare.
È vissuta per poco tempo dentro
questa realtà comunitaria di Chiesa,
ma qui la pianta della sua persona
è cresciuta fortificata e ben radicata
nella fede.
L’ambiente familiare dei nonni è
stato il giardino bene innaffiato di fede
e di amore evangelico, che ha permesso prendesse colore e luminosità la
sua persona.
Il suo amore a Gesù si è manifestato con il calore della affettuosa
familiarità e con l’impegno di carità
verso chi poteva trovarsi nel disagio e
nella povertà”.
L’omelia del Vice Postulatore ha
toccato nell’intimo i fedeli presenti:
“Il sì, detto dalla Madonna, l’ha resa
madre; il sì, detto dalla Serva di Dio
Maria Bolognesi a Dio, la sua docilità,
la sua disponibilità a Dio l’hanno arricchita, l’hanno fatta fiorire alla sensibilità e ai lineamenti del suo Gesù.
Tutto questo è divenuto realtà di
vita, esperienza, presto, nell’ambito
della sua famiglia, ma anche nell’ambito della nuova comunità parrocchiale
in cui si è trovata inserita per eventi di
natura familiare; Maria si è pure sentita
chiamata ad operare, con responsabilità, nell’Azione Cattolica parrocchiale;
ha donato sempre in questo ambito il
suo tempo e le sue energie nell’accoglienza e nella cura dei bambini perché
le loro madri avessero la possibilità di
attendere al lavoro con serenità. Lei ha
rinunciato ad essere madre in una sua
personale famiglia, ma è stata madre
per tante famiglie, per tante madri e
per i loro figli.
Una maternità - ha concluso Mons.
Peretto - che è stata ancora sollecita presenza nel grande mondo delle
missioni, aiutando materialmente chi
opera in quel mondo, perché sia conosciuto il vangelo e l’amore del Signore
consegni speranza a tanta gente”.
Il Signore aspetta il nostro fiat e,
se la nostra voce trema, troviamo il
coraggio tra le braccia consolatrici
della Serva di Dio!
Ludovica Mazzuccato
(da “la Settimana” n. 2,
del 13 gennaio 2008)
Ogni 22 del mese,
nella Chiesa Parrocchiale di S. Sebastiano, martire,
in Bosaro (RO) alle ore 17.30,
viene celebrata la S. Messa e, a seguire,
esposizione eucaristica con recita del Rosario
per le vocazioni e la santificazione del clero.
AVVISO AI LETTORI
Cari amici lettori,
da questo numero di Finestre Aperte, in applicazione
alle nuove disposizioni delle Poste Italiane, il vostro nominativo sarà stampato su etichetta removibile, che potrete
facilmente staccare dalla copertina, senza rovinarla.
Il bollettino del conto corrente postale lo troverete,
pertanto, all’interno della rivista.
Cogliamo l’occasione per ricordarvi che è iniziato un
nuovo anno e che le spese sono sempre in aumento: il
vostro contributo – libero e volontario – per ricevere il
nostro trimestrale è una goccia indispensabile per andare
avanti.
Sono molti i periodici che chiedono ai propri lettori
di sottoscrivere un abbonamento fisso, noi però non lo
abbiamo mai fatto e non lo facciamo, confidando sempre
nella vostra sensibilità.
Sicuramente siamo una realtà che ha ancora tanto
bisogno di crescere; vorremmo potervi offrire sempre
qualcosa di più attraverso le nostre pagine, per questo
ci impegniamo costantemente, cercando di “allargare” i
6
nostri orizzonti, basti pensare alla rubrica “Sulle ali della
Poesia”.
Vi saremo grati se farete entrare attraverso le “nostre
finestre aperte”, il vostro sostegno materiale e morale: è
questo un mezzo indispensabile per una diffusione sempre più ampia della figura di Maria Bolognesi.
Sappiate che la vostra offerta sarà utile anche per
sostenere la Causa di Canonizzazione della Serva di Dio
ed ora, in particolare, per le spese relative all’imminente
traslazione delle sue spoglie dal Cimitero di Rovigo alla
Chiesa Parrocchiale di Bosaro.
Il seme che deciderete di donare a Finestre Aperte
– siatene certi – fruttificherà in più direzioni.
Si sta attraversando – è vero – un momento economico incerto e preoccupante per tutti, ma sappiate pure
che il vostro gesto di solidarietà è per noi – lo ribadiamo
– come “goccia preziosa” che sempre disseta, per cui, fin
d’ora, abbiate il nostro grazie e la nostra riconoscenza.
La Redazione
Finestre Aperte
Passa il testimone
UNA STAFFETTA DI FEDE
Villadose, 20 novembre 2007
Carissima Giuseppina,
volevo ringraziarla di cuore per il dono prezioso che mi
ha fatto.
Il libretto intitolato: SEGRETA SORGENTE non è
arrivato per caso ...
In questi giorni, si sente sempre di più parlare di meditazione, di mantra, di yoga orientale...
Ero quasi convinta di provare ma...
Domenica 11 novembre mi trovavo a casa di mia sorella
discutendo su questo argomento.
Mi disse di non ascoltare questa filosofia orientale che
è di moda, ma di credere al Vangelo di Cristo senza avere
dubbi, portandomi come esempio Maria Bolognesi. Un
esempio da seguire ed imitare. Maria parlava con Gesù,
donava tutta se stessa a Gesù, le sue gioie, i suoi dolori...
Maria amava.
Avevo capito che aveva ragione e che stavo per prendere
la strada sbagliata, ma volevo anch’io meditare...
Ed ecco, il giorno dopo, mi arriva per posta il libretto:
SEGRETA SORGENTE, proprio per meditare!
Come l’ho visto, ho iniziato a leggerlo.
Ho sentito subito dentro di me che Maria Bolognesi mi
è sempre vicina e pronta ad aiutarmi.
Sì, Maria è grande e mi ha guidato verso la giusta via.
Ora non ho più dubbi, e non voglio più saperne di filosofie
orientali.
Grazie Maria, grazie Giuseppina!
Con riconoscenza la vostra fedele lettrice
Maura Tita
Padre Alfonso nel giardino della
casa “Maria Bolognesi”
Finestre Aperte
Recentemente abbiamo
celebrato l’ottantatreesimo
anniversario della nascita
della Serva di Dio Maria
Bolognesi.
Maria Bolognesi è conosciuta come una donna di
silenziosa carità, che realizza
quello che San Paolo dice
nella lettera agli Efesini. Fin
dalla creazione del mondo
Dio ci ha scelti e benedetti con
ogni benedizione spirituale
affinché noi possiamo rendere
le nostre vite una “fragrante”
offerta al Signore.
La sua dolcezza, il suo profondo amore e la sua bontà
per i bambini, per i poveri e per gli ammalati, la sua vita di
sacrificio, di sofferenza, di incomprensioni e umiliazioni,
parlano della sua completa dedizione e consacrazione al
sacro cuore di Cristo.
Era l’ottobre del 2003 quando sono venuto a Roma
per la beatificazione di Madre Teresa e mentre risiedevo
a casa di Anna e Vittorino Romagnolo a Ceregnano sono
venuto a conoscenza della sacra vita di Maria Bolognesi.
Accettai l’invito di visitare questa casa di amore e devo dire
che sono stato benedetto in molti modi dopo aver visitato
questo posto sacro. Sono certo che questa era la volontà di
Maria Bolognesi.
Personalmente ho potuto crescere in santità traendo ispirazione dalla sua vita santa
e semplice. Sono riuscito a condividere il suo
messaggio di silenzio
e servizio con la gente
di Calcutta. Prego per
lei con fervore e ho
ricevuto tante benedizioni attraverso la sua
forte intercessione.
Ciò che più mi ha
ispirato nella vita di
Maria Bolognesi è il suo
Maria Bolognesi nell’opera
completo abbandono tra le
di Venerino Tosini
braccia di Dio. Il suo completo arrendersi alla volontà di Dio, il suo entusiasmo e il
suo completo sforzo per servire i bambini orfani, i poveri e
gli ammalati, la sua inestinguibile sete dell’amore di Dio,
rivelano il suo essere una “vittima” per Cristo.
Oggi attraverso la sua fraterna intercessione, noi possiamo crescere nel fervente desiderio di conoscere, amare
e servire Cristo più diligentemente. Preghiamo perché il
materno spirito di Maria Bolognesi guidi le nostre vite e
ci guidi ad uno spirito di totale abbandono e fiducia nella
provvidenza di Dio. Preghiamo soprattutto perché il Signore Eucaristico continui a nutrirci e sostenerci, diffondendo
il “profumo della fede, dell’amore e dell’umiltà” di cui la
Serva di Dio Maria Bolognesi ha lasciato una bella testimonianza, soprattutto per la gente di Rovigo.
Possa Dio concedere il riposo eterno alla sua anima.
*Padre
Alphonso Francis
* Nato a Calcutta il 3.10.1965, opera nel villaggio di Guma
(Diocesi di Calcutta), vicino al confine con il Bangladesh,
nella parrocchia di San Francesco Saverio.
7
Rubrica a cura di Ludovica Mazzuccato
UNA POESIA PER IL PAPÀ
Le poesie premiate
U
n successo di adesioni anche per questo “volo poetico”, successo che conferma la capacità introspettiva della poesia e la conseguente esigenza di dare spazio a quest’arte “umanizzante”.
La qualità delle opere pervenute è particolarmente alta e la scelta è stata ardua. Ciò che emerge in maniera predominante è la
difficoltà di comunicazione emotiva con la figura paterna, sia nella rievocazione di un ricordo che nella descrizione del presente.
Solo la poesia riesce a superare lo “scoglio”: versi pieni di verità e di emozioni che, tratteggiando figure diverse di papà, evidenziano
il “valore” della figura paterna, da recuperare nell’esempio di S. Giuseppe.
RADICI
GRAZIE PAPÀ
QUEL NASTRO ROSSO
Sabrina Doni
di Rubano (PD)
Gabriella Burba
di Cervignano del Friuli (UD)
Tiziana Monari
di Prato
Pelle dura
tagliata
dice di fatica e sudore.
Pelle che insegna
che parla di te
di me.
Di nascosto
amo osservare le tue mani
papà
Mi ricordano quella che sono.
“Assomigli a tuo padre”, dicono
e il cuore si riempie d’orgoglio.
Sei stato per noi
l’albero della vita,
radici piantate
nella terra degli avi
e rami protesi
verso il futuro,
un albero forte
dai frutti succosi
eretto nel vento
che squassa le foglie.
Siamo cresciuti
protetti dal nulla
che insidia la vita
senza radici,
all’ombra dell’albero
ove sosta il viandante
e cantano uccelli
nel primo mattino.
Ancora al tramonto
risuona il ricordo
di feste e di canti,
di nascite e pianti,
ricolmi calici
di vino dorato
all’ombra dell’albero
padre di vita.
Era quel nastro rosso
fra i capelli e il vento
Il senso di appartenenza alla figura paterna rende più forte la nostra identità. L’autrice rivela un legame forte con il padre, un
legame che si esprime in maniera silenziosa ma tangibile.
NUOVO FIORE
Simona Ferrari
di Ferrara
Ti prendo sottobraccio
Ed insieme ci incamminiamo.
Tu ed Io.
Un giardino irto di spine
Ci ha accompagnato in questa vita.
Lacrime salate
Ci hanno spesso diviso.
Ma ecco fra noi sbocciare un Nuovo
Fiore,
Nutrito da una forza nuova,
Implacabile e potentissima.
Il PerDono.
Ti voglio bene, papà.
Affresco toccante: archiviato il tempo dei
“contrasti”, l’autrice ritrova il padre e
insieme coltivano un fiore molto speciale
che intensifica il legame di sangue: il
perdono.
8
Un ringraziamento accorato che si esprime
nella delicata similitudine padre-albero. Un
albero che ha protetto ed educato.
una cometa da inseguire
in un cielo che aveva risposte
era un’altra vita
come fiore in attesa
quando correva il tempo del cuore
in un passato velato
in quel carnevale breve da vivere.
Era la tua mano grande
che copriva la mia
e quel cavallo bianco
in una Firenze profumata d’arancio
solo domeniche in prima fila
noi due
a increspare il sole
senza inverno alle finestre.
Poi la vita disegna profili
il cielo non ha più risposte
il nostro passaggio è senza orme
per noi
ladri di sabbia.
L’autrice immortala un momento vissuto con il
padre, velato nei dettagli per far emergere la
caducità della vita e, perciò, l’esigenza di condividere ogni attimo prezioso con chi amiamo.
“UNA POESIA PER L’ITALIA”
Nuovo numero, nuova tematica.
Inviateci entro il 20 maggio 2008, le poesie ispirate all’ITALIA – pensieri, emozioni, speranze, ecc. legate al nostro Paese – che non superino i 30 versi, in
un’unica copia, corredata delle proprie generalità e dell’autorizzazione
al trattamento dei dati personali.
Per spedire le opere (per posta, per fax o per e-mail in file doc.), per
richiedere Finestre Aperte e ricevere informazioni, rivolgersi a:
Centro Maria Bolognesi - Via G. Tasso, 49 - 45100 Rovigo
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e-mail [email protected] - www.mariabolognesi.it
Finestre Aperte
Sulle ali della Poesia
VERRÒ
IL MIO PAPÀ
PADRE PAR-TIME
Salvatore D’Aprano
di Montréal (Québec – Canada)
Angelica Nicolò (8 anni)
di Marcianise (CE)
Rossella Manzo
di Cesano Boscone (MI)
Verrò, o padre mio,
in un meriggio assolato
nel silente eremo ove tu riposi
ad accendere un cero
sotto la tua lapide e cambiare
i fiori oramai avvizziti.
Verrò per raccogliermi
davanti alla tua tomba
e discorrere con te, da padre a figlio,
perché ho ancora bisogno
del saggio tuo consiglio.
Per farmi perdonare
qualche dispiacere che,
senza volerlo, ti ho arrecato;
verrò per rimembrare il passato.
Per confidarti le mie tristezze e pene;
verrò poiché ho il tuo sangue
che scorre nelle vene.
E quando, anche per me,
suonerà l’ora della dipartita
e la truce Signora colpirà
il mio debole cuore col suo maglio,
dirò addio alla terrena vita,
cessando l’oneroso mio travaglio.
E come solevi fare quand’ero bambino
prenderai dolcemente la mia mano
e accompagnerai al cospetto del Divino
il tuo ramingo figlio che viene da lontano.
Il mio papà lavora tutti i giorni
sia sul posto di lavoro e sia in casa.
Nei momenti liberi scrive poesie,
gioca con me, con mio fratello
e fa tante coccole alla mia dolce mamma.
La Domenica soprattutto è festa grande
perché al mattino andiamo prima in chiesa
dove io canto nella schola cantorum
e tutti insieme ascoltiamo la parola di Gesù;
poi di sera ci porta sulle giostre
e ci compra sempre la pizza ed il gelato.
Però quando piove o fa freddo ci porta
al Mc Donald’s o al pomopizza
e lo stesso riesce a renderci felici.
Il mio papà è un grande papà
perché è coraggioso,
generoso e buono,
e anche se a volte sta tanto male
non fa pesare niente a nessuno.
Ha sempre il sorriso sulle labbra
e come dice lui bisogna veder nero
solo quando è buio.
Anche se sono una femminuccia,
da grande voglio essere proprio come lui.
Vedo nei tuoi occhi che brillano
quando mi aspetti sulla soglia di casa
la stessa gioia triste dei miei
riflessi nello specchio
dopo un lungo weekend
passato a raccontarci cose
che forse non ci saremmo mai dette
se tu fossi qui con me a tempo pieno.
Vite spezzate dall’incomprensione
dalla ricerca di quell’io
che si nasconde e lo si vuole nell’altro
che non c’è, non ci sarà.
Una corsa verso una felicità
che separa le unioni più profonde
e spacca come il vento che, gelido,
ti passa sul viso e segna la cicatrice
di un disagio che si nasconde
nell’ipocrisia dei giorni di diritto
da passare insieme
come quel pane che è stato spezzato
e poi distribuito dimenticandosi
della conta dei sentimenti.
Padre part-time il mio per te e
il tuo per me e nullo quello dell’incontro
fatto di parole nascoste, di carezze ricercate
di pensieri non esplosi.
Padre part-time
figlia spezzata tra due case
nell’odio di un’insostenibile
separazione.
Un padre che non c’è più e il desiderio del
figlio lontano di andare sulla sua tomba.
Meravigliosa consolazione la certezza di
rincontrarsi un giorno.
A MIO PADRE
Giancarlo Milani
di Cardano al Campo (VA)
Ti cerco, nei giorni grigioverde
di marzo
tra viottoli sordi
dove s’è spento l’eco
dei tuoi passi
e il tempo, ha nascosto le orme
tra foglie che piangono rugiada
disciolte al sole,
fuse con l’ombra.
Ti cerco, nell’aria brizzolata
di finta primavera
fra il cantico delle allodole,
forzando, un’epica suggestione.
Ti cerco da allora...
tra luci di speranza... .
Opera dai toni lirici che rendono più efficace il messaggio poetico: la ricerca del
padre, che sia fisica o emotiva, è una ricerca
infinita e insaziabile, piena di speranza per
trovare anche un po’ di se stessi.
Finestre Aperte
La giovanissima autrice dipinge in maniera
accurata il ritratto “poetico” del suo papà.
Colpisce la capacità di cogliere le piccole cose
del quotidiano che coinvolgono il lettore.
A MIO PADRE
Ines Scarparolo
di Vicenza
Era di gennaio
un triste giorno.
Il chiarore s’incupì
lassù nel cielo
quando un angelo
a te si fece attorno
e il tuo corpo
avvolse nel suo velo.
Tu mi lasciavi, padre
con l’amaro
del mio non dirti
ciò che avevo in cuore,
rimase un vuoto
duro da riempire
e ancora non si placa
il mio dolore.
Era di gennaio
un triste giorno
e tu morivi
senza darmi un bacio...
L’anniversario della morte del proprio
padre – anche se a distanza di molti anni
dall’avvenimento – diviene per l’autrice
autentico momento di intima evocazione, nel
rimpianto di parole mai dette.
La poesia tratta un tema attuale: i rapporti
tra figli e genitori separati. Situazione difficile descritta con sano realismo e con la
straordinaria capacità di coglierne anche i
lati positivi, se pur sofferti.
ABBÀ GIUSEPPE
Sabina Lo Faro
di Montalto Dora (TO)
Non riesco a comprendere
come tanta gente
non riconosca
tua dolcezza,
tua mitezza,
tuo profondo amor
per quel bambino,
dono divino.
Oh, beato Giuseppe
che potesti abbracciarlo
baciarlo sulla fresca guancia
tenerlo sulle tue ginocchia...
Oh, beato veramente Giuseppe
patrono dei papà
tu che, solo,
insieme al Padre
“suo” nei cieli
fosti da lui chiamato
Abbà.
Poesia semplice e incisiva che rivaluta la
santità – spesso messa in secondo piano
– di S. Giuseppe, come idillio della figura
paterna, esempio intramontabile.
9
30 gennaio 2008
Rovigo - Chiesa dei Santi Francesco e Giustina
MARIA BOLOGNESI, TERRA BUONA
Celebrato il 28° anniversario della nascita al cielo della Serva di Dio
Sono passati vent’otto anni da
quando quel 30 gennaio del 1980,
il cuore di Maria Bolognesi provato
da lunghi anni di malattia, smise di
battere mentre la sua ultima opera
pittorica si asciugava sul cavalletto.
Il cuore “spirituale” della Serva
di Dio, però continua a pulsare, tant’è che il ricordo del suo anniversario
è divenuto un appuntamento di grazia
e di preghiera per un numero sempre
crescente di fedeli.
Così anche quest’anno gli amici
di Maria Bolognesi si sono ritrovati
nella Chiesa dei Santi Francesco e
Giustina di Rovigo, per celebrare
questa ricorrenza.
Era frequente la presenza della
Serva di Dio in questa Casa del
Signore – come ha sottolineato la
prof. Giuseppina Giacomini, presidente del Centro – perciò non risulta
difficile, con la fantasia del cuore,
immaginarla presente a condividere
l’Eucaristia celebrata in sua memoria; altrettanto spontaneo è interpretare la vicinanza di Maria Bolognesi
come un aiuto a far tesoro del suo
esempio in questo momento di grave
crisi della nostra società.
Un esempio semplice ma così fulgido di fede da apparire inattuabile ai
nostri tempi; in realtà la Serva di Dio
ci insegna un valore in grado di spianare anche la montagna più ripida:
la perseveranza nel testimoniare quel
Dio-Amore che non ci abbandona
mai, soprattutto quando ci sentiamo
schiacciati sotto il peso della Croce.
La S. Messa presieduta dal Postulatore della Causa di Canonizzazione, Padre Tito M. Sartori, si è rivelata ancora una volta un momento di
approfondimento della figura della
Bolognesi.
Padre Tito, infatti, durante l’omelia e seguendo il percorso tracciato
10
dalla lettura del Vangelo, la parabola
del seminatore, ha illustrato come la
Serva di Dio sia stata terra buona per
la Parola di Dio, terra che ha accolto
la Parola e ha donato tutta se stessa
affinché fruttificasse.
Il Postulatore ha dato lettura
anche di documenti particolarmente
toccanti scritti da Maria Bolognesi.
Ogni cristiano ha la possibilità di
essere terra fertile per il seme di Dio,
e non bisogna scoraggiarsi se in alcuni momenti della nostra vita diventiamo sassi o spine per quel seme.
Si ringrazia Padre Tito, il parroco
della Chiesa ospitante Mons. Giulio Bernardinello, il vice Postulatore
Mons. Daniele Peretto e tutti i concelebranti. Un ringraziamento a quanti
hanno partecipato alla S. Messa: la
loro presenza è testimonianza di quel
frutto che Maria Bolognesi ha lasciato in questa vita terrena.
Ludovica Mazzuccato
Padre Tito M. Sartori
L’Omelia di P. Tito M. Sartori
LA PAROLA DI DIO
Le parole di Gesù tratte dal Vangelo di Marco, delineano, nella parabola del seminatore, i diversi modi
con i quali noi possiamo accogliere
il Suo gesto tendente a comunicarci
la Verità.
Sono descritte quattro categorie
di persone simboleggiate attraverso
le immagini della strada, delle pietre,
delle spine, del terreno buono.
Cercherò di illustrare due argomenti: il primo, che riguarda l’accoglienza della Parola sotto i simboli
surriferiti; poi mi soffermerò sulle
caratteristiche del seme abbondantemente sparso sul terreno.
1. PAROLA ACCOLTA
I quattro tipi di accoglienza, rappresentativi di quattro categorie di
persone, non possiamo e non dobbiamo considerarli statici, come se
una persona dovesse sempre essere
equiparata a strada, a pietra, a terreno
pieno di spine, o a terreno buono. Non
è vero: nella vita di ciascuno di noi,
c’è l’alternarsi di queste situazioni al
punto tale che alle volte siamo come
la strada, altre volte siamo insensibili
come le pietre, altre volte ci troviamo
circondati da spine, alle volte offriamo del terreno buono.
Siccome l’occasione dell’incontro
odierno è data dal 28° anniversario
della morte di Maria Bolognesi, Serva
di Dio – e quindi, per così dire, terreno buono – non tratterò delle prime tre
possibilità, ma soltanto dell’ultima.
Qui l’interrogativo è d’obbligo:
come si comporta un Servo di Dio,
terreno buono, nei momenti difficili
Finestre Aperte
28° anniversario della nascita al cielo
della vita, nei quali ineluttabilmente
tutti noi incappiamo?
Rispondo illustrando l’atteggiamento di fondo che caratterizzò la vita
di Maria Bolognesi e che troviamo
descritto nella preghiera di lei inserita
nella visione mistica del venerdì santo
del 20 aprile 1963: “Gesù, fa’ che sappia cercare solo te attraverso tutte le
ombre di questa vita”.
Mi fermo sul concetto di fondo:
quello di ombra. È molto strano che
una persona senza cultura, con la sola
prima elementare alle spalle, abbia
potuto equiparare la realtà mondana
a ombra. Certamente la Bolognesi
ignorava che l’immagine da lei utilizzata non era nuova, ma si trovava
addirittura nella Lettera agli Ebrei: La
legge possiede solo un’ombra dei beni
futuri (Eb 10,1). L’autore di quella
lettera intendeva significare che i riti
sacrificali antico-testamentari erano
stati sostituiti dal sacrificio cruento
di Cristo, agnello immolato al Padre
per liberare l’umanità dal peso della
colpa.
La Bolognesi, che viveva profondamente il contatto con la divinità e
che della preghiera aveva fatto come
l’atmosfera nella quale il suo spirito si
muoveva, poteva qualificare ombra la
realtà di questa vita.
Padre Tito e i concelebranti
Finestre Aperte
Perché la realtà in cui siamo è
ombra? Perché essa è illuminata da
Dio, ma noi non vediamo Dio, vediamo il riflesso della divinità, non scorgiamo la divinità. L’ombra è qualcosa
di vacuo, di transitorio, di passeggero.
Ciò che viene riflesso, è la realtà che
cade sotto i nostri sensi e perciò da noi
conosciuta; ma la sorgente della realtà
è Dio, è Lui che è l’essere. Noi siamo
l’ombra dell’Essere suo. Scorgere Lui
presente nell’ombra, significa svelare
il mistero della vita, capire ciò che
è Dio per ciascuno di noi. Quindi il
povero, l’ammalato, la persona che ti
fa del male, sono tutte ombre, ossia
riflessi della presenza divina. Tutta la
realtà è come fosse un appuntamento
con Dio, sicché ciascuno di noi può
approfittare di quest’ombra per cercare la sorgente della Luce.
2. QUADRO DI VITA QUOTIDIANA
Adesso vi voglio leggere un quadro
drammatico, che lei – Maria Bolognesi – fa di questa vita. Quadro drammatico, che io tolgo da uno scritto di
lei datato 11 febbraio 1976. Si tratta
di una lunga lettera indirizzata ad una
famiglia di Pellestrina (Venezia).
Di questa lunga lettera scelgo un
breve stralcio. Se non vi avessi già
detto che si tratta di una lettera del
1976, potreste essere indotti a credere di averlo letto nel Corriere della
Sera di questa mattina. Sentite che
cosa scrive: “C’é un caos da per
tutti i rami; sì, sì, viene una guerra
civile, non ce la scapotiamo. Quante disgrazie, quante miserie, quanta gente ribelle, da tremare. Sono
pensieri grandi, da noi è quasi sette
giorni che siamo senza pane. Ma cosa
vogliono? Arrivano bollette di luce
con supplemento, bollette di acqua,
luce, gas, telefono, ma chi può andare
avanti così? Sono cose impossibili. Se
gli impiegati statali, onorevoli, tutti
i ministri avessero le buste paga di
appena il necessario, quanto meno
camorra; i milioni li passano di mano
così, come noi le 10 mila lire, che ci
sembrano balsamo. Vedremo un brutto rovescio di questo specchio. Oh, se
pregassimo di più, cominciando dai
sacerdoti, dalle suore, sarei certa che
la vita sarebbe più riposante.
Gesù ci guarda, piange, ma noi,
incalliti, non ci interessa del suo pianto, ma siamo dei falliti. Fratellini, preghiamo, preghiamo e che Gesù abbia
misericordia di tutti”.
Quando la prima volta lessi queste parole, rimasi un po’ incredulo.
Allora le riferii alla situazione politica
che ebbe drammatica conclusione il
9 maggio 1978 con l’uccisione di
Aldo Moro. Oggi posso dire che sono
parole profetiche. Più volte e in più
occasioni, anche in questi giorni, si è
sentito ventilare la possibilità di una
guerra civile: speriamo che si sia trattato di un gioco di parole!
Anche l’accenno alla mancanza di
pane sembra improprio, eppure quante
volte in questi giorni si è accennato
alla lievitazione dei prezzi riguardanti
beni di prima necessità, tra i quali
il pane! Sappiamo purtroppo tutti,
ormai, come non si riesca ad arrivare
a fine mese con il salario, tanto meno
con la pensione.
Incredibile che lei abbia scritto
queste parole l’11 febbraio 1976, trentadue anni fa! Come si comporta una
persona che vive a contatto con Dio
in frangenti così pesanti come quelli
qui descritti e che purtroppo rifletto11
30 gennaio 2008
no la situazione odierna. Ecco come
si comporta: Oh, se pregassimo di
più, cominciando dai sacerdoti, dalle
suore, sarei certa che la vita sarebbe
più riposante. Gesù ci guarda, piange.
L’accenno immediato è alla fede,
al contatto con il Signore, che diventa
così fonte di conforto, di forza, pur
nella sofferenza della tribolazione.
3. LA PAROLA DI DIO
È SPADA DELLO SPIRITO
Il 2 gennaio 1978, due anni dopo,
Maria scrive un’altra lettera alla stessa
famiglia: “Signore, il Pastore sei tu, le
pecorelle sono tue. Io ti offro il cuore,
le mie mani, tutta me stessa; sono il
tuo piccolo cencio, usami come vuoi
ed io sarò pronta”.
Con queste parole iniziamo a trattare il secondo punto, concernente la
natura del seme. Il Seminatore sparge
il seme. Che cos’è il seme? Il seme è
la Parola di Dio, è Gesù: Lui è il seme,
Lui è la Parola, che svela la realtà
della vita.
Il Signore ci svela il valore delle
più piccole cose: il bicchiere d’acqua
dato al bisognoso, le lacrime asciugate
ad una persona, l’assistenza al malato,
la preghiera fatta per coloro che si trovano in difficoltà, tutto ciò esprime la
parola di Gesù accolta dentro il nostro
cuore, la parola di Gesù che vive dentro di noi.
A proposito della Parola di Dio,
Paolo, scrivendo agli Efesini, asserisce che essa è la spada dello Spirito.
Perché Paolo dice che la parola di
Gesù è una spada? Perché penetra
dentro la nostra coscienza, e vi scopre
il valore della vita, perché la Parola
sua è verità, dice ciò che esiste, indica
la sorgente della luce, che proietta le
ombre di cui parlai all’inizio, riferendo le parole di Maria Bolognesi.
Gesù è la Luce, penetra nell’anima, ti fa capire ciò che devi fare, ciò
che devi evitare, ciò che devi omettere, ciò che devi cercare di perseguire,
le finalità che devono animare dal di
dentro i tuoi giorni. Tutto ciò è luce,
è verità che penetra la coscienza e la
illumina dal di dentro.
12
4. LA PAROLA DI DIO È SEME
La parola di Dio oltre che spada è
anche seme. Che cosa contraddistingue
il seme? Il seme si auto-divide per dare
la vita. Da un granello di frumento,
hai la spiga. L’autodivisione costituisce
un processo rigenerativo. Cerchiamo
di capire che cosa volesse dire Gesù,
affermando che il seme è la Parola.
S. Pietro ci aiuta a interpretare tale
processo rigenerativo in questo modo:
“[Siamo] rigenerati non da un seme
corruttibile, ma immortale, cioè dalla
parola di Dio viva ed eterna” (1Pt
1,23). A tale proposito ci sovviene
quanto asserito dallo stesso Gesù: “Chi
è mia madre e [chi sono] i miei fratelli?
Mia madre e i miei fratelli sono coloro
che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica” (Mc 3,34-35).
Tante volte mi sono chiesto: “Ma
che cosa vorrà dire Gesù con queste
espressioni?”.
L’ascolto della Parola e la corrispondente osservanza di essa, equivale
a compiere la volontà di Dio espressa
da quella stessa Parola. In tal modo
si diviene madre e fratello di Gesù.
Madre, perché il fare la volontà del
Padre, equivale a riprodurre nell’azione
Gesù, venuto per fare la volontà del
Padre suo; fratello, perché si diviene
così copia fedele di lui nell’essere e
nell’agire.
E questo è esattamente quello che
ha fatto Gesù: ha ascoltato la volontà
del Padre e l’ha eseguita fino alla morte
di croce. Ma questo è quello che ha
fatto anche la Vergine: ha accolto la
parola nel suo grembo ed è stata sotto
la croce per offrire al Padre quella
Parola, che aveva preso carne in lei.
Miei cari, l’insegnamento che apprendiamo dal Vangelo e dalla vita
della Bolognesi, spalanchi la nostra
anima alla fiducia. Non dobbiamo aver
paura: le difficoltà sono tante, la vita è
complessa, non è semplice, ma se si ha
la fede, se si spera nel Signore, se si è
animati dalla carità, tutto può concorrere a delle soluzioni impensabili. Le
tre virtù teologali sono l’asse portante
della vita spirituale; se si fonda la
nostra vita sulla fede, sulla speranza e
sulla carità, Dio, che è Amore e Luce,
sarà sempre con noi.
(da “la Settimana” n. 6,
del 10 febbraio 2008)
Finestre Aperte
MARIA BOLOGNESI,
SORGENTE DI MUSICA
quando i progetti nascono dal cuore
Le idee originali e generose di questi due amici di Maria Bolognesi ci permettono di realizzare una serata (vedi pag. 16) di musica e poesia.
Rovigo, 9 novembre 2007
Gent.ma Sig.a Giuseppina,
grazie di cuore per il suo dono tanto prezioso quanto
gradito.
Ho imparato a conoscere e ad amare sempre di più Maria
Bolognesi grazie soprattutto alle Messe cui mi avete invitata
e alle vostre illuminanti pubblicazioni.
Mi permetto di proporre un’ulteriore iniziativa per onorare Maria: un concerto d’organo a lei dedicato nello splendido
“Callido”, appena restaurato, nella Chiesa del Cimitero di
Rovigo.
Sarebbe bello alternare i brani musicali con la lettura di
alcune delle sue bellissime poesie.
Se la mia proposta è gradita, possiamo incontrarci, una
Domenica, dopo la S. Messa della Rotonda.
Con i più cari saluti.
Paola Chiarion
Messina, 22 gennaio 2008
Non ci è dato sapere cosa sarà di noi, tanto meno se, usciti
di casa, chi incontreremo e, ahimè, se faremo ritorno a casa.
Questo in poche parole il filo conduttore che mi ha portato
a conoscere Maria Bolognesi. Da anni scrivo, poesie, testi,
musica... da pochi anni condivido tramite concorsi e pubblicazioni ciò che scrivo.
Il 2007 è stato per me un anno particolarmente erto per
la mia salute. Dopo un ricovero particolarmente difficoltoso, ho cercato distrazione in qualche concorso di poesia. E
qui ho trovato quello del “Centro”. Il primo impatto è stato
duro: Maria, chi è costei? Una santa che non ha trasformato
l’acqua in vino, né le nocciole in foglie, che non parlava agli
animali... anzi, una santa con una vita difficile, con problemi
con la legge....
Ho chiesto in giro, a sacerdoti vari, ma nessuno la conosceva. Che sia uno scherzo? L’ennesima burla, o truffa? Le
vie del Signore, però, sono sempre – e sottolineo sempre
– diverse e più semplici delle mie, e tutto ciò che io non
capisco, il Signore dipana. Inoltre, almeno mi è dato di
condividere le sofferenze di Gesù in infinitesima parte, per
fortificarmi nella fede e per “capire”. Così la mia salute è
Finestre Aperte
scivolata ancora, e i tempi di “stallo” a casa e a letto sono
aumentati. Ho avuto possibilità di leggere e approfondire
la vita di Maria Bolognesi... Non parlava agli animali, ma
sussurrava alle rose, non ha cambiato l’acqua in vino, ma ha
sciolto dei grossi nodi di fede nel mio cuore, e mi ha aiutato
ad accettare le mie piccole sofferenze fisiche. Non è mai
stata nella mia vita una presenza incombente, ma un angelo
custode, un ologramma etereo, tenace e silenzioso.... Così,
ho partecipato al “concorso” con una poesia....
In quel periodo i problemi si moltiplicavano, poi un giorno
“quel” giorno preciso arriva la rivista “Finestre Aperte” e tre
giorni dopo il quaderno e il libro su Maria... Da quel momento
la vita mia è in discesa. Certo non si sono risolti tutti i problemi, ma i nodi più importanti sono sciolti, e proprio dal giorno
in cui ricevevo la vostra risposta (il 12 ottobre 2007).
Ho sentito una calore, un abbraccio che mi ha dato forza e
chiarezza nei pensieri. Oggi a distanza di pochi mesi nemmeno ci credo. La maggior parte dei miei guai sono a soluzione,
ma sopratutto vedo l’uscita della galleria. Non voglio esser
esagerato dicendo che leggendo il libro di Maria ho sentito a
tratti odore di fiori, quando in casa non ne avevo. Ho apprezzato la “Maria” grande lavoratrice, e sento che oggi mi sta
accanto. Voglio conoscerla meglio, perché la biografia sul sito
non è molto chiara ed andrebbe in certi punti approfondita...
Ho pensato che un inno o una canzone, approvata e liturgicamente valida e corretta sia un buon inizio per conoscerla
meglio.
Senza alcun dubbio Maria Bolognesi per me non è stata
uno tsunami, ma una pregevole brezza primaverile, un vento
che entra dalla finestra e ordina i fogli invece che distrarli.
Ripeto, parlo di “inno autorizzato” perché so che il troppo
fervore può recare danno, e una canzone per essere eseguita
in una liturgia, necessita dell’approvazione ecclesiastica.
Ho dovuto dunque affrontare due problemi. Primo: il
Signore ancora una volta mi ha reso degno della Sua Passione,
appesantendo la piccola Croce che porto di sopra, e perdendo
un mare di tempo. Ma il Signore conosce i suoi polli e sa
quanto siamo capaci di sopportare, e con me è sempre davvero generoso. Secondo: scrivere un testo adatto, possibilmente
liturgico, con una musica facile, orecchiabile, e sopratutto
eseguibile da qualsiasi organista, anche il più inesperto.
Così, dopo il carteggio con Giuseppina Giacomini, ho iniziato a fissare le idee... il resto è storia. Per il futuro, se Maria
Bolognesi gradirà, e certo ce lo farà sapere in qualche modo,
si può pensare ad una “Messa” completa. Se sono rose, se ne
occuperà Maria Bolognesi...
Rocco Fodale
13
Parole e musica dell’Inno alla Serva di Dio Maria Bolognesi
di ROCCO FODALE
1 - Dal cuor di Dio sbocciata al suo giardino
Maria sei il fior più bello e profumato.
L’Amore di Dio per sempre canti
Grazie per Te noi imploriamo.
2 - Il cuor ardente a Dio rivolto ognora
Senza riposo espone sofferenze
Riunisci nell’Ostia tutti i cuori.
Di chi Dio ha già smarrito.
3 - Il Buon Consiglio la Madre t’ha dato,
La sola via d’amore a Lui conduce
D’amor nei pensieri tutti includi,
disserra il silente canto.
4 - Fiore più bello del Giardin di Dio,
il corpo modellasti nel dolore,
di Cristo conosci anche il Calvario
vissuto nel corpo e nel cuore.
5 - Al Silenzioso Canto voglio unirmi
E dare Gloria a Dio d’aver creato
D’amore un Paradiso in terra,
Roseto di Dio, sei Maria.
PREGHIERA PER IL SINODO
della Diocesi di Adria-Rovigo
1. Signore, che guidi e proteggi la tua Chiesa,
ti rendiamo grazie per averci rivelato il tuo amore
e per averci chiamati a “camminare insieme”
nella Chiesa, dietro il tuo Figlio Gesù.
Tu ci chiami a testimoniare in questo tempo
la tua Parola che ci fa vivere.
2. Dona alla Chiesa che è in Adria-Rovigo
il tuo Spirito di sapienza,
perché in questo Sinodo diocesano
sappia leggere i segni dei tempi
e rispondere agli interrogativi e ai problemi
dei giovani e delle famiglie, dei poveri e dei sofferenti.
14
3. Sostieni la nostra speranza nelle difficoltà,
donaci il coraggio del rinnovamento,
il gusto della ricerca appassionata della verità,
la pazienza nel dialogo e la gioia dell’ascolto.
4. Suscita in noi un nuovo slancio missionario
perché sappiamo portare agli uomini di oggi
la luce e la forza del tuo Vangelo
e la Chiesa sia segno visibile
della tua presenza e del tuo amore.
5. Maria, Madre della Chiesa, intercedi per noi:
rafforza la nostra vita di comunione
e fa’ che siamo nel nostro amato Polesine
testimoni di gioia e annunciatori di speranza.
Amen.
Finestre Aperte
S. Pasqua 2008
Per la Domenica delle Palme
L’ulivo benedetto
Oh, i bei rami d’ulivo! Chi ne vuole?
Son benedetti, li ha baciati il sole.
In queste foglioline tenerelle
vi sono scritte tante cose belle.
Sull’uscio, alla finestra, accanto al letto
metteteci l’ulivo benedetto!
Come la luce e le stelle serene:
un po’ di pace ci fa tanto bene.
Giovanni Pascoli
Di te dice il mio cuore: “Cercate il suo volto”.
Il tuo volto io cerco, o Signore.
Non nascondermi il tuo volto.
(Sal 27,8-9)
Con l’augurio:
La Pasqua ci renda “vere icone”
e l’empio di Maria Bologni
ci incorai a far diventare il nostro volto
sempre più simile a quello del Signore.
Redazione Finestre Aperte
Centro Maria Bolognesi
Dittico con S. Veronica
di Hans Memling
NOVITÀ
“Lettera ai romani dell’Apostolo Paolo”
di Padre Tito M. Sartori.
Comunicazione per chi riceve Finestre Aperte
Opera di alto contenuto
teologico.
Un “dono”
del Postulatore
per approfondire la fede
e per aiutare la Causa
di canonizzazione.
Chi fosse interessato
può contattare
direttamente il Centro
Maria Bolognesi.
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e saranno usati esclusivamente per comunicarLe le nostre iniziative.
In qualsiasi momento e gratuitamente Lei potrà richiedere modifiche,
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CENTRO MARIA BOLOGNESI - via G. Tasso, 49 - 45100 ROVIGO
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La ringraziamo per l’attenzione e cogliamo l’occasione per augurare pace e
serenità a Lei e a tutti i suoi cari, con un ricordo nella preghiera.
Centro Maria Bolognesi
Finestre Aperte
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CHIESA DELLA
SACRA FAMIGLIA
Ferrara - Via Bologna, 148
Giovedì
1 maggio 2008
ore 18.00
Venerdì
25 aprile 2008
ore 16.00
CHIESA SANTA MARIA
DEI SABBIONI
Tradizionale
cammino
spirituale
Rovigo - Via Oroboni
(cimitero di Rovigo)
Concerto in onore
della Serva di Dio
Maria Bolognesi
all’organo
Prof. Paola
A
T
T
E
N
Z
I
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Chiarion
Ogni mese, il giorno 30, alle ore 9.00
(se festivo ore 10.30),
viene celebrata una S. Messa
per la Serva di Dio
Maria Bolognesi
presso il Tempio cittadino
“La Rotonda” di Rovigo
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Finestre Aperte 1/2008 - Centro Beata Maria Bolognesi