Jean-François Millet,
Le spigolatrici, 1857;
olio su tela, 83,5x111
Il realismo
“Un linguaggio interamente fisico”
La pittura di paesaggio e la rappresentazione del
lavoro nei campi
Realismo e denuncia sociale
Lo scenario italiano:
Macchiaioli, veristi
Giovanni Fattori,
Contadino carro e buoi
Pellizza da Volpedo,
Il quarto stato, 1896;
olio su tela,285x543 cm
PUNTINISTI
Georges Seurat,
Bagno ad Asnières,1883
Olio su tela, 201x301cm
Manet
Monet
La rivoluzione impressionista
Renoir
Degas
Manet
Tiziano
‘500
Giorgione
Edouard Manet, Colazione sull’ erba,1863 Olio su tela, 208x264,5cm
Edgar Degas,
Le stiratrici,1884
Olio su tela, 76x82cm
Post-impressionismo
 Per indicare gli artisti che avevano variamente ripreso e
sviluppato i modi degli impressionisti, è entrato nell’ uso corrente
il termine “postimpressionismo”
Al post-impressionismo si rifanno tutti quegli orientamenti artistici che si svilupparono in
Francia nell'ultimo ventennio dell'Ottocento.
Il Postimpressionismo è una tendenza artistica che supera i concetti dell'Impressionismo.
I pittori postimpressionisti rifiutano la sola impressione visiva e la libertà del colore per
avventurarsi per strade non ancora percorse e personali.
Fra i più importanti post-impressionisti vanno ricordati
Paul Cézanne,
Paul Gauguin,
Vincent van Gogh,
che influenzeranno significatamente tutta l'arte pittorica del Novecento, ed il movimento
divisionista italiano.
•
ciascuno di loro, sia pure in maniera differente, voleva andare
oltre le apparenze naturali e ricercare gli elementi strutturali
dell’ immagine
Alla ricerca dell’ espressione “pura”
Postimpressionismo
la forma al servizio dell’ idea
Paul Cézanne
Vincent Van Gogh
Paul Gauguin
Paul Cézanne
(Aix-en-Provence, 19 gennaio 1839 – Aix-en-Provence, 22 ottobre 1906)
« La tesi da sviluppare è,
qualsiasi sia il nostro temperamento o capacità di fronte alla natura,
riprodurre ciò che vediamo,
dimenticando tutto quello che c'è stato prima di noi.
Il che, penso, permette all'artista di esprimere tutta la sua personalità,
grande o piccola »
(Cézanne, Lettera a Émile Bernard, 23 ottobre 1905)
Paul Cézanne, che ebbe antenati piemontesi, fu il primogenito di
Louis-Auguste, proprietario di una fabbrica di cappelli, e di AnneElisabeth-Honorine Aubert, operaia nella stessa fabbrica:
In una famiglia che godeva di notevole agiatezza, Paul poté
frequentare le migliori scuole.
Frequentò dal 1856 l'École de Dessin di Aix, conseguendo un secondo
premio in disegno, e studiò musica, suonando in un'orchestra.
Dopo aver cercato invano di entrare nella prestigiosa École des BeauxArts, ritornò ad Aix per riprendere i corsi di disegno e lavorare, senza
nessun interesse, nella banca del padre. La lasciò tuttavia l'anno
successivo per tornare nuovamente a Parigi e riprendere i corsi dell'
Académie Suisse; qui fece la conoscenza dei pittori Bazille, Monet,
Pissarro, Renoir, Sisley. Nel maggio 1863 visitò con Zola il Salon des
Refusés – l’esposizione dei dipinti rifiutati dal Salone ufficiale che
favoriva la pittura tradizionale - ma era attratto soprattutto dagli artisti
che poteva ammirare al Louvre: qui si esercitava copiando i classici
della pittura, da Caravaggio a El Greco, dai cinquecentisti veneti fino
ai moderni Delacroix, Daumier, Corot e Courbet.
Il padre di Paul Cézanne, 1866
È questo il periodo in cui Cézanne cercava uno stile personale,
fuori da ogni accademismo e da ogni scuola
Hortensie Fiquet, 1877
Dal 1866 al 1870 si divise tra Aix e
Parigi: qui conobbe e convisse,
senza che la famiglia sapesse nulla,
con una giovane parigina, Hortense
Fiquet. Allo scoppio della guerra
franco-prussiana si trovava ad Aix,
ma poi, per sei mesi, si stabilì con
Hortense a Estaque, un villaggio di
pescatori presso Marsiglia e, alla
fine della guerra ritornò a Parigi,
dopo aver evitato l'arruolamento
grazie al padre che pagò un
sostituto del figlio alla leva, come
consentito dalle leggi allora in
vigore.
Monaco domenicano, ca 1865
Il periodo impressionista
Soggiornò alcuni mesi a Pontoise, il paese
di Pissarro, col quale dipingeva, en pleine
air e a volte anche gli stessi temi.
Il risultato più alto di questa esperienza è
La casa dell'impiccato a Auvers:
«Lo spazio non è più amorfo, ma lo rende
quasi compatto, come una massa che però
non ha pesantezza, ma corposità.
È la luce che crea questa sintesi tra volume
e spazio.
Cézanne ha fuso il suo concetto di
monumentalità [...] con il desiderio di
struttura appreso da Pissarro e naturalmente
va oltre, perché non si contenta di una
dimensione puramente ottica delle sue
immagini, ma è già in cerca di una
dimensione emotiva della forma».
La casa dell'impiccato, 1873
Il periodo costruttivo
«un nuovo classicismo, non più fondato sull'imitazione scolastica degli antichi, ma rivolto a formare
una nuova, concreta immagine del mondo» da ricercare non nella realtà esterna, ma nella coscienza.
I continui insuccessi, tanto alle mostre degli impressionisti quanto
presso i Salons "ufficiali", che continuavano a respingere regolarmente
le opere che Cézanne si ostinava ad inviare, lo portarono a un periodo di
isolamento, aggravato anche dai contrasti con il padre il quale, già
disapprovando la convivenza del figlio con Hortense, quando venne a
conoscenza della nascita di un bambino, giunse a ridurgli gli aiuti
economici che fino ad allora non aveva mancato di fargli pervenire.
Cezanne passò gli ultimi anni in un quasi totale e volontario isolamento.
Dopo aver partecipato alla Terza Mostra Impressionista, l'artista
cominciò a rinchiudersi in se stesso, alla ricerca di sempre nuove
sperimentazioni formali.
Altra causa fu il suo carattere chiuso con tendenze paranoiche, che mal
s'adattava alla presenza degli amici che lo circondavano: celebri in
questo senso furono le "sfuriate" con Manet ("non le stringo la mano,
signor Manet, perché sono due settimane che non la lavo”.
Autoritratto, 1881.
Con la moglie e il figlio a Parigi, Cezanne visse solitario ad
Aix en Provence, dividendosi tra la casa in città e l'atelier in
località Chemin des Lauves, ritirandosi a dipingere tele di
grande formato, rappresentanti principalmente le Bagnanti o la
Montagna Sainte Victoire, e le cui ricerche formali anticipano
nettamente il cubismo.
Unico ad occuparsi di lui fu il grande mercante d'arte Ambroise
Vollard, che stipulò con lui un contratto nel 1895 e di cui fu il
primo -dopo 18 anni- ad esporre opere e ad organizzare una
mostra nella propria galleria.
Nell'ottobre 1906, mentre dipingeva in plen air, Cezanne venne
sorpreso da un temporale. Riportato a casa da un contadino su
un carretto scoperto, semincosciente e in preda a violenta
polmonite. Hortense e Paul giunsero ad Aix quando lui era già
morto.
Nel febbraio del 1907, al Salon d'Automne, gli fu dedicata una
imponente retrospettiva commemorativa, che sconvolse
un'intera generazione di nuovi artisti (tra cui Picasso e
Modigliani), pose le basi del cubismo ed aprì le strade alle
avanguardie artistiche del '900.
Gauguin
Van Gogh
Vincent Van Gogh,
Un paio di scarpe,1887
Olio su tela,34x41,5cm
espressionismo
Con il termine espressionismo si usa definire la propensione di un artista a privilegiare, esasperandolo, il
dato emotivo della realtà rispetto a quello percepibile oggettivamente. Tale tendenza si è manifestata in
molte forme d'arte, come la pittura, la danza, la letteratura, l'architettura, il cinema, il teatro, la musica.
L'espressionismo è una tendenza dell'avanguardia
artistica sviluppatasi tra il 1905 e il 1925 in Germania;
proponeva una rivoluzione del linguaggio che
contrapponeva all'oggettività dell'impressionismo
la soggettività dell'espressionismo.
Come l'impressionismo rappresentava una sorta di
moto dall'esterno all'interno,
l'espressionismo costituisce il moto inverso,
dall'interno all'esterno: dall'anima dell'artista direttamente nella realtà, senza mediazioni.
Organo ufficiale dell'espressionismo fu la rivista "Der Sturm", fondata e diretta da Herwarth Walden e
pubblicata dal 1910 al 1932.
La natura dell'espressionismo è ricca di contenuti sociali e di drammatica testimonianza della realtà.
Ma la realtà tedesca dei primi anni del secolo è la realtà amara della guerra, di contraddizioni politiche, di
perdita di valori ideali, di aspre lotte di classe, e proprio questi furono i temi principali e dolorosi degli
artisti espressionisti.
•
Tra i maggiori esponenti dall'inizio del XX secolo:
•
* Oskar Kokoschka
•
* Edvard Munch
•
* Egon Schiele
Il movimento espressionista si muoverà
• in Francia con il gruppo dei Fauves e
• in Germania con il gruppo dei Die Brücke.
•Egon Schiele,
Autoritratto con vaso nero - 1911
Il linguaggio degli espressionisti tedeschi si fonda sull'uso di colori violenti e innaturali e
sull'uso di linee dure e spezzate. Essi non applicano le leggi della prospettiva e non cercano di
dare l'illusione del volume e della profondità; colori e linee sono sufficienti a comunicare con
impetuosa violenza la visione drammatica e pessimistica che questi artisti hanno del mondo e
della società in cui vivono.
Die Brücke * Egon Schiele
* Oskar Kokoschka
Munch
Il racconto dell’ anima,
La supremazia della forma
E la rappresentazione dello spirito
Edvard Munch
"La malattia, la follia e la morte erano gli angeli neri che si
affacciavano sulla mia culla...." [Edvard Munch]
Edvard Munch
“L’ urlo” ,1983
Olio tempera e pastello su cartono
cm 91x73,5 Oslo
cinema
L'espressionismo ha rivestito una particolare influenza nell'arte
cinematografica, in particolare in Germania dove nacque tra il 1918 e il 1920.
Per gli espressionisti cinematografici i film avrebbero dovuto essere concepiti
come disegni viventi, in cui la scenografia, tutta dipinta, acquistava carattere
essenziale. L'espressionismo divenne una rappresentazione di incubi fantastici,
di allucinazioni, di esseri mostruosi e di vampiri: ebbe il suo periodo di
maggior fortuna tra il 1920 e il 1926.
Tra i più importanti esponenti di questa corrente nel campo cinematografico
compaiono i registi,
Fritz Lang (1890-1976)
e Friedrich Wilhelm Murnau (1889-1931)
Fauves, le bestie
•
•
"Bestie feroci" è l'espressione francese che fu
adottata - inizialmente in senso dispregiativo per un gruppo d'artisti che tenne la propria
collettiva al Salon d'Automne di Parigi nell'anno
1905. I
l primo ad utilizzare il termine fauves fu un
critico d’arte, precisamente Vauxcelles, che
definì la sala in cui esponevano questi artisti
come una "cage aux fauves" cioè una "gabbia
delle belve", per la “selvaggia” violenza
espressiva del colore, steso in tonalità pure.
Il movimento artistico comprende molti pittori dei quali il più famoso è Matisse.
Altri pittori da ricordare sono Derain, Vlaminck, Alexis Mérodack-Jeanneau e Marquet
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secondo ottocento