DIAMO CALORE E SICUREZZA
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Giornale dei Distributori Idrotermosanitari Italiani
EDIZIONE NAZIONALE
Idrosanitaria - 2/2010. Edizione Nazionale. Multiplex Editrice. Aut. Trib. RE n° 1030 del 28/02/2001
Poste Italiane S.p.A. - Spedizioni in abbonamento postale - 70% - DCB - Reggio Emilia
Borea&Beltrami, in 800 a Mostra Convegno 2010
Il mercato immobiliare è debole
E’ ora di partire!
Osservatorio immobiliare
Nomisma
Anche quest’anno il Gruppo Borea,
leader nel settore idrotermosanitario, ha accompagnato, venerdì 26
marzo, 800 installatori in visita alla
Mostra Convegno Expoconfort di
Milano.
La tradizionale visita dei clienti Borea a Mostra Convegno, che si è al-
I prezzi delle abitazioni nel complesso in Italia (fonte: Agenzia del Territorio) nel corso del 2009 sono calati
del -0,7% mentre nelle 13 più grandi
aree urbane il calo è stato molto più
intenso e pari al -4,1%.
Nelle città di dimensione immediatamente inferiore alle 13 grandi aree
dei prezzi è stata comunque significativa e pari al -3,7%.
Questi andamenti più negativi nelle maggiori città e molto attenuati
nei comuni più piccoli costituiscono
una caratteristica che si è prodotta anche in passato, ovvero quella
della volatilità più accentuata dei
urbane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino
e Venezia) mentre nelle così dette
città intermedie (Ancona, Bergamo,
Brescia, Livorno, Messina, Modena,
Novara, Parma, Perugia, Salerno, Taranto, Trieste e Verona) la riduzione
prezzi che è normalmente più forte
nei grandi comuni rispetto a quelli
piccoli.
Le previsioni, per quanto riguarda
l’Italia, sono che i prezzi resteran-
largata con piacere ai neo acquisiti
clienti Beltrami-gruppo Borea, ha
visto svolgersi la serata presso l’affascinante Villa San Carlo Borromeo
di Senago, con un intrattenimento
marchiato Zelig!
Slogan della serata “E’ ORA DI PARTIRE!”…scoprirete perché.
Diciotto pullman sono partiti da tutta la Liguria, Emilia Romagna e Veneto con destinazione Mostra Convegno, Polo Fieristico di Milano-Rho.
Durante la visita, gli installatori sono
(segue a pag.2)
Progetto fuoco, successo di pubblico
Le novità
e le innovazioni
Nei cinque giorni di Progetto Fuoco,
i visitatori in Fiera a Verona della 7^
Mostra internazionale di impianti e
attrezzature per la produzione di
calore ed energia dalla combustione di legna sono stati oltre 67.000,
48.000 circa gli operatori professionali (+25%) che hanno avuto una
giornata in più a loro disposizione
e 19.000 circa i privati interessati al
riscaldamento a pellet o a legna.
Mai come quest’anno Progetto Fuoco ha rappresentato una risposta
professionale e qualitativa alla crisi
e all’esigenza di cambiamento delle
abitudini pubbliche e private in fatto
di salvaguardia dell’ambiente.
Sono tante le novità presenti in Fiera,
frutto di ricerche e di innovazione.
Per le stufe dalla Francia il “caminetto che si muove”, unico al mondo,
che si può trasferire da una stanza
all’altra (se i pavimenti sono dotati
di un sistema di aspirazione fumi),
dall’Austria la stufa più silenziosa del
mondo (con motoriduttore che gira
in continuo), sempre dall’Austria la
prima caldaia murale a pellet (7 kW
di potenza e aspirazione automatica).
Dall’Italia una novità brevettata viene da Conegliano (TV) ed è una stufa da incasso a variazione cromatica
(il telecomando cambia colori, gradazioni, intensità e crea effetti flash
e stroboscopici); sempre da Conegliano una delle stufe più sottili al
mondo, profonda solo 25 cm.
Un nuovo brevetto cremonese
riguarda invece la diffusione differenziata dell’aria calda nelle varie
stanze: collegabile al termocamino
e gestito col telecomando, il sistema umidifica e profuma l’aria con
essenze naturali.
Da Cremona il “tubo furbo” che,
applicato alla stufa tradizionale, mediante due elettroventilatori canalizza il calore nelle stanze vicine.
Da Avellino la nuova biostufa, novità 2010, dal braciere autopulente
per pellet, legna, mais o altri prodotti granulari; da Bolzano la prima termostufa a tiraggio naturale e fiamma
inversa che grazie a due camere di
combustione abbassa drasticamente
le emissioni in atmosfera e realizza
rese molto alte; da Caserta infine
l’unica termostufa a pellet che riscalda l’acqua sanitaria fino a 40 gradi
anche quando l’impianto è spento.
Tra le caldaie si sono visti: dall’Austria l’anteprima mondiale della
prima caldaia murale a pellet, con
sistema di caricamento ad aspirazione automatizzato (da 7 kW); da
Brescia il bruciatore applicabile al
posto di quello tradizionale, da Padova i grandi impianti a cippato da 8
megaWatt di calore; dall’Austria la
centrale termica prefabbricata che
può raggiungere i 224 kW; da Cosenza la centrale termica mobile per
fornire calore in affitto ad alberghi
e edifici pubblici o privati. Molte le
caldaie che integrano l’energia elettrica prodotta dai pannelli solari a
quella termica ottenuta bruciando
pellet o legname.
(segue a pag.2)
Gli impianti domestici
Certificazione e
contenimento energetico
PAGG. 6, 7
Prospettive produttive e commerciali
Il mercato
del pellet in Italia
PAG. 8
Arricchisci
la tua biblioteca
professionale
PAG. 11
IdrosaniTaria
E’ ora di partire!
(continua da pag.1)
stati omaggiati di una pratica borsa
a tracolla gialla marchiata Borea ed
hanno potuto divertirsi partecipando al gioco “Segui il percorso.. .e”
recandosi presso gli Stand partecipanti all’iniziativa e facendosi siglare
una cartolina di gioco in loro possesso che permetteva di ricevere
omaggi targati Gruppo Borea.
Hanno dunque potuto assaporare le
fantastiche ambientazioni dei fornitori partners,Ariston - Baxi - Caleffi
- Irsap - Teknoenergy: passando dal
mondo del Far West presso lo stand
Ariston alla scalata di un gigantesco
radiatore allo stand Irsap.
Terminata la visita in fiera, tutti a
Villa Borromeo, dimora storica risalente al XIV secolo, nelle cui sale,
caratterizzate da opere d’arte originali mobili antichi ed affreschi, i
clienti hanno avuto modo di gustare
l’aperitivo.
La cena ha avuto inizio con un caloroso benvenuto del Dott. Claudio
Borea e del Dott. Giovanni Ripamonti - national brands & sales director del Gruppo Vaillant in Italia,
azienda partner che ha contribuito
alla realizzazione di questo grande
In senso orario: i premiati; la torta; i partecipanti
ed importante evento!
Luci soffuse ed ecco apparire direttamente da Zelig la spumeggiante
Teresa Mannino che con la sua verve ha saputo strappare numerosi
applausi e sorrisi dei presenti.
E sempre con il contributo di Teresa
sono stati premiati i tre vincitori
del gioco “Segui il percorso..e” e
sono stati omaggiati altri ben cinque
Osservatorio immobiliare
(continua da pag.1)
no deboli ancora per tutto il 2010
e solo nel 2011 torneranno in territorio positivo, seguendo la dinamica
di recupero che USA e Inghilterra
stanno anticipando.
Il mercato delle abitazioni non è
però un insieme omogeneo, ma al
suo interno abbiamo sostanzialmente due segmenti molto differenziati,
due segmenti che si evidenziano
particolarmente. Quello degli immobili di qualità per i quali, anche in
un contesto difficile come quello attuale, vi è una domanda pur sempre
significativa e quello degli immobili
senza qualità per i quali la domanda
è pressoché inesistente.
Il segmento a domanda vivace è costituito da:
- abitazioni di qualità in edifici energy
saving con certificazione energetica
elevata, dotate di parcheggi, servizi,
verde ecc. e ben localizzate;
- abitazioni in edifici di pregio e in
posizioni di pregio, sovente nei centri storici ma, anche, in edifici di qualità architettonica;
- abitazioni di pregio in località turistiche di grande appeal;
- abitazioni, uffici e negozi locati con
un rendimento di mercato e inquilini
solvibili in una ubicazione con domanda di locazione significativa;
- edifici interi e locati con rendimento di mercato destinati ad attività
economiche (uffici, centri commerciali, capannoni industriali e logistici)
specie se ubicati in mercati liquidi
(normalmente nelle grandi aree urbane);
- palazzi ad uso ufficio o misto, locati,
ubicati nelle posizioni urbane di pregio (in posizione centrale).
In sintesi, tutti i mercati che hanno
a denominatore comune la qualità
nelle sue diverse declinazioni, strutturali, prestazionali, localizzative, locative ecc.
Viceversa un segmento a domanda
particolarmente debole è quello di:
- abitazioni di bassa qualità, normalmente in edifici mal ubicati e periferici;
- edifici e immobili per le attività
economiche non locati o anche locati ma in ubicazioni marginali;
- immobili in località turistiche di
scarso pregio e scarsa qualità ambientale;
- operazioni di sviluppo di bassa qualità architettonica ed ambientale.
Complessivamente il mercato esprime, comunque, una rigidità sostan-
13 città intermedie
Variazioni percentuali annuali
dei prezzi degli immobili
Abitazioni nuove
-3,7
Abitazioni usate
-3,5
Uffici
-3,3
Negozi
-4,0
Capannoni
-3,2
Box o garage
-3,4
Fonte: Nomisma
Numero di compravendite di
immobili residenziali
e non residenziali in Italia
(valori assoluti in migliaia .000)
Settori
2009
Residenziale
609
Terziario
16
Commerciale
38
Produttivo
12
Non Residenziale
Totale
66
675
Fonte: Agenzia del Territorio
ziale dei prezzi che restano stabili
o calano di pochi punti percentuali,
mentre l’aggiustamento è avvenuto
soprattutto dal lato delle quantità
dove il numero complessivo di abitazioni compravendute crolla nel
giro di 3 anni di quasi 250.000 unità
ed oggi raggiunge poco più di 600
mila compravendite annue.
La riduzione dei volumi è attestata,
nel 2009, da un -9,4% degli investimenti in costruzioni e da un -18,1%
del valore delle compravendite.
Il significato economico di questa
riduzione dei valori è in un ammontare di investimenti in costruzioni
che dal 2007 ad oggi cala di circa 10
miliardi di euro e in un ammontare
di compravendite che cala addirittura di circa 45 miliardi di euro.
In termini occupazionali si può stimare una perdita complessiva di 200
mila unità di lavoro ripartite fra circa
150 mila nelle costruzioni e 50 mila
nel settore dei servizi immobiliari.
Anche il settore delle locazioni soffre per via della debolezza della situazione macroeconomica con una
riduzione dei canoni di locazione più
installatori presenti.
Tra questi due partecipanti di Genova e Savona si sono aggiudicati
due eleganti Rolex.
Per concludere, una dolcissima torta
aziendale ed un brindisi di ringraziamenti e di saluti a tutti i partecipanti.
Appuntamento dunque alla prossima edizione della Mostra Convegno
Expocomfort 2012!
forte rispetto a quella dei prezzi e
di una conseguente riduzione della
redditività degli immobili.
La debolezza del mercato è testimoniata dalla lunghezza dei tempi
di vendita e di locazione oltre che
dall’aumento degli sconti applicati
sui prezzi richiesti in sede di conclusione dei contratti e delle pratiche
di free rent (senza canone di affitto),
tipiche dei settori degli immobili
commerciali, anche per periodi significativamente lunghi.
Ha svolto un ruolo positivo di sostegno alla domanda la riduzione dei
tassi di interesse nel corso del 2009
con un effetto su una rata tipica di
mutuo che passa da 821 euro a 704
euro (-15%) mentre l’ammontare
complessivo delle erogazioni comunque cala.
Nel terzo trimestre del 2009 (ultimo dato disponibile di fonte Banca
d’Italia) prosegue il calo delle erogazioni di mutui destinati all’acquisto di immobili, anche se l’intensità
del calo esprime un rallentamento
del fenomeno. Le compravendite
di abitazioni effettuate da persone
fisiche accompagnate da mutuo ammontano a 242.544, in calo di quasi
30.000 rispetto all’anno precedente
(-10,8%), corrispondenti a circa 3,8
miliardi di euro in meno immessi sul mercato rispetto al 2008. Le
compravendite con mutuo costituiscono il 42,7% del totale (relative a
persone fisiche), quando nel 2006
tale quota era del 48%.
Nei primi mesi del 2009 le erogazioni di mutui per l’acquisto di abitazioni sono diminuite del 14,9%, e si
prevede che per il 2009 la flessione
si attesti sul 13%, il che equivarrebbe
a 7.600 milioni di Euro in meno rispetto alle erogazioni del 2008. Nel
periodo della crisi le compravendite
di case diminuiscono del 28,4%, ma
molto più consistente è la diminuzione del finanziamento (-44,1%).
Il debito medio per ogni compravendita diminuisce del 22% mentre
cresce corrispondentemente il capitale proprio che viene impiegato.
Il quadro che emerge è quello di un
mercato in cui le famiglie accedono
alla casa grazie alla disponibilità di
risparmio accumulata, mentre il sostegno complessivo da parte delle
banche diminuisce.
Poiché le compravendite di case
assistite da mutuo rappresentano
il 42,7% del totale, il capitale medio
effettivamente erogato per unità
abitativa ammonta a 129.354 Euro,
ovvero il 69% del costo dell’abitazione.
A MCE - Mostra Convegno Expocomfort
SOFFIA IL VENTO
DELLA RIPRESA
Confermando le previsioni della vigilia,
MCE - Mostra Convegno Expocomfort
ha chiuso i battenti con un successo di
pubblico e un ritrovato ottimismo in
vista della ripresa. L’edizione 2010 ha
fatto registrare oltre 150 mila operatori
professionali, con un’elevata partecipazione degli stranieri, soprattutto provenienti dai paesi europei
(Francia, Germania, Grecia, Spagna e Svizzera) e del Mediterraneo
(Algeria, Israele, Marocco, Tunisia e Turchia), oltre a Cina e Russia.
Per quanto concerne l’Italia, è stata riscontrata una copertura uniforme di tutto il territorio.
Molto positivo il clima riscontrato tra i padiglioni: gli espositori
si sono detti particolarmente soddisfatti per i contatti di business
sviluppati durante la manifestazione, e in generale, per l’interesse
dimostrato dai visitatori verso i prodotti esposti caratterizzati da
un elevato livello di innovazione e improntati a una drastica riduzione dei consumi.
Per Massimiliano Pierini, Exhibition Director MCE,“questi risultati
confermano il ruolo centrale ricoperto dalla manifestazione nel
mercato dell’impiantistica civile, industriale e della climatizzazione. Il ritrovato ottimismo è la medicina migliore per intercettare i
primi venti di ripresa e porre le basi per gli accordi commerciali
da concludere nei prossimi mesi”.
Positivo anche il bilancio dell’attività convegnistica, da sempre
tratto distintivo di MCE, e degli eventi organizzati nell’ambito di
Next Energy. Molto apprezzata la novità Showroom Stereo3D che
ha proposto la tecnologia di punta applicata al mondo del bagno.
Fondamentale per la buona riuscita della manifestazione è stata la
collaborazione delle associazioni di settore.
Anche questa edizione di Mostra Convegno Expocomfort ha dimostrato l’importanza del settore idrotermosanitario e della climatizzazione per il Made in Italy. Le migliaia di operatori presenti
hanno avuto molti e buoni contatti, con una positiva affluenza di
buyer stranieri: è questo un segnale importante.
L’organizzazione è già al lavoro per la prossima edizione, in programma nel marzo del 2012.
IdrosaniTaria
Qualità intrinseche dei prodotti
Installare la
sicurezza in bagno
Quello del materiale da installazione
è un settore delicato e complesso,
regolamentato da numerose disposizioni di legge e direttive comunitarie, che coinvolgono oltre al singolo
prodotto l’impiego che ne verrà fatto all’interno di un impianto.
Sta all’abilità dell’installatore professionista sapersi muovere nel modo
corretto e scegliere i prodotti adatti. Ha ormai venti anni la legge 46,
relativa alla sicurezza degli impianti,
che stabilisce: le imprese installatrici
sono tenute ad eseguire gli impianti a “regola d’arte” utilizzando allo
scopo materiali parimenti costruiti
a regola d’arte.
Riscaldare un bagno, installare asciugamani o asciugacapelli non è cosa
da poco. Innanzitutto in un bagno,
sia si trovi in un albergo o in un’abitazione, ci sono spruzzi d’acqua e
umidità. Da una statistica del Censis
emerge che l’11,2% della popolazione italiana usa abitualmente apparecchi elettrici (phon, radio, rasoio,
…) anche quando è ancora bagnata,
mentre il 10,9% spegne generalmente i propri elettrodomestici tirando
il filo dalla presa. Le mani in bagno
sono spesso bagnate ed è anche per
questo motivo che le norme di sicurezza degli impianti elettrici suddividono lo spazio in zone di rischio.
Sopra la vasca da bagno, il piatto
doccia o il lavandino (sino a 2,25 m
di altezza) non si possono installare apparecchi elettrici. Entro 60 cm
dalla vasca o dal lavandino i prodot-
ti elettrici devono essere protetti
contro gli spruzzi d’acqua (IPX4) ed
essere classe II per quanto concerne
l’isolamento.
Oltre questa seconda fascia ed entro i 2,4 m è sempre richiesta la
protezione IPx4, ma sono ammessi
anche prodotti in classe I.
Queste le indicazioni della normativa vigente, ma capita spesso di
esiste ma è il Censis a mettere in
guardia su alcune categorie di prodotti come phon, scaldini o piccoli
elettrodomestici, che vengono venduti a prezzi estremamente bassi:
“… Basti solo pensare che nell’anno appena trascorso, la Direzione
generale per l’armonizzazione del
mercato e la tutela dei consumatori
del Ministero delle Attività produttive ha ricevuto circa 300 segnalazioni
di prodotti pericolosi da associazioni di consumatori, imprenditori, ed
altre categorie: per circa la metà di
questi è stato pure avviato il procedimento amministrativo. L’offerta di
prodotti a bassa qualità va peraltro
sempre più aumentando, non solo
perché aumenta l’orientamento a
risparmiare nei consumi da parte di
alcuni segmenti di popolazione (ad
esempio gli anziani)…, ma soprattutto perché crescono le importa-
zona 1
zona 3
zona
2
2,25m
zona 0
0,6m
2,4m
Le zone circostanti alla vasca o al piatto doccia di suddividono, in funzione della pericolosità, in:
- zona 0: volume interno alla vasca da bagno o al piatto doccia;
- zona 1: è la zona delimitata dalla superficie verticale circoscritta alla vasca o al piatto
doccia, per una altezza di 2,25 m;
- zona 2: è la zona compresa fra la zona 1 e una superficie verticale parallela alla superficie di delimitazione della zona 1, distante 0,6 m, per un’altezza di 2,25 m;
- zona 3: è la zona compresa fra la zona 2 e una superficie verticale parallela alla superficie di delimitazione esterna della zona 2, distanza 2,4 m per un’altezza di 2,25 m.
trovare negli alberghi asciugacapelli
fissati a parete che non dovrebbero
trovarsi dove li si sta usando. Nella
maggior parte dei casi sul filo della
corrente c’è un’etichetta vistosa che
dice di non usare il prodotto vicino
al lavandino. Ma eccolo là il prodotto
tassellato a lato dello specchio, proprio entro quei 60 cm dove potrebbero entrare solo i prodotti IPX4.
I prodotti ammessi in questa zona ci
sono e sono accessibili anche come
costo. E’ importante scegliere un
apparecchio adeguato, la tecnologia
zioni a basso costo da Paesi, i cui
prodotti risultano molto frequentemente non a norma sotto il profilo
della sicurezza, o peggio, riportano
marchi di qualità contraffatti”.
L’installatore professionista, per fornire un impianto a “regola d’arte”
deve valutare e riconoscere, rispetto ad altri, prodotti con le necessarie
qualità senza mai dimenticare quali
requisiti essi debbano avere per
poter posizionarsi tranquillamente
in quei 60 cm che fanno davvero la
differenza.
PARIGI
Flessibile Docciamix
di Parigi Industry: ha le massime
certificazioni mondiali
Docciamix è il flessibile
ideale per i rubinetti con
doccetta estraibile pullout installati sui lavelli
delle cucine.
Come molti altri articoli
della gamma Parigi, Docciamix rientra nel programma dell’azienda di
ottenimento delle massime certificazioni mondiali del settore, a garanzia
dell’alta qualità del prodotto offerto.
Attualmente Docciamix è certificato dal DVGW secondo le norme
W543, W270 e KTW classe A in Germania, dal CSTBat in Francia
dove è stato approvato anche secondo i regolamenti
ACS, dal KIWA olandese,
dal SITAC svedese, dall’ETA
(VA) danese, mentre è prossimo al conseguimento NSF
61 U.S.A. e WRAS inglese.
Grazie al raccordo antitorsione brevettato e disponibile su richiesta, non si
attorciglia mai e mantiene
durante il suo utilizzo elevatissime caratteristiche di
maneggevolezza.
DATI TECNICI
- Tubo interno atossico approvato, disponibile per questa applicazione nei seguenti diametri: DN 6-8-10
- Treccia esterna nylon o acciaio inossidabile
- Rivestimento esterno: rivestimento esterno in PVC trasparente
su richiesta
- Raccordi: CW 614N o Cuphin®
- Bussole: acciaio inossidabile
- Pressione d’esercizio: 6 bar se la treccia è richiesta interamente
in nylon, 10 bar se la treccia è in acciaio inossidabile
- Temperatura d’esercizio:
-5+80°C (nylon), -5 +90°C (inox)
- Temperatura ambiente d’installazione: -5+50 °C
IdrosaniTaria
Da pianeta DAB a galassia DWT
Big bang
Forte di 35 anni di esperienza che
hanno fatto di DAB Pumps un brand
riconosciuto per la qualità delle
sue elettropompe per acqua e del
suo servizio presso clienti in tutto
il mondo (si pensi che conta ben 9
filiali estere: USA, Belgio, Olanda,
Germania, Inghilterra, Spagna, Russa,
Cina e Sudafrica), l’azienda ha deciso
di puntare tutto sul futuro. Nel 2009 si è andato infatti a completare un percorso di acquisizioni,
iniziato all’alba degli anni 2000, che
ha portato DAB a diventare centro di
gravitazione per le aziende, acquisite negli anni, rappresentate dai brand
Leader, Alma, Brisan, Tesla e Wacs.
Nasce così DWT GROUP: Dab
Water Technology. Una galassia di
6 aziende che fondono le loro storie e le loro eccellenze in un unico
gruppo destinato a diventare il riferimento nel mercato della movimentazione dell’acqua.
Con la costituzione del DWT
GROUP avvenuta a fine 2008, DAB
non è più unicamente un produttore di pompe di qualità, ma diventa
un gruppo che sviluppa una nuo-
va tecnologia integrata dell’acqua. È stata infatti ampliata la propria offerta nei segmenti del “fai da te”, del
drenaggio industriale e dell’agricoltura senza dimenticare il progresso degli ultimi anni nel mercato dei motori
per pompe sommerse e delle soluzioni elettroniche per i propri prodotti. Non solo. DWT GROUP, assieme all’offerta completa e dedicata di pro-
dotti per applicazioni domestiche
e professionali, garantisce infatti ai
clienti un’assistenza totale pre e post
vendita tramite una rete nazionale di
agenti, centri assistenza tecnica e una
copertura internazionale del mercato grazie alla propria rete capillare
di filiali e di distributori. In un settore in cui sempre più lo
sviluppo di nuove tecnologie e sistemi in grado di attuare un efficiente
risparmio energetico mantenendo
alti standard a livello di performance, queste acquisizioni denotano
il livello di avanguardia che DWT
GROUP ha raggiunto per affrontare
con successo le sfide del futuro proseguendo la strada tracciata da DAB
fin dal 1975. AQUATECHNIK
Per impianti a pavimento radianti
Collettori e componenti
La crisi finanziaria sta penalizzando la maggior parte dei Paesi
del mondo e, se a questa, si somma la pressione concorrenziale
dei Paesi orientali, il risultato
vede le Aziende costruttrici di
manufatti essere messe a dura
prova e costrette a rivedere profondamente le loro strategie di
produzione e le programmazioni di breve e medio termine per
superare la forte battuta d’arresto in atto.
Il settore edilizio, al quale l’attività di Aquatechnik si rivolge, fa
parte di quelli che hanno subìto
Questa nuova serie di collettori è già disponibile sul mercato e gli utilizzatori possono
usufruire dei corpi singoli per
eseguire l’assemblaggio a piacere, oppure acquistare i moduli preassemblati in azienda e
già installati nelle cassette di alloggiamento da incassare nella
muratura.
La gamma è disponibile nei diametri 26 e 32 mm con uscite
ai circuiti di riscaldamento nei
diametri 16 e 20 mm e una versione speciale con eurocono
per collegamento a tubi multi-
maggiormente il calo di domanda e criticità finanziarie senza
precedenti.
L’acquisto di abitazioni e altri
strutture immobiliari rappresenta un investimento a forte
rischio di indebitamento, dovuto anche all’aumento dei costi
delle materie prime e della manodopera specializzata. Le medesime valutazioni valgono per
lavori di recupero o di ristrutturazione di ambienti già esistenti; la crisi di un settore strategico come il building ha pesato e
pesa su tutta l’economia nazionale.Anche Aquatechnik si è impegnata a cercare soluzioni che
potessero contenere gli effetti
di contrazione delle commesse
di lavoro, innovando e perfezionando la propria gamma di prodotti con l’inserimento di materiali a costi più economici.
In questi ultimi due anni il programma delle raccorderie safety si è notevolmente arricchito con interessanti elementi per
consentire nuove e più diffuse
applicazioni. Stiamo parlando
della serie valurapid in PA-M
(colore nero).
Lo studio e la ricerca nel settore dei polimeri ad alta resistenza termica ha consentito di
realizzare la serie di collettori
modulari in poliammide (PA),
che ricalca le medesime quote
e particolarità della ormai collaudata serie in PPSU ad eccezione del fatto che la nuova serie è interamente dedicata agli
impianti di riscaldamento con
corpi scaldanti e a pavimento
radiante nella versione invernale e per il raffrescamento estivo:
i moduli sono identici a quelli
delle raccorderie safety e si installano con le stesse tecniche
di assemblaggio.
Uniche varianti degne di nota
sono i costi molto contenuti
ed il campo di impiego che si
restringe ai soli impianti in cui
non deve circolare acqua potabile per consumo umano: è un
limite imposto dal materiale di
base.
strato e monostrato di materiale
plastico.
I diversi moduli hanno una filettatura che consente il montaggio di elementi di regolazione:
valvole a spillo con testine elettriche, detentori o misuratori di
flusso e altri corpi compatibili.
Lo scopo di questa nuova serie
è favorire il risparmio economico sui costi complessivi dell’impianto senza penalizzare le prestazioni e l’affidabilità.
Il riscontro avuto finora dai
mercati, in cui questi collettori sono in distribuzione, è stato
estremamente positivo, sia per
le quantità richieste sia per la
soddisfazione degli utilizzatori,
che stanno apprezzando lo sforzo dell’azienda Aquatechnik nel
fronteggiare le difficoltà di questi periodi con prodotti di eccellenza, senza compromissioni di
sorta.
IdrosaniTaria
Giornale dei Distributori
Idrotermosanitari Italiani
Primavera 2010
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In redazione:
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Loredana Bertolani
Alessandra Aleotti
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SENTINEL
Prevenire e combattere la
contaminazione biologica negli
impianti a pannelli radianti
Questa case history dimostra
l’efficacia dell’azione di un biocida di ultima generazione quale Sentinel X700 nell’eliminare
tutti gli inconvenienti dovuti
alla crescita di organismi quali
batteri e funghi negli impianti a
pannelli radianti. Questi organismi possono seriamente compromettere il corretto funzionamento dell’impianto, causando
problemi quali il blocco di tubazioni, collettori, valvole e scambiatori di calore. Gli impianti
possono sviluppare odori sgradevoli o soffrire della corrosione dei componenti metallici.
In un impianto in appartamento privato con caldaia a condensazione e pannelli radianti a parete di produttori di prima qualità, 300 litri di volume totale, si
verificava un continuo intasamento dei filtri. L’impianto ha
dato problemi, sin dalla sua partenza, per ben 2 anni.
Da segnalare inoltre che la fanghiglia presente, oltre ad intasare i filtri, aveva otturato completamente alcuni pannelli radianti, tanto da rendere impossibile
al proprietario localizzarli in
base al calore emesso dal muro.
L’analisi: un campione dell’acqua di riempimento ed uno di
ma fase la carica era superiore a
quella dell’acqua usata per il
riempimento ma non in maniera eccessiva. Dopo circa un’ora
di circolazione con X700, la carica batterica è aumentata drasticamente: sintomo che il prodotto aveva“sgretolato”la membrana di biofilm creata dai batteri, portandoli in circolazione
nell’acqua per poi ucciderli.
Dopo questa fase, i batteri sono
diminuiti rapidamente.
Il risciacquo: dopo 4 ore l’impianto è stato svuotato per rimuovere qualsiasi residuo che
potesse essere rimasto dopo
l’immissione di Sentinel X700.
L’acqua che scaricava inizialmente dall’impianto era molto
scura e densa. Al termine delle
operazioni di risciacquo l’acqua dell’impianto era perfettamente limpida e probabilmente anche potabile.
Prevenzione di problemi futuri: per prevenire nuove contaminazioni, l’impianto è stato
riempito nuovamente con acqua ed è stato immesso 1 litro
di Sentinel X700. L’acqua è stata
fatta circolare per 30 minuti affinchè Sentinel X700 venisse
miscelato e distribuito in tutto
il circuito, dove è stato lasciato.
acqua dell’impianto sono stati
testati usando le dip-slide contenute nel Test Kit Sentinel
BioCheck, il kit per analisi concepito per il corretto uso del
Sanitizzante e Biocida Sentinel
X700. Le dip-slide sono piastrine ricoperte di un gel che permettono di visualizzare chiaramente l’entità della carica batterica dell’acqua.
E’ risultato che l’acqua all’interno dell’impianto aveva un’elevatissima carica batterica che
causava l’accumulo nelle maglie dei filtri di depositi, composti da limo organico nato dalla
proliferazione dei batteri.
La decontaminazione: all’acqua in circolazione nell’impianto a pannelli radianti è stato aggiunto 1 litro di Sentinel X700
per pulire l’impianto. La concentrazione di Sentinel X700 è
stata misurata con le strisce reagenti del Test Kit BioCheck. Il risultato indicava che l’impianto
conteneva la concentrazione
minima richiesta.
L’impianto è stato quindi fatto
funzionare per 4 ore.Durante il
lavaggio è stato prelevato ogni
30’ un campione d’acqua e la
sua carica batterica è stata misurata con le dip-slide. In una pri-
Prevenzione in impianti
nuovi: possiamo segnalare
un’applicazione diversa, questa
volta con un impianto nuovo:
circa 200 litri di volume totale,
impianto con caldaia a condensazione e pannelli radianti a parete, sempre di produttori della
miglior qualità. L’impianto era
nuovo, mai avviato, ma l’acqua
di riempimento presentava
un’eccezionale carica batterica:
in questo caso il trattamento all’avviamento ha evitato che gli
stessi problemi del caso precedente si verificassero in tempi
molto brevi.
Queste esperienze dimostrano
che il trattamento con un efficace biocida e sanitizzante è indispensabile quando l’impianto a
pannelli radianti risulti intasato
dalla proliferazione batterica,
ma che anche in condizioni di
normalità i batteri ci sono, e
conviene tenerli sotto controllo con il kit Sentinel X700
BioCheck. Sarebbe auspicabile
che l’installatore che ha installato l’impianto nuovo, o che ha lavato quello vecchio e contaminato, facesse degli accertamenti
periodici della carica batterica
ben prima che si verifichi un
calo sensibile del rendimento.
Conciliazione nelle Camere di Commercio
Come risolvere le
controversie
Il servizio di conciliazione delle Camere di Commercio è un metodo
di risoluzione delle controversie tra
imprese e consumatori alternativo a
quella giudiziale.
Grazie a questo strumento è possibile risolvere controversie sorte
tra imprese e consumatori in modo
semplice e rapido, con la finalità di
arrivare ad un’amichevole composizione dei contrasti risolti e ottemperando alla legge 580 del 1993
sul servizio conciliazione rivolto sia
a privati cittadini che a imprese e
consumatori.
Le parti coinvolte possono trovare
di comune accordo una soluzione
che metta fine alla lite avvalendosi
dell’aiuto di un terzo neutrale e imparziale: il conciliatore.
Costui è un professionista iscritto all’elenco tenuto dalle Camere
di Commercio, formato in base a
standard nazionali definiti da Union
Camere tramite corsi articolati su
vari livelli (fino ad oggi i conciliatori
formati sono circa 6000, di cui 1088
solo nell’anno 2007).
Egli presenta una serie di servizi ed
indicazioni per illustrare il tentativo
di conciliazione, un procedimento
che svolge sulla base di un regolamento unico a livello nazionale. Le
parti possono giungere al tavolo di
conciliazione in comune accordo
quando tale tentativo è previsto dalla clausola contenuta nel contratto
oggetto della controversia di conciliazione.
Per avviare la procedura è sufficiente compilare il modulo della domanda, disponibile presso gli uffici delle
camere di Commercio, sul quale
indicare chi sono le parti e qual è il
problema, e consegnarlo in segreteria. L’ufficio provvederà quindi a contattare l’altra parte ed organizzerà la
procedura, a patto che quest’ultima
accetti.
L’accordo, una volta sottoscritto, ha
valore contrattuale.
Sono molti i vantaggi offerti da questo strumento alternativo alla giustizia ordinaria, come la rapidità (spesso le cause commerciali arrivano a
durare anche diversi anni) e il distacco dai vincoli formali e burocratici
richiesti dal sistema giudiziale.
I costi della controversia sono variabili a seconda del valore e pubblicati sul tariffario consultabile alla
Camera del Commercio. Inoltre è
garantita la riservatezza, in quanto
chiunque partecipi al procedimento
è tenuto a mantenere il segreto di
ciò che ha appreso. Se si desidera, ci
si può far assistere da un avvocato o
da un consulente e, se il tentativo di
conciliazione non riesce, è possibile
ricorrere al giudice per le successive
azioni giudiziarie.
Il conciliatore conduce l’incontro
senza formalità di procedura, sentendo le parti congiuntamente e
separatamente presso gli uffici della Camera di Commercio o presso
una sede scelta dai diretti interessati. Solo in casi particolari viene individuato un consulente tecnico da
affiancare al conciliatore, qualora le
parti siano favorevoli.
Tutti i vari oneri fiscali derivanti dall’accordo raggiunto restano a carico
delle parti.
Claudio Ferretti
Consulente Tecnico CTU
Perito Accertatore
IdrosaniTaria
Funzionamento degli impianti domestici
Certificazione e
contenimento energetico
Da uno stralcio del regolamento di
attuazione DPR 2 Aprile 2009 n°
59; G.U. n°132 10 Giugno 2009 si
legge:
omissis……
“Si procede in sede progettuale alla determinazione dell’Indice di prestazione
energetica per la climatizzazione invernale (EPi) ed alla verifica che lo stesso
risulti inferiore ai valori limite che sono
riportati nella pertinente tabella di cui
l’allegato “C” al decreto legislativo.”
Si riporta un’esemplificazione sulla
determinazione dei consumi limite
per unità immobiliari residenziali.
La tabella n°1 è l’estensione della tabella allegato “C” del DPR 1.04.2009.
I consumi per il riscaldamento relativo alla stagione invernale è stabilito
in kW/m2 anno ( kW/anno per ogni
m2 di superficie netta calpestabile).
Stabilito il consumo energetico secondo la linea progettuale, portati
a termine i disegni dell’impiantistica tecnica (come per esempio, evidenziato nella Figura1) necessitano
delle operazioni di “regolazione”
dell’impianto al fine di predisporre
una corretta distribuzione del fluido
termico.
In termine tecnico detta operazione si enuncia come “bilanciamento
dell’impianto”, “regolazione del sistema di distribuzione”.
Dette operazioni devono di norma
essere già indicate e presenti nel disegni esecutivi.
E’ bene, in ogni modo, che l’impresa installatrice prepari l’impianto
secondo le indicazioni pratiche del
produttore della componentistica
tecnica, vanno confrontate dette
regolazioni con le indicazioni che il
Progettista dell’impianto ha riportato sul disegno: i valori si ritengono
accettabili per differenze nell’intorno del più o meno 5%. Per differenze che presentano valori superiori, si
consiglia di consultare il Progettista.
Con la regolazione dell’impianto si
tende ad equilibrare tutte le resistenze (perdite di carico) fra i vari
circuiti della distribuzione primaria
(collettori di zona, corpi scaldanti).
Dette regolazioni riguardano (limitandoci nell’attuale descrizione alle
singole unità abitative con riscaldamento autonomo):
1. la regolazione delle valvole by-pass
delle valvole di zona poste sui collettori;
2. la regolazione delle valvole by-pass
automatiche poste sul circuito primario dell’impianto;
3. la regolazione micrometrica dei
corpi scaldanti attraverso i detentori.
La valvola di by-pass automatica a 4
CONSUMI ENERGETICI IN RELAZIONE ALLE LOCALITA’ DOVE
RISULTA INSTALLATO L’IMPIANTO DI RISCALDAMENTO
kW /m2 anno
S= superficie totale involucro esterno in m2
V= volume lordo dell’edificio in m3
Esempio:
superficie esterna complessiva dell’involucro edilizio
m2 430
Volume loro dell’edificio
m3 780
S/V = 430 / 862 = 0,498
Località Catanzaro GG 1328 consumo limite kW/m2 anno = 38,6
Appartamento condominiale
m2 115
Consumo annuo
kW= 38,6 x 115 =
4439
Considerando un costo kW 0,25 costo annuo compl. = max € 1109
Tabella 1
1° VALVOLE DI ZONA A 4 VIE
Figura 1
Regolazione valvola by-pass
Regolazione manuale della valvola by-pass
valvola by-pass chiusa
valvola by-pass chiusa
MODALITÀ OPERATIVE DI CANTIERE:
1 - Aprire completamente le valvole
by-pass.
2 - Disporre la chiusura del comando
elettromeccanico n°2.
3 - Disporre l’apertura del comando
elettromeccanico n°1.
4 - Accendere la caldaia, portarla alla
temperatura di max di regime
(es. 65°C). I radiatori del collettore
n°1 si scaldano solo parzialmente.
5 - Iniziare la chiusura del by-pass
valvola n°2; terminare solo quando
il radiatore più sfavorevole del
collettore n°1 raggiunge la sua
massima temperatura.
6 - Spegnere la caldaia, lasciare
raffreddare l’impianto.
7 - Disporre la chiusura del comando
elettromeccanico della valvo la n°1.
8 - Disporre l’apertura del comando
elettromeccanico valvola n°2.
9 - Accendere la caldaia, portarla alla
temperatura di regime.
10 - Iniziare la chiusura del by-pass
valvola n°1; terminare solo quando
il radiatore più sfavorevole del
collettore n°1 raggiunge la sua
massima temperatura.
11 - Spegnere la caldaia, impostare i
cronotermostati delle singole zone.
L’impianto è pronto per il suo
regolare funzionamento.
Gradi giorno (GG) della
località di pertinenza:
= la somma di tutte le differenze
di temperature
“medie giornaliere” che
si hanno rispetto al valore
standard di 20°C.
Detta somma va estesa a
tutti i giorni del periodo di
riscaldamento invernale.
vie esplica le seguenti funzioni:
A - consente di mantenere inalterata la pressione dinamica dell’impianto quando le valvole termostatiche
si pongono in chiusura o sono in
parte chiuse sui termosifoni: questa
condizione non permette alcun affaticamento della pompa.
B - mancando la valvola by-pass sull’impianto ne segue, di conseguenza,
l’affaticamento della pompa con dispersioni di corrente ( corrente vagante) in ragione di circa 40...80 mA,
condizione sufficiente per attivare la
formazione di gas nell’impianto (per
effetti elettrolitici con dissociazione
dell’acqua quando la stessa è a contatto fra due componenti metallici
diversi: Acciaio/Ottone; Acciaio/Alluminio ecc.);
C - mancando la valvola by-pass e,
quando sull’impianto risulta presente il trattamento fisico dell’acqua
(anticalcare magnetico), i componenti di trasformazione dei carbonati tendono a formare una incrostazione particolare.
Con l’applicazione del collettore
nella zona centrale dell’appartamento e l’utilizzo della tubazione
Multistrato 16x2 (standard in queste applicazioni) la regolazione dei
termosifoni è affidata solo e soltanto ai detentori che possono assorbire nel contesto tutte le perdite di
carico in proporzione alla portata
termica.
Eseguite tutte le modalità operative, precedentemente indicate, sarà
possibile verificare la classe energetica di appartenenza dell’unità
immobiliare verificandone i consumi energetici (rapportati al reale
confort ambiente). Ne segue che la
certificazione energetica dell’edificio può essere stabilita - dal punto di
vista pratico - solo e soltanto dopo
avere verificato lo stato di fatto dei
consumi energetici in relazione al
rendimento dell’impianto.
La certificazione energetica degli
edifici costituisce un “intervento
separato dalla progettazione”; sia
per gli edifici esistenti che di nuova
costruzione.
Nella Tabella 2 si evidenzia, avendo
preso in considerazione la città di
“Catanzaro”, come si identificano
le classi energetiche in relazione al
contenimento energetico rispetto al
valore limite indicato nella Tabella 1.
Il salto di qualità è particolarmente
importante. Detto contenimento
energetico si può solo raggiungere,
oltre alla corretta coibentazione
termica dell’involucro edilizio, predisponendo, come precedentemente enunciato, la:
1° Applicazione delle valvole termostatiche o comandi elettrotermici
per singolo ambiente (pilotati da
termostati elettronici);
2° Applicazione del cronotermostato per zone impostabile su due
livelli di temperatura;
3° Corretta regolazione delle valvole by-pass sui collettori di zona;
4° Corretta regolazione della valvola by-pass automatica posta sul
circuito di collegamento caldaia/
collettore;
5° Corretta regolazione dei detentori posti sui corpi scaldanti.
Con queste attenzioni il rendimento dell’impianto si pone al 78-80%
per caldaie ad alta temperatura,
Per riceverla gratuitamente richiedila a:
Il Giornale dell’Idrotermosanitaria
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IdrosaniTaria
2° VALVOLE DI ZONA A 4 VIE
3° REGOLAZIONE DEI CORPI SCALDANTI
Regolazione valvola by-pass
Collettore Monoblock
Detentori con regolazione micrometrica
Detentori tipo con
“regolazione micrometrica”
attacco tubo di Rame e multistrato
(polietilene PexC e Alluminio)
La regolazione dei corpi
scaldanti presenta un alto
contributo al risparmio
energetico.
È un’operazione indispensabile e alquanto semplice.
Si ricorre a:
- programmi informatici,
- calcoli manuali, utilizzando diagrammi e formule di
carattere scientifico.
- si procede con operatività
di cantiere di certa praticità e affidabilità.
Regolazione valvola by-pass 4 vie:
1 - Spegnere la caldaia
2 - Aprire completamente la valvola by-pass a 4 vie
posta sotto la caldaia
3 - Aprire tutte le valvole poste sui termosifoni
(lasciando i detentori perfettamente regolati - vedere 3°)
4 - Accendere la caldaia; portarla alla temperatura di regime
5 - Iniziare la chiusura della valvola by-pass; terminare solo
quando il radiatore più sfavorevole ha raggiunto la sua
massima temperatura.
A questo punto ha termine la regolazione.
Evidenziamo, di seguito, una tabella di utilizzo
per la regolazione dei corpi scaldanti.
Regolazione valvola by-pass automatica
Esempio:
1 - utilizzo di detentori con regolazione“micrometrica”.
2 - superficie considerata: unità abitativa n°7 m2 18; detentore 3/8”
regolazione n° giri 2.
valvola completamente aperta
valvola già regolata
E’ implicito che con la chiusura parziale o totale
delle valvole termostatiche si riduce automaticamente la portata dell’acqua nell’impianto contenendo, di conseguenza, i consumi energetici.
Ne segue che la valvola by-pass automatica è un
componente indispensabile quando si applicano valvole termostatiche, o comandi elettrotermici sui corpi scaldanti.
mentre raggiunge l’85-90% per caldaie a condensazione.
Mancando una o più attenzioni ai
punti 1...5 or ora citati, il rendimento
impianto scende intorno al 50...35%
con costi d’esercizio difficilmente
sopportabili dall’Utenza.
E’ implicito che per una corretta
verifica del sistema impianto risulta
indispensabile usufruire di una “contabilizzazione del consumo energetico” (con l’obbligatorietà del riporto di detti valori annuali sul libretto
impianto) non solo per l’Utenza
condominiale, ma anche per la singola Utenza a sé stante (villa).
Una puntuale verifica del rendimento impianto costituisce un biglietto
da visita per l’impresa installatrice
che ha realizzato l’impianto che può,
in ogni momento, documentare con
fatti concreti alla clientela la propria
professionalità nella corretta esecuzione degli impianti.
Ing. Giuseppe Loffredo
Superficie m2 2
4
6
8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28
Detentore:
0,2 0,4 0,7 1,1 1,6 2,2 2,9 3,5
J.L.
d 3/8’’
0,1 0,3 0,5 0,7 1,0 1,2 1,4 1,7 2,0 2,4 2,9 3,3 4,0
d1/2’’
30
32
0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,9 1,1 1,3 1,5 1,7 1,8 2,0 2,3 2,6
TABELLA N. 2
Classe energetica edifici
città “Catanzaro”
kW/anno m2 superficie unità immobiliare
Allegato “C” DPR 2.4.09 n°59 - Scheda tipo
Classe energetica edifici
kW/anno m2 superficie unità immobiliare
IdrosaniTaria
Marketing in periodi di crisi
Modalità produttive e commerciali. Prospettive
Perchè continuare Il mercato del pellet
a comunicare
in Italia
Lo dicono tutti, lo diciamo anche noi:
la festa è finita da un pezzo, l’economia è malata. E in tempi come questi
in cui la crisi si fa sentire, anche il
settore idrotermosanitario fa le sue
scelte: la comunicazione e le relazioni con i termotecnici, gli installatori, gli altri operatori del settore,
gli stessi privati vengono tagliati in
modo significativo. Alcune aziende
idrosanitarie hanno tagliato le loro
attività di marketing del 20, del 30%,
altre evidenziano percentuali più
consistenti, addirittura alcune, chiudendo gli occhi e stringendo i denti,
arrivano al 100%. Sono modi di agire che, forse, rinsanguano di poco il
bilancio a fine anno, ma tolgono al
marketing aziendale alcuni dei suoi
strumenti più potenti: sono dunque
tagli che, nel tempo, faranno più
male che bene!
Quanti responsabili aziendali ho
sentito dire, con convinzione: “La
pubblicità? Noi facciamo senza: è
sufficiente la qualità dei nostri prodotti!”. Altre realtà produttive e distributive, che fino ad alcuni mesi fa,
avevano scelto di investire per aumentare visibilità e conoscenza dei
loro prodotti, dei loro servizi, molto
probabilmente in questo periodo di
recessione hanno deciso che bisogna ridurre i costi aziendali, per primi quelli di comunicazione.
E’ modo di pensare comune quello
che la pubblicità sia una parte di cui
si possa fare a meno, specialmente
nei settori specializzati – il settore
idrotermosanitario è fra questi -,
che sia quasi un fattore superfluo
in periodi come quello che stiamo
vivendo. Ma se la qualità del prodotto è la prima cosa da salvaguardare,
non meno importanza va attribuita
al modo di far conoscere il frutto
del proprio lavoro. Anzi, è proprio
nei momenti di difficoltà che le strategie comunicative devono essere
più strutturate, devono evidenziare
valenze strategiche.
Non bisogna tacere che se, purtroppo, abbiamo visto molte aziende
chiudere i battenti, la maggior parte
delle imprese – installatori, distributori, produttori - ha adottato la
strategia del “sopravvivere fino alla
fine della crisi“, facendo largo ricorso alla cassa integrazione, al taglio
netto di tutti i costi di gestione e
alla drastica diminuzione degli investimenti, nello stesso tempo alcune
imprese in netta controtendenza
stanno aumentando gli investimenti
pubblicitari per rinforzare il proprio
brand e aumentare il proprio portfolio clienti: ci sono oggi numerosi,
validi strumenti di comunicazione.
Da sottolineare che alcune aziende, pur non ricorrendo alle tattiche
campagne promozionali centrate
solo sul prezzo, sono state in grado
di incrementare e consolidare quote di mercato e profittabilità. Son
riuscite a raggiungere apprezzabili
risultati puntando su una comunicazione che mette in primo piano
la vera qualità dei loro prodotti. Va
sottolineato che la pubblicità resta
la sola, o quasi, fonte accessibile a chi
acquista per informarsi sui prodotti
e, nello stesso tempo, può dare positività ai profitti aziendali.
Saranno proprio queste aziende a
poter testimoniare la loro sopravvivenza alla recessione e di esser
riuscite a portare a loro favore un
periodo di fortissima crisi.
E’ risaputo: le marche abbandonate
a se stesse entrano in crisi di identità; il recupero dell’identità, il suo
rinnovo, saranno decisamente più
impegnativi.
Investire in comunicazione (la pubblicità non è mai stata un costo, ma
un investimento) in questo periodo
significa rendere visibile il proprio
brand in contesti di minore concorrenza e saturazione rispetto agli
anni precedenti: si ha la possibilità
di far risaltare il proprio marchio
in uno scenario meno combattivo e
concorrenziale, si può beneficiare di
una attenzione maggiore ai propri
prodotti.
Nell’ITS la stampa di settore ha ancora un forte peso comunicazionale e conoscitivo: tante pagine sono
strumenti di lavoro e di conoscenza. Riviste, periodici, house organ
danno la possibilità di essere visti e
assicurano la presenza aziendale sul
mercato: è fondamentale ribadire i
valori della marca come pure quelli
su cui si fonda l’azienda, per colpire
ed entrare in sintonia sia con l’operatore professionale, sia con il privato. E’ un momento di cambiamenti
significativi: tutti i mercati hanno
evidenziato, negli ultimi mesi, la tendenza verso il basso, ma queste statistiche non dicono che le persone
non acquistano più. E’ invece mutato
l’approccio all’acquisto, è diventato
più ragionato e meno scriteriato,
anche nell’idrotermosanitario.
Sono cambiate le leve motivazionali
su cui bisogna agire per spingere a
scegliere l’azienda ed i suoi prodotti.
La crisi evidenzia anche aspetti positivi: è l’occasione per rivedere la
propria comunicazione commerciale nei riguardi della potenziale clientela (non si può vendere a tutti!).
E’ l’occasione per aggiornare la presentazione dei prodotti, i processi di
vendita, i servizi post-vendita, il potenziamento del customer care.
Insomma invece di tagliare ed amputare, cioè fare marcia indietro, bisognerebbe anche in questi difficili
momenti, guardare avanti.
Il mercato italiano del pellet ha sempre confermato le aspettative, con
incrementi positivi negli ultimi anni.
Nonostante il costante aumento
della produzione del pellet, il mercato rimane comunque vulnerabile ed
eccessivamente legato ad elementi
troppo aleatori (eccessiva dipendenza da fattori climatici, mancanza
di grandi utilizzatori, reperibilità del
prodotto nel territorio).
In questo articolo facciamo riferimento allo scenario italiano, e i dati
presentati prendono in considerazione il solo pellet da legno vergine,
di 6 mm di diametro, immesso sul
mercato (esclusa la produzione per
autoconsumo aziendale).
Produzione
Oggi in Italia sono presenti circa 80
produttori di pellet. Studiando la
distribuzione delle aziende sul territorio si sono registrati alcuni fenomeni interessanti. Se fino al 2005
il numero di aziende sul territorio
era distribuito in modo più uniforme
tra Nord, Centro e Sud Italia, oggi
si riscontra nuovamente una netta
leadership del Nord Italia sia per
quanto riguarda il numero di aziende produttrici per regione che per
la capacità produttiva (oltre il 70%
dell’offerta nazionale proviene da
queste regioni).
La presenza di una filiera legno più
articolata e matura aiuta sicuramente gli operatori del Nord in molte
fasi della produzione del pellet (vedi
fasi come approvvigionamento
materia prima e distribuzione del
prodotto sul territorio). Le aziende
del Centro e Sud Italia, seppur in
numero inferiore rispetto a quelle
del Nord, mantengono una presenza
diffusa sul territorio. L’alto numero
di stufe e caldaie vendute ha stimolato il mercato garantendo quote di
domanda stabili in varie regioni.
Allo stesso tempo, sulla base dei dati
raccolti, si è notato un comportamento atipico nel mercato, che ha
portato molti operatori ad azioni
simili su tutto il territorio. Infatti alcune aziende che fino al 2005
erano classificate come produttori, hanno ritenuto più conveniente
abbandonare la produzione, per
iniziare un’attività di vendita e commercio di pellet. In questo caso tali
aziende hanno sviluppato rapporti
contrattuali di fornitura con grandi
produttori nazionali ed esteri. Conseguentemente a questa scelta il
numero di produttori si è ridotto in
alcune regioni tra cui Friuli, Piemonte, Abruzzo e Campania. Contemporaneamente alla trasformazione
di produttori in rivenditori, alcune
regioni hanno aumentato il numero di aziende produttrici. Le regio-
ni in questione sono Veneto, Emilia
Romagna, Toscana, Umbria, Molise,
Basilicata e Sicilia.
I produttori di pellet hanno provato
sia l’esperienza di esercizi particolarmente redditizi, sia quella di esercizi difficili con guadagni più modesti.
È compito loro trovare una soluzione adeguata. Non è un caso che sia i
produttori di pellet, che di apparecchi termici, ricerchino nuovi punti di
contatto nelle loro strategie, così da
innescare meccanismi di scala positivi. La fiducia stessa degli utilizzatori
finali, dopo i problemi intercorsi nel
periodo 2005/6 deve essere riconquistata, evitando speculazioni ed
errori ricorrenti.
Commercio
In base ai dati raccolti per l’anno
2009, l’offerta italiana del pellet si attesta intorno alle 800.000 tonnellate,
mentre la domanda nazionale arriva
a superare le 950.000 tonnellate. Il
divario tra offerta e domanda è stato colmato tramite importazioni di
prodotto finito da paesi confinanti.
Dopo le sopracitate considerazioni
relative a produzione, domanda e
offerta del pellet, è opportuno valutare altri aspetti significativi della
filiera, come produzione e commercializzazione del prodotto. Le
tipologie di vendita e modalità di
acquisto del pellet possono molto
influire su vari parametri, primo tra
tutti il prezzo di mercato. Per prima
cosa si ricordino gli attori principali
del mercato del pellet, ovvero i produttori, gli importatori, rivenditori e
grandi catene di distribuzione, produttori stufe e caldaie a pellet.Vediamo più nel dettaglio le tipologie di
distribuzione presenti in Italia.
Si tenga presente che la tipologia di
commercializzazione è strettamente collegata alla tipologia di cliente.
La fornitura del pellet in generale avviene secondo tre canali principali:
a) Fornitura del prodotto tramite
i produttori di pellet: I grandi produttori difficilmente vendono il loro
prodotto direttamente ai clienti privati. Infatti le aziende che superano
un certo livello produttivo sono costrette a vendere a punti di distribuzione per ovvi motivi gestionali.
b) Fornitura del prodotto tramite
produttori di sistemi di riscaldamento: La tipologia di cliente medio è
rappresentato da un utente domestico, possessore di una piccola stufa
o caldaia. In questo caso i produttori
di stufe sono i principali referenti per
l’approvvigionamento del prodotto.
Questa struttura distributiva per la
commercializzazione del prodotto
vale soltanto per le piccole dimensioni territoriali. In questi casi piccoli
produttori di pellet a valenza provin-
ciale collaborano con i rivenditori
di stufe per soddisfare la domanda
locale.
c) Fornitura del prodotto tramite
grandi rivenditori: L’aumento della
produzione avvenuto negli ultimi
anni, ha fatto sì che molti nuovi punti per la distribuzione e l’acquisto
di pellet sorgessero in modo diffuso su tutto il territorio nazionale. I
maggiori punti vendita sono grandi
catene di distribuzione, rivendite
specializzate, etc.
Riassumendo, il 32% della produzione nazionale è venduto direttamente dal produttore ad utenti privati
(24%) ed a utenti medio-grandi tramite l’uso di autobotti o comunque
camion con capacità di trasporto
concrete (8%), mentre il 68%della
produzione nazionale viene venduto
tramite rivenditori, commercianti,
grandi centri distributivi.
Questi dati confermano la struttura
del mercato degli impianti termici
alimentati a pellet in Italia, il quale
è formato nella sua quasi totalità
da stufe o piccole caldaie (mercato
domestico) con una conseguente
preferenza per i sacchi da 15-20 kg,
poiché maneggevoli e facilmente
stoccabili (sono utilizzati da circa il
90% degli utenti).
Per concludere elenchiamo brevi
dati sul mercato degli apparecchi
termici; ad oggi più di 5 milioni di
famiglie fanno un uso significativo di
legna o pellet, ma solo il 20% degli
apparecchi esistenti è ad alta efficienza. Il mercato nel complesso ha
ancora ottime possibilità di sviluppo
e crescenti quote di mercato possono essere occupate dagli attori
nazionali.
Ormai l’Italia può di fatto essere
considerato un grande “produttore”
e ”utilizzatore” di pellet da legno e
servirebbero perciò normative, che
disciplinino il mercato armonizzando le varietà di pellets, che ad oggi
vengono prodotte.
Ma la stabilità del mercato non è
solo basata sullo standard qualitativo del prodotto, bensì su una logica
di gruppo così da definire chiaramente le barriere e poter favorire
un intervento governativo nel settore “biocombustibili solidi”. Ad oggi i
fondi esistenti per l’utilizzo del pellet
sono tropo disomogenei, per essere
recepiti a pieno dagli utenti.
Ne consegue che la maturità di un
mercato non si raggiunge agendo
solamente sul prodotto finale, ma
anche agevolando le fasi precedenti
alla produzione, come la formazione
delle aziende stesse e facilitandone
l’auspicato sviluppo.
In base a quanto esposto, riteniamo
che l’introduzione di norme o procedure per il mercato italiano del
pellet potrebbero portare benefici
a tutti gli attori della filiera legnoenergia, come ad esempio la diffusione e promozione di impianti termici
o cogenerativi alimentati a pellet o
comunque a biomassa di medie dimensioni. Aumentando la quota di
mercato di utilizzatori medio-grandi (con un conseguente maggior
potere di acquisto) si faciliterebbe
l’uniformità di mercato almeno per
quanto riguarda i prezzi del prodotto finito.
Un intervento mirato in questo specifico settore sarebbe auspicabile.
(A cura di ETA Florence
Energie Rinnovabili
www.pelletsnews.it)
IdrosaniTaria
Nuove tariffe e garanzie ai consumatori
Incrostazioni e depositi negli impianti di riscaldamento
Gas, più caro e
Evitare lo spreco
più facili i controlli energetico
Nuovo significativo aumento delle
bollette del gas (+3,6%). La variazione, stabilita dall’Autorità per il gas,
riguarda i prezzi di riferimento del
secondo trimestre 2010, destinati al
servizio di tutela per famiglie e piccole aziende che non siano ancora
passate al libero mercato.
L’incremento dei prezzi di riferimento del gas naturale è dovuto
all’elevato livello delle quotazioni internazionali dei prodotti petroliferi
e ai mercati internazionale e nazionale del gas ancora caratterizzati da
livelli insoddisfacenti di concorrenza
e di efficienza. Per una famiglia tipo
si determina ora una maggior spesa
di 34 euro, su base annua.Va tuttavia
ricordato che le forti riduzioni dei
prezzi gas registrate nel corso del
2009 (-16,4,%) consentono di mantenere la spesa annua ancora inferiore, di 32 euro, rispetto a quella
del 1° aprile 2009.
Dal 1° aprile 2010, l’aggiornamento delle condizioni economiche di
riferimento, prevede un prezzo di
71,81 centesimi di euro per metro
cubo, tasse incluse. Per il cliente tipo,
la famiglia con riscaldamento autonomo e consumo annuale di 1.400
metri cubi, ciò comporta una spesa
annuale di circa 1.000 euro, con un
incremento del 3,6%, pari a circa 34
euro, incluse le imposte.
Va ricordato che, entro il 30 aprile
2010, può essere richiesto il bonus
gas retroattivo a tutto il 2009 da
parte delle famiglie in condizioni
di particolare disagio economico o
numerose.
Per il II° trimestre del 2010, i prolungati e significativi rialzi del petrolio determinano un incremento
dell’8,4% dei prezzi di fornitura dei
gas diversi dal gas naturale e distribuiti a mezzo di reti (Gpl).
Per facilitare il controllo dei consumi,
della spesa e la lettura della bolletta
del gas verrà introdotto uno schema
di bolletta più semplice e più chia-
ro, corredato di spiegazioni: si vuole
renderla più comprensibile e trasparente, agevolando il confronto fra le
bollette dei vari distributori. Esse
conterranno anche informazioni
aggiuntive per agevolare i clienti nel
rapporto con i fornitori (ad esempio
come inoltrare un reclamo, procedure in caso di mancato o tardivo
pagamento della bolletta, etc..).
Questa novità riguarda sia le famiglie che i clienti non domestici di
piccole dimensioni. Per consentire
alle imprese di vendita di adeguare i
propri sistemi di emissione bollette,
il nuovo schema dovrà essere adottato dalle imprese entro la fine di
quest’anno e comunque per tutte le
bollette da emettersi dal 1° gennaio
2011. Lo scopo è rafforzare le garanzie per i clienti finali, contribuendo
a rendere le scelte dei consumatori
sempre più informate e le voci della
spesa energetica sempre più chiare.
Ulteriori garanzie a tutela dei consumatori, introdotte dall’Autorità
per il gas, scattano nei casi di malfunzionamento del contatore gas:
sostituzione gratuita del contatore;
restituzione di eventuali somme non
dovute; maggiori garanzie sulla ricostruzione dei consumi effettivi. Nel
caso in cui si accerti un malfunzionamento del contatore, l’Autorità per
il gas ha previsto la sua sostituzione,
senza alcun onere per il cliente, ed
il diritto ad un’esatta ricostruzione
dei consumi, a partire dall’ultima lettura ritenuta valida dal consumatore
stesso. Al consumatore viene quindi
garantita anche la restituzione di
quanto eventualmente ingiustamente pagato.
Un modo efficace, che raccoglie l’attenzione di sempre più persone e
dare risposte positive ad esigenze
ambientali sempre più pressanti per
realizzare un notevole risparmio nel
consumo energetico per riscaldare
gli ambienti e per produrre acqua
calda ai servizi igienico sanitari, consiste nella possibilità di trasferire la
maggiore quantità di calore prodotto all’acqua che funge da veicolo trasportatore il calore, nel senso che
più energia senza spreco riusciamo
a trasferire all’acqua, maggiormente
si riduce lo spreco energetico.
Facciamo un passo indietro: fino a
poco tempo fa i costruttori di caldaie e scambiatori di calore riservavano all’acqua un’importanza secondaria, anzi l’acqua era quasi una
presenza fastidiosa, poiché corrode
e incrosta gli impianti. Quindi una
scomoda realtà alla quale non si poteva sfuggire.
Allora il costo dell’energia si posizionava entro limiti accettabili,
anche se lo scambio del calore tra
scambiatori di calore o/e caldaie
non era perfetto e degradava nel
tempo; eppure il conseguente maggior costo di esercizio era accettato
poiché sopportabile.
Oggi come oggi, con gli attuali costi dell’energia che non tendono a
diminuire, uno spreco di calore, anche modesto, si fa immediatamente sentire nel computo dei costi di
gestione e, quando questo spreco
per la mancata ottimizzazione delle
caratteristiche dell’acqua in circolo
raggiunge percentuali che possono
arrivare al 20%, il fatto non viene più
accettato e i gestori cominciano a
chiedersi perché la caldaia non rende, il calore negli ambienti diventa
insufficiente e deve essere aumentata la temperatura dell’acqua in
caldaia, bisogna montare pompe in
grado di far circolare più acqua: cosa
possiamo fare e a chi possiamo rivolgerci?
Il problema è comunque di semplice
soluzione, anche se in natura l’acqua
ideale per trasportare il calore non
esiste.
Infatti l’acqua, alla quale viene affidato il compito di trasportare il calore,
deve essere depurata e condizionata (ottimizzata), aggiungendo mirati
additivi e condizionanti che conferiscono all’acqua stessa quelle caratteristiche ideali per un impianto
di riscaldamento e che siano biodegradabili nel caso in cui l’impianto,
per un motivo o l’altro, deve essere
svuotato.
E’ anche utile tenere in evidenza
che la capacità di scambio termico
delle 10.000 calorie al m2 di una
volta, oggigiorno con le moderne
tecniche costruttive delle caldaie e
gli scambiatori raggiungono decine
di migliaia di calorie/m2, ciò significa
che con un solo mm di incrostazioni
la capacità di scambio viene ridotta
in modo sensibile e un mm. di incrostazioni si forma presto.
Se l’acqua viene adeguatamente
trattata e depurata, le incrostazioni
non si formano più, né si innescano
fenomeni di corrosione, è quindi
possibile mantenere nel tempo ai
massimi livelli l’efficienza degli impianti, annullando l’inutile spreco
energetico dovuto alla presenza di
incrostazioni e residui di corrosioni.
Esistono ovunque decide e decine
di migliaia di impianti datati, privi di
un adeguato trattamento dell’acqua
e quindi in sfavorevoli e precarie,
nonchè antieconomiche, condizioni di funzionamento; inoltre sono
inevitabilmente impianti soggetti a
frequenti interventi per riparazioni
che, a loro volta, incidono sui costi
di esercizio.
Anche in questi casi è possibile ripristinare le normali condizioni di
funzionamento e scambio termico
effettuando un trattamento di risanamento dell’intero circuito.
I prodotti condizionanti per il risa-
namento e la protezione nel tempo
degli impianti devono avere formulazioni ben precise, cioè devono essere in grado di liberare gli impianti
dai depositi di ruggine e di calcare
senza danneggiare le strutture metalliche. Per questo motivo nella
scelta dei condizionanti e risananti
è importante scegliere prodotti di
marca affidabili, che possono vantare esperienze e successi nel settore
e una lunga lista di referenze.
Inoltre, i prodotti risananti e protettivi sulle parti metalliche del circuito liberati dalle incrostazioni e dalle
corrosioni, devono essere in grado
di formare un film protettivo in grado di bloccare il progredire di fenomeni di corrosione e di complessare
i sali di durezza delle acque di reintegro per impedire la formazione di
nuove incrostazioni calcaree.
A risanamento ultimato, in genere
15/20 giorni di esercizio a caldo ad
impianto in funzione, l’impianto va
svuotato, sciacquato e riempito nuovamente con acqua alla quale vanno
aggiunti dei condizionanti di lunga
conservazione la cui concentrazione, ossia presenza nell’acqua va stagionalmente controllata effettuando
eventuali aggiunte per rimpiazzare la
quantità di prodotto che si è consumato per formare e mantenere
integro il film, nonché per complessare i sali di durezza che possono
penetrare nell’impianto quale acqua
di reintegro durante l’esercizio.
Tutti questi accorgimenti ed interventi per i quali, come accennato, andrebbero coinvolte aziende
competenti in grado di fornire le
necessarie garanzie, si pongono
alla base del vero risparmio energetico, poiché se l’acqua non viene
adeguatamente trattata, depurata e
condizionata, dopo poco tempo gli
impianti si incrostano e si corrodono, lo scambio termico ne risente e
i costi di esercizio aumentano progressivamente inutilmente.
10
IdrosaniTaria
Impianti di climatizzazione e refrigerazione
Aria e sporco
In questo articolo esamineremo
i principali problemi e le possibili
soluzioni connessi alla presenza
dell’aria e dello sporco negli impianti idrici di climatizzazione e di
refrigerazione.
Si tratta di problemi e soluzioni che
sono molto variati nel tempo, soprattutto per il continuo evolversi
della tecnica e delle prestazioni richieste agli impianti.
Dapprima, esamineremo le tecniche utilizzate nei vecchi impianti
per eliminare l’aria: lo sporco era
allora un nemico poco temibile.
Considereremo poi i danni che
l’aria e lo sporco possono provocare agli impianti attuali: danni, e ne
vedremo le ragioni, molto più gravi di quelli riscontrabili nei vecchi
impianti.
Esamineremo, infine, con quali mezzi è possibile predisporre valide
difese contro l’aria e lo sporco: nemici assai temibili in quanto, come
vedremo, possono compromettere
non solo il normale funzionamento
degli impianti, ma anche il loro normale ciclo di vita.
Negli impianti di climatizzazione e
refrigerazione, la presenza dell’aria
è dovuta essenzialmente:
− all’aria non espulsa in fase di caricamento, cioè all’aria che rimane
in nicchie non sfiatate, oppure nella
parte più alta dei radiatori, oppure
ancora in tubi posti in opera con
contropendenze;
− all’aria in soluzione nell’acqua
con cui è caricato l’impianto: aria
dispersa nell’acqua a livello di ioni
e molecole;
− all’aria risucchiata da zone che
lavorano in depressione. Tale aria
entra nell’impianto, invece che
uscirne, attraverso i normali sistemi di sfogo.
La presenza dello sporco è dovuta:
− allo sporco apportato dalle lavorazioni e dai componenti dell’im-
pianto: sporco costituito da residui
di tenuta (canapa, nastri in teflon),
da lubrificanti (olii e grassi), da impurità cedute dai materiali (sbavature metalliche, sabbie di fusione,
grumi e scaglie di vernice);
− all’ossidazione delle superfici
metalliche per azione dell’ossigeno
presente nell’aria.
Nei vecchi impianti a circolazione
naturale e vaso aperto (che si possono trovare ancora in funzione)
i problemi relativi alla presenza di
aria e sporco erano affrontati, e
risolti in modo accettabile, con le
seguenti tecniche:
Aria
Era eliminata direttamente dalle
reti di distribuzione. In quei tempi,
infatti, non erano ancora disponibili
materiali in grado di assolvere in
modo autonomo a tale compito.
A tal fine, le reti di distribuzione
erano realizzate con colonne dotate di sfiati, tubi orizzontali posti in
opera con idonee pendenze, cambi
di direzione realizzati con curve a
largo raggio, raccordi atti ad evitare
il ristagno delle bolle d’aria.
sovraccarico dell’impianto.
avere attacchi di tipo filettato o a
saldare.
PARIGI
Pendenze tubi orizzontali
Tutti i tubi con sviluppo orizzontale erano realizzati con pendenze
variabili da 1,0 a 1,5%. Ciò serviva
(considerando le basse prevalenze,
e quindi le basse velocità del fluido,
tipiche di questi impianti) ad evitare
il ristagno di bolle d’aria nei tratti
di rete orizzontali: cosa che poteva
bloccare, o ridurre troppo, il passaggio del fluido.
Variazioni di direzione
Erano realizzate con curve “dolci”,
cioè con curve ad ampio raggio, in
genere non inferiore a 1,5-2,0 volte
il diametro dei tubi.
Raccordi
Per il collegamento dei tubi erano
usati manicotti concentrici per le
colonne ed eccentrici per i tubi
orizzontali.
L’eccentricità era rivolta verso
l’alto per facilitare la “fuga” delle
bolle d’aria. I manicotti potevano
Possibili inconvenienti
Erano dati soprattutto da pendenze insufficienti, causate da errori di
posa oppure da assestamenti della
rete di distribuzione.
In questi casi, risultava molto insidioso il ristagno di bolle d’aria nei
tubi in quanto, con impianti a circolazione naturale, le bolle non potevano essere rimosse sfruttando la
“forza” delle pompe.
Sporco
Non era molto temibile in quanto,
negli impianti a circolazione naturale, non erano utilizzati materiali
quali: pompe, circolatori, scambiatori di calore a piastre, valvole di
taratura e regolazione, valvole termostatiche.
Non erano cioè utilizzati i materiali
che, come vedremo sul prossimo
numero, sono maggiormente esposti ai pericoli dello sporco.
(Ingg. Doninelli - Ed. Caleffi SpA)
Sfiati delle colonne
Erano realizzati con un prolungamento delle colonne di mandata oltre il livello del vaso di espansione.
Generalmente erano inoltre collegati al vaso di espansione per impedire fuoriuscite di acqua nei casi di
Manicotto concentrico
Manicotto eccentrico
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11
IdrosaniTaria
Installazione di pannelli solari per acqua calda
Le detrazioni
e i beneficiari
Grazie alla disponibilità della Redazione di Nextville.it pubblichiamo, su questa pagina, un capitolo del volume “Gli
incentivi alle energie rinnovabili
e all’efficienza energetica. Come,
dove, quando e perché.” a cura di
Anna Bruno.
Inoltre, per i lettori di Idrosanitaria, è
possibile usufruire, in esclusiva, dello
sconto del 30% sul prezzo di copertina compilando il coupon in questa
pagina.
Può beneficiare del regime fiscale
agevolato – consistente nella detrazione d’imposta del 55% in fase di dichiarazione dei redditi – l’installazione di pannelli solari per produzione
di acqua calda per usi domestici o
industriali in edifici esistenti.
Gli interventi si ritengono agevolabili a condizione che gli impianti solari possiedano i seguenti requisiti:
• una certificazione di qualità conforme alle norme UNI EN 12975 o
UNI EN 12976, rilasciata da un laboratorio accreditato. Sono equiparate alle norme UNI le norme EN
12975 e EN 12976 recepite da un
organismo certificatore nazionale di
un Paese membro dell’Unione europea o della Svizzera;
• una garanzia di almeno cinque anni
sui pannelli solari e i bollitori impiegati e una garanzia di almeno due
anni sugli accessori e i componenti
elettrici ed elettronici.
La legge specifica che oltre agli usi
domestici o industriali in senso
stretto, il dispositivo si applica alla
produzione di acqua calda per piscine, strutture sportive, case di
ricovero e cura, istituti scolastici e
università.
Il provvedimento istitutivo della
Detrazione 55% è contenuto nella
Finanziaria 2007, nella sezione relativa alle spese di riqualificazione
energetica del patrimonio edilizio
esistente.
La Finanziaria 2008 ha prorogato le
detrazioni per gli anni 2008, 2009,
2010, inserendo alcune novità.
Le norme attuative sono dettate
dal Dm 19 febbraio 2007, integrato
e coordinato dal Dm 7 aprile 2008
(Decreto edifici) che prescrive le
specifiche tecniche e le procedure,
e dal Dm 11 marzo 2008, che ha
fissato i nuovi parametri e i valori
limite.
Il “Decreto anticrisi” (Dl 29 novembre 2008, n. 185, convertito nella legge 28 gennaio 2009, n. 2) ha modificato il periodo di ripartizione delle
detrazioni, fissandolo in 5 anni.
PERIODO
La detrazione si applica alle spese
sostenute fino “al periodo d’imposta
in corso alla data del 31/12/ 2010”.
Per tutti i privati e le società di persone, il periodo d’imposta coincide
con l’anno solare (dal 1° gennaio
al 31 dicembre), mentre per le imprese di capitali esso coincide con
l’“esercizio”, così come stabilito dall’atto costitutivo.
Per distinguere i diversi periodi di
imposta e i diversi benefici ad essi attribuiti, in termini legali ci si riferisce
al periodo di imposta in corso al 31
dicembre di un certo anno.
Per quanto riguarda i privati e le
aziende con esercizio corrispondente all’anno solare, la detrazione
è dunque attualmente prevista per
gli anni 2008, 2009, 2010.
Ciò significa che, in caso di interventi
che si svolgono a cavallo di un anno
(purché all’interno di questo periodo), il beneficiario potrà scegliere di imputare ai singoli periodi di
imposta la parte di costi realmente
sostenuta, oppure imputarla complessivamente all’esercizio in cui si
concludono i lavori.
Nell’uno e nell’altro caso il massimo
della detrazione resta invariato.
SE CAMBIANO LE REGOLE
Può capitare che gli interventi inizino in un periodo d’imposta con certe soglie di riferimento e regole applicative, e che invece si concludano
in un anno dove sono sopravvenute
delle modifiche.
In questi casi ci si comporta così:
• si applicano le normative, le soglie e
le regole tecniche valide al momento dell’apertura dei lavori;
• si documentano i lavori effettuati
con le modalità valide al momento
della chiusura dei lavori.
Una nota importante: in questo volume ci si riferisce esclusivamente
agli interventi iniziati a partire dal 1°
gennaio 2009, considerando concluso l’anno fiscale 2008 e quindi le detrazioni ad esso imputabili.
Si tratta di una semplificazione adottata per facilitare i riferimenti normativi e, soprattutto, le soglie di riferimento valide per l’anno fiscale
2009 e seguenti.
BENEFICIARI
La detrazione d’imposta viene riconosciuta sia alle persone fisiche sia
agli enti e alle società di persone e
di capitali, che sostengono le spese
per interventi su strutture di edifici esistenti, parti di edifici, o unità
immobiliari esistenti di qualsiasi categoria catastale, anche rurale, purché posseduti o detenuti (cioè sia di
proprietà, che in locazione o in altro
tipo di diritto reale sull’immobile).
L’Agenzia delle Entrate, con la risoluzione 303/2008, detta, però, un limite ai diritti reali che consentono
l’accesso ai benefici. Non vengono
infatti considerati possibili beneficiari delle detrazioni le società di
costruzione e ristrutturazione edilizia che acquistano immobili quali
“bene merce” con l’intenzione di
ristrutturarli. Secondo l’Agenzia, le
detrazioni costituirebbero “ulteriori specifici vantaggi non rispondenti
allo scopo perseguito dalla legge che
è quello di favorire esclusivamente i
soggetti che utilizzano i beni”.
Niente detrazione quindi per chi
“commercia” in immobili.
Con la risoluzione 340/2008, l’Agenzia delle Entrate sottolinea una ulteriore limitazione rispetto agli immobili di proprietà delle imprese.
Non vengono infatti considerati oggetto di detrazione gli interventi in
fabbricati che non sono strumentali
all’esercizio dell’attività imprenditoriale. Dunque, anche per il patrimonio immobiliare di una impresa che
non ha come oggetto la compravendita di immobili, non è consentita
la detrazione se l’unità non è adibita
all’esercizio dell’attività (come sede,
filiale, magazzino ecc.).
Le detrazioni previste riguardano
solamente gli edifici già iscritti al catasto, o quelli per i quali se ne sia
fatta richiesta e per i quali si corrisponda l’Ici, se dovuta. Sono in ogni
caso esclusi dall’agevolazione quelli
in fase di costruzione.
Nota Bene: gli Enti locali non sono
ammessi alla detrazione, in quanto
non sono soggetti Irpef.
Nota Bene: contrariamente a tutte
le altre Detrazioni 55%, rispetto ai
pannelli solari non è necessario che
l’edificio possieda già, prima degli
interventi, un impianto di riscaldamento.
In caso di ristrutturazioni con demolizione e ricostruzione, il beneficio fiscale si può ottenere solo nel
caso di fedele ricostruzione dell’edificio. Sono quindi esclusi tutti gli interventi di ampliamento.
Non solo: se a seguito dell’intervento di ristrutturazione, vi è un frazionamento e un aumento delle unità
immobiliari, la detrazione può essere riconosciuta solo se, contestualmente, viene installato un impianto
termico centralizzato a servizio delle stesse unità.
La detrazione compete anche se
l’intervento è eseguito in “locazione finanziaria”, cioè mediante un
contratto di leasing. La detrazione
viene calcolata sul costo sostenuto
dalla società di leasing (“società concedente”). In caso di persone fisiche,
ha diritto alla detrazione anche il familiare convivente del possessore
o detentore dell’immobile oggetto
dell’intervento.
In pratica i soggetti che possono
usufruire della detrazione sono
molteplici (il proprietario, l’affittuario, oppure un familiare convivente
dell’uno o dell’altro ecc.), ovviamente non in modo cumulato.
Ragionevolmente saranno i soggetti
con maggiori redditi tassati ad essere avvantaggiati dalla detrazione in
fase di dichiarazione dei redditi.
INTERVENTI PER CUI E’
PREVISTA LA DETRAZIONE
Sono detraibili le spese relative ai
seguenti interventi:
• fornitura e posa in opera di tutte le
apparecchiature termiche, meccaniche, elettriche ed elettroniche relative all’impianto solare termico;
• le opere idrauliche e murarie necessarie per la realizzazione a regola
d’arte dell’impianto solare termico,
del suo allacciamento e dell’eventuale collegamento all’impianto di
riscaldamento;
• le spese per la redazione delle necessarie documentazioni professionali.
Nota Bene: l’installazione dei pannelli solari è l’unico provvedimento
di Detrazione 55% che non richiede
la pre-esistenza di un impianto di riscaldamento.
Oltre che per la produzione di acqua calda sanitaria, è possibile che
i collettori vengano utilizzati ad integrazione dell’impianto di riscaldamento.
Per l’installazione di pannelli solari sono previste Documentazioni
semplificate, e un semplificato iter
di Comunicazione all’Enea.
CARATTERISTICHE
RICHIESTE
TECNICHE
Il produttore/installatore rilascia direttamente le certificazioni e le documentazioni necessarie a garantire la rispondenza del prodotto alle
norme UNI EN 12975 o UNI EN
12976.
PERCENTUALE DI DETRAZIONE
E MASSIMI DETRAIBILI
(ad esempio diversi interventi nell’ambito di una stessa ristrutturazione edile).
La detrazione per i pannelli solari è
compatibile con altri interventi che
danno diritto alla Detrazione 55% e,
cioè, quelli previsti dal comma 345
della Finanziaria 2007 (strutture verticali e orizzontali) e dal comma 347
(sostituzione di generatori termici).
Ed è l’unico intervento cumulabile
anche con i benefici fiscali predisposti dal comma 344 per la riqualificazione globale dell’edificio.
Nei casi di più interventi, la documentazione può essere unica.
La detrazione non è mai cumulabile
con agevolazioni fiscali previste da
altre disposizioni di legge nazionali per i medesimi interventi. Inoltre
“a decorrere dal 1° gennaio 2009 gli
strumenti di incentivazione di ogni
natura attivati dallo Stato per la promozione dell’efficienza energetica,
non sono cumulabili con ulteriori
contributi comunitari, regionali o
locali, fatta salva la possibilità di cumulo con i Certificati Bianchi” (Dlgs
115/2008, articolo 6, comma 3).
Dunque, la detrazione è cumulabile con i Certificati Bianchi (Titoli
di Efficienza energetica) ma non è
cumulabile con specifici incentivi
eventualmente previsti da Regioni,
Province e Comuni.
La detrazione è invece compatibile
con la Detrazione fiscale del 36%
per gli interventi di manutenzione
ordinaria e straordinaria realizzati
su immobili residenziali, a condizione che non riguardino la stessa tipologia di intervento per la quale si
richiedono le Detrazioni fiscali del
55%. Ogni tipo di intervento dovrà
seguire lo specifico iter previsto.
Le spese sostenute per l’installazione dei pannelli solari sono detraibili
al 55%, per un massimo di detrazione pari a 60.000 euro.
La Detrazione avviene in 5 tranche
annuali di pari valore.
Nota Bene: si tratta di una detrazione di imposta e non di un rimborso.
Ciascun contribuente ha diritto a detrarre annualmente la quota spettante
(un quinto del totale) nei limiti dell’imposta dovuta per l’anno in questione.
È importante anche sottolineare che
l’importo di 60.000 euro indica il limite massimo detraibile e non, come
spesso avveniva per altre spese detraibili, il limite massimo di spesa sul quale
calcolare la detrazione.
Il massimo di spesa ammonta quindi a
€ 109.091 vale a dire il seguente conteggio (109.091 x 55% = € 60.000).
L’importo massimo detraibile è
comprensivo di Iva, quando questa
rappresenta un costo, cioè per i privati. Per le aziende il massimo detraibile si riferisce invece all’imponibile,
Iva esclusa.
CUMULABILITA’
E COMPATIBILITA’
La cumulabilità si riferisce alla possibilità di ottenere più benefici per
uno stesso intervento. Fino al 31 dicembre 2008, le Detrazioni 55% erano cumulabili con altre misure locali con la stessa finalità, mentre dal
2009 tale diritto è stato sospeso. La
compatibilità si riferisce alla possibile convivenza, nello stesso periodo,
di due incentivi che premiano interventi diversi anche se spesso attigui
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