Etiopia chiama
Notiziario n. 32
dicembre 2015
Tariffa Associazioni senza Fini di Lucro:
Poste Italiane s.p.a. Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003
(conv. in. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, C.S.N. -Novara- n° 2/2015
Taxe Perçue - Tariffa riscossa CPO Domodossola - Contiene Inserto Redazionale
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Etiopia chiama - n.32/2015
L E T T E R A DEL PRESIDENTE
C
arissimi benefattori
e volontari, questo
2015 sta per finire, un
bilancio provvisorio, ad
oggi, purtroppo non è
confortante. Vivendo in
Per ridare
speranza
Etiopia, attorno a me vedo
ancora tanta povertà; vedo
tanti, tantissimi bambini che
aspettano il vostro grande
aiuto attraverso l’adozione
a distanza. Sono decine e
decine di migliaia coloro che
stanno soffrendo la fame: piccoli e grandi.
Accorato appello del
Quest’anno per la mancanza di piogge il 40% della
presidente
popolazione è stato colpito dalla siccità. La situazione è
Roberto Rabattoni
molto peggiorata. Credetemi, di tutti i progetti che stiamo
“fate ancora altre
realizzando il più importante è sempre l’Adozione a
Adozioni a distanza”
distanza. Da tanti anni abbiamo capito che questa forma
di aiuto è importantissima, per questo ci siamo uniti alla
Provincia dei frati cappuccini, alla Diocesi di Indibir, alla Provincia delle suore francescane,
alla Provincia delle suore di Sant’Anna, alle suore orsoline, alle suore della Divina
Provvidenza, ad Elshadai che è un’associazione laica come noi, alle suore equadoregne.
Siamo uniti in otto congregazioni per
poter arrivare in tempo a salvare più
bambini possibili.
Quest’anno è l’anno più difficile. Mi
viene da dire: “perché Signore così
tanta povertà? Perché loro e non noi?
Perché sono nati dalla parte sbagliata
del mondo e noi dalla parte giusta?”.
La risposta la so, ce l’ha data Gesù
dicendoci: “I poveri saranno sempre
con voi …” insomma, ci sta dando
una grande opportunità: quella di
aiutarli!
Quando, come me, vivi sempre in
mezzo alla sofferenza è facile capire
il disegno di Dio, ma è drammatico
vederre bambini morenti come li vedo
io. Aiutiamoli! Aiutateci ad aiutarli,
a ridare loro la vita, la speranza.
Bastano soltanto 50 centesimi di
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Etiopia chiama - n.32/2015
L’immagine a sinistra, dal
punto di vista qualitativo
è certamente una brutta
fotografia, ma abbiamo
voluto
proporvela
ugualmente perchè esprime
perfettamente ciò che il
nostro Presidente ha trovato.
Siamo nel Distretto di
Numu Cumba, nei pressi
del villaggio di Nekemte,
dove già abbiamo oltre
2.500 bambini in adozione
a distanza. In questo luogo,
Roberto Rabattoni e il nostro
staff si sono recati per
raccogliere i nominativi di
bambini bisognosi di aiuto,
in accordo con le autorità
locali.
Il salone era affollato da
un incredibile numero di
persone che fin dall’alba ha
atteso in rispettoso silenzio.
Altre erano all’esterno e altre
ancora sarebbero arrivate
nel corso della giornata.
euro al giorno, soltanto 50
Le foto di queste pagine e delle
centesimi, per alleviare questa
due successive sono state scattate
presso il villaggio di Nekemte lo
sofferenza; tutti lo possiamo
scorso ottobre. Ritraggono momenti
fare senza rinunce. Prendeteli
della registrazione dei bambini per
50 centesimi, guardateli, di
l’avvio di nuove adozioni a distanza.
cosa vi private se li mettete
in un salvadanaio ogni giorno? A niente, ma per loro
rappresentano la vita. Credetemi, possono ridare la vita.
Vi invito a riflettere su quanta sofferenza possiamo
alleviare se apriamo la porta del cuore al Signore. Cari
benefattori e cari volontari dobbiamo fare di più. Tante
mamme e tantissimi bambini qui hanno perso la speranza
e quando non hai più niente in cui sperare, muori, ti
senti abbandonato da tutti: è finita. Come direbbe Papa
Francesco, apriamo la Porta Santa del nostro cuore,
apriamola e così possiamo salvare tanti bambini innocenti
che sono nati dalla parte sbagliata di questa ingiusta terra.
Vi mando le fotografie che ho scattato nel Distretto di
Numu Cumba, vicino al villaggio di Nekemte. Un luogo
sperduto, gente poverissima, gente
tristissima, bambini tristissimi! Non ho
mai visto poveri così rassegnati, tanto
da non essere nemmeno disperati.
Erano senza speranza, ma la notizia
della nostra venuta ha riacceso un
lumicino nella loro pesante vita. Ora
abbiamo i nominativi di 600 bambini
che hanno bisogno di qualcuno
che dia loro da mangiare, che
garantisca quei 15 euro che faranno
la differenza, che li aiuteranno a
rialzarsi, che ridoneranno loro il
sorriso e la speranza. Mettetevi una
mano sulla coscienza, davvero non
riuscireste ad adottare anche uno
di questi bambini? Vi chiedono solo
50 centesimi al giorno. Fatelo, non
abbiate paura, il Signore vi aiuterà e
sarete molto più felici anche voi.
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Etiopia chiama - n.32/2015
L E T T E R A DEL PRESIDENTE
Immagini che
testimoniano un dramma
interiore
Vi racconto il caso di un bambino orfano e in attesa
di essere adottato giuridicamente, abbinato ad una
famiglia di Varese. Viveva nel nostro Villaggio Madonna
della Vita di Addis Abeba, aveva circa 8 mesi e lo vedevo
sofferente, non aumentava di peso e non sorrideva mai,
era sempre triste. I medici e le infermiere dicevano che
stava bene, ma io ero preoccupato, così telefonai ai
futuri genitori chiedendo se potevano venire in Etiopia.
Sono partiti subito. Arrivati, la mamma è rimasta circa
un mese a letto con il suo bambino. Giorno dopo
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Etiopia chiama - n.32/2015
giorno lo vedevo rifiorire. Ora è
in Italia con i suoi genitori, l’ho
visto alla festa di Montichiari ed
era irriconoscibile: un bambino
bellissimo. Il miracolo l’ha fatto
la sua mamma adottiva dandogli
amore, affetto e speranza.
Adottare un bambino a distanza
equivale a fargli sentire che c’è
qualcuno accanto disposto a
garantirgli il futuro. Non negate
la speranza di potersi rialzare
a queste migliaia di bambini,
continuate ad aiutarli, aiutatene
altri ancora.
Vi voglio dire un’altra cosa.
Sapete benissimo quanti profughi
all’anno arrivano a Lampedusa e in
tutta Europa perché lì intravedono
la speranza di potercela fare, di
poter ritrovare una vita serena.
Sono tantissimi. Scappano dalle
guerre, ma tanti scappano dalla
fame e dalla miseria per trovare un
futuro migliore. È la speranza che
li muove e che li porta a rischiare
la vita.
Penso che abbiano ragione, ma non sanno cosa trovano,
la maggioranza non viene accettata, quando sbarcano
pensano di essere sulla “terra promessa”, ma in realtà
per loro continua l’odissea e cominciano a capire che
non sono accettati; dopo un viaggio di grandi sofferenze
incominciano a perdere la speranza. La prima sofferenza è
abbandonare la loro terra, papà, mamma, fratelli, sorelle,
figli per trovare una terra migliore, trovare un lavoro. Per
aiutare i propri cari mandando qualche risparmio a casa.
Tanti, migliaia di uomini, donne e bambini, muoiono in
mare, ma quello che non fanno vedere le televisioni è
quanti di loro muoiono ancor prima di vederlo; muoiono
nei deserti più che in mare, muoiono di stenti, di fame e di
sete. Vi dico questo perché ne ho visti migliaia e migliaia,
ho visto tanti scheletri mangiati dagli animali.
Avrete visto che tra i clandestini che arrivano sulle nostre
coste ci sono pochissimi etiopi e quei pochi arrivano da
altri paesi, dove abitavano. Il Governo etiope fa controlli
rigorosi lungo tutti i confini così che non possano uscire
perché sanno che morirebbero nel deserto o in mare e
chi arriva in Europa non sarà accettato. Questo Governo
è molto attento ai suoi figli, meglio che restino e che
vengano aiutati sul posto.
Ho spiegato questo perché l’adozione a distanza è il
progetto più importante: con una piccola rinuncia di 50
centesimi possiamo aiutare tanti, tanti, tanti. Mi rivolgo
a voi tutti, benefattori, volontari, sacerdoti e a tutte
le persone di buona volontà. In verità vi dico che tutte
le vostre offerte arrivano ai destinatari, dal donatore al
beneficiario direttamente su un libretto bancario a zero
costi di gestione.
Aiutateci, aiutateci, ve lo chiedo nel nome del Signore.
Con il vostro impegno potremo ridare speranza a tanti
ancora. Credetemi, prego perché possiate accogliere
questo mio appello.
Fate conoscere questo progetto, sostenere un bambino
a distanza, permettendogli di vivere nel suo paese, con la
sua famiglia, aiuta tutti e ridà speranza, ridà il sorriso.
Stiamo realizzando a Gimbi il “Centro di accoglienza
San Pio da Pietrelcina” (vedi articolo a pag. 8), un centro
per accogliere più disabili possibili, ciechi, paralizzati,
come è già stato realizzato ad Areka con il “Centro San
Giovanni Paolo II” dove questi bambini vivono una vita
dignitosa. Abbiamo tante richieste ancora, con il vostro
aiuto possiamo accoglierne di più. Questi bambini sono i
nostri angeli sulla terra.
Sempre a 15 km da Gimbi stiamo realizzando le
strutture per sviluppare un
grosso allevamento di mucche,
pecore, capre (vedi articolo a
pag. 12). Vogliamo distribuire
capi di bestiame alle famiglie
povere per non lasciare che
i loro bambini muoiano di
fame. Anche questo è un
progetto
importante
che
aiuterà migliaia e migliaia di
famiglie poverissime. I vitelli
che nasceranno nel nostro
allevamento li distribuiremo
a famiglie povere, a loro
volta ogni famiglia che riceve
l’animale si impegna, quando
nascerà un vitello, a darlo a
un’altra famiglia e così via.
In poco tempo gli effetti si
moltiplicheranno a macchia
d’olio coinvolgendo migliaia di
famiglie.
Se ci impegniamo tutti,
potremo dire che accadrà
come per il miracolo di Gesù
dei cinque pani e due pesci:
tutti hanno mangiato ed è
avanzato molto altro. Insieme
possiamo realizzarlo!
Carissimi benefattori, vi prego,
aumentiamo il numero di
adozioni a distanza per ridare
la speranza a chi l’ha persa:
passate parola a parenti, amici,
conoscenti.
Vi ringrazio con immensa
gratitudine a nome di questi
bambini che ritroveranno la
speranza e la vita, a nome mio
e a nome del Centro Aiuti per
l’Etiopia Onlus.
Vi auguro un Santo Natale
e ogni bene per il 2016. Il
Signore vi ricompenserà di beni
spirituali e materiali.
Roberto Rabattoni
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Etiopia chiama - n.32/2015
A D O Z I O N E A DISTANZA
INFANZIA
Riduci
la distanza!!
ATTENZIONE!!!
Il conto corrente bancario destinato alle adozioni a distanza e alle offerte
è CAMBIATO
Adozione
a distanza
Prendete nota delle nuove coordinate bancarie
del Centro Aiuti per l’Etiopia onlus:
BANCA PROSSIMA Agenzia di Milano
IBAN IT41 T033 5901 6001 0000 0121 076
BIC/SWIFT BCITITMX
In ogni caso tutti i versamenti, anche se erroneamente indirizzati al conto Intesa
Sanpaolo IBAN IT48 E030 6945 5100 0000 1664 172, confluiranno automaticamente
sul conto di Banca Prossima.
L
a distanza di sicurezza
fra la vita e la morte
di un bambino etiope
sono solo 50 centesimi al
giorno: esattamente quanto
Fai conoscere il nostro progetto Adozione a
distanza ai tuoi amici e riduci la distanza fra i
bimbi etiopi e la certezza di poter crescere!
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Etiopia chiama - n.32/2015
è Ricordati di scrivere nella causale di versamento:
se l’offerta è destinata all’adozione a distanza “Erogazione liberale + codice” del bambino
se l’offerta è destinata ad un progetto in particolare “Erogazione liberale + nome progetto”
Abbiamo
a
Etiopia chiam pensato
ZA
ONE a DISTAN
32 IR
speciale ADOZI
allegato al n.
dicembre 2015
di
realizzare
e
allegare
a questo
numero
un
inserto
“speciale
Adozione a distanza” per
trasmetterti la complessità
del progetto e l’importanza
del sostegno per il futuro
dei bambini e dei ragazzi
che ne beneficiano.
LE
A D O Z IDOI
NE a ZA
STAN
è Per qualsiasi informazione:
Tel 0323/497320 - cell 392 9544913
Sportello telefonico attivo lunedì/mercoledì/venerdì 9:00/12:30
martedì/giovedì 14:00/17:30
Fax 0323/583062
e-mail: [email protected]
SP EC IA
dai al tuo bambino adottato
a distanza e quanto tanti altri
tuoi amici potrebbero dare se
tu farai loro conoscere il nostro
progetto.
Tu che ogni mese risparmi
15 euro sai che il tuo piccolo
sacrificio è ripagato dalla
consapevolezza che l’adozione
Per noi meno di
a distanza è la forma di
50 centesimi
solidarietà più efficace per
ridurre la mortalità infantile
al giorno,
e permettere a un bambino
per loro la vita
di continuare a vivere con la
propria famiglia.
Tu che ogni mese risparmi 15 euro sei felice per avere
dato cibo nutriente, acqua potabile, istruzione e cure
mediche al “tuo” bambino etiope.
Rendi felice anche un tuo amico: raccontagli di noi, che
moltiplichiamo la felicità portando il vostro contributo in
Etiopia, dove migliaia di bambini nelle città degradate o
negli sperduti villaggi sugli altipiani senza il vostro aiuto
rischiano la vita.
è Rimangono invariati i dati per le altre modalità di versamento:
- c/c Postale N° 11730280
IBAN: IT95 U076 0110 1000 0001 1730 280
BIC/SWIFT BPPIITRRXXX
intestato a Centro Aiuti per l’Etiopia onlus
- Carta di credito sul sito www.centroaiutietiopia.it dalla pagina “Dona ora”
anza
per rida re sper
1
ADOZIONE
- inserto Speciale
- n.32/2015
Etiopia chiama
a DISTANZA
7
Etiopia chiama - n.32/2015
COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
INFANZIA
ATTIVITÀ PRODUTTIVE
1
Un grande
progetto per
minori disabili
o sieropositivi
abbandonati a
Gimbi
Il Centro di accoglienza
San Pio da Pietrelcina
I
l progetto prevedere la realizzazione di un
Centro di accoglienza per bambini disabili o
sieropositivi abbandonati, un laboratorio di arti e
mestieri e la coltivazione dei terreni non edificati.
Gli obiettivi
Il centro che sorgerà a Gimbi sarà intitolato
a “San Pio da Pietrelcina” e assicurerà
assistenza, istruzione, formazione e cure
riabilitative a minori vulnerabili. Consentirà
inoltre di porre le basi per lo sviluppo agricolo
locale e offrirà ai giovani un’opportunità di
formazione professionale.
Ospitalità
Il centro di accoglienza includerà gli alloggi
per un centinaio di bambini, un’aula
scolastica, sala pc, un ambulatorio per le
visite mediche e l’attività di fisioterapia, un
ufficio, una cucina, un refettorio, le camere
per il personale e i locali di servizio all’intera
struttura.
Formazione professionale
Il progetto prevede la realizzazione di
laboratori arti e mestieri per la formazione
professionale: questi permetteranno di
ampliare le conoscenze dei ragazzi, nel
8
Etiopia chiama - n.32/2015
3
4
8
7
6
5
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Avrà le stesse finalità
umanitarie del centro
di Areka
inaugurato nel 2011
11
rispetto dei saperi e usanze locali. I laboratori
consentiranno la formazione di fabbri,
falegnami e meccanici. I ragazzi, anche
se disabili, potranno assicurarsi un futuro
lavorativo e una vita autonoma e dignitosa.
Sviluppo agricolo
Il terzo punto qualificante del Centro di
San Pio sarà la coltivazione del terreno
circostante agli edifici, di per sé molto fertile.
Sarà possibile coltivare frutta, verdura, mais
e caffè.
Un agronomo fornirà consulenza per
sviluppare e affinare le tecniche di
coltivazione. Il raccolto potrà essere utilizzato
per il fabbisogno del centro e l’eccedenza
sarà destinata alla popolazione locale. I
braccianti potranno apprendere nuove
tecniche favorendo così il loro impiego
anche all’interno dei villaggi di provenienza.
2
13
12
1 - Tratto di recinzione e scalinata
2 - La casa dei maschi e quella
delle femmine
3 - Un locale interno della casa
dei maschi
4 - Sala pranzo e giochi bambini
5 - Il noviziato
6 - I tukul per gli ospiti
7 - Lavanderia, dispensa, cucina,
sala da pranzo e salotto ospiti
P
roseguono i lavori per la costruzione del
Centro di accoglienza San Pio da Pietrelcina
a Gimbi, una casa accogliente dove bambini disabili
o sieropositivi abbandonati potranno crescere, studiare,
giocare e beneficiare di cure medico-riabilitative.
Attualmente i lavori sono stati completati all’80%: la
dimostrazione è nelle foto che pubblichiamo. Il reportage
fotografico è stato realizzato da Roberto Rabattoni
lo scorso ottobre. Negli ultimi mesi si sono verificate
8 - La casetta degli autisti e servizi
igienici
9 - L’accesso alla terrazza
10 - La terrazza per gli ospiti
11 - 12 - 13 - Parte degli arredi
difficoltà
nel
reperimento
dei materiali per le finiture:
parte di essi devono infatti
essere acquistati ad Addis
Abeba, a oltre 400 km da
Gimbi. É probabile quindi che
l’inaugurazione del Centro e la
sua completa operatività slitti
di qualche mese.
9
Etiopia chiama - n.32/2015
C O O P E R A Z I O N E INTERNAZIONALE
Planimetria
del Centro
ATTIVITÀ PRODUTTIVE
Contribuisci al progetto
con importi di qualsiasi
entità: nella causale del
versamento scrivi: “Centro
di accoglienza di Gimbi”
i bambini che verranno
accolti a strutture ultimate
te ne saranno infinitamente
grati.
L'Etiopia è suddivisa amministrativamente in 9 regioni
dette anche stati regionali, a cui si aggiungono due città
autonome, Addis Abeba e Dire Daua. L’Etiopia è uno stato
federale e le regioni godono di larga autonomia: ogni stato
regionale ha un proprio parlamento e un proprio governo
locale.
Legend - Legenda
Confine di Zona
Confine di Regione
Confine Internazionale
- Lago
Gimbi
10
Etiopia chiama - n.32/2015
Gimbi si trova 440 km
a ovest di Addis Abeba
nella Regione dell’Oromia,
zona amministrativa West
Wellega (vedi cartina in basso).
É una località di circa 39.000
abitanti situata a 1.845
metri sul livello del mare,
particolarmente povera e
non ancora raggiunta da
interventi di sviluppo o di
aiuto umanitario.
L’agricoltura è il settore
predominante e occupa
buona
parte
della
popolazione. A Gimbi, come
nel resto dell’Oromia, la
coltura più importante per
superficie coltivata e reddito
prodotto, è quella del caffè.
Sugli altopiani occidentali si
alternano foreste rigogliose
a piantagioni di caffè e,
man mano che ci si avvicina
alle basse pianure, fanno
la loro comparsa campi di
teff (un cereale endemico
utilizzato per l’enjera, piatto
tipico locale), bananeti e
piantagioni di manghi.
Giacimenti di ferro e fosfato
sono conosciuti fin dagli anni
’80 ma non sono ancora stati
sfruttati commercialmente.
Condizioni climatiche: le
temperature non superano
mai i 29°C né scendono
A Gimbi
come
ad Areka
Agricoltura
sostenibile a Gimbi
A
Gimbi il Cae ha deciso di implementare,
parallelamente al centro di accoglienza, un
progetto di sviluppo: “Un’agricoltura sostenibile
per Gimbi”.
In quest’area il terreno è fertile ma la grande povertà che
affligge la popolazione locale non consente di dar vita
a coltivazioni strutturate. La mancanza di competenze
tecniche che massimizzino la produttività confina la
produzione a livello di sussistenza.
La sicurezza alimentare e la lotta contro la malnutrizione
possono essere combattute rafforzando la capacità
produttiva dei contadini. Per questo, analogamente a
quanto realizzato ad Areka, parte del terreno su cui sorgerà
il centro di accoglienza, verrà destinata alla coltivazione.
Sarà sviluppata una piantagione multicolturale stabile in
grado di sopportare lunghi periodi di siccità alternati a
periodi di intense piogge. In questo modo sarà possibile
ottenere una produzione agricola disgiunta dagli eventi
atmosferici stagionali. L’attività agricola offrirà lavoro
a braccianti della zona che con la consulenza di un
agronomo, svilupperanno e affineranno le loro tecniche di
produzione. Con l’apprendimento di nuove metodologie, i
sotto lo zero. La stagione più piovosa va
da aprile a settembre; in marzo e in ottobre
le piogge sono meno intese. Gli altopiani
occidentali hanno un clima umido durante
tutto l’anno, a differenza dei bassopiani
circostanti che nei mesi tra dicembre e
febbraio sono interessati da periodi di
siccità.
Etnie: Nel distretto di Gimbi il gruppo
etnico più numeroso è quello degli Oromo
contadini le trasferiranno anche
nella coltivazione dei terreni dei
loro villaggi incrementando la
produttività e, di conseguenza,
migliorando
il
benessere
alimentare della popolazione.
Inoltre i raccolti risponderanno
alle necessità alimentari dei
bambini ospiti del Centro.
Come contribuire:
- con 20 euro
partecipi all’acquisto delle
sementi
- con 45 euro
contribuisci all’acquisto delle
attrezzature
- con 100 euro
contribuisci all’acquisto di
un aratro
Causale
del
versamento:
“Un’agricoltura sostenibile per
Gimbi”
(95,3%); gli Amahara rappresentano solo il
2,49% degli abitanti e gli altri gruppi etnici il
2,21%. L’afaan oromoo, conosciuta anche
come oromiffa, rappresenta la lingua
madre per oltre il 97% della popolazione
mentre l’amarico, lingua ufficiale del
Paese, è utilizzata solo dal 2,08%. Per
quanto riguarda la religione il 50,07% è
Protestante, il 35,33% Cristiano Ortodosso
e il 12,99% Musulmano.
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C O O P E R A Z I O N E INTERNAZIONALE
ATTIVITÀ PRODUTTIVE
2
Un’opportunità
per un futuro
autonomo
Allevamento
a Gimbi
D
a qualche mese è stato avviato a Gimbi,
a 15 km dal Centro di accoglienza San
Pio, un altro importante progetto di sviluppo.
Stiamo infatti realizzando le strutture per dar
vita a un allevamento di bestiame: stalle, locali per
conservare il foraggio, per immagazzinare il mangime
e un laboratorio per la conservazione e trasformazione
del latte che i beneficiari del progetto potranno utilizzare
gratuitamente.
L’obiettivo
è quello di offrire una prospettiva di sviluppo autonomo in
quest’area particolarmente povera non ancora raggiunta
da interventi emergenziali o di cooperazione.
Terminati i lavori
edili saranno acquistati 100 bovini, 300 pecore, 300
capre, 200 asini e 2.000 galline. I capi saranno affidati
ai nuclei familiari più bisognosi che potranno vendere
i prodotti dell’animale non utilizzati per l’autoconsumo.
Gli animali che nasceranno saranno assegnati ad altre
famiglie indigenti moltiplicando esponenzialmente il
numero di persone coinvolte.
La “stalla comunitaria” supporterà i beneficiari
nell’allevamento occupandosi del foraggiamento, dei
controlli sanitari e della mungitura.
Per realizzare il progetto è stato siglato un accordo con
il Ministero delle Donne, le autorità governative locali e
gli anziani dei villaggi che individueranno le famiglie più
bisognose che parteciperanno al progetto.
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1
Lavoro
e opportunità
di sostentamento
autonomo
Cosa puoi fare
Puoi sostenere l’acquisto
degli animali e la costruzione
degli edifici
- con importi di qualsiasi
entità finanzi la costruzione
- con 5 euro
contribuisci all’acquisto di
un pollo
- con 20 euro
partecipi all’acquisto del
foraggio e dei mangimi
- con 50 euro
contribuisci all’acquisto
delle attrezzature
- con 180 euro
contribuisci all’acquisto di
1 pecora o 1 capra
- con 260 euro
contribuisci all’acquisto di
1 asino
- con 800 euro
contribuisci all’acquisto di
1 bovino
le cifre esposte comprendono
il
sostentamento
degli
animali per il primo anno di
allevamento.
Nella causale del versamento
scrivi “Allevamento a Gimbi”
3
4
7
5
6
1 - La tracciatura di una stalla
2 - Struttura per l’accoglienza dei
volontari: 7 camere con bagno, un
salone per il pranzo e sala riunioni
3 - Lavanderia e dispensa
4 - Una delle stalle
5 e 6 - Magazzino
8
50.000
5 x 1000 per il pozzo
Lo scorso novembre abbiamo
al Villaggio
ricevuto
l’accredito
di
174.317,23 euro relativi alla
Madonna
raccolta del 2013. Grazie alle
5.829 persone che hanno deciso
della Vita
di scegliere il CAE, 400 in più
rispetto all’anno precedente.
Prevediamo di utilizzare i fondi
per i numerosi progetti attivi a
Gimbi descritti in queste pagine.
A queste iniziative sono stati
destinati anche i 175.702,31
euro del 2012.
L’Autorità d'Ambito n.1
del Verbano Cusio Ossola
e Pianura Novarese ha
approvato un contributo
di 50.000 euro per la
realizzazione di un pozzo
al Villaggio Madonna
7 - Stalla circolare: sotto, destinata
ai bovini, al primo piano per
pecore e capre. Al centro,
un’apertura circolare di 1,80 m di
diametro servirà per incanalare
mangime e foraggio
8 - Particolare della soletta
della Vita. Quello esistente che
attingeva a una falda ormai
in esaurimento, è stato quindi
sostituto. Profondo 120 metri,
il nuovo pozzo, è dotato di due
punti di distribuzione, uno dei
quali all’esterno del villaggio.
In questo modo anche la
popolazione che vive nel quartiere
ha accesso gratuito all’acqua.
Il servizio idrico di Addis Abeba,
dove si trova il villaggio,
presenta carenze strutturali che
non garantiscono una fornitura
costante. Con l’opera realizzata
è stato possibile superare questa
criticità.
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Etiopia chiama - n.32/2015
C O O P E R A Z I O N E INTERNAZIONALE
SALUTE
Una donna
Etiope
che chiedeva
aiuto
di Francesca Altimari, volontaria CAE
Viaggi
della speranza
P
er 12 lunghi anni Sam non ha potuto giocare
e andare a scuola a causa di una grave
malformazione: ora è un bambino felice.
Tutto è cominciato la scorsa primavera quando ho
ricevuto una telefonata da Ferdos Hassen, un’amica
etiope che vive in Italia ormai da diversi anni e che si
fa chiamare “Sara”. Mi ha chiesto di incontrarci perché
voleva mostrarmi un video ricevuto tramite il famoso
social network Facebook. Il video mostrava una donna
etiope che chiedeva aiuto per il proprio figlio dodicenne.
Il ragazzino, di nome Saleamalek, è nato con una
grave anomalia dell’apparato muscolo-scheletrico e
genito-urinario, consistente nella mancanza sia della
porzione inferiore della parete addominale sia della parete
anteriore della vescica e dell’uretra.
In parole povere, il bambino sin dalla nascita aveva
la vescica aperta verso l'esterno, e l'urina gli colava
costantemente sulla pancia e sulle gambe.
Questa malformazione lo costringeva a vivere seduto
su una “sedia gestatoria” sotto la quale una bacinella
raccoglieva i fluidi maleodoranti che il ragazzo espelleva
in continuazione dalla ferita. Sam, come è chiamato
affettuosamente non ha mai potuto avere una vita
normale, avere amici e andare a scuola.
Bosè, la mamma di Saleamalek, abbandonata dal
marito e dal servizio sanitario, non adeguato a fornire le
cure necessarie al figlio, ha deciso di affidarsi a dei suoi
conoscenti per organizzare una raccolta fondi lanciando
un appello sul web. Purtroppo le persone coinvolte, si
sono rilevate dei truffatori che volevano approfittarsi
della situazione e sono state denunciate alle autorità
etiopi competenti.
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Etiopia chiama - n.32/2015
“Ora potrò giocare
a calcio
e andare a scuola”
Si dice “Dio scrive dritto su
righe storte”: il videomessaggio
postato
su
Facebook
raggiunge la mia amica
Sara che conoscendo il mio
impegno come volontaria per il
Centro Aiuti per l’Etiopia onlus,
non perde tempo. Ho quindi
contattato
immediatamente
Giovanna Minoggio presso
la sede dell’associazione per
informarla di questa situazione
e, con una prima ed auspicata
risposta positiva da parte di
Roberto Rabattoni, presidente
della Onlus, la speranza ha
iniziato a concretizzarsi. Sam
viene quindi convocato presso
gli uffici dell’associazione in
Addis Abeba per una prima
valutazione del suo stato di
salute che appare da subito
grave. Io ero tranquilla e
fiduciosa dal momento stesso
in cui ho saputo che il ragazzino
era giunto al Villaggio, perché
sapevo con certezza che
Sam ora era in ottime mani e
che sarebbe iniziato per lui il
viaggio verso la guarigione.
Un cammino reso possibile
grazie al sostegno del Centro
Aiuti per l’Etiopia onlus
che si è fatto carico delle
spese mediche che ne sono
conseguite in Etiopia e in
Italia. Il caso è stato dapprima
sottoposto
all’attenzione
del dottor Vittorio Ferrari,
specialista
in
oncologia
a
Brescia
e
volontario
dell’associazione, il quale si
è rivolto al prof. Rigamonti,
primario di Chirurgia e Urologia
pediatrica dell’ospedale “Busto
Garolfo” di Trieste.
A seguito della sua diagnosi, il
CAE si è attivato per consentire
a Sam e alla sua mamma di
venire in Italia e permettere al
bambino di essere curato. A
Trieste Sam è stato accolto
presso la “Fondazione Luchetta
Ota D’Angelo Hrovatin onlus”
che ha contribuito a sostenere
le spese mediche. Alcuni
volontari CAE li hanno sempre
assistiti
e
accompagnati
in questo “viaggio della
speranza”.
Come racconta lo stesso
prof. Rigamonti: “Quando
è
arrivato,
Saleamelak
soffriva
molto,
anche
psicologicamente. Non si
alzava dal letto e restava a
fissare la TV accesa. Anche sua
mamma… parlava a fatica. E
invece, quando si è risvegliato
dopo dieci ore sotto i ferri, la
prima cosa che mi ha chiesto
è se avrebbe potuto giocare a
pallone con gli amici. Oggi è
un bambino felice”.
Saleamalek è uno di quei
bambini che possono ritenersi fortunati. Grazie al Cento
Aiuti per l’Etiopia onlus e al susseguirsi di gesti di
altruismo e generosità, Sam ha ricevuto una seconda
possibilità e può permettersi un “lusso” che molti bimbi e
suoi coetanei in Etiopia, ancora oggi, non possono avere:
quello di fare progetti e guardare al futuro. “Adesso
sono tanto contento – racconta Sam - avevo paura di
quest’operazione ma sapevo anche che era l’unica cosa
che potessi fare. Ora potrò giocare a calcio e andare a
scuola… E da grande voglio fare il medico!”.
Sam rimarrà in Italia ancora per qualche mese. Riceve
costanti controlli sanitari e sta prendendo lezioni di
chitarra e di italiano.
L
a storia di Salemelak raccontata da Francesca, una
nostra volontaria, è toccante. Così come lo sono state
quelle di Mahelet, Lealem, Bereket, Betelehem e ... tanti
altri che in tutti questi anni è stato possibile curare in Italia
grazie al progetto “Viaggi della speranza”.
In Etiopia sia le strutture sanitarie pubbliche che quelle
private presentano grandi lacune strutturali ed organizzative
ed offrono risposte solo alle patologie meno gravi. Inoltre
non esistendo forme mutualistiche, i pazienti sono costretti
a pagarsi la degenza, i costi ospedalieri e i farmaci.
Patologie diagnosticabili e curabili in Italia possono non
lasciare scampo in Etiopia: molti malati possono guarire
solo rivolgendosi alle cure in strutture ospedaliere all’estero
ma i costi sono ingenti e rendono di fatto impossibile farvi
ricorso.
“Viaggi della speranza” è nato con l’obiettivo di offrire
assistenza e cure in strutture specializzate a malati affetti
da patologie fra le più svariate: neoplasie, malattie
cardiovascolari, neoplasie ematologiche, emofilia, gravi
patologie cardiache, malattie degenerative del sistema
nervoso centrale. Il progetto prevede il trasporto in Italia dei
pazienti (se minori anche dei genitori), i costi di permanenza
e i costi aggiuntivi per i ricoveri e le cure presso strutture
ospedaliere. Purtroppo negli ultimi anni le risorse pubbliche
sono notevolmente diminuite e vengono concesse con
estrema difficoltà, spesso addirittura negate. In assenza di
fondi pubblici l’aiuto, ancora una volta, può solo arrivare
dal buon cuore di noi tutti.
Cosa puoi fare
- con 200 euro contribuisci alle spese di degenza in
una struttura ospedaliera in Italia
- con 800 euro sostieni le spese di viaggio per l’Italia
di un malato
Per contribuire indica nella causale del versamento
“VIAGGI DELLA SPERANZA”.
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Etiopia chiama - n.32/2015
C O O P E R A Z I O N E INTERNAZIONALE
SALUTE
Chirurgia
a Gimbi:
900 donne
di Diletta Zennaro, volontaria CAE
Operazione gozzo
Le 400 donne sottoposte ad intervento chirurgico
nell’ultimo semestre si vanno ad aggiungere alle 500
pazienti che dall’avvio del progetto, hanno beneficiato di
cure mediche adeguate e risolutive.
Lasciamo spazio a Diletta, del gruppo volontari CAE di
Rovigo, che nel corso del suo ultimo viaggio in Etiopia ha
potuto incontrare alcune donne affette da struma tiroideo.
V
erde degli alberi, giallo dei campi, rosso della
terra. Ethiopia.
Ma Etiopia non è solo questo, lo sto scoprendo
passo dopo passo. Ho avuto l’opportunità di
intraprendere un viaggio di un mese e mezzo che mi sta
regalando emozioni incredibili sotto tutti i punti di vista.
Il tutto ha avuto inizio grazie alle esperienze di due mie
care amiche, già volontarie, Anna ed Helen, le quali due
anni fa hanno iniziato la loro avventura presso il centro di
accoglienza “Giovanni Paolo II” di Areka. La scorsa estate
si è aggiunta una nuova persona al gruppo, Carlotta, e
ora è toccato a me entrare a far parte di questa stupenda
e grande famiglia. I loro racconti mi hanno sempre dato
emozioni fortissime, la gioia che ci hanno sempre messo
nel raccontare le loro esperienze la definirei immensa
e piena di amore. E così ho deciso, dopo la laurea in
infermieristica, di intraprendere il mio
viaggio.
Trascorsa una settimana circa ad Addis
Abeba presso il Villaggio “Madonna
della vita”, ho avuto la possibilità grazie
a Roberto Rabattoni di visitare il nuovo
centro di accoglienza in costruzione a
Gimbi, un villaggio bellissimo immerso
nella foresta. Inoltre ho visitato l’ospedale
locale (Foto in alto e a lato), l’ala costruita
dal CAE e la sala operatoria parzialmente
finanziata grazie ad un progetto molto
importante perché ha avuto luogo, in
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Etiopia chiama - n.32/2015
Dalla raccolta fondi
in Italia,
all’aiuto concreto
in Etiopia
Italia, nelle zone dove vive il
nostro gruppo. Ed è proprio su
questo che vorrei soffermarmi
un momento.
L’idea di Andrea e Cinzia
Barbuiani (genitori di Helen)
è di fare ogni anno una serata
di beneficenza alla quale si
vuole dare una finalità ben
precisa. Quest’anno l’obiettivo
era
la
sponsorizzazione
degli interventi per il gozzo;
problema molto diffuso in
questa terra d’Etiopia.
La serata prevedeva una cena
e successivo intrattenimento
musicale, si è svolta nella
splendida cornice di Villa Cà
Tiepolo ad Albarella in provincia di Rovigo,
località nella quale per tutta la settimana
antecedente all’evento, è stata allestita una
mostra fotografica da parte dell’amico Luca
Zonari Canè. La buona riuscita della serata è
stata determinata dalla collaborazione dello
staff del ristorante “Zafferano” che agli ordini
dello chef Adriano, ha preparato un ricco
buffet per oltre 450 persone. Tutto questo
grazie al supporto di una squadra di oltre 20
sponsor locali, che hanno consentito di coprire
tutte le spese vive sostenute, cosicché l’intero
importo raccolto, pari ad oltre 15.000 Euro, è
stato integralmente devoluto al Centro Aiuti
per l’Etiopia onlus per finanziare gli interventi
chirurgici.
Io, come molti altri ragazzi, ho partecipato
a questo grande evento, e oggi toccare con
mano i risultati ottenuti grazie a quel lavoro è
stata un’emozione molto forte.
Ho avuto l’onore di conoscere il chirurgo
(Foto in basso) che ha salvato moltissime vite,
ho potuto vedere il registro delle operazioni
eseguite (oltre 900) e le foto del pre e post
operazione. I risultati sono veramente
incredibili e mi fanno credere che bisogna
avere speranza perché grazie a questa sala
operatoria, è stata cambiata la vita a persone
che altrimenti non avrebbero avuto futuro. Le
operazioni non riguardano solamente il gozzo,
ma anche molte altre disfunzioni gravi che
compromettevano la vita dei pazienti.
Essere volontari significa dedicarsi agli altri
e dare il proprio aiuto a chi più ne ha bisogno,
regalare un sorriso, porgere una carezza,
rendere felici chiunque abbiamo di fronte.
Ciò che io e le altre ragazze del gruppo,
pensiamo, è che con questa opportunità
siamo cresciute moltissimo ed ogni volta
che si torna in questa terra l’emozione è
indescrivibile a parole ed è sempre come
fosse la prima volta.
Devo ringraziare le mie care amiche, per
la forza che mi hanno dato per affrontare
al meglio tutto questo.
“Quello che tu puoi fare é solo una
goccia nell’oceano, ma é ciò che dà
significato alla tua vita”. Penso che questa
frase rispecchi in parte ciò che volevo
trasmettere con questo mio messaggio.
Sintesi del progetto
Lo struma tiroideo (gozzo) è
una malattia endemica in aree
economicamente
depresse
come
l’Africa, l’India e diversi paesi dell’Asia
centrale dove la popolazione ha
un’alimentazione povera di iodio.
Sebbene
la
semplice
somministrazione di iodio attraverso
la dieta può essere sufficiente per
ridurre questa malformazione, nei casi
riscontrati l’aumento volumetrico della
ghiandola tiroidea e il conseguente
rigonfiamento del collo sono tali da
richiedere l’asportazione chirurgica.
Le donne colpite da questa patologia,
subiscono la progressiva compressione
della trachea e della laringe con la
conseguente difficoltà a respirare e
mangiare.
Il progetto attivato in collaborazione
con l’ospedale di Gimbi assicura cure
mediche adeguate e risolutive.
Obiettivi
Assicurare cure mediche adeguate alle
donne affette da struma tiroideo
Cosa puoi fare
L’intervento di asportazione è possibile
con 160 euro
Puoi contribuire a sostenere le spese
mediche indicando nella causale di
versamento “OPERAZIONE GOZZO”
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Etiopia chiama - n.32/2015
V I TA DELL’ASSOCIAZIONE
Un po’
di Etiopia
anche a
Montichiari
di Vincenzo Amato
Festa delle famiglie
M
ontichiari. La festa è qui, ma il cuore batte a
migliaia di chilometri di distanza, in Etiopia,
dove non è festa anche se la gente quando la
incontri e ti vede non manca di regalarti un sorriso.
Oggi però c’è un po’ di Etiopia anche a Montichiari
per la Festa delle famiglie del Centro Aiuti per
l’Etiopia onlus.
Quanti siamo? Mille e cinquecento, duemila, forse più. Non
ha importanza. Oggi ci si incontra e si pensa a cosa fare.
Da Addis Abeba è venuto il Presidente del CAE Roberto
Rabattoni e ci ha dato una notizia che molti già conoscevano
anche se la stampa ne ha parlato poco. C’è un’emergenza
umanitaria in Etiopia dove, a causa della siccità, almeno otto
milioni di persone, rischiano la fame. L’allarme e la richiesta
di aiuto è arrivato nel corso della festa che viene organizzata
con le famiglie italiane che hanno adottato giuridicamente
bambini nati nel Paese africano. Alla manifestazione di
Montichiari era presente il Vescovo etiope Monsignor Musiè
Ghebreghiorghis che ci conferma: “Purtroppo la situazione
è drammatica in quanto le grandi piogge sono state scarse
e le piccole piogge, quasi inesistenti - afferma il prelato ciò significa che milioni di contadini quest’anno faranno
un pessimo raccolto nemmeno necessario a sfamare la
famiglia. Il governo si sta muovendo ed ha stanziato milioni
di euro, ma noi cristiani abbiamo il dovere di aiutare la
popolazione”.
Il CAE, l’organizzazione creata 32 anni fa da Roberto
Rabattoni che opera nel Paese africano a favore dei più
bisognosi, si è già mossa e vede in primo piano i gruppi
famiglia del Nord Italia, ma anche di province del Sud come
Benevento. “Dobbiamo raccogliere fondi per realizzare
18
Etiopia chiama - n.32/2015
“... chi è stato in Etiopia
può confermare
che la fede smuove le
montagne”
progetti che siano a supporto
della popolazione - afferma
Rabattoni - ci stiamo già
attivando in questo senso,
ma il bisogno è davvero
tanto. Collaboriamo con le
autorità delle varie regioni
amministrative dell’Etiopia e le
nostre strutture sono in grado
di fornire il necessario purché
dall’Italia non venga a mancare
il sostegno”. A Montichiari
l’impegno di tutti si è concentrato
sulla raccolta fondi a favore
degli ultimi. Nello specifico il
ricavato della giornata servirà
ad aiutare i bambini di Gimbi, la
seconda cittadina dell’Oromia,
una delle regioni più povere
della già povera Etiopia e
dove il CAE sta realizzando un
centro di accoglienza intitolato
a San Pio da Pietrelcina, con
annessi anche dei laboratori
per insegnare ai giovani un
mestiere.
Quello di Gimbi è un progetto
tanto
ambizioso
quanto
importante. La struttura sta
sorgendo sul modello di quella
già realizzata ad Areka dove è
diventata una vera isola felice
nell’inferno verde del Wollayta.
“Nulla è impossibile quando
si ha Fede – ci ha ricordato
Rabattoni – e che la Fede
smuove le montagne chi è stato
in Etiopia lo può confermare”.
Oggi però si fa festa anche se
il pensiero è sempre in Etiopia.
Tra le iniziative messe in
atto quest’anno dal CAE,
interessante è stato il concorso
fotografico che ha coinvolto
decine
di
persone
che
conoscono il Paese africano
e che con questo concorso
si sono sentite coinvolte nelle
attività del centro. Le foto più
belle sono state scelte da una
apposita giuria e sono diventate
i calendari 2016 da parete
e da tavolo, che sono già in
distribuzione e sosterranno le
spese di mantenimento dei
bambini disabili assistiti presso
il centro accoglienza di Areka.
Nel pomeriggio le psicologhe
dell’Ente (dott.ssa Paolinelli
e dott.ssa Vadalà) con due
genitori adottivi (Livia e Enrico)
hanno condotto un gruppo
di riflessione sull’esperienza
adottiva, chiedendo ai genitori
adottivi
di
raccontare
la
propria storia. Sottolinea la
dott.ssa Vadalà “per una volta
volevamo far parlare le coppie.
Per conoscere la loro storia, i
cambiamenti che sono avvenuti
nella famiglia dopo l’arrivo di
Momenti
della giornata
dello scorso
25
ottobre
uno o più figli. Perchè è importante condividere con le
famiglie le gioie ma anche le difficoltà dell’adozione e dar
loro uno spazio in cui possono essere protagonisti. Spesso
emerge la fatica di integrare ogni elemento con le proprie
peculiarità, ma anche la gioia dei momenti felici vissuti
insieme.”
La giornata, poi, passa in un soffio: la Messa, il pranzo con
la famiglia e gli amici, due chiacchiere con chi non vedevi
dall’anno scorso, i giochi dei bambini, le bancarelle e... è
già sera, è ora di ripartire, la strada per qualcuno è lunga.
Ciao, ci vediamo l’anno prossimo!
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Etiopia chiama - n.32/2015
Buona volontà
ottimismo
coraggio
di Barbara Carrer
Testimonianze
Q
uella di Getahum Tamrat, rifugiato politico di
origine etiope che dopo una serie di drammatiche
peripezie tra cui la prigione e la tortura, è stato "adottato"
dal Comune di Giavera del Montello, è una di quelle belle
storie che dovrebbero iniziare con "c'era una volta" e
terminare con "e vissero felici e contenti".
Nonostante il suo percorso esistenziale contenga tutti gli
elementi per un buon romanzo di avventura, non si tratta
di una favola, ma di vicende di vita vera il cui lieto fine
veste i colori dell'impegno, dell'integrazione, del rispetto
per le differenze come mezzo di arricchimento e non come
motivo di discriminazione.
Oggi Gaetano (come lo chiamano i suoi concittadini) è
responsabile di reparto in un'industria metalmeccanica,
consigliere direttivo dell'Avis, fa parte dell'Enpa e
dell'organizzazione della festa multietnica "Ritmi e danze
dal mondo".
Il tutto nel "diffidente" Nord Est che, a detta sua, lo ha
accolto a braccia aperte, dimostrandogli aiuto e solidarietà.
Il suo segreto? Buona volontà, ottimismo, coraggio e una
buona dose di fortuna.
Fatti incredibili, viaggi rocamboleschi, colpi di stato che
hanno per protagonisti nobili defraudati e dittatori tiranni,
lei non si è fatto davvero mancare nulla, ma iniziamo dal
principio...
"Appartenevo ad una nobile ed abbiente famiglia, mia
madre era una contessa etiope e mio padre un rettore
universitario eritreo. Dopo il colpo di Stato che portò al
potere il dittatore Mengistu, papà venne fucilato davanti
all'Università di Addis Abeba da un gruppo di guerriglieri
come migliaia di presunti oppositori politici. Abbiamo
dovuto pagare per riavere il suo corpo".
Poi cosa accadde?
"Fino all'età di 12 anni rimasi nella villa di famiglia, poi
mia madre morì di polmonite e io rimasi solo. Al dolore del
lutto si aggiunse un ulteriore fatto drammatico: il colonnello
Abebe Chala, alleatosi con una fazione ribelle, piombò
in casa nostra e se ne impossessò senza nessun diritto,
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Etiopia chiama - n.32/2015
Giunto in Italia con un
“viaggio della speranza”
si è stabilito qui
sbattendomi fuori. Nessun
parente mi accolse perché mia
madre era stata diseredata in
quanto compagna di un eritreo
e i parenti di mio padre erano
contrari a quell'unione per la
stessa ragione".
Dove andò allora?
"Per due anni vissi per strada
chiedendo l'elemosina, poi feci
un incontro che mi cambiò la
vita, quello con Padre Mosè.
Il sacerdote mi raccolse e mi
portò all'orfanotrofio di San
Francesco ad Addis Abeba dove
rimasi per due anni finché non
mi arrestarono e mi sbatterono
in carcere senza darmi una
motivazione. Rimasi in galera
per tre anni subendo violenze
e percosse di ogni genere al
punto che un colpo in testa con
un tubo di ferro mi ridusse alla
completa cecità"
Continui...
"Cieco e distrutto fisicamente
e psicologicamente tornai da
Padre Mosè e lì feci il secondo
incontro
importante
della
mia vita: quello con Roberto
Rabattoni,
presidente
del
Centro Aiuti per l'Etiopia onlus
che mi portò a Milano per fare
un'operazione agli occhi che mi
ridiede la vista".
Ma i guai purtroppo non erano
finiti.
"Dopo la convalescenza il visto
era scaduto e dovetti tornare al
mio Paese cambiando la mia
identità per far perdere le mie
tracce e non essere nuovamente
arrestato dal regime".
Com' è arrivato in Veneto?
"Dopo aver lavorato a Milano
per otto mesi presso un
ristoratore disonesto che mi
ha sfruttato senza pagarmi,
vivendo abusivamente in un
alloggio abbandonato, dopo
aver tentato più volte, da
clandestino, il viaggio verso
Londra (dove sognavo di andare
a fare il cuoco) stipato a bordo
di un tir, ho incontrato Don
Bruno Baratto che gestiva la
Casa Accoglienza per lavoratori
emigrati a Giavera del Montello"
E lì si è integrato alla perfezione
a quanto so...
"Ho cambiato mille lavori "a
chiamata", svegliandomi alle
tre del mattino e facendo
chilometri in bicicletta con
qualsiasi condizione climatica
fino ad arrivare alla mia attuale
occupazione: un' industria
metalmeccanica.
Da
un
contratto di nove giorni sono
diventato responsabile di reparto,
integrandomi
perfettamente
con i miei concittadini. Ho fatto
la patente, sono consigliere
direttivo dell'Avis e volontario
dell'Enpa".
La sua è quella che si può
definire una storia a lieto fine che
dà speranza. Cosa le manca ora
per essere pienamente felice?
"Vorrei che i miei genitori
avessero visto dove sono
Come racconta in questa intervista, Getahun ha perso la vista a
seguito delle violenze e maltrattamenti subiti in carcere. Le sue
condizioni lasciavano poche speranze: da cinque anni era cieco
da un occhio mentre l’altro era seriamente compromesso. Grazie
al progetto “Viaggi della speranza” è stato possibile curarlo in
Italia, e nel 2002 è stato operato al Policlinico di Milano e ha
ripreso la vista.
Le condizioni cliniche di Getahun erano tali da richiedere il
trasferimento in Italia per essere sottoposto a cure specialistiche.
Ma per chi vive in Etiopia anche una patologia meno grave
può essere un problema insormontabile: il servizio sanitario
a pagamento di fatto esclude gran parte della popolazione
dall’accesso a cure mediche adeguate. Anche l’acquisto di
farmaci di base può essere un problema insormontabile. La salute
è un lusso per pochi. Il progetto “Cure mediche” si prefigge di
coprire i costi di prestazioni mediche, cure e interventi chirurgici
in strutture ospedaliere ad Addis Abeba. Malati provenienti da
località distanti centinaia di chilometri dalla capitale trovano
ospitalità gratuita presso il Villaggio Madonna della Vita ad Addis
Abeba. Grazie alla raccolta fondi destinata a questa iniziativa
sono centinaia le persone che si sono potute curare.
Cosa puoi fare
- con 20 euro contribuisci all’acquisto di medicinali
- con 35 euro contribuisci alle spese ospedaliere per ricoveri
- con 50 euro sostieni i costi per esami medici approfonditi
Per contribuire indica nella causale del versamento “CURE
MEDICHE”
arrivato ora e potessero condividere la mia gioia".
Cosa prova per chi le ha tolto tutto?
"La vendetta non potrebbe restituirmi i miei cari e la
sofferenza genera solo altra sofferenza. Da cristiano credo
nel perdono anche se un fondo di rabbia rimane".
In Veneto ha conosciuto il razzismo?
"Non ho mai avuto problemi di discriminazione, ad
eccezione di un mio collega in pizzeria che mi definiva
"sporco negro". Ho preferito non reagire e dimostrare con
i fatti chi ero. Alla fine mi ha stimato, tanto da chiedermi
di dare lezioni di inglese alla figlia. Qui, come nel resto
dell'Italia, ho trovato grande solidarietà".
Cosa pensa dell'attuale e grave problema dei profughi?
"In Africa ci sono due grandi piaghe: la povertà e la guerra.
Le persone che fuggono dal loro paese, affrontando un
viaggio in condizioni disumane con grandi spese, lo fanno
per evitare di morire, per cercare uno spiraglio di luce
infondo al tunnel. Il problema è complesso e l'Italia da sola
non può risolverlo, ci deve essere cooperazione a livello
internazionale"
Il 30 giugno 2015 è un giorno che rimarrà nella memoria
di Getahun: ha ottenuto la cittadinanza italiana. Con lui
a festeggiare l’amministrazione comunale di Giavera del
Montello assieme a tanti amici. E le lacrime di felicità non
erano solo quelle di Getahun.
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Etiopia chiama - n.32/2015
V O L O N TA R I ITALIA
Lezione
di vita
recepita
Testimonianze
N
el mese di maggio c’è stata data l’opportunità
di conoscere il Centro Aiuti per l’Etiopia onlus.
Un pomeriggio due volontari del CAE sono venuti a
scuola e hanno incontrato gli alunni delle classi terze di
Gravellona Toce (VB).
Sono riusciti sin da subito ad ottenere la massima
attenzione dei bambini e con parole semplici, ma toccanti,
hanno presentato loro la triste e cruda realtà in cui vive il
popolo etiope.
Sono state quindi mostrate delle belle e significative
fotografie che rappresentavano “dure” scene di vita
quotidiana, misere abitazioni e il povero ambiente in cui
quella provata popolazione è costretta a vivere.
I nostri scolari erano come ipnotizzati dalle immagini,
specialmente da quelle che ritraevano i loro più sfortunati
coetanei che con pezzetti di legno in mano si mostravano
contenti e sorridenti.
Forse, proprio in quei momenti, si sono resi conto di come
sia diversa la loro vita e che spesso diano per scontato
alcune cose, che così scontate non sono: avere una casa
confortevole e accogliente, indossare vestiti puliti e della
propria taglia, avere tutti i giorni acqua e cibo, che molto
spesso si spreca, avere giochi con cui potersi divertire,
avere la possibilità di andare a scuola per imparare e
costruirsi le basi fondamentali per il proprio futuro; ma
soprattutto poter vivere da bambino, curato dalla propria
famiglia senza avere la paura di non sapere se ci sarà un
domani.
A quel punto però i bambini hanno potuto vedere un
barlume di speranza per quella povera gente: il CAE,
che da quando opera in Etiopia cerca, anno dopo anno,
di offrire aiuti concreti, ma soprattutto insegnamenti e
istruzione per realizzare opere che danno la possibilità di
vivere una vita più sicura e più dignitosa.
In quel pomeriggio di maggio i nostri alunni hanno
ricevuto un’importante lezione di vita che credo sia
22
Etiopia chiama - n.32/2015
Spiedo
per il nuovo
centro di
accoglienza
di Genny Rodella
“Le
bambine portano i bambini piccoli”
disegno di
Beatrice
stata recepita da tutti: sono
usciti da quell’incontro con
la consapevolezza di essere
bambini fortunati che spesso
si lamentano per inezie, non
riconoscendo tutto ciò che
di bello hanno intorno a loro
senza fatica alcuna.
Con la loro testimonianza,
i
volontari
CAE,
hanno
saputo sensibilizzarci al grave
problema umanitario di quel
popolo
interessandoci
e
coinvolgendoci grazie al vero e
profondo amore per gli altri di
cui sono fortemente animati.
Le maestre delle classi terze
“Un
bambino povero
che non mangia da mesi”
disegno di
Patrick
Iniziative
solidali
D
omenica 4 ottobre sono state più di 300 le
persone che hanno partecipato allo Spiedo
Solidale del Centro Aiuti per l’Etiopia Onlus.
La festa si è svolta presso il Parco La Fontanella,
organizzata da due genitori adottivi: Aldo e Genny in
stretta collaborazione con l’Associazione Amici Miei e
grazie al prezioso aiuto di amici parenti e tanti volontari.
L’associazione Amici Miei presta la sua fondamentale
collaborazione per la riuscita della giornata ormai da
5 anni, quest’anno ha preparato spiedo per più di 550
persone, tra pranzo e porzioni d’asporto.
Il ricavato della giornata -15.000 euro- servirà per
la costruzione del Centro di accoglienza San Pio da
Pietrelcina di Gimbi, una zona molto povera dell’Etiopia.
Il centro accoglierà bambini orfani, disabili e sieropositivi
che non avrebbero altrimenti possibilità di sopravvivere.
Racconta Genny: “Ci siamo ritrovati il mattino presto per
preparare tavoli e pranzo, i cuochi dello spiedo hanno
iniziato il lavoro già dal sabato sera. Alle 12:00 hanno
iniziato a distribuire lo spiedo d’asporto e poi di seguito
aperitivo risotto spiedo e polenta per chi partecipava al
pranzo. Una mamma adottiva volontaria dell’associazione,
Pastori Alessandra, ha fatto un intervento spiegando chi
è e cosa fa l’Associazione “Centro Aiuti per l’Etiopia
onlus”, e come si possa, con la piccola cifra di 15 euro
al mese, aiutare migliaia di bambini a sopravvivere,
tramite l’adozione a distanza, garantendo appunto
cibo, istruzione e cure mediche. Il pomeriggio Laura e
Alessia hanno divertito i più piccoli con il truccabimbi,
e il dj Arcangelo ha fatto divertire i grandi con la ruota
della fortuna, con ricchi premi gentilmente offerti da
negozianti di Castel Goffredo
e paesi limitrofi. La festa si è
conclusa con l’estrazione della
lotteria.
Grazie di cuore a tutti quanti
hanno partecipato e contribuito
alla riuscita della giornata.”
I volontari CAE
Il Centro Aiuti per l’Etiopia
onlus è nato e cresciuto
grazie ai suoi volontari.
Nel corso degli anni il
loro numero è cresciuto
considerevolmente in tutta
Italia tanto da portare alla
nascita di gruppi organizzati
su base provinciale. Oggi
sono 32 e sono costituiti
prevalentemente da famiglie
adottive. I Gruppi volontari
CAE costituiscono il cuore
pulsante dell’Associazione.
Si prodigano per aumentare il
numero dei bambini sostenuti
attraverso il progetto adozione
a distanza e organizzano
raccolte fondi con iniziative
solidali di vario genere (feste,
mercatini, cene, concerti,
rappresentazioni teatrali).
23
Etiopia chiama - n.32/2015
COSA PUOI FARE
Un pensiero
in un momento
particolare
Unica al mondo
contribuirai ad assicurare il mantenimento e le cure
specialistiche ed onerose di cui necessitano i 110
bambini con disabilità psicofisiche o affetti da HIV
che ospitiamo nel nostro Centro di accoglienza “San
Giovanni Paolo II” di Areka in Etiopia.
2016
Seguici su
Calendario da tavolo
2016
(dimensioni cm 16,5 x 16 h
con spirale metallica e
supporto in cartoncino)
Centro Aiuti per l’Etiopia - ONLUS
Calendario
Calendario da parete
(dimensioni cm 32 x 47 h)
I più grandicelli, compatibilmente con il loro grado di disabilità,
sono inoltre accompagnati in un percorso di formazione
che consentirà loro, raggiunta la maggiore età,
di acquisire un livello sufficiente di autonomia.
Sono oltre 100 i minori in difficoltà, sieropositivi
o affetti da forme più o meno gravi di disabilità
che non avrebbero altrimenti possibilità di sopravvivere.
L’offerta che riceviamo per questo calendario
ci permetterà di continuare a prenderci cura dei minori
del Centro di accoglienza “San Giovanni Paolo II” di Areka, in Etiopia.
Cerchiamo volontari
disponibili a collaborare
sia nelle nostre missioni
in Etiopia presso le nostre
strutture di Addis Abeba,
Areka e Gimbi sia a supporto
delle attività di raccolta fondi
in Italia. Per informazioni vai
sul nostro sito in cosa puoi fare
-> volontariato -> diventa
Centro Aiuti per l’Etiopia - ONLUS
Via Quarantadue Martiri 189 - 28924 Verbania (VB)
Tel. 0323 497 320 – Fax 0323 583 062
E-mail: [email protected] - sito: www.centroaiutietiopia.it
mattino di Lunedì, Mercoledì e Venerdì dalle 9:00 alle 12:30
pomeriggio di Martedì e Giovedì dalle 14:00 alle 17:30
Per donare:
in Banca
C/C bancario IBAN: IT41 T033 5901 6001 0000 0121 076 Banca Prossima – Agenzia di Milano
in Posta C/C postale n. 11730280 – IBAN: IT95 U076 0110 1000 0001 1730 280
entrambi intestati a Centro Aiuti per l’Etiopia Onlus
con Carta di credito sul sito www.centroaiutietiopia.it nella sezione “dona ora”
Le donazioni a favore del Centro Aiuti per l’Etiopia sono deducibili o detraibili
Versione per ragazzi
o adulti
Calendario
Seguici su
Puoi scegliere fra le due
versioni, ciascuna in formato
A/5 (cm 10,5 x 148,5)
Per informazioni:
[email protected]
tel. 0323/497320
Oppure visita il nostro sito:
www.centroaiutietiopia.it
e clicca su “Cosa puoi fare”,
“Regali speciali”, “Bomboniere
solidali”.
Grazie
iao, sono Gaia, ho 12 anni e
vivo in un piccolo paese vicino
alla Svizzera, Varzo (VB).
Quest’anno
ho
ricevuto
il
sacramento della Santa Cresima e
ho deciso, invece che comprare le
classiche bomboniere, di utilizzare
quei soldi per adottare un bambino
a distanza.
Qualche giorno prima della
cerimonia è arrivata la busta
contenente le informazioni e la foto
di lei...Tinsae, la mia sorellina a
distanza che ha 9 anni e vive nella
capitale etiope. Mi faccio spesso
delle domande su di lei e sono
felice di poter condividere la mia
vita, anche se in un modo un po’
speciale, con lei!
Anche se mai la incontrerò, occupa
già un posticino nel mio cuore.
Questo è stato il mio modo di
vivere la mia Cresima e il mio modo
di vivere la mia vita: cantandola,
valorizzandola, avendone cura
e condividendola perché come
diceva Madre Teresa “la Vita è
Vita” ed io ho preferito aiutare una
persona unica nel mondo, piuttosto
che spendere soldi per comprare
bomboniere tutte uguali. Gaia
Via Quarantadue Martiri 189 - 28924 Verbania (VB)
Tel. 0323 497 320 – Fax 0323 583 062
E-mail: [email protected] - sito: www.centroaiutietiopia.it
mattino di Lunedì, Mercoledì e Venerdì dalle 9:00 alle 12:30
pomeriggio di Martedì e Giovedì dalle 14:00 alle 17:30
Pergamene solidali
Versione per bambini
Calendari 2016
C
(nella foto la piccola Gaia Maiello)
Una pergamena solidale CAE ti permette di festeggiare
ogni tappa importante della vita senza dimenticare
la solidarietà. Battesimo, Comunione, Cresima,
compleanno, laurea, matrimonio, anniversario di nozze,
sono tutte grandi occasioni per ricordare i bambini in
difficoltà e fare anche a loro un regalo.
Con il tuo contributo sosterrai bambini bisognosi
attraverso i progetti del CAE per la tutela dell’infanzia.
Il CAE ti offre pergamene solidali stampate a colori
su carta pergamena sui due lati e nelle due versioni
qui illustrate, sul retro possiamo personalizzarle su tua
indicazione come desideri con un testo o immagine.
Richiedici i
Supporto calendarietto.indd 1
10/9/2015 12:24:30 AM
Per informazioni o per ricevere a casa una o più copie, telefonare alla
sede dell’Associazione (0323 497320): LUNEDì, MERCOLEDì e VENERDì
dalle 9:00 alle 12:30 e MARTEDì e GIOVEDì dalle 14:00 alle 17:30, o
inviare una mail a: [email protected]
Come sempre, chiediamo un’offerta minima di 5 Euro per il calendario
da parete e di 3 Euro per il calendario da tavolo.
N.B.: Per importi inferiori ai 20 Euro è richiesto un contributo di 5 Euro
per le spese di spedizione.
GRAZIE !
La tua famiglia è disposta
a diventare la famiglia di
un malato?
Se la tua famiglia è disposta
a fare questa esperienza che
diventerebbe sicuramente
indimenticabile,
contatta
la
sede
della
nostra
Associazione, riceverai tutte
le informazioni in merito.
volontario
Cerchiamo Medico Fisiatra
e fisioterapisti
per
un
progetto
di
riabilitazione a favore dei
bambini disabili ospiti del
Centro di Accoglienza San
Giovanni Paolo II di Areka:
per presentare la candidatura
vai sul nostro sito in cosa puoi
fare-> volontariato -> diventa
volontario
Info: Centro Aiuti per l’Etiopia onlus - Verbania, tel. 0323/497320
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Etiopia chiama - n.32/2015
Abbiamo bisogno di te!
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Etiopia chiama - n.32/2015
Sante messe in suffragio
Le messe in suffragio vengono celebrate ogni
giorno da Padre Berhè (Cappellano della Comunità
italiana in Etiopia) presso la chiesa del Centro di
accoglienza “San Giovanni Paolo II” di Areka.
Se desideri ricordare i tuoi cari puoi fare una
donazione indicando nella causale del versamento
il nome del defunto.
Le offerte saranno devolute ai poveri della città.
Per un aiuto
basta una firma
5 x 1000
Fai del bene a costo zero !
Semplicemente destinando il 5 x 1000
al Centro Aiuti per l’Etiopia Onlus.
É un contributo a carico dello Stato senza oneri per il contribuente e non sostituisce l’8 x 1000.
Come fare ?
É sufficiente, nei modelli CUD, 730 e UNICO, apporre la tua firma nell’apposito spazio
dedicato al 5 x 1000 nel primo riquadro a sinistra riservato al “Sostegno del volontariato e delle
Distribuzione
Organizzazioni Non Lucrative (Onlus)” e indicare il nostro codice fiscale 0 1 2 6 3 2 0 0 0 3 0
notturna di sacchetti di cibo
per le vie della
Capitale
La Chiesa
a forma di
del centro accoglienza di
Tukul
Areka
Dove consegnare il modello ?
CUD 2015:
in busta chiusa in banca, all’ufficio postale, al commercialista, al CAF, ecc..
730/1-bis 2015: al datore di lavoro o al CAF
UNICO 2015: in busta chiusa al commercialista o via internet
Da leggere
“La nostra storia” - Racconti di adozione -
Scritto, pensato e raccolto da genitori che vivono l’esperienza dell’adozione
giuridica, è un volume che non ha altra pretesa che quella di essere una raccolta
di testi a tema, non vuole dare suggerimenti o soluzioni, ma semplicemente far
conoscere il mondo di emozioni che pervadono questa avventura.
Offerta minima: 12 Euro (184 pag. - 16 a colori)
Per informazioni o richieste di invio di una o più copie telefonare alla sede
dell’Associazione (0323 497320) al lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9:00 alle 12:30
e al martedì e giovedì dalle 14:00 alle 17:30.
N.B.: Per importi inferiori a 20 Euro è richiesto un contributo di 5 Euro
per le spese di spedizione.
“Ameseghenallo” - Il viaggio del cuore di un medico veterinario -
Ameseghenallo, in amarico “grazie”, è la storia di un viaggio. I protagonisti sono animali e i
loro proprietari, la piccola Medhanit nell’incontro con l’autore, suo padre, ed infine Roberto
Rabattoni, ritratto nell’esperienza vissuta da Gianandrea Bonometti durante i suoi viaggi
di scoperta dell’Africa Orientale.
L’autore ripercorre la sua vita affettiva e professionale narrando vicende allegre, tristi o
drammatiche, lasciando sempre accesa la Luce della Speranza.
Offerta minima: 20 Euro (300 pag. - 15 illustrazioni)
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Etiopia chiama - n.32/2015
Per le tue donazioni:
- c/c bancario:
Banca Prossima filiale di Milano (MI)
IBAN: IT41 T033 5901 6001 0000 0121 076 - BIC/SWIFT BCITITMX
- c/c Postale N° 11730280
IBAN: IT95 U076 0110 1000 0001 1730 280 - BIC/SWIFT BPPIITRRXXX
intestati a Centro Aiuti per l’Etiopia onlus
- Carta di credito sul sito www.centroaiutietiopia.it dalla pagina “Dona ora”
nella Causale indica il progetto cui vuoi destinare la tua donazione
Ricordiamo che tutte le offerte sono deducibili o detraibili
Per informazioni Centro Aiuti per l’Etiopia Onlus
Via quarantadue Martiri 189 - 28924 Verbania (VB) - Tel 0323/497320 - cell 392 9544913
Sportello telefonico attivo lunedì/mercoledì/venerdì 9:00/12:30 martedì/giovedì 14:00/17:30
Fax 0323 583062 - e-mail: [email protected] - www.centroaiutietiopia.it
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Etiopia chiama - n.32/2015
“Crediamo che la violenza e il fanatismo siano sempre da
deprecare da qualunque parte questi provengano.
Preghiamo per chi ha perso la vita in tutte le stragi, per i feriti,
i sopravvissuti e siamo vicini alle loro famiglie.
Crediamo che non esistano altre battaglie da combattere
se non quella contro la povertà e l’ignoranza.”
Centro Aiuti per l’Etiopia onlus
SOMMARIO
L’Associazione
2 Lettera del Presidente
6 Adozione a distanza
Cooperazione internazionale
8 Centro di accoglienza Gimbi
11 Agricoltura a Gimbi
12 Allevamento a Gimbi
14 Viaggi della speranza
16 Operazione gozzo
18 Festa delle famiglie
Testimonianze
20 Buona volontà
22 Lezione di vita
Volontari Italia
23 Spiedo solidale
Cosa puoi fare
24 Pergamene solidali
25 Unica al mondo
Centro Aiuti per l’Etiopia -ONLUS-
Via quarantadue Martiri, 189 - 28924 Verbania (VB) Italia
Tel. 0323/497320 - Fax 0323/583062
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Etiopia chiama - n.32/2015
Etiopia chiama
Notiziario di informazione del
Centro aiuti per l’Etiopia
Anno XVI, n. 32, dicembre 2015
Centro Aiuti per l’Etiopia
-Associazione ONLUSVia quarantadue Martiri, 189
28924 Verbania Fondotoce (VB)
Tel. 0323/497320 - Fax 0323/583062
e-mail: [email protected]
sito:www.centroaiutietiopia.it
Autorizzazione Tribunale di Verbania
n. 4 del 28/08/2006
Direttore Responsabile: Enrico Guenzi
Redazione: Via quarantadue martiri,
189 - Verbania Fondotoce (VB)
Periodicità: Semestrale
Editore: Centro Aiuti per l’Etiopia
Stampa: Postel S.p.A.
- 16153 Genova (GE)
Hanno collaborato: F. Altimari,
V. Amato, B. Carrer, G. Maiello,
G. Rodella, D. Zennaro.
Nello Speciale “Adozione a
distanza”: M. De Boni, P. Guzzardi
Le immagini sono dell’archivio del
CAE o gentilmente concesse dalle
famiglie R. De Stefani, M. Gorlani,
A. Pastori, G. Rodella, G. Torri,
D. Zennaro e da G. Maiello e V.
Amato.
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Notiziario n. 32 dicembre 2015