“Nessun chiaro confine di ricchezza vi è per gli uomini.”
Solone
Ricordiamo tutti quel gioco da bambini: chi ha paura dello sparviero?
Un bambino lo urla, ad un lato del campo, e dall’altra tutti rispondono
“Nessuno!”, e con questo coro unanime, con questo grido di battaglia
non già disperato ma carico della forza della collettività, della massa, si
lanciano in una carica forsennata. Potrebbero travolgerlo, lo sparviero,
sono tutti contro uno. Ma lo sparviero ha dalla sua un potere
eccezionale: far propria preda chiunque egli tocchi. È un gioco strano,
tra la magia e il rito, quello dello sparviero: ma ai bambini basta
giocarlo, e correre quella folle corsa in cui non è possibile tornare
indietro. E tutti i bambini vogliono sempre fare lo sparviero, e avere
così il potere di catturare. C’è molto del nostro mondo nei giochi dei
bambini.
C’è un altro gioco che agli uomini piace giocare,
ai grandi, però, non ai bambini: inizia quando,
magari per gioco, tuo padre ti apre il primo
libretto di risparmio, quando apri il tuo primo
conto in banca. Si entra in un mondo nuovo,
quello della finanza, del denaro che si trasforma in
potere. Denaro per fare solo denaro, in un nuovo
gioco in cui scende in campo tutta la scelleratezza
umana, un gioco della cui perversità si è scritto e
parlato, sin da Aristotele. Invano.
Seguendo la trama di un’opera del genio comico
di Gogol, in una banca lacerata dalla corruzione e
dalle speculazioni della provincia americana, la
Felman Brothers, un giovane broker al suo
colloquio di assunzione viene scambiato per un
ispettore in incognito. La grande macchina dei
lavori di facciata viene messa in piedi, ma sarà la
natura del sistema, fondato sul furto vero e
proprio contro i piccoli risparmiatori e su
speculazioni che hanno toccato da vicino anche il
nostro paese (il caso Parmalat come precedente
emblematico), a far emergere la verità. L’uomo
scambiato per chi veniva ad ispezionare la
regolarità della banca si trasforma in ladro egli
stesso, e ruberà a chi ha rubato, facendo fallire chi
ha fatto fallire, in una giostra di personaggi che si
rincorrono senza mai prendersi. O semplicemente
giocano, giocano a rincorrersi, sperando in un
vano, lontano “liberi tutti!”…
P.A. Martina
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