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GIOVEDÌ 19 LUGLIO 2012
il Cittadino
Libri
Caos e falsa coscienza
del nuovo millennio
MASSIMO
MAUGERI,
Viaggio
all’alba
del millennio,
Perdisa
Editore,
Ozzano (Bo)
2011,
pp. 124, 18 euro
n Sia che si tratti del realismo “visiona­
rio” di Guido Conti o di «uno specchio de­
formante» in cui «Maugeri unisce il grot­
tesco al drammatico, lo scherzo alla sugge­
stione, per mostrarci gli anni in cui vivia­
mo attraverso le nostre nevrosi, le ansie e
gli inganni della mente», i narratori più
interessanti di questi anni sono quelli che
si allontanano dal piatto “naturalismo” in
voga nell’ultimo ventennio. Ossia da una
scrittura “fattografica”, mimetica, senza
prospettive né invenzione e dimentica, nel­
la sua adesione ai media e alla gergalità
quotidiana, alle trame e problematiche
che la muovono. E non parliamo della
quantità di letteratura di intrattenimento
ed evasione, ma di quella che più vuole in­
cidere sui tempi. Tanto più leggibili sono
questi racconti di Maugeri, che utilizzan­
do la deformazione, la stilizzazione, l’iro­
nia, il grottesco e quant’altro la tradizione
narrativa ci ha messo a disposizione rie­
sce a restituirci con leggerezza e misura
l’apparente caoticità e la realtà esplosa e
massificata che ci circonda, i nuovi riti e i
nuovi miti, fino ai meccanismi più sottili
della falsa coscienza. Nel cambio dei “regi­
stri”, da racconto a racconto Maugeri rie­
sce a mantenere intatta la tensione narra­
tiva e la capacità di far dialogare i suoi per­
sonaggi col lettore, in una scrittura che
privilegia la fusionalità e l’immediatezza
al distacco e agli artifici, anche retorici,
che rallentano e tagliano la narrazione. Ho
un regalino per te, fra i racconti più sinto­
matici, così inizia: «“Ho un regalino per
te”, dice mio figlio mentre mi punta la pi­
stola in faccia. Compio il mio 45° comple­
anno, oggi, e sono tutt’altro che allegra,
nonostante il cielo risplenda di un azzurro
intenso e le rondini cinguettino ammic­
cando alla primavera appena giunta [...]».
Amedeo Anelli
Tragedia ed eredità
degli eroi antimafia
ROBERTO
PUGLISI,
ALESSANDRA
TURRISI,
Era d’estate
Pietro
Vittorietti
Edizioni,
Palermo,
pp. 125, 12 euro
n Era d’estate, vent’anni fa, quando i cuori
non la smettevano di fermarsi. Come il 19
luglio 1992, strage di via D’Amelio a Paler­
mo, le vite del giudice Paolo Borsellino e di
cinque agenti della sua scorta spazzate
via, meno di due mesi dopo quelle del­
l’amico fraterno Giovanni Falcone, di sua
moglie e di tre poliziotti che accompagna­
vano l’altro magistrato simbolo della lotta
alla Mafia, su quel maledetto svincolo di
Capaci. Era un’estate di dolore e di rabbia,
dunque, culmine e simbolo di tante altre
estati e stagioni analoghe, nella Sicilia sot­
to il giogo di Cosa Nostra, la gente onesta
protetta solo da quei paladini leali a uno
Stato che, però, non seppe a sua volta pro­
teggerli. Ed è alle testimonianze su quei
giorni, su quei drammi, su quei personag­
gi che Roberto Puglisi e Alessandra Turri­
si hanno dedicato il loro libro; una carrel­
lata di 24 ricordi, tra la prefazione del pro­
curatore nazionale antimafia Pietro Gras­
so e la chiosa di Manfredi, figlio di Borsel­
lino, nella quale cronisti, ex sacerdoti, po­
litici, superstiti e magistrati raccontano
come vissero uno dei periodi più difficili
della storia italiana. Dentro, una galleria
di eroi dal volto umano, spesso civili, mi­
sconosciuti, dal cui esempio è sbocciata la
riscossa di un’intera generazione, non so­
lo di siciliani: per un tuffo in un passato
ancora vivo, alla ricerca di verità nascoste
e di un senso di giustizia che quell’estate
di lacrime e sangue tutt’ora reclama. «La
mafia credeva di uccidere i suoi nemici
per sempre. Li ha moltiplicati», dice Da­
niele Marannano di Addiopizzo; la più bel­
la eredità che Borsellino, Falcone e i pala­
dini del Bene come loro hanno lasciato a
tutti noi, per altre venti e più estati ancora.
Alberto Belloni
S. Dowd
Il mistero del London Eye
Uovonero
E. L. James
Cinquanta sfumature di nero
Mondadori
G. Cooper
L’ultimo giorno
J. Nesbo
Lo spettro
Einaudi
P. Markaris
L’esattore
Bompiani
P. Lively
B. Yoshimoto
G. Bakker
Nord
E’ iniziata così
Guanda
Moshi Moshi
Feltrinelli
Giugno
Iperborea
N. Neuhaus
Ferite profonde
E. L. James
Cinquanta sfumature di grigio
Giano
Mondadori
Libreria Sommaruga di Lodi, settimana dal 9 al 15 luglio
Quando un libro
può cambiarti la vita
Dai grandi classici della letteratura
al Vocabolario della lingua italiana,
cento vip rivelano i testi che li hanno ispirati
T
ra le pagine si trovano i grandi classici del­
la letteratura mondiale (da Omero, a Dante,
passando per Cervantes, Manzoni, Dostoe­
vskij, Tolstoj, Proust, e Kafka), ma anche li­
bri meno famosi, come Il dissenso di Dominick di
Kops, o Il demone meschino di Sologub. Ne I Li­
bri ti Cambiano la Vita, cento autori raccontano
cento capolavori, a cura di Romano Montroni,
ogni testimone si è messo in gioco andando a recu­
perarne nei cassetti della memoria la storia nar­
rata e letta che ha maggiormente influito sulla
propria vita. Cento autori, rigorosamente in ordi­
ne alfabetico ­ ad eccezione del cantautore Lucio
Dalla (Io e Dio di Mancuso) ­ che l’autore pone per
primo per rendere omaggio alla sua memoria, cer­
cano di spiegarci in due pagine quale potere abbia
avuto su loro la lettura.Per esempio Serena Dan­
dini arriva a dire di essersi talmente compenetra­
ta nella lettura di Ritratto di Signora che a un
certo momento si è messa a parlare a alta voce,
pensando di essere l’interlocutrice del personag­
gio che stava leggendo! Per Ginevra Bompiani
che con i libri ha a che fare ogni giorno «piuttosto
i libri ti costruiscono la via, la on­
deggiano, la sprofondano e poi la
sollevano, come un sentiero in cre­
sta fra le colline», mentre per Rena­
ta Colorni L’interpretazione dei
sogni di Freud ha avuto un ruolo
fondamentale; Giuseppe Culicchia
racconta che, dopo aver letto Fie­
sta di Hemingway, ha sentito il de­
siderio di «scrivere una storia e
creare dei personaggi e farli parla­
re come se fossero persone vere», co­
sì come Le origini delle lingue ne­
olatine di Tagliavini ha determi­
nato la scelta universitaria di Ste­
fano Salis. Paolo Giordano rileva
«forse Pastorale Americana di
Roth non é il libro che mi ha cam­
biato la vita. Forse è stata la mia
vita a cambiare il libro. Lo ha reso
vero...». Molti degli scrittori hanno
messo in evidenza di aver letto du­
rante l’adolescenza i libri che li hanno maggior­
mente influenzati, da Il giovane Holden di Salin­
ger a I cavalieri della Tavola Rotonda di Milani,
Il corsaro nero e I misteri della giungla nera di
Salgari. Per Donato Carrisi la vita cambiò du­
rante un temporale in cui trascorse la sua notte di
praticante avvocato a leggere Il ragno di Michael
Connelly: qualche mese prima lo aveva gentilmen­
te rifiutato al suo libraio. Alcuni autori percorro­
no strade originali, come Alessandro D’Avenia,
che ha parlato di come le lettere dell’alfabeto e la
cultura popolare dei suoi nonni abbiano segnato
la sua vita; Loriano Macchiavelli è diventato lui
stesso uno dei personaggi, raccontando la sua sto­
ria a Sancio Panza, partecipando da protagoni­
sta alle ultime ore di vita di Don Chisciotte; Gio­
vanna Zucconi ha trovato ispirazione in un ma­
nuale di orticoltura, trovato per caso; Stefano
Bartezzaghi indica il Vocabolario della lingua
italiana come il libro­guida che l’ha accompagna­
to durante tutti questi anni, cosi come Gianrico
Carofiglio opta per Canto di Natale di Dickens
scoperto a 8 anni. L’idea che ha portato Romano
Montroni a realizzare I Libri ti
Cambiano la Vita, cento autori
raccontano cento capolavori è na­
ta facendo il mestiere di libraio:
«Mi sono accorto che i più grandi
diffusori e stimolatori di interesse
di un libro sono quelli che lo leggo­
no o addirittura quelli che lo scri­
vono ­ racconta a tale proposito
Romano Montroni ­. La mia spe­
ranza è che questo libro fatto di li­
bri possa diventare per chi lo apri­
rà una mappa attraverso cui fare
nuove fantastiche scoperte». Il ri­
cavato del libro realizzato da Ro­
mano Montroni contribuirà alla
ricostruzione della Biblioteca Co­
munale di Aulla (Massa Carrara),
seriamentedanneggiata dall’allu­
vione.
Nicoletta Tamberlich
ROMANO MONTRONI, I libri ti cambiano la vita. Cento scrittori raccontano cento capolavori
Longanesi Editore, Milano 2012, pp. 347, 14.90 euro
Scaffale
Il volto meno “lieto”
dell’evento-maternità
n Da Eliette Abécassis, autrice di best
seller internazionali quali Ripudiata o
Clandestino, premiati con riconosci­
menti e una trasposizione cinemato­
grafica (Kadosh di Amos Gitai) c’era da
aspettarselo. Se si mette a parlare di
maternità e dintorni, fa scoppiare il fi­
nimondo. E così è stato: quando il suo
Lieto evento, tradotto in pellicola con il
titolo italiano Travolti dalla cicogna, è
uscito in Francia e ha fatto discutere.
La storia è quella agrodolce di una gio­
vane coppia come tante: Barbara e Ni­
colas hanno 30 anni, vivono a Parigi,
sono felici e belli. Poi Barbara resta in­
cinta e nasce Léa «piccola creatura di­
spotica e manipolatrice». Tutto cam­
bia, e tutto cambia male. Barbara, da
moderna emancipata, si ritrova ad an­
dare alla Lega del Latte per imparare
l’allattamento e si sente imprigionata
in un ruolo che sente arcaico, «quello
di madre punto e basta». Nicolas non
regge il colpo, Léa dorme poco e mina
notevolmente il loro rapporto. In que­
sto viaggio agli “inferi” (con biglietto
di ritorno, per fortuna), Eliette Abécas­
sis traccia la sua fenomenologia della
madre moderna, da quella super­bio a
quella invasata con l’allattamento, da
quella “militante” («esistono solo i fi­
gli») a quella depressa, da quella insod­
disfatta a quella col senso di colpa, da
quella innamorata di suo figlio a quella
che ne è quasi disgustata, passando per
colei che si butta sul lavoro a quella che
si consola con i pasticcini. La storia tra
Barbara e Nicolas procede, poi si arre­
sta. È bene non aspettarsi mai dei bana­
li “happy end” dai libro di Abécassis:
hanno il potere, piuttosto, di lasciarci
con l’amaro in bocca, un po’ come la vi­
ta. E questo, forse, è il loro bello.
Francesca Amè
ELIETTE
ABECASSIS,
Lieto
evento,
Marsilio
Editore,
Venezia,
2012,
pp. 140
16 euro
Un anno di vicende
nella guerra dei titoli
n Se per il filosofo tedesco Hegel la lettura
del giornale era la «preghiera del mattino
dell’uomo moderno» e per il polemista di
origine boema Karl Kraus il giornalismo
era «il luogo in cui uno passa la vita a par­
lare di cose che ignora e a tacere le cose
che sa», ci sarebbe da chiedersi che imma­
gine del mondo restituiscano oggi i gior­
nali: veritiera come richiesto da una para­
dossale fede laica o falsa come accade
quando si mente di proposito? A scorrere i
titoli dei giornali di destra e di sinistra col­
lezionati da Alessandro Beccarello nel­
l’agile libretto edito dalla lodigiana Morel­
lini, parrebbe in effetti che in Italia le teste
pensanti non riescano a mettersi d’accor­
do su ciò che è vero, e questo non solo se
guardiamo alle valutazioni delle intricate
vicende della politica nazionale e interna­
zionale, ma anche ai semplici dati di cro­
naca. I titoli di un giornale, d’altra parte,
non possono dire tutto, e forse è proprio il
loro essere comandati alla sintesi, a ren­
derli talvolta esilaranti, quasi mai “politi­
cally correct”. Nell’anno che si è aperto
con l’imperversare dello scandalo Ruby e
si è chiuso con la sobrietà un po’ triste di
Monti, passando per autentiche tragedie
come il terremoto in Giappone e la strage
di Oslo, non si è mai avuto un ampio con­
senso tra le testate circa ciò che andava ri­
tenuto rilevante, men che meno v’è stato
un accordo sulle posizioni da assumere ri­
spetto alle esternazioni dei nostri politici.
Un sintomo di vivacità e indipendenza di
pensiero, si dirà. Ma è proprio così? O non
si trascinano nel giornalismo italiano de­
gli inveterati antagonismi pseudo­ideolo­
gici che fanno velo al prosaico accerta­
mento dei fatti?
Andrea Sartori
ALESSANDRO
BECCARELLO,
2011.
La guerra
dei titoli,
Morellini
Editore,
Lodi 2012,
pp. 187,
11.90 euro
I cattolici e l’ecologia, Olivia e i suoi animali, Nella casa dei ricordi «Belfagor», negli Indici
un binomio vincente compagni di una vita le memorie di una vita sessant’anni di cultura
n Lettura soave, profonda e ricca di spunti, quella
del saggio della filosofa francese Nicole Echivard,
fondatrice con il marito della comunità Foyer Ma­
re Jean riconosciuta dalla Chiesa cattolica come
“associazione di fedeli”. Nata in una famiglia atea,
Nicole a 20 anni si converte e con il marito sceglie
una strada nuova: la vita in comunità scandita dal
lavoro dei campi, preghiera e contemplazione. Spo­
sa, madre e docente, spiega come l’ecologia e la vi­
ta “green” debba essere una preoccupazione im­
portante per i cattolici, perché tra la vita evangeli­
ca e l’ecologia pratica ci sono molte similitudini. In
che modo i cristiani possono agire per la sopravvi­
venza del pianeta? Non è da tutti una scelta radica­
le come quella di Nicole, ma l’autrice ci dimostra
come altre piccole analoghe (rinunciare all’auto,
ad esempio) possano essere alla portata di tutti.
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N. ECHIVARD, Verde come la speranza,
Edizioni San Paolo, Torino 2012, pp. 176, 16 euro
n La storia di una bambina e della sua sfrenata
passione per gli animali, la storia di una relazione
strana in un processo di affrancamento dalla fa­
miglia e dalla società circostante quello raccontato
in questo breve lavoro di Olivia Rosenthal. Un ro­
manzo diretto, atipico che ripercorre su di un dop­
pio binario la vicenda della protagonista tra le
gabbie degli animali selvatici nei parchi zoologici,
dove si cerca di ricreare un ambiente nuovo per
questi predatori in cattività, e la sua realtà quoti­
diana. La storia dei suoi tentativi di liberarsi dal­
la tutela materna, dei suoi primi timidi passi nel
mondo degli adulti, con una relazione finita prima
ancora di iniziare con un ragazzo morto suicida, e
un matrimonio, quasi autoimposto per cercare di
dimostrare la sua “normalità” e aderenza alle leg­
gi del branco, sino al definitivo affrancamento.
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O. ROSENTHAL, Che fanno le renne dopo Na­
tale?, Roma 2012, pp. 206, 14 euro
n Un romanzo intimo, introverso e provocatorio,
quello di Angelika Overath, affermata giornalista e
scrittrice di origine tedesca, ma residente da anni in
Svizzera. Un viaggio all’interno del rapporto madre
e figlia, un lungo flash back nella mente di Johanna,
non più giovane donna in carriera,che ha appena
visto morire la madre in ospedale e rientra in quella
vecchia e squallida casa, figlia dell’edilizia popolare
degli anni Cinquanta, da dove ripercorre catalogan­
do gli oggetti che mano a mano le appaiono tutta
una vita. Dai ricordi di famiglia, reliquie di un pas­
sato che non vuole passare, dai vasi dei nonni con la
terra dei Sudeti, la terra d’orgine abbandonata alla
fine della guerra, a quelli più recenti che portano
ancora l’odore della madre. Un romanzo ricco di ge­
sti quotidiani che riportano alla memoria una vita
lontana e fanno risorgere le esperienze vissute.
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A. OVERATH, Giorni vicini, Keller Editore, Ro­
vereto (Tn) 2012, pp. 192, 14 euro
n Sulle sue pagine hanno scritto Natalino Sape­
gno, Eugenio Garin, Francesco Flora, Delio Canti­
mori, Lanfranco Caretti, Norberto Bobbio, Carlo
Dionisotti, Gianfranco Contini... L’elenco potrebbe
proseguire ma lo spazio è tiranno; crediamo tutta­
via che basti a dare il segno della straordinaria
importanza, per la storia culturale, civile e sociale
del nostro Paese dal dopoguerra a oggi, di «Belfa­
gor», la rivista (ormai all’epilogo) fondata da Lui­
gi Russo e poi lungamente diretta dal figlio Carlo
Ferdinando, di cui Antonio Resta ha curato gli in­
dici per i raffinati tipi fiorentini di Olschki. Gli in­
dici, accompagnati dagli scritti dello stesso Russo
jr, di Resta e Gabriele Turi (oltre che dal “proemio”
di Russo senior) offrono uno spaccato ricchissimo
di 60 anni di storia letteraria e sono uno strumento
prezioso di lavoro per esperti e appassionati.
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«BELFAGOR», Indici 1946­2010 (I­LXV), a cura
di Antonio Resta, Olschki, Firenze 2012
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Beccarello_La guerra dei titoli