14 Giornale dell'Isola
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Ottobre 2002
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La voce delle associazioni di volontariato dell’Isola Bergamasca
Cambia la Scuola o cambia l’AVIS?
“A.D.B.” Associazione Disabili Bergamascahi
In questi giorni alle AVIS locali è pervenuta una comunicazione dell’AVIS provinciale con
la quale vengono informate che il Consiglio Provinciale ha scelto,per l’anno scolastico da
poco iniziato,di privilegiare la Scuola superiore, esattamente le due classi finali. In effetti,
in passato,l’ufficio provinciale scuola ha rivolto l’attenzione sopratutto alle classi finali
della Scuola Elementare e della Scuola Media. A dire il vero, maggior interesse,sia da parte della classe docente che degli
alunni, è stata riscontrata nella Scuola Elementare. Ma, è stato fatto osservare, quest’ordine di scuola è troppo lontane dal
tempo in cui un alunno può scegliere di diventare un donatore di sangue. Prescindendo dal fatto che l’AVIS nella scuola
non intende fare proselitismo, ma collaborare con la Scuola stessa per una corretta educazione alla solidarietà, da qualche
genitore è stato fatto presente che l’utilità di questi interventi non deriva da1 fatto che l’alunno è più o meno vicino al
tempo delle scelte se diventare o no donatore, bensì dal riscontro, in famiglia, dopo che dell’AVIS si è parlato a scuola, il
discorso del sangue e della sua necessità in una medicina moderna diventa argomento di discussione in ambito fami≠liare,
con conseguente interesse da parte dei genitori e degli altri com≠ponenti. Ed il ragionamento non fa una grinza.
L’approccio alla Scuola Superiore è sempre stato guardato con un po’ di titubanza, anche perché alcune esperienze non
sono state molto entusiasmanti da parte degli operatori AVIS. L’AVIS provinciale ha preso atto anche di questa difficoltà
ad intavolare discorsi che possono diventare veri dibattiti con confronto anche di posizioni culturali diverse. Tuttavia
l’opzione di entrare in qualche scuola di ordine secondario ha raccolto l’adesione della maggioranza,se non la totalità,dei
componenti il consiglio direttivo provinciale, senza con ciò abbandonare le precedenti esperienze maturate nelle scuole
di primo grado. Sarà un’esperienza,quella che si vuole attuare,riservata ad alcune scuole in modo sperimentale,con un
ampio coinvolgimento della categoria docente, non escludendo a priori la possibilità di incontri di sensibilizzazione
e di aggiornamento dei docenti stessi. Quasi a coronamento di questa discussione in ambito provinciale, è giunta la
comunicazione che l’AVIS regionale intende proporre, proprio in quest’anno scolastico un progetto che coinvolga tutte le
classi 4a e 5 a delle scuole superiori della regione, durante un’intera settimana, esattamente dal 18 al 23 Novembre 2002.
I1 progetto parte dalla considerazione che le campagne di sensibilizzazione, fin qui adottate, non hanno quasi mai dato i
risultati che ci si attendeva. Per dare maggiore divulgazione al progetto operativo per le scuole medie superio≠ri, si riporta
la comunicazione integrale dell’AVIS Lombardia sull’argomento:
«LʼAVIS Lombardia ha promosso negli ultimi anni alcune importanti Campagne di Sensibilizzazione per promuovere
i valori della donazione ed in particolare quelli del dono volontario del sangue. Infatti, malgrado la Lombardia sia la
regione più virtuosa dʼItalia in questo settore, rimane comunque molta strada ancora da percorrere per il raggiungimento
dei migliori standard europei. Secondo lʼOrganizzazione Mondiate della Sanità il rapporto popolazione - donatori, per
garantire unʼautosufficienza delle donazioni di sangue, dovrebbe attestarsi attorno al 5% mentre la Lombardia è oggi
at 2,93%. Lʼobiettivo principale delle Campagne di Sensibilizzazione è soprattutto rivolto alle giovani generazioni,
ai futuri cittadini che dovrebbero rappresentare la scommessa per sognare un futuro migliore per la nostra società.
Questʼoperazione ha lʼobiettivo di parlare ai giovani con lʼintento di stimolare la toro coscienza civica, attraverso un
linguaggio semplice ed accattivante su un tema inerente la solidarietà sociale. Il materiale che abbiamo predisposto ha
il compito di svolgere questʼazione di sensibilizzazione senza apparire troppo seriosa, ma anzi affidandosi ad immagini
e testimonials di sicuro impatto su un pubblico giovanile. Ad ogni allievo delle classi IV e V dovrebbe essere consegnato
da un Docente, individuato dal Referente per la salute allʼinterno del Consiglio di classe, il libretto divulgativo “Il dono
più prezioso”, in unʼora di lezione entro la settimana individuata. Inoltre la Scuola riceverà anche una videocassetta
(durata 18 minuti) che contiene un filmato ricco di messaggi dei testimonials detta campagna e che offre alcune semplici
risposte ai quesiti più diffusi attorno ai temi della donazione. Lʼidea è quella di organizzare la visione del video per gli
studenti dopo aver consegnato toro il libretto divulgativo, allʼinterno della predetta ora. Al termine della visione del
filmato, e comunque durante tʼora dedicata alla discussione di questo “tema”, gli studenti potranno riempire una scheda
- questionario (allegata al libretto “il dono più prezioso”) e consegnarla at docente. La scuota provvederà al suo inoltro
presso la sede AVIS regionale. Per dare allʼoperazione un migliore impatto abbiamo previsto anche la distribuzione
di due manifesti per istituto, in modo che vi sia anche un richiamo visivo ai temi detta campagna. Abbiamo riassunto i
dati tecnici e il calendario dellʼoperazione nella scheda allegata. È da sottolineare come sarà cura dellʼAVIS regionale
essere a disposizione (tramite numero verde) dei docenti coinvolti netta campagna, per risolvere qualunque problema
organizzativo. Qualora, infatti, le scuote volessero avere una collaborazione dette AVIS presenti sul territorio, sarà
possibile individuare lʼAVIS disponibile, concordando tempi e metodi della presenza AVIS nelle scuote (con corners
informativi, con la presenza e partecipazione di nostri volontari qualificati)».
Achille Sala Referente AVIS Scuola
LʼAssociazione Disabili Bergamaschi
nasce nel 1988 per iniziativa di alcuni
ex pazienti e degli operatori sanitari del
Servizio di Riabilitazione di Mozzo,
sede staccata dellʼAzienda Ospedaliera
di Bergamo, con due grandi obiettivi:
* sostenere concretamente le persone
che, colpite da lesione spinale, si
trovano a vivere una condizione di
disabilità permanente;
* favorire nella provincia di Bergamo
la creazione di una struttura sanitaria
permanente ad Alta Specialità per
la cura e la riabilitazione delle
mielolesioni.
Un incidente stradale, un infortunio
sul lavoro, malattie degenerative
del midollo spinale possono causare
una
lesione
vertebro-midollare
con conseguente perdita parziale o
totale dei movimenti volontari, della
deambulazione, della sensibilità.
Il livello della lesione determina
lʼinsorgenza di paraplegia (paralisi
degli arti inferiori) o tetraplegia
(paralisi degli arti inferiori e delle
braccia).
A questa condizione si associano:
paralisi dellʼapparato intestinale e
vescicale; nei casi più gravi anche
difficoltà respiratorie. Se lʼinvalidità
motoria è immediatamente evidente
a sé e agli altri per la presenza della
sedia a rotelle, non meno devastante
è la compromissione di aspetti meno
visibili ma fondamentali per la
realizzazione armonica della persona e
che investono la sfera più intima delle
relazioni affettive e sociali.
Nella nostra provincia le maggiori
cause di lesioni sono dovute a:
- 50% incidenti stradali
- 20% incidenti sportivi
- 15% malattie del midollo spinale
- 10% infortuni sul lavoro
- 5% altre cause
mentre la fascia dʼetà più colpita
riguarda persone dai 10 ai 40 anni con
una percentuale dellʼ80%.
Lʼunica struttura sanitaria nella
Provincia di Bergamo in grado di
accogliere questi pazienti è lʼAzienda
Ospedaliera di Bergamo (per legge
lʼOspedale deve essere dotato di Pronto
Soccorso e degli indispensabili servizi
di Rianimazione, Neurochirurgia e
Riabilitazione). Nella maggior parte
dei casi le persone arrivano alle
dimissioni avendo raggiunto un buon
livello di autonomia compatibile con la
gravità della lesione, ma in condizioni
psicologiche ancora fragili per
affrontare il “mondo esterno”. È nella
delicata fase del reinserimento familiare
e sociale che lʼAssociazione interviene,
in stretto collegamento con lʼUnità
Operativa di Riabilitazione, offrendo
servizi in una struttura parzialmente
“protetta”. Sono spazi che la Casa di
Riposo Gleno ha messo a disposizione
dellʼAssociazione che ne ha fatto la
sede della segreteria organizzativa e
delle proprie iniziative.
Le
attività
dellʼAssociazione
riguardano:
- allestimento di una palestra con
attrezzature specifiche e la presenza
operativa di una terapista per mantenere
unʼattività di auto-allenamento e
prevenire lʼinsorgenza di fattori di
rischio legati alla paralisi
- dal 1994 lʼADB devolve allʼazienda
ospedaliera borse di studio per la
consulenza di uno psicologo da
affiancare allʼequipe sanitaria di
Mozzo nella cura dei pazienti. La
collaborazione di questo professionista
prosegue poi in associazione offrendo
la possibilità di frequentare gruppi di
Auto-Mutuo-Aiuto.
- incontri di approfondimento tenuti da
figure professionali qualificate su temi
legati alla para-tetraplegia
- interventi di prevenzione e
informazione sulle lesioni vertebromidollari nelle scuole medie e
superiori, considerando che la fascia
di età dai 16 ai 25 anni è quella più a
rischio di eventi traumatici
- manifestazioni periodiche rivolte a
sensibilizzare le forze istituzionali e la
cittadinanza su problematiche legate
alla disabilità
- incontri sportivi, ricreativi, culturali
per favorire la socializzazione
- consulenza per il conseguimento della
patente di guida
- collaborazione con lʼENAIP per
partecipare a corsi di riqualificazione
professionale, promozione di progetti
di avviamento al telelavoro
- condivisione con altre associazioni
di volontariato di obiettivi comuni. In
particolare collabora con il Comitato
Provinciale per lʼabbattimento delle
barriere architettoniche.
Da diversi anni lʼAssociazione si è
proposta ed è diventata protagonista
di importanti iniziative presso le
Istituzioni e la Società Civile per
realizzare un Servizio di Riabilitazione
ad Alta Specialità nellʼAzienda
Ospedaliera di Bergamo in grado di
accogliere i pazienti con esiti di trauma
cranico e traumi vertebrali.
Le tappe straordinarie di questo
percorso si possono riassumere
brevemente in:
1- approvazione della legge regionale
57/90 per la costituzione dellʼUnità
Spinale a Bergamo;
2- finanziamento di L.1.500.000.000
nel 1993 totalmente devoluto alla
Neurochirurgia per ristrutturare posti/
letto in Terapia Intensiva;
3- istanza presso la Commissione III
Sanità della Regione per ottenere altre
risorse economiche;
4- finanziamento regionale di L.
5.000.000.000 per la ristrutturazione
globale del Centro;
5- donazione di un miliardo della
Fondazione Cariplo madre per il
progetto “Arredi e attrezzature per
il completamento del Servizio di
Riabilitazione di Mozzo”;
6- sensibilizzazione e coinvolgimento
di protagonisti delle società civile e
imprenditoriale della nostra Provincia
per la realizzazione di progetti
finalizzati al miglioramento della
qualità della vita delle persone affette
da gravi disabilità motorie.
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