Presentazione di Calegari Alessandro e Lo Cicero Chiara
5ªC liceo
La Vita
Nasce a Pescara il 12 Marzo
1863
 Bambino prodigio
•

Studente eccellente
1879 pubblica il Primo Vere,

sua prima raccolta

Roma: attività giornalistica

Abruzzo: pubblica il piacere
(1889)

Nel 1901-02 lavora ad Alcyone
e nel 1803 verrà pubblicato
Nel 1921 pubblica il notturno


Muore l'1 Maggio 1938 per
emorragia celebrale
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Il letterato e il suo tempo
Massimo esponente
dell'estetismo
 “L'intimo connubio dell'arte con
la vita”
 Partecipazione alla prima
Guerra Mondiale
 D'Annunzio crea una
corrispondenza sia esistenziale
che culturale tra gli autori e i
suoi eroi
 I personaggi si rivelano come
controfigure dello scrittore
 D'Annunzio opera in una
società in balia delle nuove
invenzioni: fotografia, macchine
e aereoplani

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La produzione poetica: Le
opere e i generi
“Versi d'amore e di
gloria” è il titolo della
raccolta poetica
dannunziana
 Dante: “Versi d'amore e
prosa di romanzi”
 Il nome che D'Annunzio
darà alla sua raccolta di
prose sarà “prose di
romanzi”

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La forza delle sensazioni:
Canto Novo
D'Annunzio ritrova se stesso
• Muove alla ricerca dell'unità tra le
cose e l'uomo, e la scoperta passa
attraverso il corpo
• Il corpo si esalta nelle sensazioni:
metafora e metamorfosi
• Il corpo non basta
• La corrispondenza tra uomo e cose è
data dall'anima
•
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Il preziosismo formale
L'intermezzo di rime pubblicato nel
1883 provoca scandalo e vi sono critici,
tra cui G. Chiarini, che ne denunciano
“l'immondezzaio poetico” e la
“porcheria” pornografica. Da lì a poco
D'Annunzio imbocca la strada del
preziosismo alla ricerca di un'arte
nuova tra sogno e bellezza ideale.
Rispetto al Canto novo s'impone ora
una poetica che si accosta sempre più
a quella simbolista.
Si ispira a Baudelaire.
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Le laudi
Elettra: esalta il legame fra arte e
eroismo, mito e nazione
(poesia politica)
 Maia: il protagonista fa un viaggio
in Grecia (funzione di
prologo)
 Alcyone: il diario lirico di una
aristocratica vacanza
estiva; profonda
comunione con le cose
e la loro anima
 Merope: la parola si fa azione e
suscita nel poeta un
brivido di chi sente di
poter plasmare la psiche
collettiva con la magia e
la liturgia del discorso
poetico

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Canta la gioia DA Canto Novo
Canta la gioia! Io voglio cingerti
di tutti i fiori perché tu celebri
la gioia la gioia la gioia,
questa magnifica donatrice!
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Canta l'immensa gioia di vivere,
d'essere forte, d'essere giovine,
di mordere i frutti terrestri
con saldi e bianchi denti voraci,
di por le mani audaci e cupide
su ogni dolce cosa tangibile,
di tendere l'arco su ogni
preda novella che il desìo miri,
e di ascoltar tutte le musiche,
e di guardar con occhi fiammei
il volto divino del mondo
come l'amante guarda l'amata,
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e di adorare ogni fuggevole
forma,ogni segno vago, ogni immagine
vanente, ogni grazia caduca,
ogni apparenza ne l'ora breve.
Canta la gioia! Lungi da l'anima
nostra il dolore, veste cinerea.
E' un misero schiavo colui
che del dolore fa sua veste.
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A te la gioia, Ospite! Io voglio
vestirti da la più rossa porpora
s'io debba pur tingere il tuo
bisso nel sangue de le mie vene.
Di tutti i fiori io voglio cingerti
trasfigurata perchè tu celebri
la gioia la gioia la gioia,
questa invincibile creatrice!
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La pioggia nel Pineto, da Alcyone
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Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.
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Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitio che dura
e varia nell'aria secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
né il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immensi
noi siam nello spirito
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.
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Ascolta, Ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s’ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta: ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.
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Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alveoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
( e il verde vigor rude
ci allaccia i melleoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.
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La sabbia del tempo da Alcyone
Come scorrea la calda sabbia lieve
Per entro il cavo della mano in ozio,
Il cor sentì che il giorno era più breve.
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E un'ansia repentina il cor m'assalse
Per l'appressar dell'umido equinozio
Che offusca l'oro delle piagge salse.
Alla sabbia del Tempo urna la mano
Era, clessidra il cor mio palpitante,
L'ombra crescente d'ogni stelo vano
Quasi ombra d'ago in tacito quadrante.
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Le prose di romanzi
Nuove tecniche, nuovi personaggi e nuovi temi
• Notorietà a livello europeo
• Sotto il segno di Verga (Abruzzo selvaggio,
i contadini e le storie paesane)
• Terra vergine (1882) e San Pantaleone (1886)
confluite poi nelle Novelle della Pescara (1902)
• Sensazioni forti, le cose belle e inutili ciò da
cui è realmente attratto
•
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Il piacere
Il personaggio come “persona”
 Riduzione al minimo della trama
 La musicalizzazione della scrittura, attraverso i leitmotiv
 Andrea Sperelli e il culto della bellezza
 Il paesaggio come simbolo
 La duplice identità femminile (Elena e Maria)

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L'attesa di elena da il piacere
Libro i, capitolo i
« L’anno moriva, assai dolcemente. Il sole di
San Silvestro spandeva non so che tepor
velato, mollissimo, aureo, quasi primaverile,
nel ciel di Roma. Tutte le vie erano popolose
come nelle domeniche di maggio. Su la piazza
Barberini, su la piazza di Spagna una
moltitudine di vetture passava in corsa
traversando; e dalle due piazze il romorio
confuso e continuo, salendo alla Trinità de’
Monti, alla via Sistina, giungeva fin nelle
stanze del palazzo Zuccari, attenuato.»
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Il trionfo della morte
Il protagonista è
Giorgio Aurispa
ed è posseduto
dal senso della
morte
• Ippolita Sanzio
vista come la
nemica
(inconsapevole)
• Prosa non più
frivola
•
Pieter Bruegel il Vecchio, Il trionfo della morte, Museo del Prado, Madrid
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Le vergini delle rocce
Romanzo-poema o romanzo lirico
• Disprezzo verso le forme di vita
quotidiana, volgari
• Figure femminili si muovono in
un'atmosfera rarefatta
• Superuomo Claudio Cantelmo
(Nietzsche)
• Prosa fastosa, lontana dalla lingua
parlata
•
Leonardo da Vinci, Vergine delle Rocce, Museo del Louvre, Parigi
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L'etica del superuomo,
da le vergini delle rocce
Libro i
«Chiedevano intanto i poeti, scoraggiati e
smarriti, dopo aver esausta la dovizia delle
rime nell’ evocare immagini d’altri tempi, nel
piangere le loro illusioni morte e nel
numerare i colori delle foglie caduche;
chiedevano, alcuni con ironia, altri pur
senza: «Qual può essere oggi il nostro
officio? Dobbiamo noi esaltare in senarri
doppii il suffragio universale? Dobbiamo noi
affrettar con l’ansia dei decasillabi la caduta
dei Re, l’avvento delle Repubbliche,
l’accesso delle plebi al potere?»[…]»
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Il fuoco
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Stilio Effrena sulla scia di Wagner sogna di creare
un'opera totale
Figura femminile della Foscarina (Eleonora Duse)
Ossessione «del tempo che fugge»
Ritorno al tema del mito (Demetra e Persefone)
Venezia protagonista
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Una passeggiata sul brenta
da il fuoco
«La sua vita sembrava dissolversi e
condensarsi per intervalli. Un attimo
d’intensità era passato ed ella aspettava
l’altro; e tra l’uno e l’altro ella non aveva se
non il sentimento del tempo che fugge, della
lampada che si consuma, del corpo che
appassisce, delle infinite cose che si
corrompono e periscono.»
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Forse che sì forse che no
e la leda senza cigno
• Uno sportivo come protagonista
• Ricerca dell’avventura e sprezzo del pericolo
• Doppia figura femminile (Isabella e Vana)
• Ultimo romanzo («racconto musicale»)
• Personaggio eroe sostituito da un secondo “io”
• Senza cigno perché non corrisponde al favore
degli dèi
Correggio, Leda e il cigno, 1531,
Staatliche Museen, Berlino
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Le prose di ricerca e
gli scritti giornalistici
•Ricerca di uno strato
profondo, di rivelazioni che
porta inquietudine e
solitudine
•Il desiderio di ricerca
portato dalla guerra
•I reportage sulla vita della
Roma bizantina lo rendono
versatile
•La difesa della bellezza e il
giudizio della vita mondana
aristocratica
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«Io non so parlar se non di me…»
da Il fuoco, Gabriele D'Annunzio
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Bibliografia
Per i testi abbiamo consultato:
G.M. Anselmi e G. Fenocchio, Tempi e immagini della letteratura, 5 Naturalismo,
Simbolismo e primo Novecento, Mondadori, 2004, pag. 378 a 445.
• Per le immagini abbiamo utilizzato:
Google immagini.
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