Commissione Finanza della Zona di Roma
Mondo dell’ ECONOMIA E DEL LAVORO di Umanità Nuova
N e w sl et te r
n r . 11
F e b b r a i o
2 0 1 1
L’ Italia in ―caduta libera‖ travolge
l’ Europa nella lotta alla povertà
Sommario
Attualità: L’Italia 1
in ―caduta libera‖ travolge
l’Europa nella
lotta alla povertà
DSC:
L’Economia di
Comunione è
l’economia del
dare
2
Fidejussione
bancaria: una
―tutela‖ per entrambe le parti?
3
Flash
sui mercati
4
Novità:
4
La ―Class Action‖
Pillole:
Le Sofferenze
Bancarie
5
Dialogo:
Esperienza di
Paco, un imprenditore di
EDC
6
Il 2010 è stato l’anno che
l’Unione Europea ha dedicato
alla ―lotta alla povertà e
all’esclusione sociale‖: vorremmo riparlane, stimolati
anche dall’ultimo rapporto
2010
del
Social
Watch
(Osservatorio Sociale) (1) .
Il rapporto descrive, attraverso indici e statistiche ufficiali, un’Italia che anche il
recente
―Rapporto
Caritas
Zancan‖ (2), ha definito ―un
paese in caduta libera‖ che,
inoltre, fa da freno anche
all’Europa nell’impegno ad
aiutare le nazioni meno sviluppate a uscire dalla spirale
della povertà.
La condizione della donna è
uno degli indicatori principali
dello stato di salute di una
società. Al riguardo il rapporto
evidenzia, dal 2009, un netto
peggioramento del tasso di
occupazione femminile (che
era salito del 10% nei 10 anni
precedenti), mentre il ―tasso
di inattività‖ è superiore del
13% rispetto alla media UE.
―La partecipazione delle donne al mercato del lavoro è
resa difficile dalla cronica carenza di strumenti per conciliare gli impegni familiari e la
professione; questa situazione non è solo conseguenza
della crisi finanziaria, ma anche di politiche che colpiscono
l’universalità dei diritti e la
coesione sociale, promosse in
una logica di corto respiro‖ –
sottolinea il rapporto.
Un altro indicatore importante
del Social Watch è quello della
condizione giovanile. ―In Italia
la crisi ha portato nel 2009 a
una forte diminuzione dei posti di lavoro per i più giovani.
Il 79% del calo complessivo
dell’occupazione — circa 300
mila posti — riguarda proprio
i giovani‖. E sono in costante
aumento anche i cosiddetti
Neet (Not in education, em-
ployment or training): ―Non lavo- zione. La percentuale del PIL
ra, non studia, non si aggiorna‖,
che raggiungono il 21,2% dei giovani tra i 15 e 29 anni (ca. 2 milioni di persone).
italiano destinata all’ Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) (3) è
scesa dallo 0,22% del 2008 allo
0,16% del 2009, in controtendenza con i maggiori paesi euIl Governatore della Banca d'Italia
ropei.
Draghi, in un recente intervento,
ha affermato che la disoccupazio- ―Eppure - sottolinea il portavone giovanile, i bassi salari d'in- ce della rete italiana Social
gresso, la dipendenza dai genitori, Watch – nella società civile itacostituiscono un grave fattore di liana ci sono le capacità per ininiquità sociale che intacca grave- vertire questa tendenza e rialzarsi dalla brutta caduta. Occorre innanzitutto rimettere al centro i diritti e riprendere ad andare nella direzione di uno sviluppo sociale equo‖.
Al riguardo la coalizione avanza
diverse proposte:
-―Per far fronte ad un debito
pubblico fuori controllo (oltre il
118%, il secondo in Europa dopo la Grecia), occorre intensificare la battaglia all’elusione e
all’evasione fiscale‖, ma non
solo.
mente l’efficienza del sistema produttivo. Per riprendere la strada
dello sviluppo, secondo Draghi, è
necessario un assetto normativo
ispirato all'efficienza del Sistema;
occorre migliorare il sistema di
istruzione con la valorizzazione
del merito; va riformato il mercato del lavoro che agisce tra due
estremi: da una parte un minimo
di mobilità e dall'altro un massimo
di precarietà.
Anche a livello internazionale la
crisi economica e finanziaria ha
visto un rallentamento della lotta
contro la povertà, costringendo
milioni di persone a vivere in condizioni inaccettabili. Un tale scenario richiederebbe – secondo la
coalizione del Social Watch leadership e senso di responsabilità da parte dei paesi industrializzati. ―In questo contesto gli aiuti
promessi e mai stanziati dall’Italia
a questi paesi sono un segnale
molto grave‖ – denuncia la coali-
- Secondo il Social Watch, si
può uscire dalla crisi introducendo maggiore equità fiscale attraverso misure quali l'elevazione dell’aliquota della tassazione
delle rendite finanziarie dal
12,5% al livello medio europeo
del 20%
- Inoltre può essere valutata
l’introduzione di una tassa internazionale sulle transazioni finanziarie per ridurre la volatilità
dei mercati finanziari e far pagare la crisi in primo luogo a chi
ha causato la bolla speculativa
esplosa nel 2008. Una piccola
tassa, ad esempio, dello 0,05%,
applicata anche con l’intento di
limitare la speculazione senza
danneggiare gli investimenti,
l’economia reale o i piccoli risparmiatori, volta a sostenere i
bilanci pubblici e gli obiettivi
internazionali della lotta alla
povertà‖.
L’Economia di Comunione è l’Economia del Dare
A differenza dell’economia consumista,
basata su una cultura dell’avere,
l’economia di comunione è’
l’economia del dare.
Ciò’ può sembrare difficile, arduo, eroico.
Ma non è così perché l’uomo
fatto ad immagine di Dio, che è Amore,
trova la propria realizzazione
proprio nell’amare, nel dare.
Questa esigenza
è nel più profondo del suo essere,
credente o non credente che egli sia.
E proprio in questa constatazione,
suffragata dalla nostra esperienza,
sta la speranza di una diffusione
universale dell’economia di comunione.
C
Ed ecco la novità
dell’idea: questi utili
vanno messi in comune, per realizzare
tre finalità:
1. aiutare coloro
che sono nel bisogno ;
2. sviluppare le imprese con nuovo
capitale;
3. formare uomini
nuovi, perché senza
uomini nuovi, non
si fa una società
nuova
(Chiara Lubich – Rocca di Papa, 10.11.1991)
ontinuiamo il nostro approfon- Cosa fare?
dimento sull’EdC.
Cominciamo dai nostri. Giunta ad
Araceli, con in animo l'enciclica di
Da dove nasce la ―cultura del dare‖ Giovanni Paolo II Centesimus AnCome sappiamo la realtà dell’ EdC nus, appena pubblicata, lanciava
nasce all’intermo dell’esperienza di l’economia di comunione:invitava i
Vangelo vissuto delle persone che duecentomila del movimento del
aderiscono al Movimento dei Foco- Brasile a far nascere accanto alla
lari, e proprio su un aspetto fonda- cittadella, o collegate con essa,
mentale, che è presente sin attività produttive capaci di creare
dall’inizio, vorremmo soffermarci. utili e nuovi posti di lavoro, affiChiara stessa ci racconta: «dopo
pochissimo tempo il Movimento
contava qualche centinaio di persone; e siccome fra queste stesse una
trentina pativa la fame, le altre
s’impegnarono ad offrire, mese per
mese,
quanto
loro
avanzava
nell’attesa di trovare ad essi un
lavoro ed altro. E ci sembra si potesse veramente dire della nostra
comunità, come dei primi cristiani: dandosi in particolare ai più com―nessuno infatti fra loro era biso- petenti tra loro.
gnoso‖ …». Dunque, in quella prima
Ed ecco la novità dell’idea: questi
comunità, si praticava la comunione
utili vanno messi in comune, per
dei beni. Ed è da allora che ha inizio
l’esperienza, "sorprendente" , "del realizzare tre finalità:
date e vi sarà dato" evangelico: da 1. aiutare coloro che sono nel bisoallora la comunione dei beni spiri- gno (in modo che nessuno sia indituali e materiali è diventata prassi gente);
vigente
nel
Movimento,
sull’esempio delle prime comunità 2. sviluppare le imprese con nuovo
cristiane e i suoi membri sono stati capitale perché possano continuare
coltivati e sono maturati in questa a produrre;
―cultura del dare‖.
3. formare uomini nuovi, perché
senza uomini nuovi, che sappiano
Cultura
del
dare
ed
EdC vivere la cultura evangelica del
La novità, quindi, dell’EdC fiorisce in dare, del condividere, non si fa
questo ―humus‖: attuare la comu- una società nuova.
nione dei beni, che già si viveva, in
forma globale. L’idea, Lo sguardo di Chiara però, fin dal
come già accennato lancio del progetto, mirava ad oriznel numero preceden- zonti ben più ampi: i poveri del
te, nasce in Brasile suo movimento erano soltanto un
nel maggio 1991, a primo passo per andare poi ben
contatto con la dram- oltre. La prospettiva che si spamatica povertà del lancava all’EdC era dunque di
luogo, Chiara attra- grande respiro: contribuire a dar
versando la città di vita ad un nuovo ordine economico
San Paolo, era stata -sociale, ad un nuovo modello di
colpita nel vedere di sviluppo, ripensando e collegando
persona, accanto a le due realtà centrali del capitaliuna delle maggiori smo ancora oggi tra loro opposte:
concentrazioni
di l’impresa (motore dello sviluppo
grattacieli del mondo,
grandi economico) e la miseria (degli esclusi da quello sviluppo).
estensioni di "favelas".
Le aziende
Questo progetto fa passare la prassi
della comunione dei beni dai singoli
alle strutture produttive, nelle imprese: esse sono lo strumento principale di questa nuova economia.
Scegliere le imprese come strumento di comunione non è un fatto ovvio: esso evidenzia che la vocazione dell’EdC non è unicamente o
principalmente raccogliere risorse
per aiuti umanitari, se lo scopo fosse questo, le imprese non sarebbero lo strumento più adatto (esistono
ad es. le Fondazioni). Al tempo
stesso, rivolgendosi alla impresa,
Chiara la chiama a realizzare pienamente la sua vocazione sociale attraverso gli utili che mette in comune, come espressione di una vita
aziendale tutta improntata alla comunione. L―impresa di comunione‖
non si distingue dall’esterno per
qualcosa di particolare, ma è profondamente innovativa nei suoi
componenti, nella sua vita aziendale, nelle sue scelte, nella sua organizzazione. Infatti come dice Chiara: «(nell’EdC) lo stile di vita aziendale deve essere tutto cambiato,
tutto deve essere evangelico, tutto
improntato all’amore (amare i dipendenti, i concorrenti,i clienti,i
fornitori … tutti), altrimenti non
abbiamo economia di comunione».
Questo amore presuppone la gratuità, che non si manifesta solo nel
dono libero degli utili, ma anche in
molte altre azioni: dall’assumere in
particolari condizioni lavoratori che
non danno garanzie di ritorni economici, al dar fiducia a fornitori o
clienti, anche in alcune circostanze
in cui la logica ordinaria degli affari
lo sconsigliano, è questa se possiaAd oggi sono circa 750 le imprese
mo dire, la vera sfida verso una
che aderiscono al progetto.
scienza che ritiene indispensabile
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P a g i n a
3
L’Economia di Comunione ...
assegnare ad ogni cosa un prezzo per
poter allocare le risorse in modo efficiente. L’amore poi non solo ―dà‖ o
―fa‖ qualcosa per l’altro, ma sa
―vivere‖ l’altro, essergli vicino, sa
immedesimarsi con la sua vita, pur
senza invaderla. Forse proprio perché
è qualcosa di più e di diverso dal
semplice dare o fare gratuitamente
qualcosa, l’amore sa trovare degli
spazi anche dove un corretto svolgimento del proprio ruolo – di acquirente,
di superiore gerarchico, di amministratore – sembrerebbe non lasciarne alcuno. Questo ―di più‖ di gratuità nei rapporti è il vero segreto delle imprese
EdC. In questo senso l’EdC concepisce
l’azienda come una comunità, cerca di
vivere i rapporti commerciali e lavorativi come occasioni di incontro autentico
tra persone, pensa le imprese come un
bene sociale e come una risorsa collettiva. Nel fare tutto ciò essa trascende
l’idea di mercato come luogo dei soli
rapporti strumentali. Nel pensare e
vivere l’economia così, e nel restare a
tutti gli effetti imprese inserite nel mercato, le aziende dell’EdC coniugano
mercato e vita civile, efficienza e solidarietà, economia e appunto comunione.
In questo momento di grave crisi economico-finanziaria, mentre assistiamo
alle evidenti contraddizioni che le logiche del mercato ci propinano: per citar-
ne alcune, la chiusura di stabilimenti produttivi a fronte dell’annuncio da parte delle
stesse aziende del pagamento al proprio
managment di cospicui dividendi; abbiamo
davanti una grande sfida, sfida che ci viene
proposta
anche
da
Benedetto
XVI
nell’enciclica Caritas in veritate: ―mostrare,
a livello sia di pensiero che di comportamenti, che non solo i tradizionali principi
dell’etica sociale, quali la trasparenza,
l’onestà e la responsabilità non possono
venire trascurati o attenuati, ma anche
che nei rapporti di mercato il principio di
gratuità e la logica del dono come espressione della fraternità possono e devono
trovare posto entro la normale attività economica. Ciò è un’esigenza non solo
dell’uomo nel momento attuale, ma anche
un’esigenza della stessa ragione economica.‖.
Fidejussione bancaria: una ―tutela‖ per
entrambe le parti?
N
ell’attuale mercato immobiliare, i proprietari che intendono stipulare un contratto di
locazione,
ricercano
adeguate
garanzie al fine di essere certi di
poter
incassare
l’affitto
dall’inquilino. Una soluzione può essere richiedere al locatario di presentare come garanzia una fidejussione bancaria.
In che consiste una fidejussione
bancaria?
E’ una lettera rilasciata da una
banca, il cui scopo è quello di
garantire
al
proprietario
dell’immobile dato in locazione, il
pagamento da parte della banca
degli eventuali canoni di locazione
e/o delle spese pattuite non pagati dall’inquilino e che va a sostituire, limitatamente alla copertura
del rischio locativo, il tradizionale
deposito cauzionale pari a tre
mensilità del canone.
La fidejussione stabilisce l’importo
massimo garantito dalla banca
che può essere generalmente fino
a 12 mensilità del canone locativo
iniziale. La durata è collegata alla
durata del contratto di affitto. Il
proprietario quindi può richiedere
alla banca, in caso di mancato
pagamento anche di un solo canone,
di
pagare
al
posto
dell’inquilino (escussione della
garanzia).
La banca è obbligata ad effettuare
il pagamento alla prima richiesta
entro il limite dell’importo massimo
garantito stabilito al momento del
rilascio della fidejussione. Il servizio viene richiesto alla banca
dall’inquilino (detto anche conduttore), dietro presentazione di pochi
documenti, per permettere così
all’istituto di credito di poter effettuare un’istruttoria sul richiedente
per controllare la sua affidabilità.
La fidejussione bancaria ha un
costo a carico del locatario, generalmente una commissione annua
che varia da banca a banca (in via
indicativa può andare dal 1,40% al
3,20% sull’importo massimo garantito). Il cliente può richiedere di
pagare la commissione anche mensilmente.
A prima vista potrebbe sembrare
che ―il garantito‖ sia esclusivamente il proprietario dell’immobile,
garantito nel ritorno economico del
suo investimento, ma all’inquilino
ne può derivare qualche vantaggio? Il vantaggio potrebbe derivare
dal fatto che, con la fidejussione, si
presume abbia la possibilità di stipulare con più facilità un contratto
di affitto; un ulteriore vantaggio
potrebbe essere quello di sostituire
i costi del deposito cauzionale,
evitando di immobilizzare la cifra
per tutta la durata del contratto.
Infine se decide di lasciare
l’appartamento prima della fine del
contratto, la fidejussione può essere restituita alla banca per
l’estinzione e cosi termina l’obbligo
di pagare la commissione.
lE’ doveroso sottolineare comunque anche
un altro aspetto importante: la ban“E’ una
ca che rilascia la fidejussione, talvolta può richiedere al cliente a cui lettera
la concede, una garanzia. Se la
rilasciata da
banca ritiene non del tutto sufficienti i dati del reddito e la conoscenza una banca, il
del cliente a cui rilasciare la fidejuscui scopo è
sione, il richiedente deve fornire
una garanzia cosiddetta "reale" (ad quello di
esempio, un libretto di risparmio, o
garantire il
un certificato di deposito vincolato,
intestato al richiedente, di importo proprietario
pari o di poco superiore all'entità
della fidejussione), oppure un impe- dell’immobile
gno di garanzia prestato da una dato in
terza persona. Nel caso di insolvenza dell’affittuario, la banca intervie- locazione”
ne onorando la fidejussione, ma
rivalendosi su chi ha prestato la
garanzia. Naturalmente alla scadenza della fidejussione la banca restituisce la garanzia "reale" a chi l'ha
prestata, con tutti gli eventuali interessi maturati, oppure estingue
l'impegno di garanzia firmato dalla
terza persona. Potremo allora fare
questa obiezione: se la banca richiedesse una garanzia "reale" per
questa tipologia di pratiche, non è
più semplice allora versare direttamente al padrone di casa due o più
canoni di affitto anticipati? La differenza consiste in due aspetti importanti: il primo è quello che il deposito a garanzia frutta interessi, il secondo è che può prestare la garanzia una persona diversa dall'affittuario, disponendo di maggiori mezzi
finanziari."
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Flash sui mercati
nomica e fa alzare in maniera
moderata l’inflazione.
MERCATI OBBLIGAZIONARI
MERCATI AZIONARI
Il contesto europeo e’ caratterizzato attualmente da una maggiore
volatilità, a causa delle tensioni
scoppiate in Libia, che seguono
quelle di altri paesi nord africani,
penalizzando in particolar modo il
mercato azionario italiano visto gli
stretti rapporti del nostro Paese
con la Libia (diverse società italiane hanno interessi o investimenti
in Libia). A seguito di ciò, il prezzo
del petrolio è salito a più di 103
dollari al barile e il perdurare di
questa situazione potrebbe rallentare leggermente la crescita eco-
Positiva la notizia della recente
riunione a Parigi del G20, i cui
risultati sono molteplici, anche se
la loro efficacia è ancora da valutarsi. E’ stata stilata una lista di
indicatori per individuare e riassorbire gli squilibri del debito
pubblico e della bilancia commerciale.
Nonostante le perturbative derivanti dalla situazione del Nord
Africa e Medio Oriente, i mercati
obbligazionari hanno dimostrato
una buona tenuta di fondo.
4
AZIONARI: maggiore volatilità
OBBLIGAZIONARI: buona tenuta
EURO: in ribasso
MERCATI VALUTARI
La situazione difficile dei paesi del
Nord Africa non ha favorito in questo ultimo periodo il dollaro , che è
ritornato a quotare a 1,38 contro
l’euro. In Inghilterra, il dato del pil
inglese nel 4 trimestre si è ridotto e
questo conferma la debolezza del
sistema di questo paese, con conseguente incertezza sull’andamento
della sterlina.
Novità
La ―Class Action‖: azione collettiva di classe
L
a class action è stata introdotta in Italia dal 1° gennaio
2010 per sanare gli illeciti commessi dal 16 agosto 2009 in poi,
ed è stata resa famosa in tutto il
mondo dopo il caso Usa di Erin
Bronckovich (e il relativo famoso
Film).
In che cosa consiste: si tratta, in
pratica, di un'azione legale, promossa da uno o più consumatori/
utenti, che chiedono che la soluzione di una questione comune di
fatto o di diritto avvenga con effetti ―ultra partes‖ per tutti i componenti presenti e futuri della
classe, del gruppo. Essi agiscono
in proprio o dando mandato a
un'associazione di tutela dei diritti
dei consumatori. Gli altri consumatori interessati, titolari di una
identica pretesa, possono scegliere di aderire all'azione di classe
già promossa, senza dover ricorrere al patrocinio dell'avvocato.
Resta salva, comunque, la possibilità di agire individualmente per
la tutela dei propri diritti.
Quest'ultima ipotesi, però, è incompatibile con la scelta di aderire a una class action.
Da chi può essere promossa: dai
consumatori/utenti che abbiano
subìto le conseguenze di condotte
o pratiche commerciali scorrette;
oppure che abbiano acquistato un
prodotto difettoso o pericoloso;
oppure ancora che versino in
una medesima situazione di
pregiudizio nei confronti di
un'impresa, in conseguenza di
un inadempimento contrattuale.
Essa viene considerata il modo
migliore con cui i semplici cittadini possono essere tutelati e
risarciti dai torti delle grandi
aziende o delle multinazionali,
in quanto la relativa sentenza
favorevole avrà poi effetto o
potrà essere fatta valere da
tutti i soggetti che si trovino
Sono quindi previsti vari
nell’identica situazione.
passaggi.
Come dare il via all'azione:
mediante ricorso al tribunale Il primo è la decisione del
uno dei soggetti consumatori/ giudice, che dovrà solo stabiliutenti propone l'azione assistito re se l’impresa va condannada un avvocato, eventualmente ta. Fisserà però anche le modando mandato a un'associazio- dalità per stabilire gli importi
ne di tutela dei consumatori. La dovuti e la procedura per atclass action potrà essere azio- tribuire il rimborso ad ogni
nata anche dalle associazioni singolo cittadino. Dalla causa
dei consumatori presenti nel collettiva si passa quindi a
Consiglio nazionale consumatori stabilire rimborsi individuali:
ma anche da parte di associa- questo passaggio sarà gestito
zioni di ―consumatori, investitori da una Camera di Conciliazioe altri soggetti portatori di inte- ne che dovrà essere costituita
ressi collettivi legittimati‖. Tutti presso il tribunale che si occugli altri cointeressati possono pa della causa. In questa fase
aderire senza doversi rivolgere parteciperanno in modo paritario i difensori di coloro che
all'avvocato.
hanno proposto l’azione di
Effetti: l’avvio della causa col- gruppo e la società chiamata
lettiva ha effetti immediati: in- a rispondere del proprio comterrompe le prescrizioni delle portamento. Durante questa
altre cause avviate dai consu- procedura i cittadini possono
matori, magari singolarmente.
anche ricorrere singolarmente
e, nel caso si ritengano non
soddisfatti dall’accordo raggiunto, possono decidere di
proseguire l’azione giudiziaria. Sono infine previste modalità per pubblicizzare la
sentenza di condanna e
l’accordo raggiunto nella
successiva transazione.
Un’ultima misura serve ad
evitare che i costi ricadano
sui consumatori. La parcella
degli avvocati dei ricorrenti
sarà pagata dalla società
condannata, anche se solo
parzialmente. L’importo dovuto non dovrà però superare il 10% del valore.
Benefici. Se molte persone
ricevono singolarmente un
danno di portata economicamente modesta difficilmente
decidono di sostenere individualmente le spese necessarie per sostenere e vincere
la partita legale.
Se l'azione, invece, è condotta collettivamente,
le
spese si abbattono e il singolo
acquista
maggiore
"forza" nei confronti della
grande impresa.
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PILLOLE
La Sofferenza Bancaria
La restituzione di tutti i denari
di solito non avviene e, quindi,
si passa la posizione ― a sofferenza‖.
Rosanna, è una nostra amica bancaria che lavora al “Recupero
Crediti”. In queste poche righe ci
Ad essa, segue la segnalazione
spiega in che consiste il suo diffi- della posizione, alla Centrale
cile lavoro.
Rischi che la renderà pubblica,
D
a sempre, ho pensato che
non poteva esserci nome
migliore di ―sofferenze‖, per i
cosiddetti crediti anomali.
all’interno del circuito bancario,
compromettendo, quindi, irreversibilmente tutti gli altri rapporti in essere con gli altri istituti
bancari.
Si tratta infatti, a mio avviso, di
sofferenze di nome e di fatto.
“Si potrebbe
tentare di
“educare” gli
operatori ad
essere meno
freddi e
distaccati, piu’
umani, ma
anche piu’
imparziali e
giusti”
Questa segnalazione comporterà
da parte di tutte le altre banche,
Partiamo dall’inizio, spiegando con cui si intrattengono rapporti,
da dove parte una sofferenza la loro chiusura e revoca immediata. Questo tipo di segnalaziobancaria.
ne sarà effettuata anche per
La Sofferenza bancaria indica tutti coloro che hanno prestato
una situazione economico- fideiussione con conseguente
finanziaria di una società, una attività, da parte delle banche, a
piccola impresa, o anche di una loro carico.
famiglia, irreversibile, di dichiarata insolvenza, ritenuta e consi- Per il sistema si diventa, insomderata altamente pericolosa dal ma, ―cattivi pagatori‖.
sistema bancario che, determina
Successivamente, la banca cerin maniera netta, la chiusura di
cherà di attivare il recupero delle
tutti i rapporti attivi contratti,
somme, attraverso l’attività leeventualmente, anche con le
gale.
altre banche (effetto Domino).
La situazione viene vissuta, dal Dopo l’ottenimento del decreto
soggetto interessato, come una ingiuntivo
‖provvisoriamente
forma di sottomissione obbliga- esecutivo‖ la banca potrà iscrita, ad un potere forte, che lo vere ipoteca giudiziale sugli imminaccia di un rientro immedia- mobili del titolare o dei titolari
to, cui il soggetto è costretto a del rapporto, oltre a tutti coloro
far fronte nel- l’immediatezza, che hanno prestato fideiussione.
esigenza che diEssa potrà procedere, poi,
venta insostenibile
all’espropriazione immobiliare,
nel tempo e molto
portando avanti l’esecuzione
spesso lo porta al
sino alla vendita all’asta
netto
inadempidell’immobile. In alternativa,
mento.
potrà soddisfare il suo credito,
In
questo caso, incardinando un pignoramento
viene formalizzata mobiliare del quinto dello stipendalla banca, la dio o della pensione di uno dei
risoluzione contrattuale, me- coobbligati.
diante una lettera raccomandata, con la quale ci sarà l’esplicita
richiesta di restituzione di tutti i
denari che la banca, sotto le
varie forme di credito, ha concesso.
Insomma, la banca cercherà,
strenuamente, in tutti i modi, di
recuperare quanto dato in tempi
migliori, infierendo forse, in taluni casi, su situazioni già fortemente compromesse e dolorose.
Come poter risolvere, anche umanamente, queste problematiche?
Si potrebbe tentare di ―educare‖
gli operatori ad essere meno freddi e distaccati, più umani, ma anche più imparziali e giusti, verso i
debitori delle posizioni a sofferenza, i quali, talvolta, cercano di
sfruttare queste situazioni dolorose per fare i furbetti ma, più
spesso, hanno il volto segnato da
una SOFFERENZA reale e profonda.
Rosanna — Napoli
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Dialogo
Esperienza di Paco,
un imprenditore di EDC
Pubblichiamo solo uno stralcio
dell’intervista a Paco, pubblicata sulla rivista ―Economia di Comunione‖ n. 32
Paco, nel 1972, a due anni dal matrimonio con Lola e già con i primi due figli, decide di avviare un’azienda di distribuzione
di prodotti chimici per l’agricoltura e si
trasferisce a Jaen, nella provincia spagnola che vanta 600 milioni di ettari di uliveti
ed è la prima produttrice di olio d’oliva del
mondo. Paco e Lola nel 1994 aderiscono
con la loro azienda al progetto EdC.
Per molti anni hai condiviso utili che er
un’azienda della vostra dimensione sono
molto consistenti, da 40.000 a 60.000 €
l’anno, pur avendo sette figli e tredici nipoti. Non sarà stato sempre facile armonizzare questi due mondi...
6
E-mail: [email protected]
I loro risparmi e il mutuo che la banca
avrebbe concesso non erano sufficienti, mancava una cifra pari alla metà di
quanto avevo destinato all’EdC. Per noi
è
stato
duro
rimanere
fedeli
all’impegno preso e fidarci dell’Amore
di Dio. Era comprensibile che nostra
figlia volesse evitare di pagare un affitto, ma le persone aiutate da EdC ne
avevano più bisogno. Esse non sono
mie figlie umanamente, ma lo sono
davanti a Dio; credo che per questa
via, l’EdC eliminerà quella corona di
spine che ha spinto Chiara Lubich a
lanciare il progetto.
Non ti sei domandato se era giusto
―danneggiare‖ i tuoi figli per favorire
persone che neanche conoscevi?
Questa domanda per un po’ mi ha inquietato, poi ho trovato una risposta:
mio dovere è preparare i miei figli a
cavarsela nella vita e a essere responNon è stato facile. Non posso dimenticare
quando mia figlia, prima di sposarsi, vole- sabili. Tante volte proteggendo i figli
va acquistare assieme al fidanzato un ap- più del necessario, invece di aiutarli
partamento.
facciamo loro danno, perché se non
insegniamo loro a condividere,
essi rimangono atrofici e dipendenti. Gli
aiuti non necessari quasi sempre producono atrofia. Anche in questo senso l’EdC
mi ha dato una mentalità più universale,
equilibrata e matura
per affrontare la vita.
Dopo un po’ di tempo
abbiamo aiutato non
solo questa figlia, ma
tutti i nostri figli ad
a c q u i s t a r e
l’appartamento, ma
senza ridurre il nostro
contiributo
all’EdC.
Voglio anche chiarire
che i contributi li versiamo anche se non
abbiamo una sufficiente liquidità. Per
acquistare i prodotti
che abbiamo a magazzino,
dobbiamo
chiedere finanziamenti alle banche e se
aspettassimo di avere liquidi in banca per
versare i contributi, non li verseremo
mai.‖.
Glossario
(1) SOCIAL WATCH:
Nel 1995 un gruppo di organizzazioni della società civile fondò il Social Watch (Osservatorio Sociale), per promuovere politiche che trasformassero in realtà le promesse delle Nazioni Unite, per ricordare
ai governi gli impegni presi e seguirne in modo indipendente
l’applicazione.
(2) Il decimo rapporto Caritas Italiana - Fondazione «E.
Zancan»
Guarda alla povertà delle famiglie in Italia e in Europa, ai volti
attuali della povertà, a come si è modificata, alle emergenze e
urgenze, mentre continua la crisi.
Social Watch oggi è una rete di oltre 400 organizzazioni non governative attive in oltre 60 paesi.
Il rapporto annuale Social Watch – giunto alla sua decima edizione –
attua un monitoraggio sugli impegni assunti a livello internazionale
per la lotta alla povertà e l'equità di genere. Esso rappresenta una
delle analisi sullo sviluppo sociale più riconosciute
al mondo ed è spesso considerato il ―rapporto
ombra‖ della società civile rispetto a quello
dell'UNDP (il Programma per lo Sviluppo delle
Nazioni Unite).
(3)
Per ASP (Aiuto Pubblico allo Sviluppo)
si intendono i contributi prevalentemente di tipo economico, forniti a comunità o Paesi in via di sviluppo, che aspirano a creare
crescita economica sostenibile di lungo termine.
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Newsletter febbraio 2011