Hegel: Filosofia dello Spirito
prof. Michele de Pasquale
sistema hegeliano
(tre sezioni intese come momenti dello sviluppo dell’intero):
Filosofia della natura
(scienza dell’idea nel suo alienarsi da sè):
Logica
(scienza dell’idea in sè e per sè):
studia il pensiero in quanto tale
si occupa della fondazione speculativa
delle scienze empiriche
(fisica, chimica, biologia)
discutendone lo statuto
Filosofia dello spirito
(scienza dell’idea che dal suo alienamento torna in sè):
si occupa dei fondamenti dei saperi e delle discipline
che riguardano l’uomo sia come individuo (es.psicologia)
che come collettività (diritto, morale, economia politica).
Si occupa anche del significato dell’arte,
della religione, della filosofia.
l'Idea, morendo come pensiero astratto e
intemporale diventa natura; ma
nell'articolarsi e dispiegarsi in gradi della
natura, l'Idea muore di nuovo, muore nella
sua forma della pura naturalità; cosí essa
si riconquista come pensiero; ma poiché
negarsi non significa annullarsi, essa si
riconquista come pensiero «congiunto»
alla natura
lo spirito è l'idea che incarnandosi nelle forme naturali diventa individuo
umano, soggetto di pensiero e di azione storica, volontà libera,
coscienza e conoscenza di sé
la filosofia dello spirito è il cammino che l'Idea compie per
giungere alla conoscenza di sé (conoscenza che si compie
solo nel concreto soggetto che pensa):
questa conoscenza compiuta dal soggetto individuale non si riduce alla
conoscenza delle proprie particolarità empiriche, contingenti, ma
deve cogliere in sé la propria essenza divina
“ Conosci te stesso, questo precetto assoluto non ha - né preso per sé, né dove lo si
incontra storicamente espresso - il significato di una conoscenza di sé medesimo
come delle proprie capacità particolari (carattere, inclinazioni e debolezza
dell'individuo); ma significa invece la conoscenza di ciò che è la verità dell'uomo, la
verità in sé e per sé, dell'essenza stessa in quanto spirito.”
(Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio)
nella conoscenza vera di sé, l'uomo si riconosce come spirito che è
uno anche se s'individualizza nella molteplicità degli uomini
lo Spirito è insieme uno e molteplice:
uno come spirito universale, molteplice come individui
umani
ma anche l’individuo singolo è uno e molteplice (una è la sua essenza
spirituale, molteplici le sue funzioni e manifestazioni)
la possibilità infinita che lo spirito ha di esprimersi in
un'infinità di uomini e nelle piú diverse funzioni lo
caratterizza come libertà:
lo spirito, “idea giunta al suo esser-per-sé”, è libertà,
“l'essenza dello spirito è la libertà”
la filosofia dello spirito descrive i modi e i gradi
attraverso cui lo spirito cresce e manifesta se
stesso; la legge dialettica domina lo sviluppo dello
spirito
lo spirito in quanto coscienza che si desta a se stessa, ai suoi
albori, è coscienza dell'individualità dell'uomo, coscienza
delle facoltà dell'individuo (spirito soggettivo); ma l'uomo
non può sussistere come pura individualità, egli deve aprirsi
necessariamente al rapporto con gli altri; per essere
veramente se stesso, insomma, deve negare se stesso,
cioè deve negarsi come pura soggettività individuale e deve
oggettivarsi nel rapporto con gli altri (spirito oggettivo);
l'uomo tuttavia non può sopportare la separazione tra la sua
dimensione soggettiva e quella oggettiva; vuole scoprire
l'unità tra le due dimensioni apparentemente irriducibili nella
loro opposizione; vuole conoscere se stesso come luogo
dell'unità di se stesso, e dell'unità di sé con la sua essenza
divina e infinita (spirito assoluto)
Spirito soggettivo
(studio dello Spirito nella sua individualità)
FILOSOFIA
DELLO
SPIRITO
scienza “dell’idea
che ritorna in sè
dalla sua alterità”
Spirito oggettivo
(studio delle relazioni esteriori al singolo
che costituiscono la trama della sua vita)
dalla parziale consapevolezza
dello Spirito di essere libero,
alla piena consapevolezza
di esserlo
Spirito assoluto
(sintesi di interiorità ed esteriorità:
capacità di cogliere l’elemento particolare
in relazione al Tutto)
al punto culminante dello spirito assoluto, con
l'attività filosofica, l’uomo conosce
concettualmente la sua collocazione come
momento finito in una realtà infinita
egli rivela a se stesso, nella riflessione razionale,
la sua divina essenza:
egli è l'Essere, cioè l'Idea, che in lui si
autoconosce come articolantesi ed esplicitantesi
negli esseri finiti (sia intesi come individualità
soggettive, che come individualità oggettivatesi
nei rapporti familiari, giuridici, politici, ecc.)
dallo Spirito soggettivo allo Spirito oggettivo
… l'individuo nasce determinato dall'ambiente naturale, dalla razza cui
appartiene, dal carattere del suo popolo; ma egli avverte comunque il
bisogno di superare queste determinazioni, di rompere l'isolamento in cui
si trova la sua individualità naturale; cosa che tenta con la relazione
sessuale…
… anche a questo livello, vive pur sempre nella condizione di essere naturale,
condizione che dev'essere superata; egli deve diventare persona, cioè
coscienza...
… il passaggio è determinato dal “sentire”: egli si apre alla sensazione, la prima
forma di vita cosciente…
… con la sensazione avverte la separazione tra corpo e anima, tra sensazione
e sentimento… matura il sentimento di sé, che è la condizione perché
l'uomo acquisti l'unità di se stesso, cioè l'unità psico-fisica…
… questa unità rende l'uomo anima reale, anima che inizia a rompere i vincoli
che la tengono spiritualmente centrata su se stessa, ed inizia ad
esteriorizzarsi esprimendosi in gesti e parole, e a realizzare in tal modo la
sua libertà…
come soggetto libero l'uomo è pronto a compiere il passo verso la
sua nuova condizione di spirito oggettivo, cioè è pronto a
negare la sua singolarità per aprirsi al rapporto con gli altri
diritto
quali sono i gradi attraverso cui ha luogo
l'oggettivazione dello spirito?
moralità
eticità
la prima forma viene indicata nel diritto,
a cui segue, per contrapposizione
dialettica, quella della moralità;
l'oggettivazione poi trova compimento
nell'eticità, che costituisce la forma in
cui le precedenti si ritrovano negate
ma recuperate e unificate, e che
rappresenta la verità di quei momenti
antitetici, che, considerati in sé, sono
astratti e unilaterali
diritto
attraverso il possesso avviene il passaggio dallo spirito
soggettivo a quello oggettivo
“ Lo spirito, nell'immediatezza della sua libertà per sé, è individuale; ma conosce la sua individualità
come volere assolutamente libero. Esso è persona, il sapersi di questa libertà; il quale come in sé
astratto e vuoto non ha la sua particolarità e il suo compimento ancora in se stesso, ma in una cosa
esterna. Questa, di fronte alla soggettività dell'intelligenza e dell'arbitrio, sta come alcunché privo di
volontà... e vien da essa resa suo accidente, sfera esterna della sua libertà, possesso.”
(Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio)
dell'oggetto del suo possesso la persona dichiara la proprietà,
che, sola, comporta il riconoscimento altrui
“ Nella proprietà... la cosa è astrattamente esterna e l'io in essa è astrattamente esterno. Il ritorno
concreto di me in me è, nella esteriorità, che io ho l'esistenza della mia personalità nell'essere di
altre persone, nella mia relazione ad esse e nel riconoscimento di me da parte di esse, che è cosí
riconoscimento reciproco. La cosa è il termine medio per il quale gli estremi si congiungono.”
(Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio)
diritto
questo riconoscimento trova forma giuridica nel contratto:
l'oggetto, in cui ripongo la mia libertà, è oggetto a disposizione
del mio arbitrio, nel senso che posso anche passarlo ad altri
“ L'aspetto accidentale della proprietà è che io pongo in questa cosa il mio volere. Ma in quanto il
mio volere sta in una cosa, posso soltanto io stesso trarnelo fuori; e la cosa può solo col mio volere
passare ad un altro, di cui altresí diventa proprietà col suo volere. Si ha cosí il contratto.”
(Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio)
il contratto è anche il modo attraverso cui le coscienze riconoscono la
validità del diritto in sé, del diritto in quanto regola e tutela dei diritti
individuali: è rispetto al diritto in sé che si configura il torto, la frode e il
delitto; contro la violazione del diritto l'unico rimedio è la costrizione
“ Il farsi valere del diritto in sé è mediato: a. da ciò che un volere particolare, il giudice, è adeguato al
diritto e ha l'interesse di volgersi contro il delitto; b. dal potere, che ha l'esecuzione, di negare la
negazione del diritto fatta dal malfattore. Questa negazione del diritto ha la sua esistenza nel volere
del malfattore: la vendetta o pena, perciò: 1. si volge alla persona o alla proprietà del malfattore; 2.
ed esercita costrizione contro di questo.”
(Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio)
diritto
moralità
il diritto regola i rapporti tra le persone solo nella loro forma
esterna: il riconoscimento di un diritto altrui potrebbe non
corrispondere ad un mio reale convincimento, potrei non sentirmi
interiormente obbligato al rispetto del diritto altrui, pur
rispettandolo formalmente
di qui il passaggio dalla forma del diritto a quella della
moralità
è il passaggio dalla considerazione dei rapporti umani come
determinati dalla forza che la società esercita sulle volontà
individuali, a quella per cui essi sono determinati dalla razionalità
dell'individuo
“ l'individuo libero, che nel diritto (immediato) è soltanto persona, è qui determinato come
soggetto; volontà riflessa in sé, in modo tale che la determinazione della volontà in genere,
esistendo nell'individuo come sua propria, sia distinta dall'esistenza della libertà in una cosa
esterna.” (Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio)
il volere soggettivo è moralmente libero in quanto esso si riconosce
interiormente libero, e in quanto le azioni che lo esprimono vengono
riconosciute dal soggetto agente come manifestazioni proprie di quella libertà,
ossia espressione della propria razionalità
diritto
scopo dell'agire morale è la ricerca del “bene in sé e per sé... (che)
è il dovere per il soggetto; il quale deve avere intelligenza del bene,
prenderlo a sua intenzione, e produrlo mediante la sua attività.” (Enciclopedia
delle scienze filosofiche in compendio)
moralità
ma la ricerca del bene in sé e per sé comporta interne
contraddizioni: il bene, a livello concreto, si individua in
molteplici beni (giustizia, carità, coraggio) che implicano
doveri non sempre armonizzabili tra loro; è un bene che
l'individuo segua le sue inclinazioni alla ricerca del proprio
benessere, ma questa ricerca spesso è in contraddizione con
quella del bene universale
eticità
la contraddizione interna al dovere induce il soggetto
umano, nella sua evoluzione, a negare l'unilateralità della
moralità cosí come ha negato quella del diritto, e a
recuperare la libertà nella sua duplice dimensione
esteriore ed interiore, a livello di eticità
diritto
la legge come istituzione esteriore che regola le relazioni tra gli individui:
l’uomo conquista una libertà solo esteriore, libertà nei comportamenti non
nella coscienza; la coscienza non si identifica con la legge:
atto
moralità
intenzione
l’azione esteriore dell’uomo viene collegata alla sua interiorità: si prende in
esame la legge interiore della coscienza a cui l’uomo si rivolge per
determinare la sua azione esteriore (l’intenzione con cui viene compiuta
l’azione tendente al bene); l’intenzione non sempre produce il bene perché
la volontà dell’uomo può deviare dal bene:
soggettività (atto-intenzione)
eticità
bene
il bene si realizza in qualcosa di esistente: le istituzioni che permettono
una libertà sia esteriore che interiore
soggettività - bene
nella famiglia, nella società civile e nello stato viene a
concretarsi sia l'evoluzione dello spirito soggettivo, sia
quella dello spirito oggettivo, sia il rapporto tra questi due
momenti, antitetici, dello spirito stesso
“ L'eticità è il compimento dello spirito oggettivo, la verità dello stesso
spirito soggettivo ed oggettivo. L'unilateralità dello spirito oggettivo è
nell'avere la sua libertà, da una parte, immediatamente nella realtà, e
quindi nell'esterno, nella cosa; dall'altra parte, nel bene in quanto
universale astratto. Anche l'unilateralità dello spirito soggettivo consiste in
ciò, che esso, di fronte all'universale, è astrattamente autodeterminante
della sua individualità interna. Soppresse queste unilateralità, la libertà
soggettiva diventa il volere razionale universale in sé e per sé; il quale ha:
a. il suo sapere di sé e la sua disposizione d'animo nella coscienza della
soggettività individuale, ma: b. la sua attuazione e la sua realtà immediata
e universale nel costume dell'ethos; onde è la libertà consapevole di sé,
diventata natura.”
(Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio)
famiglia
“ … è l’accordo dell’amore e la disposizione d’animo della fiducia; lo spirito, come famiglia, è
spirito senziente.… Queste personalità si congiungono, secondo la loro individualità esclusiva,
in una sola persona; e l’intimità soggettiva, determinata come unità sostanziale, fa di questa
riunione una relazione etica: il matrimonio. … La proprietà della famiglia, come di una unica
persona, mediante la comunione nella quale stanno rispetto alla proprietà i diversi individui che
compongono la famiglia, acquista un interesse etico; … L’eticità, collegata con la generazione
naturale dei figli si realizza nella seconda nascita dei figli, cioè nella loro nascita spirituale:
l’educazione di essi a persone autonome” (Lineamenti di filosofia del diritto)
la famiglia è concepita come organismo immediatamente unitario: i suoi membri nel
rapporto con l’esterno costituiscono un tutt’uno (compattezza etica)
un aspetto di modernità nella concezione della famiglia è la centralità del
matrimonio come rapporto d’amore etico tra i sessi che si oggettiva come fiducia
nella relazione genitori-figli (fiducia dei figli nell’educazione loro impartita) e nel
patrimonio della famiglia (fiducia che il patrimonio venga usato per tutti i membri
della famiglia)
la famiglia moderna si distingue da quella antica perchè a fondamento di essa è
posto un atto libero della volontà di due individui (si costituisce in virtù dell’amore
etico)
famiglia
società
civile
“La sostanza, che, in quanto spirito, si particolarizza astrattamente in molte
persone (la famiglia è una sola persona), in famiglie o individui, i quali sono per
sé in libertà indipendente e come esseri particolari, perde il suo carattere etico,
giacché queste persone in quanto tali non hanno nella loro coscienza e per loro
scopo l'unità assoluta, ma la loro propria particolarità e il loro essere per sé:
donde nasce il sistema dell'atomistica. La sostanza diventa per questa guisa
nient'altro che una connessione universale e mediatrice di estremi indipendenti
e dei loro interessi particolari. la totalità sviluppata in sé di questa connessione
è la società civile.” (Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio)
la società civile corrisponde al momento di smembramento e dispersione
dell’unità semplice della famiglia: l’immediatezza lascia il posto alla mediazione e
dunque alle differenze e scissioni
il rapporto tra singolo e totalità - che nella famiglia è d’identità - nella società
civile si indebolisce fino a scomparire: constatiamo la frammentazione in una
pluralità di soggetti la cui azione è determinata solo dall’interesse particolare
senza che si manifesti una minima dimensione collettiva: questa insocievolezza è
uno dei modi di esistenza di una socievolezza che si rivelerà pienamente solo
nello stato
famiglia
“ Lo stato è la sostanza etica consapevole di sé, la riunione del principio della
famiglia e della società civile nella forma di universalità saputa” (Enciclopedia
delle scienze filosofiche in compendio)
società
civile
stato
“ Lo stato è la realtà dell'idea etica, lo spirito etico, inteso come la volontà
sostanziale, manifesta, evidente a sé stessa, che pensa a sé e che porta a
compimento ciò che sa e in quanto lo sa. Nel costume lo stato ha la sua
esistenza immediata, e nell'autocoscienza dell'individuo, nel sapere e
nell'attività del medesimo, la sua coscienza mediata, così come
l'autocoscienza attraverso la disposizione d'animo ha nello stato, come in sua
essenza, in fine e prodotto della sua attività, la sua libertà sostanziale.
Lo stato inteso come la realtà della volontà sostanziale, realtà ch'esso ha
nell'autocoscienza particolare innalzata alla sua universalità, è il razionale in sé
e per sé. Questa unità sostanziale è assoluto immobile fine a se stesso, nel
quale la libertà perviene al suo supremo diritto, così come questo fine ultimo
ha il supremo diritto di fronte agli individui, il cui supremo dovere è d'esser
membri dello stato. (Lineamenti di filosofia del diritto)
la libertà - essenza dell’eticità - si attua compiutamente nello stato che
quindi rappresenta il fondamento ontologico della famiglia e della società
civile
la concezione hegeliana dello Stato si differenzia dalla teoria liberale
dello stato (lo stato è lo strumento per garantire i diritti degli
individui) e dalla teoria democratica (sovranità popolare):
la sovranità dello Stato deriva solo dallo Stato; è lo Stato
che fonda gli individui
la concezione hegeliana dello Stato è in antitesi con la tradizione del
giusnaturalismo moderno che vede nell’individuo il fondamento e
nello stato il risultato di un processo
Hegel è anche critico nei confronti delle teorie contrattualistiche dello
stato; la sua critica non si fonda su un argomento storico (il
contratto non è stato un effettivo evento storico) ma su un
principio di ordine razionale: la volontà generale non può essere
frutto della convergenza, nel contratto, di verità particolari (legate
ad interessi, non fondate sul pensiero) ma deve essere
conseguenza della verità razionale, del pensiero e ciò le assicura
l’universalità
Eticità
l’amore operante nella famiglia fa superare il contrasto - con cui si
chiude la moralità – tra regola da realizzare e libertà interiore (unità)
famiglia
nella relazione tra le famiglie non agisce lo stesso rapporto d’amore
operante all’interno della singola famiglia (disgregazione)
si presenta come un sistema atomistico e conflittuale dominato da
interessi particolari e indipendenti (disgregazione)
società
civile
stato
• per soddisfare un bisogno non si può fare a meno degli altri
(divisione del lavoro)
• la costituzione in classi supera l’atomismo della società (unità)
riaffermazione dell’unità della famiglia al di là della dispersione della
società civile: è una famiglia in grande dove si superano i
particolarismi della società civile in vista del bene comune
“ Lo stato è: a. dapprima la sua formazione interna, come svolgimento che si riferisce a sé, il diritto
interno degli stati, o la Costituzione. E poi: b. individuo particolare, e quindi in relazione con altri
individui particolari, il che dà luogo al diritto esterno degli stati. Ma: c. questi spinti particolari sono
solo momenti dello svolgimento dell'idea universale dello spirito nella sua realtà; e questa è la
storia del mondo o storia universale”. (Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio)
diritto statale
interno
Stato
storia del mondo
diritto statale
esterno
diritto statale
interno
l’articolazione interna dello stato (= la
costituzione) si specifica nei momenti
dell’universalità (potere legislativo =
potere di determinare l’universale),
della particolarità (potere esecutivo =
potere di applicare la legge ai casi
particolari) e della soggettività (potere
monarchico)
Stato
la monarchia costituzionale rappresenta la
struttura politica nella quale i distinti
poteri dello stato sono raccolti a unità:
essa esprime, con la sua capacità di
prendere decisioni e quindi dare
concretezza alla volontà universale,
l’affermarsi più compiuto della
soggettività nel mondo delle istituzioni
oggettive dell’eticità.
diritto statale
interno
diritto statale
esterno
Stato
il diritto statale esterno riguarda le relazioni tra gli stati
dove viene meno la solidarietà etica e si
stabiliscono rapporti che ricordano quelli
intercorrenti tra gli individui nel sistema
dell’atomistica
ma l’individuo-stato a differenza dell’individuo
atomizzato è autosufficiente (il principio
fondamentale rimane la sovranità di ciascuno di
essi, la loro volontà particolare): non esiste una
volontà universale che istituisca il diritto
internazionale
mancando una volontà generale superiore alle volontà
particolari, Hegel rigetta l’idea kantiana di una
pace perpetua garantita da un potere federale
riconosciuto da tutti (nel caso si realizzasse una
situazione del genere sarebbe solo frutto del
convergere - precario - delle volontà particolari): è
inevitabile, quindi, e legittimo il ricorso alla guerra
per risolvere le controversie
diritto statale
interno
diritto statale
esterno
Stato
“ Lo spirito determinato di un popolo, essendo reale - ed
essendo la sua libertà come natura - ha sotto questo
aspetto naturale il momento della determinatezza
geografica e climatica. Esso è nel tempo; e rispetto
al contenuto, ha essenzialmente un suo principio
particolare, e deve percorrere uno svolgimento
determinato da questo, della sua coscienza e della
sua realtà. Ha una storia dentro di sé. Come spirito
limitato, la sua indipendenza è qualcosa di
subordinato; esso trapassa nella storia universale, le
cui vicende sono rappresentate dalla dialettica degli
spiriti dei vari popoli particolari. Questo movimento è
la via per la liberazione della sostanza spirituale il
fatto mediante cui lo scopo assoluto del mondo si
adempie nei mondo; lo spirito, che prima è solo in
sé, giunge alla coscienza e all'autocoscienza, e per
tal modo alla rivelazione e realtà della sua essenza
in sé e per sé, e diventa anche esternamente
universale, diventa spirito del mondo.”
(Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio)
storia del
mondo
non essendoci un diritto sovrannazionale che emani da una volontà più forte
di quella dei singoli stati, la funzione di giudice degli stati viene svolta
dallo spirito del mondo (lo spirito universale che si sviluppa nel tempo
incarnandosi successivamente in popoli diversi; di volta in volta spetta
a ciascuno di essi il ruolo di popolo dominante): la storia del mondo
assurge alla funzione di tribunale del mondo
la storia non è dominata dal caso e dall’accidentalità, ma il suo svolgimento
rappresenta il manifestarsi di un unico principio spirituale e razionale
(lo spirito del mondo) nella vicenda dei popoli; il movimento dello
spirito si realizza dialetticamente attraverso il conflitto tra popoli (che
incarnano gradi differenti di sviluppo spirituale) i quali ritengono di
operare per il raggiungimento dei propri scopi, mentre sono strumenti
della realizzazione dello scopo universale (= definitiva realizzazione
della libertà) della ragione immanente nella storia (astuzia della
ragione)
il processo attraverso il quale si realizza lo scopo universale si scandisce in
quattro momenti coincidenti con l’affermarsi di altrettanti popoli o regni:
il regno orientale di cui principio è il dispotismo (libertà di uno solo); il
regno greco dove si afferma la bella eticità (libertà di pochi); il regno
romano dove l’individuo viene riconosciuto astratta persona giuridica; il
regno germanico
nella trattazione della filosofia dello spirito Hegel ha mostrato
come l'uomo, unità dialettica di pensiero infinito (Idea) e
realtà fisica (Natura), realizza, nella sua evoluzione, nelle
sue forme storiche, la sua essenza eterna
ha mostrato pure come l'uomo, spirito che si fa infinito,
parallelamente si conosce come infinito: nei momenti che
caratterizzano lo spirito assoluto Hegel indica come l'uomo,
nella sua stessa finitezza, realizza e insieme conosce, nelle
forme dell'arte, della religione, e della filosofia, la sua piena
infinità
l'unità di finito e infinito, di contingente e di assoluto, di
temporale e di eterno viene attuata e conosciuta con l'arte,
nelle forme dell'intuizione sensibile, con la religione, nelle
forme della rappresentazione, e con la filosofia, nella forma
del concetto, della riflessione razionale
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Hegel: Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio (struttura