ORARI SETTIMANA SANTA
SABATO 28/03:
Ore 18.00: S. Messa della Passione
DOMENICA 29/03 : Ore 09.00: S. Messa della Passione ( A Castelletto);
Ore 10.15: Processione delle Palme e S. Messa;
Ore 18.00: S. Messa della Passione;
LUNEDI’ 30/03:
Ore 09.00: S. Messa;
Per Altre celebrazioni vedasi foglietto settimanale
MARTEDI’ 31/03: Ore 09.00: S. Messa;
Per Altre celebrazioni vedasi foglietto settimanale
MERCOLEDI’ 01/04 :Ore 09.00: S. Messa;
Per Altre celebrazioni vedasi foglietto settimanale
GIOVEDI’ 02/04: GIOVEDI’ SANTO:
Ore 20.30 : S. Messa della CENA DEL SIGNORE;
VENERDI’ 03/04 : VENERDI’ SANTO :
Ore 16.00: Solenne Via Crucis;
Ore 20.30: Celebrazione della PASSIONE DEL SIGNORE
SABATO 04/04 : SABATO SANTO:
Ore 20.30: VEGLIA PASQUALE.
DOMENICA 05/04: DOMENICA DI RISURREZIONE:
Ore 9.oo S.Messa (a Castelletto)
" 10.15 S.Messa;
" 18.oo S.Messa.
LUNEDÌ' DELL’ANGELO 06/04 :
Ore 9.oo: S.Messa (a Castelletto);
" 10.15: S.Messa (in parrocchiale).
SIMBOLI CRISTIANO-PASQUALI
La PASQUA CRISTIANA nasce da
quella ebraica e in essa
s’innesta, dandole però un nuovo valore, un significato di
"completamento".
La Pasqua cristiana infatti non ha al suo centro la "memoria"
della liberazione dalla "schiavitù d'Egitto", ma il MISTERO
PASQUALE DI CRISTO. "Mistero",
cioè progetto di Dio Padre sul Figlio suo. Gesù Cristo, a
nostro favore, per la nostra "liberazione".
Mistero che si è realizzato con la Passione, Morte, Sepoltura,
Risurrezione e Ascensione al Cielo del Signore nostro Gesù
Cristo, il Figlio del Dio vivente.
La nostra partecipazione a questo MISTERO, nel quale
veniamo inseriti con il Battesimo, trova il suo momento
fondamentale nella Santa MESSA (almeno domenicale), cioè
nella EUCARISTIA.
La simbologia cristiana della Pasqua accoglie in parte quella
ebraica (Agnello immolato; Uova; ecc..) ma ne aggiunge di
nuove, come il CERO PASQUALE acceso, ecc. . .
Per questo vogliamo presentare, per questa Pasqua annuale,
alcuni SIMBOLI EUCARISTICI e CRISTOLOGICI (=che riguardano
il Cristo Gesù....), propri della tradizione pasquale cristiana
II PELLICANO. Il pellicano è un uccello
acquatico, che vive di pesce...Pesce che egli
predigerisce prima di passarlo dal suo becco
a quello dei suoi pulcini. Questo fatto aveva
portato gli etologi antichi a ritenere che il
pellicano offrisse da mangiare ai suoi piccoli
il suo sangue e la sua carne, strappati col
becco dal suo petto. Questo ha portato i primi cristiani a
vedere nel "pellicano" lo stesso Gesù, che nutre i suoi
"pulcini" ("i credenti in lui"), con la sua carne e il suo sangue
(Eucaristia o Comunione ...*).
CESTO di PANE con PESCE: Lo si trova
spesso sulle porticine dei Tabernacoli, o
sulle predelle degli altari, cristiani .
Questo simbolo non vuoi richiamare il
digiuno o, soprattutto, l'astinenza
(penitenziale) della Quaresima.
Certamente si rifà alla "moltiplicazione
dei pani e dei pesci" operata da Gesù in un luogo deserto.
Ma nel senso profondamente eucaristico che Gesù proporrà ai
Giudei (vedi Giovanni 6, 22-58), dove il PANE, in questo caso,
va interpretato come promessa della Eucaristia, del DONO del
suo CORPO e suo SANGUE.
Il pesce invece si prestò come un distintivo per i primi cristiani.
Per riconoscersi tra loro usavano appunto disegnare un pesce. Il
vocabolo greco che corrisponde all'italiano pesce, è anch'esso
formato da 5 lettere alfabetiche, le quali formano un acrostico
che ci da una definizione di Gesù:
(si pronuncia come il nostro i) E' la iniziale greca
del nome di Gesù: "lesous)
( (leggi CH aspirato). E'la iniziale del participio
passato CH(istòs"), che significa "consacrato con
olio);
(leggi come la TH inglese) E' la iniziale del greco
"TH)eou" (pronuncia theù), che significa "di Dio")
(Leggi come la U francese). E' l'iniziale del
termine greco Ujòs, che significa "FIGLIO";
(leggi S). E' la iniziale del greco Soler, che
significa "salvatore".
Così si forma la frase: GESÙ / CRISTO / DI DIO /
FIGLIO / SALVATORE:
una vera e propria
professione di Fede in Gesù.
L’ANGOLO DEI RAGAZZI
MONIGRAMMA DI CRISTO: che riportiamo qui sotto.
Questo
"segno"
(monigramma) lo troviamo
(non solo ma) spesso Esso
non è formato dalla due
lettere alfabetiche latine
(pi) e X (ics), per indicare,
come pensa la devozione
popolare, PAX (cioè PACE):
la pace.... eterna che si
augura ai defunti.
Ma da due lettere dell'alfabeto greco:
X (chi; : pronuncia CH aspirato) che è la prima lettera del
vocabolo CH(ristòs) / vedi sopra).
P (rho, pronuncia R), che è la seconda lettera dello stesso
Ch(R)stòs.
Perciò questo monogramma significa CRISTO. Quando viene
posto nei cimiteri, esso indica che coloro che lì sono sepolti,
essendo credenti in Cristo, il Risorto, credevano anche nella
RISURREZIONE DELLA CARNE, e sono in attesa di risorgere con
Cristo.
In questo senso è un simbolo propriamente "cristiano" della
Pasqua
''
A Michele, un giorno, gli scappò di dire una bugia, e
il naso gli si allungò di un centimetro.
"Come mai ti è cresciuto il naso?", gli chiese la
mamma. "E’ stata Marianna, che me lo ha tirato".
Quest'altra bugia gli fece crescere il naso di un altro
centimetro.
Poi, per nascondere anche la seconda bugia, fu
costretto a dirne un* altra, e poi un'altra, e così di
seguito, fino a quando il naso raggiunse il metro.
Poi non crebbe più, perché Michele si stancò di dire
bugie.
Però quanti fastidi gli dava quel naso.
Per aprire una porta, doveva girare la testa da una
parte o verso l'alto, e tutti lo prendevano in giro.
La polizia poi lo obbligo a mettersi, sulla punta del
naso, il cartello riservato ai cariche sporgenti.
Il fatto ebbe vasta eco, tanto che anche i giornali e
le Tv ne parlarono.
I papa e le mamme portavano i figli a vedere
Michele, per far loro vedere come si diventa a dire
le bugie.
Anche intere scolaresche furono condotte a
vederlo.
E quando erano davanti a quel naso così famoso, i
genitori e gli insegnanti cominciarono a dire, per
scoraggiare ogni desiderio di dire bugie:
"La prossima volta, toccherà a tè!"; "Prometti di
non dire mai bugie!". "Sta attento a non fare la
stessa fine di Michele!" e via dicendo.
Questo durò per un certo tempo, fino a quando
Pierino non passò da quelle parti, e volle anche
lui vedere Michele.
Come lo vide si accorse che sulla punta del naso
di lui, c'era una scritta: "Fra un attimo il naso di
Michele tornerà normale, perché
inizierà a
crescere quello di quel bugiardo di....".
Non riuscì a finire di leggere perché il naso di
Michele era già tornato come quello di qualsiasi
altro bambino.
Pierino, intanto, si tastò il naso e, buon per lui,
era ancora normale.
(Liberamente
Ferraresso)
preso
da
"Storie",
di
Luigi
ANGOLO UMORISTICO
- PIERINO chiede alla sua compagna di banco:"Tu dove sei
nata?". "In ospedale", risponde lei. E lui: "Oh, poverina, eri già
ammalata?".
- La maestra chiede a PIERINO: "Quanto fa 2x2?".
"Quattro!". "Bravo Pierino, eccoti 4 caramelle".
"No, no, signora maestra, mi sono sbagliato: fa 44".
- La maestra chiede a Pierino: "Cosa succede a un pezzo di
ferro se viene esposto all’aria?". "Si arruginisce!". "Bravo Pierino,
e a un pezzo d'oro?" . "Sparisce".
- Come si chiama il cinese più dormiglione?
Go Un Son.
E il vogatore che si è fermato a metà gara?
Remo Stanco.
- Qual è il colmo per un istrice?
Avere una spina nel cuore.
E per una fata?» Prendersi il colpo della strega!
E per un maniaco della pulizia?
Bere solo caffè macchiato!
- E* il tempo della fienagione e l'erba sta per essere tagliata. La
mucca cerca di consolarla: "Foraggio ! Foraggio !"
- A un torneo tra insetti. "Chi ha vinto, allora?"
"I ragni. Hanno fatto ben 4 reti".
- "Io sogno sempre di guadagnare 200mila Euro al mese, come il
mio papa". "Urea! Guadagna così tanto il tuo papa?". "No. Però
lo sogna anche lui".
- Un signore, al ristorante, si fa portare un tacchino intero. Il suo
vicino di tavola, perplesso, gli chiede: "Ma non lo mangerà tutto
da solo?".
"NO, no. Aspetto il contorno".
OMAGGIO A MARIA
Il 1° gennaio, come ogni anno
abbiamo celebrato l’ "Omaggio alla
Madre, Maria Santissima, per la
sua divina Maternità".
Diamo qui sotto, anonime, le
"preghiere"
riportate
dietro
all’immagine di Maria, la Madre.
Grazie, Maria, perché ci sei, per il tuo esempio e perché,
attraverso te, arriviamo prima al Figlio tuo. Ti preghiamo
per la pace e la serenità dei cuori di tutti i tuoi figli. O
Maria Santissima, prega e veglia su tutti i tuoi figli, e
aiutali a superare i momenti difficili che incontrano nella
loro vita. Amen.
Cara Madonna, fa che quest'anno vada tutto bene e che
sia un bell'anno. Maria, Madre di Gesù, ti prego per le
mie famiglie: aiutaci a vivere in pace e serenità. Grazie.
Maria, Madre di Gesù, ti affido la mia famiglia e tutte le
persone care che mi aiutano a crescere nella fede.
Sotto la tua protezione troviamo rifugio, S.Madre di Dio.
Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella
prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e
benedetta.
Madonna santa, aiuta tutti i bambini del mondo.
O Madre del divin redentore, tu sei la tutta bella, la tutta
santa, la mamma di tutti noi, tuoi figli, redenti da tuo
Figlio: a te affido la mia vita. A te affido l'Italia e il mondo
intero; stendi il tuo manto su di noi e proteggici. Grazie,
mamma. Amen.
Cara mamma Maria, la tua famiglia a per noi un grande
esempio di amore. Abbiamo tanto bisogno di te e della tua
tenerezza. Aiutaci, perché anche nelle nostre famiglie ci sia
quella fede che ci rende capaci di cogliere sempre la
presenza di Dio.
O Vergine Maria, Madre della Misericordia, Salute degli
infermi. Rifugio dei peccatori, Consolatrice degli afflitti, tu
conosci i nostri bisogni, le nostre pene, le nostre sofferenze,
i mostri desideri! Ottienici con la tua materna intercessione
le grazie che ti domandiamo. Aiutaci ad avere sempre più
fede nel tuo Figlio, Gesù.
Grazie, Maria, per averci donato Gesù. Ti prego per la mia
famiglia e per tutte le famiglie della nostra Comunità: aiutaci
a ritrovare la via che porta a lui, la quale è la più bella, più
gradevole e più sicura, affinché possiamo crescere nella
fede e nell'amore e vivere con più coerenza e
testimonianza il vangelo, riscoprendo sempre, negli eventi
della vita, i segni della tua provvidenza.
Cara Maria, quest'anno ho fatto un Natale un po' migliore
degli altri, perché c'era mia sorella a portare felicità (e
anche scompiglio) in questa casa. Però sono contento che
sia arrivata e ringrazio tè e Gesù del dono che avete fatto
alla mia famiglia. Maria, ti prego di aiutarmi per la scuola e
di trascorrere un anno felice. Grazie.
Santa Maria, ti prego per perdonarmi per le brutte parole
e per le offese a mia mamma.
CRONISTORIA PARROCCHIALE
(dal 1°.12.2014 al 28.02.2015)
Santissima Madre di Dio, grazie a te che sei stata subito
disponibile a diventare la mamma di Gesù, nostro
Salvatore. Aiutami ad essere una mamma saggia,
autorevole e nello stesso tempo discreta e amorosa nel
consigliare i miei figli anche se sono adulti. Veglia su di
loro perché abbiano a vivere la fede, la speranza e la
carità che in famiglia hanno respirato fin da bambini.
Grazie.
Come sei bella. Maria, e quanto ci ami. Con il tuo amore
di madre aiutaci a fare le scelte giuste, che ci rendano
belli e fecondi come te.
Maria, affido a te i miei figli e le loro famiglie, che
sappiano imitare la piccola famiglia di Nazaret. Grazie.
Aiutaci a iniziare bene la scuola e a volerci bene.
05.12: Sab.: Durante la s.Messa delle 18.oo,
ricordiamo Santa BARBARA, molto invocata dai
nostri minatori, soprattutto dal 1870 circa in poi.
09.12, Mar.: NEVICATA durante la notte e in
mattinata. In paese ne è caduta 5 cm. circa.
14.12: Dom. Il nostro GRUPPO GIOVANISSIMI, a cui
appartengono un paio di studenti dell’ Alberghiero
di Tonezza, organizzano un "Mercatino dolciario" di
beneficenza.
21.12: Dom. Oggi benediciamo i
dei presepi familiari . . . .
GESU' BAMBINI
25.12, Gio. SANTO NATALE (con la s.Messa della
Notte...).
Nel pomeriggio viene inaugurata la MOSTRA "DEI
100 PRESEPI", nella chiesa di S.Margherita (vedi
anche articolo a parte).
27.12, Sab.: PRIMA VERA NEVICATA DI STAGIONE: da
mezzogiorno; ne cadono 15-20 cm.
28.12: Dom.: CONCERTO DI NATALE in chiesa, con il
complesso vocale trentino "FREEDOM GOSPEL
CHOIR"
30.12, Mar.: Nell’ambito della preparazione alle
grandi cerimonie in ricordo dell' inizio della 1^
GUERRA MONDIALE, presso il Museo archeologico di
Castelletto, viene presentato il libro "LA PARTENZA
PER IL PROFUGATO, Altopiano Sette Comuni 1916",
di Nico Lobbia e Sergio Bonato.
08.02, Dom: Nel ricordo di S.Biagio (la sua festa era
martedì 3), celebriamo la BENEDIZIONE DELLA
FRUTTA....Giornata di sole, ma fredda.
1°.01, Gio.: Nello spirito della OTTAVA DI NATALE,
rinnoviamo l' OMAGGIO A MARIA, la Ss.ma MADRE
DI DIO". (Vedi articolo apposito) .
13.02, Ven. Dopo alcuni giorni quasi primaverili, oggi
ciclo grigio e nebbioso, che porterà un po' di neve il
giorno dopo, sabato.
02.01, Gen. 1^ GITA A PRESEPI, che ci porta nelle
province di Venezia e Pordenone (Vedi articolo a
parte).
16.02, Lun. Giornata splendida. Seguiranno alcuni
giorni discreti .
03.01, Sab.: Presso il Museo Archeologico, il
monologo teatrale "FIORI FRAGILI - ORTIGARA
1917", recitato dall'autore, Riccardo Bonetti.
16.01: Ven. PIOGGIA battente nel pomeriggio e
per tutta la notte, (poi ritorna il sole).
21.01; Mer.: NEVE umida al mattino, poi un po' di
pioggia.
25.01, Dom.: 2^ GITA a PRESEPI , nel pomeriggio: a
Scaldaferro (VI) e a S.Pietro in Gu (PD) (Vedi
articolo)
30.01, Ven.: Ancora 5 cm. di NEVE e vento freddo.
01.02, Dom. GIORNATA DELLA VITA: Festeggiamo
tutti i bambini nati negli ultimi 6 anni, e le loro
famiglie.
05.02, Gio.: NEVICA tutto il giorno; poi nevischio
fino a sabato.
22.02; Dom.: NEVICATA (15-20 cm.) .
24.02: Mar.: Altra NEVICATA (20 cm.). Seguiranno
poi giorni secchi, ma freddi e un po' ventosi...
28.02. Sab.: Questa sera, in località Cavieri, viene
acceso un gran falò, per il MERTZO.
CENTENARI e CINQUANTENARI
RIGUARDANTI ANCHE LA NOSTRA COMUNITÀ
1615 18.09: 400° anniversario della fondazione della
Parrocchia di Pedescala: Fino a tale data la
popolazione di Pedescala faceva parte della
Parrocchia di S.Gertrude in Rotzo. Nel 1569 gli uomini di
Pedescala avevano chiesto e ottenuto il permesso di
costruirsi una chiesa. Nel 1571 il vescovo Nicolo
Ormaneto, in visita pastorale, potè entrare nella nuova
chiesa intitolata a S.Antonio di Padova. Con altri
successivi passaggi, si arrivò alla costituzione della
nuova parrocchia (il 18 sett. 1615, appunto).
1665 350° dalla nascita della 4^ ROGAZIONE Nel
corso della sua prima Visita Pastorale, il vescovo
S.Gregorio Barbarigo, in questa data, proibì che la
processione del Corpus Domini raggiungesse la cima
dell' Altaburg, come avveniva da tempo. La
popolazione di Rotzo, obbedì, ma nello stesso tempo
spostò la processione all’ Altaburg al giorno della
Ascensione, inserendola nel clima delle Rogazioni che
avevano luogo i 3 giorni prima dell'Ascensione. Allora
questa festa veniva celebrata di giovedì, e perciò la 3
Rogazioni avevano luogo il lunedì, martedì e
mercoledì precedenti) . Questa 4^ rogazione venne
abolita nel 1939 (forse con le stesse motivazioni del
1665). Nel secondo dopoguerra, le 3 Rogazioni/ legate
al mondo agricolo, andarono scomparendo un po'
dappertutto, A Rotzo, la 4^ Rogazione venne ripresa
nel 1994 (21.05), inizialmente con grande successo,
che andò poi scemando negli anni successivi. Delle
prime 3 originarie rogazioni, a Rotzo non rimangono
che poche
campestre.
tracce:
qualche
capitello
e
croce
1775 08.06 250° dalla ABOLIZIONE DEL PENSIONATICO
da parte della REPUBBLICA di VENEZIA. Il pensionatico (in
cimbro: bisadénego) consisteva nel diritto acquisito dai
pastori delle nostre montagne, di portare, durante la
stagione invernale, le loro greggi, in pianura.
Questa abolizione comportò il;lento ma inesorabile
passaggio dall'allevamento ovino a quello bovino.
1815
07.04
BICENTENBARIO della DEFINITIVA
SCOMPARSA della REGGENZA SETTE COMUNI VICENTINI.
In questa data infatti venne costituito il Regno
LombardoVeneto, con i territori dei precedenti Ducato
di Milano e Repubblica di Venezia (compreso quindi
anche il nostro Altopiano). Questo Regno entrava a far
parte dell' Impero Austroungarico, nella persona del re,
che era l'imperatore d'Austria.
L' Altopiano dei Sette Comuni (Reggenza) venne a
formare il 6° distretto della provincia di Vicenza, con
capoluogo Asiago, con un regio commissario e la
pretura di 2^classe. I beni consortili vennero affidati alla
gestione di un funzionario del Regno. Con questa
decisione del Congresso di Vienna, nonostante
l'impegno dei rappresentanti altopianesi, morì la
speranza di ricostituire la Reggenza, che di fatto aveva
cessato di esistere il 29.06.1807.
1915 24.05. 1° CENTENARIO della ENTRATA in GUERRA (
mondiale) dell’ ITALIA (e perciò anche del nostre
Altopiano Vedi articolo a parte.
1915 - 2015
100 ANNI DALL'ENTRATA NELLA PRIMA GUERRA
MONDIALE DELL' ITALIA.
Iniziamo con questo numero, una breve "cronistoria" di come
la nostra Comunità di Rotzo e il suo territorio vennero coinvolti
nel 1° conflitto mondiale. In questo 1° numero, p arleremo
delle premesse e di ciò che avvenne nel 1915 (primo anno di
guerra).
1906: Inizia la costruzione del
Forte di Cima Campolongo, il
punto più alto nel nostro territorio,
m. 1720.
1915:
22.05: Viene emanato il decreto
che istituiva la "zona di guerra” :
una fascia di territorio larga dai 10 ai 40 Km, lungo la linea del
fronte.
23.05: II comandante delle Truppe alpine Altopiano, generale
Oro, emana due proclami, che praticamente comandano il
coprifuoco notturno su tutto l'Altopiano.
24.05. Alle ore 03.55 (del mattino), 5 minuti prima del tempo
prefissato, dal Forte Verena partono i primi due colpi di
cannone, che danno inizio così al conflitto. Alle ore 04.00 gli
fanno eco gli altri forti, in particolare, per quel che ci riguarda,
il Forte Campolongo e le batterie di artiglieria poste nei boschi
tra Verena e Campolongo. Verso sera il Forte Campolongo
riceve l'ordine di concentrare i suoi tiri sul Forte Luserna (che,
alla fine, subirà pesanti distruzioni)
27.05: II Forte Campolongo riceve ordini di concentrare i suoi
tiri sul Forte Belvedere di Lavarone.
30,05. Il Forte Campolongo subisce le prime perdite: 2 morti e 8
feriti, dovuti allo scoppio di un suo cannone da 149. I morti
furono: Caporale Marchesin Sebastiano, classe 1892, da
Bolzano Vicentino; e Saggin Pietro, classe 1895, da Monticello
Conte Otto (VI). I loro corpi vennero sepolti il giorno dopo nel
cimitero di Rotzo.
MAGGIO-GIUGNO:
Perché esposti ai tiri diretti dei Forti
Belvedere e Luserna gli abitati di S.Pietro e Pedescala vengono
sgomberati. E' il 1° episodio di profugato. Molti vennero ospitati
a Rotzo presso parenti e amici.
1°.06: II Forte Campolongo deve concentrare la sua attività sul
Forte Busa Verle, ma con parsimonia: iniziano infatti a
scarseggiare i proiettili.
04.06: II Forte Campolongo viene incaricato di "cercare" e
colpire le batterie austriache da 305, nascoste nei boschi tra
Busa Verle e Luserna. Le zone militari vengono interdette ai non
militari. Si inizia infatti a temere opera di spionaggio, soprattutto
tra la popolazione e, soprattutto, il clero locale. La Stazione dei
Carabinieri di Casara Campolongo viene spostata a Castelletto
di Rotzo.
09.06: Altri 2 morti e 2 feriti per il Forte Campolongo, questa
volta per colpi nemici. I morti furono: Pamato Desiderio, classe
1893, da Malo (VI) e Catelan Alessandro, classe 1894, da Olmo
di Vicenza. Furono sepolti anch'essi nel Cimitero di Rotzo. NB.:
I nomi di questi 4 caduti sono ricordati attualmente da una targa
posta nel cortile del Forte.
12.06: Un proiettile nemica da 305, penetra ed esplode
all'interno del Forte Verena provocando la morte di una
quarantina di uomini, tra ufficiali e soldati, la gran parte
provenivano dalla provincia di Vicenza.
14.06: I caduti del Forte Verena vengono trasportati e sepolti,
solennemente, nel cimitero di Rotzo NB.: Tutti costoro, più i 4
caduti del Forte Campolongo verranno trasferiti al Monumento
Ossario di Asiago il 28.06.1927.
26.06 L' arciprete di Rotzo (don Francesco Zeccchinati), il suo
cappellano (don Bortolo Fortunato) e il curato di Mezzaselva
(don Vito Scalabrin) vengono richiamati dalle autorità militari
con sospetto di spionaggio a favore del nemico. In effetti, per
giustificare il fatto che gli
Austro--ungarici colpivano con
molta precisione vari obiettivi, si ipotizzò che questo, non per
la loro bravura e preparazione,
avvenisse da segnali
provenienti dai paesi dello stesso Altopiano. Nell'ambito di
questa "caccia alle streghe", la mentalità liberal-massonica,
dominante nelle alte sfere militari, trovò sfogo sui preti
dell'Altopiano. Tre di essi furono arrestati: il 1°/07, don Andrea
Grandotto, parroco di Cesuna; il 02.07 fu la volta di don Pietro
Vezzaro, parroco di Camporovere; il 08.07 don LeoniIdo
Berto, cappellano di Canove. Trasferiti a Verona, furono
processati e assolti. Ciononostante vennero mandati al
confino negli Abruzzi. L'anno dopo, aprile 1916, poterono
rientrare ma nel padovano.
02.07:
I comandi militari italiani, devono constatare
l'inefficacia della "Guerra dei forti". Tanti i motivi: l'inferiorità
della artiglieria italiana, sia per il calibro che per la gittata delle
bocche da fuoco; sia per le irregolarità (ferro e cemento
scarsi) nella costruzione dei forti; sia per l'anacronismo degli
stessi, "troppo statici" e perciò colpibili, rispetto alla nuova
tattica di movimento, che permetteva di spostare qua e là le
batterie, rendendole difficilmente individuabili ....Per tutto
questo, in data odierna (02.07), viene dato l'ordine di
smantellare il Forte Campolongo (altri erano già stati disarmati
o lo saranno a
breve).
12.07: Colpito da grossi calibri
nemici, il Forte Campolongo
viene
messo
fuori
combattimento.
Ma,
dato
l'ordine del 02.07, non vi
furono ne perdite umane ne di
materiali bellici.
18.07. Sempre nell'ambito della ricerca di spie su cui scaricare
gli insuccessi militari, viene processato per disfattismo e
spionaggio il sacrestano di Rotzo, Slaviero Vincenzo. Egli infatti
aveva svelato la vera causa (E9. della messa fuori
combattimenti) del Forte Verena e, aveva detto che andando
così le cose, ben presto gli Austrungarici" avrebbero vinto la
guerra, e i nostri avrebbero dovuto, a capo chino, ritornare a
lavorare nelle miniere tedesche.
19.09: Sotto Albaredo viene trovato il cadavere del soldato
Busnardi Primo, di Marsango (PD), allontanatesi dal suo reparto
il 20.08.
07.10: Sotto Albaredo, viene trovato il corpo dell'artigliere
Canale Augusto, di Tonezza, allontanatesi ai primi di settembre.
Sul fronte dell' Isonzo muore il compaesano COSTA ANTONIO
Vux, di Angelo Antonio, nato il 03.06.1895, celibe. La sua salma
verrà trasferita a Rotzo il 25.07.1923.
19.10: In Val d'Adige (Rovereto) cade il fante STEFANI CARLO
ANTONIO, di Gio.Maria Paolo, celibe, nato il 20.06.1890.
21.10: Sul Fronte Isonzo,/il fante SPAGNOLO (Spagnol) Matteo
di Giacomo, coniugato, nato il 25.07.1884.
Bibliografia principale:
Libri canonici della Parrocchia di Rotzo (VI)
Il Forte Campolongo di Malatesta
Diario di un prete internato (d. Andrea Grandotto, 1915-16)
1^ e 4^ di COPERTINA
Nella 1^ pagina di copertina, abbiamo riportato una
foto della "Croce del Croisle".
Di per sé, in cimbro, "Croisle" significa "piccola
croce".
"Croisle" è innanzitutto il toponimo che denomina la
parte del monte che si trova sopra la 1^ strada (o
strada del Raut), a ovest del 1° tornante della
strada per Campolongo.
Il nome di questo luogo deve doversi alla "Piccola
croce" dove facevano sosta le Rogazioni. Questa
"piccola croce", andata dimenticata. Nel 2011, il
nuovo proprietario del terreno, l'ha risistemata a
circa 500 metri della strada (dal tornante), una
ventina di metri sopra strada.
Per la 4" di copertina abbiamo scelto la foto che
rappresenta la cosiddetta "Madonna di Khenshiro",
che si trova nel bosco sopra Castelletto, dove
termina una deviazione della strada della Ganna.
E' lì dal 2001, ad opera di alcuni amici per
ricordare un ragazzo, che per motivi di allergie,
passò alcuni anni a Castelletto. Egli si trovava
spesso a giocare con altri bambini in questo luogo.
Egli era poi un grande appassionato dei Cartoons
giapponesi, il cui eroe si chiamava Kenshiro.
AMICIAD
Un breve racconto di YANGUE (Antonio) e
ModjeMagi (Gilbert) in CIAD
Chi scrive è Yangue e, per la prima volta, ha potuto
conoscere e vivere con la gente di questo angolo d’Africa : il
Ciad.
In verità sono Antonio e sopranominato Yangue che in lingua
Sara significa tutto o niente ed è usato come interlocuzione,
come colui che è alla ricerca di qualcosa, potrebbe essere
ricondotto a “cosa” generico. ModjeMagi è un altro termine
molto utilizzato che potrebbe essere tradotto come un saluto
amichevole.
Il CIAD è un Paese del Centro Africa, ufficialmente una
Repubblica ma guidato da un Capo di Stato Militare,
confinante con diversi Stati alquanto pericolosi. Di dimensione
quattro volte il nostro Paese e metà desertico. Gli 11 milioni di
abitanti vivono per la maggior parte al Sud dove è
predominante l’attività dell’agricoltura.
Domenica 11 gennaio 2015 finalmente arriva il giorno di
questo viaggio desiderato da tempo ed a Venezia in Aeroporto
con ModjeMagi ci accompagna un nutrito gruppo di Amici. Al
checkin con le valige fuori peso troviamo un addetto che ci
risparmia la penale. Dopo lo scalo a Parigi in serata arriviamo a
Ndjamena la Capitale ai confini del deserto: un polveron da
matti!
La tappa a Ndjamena mi da la possibilità di vedere una città
caotica dove tutto gira attorno ai vari mercati: mai vista
tanta confusion!
vantaggio/svantaggio di non avere una cartella colma e pesante di
testi come i nostri ragazzi !
Da qui partiamo per Koumra, verso il sud del Paese a circa
650 km. Alloggiamo dalle Suore della Parocchia S. Teresa.
Qui mi fermo con il diario per addentrami e soffermarmi su
punti che mi hanno colpito :
-
I “Padri Gesuiti” guidati da Padre Gherardi, bresciano è in Ciad
pensate dal 1958, hanno contribuito in modo significativo allo
sviluppo di quest’area del Sud con un grande lavoro sia a livello
Ospedaliero che Istruttivo e Sociale.
-
E’ un popolo di non fumatori, anche se si trovano gli ambulanti
che vendono le sigarette ai lati delle strade ma non c’è alcuna
pubblicità delle ditte produttrici.
-
-
-
-
L’energia elettrica c’è solo per l’illuminazione di qualche strada
principale in città e solamente quando è previsto l’arrivo o il
passaggio di qualche personalità.
Lentamente si stanno istallando i pannelli solari, è solo un
problema finanziario perché il sole non manca ed è una energia
pulita e sfruttabile.
Di veloce si riscontra il sistema di comunicazione interna con il
cellulare che tutti posseggono; Internet e messaggi funzionano
molto poco ed a tratti. Viene spontanea la domanda: come
fanno a caricare i telefonini senza elettricità? Si va presso un
baldacchino che detiene un generatore e lì lasciano il telefono
da ricaricare. E’ una delle tante Start-up aziendali: un tavolone
con centinaia di telefoni sotto carica!
Dalle 6 alle 7 del mattino è bellissimo vedere i ragazzi che si
incamminano per andare a scuola, percorrendo anche lunghe
distanze con un quadernetto in mano, infradito, tutti in ordine
con la divisa della propria scuola e vai…………..!!!!! Hanno il
-
Le Biciclette, se si possono chiamare così sono dei veri “rocheoti”
sono utilizzabili solo in parte per il problema strade con sabbia. Chi
ha la possibilità si prende la Moto, sono come le nostre vecchie
Morini 125; altrimenti se ti devi spostare Taxi ma attenzione te li
raccomando sono dei furgoncini da 6-8 posti dove salgono 20-25
persone.
-
L’Ospite è accolto sempre con la sacra stretta di mano, con
“Lapia” e guardandosi negli occhi.
-
Denaro ne circola poco ed è in uso il baratto per la vita di ogni
giorno. Le donne con i loro recipienti sul capo fanno lunghi
spostamenti a piedi per vendere i propri prodotti e gli uomini con i
sacchi di miglio nei carretti che fanno altrettanto.
-
L’alimentazione non è equilibrata ma non mi sembra che si soffra
la fame, tutto il lavoro che si vede durante la giornata è finalizzato
per procurarsi il cibo;
-
Le Famiglie sono alquanto numerose 7-8 figli con reddito molto
basso e si vive con un euro al giorno;
-
Trattasi di un popolo povero ma alquanto dignitoso. Non si trova
un Ciadiano sui barconi della morte perché troppo orgoglioso della
propria terra e non parte all’avventura lasciando la famiglia in balia
della povertà;
-
La vita in Villaggio è contornata da diversi usi, tradizioni , costumi e
le persone adulte in molti casi sono analfabete in quanto isolate
dai
centri abitati.
Per fortuna lo Stato sta investendo
nell’istruzione
e ci sono strutture più vicine ai Villaggi, di
conseguenza i bimbi possono frequentare almeno le scuole
elementari (6 anni);
-
-
Approvvigionamento dell’acqua: in città c’è la possibilità di
utilizzo dell’acqua proveniente dall’acquedotto ma pochi si
possono permettere di pagarla; altrimenti si utilizzano i pozzi e
magari lontani dalla propria casa. Pensate che, comunque,
l’acqua c’è sempre per lavarsi le mani prima di ogni pasto (si
mangia con le mani).
Come esigenza primaria nasce il problema dell’Igiene e di una
educazione mirata nei vari villaggi: lo sviluppo sociale ed
economico necessita di tempi molto lunghi “africani”, lontani
dal nostro operare.
-
La terra, se sfruttata, è in grado di produrre cibo in quantità
sufficiente a sfamare il popolo. I progetti agricoli assumono,
quindi, un importanza basilare per lo sviluppo del territorio.
-
Il commercio dei prodotti agricoli è solo ed unicamente interno
e non c’è alcun mezzo per poter esportare prodotti, è un Paese
senza sbocco al mare.
-
Sono orgoglioso di essere uno degli artefici della nascita della
Cooperativa Agricola “LA FOI VIVANTE” che sarà operativa dalla
prossima stagione della semina (Aprile/Maggio) di miglio,
cotone, arachidi e sesamo.
-
Durante i 20 giorni di permanenza, Amiciad rappresentata da
Yangue e ModjeMagi ha seguito tutti gli aspetti legali e tecnici
fino alla prima Assemblea preparatoria con l’iscrizione di circa
30 Soci alla Cooperativa.
Ora tocca a loro : sgalmarete e mantelina, come dise il Geometra !
Al mio ritorno gli Amici mi chiedono : com’è andata?
Rispondo “tutto bene”.
Non riesco a descrivere e fare una sintesi di questo viaggio
in una terra piena di contrasti e di amore, bisogna provare!
Auguro a tutti quelli che mi leggono di “Provare le mie stesse
emozioni” e un grazie molto sentito a tutti coloro che aiutano
e collaborano con AMICIAD.
I nostri aiuti si vedono ed arrivano direttamente al cuore di
questa gente esaltando la loro dignità.
Yangue (Antonio)
P.S.: altri dettagli li potrete leggere nel prossimo numero e/o
attraverso un video in corso di montaggio e che sarà a
disposizione di tutti gli Amici che ci seguono.
ROTZO NELLA SECONDA
GUERRA MONDIALE
Riportiamo la Relazione dell’Arciprete di Rotzo Don Bellino
Zotti alla Curia di Padova riguardante le vicende della Seconda
Guerra Mondiale.
Don Bellino venne a Rotzo a guerra finita, le notizie sono
desunte dalla Cronistoria parrocchiale come riportate
dall’Arciprete Don Giacomo Brandalise (morto il 2 giugno
19244) e dal sostituto provvisorio Padre Luigi Cipelli.
Parte morale
Durante il periodo della guerra furono in parrocchia 14
sfollati, alloggiati in casa di parenti e conoscenti. I
prigionieri furono 24; gli internati 15. Nei giorni della
liberazione una particolare opera di assistenza è stata fatta
ai profughi di Pedescala, costretti riparare quassù per fuggire
alle barbarie delle truppe tedesche in ritirata. Hanno trovato
in paese aiuti ed affettuosa assistenza. Fino al maggio del
1944 la popolazione fu lasciata indisturbata. Ma col 21
maggio incominciò la serie spaventosa dei rastrellamenti.
21.5.44. Primo rastrellamento da parte della milizia stradale.
Furono condotti in prigione ad Asiago una trentina di
uomini. Alcuni vennero subito rilasciati; altri trattenuti per
otto giorni.
16.7.44. Secondo rastrellamento da parte dei tedeschi e russi.
Vennero arrestati una ventina di uomini. Alcuni vennero
rilasciati liberi dopo 8 giorni; altri mandati in Germania;
altri mandati come ostaggi nelle carceri di Thiene. Questi
ultimi rimasero in prigione due mesi e mezzo.
25.7.44. Nella notte dal 24 al 25 luglio il podestà Spagnolo
Matteo e il vice segretario Pellizzari Giuseppe furono arrestati
da un reparto di partigiani. Solo nell'ottobre del 1945 si seppe
che furono uccisi nei pressi di San Pietro Valdastico. Trovati,
furono riportati a Rotzo, ove si fecero solenni funerali
e sepolti in questo cimitero.
31.12.44. Terzo rastrellamento effettuato da un reparto di
Brigate nere di stanza a Roana. Furono arrestati due giovani
partigiani.
1.1.45. Da una squadra di Brigate nere vennero arrestati altri
cinque giovani che assieme agli altri del giorno precedente
furono condotti nelle carceri di Padova. Processati, uno
(Pellizzari Bruno) fu condannato alla fucilazione, effettuata a
Chiesanuova il 20 gennaio; gli altri, condannati a trenta anni di
reclusione. Liberati nei giorni dell'insurrezione poterono
raggiungere subito le proprie case.
31.3.45. Quarto rastrellamento da parte delle forze
repubblicane. Venne circondato un accampamento di partigiani,
vicino a Rotzo. Aperto il fuoco, si ebbero dei feriti da parte dei
patrioti. Alcuni poterono fuggire alla cattura: uno fu portato dai
repubblicani all'ospedale di Thiene; un altro, rimasto
gravemente ferito, venne fucilato sul posto.
2.4.45. Una squadra di partigiani arrestò in paese due individui,
vestiti in borghese, che poi risultarono due elementi della SS
italiana. Furono fucilati in un bosco vicino al paese.
23.4.45. Da un gruppo di partigiani venne arrestato un individuo
vestito in borghese. Ci disse di essere vicentino. Per sospetto
venne fucilato sullo Spitz di Rotzo.
25.4.45. Nei pressi di Castelletto di Rotzo avvenne uno
scontro fra un reparto di partigiani e una compagnia di Russi.
Rimasero uccisi nel combattimento due patrioti: Dal Pozzo
Matteo e Stefani Alfeo.
1-2-3.5.45. Nei combattimenti avvenuti nelle vicinanze di
Castelletto per la difesa del paese, rimase ucciso un patriota
di Mantova.
3.5.45. Un tedesco e un padovano, vestiti in borghese, furono
arrestati da una pattuglia di partigiani. Riconosciuti come
spie, vennero fucilati nelle vicinanze del paese. Furono
assistiti dal sacerdote e ricevettero i sacramenti della
confessione e olii santi".
Parte materiale
In effetti la parrocchia non ha subito danni materiali; solo
è stata fatta minaccia di bruciare il paese perché, oltre che i
partigiani, furono trovate delle armi. Solo per interessamento
del reverendo padre economo don Luigi Cipelli fu
scongiurato tale pericolo.
Parte personale
Di fronte alle empie prodezze del Casadei e della sua degna
Brigata nera, svolse opera profondamente sacerdotale
l'economo padre don Luigi Cipelli, che a tutti si impose con
la forza della sua parola e della sua bontà.
Rotzo, 19 giugno 1946
L'arciprete don Bellino Zotti
(Pierantonio Gios, Clero, guerra e resistenza
nelle relazioni dei parroci)
Don Sergio Stefani
GITA PRESEPI
ANDAR PER PRESEPI
E’ bello “andar per presepi”!
Rientra nella nostra
tradizione cristiana ed imprime all’atmosfera natalizia
gioia e festosità. Belle sono le luci, le luminarie fastose
delle città e dei centri commerciali, gli addobbi
appariscenti, gli alberi di Natale colorati e illuminati di
mille lucine, gli effetti luminosi… ma… il presepe… è
qualcosa di più. E’, per noi cristiani, la rappresentazione
di una nascita importante, del Messia, di Gesù. E diviene
quindi espressione di fede, pura poesia.
Il presepio è un’antica tradizione che si rinnova ogni anno
e che sembrava quasi passato di moda qualche anno fa,
ma che oggi sembra riprendere importanza e si rinnova in
varie iniziative sia cristiane sia culturali nel nostro
ambiente e in tutta Italia.
Da qualche anno la parrocchia di Rotzo organizza un
itinerario per “ANDAR PER PRESEPI”, portandoci in
varie località; quest’anno ci siamo recati a Ceggia di
Venezia e in provincia di Pordenone nei paesi di
Polcenigo e di Poffabro.
Ceggia penso sia conosciuta da pochi di noi. E’ un centro
in provincia di Venezia a pochi chilometri dal mare e il
suo nome significa proprio “riva del mare”; di origine
romana, vanta numerose testimonianze del passaggio e
dello stanziamento dell’antico popolo come il ponte e il
ritrovamento di antichi reperti: monete, anfore e pietre
marmoree. Passarono poi in queste terre le invasioni
barbariche e Ceggia fece parte della Serenissima
Repubblica di Venezia, poi del Lombardo Veneto e infine
divenne Italia. Ora si trova in una zona prettamente
agricola e vi si sono affermate numerose attività
imprenditoriali. E’ nota in provincia per un rinomato
Carnevale con carri allegorici e mascherati di notevole
fattura.
A Ceggia, si tiene la rassegna dei Presepi artigianali
provenienti da varie parti del mondo con una mostra
nell’antico “oratorio Bragadin” che dà sulla piazza del
paese e con altre natività, senza dimenticare quella
sull’acqua del canale Piavon dedicata a chi è stato
colpito dalle recenti alluvioni. I presepi che abbiamo
ammirato a Ceggia, come nelle altre località, sono stati
allestiti con vari materiali e tutti hanno dimostrato la
creatività e l’inventiva di coloro che li hanno preparati
La seconda tappa ci ha portato a Polcenigo, paese alle
sorgenti del fiume Livenza per la visita ai 100 Presepi
all’aperto lungo le antiche vie del centro storico.
Polcenigo è un piccolo centro in provincia di Pordenone
dove si trovano le sorgenti del fiume Livenza in località
Gorgazzo, sorgenti impetuose, irruenti, profonde e
spettacolari. Oltre cento presepi erano collocati su
davanzali, su finestrelle, in piccoli angoli, nei giardini,
nelle corti per dar luce ad un patrimonio architettonico
di interesse storico come in effetti si rivela questo
antico borgo medioevale. Le natività erano
rappresentate in vari modi e con vari materiali per dare
testimonianza di una grande tradizione che a tutt’oggi
ancora esiste ed è vissuta da tanti. Alla sera le luci
illuminano il percorso e accompagnano il suggestivo
cammino dei presepi.
Verso sera eccoci a Poffabro, sempre in provincia di
Pordenone, ad ammirare i 150 presepi all’aperto che
sono approntati in vari angoli del paese, aggrappato su
una ripida montagna, sfruttando antiche abitazioni che si
arrampicano sulle rocce. Il suo nome significa “Prato dei
fabbri”, è sorto con un’architettura spontanea , con le
pietre tagliate dal vivo, con balconi di legno, con elementi
architettonici poveri, essenziali e molto austeri. E’
considerato uno dei 100 borghi più belli d’Italia proprio
per la particolarità di un’architettura povera, severa e
fantasiosa.
Poffabro è una piccola frazione di Frisanco in provincia di
Pordenone a 525 metri di altitudine in Val Colvera, nelle
prealpi Carniche, ai margini del Parco Naturale delle
Dolomiti Friulane. Nell’arrivare mi sono chiesta come mai
esistesse questo paese in un posto così isolato,
silenzioso, solitario, arroccato. La risposta è venuta
presto, infatti, fino a non molto tempo fa, vi si lavorava il
ferro ed, essendo la zona ricca di acque, i fabbri vi
trovarono le condizioni necessarie al loro lavoro.
A Natale, le finestre, i cortiletti, i volti, i porticati, gli
angolini nascosti e dimenticati si animano e vengono
abbelliti dei più svariati presepi per fare diventare il paese
“Presepio fra i presepi”, come è stato definito. Molte
quindi sono state le rappresentazioni della sacra natività
allestite in vari modi, con vari materiali e in svariati angoli
del piccolo centro, illuminate con luci forti o appena
soffuse e, tutte, a ricordarci la nascita di Gesù e le nostre
radici cristiane e per invitarci ad elevare un pensiero al
Cielo.
Molti presepi rappresentano scorci di paesi e di ambienti
rurali ormai per noi sorpassati, ma ci ricordano modelli di
vita che significavano genuinità e calore umano . Ogni
natività comunque rappresenta la passione e l’inventiva
di uomini e donne che dedicano tempo e fatica per far
rivivere tradizione e sentimento e per dare a tutto un
significativo messaggio di fratellanza. L’invito infatti è
quello di guardare oltre le forma, i colori, le scene , le
armonie per intravedere in ogni rappresentazione della
nascita di Gesù il sacro e l’invito all’amicizia e alla
pace.
A sera, ormai buio fatto, il ritorno verso casa, tutti
insieme, nel pullman a raccontarci impressioni e
sensazioni della giornata vissuta in armonia e
affiatamento con nello spirito e nella mente senza
dubbio qualcosa in più.
LUCIANA CERA
SCALDAFERRO e S.PIETRO in GU’
Il giorno 25/01/2015 la parrocchia di Rotzo ha
organizzato la seconda gita dei presepi
.La corriera è partita dal parcheggio accanto alla chiesa
alle 13.00 e si è diretta verso Tresche Conca,dove ci
aspettava il parroco di Rotzo.
Essendo stata la mia prima volta in una corriera a due
piani,ho dovuto abituarmi ad essere più in alto del
solito;all’inizio non è stato facile,ma,poi,era come
essere sempre stati a quella altezza.
Dopo essere discesi per la strada del Costo,ci siamo
recati a Scaldaferro,una frazione di Pozzoleone,in
provincia di Vicenza,dove si trova il famoso santuario
mariano e,adiacente,il presepio.
Per andare a vedere l’opera, siamo dovuti entrare in
una sala buia,dove,sullo sfondo,si estendeva in tutta la
sua bellezza la creazione degli abitanti del posto.
C’erano molte statuine,alcune grandi ed alcune piccole
che si muovevano e,grazie ad una voce registrata,veniva
spiegato come funzionava il presepio e perchè è stato
costruito.
Dopo aver ammirato il presepio ed aver scattato qualche
fotografia,siamo scesi al piano inferiore,dove si trovavano
alcune fotografie di luoghi sacri della religione cristiana e
da dove si poteva vedere il presepio da un’altra posizione
e,dulcis in fundo,ammirare l’immenso e complesso
meccanismo che faceva muovere le statuette.
Dopo essere usciti dall’edificio,alcuni di noi sono andati a
visitare la chiesa di fronte, mentre,altri,si sono recati a
comprare dolciumi o a bere qualcosa nel bar vicino.
Alle 16.00 ci siamo rimessi in viaggio per recarci a San
Pietro in Gù,dove avremmo assistito alla esecuzione del
presepio vivente.
Quando siamo arrivati al paese di San Pietro in Gù,ci è
stato concesso un po’di tempo libero;chi in bar,chi in
chiesa e chi nel museo di scienze naturali,un po’ tutti
abbiamo girovagato per la cittadina.
All’orario prestabilito,ci siamo avviati all’entrata delle
tribune,per vedere il presepio vivente.
Dopo aver ricevuto i biglietti ed esserci sistemati negli
spalti,ci siamo goduti per una buona quantità di tempo il
caldo generato dall’impianto presente nella tenda.
Quando si sono aperte le tende,abbiamo potuto
ammirare in tutta la sua grandezza l’allestimento
circostante:c’erano
palazzi
reali,case
in
periferia,locande,tempi e,persino,un lago con un ponte
sovrastante e delle pecore in un recinto.
Poco dopo aver visto questa meraviglia,lo spettacolo è
iniziato:all’inizio sono usciti tutti i personaggi,in una lunga
sfilata e abbiamo potuto notare che c’erano anche dei
bambini,poi sono usciti,per poter dare inizio alla
rappresentazione. Successivamente,è rientrato in
scena un uomo,secondo me un profeta,che ha iniziato
a parlare del Natale e del suo significato reale,facendo
un confronto tra quello che pensiamo noi e quello che è
veramente.
Poi,gli attori hanno recitato la vita di Abramo e dei suoi
figli,quella di Giuseppe,il re dei sogni,quella di Mosè,il
liberatore
dalla
schiavitù
e,lentamente,hanno
presentato l’apparizione dell’angelo a Maria,il viaggio a
Betlemme sino a giungere alla nascita di Gesù e alla
sua presentazione al tempio di Gerusalemme.
Lo spettacolo è durato circa un’oretta ma è stato ricco
di emozione e di stupore.
Finito lo spettacolo,la gente locale ci ha offerto un po’ di
cioccolata calda,vin brulè e l’opportunità di salire al
“tempio” da loro costruito e di visitare gli edifici usati
durante la esibizione. Dopo questo piccolo “rinfresco” e
questo giro turistico al palazzo di Erode e alla reggia
del faraone,ci siamo recati in una pizzeria poco distante
da lì,dove abbiamo cenato con pizze con nomi
tradizionali ma anche buffi e stravaganti.
In seguito,dopo un ora e mezza circa tra chiacchierate
e risate,siamo ritornati in corriera e ci siamo avviati
verso casa.
Chi ascoltando musica,chi chattando e chi addirittura
dormendo,siamo giunti nuovamente al parcheggio a
fianco della chiesa di Rotzo verso le 22.30 circa.
É stata una giornata carica di emozioni e vissuta in
compagnia degli amici più cari e dei propri compaesani.
FERRARESI Matteo
LA PAGINA DI VANIA
Ho una nuova passione: camminare con le ciaspole. Nei giorni
scorsi infatti sono andata a Campolongo con Giorgio, Antonio e
Alessia e insieme a loro ho fatto una bella camminata con le
ciaspole. Mi è piaciuto molto camminare sulla neve, e al termine
della camminata ho bevuto una bella tazza di thè caldo al Rifugio
Campolongo con Valter. Spero di poterci tornare ancora, anche
se ormai la stagione invernale sta finendo e come sapete sto già
aspettando con gioia il 1° aprile quando compirò gl i anni. Buona
Pasqua a Tutti da
CERATO Vania
LA PAGINA DI TIBERIO
Una fumata Bianca
Con questo canto si può Cantare quando che saremo ad una
gita Parrocchiale di Rotzo Per ascoltare in questa Occasione e
quando che ci sarà ad una gita che viene programmato Dalle
nostre e tantissime gite e dei alcuni Santuari durante il Periodo di
Aprile e il Mese di Maggio e soprattutto con il Mese Di Luglio e si
farà con questo Canto di una Cantante che si chiama Ferrarese
Alida con il Canto di Una fumata Bianca e per questo Canto si
potrà a scrivere anche con il nostro Libretto dell’ Altar Burg la
Voce che esce Proprio durante il Tempo di Pasqua con il n di
94° libretto e finalmente poi si potrà per Cantare insieme con lei
nel suo C. D.
Ha cominciato il suo viaggio,
in terra di Cracovia,
L'uomo vestito di Bianco,
entrato nella Storia.
Quanta dolcezza e corraggio,
in quei suoi occhi chiari.
Una passione nel cuore ....
Voleva far L'Attore !
Tutte le Strade davvero portano a Roma,
Quando il Signore del ciclo non ti abbandona,
( Umile Prete Operaio che Scrivi poesie )
Gli han detto ( IL Tempo è arrivato che devi partire
RIT : Una fumata Bianca nel ciclo si levo
E dal balcone di quella Piazza al mondo lui Parlo
Una fumata Bianca nel ciclo si levo
e tutto il Mondo profondamente di lui S'innamorò.
Un viaggiatore che a tutti,
Parlava il suo sorriso,
e Finalmente crollava,
IL Muro di Berlino,
sempre la stessa Preghiera,
alla Madonna nera,
perché accendesse nei Cuori,
una speranza nuova.
hi quell' abbraccio al fratello che lo ha ferito,
C'era il Messaggio più bello del suo Cammino,
Dio lo ha chiamato al suo fianco una sera D'Aprile,
anche le stelle hanno pianto a vederlo partire.
RIT : Una Fumata Bianca nel Ciclo si levo,
E dal balcone di quella Piazza al Mondo lui Parlo,
Una Fumata bianca nel cielo si Levo,
e tutto il Mondo profondamente di lui S'innamorò;
ORCH,
Una Fumata Bianca nel Cielo si levo,
e tutto il Mondo profondamente di lui S'innamorò,
e tutto il mondo profondamente di lui S'innamorò.
TESI DI LAUREA
L'ASPETTO NUTRIZIONALE NEL PAZIENTE SOTTOPOSTO A
TRATTAMENTO DIALITICO: RELAZIONE EDUCATIVA
DELL'INFERMIERE
Lo scorso 5 dicembre ho concluso il corso triennale di Laurea
in Infermieristica. Le varie esperienze di studio e di tirocinio
mi hanno portato a sviluppare un particolare interesse per una
malattia cronica: l'insufficienza renale, oggi considerata un
rilevante problema di salute pubblica. L'insufficienza renale
cronica (IRC) è un deterioramento progressivo ed
irreversibile delle funzioni escretorie ed endocrine del rene,
per cui viene a mancare la capacità dell'organismo di
mantenere l'equilibrio idroelettrolitico e metabolico. La
progressione della malattia è lenta e richiede mesi o anni;
l'età media dei casi prevalenti dei pazienti in dialisi è di circa
67,5 anni.
L'incapacità dell'organismo di mantenere un equilibrio
metabolico ed idroelettrolitico fa si che con il tempo si
instauri una sindrome data dall'accumulo di sostanze di scarto
nel sangue; ciò si associa a segni e sintomi, di vario genere
(manifestazioni cardiovascolari,
sintomi dermatologici,
sintomi gastrointestinali, sintomi neurologici), che si
ripercuotono su tutto l'organismo. Le persone colpite da IRC
devono sottoporsi a una terapia fisica sostitutiva della
funzionalità renale: l'emodialisi.
Questa terapia permette di rimuovere i liquidi e i prodotti di
scarto del metabolismo, che si accumulano nel sangue. Con
questa procedura è possibile far deviare il sangue, ricco di
sostanze tossiche, attraverso un accesso vascolare
appositamente confezionato, dal circolo fisiologico e fatto
passare attraverso un filtro o rene artificiale dove viene
depurato per poi essere nuovamente immesso in circolo. Le
sedute emodialitiche vengono effettuate a cadenza trisettimanale, a giorni alterni, con una durata che va dalle tre
alle cinque ore. Le persone con IRC iniziando la terapia
dialitica si trovano a dover cambiare le loro abitudini di
vita, tra le quali anche l'alimentazione, passando da un
regime alimentare predialitico "restrittivo" ad un regime
alimentare "libero". Questo può indurre a pensare che
l'inizio del trattamento sostitutivo possa essere la
soluzione alle problematiche legate alla loro condizione e
ciò li può spingere ad ignorare i consigli dietetici non in
accordo con le loro abitudini. Questa convinzione li porta
verso lo sviluppo di complicanze. L'infermiere, come
professionista che si prende carico del paziente durante il
trattamento,
in
collaborazione
con
altre
figure
professionali, ha un ruolo fondamentale nell'accompagnare
il paziente a prendere consapevolezza della sua condizione
e guidarlo attraverso il suo percorso, in modo da renderlo
consapevole delle scelte da compiere.
L'obiettivo della mia tesi è stato quello di ricercare nelle
migliori evidenze scientifiche, se l'educazione nutrizionale
può prevenire la progressione delle complicanze legate alla
malattia renale e favorire l'aderenza (il grado in cui il
comportamento di una persona, nell'assumere i farmaci, nel
seguire una dieta e/o nell'apportare cambiamenti al proprio
stile di vita, corrisponde alle raccomadaziioni concordate
con i sanitari) al regime dietetico.Dalla ricerca è risultato
che se i pazienti riescono a seguire in modo adeguato la
terapia nutrizonale, considerata supporto e parte integrante
della terapia dialitica, possono prevenire le complicanze
legate alla malattia, migliorare la qualità della vita e
aumentare l'aspettativa di vita. Nonostante questi dati la
terapia nutrizionale è un problema rilevante per i pazienti con
IRC, sottoposti a trattamento dialitico.
Le percentuali di non-aderenza al regime dietetico,
riscontrate in letteratura sono elevate (dal 25% all'86%): i
pazienti riferiscono che l'aderenza al regime dietetico è la
parte più complessa del trattamento, ritengono che le
restrizioni dietetiche siano non delle regole da seguire ma
degli "ostacoli da aggirare" in quanto vanno ad influenzare le
loro abitudini alimentari e il loro stile di vita.
Da questo ne consegue che è un aspetto fondamentale da
presidiare, prestando particolare attenzione ai giovani
maschi, fumatori e privi di supporto sociale. Favorendo
l'aderenza alle restrizioni dietetiche e idriche si possono
migliorare vari aspetti: pressione arteriosa, progressione
delle complicanze cardiache, delle complicanze legate
all'iperfosfatemia, all'iperpotassiemia, raggiumgimento del
peso secco (peso ideale).
Ho poi preso in considerazione alcuni studi che trattavano
degli interventi educativi, dai quali è emerso:
•
il ruolo dell'infermiere è fondamentale nell'aspetto
educativo, quindi è necessario favorire gli interventi educativi
da parte degli infermieri, con lo scopo di consolidare il selfmanagement, l'aderenza, le conoscenze, i cambiamenti
comportamentali;gli
infermieri
devono
enfatizzare
l'importanza dell'aderenza e delle complicanze legate alla
non-aderenza, e prima di stabilire gli interventi educativi da
mettere in atto bisogna creare una relazione empatica con i
pazienti;
•
importanza di educare tutti i pazienti, non solo quelli
che entrano per la prima volta in un programma di dialisi,
attraverso un programma strutturato a lungo termine, con
lo scopo di migliorare la conoscenza, la gestione della
terapia e per massimizzare l'efficacia del trattamento,
puntando sull'interazione infermire-paziente in modo che
l'insegnamento sia efficace.
In Italia i programmi educativi pre-dialisi, che hanno
l'obiettivo di produrre dei cambiamneti positivi nello stile
di vita dei pazienti, di aumentare la capacità del paziente di
prendere delle decisioni, non sono ancora sviluppati su larga
scala, anche se è noto che il grado di adattamento alla
dialisi influenza la compliance del paziente alla terapia.
Sarebbe importante fornire ai pazienti non solo delle
informazioni fine a se stesse, ma creare dei programmi
educativi con lo scopo di rendereli consapevoli della loro
situazione e partecipi al processo di cura.
I percorsi educativi devono essere strutturati focalizzando
l'attenzione sulla relazione paziente-infermiere che è di
fondamentale importanza, solo così è stato dimostrato che
si otterrà un risultato positivo in termini di aderenza e
compliance che si concretizzerà in una diminuzione delle
complicanze della malattia. L'infermiere ha un rapporto
lungo termine con i pazienti in dialisi e questo è di notevole
aiuto per poter raggiungere gli obiettivi educativi, in quanto
gli operatori possono prendersi carico dei pazianti per
tutto il percorso di cura.
Nel conteso che ho frequentato come studente non esiste un
percorso educativo per i pazienti in dialisi. Alla luce dei
risultati di ricerca, per la presa in carico e la gestione
efficace di una persona in dialisi, la letteratura evidenzia che
non è più sufficiente limitarsi all'esecuzione del trattamento,
alla somministrazione dei farmaci, al riconoscimento dei segni
e sintomi, ma bisogna "accompagnare" nel tempo i pazienti e le
loro famiglie attraverso: interventi educativi, come incontri
formativi/educativi
individuali,
lezioni
partecipate,
addestramento, informazioni scritte, counseling motivazionali,
colloqui con diverse figure di riferimento coinvolte nella
gestione del paziente; strumenti infermieristici strutturati,
come potrebbe essere la creazione di una cartella
infermieristica educativa.
Ho infine proposto un esempio di percorso educativo:
•
accertamento educativo, per individuare ed analazzare
i bisogni del paziente;
•
contratto educativo strutturato in modo da sostenere
il paziente nella gestione della malattia cronica, in modo da
delegare il potere al paziente stesso, creand la migliore
condizione perchè aderisca al ruolo;
•
incontri individuali settimanali;
•
incontri di gruppo a cadenza quindicinale;
•
incontri a cadenza definita a lungo termine in modo da
poter monitorare e valutare l'apprendimento e gli esiti.
Tutto questo permetterà di ridurre le complicanze della
malattia e di mettere in pratica in concetto di "caring" del
paziente dializzato.
Costa Francesca
MOSTRA 100 PRESEPI
Anche quest’anno la Mostra dei 100 Presepi svoltasi presso la Chiesetta di S.
Margherita ha visto un grande afflusso di visitatori che hanno dimostrato il loro
apprezzamento sul “libro firma” presente. Ne riportiamo alcuni:
• Questi presepi sono le gioie della vita e la presenza di Gesù!
• I presepi sono magnifici nella loro unicità!
• Non è facile commentare con parole.... una cosa unica,
complimenti!
• Le idee sono bellissime! Non avrei mai pensato a una cosa del
genere!
• Complimenti a tutti per l’originalità e lo spirito artistico nella
gioia del Natale!
• Complimenti a tutti per i presepi sono tutti pieni di creatività e
fantasia!
• Nei nostri cuori vediamo la nascita di Gesù, dall’anima parte la
figura, dalle nostri mani, l’arte!
• Nel freddo, il presepe scalda il cuore!!!
• Dalla Sardegna abbiamo apprezzato questi lavori fatti con il
cuore e la fantasia!
• Ammirevole l’impegno con cui questi “ARTISTI” rappresentano il
Natale!
• Sempre tanti complimenti a questo magnifico Paese e al suo
Parroco!! Bravi e Buon 2015 a tutti. Grazie a tutte le persone che
hanno lavorato per la creazione di questi bellissimi presepi, mi
hanno fatto pensare : in quanti posti Gesù nasce; ma il posto più
difficile è dentro ad ognuno di noi!
• L’immaginazione, Dono di Dio a ciascuno di noi. Non ho parole. E’
Lui che agisce in noi.
• Complimenti all’iniziativa, alla fantasia ... alla simbologia!!
•
I presepi sono stupendi per la fantasia e la grande versatilità del
materiale usato, perchè il presepio apre l’animo alla semplicità e
alla fantasia!!!
VISITA PASTORALE
LA VISITA PASTORALE DEL VESCOVO DI
PADOVA CARD. CARLO REZZONICO
NEI SETTE COMUNI (sesta parte)
Domenica 21 giugno 1744 il Card. Rezzonico dopo aver visitato
la parrocchia convocò proprio a Rotzo tutti i sacerdoti della
vicaria. Quanto ci tenesse all’incontro lo dichiarò
all'inizio dell'assemblea, quando manifestò che lo scopo
della visita era quello di conoscerli, di venire a contatto con
loro per ringraziarli per quanto di meritevole avevano fatto,
per confermarli nelle loro buone opere, per correggerli nel
Signore per quelle che egli giudicava errate. A questo
scopo desiderava vederli faccia a faccia e parlare a
quattrocchi con ognuno.
Volle incontrare per primo don Stefano Dalla Costa, parroco di
San Pietro Valdastico e vicario foraneo. L'incontro tra i due si
ridusse a una vera e propria paternale. Il Rezzonico lo
rimproverò per non aver saputo e voluto vigilare attentamente
sui comportamenti dei comparroci e degli altri sacerdoti
residenti nella vicaria e, senza alcun rispetto alla carne e al
sangue, di non essere intervenuto efficacemente sui loro
difetti. Lo accusò di non averne informato come doveva la
Curia perché a causa della sua eccessiva indulgenza non
nascessero cattivi germogli. Nonostante gli avesse
raccomandato la diligenza nell'insegnare la Dottrina Cristiana
e nell'esercitare la cura della anime, non mancò nemmeno dal
rimproverarlo per la sua negligenza dimostrata nel culto e
nella conservazione delle suppellettili sacre. Onerò la sua
coscienza nell'osservare e nell'obbedire a tutti i decreti
emanati durante la visita, specialmente quelli relativi alla
confessione sacramentale dei sacerdoti. La frequente
espiazione dell'animo era una pratica consueta nei
sacerdoti. Lo incaricò infine di cercare e di esaminare
entro un bimestre se le levatrici praticanti nella vicaria
fossero
sufficientemente
istruite
e
idonee
nell'amministrare il sacramento del battesimo agli infanti
in pericolo di morte. Se la risposta fosse stata positiva,
doveva rilasciare loro una dichiarazione firmata; se
negativa, doveva proibire loro di esercitare la professione.
Il Rezzonico lodò invece Massimo Menegatti, parroco di
Pedescala, entrato a colloquio per secondo. Esemplare la
sua cura delle anime e la sua catechesi al popolo. Lo esortò
tuttavia a curare maggiormente la pulizia della chiesa e
delle suppellettili sacre e a mettere subito in esecuzione i
decreti emanati nella visita.
Ammonì seriamente Tommaso Dalla Costa, parroco di Rotzo,
ad adempiere i decreti del Concilio di Trento e le
costituzioni sinodali circa l'onere di spiegare il vangelo
nei giorni festivi al popolo, circa il dovere di visitare gli
infermi, specialmente quelli che erano sul punto di morte.
Nel caso egli fosse impegnato, non doveva omettere di
incaricare il cappellano a supplirlo. Lo rimproverò anche per la
sua vergognosa e pubblica partecipazione al gioco delle
bocce con i secolari negli stessi giorni di festa, e lo
precettò ad astenersene, tanto il divertimento era
scandaloso. Condannò inoltre la sua avidità nell'accumulare
denaro e nell'acquistare altri beni suscitando la
mormorazione dei fedeli, specialmente occupandosi degli
affari secolari e privati. Né accettò le sue scuse con
l'affermare di agire in questo campo unicamente per il
proprio sostentamento da quando si era dimesso, come lui
sostenne, dall'ufficio pastorale. Gli ingiunse dunque di starsene
lontano da queste dannate cumulazioni e negoziazioni,
impegnando denari per promuovere e portare avanti le liti
contro i propri parrocchiani. Con i suoi soldi doveva piuttosto
aiutare e soccorrere i poveri né starsene latente e quasi
separato in canonica, ma essere sempre pronto e disponibile
come il buon pastore ad affrontare le necessità e le indigenze
delle anime a lui affidate. Se dopo questa ammonizione
canonica non avesse cambiato stile, si sarebbe proceduto
contro di lui con pene proporzionate.
Raccomandò i due confessori di Pedescala, don Francesco
Menegatti e don Simone Mattielli, nella retta e attenta
osservanza
dei
riti
e
delle
cerimonie
previste
nell'amministrazione del sacramento della penitenza. Esortò
il cappellano curato di Rotzo, don Giovanni Fabris, del quale
lodò l'attenzione e l'impegno con cui svolgeva il proprio ruolo,
a sostenere l'onere di spiegare il vangelo nelle feste, di
visitare gli infermi sostituendosi al parroco che
indebitamente li defraudava nelle loro esigenze spirituali.
Lodò don Antonio Marangoni da Pedescala per il suo
comportamento da vero ecclesiastico e lo eccitò a continuare
sulla buona strada. Invitò don Francesco Gianesini da San
Pietro Valdastico a impegnarsi nello studio della morale, così
da meritare di conseguire "un certo grado di grazia". Di
Matteo Dal Pozzo da Rotzo approvò gli onesti costumi e con
pastorali esortazioni invitò anche lui allo studio
dell'aspetto morale dei problemi.
Rimproverò invece don Gerardo Gianesini da San Pietro
Valdastico per l'intemperanza nel bere, per l'insolenza nel
conversare, per l'oscenità nel parlare. Ammonito più volte,
non si era mai emendato. Per questi motivi lo precettò di
portarsi entro un mese a Padova e di non allontanarsi dalla
città senza il suo permesso.
Rivolse la più pesante ammonizione a don Giovanni Stefani da
Rotzo, da alcuni anni sottoposto a una pena per aver
perpetrato un delitto di irregolarità (aveva ucciso una
persona a S. Sebastiano di Folgaria!). Lo esortò a meritarsi
l'implorata grazia dell'assoluzione con i buoni esempi e con
i santi costumi. Infine eccitò i chierici Stefano Dalla
Costa e Domenico Slaviero, pure di Rotzo, a progredire
rettamente e santamente sulla via che avevano iniziato,
impegnandosi negli studi così da meritare di accedere ai
gradi ecclesiastici più alti.
Terminati i colloqui a quattrocchi, il Rezzonico convocò i
dodici preti dell'intera vicaria e i due chierici e comandò
loro di osservare e di adempiere gli altrettanti dodici
decreti emanati durante la visita.
Il giorno successivo, lunedì 22 giugno, il vescovo proseguì la
visita pastorale nelle parrocchie della vicaria di Asiago.
ANNO XXIII ° - N°94 -
A questo numero hanno collaborato:
Cera Luciana, Cerato Vania, Costa Alberto,Costa
Francesca, Costa Paolina, Costa Tiberio, Ferraresi
Massimo,Ferraresi Matteo ,
Giaretta Antonio,
Panozzo Don Pierangelo, Stefani Don Sergio,
Stampato in proprio e diffuso tra le famiglie
Della Comunità Cristiana di Rotzo;
Via Roma,72 – 36010 – ROTZO – Vicenza - ITALIA
Tel. e fax 0424 – 691004
Foto:
In copertina: La crocetta del “Croisle” ;
Sul retro: La Madonna di “ Kenshiro” - Castelletto
ALTABURG “LA VOCE “ E TUTTO SU ROTZO SU:
don Sergio Stefani ( continua)
www.rotzo.net
Scarica

ALTABURG 94 pasqua