Il Nuovo Corriere
IlNuovoCorriere
di
numero 37 anno I - 1 euro
Roma e del Lazio
MERCOLEDÌ 22 LUGLIO 2015
Sull’orlo
di una crisi
di nervi
di Carlo Rebecchi
S
ull’orlo di una crisi di
nervi. E’ a questo punto
che si trova Ignazio Marino. Il “Marziano”, un
tempo più che algido,
sembra sul punto di non farcela più
a reggere lo stress delle contestazioni
che si abbattono su di lui. Per “Mafia
Capitale” – a proposito della quale il
governo di Matteo Renzi prolunga il
supplizio dell’attesa, sarà commissariamento oppure no? – ma anche per
la sua azione di sindaco. Da settimane Marino è ogni giorno più teso,
ipernervoso. E domenica, a San Lorenzo per le celebrazioni dei bombardamenti del 1943, ha “sbroccato”.
Ad una signora che lo contestava ha
sibilato con l’occhio torvo “provi a
connettere i due neuroni che ha e a
farli funzionare insieme” mentre con
le mani faceva un gesto significativo,
portando i due indici a toccarsi. Un
nuovo “scivolone” psicologico, dopo
il recente “la destra ritorni nelle
fogne” alla festa dell’Unità. Subito
censurato dal mondo politico romano a cominciare dal suo partito, il
PD. Patrizia Prestipino, della direzione democrat, non ci è andata leggera: “La fascia tricolore obbliga al
rispetto di tutti i cittadini”. Con la
destra a rincarare: “Roma e i romani
meritano ben altro, il sindaco è un
campione di maleducazione” (Fabrizio Cicchitto) e “indossare la fascia tricolore significa dover
rispondere anche a delle critiche”
(Francesco Storace).
Eppure, la contestatrice aveva soltanto al sindaco “due verità”. Quelle
che sono sulla bocca di tutti i romani,
che non ce la fanno più a sopportare
il degrado della città e anche del premier Renzi, più che mai deciso ad
utilizzare l’evidente incapacità del
Sindaco di gestire la città per togliersi
di torno insieme con il Sindaco,
senza avere l’aria di fare una vendetta, tutti i vertici del Pd romano,
legati a doppio filo con il “vecchio
Pd” (Pds, Pci) e alla minoranza
anti-renziana del Pd che Renzi sta
trasformando in una specie di “Forza
Italia di centrosinistra”.
IN ATTESA DI ALFANO LA GIUNTA PENSA A SOPRAVVIVERE. MA SI GUARDA A PRIMAVERA PER LE ELEZIONI ANTICIPATE
Il valzer delle cinque poltrone
di Giovanni Santoro
L’
unica certezza è l’ansia per la relazione del ministro Alfano.
Che, dicono i bene informati, dovrebbe mettere la parola
fine sui report stilati dal prefetto Pecoraro prima e dal suo
successore Gabrielli poi. Rispettivamente una a favore dello scioglimento del Comune di Roma per infiltrazione mafiosa, dopo il
terremoto dell’inchiesta Mondo di Mezzo, e l’altra che parla di corruzione diffusa. Il titolare dell’Interno dovrà pronunciarsi in maniera chiara e dire se l’esperienza Marino, alla guida del Campidoglio
può andare avanti o meno. Prima di questo atto, che dovrebbe arrivare nel bel mezzo di un’estate caldissima non solo sotto il profilo
PRIMO PIANO
Quella tentazione
di privatizzare l’Atac
S
ervizi da terzo mondo, proteste
dei macchinisti, bilanci sull’orlo del fallimento e un accordo raggiunto in extremis con i
segue a pagina 3 sindacati per aumentare il monte ore
di lavoro dei dipendenti: ma tutto
ciò potrebbe non bastare. Per
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questo il sindaco e l’asità
Lazio
sessore Improta, dimissionario da un
mese, hanno scelto un
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di teste: fu lui tra il 1998
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NUMERO
37 ANNO
I MERCO
LEDÌ 22 LUGL
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a pagina 2
meteorologico, tutto fermo. Dall’attività amministrativa, con i dirigenti paralizzati, al rimpasto di giunta.
Auspicato, cercato dall’inizio della consiliatura, non rinviabile dopo
la scoperta della cupola di Buzzi e Carminati; oggi non può essere
deciso: inutile cambiare un assessore e magari ritrovarsi azzoppati
dall’intervento di Alfano, ragionano nello staff del sindaco e del Pd
romano. L’attesa resta la carta obbligata su cui puntare. Il valzer delle
deleghe, quindi, partirà. Ma con calma, relativa. Perché la prossima
settimana dovrebbe essere quella decisiva.
segue a pagina 2
SCENARI
CENTRO STORICO
Cacciati
i camion bar,
spuntano
gli abusivi
a pagina 3
MARCO SCIPIONI
“Macchina
del fango.
Senza
maggioranza
vado via”
a pagina 4
La città ferita
chiede sicurezza
L’
assessore Leonori: più forze dell'ordine sul territorio per fungere da deterrente e per rassicurare i cittadini. Un
piano per il posizionamento strategico di telecamere in vista del Giubileo. Lotta all'abusivismo e "licenza a punti" per indurre il rispetto
delle regole. I cinquanta anni di presidenza di
Alberto Pica, "un impegno mai cambiato nel
tempo.
a pagina 5
LITORALE PONTINO
Fuochi d’artificio
sui conti
al comune
di Sabaudia a pagina 11
mercoledì 22 luglio 2015 pagina 2
PRIMO PIANO
VERTENZA POTREBBE ESSERE L’ESTREMO RIMEDIO
PRIMO PIANO LA
PER RISANARE I CONTI
I
disagi, le minacce di una
privatizzazione, un accordo forzato e un referendum
rinviato.
Gli
ingredienti per il caos nel
trasporto pubblico capitolino ci
sono tutti e non sono solo determinati dalle corse saltate senza preavviso e i malori e la rabbia dei
passeggeri. Perché il problema di
Atac, la municipalizzata del tpl di
Roma, non sono solo i macchinisti
infedeli ma i conti dell’azienda.
Che nonostante la mobilità dei dipendenti dello scorso anno, non
riesce a diminuire il suo debito.
Correndo verso il fallimento, per
un carrozzone che non è in grado
ad abbattere i costi, soprattutto
quelli che riguardano i super manager. Una svalutazione complessiva che renderebbe più facile
liberarsi di un pachiderma da
11mila assunti, che non riesce più
a garantire un servizio.
Una cambiale che adesso, alla luce
dell’inchiesta mafia capitale e del
posto da sindaco in bilico, Marino
potrebbe essere costretto a pagare.
Per avere l’appoggio del governo
nazionale e continuare la sua esperienza sullo scranno più alto del
Campidoglio. Un piano iniziato
prima sondando gli umori, poi avviando le trattative, infine inserendo i dirigenti al posto giusto.
Perché l’assessore alla Mobilità,
Guido Improta – da un mese dimissionario solo annunciato –,
aveva iniziato a parlare dell’ipotesi
di aprire a soggetti esterni già nella
scorsa primavera.
L’ex sottosegretario ai Trasporti,
governo Monti, ad aprile sulla
Roma-Lido diceva: “La priorità è
potenziare il servizio, perché il pro-
Marino e la tentazione
di privatizzare l’Atac
Servizi da terzo mondo, proteste dei macchinisti, bilanci sull’orlo del fallimento e un accordo
raggiunto in extremis con i sindacati per aumentare il monte ore di lavoro dei dipendenti:
ma tutto ciò potrebbe non bastare. Per questo il sindaco e l’assessore Improta, dimissionario
da un mese, hanno scelto un direttore generale con un passato da tagliatore di teste: fu lui
tra il 1998 e il 2002 a mandare a casa ventimila dipendenti delle Poste in esubero
di Giovanni Santoro
blema va risolto. Se riusciamo con
il pubblico bene, ma se non ce la
facciamo bisogna guardare a un
project financing o a una collaborazione con i privati”. Un piano che
dalla linea del litorale può essere
tranquillamente trasferito su tutto
l’Atac. Iniziando con i tagli. Ecco
spiegata la scelta di Francesco Micheli come direttore generale, manager con un pesante curriculum
nel settore bancario arrivato lo
scorso 18 maggio. È lui l’uomo dei
20mila mandati a casa, tra il 1998
segue dalla prima pagina
Campidoglio, il valzer delle cinque poltrone
P
iù che di totonomi, adesso si discute di numero di
caselle. Da due a cinque: il cambio dovrebbe toccare specifiche caselle. Di sicuro quella del vicesindaco, vuota dalle dimissioni di Luigi Nieri. Sinistra e
libertà, ufficialmente, afferma di non rivendicare quel
ruolo per sé e annuncia l’appoggio esterno alla maggioranza che sostiene il primo cittadino. La candidatura di
Nichi Vendola, leader di Sel, è durata il tempo della lettura
di un articolo. Il coordinatore nazionale, Nicola Fratoianni, continua a parlare di fase2 a partire dalle emergenze sociali: casa, trasporti e pulizia in primis. Il
capogruppo Gianluca Peciola chiede, invece, al governo
di sbloccare i fondi per il Giubileo.
Così, per il ruolo di vice Marino, si pensa alla soluzione
interna: in pole sempre l’assessore alla Legalità Alfonso
Sabella, alle presa con la convalescenza dopo un’operazione al cuore. In pista sempre Marco Causi: “grande personalità”, secondo il commissario dem Matteo Orfini. Il
diretto interessato non smentisce e si dice onorato, "ma
non ho avuto nessun contatto. Il suo nome era in ball per
la commissione parlamentare delle Finanze. La sua nomina sfumata e', per molti, un indizio in piu' verso il Campidoglio
In bilico ci sono anche il titolare della Scuola, Paolo Masini, e la collega dell’Ambiente, Estella Marino. Difficile
che il loro cambio si consumi senza strappi: i due sono arrivati nella Sala delle Bandiere passando dall’elezione a
suon di preferenze in Consiglio comunale. Per ricevere le
deleghe, infatti, si sono dimessi dall’aula Giulio Cesare. In
caso di saluti definitivi sarebbero fuori da tutti i giochi.
Resta l’incognita Guido Improta, dimissionario congelato.
Il responsabile della Mobilità considera conclusa la sua
esperienza, e forse quella di tutta l’attuale giunta, in Campidoglio. Potrebbe restare con l’incarico da numero due a
palazzo Senatorio, con garanzie precise da palazzo Chigi.
In uscita anche la lady dei conti, Silvia Scozzese. L’ex
membro Anci aveva annunciato un possibile addio, poi il
silenzio. Ma da sostituire c’è anche il direttore generale,
dopo le dimissioni di Liborio Iudicello (in pole Serafina
Guarné). In attesa dell’ingresso del city manager, tanto
cercato e voluto dal primo cittadino.
Le carte su Mafia capitale, intanto, sono finite sul tavolo
della commissione Antimafia. Mentre al premier Renzi ha
il paradossale compito di difendere chi voleva buttare giù
dalla torre. Fu il presidente del Consiglio, a giungo, a intimare a Marino di governare o andare a casa. Adesso,
sondaggi, alla mano, le elezioni anticipate rischiano di
consegnare la città alle opposizioni. E la sconfitta sarebbe
sulle spalle del segretario Pd. Meglio resistere.
Anche se l’inquilino del Campidoglio colleziona scivoloni.
Come quando ha intimato a una signora di “connettere i
neuroni”. A dimostrazione delle difficoltà di mettersi in
sintonia con i romani. La finestra della prossima primavera è quella a cui si guarda con attenzione per il ritorno
alle urne.
Giovanni Santoro
e il 2002 durante la reggenza delle
poste con l’ex ministro Corrado
Passera.
Ed è, con la scusa del risanamento
e l’obiettivo della svendita, che i lavoratori hanno guardato con sospetto alla trattativa sul rinnovo del
contratto. Il default è dietro l’angolo, questa la minaccia, il servizio
è al collasso. Su questi presupposti
è stata avviata una trattativa conclusa solo pochi giorni fa. In mezzo
lo stop e i collegamenti a singhiozzo. Con il sindaco Marino
che, di fronte all’ennesima giornata
di passione per romani e turisti,
tuona: “Mi auguro che questo accordo venga concluso nell’interesse degli utenti o dovrò per forza
immaginare nuovi assetti aziendali
anche coinvolgendo i privati”.
Ecco la parola magica che fa tremare anche i sindacalisti duri e
puri, che preferiscono chiudere
una pax sindacale e rinviare a settembre il referendum sul contratto.
Che arriva dopo una notte insonne, il 18 luglio. Corse metro aumentate del 30%, orario di guida
che passa dalle 736 alle 950 ore
l’anno. Un piano che entra in vigore da subito, dal primo agosto
per i macchinisti e da ottobre per
gli altri, che di fatto elimina tutti i
bonus che finivano in automatico
sullo stipendio per gli 11mila dipendenti. Secondo l’amministrazione, anche se persi gli
straordinari, con la produttività si
potranno guadagnare anche 890
euro l’anno in più.
Anche se, a guardare la vertenza
dei comunales (che hanno perso
anche 200 euro dalla busta paga
con il nuovo contratto decentrato),
non tutti i lavoratori di Atac si sentono tranquilli. Perché dopo l’apertura a parole sui privati, il taglio del
costo del lavoro e un direttore generale abituato alle lettere di licenziamento; la paura è che la strade
del risanamento possa favorire
quella della privatizzazione.
mercoledì 22 luglio 2015 pagina 3
PRIMO PIANO
STORICO INVASO DA VENDITORI
PRIMO PIANO CENTRO
DI BIBITE E PANINI SENZA LICENZA
Cacciati i camion bar, spuntano gli abusivi
Colosseo, Fori Imperiali, piazza Venezia assediati da “paninari” improvvisati: arrivano con i bustoni neri stracolmi
di cibo e bevande, vengono cacciati dai vigili urbani ma rispuntano a poche decine di metri, dando vita a una logorante
guerra di postazione. Intanto i commercianti sfrattati attendono il responso della Consulta che il 29 luglio dovrà
decidere sulla loro richiesta di annullare il provvedimento. In gioco un business da centinaia di migliaia di euro al giorno
di Giovanni Santoro
V
ia i camion bar, ecco i successori. Dopo anni di annunci, la scorsa settimana
la cacciata dei paninari a
quattro ruote dal cuore di
Roma. E anche se qualcuno resiste e in
molti lanciano l’sos incassi per stalli che
non funzionano, non è passato molto
tempo per vedere quelle aree liberate dai
ristoratori ambulanti occupate da altri
venditori: abusivi. Perché i titolari delle
licenze nella zona monumentale avevano
un diritto, anche se del secolo scorso, per
poter occupare quegli spazi. Il loro trasloco forzato avrebbe dovuto restituire la
vista dei monumenti alla città.
Troppo ghiotto, invece, il giro d’affari garantito dall’avere la propria bandierina su
via dei Fori, piazza Venezia o del Popolo.
Ecco che, non appena i mezzi color crema
mettono in moto e vanno via in direzione
dei nuovi stalli, spuntano uomini con dei
bustoni di plastica nera. Dentro c’è di
tutto: acqua, birra, ghiaccio per mantenere fresche le bevande. Una valida alternativa, sicuramente più economica per i
turisti: oggi una bottiglietta di naturale
vale un euro, contro i 3 di quando il monopolio era tutto in mano alla dinastia dei
Tredicine.
Non bastano però i vigili che presidiano
la zona. Perché i nuovi venditori, in
grande maggioranza stranieri, spuntano
ovunque: multati e con prodotti sequestrati al Colosseo, li ritrovi dopo poco a
piazza di Spagna. La task force della polizia locale è continua, ma sembra il gioco
dell’oca. Mentre i titolari delle licenze,
sfrattati e ricollocati su Lungotevere maresciallo Diaz, Oberdan e Testaccio, intraprendono il loro personale braccio di
ferro con l’amministrazione Marino.
“Con i nuovi stalli gli incassi sono zero”,
tuonano i proprietari dei mezzi. I posteggi
decisi dal Campidoglio, a due anni dalle
promesse della campagna elettorale, non
piacciono a chi era abituato ad avere ricavi giornalieri di migliaia di euro. I guadagni, a sentire i venditori dei camion bar,
sono praticamente un ricordo. Prima le
manifestazioni di protesta, adesso l’attesa
per il 29 luglio, quando la Consulta pronuncerà la sua sentenza sulla richiesta di
annullare il provvedimento del trasferimento.
Ipotesi neppure contemplata dal Codacons. L’idea che i paninari a quattro ruote
possano tornare a oscurare i monumenti
appena liberati non fa dormire sonni tranquilli all’associazione. Che, con forza,
chiede di rigettare il ricorso dei titolari
delle licenze. Una sponda arriva anche
dalla Regione Lazio, con il governatore
Zingaretti pronto a sostenere l’amministrazione comunale in questa battaglia.
Per non buttare al vento 24 mesi di braccio di ferro.
segue dalla prima pagina
Sull’orlo di una crisi di nervi
“L
a città è uno schifo, solo stamattina
alle sei sono venuti a spazzare.
Venga domani, non oggi che avete
lustrato. Fate le persone serie” le parola della
prima contestatrice. Con un’altra che subito
dopo ha proseguito: “Giardini invivibili, le
strade fanno schigo, i nostri figli non possono
uscire. Perché non porta il suo? I nostri ragazzi
dono dtati tutti scippati, malmenati e hanno
pausa di uscire. Sta aspettando che ci scappa il
morto? Fatti, non chiacchiere!”. Ad ogni uscita,
ormai, Marino è accolto così, e fischiato anche
quando non si porta dietro colpe specifiche.
Paga, il Marziano, il fatto di non essere mai entrato in empatia con la Città Eterna, dato caratteriale che si somma con la cattiva gestione.
Ma è cocciuto, il sindaco, ed orgoglioso. Ritiene
di non aver potuto governare Roma, fin dal-
l’inizio, perché il suo partito di maggioranza
relativa, il Pd, non era d’accordo, voleva che il
sindaco facesse quello che finora ha fatto (andare in giro per il mondo a reclamizzare la
Citta’ Eterna) lasciando la gestione, e si è visto
come è andata, “a chi queste cose le sa fare”.
Marino, che pure qualche cosa di buono lo ha
fatto, se non altro chiudendo Malagrotta e
marcando dei punti contro Cerroni , non ha
mai inciso – per scelta, per incapacità o perché
gli è stato impedito dal Pd romano? – nell’azione che sarebbe servita a Roma per fermare il degrado della città e per rendere i
romani fieri di Roma Capitale. Basta tornare
da un viaggio all’estero per piombare, una volta
atterrati a Fiumicino o a Ciampino, nella depressione più nera. Peggio. Molti romani vanno
in depressione anche se vanno soltanto a Mi-
lano, magari per l’Expo. “Loro hanno due cose,
ma le hanno valorizzate. C’è ordine, pulizia, si
vede che sono fieri di mostrare ciò che hanno di
bello. E noi, che abbiamo cose che ci invidia il
mondo intero, facciamo tutto il contrario. Che
disastro!”.
Il governo, lo sanno tutti, non vuole sciogliere
il comune di Roma per un calcolo elettoralistico: pensano, a Palazzo Chigi, che definire
Roma un “comune mafioso” sarebbe un colpo
durissimo per l’immagine – politica, economica
e turistica – della Capitale. In parte è sicuramente vero, anche se l’altra faccia della medaglia non è più lusinghiera: mostra infatti che il
premier “rottamatore” , da molti definito un
decisionista, non è poi tale. Chiunque avrebbe
già sciolto il comune di Roma da anni, perché
la macchina amministrativa non funziona, le
aziende del comune, Ama e Atac in testa, dovrebbero essere demolite e ricostruire da zero;
un po come ha fatto Marchionne con la Fiat.
Renzi non se l’è sentita, così si va avanti con le
mezze misure. Anche se il procuratore capo Pignatone conferma in ogni occasione che la
mafia a Roma c’è, purtroppo ad imporsi sarà
alla fine – come abbiamo previsto da settimane
– un “verdetto politico”. La ragion di stato.
Marino, se veramente non ha potuto governare
la città per colpa del Pd, avrebbe l’occasione per
dimostrarlo: dimettendosi e partecipando alla
corsa per la rielezione. Sicuramente di un gesto
del genere sarebbe contento anche Renzi perché, pur non avendo simpatia per Marino, si
renderebbe conto di avere davanti un uomo
vero, non un marziano..
Carlo Rebecchi
CRONACHE
mercoledì 22 luglio 2015 pagina 4
L’INTERVISTA PARLA MARCO SCIPIONI, MINISINDACO DEL VI MUNICIPIO
Q
ualche
consigliere del Pd del
VI municipio “ci
sta già pensando”
a dimettersi
per “non essere cacciato
dal partito” ma “esiste una questione di dignità umana. Io se non
ci sono più le condizioni me ne
vado”. Marco Scipioni, presidente
del VI municipio di Roma, quello
considerato ‘difficile’ delle Torri,
quello che aspetta da anni una riqualificazione e più sicurezza,
quello che, a sentir il suo minisindaco “è stato rivoluzionato da
quando ci siamo noi” e quello che
aspetta ancora l’abbattimento dei
palazzoni per veder nascere basse
casette con parchi e giardini.
La maggioranza di centrosinistra
capitanata da Scipioni, sembra
ormai avere le ore contate e rischia di essere il primo mattoncino dem a cadere dopo la
‘relazione Barca’. Lui però non ci
sta ad abbandonare la nave e “a
fare il capro espiatorio” e ribadisce di non avere nulla da nascondere. Ma va oltre, spiegando che
“al telefono il commissario Orfini
mi ha detto che, sebbene non
avessero nulla contro di noi, da
qualche parte bisognava iniziare
a dare il buon esempio”. Una frase
che cade come un fulmine a ciel
sereno in un momento in cui il
partito commissariato sta tirando
le somme di un’opera di pulizia
“Macchina del fango
pianificata. Senza
maggioranza vado via”
Il presidente delle Torri respinge al mittente le accuse del commissario
del Pd Orfini e attacca la relazione presentata da Fabrizio Barca
sui circoli dem: “Strano che proprio quello di Castelverde, dove
era tesserato Salvatore Buzzi, sia stato oggetto di tante lodi.
Forse ho detto troppi no e per questo non sono stato perdonato”
mai avvenuta prima e nella quale
in molti affermano di averci
messo la faccia.
Per Scipioni, però, niente toni altisonanti, niente rivoluzioni di legalità, si tratta solo “di una
macchina del fango e di un partito che tratta le vite delle persone come fango”. Per questo si
sente “razionalmente amareggiato” come una persona che nel
Pd ci ha creduto ma che, e questa
è la domanda che viene spontanea, cosa può ancora dargli dopo
averne messo in discussione
l’onestà politica? “A me non interessa del Pd, né le poltrone: forse
ho detto troppi no e qualcuno
non me l’ha perdonato”. Ora però,
dopo aver rifiutato in un primo
momento, la maggioranza del minisindaco dem ci sta ripensando
ed è per questo che Scipioni non
nega di trovarsi in una situazione
“molto difficile”. “I nostri circoli
erano puliti – continua a ripetere
come un mantra, quasi a volersi
dar forza – e nessuno è stato
sciolto. Ma quello che è strano è
che il circolo di Castelverde,
omaggiato da Barca, fosse proprio quello in cui era tesserato
Buzzi. Per me è stato tutto pianificato a tavolino. Io non me ne
andrò perché mi cacciano ma so
che la macchina del fango continuerà e mi aspetto qualcos’altro
da un momento all’altro. E se la
mia maggioranza me lo chiedesse
me ne andrei”.
mercoledì 22 luglio 2015 pagina 5
CRONACHE
ASSEMBLEA DELL'ASSOCIAZIONE ESERCENTI NEL GIORNO
SCENARI L'DEI
FUNERALI DELL'ORAFO GIANCARLO NOCCHIA
La città ferita chiede sicurezza
L' assessore Leonori: più forze dell'ordine sul territorio per fungere da deterrente e per rassicurare i cittadini.
Un piano per il posizionamento strategico di telecamere in vista del Giubileo. Lotta all'abusivismo e “licenza a punti”
per indurre il rispetto delle regole. I cinquanta anni di presidenza di Alberto Pica, “un impegno mai cambiato nel tempo”
G
ià fissata da
tempo, l'assemblea
annuale
d e l l 'A s s o c i a zione Esercenti
Pubblici Esercizi di Roma ha finito per coincidere con il funerale di Giancarlo Nocchia, il
gioielliere ucciso durante una
rapina nel suo negozio, cognato
del Direttore dell'Associazione,
Claudio Pica."E' un episodio
che ferisce tutta la città – ha dichiarato l'assessore a Roma Produttiva,
Marta
Leonori,
intervenuta all'assemblea – c'è
una percezione di insicurezza e
ci sono episodi drammatici, ma
il Prefetto ha dato una risposta
immediata convocando il comitato per l'ordine e la
sicurezza".Secondo l'assessore
Leonori, inoltre, servono più
forze dell'ordine sul territorio
che fungano da deterrente in
una città che "è un boccone succulento per la delinquenza",
come sostiene Luigi Ciampoli,
procuratore generale della
Corte di Appello di Roma,
anche lui seduto al tavolo dei relatori in occasione dell'assemblea.Un plauso alle forze
dell'ordine per la velocità con
L'assessore Marta Leonori e Claudio Pica
cui hanno trovato il presunto
omicida di Giancarlo Nocchia è
arrivato anche da Claudio Pica.
La sicurezza degli esercenti ha
dominato il dibattito in assemblea e l'assessore Leonori ha
scoperto le carte degli ultimi interventi che Roma Capitale intende portare a termine: un
piano per il posizionamento
strategico di telecamere, pensato insieme alla polizia locale,
soprattutto in vista del Giubileo; una campagna per limitare
il fenomeno dell'abusivismo;
più formazione anche per i
commercianti, secondo l'assessore mezzo utile per il contrasto
agli eccessi della movida.
Il controllo, per Marta Leonori,
potrebbe passare anche per la
già nominata “licenza a punti”:
“Si tratta di uno strumento attivo in città come Pavia – ha
spiegato l’assessore – e può essere utilizzato non solo per chi
deve aprire una nuova attività,
ma può diventare anche un
buon deterrente per non trasgredire più alle regole e per evitare che, come accade, alcuni
locali rimettano i tavolini abusivi anche dopo i controlli e le
multe”.Torna anche il tema del
marchio di qualità per gli esercenti vistuosi, sicuramente
un'ottimo strumento in vista del
Giubileo, ma, come sostiene
l'assessore, è un lavoro che rimane anche a tutela dei residenti. L'assemblea è stata anche
l'occasione per festeggiare i 50
anni di presidenza di Alberto
Pica: "dagli scontri per la decisione del costo del caffè da
esporre sul listino prezzi o dalla
liberalizzazione della vendita
del latte è passato un po' di
tempo – ha dichiarato Claudio
Pica – ma l'impegno di mio
padre, e di altri come lui, non è
mai cambiato nel tempo".
Gli involontari alleati dei borseggiatori
M
a avete mai provato a salire su un vagone della metropolitana in questi
giorni? Qualunque linea (A o B), non fa
alcuna differenza. E' una vera impresa. E in alcune stazioni è una bolgia dantesca. L'altro
giorno ho provato a prendere la metro a Piazza
Barberini. Non l'avessi mai fatto: la banchina
non si vuotava mai. I treni della metro arrivavano stracarichi: nessuno scendeva e nessuno
poteva salire se non sfidando - tra le proteste
- la legge sull'impenetrabilità dei corpi.
Termini, poi, è diventata per tutti i passeggeri
un vero incubo. Il percorso tra la linea B e la
linea A richiede ormai una preparazione e una
resistenza di tipo militare: muri umani che si
formano già sulle scale mobili d'accesso.
Quando poi le scale mobili non funzionano è un
delirio: le scale in marmo sono l'unica alternativa, ma diventano un imbuto traboccante visto
che poi, giù in basso, le banchine sono sempre
piene anche a causa della riduzione delle
corse dei convogli. E in tutto questo sapete
dove ho trovato ieri ben tre dipendenti/sovergliani della metro? Tutti e tre all'imbocco delle
scale. A fare che?
Tutto questo fa diventare tutti noi, l'Atac, la metropolitana, le Ferrovie ecc. involontari complici dei borseggiatori di romani e turisti. Ero
sul 46 l'altro giorno e ho visto una ragazza
giapponese disperata perché in quel portafo-
glio aveva tutto:
soldi documenti e
carte.
Poco dopo, sono
andato al Commissariato Borgo, a
piazza Cavour, e
c'era letteralmente
la fila di turisti borseggiati.
E Roma dovrebbe
essere una città
accogliente
ed
ospitale? Dovrebbe
scalare le classifiche del turismo?
Ma dove crediamo
d'andare? Una città
così è un vero e
proprio incubo. E non saranno i portali turistici
di Roma e del Lazio (peraltro bruttissimi) a invertire una situazione che - con o senza Giubileo - definirei insostenibile. Voi che ne
pensate?
Mario V. - Roma
Invitiamo i cittadini di Roma e del Lazio
a denunciare le cose che non vanno
con foto ed email a questo indirizzo:
[email protected]
CRONACHE
mercoledì 22 luglio 2015 pagina 6
VIA LA RACCOLTA DELLE FIRME PER INDIRE
OBIETTIVO SCUOLA AL
LE CONSULTAZIONI POPOLARI
La riforma Renzi è diventata legge
Partono i referendum per abrogarla
Dopo l’approvazione il ddl è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 luglio scorso. Sindacati
in fermento e pioggia di ricorsi in arrivo. La denuncia dell’Anief: a settembre ancora caos,
le centomila assunzioni promesse dal Governo non risolveranno i problemi e i vuoti negli organici
D
al 16 luglio la riforma della
scuola è diventata legge
dello Stato: la legge
107/2015 - 212 commi
dell’unico articolo che
compone il provvedimento - è infatti stata
pubblicata anche in Gazzetta Ufficiale,
Serie Generale n. 162. Con grande soddisfazione da parte del Governo, ad iniziare
dal titolare del dicastero dell'Istruzione
pubblica. “Sono convinta - ha detto il ministro Stefania Giannini - che quest’anno
la macchina funzionerà meglio di prima.
Le condizioni ci sono tutte. C’è un impegno della macchina straordinario”. Perché
“la riforma prevede la fine di quella instabilità: le scuole che il primo settembre devono mettersi a chiamare i potenziali
supplenti, i precari che restano in attesa di
una telefonata... Tutte cose che ora vengono superate. È una riforma pensata per
portare ordine e stabilità, sarebbe molto
strano se invece generasse caos”.
Il testo però non completa il percorso di riforma: sarà fondamentale, per il suo destino, quando si approveranno i decreti
attuativi (per i più complessi c'è tempo
sino alla primavera del 2017!). E anche
come si andranno a formulare le deleghe come quella della scuola dell'infanzia, delle
scuole professionali e del sostegno - attraverso le quali nei prossimi mesi si dovranno delineare diversi aspetti ancora
poco chiari.
Le proteste contro la riforma, intanto, non
si attenuano. Il movimento di Pippo Civati,
ex Pd, per esempio, ha depositato in Corte
di Cassazione otto referendum: riguardano
lavoro, scuola, legge elettorale e Sblocca
Italia. Quello sulla scuola, ha fatto sapere
il movimento “Possibile”, interviene in
particolare sulla figura del preside manager
dai poteri "allargati", introdotta dalla riforma e tanto contestata negli scorsi mesi
anche dai docenti.
E la stessa cosa ha fatto il comitato nazionale “Leadership alla scuola”, che ha depositato in Cassazione il quesito referendario
per ''abrogare in toto la riforma sulla scuola
del governo Renzi votata in via definitiva
dalla Camera il 13 luglio scorso'': tutti i cittadini italiani potranno sottoscriverlo negli
uffici comunali e recandosi presso appositi
banchetti che saranno allestiti in tutto il
territorio nazionale. Ora parte il conto alla
rovescia: non sarà facile chiudere la raccolta delle 500mila firme il 30 settembre,
per arrivare a votare sui referendum nella
primavera del 2016.
Ma le proteste anti-riforma non finiscono
qui. Presto il Veneto ricorrerà: Elena Donazzan, assessore regionale all’Istruzione e
alla formazione, ha detto che è una “una
prova dichiarata di centralismo, perché
cancella le graduatorie di immissione in
ruolo su base territoriale ed espropria le regioni delle competenze garantite dall’articolo 116 della Costituzione”. Il Movimento
5 Stelle ha auspicato che anche le altre regioni facciano altrettanto: “l'iniziativa veneta conferma che l'autonomia scolastica
e l'alternanza scuola lavoro, spacciate da
Renzi come una grande rivoluzione, in realtà erano già presenti nel nostro ordinamento e per funzionare avevano
semplicemente bisogno di risorse fresche”,
hanno detto i grillini delle Commissioni
Cultura Camera e Senato. "Invece della
sbandierata autonomia, questa riforma impone al Paese l'esatto contrario, cioè un
centralismo burocratico che parte e si sviluppa dal ministero. Ora faremo in modo
che quello Veneto non rimanga un caso
isolato, i nostri consiglieri si batteranno affinché anche nelle altre regioni partano i
ricorsi", concludono i parlamentari del
M5S.
Intanto, i sindacati temono che da settembre assisteremo ad una situazione caotica.
A ROMA CHIESTI DA 70 a 140 EURO
Contributo volontario: pagarlo o non pagarlo?
Si chiama contributo volontario il primo rebus con il quale i ragazzi che frequenteranno il primo anno
di scuola superiore, e soprattutto le loro famiglie, si trovano alle prese da alcune settimane. Molti istituti
superiori, non solo a Roma, ma in tutta Italia, hanno chiesto di perfezionare l’iscrizione portando insieme
all’attestato di licenza media inferiore anche la ricevuta del versamento relativo al contributo volontario.
In molti istituti superiori della capitale la somma richiesta oscilla dai 70/80 euro ai 120/140.
Va subito specificato che non si tratta di una tassa scolastica: infatti fino ai 16 anni (cioè fino alla terza
superiore) la scuola è obbligatoria e gratuita, a parte i costi, non irrilevanti, per libri e materiali di vario
genere. Quanto al contributo, chiesto insieme alla domanda di iscrizione, dovrebbe essere versato solo
ed esclusivamente su base volontaria, salvo le somme sostenute dalle scuole per assicurazione, libretto
delle assenze, materiale didattico. In teoria il contributo volontario non può essere destinato alle ordinarie spese di funzionamento, ma all’arricchimento dell’offerta formativa. Pertanto non è illegittimo
che le scuole lo chiedano, ma lo è se lo pretendono obbligatoriamente, magari subordinando l’iscrizione
al suo pagamento.
Il contributo deve essere inteso come una partecipazione economica delle famiglie per il raggiungimento
di un risultato comune, che perciò dovrebbe essere condiviso. Inoltre, la legge prevede che esso sia detraibile e deducibile nella misura del 19 per cento. Per questo è necessario che il pagamento del contributo avvenga esclusivamente tramite banca o ufficio postale, o mediante carte di debito, di credito,
prepagate o assegni.
Perché mancherà ancora l’organico funzionale, non ci saranno più i vice-presidi, assisteremo ad altri tagli di docenti e Ata. Per
l’Anief, in particolare, ci saranno ancora
100mila supplenze da assegnare. “Se la matematica non è un’opinione, quest’anno
sono state assegnate oltre 118mila supplenze annuali e già con le 102mila assunzione ne rimarrebbero comunque fuori più
di 16mila. A cui vanno aggiunti i prossimi
pensionamenti, che sono almeno altri
20mila posti. Quindi, in totale, ci sono già
quasi 40mila cattedre che rimarranno scoperte. Poi, attraverso il comma 69 della riforma, è stato introdotto un corposo
organico virtuale, non ritenuto valido per
le immissioni in ruolo, ma che invece andava annoverato nell’organico di diritto. E
a sottoscrivere questi contratti a tempo determinato, anche questi sino al 30 giugno,
saranno proprio i presidi”.
Sempre l’Anief annuncia una montagna di
ricorsi in tribunale. Secondo il presidente
Anief, Marcello Pacifico, “all’interno del
testo di riforma sono presenti gravi mancanze, troppe incongruenze e alti profili di
incostituzionalità. Siamo pronti ad avviare
un contenzioso storico”. Il giovane sindacato ha fatto sapere che impugnerà la chiamata diretta dagli albi territoriali, la
mancata stabilizzazione dei precari con 36
mesi di servizio e per risarcimento dovuto;
per la mancata applicazione almeno dell’indennità di vacanza contrattuale nello
stipendio; per la non considerata ricostruzione di carriera per intero del servizio preruolo; per il recupero degli scatti e per
anità
S
la
Lazio
del
NUMERO 37 ANNO I MERCOLEDÌ 22 LUGLIO 2015
IL PUNTO
IL CASO
Precari,
se Zingaretti
dice il vero
“Partorire
informati”
in Ciocaria
a pagina 8
a pagina 9
Giuseppe Caroli, direttore
generale della Asl RmG
Ma quei “carcerati matti” li prendiamo?
Il “caso”Palombara Sabina fa riflettere
«I
l Consiglio di
Stato in sede giurisdizionale (Sezione Terza) lo
scorso 16 luglio
ha pronunciato l'ordinanza sul ricorso
proposto dal Comune di Palombara Sabina (5807 del 2015) contro l'apertura
del Rems (ex Opg) ed ha respinto l'appello in quanto 'non risulta assistito da
evidenti elementi di fondatezza. [...]
Come emerge dagli atti depositati in giudizio - si legge nella sentenza - sono state
valutate dalle Amministrazioni interessate, le misure di sicurezza necessarie ai
fini della collocazione nella struttura
provvisoria di Palombara Sabina dei 40
posti letto in questione». E’ il testo di
una nota fredda asettica della Asl RmG.
Che ha ripreso a “comunicare” (complimenti al Dg Giuseppe Caroli)con una
certa continuità dopo un lungo periodo
di silenzio. Niente di più. Eppure dietro
la notizia (ne avevamo parlato un paio
di numeri fa) c’è una complessa situazione di ordine amministrativo e politico.
Ce l’hanno messa tutta, a Palombara,
per tenere distanti quei “carcerati matti”,
ora qualcosa dovrà succedere. E ci si
chiede perché a Pontecorvo tutto sia filato incredibilmente liscio e a Palombara
si facciano le barricate. Ma la riflessione
è anche un’altra. Perché Zingaretti che
delle Rems pareva volesse farne un fiore
all’occhiello della sua politica se ne sta in
disparte sull’argomento e tace? Delle
volte intercettare lo Zingaretti pensiero è
veramente difficile. E’ come se mancasse
qualche elemento importante del quadro
per una valutazione obiettiva. Ha fatto il
primo della classe, il governatore, candidandosi tra i primi a ospitare nelle regione i detenuti pazienti usciti dagli Opg,
i famigerati Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Ora non interviene a gamba tesa
sugli amministratori che fanno ostruzionismo, che fanno le barricate? Eppure le
Rems portano soldi e posti di lavoro.
Qualcuno dice che quel territorio ha prodotto degli uomini politiche che alla Pisana contano parecchio e che non
vogliono scontentare i loro elettori. Sarà
così? A margine va ricordato che l'operazione è costata quasi due milioni di euro,
che la collocazione della Rems è provvisoria ( per quanto in Italia questo termine sia tutt'altro che rassicurante) e che
i lavori di ammodernamento saranno di
giovamento per l'intera comunità, visto
che quando gli ospiti della Rems saranno
trasferiti nella sede definitiva (Subiaco?)
Palombara si troverà con una Casa della
Salute rifatta e con una struttura idonea
a funzioni sanitarie da sfruttare.
la
Sanità Lazio
mercoledì 22 luglio 2015 pagina 8
CRONACHE
del
IL PUNTO IL GOVERNATORE PROMETTE ENTRO TRE ANNI IL POSTO FISSO PER TUTTI
Precari, se Zingaretti dice il vero
La Regione ha firmato un protocollo con le principali organizzazioni che porterà gradualmente alla stabilizzazione del personale.
Il provvedimento è rivolto ai lavoratori con contratto di lavoro a tempo determinato: l’obiettivo è proprio quello di eliminare,
nel rispetto dei limiti imposti dal Piano di rientro, la piaga del lavoro precario. La palla passa nel campo dei Ministeri: dovrebbero
passare la percentuale di deroghe al blocco del turnover dal 15% al 30% a partire dalla seconda metà del 2015
di Giulio Terzi
E
ntro tre anni stabilizzazione per
tutti i precari. E’ troppo bello per
essere vero e gli scettici si dividono tra quanti cercano a tutti i
costi il trucco e quanti fanno i
conti dei vantaggi politici che il governatore
trarrà dall’iniziativa. Ci sono di mezzo i sindacati,
e questa dovrebbe dover essere una garanzia sufficiente. Ma ci hanno abituati male, a montagne
di promesse e di assicurazioni, dubitare è ragionevole.. Eppure Zingaretti lo ha messo nero su
bianco, sarà avviato entro il 2015 un piano triennale per la stabilizzazione dei precari della sanità
del Lazio. La Regione ha firmato un protocollo
con le principali organizzazioni che porterà gradualmente alla stabilizzazione del personale. Il
provvedimento è rivolto ai lavoratori con contratto di lavoro a tempo determinato: l’obiettivo
è proprio quello di eliminare, nel rispetto dei limiti imposti dal Piano di rientro, la piaga del lavoro precario nelle strutture della sanita del
Lazio. A settembre sarà pubblicato il decreto che
specificherà ulteriormente le procedure operative. Se tutto funzionerà a dovere a fine legislatura il Pd potrà contare sul voto riconoscente di
decine di migliaia di persone. E’ il prezzo della
politica ovviamente, ed è legittimo che sia così.
Andiamo a leggere bene, in ogni caso, quella
della Regione è una proposta, e prevede di modificare la percentuale di deroghe al blocco del
turn over. Per avviare questa operazione storica,
la Regione ha proposto ai Ministeri di passare la
percentuale di deroghe al blocco del turnover dal
15% al 30% a partire dalla seconda metà del
2015. Non è affatto scontato che i Ministeri siano
d’accordo.
Bisogna ammettere comunque che l’operazione
ha una sua logica ed è in linea con quanto previsto dai programmi operativi 2013-2015: a partire
dal riordino della rete ospedaliera, dell’emergenza e delle reti “tempo dipendenti” e degli Atti
aziendali e in generale dal lavoro che è stato condotto in questi due anni dalla Regione per uscire
dal deficit della sanità. In questa fase, tra l’altro,
le diverse aziende sanitarie sono impegnate a definire la propria dotazione organica, in conseguenza degli atti aziendali adottati dei mesi
scorsi. Il percorso di stabilizzazione – spiegano
gli uomini del presidente - andrà avanti nel corso
di tre anni, e proprio per questo i contratti a
tempo determinato saranno prorogati fino al 31
dicembre 2018 e non di anno in anno come avveniva in passato, per consentire la progressiva
attuazione del provvedimento. Per quanto riguarda le forme di lavoro atipico, nelle prossime
settimane, il 29 luglio prossimo, ci sarà incontro
proprio per definire come arrivare alla stabiliz-
zazione anche di questi lavoratori. Se funziona è
roba veramente grossa, programmare la fine del
precariato per le migliaia di medici, infermieri,
tecnici che lavorano anche da dieci e più anni con
contratti a tempo determinato nellasanità. “Si
tratta di migliaia di persone a cui oggi diamo una
concreta speranza di stabilizzazione indicando
tempi e modi del processo che si avvia con questo protocollo. E’ una bella notizia”, dice ancora
Zingaretti. Riuscirà ad andare fino in fondo?
LA DENUNCIA ANCORA AL CENTRO DELLE POLEMICHE IL REPARTO DELL'OSPEDALE DI MONTEVERDE
Neurochirurgia al collasso al S.Camillo?
C
he qualcosa non vada per il verso
giusto è fuor di dubbio. Da troppo
tempo arrivano segnali preoccupanti dal San Camillo, senza adeguate risposte dalla direzione aziendale, che ha
scelto da sempre un basso profilo. Il
Pronto Soccorso passa in secondo piano,
l'emergenza caldo non c'entra. La denuncia della segreteria provinciale Fials riguarda il reparto di neurochirurgia del San
Camillo e gli episodi riportati in una nota
sono decisamente inquietanti. Uno è riferito a un paziente sosta in camera operatoria dal 14 luglio cui non è stata data la
possibilità di ricevere assistenza post operatoria adeguata al caso. Un altro caso è
quello di un paziente trasferito dalla terapia intensiva di neurochirurgia per la rottura dell'aria condizionata. Nella stessa sala veniva
messo nella notte un altro paziente con aneurisma
celebrale in attesa di ebollizione cerebrale presso la
neuroradiologia, sala configurata per assistere un
solo paziente. " È di queste ore la corsa per allestire
in fretta e in furia stanze dedicate ad assistere pa-
zienti in codice rosso presso le camere
operatorie come in questo caso sta avvenendo nella camera operatoria di neurochirurgica- si legge nella nota- Inoltre è
stata adibita una stanza di appoggio
presso la camera operatoria neurochirurgica per pazienti da tenere in breve osservazione non solo post chirurgica ma come
vero e proprio luogo di ricovero, tant'è che
ogni giorno si aggiungono pazienti fino ad
un numero imprecisato. Più di quanti
possa contenerne la stanzetta e tutti insieme anche se ognuno ha affezioni patologiche diverse dall'altro». «Si tratta di un
mix assistenziale tipico di un ospedale da
campo nella II Guerra mondiale. A questo
si aggiunge anche l'handicap della carenza di personale infermieristico e anestesiologico, legato al blocco del turn over e che nei
mesi estivi per via delle ferie provoca anche l'impossibilità di fornire un assistenza adeguata."
mercoledì 22 luglio 2015 pagina 9
IL CASO
CRONACHE
la
Sanità Lazio
del
FRUSINATE SENZA PACE, DOPO I SINDACI INCATENATI L'ODISSEA DI UNA DONNA INCINTA
“Partorire informati” in Ciocaria
Il caso della partoriente di Segni che ha girato tre ospedali della provincia prima di mettere al mondo il suo bambino
allo Spaziani di Frosinone scatena il dibattito sulla sicurezza del sistema. Replica la dg Mastrobuono: tra Roma e Napoli
il Presidio Unico di Frosinone-Alatri è la Struttura con neonatologia di II° livello, patologia neonatale e ostetricia e ginecologia
in grado di rispondere alle esigenze di un vasto territorio non limitato alla provincia di Frosinone ma anche alle aree limitrofe
“T
ra Roma e Napoli il
Presidio Unico di
Frosinone-Alatri è la
Struttura con neonatologia di II° livello,
patologia neonatale e ostetricia e ginecologia
in grado di rispondere alle esigenze di un
vasto territorio non limitato alla provincia di
Frosinone ma anche alle aree limitrofe.La
concentrazione delle nascite in questo Ospedale, supportato dai Poli di Cassino e Sora,
può solo migliorare la qualità delle prestazioni alle donne.” La dichiarazione di Isabella
Mastrobuono, direttore generale della Asl di
Frosinone è secca e diretta, per quanto la riguarda la questione che sta agitando la Ciociaria e che ha scatenato politica e media non
c’è altro da aggiungere. Ovviamente gli “altri”
non la pensano come lei. I fatti in rapida sintesi sono questi: una partoriente di Segni che
ha girato tre ospedali della provincia per riuscire a mettere al mondo il suo bambino.
L'ospedale più vicino, quello di Colleferro,
non ha più i reparti di ginecologia e ostetricia, e il ricovero è stato rifiutato; stessa sorte
all'ospedale di Palestrina, dove sono stati accorpati i reparti di Colleferro, ma qui la coppia non ha potuto trovare un'assistenza
appropriata ad un caso di parto prematuro.
Alla fine sono arrivati allo Spaziani di Frosinone dove il bambino è nato fortunatamente
senza conseguenze per lui o la mamma. Tutto
è bene quel che finisce bene, ma il problema
di fondo rimane. La Mastrobuono è chiara:
la Asl ha impostato la sua strategia su un centro in grado di gestire una ben determinata
fetta di territorio, anche oltre i confini provinciali. E’ la linea del governatore Zingaretti
che peraltro non ha saputo gestire nel modo
migliore le proteste sul reperto di Ostetricia
dell’ospedale di Alatri: far partorire le donne
in un reparto di ostetricia sotto i mille parti è
più pericoloso per il bambino e per la
mamma – dice - La legge italiana dice che
vanno esclusi reparti di maternità sotto i 500
parti. Non c'è la voglia di continuare a chiudere per Frosinone-Alatri, ma c'è una riorganizzazione che porterà a alla futura della casa
del parto e ci si concentrerà per la maternità
per far avanzare i numero. Se non facciamo
così,lasciando aperti piccoli centri di maternità vanno tutti fuori legge e le donne saranno costrette a partorire solo dove ci sono
i numero e questo è a Roma. E’ il ragionamento portato alle estreme conseguenze ma
ha il suo peso. Ma c’è chi dice con saggezza
che la cabina di regia per la sanità in relazione alle scelte effettuate nell'ambito della
riorganizzazione ospedaliera dovrebbe te-
nere conto, accanto ai parametri ministeriali,
anche delle caratteristiche delle strutture del
territorio, in particolare la disponibilità o
meno di servizi di emergenza. In sostanza il
sistema se non è flessibile può essere pericoloso, se non ci sono alternative e vie d’uscite
nei casi di emergenza significa che qualcosa
va perlomeno rivisto. Cambiare, certamente,
ma con tutte le garanzie. Meglio “partorire
informati” che correre rischi inutili.
RICERCA&SANITÀ/ Lo studio di Irene Cristofori (Northwestern University) e Vanda Viola ( Fondazione Santa Lucia)
Le basi neurali dell’estremismo politico
Alla base dei comportamenti socialmente inadeguati potrebbero esserci dei deficit nella valutazione della condotta sociale a seguito di specifiche lesioni cerebrali
di Marco De Leo
U
no studio che ha visto impegnate in prima linea due
giovani ricercatrici esperte
di neuroscienze sociali,
la
dott.ssa Irene Cristofori (ricercatrice della Northwestern University) e la dott.ssa Vanda Viola
(ricercatrice della Fondazione
Santa Lucia), ha dimostrato che
alla base dei comportamenti socialmente inadeguati potrebbero
esserci dei deficit nella valutazione della condotta sociale a seguito di specifiche lesioni
cerebrali. Lo studio è stato condotto su ampio gruppo di pazienti
veterani della guerra del Vietnam
con lesioni focali provocate da
proiettili in regioni cerebrali diffe-
A sinistra Irene Cristofori;
sopra Vanda Viola
renti (N=102) e su un gruppo di
controllo sano, costituito da veterani con nessuna lesione cere-
brale (N=31). I risultati, pubblicati
recentemente sulla rivista Social
Cognitive and Affective Neuroscience, dimostrano che lesioni a
carico della corteccia prefrontale
ventro-mediale sono associate ad
una tendenza maggiore all’estremismo politico.
Le informazioni riguardo ai danni
cerebrali sono state ottenute tramite un particolare strumento di
indagine (VLSM- Voxel Lesion
Symptom Mapping) che permette
di avere informazioni accurate riguardo all’estensione delle lesioni. Per avere informazioni
riguardo alle opinioni dei partecipanti su differenti questioni politiche è stato richiesto loro di
giudicare quanto ritenevano
estreme diverse affermazioni sul
coinvolgimento politico, i diritti civili, la sicurezza e la guerra. I risultati di questo studio hanno
dimostrato che i pazienti con le-
sioni in una regione specifica della
corteccia prefrontale (la corteccia
prefrontale ventro-mediale) reputavano come meno estreme delle
affermazioni che gli altri gruppi di
pazienti con lesioni in altre regioni
della corteccia (corteccia prefrontale dorso-laterale e corteccia parietale) ed il gruppo di controllo
giudicavano come estremamente
radicali. Questa scoperta evidenzia quanto sia cruciale la corteccia prefrontale-ventro-mediale per
la valutazione degli atteggiamenti
sociali appropriati e come in seguito a lesioni cerebrali in questa
struttura si possano verificare dei
cambiamenti nel sistema di valutazione e di conseguenza nei comportamenti sociali.
mercoledì 22 luglio 2015 pagina 11
IL FATTO
Litorale Pontino
CRONACHE
LA POLITICA SI SVEGLIA A SABAUDIA
Fuochi d’artificio sui conti
Lo sfogo e la presa d’atto di Gianpiero Fogli, ex capogruppo del Popolo delle Libertà. Quei milioni
di debiti (spalmati su 30 anni) lasciati alle future generazioni gridano vendetta . Il sindaco tace
di Giulio Terzi
L
amentano tutti che
a Sabaudia non
cambia mai niente,
che è inutile sollevare i problemi, che
tanto si va a fondo egualmente,
senza neanche rendersene
conto. Ma qualcosa sta succedendo, sulle sponde del Lago di
Paola, improvvisamente chi ha
avuto o ha tuttora voce politica
torna a far sentire la propria
voce. E sui conti del Comune
sono fuochi d’artificio “Ricordo
perfettamente quando nel 2012
il sindaco di Sabaudia tuonava
dalle pagine dei giornali che il
Comune aveva i bilanci in ordine, anzi, che era un comune
virtuoso e che un gruppo di
consiglieri e assessori lo ostacolavano solo perchè pretendevano poltrone da dividersi.
Finalmente la verità sta venendo
a galla ed è lo stesso sindaco con
la sua giunta e il suo consiglio a
confermarlo” che lo stanno confermando”. Gianpiero Fogli, ex
capogruppo del Popolo delle Libertà parla a ruota libera, si appassiona, butta fuori tutto, è il
momento della verità. “Il comune di Sabaudia come si evinceva da una lettera inviata dalla
Corte dei Conti nel 2012 - prosegue - aveva i bilanci gonfi di
residui attivi che dovevano essere cancellati perchè non più
esigibili. Dopo le dimissioni del
sindaco, il commissario prefettizio cominciò questa ripulitura di
residui. Nel consultivo 2012, infatti risultava un disavanzo di
circa 1milione e 200mila euro.
Ma miracolosamente con la
nuova amministrazione Lucci i
bilanci tornavano attivi anche riconoscendo milioni e milioni di
debiti fuori bilancio. Fino ad ar-
Gianpiero Fogli
rivare al consuntivo 2014 con addirittura un attivo di 112mila
euro.” Sembra un trend consolidato ma alla fine la verità viene a
galla, perché come ricorda l’ex
capogruppo Pdl con il consiglio
dell' 08\07\2015 il Comune decide di cancellare circa 7milioni
di euro di crediti non più esigi-
bili e procede spalmandoli
in 30 anni lasciando circa
230mila euro l'anno alle
future amministrazioni e
generazioni. Insomma i
conti non tornano, commenta ancora Fogli, ed è
per questo, spiega, che nel
2012 alcuni consiglieri ed
assessori (lui compreso,
delegato allo sport, assieme a Luca Mignacca
presidente del consiglio, a
Giovanni Secci vice sindaco e assessore al turismo, Lino Capriglione, delegato
alla rete urbana e ai gemellaggi.)
abbandonarono le rispettive cariche, per contestare la gestione
dei bilanci del sindaco Lucci.
Ora sembra vogliano ritornare
tutti in campo, Sabaudia non può
essere lasciata affondare così.
Lui, il sindaco, tace.
Dietro le quinte del Cinema Fest
N
di pari livello va detto che Saon è finito né bene né
baudia non se l'è filata quasi
male, certamente è
nessuno. I vip non si sono imservito a riaccendere
pegnati abbastanza? Non
interessi ed entusiasmi sohanno sfruttato la loro
piti, gli ospiti ce l'hanno
enorme potenza di fuoco per
messa tutta, un po' di vivafar scendere a Sabaudia
cità a Sabaudia l'iniziativa
giornalisti e telecamere?
per fortuna l'ha portata.
Qualcosa è accaduto, eviTroppo facile dire, si poteva
Luigi Tivelli
dentemente, qualcosa si è
fare di meglio, troppo facile
rotto e l'occasione è andata sprecata. Il facdire, acriticamente, l'anno prossimo andrà
totum dell'operazione è il lobbista Luigi Timeglio. Bisogna avere il coraggio di guardare
velli, che per conto del sindaco ha fatto e
in faccia la realtà: potenzialmente il festival
disfatto, ha gestito sponsor e collaborazioni
del cinema sabaudiano era di serie A, di no( anche la figlia è stata inserita nello staff)
tevole profilo, un mix di argomenti azzeccati,
ma realizzare un festival evidentemente non
di ospiti importanti, un parterre di sponsor
era nelle sue corde. L'anno prossimo andrà
che ha garantito alla manifestazione il remeglio? Se lo augurano tutti. Cominciano
spiro necessario. Ma non ha sfondato, bisocon una operazione marketing che parta già
gna ammetterlo.
adesso, in autunno. Altrove si fa così.
A fronte di altre kermesse cinematografiche
POLEMICO COMUNICATO DEL LOCALE PARTITO DEMOCRATICO SUL BILANCIO PREVENTIVO 2015/2017
Pd all’attacco, stiamo per assistere ad un film horror stile Dario Argento
Dopo la ubriacatura derivata dal successo del Sabaudia Film Fest
questa Amministrazione sta per realizzare un film di fantascienza
dal titolo “Bilancio preventivo 2015/2017”,ma che per i sabaudiani rischia di diventare un Horror stile Dario Argento. E' di questi
giorni il pesante j'accuse dell'ex capogruppo della PDL Giampiero
Fogli rivolto al Sindaco Lucci,nel quale si sostiene che i bilanci
dal 2012 del Comune di Sabaudia sono taroccati, in quanto gonfiati da residui attivi non piu'esigibili come sottolineato da una
nota della Corte dei Conti del 2012,e confermato dal riaccertamento straordinario dei residui attivi di questi giorni che hanno
lasciato in eredita' alle future generazioni di sabaudiani un mutuo
di circa 230000 euro per 30 anni a copertura del debito Le affermazioni di Fogli a tutt'oggi non sono state smentite e fanno intendere che anche i bilanci dal 2010 al 2015 possano incorrere
nelle stesse dinamiche distorte. E a fronte di ciò sindaco e as-
sessore sul fronte del Bilancio preventivo 2015 continuano a gonfiare le entrate anche alla luce del debito fuori bilancio nuovo di
zecca di un milione e duecentomila euro effetto della causa persa
contro gli avvocati Argano e Pietrosanti per vecchie parcelle non
onorate. La cancellazione di 1,9 milioni di euro di residui attivi
dovrà essere coperta dagli incassi derivanti dal diritto di superficie che i proprietari di case costruite in edilizia economica e popolare dovranno pagare su base volontaria per importi che vanno
dai 2000 ai 3000 euro per entrare in possesso della totalità della
loro proprietà e quindi poterla rivendere a un prezzo libero scevro
da vincoli . In un momento di grave crisi economica specialmente
nel ceto medio un esborso di quella entita' per un problema che
in molti casi si potra' configurare fra 99 anni ci pare poco probabile. Sindaco e assessore stimano una entrata. dell'IRPEF superiore del 30% rispetto a quella dello scorso anno, previsione
irrealistica. La Societa' Crismatica affidataria del recupero delle
tasse e delle imposte evase prevede un incasso pari a 650000
euro con un agio per la stessa pari a 200000 euro .Quando si fa'
presente al Segretario Comunale che per dette cifre non si può
procedere con un appalto diretto, dagli uffici ci fanno sapere che
l'incasso stimato è di 150000 euro con un agio per la societa' di
40000 euro. Tutto regolare,se non fosse per il fatto che la cifra
in bilancio rimane quella di 65000 euro. Tutto ciò' considerato
ne consegue che il bilancio di previsione 2015, per ciò che attiene alle entrate è sovrastimato per circa 4 milioni di euro,che
comunque verranno spesi portando il Consuntivo 2015 allo
stesso sbilanciamento. Ci auguriamo che da parte dei consiglieri
di maggioranza ci sia una attenta e scrupolosa verifica di quello
che saranno chiamati a votare .
Pietro Piroli
Litorale Pontino
mercoledì 22 luglio 2015 pagina 12
CRONACHE
SUCCESSO LA PRESENTAZIONE DELLA NUOVA EDIZIONE
L'EVENTO UN
DEL SUO LIBRO IN RIVA AL LAGO DI PAOLA
Nora superstar a Sabaudia
Arguta, brillante, in piena forma la Corbucci ha incantato i presenti con una lunga serie di aneddoti legati alla sua
incredibile e diventente (parole sue) vita con uno dei registi più amati del cinema italiano. Ad accompagnarla nel viaggio
a ritroso nel tempo Enrica Bonaccorti e Laura Laurenti. Tra il pubblico L'intramontabile Elsa Martinelli e Livia Azzariti
di Francesco Vitale
U
n bellissimo viaggio
nel mondo del cinema attraverso un
libro, giunto alla
quarta edizione; una
versione ancora più preziosa delle precedenti, con nuovi personaggi disegnati e raccontati dalla mente e dal
cuore di Nori Corbucci, moglie dell’indimenticabile regista Sergio. E' il
senso della serata dedicata a "Ciak
motore azione. A lato, dietro e dentro
al cinema"che ha avuto come splendida cornice qualche giorno fai giorni
“Il San Francesco Charming Hotel” di
Sabaudia. Non una presentazione formale e tradizionale, ma un dialogo
semplice e a “ruota libera”, fatto di ricordi, immagini, nostalgie con l’entusiasmo sempre sincero di chi ha
vissuto quegli anni a cavallo della
Dolce Vita, quando Via Veneto e Hollywood non sembravano poi così distanti. Con il lago di Paola sullo
sfondo e con una leggera brezza al tramonto, hanno fatto da colonna sonora
ai ricordi di Nori Corbucci, Enrica
Bonaccorti, attrice, scrittrice e autrice
di numerosi programmi soprattutto
per la Radio; Laura Laurenzi, giornalista di Repubblica che ha seguito
Nori in tanti progetti editoriali. E poi
tanti amici, da Elsa Martinelli a Livia
Azzariti e molti altri ancora. Incredi-
Enrica Bonaccorti, Nori Corbucci e Laura Laurenti
bile come il "personaggio" Nori Corbucci renda quelle pagine cos' vivaci e
attuali, mischiando le note personali,
la storia personale con la storia di una
parte fondamentale del cinema italiano. Un viaggio con i protagonisti di
quel tempo, i ricordi a cominciare da
quel’incontro galeotto con Sergio
Corbucci con il quale Nori iniziò un
gioco erotico, ovvero a chi mangiava
più ostriche, per finire con il grande
amore di una vita. E poi le amicizie
con i personaggi di quel
mondo: Visconti, Pierino Tosi, Fellini, Monicelli,
Rossellini,
Mastroianni, Sordi, Tognazzi, Gere, Musante,
Nicholson. Il grande
Totò: nel libro ci sono
appena poche righe,
perché lui era davvero
un principe. Nori ricorda che era sempre pronto ad alzarsi dalla poltrona
non appena entrava
una signora per farle
il baciamano.
Enrica Bonaccorti ha
letto pagine del libro
nelle quali sono descritte alcune scene e
i momenti di questi
incontri. Ogni protagonista di quel passato viene ricordato
con un aneddoto,
una curiosità o – verrebbe da dire – con
un dietro le quinte.
Sì, perché è proprio
quando non stavano
dietro la macchina
da presa che usciva
fuori la bellezza dello
stare insieme. Senso
dell’umorismo, il sentirsi a proprio agio con
tutti, un vero e proprio
rapporto alla pari. Una
compagnia di giro di
altri tempi, lontanissima dall'immagine
stereotipata che del cinema di percepisce tra
i comuni mortali. Cosa
si faceva insieme? Ci si
divertiva con quei giochi di società (che a noi oggi, persone
ipertecnologiche, farebbero quasi ri-
dere) che mettevano alla prova l’abilità, l’ingegno e la memoria. Il più
bravo? Vittorio Gassman il quale riusciva a ricordare oltre 40 parole in sequenza. Non mancano gli episodi di
colore come quelli legati ai modi di
dire romaneschi dello stesso Sergio. In
Florida, alla troupe americana diceva:
“Stand in the bell” (stai in campana),
“what are you doing? You go on the
roof?” (che stai facendo? Vai pe’
tetti?), “You are like Joe behind the
royal band” (sembri Peppe appresso a
la reale). Ovviamente senza essere capito. Nello sfogliare le pagine del libro
si percepisce la nostalgia e la mancanza di quel mondo e di quel cinema.
Senza rimpianti, ma con una consapevolezza che questo mondo oggi non
c’è più e forse non sarebbe possibile
avere. Nori, Enrica e Laura hanno evidenziato le differenze con gli attori e i
registi di oggi. Ieri c’era l’umiltà; oggi
manca la possibilità di mettersi in discussione e soprattutto in ascolto. Ieri
poche parole in una scena potevano
darci un immenso significato; oggi rischiamo di uscire da una sala cinematografica senza ricordare nemmeno
quello che abbiamo visto.Attraverso
le pagine del libro di Nori Corbucci,
possiamo certamente riprendere quel
viaggio nella memoria e immergersi
nel cinema che fu e che, per molti,
vorremmo che fosse ancora.
mercoledì 22 luglio 2015 pagina 13
CRONACHE
EVENTI/1 LA FESTA DEL NUOVO CORRIERE DI ROMA E DEL LAZIO A PALAZZO BRANCACCIO
Una sfida editoriale
che guarda lontano
di Francesco Vitale
D
ue motivi di gioia e di
soddisfazione, di legittimo orgoglio, in
un colpo solo, in
un'unica grande festa
nella prestigiosa location di Palazzo
Brancaccio: il primo, faticoso semestre di vita del Nuovo Corriere di
Roma e del Lazio e la laurea in
Scienze della Comunicazione di una
delle sue giornaliste, Stefania Pascucci. Martedì sono stati veramente
in tanti, alla serata di gala, amici, redattori, collaboratori, e poi ancora
esponenti del mondo della politica,
della sanità, dell'economia e del sociale, specchio di realtà che il Corriere
segue sistematicamente giorno dopo
giorno sulle sue pagine. Un riconoscimento alla laurea di Stefania è venuto
a sorpresa anche da uno degli uomini
politici oggetto della tesi, (“analisi del
consenso nel berlusconismo e nel
renzismo”) proprio il Cavaliere, che
ha fatto arrivare alla neo dottoressa
auguri e complimenti attraverso
Gianni Letta. Non si è parlato direttamente di lavoro, ma Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio è stato
ovviamente al centro dell'attenzione.
Un'occasione per fare il punto su una
avventura editoriale che, partita in
sordina a gennaio, sta avendo uno sviluppo armonico e che grazie ad una
partnership con Sole 24Ore può solo
crescere, dal tetto di duecentomila
copie distribuite in un mese (in otto
edizioni) attraverso quattrocento edicole della capitale, il circuito di bar e
gelaterie della Associazione Eser-
centi Pubblici Esercizi. E ancora attraverso la distribuzione in tredici supermercati Pim, nei maggior ospedali
romani, in grandi strutture private
come la Fondazione S.Lucia, in diverse Asl. Si è parlato del nuovo inserto che da quasi due mesi raggiunge
il Litorale Pontino, e delle copie che
"coprono" Ostia e Fregene, delle ventimila copie on line che altrettanti
utenti si ritrovano, con accesso gratuito e in ogni momento della giornata, sui digital devices: Ipad,
computer di casa e smartphone. Si è
sottolineato infine il taglio, la mission
editoriale de Il Nuovo Corriere,
quella di leggere tra le notizie, di cominciare a scrivere dove gli altri finiscono, cercando risposte e non
fermandosi in superficie. Tutto questo in allegria e per una volta in serenità, tra amici, con il ricco buffet
preparato dagli chef di Palazzo Bran-
caccio, abbinato con Franciacorta
Brut Monte Rossa, Chianti servito
fresco a 16 gradi, selezione del Consorzio, Selezione dei vini del Sannio
presentati da Gal Titerno. Sullo
sfondo la musica dal vivo dei Romans, complesso degli anni Settanta
ancora in partita (era nel cast del film
Oscar "La Grande Bellezza") con le
loro canzoni e con un ricco repertorio
degli anni 60-70-80. Una festa da ricordare. E da riproporre prima possibile al prossimo traguardo del Nuovo
Corriere di Roma e del Lazio. A festeggiare la neo laureata e i successi de
Il Nuovo Corriere di Roma e del
Lazio nei saloni di Palazzo Brancaccio
c'erano tra gli altri, attorno al direttore Giovanni Tagliapietra, Claudio
Arcioni , Fabrizio Baycus, Maria
Concetta Tufi, Cinzia Quondamcarlo, Carlo Rebecchi e Marzia Giglioli, Sara Iannone, Sara Ascenzi,
Stefania Pascucci e Daniela
Salento durante il brindisi
(le foto sono di Stefano Segati)
Gabriele Baroncini e Francesca Luciani, Lorenzo De Cicco, Alessandra
De Gaetano, Debora De Santis, Daniele Sulpizi, Daniela Salento e Attilio Armone, Giulio Grazia e i suoi
“Romans”, Santo Iannò, Martina
Perrone, Cesare Protetti, Miriam e
Francesco Vitale, Paolo Ribichini,
Monica Savatterie l’imprenditore
del “Chinottissimo” Simone Neri e
signora.
EVENTI/2 LA MOSTRA FINALMENTE ARRIVA IN VATICANO
Quell’abbraccio multireligioso tra Papa Wojtyla e l’ebraismo
La rassegna sarà inaugurata il 29 luglio (e rimarrà fino al 17 settembre) nel Braccio di Carlo Magno in piazza san Pietro
D
opo essere stata esposta in 18 città in giro per il mondo,
tra le quali New York, Los Angeles, Chicago e Philadelphia, accogliendo più di un milione di visitatori, sbarca a
Roma la mostra «Una benedizione reciproca». La rassegna, interattiva e multisensoriale, ripercorre in quattro fasi il rapporto
tra il Santo Papa Giovanni Paolo II e gli ebrei. La mostra presentata al Papa
come dono per il
suo ottantacinquesimo compleanno, è stata
inaugurata la
prima volta alla
Xavier University
di Cincinnati.
A Roma sarà
ospitata dal 29 luglio al 17 settembre nel Braccio di Carlo
Magno in piazza san Pietro. «Una benedizione reciproca»
narra i passi fondamentali che intraprese Papa Woityla nel migliorare le relazioni tra la Chiesa cattolica e il popolo ebraico.
In quattro sezioni si ripercorre il percorso intereligioso di Giovanni Paolo II. Sin da giovane Karol, nella natia Wadovice,
stringe un’amicizia che durerà tutta la vita con Jerzy Kluger.
Jerzy viene dalla numerosa Comunità Ebraica di Wadovice e
negli anni 1920-30 in Polonia era notevole il grado di integrazione tra ebrei e cattolici. Dal 1938 lo studente universitario
Wojtyla a Cracovia affronta gli anni bui della guerra tra studio
e duro lavoro, non lontano dai suoi amici del ghetto che già
conoscono gli orrori della Shoah. Nella terza parte della mostra si assiste all'ascesa da sacerdote, a vescovo e poi cardinale negli anni fiorenti del Concilio Vaticano II, che segna un
drastico cambiamento nel rapporto tra ebrei e cristiani. E
come vescovo di Cracovia egli stringe solidi rapporti con la comunità ebraica.
mercoledì 22 luglio 2015 pagina 14
RUBRICHE
SCELTI PER VOI L’AGENDA DEI LIVE PIÙ CALDI DI FINE LUGLIO
IN PRIMA FILA
Lenny Kravitz, Caparezza e Bjork
I concerti imperdibili nella capitale
di Tonino Merolli
S
ono molti gli appuntamenti musicali di
assoluta rilevanza che animeranno le serate romane in prossimità della fine di
questo “caldissimo” mese di luglio. Molte ancora le manifestazioni in corso e altrettanto diversificate le proposte tanto da poter
tranquillamente soddisfare gusti e sensibilità di
tutti quelli che vorranno partecipare a questi
prossimi e significativi eventi live. E non è difficile prevedere che saranno in molti vista l'ottima affluenza registrata mediamente sinora dai
vari festival con punte davvero rilevanti, come
i quasi 35000 appassionati affluiti dalla capitale
e da molte altre località per vedere i Muse al
Postepay Rock in Roma. E proprio dal Postepay
Rock in Roma ripartiamo segnalando, insieme
al live dell'eclettico rapper pugliese Caparezza
(sabato 25 luglio, €13) incentrato sulla presentazione del nuovo album "Museica", il ritorno
del grande Lenny Kravitz (lunedì 27 luglio, €
40). Il rocker newyorchese si presenta a Roma
in grande forma ed al culmine di un momento
molto positivo. Come lui stesso ha dichiarato
tutto va per il meglio e la voglia di trasmettere
questa positività al pubblico è decisamente
prioritaria. Il cantante, polistrumentista, produttore discografico ed attore statunitense (lo
ricordiamo nei primi due capitoli della saga
"Hunger Games") presenterà il recente "Strut"
Bjork
e parte dei brani più conosciuti di una carriera
d'enorme successo culminata nell’album “It is
Time for a Love Revolution”, accolto con successo da pubblico e critica nel 2008. Fra soul,
funky, reggae, neopsichedelia, pop ed hard rock
ci aspetta una serata davvero elettrizzante.
Diverso, ma altrettanto interessante, il live della
Cavea dell'Auditorium di mercoledì 29 luglio
(biglietto € 50/30) che vedrà la sperimentatrice
musicale islandese Bjork salire sul palco di Luglio Suona Bene per presentare il nuovo album
"Vulnicura". Un lavoro uscito dopo anni di fecondo percorso artistico che ha portato l’ex vo-
calist degli Sugarcubes a realizzare capolavori come “Vespertine” (2001) o il
complesso
“Biophilia”
(2011), nel quale sperimenta
insieme musica, innovazioni
tecnologiche, installazioni
multimediali e tematiche di
scienze e natura. Manca da
Roma da ben sette anni quest'artista straordinaria, inconfondibile per scelte ed
atteggiamenti e sarà sicuramente un piacere anche per gli
occhi assistere ad una performance basata sul suo più recente lavoro che, dopo 40
milioni di dischi venduti in
tutto il mondo, riporta la star dell'avanguardia
ad un linguaggio più immediato ed accessibile.
Da segnalare, infine, altri due interessanti
eventi: i Deus a Villa Ada sabato 25 luglio ( €
15 Roma Incontra il Mondo) e Shaggy ad Europa domenica 26 luglio. I primi, belgi ed attivi
da vent'anni, tornano a Roma con la loro originale miscela di rock, punk, blues e jazz, con influenze che spaziano da Sonic Youth a Captain
Beefheart mentre il secondo non mancherà di
trascinare la platea con la sua filosofia reggae
che contempla successi planetari come l'indimenticabile "tormentone" "Boombastic".
IN SCENA NEI GIARDINI DELLA FILARMONICA PER “I SOLISTI DEL TEATRO”
Le Metamorfosi e i miti della Sicilia di Camilleri
P
er una sera dimenticate il
commissario Montalbano e
lasciate che il suo autore,
Andrea Camilleri, vi guidi in una
viaggio diverso, alla scoperta di una
terra da favola. L’appuntamento è
per il 24 luglio, nei Giardini della Filarmonica: la rassegna “I solisti del
teatro” ospita infatti la prima nazionale de “Le Metamorfosi” di Camilleri, nella messa in scena del Teatro
Stabile di Catania.
Lo spettacolo è tratto da una trilogia
fantastica - composta da “Maruzza
Musumeci”, “Il Casellante” e “Il Sonaglio” (editi da Sellerio) - che racconta una terra antica e immutabile
ma soprattutto un inedito Camilleri
in veste di favolista. Della saga del
commissario Montalbano rimane
l’ambientazione: Vigàta che, da teatro di indagini poliziesche, diventa
scenario fiabesco. E poiché di Sicilia
si vuole parlare, l’autore lo fa usando
tutte le sfumature di questa terra,
anche quelle linguistiche: per questo Camilleri rimane fedele all’uso
del dialetto in tre storie che nascono
da cunti, leggende e soprattutto
miti. Sono storie di donne che si trasformano e di uomini che assistono
a queste metamorfosi assecondandole. Maruzza Musumeci è la storia
di una donna-sirena, che strega gli
uomini con il suo canto, e di Gnazio
che costruisce per lei una piscina
nella quale possa dare alla luce una sirenetta. Ne “Il
Casellante”, quando la protagonista Minica decide di
trasformarsi in albero per recuperare la
fertilità perduta a causa di una violenza,
è suo marito Nino che si presta a trapiantarla e annaffiarla ogni giorno affinché
possa dare frutti. Infine Beba, la capra innamorata che ne “Il sonaglio” si tramuta
in donna e alla quale il pastore Giurlà regala un sonaglio da appendere al collo
per suggellare la sua nuova natura.
Le Metamorfosi di Camilleri
Venerdì 24 luglio 2015, h 21,30
Giardini della Filarmonica
Via Flaminia 118, Roma
Biglietti da € 10 a € 15
Info: 06 3240098
IN PRIMA ITALIANA A VILLA PAMPHILJ IL 24 LUGLIO
Uri Caine rilegge la Rapsodia in blue di Gershwin
V
enerdì 24 luglio, a Villa Doria Pamphilj, il grande pianista e
compositore americano Uri Caine sarà ospite de “I Concerti
nel Parco” per una serata omaggio a George Gershwin dal
titolo “Rhapsody in blue”, in prima a Roma. Uri Caine, nato a Philadelphia 59 anni fa, è considerato uno degli “architetti” più intelligenti
e sensibili della musica d’oggi, un geniale alchimista che compone
in modo originale ripartendo dal passato prossimo del grande jazz
come da quello più remoto della musica classica, capace di rileggere
i repertori di ogni epoca con intelligenza, cultura, humour.
Il suo jazz è una miscela di rock, elettronica e musica classica rielaborata in modo molto personale. Oggi, dopo le rivisitazioni di Mahler,
Wagner, Bach, Mozart, Beethoven, Schubert e Schumann, ma anche
di tanto jazz, eccolo alle prese con le musiche di Gershwin, già di per
sé fuori da ogni schema: troppo ritmiche e “plebee” per essere classiche, troppo ben orchestrate per essere jazz. Per Caine è come un
invito a nozze per quella sua abitudine a trarre fuori dal suo pianoforte
spunti jazz d’ogni tipo. A Villa Pamphilj il musicista sarà affiancato
da uno straordinario ensemble, una chiamata a raccolta dei solisti
più prestigiosi che nel corso dei decenni hanno frequentato i gruppi
del pianista di Filadelfia: la cantante Barbara Walker, il trombettista
Ralph Alessi, il sassofonista e clarinettista Chris Speed, il violinista
Joyce Hamman, il contrabbassista Mark Helias, e il batterista Jim
Black.
M.P.M.
Uri Caine
Venerdì 24 luglio 2015, h 21,30
Villa Doria Pamphilj
Via di San Pancrazio10, Roma
Biglietti da € 10 a € 22
Info: 06 5816987, 339 8041777
FONTANONESTATE
L’amica geniale
Tratto dal romanzo della misteriosa
Elena Ferrante, il 24 luglio alle 21, al
Fontanone del Gianicolo va in scena lo
spettacolo “L’amica geniale”. Protagonista, con la regia di Carlo Emilio Lerici, è
la poliedrica Francesca Bianco; la accompagnano le suggestioni musicali del
maestro Davide Cavuti, autore di colonne sonore cinematografiche e teatrali,
alla fisarmonica. .
Biglietti da € 13 a € 18;
info 06 5883226
INVITO ALLA DANZA
Certe Notti si danza
Per la rassegna “Invito alla danza”, a
Villa Pamphilj, giovedì 23 luglio alle
21,30 la compagnia Aterballetto propone lo spettacolo “Certe Notti” con la
coreografia di Mauro Bigonzetti su musiche e poesia di Luciano Ligabue. Nello
spettacolo si fondono danza, musica,
poesia e proiezioni video.
Biglietti da € 18 a € 23,
info 06 39738323 e 348 7029364
TEATRO DELL’OPERA
Il teatro equestre di Bartabas
Si intitola “Golgota” l’ultima creazione di
Bartabas, che va in scena al Teatro
dell’Opera di Roma il 23, 24, 25 e 27 luglio alle 21. Si tratta di un evento perché
per la prima volta il “Théâtre équestre
Zingaro” tocca il palcoscenico del Costanzi e segna il ritorno del mitico
gruppo, dopo 10 anni di assenza, a
Roma. Ideatore degli spettacoli, regista,
scenografo è Bartabas, pioniere di una
espressione artistica spettacolare e raffinata che unisce musica, arte figurativa,
teatro e danza alla magia equestre. E i
cavalli nelle sue messe in scena sono
dei veri e propri attori.
Biglietti da € 25 a € 40;
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corriere-37 - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio