UNAVOCE
dalle due toryi
InformatoredellaBasilicadi Sant'Ambrogioin Milano
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ORARI SS.MESSE
Prefestive:S.Nicolao:ore 17.30
inBasilica:ore 18.30
Festive:
Feriali:
inBasilica:ore 8.00- 10.00- 11.00(Capitolare
in
lingualatina)- 12.15- 18.00- 19.00
( l e m e s s ed e l l e 1 1 . 0 0e 1 8 . 0 0s o n o
sospese
in luglio e agosto)
17.15Vespri
in Basilica:ore 8.00- 9.00- 18.30
(la messadelle8.00è sospesa
il sabato)
ORARI SS.CONT'ESSIONI
Tuttii giornidalle7.30alle9.30e dalle17.30alle 19.00
INDIRIZZI E NUMERI DI TELEFONO DEI SACERDOTI
Mons.ERMIMO DE SCALZI. AbateParroco
Tel. 02.863866
PiazzaS. Ambrogio, 15
Mons. BIAGIO PIZZI. Arciprete
PiazzaS. Ambrogio, 15
Tel.02.86451300
Don UMBERTO OLTOLINI
PíazzaS. Ambrogio, 15
Tel. 02.72010716
Mons. GIOVANNI MARCANDALLI
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Te],.02.72095'730
Mons. ANTONIO PAGANINI
residentein S. Bernardino alle Monache,
Tel. 02.86451948
ViaLanzone,13
Don DAVIDE CARCANO
P.za S. Ambrosio. 25
Ter. 3476969360
GIUGNO2OO8
9o,
eziaVio...
e asuoapaavna
50 nnruiBi incea&oxio
Ho titolato così il mio intervento per questa felice
ricorcenza, perché don Biagio, oggi sembra la
stessapersona che 33 anni fa faceva il suo ingresso come coadiutore in sant'Ambrogio.
Magro, quasi trasparente lo è sempre stato, e lui
assicura che non tralascia di nutrirsi. Io credo,
però, di attribuire questo al fatto che ha sempre
lavorato molto in sant'Ambrogio.
Don Biagio è un grande lavoratore: questo difetto
(leggi pregio) di eccessivo lavorismo penso sia
dovuto alle sue origini brianzole, dove un tempo
"casa e bottega" erano una cosa sola. In questo,
però, non corre il rischio di sfigurare davanti a
sua sorella - Ia Pinuccia! - c];rein fatto di lavoro .
supera tutti... come anche in velocità!
Dopo questa introduzione - che don Biagio mi
perdonerà - devo dire che egli è un vero prete,
felice di esserlo per poter donare alla gente "la
bella notizia" del vangelo del Signore.
Il21 giugno prossimo festeggerài suoi 50 anni di
sacerdozio e noi lo faremo comunitariamente
domenica 22. nella celebrazione dei santi Gervaso e Protaso delle ore 11.
2 UNA VOCE dalle due torri
Non so come lui leggerà questi suoi 50 anni di
sacerdozio; penso che gli verranno alla mente
nomi e volti precisi che hanno formato la sua personalità umana e sacerdotale, contribuendo a rassodare la sua vocazione al sacerdozio. Penso ai
suoi genitori, ai preti e alle persone del suo paese
natale, ma anche a tutti coloro che egli ha ar,vicinato nel suo lungo ministero, a cui molto ha dato,
ma credo anche che molto abbia ricer,uto.
È importante celebrare un anniversario di sacerdozio. Ci riporta a vivere i tempi dell'inizio della
nostra vocazione, i giorrri del sì detto nella Ordinazione e gli anni della fedeltà nel ministero. È
un po'come tornare alla freschezza originaria del
"sì" detto a Dio, rivivere quella dedizione e temperie spirituale degli inizi, che la polvere della stanchezza e della abitudinarietà oossono intaccare.
Celebrare un anniversario di vita sacerdotale r,rrol
dire sentire più forte e viva la gioia di esserepreti,
per sempre, al servizio del Signore. E questo non
per nostro merito, perché noi abbiamo solo la
fortuna di essere destinatari di un incredibile
amore da parte del Signore.
Festeggiando don Biagio vogliamo rinsraziare
Dio del dono del suo sacerdozio e insieme del
dono che è ogni sacerdote. Nessuno come chi
aiuta ad incontrare Dio (e questo è il compito
specifico di ogni prete) serve l'uomo. Non vi è
maniera più forte, carità più alta per servire l'uomo che annunciargli Dio.
Dio è infatti la difesa suprema della dignità dell'uomo, di ogni uomo. Lui, Dio è rimasto l'unico
difensore vero della dignità di ogni persona.
Auguro a don Biagio di riprendere in mano ogni
giorno il suo ministero come dono di Dio e come
dono concreto verso ogni uomo, rimanendo
profondamente ancorato in quel rapporto personale con Gesù che motiva ogni vocazione.
A lui, a nome dei sacerdoti che compongono il
presbiterio di sant'Ambrogio, del Capitolo e di
tutti i fedeli esprimo il grazie più sentito e l'augurio per l'inizio dei suoi secondi 50 anni di
sacerdozio.
+ Enrtirtio de Scalzi
RIPEAISAA/DOAI MIEI
CI I{ QUAI{TAAIA//D I SACERDOZI O
Il mio pensierocorre ineritabilmente,innanzitutto,
alle origini del mio sacerdozio,a quel mattino del
21 giugno 1958,quando l'allora ArcivescovoMontini, poi Paolo VI, ha rivolto ai 37 nuoú Sacerdoti
parole indimenticabili. Mi pare di risentire ancora
la sua voce penetrante e incisiva. Ci diceva nella
sua omelia: "Il Sacramento dell'Ordine sacro vi ha
fatto sacerdoti, vi ha comunicato poteri divini, vi
ha assimilato a Cristo, vi ha collocato nella Chiesa
di Dio quali ministri del Vangelo e della Eucaristia,
vi ha messi al nostro fianco quali collaboratori del
nostri ministero, vi ha inseriti in questadiocesi dei
Santi Ambrogio e Carlo, come continuatori e interpreti della loro missionee del loro spirito. Voi siete,
come Cristo, i partecipi della sua missionedivina e
umana, Sacerdotiin eterno".
Si concludeva così il tempo della preparazione,
lunga dodici anni, fatta di studio, di preghiera, di
tensione dello spirito in attesa, di perplessitàe di
umili abbandoni all'Amore che trascende ogni
amore, ed incominciava un nuovo cammino, fatto
di tappe successive,in cui ogni traguardo è punto
dipartenza.
LArcivescovo ci parlava della "coscienzasacerdotale", primo dovere che scaturisce dal Sacramento
dell'Ordine. Citava le parole di S. Ambrogio, con
cui inizia il suo trattato sui doveri dei Sacerdoti:
"La tua rtcchezza è la tua coscienza:il tuo oro è il
aNA VOCE dalle due torri
z
tuo cuore". E voleva dirci che ciò che siamo con il
Sacerdozioè fonte di continua meditazione,è sempre oggetto di scoperta e di meraviglia, è sempre
novità e bellezza, è riconoscimento dell'opera di
Dio in noi ed è uno dei segreti per non invecchiare
e per mantenere quella îreschezzadi spirito, di cui,
ogni giorno, abbiamo bisogno di accostarci all'Altare: "al Dio che è mia gloria e mia esultanza".
(Salmo 42,4).
Ricordare il mio cinauantesimo di sacerdozio vuol
dire, inoltre, ripensarè aila esperienzaecclesialepiù
importante del novecento,da poco concluso: quello
del Concilio Vaticano II. Indetto, per una intuizione
mistica da Giovanni XX[I, fu portato avanti fino
alla conclusione da Papa Montini, che ne prese le
redini e lo guidò, da protagonista, verso le mete
assegnatedalla Pror,videnza.
Ne ho seguito con interesse lo svolgimento, ne ho
studiato e meditato i documenti e mi sono sforzato
di applicarne i principi e le indicazioni riformatrici.
Mi aspettavo una fulgente primavera, r'enne, invece, una bufera, per diversi motivi.
Innanzitutto, perché il dopo Concilio fu monopolizzato dagli intellettuali, piuttosto che da santi, come
fu per il Concilio di Trento. Ricordiamo S. Carlo,
S. nilippo Neri, fondatore dell'Oratorio, Agostino
Giberti, vescovo di Verona, il venerabile Bartolomeo de Martiribus, vescovodi Braga, solo per citarne alcuni.
Poi, perché fu intorbidato da "certi", teologi, la cui
ansia principale era di accomodare la fede alle esigenze del mondo... e così finirono con aprire varchi
al protestantesimo nell'interno del cattolicesimo. Di
questo sfaldamento aveva ar,'utoun chiaro presagio
Paolo \{I e lo espressecon profondatistezza.
Infine, perché fu deforrnato dai mezzi della comunicazionesociale,i quali, come spessofanno, stralciando dal contestoespressioni,pr'nsir,'rir' parolc-.
tradiscono la terità affennata dai drx'umcnti d.-lla
C h i e s a .E o u e s t o r o f l o s t a n l c 'c h c . c o m c -D r l n ] o
documento, il Vaticano II aveva emanato il decreto
riguardante proprio i mez.zidella comunicazione
soclare.
Anche la Chiesa milanese fu flagellata, per usare
una espressionecara a S. Ambrogio, dai marosi, ma
non fu squassata,tanta era la resistenzadelle sue
strutture poftanti, come il Seminario e la Parrocchia.
Da ultimo, pensandoai miei cinquant'annidi sacerdozio, noto che sono stati contrassegnatida un particolare rapporto con la Madonna di Lourdes. Infatti, sono stato ordinato Sacerdotenell'anno centenario delle apparizioni della Madonna a Lourdes,
1958.Ho appreso,proprio a Lourdes,durante il pellegrinaggio con la Parrocchia di Paina, dall'allora
Rettore Maggiore del Seminario, Mons. Giovanni
Colombo, poi Arcivescovodi Milano, la mia prima
destinazione alla Parrocchia di Triuggio, come rjcario parrocchiale.Ancora a Lourdes, nel 1983, in
occasionedel 125" delle apparizioni,in pellegrinaggio con il Cardinal Martini, ho celebratoil25'anniversariodella mia Ordinazione.E quest'anno,2008,
150' anniversario delle apparizioni della Madonna
a S. Bernardette,celebrola Messad'oro. La Madonna ha protetto il mio Sacerdozio,come quello degli
altri 36 che sono stati ordinati con me. Nessuno ha
lasciato il Sacerdozio e tutti lavorano ancora per la
vigna del Signore che è in Milano, tranne tre, che
sono entrati nella vita senzafine.
Maria, che ha fatto dell'amore di Dio la ragione
unica e suprema della sua esistenza,configurandosi perfettamente alla sua volontà, mi aiuti ancora a
vivere questo autunno d'oro, perfettamente conformato, come Lei, alla volontà di Dio e docile alla
grazia dello Spirito, che dona ia lucidita di saper
discernere,tra le i'olubili opinioni mondan.'. la
il
verità che non muta, dà ìa forza di fr-onteggiar.mal.' .' rc'ndc'capaci di trasforrnarcla vita in r-rna
iont.'di gL'ncrosita
c di dcdizionc.
,i. Bide.io
RtconDAl,{Do
sant'Ambrogio già ho potuto rilevare ed ammirare le sue preclare doti di mente e di cuore nonché le sue benemerenze pastorali: la sobrietà di
parola, I'inalterabile riservatezza, l'intensa spiritualità e la dedizione costante e generosa nelI'impegno parrocchiale.
Per tutto questo mi sento profondamente affezionato a don Biagio, anche per il fraterno sostesno prestatomi nella mia sistemazionea Milano.
La stima, l'affetto e la riconoscenza per la sua
persona, nella fausta circostanza del suo giubileo sacerdotalesi traducono nelle felicitazioni
piu cordiali e negli auguri piu fen'idi, col r,oto
sincero che don Biagio possacontinuare a lungo
U / SACERDOTEAMICO
Sono lieto dell'opportunità che mi si offre di far
sentire anche la mia voce nel coro delle sioiose
espressioni di festa per il 50' di ordinazione
sacerdotale di mons. BiagioPizzi.
La nostra conoscenza lontana nel tempo, da un
anno - da quando sono stato accolto nel presbiterio di S. Ambrogio - si è fatta prossima ed amicale; così mi riesce molto caro poter attestare a
don Biagio la mia personale partecípazione ad
una data tanto significativa del suo sacerdozio.
Nel pur breve arco della mia residenza in
a sen.irela chiesa.o"'T;;,"r:
Î,:i#2";;eanini
4
UNA VOCE dalle due torri
,,ININIANZITUTTO
HO SERVITOIL SIGI{ORE"
Dox Bracto "cusroDEDELLA
MEMzRIA"
È impressionante il lavoro che Don Bia-eio
è chiamato a svolgere nella Parrocchia di
S. Amb-rogio. Come è noto, la situazione è
anomala.
Il Parroco e Abate è Sua Ecc. Mons. Erminio De Scalzi, il quale indubbiamente ama
moltissimo la sua Parrocchia (e tale affetto
è ugualmente contraccambiato). Anzi,
sono convinto che il senizio di Parroco è
ciò che più lo attira e lo gratifica. Di consegrter'za, cerca di dedicare molto tempo e
notevoli ener-eie a questa Comunità Parrocchiale.
Ma il suo impegno di Vicario Episcopale
per tutta la città di Milano e di Vescovo
ausiliare del Cardinale Arcivescovo lo
costringe a trascorrere molte ore fuori parrocchia.
Don Biagio lo sostituisce egregiamente
come Arciprete con un impegno estremamente oneroso: tutti si rivol-qorro a lui, sia
per le attività normali di ogni parrocchia,
sia per altre specifiche richieste, legate alla
singolarità di questa Basilica (la seconda
nella città, dopo il Duomo).
Però è ammirevoìe che, nonostante le "circumlatrantes curae pastorales" (S. Gregorio Magno), cioè le preoccupazioni pastorali che sono come "una banda di cani che
abbaiano attorno", Don Biagio non perde
la serenità dello spirito e la cordialità della
accoglienza. Soprattutto, non si lascia travolgere da una vita frenetica e tumultuosa.
Non è diventato un burocrate del sacro o
un funzionario deì culto o Lln manageÌdella pastorale. È, e rinliììle senìpr-e,
"prete", prete vcro, I'ino in fonclo, cioò
u o m o d i p r e g h i c r a , i n n a n r o r u ì t oc ì e l S i g n o r e , t o t a l m e n t e d e c li t o a l s u o r - ì - r i n i s t e r - o
pastorale.
Può ripetere le parole di Paolo (nel suo
testamento pastorale): "Innanzitutto, ho
ser-vito il Signore in tutta un-rilra" (Atti 20,
19). Anzi, a lui possiamo applicare la
descrizione del buon Pastore di S. Gregorio Magno: "il più vicino agli uomini con la
compassione" perché "il piir vicino a Dio
nella contemplazione".
Or,'viamente, anche Don Biagio ha vissuto i
50 anni del suo sacerdozio con uno stile
personale, con alcune specifiche accentuazioni.
Mi piace ricordarne una, che sempre mi ha
colpito. Don Biagio - pur "abitando il presente e sosnando il futuro" - è sempre stato
soprattutto un "custode della memoria",
cioè un -srande e convinto difensore della
grande tradizione della Chiesa, sempre
preoccupato di non tagliare le radici con la
storia passata.
Penso che non è stato mai sfiorato dalla
tentazione di assecondare il rrento della
"modernità".
Certo, non rifiuta le novità, ma a condizione che non compromettano la continuità
con il passato, per non cadere nel "relativismo dottrinale o morale" (denunciato più
volte da Benedetto XVI).
È disposto ad accettare anche una idea
nubva, purché non contrasti con la co-
aNAVOCE dalleduetoti
t
scienza di fede che la Chiesa ha acquisito
lungo la storia.
Soprattutto è sempre preoccupato di salvare la "totalità" della Rivelazione cristiana.
Detesta ogni forma di unilateralità. E questo è molto bello, perché la ricerca della
totalità è lo specifico della visione "cattolica della fede".
E ag-eiungo che, come custode della memoria è particolarmente attento perché si
mantenga vivo il ricordo di tutto quello
che è peculiare di questa Basilica, ad esempio la memoria di alcuni santi e sante, qui
sepolti, o comunque particolarmente legati
alla vicenda umana di S. Ambrogio, o alla
storia della Basilica. Rineraziarno il Sisno-
re per il dono di Don Biagio, arciprete di
questa Basilica, e ringraziamo anche lui
per il suo lungo e fedele sen'izio alla nostra
Comunità.
Gli auguriamo che possa ripetere in occasione del suo 50" di sacerdozio le parole di
una coppia di sposi, che celebravano un
identico anniversario di matrimonio: "sono
stati 50 anni di felicità".
Soprattutto gli auguriamo che possa ripetere le parole di S. Paolo: "mi sono comportato tn rnezzo a voi, non come padrone
della vostra fede, ma come collaboratore
della vostra gioia". (2Cor. 1,24).
dott Gioyartrti
DON BIAGIO: PREGI E... DIFETTI
"Vorrei sapereper LLnBattesirtto", chiede qualcuno in segreteria. "Aspetti don Biagio".
"Dovrei fissare un Matrintonio". "Deve parlare con don Biagio". "Conte possiamo accordarci per un concerto?". "Con Mons. Pizzi".
"Don Biagio c'è l'elettricista".
Don Biagio, Mons. Pizzi: figura-chiave della
Basilica: magro, tanto da stare bene con la
veste che lo riempie un po', agile e minuto,
passo velocissimo, sale come un ragazzino a
due a due i gradini della sacrestia, per far
presto...; in 33 anni di presenza a S. Ambrogio ha percorso senz'altro i chilometri del
Cammino di Santiago, su e giùr per la Basilica: seguire i lar-ori, il banco dei libri, la cripta, il sacrestano, i turisti.
Sempre disponibile all'ascolto, riservato,
paziente, è il riferimento n. I per parrocchiani e non: è lì, in segreteria o in confessionale, o comunque in Basilica: il prete di un
tempo, che tutti vorrebbero, lì che ti aspetta.
Arrivato in Parrocchia nel I975, pochi mesi
prima della morte di Mons. Oldani, quando
questi era già ammalato, ha dovuto subito
prendere il timone del grosso complesso (già
allora il Parroco era Vicario della Città, e
quindi occupato in Curia quasi a tempo
pieno). Brianzolo di origine, stile sobrio,
lavoratore instancabile, attivo ed efficiente,
non si ferma mai. Il Gruppo Terza Età, ìe
Missioni, le Suore; l'archivio parrocchiale, la
biblioteca dei codici, il museo... I malati?
Tutti suoi: li segue con zelo, sino alla fine. Se
c'è una chiamata di notte, a chi suona il
telefono? A don Biagio. Le prove del concerto fino alle tre del mattino... f consensi. i
matrimoni: li prepara a uno a uno. Organizza i corsi hdanzati... Arciprete del Capitolo,
deve pensare alla Messa Capitolare, ai Monsignori, al coro... Attento all'economia, specie della carta: niente sprechil
La Basilica è la sua vita, a cui dà anima e
corpo. Quando l'estate gli tocca un periodo
di riposo, quasi bisogna "mandarlo via", perché forse gli dispiace... Allora in canonica
par quasi ci sia "aria di yacartza" ... (!). (Ma,
se c'è bisogno, ad esempio, la chiar e di S.
S i g i s m o n d o ? c h i s a d o r ' ' è ?n o n s i t r o v a . . .
Adesso poi senza lersignor-aCarla!).
-\{ai si lantenta don Biagio: neanche quando
deve celebrare un matr-imonio tt-a gc'nte
disattenta,senza aiuti, e legge rutto lui... Il
"self-control" in persona. Avendo vissuto l'epoca pre-conciliare, pur contento della riforma della Chiesa, per lui va tutto bene, anche
se non perfetto. Si salva l'essenziale, tutto il
resto è relativo.
Un po' ermetico, distaccato, impenetrabile,
difficile è a volte capire che cosa Mons. Pizzi
pensi. Certo in una testa sola non può stare
tutto: per cui può succedere che arrivi una
concelebrazione, e non è scritta sull'agenda
liturgica...; oppure capita di trovarsi lì un
coro non programmato... Il Reverendo a
volte si ricorda di chiedere le cose all'ultimo
minuto ... (non sa che per noi "umani" esiste
solo il giorno, non siamo come lui, all'erta
giorno e notte!). Non sempre dice che cosa
fa, e dove va: capita allora ogni tanto che
sparisca, nessuno lo trovi, neanche la sollecita sorella.
Sì] perché dietro tanto efîicienza c'è un
6
UNA VOCE dalle due toni
segreto, uno sfondo: Ia signorina Pinuccia.
Altro "personaggio" chiave della canonica,
da 50 anni gli vive accanto: gli fa da scudo al
telefono e 1o tiene "in riga"; gli cuce I'orlo
della veste e gli fa trovare gli spicchi di mela
sbucciati sul piatto la mattina per colazione:
tutto è organizzato. La "pizzeria" (casa dei
Pizzi) è sempre aperta, il caffè sul fuoco;
nelle occasioni, una squisita cioccolata
densa. La signorina Pinuccia non cammina,
corre: "rotelle ai piedi", dice la gente: i fiori
all'altare, le candele, le chiavi di S. Pietro in
mano, ella fa da custode e sacrestana, supplisce ovunque occorra. Indispensabile, per
don Biagio, per consentirgli uno spazio di
tempo spirituale.
Infatti iI nostro Arciprete non è soltanto attivo, anzi: serio e preciso, sicuramente la sua
forza deriva da una profonda vita interiore: è
il primo in basilica la mattina a pregare, in
fondo alle panche o in confessionale; la sera,
prima della chiusura, è là davanti al SS.
Sacramento, che recita il breviario, in ginoc-
chio. Le sue omelie - un po' iunghette, in
verità - sempre preparate, ci richiamano la
morale dimenticata e il sacrificio. È una
necessità, per lui. Egli rappresenta la tradizione cristiana. Ma Mons. Pizzi è anche teologo e consigliere saggio.
Nei 50 anni della sua vita sacerdotale, pur di
corsa, c'è il cardine, il punto fermo del
Signore.
Mi ha colpito un giorno un suo discorso, stupito che i cristiani "aspettassero" nel mondo
qualcosa: "il premio del cristiano - esclamò è Gesù Cristo".
In sostanza: don Biagio: un sacerdote prezioso, un vero prete ambrosiano, di tutti. Un
uomo di Dio, un operaio instancabile della
vita del Signore. Un uomo sereno e tenace,
che da una vita svolge contento a S. Ambrogio il lavoro "del n. 1", sempre restando - di
nome e di fatto - "ll n.2".
don Urnberto
PROGRAMMA DEL MESE DI GIUGNO 2OO8
Domenica 8:
I ragazzi del nostro Oratorio iniziano lavacanza in Valsavaranche.
Martedì l0:
Ore 18.30: in Basilica: S. Messa presieduta da Monsignor Abate per tutto il
gruppo liturgico, con i seminaristi di Milano. Seguirà un incontro e la cena in
Oratorio.
Ore 2l: in Basilica esecuzioni del Coro femminile dell'Università di Riea e del
Coro Monteverdi di Budapest.
Mercoledì 18: In Basilica, Veglia Musicale nel 30" anniversario di fondazione del Coro dell'Università Cattolica con musiche di Pier Luigi da Palestrina: Meditabor e La Messa.
Domenica 22: Solennità dei Santi Compatroni Gen,aso e Protaso..
Ore I 1.00:solennePontificaledi Mons. Erminio De Scalzi. Si ricordano: il 65" di
Ordinazione sacerdotaìe di Mons. Libero Tresoldi, il 50' di Mons. Biagio Pizzi e
di Mons. Ludor-ico Cen-i; il -t0'di \,Ions. Pierangelo Sequeri e il 30" di Mons. Pier
FrancescoFumagalli..
23-28 giugno: Pellegrinaggio diocesano a Lourdes con il Card. Dionigi Tettamanzi nel 150"
anniversario delle apparizioni.
Domenica 29: Giornata per la carità del Papa nella festa dei Santi Pietro e Paolo.
LUGLIO 2OO8
Vengono sospese le Sante Messe festive delle ore 11 e delle ore 18.
1.3-20luglio: XXII giornata mondiale della gioventù a SyDNEy
(iliA I'OCE hlk
duc torri
SORPRESEA DIR POCOPRODIGIOSE
Diceva il Piccolo Principe: "norì si vede
bene che col crlore" ed aveva ragione. E
facile infatti osservare le esteriorità, le
appaîenze, le superfici delle persone; è
meno impegnativo e rischioso fermarsi a
ciò che è immediato e istintivo, a ciò che
l'altro ti presenta momentaneamente,
anche se questo lascia il rapporto di amicizia ad un livello formale e consuero.
Ma se lasciamo che il cuore si attivi, che i
sentimenti entrino in gioco, sapremo
cogliere in chi ci sta accanto, le sue emozioni e preoccupazioni,
le pene e i dolori,
le difficoltà che ha nell'esprimersi e nel
condividere momenti di vita, e scopriremo
delle sorprese a dir poco prodigiose, e in
più il rapporto di amicizia si consolida in
modo sincero e profondo.
Abbiamo accompagnato all'incontro personale con Gesù 58 bambini per due anni,
incontrandoci
un'ora alla settimana per il
catechismo e qualche volta Ia domenica in
oratorio, condividendo con i loro genitori
preoccup azioni e avvenimenti della vita
quotidiana, scambiando consigli e suggerimenti e ampliando il cerchio delle amicizie; genitori che hanno collaborato e
preso parte alle iniziative proposte, che
hanno accettato i nostri limiti nell'essere
catechiste dei loro figli, accettando con
comprensione il passaggio dall'uno all'altro e all'altro ancora coadiutore dell'oratorio. Genitori consapevoli che "la grazia
spirituale viene a permeare l'animo dei
loro figli per conformarlo
a quello del
Signore Gesù"; genitori che hanno saputo
"custodire e proteggere momenti di raccoglimento, di preghiera, di attesa" di un
incontro da grandi, quale è la Prima
Comunion e: grazie carissimi genitori !
Grazie a don Erminio che nell'incontro di
giovedì sera ci ha fatto capire l'importanza di volerci bene noi genitori e ci ha
ricordato che la fede - dono ereditato - r'a
trasmessa con la testimonianza della vita
e del nostro essere cristiani. col desiderio
di "tendere alla perfezione e di vivere in
pace".
Ma la sorpresa prodigiosa, quale dono di
Dio, che ho avuto, è stata quella di vedere i
bambini - durante l'anno spesso distratti,
irrequieti, disturbatori, seppur sempre vir i
interiormente - impegnarsi durante la giornata di ritiro a Desio, nell'ora mattutina in
assoluto silenzio, meditando singoiarmente, penna e libretto in mano, su cosa rrol
dire presentarsi a Gesù "al piano superiore", Iasciando da parte tutto ciò che impedisce l'incontro con Lui, e prendendo un
impegno preciso per rimanere in comunione con Gesù; e nell'ora pomeridiana di
gioco in assoluta armonia, pur nella i'ir acità estrema, e nel poco spazio conscntit,,.
causa la pioggia... nessun litigio, nc\\urì( '
sgarbo, nessun braccio rotto!
Ancora, nel giorno della Prima Colnulti,,ne, la partecipazione viva in Lln d()rnnr()vente silenzio, faceva traspar-irc' rrn cu()rc
pulsante di desiderio di Gesu. trn'enrozione dawero mai provata nella loro vita. che
ha sicuramente contribuito a creare il
clirira di tutta la comunita presente non
8 aNA VOCE dalle due torri
meno attenta e silente che aiutava i piccoli nella concentrazione. La pioggia che
imperterrita cadeva dal cielo ha scombinato l'organizzazione
tecnica ma non
oscurato il sole della gioia che tutti portavano nel cuore.
Una gioia che è continuata la sera di martedì al Santuario mariano, dove passeggeri e pendolari si sono lasciati coinvolgere
(o hanno amorevolmente sopportato) dall'entusiasmo e dai giochi impror,visati dei
bambini. Nel tratto a piedi post treno, la
pioggia, insistente e dispettosa, sorda alle
nostre richieste di finire. sembrava divertita nel vederci sempre più bagnati ma
sempre più contenti.
Al Santuario della Madonna della Noce,
dopo asciugature, gioco e cena, la chiesa
risuonava di canti e di silenzi. Durante la
messa don Erminio - aiutato dai comunicandi - ha predicato "col cuore in mano",
come dicono i milanesi, elevandoci 1o spirito ai piani superiori della casa di Dio.
Non si è dimenticato di precisare ai bambini la differenza tra "fare la Comunione"
e "fare comunione";
rrra chi di noi grandi
non ha bisogno di rinfrescare la seconda
definizione? Consultiamo il Piccolo Principe, saprà sicuramente suggerirci come,
quando e quanto fare comunione con
tutti.
Alberta
RICORDANDOCARLA GALBIATI
Celebriamo questa Eucaristia con la presenza del corpo di Carla.
Eravamo abituati a vederla fedelmente
presente a questa messa delle ore 9 da
almeno 30 anni. Prima veniva per accompagnare la mamma novantenne. Se non la
si vedeva era perché la febbre la tratteneva
in casa. Qui si trovava a suo agio, perché si
incontrava con Cristo, che ha vinto la
morte.
Mi ha lasciato una lettera con la clausola
di aprirla soltanto dopo la sua morte.
Questa lettera, molto personale , inizia
dicendo: "Quando leggerà questo mio scritto io sarò con Cristo, tanto atteso e desiderato di raggiungerlo". Invidiava la cugina
suora perché è morta in fretta, quasi
improvvisamente, due giorni prima che
Carla fosse ricoverata all'ospedale S. Luca.
Il Signore, invece, le ha chiesto di softrire
un poco con Lui, per tre settimane, prima
di poterìo incontrare e stare per sempre
con Lui.
Carla è approdata alla riva di Dio, sulla
sponda dell'Eterno, l'antivigilia della solennità della Trinità, celebrata ieri. La Trinità,
che ha imparato a conoscere e che sapeva
dimorare in lei, l'ha attesa. Carla si è preparata a questo incontro: appena ricoverata al S. Luca, ha voluto che le amministrassi I'unzione degli infermi e tutte le sere
desiderava che passassi a darle una benedizione o I'assoluzione.
Questa fede che ha professato e testimoniato ci richiama che anche noi siamo
sulla strada del ritorno verso il Padre, in
compagnia del Figlio suo Gesù e nell'unità
dello Spirito Santo.
La Trinità è l'oceano di pace verso cui scorre il piccolo ruscello della nostra vita.
Con la Trinità sarà la nostra vita eterna
"quando asciugata ogni lacrima i nostri
occhi vedranno il suo volto".
Noi pensiamo che ora gli occhi di Carla si
spalancano nella luce della Trinità e comprendono come tutta la storia e tutto l'universo gravitino intorno a quel punto; come
tùtto da lì procede e tutto lì ritorna. Beati
UNA VOCEdalle due torri
coloro che si preparano a questo incontro
come Carla.
Carla non è tra i morti, ma tra i vivi; si è
fatta invisibile, ma non assente. Morire
non è scomparire. P. Turoldo diceva: "i
nostri morti sono più vicini dei vivi, sono
più presenti di noi. Non ci separa da loro
neppure un foglio di carta velina, perché
non c'è un di qua e un di là del mistero, c'è
semplicemente un diverso modo di vivere:
dal modo di vivere terreno, precario, provvisorio. al modo di vivere eterno".
Quello che di Carla soprar,vive non è nella
tomba sigillata, ma in un altro luogo
misterioso: nel cuore di Dio, (amante dell'uomo, geloso dell'uomo, che ha nostalgia
dell'uomo) e nel cuore di coloro che I'hanno amata e hanno nostalgia di lei. È viva
con il suo volto e il suo nome, con le sue
parole più sagge e con i suoi gesti più
significativi. E viva con le sue caratteristiche particolari che tutti noi abbiamo conosciuto e apprezzato. Carla è viva con il suo
carattere deciso, volitivo, socievole. Non
perdeva mai le occasioni per incontrare
parenti in occasioni di feste. Sempre presente alle iniziative parrocchiali. Ma sapeva anche essere discreta. riservata. Non
aÍnava la retorica né la volgarità. Aveva
una grande ricchezza interiore, che le derivava da una fede genuina e profonda, da
un grande rigore morale, dalla sua sensibilità e dalla sua onestà e rettitudine.
Nei più che 25 anni di collaborazione nella
segreteria parrocchiale amava la precisione, mi ricordava in anticipo gli appuntamenti e le iniziative da preparare. Aveva
una particolare facilità a ricordare i numeri telefonici delle persone. La preghiera di
suffragio di oggi è anche un vivo ringraziamento, non solo della Comunità parrocchiale, ma anche mio personale.
E si appoggia, per così dire, sulla preghiera
di Gesù stesso che abbiamo ascoltato nel
brano di Vangelo: "Padre, voglio che anche
quelli che mi hai dato, siano con me dove
sono io" (Gv. 17,24). Gesù si riferisce ai
suoi discepoli, in particolare agli Apostoli,
che sono accanto a lui durante l'ultima
cena. Ma la preghiera del Signore si esten-
9
de a tutti i discepoli di tutti i tempi.
Poco prima, infatti, aveva detto: "Non
prego solo per questi, ma anche per quelli
che per la loro parola crederanno in me"
(Gv. 17,20). E se là domandava che fossero
"una cosa sola... perché il mondo creda" (v.
2l), qlui possiamo ugualmente intendere
che Egli chieda al Padre di poter avere con
Sé, nella dimora della sua gloria eterna,
tutti i discepoli morti nel segno della fede.
"Quelli che mi hai dato": è questa una bella
definizione del cristiano come tale, e or,'viamente la si può applicare anche a Carla.
Su questa parola si fonda la nostra speranza, anzi la nostra certezza. Oggi perciò pur
nella comprensibile tristezza che genera la
morte di una persona cara e amica, siamo
confortati dalla fede in Colui che è Via.
Verità e Vita. A lui ora affidiamo Carla
nella preghiera e chiediamo che "mite e
festoso le appaia il Volto di Cristo, e sia per
sempre con lui nella pace".
LA SIGNORA CARLA
Non so perché ho sempre avuto un po' di
soggezione della Signora Carla, soggezione nel senso più positivo di rispetto e
deferenza. Questo non certo per iI suo
cornportantetúo, sentpre di persona rrnlto
disponibile, rtn forse per il rtùscuglio delle
xte qualità: la serern sererítà irt segreteria, la conoscerr:a urtica della vita della
Parrocchia in tutti i stroi antbiti, Ia precisione delle sue note e delle sue risposte, il
sorriso non facilntente concesso, il suo
insieme direi di dispensatice di ordine e
di chiarezza.
Ma ora in me, e in tutti noi penso, ci sia
nel ricordo una grande tenerezza per la
cara figura di Carla. Rivediamo Ia sua
andatura agile, la sobria e composta eloquenza, I'atteggiamento dietro la scrivania, risentiamo la sua voce ferma e decisa
di segretaria illuminat a.
Anna Luini
La sorella Angeîa con i nipoti e i parenti ringraziana per ln sentita paftecfuazione al loro
dolore e ai funerali della cara CarLa e chiedono un continuo ricorda nella preghiera.
r0
UNA VOCE dalle due toti
.. (EDUCATIVA"!
UNA PARTITA.
Alcune riflessioniin occasionedellaconclusione
delle attività sportive nel nostro Oratorio
LOratorio della Parrocchia di S. Ambrogio, in queste ultime settimane, sta vivendo un particolare momento di aggregazione ma anche di "conclusione" delle differenti attività educative ivi promosse prima
di entrare nel tempo estivo, tempo di
vacartza e, ce lo auguriamo, anche di ricreazione umana e spirituale. Un appuntamento importante è avvenuto Giovedì
29 Maggio, in occasione della chiusura
delle attività oratoriane: in Oratorio ci
sono stati i giochi, la cena di condivisione
coî ragazzi, adolescenti, scout, famiglie;
la giornata si è poi conclusa con la Processione in Basilica che ha sfidato il maltempo presentando una comunità ben raccolta e ordinata nella preghiera di affidamento e di gratitudine.
::llÈ,,lì
r,:, i9.:.
Un'altra importante giornata è stata quella di Venerdì 23 Maggio, quando ci sono
state le finalissime delle partite di calcio
del Torneo Maserati, in memoria del giovane oratoriano Luciano Maserati.
Mi è sembrato - anche in questa tradizionale occasione - di poter cogliere, pur nel
rispettoso e sano gioco agonistico, un'affermazione della squadra, un incitamento
corale, una gioia (o un dispiacere, nel
caso della sconfitta) d'insieme. Lo sport,
quando viene proposto e praticato in un
oratorio non deve dare per scontato o supporre come un dato ovvio che è una
espressione educativa, e questo lo si può
manifestare se 1o sport viene vissuto in
una comunità in cui Ia squadra vive con
spirito di gruppo, se l'allenatore è uno dei
responsabili della formazione dei ragazzí
e insieme si condivide una formazione
permanente; in virtù di questa riconoscenza rni piacerebbe ci possa essere sempre,
nella nostra comunità oratoriana, una
gratitudine non solo occasionale nei confronti di quanti, ordinariamente si prendono cura dei nostri ragazzi, anche attraverso gli allenamenti, Ie attività aggregative e sportive.
Ma è proprio in questo luogo, nell'Oratorio, che la qualità dell'allenatore non può
fermarsi alla precisione, alla puntualità,
alla responsabilità e alla serietà della presenza. Per un oratorio è importante avere
queste qualità, ma non possono bastare:
aNAVOCE dalledue torrí
occorre educarsi a pensarsi partecipi e
corresponsabili alla vita e alle decisioni
della comunità cristiana e completare il
proprio programma con quello che le componenti spirituali, umane offrono. Non è
automatico che lo sport educhi. Molte
volte lo sport ha bisogno di essere educato
perché possa diventare educativo. Così l'allenatore lo si può vedere non solo sul
campo di calcio, ma anche nelle attività
educative dell'Oratorio, come responsabile,
come animatore, come presenza alla
Messa o come presenza limpida e laboriosa nella scuola; provo a pensare e ad augurare agli allenatori quella costanza e quella
fedeltà a far sì che in ogni allenamento, in
ogni partita, in ogni sfida dentro e fuori
dal campo ogni persona, ognuno dei ragazzi possa uscire più vero, più umano, più
amato e più stimato: quindi un po'più felice. Ad accendere e arealizzare questo desiderio non bastano certo, da sole, le mie
belle parole e le buone intenzioni. Occorrono idee chiare ed esempi trainanti, occorre
uno stile pulito, onesto, non doppio, non
utilitaristico, non individualistico; occon'ono parole nuove, non giudizi affretlati e
destabilizzanti, non consensi a basso prezzo. Occorre uno stile buono, veritiero, accogliente, determinato, come è buona, veritiera e decisa la lieta notizia del Vangelo.
Tutti possono intuire facilmente che pur piacendomi lo sport (mi pace seguire le r.icende
e le partite delle squadre che mi hanno
accompagnato nella mia adolescenz.a- e non
solo!) non l'ho molto praticato; e più che
campi sportivi, ho frequentato un po'di più i
campi della Sacra Scrittura e IÌ ho incontrato esempi di vita autentica, campioni di
umanità. Abramo con la sua speranza, Mosè
con la sua fede, Giuditta con il suo coraggio,
Davide con la sua tenacia e umiltà, Salomone con la sua saggezza, Giobbe con la sua
îranchezza; e ancora Ia forza d'animo di
Maria e Giuseppe, la generosità di Pietro, la
passione ardente di Paolo, I'intuizione
profonda di Giovanni... Tutte queste e altre
qualità messe insieme e coltivate sono iI corredo più autentico di ogni vero uomo e perciò anche di ogni vero sportivo.
Soprattutto oggi, anche nei nostri oratori,
c'è bisogno di campioni così, che mostrino che lo sport non impedisce, anzi libera
l'umanità che è in noi e ci fa più autenti-
l1
camente persone. Ne verrà fuori uno
sport che - come affermava Papa Giovanni Paolo II - "tuteli i deboli e non escluda
nessuno, che liberi i giovani dalle insidie
dell'apatia e dell'indifferenla, e susciti in
loro un sano agonismo; uno sport che contribuisca a far aTnare Ia vita, educhi al
sacrificio, aI rispetto e alla responsabilità,
portando alla piena valorizzazione di ogni
persona Llmana".
Don Davide
Desideriamo comunicare alla comunità Parrocchiale che nelle prossime settimane di
Giugno siamo chiamati a sostenere l'impegnativo rifacimento del campetto di calcio del
nostro Oratorio, ormai abbastanza consunto.
Il nuovo manto in erba sintetica (Manto 42
MONOTURF: manto di tipo monofilo, prefabbricato, realizzato con un apposito filato per
una maggiore somiglianza dei filamenti dall'erba naturale, composto da fibre altamente resistenti all'usura, antiabrasivo, di grande durevolezza)sarà accompagnato anche con alcune
necessarie strutture di protezione.
Chiediamo che anche questo segno di attenzione nella manutenzione straordinaria del
nostro oratorio sia sostenuto dalla partecipazíone di tutte le famiglie della nostra Parrocchia, alle quali rivolgiamo anticipatamente il
nostro ringraziamento e l'invito ad essere
presenti Domenica 28 Settembre 2008 quando, in occasione della Festa dell'Oratorio
saranno inaugurate le nuove strutture della
Palestra e del Campo di calcio.
Sarà inoltre possibile lasciare la propria
offerta, o in Segreteria dell'Oratorio o in
Segreteria Parrocchiale specificando la causale "per il rifacimento del Campo di calcio".
d. D.
12 UNA VOCE dalle due torri
Anagrafe parrocchiale di Aprile
Sono diventati Figli di Dio
Nardella Eleonora
Della Porta Antonio
Buscemi Diletta Maria
Battaini Caterina
Costantini Pietro Bartolomeo
Zalonis Isabella
Zalonis Vittoria
Lanza Alessandra Livulla
Radice Fossati Confalonieri
Francesca Maria
Radice Fossati Confalonieri Paolo Mariano
Villa-Santa Mattia Filippo
Zucca Matilde Laura
Grasselli Giulia
Costa Federico
Conti Tommaso Alberto
Yoza Arianna
Martinez Sara
flanno celebrato
il Sacramento del Matrimonio
Nahmias Emanuele con
Teles Cocalves Alessandra
Liverani Nicola con Moioli TeresaVittoria
Micali Danilo con Raguso Teresa
Crosti Carlo Felice con Bucci Federica
Preziosa Alessandro con
Guiducci TizianaAnna
Toninelli Marco con Pomi Davina
Romaniello Vito con Mura Silvana
Rinaldi Pio Giuseppe con
Pagliughi Cristina
Melloni Matteo con
Rolando Valentina Chiara
Pedrazzini Federico Cesare con
Senesi Valeria
Sono entrati nella Casa del Padre
Calcaterra Franca
Galbiati Carla
Frateili Mariella
T Projectsocietàdi ingegneria
srl
- INGEGNERIA
ARCHITETTURA
CERTI
FICAZIONI
ENERG
ETICHE
ViaUgoFoscolo,
4 - 20121Milano
- Fax0287302099
Tel.02 87392096
www.tproject.it
[email protected]
GRIPPIAANDREA
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P.t o!18519J0900
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UNDOVEROSO
RINGRAZIAMENTO
La Comunità
parrocchiale di
S. Ambrogio in Milano
nngraziala
FONDAZIONE
CARIPLO
che ha elargito un
importante contributo
per il restauro del
p4vimento della Basilica
Dom. Flscalo
Via Savona, 127
Mllano
- LA COLONNAANTICHITÀ
MOBILI
OGGETTISTICA
CURIOSITÀ
di Arsenre Lrva Arnoror
Via G.G. Mora, 9
20123Milano
Tel. 02.89403013
CeLl.3387784552
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Giugno - Sant`Ambrogio